Diario di Erwin Rommel

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Diario di Erwin Rommel
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DIARIO DI ERWIN ROMMEL
PREMESSA - Presumibilmente tale materiale- prima della sua morte avvenuta in circostanze
misteriose- nella mente di Rommel doveva servire come canovaccio per una documentazione sulla
sua attività in Africa. Il Diario che parte dal 1939 e termina il 1943 fu posto in salvo dal sottufficiale
aiutante Moser, che aveva avuto l'incarico da Rommel stesso di conservarlo, ma anche di aggiungere
alcune note quando non lo faceva Rommel di persona; Moser riuscì alla disfatta a porlo in salvo. Una
copia è finita negli Stati Maggiori degli alleati, ed è conosciuto come il "Diario di Rommel". Questa
storia quindi non è una rivisitazione dei fatti, ma è l'originale pubblicato in Italia nel dopoguerra. Molte
polemiche dovevano ancora nascere. Con Rommel però assente, perchè lui era ormai morto in un
misterioso incidente.
Rommel è stato uno di quei grandi generali che abbia espresso la seconda guerra mondiale, anche se è
passato alla storia solo con il nome "La Volpe del deserto", fama che alimentarono gli inglesi per
sminuire le proprie sconfitte, o alimentò lo stesso Montgomery per aumentare il valore della sua vittoria
su Rommel.
LA FAZIOSITA' DI YOUNG
(che riporta nel suo libro "ROMMEL" un diluvio di slogans e insulti
su soldati italiani che il maresciallo avrebbe pronunciato nei loro confronti)
Oltre che i vari articoli su riviste e giornali, fu ricavato un film "Rommel la Volpe del Deserto", tratto dal
libro del Generale inglese della riserva DESMOND YOUNG - un libro fazioso, e per quanto riguarda gli
italiani, pieno di insulti, che secondo Young, Rommel gratificava l'Italia e il soldato italiano. Questo al
solo scopo di scagionare, separandola, la figura di Rommel dal regime politico che lo ha espresso. Un
efficace mezzo che si svolge nel quadro di quella azione psicologica in atto nel dopoguerra in
Germania da parte degli angloamericani e tendente a separare le responsabilità del militarismo tedesco
dalle responsabilità del regime nazionalsocialista di cui la casta militare sarebbe stata solo una vittima.
Poiché in Germania un Esercito non si mette insieme senza fare i conti con i militari e poiché com'è
noto, subito dopo la disfatta e nel dopoguerra era necessario e urgentissimo l'apporto tedesco
all'esercito integrato europeo, non v'è chi non vide la grossolanità della manovra di questo tipo di
propaganda.
Abbiamo ricevuta da un lettore una copia consunta del Diario di Rommel. Alcuni passi erano stati
pubblicati su Asso di Bastoni il 9 marzo 1952, ed avevano già suscitato tanto scalpore per i contenuti
che erano all'opposto di quelli pubblicati dallo Young, che aveva preso alcuni frasi fuori dal contesto,
al solo scopo -con un mucchio di falsità- di far passare gli italiani dei codardi, degli scansafatiche;
erano dei gratuiti sarcasmi che offendevano non solo chi aveva combattuto in Africa a fianco di
Rommel (come il padre di chi qui scrive, che finì poi prigioniero fino al 1946 in Rhodesia) ma anche tutti
gli italiani. Soprattutto quelli che morirono da eroi ad Al Alamein.
(A tale proposito, un gruppo di reduci di El Alamein, all'uscita del libro di Young, nel 1950,
s'indignarono e scrissero a Edilio Rusconi direttore allora del settimanale "Oggi". Lettera pienamente
condivisa da mio padre; e che riportiamo integralmente alla fine di queste pagine, nella "Quinta parte" )
Non solo, ma io stesso, a Viterbo, alla Scuola di Paracadusti, avevo tutti ufficiali che erano reduci di El
Alamein; il comandante stesso della Scuola era allora (anno 1957) la medaglia d'Oro Colonnello
Mautino. E altri mitici decorati, l'Aiutante di Battaglia Iubini, il Capitano Argento, il Maresciallo Vanna.
Limitatamente abbiamo solo scelto il periodo greco e africano perchè sommamente istruttivo per gli
italiani. Essi vi troveranno testimonianze sconcertanti di come il tradimento e il sabotaggio fossero
l'elemento determinante della nostra sconfitta con relativo inutile sacrificio di tanti prodi soldati.
Soldati italiani del cui eroismo Rommel (quando veramente li avrà a fianco) cavallerescamente
testimonia nelle righe di questo suo Diario.
Quindi queste pagine sono dedicate (sic !) ai vari Badoglio, Maugeri, Messe, Calosso e C.
--------------------------------------------Un breve cenno biografico di Rommel
La vita e la carriera di Erwin Johannes Rommel si svolgono sotto il segno della volontà. Figlio di un
semplice insegnante di scuole medie - era nato a Heindenheim, Wurtemberg, il 15 novembre 1891.
Compiuti gli studi, all'età di 19 anni, nel 1910, entra col grado di tenente nel regio esercito del
Wurterberg. Nel 1914, all'inizio della prima Guerra Mondiale, comanda un plotone del VI reggimento
Wurtmberghese "Re Guglielmo"; diviene in seguito aiutante di battaglione e secondo tenente. Rommel
aspira ad entrare nello Stato Maggiore: ma i pregiudizi della casta militare, prussiana e junkler,
impediscono al giovane ufficiale di essere accolto nell'aristocrazia dell'Esercito.
Nel marzo del 1915 è promosso primo tenente e viene decorato della Croce di ferro di prima classe per
aver fatto prigioniero, sul fronte occidentale, a Dieusson, una intera compagnia francese, mentre era in
pattuglia, in una ricognizione, con due soli plotoni. Nell'impresa, dove già si rivelano le sue doti
tattiche, Rommel rimase ferito. Si guadagnò così la decorazione e la promozione.
Successivamente chiede di passare in aviazione, quale osservatore, ma viene invece trasferito in uno
dei reggimenti alpini del Wurterberg, con il quale partecipa alla fulminea campagna di Romania del
Generale von Machensen. Venticinque anni più tardi, durante la campagna in Africa, Rommel sarà
costretto a subire le ostilità del figlio di von Mackensen, ambasciatore del Reich a Roma.
Ristabilitosi dalle ferite, durante l'offensiva Austro-germanica sul fronte italiano, nel 1917 Rommel
prende parte in azioni del settore dell'Isonzo contro l'esercito italiano, azioni che culminarono con la
disfatta di Caporetto. Molti degli ufficiali italiani, divenuti generali, che si scontrarono sull'Isonzo con
gli alpini di Rommel, furono poi suoi camerati nelle battaglie della Libia.
Per la cattura di grossi contingenti di soldati italiani a Caporetto, varie migliaia, Rommel che
comandava un gruppo di compagnie - per quanto solo primo tenente- viene insignito della medaglia al
valore "pour le meritè", la più alta ricompensa tedesca, equivalente alla medaglia d'oro italiana.
Psicologicamente l'esperienza di guerra sul fronte italiano, nel lontano 1917, dovette influire
certamente sull'opinione di Rommel nei riguardi degli italiani in genere, e delle loro virtù militari in
particolare, opinione di cui egli risente durante gli anni di guerra a fianco dei camerati dell'Asse in
Africa. Comunque Rommel non manca di elogiare talora il valore dei soldati italiani e perfino
paragonare le doti di resistenza, di sobrietà, di pazienza e di eroismo degli italiani a quella degli uomini
del suo "Africa Korps".
Alla fine della guerra 1914-18, smomilitato e senza mezzi, si iscrive alla scuola Tecnica Superiore di
Tubinga.
Rommel è uno dei primi ad aderire al movimento nazional-socialista di Hitler, facendo parte del circolo
del già Governatore delle Colonie tedesche dell'Africa e poi Luogotenente del Reich per la Baviera e
Capo dell'ufficio Coloniale del Partito, generale Ritter von Epp.
L'aspirazione di Rommel è sempre quella di far parte della Reichswel. Nel 1923 viene iscritto nelle liste
effettive del Corpo Ufficiali e poi incaricato di insegnare tattica nella scuola di Fanteria di Dresda col
grado di maggiore, ottenuto comandando una compagnia di fanti.
Rommel diviene uno dei migliori insegnanti di tattica: popolarissimo fra gli allievi e i giovani ufficiali,
viene apprezzato dallo Stato Maggiore, malgrado la sua origine borghese e le sue simpatie naziste. Le
teorie di Rommel sull'impiego dei carri armati e delle unità corazzate, in definitiva, furono poi applicate
dai tedeschi nell'ultima guerra e, già in tempo di pace, valsero a Rommel l'interessamento e la
protezione di Hitler.
Promosso colonnello, diviene ufficiale di collegamento fra la Reichwenr e la Hitlerjungend
(Organizzazione giovanile hitleriana) e assegnato al Quartier Generale del Fuhrer.
Dopo l'occupazione nazista dell'Austria, nel 1938, Rommel viene nominato Comandante la Scuola
Militare austriaca di Wiener Neustadt.
Africanista convinto, collaborò ai piani militari dell'asse per il Mediterraneo, elaborati unilateralmente in
Germania, sin dal 1937 dal Generale Schmirer e, nello stesso anno, accompagna il generale von
Brautschchich nella sua visita in Libia ospite di Balbo.
Rommel ama ricordare, a quattro anni di distanza, questo suo primo viaggio nel continente Nero. Quasi
presago di dover un giorno battersi sulle sabbie del deserto, durante il viaggio ufficiale di von
Brautschic chiede uno "speciale congedo" per malattia e rimane in Libia. Visita accuratamente la
Tripolitania e la Cirenaica, il Fezzan e il Gebel, segue le piste del deserto in automobile, preferendo il
mezzo terrestre all'aeroplano che il governatore e Quadrunviro Balbo aveva messo a sua disposizione.
Nel rapporto che Rommel fa allo Stato Maggiore e a Hitler dopo una lunga visita alle opere fortificate
italiane del Mezzogiorno e della Sicilia e dopo un misterioso viaggio in Egitto (da turista, egli gira lungo
il canale di Suez e fa in macchina delle lunghe gite nel deserto occidentale egiziano), egli pone in
rilievo la "mediocre preparazione militare italiana, sia nella penisola che in Libia. La sistemazione -dicedella frontiera orientale della Libia è del tutto insufficiente e primitiva: può essere utilizzata se mai, in
caso di ribellione dei Senussi e sempre che si tratti di episodi insurrezionali; ma è da escludere che la
sistemazione esistente possa riuscire efficiente in caso di conflitto con l'Egitto e cioè con la Gran
Bretagna".
Rommel rientrato in Germania, si dedica alla preparazione di uno speciale "Corpo del Deserto",
destinato ad eventuali impieghi in zone tropicali. L'allenamento degli uomini di questo reparto (e fra
questi c'erano gli specialisti sanitari dell'istituto per le malattie Tropicali di Amburgo) veniva eseguito
nel centri della Baviera e dello Scheswig-Holstein, in Pomerania e nella Prussia Orientale, in condizioni
particolarmente dure e riproducendo artificialmente l'"habitat" climatico e ambientale delle regioni
tropicali.
Allo scoppio dell'ultimo conflitto Rommel, organizza i così detti "Quartier Generali Mobili", sia quello
ferroviario che quello aereo, mediante una dozzina di moderni Junkers da trasporto che seguono il
Fuhrer nei suoi viaggi al fronte. Dopo la campagna di Polonia Rommel viene nominato Generale al
comando di una divisione corazzata di assalto, facente parte di un gruppo di armate del fronte
occidentali, agli ordini di von Rundstedt. La VII Divisione corazzata di Rommel si distingue poi
nell'assalto alla linea Maginot, e che per la sua fulminea mobilità è denominata la "Divisione
Fantasma".
Fra le tante epiche imprese, la VII divisione di Rommel cattura a S. Aint Valery en Cauz, 8 generali e
25.000 soldati francesi.
Rommel viene decorato della Croce di Cavalleria nell'ordine della Croce di Ferro su proposta di quello
stesso von Rundstedt che, durante la campagna di Polonia, alludendo al fatto che Rommel si occupava
del Quartier Generale mobile del Fuhrer, lo aveva definito, con l'albagia dello junker, "quel pagliaccio
che comanda il circo di Adolf Hitler".
Un'antipatia che scomparve nel padre ma rimase nel figlio.
All'inizio del conflitto con la Polonia, Rommel registra le sue impressioni,
negli appunti e nelle lettere che egli invia alla moglie:
(qui inizia il Diario)
"POLSIN, 31 AGOSTO 1939 - L'attesa rende nervosi, ma è inevitabile. Il Fuhrer sa perfettamente ogni
volta, quale sia la giusta via. Finora egli è stato sempre in grado di risolvere i problemi più difficili e lo
sarà certamente anche questa volta.
L'offensiva tedesca contro i polacchi viene sferrata all'alba del 1° settembre. Lo Stato Maggiore
predispone un'azione a tenaglia con due gruppi di armate, uno al comando del Generale von Bock
(Gruppo Nord: II e IV Armata) e l'altro agli ordini di von Rundstedt (Gruppo Sud: VIII, X, XIV Armata) Già
nelle prime 24 ore lo sfondamento del fronte polacco è un fatto compiuto."
"POLZIN, 2 SETTEMBRE 1939 - Già da un giorno conduciamo la guerra contro la Polonia. I successi
hanno superato di gran lunga le nostre aspettative e le nostre truppe nella loro miglior forma. Sono
curioso di vedere se Inghilterra e Francia vorranno accorrere in aiuto di questa nave che affonda. Se lo
fanno, sono affari loro. Il Fuher non è ancora venuto qui: egli naturalmente sarà molto indaffarato a
Berlino."
Dopo un lungo silenzio -campagna di Francia e la sua nomina a Generale incaricato del comando di un Corpo d'ArmataRommel è a Berlino per conferire con Hitler. Dopo il colloquio, è costretto a letto per un attacco di reumatismi. Ristabilitosi
riprende la corrispondenza il 6 febbraio 1941, precisando i termini del colloquio con Hitler, quello avuto successivamente con
von Ribbentrop e Canaris prima di partire per l'Africa.
Ricordiamo che il 28 ottobre Mussolini ha dichiarato guerra alla Grecia. L'8 novembre l'offensiva verrà bloccata, a metà mese,
c'è l'ordine della ritirata, ma ormai l'esercito è impantanato. Il 12 novembre viene attaccata dagli inglesi la base di Taranto. Il 4
dicembre Badoglio viene esonerato dal comando delle operazioni in Grecia.
L'8 dicembre si scatena l'offensiva inglese a Tobruk in Africa, gli italiani sono costretti a ritirarsi: il 10 dicembre perdono Sidi
Barrani; il 15 si ritirano su Bardia; attaccata poi il 1° gennaio 1941 cade il 5 con 120.000 soldati italiani fatti prigionieri. A pochi
giorni prima dell'arrivo di Rommel in Africa, il 2 febbraio 1941, si svolge la più sanguinosa battaglia in Africa, quella di Keren.
Fra morti e feriti -dopo un lungo assedio- le due parti lasceranno sul campo 50.000 uomini. Rommel viene chiamato da Hitler a
comandare un corpo di spedizione in Africa per togliere Mussolini dai pasticci. Inoltre c'è anche il problema Balcani-Grecia.
(Ndr.)
BERLINO, 6 FEBBRAIO 1941 DIARIO (Rommel) - Puoi immaginare come mi giri la testa dopo tutti questi
avvenimenti. Cosa verrà fuori da tutto questo? Passeranno mesi prima di poter vedere gli effettivi
sviluppi della situazione.
Il colloquio con Hitler; ai primi di febbraio, è durato circa due ore. Il Fuhrer è sereno e fiducioso, però
mi è parso stanco. Ha parlato quasi sempre lui. Anzitutto ha fatto un giro d'orizzonte dei fronti di guerra
italiani, nei Balcani ed in Africa. La situazione in Albania è divenuta sempre più grave: lo smacco
italiano incrina il prestigio dell'Asse e soprattutto il suo onore militare. L'Italia fascista rischia di essere
sconfitta in Albania e gettata in mare da un pugno di levantini. Hitler insiste nell'affermare che l'attacco
alla Grecia fu da lui sconsigliato personalmente al Duce e che von Rintelen non mancò di esprimere a
Badoglio, a Ciano ed a Mussolini le riserve sue (di Hitler) circa i mezzi approntati ed i piani predisposti
dallo S.M. Italiano. Il meno che si possa pensare è che gli italiani si siano ingolfati nell'avventura senza
alcuna preparazione e soprattutto senza conoscere neppure il terreno su cui avrebbero dovuto
combattere. E' semplicemente sciocco pensare che con 4 o 5 divisioni di fanteria, senza alpini né forze
corazzate e senza una adeguata preparazione aerea, gli italiani potessero scavalcare le dure montagne
dell'Epiro. Hitler mi fa vedere il rapporto del Maggiore S, degli Alpenjager, mandato con una missione
in Albania. S. ha visitato tutto il fronte greco-albanese e precisa che le condizioni del terreno sono
addirittura spaventose: fango, rocce, pietraie.
Gli italiani sono oltremodo disorganizzati. Le divisioni vengono mandate al fronte senza artiglierie, con
vestiti di tela, senza riserve nè viveri. Le munizioni scarseggiano, i servici logistici non funzionano,
l'opinione sui generali è pessima, il morale dell truppe italiane è scosso. Non c'è la più vaga idea di un
piano strategico. S. ha riferito un giudizio di un colonnello Italiano a C. a Tirana: "Questa guerra non è
una guerra, ma il pettegolezzo delle quote. Infatti gli italiani si aggrappano ad una quota e tutti i
Comandi, compreso il Comando superiore di Tirana, si polarizzano attorno a quel pezzetto di fronte,
perdendo uomini e prestigio. Il colpo contro la Grecia è stato un grave errore: un colpo di testa di Ciano
e di quelli del Ministero degli Esteri Italiano, per ripicca contro le nostre vittorie, Mussolini non riesce a
tenere in pugno i suoi uomini: è sempre in buona fede ed i suoi lo tradiscono. Mi risulta dice Hitler che
le cifre che i vari Sottosegretari ministeriali gli presentano, specie in materia militare, sono sempre
false. Von Rintelen ni ha detto che è riuscito ad avere ben 7 cifre diverse, da altrettanti uffici pubblici
italiani, sull'argomento ferro e carbone. All'impreparazione e alla imperizia, gli italiani uniscono uno
scetticismo da levantini ed una abitudine alla menzogna che da noi sarebbe punita con la morte, se
avvenisse in tempo di guerra.
E' poi provato che molti generali del gruppo Badoglio sono antifascisti e antitedeschi: essi avevano
troppe simpatie per i francesi e sono tutti massoni: ho un interessante rapporto con Roma in merito,
dell'epoca in cui l'Italia iniziò le sue sfortunate operazioni in extremis contro la Francia, che noi
avevamo già piegata. Del resto, in Savoia senza il nostro intervento, i francesi avrebbero rigettati gli
italiani fino al Po. Poi in Italia la guerra non è popolare: Canaris (Capo dei Servizi Segreti del Reich.
Ndr) mi dice che troppi italiani sono simpatizzanti dell'Inghilterra, specialmente a Genova. E gli agenti
nemici in Italia trovano un terreno fertile, sia perchè gli italiani sono chiacchieroni, sia perchè molti
sono pagati dal nemico. Vi sono molte radio cleandestine e Canaris insiste perchè io intervenga presso
il Duce. Sarà bene - mi dice Hitler- che lei veda Canaris prima di partire. E vada anche da Ribbentrop.
Hitler ha poi parlato della Russia, e in termini sospettosi. Ha detto che non bisogna fidarsi di Stalin e
dei bolscebichi. Esiste inoltre nello Stato Maggiore russo, una corrente che fa capo a Zukov,
nettamente favorevole alla guerra e che riuscirà a silurare il generale Morizkov. Bisogna prepararsi sul
fronte orientale e respingere in Asia il barbarismo sovietico.
Tornando a parlare della situazione sul fronte greco, Hitler ha elencato tutte le deficienza italiane ed ha
sottolineato che non ha fiducia come Mussolini, in Cavallero, di cui all'Ambasciata tedesca a Roma
sottolineando la vacuità, la scorrettezza, l'incompetenza, salvo quella di darla intendere. Cavallero non
gode di alcun prestigio nell'esercito, perché si é dedicato e si dedica agli affari; non è un uomo serio né
un soldato.
La situazione sul fronte greco è grave. l'offensiva di Tepelenì minaccia di travolgere gli italiani e questo
bisogna assolutamente evitare. E' incomprensibile come gli italiani non riescano a portare rifornimenti
attraverso quel Lago che è l'Adriatico. La Marina Italiana pretende di battersi in Atlantico insieme ai
nostri sommergibili ed è incapace di assicurare il traffico fra Bari e Durazzo. Hitler mi legge parte di un
rapporto del Maggiore d'Aviazione W. da Foggia, ove si trova con le 5 dozzine di Junkers da trasporto
messi a disposizione degli italiani per i rifornimenti. Egli si lamenta dell'assoluta indifferenza del Paese
(l'Italia) nei riguardi della guerra e degli sforzi di guerra. Gli italiani dice Hitler sono emotivi, ma non
umani. W. denuncia il sabotaggio verso ogni sforzo a favore del fronte albanese e la mancanza di
entusiasmo. Egli ha protestato presso il Comando Superiore di Tirana perchè i trasporti di truppe di
rinforzo avvengono disordinatamente senza criterio: reparti isolati, senza armi, senza munizioni. I
reparti come arrivano all'aeroporto di Tirana vengono avviati al fronte, al macello. Spesso si tratta di
reclute vestite il giorno prima e che non hanno mai vista una mitragliatrice. W. ha parlato con ufficiali
superiori, richiamati, che non hanno più fatto una esercitazione dalla guerra del '14.
Le condizioni stradali in Albania sono pietose. Anche le condizioni sanitarie dei soldati sono terribili.
W. ha visitato il campo ospedale di Krionero, presso Valona, dove, al posto di 500 feriti, ve ne sono
3000, senza assistenza, senza medicine, con due solo medici, in messo alla sporcizia e agli insetti;
molte vittime della cancrena gassosa, cosa che non si verifica più negli eserciti, dall'epoca della
Beresina napoleonica. W. ha proposto al Comando Superiore di Tirana di trasportare in Italia questi
feriti, visto che le navi non ci riescono: con gli Junkers che tornano a vuoto a Foggia dall'Albania, in
pochi giorni i feriti sarebbero in patria. Ha trovato enormi incomprensibili difficoltà. Ne ha parlato a von
Mackensen a Roma, il quale ha fatto un passo in questo senso. Ma gli italiani sembrano seccati del
nostro intervento ed hanno chiarito che è preferibile evitare l'affluenza di troppi feriti in Italia, per non
demoralizzare la popolazione. E' incredibile. Lo stesso è avvenuto quando W. ha proposto di
trasportare in Italia, da Tirana la posta militare: si tratta di migliaia di sacchi di posta diretta alle
famiglie dei soldati italiani, famiglie che sono prive di notizie da mesi. Anche in questo caso, W. è stato
mandato da Ponzio a Pilato e non è riuscito a portare in Italia uno solo delle migliaia di sacchi di posta
che marciscono a Durazzo.
Hitler continua col dire che la situazione greca è grave e quindi ha deciso comunque un intervento. Ne
ha scritto a Mussolini. Sarà necessario rinforzare le truppe in Bulgaria per alleggerire il fronte albanese.
Intanto bisogna seguire con calma la situazione della Jugoslavia che rappresenta un fattore importante
nei Balcani, anzi la chiave di volta della situazione. L'intervento nostro in Grecia, ad ogni modo, taglierà
la testa al toro. Egli ha studiato da tempo, insieme al nostro Comando Generale, tutto il piano
dell'azione in Grecia e ne ha discusso a lungo con Mussolini il mese scorso (il 19 gennaio), nel suo
incontro in Austria. Hitler mi dice di essere guardingo, in Italia, con generali e persone della Corte. Egli
stesso ha messo in guardia Mussolini contro gli intrighi della Casa Reale italiana e del Vaticano;
l'ambiente che circonda il Re d'Italia è nettamente antitedesco. Sono stati apparentemente amici nostri
quando credevano che in pochi mesi avremmo fatto fuori Francia e Inghilterra ed il piccolo Re sperava
di aggiungere qualche altro straccio alla sua corona, come l'Impero d'Etiopia e la corona d'Albania.
Canaris non mi nasconde che ha molti timori da quella parte (Casa Reale) e ritiene che, attraverso il
canale vaticano, la Corte mantenga relazioni delittuose con Londra. Ne ho parlato apertamente con
Mussolini, il quale conviene che il RE da un certo tempo a questa parte è pessimista; egli ritiene d'altra
parte che alla prima vittoria il suo umore cambierà.
Bisogna andare cauti con gli italiani, i quali sono di poco valore e permalossissimi, come gli spagnoli. I
soldati, mi dice S., in Libia si battono benissimo, per quanto mal comandati e senza mezzi. La ritirata in
Libia è dovuta alla carenza di rifornimenti. Badate bene voi (è Hitler che parla) a mettere le cose a
posto; l'Africa Korps dovrà farsi onore; è del resto il vostro campo. La ritirata da Sidi el Barrani e la
caduta di Tobruk sono dovute ad impreparazione, e, se l'aviazione dell'Asse fosse stata dominante, gli
inglesi non avrebbero fatto un passo avanti. Bisogna curare al massimo la preparazione dell'offensiva.
Abbiamo esaminata la situazione sulle carte; io ho assicurato il Fuhrer che farò come sempre il mio
dovere fino all'ultimo e spero di raggiungere la terra dei Faraoni, se Dio mi aiuta"
Rommel prima di partire per l'Italia, dopo l'incontro con Hitler, ha un colloquio con von Ribbentrop e con Canaris
e nella stessa lettera li accenna entrambi. (Ndr.)
DIARIO (Rommel) "Von Ribbentrop è meno fatuo del solito. E' comunque una bella mente politica.
Abbiamo fatto un lungo giro ed un esame della situazione in Italia ed in Africa. Ribbentropp mi mette in
guardia contro l'uomore italiano. Il morale del popolo italiano è basso, molto basso ed ostile alla
guerra, da quando le probabilità di una nostra rapida vittoria sono almeno rinviate. Mi consiglia di
diffidare dagli ambienti romani, soprattutto del clero, dell'aristocrazia della Corte e della diplomazia. I
diplomatici italiani, mi dice Joachim, erano malati del mal francese fino a che la Francia non è stata
piegata. Allora pretendevano di fare la parte del leone, ora sono malati di anglofilia. Lo stesso Ciano è
persona da non fidarsene; non ama i tedeschi, e questo gli viene dal padre che ha combattuto contro
gli austriaci, e soprattutto teme che, con una vittoria nostra, il suo ruolo venga a cessare. Von
Ribbentrop deve conoscere molto bene Ciano ed il suo ambiente perché ne parla con dettaglio. Dice
che Ciano fa da freno a Mussolini, quando si tratta dell'Asse e poi vuol fare di testa sua, come nel caso
della Grecia. Mi ripete pressa a poco le stesse frasi di Hitler circa quanto dice Canaris. Deplora che
l'avventura in Grecia abbia costretto a rivedere tutta la situazione balcanica. Per l'Africa settentrionale
teme che, se non interveniamo subito, gli inglesi arrivino a Tripoli e non si sa cosa farebbero in tal
caso, i francesi del Nord Africa. Ho insisitito con lui perchè venga trovata una soluzione per Tunisi che
è indispensabile avere in saldo possesso insieme a Biserta, a meno di non voler rischiare di perdere il
controllo del Nord Africa a favore degli inglesi.
Ribbentrop dice che per Tunisi è prematura ogni azione onde evitare di crearci delle difficoltà con i
francesi, poi non vuol fare il giuoco di Roma, che vorrebbe porre un'ipoteca sulla Tunisia e forse su
tutto il Nord Africa. I francesi, dice Ribbentrop, non ci amano, ma ci temono e ci apprezzano; invece
odiano e disprezzano gli italiani per cui portare gli italiani a Tunisi significa alienarci tutti i francesi di
buona volontà e pregiudicare la nostra politica in Occidente. Io ho insistito e gli ho fatto vedere sulla
carta quale guadagno faranno i rifornimenti se il Canale di Sicilia sarà in mano dell'Asse, con la base di
Biserta. Ho anche insistito perchè si affretti la preparazione dell'attacco a Malta, il cui possesso è
indispensabile per le buone operazioni in Libia. (Ci è stato sempre raccontato che era Rommel a non essere
interessato a Malta. A quanto pare prima ancora di partire lo riteneva più che indispensabile. Ndr.) Mi ha detto che la
faccenda di Malta non la ritiene importante: al Comando Supremo gli hanno detto che basta
neutralizzare l'isola con l'aviazione. Comunque Ribbentrop non si interessa a Malta: egli è troppo
diplomatico e poco militare per approfondire queste cose. Mi ha detto che il Vaticano si occupa di Malta
ed anche l'Ordine dei Cavalieri di Roma (voleva dire di Malta. Ndr). Mi augura buon viaggio e torna a
parlarmi di Ciano ed Attolico entrambi antitedeschi; egli critica la leggerezza di Ciano ed i pettegolezzi
che egli ha fatto in Germania con signore anche poco conosciute. Mi racconta che ha criticato
Farinacci e Buffarini Guidi in pubblico fra tedeschi, e che ha scherzato con compiacimento sulla morte
di Balbo. Questi diplomatici vivono di pettegolezzi e pretendono di fare politica nonchè di obbligare poi
i militare a risolvere i loro pasticci"
Qui accenna all'incontro avuto con Canaris, breve sosta a Roma poi volerà verso l'Africa raggiungendo il comando del corpo
di spedizione tedesco; l'"Afrikakorps". (Ndr.)
DIARIO (Rommel) - "Canaris. Molto preoccupato della situazione interna italiana. Diffidare della Corte,
dello Stato Maggiore, del Vaticano. Curare i servizi d'informazione. Wessel mi darà i dettagli per la Libia
e l'Egitto. Curare i cifrari. Massima riservatezza con gli italiani. I soldati e gli ufficiali in Libia sono i
migliori. Preferibilmente, di tutti i contatti con gli ufficiali ed i Comandi italiani, fare verbale. Il SIM ha un
buon servizio ed una discreta organizzazione; solo manca di continuità nelle direttive e nei Capi.
Diffidare dell'ambiente Badoglio. I servizi della marina, specie lo Stato Maggiore ed il Servizio
Informazioni sono ottimi. Gli Ammiragli italiani valgono molto di più dei Generali ed in genere la Marina
italiana ha delle belle doti, tali da porla in grado di subire il confronto con le migliori marine. Peccato
che manchi alla marina la decisione del Comando Supremo italiano, che è in mano all'esercito.
L'Aviazione italiana è disorganizzata: la produzione scadente e deficitaria. Ottimi e coraggiosi i piloti.
Non prestare mai fede alle cifre in Italia. Gli italiani sono capaci di darla a bere anche a Mussolini.
Diffidare dell'Ambasciata tedesca a Roma, dove sono pochi i nazisti: comunque Canaris è certo che
von Mackensen sia un buon tedesco: La diffidenza fra i tedeschi e gli italiani è, secondo lui, che i primi
dimenticano tutti i loro litigi e le diffidenze di vedute quando la sorte della patria è in giuoco, mentre i
secondi approfittano della guerra per le loro risse interne.
Gli antifascisti italiani si augurano il crollo dell'Asse per vedere in rovina il Duce e il fascismo, anche a
costo della rovina della Patria. Questo è inconcepibile per ogni uomo d'onore tedesco, inglese o
giapponese. A riprova di ciò, mi cita i casi numerosissimi delle radio clandestine in Italia che
comunicano con Malta ed Alessandria, tutte azionate da Italiani sovversivi, specialmente genovesi e
milanesi. Mi augura buon viaggio e mi conferma che mi manderà in Libia Ratzkellerr".
(Fine della lettera alla moglie)
Il 15 febbraio, Rommel atterra in Libia. E così inizia il suo diario in Africa.
16 FEBBRAIO 1941 - DIARIO (Rommel) - Ieri dominava il ghibli e mi è stato impossibile servirmi
dell'aereo per fare subito una perlustrazione. Ho così in questa occasione visitato una Divisione
italiana che mi ha fatto un'ottima impressione.
17 FEBBRAIO - DIARIO (Rommel) - Abbiamo, i Comandanti italiani ed io, una magnifica reciproca
comprensione. Non potevo augurarmi una migliore collaborazione. I miei carri armati sono ora in prima
linea, sul fronte che è già stato spinto in avanti di 500 km verso oriente. Gli altri non possono far altro
che filare.
2 MARZO 1941 - DIARIO (Rommel) - "Ieri ho passato in rassegna le truppe italiane di fresco giunte dalla
Patria. Dopo il Comandante mi ha fatto dono di un magnifico carro-abitazione da campo. Di ciò sono
molto felice, perché esso mi sarà molto utile nelle prossime settimane".
(Rommel, scrive le righe sopra e contemporaneamente scrive pure le note che invia a Berlino)
DIARIO (Rommel) - "Gli italiani, qui in Africa, sono degli ottimi camerati e dei bravi e valorosi soldati. Se
avessero i nostri mezzi e la nostra disciplina, potrebbero gareggiare con le nostre migliori truppe.
L'episodio di Giarabub (allego un dettagliato rapporto sul fatto e sulla figura del Maggiore Castagna, di
cui il Ministero della Propaganda potrebbe servirsi benissimo) rivela le doti di coraggio degli italiani"
(Rommel si dilunga quindi sui preparativi per l'azione sulla linea Farafa-Aghelia. Pensa alla trama di un film da
intitolarsi "Sieg in Africa" (Vittoria in Africa) e ne studia i dettagli con il sergente Brausstub, un tecnico
cinematografico.
In data 5 marzo, manda un rapporto a Roma e a Berlino sulle deficienti condizioni dell'artiglieria italiana).
DIARIO (Rommel) - "L'antiareea è costituita da vecchissimi Skoda da 75 mm., ancora della guerra 191418; ho visto perfino mortai di bronzo antiquati, già dell'esercito austro-ungarico... Gli aerei sono
logorati e non vengono ricambiati. I piloti italiani fanno miracoli. Gli apparecchi da ricognizione, mi dice
Zecht, sono vecchi Caproni, inermi e lenti, micidiali per chi vola...Gli autosiluranti sono empirici e
rudimentali: l'unica cosa viva è il valore e il coraggio dei piloti; un nostro aviatore rifiuterebbe di
decollare con quegli apparecchi che qui chiamano a ragione "Totebahren" ("Casse da Morto").
12 MARZO 1941 - DIARIO (Rommel) - Sono qui da 4 settimane. Come è mutata la situazione in questo
periodo di tempo! Molte volte mi sembra quasi un miracolo!
La collaborazione con gli italiani è sempre feconda. Rommel viene insignito di un Ordine cavalleresco italiano.
Quale ufficiale di collegamento gli viene dato "il genero del Re, un uomo molto simpatico" (Calvi di Bergolo). Altro
rapporto di Rommel a Roma, mandato in aereo, in cui ripete, come un leit-motiv, le sue critiche all'armamento
italiano:
14 MARZO 1941 - DIARIO (Rommel) - "I fucili italiani si chiamano modello 91, perché rimontano all'anno
1891; gli italiani non posseggono mitra, i carri armati da 6 tonn. sono ridicoli. L'evacuazione della
popolazione colonica italiana dalla Cirenaica è stato un errore. Ha ingorgato la Tripolitania, ha dato agli
arabi il possesso della terra e dei poderi bellissimi che lasceranno poi di mala voglia, per cui
rimarranno ostili all'Asse. Ritengo che Balbo non lo avrebbe permesso: egli non avrebbe fatto l'errore
di Graziani di attaccare a fondo senza riserve, rifornimenti e, soprattutto, senza aerei sufficienti. Wawell
lo ha battuto per l'aviazione. C'è poi un mistero, nel collasso fisico e morale di Graziani, che non mi
spiego. Gli italiani lo criticano vivacemente e dicono che aveva paura e aveva perso la testa. E' difficile
dare un giudizio sull'episodio: i contemporanei sono i peggiori critici. In guerra, buona parte del
successo è dovuta alla fortuna e alla decisione ed i casi si ripetono spesso, con sintomatica analogia.
Non bisogna affrettarsi a criticare. Il nostro grande Federico, diceva: "Chi legge la storia con
riflessione, troverà che quasi sempre si ripetono le medesime scene, per le quali basta mutare il nome
degli attori":
17 MARZO - DIARIO (Rommel) - Gli inglesi sono sempre forti il doppio di noi, ma noi abbiamo in mano
le posizioni migliori. Essi devono solo venire avanti e rompervisi i denti.
Il 1° aprile le truppe dell'Asse occupano Marsa Brega, il 2 raggiungono e conquistano Agedabia e
Zuetina.
3 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - Dal 31 marzo attacchiamo con notevole successo. A Tripoli
devono accorgersene, ed anche a Roma e probabilmente, finanche a Berlino. Ho osato varie avanzate,
malgrado le direttive opposte, perchè l'occasione era propizia. Esse daranno in seguito i loro frutti.
Nessun altro avrebbe agito come me, al mio posto.
4 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - "Ieri è stato un gran giorno. Ho ricevuto un messaggio del Fuhrer
in cui egli si congratula con me per gli insperati successi e mi dà nuovi ordini per l'ulteriore avanzata,
che concordano pienamente con le mie prospettive".
Il 4 aprile, le truppe tedesche hanno occupato Bengasi, in 5 colonne miste sfrecciano nel sud bengasiono,
attraversando il Gebel e occupano Schelei-dima, Msus, Ben Gania e Tocra. Il 7 vengono liberate Barco e Derna.
8 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - "Non sono sicuro se la data è esatta. Noi siamo da giorni nel cuore
del deserto ed abbiamo perduto ogni cognizione del tempo e dello spazio. Come tu potrai vedere dai
bollettini del Comando supremo, la battaglia si sviluppa a nostro favore. Oggi è di nuovo una giornata
infernale; dopo aver marciato per trecento chilometri fra sabbia e rocce, il grosso delle nostre truppe
può ancora attaccare. Io sono decollato in aereo dalle nostre posizioni più avanzate ed ho trovato le
avanguardie nel deserto. Puoi appena immaginare la nostra gioia. E' in preparazione una moderna
battaglia di Canne".
Rommel è tutto dedicato alle cure della guerra. Delega un suo segretario a comunicare sue notizie alla famiglia.
11 APRILE 1941 - (DIARIO - Aiutante) "Il generale mi incarica stamane di scriverle, perché egli è dovuto
andare di buon mattino sulla linea del fronte. Oggi combattiamo per la presa di Tobruk. Gli inglesi sono
costantemente in ritirata e le nostre truppe li inseguono senza sosta. Come nell'Europa sudoccidentale, anche in Africa le nostre armate raccolgono successi, sotto la guida del Generale. Gli
inglesi vanno incontro alla disfatta". (F.to caporale Herbert Gunther)
In effetti, le forze dell'Asse attaccano il 12 Tobruk ma la piazzaforte, efficacemente munita, oppose una accanita
resistenza.
14 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - "La battaglia per Tobruk finirà oggi, presumibilmente. Gli inglesi
hanno duramente combattuto ed avevano moltissime artiglierie a disposizione. Ciò malgrado li
piegheremo"
16 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - "La battaglia di Tobruk diminuisce di intensità. Il nemico si
imbarca. Noi ci prepariamo ad investire la piazzaforte fra qualche giorno. Questa sì che sarà una
vittoria! Comunque abbiamo ottenuto un successo con forze irrisorie"
Ma le previsioni di Rommel subiscono una battuta d'arresto
17 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - "Abbiamo un duro lavoro. Gli inglesi tengono saldamente Tobruk
e si sono piazzati molto bene. Non possiamo fidarci completamente dei nostri alleati in
combattimento...." (s'interrompe)
Lo sbarco inglese a Bardia, il 20 aprile, viene contenuto. Un rapporto a Roma ed a Berlino viene inviato da Rommel.
Un altro rapporto riservato viene inviato a Canaris, sui "commandos" inglesi:
"...I Raids dei Commandos inglesi hanno azione e compiti di disturbo. Non sono in realtà efficaci, se
non contro reparti esigui e isolati. In genere servono a tenere deste le sentinelle di notte. Essi furono
intensificati in concomitanza con il fallito tentativo di ieri (Bardia). Si tratta di camionette leggere, con
buoni motori, pingui rifornimenti, radio ed armi portatili. Fra le armi recano bombe a mano, mitra, razzi,
pugnali, ordigni esplosivi. E' sintomatico che fra gli ordini scritti rilasciati ai Commandos, ordini caduti
in nostre mani, vi è quello di uccidere i prigionieri dei reparti isolati, tutti, per non destare allarme ed
evitare di nutrirli. Il testo dice di ucciderli preferibilmente "con pugnale, per evitare spreco di munizioni
e rumori". E' un fatto questo da far conoscere al mondo ed all'opinione pubblica. E pensare che noi,
specialmente gli italiani, trattiamo i prigionieri inglesi con i guanti gialli. Le truppe, sia dell'Afrika Korps
che delle divisioni italiane, hanno talora diviso la boraccia d'acqua con i prigionieri australiani e
sudafricani."
21 APRILE 1941 - DIARIO (Rommel) - "Le ultime tre settimane sono state infernali, ma speriamo che il
nostro attacco contro Tobruk, fra breve, sia coronato da successo. Le forze ora si equivalgono."
Il 29 aprile Rommel manda un rapporto a Berlino, riservato per Hitler. Il rapporto fa la storia delle ultime
settimane di guerra in Libia e si lamenta della "disorganizzazione dei Comandi Italiani":
Scrive il contenuto sul diario, e riportano un severo ordine del giorno, diramato ai tedeschi e italiani,
con minacce di sanzioni. "Gli italiani sono furiosi contro di me. Ma io preferisco dire la verità anche se
dura e spiacevole, piuttosto che subire i deleteri effetti della debolezza sul campo di battaglia...Il fronte
Libico è di estrema importanza per la condotta futura della guerra. Mi lamento per l'incomprensione del
Comando tedesco di Roma, insabbiatosi sulle rive del Tevere e soffocato dall'atmosfera debilitante
della insidiosa primavera romana"
In maggio gli inglesi fanno sporadiche controffensive parziali. Grecia e Jugoslavia sono ormai occupate dalle forze
dell'Asse. Nell'ultima decade del mese i tedeschi occupano Creta. L'insurrezione dell'Iraq, che ha portato al governo
Rassid el Galiani, amico dell'Asse, viene soffocata dagli inglesi che il 1° giugno entrano a Bagdad. La situazione in
Libia è in certo modo stazionaria. Gli inglesi sentono però la minaccia dell'Asse in Africa del nord e temono per
l'Egitto. Churchill ai Comuni, il 7 maggio, pronuncia gravi parole: "Noi inglesi abbiamo la ferma intenzione di
difendere fino all'estremo i nostri posti avanzati di Creta e Tobruk, senza pensare ad una ritirata. E' nostra
intenzione di combattere con tutte le nostre truppe per la Valle del Nilo e per il nostro predominio sul Mediterraneo".
Il 15 giugno, gli inglesi tentano di liberare Tobruk, con una grande offensiva di forze corazzate, su di un fronte di 50
chilometri, fra Sollum e Sidi Omar. La controffensiva di Rommel arresta l'attacco nemico, minaccia il fianco dello
schieramento inglese, costringe l'avversario a rinunciare agli obiettivi.
Rommel invia un rapporto personale a Hilter il 19 LUGLIO, in aereo a mezzo del tenente Moser. La copia di detto
rapporto è andata smarrita, ma il generale Rommel ha come al solito appuntato i termini della sua relazione a tergo
del messaggio di risposta di Hitler.
DIARIO (Rommel) - "L'offensiva inglese, secondo le nostre informazioni, era diretta a liberare Tobruk;
non ritengo che essa avesse scopi più vasti. E' indispensabile che una nostra offensiva venga
preparata con un certo tempo a disposizione a curata nei minimi particolari. L'Afrika Korps si è
comportato benissimo, ma le riserve, le scorte e le armi devono essere messe a punto. L'esperienza ha
insegnato che la guerra nel deserto comporta, per avre successo, una estrema mobilità, ma soprattutto
la dovizia e la sicurezza dei rifornimenti. I calcoli fatti ci fanno ritenere che gli inglesi fanno la guerra da
"rentiers": le proporzioni dei mezzi, e soprattutto dei viveri a disposizione, sono nei nostri confronti, da
1 a 7, e da 1 a 14 nei confronti degli italiani. E' indispensabile avere la completa superiorità aerea.
L'aviazione tedesca è insufficiente, non solo per il controllo del Mediterraneo centrale, ma per la sola
cooperazione con l'A.K. sul terreno africano. L'aviazione italiana è scarsa, scadente e vecchia. I servizi
sono insufficienti e la cooperazione è un mito, anche se i piloti italiani fanno miracoli. E' indispensabile
che Kesselring ponga a revisione i suoi criteri d'impiego del corpo aereo, per cui è necessario anzi
vitale, che io abbia una autonomia in materia di impiego degli aerei. D'altra parte mi convinco sempre
più che non esiste affiatamento e coordinamento non solo fra il Corpo Aereo Tedesco del Mediterraneo
e gli italiani, a Roma, ma neppure fra l'Alto Comando Tedesco, il Supermarina e il Superaereo italiani.
Del resto da varie fonti tedesche degne di fede, nonchè dal tenente M. che era sul posto, a bordo cioè
della nave Ammiraglia italiana, ho avuto conferma che le ragioni della disfatta della Flotta italiana a
Capo Matapan, nel marzo scorso, vanno attribuite esclusivamente a questi tre fattori: a) assenza
assoluta dell'aviazione dell'Asse (sia per scorta che per ricognizione); b) mancanza di collegamenti fra
il Supermarina, il Superaereo e l'aviazione germanica che, anch'essa, malgrado quanto dice K. non è
intervenuta; c) dominio del cielo da parte dell'aviazione inglese. Se l'aviazione dell'Asse fosse
intervenuta, non solo la Marina italiana non avrebbe avuto le gravissime perdite che ha avuto ma lo
scontro - i cui riflessi politici stati deleteri nel levante e Medio Oriente - avrebbe potuto risollevarsi con
la disfatta del nemico, perché i marinai italiani si sono comportati veramente bene e gli Ammiragli
Jachino e Sansonetti sono stati Comandanti all'altezza del loro compito. Del resto von F. mi ha fatto
pervenire notizie dal Cairo attraverso il deserto, previo appuntamento radio, confermano fra l'altro, non
solo in merito alla battaglia navale su riferita, che gli inglesi contano soprattutto sulla supremazia
aerea. Ora è indiscusso che occorre avere nel Mediterraneo una fortissima aviazione a sostegno a
dell'offensiva contro l'Egitto.
Ritengo il problema di Malta tale da dover essere risolto subito come fu per Creta. In ogni caso è
necessario, per i rifornimenti attraverso il Canale di Sicilia, che i convogli siano assolutamente
indisturbati. La Marina italiana ha intensificato in questi ultimi mesi il sistema delle scorte, ma occorre
aumentare il potenziale aereo. Sono d'avviso che, anche se è possibile soprassedere ad ogni azione
per la Corsica, l'azione per Tunisi e Bizerta è condizione indispensabile per l'esito dell'avanzata
dell'A.K. verso la Valle del Nilo. Tutta la situazione del Nord Africa è fluida e infida.
"Le mie informazioni e quelle di Canaris concordano, così come quelle degli itliani, nello stimare
possibile un gesto di dissidenza da parte del Nord Africa francese che avrebbe enormi ripercussioni
negative sulla situazione strategica generale e particolare del Mediterraneo, disponendo delle base
essenziali del nemico, irrigidendo ancor più la Spagna e facendo crollare la già effimera resistenza
francese in Siria.
"Mi permetto perciò di suggerire al Comando Supremo di prendere in considerazione, per la prossima
offensiva che, ripeto, non potrà farsi prima dell'autunno, una doppia manovra verso est e verso ovest,
con l'occupazione di Tunisi e Bizerta, nonché, se opportuno, dell'Algeria. Gli Arabi sono ancora
passibili di essere influenzati verso l'Asse sia in Algeria che in Egitto. Raeder dovrebbe esaminare la
possibilità, già studiata dall'Ammiraglio Canaris, di poter liberare, a mezzo delle nostre navi corsare e
con l'aiuto giapponese, il Capo del Riff, Abd ed Krim, che si trova relegato alle isole Seychelles. Egli
potrebbe rappresentare una forte carta nel nostro giuoco anche perché, sia per ragioni politiche che
confessionali, il prestigio del Gran Muftì non si estende fino al Marocco: ciò metterebbe un freno al
dissentismo francese in Algeria e potrebbe anche servire per premere sulla Spagna. Per di più,
aumenterebbe enormemente il nostro prestigio fra gli arabi, sia dell'Egitto che del Medio Oriente. Nel
caso la resistenza francese per Tunisi, si dovrebbe studiare la formalità simbolica di una presa di
possesso tedesca per evitare reazioni della suscettibilità francese nei confronti degli italiani. Un colpo
di stato del Bey di Tunisi, che gode largo credito, potrebbe essere preso in esame: io ho avuto indiretti
proficui contatti con il suo ambiente.
"I rapporti con gli italiani sono buoni: i soldati italiani sono ottimi, pazienti, resistenti, coraggiosi, ma
mal comandati e peggio armati. Comunque occorre che il Comando Supremo italiano dia il suo
contributo all'offensiva, specialmente con bersaglieri.
"E' Necessario che il massimo segreto sia mantenuto sulla preparazione dell'offensiva: ho fondati
motivi di ritenere che in Italia è illusione il supporre di mantenere il riserbo sui propositi più
confidenziali: Comandanti e Capi parlano e chiacchierano e non conoscono riservatezza. Roma è una
specie di Shangai, un bazar levantino in cui le informazioni si scambiano, si vendono, si barattano, si
regalano, si inventano. D. mi ha comunicato in 24 ore, pettegolezzi banali che riguardano, fatti in Africa
e riferiti, dopo poche ore, sulle rive del Tevere: del resto gli inglesi sono informatissimi, al minuto delle
partenze dei convogli dai porti italiani. Si deve alla machiavellica manovra degli ammiragli e dei
Comandanti delle scorte -ormai duramente provati dall'esperienza- se le perdite non sono maggiori;
infatti mi riferiscono che i comandanti italiani contravvengono regolarmente agli ordini di operazioni
che vengono loro comunicati, sicuri come sono di trovare subito sulla rotta stessa, appuntamenti con
sommergibili ed aerei inglesi"
Il 22 GIUGNO rientra il tenente Moser con un messaggio del Fuhrer. Hitler assicura di aver preso nota del rapporto.
Elogia l'A.K.. Dice che ha già studiato con il Comando Supremo i piani per l'offensiva contro l'Egitto. E perplesso per
Tunisi, ma ritiene preferibile procedere all'occupazione. Kesselring e Student studieranno un piano per Malta con gli
italiani. Le preoccupazioni per l'Africa del Nord sono giustificate. Hitler annunzia di aver scritto al signor Mussolini
per l'offensiva, raccomandando il massimo segreto. Va bene per l'autunno. Canaris studierà la faccenda di Abd el
Krim.
Ma nessun accenno né a Rommel né a Mussolini dell'INVASIONE DELLA RUSSIA che avviene proprio il giorno 22.
Rommel lo stesso giorno 22 scrive la seguente lettera all'amico Enno. E' ancora fiducioso degli aiuti e nulla sa cosa
sta succedendo a est.
22 GIUGNO 1941 - DIARIO (Rommel) - LETTERA A ENNO - "Ho fiducia nel destino dell'Afrika Korps. Se
le forze mi aiuteranno, riuscirò a ributtare gli inglesi fino a Canale. Qui la guerra è del tutto diversa da
come voi potete immaginarla: le esperienze della Polonia e della Francia non reggono. Gli inglesi sono
molto ricchi di mezzi, ma prudenti: io spero di dare una grossa delusione ad almeno uno dei tre
Cunningham. Il nuovo Comandante italiano, Generale Bastico, è persona seria e ritengo che mi darà un
valido aiuto. Ammon non è ritornato da Alessandria, ma ho avuto la sorpresa di avere notizie di von F.
da Kartum, ove lavora benissimo, attraverso il Lago Ciad e il deserto libico; ho avuto queste notizie per
mezzo di una romanzesca impresa di un coraggioso ufficiale italiano di Napoli, degna dei libri di Karl
May! Non ho visto Zech. Saluti a Frieda".
La situazione in Libia è statica; Rommel si preoccupa di avere forze a disposizione per l'offensiva autunnale e
perchè - annota- "le informazioni dalla Valle del Nilo danno per certe intenzioni aggressive nemiche".
Intanto la resistenza ha Tobruk non accenna a cedere" (agosto 1941).
In Russia (ora sa tutto dell'attacco e anche delle difficoltà) le battaglie assumono proporzioni gigantesche per cui
gli altri fronti rimangono nell'ombra. Il ruolo di Rommel è di terz'ordine e ciò umilia il suo orgoglio:
"Momentaneamente - scrive - siamo i parenti poveri".
La crisi dei trasporti, quindi i rifornimenti collegati a essi- rende nervoso Rommel: egli manda rapporti a Roma, a
Berlino, al Comando Supremo. Critica Cavallero che preme per avere un successo comunque in Libia:
"Ritengo che Cavallero influisca negativamente sul signor Mussolini".
Un telegramma cifrato a Mussolini a Roma in data 8 OTTOBRE 1941 minaccia la perdita della Libia se
non si curano i convogli ed i rifornimenti. In settembre, le perdite in mare sono state del 35 per cento di
materiali e del 55 per cento di uomini. In un rapporto a Berlino insiste perché Kesserlring che dovrebbe
venire in Italia come Comandante in Capo delle forze Mediterranei, studi i piani per Malta e Biserta....",
Inoltre aggiunge "Mettete in guardia il Comando Supremo, contro la leggerezza del Generale italiano
Pricolo". (Novembre 1941)
A metà novembre, Rommel ha un colloquio con il Capitano di fregata L. venuto da Bordeaux, passando per Roma.
Un appunto sul Diario a firma R.G. riporta i punti salienti:
DIARIO (Rommel) - "Morale pessimo in Italia. Lo scacco navale in Mediterraneo ha influenzato
malamente l'opinione pubblica che non crede più ai bollettini. Comunicate ad L. le informazioni su
Alessandria ed il suo porto. L'aviazione italiana dà segni di ripresa, specie con le azioni in Mediterraneo
Orientale, che agiscono sull'opinione pubblica egiziana. Discusso il problema delle motozattere per
azioni sulla costa e rifornimenti"
19 NOVEMBRE 1941 - DIARIO (Rommel)- "Gli inglesi passano all'offensiva in Libia, su di un immenso
fronte di 150 km, facendo perno su Sollun. L'attacco britannico ha vaste mire" (Rommel, più tardi,
Natale 1942, conserverà dei brani del discorso di Churchill fatto ai Comuni, alla vigilia dell'offensiva:
"La imminente battaglia di Cirenaica è stata elaborata e preparata a lungo e con ogni cura. Abbiamo
aspettato cinque mesi perché il nostro esercito potesse essere ben equipaggiato con tutti quegli
armamenti che hanno fatto la loro esperienza in questa guerra. Tutti i soldati dei reparti britannici e
dell'impero combatteranno con la massima decisione anche perché si rendono conto del peso che una
vittoria britannica in Libia avrà sul corso della Guerra. Si ha di mira la distruzione delle forze armate
nemiche").
Rommel annota anche un proclama alle truppe imperiali inglesi dell'Egitto di qualche giorno prima
dell'offensiva (17 novembre): "L'Armata del Deserto saprà scrivere negli annali della Storia una pagina
pari a quelle di Blenheim e di Waterloo". Rommel lo commenta di suo pugno con una citazione in
inglese di Carlyle: "Ofd all the Nations of the World; at present, the English are the stupidest in speech,
the wisest in action"
La battaglia infuria in Marmarica. Malgrado l'aggressività in mezzi e gli sforzi inglesi, questi non riescono a
sfondare, subendo fortissime perdite in morti, feriti e prigionieri. La battaglia dopo 11 giorni, lascia in definitiva le
posizioni quo ante, pur avendo logorato le armate incontrate. Rommel riprende fiato e può scrivere lettere e rapporti.
9 DICEMBRE 1941 - DIARIO (Rommel) - "Poiché i reparti hanno solo scarso valore combattivo e le
truppe tedesche sono molto indebolite, così ho dovuto sospendere la battaglia di Tobruk. Speriamo si
riesca di evitare l'accerchiamento e di tenere la Cirenaica. Gli italiani combattono male, i rinforzi non
sono arrivati. Ci restano a disposizione solo poche munizioni e poca benzina. Le operazioni aeree non
sono più possibili. La situazione non è mai stata così poco sicura"
.
La seconda fase della battaglia per la Marmarica s'inizia sotto cattivi auspici per le Forze dell'Asse a causa della
gravissima mancanza di rinforzi e di rifornimenti. Gli italo-tedeschi ripiegano su Ain e Gazala e poi su Agedabia; il
19 dicembre perdono Derna, il 20 il villaggio Berta, il 25 Bengasi.
DIARIO (Rommel) - Rapporto di Rommel a Berlino: (riportato sul Diario)
"E' necessario che il Ministero della Propaganda sia più prudente e meno affrettato nel diramare notizie
sulla Libia. Le delusioni tornano poi a nostro danno e demoralizzano i soldati".
Altro rapporto inviato a R., a Roma senza data ma presumibilmente 20 dicembre:
"Insisto perché giungano rinforzi e soprattutto benzina: Invito a fare pressioni "sia pure agendo su
Mussolini soltanto (soltanto è sottolineato e potrebbe significare: all'insaputa di Berlino) affinchè
Tunisi e Biserta vengano occupate anche a costo di un colpo di testa".
Un telecifrato, in pari data (il 20), a Berlino, oltre i rifornimento per aereo sollecita l'azione su Malta.
Unterhofer si reca in aereo a Roma con una lunga lettera per von Rintelen "aprire da solo".
Data: 12 DICEMBRE 1941 - DIARIO - Rommel si giustifica contro rilievi romani circa il trattamento da lui
fatto agli italiani, e circa lamentele Generale Gambara. Rommel dà la colpa al generale Cavallero, che
per far dispetto a Gambara, crea equivoci e pettegolezzi. Afferma che egli se ne infischia di onori e
ricompense; "La casa brucia e la vanità non spegne le fiamme; io sono qui per fare la guerra e gli
interessi del Reich e per seguire gli ordini del Fuhrer. Il resto per me non conta: fesserie".
16 DICEMBRE 1941 - DIARIO (Rommel) - Altro telegramma a Roma e Berlino. Rommel critica gli ordini
di rinchiudersi a Bengasi ("faremmo i topi in trappola") e di tenere la linea della Sirte: "Se sarà
necessario io mi trincererò con l'A. K. Lei sa, non sono affatto ben disposti verso di noi. Si cerca di
riversare le responsabilità della situazione libica sull' A.Korps. In effetti, qui al Comando Supremo
italiano temono che il signor Mussolini faccia piazza pulita e perciò ritorcono contro di noi i loro errori.
K., a mio avviso non si impegna troppo nel senso che Lei sa. R. è più deciso ed è riuscito a far insistere
con Berlino dal signor M. Domani le invierò in aereo la relazione con i dati e la copia del telegramma del
13 novembre che ho ritrovato all'ufficio cifra. Con osservanza e auguri per il nuovo anno". St.
In una lettera a Goebbels con gli auguri del nuovo anno, Rommel si lamenta che la stampa Reich non si
interessa eccessivamente dell'A .K. Si notano due tre frasi pessimistiche.
30 DICEMBRE 1941 - DIARIO (Rommel) - Un telegramma cifrato del Comando Supremo della Wermacht,
in data segnala la possibilità di una nuova avanzata inglese. Allegato al messaggio uno specchio
dell'Ufficio informazioni dell'A.Korps per il generale Rommel, in data 31 DICEMBRE in cui vengono
sintetizzate le informazioni dell'esercito italiano (SIM), della Marina italiana (SIS), degli informatori
arabi, dell'Ufficio intercettazioni radio. Da tutte queste sorgenti, risultano in corso vasti movimenti di
mezzi e rifornimenti dall'Egitto, e nuova preparazione aerea del nemico.
Le previsioni britanniche sono orgogliose: al Cairo e a Londra, si pensa di buttare fuori gli italotedeschi dall'Africa prima del 31 gennaio. I telegrammi cifrati, intercettati e decifrati di auguri per il
capodanno fra i tre Cunningham parlano di prossima vittoria comune. Scambi di messaggi fra il British
Naval Senior Officer di Suda, il Navy H.Q. ed il Fleet Air Arm di Alessandria indicano una
intensificazione del pattugliamento navale di Sicilia e nel Mediterraneo Centrale (30-31 Dicembre).
2 GENNAIO 1942 - Tra Marada ed Aghelia sono concentrate le difese dell'Asse. Il nuovo anno inizia
"molto duramente": infatti Bardia è occupata il 2 GENNAIO il 13 Sollum, il 17 cade il caposaldo tedesco
di Halfaia.
"Rommel ha organizzato bene le sue forze e "si prepara all'offensiva con obiettivi che lasciano al solito,
scettici i teorici dei vari comandi supremi italiani e tedeschi" - lo scrive dando notizie di Rommell'alfiere Niedermajer ed un ufficiale di aviazione del comando tedesco di Tripoli, in data 18 gennaio.
Lungo rapporto di Rommel al Comando Supremo tedesco, sulla posizione del Generale Schmidt,
arresosi agli inglesi a Bardia "con l'onore delle armi". Rommel insiste sempre sui due temi: Tunisia e
scorta convogli con le forze aeree.
17 GENNAIO 1942 - DIARIO (Rommel) - "La situazione si sviluppa favorevolmente ed ho la testa piena
di piani che non posso rivelare ai miei più stretti collaboratori. Essi mi riterrebbero un pazzo, ma io in
realtà non lo sono affatto".
21 GENNAIO 1942 - DIARIO (Rommel) - "Dopo aver vagliato accuratamente tutte le possibilità, ho
deciso di rischiare. Io sono fermamente convinto che Dio ci protegge e ci vorrà concedere la Vittoria".
(Il 21 Rommel ha sferrato la sua controffensiva che però si arresterà il 7 febbraio all'altezza di Ain El
Gazala)".
L'Afrika Korps è le truppe italiane spinte dalla volontà di Rommel, si lanciano in una controffensiva violenta che
sorprende gli alleati. Finalmente, contro il parere di generali tedeschi ed italiani, Rommel smonta con un rapporto
(D.A.K/O.K/P.678/O.394 del 16 gennaio 1942) le apprensioni di Roma, Berlino e Tripoli e decide "di testa sua".
Reparti corazzati rioccupano Agedabia, Saunnu, Antelat, costringendo gli inglesi a spezzare il loro schieramento e a
ripiegare in fretta. Le truppe dell'Asse rioccupano il 29 gennaio Bengasi. Comincia la fase fortunata delle imprese di
colui che la propaganda di Goebbels chiama "Wuestendaemon" (demonio del Deserto) secondo un soprannome
dato a Rommel dagli inglesi in ritirata. Barce è ripresa il 30 gennaio.
(Quello di "Volpe" sembra che l'affibbiò Montgomery, ma solo per rendere più evidenti i suoi successi contro un
fortissimo e abile avversario. Che da come risulta da questo Diario, quando Montgomery prese il comando, Rommel
era già infermo, in procinto di partire per la Germania).
Il 4 FEBBRAIO 1942 le truppe di Rommel sono bloccate ad Ain El Gazala, vestibolo della Cirenaica.
Rapporto di Rommel a Roma e Berlino (7 febbraio) con minuto elenco delle perdite inglesi: oltre 320
cannoni perduti e 370 carri armati che aggiunti alla precedente offensiva inglese, portano a un totale di
ben 820 carri armati. Ma ora è in stallo.
Colazione di Rommel con un diplomatico italiano e un Generale della Milizia, a cui fa visitare il fronte
cirenaico sul suo carro armato, e che rimane ammirato dell'organizzazione dell' A.K.
10 FEBBRAIO 1942 - Rapporto di Rommel al Comando Supremo italiano (D.A.J./O.K./ R.P. 78/O) Lo
riporta nel DIARIO - Sintesi:
a) Necessità di sfruttare il successo incalzando gli inglesi;
b) Dissensi con i Comandi italiani e frizione con la eccessiva prudenza del Generale Gambara
c) Necessità di coordinare le direttiva (e si sfoga: "quando il Fuhrer mi ordina di marciare io non
discuto. Ma occorre mettersi d'accordo: Mussolini preme per l'avanzata e me lo fa dire da Cavallero:
Gambara mi dice che il Comando Supremo italiano è per una prudente difesa e dice che Kesselring è
d'accordo con lui. Von Rintelen è pessimista e poi vorrebbe vederci al Cairo. Gli italiani mutano
opinioni secondo le fasi lunari e non hanno voglia. In realtà salvo le truppe d'assalto (coloniali,
bersaglieri, aviatori). Io seguirò le mie aspirazioni ponderate");
d) Rifornimenti, scorte, automezzi, convogli: da potenziare;
e) Attacco a Malta e occupazioni di Tunisi e Biserta: da non differire;
f) Aumento dell'aviazione in Libia e critiche alle tendenze di Kesselring;
g) Inderogabilità del Comando Unico ed Autonomo.
15 FEBBRAIO 1942 - DIARIO (Rommel) - "Gli italiani hanno ritirato una Unità perché io non riporto le
mie posizioni indietro come essi desideravano".
Rommel esamina le carte con i suoi aiutanti e la situazione in Oriente perchè il 15 febbraio la radio ha
annunziato la caduta di Singapore espugnata dai nipponici.
27 FEBBRAIO 1942 - DIARIO (Rommel) - Rapporto a Roma e Berlino sulle scorte di benzina.
12 MARZO 1942 - Riunione a Catania per il piano dell'Attacco a Malta"
Scambio di idee con Kesselring per l'azione:
18 MARZO 1942 - Rapporto da Roma in data con i particolari del "Piano";
Attacchi aerei di caccia e bombardieri diurni e notturni;
Smantellamento delle difese antiaeree;
Assedio dell'Isola via mare;
Attacchi sulle rotte, sui porti, sulle attrezzature portuali;
Sbarramento di mine da parte della Marina italiana attorno alle rocce di accesso a oriente e a
occidente;
Concomitante martellamento delle basi nemiche di rifornimento a Malta: Gibilterra ed Alessandria;
Partecipazione delle due dozzine di sommergibili tedeschi del Mediterraneo;
Azione anfibia di sbarco; partecipazione tedesca con una divisione di paracadutisti, alianti, Junkers,
carri armati leggeri e pesanti; carri anfibi, radiotecnici".
Rommel continua a preparare l'offensiva: La stasi sul fronte cirenaico è rotta da semplici azioni di disturbo.
Ai primi di aprile, von F. fa aggiungere dal Cairo le sue prime notizie a mezzo di un informatore arabo
"un valoroso capo berbero che Rommel propone per la Croce di Ferro, per quanto sia un uomo di
colore. Ma le notizie sono di un mese e mezzo prima. Comunque il morale in Egitto è basso fra gli
inglesi. Attendono molto dagli americani, in cui ripongono grandi speranze. Gli egiziani attendono con
impazienza gli orientali e simpatizzano per l'Asse. Gravissima è la conferma che le notizie sui nostri
convoglio filtrano sistematicamente e tempestivamente, a mezzo radio clandestine in Italia, e
permettono alle forze inglesi di intercettare tutti i nostri rifornimenti".
25 APRILE 1942 - DIARIO (Rommel) - "Ieri ho avuto due utili scambi di idee con il Generale Barlosetti.
successore di Gambara e attuale Capo del Comando Supremo italiano del Nord Africa. Si dice che
Gambara sia stato sostituito perché si è lasciato sfuggire in un circolo di ufficiali, che egli intendeva
restare in Africa fino a quando non avesse avuto l'occasione di condurre una divisione italiana contro
di noi".
A Salisburgo incontro fra Hitler e Mussolini dal 29 al 30 aprile. L'unica eco che nè giunga da Roma in Libia e che
interessi l'A.Korps. è l'assicurazione che i due Capi dell'Asse hanno "trattato positivamente del problema di Tunisi e
di Biserta". Il che provoca un sollecito di Rommel all'ambasciata tedesca a Roma in data 1° MAGGIO perchè venga
risolta subito la questione dell'occupazione di Tunisi.
Il Generale Cavallero manda un messo personale il 10 maggio, con una lunga lettera riservata per Rommel; Sintesi:
Urgenza di attaccare a fondo, piena libertà d'azione, assicurazione per i rifornimenti e i convogli, dettagli sull'attacco
a Malta.
Gruber al Colonnello Kolbe a Berlino:
22 MAGGIO 1942 - "...il generale (Rommel) desidera che lei si occupi dell'invio dei radiolocalizzatori.
Noi siamo in procinto di sferrare un nuovo colpo al nemico. Questa volta il generale conta di poter
avere adeguati mezzi a disposizione, e speriamo che provvidenza sia favorevole".
Malta continua ad essere attaccata dall'alto dagli aerei dell'Asse. Dalla segreteria del Generale Student,
il Maggiore S. (già allievo di Rommel alla scuola di fanteria di Dresda) ragguaglia il Generale
sull'attacco a Malta e sui piani predisposti.
La relazione giunge ai primi di maggio, datata 15 APRILE ma il Generale riesce a leggerla soltanto il..
24 MAGGIO (2 giorni prima dell'attacco) DIARIO (Rommel) : "Ritengo, il sig. Generale che i piani
predisposti ci permetteranno di venire a capo di questa faccenda (Malta). Le forze da sbarco marittime,
aeree e terrestri saranno al comando del Principe Ereditario italiano. Gli italiani hanno creato presso il
loro comando supremo uno speciale Stato Maggiore che ha studiato a fondo i particolari dell'impresa
sotto la guida di un intelligente Generale (Gambin). Il nostro generale (Student) comanderà le forze
tedesche da sbarco, il Generale Vecchiarelli quelli dei nostri alleati. Le divisioni italiane sono quasi a
punto, e sono abbastanza efficienti, specialmente quella dei paracadutisti. Oltre a questa, vi sono le
divisioni Friuli, Assietta e Spezia, con una massa di 30.000 uomini; 4 battaglioni di Camice Nere, il
reggimento della fanteria di Marina S. Marco, che ha molto impressionato i miei colleghi, un battaglione
di panzer italiani (il LII) e d'artiglierie medie e piccole".
Annota Rommel sul Diario: "Per il nostro concorso il Comando Supremo della Wermacht ha disposto
l'invio di 200 aerei Junkers 52, alianti, Panzer da sbarco, oltre la divisione di Paracadutisti con i suoi
panzer anfibi, motozattere e mezzi da sbarco. La Marina italiana ha fatto una buona preparazione per il
naviglio da sbarco e i trasporti".
Poi Rommel sbarra questa pagina con un "superato". In effetti è preoccupato che Kesserlring sottragga
aerei, com'era intenzione, alle forze tedesche del Mediterraneo destinate ad appoggiare l'avanzata
dell'A.Korps; aveva insistito a Berlino perché il Comando Supremo soprassedesse per il momento alle
operazioni per Malta e dedicasse le forze aeree ai piani Rommel. Il Comando Supremo prende la palla al
balzo, e forte delle affermazioni di Rommel decide di ridurre le forze aeree tedesche del Mediterraneo,
precisando che due gruppi da bombardamento, due da caccia ed un reggimento della Flak del II Corpo
aereo tedesco verrebbero ritirati dalla Sicilia e destinati alla necessità del Fronte Russo. Rommel
protesta a Berlino e scrive al Generale Keitel, anche perché apprende che il 21 aprile il Generale
Kesserlring, comunicando al Comando Supremo italiano le decisioni del Comandi Supremo tedesco
circa gli aerei, aveva di sua iniziativa promesso che i gruppi inviati in Russia sarebbero stati rimpiazzati
con aerei (due gruppi da bombardamento e uno da caccia) sottratti dalla Libia.
Rommel è furioso: scrive al Comando Supremo della Wermacht accusando Kesserlring di sabotaggio,
anche se non fa il suo nome. Egli dice che così, in pratica, si rinvia, impedendola, l'azione su Malta e
nello stesso tempo si impedisce a lui di continuare l'offensiva. Insiste perché comunque, si preferisca
rinunciare a Malta, ma si metta l' A.Korps in condizione di avere benzina, nafta, benzina avio, ed aerei
per l'attacco.
Keitel fa assicurare Rommel, in data 7 MAGGIO di aver disposto secondo i suoi desideri (in effetti a fine
aprile nell'incontro di Klessheim fra Keitel, Jodl, Kesserlring e Cavallero, Keitel rese noto l'avviso del
Comando Supremo tedesco perchè l'azione di Malta venisse rinviata a luglio, subordinandola alle
operazioni di Rommel in Libia. D'altra parte Rommel aveva scritto in questo senso anche a Cavallero.
Da Berlino, il Capitano di Fregata addetto allo S.M., Rommel apprende che l'Ammiragliato tedesco non
condivide le opinioni di von Keitel circa il rinvio dell'azione su Malta, Raeder insiste perché l'impresa
contro l'isola - di grandissima importanza strategica, non solo per la situazione navale in Mediterraneo,
ma per tutta la futura condotta della guerra contro l'Inghilterra e per le favorevoli ripercussioni dirette
ed indirette in Levante, Egitto e Medio Oriente oltreché in India - venga ritenuta pregiudiziale e decisa
senza remore.
Il contrasto fra il Comando Supremo della Wermacht e l'Ammiragliato tedesco dipende da diverse
concezioni e. in ultima analisi, dell'incomprensione del Fuhrer nei riguardi dei problemi marittimi e di
strategia navale. Hitler, nel convegno di Berghof, fa comprendere al Generale Cavallero che, l'offensiva
contro Stalingrado e Sebastopoli e la conseguente conquista del petrolio del Caucaso, avrebbe reso
inutile Malta per gli inglesi. Comunque, secondo il tenente Maser (dicembre 1943), i Generali italiani,
meno Cavallero, erano contrari all'azione su Malta, con il principe ereditario, il Vaticano, il Generale
d'Aviazione Rougler, lo stesso von Keitel, von Rintelen, il Generale Loezer e il comando Supremo
Tedesco. Favorevoli erano Mussolini, la Marina italiana, Reader e l'Ammiragliato tedesco. Kesselring la
favoriva per togliere a Rommel parte del successo in Africa. Rommel era contrario soprattutto perché
essa distoglieva mezzi ed aerei dalla Libia. Cavallero era per una sincronizzazione delle due imprese:
conquista di Malta ed offensiva di Rommel; tesi giusta se ci fossero stati mezzi.
Rommel ha fretta di avanzare, anche a costo di non essere tutto a punto. Egli aspetta le Divisioni
italiane "Trieste" e "Ariete" e, a Kesselring che avverte che esse sono ancora senza automezzi,
risponde di farle giungere in Libia comunque.
Il contrasto con Bastico e Rommel, oltre tutto, si basava soprattutto sulle diverse opinioni in merito a
Malta ed all'offensiva, il Generale italiano era di avviso che "un'offensiva dell'ampiezza di quella che ha
in mente Rommel non può essere condotta che con mezzi grandiosi e con continuo afflusso di
rifornimenti a mezzo convogli che arrivino effettivamente. Altrimenti si rischia di rimanere imbottigliati
nel deserto alla mercé della VIII armata. Ora, per garantire una sicurezza ai nostri convogli, è
indispensabile neutralizzare definitivamente Malta". Bastico, d'altronde, faceva rilevare il logoramento
subito dalle truppe italiane, non ancora organizzate e la stessa grave crisi di mezzi e uomini dell'A.
Korps.
Mentre Cavallero, a Derna, sollecita Rommel, favorendo le impazienze del Generale tedesco e così
sconfessando Bastico.
26 MAGGIO 1942 - Rommel sferra comunque la sua grande battaglia con l' impiego di mezzi aerei, navali e terrestri
che ha disponibili. Bir Acheim caposaldo inglese a sud, di fronte a Tobruk, che la propaganda britannica aveva
battezzata la "Verdun del deserto", viene accerchiata, inglesi e degaullisti battuti si ritirano.
Da questo momento gli italo-tedeschi iniziano una marcia che si arresterà all'altezza di Al Alamein, a solo un
centinaio di chilometri da Alessandria d'Egitto.
INIZIO DELL'OFFENSIVA - Il generale tedesco dispone di 3 divisioni germaniche (la 15a e la 21a corazzata e la 90a
leggera), e di 2 italiane (la Ariete e la Trieste), disposte sull’ala destra del suo schieramento; sull’ala sinistra, cioè nel
settore di Gazala, c’è il gruppo del generale Ludwig Cruwell, amico personale di Rommel, che dispone del X e del
XXI corpo d’armata italiani (divisioni Sabratha, Trento, Brescia e Pavia) e della 15a brigata di fanteria leggera
tedesca.
Dal canto suo il gen. Neil Ritchie, comandante l’8a armata inglese, ha schierato di fronte a Cruwell il grosso delle
sue truppe (a nord il XIII corpo, con in prima linea la 1à divisione sudafricana e la 50a divisione inglese affiancate
dalla 2a divisione sudafricana, dalla 5a indiana, dalla IX brigata indiana e dalla I brigata carri), convinto com’è che
Rommel attaccherà nel settore litoraneo per poter puntare direttamente su Tobruk. In prima linea a sud, sull’ala
sinistra dello schieramento inglese (quello cioè direttamente interessato ai movimenti dei carri di Rommel), ci sono
2 divisioni corazzate (la 1a e la 7a), affiancate dalla CCI brigata Guardie, III gruppo di brig. indiano motorizzato, XXIX
brigata della 5a div. indiana. Bir Acheim è tenuta dalla I brigata dei Francesi Combattenti, 5500 uomini al comando
del gen. Koenig, che resisteranno eroicamente fino all’11 giugno.
Quando, nel primo pomeriggio del 26 maggio, Cruwell attacca nel settore di Gazala, il gen. Ritchie è fiero di se
stesso perché pensa di aver previsto esattamente le mosse dell’avversario e il punto in cui il nemico avrebbe
cercato di sfondare le linee inglesi. In realtà l’azione di Cruwell è un diversivo: il vero attacco, quello decisivo,
avviene a sud, ed è condotto dalle truppe corazzate comandate da Rommel.
Ore 21: le divisioni corazzate di Rommel avanzano in direzione sud-est, attraverso il deserto.
27 MAGGIO ORE 6.00 - I carri armati di Rommel si trovano a sud di Bir Acheim e con essi la divisione Ariete; l’altra
divisione italiana, la Trieste, invece di dirigere verso sud-est, in direzione di Bir Acheim appunto, sta puntando per
errore verso est-nord-est, dove è appostata la CL brigata inglese. L’aggiramento del fronte meridionale inglese è
riuscito in pieno: l’operazione è intesa a lanciare verso Tobruk la 90a divisione leggera tedesca per disorientare le
retrovie nemiche, mentre la divisione italiana Ariete “si occuperà” di Bir Acheim; dal canto loro le due divisioni
corazzate dell’Afrikakorps (la 15a e la 21a) puntano in direzione nord per accerchiare il grosso dell’esercito inglese.
Ore 6,30: Rommel lancia la 21à divisione corazzata tedesca e la divisione italiana Ariete verso le postazioni della III
brigata indiana (appostata a sud di Bir Acheim) i cui soldati vengono sorpresi mentre fanno colazione.
La “volpe del deserto” non si smentisce: è sempre prodiga di sorprese spiacevoli per i britannici.
Intanto la 90à divisione leggera tedesca avanza verso Tobruk forzando la posizione di Retma tenuta dalla VII brigata
motorizzata inglese che riesce a disimpegnarsi e a rifugiarsi a Bir el-Gobi.
Mentre l’attacco della divisione Ariete contro Bir Acheim viene respinto dalla I brigata dei Francesi Combattenti, le
due Panzerdivisionen (la 15à e la 21à) sono attaccate sui fianchi dalla Il brigata corazzata inglese (da destra) e dalla I
brigata carri (da sinistra). La situazione per Rommel si fa estremamente delicata: egli ha perso un terzo dei suoi
carri, mentre scarseggia la benzina, cosi che si trova praticamente bloccato e isolato in un territorio controllato
dagli inglesi.
Per di più la 90à divisione leggera tedesca si trova pericolosamente esposta non avendo la copertura
dell’Afrikakorps.
Sul fianco sinistro dello schieramento tedesco, vale a dire nel settore di Gazala, le truppe dell’Asse hanno raggiunto
la scarpata costiera e controllano la via Balbia, l’unica linea di ritirata che possa essere utilizzata dal nemico.
28 MAGGIO - L'8a armata britannica frustra gli sforzi degli italo-tedeschi per raggiungere la costa alle spalle delle
posizioni di Gazala.
29 MAGGIO - Aperto un varco nei campi minati che difendono le linee dell’8a armata britannica nel settore centrale,
gli italo-tedeschi avanzano coi carri armati nonostante la violenta reazione dei britannici. Il grosso dei Panzer di
Rommel, momentaneamente sulla difensiva finché non sia aperta una strada per i rifornimenti, arretra verso sud
sotto la spinta dei carri del XXX corpo. L’Afrikakorps difetta di carburante.
30 MAGGIO - Le forze dell’Asse, per consolidare le teste di ponte conquistate oltre i campi minati inglesi, attaccano
senza successo le posizioni britanniche. Intensissima l’attività della RAF. Il gen. Ritchie decide un contrattacco per
la sera del 31, ma in seguito alle richieste dei comandanti sul campo acconsente a un rinvio dell’operazione di 24
ore. La I brigata corazzata, appena giunta in Libia, viene suddivisa fra le altre unità per colmare i vuoti.
Il gen. tedesco Ludwig Crùwell, che comanda la fanteria italiana nel settore di Gazala, viene fatto prigioniero.
Rommel abbandona l’idea di avanzare verso nord e si pone sulla difensiva spostando tutti i suoi mezzi corazzati nel
cosiddetto “Calderone”, una zona a sud di Sidi Muftah e a ovest di Bir el-Harmat, girando in questo modo le spalle ai
campi minati inglesi: egli si attende da un momento all’altro l’attacco dell’8a armata inglese, che però,
incredibilmente, non avviene.
31 MAGGIO - Il gen. Neil Ritchie, che comanda l'8a armata inglese, è convinto che la manovra di Rommel si sia
ormai arenata. “Ormai l’ho in pugno” scrive al gen. Auchinleck, comandante in capo delle forze armate britanniche
nel Medio Oriente. “Lo schiaccerò nel suo calderone.” Ma Rommel è tutt’altro che domato e si getta infatti sulla CL
brigata inglese della 50à divisione, attestata tra la pista Capuzzo e la pista EI Abd, a sud-ovest di Sidi Muftah. Nel
pomeriggio, il XIII corpo britannico dà l’avvio a uno sterile tentativo di contrattacco, prontamente rintuzzato.
1 GIUGNO - La CL brigata inglese è distrutta dalle forze corazzate di Rommel: vengono catturati 3000 prigionieri e
123 cannoni.
L’Afrikakorps riesce cosi ad aprire un varco alle colonne dei rifornimenti. Per l’occasione il gen. inglese Ritchie
scrive:"Mi dispiace di aver perduto la CL brigata, ma la nostra situazione va migliorando di giorno in giorno..."
2 GIUGNO - Un primo timido tentativo delle forze inglesi dell’8a armata di penetrare nel “Calderone” fallisce per la
pronta reazione dei carri di Rommel, che invia pure a a Bir Acheim, difesa dalla I brigata dei Francesi Combattenti, la
divisione Trieste e la 90a divisione leggera tedesca, confluita qualche giorno prima nel “Calderone”. Le due unità
rilevano la divisione italiana Ariete impegnata invano contro la brigata francese dal 26 maggio.
4 GIUGNO - L’8a armata passa al contrattacco al cader della notte, per ridurre il saliente nel quale sono penetrate,
nel settore centrale della linea, le forze dell’Asse. Nella notte sul 5, la 15à divisione corazzata tedesca si attesta a Bir
el-Harmat e respinge gli attacchi dei britannici.
5 GIUGNO - Il contrattacco britannico (denominato, in codice, “Aberdeen”) fallisce. Il saliente italo-tedesco non
viene ridotto e gli inglesi perdono 2 brigate di fanteria e 4 reggimenti di artiglieria.E' mancato il coordinamento tra i
reparti, ed è stato micidiale il fuoco di sbarramento opposto dalle forze corazzate tedesche.
Nel pomeriggio Rommel sferra un contrattacco lanciando i carri di riserva verso est. Al calar del sole tutte le unità
inglesi che hanno tentato di penetrare nel “Calderone” sono volte in fuga. L’8a armata ha perduto 6000 uomini tra
morti, feriti e dispersi. Dal canto suo Rommel annuncia di aver fatto 4000 prigionieri e di aver catturato 150 carri
armati nemici.
6 GIUGNO - Rommel invia la 15a Panzerdivision a Bir Acheim a dar man forte alla divisione Trieste e alla 90a
divisione leggera tedesca che non riescono ad aver ragione della resistenza francese guidata dal gen. Marie-Pierre
Koenig. Gli italo-tedeschi si concentrano nella zona detta Knightsbridge, minacciando Tobruk.
Lotta nella zona di Knightsbridge e di Bir Acheim. I francesi difendono valorosamente quest’ultima posizione, ma
sono costretti a cedere terreno e la loro situazione logistica diventa critica. Durante la notte del 10 i francesi
superstiti fuggono attraverso le linee tedesche, abbandonando dietro di sé i feriti, e riescono a ricongiungersi alle
truppe alleate. Gli inglesi non lesinano gli elogi al generale francese la cui coraggiosa difesa ha costretto Rommel a
ritardare di molti giorni l’assalto finale a Tobruk. Il vincitore però resta comunque lui, la vecchia “volpe del deserto”.
13 GIUGNO - I carri armati italo-tedeschi infliggono una pesante sconfitta a quelli britannici, costringendo il nemico
a ritirarsi dalla zona di EI Adem e Knightsbridge.
Di conseguenza, la linea dei rifornimenti del XIII corpo viene a trovarsi minacciata. I difensori di Knightsbridge
ripiegano su Acroma.
14 GIUGNO - Il gen. inglese Ritchie ordina la ritirata delle divisioni più avanzate del XIII corpo, la 1a sudafricana e la
50a britannica, venute a trovarsi in situazione precaria dopo la perdita di EI Adem e di molti carri armati. Le due
divisioni, l’una passando per il litorale, l’altra all’interno, ripiegano sul confine egiziano. Gli italo-tedeschi attaccano
in direzione di Acroma ma, nonostante la superiorità in fatto di mezzi corazzati, i successi sono irrilevanti.
“Comunque” dice il gen. Auchinleck “Tobruk deve essere tenuta e non si deve consentire al nemico di investirla.”
Probabilmente il comando supremo del Cairo non conosce la reale situazione dell’8a armata.
Il gen. Auchinleck informa Churchill che il comandante dell’8a armata, gen. Ritchic, prospetta la possibilità che gli
inglesi debbano ritirarsi sulla “vecchia frontiera”, cioè al confine con l’Egitto. Churchill si allarma: che ne sarà di
Tobruk? E telegrafa ad Auchinleck: “Presumo che in ogni caso non si pensi minimamente di evacuare Tobruk”. La
risposta del comandante in capo delle forze inglesi nel Medio Oriente è rassicurante: “Il gen. Ritchie si prepara a
lasciare a Tobruk le forze da lui ritenute sufficienti a difenderla, anche nel caso che la piazzaforte dovesse venire
temporaneamente isolata... con scorte adeguate di munizioni, carburante, viveri e acqua".
Intanto nel settore di Gazala le forze dell’Asse, superata la località di Acroma e la via Balbia, raggiungono la costa
ad ovest del perimetro di Tobruk.
15 GIUGNO - Rommel comunica che la battaglia contro l’8a armata inglese è vinta: manca solo la conquista di
Tobruk.
La XXIX brigata della 5a divisione indiana respinge tre attacchi delle fanterie italo-tedesche appoggiate da carri
armati e da aerei nella zona di El Adem. Il magg. gen. Klopper, comandante la 2a div. sudafricana, è posto a capo
della piazzaforte di Tobruk con l’incarico di difenderla a oltranza.
16 GIUGNO - Gli inglesi guarniscono la piazzaforte di Tobruk con 4 brigate di fanteria e contingenti di artiglieria e di
mezzi corazzati.Il resto dell’8à armata britannica prosegue le operazioni contro le forze dell’Asse che premono con
energia. Il presidio di Acroma contiene gli attacchi dei carri armati di Rommel. Una colonna corazzata italo-tedesca
punta su Sidi Rezegh e finge una diversione verso EI Adem, la cui guarnigione si ritira nottetempo.
17 GIUGNO - Gli italo-tedeschi, convergendo sulla costa iall’interno, si assicurano il controllo della strada per
Bardia, isolando Tobruk.
18 GIUGNO - Gli italo-tedeschi occupano davanti a Tobruk la zona di Gambut, dove si trovano i campi d’atterraggio
che dovrebbero servire per i rifornimenti alla piazzaforte. Rommel ha cosi completato la manovra di
accerchiamento.
Nella notte i britannici si ritirano oltre Bardia, sulla linea di confine tra Libia ed Egitto
20 GIUGNO - Preceduto da un violento bombardamento aereo che inizia alle 5,30, l’attacco alla piazzaforte di Tobruk
è affidato all’Afrikakorps e al XX corpo d’armata italiano. Alle ore 7 entrano in azione i carri armati, che penetrano
per circa 2 km nel perimetro difensivo. Il XXI corpo d’armata italiano attacca invece in direzione sud-ovest.
I carri e le artiglierie della guarnigione britannica sono distrutti. Il gen. Klopper viene autorizzato a evacuare la
piazzaforte, ma non è in grado di farlo perché gli italo-tedeschi riescono a isolarlo anche dal porto.
La 7a divisione corazzata del XXX corpo britannico tenta di aprire un varco alle truppe accerchiate, ma non riesce a
intervenire tempestivamente. Alle ore 19, Tobruk.
20 GIUGNO - Una colonna corazzata dell'Asse occupata Bardia, e alle ore 19 i carri della 21a Panzerdivision sono
davanti a Tobruk,
21 GIUGNO - ORE 2: il comandante della piazza di Tobruk, gen. H.B. Klopper, promette al suo superiore, il gen.
Ritchie, che resisterà “fino all’ultimo uomo e all’ultima cartuccia”.
ORE 6: il gen. Klopper chiede a Ritchie l’autorizzazione ad arrendersi.
ORE 8: Klopper invia una delegazione(con bandiera bianca) per chiedere a Rommel i termini della resa: in mano
tedesca cadono con Klopper altri cinque generali e 30.000 uomini della 2a divisione sudafricana, della XXIX brigata
indiana e di due battaglioni delle Guardie.
Il gen. Ritchie decide di ripiegare su Marsa Matruh, in Egitto, e ordina al XIII corpo di rallentare l’avanzata nemica
mentre il XXX corpo provvederà a organizzare le difese di Marsa Matruh.
Tutti esultano, anche Rommel; ma è l'unico ad essere inquieto. Non si spiega la caduta di Tobruk con gli uomini
freschi, armatissimi, bene equipaggiati, ben fortificati, con immense riserve di viveri, di carburante, munizioni, e
mezzi. (Sento odore di tranello. Ndr.).
Comunque, l'annuncio della presa della piazzaforte è inviato prima per radio poi con tutti i particolari (foto, films, e
relazioni) in aereo a Berlino a mezzo di un ufficiale della P.K.
Verso sera Hitler in persona telegrafa a Rommel, gli dice che gli invierà il bastone di maresciallo. “Sarebbe meglio
se mi inviaste una divisione” risponde la “volpe del deserto”.
Con la conquista di Tobruk Rommel si impadronisce di 2000 t di benzina, 5000 t di vettovaglie, di abbondanti
quantitativi di munizioni e quasi 2000 veicoli funzionanti, del porto e di un grande impianto per distillare l’acqua. La
vittoria è costata a Rommel (dal 26 maggio) 3360 uomini dei quali ben 300 sono ufficiali (cioè il 70% del totale degli
ufficiali dell’Afrikakorps); circa 3000 sono le perdite italiane.
Viene informato anche Mussolini che scrive a Hitler sollecitando una decisione in rapporto alla progettata invasione
di Malta: “E' mio avviso, e certamente anche il vostro, che bisogna consolidare, e, al più presto, ampliare i risultati
raggiunti. Al centro del nostro quadro strategico sta il problema di Malta, a proposito del quale abbiamo preso a suo
tempo le note decisioni. Ora, per mantenere i risultati conseguiti in Marmarica e provvedere alle future esigenze,
occorre poter eseguire con sufficiente sicurezza i necessari trasporti. L’occupazione di Malta, oltre a risolvere il
problema dei traffici nel Mediterraneo, ci restituirebbe la piena disponibilità delle forze aeree”. Con questo
messaggio Mussolini sottopone all’alleato un problema che da lungo tempo il comando italiano sta studiando e
preparando anche dal punto di vista operativo, cioè il progetto (operazione “C. 3”) che prevede lo sbarco a Malta. Ne
sono stati promotori il capo di Stato Maggiore italiano gen. Ugo Cavallero e il feldmaresciallo tedesco Albert
Kesselring. I due alti ufficiali si sono resi (finalmente!) conto dell’importanza che l’isola ricopre nell’ambito del
conflitto nell’area del Mediterraneo e quindi vogliono favorire la guerra di Rommel in Africa. Il piano è stato studiato
fin nei minimi particolari e ora i soldati del corpo da sbarco, dopo un meticoloso addestramento lungo le scogliere
di Calafuria, a sud di Livorno, che presentano le stesse caratteristiche morfologiche di quelle di Malta, sono stati
trasferiti in Sicilia in attesa dell’ordine di partenza (si trovano nell’isola da aprile). Ma Rommel vuole la precedenza:
dapprima chiede (e ottiene) da Hitler di poter attaccare Tobruk (gli italiani si accontentano dell’impegno formale del
comandante tedesco che una volta conquistata la piazzaforte africana Rommel si fermerà per dare la possibilità di
realizzare lo sbarco) poi, una volta conquistata la città, dichiara (e lo fa sapere ad Hitler) che non intende fermarsi:
"Io proseguo per Suez" dichiara "e spero che gli italiani mi seguano". Per tagliare la testa al toro, Rommel si rivolge
direttamente a Hitler, facendogli balenare davanti agli occhi una incredibile avanzata verso Suez e una (impossibile)
occupazione dei pozzi petroliferi del Golfo Persico. Hitler, molto sensibile al fascino del suo prediletto Rommel e
soprattutto entusiasmato dalla grandiosità del piano propostogli, finisce per sposare l’alternativa del comandante
dell’Afrikakorps. Si tratta però, a questo punto, di calmare e persuadere l’alleato italiano che gli ha appena inviato il
messaggio in cui chiede espressamente l’intervento a Malta.
Ma Kesselring che aveva già insistito nei giorni precedenti, insiste dopo la caduta di Tobruck, presso Mussolini e
Cavallero, affinchè l'offensiva venga condotta fino in Egitto, malgrado la paurosa deficienza delle scorte di
carburante, non solo in Libia ma anche in Italia.
22 GIUGNO 1942 - I contrasti fra Rommel e Bastico si fanno più gravi. All'indomani della conquista di
Tobruck, i due Generali s'incontrano al Comando tattico di Rommel a Bardia.
22 GIUGNO 1942 - DIARIO - (scrive il suo aiutante Moser) - "Il Generale ha polemizzato a lungo con gli
italiani; che vogliono tarparci le ali; Bastico ha insistito per non oltrepassare la linea di Giarabub, con
concezioni prudenzialmente difensive. Il Generale ha chiaramente fatto intendere che non intende
ricevere consigli sui piani già predisposti ed approvati dal Fuhrer, D'altronde, data la situazione di
logoramento in atto nell'VIII armata, è indispensabile sfruttare il successo e non dare tregua al nemico,
impedendogli di potersi ricostituire. Il Generale intende mantenere il vantaggio attuale dell'iniziativa ed
imporre al nemico il suo gioco. Con al presa di Tobruk, il nostro fianco e le nostre retrovie sono
sgombre e non offrono più pericolo di disturbi ai nostri rifornimenti, anche perchè il nemico non ha più
in pungolo ed il mordente psicologico che gli venivano dal fatto di sapere la spina di Tobruk in sua
mano. Fermarsi, come intende il Comando italiano, sulla linea mobile di Sollum-Halfaya Sidi Omar,
rimanendo con le armi al piede sui confini dell'Egitto, significherebbe dare agli inglesi tutto il tempo di
riorganizzarsi nonchè fermarsi definitivamente. Malgrado le difficoltà dei nostri convogli, lo
smantellamento effettuato delle difese di Malta e la migliorata preparazione ed aggressività delle scorte
navali italiane, dovrebbe darci la sicurezza relativa di non rimanere imbottigliati nell'inseguimento
dell'VIII Armata.
A Roma insistono ancora per l'impresa di Malta e von Rintelen ha avvertito il Generale Rommel che il
signor Mussolini avrebbe scritto al Fuhrer in questo senso: ora è chiaro che tale impresa sarebbe stata
utilissima se fosse già avvenuta. Cioè non è possibile distogliere oggi i mezzi e soprattutto aerei dalla
Libia e rischiare di pregiudicare la nostra marcia in avanti e frustrare le prospettive di giungere
vittoriose al canale, con gli effetti che tutti possono immaginare sul corso del conflitto.
Il Generale Bastico ha annunciato che il Comando Supremo italiano ha avuto l'ordine dal signor
Mussolini di non fare oltrepassare alle truppe la linea di Marsa Matruh, informando per l'ennesima volta
che l'attacco a Malta sarebbe stato ormai deciso per agosto.
Il Generale Rommel è irritato contro il Comando Supremo italiano ed i signori di Roma che discutono
accademicamente, frammischiando polemiche e pettegolezzi e fatti personali. Il Generale Cavallero
avrebbe oggi, come telegrafa il Generale von Rintelen per esempio, insistito per l'A. Korps venga
fermato, mentre fino a ieri era proprio lui ad approvare entusiasticamente i piani del Generale. Il sig.
Generale Rommel ha chiaramente fatto intendere all'italiano (Bastico) che, se gli italiani non intendono
marciare, facciano pure il loro comodo; egli per suo conto sarebbe andato avanti con l'A. Korps. Ed ha
terminato con l'invitare l'italiano ad una colazione al Cairo. D'altronde, notizie giunteci attraverso
relazioni di prigionieri ed intercettazioni, confermano la perplessità degli inglesi in Egitto, ed abbiamo
ragione di ritenere che la loro orgogliosa sicurezza sia fortemente incrinata.
27 GIUGNO 1942 - DIARIO - (aiut.) Il signor Generale mi incarica di informarla che i suoi piani hanno
ottenuto il via anche da Roma per diretto intervento del Fuhrer. Questi ha scritto una lunga lettera al
signor Mussolini, evidentemente ispirata al rapporto del signor Generale. Kesselring, dopo la grave
divergenza con il signor generale ha evidentemente influito a Roma per far prevalere la tesi della
precedenza dell'attacco a Malta sull'offensiva dell'A. Korps contro l'Egitto ed il signor Mussolini ha
scritto in questo senso ancora una volta a Berlino il 21 giugno. Ma la vittoria (di Tobruk) e i piani del
signor generale hanno chiarito la situazione al Comando Supremo della Wermacht. Il Fuhrer ha
sottolineato il valore storico di questa nostra vittoria militare - la lettera del sig. Mussolini è del 23 u,s. che può avere un influsso decisivo sulla guerra in genere. Egli ha insistito sul concetto di sfruttare il
successo e questa straordinaria occasione, creata dall'A. Korps, che difficilmente potrebbe ripetersi. E'
pertanto necessario, come ha suggerito il signor Generale, incalzare il nemico, inseguirlo date anche le
disastrose condizioni morali e materiali dell'VIII armata. Il Fuhrer ha fatto suo l'avviso del signor
Generale. Facendo presente al Duce le sue riserve sui pericoli a cui si andrebbe incontro lasciando agli
inglesi quel tanto di respiro da consentire loro di riordinarsi e ricevere rinforzi con la prospettiva di
essere costretti a passare alla difensiva e perdere ogni possibilità di iniziativa. Solo l'inseguimento del
nemico fino al cuore dell'Egitto potrà ottenerne la disfatta; e la caduta della Valle del Nilo rappresenterà
la fine dell'Inghilterra. Il Fuhrer ha scritto testualmente: "I risultati di un simile colpo, saranno di effetto
mondiale". Egli ha così suggerito al signor Mussolini il proseguimento a fondo delle operazioni fino alla
distruzione completa delle forze britanniche, secondo i piani del signor Generale. Il Comando Supremo
di Roma ha pertanto avvertito immediatamente che il signor Mussolini è d'accordo in linea generale,
con i piani dell'A.Korps, dando perciò, il 23 stesso ordine di proseguire.
Ieri il signor Generale era trionfante perché il Duce personalmente ha disposto che i nostri piani di
marcia sino al cuore dell'Egitto vengano posti subito in atto. Senza alcuna limitazione fino al canale ed
oltre. Il signor Generale è sicuro della provvidenza che favorirà le nostre armi."
Nel frattempo dal 23 al 27 Rommel non è rimasto fermo. Le forze italotedesche hanno fatto un nuovo balzo in avanti
e già le avanguardie si sono scontrate con la 7a divisione corazzata del XIII corpo britannico nei pressi di Sollum,
già in territorio egiziano.
Rommel ha insomma avviato l’attacco all’Egitto, lanciando le sue colonne corazzate verso est e nord-est,
travolgendo le prime retroguardie britanniche nella zona di Sidi Barrani. Il X corpo, appena arrivato in Egitto dalla
Siria, rileva il XIII corpo che è inviato a El Alamein per organizzarvi una nuova linea difensiva. E data la critica
situazione 24 bombardieri B-17 americani destinati in Cina sono dirottati a Khartum. Inoltre il gen. Auchinleck
assume personalmente il comando dell’8a armata sostituendo Ritchie; e dopo un approfondito esame della
situazione, decide di far proseguire la ritirata delle sue divisioni da Marsa Matruh a EI Alamein (155 km a est di
Marsa Matruh).
D'ora in avanti la località che toglie il sonno a tutti è Marsa Matruh. Che viene attaccata il 25 da Rommel, e
partecipano all’azione la 90a divisione leggera tedesca, la 15a e 21a Panzerdivision e le divisioni italiane Littorio,
Ariete e Trieste. Il X e il XIII corpo dell’8a armata britannica sono costretti a ritirarsi verso El Alamein in quanto le
forze italo-tedesche si sono infiltrate fra loro e le hanno parzialmente circondate nella zona di Marsa Matruh.
Il 28 Le forze dell’Asse travolgono la XXIX brigata della 5a divisione indiana che sta coprendo la ritirata del X corpo
nella zona di Fuka. Il X corpo si ritira su EI Alamein. Le avanguardie della 90a divisione leggera tedesca raggiungono
Fuka, a ca. 70 km a est di Marsa Matruh.
Il 29 le truppe dell’Asse entrano a Marsa Matruh. Poi proseguendo la sua marcia verso est, la 90a divisione leggera
tedesca raggiunge Sidi Abd el-Rahman, una trentina di km da El Alamein dove il gen. Auchinleck sta preparando la
linea di difesa dell’8a armata. Il fronte da difendere presenta un’ampiezza di circa 50 km e le sole direttrici su cui il
nemico può avanzare si trovano all’estremità settentrionale e meridionale del fronte stesso, cioè, rispettivamente,
lungo la costa e attraverso la “Pista Barrel” che porta direttamente al Cairo.
29 GIUGNO 1942 - DIARIO (Rommel)- I nostri avamposti distano ormai solo 195 chilometri da
Alessandria. Alcune battaglie devono essere combattute prima di raggiungere la meta.
Prima dell'imbrunire avranno luogo spostamenti di truppe.
(Alla sera) Siamo ora solo a 150 km da Alessandria."
In effetti la marcia delle truppe dell'Asse permette le migliori prospettive di successo: Sollum ed il Passo
dell'Halfaya erano cadute il 23 giugno, il 24 raggiunta Sidi el Barrani ed il 28 giugno il campo trincerato di Marsa
Matrub -munitissimo e forte di armi e di uomini- si è arreso alle divisioni di Rommel. Le truppe dell'Asse sono nel
cuore del deserto e puntano verso Alessandria.
Rommel è nominato Maresciallo del Reich.
Da Roma giungono voci e commenti: Tour scrive a Rommel, in data 28 giugno.
"Il signor Mussolini, all'alba parte da Roma per la Libia, dall'aeroporto di Guidonia con un seguito di 4
dozzine di persone. Egli è a bordo di un bombardiere armato, pilotato dal Colonnello Angelo Tondi. Il
seguito prende posto su 4 S.81 disarmati. Alle ore 12 il convoglio aereo giunge all'aeroporto di Castel
Benito, ove è il Comando degli Junkers.
Al seguito del duce sono il segretario di Stato per l'Aeronautica e un gruppo di giornalisti. Il Duce è in
divisa coloniale (sahariana caki) con i gradi di (Primo) Maresciallo dell'Impero.
Il signor Mussolini si porta a Tripoli. La visita ha forma privata. Colazione alla residenza del
Governatore della Libia, a Villa delle Rose, ove giunge il fonogramma di Rommel sulla caduta di Marsa
Matruh. Sull'imbrunire il Duce raggiunge in volo l'aeroporto di El Fetejah, dove sono i caccia tedeschi.
Attendono il Primo Ministro Italiano il Generale von Rintelen, il Generale Cavallero ed il Generale
Bastico, con i rispettivi Stati Maggiori. Il secondo velivolo del seguito di Mussolini, durante
l'atterraggio. si scontra, a causa dell'oscurità con un bombardiere italiano che rientra da un volo di
guerra. I due apparecchi si fracassano al suolo: tre poliziotti del seguito del Duce rimangono uccisi,
nonchè il "barbiere personale" di Mussolini.
Il Duce si ferma alla casa cantoniera di Ain Mara dopo Derna, ove è la sezione staccata del Comando
italiano, per i compiti speciali in vista di una occupazione dell'Egitto e con funzioni di collegamento fra
l'A. Korps ed il Comando Supremo italiano. Il capo della Sezione, Generale Curio Barbasetti di Prum, un
ottimo e colto ufficiale, illustra agli ospiti la situazione militare sulle carte. Quindi il corteo si porta in
macchina sul Gebel, al villaggio colonico Berta, ove è la residenza del Duce, in una villetta privata che
era stata la sede del Generale inglese Claude Auchinlek con il suo Q.G."
In effetti Mussolini parte per la Cirenaica pilotando personalmente il suo aereo: si dice porti con sé un cavallo
bianco che il Duce vorrebbe montare in occasione del suo ingresso al Cairo che egli ritiene questione di giorni se
non addirittura di ore (Dichiara: “Entro 15 giorni vi installerò un Alto Commissario Italiano”).
A riceverlo è Rommel, che annota ogni giorno sul Diario....
30 GIUGNO 1942 - DIARIO (Rommel)- "Rinvio del volo a Tobruk per il ghibli. Mussolini visita Derna i
feriti all'ospedale da campo italiano e poi i feriti dell'A. Korps all'ospedale tedesco. Egli si intrattiene
cordialmente con i soldati germanici, parlando in tedesco. Ha poi visitato i 6000 prigionieri inglesi.
Arrivo del segretario del partito fascista Aldo Vidussoni.
Sul tramonto pioggia: rarissima in questa stagione.
30 GIUGNO - Le forze dell’Asse intanto seguitano a premere, mentre il XXX corpo britannico si schiera sulla linea di
EI Alamein, a nord;a sud si schiera il XIII corpo, mentre il comando del X corpo organizza la Forza del Delta,
incaricata della difesa di Alessandria e del delta del Nilo. In un suo ordine del giorno rivolto alle truppe il gen.
Auchinleck, comandante in capo delle forze inglesi nel Medio Oriente, dichiara tra l’altro: “Il nemico sta compiendo
il suo ultimo sforzo e ci ritiene un esercito disfatto... Spera di conquistare l’Egitto bluffando. Sta a voi dimostrare
che è in errore”.
1 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel)- Visita di Mussolini al villaggio di colonizzazione "Duca degli
Abruzzi". Incidente con il genero del Re.
1 LUGLIO - La 90a divisione leggera tedesca si sposta lungo il perimetro difensivo di Ei Alamein seguendo da vicino
la IV brigata corazzata inglese che si sta portando verso Alam el Onsol.
Ore 18: le due divisioni corazzate dell’Afrikakorps (la l5a e la 21a) invadono la zona di Dir el-Shein ma l’attacco viene
contenuto dalla XVIII brigata indiana e dal successivo intervento della i divisione corazzata inglese.
2 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) - Arrivo in aereo di Mussolini a Tobruk. Vista al Comando della
Marina italiana. Ispezioni alle motozattere tedesche, al porto, alle postazioni di artiglieria. Il Comando
deve mettere a disposizione una vettura per il ritorno di Mussolini a Berta, poichè le condizioni del
tempo impediscono di volare.
2 LUGLIO - FASTIDI PER CHURCHILL - Ai Comuni viene discussa la mozione di sfiducia presentata contro il primo
ministro Winston Churchill dal deputato conservatore sir John Wardlaw Milne. I rovesci in Africa hanno messo in
grave difficoltà il premier inglese che alla notizia della caduta di Tobruk è rientrato precipitosamente in patria da
Washington. Ora anche i suoi migliori amici (come l’ammiraglio Keyes e Hore-Belisha) lo attaccano duramente
sostenendo in pratica che la direzione della guerra deve essere assunta da una persona non coinvolta nel governo.
L’Inghilterra, si sostiene, “ha bisogno di un generalissimo; non può più accontentarsi di un primo ministro
indipendente...”. E' una situazione molto delicata.
Nella risposta alla mozione di sfiducia Churchill sfodera tutta la sua aggressività, il suo realismo, la sua abilità
dialettica. Dice, tra l’altro: “Le nostre forze erano superiori a quelle dell’Asse. Noi avevamo 100 mila uomini contro
90.000, di cui solamente 50.000 tedeschi. Era nostra la superiorità d’artiglieria nelle proporzioni di 8 a 5 e mettevamo
in linea i nuovi obici semoventi. Ciò nonostante, Tobruk è caduta dopo una sola giornata di combattimento.
Abbiamo ripiegato fino a Marsa Matruh mettendo 190 km di deserto tra la nostra 3a armata e il nemico. Appena
cinque giorni dopo, Rommel è arrivato davanti alla nostra nuova posizione e abbiamo dovuto sganciarci
nuovamente, rientrare in Egitto, indietreggiare fino a EI Alamein. Non capisco che cosa possa essere accaduto...”.
La mozione viene respinta con 476 voti contro 25: Churchill può continuare a dirigere la guerra secondo i metodi e
sistemi che gli sono congeniali.
Nello stesso giorno l’8a armata britannica strappa l’iniziativa agli italo-tedeschi contrattaccando col XIII corpo alle
spalle delle loro posizioni avanzate. La RAF appoggia con grande efficacia le operazioni terrestri. Gli italo-tedeschi,
non riuscendo a sfondare al centro, estendono le loro posizioni verso sud.
Il giorno dopo la divisione italiana Ariete, che ha attaccato in direzione di Alam Nayil, viene bloccata dall’artiglieria
neozelandese che infligge agli italiani gravi perdite. Alle 12 all’Ariete sono rimasti solo 5 carri armati e 2 cannoni:
per Rommel è una vera sciagura.
Inoltre il XXX corpo dell'8a armata britannica viene rinforzato con la 9a divisione australiana e avviata a El Alamein.
Proseguono gli attacchi del XIII corpo sul fianco meridionale dell’Asse.
3 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) - Il signor Mussolini è indisposto. E' costretto ad osservare
strettamente una dieta clinica anche ai pranzi ufficiali.
E' arrivato oggi anche l'ambasciatore Serafino Mazzolini, con altri funzionari degli esteri. Sarà lui
l'eventuale Commissario Civile (cioè il Governatore) dell'Egitto.
4 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) -Il signor Mussolini si è recato alla baia di Ras a ispezionare un
sommergibile italiano. Discorso ai marinai con minacce agli inglesi.
5 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) - Cifrato da Berlino per Rommel. Il signor Mussolini aveva
telegrafato a Berlino il 2 suggerendo che il Maresciallo sia il nuovo comandante Militare dell'Egitto. Il
Fuhrer ha dato il benestare. La nomina a Maresciallo d'Italia di Cavallero è fatta, evidentemente per non
metterlo in imbarazzo di fronte al nostro. Comunque la notizia desta penosa impressione fra gli ufficiali
italiani qui al fronte. Ed è imminente pare la nomina a Maresciallo del generale Bastico. Anche questo i
due generali devono essere grati all'A. Korps.
Il signor Maresciallo Rommel ritiene che la resistenza inglese sarà dura e che Alessandria sarà difesa a
oltranza. Perciò reputa premature o negative tutte queste manovre qui e a Roma. Kesserlring continua
criticare l'avanzata dell'A. Korps. Oggi la divisione "ariete" italiana è stata duramente provata ad el
Alamein.
Fra gli ufficiali italiani corre voce che Mussolini abbia fatto venire dall'Italia il suo cavallo bianco per
fare l'ingresso trionfale al Cairo, come "Protettore dell'Islam". Moser che viene da Berta smentisce la
cosa come non vera.
6 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) - Mussolini, a Berta passa in rivista uno squadrone di "spais" libici.
Visita al comando officina. Incidente con il colonnello comandante.
Nuovi attacchi notturni della RAF.
7 LUGLIO 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante) - "Tutta la notte il signor Maresciallo ha studiato la
situazione. Essa mostra l'intenzione degli inglesi si attaccarsi al terreno ed impedire l'avanzata.
Abbiamo di fronte a noi, a sud, al margine della depressione di el Quattara, la XXXIX Brigata indiana, la
VIII Brigata Motorizzata a Deir el Munassib. In avanti sempre a sud, reparti della Royal e gruppi della
divisione neozelandese. Al centro il XII Lancers, in avanguardia la I Divisione. Sulla costa, nella stretta
di el Alamein, la I Divisione sudafricana con in retroguardia fra el Imayd ed el Hamman la X Divisione
indiana e la XIX Brigata inglese, sulla costa. Rinforzi sono segnalati sul Canale. Le navi da guerra che
avevano in tutta fretta sgomberato il porto di Alessandria, pare stiano ritornando. Cifrato da Berlino:
manovra di Kesselring. Mussolini seguita a visitare i battaglioni. Il Maresciallo Cavallero è ripartito per
Roma".
8 LUGLIO 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante)- "Attacchi di artiglieria, il sig. Maresciallo è stato 19 ore in
pieno deserto col suo panzer, fra le linee nemiche. Gran caldo: ghibli. Gli indiani sono costretti a
ritirarsi con gravi perdite. La RAF picchia. A Berta, rapporto di ufficiali dal Duce".
9 LUGLIO 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante) "Puntate di carri armati britannici. Le difficoltà dei
rifornimenti si aggravano. I fusti di benzina provenienti dall'Italia sono per due terzi pieni d'acqua!
Abbiamo fatto un'inchiesta e la situazione risulta identica e abituale. E' un vero e proprio sabotaggio. Vi
sono in media da 50 a 60 litri di acqua per ogni fusto. Gli italiani vi sono abituati, dato che i comandi
hanno disposto "per prescrizione" che prima dell'uso i fusti siano posti a decantare per dividere i due
liquidi! E' incredibile! Il signor Mussolini è a Berta: ha visitato Barce e Borgo Baracca".
10 LUGLIO 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante) "Nuovi attacchi. Abbiamo distrutto molti panzer inglesi.
Gli italiani sono molto stanchi. La RAF dà fastidio. Il signor Mussolini sta male".
10 LUGLIO - Con una serie di attacchi limitati, la 9a div. australiana del XXX corpo britannico si impadronisce dei
rilievi di Teli ei-Eisa, a ovest di El Alamein.
L’Afrikakorps compie un vano tentativo di ridurre il saliente conquistato dal nemico.
12 LUGLIO 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante) - "Le notizie da Tripoli sui convogli e sui rifornimenti sono
gravi. Rommel telegrafa a Berlino ed a Roma. E' arrivato a Berna il figlio del Duce, Vittorio Mussolini,
Capitano dell'Aviazione italiana".
13 LUGLIO 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante) - "Le deficienze dei rifornimenti si fanno sentire. Il signor
Maresciallo è sempre sul fronte. Attacchi di carri armati. I nostri aerei hanno abbattuto 16 apparecchi
della RAF. Se Kesselring inviasse qui tutto il CAT potremmo sfondare".
11-12-13-14-15 Continuano vari combattimenti nei pressi di El Alamein. Gli inglesi fanno progressi limitati ma
infliggono continuamente notevoli perdite alle truppe dell'Asse. Il sogno di Rommel di conquistare Alessandria e
Suez in pochi giorni sta svanendo. Contrattacca per due volte, ma a loro volta contrattaccano anche gli inglesi e si
allargano attorno a El Alamein con delle ottime artiglierie.
14 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) - "Da Berlino lungo cifrato sull'Egitto: roba diplomatica. I Senuessi
hanno mandato due messi a parlare con Rommel, il quale non li ha voluti ricevere. Si tratta di due
disertori egiziani di origine cirenaica, forse agenti provocatori: il gran Senusso, Emiro Idris,
accetterebbe delle garanzie tedesche per una certa autonomia della Cirenaica con protettorato del
Reich, purché gli italiani siano esclusi da Begasi. In questo caso, i senussi sarebbero disposti a tradire
gli inglesi ed a passare dalla nostra parte, con armi e bagagli, e magari a fare la guerriglia nelle retrovie
inglesi. Chiedono messo milioni di sterline. Rommel li ha mandati al campo prigionieri, poi si vedrà.
Mussolini sta ancora male".
15 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) "Mussolini vola oggi a Tobruk a decorare 32 ufficiali italiani".
16 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) "Il Duce è a Berta. Gli attacchi inglesi continuano. I rinforzi
annunziati non ci arrivano, salvo la "Bologna".
17 LUGLIO 1942 - DIARIO (Rommel) "Il nemico ci è superiore, specie la sua fanteria. Egli ci divora una
divisione italiana dopo l'altra. I tedeschi sono molto deboli e debbono resistere da soli. E' roba da
piangere".
17 LUGLIO - Rommel è infatti costretto a correre in aiuto delle divisioni italiane Trieste e Pavia nel settore della
Cresta di Miteirya (a sud- ovest del perimetro di El Alaniein) per evitare che lo schieramento dell’Asse ceda; ma le
perdite delle forze italo-tedesche sono pesanti. Cosi Rommel riassume la situazione: “Quel giorno furono gettate in
combattimento le ultime riserve tedesche. Le nostre forze erano ormai talmente esigue rispetto a quelle britanniche
in costante aumento che cominciavamo gia a ritenerci fortunati se fossimo riusciti a tenere la linea che
occupavamo. il nostro fronte era presidiato da reparti sparsi a causa delle enormi perdite subite dagli italiani...
Eravamo rimasti praticamente senza riseve...”.
Il problema dei rifornimenti rappresenta la nota dolente per gli italo-tedeschi: Rommel insiste per avere rinforzi, ma
inutilmente e quando, realisticamente, in un incontro con Cavallero e Kesselring, il feldmaresciallo tedesco propone
che le truppe dell’Asse arretrino da El Alamein a Sollum, viene seccamente messo a tacere; nell’occasione Cavalero
afferma: “Ripiegamento è una parola che deve essere cancellata dal vocabolario della guerra in questo settore”.
Dal canto loro gli inglesi sono in grado di ricevere rifornimenti e rinforzi con regolarità e continuità per cui possono
sopportare l’assedio di El Alamein in assoluta tranquillità.
18 LUGLIO 1942 - DIARIO - (scrive l' aiutante) - "Von Rintesten assicura di aver trattato con il Generale
Cavallero la questione del controspionaggio in Italia, così come avevamo consigliato già da tempo, sia
il Maresciallo K, che l'Ammiraglio Canaris. La questione si presenta sempre più pressante, se non si
vogliono condannare tutti i convogli di rifornimenti per la Libia ed una sicura distruzione. Le radio
clandestine pullulano in Italia ed il nemico è criminalmente informato sistematicamente di ogni
movimento nei porti, per cui non valgono scorte navali od aeree, poiché le rotte sono sconosciute
prima dagli inglesi che dai comandanti delle navi.
La caccia alle radio clandestine in Italia viene fatta dai civili, dalle Prefetture. Il Maresciallo aveva
insistito perché il controspionaggio tedesco prendesse in mano la difesa contro le radio clandestine;
ma il Comando Superiore italiano ed il SIM si sono sinora mostrati contrari ad un nostro intervento ed
alla istituzione della nostra rete r.t. di controllo il che, a nostro avviso, è inspiegabile, a almeno di non
voler formulare dolorose ipotesi.
Ora sembra che Cavallero abbia deciso un nostro intervento; speriamo, abbiamo buoni risultati, è di
vitale necessità che i rifornimenti giungano con ritmo sicuro.
Mussolini è sempre a Berta. Ci hanno riferito che il Generale Bastico, non ha mancato di criticare l'A.
Korps, cosa che lascia indifferente il signor Maresciallo Rommel".
L'ombra di questi sospetti - di "tradimento"- continuerà a gravare per molti anni dopo la guerra, sugli alti Comandi
della Marina italiana. Dopo trent'anni gli inglesi riveleranno l'impiego di "Ultra". Tutte le comunicazioni tra Rommel
con i Comandi Supremi italiani e tedeschi, avvenivano via radio con messaggi cifrati con la macchina "Enigma",
questi venivano intercettati dagli inglesi con la macchina "Ultra". Ogni volta che partiva un convoglio carico di armi,
munizioni, automezzi, viveri e carburante, e la meticolosa organizzazione tedesca comunicava la data di partenza
precisa al minuto e la rotta prevista con l'orario d'arrivo, gli inglesi facevano trovare i loro sommergibili lungo la
rotta con il risultato facile ad immaginarsi.
Nessuno aveva mai pensato di stendere un banalissimo cavo telefonico sottomarino dalla Sicilia alla Libia. La sorte
della guerra in Africa sarebbe stata molto diversa. Il canale di Sicilia non si sarebbe trasformato in un Cimitero delle
navi della Marina italiana.
20 LUGLIO 1942 - DIARIO - (scrive l' aiutante) RAF. "Scontro di carri armati a el Quatara. La mancanza
di benzina e munizioni è gravissima e preoccupa il Maresciallo. Dobbiamo limitare i movimenti dei carri
armati e dei reparti motorizzati, e intanto il nemico si rafforza. E' una cosa che fa rabbia!
All'alba il signor Mussolini è partito in volo dal campo di el Fetejah per Atene. Dicono che intende
recarsi a Roma e tornare in Libia fra tre settimane per assistere alla conquista di Alessandria. Se
continua così, nel migliore dei casi saremo sempre qui, invece fra la sabbia, se il nemico non ci avrà
buttati a mare!"
21 LUGLIO 1942- DIARIO - (scrive l' aiutante) "La nostra offensiva in Russia sembra vada bene.
Sentiamo qui enormemente la mancanza di rifornimenti Il Maresciallo comincia a risentire fisicamente
dei lunghi strapazzi. Cifrato da Roma. Il morale è grigio. Il Generale von Rintelen......" (il diario si ferma,
troncato. Le pagine portano delle correzioni, poi la scrittura è di Rommel, e le cancellature portano la
sua sigla: E.R. Erwin Rommel)
21 LUGLIO - Gli inglesi attaccano il settore centrale delle linee dell’Asse, mandando guastatori a preparare varchi
nei campi minati avversari per consentire il passaggio dei carri armati.
Rommel invia al Comando Supremo della Wehrmacht un dettagliato rapporto sulla situazione dell’esercito tedesco
in Africa. Nel documento il feldmaresciallo afferma tra l’altro che le unità germaniche devono registrare perdite
pesantissime, che il fronte può tenere, ma che la situazione rimarrà critica per le sue truppe almeno fino a che non
potrà disporre di tutta la 164a divisione: le sue formazioni sono infatti ridotte al 40% degli effettivi. Sugli italiani del
resto, prosegue il rapporto di Rommel, non c’è da contare essendosi dimostrati di così scarso affidamento da dover
essere incorporati, suddivisi, nei reparti tedeschi.
22 LUGLIO - La XXIII brigata corazzata inglese, da pochi giorni affluita al fronte, penetra attraverso i varchi aperti nei
campi minati delle forze dell’Asse, ma i suoi progressi sono minimi, mentre molto elevate risultano le perdite di
mezzi corazzati. Gli italo-tedeschi contrattaccano con grande energia, annientando la VI brigata neozelandese e un
battaglione della CLXI brigata indiana.
Si registrano gravi perdite anche da parte degli italo-tedeschi. Rommel, per il momento, decide di abbandonare il
primitivo piano di rompere la linea difensiva britannica e di aggirare EI Alamein per raggiungere il Nilo.E' più urgente
infatti ricostituire le unità e riordinarle prima di intraprendere qualsiasi nuova azione o di elaborare nuovi piani.
Rommel comunque dal 26 maggio, data d’inizio dell’offensiva, ha fatto in questo teatro di operazioni 60.000
prigionieri inglesi, sudafricani, indiani, francesi, australiani e neozelandesi, distruggendo oltre 2000 fra carri armati e
automezzi.
Intanto Roosevelt e Churchill, tante volte sollecitati da Stalin ad aprire il secondo fronte, rinunciano all’invasione
dell’Europa, e decidono un grande sbarco in Africa. Si tratta dell’operazione “Gymnast”, nuova denominazione
dell’operazione “Torch".
Il gen. Auchinleck ha quindi deciso di restare sulla difensiva fino all’arrivo di rinforzi.
Ma ha allarmato Churchill che decide di recarsi al Cairo (vi giunge il 5 agosto). Il telegramma che ha ricevuto lo ha
reso nervoso e inquieto e vuole esaminare di persona la situazione. Dice il telegramma di Auchinleck : “A causa
della nostra mancanza di riserve e in seguito al consolidamento delle posizioni nemiche, dobbiamo concludere,
seppure a malincuore, che nella situazione attuale non è possibile rinnovare i nostri tentativi di sfondamento del
fronte nemico. E improbabile che la possibilità di riprendere l’offensiva si ripresenti prima della metà di settembre”.
Negli ultimi giorni di luglio la battaglia si è spenta da entrambi i due avversari, il fronte si chiude in una situazione di
stallo. Se Auchinleck ha allarmato Churchill, Rommel ha messo in subbuglio Berlino. Infatti ha la vaga sensazione
di essere ad EI Alamein caduto in trappola, e da buon generale ha proposto la ritirata al confine libico. Ma sia Hitler
che Mussolini gli rispondono con un "no". E sarà questo "no" a segnare la sorte del generale e della sua armata.
Rommel urla, strepita, minaccia per avere uomini, carri, cannoni, carburante; e qualcosa ottiene, ma non in
proporzione a quelle avversarie.
Tuttavia ha un piano originale: sa che Auchinleck è debole (è come se avesse letto il suo telegramma a Churchill) e
quindi riunendo i suoi ufficiali, ha progettato un arretramento verso il confine libico, come solo mezzo per indurre
l'8a armata ad uscire da EI Alamein, e batterla in campo aperto. - Ma non viene ascoltato. Anzi a fine agosto gli
giunge l'ordine di attaccare di nuovo, e Rommel sa che è un'impresa disperata, tuttavia il 30 agosto attaccherà su tre
colonne, utilizzando come forza d'urto otto divisioni, cinque italiane e tre tedesche. (vedi il 30 agosto)
30 LUGLIO 1942 - DIARIO - (scrive l' aiutante) "Cifrato da Roma e Berlino. Rapporto sulla Divisione
"Sabratha" e sugli ufficiali italiani denunciati. Si risponde ad un telespresso del Comando Superiore
della Wermacht in merito, citando nomi e fatti". (Non sappiamo di cosa si tratta. Ndr.)
5 AGOSTO - Churchill giunto al Cairo è del parere insomma che occorra un drastico e immediato mutamento in seno
all’Alto Comando della guerra nel Medio Oriente, avendo ormai perso ogni fiducia nel gen. Auchinleck. Lo
sostituisce al comando del Medio Oriente con gen. Harold Rupert Alexander, e nomina al comando della 8a armata
il gen. W.H.E. Gott, già comandante del XIII corpo britannico; ma mentre si sta portando al Cairo il suo aereo viene
intercettato e abbattuto da due Messerschmitt tedeschi: Gott muore con tutto l’equipaggio. A sostituirlo viene
chiamato il gen. Bernard Law Montgomery.
7 AGOSTO 1942 - DIARIO - (scrive l' aiutante) "S.O.S. per i rifornimenti. "Le navi affondano e noi ci
insabbiamo". Il signor Maresciallo spera in una prossima offensiva.
15 AGOSTO - Il gen. sir Bernard L. Montgomery, nuovo comandante dell’8a armata britannica, giunge in Egitto
dall’Inghilterra. Effettua qualche cambiamento, rafforza l'armata qui e là, ma sostanzialmente il grosso lavoro lo ha
già fatto Auchinleck che ha già quasi circondato il sempre più debole Rommel. Ed anche Montgomery
concentrandosi su El Alamein, non fa che confermare che questa posizione è di vitale importanza per la difesa di
Alessandria. Inoltre è appoggiato ed entrano in funzione per la prima volta i bombardieri americani che attaccano
alcune posizioni italo-tedesche ad El Alamein. L'8 agosto Churchill e Roosevelt hanno preso la decisione di affidare
al gen. Eisenhower il comando dell’operazione “Torch” (sbarco in Africa). Infine il gen. Alexander ha raccomandato
a Montgomery di tenere a ogni costo le posizioni di EI Alamein mentre verrà preparata la controffensiva con i
rinforzi che arriveranno con lo sbarco,
In sostanza è quello che andava dicendo e voleva fare Auchinleck.
18 AGOSTO - DIARIO - (scrive l' aiutante) "Le perdite dei convogli sono sempre più gravi. Il Comando
Supremo italiano ha approvato i piani di Rommel che prevedeva lo sfondamento e la conquista di
Alessandria. Inizio previsto, se i rifornimenti arrivano, il 26 agosto. Il Maresciallo Rommel è ammalato e
chiederà di rimpatriare".
22 AGOSTO - DIARIO (scrive l' aiutante)- Ieri mi sono fatto visitare dal medico. Egli ritiene che il mio
cuore funzioni male e che ho una pressione del sangue troppo alta a causa dei gravi disagi. MI ha
consigliato sei settimane di riposo. Vedrò di fare un tentativo al Ministero per una mia sostituzione.
Questa notizia scoppierà a Roma come una bomba. Farà loro bene (agli italiani) una volta tanto, se la
dovranno sbrigarsela da soli. Gli inglesi li avrebbero liquidati in due giorni.
In attesa della fase di plenilunio, a Roma si parla di Kesselring come sostituto di Rommel il che irrita il
Maresciallo la cui salute lascia a desiderare".
24 AGOSTO 1942 - DIARIO - (Rommel) Sto alquanto meglio, sì da potermi alzare di tanto in tanto.
Malgrado ciò non mi sento di poter decidere per la cura di sei settimane in Germania. La pressione
troppo alta impone un intervento immediato ed energico."
La sera del 30 agosto, Rommel attacca, malgrado le previsioni deficitarie in materia di rifornimenti di carburante. Il
servizio informazioni dell'A. Korps in base alle intercettazioni ed alle informazioni dirette, segnala che l'VIII Armata è
ora al Comando del Generale MONTOGOMERY, con a capo di S.M. il Generale Francis de Guingand. Alla vigilia
dell'attacco Rommel esulta e scrive:
30 AGOSTO 1942 - DIARIO (Rommel) - Finalmente è venuto il gran giorno. Con quanta impazienza io
l'ho atteso! e quante preoccupazioni e quante difficoltà ho dovuto superare poiché ero sempre
costretto a chiedermi se ero riuscito a raccogliere le forze sufficienti per una nuova avanzata. Molti
problemi restano insoluti e qua e là vi sono gravi lacune. Tuttavia ritengo di dover osare, poiché non mi
sarà data una seconda volta l'occasione di avere a disposizione un tale plenilunio e uguali condizioni di
mezzi. Per quanto mi concerne, farò di tutto per ottenere il successo. Fisicamente mi sento bene. Se i
nostri piani si avvereranno, ciò avrà una decisiva influenza su tutta la condotta generale della nostra
guerra. Se falliamo avremo almeno indebolito notevolmente l'avversario".
30 AGOSTO - Ore 23: Rommel sferra un attacco su tutto il fronte di El Alamein; è iniziata la battaglia di Alam Halfa,
cosi chiamata dall’omonima “Cresta” a sud-est di El Alamein nei pressi della quale si svolge la battaglia principale.
Il piano del feldmaresciallo tedesco prevede delle azioni diversive condotte dalla sinistra del suo schieramento
(verso El Alamein), contro il XXX corpo nemico dalla 164a divisione tedesca e dalle divisioni italiane Trento e
Bologna: l’attacco principale è previsto nel settore meridionale delle linee tedesche, contro il XIII corpo britannico,
ad opera della 90a divisione leggera, dei corpo d’armata motorizzato italiano (con le divisioni Ariete e Littorio), le
due divisioni corazzate dell’Afrikakorps (la 15a e la 21a), la divisione Folgore e il Gruppo Recce. Rommel intende
aggirare da sud le posizioni britanniche, spostarsi ad est della Cresta di Alam Halfa e quindi accerchiare l’8a armata
britannica.
L’offensiva di Rommel si è resa necessaria nel momento in cui egli si è reso conto che il tempo avrebbe favorito la
ricostituzione e la riorganizzazione delle truppe del gen. Alexander. In quest’occasione il feldmaresciallo tedesco
dichiara: “La decisione di attaccare oggi è la più grave della mia vita. O si riesce a raggiungere ora il canale di Suez
oppure...”.
Per 5 giorni Rommel attacca, ma sono attacchi brevi, senza andare in assalti in profondità e cercando di risparmiare
carburante; ma è carente anche di viveri. Inoltre gli attacchi si arrestano sui campi minati che i britannici in un mese
hanno disseminato i dintorni di El Alamein.
Ciononostante ha impegnato duramente con attacchi o respingendo contrattacchi inglesi, che fanno lenti lenti
progressi in direzione sud ma a prezzo di gravi sacrifici umani e materiali e che costringono Montgomery a
sospendere degli attacchi. Il nuovo arrivato che è più freddo e calcolatore del precedente, non vuole sprecare
nemmeno più un uomo in una inutile battaglia; ha del resto un buon appoggio degli aerei (tre volte superiore a
quella dell'Asse) e sa che presto ci sarà lo sbarco in Nord Africa.
Ma il 2 settembre anche Rommel è costretto a dare l'alt. E ha già capito che la conquista dell'Egitto è già fallita, e
come uomo è moralmente distrutto.
4 SETTEMBRE 1942 - DIARIO (Rommel) -"Ho trascorso giornate dure. L'offensiva ha dovuto essere
sospesa per difficoltà nei rifornimenti e per gli attacchi aerei del nemico. La nostra vittoria era quasi
sicura. Io mi sento d'altro canto esaurito. Oggi soltanto, per la prima volta dall'inizio dell'offensiva,
sono riuscito a togliermi gli stivali e a prendere un bagno"
16 SETTEMBRE 1942 -DIARIO (Rommel) - (Lungo rapporto al comando supremo della Wermacht). Il 14
gli inglesi hanno effettuato un tentativo di sbarco a Tobruk, con azioni singole contro Gialo, Bengasi e
Barce. E' da ritenere che queste azioni rappresentino dei diversivi e delle azioni di disturbo, intesi a
smascherare le intenzioni del nemico. Comunque, confermano le nostre previsioni di un attacco in
forze al nostro schieramento che, presumibilmente, si svilupperà verso il centro. Le nostre posizioni
sono state concatenate in tanti capisaldi difensivi, articolati in sezioni autonome, saldamente munite,
con legamenti di campi minati e postazioni di artiglierie. Con la riserva mobile e corazzata, io sono in
grado di poter elasticamente muovermi ed intervenire là dove sia necessario. Una maggiore garanzia è
data da sistema misto di interpolazione di reparti nostri a quelli alleati, in modo che le divisioni
possano appoggiarsi reciprocamente e io sono in grado di avere una maggiore sicurezza relativa in
caso di cedimento degli italiani.
Le maggiori difficoltà sono sempre queste segnalate:
a) carenza di benzina e munizioni;
b) assenza di difesa aerea;
c) artiglierie deficitarie."
Ordine del giorno interno e riservato del 25 settembre per il comando dell'A. Korps. Il maresciallo Rommel si reca
"in breve licenza di malattia" in Germania, ed è sostituito temporaneamente dal Generale Stumme, abilissimo
manovratore dei mezzi corazzati, soprannominato "fulmine" sul fronte russo, per la sua decisiva rapidità di azione.
DIARIO - Moser (l'aiutante di Rommel a Gruber in Africa) in data 26 settembre:
"Il signor Maresciallo è stato ad un lungo colloquio con il signor Mussolini a Palazzo Venezia. Egli ha
illustrato la situazione e parlato chiaro sulla gravità della deficienza della benzina e delle munizioni e
sia sul comportamento degli italiani. Il soldato italiano è soprattutto, il suo morale è depresso.
Mussolini ha dovuto suo malgrado dar ragione al signor Maresciallo. Per i convogli ha assicurato che
farà portare a termine dal Comando Supremo l'attacco a Malta e tornerà a prospettare il problema di
Tunisi, su cui il signor Maresciallo ha molto insistito. Il signor Mussolini ha dovuto convenire che la
mancata conquista della Valle del Nilo e dell'insuccesso dell'ultima offensiva vanno addebitati
unicamente alle deficienze dei convogli e dei rifornimenti e non all'A. Korps. Lunghe riunioni al
Comando Supremo e all'Ambasciata. Domani partiamo per il Reich. Il Generale Ramke è in Germania".
Fu così decisa la partenza dall'Italia di un convoglio di cinque navi dirette in Libia a Tobruk. (la Proserpina, la
Tripolina, la Ostia, la Zara e la Brioni. Kesserlring felice comunicò a Stumme con un cifrato Enigma la bella notizia.
Il messaggio fu intercettato a Londra da "Ultra", arrivò sul tavolo di Churchill che non ebbe dubbi cosa fare, a costo
di far scoprire "Ultra".
Il convoglio italiano andò incontro al fatale appuntamento; non una nave si salvò dall'attacco aereo; il 27 mattina
erano già tutte in fondo al mare. Gli inglesi giocarono anche d'astuzia, e per non far scoprire l'esistenza di "Ultra" (i
tedeschi avrebbero potuto cambiare il sistema cifrato di Enigma) inviarono a destra e a manca in modo che
arrivasse al controspionaggio tedesco, un messaggio che ringraziava le radio clandestine degli "agenti" in Italia,
promettendo loro laute ricompense per l'opera svolta.
Inoltre, mentre Rommel e il suo aiutante sono a Berlino, Londra ha deciso di sferrare la grande offensiva, e
Montgomery ha stabilito di attaccare il 23 ottobre in una notte di luna piena, con una finta a sud e un attacco in forze
a nord.
Churchill due giorni prima ha telegrafato al gen. Alexander, comandante in capo delle forze armate
inglesi nel Medio Oriente: “Tutte le nostre speranze sono riposte, in questo momento, sulla battaglia
che voi e Montgomery vi apprestate a scatenare. Può darsi che essa sia la chiave del futuro...”.
E Montgomery, il 22, alla vigilia dell’attacco, ha rivolto una specie di proclama alle truppe: “Quando
assunsi il comando dell’8a armata affermai che il nostro compito sarebbe stato quello di annientare
Rommel e che questo sarebbe successo non appena saremmo stati pronti. Ebbene, ora siamo pronti.
La battaglia che sta per iniziare è una battaglia decisiva e come tale entrerà nella storia... Abbiamo armi
e materiale di prim’ordine, carri armati potenti... e ci appoggia la migliore aviazione del mondo...”.
Nei giorni precedenti Montgomery nel preparare l'attacco, aveva mascherato e mimetizzato (addirittura avvalendosi
di uno sceneggiatore cinematografico - Barkas- e di un illusionista - Maskelyne-) un fortissimo concentramento a
nord (86 battaglioni di fanteria 150.000 uomini, alcune migliaia di automezzi, 3247 cannoni, migliaia di tonnellate di
rifornimenti, 1350 carri armati. 1200 aerei) mentre ha predisposto un altro contingente di molto inferiore (circa
45.000 uomini) disordinatamente a sud, che ha tratto in inganno Rommel prima di partire; più che convinto che gli
inglesi con le forze che disponevano a sud non potevano non prima di novembre scatenare un offensiva.
L’attacco sferrato alle ore 21,30, sorprende nettamente le forze dell’Asse e il generale Georg Stumme. Al fuoco delle
solite artiglierie inglesi che ogni giorno iniziavano a sparare, le forze dell’Asse avevano l’ordine di non rispondere
per risparmiare munizioni. Quindi nella prima mezz'ora dell'attacco nemmeno si rispose.
Il piano inglese prevedeva l’attacco decisivo nel settore nord da parte della fanteria del XXX corpo inglese e delle
divisioni corazzate del X corpo; al XIII affidate le azioni diversive.
Alle ore 22: I tre corpi inglesi lanciano il loro attacco in forze; l'offensiva provoca scompiglio nelle forze dell’Asse
che tuttavia reagiscono prontamente.
Se per l'Asse la situazione divenne critica, non è che gli inglesi riuscirono nei campi minati a passeggiare.
Due divisioni corazzate riuscirono ad aprirsi un corridoio, ma una rimase intrappolata. Montgomery il mattino
seguente sarà costretto a spostare verso nord il cardine dell’offensiva, affidandola alla 9a divisione australiana con
la copertura della 1a divisione corazzata che ha violenti scontri attorno alla Cresta Kidney con perdite molto pesanti
da parte della 15a divisione corazzata tedesca, ridotta in breve tempo 39 carri dei 119 che ne aveva all'inizio a
disposizione.
Il compito degli italiani era difendere le posizioni mentre gli eventuali attacchi erano affidati ai mezzi corazzati
tedeschi che però unico l’handicap era quello di essere distribuiti un po’ lungo tutto il fronte perdendo così la forza
d'urto di un eventuale contrattacco.
Ma Stumme -poverino appena arrivato da due giorni- probabilmente fu disperato. Muore (secondo alcune fonti) di
apoplessia, con un un colpo di rivoltella alla tempia, secondo altri; altre versioni, che cadde dal predellino dell'auto
senza che il suo autista se ne accorgesse, fu dato per disperso, poi ritrovato molte ore più tardi.
Tuttavia italiani e tedeschi si sono difesi bene, e Montgomery prima deve rallentare l'offensiva poi sospenderla.
Convoca i suoi generali e li sprona a riprendere l’avanzata con la determinazione delle prime ore. A Londra intanto
si attendono notizie decisive che non arrivano: Churchill è furibondo, minaccia addirittura di far “saltare”
Montgomery; sembra che esclami: “E' mai possibile che non si riesca a trovare un generale che sia capace di
vincere una battaglia?”.
Intanto è rientrato Rommel che resosi conto della gravità della situazione adotta le sue contromisure.
26 OTTOBRE 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante) "La pressione di Montgomery si fa più forte sul fronte di
el Alamein; la RAF attacca notte e giorno. I rifornimenti scarseggiano. Il 23 ottobre a sera, c'è stata una
preparazione gigantesca di artiglieria da parte dei britannici, poi seguito da un attacco notturno sulle
direttrici della costa. Il Generale von Stumme (che ha sostituito Rommel) è rimasto ucciso mentre
ispezionava la linea di battaglia. Il Maresciallo Rommel subito messo al corrente, è stato richiamato in
Africa, dove è giunto oggi 26 ottobre. La situazione è gravissima".
27 OTTOBRE 1942 - DIARIO (Rommel) - "Siamo impegnati in duri combattimenti. Nessuno può
immaginare quali responsabilità pesino sulle mie spalle. Bisogna ancora una volta ricominciare da
capo. Ma ora le condizioni sono eccezionalmente sfavorevoli. Tuttavia io spero di poter di raggiungere
la meta. Sacrificherò le mie estreme forze per conseguirla".
Inviato cifrato a Roma e a Berlino in data 29 ottobre:
"Ho parlato chiaro al Comando Supremo italiano. L'aggressività e la superiorità in mezzi del nemico ci
pongono in condizione di dover subire ogni iniziativa...Carburante e Munizioni scarseggiano
paurosamente... Io sono decisamente pessimista....Dispero di poter fronteggiare oltre il nemico e di
bloccare la sua avanzata verso Tripoli.... Non ritengo che possiamo resistere per oltre 24 ore...Le
truppe dell'A. Korps si battono oltre ogni umana resistenza..."
Il giorno dopo, il 28, Rommel lancia una serie di contrattacchi contro le linee britanniche (in particolare contro la 1a
divisione corazzata) con l’unico risultato di veder ulteriormente assottigliarsi il numero dei suoi mezzi corazzati: alla
fine della giornata infatti risulteranno distrutti o catturati dal nemico 61 carri armati della 15a divisione corazzata
tedesca e 56 della divisione corazzata italiana Littorio. Durissimi sono gli scontri a Tell el-Aqqaqir. Ma sa anche che
è un'impresa disperata resistere. Fino al punto di scrivere e lasciare questa lettera alla moglie:
DIARIO - Lettera di Rommel alla moglie (pari data)
"La battaglia infuria e probabilmente sfonderemo ad onta di tutte le gravi difficoltà. Potrebbe anche
darsi che naufragheremo, nel qual caso tutto il corso della guerra ne verrebbe sfavorevolmente
influenzato poiché tutta l'Africa del Nord cadrebbe in mano degli inglesi. Ciò potrebbe avvenire nel
corso di pochi giorni e pressoché senza battaglia. Noi facciamo tutto quanto è umanamente possibile
per vincere. Purtroppo la superiorità del nemico è enorme. Che la cosa ci riesca, che io vinca o meno la
battaglia è nelle mani di Dio. La vita è dura per uno sconfitto, io guardo dritto innanzi verso il mio
destino poiché la mia coscienza è tranquilla. Quanto era umanamente possibile fare io l'ho fatto, e non
mi sono risparmiato personalmente. Dovessi rimanere sul campo di battaglia, desidero rendere grazie a
te e al ragazzo per tutto l'amore e la tenerezza che avete voluto donarmi nella mia vita".
Il 29 formazioni della RAF bombardano a lungo le truppe corazzate italo-tedesche che stanno cercando di
riorganizzarsi in vista di un nuovo contrattacco.
Verso sera Rommel può contare su 148 carri armati tedeschi e 187 italiani, una vera miseria se si considerano gli
800 mezzi corazzati di cui dispongono gli inglesi. La “volpe del deserto” usa tutte le sue arti di tattico e di stratega,
ma si rende perfettamente conto che la battaglia è persa. Continuano gli attacchi, sul fronte nord, della 9a divisione
australiana che verso sera si trova in prossimità della strada costiera, dopo essere penetrata a cuneo nello
schieramento nemico. Rommel accorre nel settore con la 90a divisione leggera e con la 21a divisione corazzata
tedesche: il settore lasciato sguarnito da quest’ultima unità viene affidato alla divisione italiana Trieste, fino a quel
momento in riserva.
Gli italo-tedeschi cercano di disporsi per un nuovo attacco contro le posizioni britanniche, ma ne sono impediti
dall’incessante martellamento aereo della RAF. Nella notte sul 29, gli inglesi attaccano in direzione del mare, per
eliminare il saliente che le forze dell’Asse mantengono sulla costa e per tagliare la strada e la ferrovia litoranee.
Giungono fin quasi alla strada, ma la loro avanzata è bloccata dai difensori del caposaldo Thompson.
DIARIO - Altra LETTERA di Rommel alla moglie in data 29 ottobre sera:
"La situazione è sempre molto seria. Quando riceverai questa lettera il nostro destino sarà già segnato.
Ci restano solo poche speranze. Trascorro le notti insonni, poiché il peso delle responsabilità
m'impedisce di dormire. Sono mortalmente stanco".
Invio cifrato ai Comandi Supremi di Berlino a Roma. Insisto sulla necessità di una "tattica mobile" per
non farci logorare fino alla distruzione completa".
Da Roma, un telegramma in cifra dà come probabile la nomina del principe Ereditario italiano a
comandante in capo delle truppe italo-tedesche del settore del Mediterraneo. Umberto di Savoia è
nominato Maresciallo".
30 OTTOBRE 1942 - DIARIO (Rommel) - "E' subentrata una certa calma. Riesco a dormire e sono di
nuovo di buon umore. Ora io spero che potremo ottenere un successo.
Inviato cifrato ai Comandi Supremi di Berlino e di Roma:
"E' condizione assoluta per non essere travolti senza possibilità di frenare l'avversario fino a Tripoli,
che si riesca a sganciarsi dall'avversario evitando il logoramento. Insisto ancora per una tattica mobile
e perché il fronte venga portato ad oltre 90 km ad ovest di el Alamein, all'altezza del 28 meridiano...
Urge perciò dare ordini per la consegna degli automezzi in dotazione ai reparti dell'A. Korps affluiti
precedentemente ad occidente...."
1 NOVEMBRE 1942 - DIARIO (Diario)- "Di nuovo per noi la situazione è oscura! a parte questo mi sento
fisicamente bene. Otto giorni orsono ero ancora ai sette cieli!" - Inviato cifrato al Comando Supremo
della Wermacht. in data 1° novembre: "E' di vitale importanza sganciarsi dal nemico"
"Nuovi durissimi combattimenti sono in corso e non si svolgono a nostro favore. Il nemico ci attacca
con indiscutibile superiorità, cacciandoci dalle nostre posizioni. Per noi è la fine! La battaglia è perduta.
Le masse nemiche ci sommergono letteralmente. Io ho tentato di salvare alcune unità dell'Arma. Mi
riuscirà? Di notte mi agito insonne e spremo il mio cervello per trovare una via d'uscita dalla catastrofe.
Abbiamo dinnanzi a noi giorni duri. Forse più gravi della nostra vita. Invidio i morti che hanno chiuso il
loro destino".
2 NOVEMBRE 1942 - Alle ore 1 di notte, il XXX corpo dell’8a armata britannica si lancia all’attacco per attuare
l’operazione “Supercharge”, come denominata in codice l’offensiva di sfondamento. Coperta da un imponente
sbarramento di artiglieria, la 2a divisione neozelandese apre un nuovo corridoio nei campi minati nemici, liberando
la strada alla IX brigata corazzata.
Ma all’alba le batterie anticarro italo- tedesche fanno strage dei carri della brigata inglese, distruggendone il 75%,
anche se non riescono a respingerla oltre i campi minati. Il X corpo manda al soccorso i suoi carri, mentre la 1a
divisione corazzata inglese viene impegnata in furiosi scontri presso Teli el-Aqqaqir, a ovest della Cresta Kidney.
Verso sera, Rommel dispone in prima linea di soli 32 carri pienamente efficienti.
3 NOVEMBRE 1942 - Ma anche gli inglesi, nonostante la superiorità il giorno dopo sono in difficoltà. Del resto
proprio dal gen. Alexander, parte un telex per Churchill in questi termini: “Il nemico si batte con la forza della
disperazione, ma noi lo stiamo assalendo duramente e senza tregua infliggendogli, senza pietà, colpi gravissimi.
Crediamo che cederà presto...”.
4 NOVEMBRE 1942 - Quello che invia Alexander al suo capo è ottimistico, mentre quello che riceve Rommel dal suo
è una doccia fredda funerea: "Alle 10,30 riceve un telegramma di Hitler “...Nella situazione nella quale vi trovate non
ci può essere altro pensiero che quello di resistere, di non cedere di un passo e di impegnare nella battaglia ogni
uomo e ogni arma ancora utilizzabili... Nonostante la sua superiorità, anche il nemico sarà allo stremo delle forze.
Non sarebbe la prima volta nella storia che la volontà più forte trionfa sui battaglioni nemici più forti. Alle sue truppe
lei non può indicare nessun’altra via se non quella che porta alla vittoria o alla morte”.
Gli inglesi sferrano un micidiale attacco. Inutile, disperata difesa delle truppe italiane: la divisione corazzata Ariete,
la Littorio e la divisione motorizzata Trieste sono annientate o circondate; 30.000 uomini fatti prigionieri (20.000
italiani, 10.000 tedeschi). E non potevano fare altrimenti, perchè erano tutti appiedati, senza nessun mezzo per
ripiegare, solo i tedeschi ne avevano a disposizione, gli italiani quasi nessuno. Di fronte a questo disastro Rommel
a dispetto degli ordini di Hitler dà l’ordine di ripiegare. Ne salva così circa 70.000.
A sacrificarsi e per consentire lo sganciamento delle altre divisioni, resta la Folgore.
I "resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane" (la citazione è della BBC
inglese, dell'11 novembre a battaglia conclusa)
7 NOVEMBRE 1942 DIARIO (scrive l' aiutante) - "Il signor Maresciallo è nero. La situazione è perduta. Il
Fuhrer ha inviato il 4, un messaggio personale a Rommel in cui impegna l'onore di tutti noi dell'A.
Korps, al fine di non cedere un metro di fronte al nemico. La situazione però, vista dal Comando
Supremo di Berlino è diversa dalla realtà in questo infernale deserto. Il Fuhrer ha scritto che con lui, il
popolo germanica ha piena fiducia nel signor Maresciallo ed in quello delle nostre truppe in Africa,
invitandoci di inchiodarci al terreno e a non indietreggiare di un passo, gettando nella mischia ogni
uomo, ogni fucile. Confida nell'esaurimento delle forze e nell'aggressività del nemico, e nella dura
volontà dei nostri soldati. Per il Fuhrer l'A. Korps non ha qui che due alternative: la vittoria o la morte".
Anche il signor Mussolini e il Maresciallo Cavallero hanno mandato messaggi personali dello stesso
tenore. Il signor Maresciallo ha risposto subito al Fuhrer ignorando il Comando Supremo della
Wermacht, chiedendo l'autorizzazione già sollecitata da noi in precedenza inutilmente, di contrapporre
alla tattica di sistematico annientamento delle nostre forze usata dai britannici per terra e dall'aria un
sistema elastico, con azioni di movimento agili, onde sottrarsi all'iniziativa e alla superiorità avversaria
ed evitare di dover essere definitivamente cacciati dall'Africa.
Durante la battaglia siamo costretti per 48 ore di fila a lavorare alla cifra. Von Rintelen è poi riuscito a
ottenerci libertà di manovra al Comando Supremo italiano. Ma penso che ormai la Fuka è perduta per
sempre: siamo alla vigilia della Dunkerque africana! Il signor Maresciallo è triste. Molti nostri camerati
sono eroicamente caduti insieme agli italiani. Le truppe della "Folgore" sono alla pari con i nostri
migliori soldati. Abbiamo da cinque giorni sollecitato al Comando Supremo italiano l'invio di automezzi
per sottrarre le truppe appiedate italiane alla dura sorte di essere annientate o di cadere prigioniere.
Forse questa sarà la nostra sorte di noi tutti dell'ACIT. E' preferibile cadere sul campo....Ormai la rotta
si è iniziata...Confidiamo solo in Dio....Andiamo verso Marsa Matruh".
Ancora dal Diario scritto dall'aiutante in data 9 novembre:
"Notte tragica, il nemico è sbarcato in Marocco e sta entrando in Algeria. L' A.Korps non vedrà più
l'Europa".
LO SBARCO IN MAROCCO
8 NOVEMBRE 1942 - Nella notte, il Corpo di Spedizione Alleato partito dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti si presenta
davanti ai porti di Algeri, Orano e Casablanca: l’operazione “Torch”, decisa il 25 luglio, è entrata nella sua fase
esecutiva. Sono 500 navi da guerra e 350 trasporti suddivisi in tre raggruppamenti: Task Force navale occidentale
(contramm. Hewitt, USA) che sbarca truppe (gen. Patton, USA) a Casablanca in Marocco; Task Force navale centrale
(commodoro Troubridge della Royal Navy) che sbarca le sue truppe (comandate dal generale americano Fredendall)
a Orano in Algeria; Task Force navale orientale (contramm. Burrough della Royal Navy) che sbarca le sue truppe
(comandate dal generale americano Ryder) ad Algeri. Il comando generale delle forze navali è affidato all’ammiraglio
inglese Cunningham, il comando supremo dell’operazione è detenuto dal gen. Dwight D. Eisenhower. L’accordo per
l’operazione era stato raggiunto da Churchill e Roosevelt il 25 luglio.
Lo sbarco presso Algeri avviene alle ore 1; vi prendono parte 2 reggimenti USA, 2 brigate britanniche, 2 battaglioni
di Commandos britannici, più 1 reggimento USA che alle 5,30 penetra nel porto di Algeri.
Il gruppo centrale sbarca alle 1,30, nei pressi di Orano, 1 divisione, 1 battaglione corazzato, 1 battaglione di
Rangers, e poi un battaglione di paracadutisti. Tutto il contingente è americano.
Il gruppo occidentale sbarca alle ore 5, presso Casablanca, truppe USA comprendenti 1 divisione e 2 reggimenti di
fanteria, 3 battaglioni corazzati e unità speciali.
L'ammiraglio francese Darlan (dissociandosi da Petain - o in accordo segreto) ha firmato un armistizio con gli
anglo-americani e concede il passaggio in Algeria. La flotta francese ancorata a Tolone per non cadere in mano
tedesca si autoaffonda.
Il "voltafaccia" della Francia-nazista, non era che il preludio del "voltafaccia" dell'Italia pochi mesi dopo.
Gli anglo-americani non trovando così nessuna resistenza sulla costa africana francese, cercheranno di
raggiungere la Tunisia, dove si concluderà il 12 maggio 1943 l'"Avventura Africana" dell'Italia.
NOTA - Quando ci fu questo sbarco degli anglo-americani, Hitler volendo dare una dimostrazione di forza, dispose
(FINALMENTE!) l'invio di un forte contingente di truppe e di mezzi per impadronirsi della Tunisia. Ed infatti
Eisenhower che era a capo della "operazione Torch", fu battuto sul tempo, e non riuscì a contrastare l'occupazione
del territorio tunisimo da parte di Rommel, che ricevette questi rinforzi proprio mentre si stava ritirando dalla Libia.
Ma era ormai troppo tardi e l'occupazione della Tunisia influì ben poco sulle successive sorti generali del conflitto.
William Shirer nella Storia del Terzo Reich scriverà: " Se il Fuhrer avesse mandato qualche mese prima soltanto un
quinto di quelle truppe e di quei carri armati a Rommel, probabilmente la "volpe del deserto" in quel momento si
sarebbe trovata al di là del Nilo, lo sbarco angloamericano nell'Africa del Nord non avrebbe avuto luogo e il
Mediterraneo sarebbe stato irrimediabilmente perduto per gli alleati, e così sarebbe stato salvaguardato il punto
vulnerabile del corpo dell'Asse"
10-12-13 NOVEMBRE 1942 - DIARIO (Rommel) "Da quando il nemico ha conquistato Tobruk non sono
più riuscito a scrivere. Abbiamo pochissimo respiro, perché il nemico ci incalza sempre con la sua
superiorità". Inviato cifrato a Roma in data 12 novembre:
"L'investimento della linea Marsa Brega-el Agheila-Marada è in atto. E necessario di nuovo ritirarsi".
Ieri sono corso in giro per tutto il giorno senza programma con la terribile sensazione di non poter
salvare nulla. Io sono riuscito a fare l'impossibile, per cui questa amara fine è insopportabile".
13 NOVEMBRE 1942 - DIARIO (scrive l' aiutante.) Con ordine del Maresciallo Rommel viene inviato un
lungo rapporto a Roma e a Berlino per insistere sulla necessità di ritirarsi fino in Tunisia, sulla linea di
Gabes. Documentazione sulle responsabilità della mancata occupazione tempestiva della Tunisia, e da
oggi sarà dura a tenersi dopo lo sbarco alleato in Algeria, e il potenziamento dei dissidenti deigaullisti e
delle manovre politiche".
14 NOVEMBRE 1942 - (LETTERA di Rommel alla moglie) - "Oggi siamo di nuovo premuti in direzione di
occidente. Personalmente sto bene ma tu puoi immaginare come lavora la mia testa. Dobbiamo essere
grati per ogni giorno che passa senza che il nemico riesca ad inchiodarci. Io non so quanto questo
potrà durare. Tutto dipende dai rifornimenti di benzina che dovrebbero giungerci con mezzi aerei.
Come potremo vincere questa guerra se perdiamo qui in Africa? Quale sarà la nostra fine? Se io
potessi soltanto liberarmi da questo pauroso pensiero!"
L'aiutante Moser aggiunge al DIARIO lo stesso giorno: "Siamo in arretramento a gran velocità: Il signor
Maresciallo reputa necessario ritirarci in Tunisia. Gli italiani insistono per difendere la Tripolitania, il
che ci ridurrebbe ad un ulteriore logoramento delle nostre forze. Il maresciallo Rommel è sereno,
malgrado i duri colpi subiti. Tour gli ha fatto leggere ieri sera il proclama del Generale Montgomery
all'VIII Armata, prima dell'offensiva di El Alamein in cui è riportato l'ordine del Generale Alexander che
dice testualmente "distruggere Rommel e le sue truppe". Il signor Maresciallo ha ribattuto che se
avessimo avuto benzina a sufficienza a quest'ora noi saremmo sul Canale di Suez, e non in procinto di
essere buttati a mare, ed ha aggiunto: "se date cinque carri armati a me e cinque a lui (Montgomery)
mettendoci in una zona isolata del deserto con uguali riserve di benzina, allora vedrete chi di noi due è
più bravo!".
"Il Generale Kesserlring continua ad asfissiarci con i suoi cifrati. Da Roma ci sono giunte preoccupanti
notizie sulla situazione italiana. Al Comando Supremo italiano l'atmosfera è oscillante, grigia e gravida
di elettricità. Le ostilità contro di noi aumentano: a Napoli vi sono stati incidenti fra i soldati di Bech e i
marinai. Si teme, negli ambiente della Corte vi siano correnti che premono sul Re d'Italia perchè
prenda in mano la situazione interna italiana e limiti l'autorità del Primo Ministro (Mussolini). Voci
darebbero sicuro al nostro servizio informazioni che la Principessa ereditaria, MARIA JOSE', abbia
avuto, tramite una sua amica francese, dei contatti con diplomatici americani ed inglesi in Svizzera per
una pace separata. Sarebbe mostruoso!
D'altronde anche qui gli italiani sono demoralizzati e ci sono ostili. Le forze del nemico sono
preponderanti. I carri armati Grant e Shermann sono più efficienti dei nostri. Ieri vi è stato un nuovo
incidente fra il signor Maresciallo e il Generale Barbasetti del Comando italiano. Keudell non dà notizie
dalla Tunisia. Il Maresciallo Cavallero capo del Comando Supremo italiano sarebbe stato silurato "per
ordine del Re d'Italia" e gli succederebbe secondo von Rintelen, il Generale Geloso".
23 NOVEMBRE 1942 - DIARIO (aiut.) - Il Maresciallo riceve rapporto di S. da Roma, in data 22 novembre
1942, portato in aereo da Kramer:
"La situazione da lei proposta circa il totale ripiegamento in Tunisia di tutte le forze dell'Asse in Africa,
è stata accettata in linea di massima dal Comando Supremo italiano, malgrado le resistenze del
Comando Italiano dell'Africa e una certa reazione degli ambienti politici, restii a perdere la colonia e
soprattutto Tripoli a cui sono legati ricordi sentimentali della storia italiana.... Per il ripiegamento il
piano va bene.....Può darsi come avviene qui a Roma che all'ultimo momento forse per intervento del
Re sia dato qualche contrordine per ciò che riguarda Tripoli....Lei è autorizzato a non modificare i suoi
piani...."
Il signor Mussolini ha scritto un messaggio personale al Fuhrer che von Mackensen ha letto al conte
Ciano in copia, in cui insiste perchè venga tenuta la linea Marada-el Agheila, chiedendo inoltre un
aumento della Luftwaffe e della Flak. Il Generale Kesselring è scettico, Il rapporto del Generale von
Pohl è stato accolto con gravità.
28 NOVEMBRE 1942 - DIARIO (aiut.) - Ricevuto cifrato da Berlino: "Il signor maresciallo Rommel si reca
in aereo in Germania per esporre personalmente al Fuhrer e al Comando Supremo della Wermacht la
situazione e far approvare i piani per la ritirata in Tunisia"
Il 30 Novembre Goering si è portato a Roma per recare a Mussolini le decisioni del Fuhrer circa l'Africa.
1° DICEMBRE 1942 - DIARIO (aiut.) - Cifrato da Berlino: "Domani rientrerà in Africa il Maresciallo
Rommel. Ripiegamento sulla linea di Buerat".
3 DICEMBRE 1942 - DIARIO (aiut.) - "Tre divisioni corazzate verranno dal Reich: la "Hitler", la "Goering"
e la "Deutchaland". Si profila ancora una volta il problema del comando".
Inviato cifrato a Roma in data 17 dicembre 1942: "Non è possibile tenere la linea di Buerat in queste
condizioni. La disponibilità di benzina e di munizioni è venti volte al di sotto della necessità.
Gravissima la carenza di automezzi. Dalla Tunisia non giunge nulla. Impegnarsi qui significherebbe
rimanere annientati dal nemico, che ha una superiorità schiacciante e lascia il varco aperto verso
l'ultimo bastione dell'Asse sul continente africano (Tunisi). Urge accettare il piano di Rommel per una
ritirata elastica con azioni di ritardo, fino alla linea di Gabe, già proposta".
19 DICEMBRE 1942 - DIARIO (Rommel)- "Attendiamo ogni giorno un attacco nemico da occidente. Con
questo sarà sigillata la nostra fine!"
22 DICEMBRE 1942 - DIARIO (aiut.)- Ricevuto cifrato da Roma: "Von Arnim dovrebbe sostituire il
Maresciallo Rommel la cui salute lascia a desiderare"
7 GENNAIO 1943 - DIARIO (aiut.) - Inviato cifrato a Berlino: "Rommel chiede di essere esonerato dal
Comando per ragioni di salute. Il Comando Supremo rifiuta",
19 GENNAIO 1943 - LETTERA di Rommel alla moglie: "Siamo di fronte a tempi duri. Ogni tedesco in
piccolo o grande che sia deve lavorare per la guerra senza riguardo per le sue possibilità, la sua
situazione sociale, il suo patrimonio o la sua età. Cercati tempestivamente un lavoro che comunque ti
confaccia. Devi anche pensare di Manfred (14 anni), che fra breve sarà destinato al lavoro, oppure
dovrà servire nell'antiarea. Ne va' della vita della Germania. Te lo dico senza riserve perché voglio che
tu sia preparata alle prossime vicende. E' meglio prepararsi tempestivamente all'inevitabile, perché
allora il trapasso è meno pesante da sopportare. I nostri nemici specie i russi hanno naturalmente
anche loro tempi duri. Da tempo essi hanno, con ogni brutalità mobilitato tutto il popolo fino alle ultime
forze e danno tutto quanto possono. Solo così si spiegano i loro successi."
21 GENNAIO 1943 - DIARIO (aiut.) Inviato cifrato di Rommel a Berlino: "Assicuro che farò in modo da
salvare fino all'ultimo uomo ed all'ultimo carro armato dell'A. Korps."
23 GENNAIO 1942 - Tripoli è abbandonata da italiani e tedeschi. Gli inglesi alle 5 del mattino entrano a
Tripoli. Finisce così il dominio italiano sulla Libia.
25 GENNAIO 1943 - DIARIO (Rommel) - "Siamo condannati ad essere sepolti in Africa. L'A.Korps ha
fatto quanto era nelle umane possibilità ed almeno il suo onore è salvo, Giorno e notte sono assillato
dal pensiero che noi saremo costretti a subire una completa disfatta in Africa. Sono così depresso che
mi è quasi impossibile lavorare".
NOTA dell'aiutante: Ricevuto cifrato da Roma, in pari data: "Il signor Mussolini ha chiesto che il signor
Rommel sia sostituito dal Generale Messe del Comando supremo italiano";
Nota: "Incidente dell'altro ieri con il Maresciallo Cavallero".
27 GENNAIO 1943 - DIARIO (Rommel) - L’ 8a armata britannica è alla frontiera tra la Libia e la Tunisia. Il
12 febbraio dilagherà in Tunisia.
28 GENNAIO 1943 - DIARIO (Rommel) - "Le mie condizioni di salute non mi permettono più di tenere
ulteriormente il comando. Altri punti di vista naturalmente giocano il loro ruolo, soprattutto la
questione del prestigio. I mie soldati mi fanno pena cordialmente, perché sono legato a loro da
profondo affetto".
31 GENNAIO 1942 - DIARIO (aiut.) Ricevuto cifrato da Roma e Berlino: Il generale Ambrosio sostituisce
il Maresciallo Cavallero al Comando Supremo italiano. L'Ammiraglio Raeder è stato sostituito da
Doenitz".
Il 1° FEBBRAIO 1943 - Arretrati in Tunisia l'A. Korps si schiera in due parti; quella italiana comandata da Messe a
sud con 4 divisioni italiane e due tedesche (che sono reduci dalla Libia), e quella tedesca - la 5a armata- a nord
comandata dal generale von Arnim con tre divisioni tedesche e due italiane. Dovrebbe comandarle sul campo
Rommel, ma sulla carta è l'Alto Comando italiano a Roma che decide la condotta strategica delle operazioni.
Kesserlring vola a Berlino per farsi ascoltare, ci resta una settimana, ma Hitler ha altro per la testa: ha l'assedio di
Stalingrado. Ma qualcosa ottiene, quello che gli è stato sempre rifiutato. Sembra solo ora rendersi conto Hitler che
se cade l'Africa, agli inglesi non resta che montare sulle navi, risalire l'Adriatico ed averli alle spalle magari dentro la
stessa Germania.
Ma quando arrivano questi rifornimenti, anche in Tunisia le truppe dell'Asse sono stretti dentro una morsa come a
Stalingrado; in una grande gigantesca tenaglia anglo-americana che deve solo chiudersi.
Inoltre ora uno dei maggiori protagonista di tutta l'A. Korps, non è più lui, Rommel sta male.
8 FEBBRAIO 1943 - LETTERA dell'aiutante alla signora Rommel: "D'incarico del prof. Forster le
comunico che il Maresciallo soffre di depressione per cui diventa completamente pessimista e perde
ogni speranza. Io gli assicuro che egli è trattato con ogni riguardo e tutti coloro che lo conoscono gli
augurano una pronta guarigione".
Inviato cifrato a Berlino: "I resti della A. Korps sono ormai al sicuro verso la linea del Mareth, dopo una
durissima ritirata da el Alamein". (POI SILENZIO PER 20 GIORNI)
14 FEBBRAIO - ORE 4 - Le forze italo-tedesche del gen. Jùrgen von Arnim sferrano un violento attacco contro le
truppe alleate della 1a armata che preme da occidente sulla Tunisia. Il piano di attacco è di Rommel e prevede lo
sfondamento dello schieramento alleato in direzione di Kasserine e Tebessa per puntare successivamente, in caso
di successo, su Bona e Costantina. Alla testa dell’armata alleata è il gen. Anderson che dispone del V corpo
britannico (a nord), del XIX corpo francese (al centro) e del lI corpo americano (a sud). Le forze dell’Asse
comprendono una parte della 5a armata di von Arnim e parte dell’Afrikakorps di Rommel (nel settore meridionale).
L’azione di von Arnim ha successo e gli italo-tedeschi conquistano Sidi Bou-Zid e isolano gli americani che tengono
Djebel Lessouda e Djebel Ksaìra, rispettivamente a nord e a sud di Sidi Bou-Zid.
Il 15 FEBBRAIO l’Afrikakorps di Rommel attacca nel settore meridionale dello schieramento e conquista Gafsa.
Intanto nel settore di Sidi Bou-Zid un contrattacco americano (1a divisione corazzata) viene respinto.
Il 16 FEBBRAIO l’8a armata del gen. Montgomery arriva a Médenine, pochi km a sud di Mareth dove Rommel si è
attestato sulla cosiddetta “linea del Mareth”. Costruita dai francesi tra il 1934 e il ‘39 tra Djebel Dahar e il mare
presso Mareth appunto, per difendersi da un eventuale attacco italiano dalla Tripolitania, la linea difensiva del
Mareth, chiamata enfaticamente la “Maginot del deserto”, è formata in realtà da poche decine di fortini nella zona
costiera, e da qualche buona posizione fortificata in quella montana.
IL 17 FEBBRAIO l’Afrikakorps di Rommel avanza e raggiunge Feriana, puntando verso Kasserine.
Il 19 FEBBRAIO Rommel lancia la 21à Panzerdivision a nord, in direzione di Le Kef dove è appostata la 6a divisione
corazzata britannica: l’obiettivo finale resta Tebessa.
il 20 FEBBRAIO Le forze dell’Asse vengono ristrutturate: senza che nessuno dica nulla a Rommel, viene destinato il
gen. Messe ad assumere il comando della 1a armata italiana.
28 FEBBRAIO 1943 - LETTERA dell'aiutante alla signora Rommel inviata con molto ritardo: "Desidero
farle in ordine cronologico le seguenti comunicazioni:
Ai primi di febbraio le condizioni di salute, morali e fisiche di suo marito erano in tale stadio che il prof.
Forster ritenne indispensabile una convalescenza di almeno otto settimane, Il 20 febbraio egli avrebbe
dovuto secondo gli ordini del Quartier Generale del Fuhrer, "partire in licenza".
La gravissima situazione militare ha avuto una deleteria influenza sulla salute di suo marito.
Il Comando Supremo italiano inviò un successore senza preavviso ufficiale e senza che suo marito
fosse stato interpellato. Si aspettava il suo arrivo per annunziare che suo marito era malato. Egli non ha
però mai voluto essere ammalato ed è meglio così. Egli appartiene ai suoi soldati. Se egli avesse
personalmente fissata la data della sua partenza e qualche giorno più tardi si fossero verificati degli
avvenimenti spiacevoli, gli avrebbero rinfacciata la sua partenza intempestiva, e gli avrebbero
rimproverato di non aver previsto bene le cose. Durante questo lasso di tempo divennero necessarie
alcun operazioni contro gli inglesi che non abbisognavano di rinforzi: dovevano parteciparvi truppe di
entrambe le armate. Allorchè egli si accorse dell'invidia che predominava, lasciò agli altri il comando. Il
successo non venne sfruttato abbastanza e il Maresciallo fece una proposta molto intelligente, che
purtroppo non venne attuata per metà. Egli allora decise di condurre di nuovo le operazione, e potè
così riprendere in mano le faccende militari.
Quella sera egli ordinò una bottiglia di Champagne, e si paragonò ad una vecchia rozza di cavalleria
che sente suonare la fanfara. In prosieguo di tempo, le sue condizioni migliorarono tanto che tutti
speravano che egli avrebbe ritrovato tutta la sua salute.
Il Prof. lo visitò e trovò che egli era in grado di tenere il comando per otto giorni. Egli rinviò la cura a
più tardi. Io inviai la relativa comunicazione al Quartier Generale del Fuhrer ed allo Stato Maggiore
Generale del teatro d'operazioni del Sud.
Durante il corso delle operazioni ricevemmo la risposta: il gruppo di armate Rommel abbraccia
ambedue le Armate. Questa è stata una nuova testimonianza della fiducia che, non solo il Fuhrer ma
anche il Duce hanno nella persona del Maresciallo anche dopo il lungo periodo di riposo. Egli stesso
aveva sempre temuto il contrario".
Nel frattempo questo era accaduto:
9 FEBBRAIO 1943 - DIARIO (aiut.) - Riunione a Rennouch, presso Gabes, con il Comando Superiore del
Sud, Maresciallo Kesselring. Intervengono: il M. Rommel, il Gen. von Arnim, tedeschi e i generali
Gandin e Messe, italiani. La V armata opera su Sidi Bu Zid e l'A. Korps su Gafsa.
18 FEBBRAIO 1943 - DIARIO (aiut.) Offensiva su Kasserine. Contrasti con il Comando supremo italiano
per il Generale Messe. Il sig, Maresciallo Rommel è pessimista.
22 FEBBRAIO Rommel rinuncia agli attacchi su Sbiba (21a divisione corazzata) e Thala (10a divisione
corazzata), quando cominciano ad affluire i rinforzi della 6a divisione corazzata britannica inviati dal
comandante delle armate alleate, il gen. Alexander.
25 FEBBRAIO - Si conclude la battaglia di Kasserine con l’occupazione della città da parte degli Alleati.
L’attacco dell’Asse ha causato 10.000 morti tra gli Alleati (più della metà americani) contro i 2000
dell’Asse.
28 FEBBRAIO 1943 - DIARIO (aiut.) - "Il maresciallo è di nuovo in forma. Oggi ha scherzato con me
chiamandomi il suo storico. Egli ha detto, presente Gruber, che facevo benissimo a raccogliere
documenti a memoria perché avrei dovuto scrivere per i posteri del Deutch Afrika Korps. Egli a suo
tempo mi darà una mano "Se sarò vivo cosa di cui dispero" ha aggiunto testualmente".
29 FEBBRAIO 1943 - DIARIO (aiut.) - "Oggi iniziamo l'operazione "Capri"; l'A. Korps si farà onore
ancora una volta. Disturberemo il nemico che tenta di attestarsi tra il Mareth e Medonine".
2 MARZO 1943 - DIARIO (aiut.) - Riunione di nuovo a Gabes, con il Maresciallo Kesserlring. Rommel ha
affermato che non intende collaborare con Kesserlring e ne scriverà al Fuhrer".
6 MARZO - Ore 9: sul fronte orientale l’Afrikakorps di Rommel attacca l’8a armata che si trova a est della linea
difensiva del Mareth. Dopo la battaglia di Kasserine, visti inutili i tentativi di alleggerire la pressione a occidente,
Rommel ha fatto un rapido dietro-front per prepararsi ad affrontare l’inevitabile offensiva dell’8a armata britannica
che si accinge ad assalire la linea del Mareth. Le avanguardie delle truppe alleate sono attestate attorno alla località
di Médenine, mentre il grosso è al sicuro dietro campi minati e difese anticarro.
Ore 12: di fronte al fuoco dell’artiglieria anticarro inglese, le forze dell’Asse ripiegano.
9 MARZO - lI feldmaresciallo Rommel, viene richiamato in patria dopo la battaglia di Médenine, fa tappa a Roma e si
incontra con Mussolini cui non nasconde la gravità della situazione. Ma Mussolini replica solennemente: “La
Tunisia deve essere conservata ad ogni costo... Sono del parere del Fùhrer: bisogna conservare la Tunisia”. Il
comando delle forze tedesche in Tunisia è affidato al gen. Jurgen von Arnim, mentre il comando supremo delle
truppe dell’Asse è tenuto dal gen. Giovanni Messe.
9 MARZO 1943 - DIARIO (aiut.) - Rommel ha ottenuto dal Q.G. del Fuhrer l'atteso congedo, a sua
domanda per gravi motivi di salute; lo sostituisce von Arnim nella V Armata, ma il Generale Messe
assume il comando della I Armata e il comando dell'A. Korps in Africa.
Il sig Mar. Rommel parte domani per il Reich. In aereo, ma su questa partenza sarà mantenuto il
massimo segreto per volere del Comando Supremo della Wermacht e personalmente del Fuhrer".
Infatti il cambio della guardia rimane segreto per "ragioni psicologiche" e di prestigio. Montgomery sarà sempre
convinto di battersi contro Rommel, e saprà solo alla fine della battaglia che al Comando d'Armate c'era Von Armin,
e data l'urgenza di nominare in comandante di tutte le forze, Messe gli fu affidato il comando effettivo (il primo e
unico caso di divisioni tedesche agli ordini di un generale italiano).
16 MARZO 1943 - DIARIO (aiut.) - "Rommel è a Wiesbaden. Il Fuhrer ha voluto una sua lunga relazione
di dettaglio che ha inviato a Roma. Ne ha anche scritto al Duce. La salute di Rommel lascia a
desiderare".
(QUI SI INTERROMPE IL DIARIO DI ROMMEL E DEL SUO AIUTANTE)
INTANTO CONTINUANO I COMBATTIMENTI
16 MARZO -Alle ore 20,30 gli anglo-americani attaccano. L'azione principale è condotta da Montgomery con l'VIII
armata. Sono le prime fasi della Battaglia di Mareth-ElHamma-El Guettar.
20 MARZO - Verso sera i neozelandesi riescono a bloccare il Passo di Tebaga. Nella notte le divisioni del XXX corpo
inglese sferrano un attacco frontale contro la linea del Mareth, premendo sulle posizioni tenute dalle divisioni della
1a armata italiana, cercando di circondarla
L'offensiva inglese si svolse sulla linea del Mareth, ma a Montgomery non fu difficile sopraffare lo schieramento del
generale Messe facendolo arretrare di un centinaio di chilometri verso Tunisi.
Nelle battaglie del Mareth, in alcune fasi Montgomery subì anche delle gravose perdite, inviando a Londra messaggi
drammatici "ferma, disperata resistenza". (soprattutto con i tedeschi della V Armata di Arnim che ha ancora mezzi
efficienti e non è appiedato come Messe).
22 MARZO - La 164a divisione leggera tedesca abbandona la linea del Mareth per bloccare i neozelandesi al Passo
di Tebaga e accorre dal nord anche la 21a divisione corazzata tedesca.
La 50a divisione inglese viene ricacciata indietro dalla testa di ponte e Montgomery è costretto a cambiare la
strategia decidendo di sfondare le linee nemiche da sud.
Montgomery un po' titubante, sospese l'azione chiedendo a Londra due settimane di tregua. Ma Londra insistette
per riprendere l'offensiva subito che riprese infatti il 26 MARZO con le nuove forze corazzate provenienti dall'Egitto.
Una manovra aggirante costringe Messe a ritirarsi verso la linea dell'Akarit, iniziando (scrive) una guerra di
movimento (senza mezzi di movimento!). Poi si ritira (a piedi) fino ad Enfidaville. Sono manovre inutili, perché gli
avversari hanno una superiorità schiacciante.
(Messe infatti scrive "..siamo impotenti, di fronte agli stormi alleati che "oscurano il sole")
28 MARZO - Le truppe della 1à armata italiana ripiegano sulla linea dell’Akarit (a nord-ovest di Gabès, sulla strada di
Sfax) dove si sono spostate gran parte delle truppe italo-tedesche: il ripiegamento è lento e ordinato, il contatto con
il nemico mai rifiutato. L’operazione, condotta dal gen. Messe, viene completata in maniera soddisfacente entro i
primi giorni di aprile. Ma le perdite sono state molto pesanti per ambedue le parti.
Patton con i suoi carri armati non vede l'ora di avanzare, di sfondare e di andarsi a prendere un po' di gloria.
Eisenhower che ha fissato il proprio comando ad Algeri assume di persona le operazioni, affermando "la guerra è
fatta di mezzi, mezzi e ancora mezzi". E di mezzi Eisenhower ne ha a volontà.
Sulla battaglia del Mareth, giunse una lunga relazione di Messe a Mussolini a Roma, che il duce più tardi così
commentò "...in quella relazione distribuiva più elogi agli inglesi che non alle forze italiane; eccessivi tali
riconoscimenti ai nemici che si rinfrangevano anche sugli italiani, in quanto dimostravano che i nostri soldati
avevano combattuto contro soldati non di seconda classe ma di prima classe. Oggi, alla luce del tradimento
particolarmente obbrobrioso di Messe, ci si domanda se tutto ciò non fu calcolato e intenzionale, in vista di una
cattività che Messe non poteva escludere dal novero delle possibilità. E' altresì indubbio che Messe, attraverso la
sua relazione, godé di una immediata buona stampa in Inghilterra, ed è altresì documentato dalle fotografie che,
giunto in volo nei pressi di Londra, il Messe fu accolto da uno stuolo di generali non come un prigioniero e italiano
per giunta, ma come un ospite di riguardo" (Articolo di Mussolini, pubblicato sul Corriere della Sera del 1945, poi
raccolti insieme ad altri in "Il tempo del bastone e della carota").
Mussolini infatti, fece pubblicare sui giornali la lettera di Messe, ma eliminò gli "elogi" ai "nemici".
3 APRILE - Opponendo sempre una strenua e ordinata resistenza, le forze italo-tedesche cominciano ad arretrare
verso nord sulla cosiddetta linea di Enfidaville.
5 APRILE . Nella notte l’8a armata del gen. Montgomery sferra un poderoso attacco alla linea dell’Akarit. A
mezzanotte la 4a divisione indiana raggiunge quota 275 aggirando cosi da sud l’Akarit. Ma la linea non viene
sfondata e le truppe dell’Asse possono retrocedere ancora verso nord, verso cioè la nuova linea difensiva di
Enfidaville, una serie di rilievi che si estendono fino al Djebel Mansour e che rappresenta l’ultima protezione di
Tunisi. Le perdite dell’Asse sono enormi: la divisione italiana Centauro è stata sciolta e quelle che sono rimaste non
raggiungono il 50% degli effettivi.
6 APRILE - BATTAGLIA DI AKARIT - Comincia alle ore 23, con il fuoco di 450 cannoni di Montgomery, il quale
dispone anche di 500 mezzi corazzati, mentre la 15a divisione tedesca ne ha soltanto 16. La battaglia dura un giorno
solo, ed è "la battaglia più violenta e selvaggia dopo El Alamein" (scriverà Montgomery).
Nonostante il dovere superiore al coraggio e le numerose perdite, gli italiani debbono retrocedere ancora di 250
chilometri, fino al caposaldo di Enfidaville (luogo dell'ultima battaglia, e di qui arretrando comincerà la difesa ad
oltranza)
7 APRILE - Hitler crede ancora ai miracoli. Mussolini lo incontra a Salisburgo (il vertice si protrarrà fino all’ 11): i due
discutono la situazione militare dopo le cocenti sconfitte degli eserciti dell’Asse su tutti i fronti.
Mussolini vorrebbe che Hitler avviasse trattative per una pace separata con la Russia in modo da rafforzare il fronte
sud-europeo. Ma il Fuhrer non sente ragioni; soggioga il Duce con le sue mirabolanti visioni di vittorie future, anche
in Africa. (“Duce” dice tra l’altro “io vi garantisco che l’Africa sarà difesa. Verdun resistette all’attacco dei migliori
reggimenti tedeschi. Non vedo perché non dovremmo resistere anche noi in Africa. Col vostro aiuto,Duce, le mie
truppe faranno di Tunisi la Verdun del Mediterraneo..”): Mussolini si lascia convincere.
Ma nelle stesse ore in Tunisia l'8a armata inglese si ricongiunge con la 1a armata americana non lontano da Graiba,
nel golfo di Gabès.
Il giorno dopo alla linea di Enfidaville i reparti italiani rimasti senza ordini e isolati sulla destra dello schieramento, si
arrendono dopo aver cercato senza successo di disimpegnarsi.
Il 12-19 APRILE - Solo Enfidaville separa l’8a armata da Tunisi. Si sta avvicinando l’ora dell’offensiva finale.
Per due giorni gli italiani tengono in scacco una intera divisione a Takrouna, facendo fallire il piano di sfondamento
di Montgomery.
Il 22 APRILE -Il gen. Montgomery interrompe l’attacco della sua 8a armata contro la linea di Enfidaville.
Contemporaneamente la 1a armata inglese (al comando del gen. sir Kenneth Arthur Anderson) lancia una serie di
attacchi sulle alture a sud- ovest di Tunisi: il V corpo britannico punta verso Longstop Hill e Peter’s Corner (che
dominano la valle del fiume Medjerda) nell’intento di avanzare su Tunisi passando attraverso la località di
Massicault; il Il corpo statunitense del gen. Bradley attacca in direzione di Mateur (tenendo in particolare conto la
“Quota 609” da cui si domina la cosiddetta “Trappola per topi", una valle attraverso la quale si può arrivare
facilmente alla pianura), mentre al sud il IX corpo britannico avanza verso la pianura di Goubellat.
1 MAGGIO - Gli americani conquistano “Quota 609” ma non riescono a procedere per l’accanita difesa tedesca. In
particolare la 1a divisione corazzata americana è bloccata dalle retroguardie nemiche nella “Trappola per topi” il
grosso dell’esercito tedesco ripiega verso Mateur, dove organizza una nuova linea difensiva.
6 MAGGIO - All’alba si scatena l'azione a fondo su un fronte di tre chilometri; protette da un formidabile fuoco
d’artiglieria (e da 2500 sortite di aerei) la 6a e la 7a divisione corazzata, del IX corpo inglese, riescono dal varco di
Massicault, a penetrare nella pianura alle spalle di Djebel Bou Aoukaz, creando lo scompiglio nelle comunicazioni e
nei collegamenti delle forze dell’Asse. Pur con molta difficoltà, le due divisioni corazzate inglesi riescono a
raggiungere Massicault.
A sud continua l’avanzata delle truppe francesi in direzione di Pont-du-Fahs, mentre a nord, la 9a divisione
americana punta su Biserta e la 1à corazzata americana, superata Mateur, marcia su Ferryville (a nord) e su Protville
(a est).
7 MAGGIO - Gli americani entrano a Biserta, gli inglesi conquistano Tunisi, i francesi raggiungono Pont-du-Fahs. La
resistenza delle truppe dell’Asse comunque continua anche se il generale tedesco Shnarrenberg incaricato della
difesa di Tunisi si è allontanato senza lasciare disposizioni alle truppe. E pure il generale Von Arnim, recatosi a
Roma per conferire, non si è più visto. Così un altro generale, Bayerlein, colpito da reumatismi si è imbarcato proco
giorni prima.
Crollato il settore della 5a armata germanica, la 1a armata italiana è rimasta accerchiata, investita a est dalle forze di
Montgomery. Unica difesa il petto degli uomini quasi senza munizioni.
Questa difesa a oltranza degli italiani in Tunisia è una pagina poco conosciuta della Seconda Guerra Mondiale, ma vi
sono segnate in rosso tutti gli errori, tutte le incompetenze e tutte le irresponsabilità dei comandanti italiani, del
fascismo e della monarchia. Sono invece sottolineate la capacità degli italiani di combattere con la dignità, anche in
paurose condizioni di inferiorità come numero e come armamento.
8 MAGGIO - Un convoglio italo-tedesco, formato da 3 piroscafi, riesce a raggiungere le acque di Tunisi, dove però
viene attaccato da unità inglesi: le navi dell’Asse colano a picco senza poter scaricare nulla. In mattinata il comando
del Gruppo di armate italo-tedesche in Nordafrica segnala che nessuna delle sue unità può muoversi per mancanza
di carburante.
11 MAGGIO - Cessa ogni resistenza da parte delle truppe dell’Asse: gli Alleati hanno conquistato tutto il paese. In
Africa è proclamato il “cessate il fuoco”.
12 MAGGIO - Le truppe tedesche, alcune attraversano il canale di Sicilia con ogni mezzo di fortuna e si mettono in
salvo, altri sono costretti ad arrendersi.
Messe non si arrende, ma si arrocca sulle colline a sud di Tunisi. Fa sapere a Roma che "condividerò la sorte dei
miei soldati, anche con la prigionia se necessario". (sic!)
Mussolini pur lontano, da Roma, con un senso di rispetto, lo lascia libero di prendere le sue decisioni. E Messe il
giorno dopo si arrende.
Ma vogliamo ricordare un particolare: all'invito radio inglese di arrendersi incondizionamente, viene risposto "solo
se ci concederete l'onore delle armi"- "altrimenti?" - "Non ci arrenderemo!".
13 MAGGIO - Tra tedeschi e italiani hanno deposto le armi nella campagna d'Africa circa 250.000 uomini. Il gen.
Alexander invia a Churchill il seguente messaggio: “E' mio dovere informarla che la campagna di Tunisi è terminata.
Ogni forma di resistenza nemica è cessata. Noi controlliamo le spiagge del Nordafrica...”.
Per alleviargli il dolore della cattura, Mussolini promuove Messe Maresciallo d'Italia per meriti di guerra. Ma lui non
segue i prigionieri, vola a Londra come "ospite di riguardo" degli inglesi.
MONTGOMERY nel suo libro di memorie gli italiani li liquidò con poche righe feroci "... si arrendevano a mandrie, al
comando di generali che avevano preparato già le valige".
(righe che in Italia provocarono decine di violenti articoli, un tipo lo sfidò perfino a duello).
Mentre "I suoi soldati" (di Messe) furono scaraventati nel Sud Africa, in Rhodesia; torneranno dalla prigionia nel
1946!. Umiliati perché avevano perso, offesi perché si erano arresi, disprezzati perché gli onori in quel periodo (1946
e successivi) erano riservati tutti ai partigiani; che in Italia dalle caserme era scappati a casa e poi sui monti.
In Africa invece non si poteva fare altrettanto, non era così semplice!
E fra questi, il padre di chi sta scrivendo queste note che nella grande foto della cattura appare al centro.
E per come si svolsero le cose, lui la sapeva molto lunga. Prima di tutto la verità sulla campagna in Africa
(camionista era addetto proprio al trasporto del carburante e dei vari rifornimenti), poi sugli ambigui rapporti (e le
liti) dei generali italiani con i tedeschi; infine la verità su questa singolare "resa" (Montgomery docet)
-----------------------------------------------Arrigo Petacco, in Storia del Fascismo scrive: "Nel dare l'annuncio della caduta della Tunisia, la stampa italiana, una
volta tanto, non nasconde la verità. I giornali scrivono, senza mezzi termini, che adesso l'Italia è direttamente
minacciata, che un tentativo di sbarco sul territorio nazionale è possibile. (Da Tunisi in Sicilia ci si arriva anche con i
pescherecci - Ndr.). Mussolini stesso, in un colloquio con Ambrosio, autorizza ad accelerare al massimo il rimpatrio
delle unità che si trovano fuori dalle frontiere, in Iugoslavia, in Grecia, e altrove. Pare rendersi conto della gravità
della situazione e, per la prima volta, parla di pace separata, non con la Russia, come vagheggiava in passato, ma
con gli inglesi e con gli americani.
Siamo nel maggio del 1943. Alla caduta del fascismo mancano soltanto due mesi. (vol. 4, pag. 1472)
-----------------------------------------------Nello stesso periodo della disfatta in Africa, in Russia si stava consumando
un dramma peggiore, si era in piena tragedia, nel baratro.
-----------------------------------------------NOTA: Il Generale CAVALLERO, rimosso come Capo di Stato Maggiore, finirà in galera prima dell'8 settembre 1943,
accusato da Badoglio di essere antiamericano (!). Si difese con un memoriale affermando che era stato invece
sempre anti-tedesco. Ma lasciato libero l'8 settembre (prima della fuga di Badoglio e il Re) il memoriale finì in mano
tedesca (Badoglio lo lasciò sulla sua scrivania). Ovviamente seguì l'arresto immediato di Cavallero; che dopo 24 ore
era già morto "suicidato" con un colpo di pistola alla tempia destra; lui che era mancino. (Cavallero aveva sostituito
sul fronte greco Badoglio che fu radiato dal comando con tante polemiche sulla stampa. Cioè fu allora stroncata la
carriera di Badoglio. Non ebbe più nessun incarico. Si prese la rivalsa il 25 luglio '43).
Mentre il Generale MESSE, rimosso dal comando dell'Armir in Russia (anche lui con forti polemiche),
successivamente fu inviato in Africa dopo la partenza di Rommel (Assumendo prima il comando delle truppe
italiane poi - con la partenza di Rommel- anche quelle tedesche (!?).
Dopo la sua "cattura" in Tunisia, dopo l'8 settembre '43, dall'Inghilterra rientrò in Italia nel novembre del '43; unitosi
al Re e a Badoglio fu nominato Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Italiane fino al 1945.
Una carriera splendida per un nemico degli Alleati e prigioniero di guerra dopo una resa!
Ancora Montgomery: quando gli chiesero un'opinione sull'armistizio formato dall'Italia, rispose semplicemente "Il
più grande voltafaccia della storia"; gli spiegarono pazientemente che gli italiani, diventavano un'altra cosa, che
non erano più nemici. Lui se ne uscì con una battuta lapidaria "Cobelligeranza? Che roba è?".
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DOVE POI FINI' ROMMEL?
IL 21 LUGLIO Rommel lascia il suo Quartier Generale in Germania, dov'era rientrato, per recarsi a ispezionare le
difese dell’Asse in Grecia e nell’Egeo: è in questo settore infatti che i tedeschi temono un nuovo sbarco alleato.
IL 15 AGOSTO (la destituzione di Mussolini è avvenuta il 25 luglio) troviamo Rommel a Bologna dove avviene un
incontro italo-tedesco a carattere strettamente militare per discutere le rispettive strategie nella penisola: a guidare
le due delegazioni oltre che feldmaresciallo Erwin Rommel c'è il gen. Mario Roatta, capo di Stato Maggiore
dell’esercito italiano. La discussione si svolge in un clima estremamente teso a causa dei sospetti dei tedeschi sui
movimenti di truppe italiane dal Sud al Nord dell’Italia e delle reciproche velate accuse di perseguire fini che non
sono propriamente quelli di due alleati. Il convegno si conclude senza nuove risoluzioni: lo scontro è solo
rimandato (all'8 settembre, quando al mattino viene data a Rhan, la "parola d'onore" di Badoglio, che "l'Italia non
tradisce l'alleato tedesco, marceremo con voi fino in fondo" )
Nel frattempo gli italiani iniziato il laborioso negoziato con gli Alleati con il gen. italiano Giuseppe Castellano, hanno
già firmato lìarmistizio. La diffusione per radio prevista per la stessa sera dell'8 settembre)
9 SETTEMBRE - Troviamo Rommel scendere in Italia con una panzerdivision per organizzare e per contrastare con
la linea Gustav (da Roma a Pescara - La base di questo comando è a Chieti, a casa di chi sta scrivendo queste note)
l'avanzata degli Alleati sul Sangro. Rommel si ritrova nuovamente comandante Kesselring. Fra i due c'è molta
incomprensione e tanta ruggine ancora dall'Africa. Rommel compare diverse volte a Palazzo Mezzanotte a Chieti.
Lui contrariamente a Kesselring vorrebbe arretrare e consolidare le armate nel "baluardo appenninico" bolognese.
Kesselring insiste sul Sangro ed è lui alla fine il 21 novembre ad assumere in comando di tutto lo schieramento in
Italia e a fortificare la linea del Sangro.
Churchill ha colto al volo "l'errore" di Kesselring. Il 29 dicembre scende a Tollo-Orsogna, viene a prendersi
Montgomery e lascia il comando a Leese; che farà melina per 10 mesi, mentre Montgomery va a organizzare lo
sbarco in Normandia.
Rommel viene destinato anche lui in Normandia prima del grande sbarco del 6 giugno 1944. Ma non ottiene nessun
comando, soltanto la nomina di ispettore alle difese sotto la direzione del maresciallo Von Rundstedt (ancora lui!
Mandato in pensione in Russia per aver ordinato una resa, richiamato da Hitler in gran fetta. Quello che un giorno
aveva definito Rommel "il pagliaccio del circo di Hitler"). In Normandia Hitler come aiutante gli dà proprio Rommel;
ed ovviamente tra i due iniziano gli screzi, non si sopportano a vicenda e hanno vedute diverse).
Rommel quel 6 giugno allo sbarco era assente, volato a Berlino per festeggiare il compleanno della moglie.
Ma ricordiamo non era lui a dover guidare le armate, nè tanto meno poteva muoverle dove voleva lui, il suo
superiore era Von Rundstedt (che era contrario a Rommel, anche quando aveva ragione. Questo prima di essere
mandato a casa anche lui. Tuttavia il...
17 GIUGNO - Per Rommel in Normandia si ripete il dramma di El Alemein (quando voleva arretrare) e quello del
Sangro (anche qui arretrare). La 9a divisione del VII corpo USA lanciata una poderosa offensiva sulla costa
occidentale della penisola del Cotentin ha isolato tutta la parte settentrionale (Carteret -Cherbourg). Rommel
propone di evacuare la penisola, ma Hitler non vuol nemmeno sentire parlare di arretramenti e di sgomberi. Non
resta che ordinare alle divisioni che si trovano a nord (709a, 243a, 91à 77a) di sacrificarsi per Cherbourg: mentre il
resto del corpo tedesco (7a armata del gen. Dollmann) viene schierato inutilmente a difesa della base della penisola
del Cotentin (verrà travolta). Hitler convoca bruscamente i marescialli Rundstedt e Rommel a Margival, e si esibisce
in una delle sue solite sfuriate. L’armata dell’ovest, dice, “si è lasciata cogliere nel sonno” e accusa le truppe di
vigliaccheria. Rommel (pur non responsabile delle operazioni belliche) cerca di controbattere, mette in evidenza la
sproporzione tra le forze alleate e quelle tedesche, propone nuovamente lo sgombero della penisola del Cotentin.
Hitler però non cede. Come al solito ordina di "resistere fino all'ultimo uomo". Ed esonera nuovamente Von
Rundstedt. Poi richiamato ancora a fine '44, questa volta dagli altri comandanti, Von Rundstedt si scontra ancora
con Hitler che lo destituisce e lo manda definitivamente a casa a vita privata (sarà uno dei pochi "grandi" generali a
salvarsi dal processo di Norimberga).
A Rommel si rivolgono alcuni ufficiali sfiduciati che chiedono "se il sacrificio dei superstiti è ancora necessario?”.
Rommel risponde seccamente: “Conformemente agli ordini del Fùhrer dovete resistere fino all’ultima cartuccia”.
Ma in un rapporto inviato al comando generale dello Heeresgruppe Ovest, il feldmaresciallo Rommel
drammaticamente sottolinea che dal 6 giugno, giorno dell’attacco anglo-americano in Normandia, le unità impiegate
hanno perso tra morti, feriti e dispersi, quasi 100.000 uomini (di cui 2360 ufficiali) dei quali solo un decimo è stato
rimpiazzato; e avverte che il logoramento delle truppe è progressivo e inarrestabile.
Conclude il documento con annotazioni decisamente pessimistiche: “Il nemico è sul punto di frantumare la nostra
debole linea del fronte e di penetrare profondamente nell’interno della Francia”. Con gli intimi è stato ancora più
caustico "Il ns. Vallo Atlantico? E' il più grande bluff della nostra propaganda".
IL 20 LUGLIO - Crescono i pessimisti, più nessuna crede alla vittoria, si forma una congiura decisa a rovesciare
Hitler assassinandolo. Ma a Rastenburg, nella Prussia orientale, l’attentato del colonnello Stauffenberg alla vita di
Hitler fallisce.
Svanisce il progettato Putsch per rovesciare il nazismo e per fermare la guerra.
Il 14 OTTOBRE 1944 - LA MORTE DI ROMMEL Sospettato di aver preso parte, anche se indirettamente, al complotto-attentato del 20 luglio contro
Hitler, il feldmaresciallo Rommel (secondo una versione abbastanza verosimile) è costretto a togliersi
la vita con una fialetta di cianuro per ordine dello stesso Fùhrer. Unica concessione al valoroso
ufficiale la possibilità di scegliere tra il processo davanti al tribunale del popolo per aver complottato
contro la vita di Hitler e il suicidio col veleno.
In realtà, Rommel aveva dato un’adesione di principio alla congiura del 20 luglio, ma non aveva preso
parte attiva al complotto.
Rommel avrà imponenti funerali di stato, voluti da Hitler; si dice per evitare lo scandalo, ma soprattutto
-essendo Rommel così popolare- per evitare l'effetto demoralizzante sul popolo.
In bene o in male si è sempre parlato tanto di Rommel. E stato il comandante più popolare di tutta la
Seconda Guerra Mondiale. Per due anni l'indiscusso protagonista. Uno dei pochi che aveva capito...
"Come potremo vincere questa guerra se perdiamo qui in Africa?".
Un mito che è entrato nella storia. Pur con tanti difetti un uomo fuori dal comune.
Per la sua rapida carriera dagli invidiosi colleghi più titolati, fu accusato di essere amico di Hitler.
Rommel, con le sue qualità, con il suo coraggio, sempre presente di persona in prima linea, grande
tattico che rivoluzionava i piani prestabiliti nel pieno delle battaglie, non ne aveva bisogno; semmai era
Hitler che aveva bisogno di ascoltarlo come amico.
Ma Hitler non voleva essere amico di nessuno!
FINE
L'INDIGNATA LETTERA A YOUNG
La lettera inviata da Tell el Eissa (El Alamein) al settimanale "Oggi" (n. 20 -18, maggio 1950),
direttamente al direttore Edilio Rusconi, per contestare il libro e le faziosità di Young, con il suo
"Rommel". Lettera che ha trovato pienamente d'accordo anche mio padre, Gonzato Giuseppe,
(indignato quanto i firmatari della lettera) anche perchè si salvò ad El Alamein, ma finì prigioniero (fino
al 1946 in Sud Africa) dopo l'anomala "resa" in Tunisia di Messe. Infatti, Messe, dopo la resa, volerà a
Londra a raccogliere onori, e dopo l'8 settembre fu nominato da Badoglio Capo di Stato Maggiore
(ovviamente per combattere i tedeschi, e unirsi agli anglo-americani). Quando lo vennero a sapere nei
campi di concentramento, furono molti a capire tante cose. E che il suo fono a Mussolini, con la frase
"...condividerò la sorte dei miei soldati, anche con la prigionia se necessario" era una gran "balla". A
Londra si stava meglio che a Bulawajo !
--------------------------------------questa la lettera degli indignati reduci di El Alamein
Caro Rusconi,
ti mando questa lettera aperta per il Brigadiere Generale Desmond Young, Londra.
"Signor Generale, stamane, poco dopo l'alba, sono stati estratti dal suolo i resti di sette soldati.
Abbiamo trovato teschi, ossa, elmetti, due fregi delle truppe australiane, un frammento di piastrino
tedesco, il coperchio d'una gavetta italiana e tredici scarpe dei tre eserciti; tutto il resto se l'è divorato il
deserto, anche le croci. Ma forse di croci non ce ne furono mai, perché questi soldati morirono nella
furia della battaglia, nel "no man's land", e alla sepoltura pensò la sabbia. Già stasera essi riposano nei
rispettivi cimiteri, tra decine di migliaia di compagni, sotto un velo di leggeri fiori selvatici. Il caldo ha
subito asciugato la vernice delle scritte sulle croci: 12 Ignoti, presunti della 9a divisione australiana, 3
Ignoti, presunti della 164a divisione tedesca, 2 Ignoti, presunti della divisione italiana Trento. Non si è
potuto scrivere di più, ma è già qualcosa: non abbiamo dovuto tumularli nello scomparto
"Internazionale", dominato dalla dicitura "Sacrificio conjunctis nulluna confiniuin".
Ormai è notte, una di quelle notti senza fondo che lei conosce: e conosce assai bene anche il fanale
tipo "Hurricane", gocciolante di petrolio, che ci ha servito, fino a pochi minuti fa, per ultimare la lettura
del suo bel libro Rommel. Non le sembra lussuoso, per l'unico guerriero di El Alamein che oggi risiede
sul campo di battaglia, il leggere questo volume proprio qui, nella più assoluta solitudine?
Il lettore italiano, scorrendo il suo libro, dà ad ogni facciata una occhiata preliminare che subito rivela,
tra le righe, la parola "italiano": e dopo le prime pagine cerca ansioso di che si tratti: come quando, nel
brusìo di una folla ostile, si sente pronunciare il proprio nome. Poveri italiani. Per anni interi, a forza di
gonfiarci, eravamo divenuti antipatici, ma non lo si diceva troppo perché, nonostante tutto, destavamo
una certa inquietudine. Poi fummo messi alla prova; non eravamo peggiori degli altri: buoni operai
certamente, e anche buoni soldati. Ma il buon soldato deve essere nutrito, armato e ben comandato:
ciò non fu, e la prova risultò sfavorevole, anche se avvenne uno spiegamento di eccezionale,
disordinato e misconosciuto eroismo.
Cessata dunque l'inquietudine altrui, il soldato italiano fu e viene coperto di insulti, tra un diluvio di
slogans. Ella, signor generale, si è attenuto a questa abitudine: se escludiamo qualche reticente
riserva, il suo concetto oscilla tra il disprezzo ed il sarcasmo.
Il suo libro è chiamato al successo: se ne faranno molte edizioni, e ciascuna sarà più completa della
precedente. Perché, dopo aver interrogato i testimoni tedeschi, non interroga anche noi che - dopo
tutto - siamo stati a fianco di Rommel e ne abbiamo raccolto indiscutibili riconoscimenti? Perché, nella
sua narrazione, sono citati solo episodi che non ci fanno onore, spesso - mi perdoni - da accettarsi con
riserva, mentre sono sistematicamente taciuti gli altri? La resa della piazzaforte dì Tobruk fu fatta dal
generale Klopper alla divisione Trento, la stessa che pochi mesi dopo si sacrificò completamente qui
dove scriviamo, lasciando ben pochi prigionieri nelle mani britanniche. La divisione corazzata Ariete fu
distrutta cinque volte ed il suo reggimento carristi ebbe da solo mille morti. La divisióne paracadutisti
Folgore fu decimata tra Munassib e Himeimat, senza cedere: cadde soltanto il caposaldo del principe
Costantino Ruspoli, quando questi fu ucciso con la quasi totalità dei suoi. La vostra radio, fra
novembre e dicembre 1942, magnificò cinque volte di seguito questa divisione: perché nessuno di voi
ne ha più parlato in seguito? Le divisioni Trieste, Littorio, Bologna, Brescia, Pavia e diverse altre unità
subirono più volte ugual sorte: nove generali italiani lasciarono la vita in questo deserto.
Siamo in molti, signor generale, che dalla sconfitta uscimmo a testa alta, disposti oggi a fare - a lei
soldato e scrittore - l'omaggio della nostra testimonianza. Esiste un equilibrio che abbiamo il dovere di
ristabilire. Vi sono delle inesattezze da rettificare. E poi vogliamo sinceramente contribuire alla gloria di
Rommel. Egli talvolta ci sacrificò freddamente, ma fu un soldato principe: soltanto soldato, non volle
ammettere inutili massacri e inaudite crudeltà. Perciò fu ucciso da mano tedesca.
Stanotte noi ci sentiamo molto uniti ai sette ragazzi che abbiamo potuto provvedere di una tomba
onorata, ricuperati in un fitto campo minato dove morirono recentemente altri due beduini. Avevamo
molta paura, stamane, l'onesta paura del buon soldato.
E ora ci sembra scriverle un po' anche a nome dei nostri sette Ignoti, perché essi sono davvero vicini
alla verità, ma non possono scrivere.
Essi sanno, e sono certamente tutti d'accordo, morti italiani della Trento, morti tedeschi della 164a.
morti australiani della 9a. - Teil el Eissa (EI Alamein) - PAOLO CACCIA DOMINIONI
FINE
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