Il progetto dei francesi di Ratp per la Roma Lido
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Il progetto dei francesi di Ratp per la Roma Lido
Il progetto dei francesi di Ratp per la Roma Lido. Lo abbiamo letto, ecco cosa dice 6 novembre 2015 "L'infrastruttura è ormai vicina al collasso". Non utilizza mezze misure, la Ratp, la società pubblica che gestisce i trasporti interrati, tramviari e di superficie della città di Parigi. Magari lo fa per portare l'acqua al suo mulino, ma spiega anche il perché: "la Roma-Lido è stata realizzata nel 1924 e i materiali con i quali è realizzata sono ormai in una situazione di definitiva senescenza, le traversine sono praticamente tutte sul punto di cedere, i binari non sono più in produzione, per cui, in caso di rottura di un elemento, non sarebbe più possibile una sostituzione". Inizia così il documento firmato Ratp che propone alla Regione Lazio una cessione per 25 anni della gestione e degli investimenti (con ampio contributo da parte della Regione stessa, beninteso) di quella che gli stessi francesi considerano la ferrovia suburbana più frequentata d'Italia, con 27 milioni di passeggeri e con la possibilità di arrivare a 40 milioni dopo gli interventi proposti da Ratp. Il contratto di servizio tra Atac e Regione Lazio è d'altronde scaduto dal 2009 e viene rinnovato di anno in anno con un costo complessivo annuo per la regione di circa 77 milioni di euro. Ratp ne chiederebbe soltanto 38 milioni con un risparmio nei primi 4 anni di 156 milioni di euro per la Regione. a partire dal quinto anno, fino al 25esimo, i costi per l'ente guidato da Nicola Zingaretti passerebbero da 116 milioni a 95 milioni con un risparmio del 18% all'anno. Il tutto a fronte di cosa? Solo risparmi? Niente affatto: anche la Regione ovviamente dovrebbe fare un investimento su un bene che è e resta suo. Un investimento che andrebbe ben oltre i 25 anni di gestione francese. I parigini calcolano una necessità di 515 milioni di investimento e chiedono un contributo pubblico di 219 milioni. Insomma degli investimenti necessari per recuperare una infrastruttura al "collasso" loro ci mettono circa il 55%: chi altro può trovare la Regione disposto a questo? Atac forse? Non scherziamo. Cosa farebbe poi Ratp con questi investimenti? Rifarebbe la linea salvandola dal famoso "collasso" e acquisterebbe 18 treni con opzione per ulteriori 5. L'obbiettivo, a regime, è avere un treno al massimo ogni 3 minuti. Nel progetto ci sono poi, fuori da questa proposta, delle ulteriori idee di sviluppo di cui Ratp, con ulteriore contributo, potrebbe farsi carico. Il people moover da Acilia Sud alla Fiera e poi all'aeroporto; il prolungamento delle linea lungo il mare per ulteriori 14,6 km verso il Villaggio Tognazzi; la trasformazione della linea in una vera metropolitana. Tutte cose che costerebbero ulteriormente, ma che Ratp sarebbe per lo meno in grado potenzialmente di realizzare: non si tratta insomma di una azienda che viene messa in crisi da una linea che si biforca. Il progetto è stato presentato nel giugno 2014. Sono passati 16 mesi e ancora la regione, che doveva decidere entro giugno 2015 non ha scelto se questa è o non è un'opera di interesse pubblico. Peraltro negli incontri successivi al progetto le condizioni economiche per la regione sono anche migliorate rispetto a quelle che abbiamo avuto modo di leggere. Dunque perché la Regione non sblocca la pratica? Perché non si decide? Considera troppo oneroso l'investimento? Pensa di poter andare avanti a lungo così? Ha paura di togliere la gestione ad Atac che, come ha urlato più volte Stefano Esposito, ex assessore alla mobilità a Roma, è il vero bancomat del malaffare e della malapolitica capitolina? Certo è che l'ente di Via della Pisana, nel silenzio (pensate a come è riuscito a non dichiarare nulla Zingaretti sul caso Marino: incredibile!), si sta connotando sempre di più come l'istituzione che garantisce la conservazione negli ambiti principali della classica cattiva amministrazione a Roma. Molto si fa, si favella di innovazione, ci si muove in tutte le direzioni ma poi se vai a vedere le cose davvero significative (pensate alla Legge Quadro sul Commercio: un autentico scandalo, bloccata in Commissione da mesi e mesi senza speranza) vengono tenute accuratamente insabbiate. Le bancarelle e Atac (ma sono solo alcuni esempi) non si toccano. Guai. LE CONDIZIONI. La Regione fa sapere che ci sono 3 condizioni affinché un progetto di finanza possa essere recepito e possa prendere la via della “pubblica utilità” per l’eventuale approvazione: l’assenza di cubature, tariffe e biglietti gestiti e fissati dalla Regione con il Metrebus e la clausola sociale del riassorbimento di macchinisti e capitreno. LO STUDIO. Parte il progetto del futuro. I francesi studiano la linea e persino i blog sui quali viaggia l’ira per la qualità pessima del servizio e li trovano addirittura “più competenti degli stessi tecnici Atac” e il 30 giugno del 2014 portano il “papiello” in Regione con una proposta che fa gridare al miracolo: treni nuovi, stazioni civili, sistema di controllo treni e segnalamento via radio, controlli di sicurezza con telecamere, emergenza telefonica tutto controllabile da remoto. ZINGARETTI RE TENTENNA. E che fa la Regione Lazio? Prende tempo, pur avendo un obbligo di 90 giorni per l’accettazione dell’offerta e la dichiarazione di “pubblica utilità”. Ne prende talmente tanto che dal 2014 ad oggi convoca due conferenze dei servizi con Ministero dei Trasporti, Atac, Agenzia per la Mobilità e Comune di Roma per arrivare poi all’ultima riunione con la quale decide di non decidere. Intanto i francesi nicchiano, chiedono aiuto persino alla macchina diplomatica nella speranza di sbloccare la paralisi e arrivare ad una decisione: “O sì, oppure andiamo via”. Di aggiornamento in aggiornamento, il progetto di Ratp si rinforza, prevedendo addirittura tre banchine per la fermata ipotetica Tor di Valle-Stadio e i lavori diluiti in 4 anni con uno stop serale alle 21 e bus sostitutivi sino alle 23 per garantire certezza dei tempi e sicurezza della linea da “ricostruire ex novo, partendo dall’armamento”. La svolta nei giorni scorsi, quando dal cilindro di Atac arriva un progetto antagonista che farebbe risparmiare la Regione Lazio, mantenendo il cappello pubblico sul servizio. Solo che, come risulta dal documento riservato Atac, che Affaritaliani.it pubblica, i treni nuovi invece che 18 sono 3 e che non c’è traccia di infrastrutture per un importo di circa 222 miliardi dei 450 che i francesi vogliono spendere su Roma. E a ben vedere i due progetti, ci sono refusi che compaiono in entrambi, come se O Atac o Ratp avesse utilizzato la magia informatica del copia e incolla. I COSTI. Ma quanto costerebbe ai romani affidare per 25 la linea del mare ai privati. Grazie alle garanzie fornite da Unicredit e dal fondo europeo Eib, il contratto di servizio tra Ratp-Dev e Regione Lazio si fermerebbe a 40 milioni di euro l’anno per 25 anni contro il vecchio contratto del 2006 pari a 85 milioni di euro omnicomprensivo di Roma-Lido, Roma-Viterbo Roma-Giardinetti, al quale manca l’adeguamento Istat per 12 anni e che vede le ferrovie equiparate nel costo di gestione ed esercizio. Una sorta di scatola, nella quale la Roma-Lido vale come la Roma-Giardinetti nonostante frequenza, lunghezza, treni e banchine siano completamente diverse. Grazie a questo stratagemma Atac è riuscita a mantenere basso il costo di esercizio della Lido. E i francesi? Da Parigi è arrivato l’ultimatum: o Roma decide cosa fare del progetto, oppure i capitali andranno altrove. Con buona pace dei pendolari e della Regione Lazio che è riuscita con vergogna a trasformare i 90 giorni di legge in un anno e mezzo di stallo. #Immagina.