Comunicato - Info - Percorso Espositivo - Incontri
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Comunicato - Info - Percorso Espositivo - Incontri
Scuderie del Quirinale 12 marzo 2016 – 26 giugno 2016 a cura di David Ekserdjian Dal 12 marzo 2016 le Scuderie del Quirinale presentano la mostra Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento, promossa da Roma Capitale e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo. Attraverso una selezione di capolavori provenienti dai più importanti musei del mondo, la rassegna offrirà al pubblico un ampio e affascinante panorama su quella straordinaria stagione artistica che si sviluppò a Parma nella prima metà del Cinquecento, mettendo in evidenza come in tale arco di tempo – per la città una vera e propria età dell’oro – questa corte, che pur non primeggiava sotto il profilo geografico-politico, seppe svolgere un ruolo da protagonista nello sviluppo del Rinascimento italiano al pari dei poli culturali di Firenze, Venezia e Roma. Una simile fortuna si deve in sostanza all’attività dei due prodigiosi astri locali, Antonio Allegri detto il “Correggio” (14891534) e Francesco Mazzola detto il “Parmigianino” (1503-1540). Del primo - che si recò a Parma all'apice della carriera per rimanervi tutta la vita - saranno presentati, oltre a una selezione di lavori che mostrano la carica emotiva e la gamma di sentimenti espressi nel genere della pittura religiosa, anche alcune opere eccezionali di soggetto mitologico, che ebbero un'enorme influenza sugli artisti successivi. Si potranno ammirare capolavori come la Madonna Barrymore (Washington, National Gallery of Art), il Ritratto di dama (San Pietroburgo, Museo Statale dell’Ermitage), Il martirio di Quattro santi (Parma, Galleria Nazionale); Noli me tangere (Madrid, Museo del Prado), La Scuola di Amore (Londra, National Gallery); Danae (Roma, Galleria Borghese). Del secondo, il Parmigianino, la cui carriera lo vide attivo oltre che a Parma anche a Roma e a Bologna, saranno esposte non solo le opere di soggetto religioso e mitologico, ma l'accento sarà posto anche sugli spettacolari risultati ottenuti nel ritratto. Tra i capolavori presenti in mostra si ricorda la grande Pala di Bardi, prima opera realizzata dall’artista all’età di sedici anni, il monumentale San Rocco dipinto per la Basilica di San Petronio a Bologna, la Conversione di Saulo (Vienna, Kunsthistorisches Museum); la Madonna di San Zaccaria (Firenze, Gallerie degli Uffizi); la celeberrima Schiava turca della Galleria Nazionale di Parma e la cosiddetta Antea, tra i ritratti più sofisticati e misteriosi di tutto il Cinquecento. Un'accurata selezione di disegni provenienti dalle più importanti raccolte del mondo metterà inoltre in evidenza l'approccio radicalmente diverso dei due maestri al pensiero progettuale: quella sostanzialmente funzionale di Correggio sarà accostata alla produzione incomparabilmente più ricca e varia di Parmigianino, mosso da un bisogno quasi ossessivo di disegnare. L’esposizione comprenderà circa cento opere tra dipinti e disegni provenienti da oltre cinquanta prestatori tra i quali: il Museo del Prado di Madrid; il Musée du Louvre di Parigi; la National Gallery e il British Museum di Londra; l’ Ashmolean Museum di Oxford; il Fitzwilliam Museum di Cambridge; il Metropolitan Museum of Art e la Morgan Library di New York; La National Gallery of Art di Washington; il Getty Museum di Los Angeles; Le Gallerie degli Uffizi di Firenze; il Museo Nazionale di Capodimonte; la Galleria Nazionale di Parma; la Galleria Estense di Modena. Oltre ai due grandi maestri, che naturalmente saranno i protagonisti del percorso espositivo, la mostra presenterà anche capolavori di altri quattro artisti meno celebri ma straordinariamente talentuosi della Scuola di Parma – Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani, Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano – a dimostrazione del fatto che uno degli effetti più notevoli della presenza a Parma di Correggio e Parmigianino fu proprio l'emergere di una scuola locale distinta, per caratteristiche di stile e di poetica, da quella tosco-romana o veneta. In questa sezione saranno presentate anche numerose opere poco note, alcune praticamente inaccessibili perché conservate in collezioni private, altre inedite. La mostra sarà curata dal professor David Ekserdjian, che ha dedicato gli ultimi trentacinque anni allo studio della Scuola di Parma producendo numerose pubblicazioni di pregio, tra cui le monografie su Correggio (1997) e Parmigianino (2006), ampiamente riconosciute come fondamentali contributi allo studio dell'arte italiana del Cinquecento. IMMAGINI SCARICABILI DA: www.scuderiequirinale.it sezione ufficio stampa utente: scuderie password: stampa Scheda informativa Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica TITOLO Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento SEDE SCUDERIE DEL QUIRINALE Via XXIV Maggio 16, Roma PERIODO 12 marzo 2016 – 26 giugno 2016 A CURA DI David Ekserdjian COMITATO SCIENTIFICO Elisabetta Fadda Maddalena Spagnolo Mary Vaccaro PROMOSSA DA Roma Capitale ORGANIZZATA DA Azienda Speciale Palaexpo CON IL PATROCINIO DI Università degli Studi di Parma ORARI Domenica – giovedì dalle 10.00 alle 20.00 Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30 Non si effettua chiusura settimanale La biglietteria chiude un'ora prima INGRESSO Intero € 12,00 - Ridotto € 9, 50 INFOLINE, PRENOTAZIONI, VISITE GUIDATE Tel. +39.06.39967500 SITO INTERNET www.scuderiequirinale.it CATALOGO Silvana Editoriale SPONSOR Diamond Private Investment MEDIA COVERAGE BY Sky Arte HD MEDIA PARTNER Radio Dimensione Suono Due; Marcopolo SPONSOR TECNICI Trenitalia; Bettoja Hotels; Coop Culture; Roma Multiservizi VETTURA UFFICIALE BMW Roma Succursale BMW Group Italia Ufficio stampa Azienda Speciale Palaexpo Piergiorgio Paris tel. +39 06 48941206 e-mail: [email protected] Segreteria: Dario Santarsiero - tel. +39 06 48941205 e-mail: [email protected] PERCORSO ESPOSITIVO ED ELENCO OPERE Sala 1 Correggio e Parmigianino Correggio e Parmigianino sono tra gli artisti più importanti ed emozionanti del Cinquecento italiano, capaci di trasformare la città di Parma in un centro artistico di spicco nel giro di pochi, magici decenni. È impossibile comprendere appieno la portata dei loro traguardi artistici senza visitare la città, soprattutto per i magnifici affreschi che vi hanno lasciato. A Correggio va il merito di aver dipinto, con audace illusionismo, i tre affreschi della Camera di San Paolo, di San Giovanni Evangelista e del Duomo, eseguiti tra la fine degli anni dieci del Cinquecento e la morte. A sua volta Parmigianino, verso l'inizio della carriera, nei primi anni venti del secolo, affrescò tre cappelle in San Giovanni Evangelista e, nell'ultimo decennio della sua vita, la volta del presbiterio di Santa Maria della Steccata. I disegni collegati a tutti questi progetti sono presenti in mostra, soprattutto nella sala 8. Alla luce delle opere qui esposte apparirà chiaro che, per quanto Parmigianino sia stato profondamente influenzato dall'esempio del Correggio – e non solo nei primi anni della sua parabola artistica – si tratta di personalità molto diverse. Nel complesso, Correggio era il più ardente ed emotivo dei due, sempre mosso dal desiderio di dare espressione all’intera gamma dei sentimenti umani, dalla gioia al dolore. Nelle sue opere, la gioia può assumere connotazioni sia religiose sia sensuali: egli è altrettanto brillante nel restituirci l’incanto della Vergine Maria dinanzi al miracolo della nuova maternità, come l'emozione della mortale Danae posseduta dal dio Giove. Al tempo stesso, Correggio è capace di trasmettere il dolore della Madonna per la morte del figlio come l'estasi dei martiri che godono della visione salvifica pur nel mezzo della selvaggia carneficina di cui sono vittime. L’arte del Parmigianino è volutamente lontana da una simile carica emotiva, ma non per questo meno affascinante. Le sue opere religiose sono tour de force pittorici di incomparabile eleganza, in cui il relativo distacco dei protagonisti è comunicato soprattutto attraverso la raffinatezza e la grazia dei movimenti e delle pose. Fa ovviamente eccezione il suo approccio alla ritrattistica, genere in cui superava senza fatica persino il Correggio. In questi dipinti, ben rappresentati in mostra, l’immediatezza penetrante nella resa degli effigiati è distante anni luce dall’atmosfera delle sue composizioni religiose e mitologiche. Con tutte le loro differenze, Correggio e Parmigianino condividono un’altra caratteristica fondamentale: l’instancabile evoluzione della loro arte. Il percorso della mostra è organizzato in modo da seguirne i mutamenti nel corso del tempo e sottolineare lo straordinario processo di trasformazione che coinvolge non solo lo stile di dipinti e disegni, ma anche i modi di rappresentare il principale soggetto della loro pittura, vale a dire la figura umana in tutta la sua esaltante varietà. Opere sala 1 Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Matrimonio mistico di santa Caterina con san Giacomo Minore olio su tavola Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Don de la Societé des Amis du Louvres, 1992 Correggio (Antonio Allegri, detto il) Matrimonio mistico di Santa Caterina olio su tavola Napoli, Museo di Capodimonte Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) David olio su tela Parma, Basilica Magistrale di Santa Maria della Steccata Ordine Costantiniano di San Giorgio Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Santa Cecilia olio su tela Parma, Basilica Magistrale di Santa Maria della Steccata Ordine Costantiniano di San Giorgio Sala 2 Il giovane Correggio Antonio Allegri, detto il Correggio, prese il nome dall’omonima cittadina non lontana da Parma in cui nacque, probabilmente intorno al 1489. Come accade di solito, divenne noto col nome di Antonio da Correggio solo dopo aver lasciato la città natale per recarsi a Parma, alla fine degli anni dieci del Cinquecento. Qui affrescò la Camera di San Paolo e nei primi anni venti del secolo Parma sembra essere la sua residenza principale, anche se non l’unica. I dipinti esposti in questa sala risalgono tutti al periodo che precedette questo decisivo trasferimento. I primi tra essi, come la Madonna col Bambino (Madonna Barrymore) e il Matrimonio mistico di Santa Caterina con sant’Anna, San Francesco e San Domenico entrambi provenienti da Washington e probabilmente risalenti al 1510-1512, rivelano la profonda influenza di Andrea Mantegna, sia nella tipologia delle figure sia negli schemi compositivi. Fino alla morte, avvenuta nel 1506, Mantegna fu pittore di corte a Mantova, e dai documenti risulta che nel 1512 Correggio fosse in contatto con uno dei suoi figli residente in quella città. L'importanza del modello mantegnesco è evidente anche nella Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne di Strasburgo, eseguita all’incirca nello stesso periodo, di particolare interesse anche perché è la prima scena notturna di Correggio. Come è naturale per un artista agli esordi, tutte queste opere sono in pratica delle miniature, ma solo due o tre anni dopo, con il David davanti all'Arca dell'Alleanza, l’Allegri avrebbe dato prova di poter lavorare a un progetto di scala ben più ambiziosa con sorprendente sicurezza. Opera riscoperta relativamente di recente, il David corrisponde a una delle due ante per organo che, come risulta dai documenti, furono commissionate al Correggio l’8 settembre 1514 dal monastero benedettino di San Benedetto Po, nei pressi di Mantova. La tela è direttamente ispirata al ciclo mantegnesco dei Trionfi di Cesare, anch’essi a Mantova. Fin dall'inizio della sua carriera, o quasi, Correggio sembra affascinato dai soggetti insoliti: il Commiato di Cristo dalla madre, ad esempio, rappresenta una risposta alle stampe tedesche, sia nella scelta del tema sia per l’intenso pathos della scena. Lo schema cromatico e la libertà del trattamento che caratterizzano quest’opera, dipinta su tela anziché su tavola, costituiscono un nuovo punto di partenza nella sua arte. Altrettanto memorabile è il Ritratto di dama dall'Ermitage, uno dei soli due ritratti eseguiti dal Correggio (l'altro è esposto nella sala 4). L'ultima delle opere di questa sala è il Riposo durante la fuga in Egitto con san Francesco, oggi agli Uffizi, dipinto intorno al 1520 per la cappella di Francesco Munari nella chiesa di San Francesco a Correggio. Per quanto le figure siano disposte simmetricamente ai lati del gruppo centrale con la Madonna e il Bambino, la diagonale ascendente che va da san Francesco, a destra, fino a san Giuseppe, a sinistra, prefigura già quell’audacia spaziale che sarà uno dei maggiori traguardi della maturità dell’artista. Opere sala 2 Correggio (Antonio Allegri, detto il) David davanti all’Arca dell’Alleanza olio su tela Collezione privata / Private Collection Correggio (Antonio Allegri, detto il) Ritratto di dama Olio su tela San Pietroburgo, Museo Statale dell’Ermitage Correggio (Antonio Allegri, detto il) Pietà olio su tela Correggio, Fondazione “il Correggio” Correggio (Antonio Allegri, detto il) Correggio, Madonna col Bambino (Madonna Barrymore) olio su tela Washington, National Gallery of Art Samuel H. Kress Collection Correggio (Antonio Allegri, detto il) Matrimonio mistico di Santa Caterina con sant’Anna, San Francesco e San Domenico olio su tavola Washington, National Gallery of Art Samuel H. Kress Collection Correggio (Antonio Allegri, detto il) Madonna col Bambino (Madonna Campori) olio su tavola Modena, Galleria Estense Correggio (Antonio Allegri, detto il) Sacra famiglia con San Giovannino olio su tavola Orléans, Musée des Beaux-Arts Correggio (Antonio Allegri, detto il) Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne olio su tavola Strasburgo, Musée des Beaux-Arts Correggio (Antonio Allegri, detto il) Commiato di Cristo dalla madre olio su tela Londra, The National Gallery Dono di Lord Duveen, 1927 Correggio (Antonio Allegri, detto il) Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco Olio su tela Firenze, Galleria degli Uffizi Sala 3 Il giovane Parmigianino Se la parabola artistica del Correggio ebbe un inizio graduale, per quella di Francesco Mazzola, detto il Parmigianino è vero il contrario, dal momento che già negli anni dell’adolescenza era un artista di prodigiosa compiutezza. Nato nel 1503, all'età di sedici anni aveva già eseguito la pala con il Battesimo di Cristo, oggi a Berlino. Tutto lascia pensare che il lavoro più importante in mostra in questa sala, la pala d'altare con lo Sposalizio mistico di santa Caterina, sia la stessa cui si riferisce il Vasari come opera eseguita dal Parmigianino per la chiesa di San Piero a Viadana nel 1521, durante la sua assenza forzata da Parma assediata dai francesi. L’opera ribadisce con forza l’emozionante originalità dell’approccio del Mazzola, pur con tutta la sua sensibilità per il genio del Correggio. Un’originalità che col tempo non avrebbe fatto altro che aumentare. Altrettanto evidente è il talento di ritrattista che il Parmigianino dimostra in pratica fin dall'inizio, come rivelano le opere raccolte nella sala 9, in cui i ritratti da lui eseguiti in varie fasi della carriera sono affiancati a quelli di Correggio e Francesco Maria Rondani. Spicca tra tutti il Ritratto di Lorenzo Cybo, risalente probabilmente al 1525 circa, poco tempo dopo il trasferimento dell’artista a Roma. Nella sua biografia il Vasari scrive di questo dipinto: “Sentendo la fama di costui, il signor Lorenzo Cybo, capitano della guardia del Papa e bellissimo uomo, si fece ritrarre da Francesco, il quale si può dire che non lo ritraesse, ma lo facesse di carne e vivo”. Questa sala comprende anche una selezione dei primi disegni del Parmigianino, alcuni dei quali collegati ai progetti iniziali per gli affreschi in San Giovanni Evangelista a Parma e per la Rocca di Fontanellato. Tra i fogli esposti figura anche il primo di tre disegni sconosciuti fino a poco tempo fa. Si tratta dello studio innovativo ed elaborato a penna e inchiostro bruno per un’opera di ispirazione religiosa che riveste un interesse particolare in quanto è tra i primissimi disegni di sua mano giunti fino a noi. Opere Sala 3 Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Ritratto di Lorenzo Cybo olio su tavola Copenaghen, Statens Museum for Kunst Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Studi da Correggio matita rossa Oxford, The Ashmolean Museum Provenienza: dono di Chambers Hall, 1855 Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Studi di Putti Matita rossa New York, The Morgan Library and Museum Dono di János Scholz Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Tre studi di putti penna e inchiostro bruno su matita rossa New York, The Morgan Library and Museum Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Matrimonio Mistico di Santa Caterina con San Giovanni Evangelista e Giovanni Battista Olio su tavola Bardi, Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine Addolorata Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Madonna col Bambino, due Santi e un donatore matita rossa Vienna, Albertina Provenienza: Herzog Albert von Sachsen-Teschen Sala 4 Correggio e Parmigianino: la maturità Accanto a una selezione di dipinti del Correggio e del Parmigianino datati agli anni venti e trenta del Cinquecento, questa sala accoglie il disegno più bello e spettacolare che si conosca del Correggio – uno studio per la pala della Notte conservata a Dresda – e un magnifico cartone di Michelangelo Anselmi per i perduti affreschi nel Duomo di Parma, identificato solo di recente. Il primo dei dipinti di Correggio è Noli me tangere, eseguito nei primi anni venti del Cinquecento e pertanto di poco posteriore al Riposo durante la fuga in Egitto esposto nella sala 2, ma che rappresenta uno straordinario salto di qualità e contiene uno dei paesaggi più incantevoli tra quelli creati dal genio dell’artista. Segue il Martirio dei santi Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino del 1522-1525, dipinto estatico e visionario del genere che meglio esemplifica la posizione straordinaria di Correggio nell’età di Bernini e che presenta più di un punto di contatto con l’Estasi di santa Teresa. Destinata alla parete destra di una cappella chiusa nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma, e pertanto vista per lo più dalla navata, la composizione è ingegnosamente concepita come una diagonale che sale dall’angolo in basso a destra a quello in alto a sinistra. Ultimi, ma non meno importanti, due dipinti dell’ultima maniera dell’artista, intense raffigurazioni del Cristo redentore. Per quanto riguarda il Parmigianino, sono esposti due capolavori di grandi dimensioni e uno più piccolo che regge egregiamente il confronto, tutti associati agli anni che l’artista trascorse a Bologna, dal 1527 al 1530 o 1531. Il più imponente è San Rocco e un donatore proveniente dalla basilica di San Petronio, una pala a grandezza naturale in cui il santo protettore degli appestati è raffigurato con lo sguardo levato al cielo in atteggiamento di supplica. A questo si affianca la Conversione di Saulo (Vienna, Kunsthistorisches Museum), che la superficie più rifinita e lo sfondo ricco di dettagli rivelano come un dipinto concepito per quel genere di visione ravvicinata raramente possibile in una chiesa. Anche qui, naturalmente, il santo è raffigurato con gli occhi levati al cielo, ma è stato appena accecato e non può vedere. Un’atmosfera di ancora più intima comunione è rappresentata dalla Madonna di san Zaccaria: il gruppo delle figure esprime una notevole fusione di sensuale intimità e apparente idealizzazione da un lato, e meticoloso realismo dall’altro. Così, malgrado la patina di spiritualità, il modello per Gesù è un bambino che il Parmigianino ha usato anche per un’altra Madonna (oggi a Dresda), e sulla guancia di Zaccaria spunta una verruca irta di peli osservata con amorevole cura. Opere Sala 4 Correggio (Antonio Allegri, detto il) Il Redentore in gloria con angeli olio su tela Città del Vaticano, Musei Vaticani Correggio (Antonio Allegri, detto il) Volto di Cristo olio su tavola Los Angeles, The J. Paul Getty Museum Correggio (Antonio Allegri, detto il) Martirio dei santi Placido, Flavia, Eutichio e Vittorino olio su tela Parma, Galleria Nazionale Correggio (Antonio Allegri, detto il) Adorazione dei pastori (La Notte) matita rossa, penna e acquarello bruno, biacca Cambridge, The Fitzwilliam Museum Correggio (Antonio Allegri, detto il) Noli me tangere olio su tavola (trasportata su tela) Madrid, Museo Nacional del Prado Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Conversione di Saulo olio su tela Vienna, Kunsthistorisches Museum Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) San Rocco con il donatore Baldassare della Torre da Milano olio su tela trasferito da tavola Bologna, Basilica di San Petronio Michelangelo Anselmi Putti che giocano con i cerchi matita nera, profili forati per il trasferimento New York, lent by The Metropolitan Museum of Art. Purchase, Harris Brisbane Dick Fund, and Mr. and Mrs. David M.Tobey and Malcom Herwitt Wiener, Foundation Gifts, 2013 Copia da Parmigianino Madonna di San Zaccaria Olio su tavola Roma, Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, Galleria Corsini Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Madonna di san Zaccaria olio su tavola Firenze, Galleria degli Uffizi Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Sposalizio della Vergine Penna e acquarello bruno e biacca Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Parmigianino (Francesco Mazzola) Studio delle figure in primo piano nello “Sposalizio della Vergine” penna e acquarello bruno sopra matita rossa / Pen and brown wash over red chalk New York, The Morgan Library and Museum Sala 5 Correggio e Parmigianino: mitologie Nel Rinascimento la stragrande maggioranza di tutta la produzione artistica era di soggetto religioso. I soggetti mitologici erano una rarità, con la felice conseguenza che gli artisti vi dedicavano una cura particolare. Per quanto riguarda sia il Correggio che il Parmigianino, le loro prime raffigurazioni mitologiche sono degli affreschi, rispettivamente nella Camera di San Paolo a Parma e nella Rocca di Fontanellato (entrambi rappresentati in mostra dai disegni preparatori visibili nella sala 9), e risalgono agli anni d’esordio. Per contro, tutti i quadri di cavalletto su questi temi che si conoscono sono opere della maturità, vale a dire degli anni venti e trenta del Cinquecento. In questa sala sono esposti due dipinti mitologici di ciascuno dei due artisti. Insieme a una Venere e Cupido con un satiro, oggi al Louvre, la tela del Correggio nota come Educazione di Amore fu eseguita per il conte Nicola Maffei di Mantova (1487-1536) tra il 1522 e il 1525. Raffigura Venere, la dea dell’amore (alata, quindi caratterizzata come figura celeste), con Mercurio, dio della saggezza, e il loro figlio Cupido. Mercurio, seduto, insegna a leggere a Cupido (di qui il titolo con il quale il dipinto è conosciuto), e l’artista trasmette l’affettuosa intimità della divina famigliola. Le ampie proporzioni del nudo femminile esprimono un ideale molto diverso dalla fisicità più fanciullesca della Danae. La Danae apparteneva a una serie di quattro tele sul tema degli Amori di Giove che Correggio eseguì tra il 1530 e la morte, avvenuta nel 1534, su commissione di Federico Gonzaga, a quanto pare per inviarle all’imperatore Carlo V in Spagna. Le tele hanno tutte la stessa altezza ma si dividono naturalmente in due coppie: Danae e Leda e il cigno (a Berlino) sono più larghe che alte, mentre Giove e Io e Il ratto di Ganimede (a Vienna) hanno un formato alto e stretto. La tela in mostra raffigura Giove nell’atto di congiungersi a Danae sotto forma di pioggia d’oro, mentre Cupido la aiuta ad allontanare lentamente il drappo che ancora la copre. Quasi tutti i dipinti mitologici del Parmigianino furono eseguiti per lo stesso committente, il cavalier Francesco Baiardi, la cui collezione fu dettagliatamente catalogata dopo la sua morte, avvenuta nel 1561. Nell’inventario, la tavola raffigurante Saturno e Filira è definita “bozzata di colore finito”, descrizione che corrisponde allo stato relativamente incompiuto dell’opera in mostra. Altri due dipinti mitologici del Parmigianino sono esposti nella sala 10. L’artista realizzò anche un considerevole numero di disegni di soggetto profano, molti dei quali ispirati all’antichità classica. Uno di questi è il foglio con Circella , personaggio dell’Orlando innamorato del Boiardo che richiama la maga Circe, disegnata dettagliatamente come base per una stampa. Opere Sala 5 Correggio (Antonio Allegri, detto il) Danae olio su tela Roma, Galleria Borghese Correggio (Antonio Allegri, detto il) Venere con Mercurio e Cupido (Educazione di Amore) olio su tela Londra, The National Gallery Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Saturno e Filira olio su tavola collezione privata, courtesy Kristin Gary Fine Arts Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Circella Pennello e acquerello bruno su matita nera / Brush and brown wash over black chalk Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe Sala 6 Schiava turca e Principi Questa sala si concentra su due sole opere: uno tra i più singolari ritratti del Parmigianino e un interessante ritratto di gruppo di Gerolamo Mazzola Bedoli. Molti ritratti femminili del Parmigianino presentano una tendenza ricorrente all’idealizzazione e stilizzazione dei volti. In nessun’altra opera tale caratteristica risulta evidente come in questa Schiava turca, titolo particolarmente fantasioso se si considera che il soggetto raffigurato non è né una schiava né turca. L’unico punto a suo favore è che, forse, suggerisce la giustificata intuizione che si tratti di una bellezza astratta destinata al diletto maschile, e non il ritratto di una persona in particolare commissionato dall’effigiata o dalla sua famiglia. La donna indossa un balzo, elaborato copricapo simile a un turbante, con al centro l’immagine di un cavallo alato, probabilmente Pegaso. Da questo sontuoso copricapo spuntano i capelli scuri, spartiti al centro e con riccioli che carezzano una fronte quasi esageratamente alta, il cui perfetto pallore contrasta con il caldo colorito roseo delle guance. Le sopracciglia depilate sono ridotte a sottili linee curve che rispecchiano, invertendolo, il civettuolo mezzo sorriso delle labbra, e lo sguardo tranquillo incontra gli occhi dell’osservatore. Il dipinto di Bedoli è costituito in realtà da due tele distinte cucite insieme, che probabilmente affiancavano un’immagine o un oggetto centrale, tuttora non identificato. Dato l’aspetto attuale delle due tele, il fatto che inizialmente fossero separate sembra indicare che la lampada appesa in alto e il libro aperto alla base non facessero parte della composizione originale, anche se questo in sé non prova che non siano stati aggiunti dallo stesso Bedoli in una fase successiva. L’identità dei quattro personaggi raffigurati è rimasta sconosciuta fino a pochissimo tempo fa. Nel contesto parmense, la presenza di diverse mezzelune in più punti della superficie dipinta li identifica come appartenenti alla famiglia Bergonzi, una delle più illustri della città Questi personaggi in particolare sono quasi certamente quattro fratelli: Marco Regolo, Francesco, Jacopo e Vincenzo. Le rispettive età, insieme ad altre considerazioni, indicano che l’opera fu eseguita intorno all’anno 1536. Opere Sala 6 Girolamo Mazzola Bedoli Quattro membri della famiglia Bergonzi olio su tela York, The Castle Howard Collection Trustees of the Will Trust of Lord Howard of Henderskelfe Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Ritratto di giovane donna detta “Schiava turca” Olio su tavola Parma, Galleria Nazionale Sala 7 Gandini Anselmi Bedoli La comparsa quasi simultanea di Correggio e Parmigianino sulla scena di Parma verso la fine degli anni dieci trasformò le pratiche artistiche della città. Le conseguenze emergono con straordinaria evidenza in questa sala, che riunisce diversi dipinti e alcuni disegni di Michelangelo Anselmi, Giorgio Gandini del Grano e Girolamo Mazzola Bedoli. Poiché nessuno di questi artisti può dirsi famoso, non sorprende il fatto che tra le opere esposte vi siano diverse scoperte molto recenti. Anselmi è rappresentato da un Cristo e la Samaritana dall’atmosfera intima e da un monumentale disegno a matita rossa per lo stemma di papa Paolo III Farnese, che regnò dal 1534 fino alla morte, nel 1549. Si tratta di un’eloquente testimonianza di come l’ascesa della famiglia Farnese segnasse la fine del ruolo marginale di Parma sullo scacchiere politico. Gandini del Grano, scomparso in giovane età come molti di questi artisti, ha lasciato pochissimi dipinti, ma in questa sala ne sono esposti ben tre. Due di essi – un’incantevole e finora inedita Madonna col Bambino e due angeli e il Matrimonio mistico di santa Caterina – sono di piccolo formato ed erano probabilmente destinati alla devozione privata. Le dimensioni del terzo, nonostante la destinazione originale ignota, fanno invece pensare a una pala d’altare, dimostrando il talento di Gandini in opere di portata più ambiziosa. Il dipinto, restaurato in occasione di questa mostra, ha ritrovato il suo aspetto originale dopo secoli. Anche nel caso di Bedoli, la più piccola e privata Sacra Famiglia con san Francesco conservata a Budapest è stata affiancata a una pala d’altare proveniente da Viadana, città natale dell’artista, in cui la Madonna e il Bambino sono accompagnati dai santi Giovanni Battista e Cristoforo. L’accostamento di opere eseguite da tre personalità tanto diverse benché vissute nello stesso tempo e luogo appare degno di nota, ma è particolarmente interessante poter osservare la pala di Gandini accanto a quella di Bedoli per confrontare la loro risposta alla stessa sfida iconografica. Di fronte alla necessità di affiancare san Cristoforo e la Madonna in un unico dipinto, entrambi, a differenza di tanti pittori rinascimentali, hanno saggiamente evitato l’assurdità logica di abbinare a ciascuna delle figure sacre la propria rappresentazione del Bambino. Opere Sala 7 Giorgio Gandini del Grano Madonna col Bambino e due angeli olio su tavola Courtesy of The Daniel Katz Gallery Giorgio Gandini del Grano (Parma 1489? – 1538) Madonna col Bambino, San Michele, San Giovannino e San Cristoforo Olio su tavola Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina Giorgio Gandini del Grano Matrimonio Mistico di santa Caterina olio su tavola Collezione privata Girolamo Mazzola Bedoli Sacra Famiglia con san Francesco olio su tavola Budapest, Szépművészeti Múzeum Girolamo Mazzola Bedoli Madonna col Bambino fra i santi Giovanni Battista e Cristoforo olio su tavola Città di Viadana, Museo Civico “A. Parazzi”, opera in comodato di proprietà del notaio Dr. Francesco Besana Viadana, Museo Civico “A. Parazzi”, on loan from Dr. Francesco Besana Giorgio Gandini del Grano Matrimonio mistico di santa Caterina matita rossa, penna e inchiostro bruno Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Michelangelo Anselmi Cristo e la Samaritana olio su tela Stamford, The Burghley House Collection Michelangelo Anselmi Stemma di Paolo III Farnese matita rossa Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe Sala 8 Disegni Nel Rinascimento, quasi tutti i disegni erano eseguiti in preparazione di opere realizzate con altre tecniche, più spesso dipinti, ma anche stampe e sculture. Nelle sue prove migliori, quali ad esempio l’Annunciazione dal carattere marcatamente pittorico, Correggio si rivela un disegnatore di straordinario talento. Il medium che predilige è la matita rossa, di cui fa tuttavia un utilizzo estremamente vario. Alcuni fogli appaiono quindi rigorosamente funzionali, mentre in altri l’artista sembra trarre un autentico piacere dall’attività cui è intento. In questo campo, tuttavia, Correggio non poteva certamente competere con Parmigianino, che era un disegnatore nato e per giunta straordinariamente prolifico: tanto abile nell’uso della penna e dell’acquerello, talvolta su carta colorata, quanto della matita rossa e nera, talvolta con lumeggiature bianche. Gli esempi qui esposti rivelano la sua tendenza – comune a molti altri artisti rinascimentali – a utilizzare la penna per ideare e riflettere, e la matita per rifinire e completare. Oltre a dar prova di padronanza tecnica, Parmigianino fu uno dei pochi artisti dell’epoca a disegnare per puro diletto. Accanto a un’ampia gamma di studi preparatori incredibilmente spontanei e al tempo stesso straordinariamente compiuti per dipinti e altri progetti, raffigurò scene di vita quotidiana di grande vivacità, evocazioni poetiche della bellezza del paesaggio e persino scandalose immagini erotiche. In generale, i disegni migliori della Scuola di Parma risalenti alla prima metà del Cinquecento sono sempre stati oggetto di particolare ammirazione. Questa sala riunisce una selezione assai rappresentativa di fogli di Anselmi, Bedoli, Gandini e Rondani. Di quest’ultimo è esposto l’unico disegno sopravvissuto riconducibile a un suo dipinto noto: una Madonna col Bambino a matita rossa che è uno studio per la parte superiore di una pala d’altare firmata, conservata alla Galleria Nazionale di Parma. In maniera analoga, il disegno di Gandini chiaramente collegato al Matrimonio mistico di santa Caterina (esposto nella sala 7) consente di ricostruire il ben più consistente corpus della sua opera grafica. Opere Sala 8 Correggio (Antonio Allegri, detto il) Progetto per la decorazione della cupola del duomo di Parma matita rossa Oxford, The Ashmolean Museum Provenienza: dono di Chambers Hall, 1955 Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio di Eva per la cupola del duomo di Parma matita rossa Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per il parapetto del duomo di Parma Matita rossa, quadrettato a matita rossa, penna e inchiostro bruno Correggio, Fondazione “il Correggio” Correggio (Antonio Allegri, detto il) San Bernardo degli Uberti matita rossa Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Francesco Maria Rondani Madonna con Bambino disegno in taccuino matita rossa Collezione privata Francesco Maria Rondani Soldati per una “Cattura di Cristo” Matita rossa, quadrettato a matita nera, carta bianca imbrunita Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe Giorgio Gandini del Grano Riposo durante la fuga in Egitto con san Giovannino Penna e inchiostro bruno, acquarello bruno, biacca Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Giorgio Gandini del Grano Matrimonio mistico di santa Caterina matita rossa, penna e inchiostro bruno Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Giorgio Gandini del Grano Santi e angeli sulle nuvole matita rossa, rialzata a biacca parzialmente ossidata Vienna, Albertina Provenienza: Herzog Albert von Sachsen-Teschen Giorgio Gandini dei Grano Adorazione dei pastori Penna e inchiostro bruno, acquerello bruno e grigio, biacca Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Giorgio Gandini del Grano Studio di angeli sulle nuvole Matita rossa Windsor Castle, The Royal Collection Lent By Her Majesty Queen Elisabeth II Giorgio Gandini del Grano Studio per angeli sulle nuvole matita rossa e biacca e tracce di inchiostro Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe Giorgio Gandini del Grano Studi di otto figure femminili Matita rossa Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Michelangelo Anselmi Adorazione dei Magi Penna e acquarello bruno, rialzato a biacca, su carta grigio-verde quadrettata Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Michelangelo Anselmi Adorazione dei Magi Penna e acquarello bruno, rialzato a biacca, su carta grigio-verde quadrettata Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Michelangelo Anselmi Sant' Anselmo appare all'abate Elsino matita rossa (due colori) Windsor Castle, The Royal Collection Lent By Her Majesty Queen Elisabeth II Girolamo Mazzola Bedoli Apollo in una nicchia Matita rossa Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Gerolamo Mazzola Bedoli Studi di braccia e di mani Matita rossa Vienna, Albertina Gerolamo Mazzola Bedoli I pastori in adorazione penna e inchiostro bruno diluito, tracce di matita nera, biacca, su carta preparata rosa Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe Gerolamo Mazzola Bedoli Madonna col Bambino e san Bruno penna e inchiostro bruno Bergamo, Accademia Carrara Girolamo Mazzola Bedoli Madonna col Bambino, san Giovannino, san Francesco e san Sebastiano carboncino, rialzato a biacca, su carta beige Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Girolamo Mazzola Bedoli Madonna col Bambino, san Giovannino, san Francesco e san Sebastiano matita nera, biacca, su carta beige Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Girolamo Mazzola Bedoli Madonna col Bambino e san Giovannino matita rossa, biacca, su carta beige pallido Oxford, The Ashmolean Museum Parmigianino (Francesco Mazzola) Figure su un’imbarcazione penna di due colori e acquarello bruno Londra / London, The British Museum - Department of Prints and Drawings Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Un uomo seduto su uno sgabello, che sostiene una cagna incinta penna e inchiostro bruno Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings PARETE DESTRA Correggio (Antonio Allegri, detto il) San Fabiano che battezza, con i santi Sebastiano e Giuliano matita rossa Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Correggio (Antonio Allegri, detto il) Uomo a cavallo di un toro con altre figure carboncino e acquerello Bruno Los Angeles, The J. Paul Getty Museum Correggio (Antonio Allegri, detto il) Adorazione dei magi Matita rossa e biacca New York, lent by The Metropolitan Museum of Art. Malcom Cooper Herwitt Fund Correggio (Antonio Allegri, detto il) Genio che versa una libagione e donna con una cornucopia matita rossa Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Correggio (Antonio Allegri, detto il) Nudo seduto di profilo matita rossa, quadrettato a matita rossa Vienna, Albertina Provenienza: Herzog Albert von Sachsen-Teschen Correggio (Antonio Allegri, detto il) Due apostoli seduti con putti matita rossa e biacca Parigi, musée du Louvre - Département des Arts Graphiques Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per un pennacchio con san Matteo e san Gerolamo matita rossa con tracce di penna bruna Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Correggio (Antonio Allegri, detto il) Annunciazione penna e inchiostro nero, acquarello grigio, rialzata a biacca, quadrettato a matita rossa, su carta preparata rosa New York, lent by The Metropolitan Museum of Art. Malcom Cooper Herwitt Fund Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per la “Madonna della scodella” matita rossa, penna e acquerello bruno, su carta vergata Washington, National Gallery of Art The Armand Hammer Collection Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per la “Madonna col Bambino e santi” (Madonna di san Gerolamo) Matita rossa, penna e acquarello bruno, su carta preparata rosa Oxford, Christ Church Picture Gallery By permission of the Governing Body of Christ Church, Oxford Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per decorazione a grottesca di una crociera matita rossa e biacca Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per il sottarco della cappella Del Bono matita rossa, penna e inchiostro bruno, biacca, quadrettato a matita rossa su carta lavata rosa Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Correggio (Antonio Allegri, detto il) Studio per il sottarco della cappella Del Bono matita rossa, penna e inchiostro bruno, biacca, quadrettato a matita rossa su carta lavata rosa Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Correggio (Antonio Allegri, detto il) Venere addormentata Matita rossa e biacca su carta lavata rosa Windsor Castle, The Royal Collection Lent By Her Majesty Queen Elisabeth II Correggio (Antonio Allegri, detto il) Allegoria del Vizio matita rossa Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Monarca riceve un libro da un sacerdote penna e inchiostro bruno su tracce di matita rossa Parigi, Collezione privata Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Studio di panneggio per la Madonna nella “Visione di san Gerolamo” carboncino e gessetto bianco Oxford, The Ashmolean Museum - Purchased, 1939 Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Testa di Gesù Bambino carboncino (o matita nera) e matita rossa su carta leggermente colorata Vienna, Albertina - Provenienza: Marquis de Lagoy; Herzog Albert von Sachsen-Teschen Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Studio delle figure in primo piano nello “Sposalizio della Vergine” penna e acquarello bruno sopra matita rossa New York, The Morgan Library and Museum Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Donna seduta a terra mentre allatta il bambino matita rossa rialzata a biacca Collezione privata Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Diogene Matita rossa e biacca Collezione privata Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Figura virile seduta di spalle Carboncino e gessetto bianco su carta beige Modena, Galleria Estense Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Saturno che divora i suoi figli penna e acquerello bruno su carta preparata rosa Collezione privata Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Paesaggio penna e acquerello bruno e biacca, su carta azzurra Firenze, Museo Horne Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Studio per la “Madonna dal collo lungo” (Vergine col Bambino, san Gerolamo e san Francesco) matita nera, penna e inchiostro bruno, acquerello grigio, biacca, su carta bruna pallida Londra, The British Museum - Department of Prints and Drawings Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Progetto per la cornice di una pala d’altare penna e acquarello bruno, rialzata a biacca, su carta blu sbiadata Modena, Galleria Estense Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Annunciazione Penna e acquerello bruno Amburgo, Kunsthalle, Kupferstchkabinet Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Progetto per parte della decorazione della volta in Santa Maria della Steccata a Parma penna e acquerello bruno, rosso, giallo e verde Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Mosè penna e inchiostro nero con acquerello grigio Collezione privata Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Sposalizio della Vergine Penna e acquarello bruno e biacca / Pen and brown wash, heightened with white Chatsworth, Devonshire Collection –Trustees of the Chatsworth Settlement Parmigianino (Francesco Mazzola) Studio delle figure in primo piano nello “Sposalizio della Vergine” penna e acquarello bruno sopra matita rossa / Pen and brown wash over red chalk New York, The Morgan Library and Museum Sala 9 Ritratti Questa sala riunisce originali ritratti di Correggio, Parmigianino e del molto meno noto Rondani, insieme al dipinto a mezza figura di Santa Caterina con un libro di Correggio, accomunabile a essi sia per il formato che per l’atmosfera. Sulla parete destra, Santa Caterina è affiancata a un altro ritratto di Correggio, quello di un uomo barbuto a sua volta intento alla lettura, databile però intorno al 1520 anziché al 1530. Li accompagna il ritratto firmato di un altro uomo con la barba di Francesco Maria Rondani, corredato di un’iscrizione latina secondo la quale sarebbe stato dipinto da una “rondine” – allusione ironica al nome del pittore, Rondani – e che sembra rivolta a Vittoria, l’amante dell’effigiato, ritratto infatti con la palma della vittoria in mano. Sulla parete sinistra sono esposti due ritratti di Parmigianino. Il primo, proveniente da York, risale probabilmente al periodo iniziale dell’artista a Parma, precedente al viaggio a Roma del 1524. Un uomo barbuto, con un berretto in testa e un libro in mano, è raffigurato contro uno sfondo pressoché neutro, benché la scena includa anche un mobile e un tappeto persiano, insieme a una striscia decorata da disegni di un materiale che sembra voler imitare il cuoio dorato e stampato. Il dipinto più tardo, datato agli anni romani dell’artista, si concentra ancor più austeramente sul modello, vestito di bianco e nero e collocato contro una nuda parete grigia. L’unica traccia di colore è data dall’incarnato rosa acceso dell’uomo, tipico del Parmigianino. Opere Sala 9 Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Ritratto di uomo con libro Olio su tela Provenienza: dono di F.D. Lycett Green through The Art Fund, 1955 Francesco Maria Rondani Ritratto di giovane uomo con ramo di palma olio su tavola Collezione privata Correggio (Antonio Allegri, detto il) Santa Caterina con libro Olio su tela Hampton Court Palace, The Royal Collection Lent By Her Majesty Queen Elisabeth II Correggio (Antonio Allegri, detto il) Ritratto di uomo con libro olio su carta incollato su tela Milano, Raccolte d'Arte Antica, Pinacoteca del Castello Sforzesco Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Ritratto di giovane uomo olio su tavola Roma, Galleria Borghese Sala 10 Antea, Parma e Alessandro Farnese, Pallade, Lucrezia Questa sala riunisce un ritratto e due soggetti mitologici risalenti all’ultimo decennio di attività del Parmigianino con uno straordinario ritratto allegorico di Girolamo Mazzola Bedoli, suo discepolo più vicino nonché cugino acquisito. Il ritratto di Parmigianino è tradizionalmente noto come Antea, dal nome di una cortigiana romana, benché non possa trattarsi di una simile figura. Più che dell’effigie di una persona reale, è probabile si tratti invece di una rappresentazione della bellezza ideale. Quest’opera sembra figurare in ogni caso nell’inventario post mortem del committente di Parmigianino, il cavaliere Francesco Baiardo, dove il n. 4 è un “ritrato colorito e finito d'una donna in piedi di mano del Parmesanino” di altezza identica. La Pallade Atena del Parmigianino, che nello stesso inventario corrisponde al n. 12, è definita come: “Una testa col petto d’una Minerua colorita finita alta o[ncie] 16 larga 10 di mano dil Parmesanino”. Benché il compilatore dell’inventario abbia attribuito alla dea il nome romano anziché quello greco iscritto nello splendido monile che indossa, il soggetto corrisponde e così pure le dimensioni, considerato il fatto che il dipinto sembra essere stato leggermente rifilato in alto e in basso. L’inventario Baiardo contiene inoltre una Lucrezia definita “bozzata”. Escludendo si tratti della tavola proveniente da Napoli qui esposta, il più squisitamente compiuto di tutti i dipinti di Parmigianino, il riferimento era molto probabilmente a un’altra versione del soggetto che Vasari, nella biografia dell’artista, afferma essere quella finale. La stilizzazione estrema della figura e l’audace combinazione dei rosa accesi dell’incarnato con gli azzurri freddi dei panneggi sono in effetti tipiche della sua ultima produzione. Nella breve descrizione dell’opera di Bedoli a conclusione della biografia di Parmigianino, Vasari include il presente lavoro: “Ha ritratto per madama Margherita d’Austria, duchessa di Parma, il principe Don Alessandro suo figliuolo, tutto armato, con la spada, sopra un [m]appamondo, e una Parma ginocchioni ed armata dinanzi a lui”. Alessandro Farnese, governatore dei Paesi Bassi spagnoli dal 1578 fino alla morte, nel 1592, e terzo duca di Parma dal 1586 al 1592, era nato nel 1545. Poiché qui sembra avere circa dieci anni, il ritratto fu probabilmente eseguito intorno al 1555-1556. Opere Sala 10 Gerolamo Mazzola Bedoli Parma che abbraccia Alessandro Farnese Olio su tela Parma, Galleria Nazionale Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Pallade Atena olio su tela Buckingham Palace, The Royal Collection Lent By Her Majesty Queen Elisabeth II Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Lucrezia olio su tavola Napoli, Museo di Capodimonte Parmigianino (Francesco Mazzola, detto il) Antea olio su tela Napoli, Museo di Capodimonte INCONTRI In occasione della mostra delle Scuderie del Quirinale Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento il Palazzo delle Esposizioni presenta La gloria di Parma Incontri 16 marzo – 25 maggio 2016 Ogni grande progetto delle Scuderie del Quirinale avvicina il pubblico ai capolavori dell’arte non solo all’interno del percorso espositivo, ma anche attraverso un ricco ciclo di incontri. Al Palazzo delle Esposizioni, sede degli appuntamenti, il curatore, storici dell’arte e docenti universitari ci conducono in un viaggio entusiasmante in direzione di Parma, alla scoperta della scuola artistica che la rese capitale - come Roma, Firenze e Venezia - del Rinascimento italiano, riferimento fondamentale per la pittura e il gusto europeo dell’epoca e nei secoli a seguire. Attraverso gli sguardi e i racconti appassionati degli studiosi, possiamo rivivere oggi la meraviglia dei primi viaggiatori, che fin dal Cinquecento restarono incantati di fronte all’“abisso così bello delle pitture del gran Correggio” e allo spettacolare talento di Parmigianino, nel quale perfino la raffinatissima corte pontificia vide reincarnarsi il genio di Raffaello. 16 marzo, ore 18.30 Mary Vaccaro Splendore del disegno a Parma Correggio e Parmigianino devono parte della loro fortuna anche alla qualità altissima della loro produzione disegnativa. Straordinarie opere su carta, conservate nelle più prestigiose collezioni pubbliche e private del mondo, testimoniano – al di là di una radice comune – la diversità di approccio alla pratica del disegno da parte dei due più grandi artisti parmensi: sostanzialmente funzionale quello di Correggio, straordinariamente ricco e vario quello di Parmigianino, mosso da un bisogno quasi ossessivo di disegnare. 23 marzo, ore 18.30 David Ekserdjian Arte a Parma nel Cinquecento. Le ragioni di una mostra La gloria della Scuola di Parma, che andò ben oltre il secolo in cui si trovarono ad operare i suoi due astri principali, dimostra come nel Rinascimento italiano l’eccellenza artistica non fosse limitata ai grandi centri, contrapposti a una provincia necessariamente dipendente. Lo riconobbe per primo Giorgio Vasari che con le biografie profondamente elogiative dei due astri parmensi, Correggio e Parmigianino, gettò le basi di una celebrità che attraversò i secoli. 30 marzo, ore 18.30 Giuseppe Adani Correggio: genius loci, genius mundi Antonio Allegri detto “il Correggio” deve il nome con cui è universalmente conosciuto alla sua città natale, posta nel cuore dell'Emilia. Con il suo genio seppe tenere unite molte delle componenti culturali del Rinascimento, trasfigurandole con nuova e straordinaria vita e conferendo per sempre alla sua pittura l'ebbrezza spirituale e il fremito amoroso dei sensi. 13 aprile, ore 18.30 Maddalena Spagnolo Intrecci, scarti, giravolte. Le alterne fortune di Correggio e Parmigianino Come furono guardate le opere di Correggio e Parmigianino nei secoli passati? Quali aspetti della loro arte furono apprezzati, elogiati o invece fortemente criticati se non, addirittura, vivacemente stroncati? Mettere insieme le diverse voci che hanno segnato i momenti cruciali della ricezione dei due artisti fa emergere un quadro singolare, in cui la fortuna dell’uno ha oscurato quella dell’altro, offrendo il destro a polemiche, critiche e svalutazioni. 20 aprile, ore 18.30 Andrea Donati Parmigianino modello del manierismo europeo. Il caso della Madonna di San Zaccaria Parmigianino fu un punto di riferimento assoluto per il manierismo europeo. I viaggi lungo la Penisola gli permisero di conoscere direttamente i maggiori centri del Rinascimento italiano e di sviluppare uno stile assolutamente originale. I disegni e le stampe lo aiutarono a diffondere il proprio stile e le proprie invenzioni, diventando determinante per lo sviluppo della Scuola di Fontainebleau, in Francia, e per l’avvio della carriera di El Greco in Italia. 27 aprile, ore 18.30 Elisabetta Fadda Un ‘soggetto acquaticcio’: Diana al Bagno. Parmigianino a Fontanellato Il senso della storia di Diana e Atteone rappresentata dal Parmigianino nelle decorazioni della Rocca Sanvitale a Fontanellato ha costituito fino ad oggi un vero e proprio rebus iconografico. Elisabetta Fadda, docente presso l’Università degli Studi di Parma, svelerà il significato ultimo degli affreschi, le cui immagini sono commentate da una lunga disascalia e da uno specchio, attorno alla cui cornice è scritto il motto “RESPICE FINEM”. 18 maggio, ore 18.30 Marzia Faietti Raffaello e Parmigianino. Metafore dello sguardo Due giganti dell'arte italiana a confronto. Accostando dipinti, disegni e stampe emerge con evidenza la profonda relazione che lega Raffaello a Francesco Mazzola detto il Parmigianino, ricordato dalle fonti più antiche come erede dell’artista urbinate. Guardando a Raffaello con gli occhi del Parmigianino, sarà possibile analizzare il rapporto tra artisti vissuti in epoche e luoghi diversi, rivelando l’importanza decisiva di un’eredità culturale. 25 maggio, ore 18.30 Angelo Loda “Pupilli” del Correggio. Rondani e Gandini del Grano All’ombra di Correggio e Parmigianino nei primi decenni del Cinquecento si muovono a Parma alcuni artisti di sorprendente talento le cui opere contribuirono alla gloria della Scuola di Parma: fra essi emergono Giorgio Gandini Del Grano, chiamato il pupillo del Correggio, abilissimo disegnatore e squisito ricamatore di piccoli quadri da stanza, e Francesco Maria Rondani, frescante di grande qualità e notevolissimo ritrattista. Informazioni Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema e Auditorium scalinata di via Milano 9 a, Roma www.palazzoesposizioni.it INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI I posti verranno assegnati a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni incontro Possibilità di prenotare riservata ai soli possessori della membership card L’ingresso non sarà consentito a evento iniziato