Quando la vittima è una comunità di fedeli. Tutela dei beni culturali

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Quando la vittima è una comunità di fedeli. Tutela dei beni culturali
Quando la vittima è una comunità di fedeli. Tutela dei beni culturali ecclesiastici
e difesa degli interessi legittimi della comunità nel segno della tradizione
Vito Cicale•
Riassunto
Il patrimonio culturale della Chiesa non può essere considerato come un insieme di oggetti da museo dato che il loro
uso ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dell’esperienza religiosa.
La dimensione artistica del patrimonio culturale ecclesiastico è strettamente collegata alla sua qualità artistica e al suo
ruolo religioso. Perciò, il fine ultimo di tali opere d’arte è il servizio alla Chiesa, la facilitazione del contatto con Dio.
Infatti, questo rapporto si riflette in tutte le opere che l’uomo ha associato all’adorazione di Dio: dai vasi sacri ai tessuti
fino alle costruzioni architettoniche monumentali. Questi beni contribuiscono a sostenere le tradizioni religiose che sono
state – e in una certa misura che sono ancora – la base di una rete sociale e di un’educazione alla cultura religiosa e
cattolica.
Le tradizioni religiose dei piccoli paesi rappresentano ancora l’elemento più gradito e diffuso della cultura popolare del
nostro paese, il patrimonio certamente ancora oggi da promuovere e alimentare.
Résumé
Les biens culturels de l'Église ne peuvent pas être considérés comme des pièces de musée car leur usage a comme
objectif de développer l'expérience religieuse. La dimension artistique du patrimoine ecclésiastique est étroitement liée
à sa qualité artistique et à son rôle religieux. Par conséquent, le but ultime des œuvres d’art est le service de l'Eglise, la
facilitation du contact avec Dieu.
En effet, ce rapport se reflète dans toutes les œuvres que l'homme a associées à l'adoration de Dieu : les vases sacrés, les
tissus et les constructions les plus monumentales. Ces biens contribuent à soutenir les traditions religieuses qui ont été et dans une certaine mesure sont encore - la base d'un réseau social et d’une éducation à la culture religieuse et
catholique. Les traditions religieuses des villages sont toujours les aspects le plus aimés de la culture populaire dans
notre pays, il s’agit encore aujourd’hui d’un patrimoine à enrichir et à cultiver.
Abstract
The cultural heritage of the Church cannot be considered as the range of objects of a museum because their use aims at
the development of religious experience.
The artistic dimension of the ecclesiastical artistic heritage is closely linked with its artistic quality and to the religious
role of this quality. The ultimate purpose of these artistic works is the service to the Church, the easing of contact with
God. This relationship reflects indeed in the works that man associates with the worship of God: from the sacred vessels
and vestments to the most monumental architectural constructions. These valuable goods contribute to support
religious traditions that have been and partly still are the basis for a social network and for a religious and Catholic
education.
These religious traditions typical of small villages are still to be considered as the most common elements of popular
culture in our country, a heritage that needs to be encouraged and cultivated.
“La fede tende per sua natura a esprimersi in forme artistiche e in testimonianze storiche aventi un’intrinseca forza
evangelizzatrice e valenza culturale, di fronte alle quali la Chiesa è chiamata a prestare la massima attenzione”
(Giovanni Polo II, Inde Pontificatus Nostri inizio, 25.3.1993, proemio)
•
Esperto in beni culturali ecclesiastici.
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di evangelizzazione, mediando culturalmente il
contenuto umano del messaggio evangelico.
1. Dall’Arte sacra ai beni culturali della
La Chiesa non sacralizza ma consacra e attraverso
Chiesa.
la liturgia l’arte e la bellezza diventano un
“Dio nessuno l’ha mai visto”, come ci insegna
tutt’uno, l’arte sacra non inventa quindi i suoi
San Giovanni; ma l’Evangelista aggiunge subito
contenuti ma li trova nella liturgia. Arte e liturgia
che, venendo nel mondo, il Figlio unigenito “lo ha
incarnano il sacro cristiano ed entrambi si
rivelato” (Gv. 1,18). Nella Lettera ai Colossesi
fondono senza confondersi poiché ciò che la
San Paolo può giustamente affermare che: “Egli è
liturgia
attua
“mistericamente”
l’arte
lo
2
immagine del Dio Invisibile” (Col. 1, 15). Il
perennizza “misticamente”. I manufatti realizzati
fondamento dell’Arte Cristiana quindi si basa su
per il culto prodotti dall’attività dell’uomo,
un principio che è Gesù Cristo figlio di Dio fatto
consacrati
uomo che è contemporaneamente il modello di
connotazione artistica e abbandonano la semplice
vita del cristiano. In tal senso nell’arte egli diviene
strumentalità per trasformarsi in segni evocativi
modello e metro di giudizio, riunendo in sé le tre
della spiritualità dell’uomo stesso.3 I beni culturali
categorie del bello, del buono e del giusto. Ciò
ecclesiastici non sono oggetti da museo; il loro
significa che nessuna opera d’arte potrà definirsi
uso è finalizzato allo sviluppo della esperienza
1
nella
liturgia,
assumono
una
cristiana se non rimanda a Cristo .
religiosa. La dimensione artistica dei beni
Per il cristianesimo, l’immagine divina per
culturali
eccellenza è la forma umana del Cristo; quindi,
strettamente alla qualità artistica e dipende in
l’arte
la
maniera strettissima dal ruolo religioso di questa
trasfigurazione dell’uomo e del mondo, che
qualità. Romano Guardini, il filosofo pensatore
dall’uomo
loro
che ha caratterizzato il pensiero religioso del
partecipazione al Cristo. In questa luce, la
secolo scorso dice: “La liturgia non desume le sue
comunicazione della fede attraverso l’arte si rivela
forme dall’arte ma è il culto che sta al principio da
un ministero e una testimonianza: illustrare la
cui poi l’arte costruisce le sue forme”.4 La
verità che viviamo, attraverso opere da essa
creazione artistica nasce da un’interrogazione
generate è un modo eccellente di mostrarci “pronti
profonda, ontologica, solo se questa avviene
sempre a rispondere a chiunque ci domandi
l’opera, l’arte, l’architettura, diventa significativa.
ragione della speranza che è in noi” (1 Pt. 3, 15).
Valorizzare significa, perciò, riprendere contatto
Per i fedeli costituisce un “formidabile strumento
con questa scintilla originaria in cui un’esperienza
di catechesi” e per coloro che stanno ancora fuori
umana, l’esperienza religiosa in questo caso, si è
della vita ecclesiale, costituisce un potente mezzo
fatta
cristiana
ha
dipende,
un
solo
mediante
oggetto:
la
ecclesiastici
forma.
si
lega
Reimpossessarsi
e
si
salda
dell’origine
dell’opera d’arte significa riscoprire l’evento
* Esperto in beni culturali ecclesiastici.
1
Cicale V., I beni culturali della Chiesa. Contenuti
fondamentali ed elementi utili per la tutela e la
messa in sicurezza dei beni ecclesiastici, Vol. I,
AssoSicurezza, Milano, 2006, p. 21.
2
Chenis C., Fondamenti teorici dell’arte sacra, LAS,
Roma, 1991, pp. 66-67.
3
Ibidem, p. 14.
4
Cfr. Guardini R., L’opera d’arte, Morcelliana,
Brescia, 1998, p. 38.
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iniziale che ne ha creato la significatività. La
specialmente nell’ambito della celebrazione e del
finalità ultima delle opere d’arte è quindi il
culto eucaristico: trovando Dio presente nella
servizio alla Chiesa per facilitare un contatto con
materia, il credente è portato a cogliere la nuova
Dio che si può caratterizzare come “preghiera”,
dignità di ogni cosa materiale, diventa ormai
“contemplazione”
e
Anche
(almeno tendenzialmente) “ostensorio”, come
Gregorio
difensore
funzione
ogni “vedere” umano è ormai chiamato a farsi
didattica dell’immagine nel contesto ecclesiale,
contemplazione adorante. Tuttavia il soggetto
insiste che i fedeli debbano alla fine passare dalla
dell’esperienza estetica, come dell’esperienza
visio all’adoratio. “Altro è adorare un dipinto,
culturale, rimane l’uomo: è a lui che parlano i
altro imparare da una scena rappresentata in un
colori e le forme, il fruscio della seta, lo scintillio
dipinto che cosa adorare. (...).” Nel medesimo
dell’oro, lo spazio “mistico” o “razionale”
spirito, Giovanni Damasceno dirà: “la bellezza e il
dell’architettura dei diversi periodi.5 A differenza
colore delle immagini sono uno stimolo per la mia
dell’immagine religiosa orientale “purificata” e
preghiera. È una festa per i miei occhi, così come
“dematerializzata”, la tradizione latina, erede del
lo spettacolo della campagna sprona il mio cuore
naturalismo dell’arte greco-romana, ha sviluppato
a rendere gloria a Dio”. L’importanza delle
un linguaggio visivo più aderente all’esperienza
immagini nella storia liturgica e devozionale dei
sensoria del soggetto umano: un linguaggio
cristiani va considerata nella prospettiva della
contrassegnato
tradizione figurativa che è stata da sempre
l’anatomia e la prospettiva lineare. Ciò non
privilegiata per facilitare la missione della Chiesa
implica però una diminuzione del ruolo spirituale
di comunicare i contenuti della fede: contenuto
dell’opera d’arte nella vita di preghiera del
altamente contemplativo. Nella Chiesa d’Oriente
singolo fedele e della comunità. Nella concezione
come in quella d’Occidente l’uso di immagini
cattolica, l’immagine può toccare l’intima realtà
sacre nel contesto della vita liturgica è servito nei
della persona: “La nostra tradizione più autentica,
secoli a manifestare il particolare rapporto che,
che condividiamo pienamente con i fratelli
grazie all’Incarnazione di Cristo, sussiste tra
ortodossi,” dice Giovanni Paolo II, “c’insegna che
“segno” e “realtà”, all’interno dell’economia
il linguaggio della bellezza, messo al servizio
sacramentale. Tale rapporto, invero, traspare in
della fede, è capace di raggiungere il cuore degli
tutte le opere che l’uomo associa al culto divino:
uomini, di far conoscere loro dal di dentro Colui
dai vasi sacri e tessuti alle più monumentali
che noi osiamo rappresentare nelle immagini,
costruzioni architettoniche. L’uso delle cose nella
Gesù Cristo, il figlio di Dio fatto uomo, “lo stesso,
liturgia della Chiesa rivela ed attualizza la
ieri e oggi, e per tutti i secoli.” (Eb 13, 8)”. In un
vocazione del mondo infraumano, chiamato
documento parallelo, ugualmente del 1987, il
insieme all’uomo e per mezzo dell’uomo a
Patriarca Dimitrios I di Costantinopoli arriva ad
rendere gloria a Dio. Per un processo misterioso e
affermare
Magno,
“adorazione”.
della
che,
da
elementi
nella
realistici
tradizione
quali
ortodossa,
nel contempo semplice, questa “rivelazione”
diventa parte integrante della fede vissuta,
5
Cfr. Conferenza Episcopale Toscana, Nota pastorale,
La vita si è fatta visibile. La comunicazione della
fede attraverso l’arte, Firenze, 3 febbraio 1997.
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“l’immagine (...) diventa la forma più potente che
6
sull’analogia che lo lega al corpo del Cristo.
prendono i dogmi e la predicazione”. Fin dagli
Secondo i Padri della Chiesa, l’edificio sacro
inizi la Chiesa ha fatto suo il linguaggio di poeti e
rappresenta innanzitutto il Cristo e al medesimo
artisti per risvegliare la fede stanca e per infondere
tempo rappresenta l’universo, infine l’uomo e le
nuova freschezza alla predicazione del Vangelo.
sue diverse parti.7 Ancora per i Padri della Chiesa,
Ma nel caso del luogo di culto è accaduto
mentre l’abside raffigura l’anima, la navata è
qualcosa di più radicale. La liturgia, infatti, non si
analoga al corpo, mentre l’altare rappresenta il
serve dello spazio come ci si serve di uno
cuore di quel corpo la cui immagine è il tempio,
strumento neutro e indifferenziato, piuttosto è
spazio attraverso cui nel tempo la comunità
l’azione liturgica a dargli forma e a costituirlo
ecclesiale celebra e rinnova lo sposalizio Cristo-
come luogo. Si può perciò affermare che non si
Chiesa.8 Stando ad una simile interpretazione ben
celebra la liturgia in uno spazio, ma il luogo è
si
elemento costitutivo della celebrazione liturgica.
dell’edificio del tempio, simboleggia il piano
Non bisogna mai dimenticare che per gli uomini
divino. Il tempio, come il cosmo, è prodotto
dell’antichità e del Medioevo lo spazio fisico,
partendo da un caos. Il materiale da costruzione –
considerato
sempre
pietra, legno, creta – corrisponde alla materia
l’oggettivazione dello “spazio spirituale”; infatti
prima, la sostanza plasmabile del mondo, che non
la sua omogeneità logica risiede tanto nello spirito
parteciperà alla perfezione dell’esistenza se non
conoscente quanto nella realtà fisica. Molto
nella
spesso nelle iscrizioni paleocristiane specie nelle
determinata dallo Spirito che nell’accezione
catacombe, il monogramma del Cristo è collocato
aristotelica rappresenta l’Essenza.9 Il costruttore
tra le due lettere alfa e omega, simboleggianti il
quindi modellando coscientemente la materia
nella
sua
totalità,
è
comprende
misura
come
il
piano
geometrico
in cui assumerà una forma
principio e la fine, un binomio che rimanda alle
categorie di spazio e tempo al cui centro risiede il
Cristo Signore dell’Universo. Il cristocentrismo è
ben visibile nella stessa liturgia della Chiesa che
non a caso attua la sua realtà nel tempio (lo
spazio) secondo il suo calendario liturgico (il
tempo), elementi che hanno sempre caratterizzato
l’architettura per il culto il cui prototipo era
costituito da una croce greca che rappresentava il
tempio inscritta in un cerchio che rappresenta la
sfera del tempo, ed in tal modo si esprimeva
significativamente la sintesi della centralità di
Cristo. Il simbolismo del tempio cristiano poggia
6
Giovanni Paolo II, Lettera apostolica “Duodecim
séculum” per il XII centenario del Concilio di Nicea,
1987.
7
Sant’Agostino paragona il tempio di Salomone alla
Chiesa, le cui pietre di costruzione sono i credenti e le
fondamenta sono i profeti e gli apostoli. Tutti questi
elementi sono legati insieme dalla carità (Enarrat. In
Ps. 39). San Massimo Confessore vede nella Chiesa
costruita sulla terra il coro del Cristo, come anche
l’uomo e l’universo.
8
Così Sant’Agostino; v. anche Simeone di Tessalonica,
De divino templo.
9
Il duplice aspetto del simbolo altro non è in definitiva
se non la duplice natura della forma aristotelica, del
sigillo qualitativo di un essere o di una cosa; la forma,
infatti, è sempre un limite e insieme è espressione di
un’essenza, e quest’essenza è un raggio del Verbo
eterno, archetipo supremo di ogni forma e, pertanto, di
ogni simbolo, così come viene indicato dalle parole di
San Ieroteo, il grande sconosciuto che Dionigi cita nel
suo libro De divinis Nominibus: “…Forma informante
in tutto ciò che è informe, in quanto è principio
formale, essa (l natura divina del Cristo) è nondimeno
informe in tutto ciò che ha forma, in quanto trascende
ogni forma…”. Secondo questa visione spirituale, la
partecipazione della forma umana del Cristo alla sa
essenza divina è come il “tipo” di ogni simbolismo.
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prima partecipa alla realizzazione del tempio,
sociale intrinseco ai beni culturali ecclesiastici
luogo della Chiesa alla quale spetta il compito di
rappresentando
custodire la stessa materia prima divenuta luogo
testimonianza di fede che attraverso i secoli oltre
del mistero. La forma dell’edificio chiesa e dei
a divenire “tradizione” ha assunto una propria
luoghi liturgici non è solo un segno, ma lascia il
connotazione culturale divenuta fondante nello
segno, non ha solo valore espressivo, ma prima di
sviluppo dell’identità dell’Europa segnando la
tutto impressivo. L’arte sacra lascia il segno
storia dell’Occidente10.
poiché è ricca di grazia e fascino, bellezza e
Nel corso della sua storia la Chiesa si è poi
incanto.
interessata
alla
essi
nei
secoli
valorizzazione
una
palese
pastorale
e
conseguentemente alla tutela di ciò che ha
1.1 Valore religioso e valore culturale del bene.
I beni culturali in genere e nello specifico
cristiano testimoniano la creatività mediante la
quale nel corso dei millenni sono stati espressi i
valori più significativi dell’umana esistenza e
soprattutto le molteplici fedi religiose. I beni
culturali della Chiesa affidano alla bellezza
estetica l’immagine delle realtà trascendenti e in
tal modo muovendo gli animi verso il divino,
concorrono alla fratellanza dei popoli nella
comunione estetica e nel cammino etico. I beni
culturali della Chiesa costituiscono un patrimonio
dalle caratteristiche del tutto peculiari per
quantità, qualità e tipologia. Fanno parte inoltre di
questo
patrimonio
dipinti,
sculture,
arredi,
strumenti musicali, suppellettili, paramenti e
indumenti sacri, che testimoniano la fede nella
storia della civiltà cristiana. La peculiarità dei
beni culturali della Chiesa è costituita da quelle
cose che oltre a rivestire importanza ai fini
dell’interesse culturale, presentano una particolare
relazione con l’interesse religioso della Chiesa
stessa sia perché sono strumenti utilizzati per il
culto, sia perché sono testimonianze della fede.
L’interesse religioso non si presenta quindi come
aggiunto a quello culturale, ma preminente e ad
prodotto per esprimere ed attuare la sua missione.
Appartiene a quest’ultimo aspetto la cura nel
conservare
il
ricordo
della
molteplice
e
differenziata azione pastorale attraverso gli
archivi, nella mens della Chiesa, infatti, gli archivi
sono luoghi della memoria delle comunità
cristiane e fattori di cultura per la nuova
evangelizzazione. Gli archivi sono dunque un
bene culturale di primaria importanza, la cui
peculiarità consiste nel registrare il percorso fatto
lungo i secoli dalla Chiesa nelle singole realtà
locali che la compongono. In quanto luoghi della
memoria devono raccogliere sistematicamente
tutti i dati con cui è scritta l’articolata storia della
comunità ecclesiale per offrire la possibilità di una
valutazione di ciò che si è fatto, dei risultati
ottenuti, delle omissioni e degli errori. Le fonti
storiche in tal senso legano la Chiesa ad un
interrotto
contenuti
regime di continuità. Quanto ai
specifici
degli
archivi,
questi
conservano le fonti dello sviluppo storico della
comunità ecclesiale e quelle relative all’attività
liturgica e sacramentale, educativa e assistenziale,
che chierici, laici e membri degli istituti di vita
consacrata e delle società di vita apostolica
hanno svolto nel corso dei secoli e svolgono
esso intimamente connesso. Inoltre un altro
aspetto non meno importante è il valore storico e
10
Cicale V., op. cit., p. 90.
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tuttora11. Anche l’arte tessile assume un valore
L’uomo contemporaneo cerca un senso nella vita
emblematico come “archivio” della memoria
e nella storia e - in una “cultura dell’immagine”
artistica e preziosa eredità spirituale delle singole
com’è la nostra - rimane affascinato dalle
realtà locali e dell’intera Nazione. L’arte tessile,
immagini che la tradizione del passato gli
infatti, è tra le più alte espressioni del genio
propone; magari non va a Messa ma entra in
creativo
lo
chiesa per ammirare l’architettura, gli affreschi, le
straordinario patrimonio artistico, che va dalla
statue. La finalità dell’arte sacra però non può e
scultura alla pittura, dal cesello all’incisione, al
non deve essere ridotta a semplice bene di
ricamo. Così attraverso una varietà di stili, di
consumo turistico. Un simile approccio inoltre,
sensibilità artistiche, di canoni estetici, vuol
porterebbe ad affrontare il rischio che il fedele
riprodursi l’ideale mosaico che nel corso dei
diventi un turista dei luoghi sacri ma senza lo
secoli la complessa ed articolata spiritualità ha
spirito necessario all’approccio con Dio. In queste
saputo comporre. I secoli trascorsi ci hanno
opere generate dalla fede, traspare il rimando alla
tramandato
un enorme
ricerca del senso e della funzione che monumenti
patrimonio d’arte, soprattutto l’idea che l’azione
ed opere d’arte hanno avuto e tuttora hanno nella
liturgica
di
vita della Chiesa, quello di comunicare le cose in
trasfigurazione, di esperienza del sacro mediata
cui crediamo, la Verità del Vangelo di Gesù
dalle più alte espressioni dell’arte. Così nei
Cristo. La bellezza, come la verità, mette la gioia
mosaici ed affreschi, nelle vetrate, pale d’altare e
nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che
statue, il gusto, l’eleganza, la ricchezza degli
resiste al logorio del tempo, che unisce le
ornamenti non sono un esercizio che ricerca la
generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione.
che
a
tutt’oggi
infatti,
deve
costituiscono
insieme
essere
un
ad
momento
12
pura bellezza fine a se stessa. L’oro degli sfondi
dei mosaici va ben oltre l’ornamento. Tutte le
culture che lo utilizzano nell’arte gli assegnano un
ruolo che non è affatto limitato al suo valore
venale. Non c’è forse simbolo più universale, più
archetipico dell’oro e di ciò che a esso si associa e
si riferisce che in tutte le culture rinvia alla
purezza,
alla
potenza,
alla
divinità,
alla
perfezione, all’eternità. La Chiesa del Concilio
ritiene dunque che l’arte sia per sua natura
un’affermazione dello Spirito che trascende e
trasfigura la materia, e riveli nel mondo visibile
una trasparenza di chi, invisibile, lo ha creato13.
1.2 Tradizione religiosa e identità culturale della
comunità.
Le tradizioni religiose sono state e sono in parte
ancora la base di un tessuto sociale e di
un’educazione alla cultura religiosa e cattolica. Le
tradizioni religiose dei piccoli centri urbani
costituiscono l’elemento di cultura popolare più
diffuso nel nostro Paese, patrimonio certamente
ancora da favorire e coltivare14. In molti centri
abitati disseminati sul territorio nazionale sono
ancora vive tradizioni secolari che rappresentano
la memoria della fede e nello stesso tempo
caratterizzano l’immagine di quei luoghi nel
11
Ibidem, pp. 39-50.
12
Ibidem, pp. 75-78.
13
Crivelli L., (a cura di), Discorsi sull’arte, Ancora,
Milano, 2005, p. 141.
mondo. Si pensi per esempio al contributo dato
dalla tradizione religiosa allo sviluppo del turismo
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culturale ai corrispettivi comuni con: la “festa dei
luogo di culto, azione svolta dal divino stesso una
Gigli” di Nola (NA), la “macchina” di S. Rosa di
volta portato fuori, nello spazio profano.15
Viterbo, la processione di S. Rosalia di Palermo e
L’intera storia del popolo ebraico descritta
S. Agata di Catania, la processione dei “serpari”
nell’”Antico Testamento”, può essere intesa come
di Cocullo (AQ) e tanti altri ancora. L’irruzione
un pellegrinaggio/processione poiché si tratta di
della tradizione religiosa nella vita sociale e
un movimento verso una meta. La vicenda di
culturale del Paese si presenta fortemente radicata
Israele diventerà infatti, allegoria della vita del
come ad esempio in quei comuni dove si svolgono
cristiano. Anche la storia politica di Israele è
in occasione della Settimana Santa, i cosiddetti
strettamente legata a quella religiosa. L’esperienza
Riti della Passione, che grazie all’importante
Cristiana
ruolo svolto dalle Confraternite sono divenuti
dell’appartenenza del fedele allo stesso popolo di
polo di attrazione per il turismo culturale e
Dio. Il fedele quindi nella Chiesa, sentendosi
religioso, come per esempio i Riti della Settimana
partecipe dell’intera comunità, nutre l’interesse
Santa di Sessa Aurunca (CE) e di altre località del
per la tradizione, per la sua custodia e
Sud Italia. Il legame tra la tradizione e il fedele in
trasmissione
questi casi è espresso quindi attraverso forme di
elemento identificativo e memoria storica, ed al
devozioni popolari che celebrano nella forma
tempo stesso vivente, aggiornata e continua, della
della liturgia processionale la Passione, Morte e
comunità ecclesiale e del mistero di fede che essa
Resurrezione di Cristo. La processione però non è
rappresenta. Favorendo la percezione dei valori
un semplice movimento umano tra le strade, ma
storico-artistici attraverso la fruizione personale e
una volontà, una intima condizione psicologica
la condivisione comune, si costruisce il senso di
del fedele che per le strade della città da’ vita ad
appartenenza collettivo; per ciò i beni culturali
una azione drammaturgica che nell’insieme
costituiscono un bene comune che va socializzato
genera una identità tale che porta il fedele a
nella specifica destinazione d’uso, per cui ogni
condividere la sua disperazione, i suoi dolori, la
riduzione
sua sofferenza, e a vivere insieme nel segno della
un’involuzione nella coscienza collettiva. Per
speranza. La processione allora è una forma di
questo motivo, pur nel rispetto delle concrete
linguaggio scritto sulle strade urbane, che legano i
esigenze di salvaguardia e conservazione, è
passanti al presente e il passato ai devoti
importante ribadire come principio fondamentale
continuatori di tradizioni religiose scritte nella
che l’opera d’arte religiosa debba rimanere, ogni
fede di ogni credente. Le vie cittadine testimoni
volta che sia possibile, nel suo contesto d’origine,
della storia assumono quindi la forma di pagine
poiché elemento oggettivo di un legame diffuso
bianche scritte dal tempo e dai devoti che le
nello spirito umano dei fedeli. Nella storia
percorrono
dell’arte
formare
annullando
un
unico
l’individualismo
corpo
per
Cicale V., op. cit., p. 88.
porterà
alle
e
al
generazioni
riconoscimento
future,
privatizzazione
cristiana,
l’oscillazione
quale
rappresenta
tra
segno
processionale
intenzionato a sacralizzare il territorio esterno al
14
quindi
15
Cfr. Eliade M., Il sacro e il profano, Boringhieri,
Torino 1973; Eliade M., L’esperienza. Vita religiosa,
individuale e collettiva, 3º volume dell’Enciclopedia
delle religioni, Jaca Book, Milano, 1996.
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materiale e realtà spirituale si è espressa in diverse
stessa trasmissione della memoria e dell’identità
maniere. Già nei primi secoli di vita della Chiesa,
della Chiesa in sé diventa momento della
accanto
dall’arte
Tradizione. L’uomo realizza veramente sé stesso
ellenistica e romana, si è sviluppato un linguaggio
solo nella sfera religiosa. L’esperienza religiosa
simbolico analogo - nel suo assetto formale - alla
prova
mistagogia che caratterizza l’insegnamento dei
nell’uomo, cioè di una dimensione interiore
Padri: un’arte “aniconica” o non figurativa, basata
profonda e individuale che segna l’aspirazione a
sull’abbinamento di forme, colori e materiali in
trovare un senso nella vita, trovare significato
configurazioni astratte, che non deve essere
nella storia, trovare la comunione con i prossimi e
scambiata per mera “decorazione”. Nell’arte della
con i lontani, nello spazio e nel tempo, comunione
Chiesa d’Oriente, legata a questo primo “stile”
con chi ci ha preceduto, con il nostro passato. La
cristiano, il rapporto tra segno materiale e realtà
Verità del Cristo segna il paradosso della fede. Per
spirituale verrà evidenziato con un linguaggio
la ragione, infatti, è qualcosa di paradossale e
stilistico che relativizza l’aspetto “naturale” delle
scandaloso la fede in un Uomo che è insieme Dio,
cose. Dei particolari esteriori di un soggetto,
in
l’icona bizantina tipicamente “conserva solo ciò
metastorico.17 In tutto ciò la Tradizione è
che è strettamente necessario per riconoscere la
mediatrice e diventa un legante che permette
storicità di un fatto o la dimensione fisica della
l’accesso alla realtà spirituale comunicata dalla
persona di un santo”, scrive Dimitrios I: “e questo
Chiesa. L’arte attraverso la bellezza è ancora oggi
poi
una
con
al
naturalismo
tratti
ereditato
totalmente
purificati
e
l’esistenza
un
individuo
chiara
di
un’interiorità
storico
manifestazione
che
della
è
nascosta
insieme
tendenza
dematerializzati, appartenenti alla sfera celeste
dell’uomo verso il suo Dio, in aperto contrasto
piuttosto
natura”.
In
con quei filosofi o sociologi che nel secolo scorso
conferma
la
hanno annunciato la morte di Dio. È per questo,
Sacrosanctum Concilium, n.123, - “la Chiesa non
che possiamo parlare di “immortalità” della
ha mai avuto come proprio uno stile artistico, ma,
bellezza. In occidente non si è andati oltre il
secondo l’indole e le condizioni dei popoli e le
carattere didattico dell’iconografia, la cosiddetta
esigenze dei vari riti, ha ammesso le forme
“Bibbia dei poveri”. Se si vuole riconoscere “il
artistiche di ogni epoca”.16 Le comunità cristiane,
bello” bisogna riconoscere il principio che la
come è proprio delle tradizioni secolari della
bellezza trae le sue radici dal profondo dell’animo
Chiesa, svolgono un servizio di inestimabile
umano. In ogni periodo della sua storia, in effetti,
valore, oltreché alla Chiesa, al nostro paese e alla
l’arte cristiana è stata concepita come un “mezzo
comunità internazionale, in un momento di
di comunicazione” atto a “rendere testimonianza”
profonda trasformazione socio-culturale: mentre
al patrimonio di cui sono depositari coloro che
si aprono sempre più i confini tra i paesi d’Europa
“vivono nella verità”. Le piccole o grandi doti di
Occidente
che
all’ambito
invece
-
della
come
e del mondo, tanto più si avverte il bisogno di
mantenere vivo il legame con la tradizione. La
16
Cfr. Costituzione Conciliare sulla sacra liturgia
“Sacrosanctum Concilium” n. 123.
17
Nicoletti M., Penzo G., (a cura di), Kierkegaard:
filosofia e teologia del paradosso: atti del Convegno
tenuto a Trento il 4-6 dicembre 1996, Morcelliana,
Brescia, 1999, pp. 14 e ss.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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oggetti che tutte le chiese italiane possiedono,
essere “testimonianza di fede”, poiché la ricerca
hanno molto da raccontare sulla bellezza, la storia,
del Vero, del Bello e del Buono passa anche
la sacralità, i ricordi condivisi. Oggetti che
attraverso l’arte. Con la revisione del Concordato
vengono a noi da tempi lontani, furono eseguiti
lateranense vi è stata una rilettura delle norme che
con tecniche e materiali di antica sapienza e
regolano
possiedono valori di lunghissima durata. Nella
ecclesiastico
semplicità di una pieve romanica, ogni credente e
ecclesiastico capace di operare costruttivamente
invero ogni uomo credente o no, può cogliere
nei
aspetti significativi della propria ricerca spirituale.
contemporanea con trasparenza e responsabilità
A descrivere il processo interiore per cui i “segni”
ad ogni livello della gerarchia ecclesiastica.
contribuiscono alla conversione del cuore è
L’amministrazione, come insieme di competenze
Sant’Agostino. “La presentazione della verità
comprendenti
mediante segni ha il potere di accendere ed
patrimonio di una persona giuridica, fa parte del
accrescere quell’ardente amore per il quale noi,
regime interno della medesima e quindi, spetta
come fiamme che obbediscono alle leggi della
normalmente agli organi di direzione e di
natura,
e
rappresentanza della stessa persona giuridica; così
profondità,
per il Codice di diritto canonico (Cic), can. 393 è
cercando un luogo di riposo. Presentate in questo
il Vescovo diocesano rappresentante legale della
modo, le cose ci commuovono ed attivano le
diocesi in tutti i negozi, mentre per il can. 532 è il
nostre emozioni molto di più che se venissero
parroco a rappresentare legalmente la parrocchia.
gravitiamo
contemporaneamente
verso
verso
l’alto
le
18
esposte con la mera ragione” .
l’amministrazione
in
sistemi
modo
da
economici
la
gestione
del
patrimonio
rendere
della
l’ente
società
economica
del
Pertanto, in materia di amministrazione dei beni
ecclesiastici, l’amministratore dei beni diventa
2. Dall’amministrazione alla tutela dei beni
culturali della Chiesa.
I beni culturali hanno per la Chiesa un valore
strumentale in quanto servono alla liturgia, alle
opere di carità, all’evangelizzazione. Infatti, per lo
più essi sono stati concepiti e trasformati nel
tempo in vista di specifiche funzioni pastorali alle
quali, in buona parte continuano a servire.19
L’inserimento di alcune tipologie di beni facenti
parte del patrimonio della Chiesa nella categoria
dei “beni culturali” in relazione al loro interesse
storico e artistico non riduce in alcun modo il loro
sempre il superiore gerarchico in quanto è lui che
ha la potestà di governo. L’interesse della Chiesa
alla tutela dei beni culturali, nelle prospettive
canoniche, non si fonda quindi sul dato della
proprietà del bene, bensì sul principio-dovere di
tramandare, attraverso esso, civiltà e cultura
religiosa, poiché la stessa funzione culturale ha un
intrinseco valore culturale.20 Le diocesi e le
parrocchie sono enti a struttura territoriale che
rappresentano l’articolazione di base della Chiesa
universale. In esse si identificano le varie
comunità
di
fedeli,
stabilmente
costituite
18
Verdon T., L’arte cristiana in Italia: Origini e
Medioevo, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2005, p.113.
19
Azzimonti C., I beni culturali ecclesiali
nell’ordinamento canonico e in quello concordatario
italiano, EDB, Bologna, 2001, p. 12.
20
Maternini Zotta M.F., Amministrazione pubblica e
beni ecclesiastici. L’amministrazione del patrimonio
ecclesiastico negli accordi di Villa Madama,
Giappichelli, Torino, 1998, p. 91.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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nell’ambito di una chiesa particolare e la cui cura
contano 226 diocesi e nel loro interno vi sono
pastorale è affidata ad un Pastore, rispettivamente
25.909 parrocchie, proprietarie della quasi totalità
Parroco o Vescovo diocesano, i quali ognuno nel
dei beni ecclesiastici presenti sul territorio della
suo territorio di competenza, assumono la carica
Nazione. Nell’ambito delle diocesi si trovano le
di legale rappresentante. Secondo la normativa
parrocchie; l’immediato responsabile dei beni
canonica spetta al Vescovo diocesano il potere-
culturali di tali enti è il rappresentante legale degli
dovere di esercitare la tutela sull’amministrazione
stessi, ossia il parroco. A lui compete la cura e la
dei beni appartenenti alle persone giuridiche
valorizzazione
pubbliche a lui soggette (CIC, can. 1276, § 1) e di
dell’attività ordinaria della comunità alla quale
vigilare sulle persone giuridiche canoniche nei
egli è preposto limitatamente alle iniziative che
limiti stabiliti dal diritto (CIC, cann. 392, § 2; 325,
rientrano nell’ordinaria amministrazione, ovvero
§ 1). Tale dovere di vigilanza comprende alcuni
ogni
compiti che comportano l’esercizio della potestà
valorizzazione del bene nell’ambito dell’attività
esecutiva (ad esempio, licenza per gli atti di
pastorale ed esclude quindi attività straordinarie
straordinaria amministrazione) e di altri compiti
(prestiti, alienazioni, ecc.). Il parroco è quindi il
che non comportano tale potestà (ad esempio,
diretto responsabile dei beni tanto di fronte
esame dei bilanci, ispezioni amministrative,
all’autorità
consulenza tecnica e giuridica). Il Vescovo affida
all’autorità civile. Non mancano ovviamente atti
abitualmente ad altri questi compiti.21 In Italia si
di amministrazione straordinaria ovvero “quegli
attività
del
tesa
patrimonio
all’uso,
ecclesiastica
nel
alla
quanto
quadro
tutela
di
e
fronte
atti che vanno oltre il fine e le modalità
21
Circa la rappresentanza canonica degli enti
ecclesiastici si tenga presente il principio generale
offerto dal can. 118 che recita: “Rappresentano la
persona giuridica pubblica, agendo a suo nome, coloro
ai quali tale competenza è riconosciuta dal diritto
universale o particolare oppure dai propri statuti;
rappresentano la persona giuridica privata coloro cui
la medesima competenza è attribuita attraverso gli
statuti”. Il principio espresso da tale canone fornisce
un valido criterio per l’individuazione dei legali
rappresentanti degli enti ecclesiastici: alcuni sono
determinati dalla legge, altri dagli statuti o dalle tavole
di fondazione. Gli amministratori del patrimonio
ecclesiastico non necessariamente si identificano con i
rappresentanti legali. Ad esempio: i beni della diocesi
sono amministrati dall’economo diocesano sotto
l’autorità del Vescovo (can. 494, § 3), ma il
rappresentante legale della diocesi è il Vescovo; le
persone giuridiche amministrate da organi collegiali
hanno una persona fisica come rappresentante legale.
Da ciò quindi si possono escludere le responsabilità in
ordine al coinvolgimento del Vescovo, o comunque del
Superiore competente, in merito agli atti amministrativi
compiuti da un rappresentante legale degli enti
ecclesiastici a lui soggetti. Se il legale rappresentante
agisce nel proprio ambito di competenza, le sue
eventuali negligenze non sono imputabili al suo
superiore. Se il rappresentante legale porta a
compimento un negozio giuridico contro le direttive
dell’amministrazione ordinaria” ma affida la loro
precisa individuazione, secondo i casi, agli statuti,
al Vescovo o alla Conferenza Episcopale, in
definitiva: al diritto particolare (CIC, can. 1277 e
1281). Atti di amministrazione straordinaria sono
perciò quelli che riguardano o possono riguardare
in
maniera
determinante
la
sostanza
del
patrimonio, la sua stabilità, la sua natura o
struttura materiale o giuridica, o la sua idoneità a
conseguire i fini della persona titolare; in
del superiore, all’insaputa di questi, la responsabilità
dell’atto non può essere imputata al superiore. Se il
rappresentante legale agisce con la licenza prescritta
del superiore falsificando la documentazione così da
indurre in errore la buona fede, il superiore non può
essere incolpato. Se il rappresentante legale,
manifestando chiaramente i suoi propositi non corretti,
agisce con la licenza prescritta del superiore diverrebbe
logico un suo coinvolgimento di responsabilità. (Cfr.
Pontificio Consiglio per i testi legislativi,
Communicationes, n. 36/2004, pp. 24–32).
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
37
definitiva, secondo il CIC can. 1295, “qualsiasi
patrimonio
negozio che possa peggiorare la condizione
esistente in Italia. Nella normativa concordataria
patrimoniale della persona giuridica”. In un certo
la nozione “interesse religioso” eccede le mere
senso
esigenze di culto, significando invece tutto ciò che
quindi
straordinaria
gli
sono
atti
di
amministrazione
di
è espressione di quei valori culturali di cui la
disposizione che riguardino il patrimonio stabile
Chiesa è specifica portatrice. In tal senso
del soggetto, per i quali il detto can. 1295 prevede
l’Accordo all’art. 7 n. 6 prevedeva l’istituzione di
una
una
disciplina
equiparati
specifica.
Tra
a
quelli
d’interesse culturale e religioso
gli
atti
di
Commissione
paritetica
italo-vaticana
straordinaria amministrazione trovano posto gli
(istituita di fatto il 13 febbraio 1987) incaricata di
atti relativi all’alienazione di beni ecclesiastici,
“formulare
per la cui validità si richiede la licenza
all’approvazione delle due parti per la disciplina
dell’autorità
territorialmente
di tutta la materia degli enti e dei beni
competente e per i quali al di sopra del limite
ecclesiastici, e per la revisione degli impegni
massimo fissato dalla Conferenza episcopale
finanziari dello Stato italiano e degli interventi
(CIC, can. 1291, 1292, par.1)22 si deve ottenere la
del medesimo nella gestione patrimoniale degli
prescritta licenza da parte della Santa Sede.
enti ecclesiastici”23. L’art. 12 rappresenta il
ecclesiastica
le
norme
da
sottoporre
cardine degli Accordi di Villa Madama: “La
2.1 Il patrimonio culturale della Chiesa nella
legislazione statale.
Con il nuovo patto tra lo Stato e la Chiesa meglio
conosciuto come “Accordi di Villa Madama”,
recante modificazioni al Concordato lateranense
del 1929, sottoscritto a Roma il 18 febbraio 1984
e reso esecutivo nell’ordinamento dello Stato con
la legge 25 marzo 1985 n. 121 di ratifica ed
esecuzione degli stessi, si è concretamente
sottolineato l’interesse sia della Chiesa che dello
Stato italiano verso un’azione di tutela congiunta
finalizzata alla comune fruizione del vasto
Santa Sede e la Repubblica italiana, nel rispettivo
ordine, collaborano per la tutela del patrimonio
storico e artistico”, tale articolo va inteso quindi
come
una
legge
quadro,
a
carattere
programmatico, che essendo stata bilateralmente
concordata, inciderebbe in ambito sia statuale, sia
ecclesiastico.24 Fermo restando che la tutela del
patrimonio storico e artistico è di competenza
della Repubblica ai sensi degli artt. 9 e 117 della
Costituzione, con l’art. 12 dell’Accordo si è
stabilito non un trasferimento di competenze
normative dalla legge dello Stato a una fonte
diversa di origine pattizia, bensì si sono volute
22
Con decreto della Conferenza Episcopale Italiana
C.E.I. del 27 marzo 1999 (cfr. Notiziario della
Conferenza Episcopale Italiana, 3/1999, pp. 91-92) i
valori stabiliti con la precedente delibera n. 20 del 6
settembre 1984 e già modificati con delibera del 21
settembre 1990, sono stati aggiornati nei seguenti
termini: “la somma minima e la somma massima per
determinare le competenze di cui al can. 1292, par. 1
del Codice di diritto canonico è, rispettivamente, di
cinquecento milioni e di due miliardi di lire. Dal 1°
gennaio 2000 le predette somme saranno,
rispettivamente, di duecentocinquantamila euro e di un
milione di euro”.
delineare
le
regole
procedimentali
di
un
necessario coordinamento fra enti diversi che, a
titolo diverso, vantano competenze diverse su un
medesimo oggetto.25 Nel testo degli Accordi si
23
Azzimonti C., op. cit., p. 320.
Maternini Zotta M.F., op. cit., p. 87.
25
Bettetini A., Gli enti e i beni ecclesiastici, Giuffrè,
Milano, 2005, pp. 207-208.
24
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
38
parla di “patrimonio storico e artistico” e non di
storico”, “cose d’arte”, “antichità e belle arti”,
“beni culturali”, essendo tale locuzione poco
“bellezze naturali”, categorie disciplinate dalle
usata dal legislatore canonico. La tutela del
leggi n. 1089 del 1° giugno 1939, n. 1497 del 29
patrimonio storico e artistico viene così assunta
giugno 1939, D.lgs 29 ottobre 1999, n. 490 (Testo
come fine proprio di entrambi gli ordinamenti e
Unico delle disposizioni legislative in materia di
come oggetto di un positivo impegno di comune
Beni Culturali e Ambientali), oggi abrogate e
collaborazione, mentre si riconosce che “le
superate dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004,
distinte qualificazioni degli stessi beni secondo i
n.42, recante il “Codice dei Beni Culturali e del
due distinti ordinamenti sono tra loro, oltre che
Paesaggio”, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6
compatibili,
luglio 2002, n. 137. Mediante un’analisi sinottica
anche
suscettibili
di
essere
considerate come complementari”26.
delle leggi susseguitesi in materia di beni culturali
L’evoluzione della normativa italiana afferente i
è possibile notare che si passa dal termine “cosa”
beni culturali è cresciuta nell’ottica di accomunare
dell’art. 8 della Legge 1089 del 1939, con il quale
in un’unica ratio di tutela i beni pubblici e quelli
si indicava gli oggetti mobili e gli edifici destinati
privati proponendo la distinzione tra “cosa” e
al culto, alla locuzione “bene culturale di interesse
“bene giuridico” elementi che consentono di
religioso” della Legge 490 del 1999 e del Decreto
fondere in un’unica entità una pluralità di beni. Il
Legislativo n. 42 del 2004, si va oltre quindi le
bene culturale viene così inteso come bene
esigenze di culto per abbracciare tutto ciò che è
immateriale, supportato dall’interesse culturale
espressione di quei valori culturali di cui la Chiesa
che mette in relazione la cosa con la Pubblica
è specifica portatrice. L’elemento normativo che
Amministrazione: la cosa è il supporto, che può
emerge all’interno degli articoli richiamanti i beni
essere oggetto di più interessi protetti, il bene
ecclesiastici è costituito dal rimando all’art. 12
culturale è un bene pubblico, non in quanto bene
dell’Accordo di revisione del concordato del 1984
di appartenenza ma in quanto bene di fruizione.27
e lo strumento dell’intesa a cui rimandano per le
In tal senso quindi vi è la possibilità di scindere in
forme di collaborazione tra Stato e Chiesa, sia il
ambito normativo, il momento della gestione da
“Testo Unico” del 1999 sia il “Codice dei Beni
quello della fruizione dei beni culturali, inserendo
Culturali” del 2004. La tutela del bene culturale
in quest’ultimo anche soggetti differenti dal
d’interesse religioso, allora trova la sua giusta
titolare del bene medesimo, nell’ottica della
posizione in un ampio spazio che vede in gioco
valorizzazione mediante una programmazione
più fattori che permettono al bene materiale di
partecipata, obiettivo riscontrabile nell’art. 9 della
coesistere con il bene immateriale, il bene
Costituzione. Non tutti i beni culturali sono opere
culturale con l’uso liturgico, i luoghi di culto con
d’arte ma tutte le opere d’arte sono beni culturali.
la fruizione, espressione di quel valore culturale
Nell’ordinamento
la
che, permeato di religiosità, esalta con maggiore
terminologia “bene culturale” sostituisce oggi le
ricchezza l’uomo, sublimandolo nella realtà
vecchie categorie di “cose di interesse artistico o
spirituale. Molti degli elementi caratterizzanti la
26
giuridico
Azzimonti C., op. cit., p. 331.
italiano
27
Maternini Zotta M.F., op. cit., p. 78.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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religiosità popolare legata alla Chiesa cattolica
remunerativo bensì più immediato. Un’opera
come ad esempio le feste patronali, le processioni
d’arte è molto facile venderla basta presentarla
etc., essendo riconducibili alla tipologia dei beni
presso una casa d’aste e subito viene posta
immateriali, allora possono essere a buon motivo
all’incanto del miglior offerente.
fatti oggetto di tutela da parte dello Stato nel
Le procedure per porre sul commercio le opere
rispetto di quelle valutazioni che ricadono sulla
rubate non si discostano molto da quelle previste e
pietas cristiana che sono invece riservate in via
usate nel mercato comune dell’arte facendosi forte
esclusiva
della confusione sulla quale volutamente si muove
alla
Chiesa
secondo
il
dettato
costituzionale, nella forma stabilita dalle Intese.
la documentazione necessaria del bene da
commercializzare. È risaputo che il mercato
3. Le comunità dei fedeli vittime del fenomeno
dei furti nelle chiese.
ecclesiastica una ricca fonte di guadagno cui
Il Patrimonio della Chiesa è ancora preda
designata ed ambita di speculazioni, vendite
arbitrarie e furti promossi dalla diffusa e subdola
pressione del mercato dell’antiquariato a motivo
degli enormi prezzi assunti dagli oggetti antichi,
considerati “beni-rifugio”. Il mercato antiquario
vede ogni giorno in circolazione molti oggetti
provenienti dalle chiese, sia in seguito a furti sia
in seguito ad alienazioni illecite da parte di
sacerdoti. Nonostante da anni si continui a parlare
di rischi e dell’importanza che le chiese siano
dotate,
per
quanto
antiquario trova nel materiale di provenienza
possibile,
di
efficienti
dispositivi di sicurezza e di adeguati impianti
antifurto, antintrusione e antincendio, oggi più che
mai le chiese sono assalite dai ladri che senza
indugi portano via ogni tipo di suppellettile sacra
e di opere d’arte spesso difficilmente recuperabili
essendo a volte non catalogati ed a volte neppure
fotografati. Non è certamente possibile fare una
stima del valore dei beni culturali rubati ogni
anno, ma sicuramente il giro di affari è
estremamente remunerativo. I beni culturali oggi
costituiscono un bene rifugio alla stessa stregua
del mercato immobiliare per cui a causa dei
continui cambiamenti socio politici della Nazione
attingere, poiché opere acquistabili anche da gente
comune dotate di sentimento religioso. Tale
mercato nel tempo ha avuto una fortuna notevole
poiché si sono incontrate domanda ed offerta.
L’offerta proveniva da parte del clero che,
pressato da urgenze finanziarie, ha voluto disfarsi
di ciò che non serviva più al culto e ingenerava
problemi di conservazione e di tutela. La
domanda proveniva da una certa moda di riciclare
cose sacre ed esoteriche decontestualizzandole in
eleganti contesti profani, o comunque da esaltati
collezionisti che riempiono la propria casa di tele
a soggetto religioso a volte senza avere la minima
idea di cosa in realtà rappresentino né di quanto
possano valere, opere ed immagini sacre che forse
si credono utili per raccomandarsi l’anima a Dio,
in realtà la loro presenza in alcune abitazioni di
collezionisti di arte sacra mostrano invece la
maniacalità di simili persone che, in alcuni casi,
per non essere scoperti ed al fine di scongiurare
eventuali denunce per ricettazione, sono disposti
ad acquistare oggetti d’arte sacra provenienti da
stati esteri, oppure opere sezionate o alterate
immediatamente dopo il furto in special modo le
tele facilmente alterabili e sovrapponibili tra loro.
si cerca l’investimento sicuro e non solo più
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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È
necessaria
maggiore
competenza
e
notevolmente l’opera dei delinquenti, che hanno
professionalità negli enti e istituzioni pubbliche e
la possibilità di introdursi nell’edificio di culto da
private ma è altrettanto necessario il senso del
depredare arrampicandosi sui ponteggi stessi. Di
dovere e perciò di responsabilità delle persone che
norma agiscono sfruttando le ore notturne, i fine
vi operano al loro interno al fine di rendere
settimana e, soprattutto, le lunghe festività, come
adeguatamente fattibile una tutela dei beni
il Natale, la Pasqua o l’estate. Inoltre sono
culturali attraverso la valorizzazione degli stessi.
informati sulle abitudini dei parroci e dei sacristi
Il fenomeno dei furti d’arte sacra a partire dal
nonché sugli orari delle celebrazioni e su quelli di
secondo dopoguerra si è notevolmente sviluppato
chiusura dei luoghi di culto e sulle caratteristiche
ed oggi il numero di beni culturali mobili rubati
del luogo in cui dovranno operare e, una volta
dalle chiese o enti ecclesiastici è decisamente
entrati in azione, portano via qualsiasi cosa abbia
cresciuto. Continuano a sparire troppe opere
valore
d’arte e la sistematica spoliazione di musei,
trafugamento, le opere d’arte che non trovano
chiese, cappelle, santuari, conventi, comunità
acquirenti vengono collocate in posti sicuri in
religiose maschili e femminili costituisce una vera
attesa di richiesta o comunque che si disperdano
piaga nazionale. Il danno al patrimonio nazionale
le attenzioni della gente sull’evento delittuoso.
è sicuramente più vasto di quello conosciuto
Quando
ufficialmente, perché molti furti riguardano beni
d’appoggio all’estero per proporre ai potenziali
d’arte detenuti illegalmente e per questo non
acquirenti il loro bottino tentano l’esportazione
vengono denunciati. Gli autori dei furti nelle
dei beni in loro possesso, oggi facilitata dalla
chiese il più delle volte sono ladri generici non
nascita dell’Unione Europea e dalla caduta delle
sempre in grado di rivolgersi a ricettatori, né in
barriere doganali. Nel peggiore dei casi, per
condizioni di riciclare un’opera d’arte, per cui
eludere eventuali controlli, immediatamente dopo
sono costretti a porre in commercio loro stessi gli
il furto gli oggetti d’arte, vengono smembrati o
oggetti rubati nei mercatini rionali o domenicali di
trasformati. In questo modo cornici antiche di
genere antiquariale. Vi sono però gli “specialisti”,
grandi dimensioni sono ridotte o modificate in
esperti d’arte, malavitosi la cui attività è rubare
specchiere; acquasantiere e sculture trasformate in
oggetti di particolare valore con competenza e
elementi decorativi di ville o giardini; reperti
precisione. Questi, grazie a basisti, ad informatori
lignei colorati sono ridipinti; tele o tavole sono
e a ricognizioni sul posto conoscono tutti i sistemi
scomposte e vendute in più parti; candelabri sono
di sorveglianza e di allarme dei loro obiettivi.
trasformati in basi di tavoli, in portalampade etc.
Spesso i furti si verificano quando sono in corso
il tutto magari spedito mediante corriere via aereo
lavori di restauro o di rifacimento. Difatti la
giustificando la bolletta doganale con la dicitura
presenza, all’interno o all’esterno degli edifici in
“effetti personali”, nel caso contrario invece
ristrutturazione, di impalcature incustodite durante
quando si vuole far rientrare un’opera già uscita
le ore notturne (ore più favorevoli per rubare
clandestinamente dal nostro Paese la si presenta in
poiché le strade sono deserte) e le festività facilita
importazione
sul
gli
mercato
antiquariale.
specialisti
all’Ufficio
trovano
Dopo
un
competente
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
il
punto
della
41
Soprintendenza mostrando la bolletta doganale
fine di vendere le singole pagine, magari
nella quale si specifica un trasloco personale.
impreziosite da cornici. In tal modo diviene quasi
Escludendo i proventi delle elemosine, gli ex voto
impossibile per gli esperti delle forze di polizia
e quegli oggetti d’oro e d’argento, dotati di un
riuscire ad individuare la provenienza illecita dei
valore intrinseco, ad esempio gli arredi liturgici, i
fogli e si garantisce al ricettatore un cospicuo e
beni culturali mobili più ricercati dai ladri sono
sicuro guadagno, anche se dilazionato nel tempo.
dipinti,
reliquiari,
A tal proposito il prezzo di una pagina di un libro
ostensori e paramenti preziosi. Il sistema più
antico mediamente oscilla tra i 50,00 ed i 1000,00
diffuso ed efficace adottato per entrare nel luogo
Euro, cifre, quindi, modeste ed accessibili agli
di culto è lo scasso di porte o di finestre di
appassionati e collezionisti, il profitto per un
ingresso però si ricercano le aperture laterali o
volume di cento pagine può variare tra i 2.500,00
posteriori più appartate e nascoste. Quando gli
ed i 50.000,00 Euro. È necessario ricordare ancora
accessi sono più esposti e più difficilmente
una volta che, allo scopo di garantire ai beni
scassinabili, preferiscono infiltrarsi nell’edificio
culturali ecclesiastici condizioni di sicurezza, la
dall’alto, attraverso terrazzi o finestre attigui o
visita alle sacrestie e ai depositi deve essere
dagli
metodo
consentita solo a persone di fiducia. In caso di
particolarmente scaltro e poco dispendioso è
furto pertanto il sacerdote deve immediatamente
quello di entrare nella chiesa durante l’orario di
dare comunicazione scritta ai Carabinieri, e in
apertura, nascondersi e farsi chiudere dentro, dove
seguito anche al competente organo della Curia e
la notte è possibile agire indisturbati. Anche in
alla Soprintendenza competente, allegando alla
questo
conosce
denuncia copia della scheda di inventario o di
perfettamente l’immobile ed i punti all’interno nei
catalogo con la relativa fotografia in modo da
quali occultarsi. Tale tecnica, in caso di fermo da
facilitare la ricerca, il riconoscimento e il
parte delle forze dell’ordine, offre al malvivente la
recupero28.
possibilità di essere denunciato per furto, senza
La lotta contro i furti di opere d’arte è lontana da
l’aggravante dello scasso. Tra gli obiettivi presi di
una conclusione. Non si fa tutto quello che
mira vi sono anche le biblioteche ecclesiastiche e
andrebbe fatto a monte, per rendere il bene
gli archivi parrocchiali, dai quali vengono
artistico meno attaccabile. Non è solo un
asportati libri o pagine di volumi antichi e
problema, pur fondamentale, di catalogazione di
moderni. In questi luoghi spesso i ladri sono
tutte le opere degli enti ecclesiastici e di vigilanza
insospettabili studiosi e professionisti, desiderosi
e controllo. Emerge sempre più l’esigenza di
di arricchire la propria libreria con un tomo antico
sottolineare, penalmente, la gravità di questo
oppure con un libro più recente, ma introvabile. Il
genere di furti ai quali si corre il rischio di
sculture,
stessi
caso
acquasantiere,
campanili.
il
ladro
Un
che
altro
opera
più delle volte i furti di volumi o di parti di essi
avvengono durante le ore di apertura al pubblico. I
libri antichi, contenenti illustrazioni, piante o
miniature, molto spesso vengono smembrati al
28
Cf. CIC, can. 555,3 e can. 1220,2; can. 1234 (ex
voto); Pontificia commissione per la conservazione del
patrimonio artistico e storico della chiesa, Lettera ai
Presidenti delle Conferenze episcopali europee, 15
giugno 1991, n. 103/91/1. Legge 27 maggio 1975, n.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
42
guardare con leggerezza dal momento che le pene
tal caso l’opera d’arte assume un valore in sé e
e le sanzioni previste dalla legislazione nazionale
cioè quello di trasportare lo spirito e l’animo dei
per chi viola le disposizioni sulla protezione dei
fedeli nel totalmente altro.
beni culturali, essendo particolarmente blande,
Una breve raccolta di notizie di cronaca
non hanno alcun effetto deterrente sui criminali.
concernenti i furti di opere d’arte sacra subiti da
Le stesse norme canoniche della Chiesa, le diffide
comunità diverse offre la possibilità di verificare e
dei vescovi, i reclami e le denunce delle
confrontare lo stato d’animo dei fedeli.
soprintendenze sono talora risultati inefficaci.29
♦ Roma: “Rubato il Bambinello dell’Aracoeli”.
Ancora troppo spesso per quanto riguarda i furti
(…) Il “bambinello”, che oltre ad essere stato scolpito
nelle chiese si tratta di opere spesso difficilmente
con il legno dell’orto di Getsemani, venne “battezzato”
recuperabili non essendo beni catalogati ed a volte
da un francescano nelle acque del Giordano, misura
neppure
fotografati.
La
tutela
nasce
dalla
conoscenza e la conoscenza si ottiene con la
catalogazione. Solo in seguito è possibile attuare
le procedure per la prevenzione, ovvero il restauro
circa 60 centimetri ed è sempre stato custodito nella
cappella sinistra dell’altare maggiore della chiesa
romana, giunse in Italia in un viaggio miracoloso: la
nave che trasportava la cassetta con il bambino infatti
naufragò ma, secondo la leggenda, l’immagine votiva
e quindi la conservazione; infine si giunge alla
si salvò dal disastro e approdò sulle sponde laziali. Ai
valorizzazione attraverso il riutilizzo del bene
suoi poteri miracolosi i romani hanno sempre creduto.
stesso nel suo contesto naturale per non privare il
Dal
territorio delle testimonianze che essi recano e
pellegrinaggio dal “bambinello” e dal 1800 Alessandro
documentano.
tutela,
Torlonia mise a disposizione ogni giovedì una
correttamente intesa, non sia fine a se stessa ma
carrozza, appartenuta a papa Leone XII, per portare la
È
necessario
che
la
sfoci naturalmente nella valorizzazione del bene
di interesse religioso mediante l’uso del bene
stesso e cioè la pratica liturgica, il culto. È qui
appunto
che
il
bene
culturale
diventa
testimonianza e promotore di culto e di cultura.
1794,
infatti,
gli
infermi
andavano
in
statuetta ai malati che non potevano recarsi nella
chiesa. Il culto per il Bambino santo dell’Ara Coeli
passò indenne anche attraverso i moti rivoluzionari del
1848: il triumviro Armellini, infatti, salvò la carrozza
del “bambinello” dal rogo che distrusse tutte le berline
papali, odiato simbolo del privilegio. A lui sono legate
molte tradizioni che, per la maggior parte, si
3.1 Dopo il furto stupore e smarrimento delle
svolgevano il giorno dell’Epifania. Nell’Ottocento,
comunità.
infatti, il 6 gennaio la statuetta, portata in processione
Molto spesso, a seguito della scomparsa di
per tutta la città “benediceva” simbolicamente Roma
un’opera d’arte sacra, la comunità dei fedeli è
fino a giungere all’Ara Coeli. Ma la sua fama, tutt’ora
soggetta a stupore e smarrimento poiché l’evento
grandissima, ha superato da tempo i confini italiani. Al
ha violato il sentimento e l’anima della vita stessa
Bambino santo dell’Ara Coeli giungono infatti ex voto
della gente che si affidava alla santità del soggetto
e fasci di lettere per grazia ricevuta da tutte le parti del
ivi rappresentato. Pur essendo uno strumento, in
mondo. Queste testimonianze di devozione vengono
esposte sull’altare. Il “bambinello” venne già rubato
una prima volta nel 1798 da parte dei soldati francesi,
176, Prevenzione antifurto e antincendio delle opere
d’arte.
29
Chenis C., op. cit., p. 188.
attratti più che dalla statua dai preziosi ex voto che la
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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adornavano. L’immagine votiva fu recuparata grazie
una carrozza adatta al rango di “Signore del cielo”. Nel
alla devozione di un ricco cittadino romano, Severino
1849 durante la Repubblica romana “Ciceruacchio”
30
Patriarca, che la riscattò a sue spese .
fece bruciare le carrozze di papa Pio IX. Ma Armellini,
♦ Roma: “Restituitelo alla città” Svaligiato un
che con Mazzini e Saffi formava il triunvirato, salvò la
convento. Il regista Magni rivolge un appello ai ladri
più bella e la regalò al Bambinello”. Sono tante le
del Bambino.
storie legate al culto della statuetta. “Un altro fatto
“Tenetevi pure i gioielli, ma restituite alla città il suo
miracoloso è quello di una signora inglese che si finse
pupo di legno”. Il regista Luigi Magni, che ha firmato
malata per farsi portare a casa il pupo. Nottetempo lo
film come Nell’ anno del Signore e In nome del papa
sostituì con un altro simile. Ma tutte le campane di
re, lancia un appello ai “ rapitori” del Bambinello dell’
Roma cominciarono a suonare misteriosamente. I frati
Aracoeli. “Rubarlo è stata una cosa profondamente
dell’Aracoeli si svegliarono e videro che il pupo non
offensiva. Un vero attentato alla città. “Cos’ è per lei il
c’era. Al mattino lo trovarono al suo posto: era tornato
Santo bambino dell’Aracoeli? “Uno dei simboli della
da sé”. Speriamo che avvenga il miracolo anche questa
Roma cattolica. Una gentile tradizione che ha
volta. “Lo spero veramente. Anche se in un’epoca
accompagnato tutti noi sin dall’infanzia”. A quali
scettica come la nostra...”31.
ricordi è legato? “Da bambini, a Natale, si andava in
♦ Roma: “Trovato il Bambinello. Ma non è quello dell’Aracoeli”.
chiesa a cantare la novena, che cominciava: “Stanotte a
Il furto della piccola e veneratissima statua del Bambin
mezzanotte è nato un bel bambino...”. Faceva parte di
Gesù, avvenuto il primo febbraio di due anni fa, è una
quella religiosità romana riferita ai bambini e ai
ferita ancora aperta. La speranza di recuperare la
fanciulli, che certamente era una tradizione molto
preziosissima statuina, oggetto da secoli di sincera
poetica e molto carina. (…) Come nasce la tradizione
devozione popolare, è ancora viva tra frati minori e
del Bambinello? “Nel Diciassettesimo secolo un frate
fedeli, che continuano a pregare perché il “Pupo”
francescano lo scolpì in Terrasanta. Non aveva colori
ritorni. (…) “Noi continuiamo a pregare, la speranza
per dipingerlo e così , quando andò a dormire al
non ci abbandona mai”, diceva ieri mattina il padre
termine del lavoro, lo lasciò bianco, del colore del
superiore, con un tono di voce appena velato da un
legno. Al risveglio lo trovò tutto colorato. Erano stati
pizzico di delusione.32
gli angeli. Poi il frate partì per l’Italia, con la scultura
♦ Dogliani (CN): “Commozione e sdegno per il furto
chiusa in una scatola di legno. La nave su cui viaggiava
sacrilego alla Madonna di S. Quirico”.
naufragò e il frate perse la statua. Quando arrivò a
La notizia si è diffusa in un lampo, la mattina del 13
Livorno, il Bambinello era già lì. “Qualcuno ha mai
agosto: con incredulità e sgomento la comunità
creduto davvero a queste leggende? “Ci si credeva a tal
doglianese si è trovata di fronte ad un gravissimo atto
punto che la statua girava continuamente per Roma.
di profanazione avvenuto nella notte precedente nel
Gli
virtù
Santuario della Madonna di San Quirico. I ladri hanno
taumaturgiche e diagnostiche. Al cospetto del malato il
depredato la chiesa di tutto quanto conteneva di
viso del Bambinello cambiava colore. Se impallidiva
prezioso: candelieri, quadri, ex-voto, pannelli scolpiti
fino a diventare bianco voleva dire che c’erano poche
della sacrestia, vasi sacri, paramenti antichi, un
speranze. Se le gote si arrossavano, il malato sarebbe
“raggio” dell’800. Anche le corone sono state strappate
guarito”. Questo fino a quando? “Fino a quando
dal capo della Vergine e del Bambino e poi gettate in
l’epoca moderna ha spazzato via la tradizione. Pensi
un angolo, con spregio perché prive di valore
si
attribuivano
poteri
miracolosi,
che il principe Torlonia aveva messo a disposizione
31
30
La Repubblica, 2 febbraio 1994, p. 20.
32
Corriere della Sera, 3 febbraio 1994, p. 47.
Corriere della Sera, 25 luglio 1996, p. 39.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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commerciale. Ma è tutt’altro il valore che la gente
ed i mandanti devono pentirsi e restituire, una buona
attribuisce proprio a quelle corone: esse sono il segno
volta33.
della devozione e dell’affetto verso la Madre di Dio,
♦ Grosseto: “Contro i furti sacri la chiesa espone le
invocata nei momenti di dolore e di gioia, consolatrice
copie”. È il piano della Diocesi dopo gli ultimi colpi a
e patrona di tutto il paese. La profanazione del
Poggi del Sasso e Alberese. Le opere originali saranno
Santuario è un duro colpo che ferisce tutti, al di là del
portate nel museo di Arte Sacra e resteranno a
“valore” degli oggetti e degli arredi rubati. «È come se
disposizione di fedeli e visitatori.
avessero rubato qualcosa di mio»: così si è espressa
“Troppi furti nelle chiese? Mettiamo copie al posto
una donna, e lo diceva con le lacrime agli occhi. (…)
degli originali». L’idea è della Diocesi di Grosseto, che
Intorno a quell’effigie, la pietà popolare volle far
tartassata dall’impennata di furti vuole mettere un
sorgere il Santuario della Madonna, oggetto sempre di
freno allo scempio sacrilego. Non più gli originali ma
grande devozione, che culmina ogni anno con la
le copie, come fanno le banche o i milionari, che
novena e la festa della Natività, l’8 settembre. La prima
nascondono nei caveau i tesori e mettono alle pareti le
incoronazione risale al 1871, rinnovata una seconda
copie di crocifissi, dipinti cinquecenteschi e Madonne
volta nel 1921. L’offesa del furto sacrilego suona
con i santi. Negli ultimi tempi i ladri hanno preso
particolarmente grave in una comunità che custodisce
d’assalto le chiese della Maremma, soprattutto le pievi
gelosamente le sue memorie storiche e religiose e le fa
di campagna, le più isolate ed esposte all’intrusione dei
rivivere attraverso una cura costante delle chiese, degli
maleintenzionati. In questi anni sono spariti dipinti,
arredi, dei documenti. In questi ultimi anni è andata
statue, crocifissi, paramenti sacri, ostensori. A Grosseto
crescendo questa attenzione alla storia ed all’arte, con
la chiesa di Santa Lucia e il convento di San Francesco
la creazione a Dogliani del Museo civico. (…) Sul
subiscono ogni settimana il furto di offerte. I parroci si
Bollettino parrocchiale, uscito pochi giorni dopo,
affrettano a svuotare le cassettine lasciando un biglietto
scrive: «Ora è necessario superare il dolore per non
ironico. «Ritenta, sarai più fortunato”, come il gratta e
disperdere i preziosi valori legati alla Madonna di San
vinci. Ma ben più sostanziosi i furti di opere d’arte.
Quirico in cui generazioni e generazioni di doglianesi
L’ultimo risale a martedì scorso, quando è stata portata
hanno creduto». E dopo aver richiamato il senso della
via dalla chiesa di Santa Maria ad Alberese la statua di
vera devozione mariana, annuncia il programma di una
una Madonna con bambino sotto gli occhi del parroco.
celebrazione che sarà solenne e corale, giovedì 28
Al danno si è aggiunta la beffa quando padre
agosto. Tutta la comunità parteciperà alla funzione
Giancarlo, non accorgendosi di niente, ha salutato il
riparatrice, con una processione dalla parrocchiale alle
ladro. (…) “Fondamentale - dice il vescovo - avere i
20,30. Il vescovo rinnoverà l’incoronazione della
sistemi di allarme all’avanguardia. Non lasciare mai le
Madonna e del Bambino. La celebrazione si terrà sul
chiese aperte e incustodite, chiuderle bene in caso di
piazzale antistante il Santuario e le corone recuperate
assenza. Stabilire orari di apertura al pubblico”.34
saranno poste, simbolicamente, sulla tela di un quadro
♦ Pescara: Furto sacrilego nel Santuario della
che riproduce il dipinto antico, nell’attesa di restaurare
Madonna dei Sette Dolori. “L’ottavo dolore” della
l’affresco e di sistemare con tutto l’onore dovuto
Madonna di Pescara il furto della Sua corona.
l’interno del Santuario stesso. La celebrazione si
È stata rubata nella serata di martedì scorso la corona
concluderà con un nuovo atto di affidamento a Maria
d’oro della Madonna dei Sette Dolori, sottratta dal
Santissima. (…) E la riparazione di un atto così grave
non tocca solo a una comunità che è stata ferita. I ladri
33
L’Unione Monregalese, Mondovì e dintorni, 27
agosto 2003.
34
Il Tirreno, 30 gennaio 2009.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
45
convento dei frati cappuccini antistante la Basilica in
dei Sette Dolori: Un appello accorato ai cittadini di
Via di Sotto,insieme a 6.000 euro in contanti e altri
Pescara affinché collaborino con le Forze dell’Ordine
oggetti di voto in oro. (…) una quindicina di catenine e
(…) e, soprattutto, una richiesta decisa rivolta a coloro
bracciali offerti dai fedeli devoti alla Madonna e la
che si sono macchiati di tale reato, affinché
corona d’oro e brillanti di circa 500 grammi dal valore
riconsegnino al più presto quello che per tutta la città è
di 50 mila euro ma il legame affettivo e di devozione
un simbolo di devozione irrinunciabile. Purtroppo si è
del diadema è immenso. (…) A farsi portavoce
perpetrato per la seconda volta il blasfemo e odioso
dell’indignazione e della tristezza per l’accaduto è
furto
intervenuto il vicepresidente del Consiglio comunale di
Veneratissima Madonna. Personalmente e a nome di
Pescara, commentando: Un dolore immenso e, al
tutta la città, esprimo alla parrocchia il profondo dolore
tempo stesso, il desiderio di vedere presto quella
e la condanna più netta e determinata per quanto
corona tornare al suo posto, sul capo della Madonna
accaduto.
simbolo del dolore e della fede. È il sentimento che, in
disponibilità dell’amministrazione comunale. (…) E
queste ore, tutti i cittadini dei colli stiamo vivendo e
nell’impetrare la benedizione della Madre di Dio sulla
con il quale rivolgiamo la nostra richiesta a coloro che,
nostra città, rivolgo un appello forte e sentito a tutti i
la notte scorsa, hanno commesso il furto sacrilego,
cittadini di Pescara affinché ciascuno collabori con le
ossia di restituire il gioiello rubato. Si tratta di un
Forze dell’Ordine per l’immediato ritrovamento della
episodio gravissimo e inaspettato. Già in passato quella
corona Sacra. Voglio indirizzare un appello a coloro
corona sacra era stata rubata una prima volta,
che evidentemente si sono macchiati di tale delitto
suscitando lo sdegno della popolazione del posto e
chiedendo loro di riconsegnare la corona, di restituirla
dell’intera città per quello che è un reato del cuore e
alla città che da centinaia di anni venera quello che è il
dell’anima. Tra l’altro non comprendiamo quale
simbolo del dolore di tutte le mamme del mondo, il
utilizzo
simbolo della devozione del territorio alla chiesa,
possano
spacciarla
sul
fare
della
mercato
corona: impossibile
nero
in
quanto
troppo
della
Corona
Assicuro
della
ogni
Statua
sforzo
e
della
la
nostra
massima
simbolo della fede di un’intera città che non può e non
e
deve essere violato. Comprendiamo la follia di un
rintracciabile, impensabile venderla, inconcepibile
momento, tentiamo di immaginare quella disperazione
pensare di distruggerla, un’ipotesi che non vogliamo
che pure può aver indotto a sottrarre un oggetto tanto
neanche prendere in considerazione. (…) E, allo stesso
caro, un reato che ha suscitato altrettanta disperazione
modo, vogliamo pensare a un moto dell’animo e della
in tantissimi cittadini che si sono ritrovati nella Basilica
coscienza capace di spingere quelle persone a restituire
per pregare per colui che ha compiuto tale gesto. Ma
la corona, magari senza farsi notare o vedere,
quella disperazione deve indurre a riflettere il
semplicemente riportandola in chiesa, lasciandola al
colpevole, spingendolo a tornare sui propri passi e a
suo posto, mostrando quel rispetto dovuto a un oggetto
restituire il maltolto35.
simbolo della devozione dei cittadini dei colli e
♦ Laino Borgo (CS): Lenzuola alle finestre contro il
dell’intera città. Ricordiamo la festa dell’intera
furto della Madonna.
comunità pescarese, quando, dopo il primo furto, la
Continua, a Laino Borgo, la sofferta attesa che la statua
corona è stata ritrovata e riportata al suo posto. (…)
della Madonna delle Cappelle, trafugata dall’omonimo
Anche il Sindaco della città abruzzese, ha deciso di
Santuario nella notte del 1° settembre scorso, venga
lanciare un appello per invitare a restituire la corona
restituita. (…) La statua indossava sia la preziosissima
conosciuta,
dunque
facilmente
individuabile
attraverso una lettera inviata a padre Vincenzo Di
Marcoberardino, parroco della Basilica della Madonna
35
Da: http://www.lopinionista.it/notizie, L’Opinionista
Quotidiano Online Abruzzo, 15 novembre 2009.
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
46
corona,
maestrìa
dell’orafo
calabro
Spadafora,
ignoti e la refurtiva da ricercare, i devoti, pur
benedetta, anni or sono, unitamente alla statua della
profondamente addolorati per questi gravissimi
Madonna delle Cappelle, da Papa Wojtyla. E poche ore
atti, con offerte spontanee spesso rinnovarono gli
prima della processione, a fianco del volantino sulla
“lauta ricompensa” agli eventuali informati sui fatti,
sottoscritto, qualche giorno fa, dal Sindaco di Laino
Borgo e dal Parroco, ne è comparso un ennesimo,
questa volta a firma di comuni cittadini, che invitava
arredi sacri riacquistando o commissionando dalle
mani di illustri artigiani gli oggetti mancanti e le
riproduzioni
delle
opere
d’arte
asportate.
Specialmente quando si tratta di furti legati alle
tutti ad accogliere in paese la Madonna “ammazzata
immagini mariane, ad esempio i furti delle corone
dai tentacoli della malavita”, esponendo alle finestre
poste sul capo della Madonna, la devozione è tale
lenzuola bianche, simbolo di “solidarietà e legalità”
che l’immagine viene nuovamente incoronata con
nonché rottura del “silenzio e del pregiudizio” che
apposite celebrazioni e con la solennità propria
avrebbero avvolto la piccola comunità, a margine
del rito. Così dallo stupore e dallo sgomento dei
dell’indegno furto. “Le lenzuola – recita ancora il
fedeli con insolito entusiasmo e con sentita
volantino – come urlo di dolore e bandiera di speranza
per il sacrilegio’ di cui la piccola cittadina di Laino si è
resa, suo malgrado, protagonista. Detto-fatto. Giusto il
tempo di leggere il volantino e Laino Borgo si è tinta di
bianco: da ogni finestra, balcone, terrazza sventolava
devozione, si genera una gara per riparare subito
l’atto sacrilego con il dono di nuove corone.
Dalla lettura delle notizie di cronaca è evidente la
comune sofferenza dei fedeli ai quali sono stati
un lenzuolo, mentre la fiumana di gente in processione,
sottratti non solo cimeli di ingente valore storico e
procedeva lenta e più mesta del solito, lungo le vie
artistico ma anche di fede, testimonianze della
dell’abitato. Toni accesi, quelli degli anonimi autori
loro tradizione e per ciò prevale lo sgomento, il
dell’iniziativa, che denunciano “silenzi” e “pregiudizi”,
dolore e l’incredulità da parte di tutti i cittadini, in
quasi a sollecitare chi potrebbe sapere ad uscire dal
particolare di tutti i fedeli di quelle comunità
proprio guscio e tutti gli altri a non prestare attenzione
direttamente colpite dagli eventi. La stessa
alle tante voci che si rincorrono nel borgo e che
rischiano solo di alimentare un clima alieno da ciò che
la festa della Madonna delle Cappelle ha sempre
generato: un’atmosfera profondamente mistica grazie
alla quale Laino Borgo ha sempre saputo risollevarsi,
preghiera dei giorni successivi ai fatti avrà sempre
un sapore particolare poiché quella che ha subito
il “danno” sarà una comunità ferita, raccolta nel
dolore per il grave furto e non solo per il valore
cosa che riuscirà a fare anche a margine del furto della
degli antichi oggetti trafugati, ma anche per la
sua amata Madonna36.
mancanza di rispetto e di sensibilità dimostrata dai
responsabili di questi atti dissennati. Allora, in
Tantissimi altri luoghi di culto, ricchi di memorie
questi casi, la percezione del dolore si diffonde
e di oggetti preziosi dono della devozione di tanti
mescolata alla determinazione di difendere,
pii fedeli sono stati profanati dalla mano di ladri
proprio a partire dalle comunità, la propria
sacrileghi. Oggetti che la devozione e la
identità e il proprio patrimonio culturale.
riconoscenza dei fedeli hanno donato nel corso
degli anni. Nonostante gli autori del reato restino
36
Da: http://www.dirittodicronaca.it,
Settembre 2010
Lunedì
13
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
47
3.2 L’urgente necessità di tutelare l’interesse
L’art.
religioso collettivo della comunità nel segno della
Concordato
recita:
tradizione della Chiesa.
Repubblica
Italiana,
L’art. 2 della Costituzione sancisce che “La
collaborano nella tutela del patrimonio storico ed
Repubblica riconosce e garantisce i diritti
artistico, al fine di armonizzare l’applicazione
inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle
della legge italiana, con le esigenze di carattere
formazioni
sua
religioso; gli organi competenti delle due parti
personalità”; ed ancora la Costituzione italiana
concorderanno opportune disposizioni per la
riconosce il valore della cultura religiosa; in
salvaguardia, la valorizzazione e il godimento dei
particolare all’art. 9 si afferma che “la Repubblica
beni culturali di interesse religioso, appartenenti
promuove lo sviluppo della cultura e tutto il
ad
patrimonio
nazione”.
conservazione e la consultazione degli archivi di
L’Accordo di revisione del Concordato firmato il
interesse storico e delle biblioteche dei medesimi
18 febbraio 1984 all’art. 9, punto 2, recita: “la
enti ed istituzioni saranno favorite ed agevolate
Repubblica italiana riconosce il valore della
sulla base di intese tra i competenti organi delle
cultura religiosa e tiene conto che i principi del
due parti”. È questa la prima volta che si trova
cattolicesimo fanno parte del patrimonio del
nella legislazione italiana questa terminologia:
sociali
ove
storico
popolo italiano.”
37
si
svolge
artistico
della
la
È quindi lo Stato in prima
12
Enti
dell’Accordo
ed
“La
di
revisione
Santa
nel
Istituzioni
Sede
rispettivo
del
e
la
ordine,
ecclesiastiche.
La
“beni culturali di interesse religioso”. L’interesse
persona che si assume la funzione di tutelare il
religioso
patrimonio storico artistico indipendentemente
destinazione del bene e da interessi culturali e
dalla proprietà ecclesiastica, ma, in particolare,
religiosi in esso incorporati.
riconosce
del
Grazie a quanto sancito dall’art. 2 della
patrimonio culturale di interesse religioso è di
Costituzione è possibile riconoscere la comunità
notevole importanza, in quanto elemento di quella
parrocchiale come l’ambito collettivo in cui il
tradizione
dell’identità
fedele si trova ad operare e ad esplicare la propria
nazionale. Fu proprio il Beato Giovanni Paolo II a
personalità. Ai fini della tutela giurisdizionale
richiamare
degli interessi legittimi dei fedeli, nel contesto
dimensione
che
proprio
cattolica
la
la
dimensione
fondativa
necessità
di
dell’esperienza
considerare
religiosa
la
come
della
è
dato
parrocchia
da
quale
due
elementi:
ente
dalla
ecclesiastico
fondativa dell’identità dell’Europa: un tema che,
civilmente riconosciuto sono individuabili quei
dopo le grandi trasformazioni dell’Est europeo,
requisiti che come organismo collettivo consente
egli richiamava quale matrice unitaria per la
l’esercizio della tutela degli interessi diffusi che
ricostituzione dell’Europa stessa.
fanno
capo
civilmente
ai
fedeli.
L’ente
ecclesiastico
riconosciuto,
infatti,
prevede
la
37
L. 25 marzo 1985, n. 121. Ratifica ed esecuzione
dell’accordo con protocollo addizionale, firmato a
Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modifiche al
Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929, tra la
Repubblica Italiana e la Santa Sede. (G.U. n. 85 S.O.
del 10/04/1985) cfr. in Cicale V. Amministrazione e
tutela dei beni culturali della Chiesa. Principi e norme
di riferimento, Assosicurezza, Milano, 2008.
protezione del proprio patrimonio culturale in
virtù di un interesse diffuso determinato dalla
fruizione da parte dei fedeli. Il medesimo ente
ecclesiastico inoltre per sua organizzazione e
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
48
struttura è in grado di realizzare le proprie finalità
attraverso la personalità giuridica in capo all’ente
ed è dotato di stabilità svolgendo anche verso
ecclesiastico civilmente riconosciuto presso cui i
l’esterno la sua attività; infine, l’interesse
fedeli battezzati esercitano la pratica religiosa e di
collettivo che fa capo agli appartenenti alla
culto. La legittimazione a ricorrere in sede
comunità di fedeli è strettamente collegato
giurisdizionale per la tutela di interessi collettivi
all’ambito
ed
rappresentati dalla comunità parrocchiale è stata
all’interno di tale ambito di trova collocato il bene
determinata dall’art. 9 della L. n. 241 del 199039
strumentale che lega il fedele alla pratica
che
religiosa.
quanto
procedimenti amministrativi che coinvolgano detti
ecclesiastico
interessi. La legittimazione alla partecipazione in
civilmente riconosciuto è persona qualificata a
favore dei portatori di interessi collettivi è anche
rappresentare l’interesse legittimo dei suoi fedeli e
prevista dal Testo Unico sugli enti locali (D.Lgs.
la
n. 267 del 2000) che stabilisce come negli Statuti
territoriale
Il
della
parroco
rappresentante
legale
parrocchia
quindi
in
dell’ente
parrocchia in quanto ente ecclesiastico
rappresenta
l’organismo
la
partecipazione
ai
delle Province e dei Comuni debbano essere
persone
previste procedure per la presentazione di istanze
facendosi portatore delle istanze del gruppo
da parte di cittadini singoli e associati per la
sociale ovvero dei suoi fedeli. Quindi da un
migliore tutela degli interessi collettivi ed è infine
interesse diffuso in cui ogni persona che fruisce
garantita dall’art. 4 del D.P.R. n. 184 del 200640
dei beni culturali diventa titolare di un interesse
che estende le modalità per l’accesso ai documenti
omogeneo rispetto all’interesse degli altri, si passa
amministrativi anche ai portatori di interessi
ad un interesse collettivo che segna chi invece
collettivi e diffusi.
nella società si lega alla fruizione di beni culturali
I “beni culturali di interesse religioso” possono
della Chiesa per la pratica religiosa e di culto,
essere riconosciuti sotto svariate forme; ci
interesse legittimo che consente di assumere
possono essere beni privi di carattere sacro, di
legittimamente posizioni di tutela sul piano
proprietà di Enti ed Istituzioni ecclesiastiche, beni
giuridico
di proprietà della Santa Sede, beni soggetti a
ogni
dall’esterno
nella
qual
società
volta
di
che
subentrano
della
vincolo di destinazione al culto, beni di interesse
L’interesse
religioso di proprietà di Enti ed Istituzioni
legittimo in questione non è riferibile al soggetto
ecclesiastiche, beni di interesse religioso di
individuale ma al gruppo di persone accomunate
proprietà dello Stato. I beni di cui noi parliamo
condizione
comportamenti
che
legittima
si
contraddistingue
collettivo
ritiene
giuridica
lesivi
protetta.38
da un omogeneo interesse che intendono tutelare
39
38
Gazzoni F., Manuale di diritto privato, Edizioni
Scientifiche Italiane, Napoli, 1987, pp. 78-83.
La costituzione di parte civile da parte dell’ente
ecclesiastico nei confronti degli autori del reato ai
danni della comunità, potrebbe senza dubbio essere la
migliore forma per contribuire a creare un deterrente
valido ai fini della tutela e prevenzione, poiché il danno
causato all’ente dal malfattore potrebbe ricadere sulla
sua persona sotto forma di risarcimento economico.
Legge 7 agosto 1990, n. 241, Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di
accesso ai documenti amministrativi, come modificata
ed integrata dalla Legge 11 febbraio 2005 n. 15 in
(G.U. n. 42 del 21/2/05) e dal D.L. 14 marzo 2005, n.
35 convertito con modificazioni dalla Legge del 14
Maggio 2005, n. 80 in (G.U. n. 111 del 14/5/05, S.O.).
40
Decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile
2006, n. 184 Regolamento recante disciplina in
materia di accesso ai documenti amministrativi, in
(G.U. n. 114 del 18 maggio 2006).
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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sono culturali, hanno cioè in sé dei valori che
4. Conclusione.
sono la testimonianza della storia, della creatività
La Pontificia Commissione per la Conservazione
dell’uomo nel tempo. Sono valori e, come tali,
del Patrimonio Artistico e Storico della Chiesa
immateriali. Se ci troviamo di fronte ad un bene
nell’anno 1991, nel documento indirizzato ai
culturale d’interesse religioso il discorso della
presidenti delle conferenze episcopali europee,42
immaterialità si fa ancora più evidente, perché è
richiamando la costituzione apostolica “Pastor
un bene immaginato, creato, voluto, inserito in un
bonus” del 1988, sollecitava in continuazione il
contesto a fini religiosi, non riducibili alla
clero circa l'intensificazione di responsabilità
materialità della cosa, vi è di più. È giusto pensare
richiamando alla “somma diligenza” poiché “alla
allora che il bene culturale abbia una funzione
riverenza che circondava gli oggetti sacri e di
squisitamente pubblica, che il suo destinatario sia
culto e di cultura, sentiti da tutti come propri
il pubblico non perché di proprietà pubblica o
perché di tutta la comunità, pare essere subentrata
perché il pubblico debba promuovere cultura ma
in alcuni la deprecabile moda di trasferire nelle
perché la loro fruibilità diventa fattore di
proprie abitazioni private i patrimoni d'arte delle
educazione.
chiese, trasformando i propri salotti in piccole
Il problema della sicurezza delle chiese e delle
pinacoteche o addirittura in musei liturgici e
opere d’arte in esse contenute dovrebbe essere di
mostre di antiquariato”. Ancora in tema di
primaria importanza per la tradizione anche se,
amministrazione e gestione dei beni culturali
nonostante le continue raccomandazioni sulla
ecclesiastici la Pontificia commissione per i beni
necessità di una particolare attenzione alla
culturali della Chiesa con la Lettera circolare del
problematica e all’invito a dotarsi degli opportuni
15 settembre 2006, indirizzata ai Superiori
sistemi di vigilanza e deterrenza, si continua a
Maggiori degli Istituti di vita consacrata e delle
trascurare
Società di Vita Apostolica, ha voluto ancora una
il
tecnologico.
fenomeno
La
tutela
e
dei
l’adattamento
beni
culturali
volta segnalare la necessità dell’inventariazione e
d’interesse religioso deve essere percepito come
richiamare
un dovere nei confronti di una eredità preziosa
prevenire problematiche sempre attuali come
tramandata da secoli e assolutamente inestimabile,
furti,
vanno
la
dispersione di notevoli beni del patrimonio della
opera
Chiesa e degli stessi Istituti religiosi maschili e
infine
noncuranza
superate
mediante
l’indifferenza
un’importante
e
l’attenzione
alienazioni
sulla
illecite,
che
tutela,
onde
segnano
la
educativa, che per i preti dovrebbe iniziare già nel
femminili.
corso degli studi teologici.41
La medesima attenzione nell’amministrazione dei
Beni ecclesiastici è stata resa nota dalla
Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e
41
Cfr Conferenza Episcopale Italiana, (C.E.I.),
Circolare A tutti i Vescovi del mondo sulla necessità di
preparare i futuri sacerdoti alla cura dei beni culturali
della Chiesa del 15 ottobre 1992 e C.E.I., Circolare A
tutti i Presidenti delle Conferenze Episcopali per
conoscere le iniziative promosse per la formazione dei
candidati al sacerdozio ai beni culturali della Chiesa
del 3 febbraio 1995.
42
Cfr. L’apertura delle frontiere nella Comunità
Europea e il pericolo di traffico illecito di opere d’arte,
Lettera ai Presidenti delle Conferenze Episcopali
d’Europa del 15 giugno 1991, in Enchiridion dei beni
culturali della Chiesa. Documenti ufficiali della
Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. V – N. 3 – Settembre-Dicembre 2011
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le Società di Vita Apostolica, con lettera del 21
formano la testimonianza privilegiata di un fermo
marzo 2007 indirizzata ai Superiori Generali, con
e radicato convincimento religioso. Queste opere,
la quale è stata ribadita la necessità del rispetto
pertanto, appartengono alla storia della pietà, che
della normativa canonica e civile in tema
ha dei capitoli amplissimi, dove confluiscono le
soprattutto
del
esperienze dell’arte, associate alle idee che le
patrimonio ecclesiastico: la stessa Congregazione
ispirano. Sono documenti da conservare come i
segnala un impoverimento patrimoniale.
libri delle biblioteche, come i valori preziosi di
La strada che oggi consente di dare adeguato
archivio. I Musei diocesani non sono dunque un
risalto al patrimonio ecclesiastico non più in uso
deposito di oggetti morti, ma raccolte di opere da
nei luoghi di culto è la realtà dei musei diocesani,
rivedere ancora, in una sequenza che, dopo la
molti dei quali sono stati aperti, potenziati,
classificazione e lo studio, le riconduce nel
rinnovati nel corso degli ultimi anni che
contesto della storia della diocesi. Esistono a loro
consentono di conservare e tutelare quei manufatti
riguardo disposizioni legislative sia ecclesiastiche
di “arte sacra” non più in uso o che comunque per
sia civili. Esorto ad osservare tanto le une che le
qualsiasi ragione siano estrapolati dal contesto
altre, perché sono convinto che ciò tornerà a
cultuale.
vantaggio delle opere d’arte, assicurandone
La gestione dei beni culturali ecclesiastici oggi
meglio la conservazione e la custodia. Siamo in
più che mai richiede quindi una specifica
un’epoca in cui si valorizzano i cimeli e le
competenza non acquisibile solo con l’esperienza
tradizioni nell’intento di ricuperare lo spirito
bensì mediante uno studio sistematico della
originario di ciascun popolo. Perché non si
materia e delle leggi canoniche e civili che la
dovrebbe fare altrettanto in campo religioso, per
regolano. L’inefficienza in alcuni casi rappresenta
trarre dalle opere d’arte di ogni epoca indicazioni
il principale rischio di impoverimento e di
preziose circa il “sensus fidei” del popolo
dispersione del patrimonio culturale della Chiesa.
cristiano?”43.
di
alienazioni
a
discapito
Alle diocesi spetta il compito di avviare
all’interno dei seminari adeguate iniziative per la
formazione dei sacerdoti e degli operatori
Bibliografia di riferimento.
•
pastorali mediante corsi specialistici nell’iter
formativo dei sacerdoti oggi forse ancora poco
formati
all’amministrazione
e
gestione
•
del
patrimonio culturale materiale, spesso curato da
•
persone volontarie armate di buona volontà ma
•
senza competenze specifiche.
“La suppellettile sacra, i dipinti, le sculture,
quanto viene raccolto nelle varie sagrestie, nelle
Opere del Duomo, nei tesori delle cattedrali
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Contenuti fondamentali ed elementi utili per
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Chiesa, EDB, Bologna, 2002.
43
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Convegno Nazionale Italiano di Arte Sacra, Roma, 27
aprile 1981.
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