Tunisia - Lookout News

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Capitale: Tunisi
afRica
Tunisia
Ordinamento: Repubblica presidenziale
Superficie: 163.610 km²
Popolazione: 10.732.900
Religioni: islamica 98%, cristiana 1%
Tunisi
Livello di criticità:
Lingue: arabo (ufficiale), francese
Moneta: dinaro tunisino (TND)
PIL pro capite: 9.700 USD
POLiTiCa
La Tunisia, erede dell’impero di cartagine, ha avuto fin dall’antichità un ruolo molto importante nel Mediterraneo, essendo
situata al centro di vie marittime strategiche. Quando, nel 1956, si concluse il dominio coloniale francese, il Paese si dotò
di una costituzione (in vigore dal 1957 ma più volte emendata) che conferiva il potere al Presidente della Repubblica. La
Tunisia fu allora guidata da Habib Bourguiba, che durante i tre decenni del suo mandato indirizzò la sua politica su una
linea contraria al fondamentalismo islamico, aumentando notevolmente i suoi poteri personali. Nel 1987 Zine al-abidine
Ben ali, ex capo dei servizi segreti, organizzò un colpo di stato che incontrò il favore di larga parte dell’esercito e delle
élite tunisine, dando vita a un governo antidemocratico e a vocazione dittatoriale, di cui lui divenne presidente fino ai
giorni nostri. Nell’inverno 2010-2011, però, la cosiddetta primavera araba ha prodotto ondate di manifestazioni di protesta
contro la disoccupazione e la mancanza di libertà politica, cui ha fatto seguito una violenta repressione che ha provocato
decine di morti. ciò ha costretto il Presidente Ben ali all’esilio e ha portato la Tunisia a nuove elezioni che, il 23 ottobre
2011 hanno sancito la vittoria dell’ala moderata del Partito islamico Ennahda. La coalizione guidata da Ennahda ha tenuto
al potere fino alla crisi istituzionale scaturita dall’ennesimo assassinio politico che nell’estate del 2013 ha scatenato una
nuova ondata di manifestazioni popolari. a dicembre dello stesso anno si è giunti a un accordo tra i maggiori partiti politici
tunisini per il ritiro di Ennahda dalla scena politica e la sostituzione del suo premier ali Laarayedh con Mehdi Jomaa, a
capo dell'esecutivo tecnico di transizione. Dopo che dal dicembre 2011 l'ex dissidente Moncef Marzouki è diventato presidente nella nuova fase costituente, dal 10 febbraio 2014 è entrata in vigore la nuova costituzione democratica approvata
il 27 gennaio. Le successive elezioni parlamentari e presidenziali di fine 2014, hanno poi incoronato caid Essebsi quale
nuovo presidente della Tunisia e il suo Nidaa Tounes quale primo partito del Paese. il nuovo governo, cui partecipano
anche gli islamisti di Ennahda, è guidato dal premier Habib Essid e ha giurato a inizio febbraio 2015.
ECOnOMia
La Tunisia ha vissuto un dinamismo economico già a partire dagli anni Settanta del Novecento, fatto che ha consentito
al Paese di sviluppare importanti strutture produttive, particolarmente attive nel settore terziario. Oggi il commercio e
il turismo trascinano una pur fragile economia, che si sostanzia nell’agricoltura e nella trasformazione di prodotti agricoli,
nell’artigianato, nell’estrazione e lavorazione di minerali (petrolio, piombo, zinco, argento e mercurio). ciò è stato possibile anche grazie al Trattato di libero scambio, siglato con l’Unione Europea nel 1995. L’inflazione è al 5,9%.
CRiTiCiTÀ
Nel Paese non esiste un elevato rischio di terrorismo, tuttavia non si possono escludere attacchi indiscriminati, anche
in luoghi frequentati da stranieri. a dicembre 2011 le autorità di sicurezza governative hanno annunciato di aver sgominato una presunta cellula di al Qaeda e, nel giugno 2012, centinaia di estremisti salafiti hanno creato disordini
tali da indurre il Ministro dell’interno e della Difesa a decretare il coprifuoco notturno a Tunisi, misura poi revocata.
inoltre, a seguito della diffusione del film blasfemo contro Maometto, nel settembre 2012, e della pubblicazione di
vignette satiriche (che hanno causato la rivolta del mondo islamico e portato all’uccisione dell’ambasciatore americano a Tunisi), si è alzato il livello di allerta in tutto il Paese. Le tensioni socio-politiche, inoltre, rischiano di prendere
il sopravvento in ogni momento, come ha dimostrato a febbraio 2013 l'uccisione del leader dell'opposizione, chokri
Belaid, che ha scatenato una protesta popolare - in cui non sono mancati scontri con le forze dell'ordine - e che rischia
di mettere in crisi il Paese anche a livello istituzionale. Nelle vaste aree interne centro-occidentali e meridionali, inoltre, il pericolo di situazioni criminogene resta piuttosto alto. come alto è il rischio di essere rapiti dai terroristi che
operano nella zona meridionale, al confine con l’algeria. La Tunisia, infine, continua ad essere interessata da un
flusso di popolazioni in fuga dalla vicina Libia: sono pertanto sconsigliati i viaggi in prossimità del confine.