Teoria delle vibrazioni
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Teoria delle vibrazioni
NATURA DELLE VIBRAZIONI def. le vibrazioni sono perturbazioni indotte da una sorgente in un dato mezzo fisico (terreno, acqua, aria, ecc.) e a seconda del tipo di sorgente possono essere di natura meccanica, elettromagnetica, ecc. Ö Secondo la prospettiva della Dinamica dei Terreni interessano principalmente le vibrazioni meccaniche che si propagano nel terreno, generate da sorgenti interne al terreno o superficiali. Sorgenti: ♦ i terremoti ♦ il moto ondoso e il vento ♦ il traffico stradale e ferroviario ♦ le fondazioni di macchine ed impianti industriali ♦ le esplosioni accidentali e deliberatamente provocate e i terremoti Effetti: le vibrazioni propagandosi all’interno del terreno modificano la loro natura, intesa come energia (attenuazione e amplificazione) e direzione di propagazione (rifrazione e riflessione), ma interagendo col terreno modificano anche la natura del terreno, inducendo sollecitazioni e deformazioni che si aggiungono a quelle statiche (con effetti negativi, degradazione della resistenza, o positivi, compattazione dinamica). Le vibrazioni possono interagire con le strutture presenti (effetto di risonanza) influenzandone la stabilità e funzionalità. Proprietà: considerando il terreno come costituito da particelle legate da vincoli elastici, la vibrazione è una forma di energia che si propaga secondo una certa direzione (direzione di propagazione), dipendente dal tipo di sorgente, e con una certa velocità (velocità di propagazione), dipendente dal mezzo attraversato, imprimendo a tali particelle delle oscillazioni, intorno ad una posizione di equilibrio. Ö Si generano così onde di sforzo e di deformazione (longitudinale e/o di taglio rispetto alla direzione di propagazione), che si attenuano in ampiezza con la distanza dalla sorgente e in uno stesso punto nel tempo, se la sorgente non trasmette al mezzo energia in maniera continua. TIPI DI VIBRAZIONI Le vibrazioni possono essere rappresentate: nel dominio del tempo (descrivendo in uno stesso punto P come varia lo spostamento nel tempo); nel dominio dello spazio (descrivendo come varia lo spostamento, in uno stesso istante lungo la direzione di propagazione) Analiticamente sono descritte da un’equazione (equazione d’onda), che esprime, in ogni istante t e per ogni punto P la distanza tra la posizione perturbata e quella iniziale d’equilibrio: Y = Y(z,t) Le vibrazioni possono essere: periodiche (cioè fissato un punto la vibrazione si ripete uguale a se stessa ad intervalli regolari), come ad esempio le vibrazioni generate da macchine industriali Ö ∃ Tf (periodo) : Y(t+Tf) = Y(t) Ö possono essere nella loro forma più semplice di tipo armonico o nella forma più generale con una componente aleatoria Ö bastano pochi parametri per descriverle non periodiche o irregolari Ö possono essere di tipo impulsivo (generate ad es. da esplosioni, caduta di gravi) o transitorio (generate da terremoti o dal traffico) Ö si possono ricondurre ad una sommatoria di infiniti moti periodici ciascuno rappresentabile con pochi parametri (Teorema di Fourier), dalla cui analisi (analisi spettrale) si può dedurre il moto risultante. y (t) T t a) y (t) b) t c) t y (t) d) t VIBRAZIONI ARMONICHE Rappresentano la forma più elementare di vibrazione periodica, dove il profilo d’onda è una sinusoide o una cosinusoide. Rappresentazione nel dominio del tempo. Il moto, in un determinato punto P lungo la direzione di propagazione, può essere rappresentato in funzione del tempo in forma trigonometrica, vettoriale e complessa in funzione di tre soli parametri: l’ampiezza A (cioè la massima oscillazione) ♦ la frequenza circolare ω (cioè la velocità di oscillazione in rad/s) legata al periodo T (cioè il tempo necessario a compiere un’oscillazione completa) o alla frequenza f = 1/T (cioè il numero di cicli al secondo in Hertz) dalla relazione: ω = 2π /T = 2π f ♦ la fase iniziale ϕ (che permette di individuare l’istante t = -ϕ/ω in cui la particella torna nella posizione d’equilibrio) ♦ Secondo la notazione trigonometrica il moto è descritto dalle seguenti equazioni in termini di spostamento, velocità e accelerazione: y(t) = A sin(ωt + ϕ) v(t) = Aω sin (ωt + ϕ + π/2) a(t) = ω2 A sin (ωt + ϕ + π) = - ω2 y(t) T = 2π /ω y Q y P ωt + ϕ O 1 ° c ic lo A x t -ϕ /ω Secondo la notazione vettoriale il moto armonico può essere rappresentato: − in termini di spostamento da un vettore di modulo A, che ruota con velocità angolare costante ω e partendo da una posizione iniziale caratterizzata da un angolo ϕ − in termini di velocità e accelerazione da vettori, rispettivamente di modulo A ω e A ω2 che ruotano nello stesso verso e con la stessa velocità ma sfasati rispettivamente di π/2 e π. y ωA A ωt O Q ωA t 2 P Secondo la notazione complessa il moto armonico, utilizzando la legge di Eulero eiα = cosα + i sinα è espresso dall’equazione: Y(t) = A (eiωt + e-iωt)/2 ) OSS. L’ampiezza dello spostamento, della velocità e dell’accelerazione sono correlate tra loro e alla frequenza e utilizzando appositi diagrammi (diagrammi tripartiti) è possibile determinare tali valori con una certa facilità (ad esempio per descrivere il moto sismico). Rappresentazione nel dominio del tempo e dello spazio Se il moto armonico viene rappresentato oltre che al variare del tempo t in uno stesso punto P, anche al variare della posizione del punto P, lungo la direzione di propagazione (asse z), l’equazione del moto diventa: y(z,t) = A sin[2π(t/T - z/λ)] e ai parametri rappresentativi del moto si aggiunge: • la lunghezza d’onda λ (equivalente rappresentazione temporale) • la velocità di propagazione dell’onda v del periodo nella legate al periodo T, o alla frequenza f, dalla relazione: v = λ/T = λ f , N.B. La grandezza caratteristica e invariabile dell’onda è il periodo, o la frequenza, mentre la lunghezza d’onda, e quindi la velocità, dipendono dal mezzo attraversato. VIBRAZIONI IRREGOLARI ) OSS. Le vibrazioni trasmesse da una sorgente al terreno sono in genere irregolari, anche quando la sorgente è classificata tra le sorgenti di vibrazioni periodiche (fondazioni di macchine industriali), a causa dell’interazione col terreno. Teorema di Fourier def. una funzione periodica x(t) di periodo Tf può essere scomposta in una sommatoria (serie di Fourier) di infinite funzioni armoniche elementari, ciascuna delle quali caratterizzata da un valore dell’ampiezza An della frequenza ωn e della fase iniziale ϕn. ∞ x (t ) = a 0 + ∑ (a n cos ω n t + b n sinω n t ) n =1 con 1 a0 = Tf t = Tf ∫ x(t )dt t =0 2 a n (ω n ) = Tf b n (ω n ) = 2 Tf t = Tf ∫ x(t ) ⋅ cos(ω t )dt n t =0 t = Tf ∫ x(t ) ⋅ sin(ω t )dt n t =0 util.: è utile perché: 1. consente mediante l’analisi spettrale di ricondurre l’analisi di un segnale irregolare all’analisi di funzioni armoniche elementari e ai rispettivi parametri; 2. semplifica notevolmente molti problemi ingegneristici consentendo di scomporre il segnale in tanti segnali elementari (principio di sovrapposizione degli effetti). In maniera equivalente si può scrivere: ∞ x(t ) = c 0 + ∑ c n sin(ω n t + ϕ n ) n =1 dove: c n (ω n ) = a n + b n 2 2 ;ϕn ⎛a ⎞ (ω n ) = tan −1 ⎜ b n ⎟ ; c ⎝ n ⎠ 0 = a0 def. i valori di cn plottati in funzione della frequenza danno lo spettro di Fourier in termini di ampiezza; i valori di ϕn plottati in funzione della frequenza danno lo spettro di Fourier in termini di fase; Infine si può anche scrivere: x (t ) = ∞ ∑c * n ⋅ e iω n t n =1 con: cn * 1 = Tf ∫ t = Tf t =0 x (t ) ⋅ e − iω n t dt Trasformata di Fourier Discreta (DFT): In generale i segnali di cui si dispone sono di tipo digitale (funzioni discrete del tempo ad intervalli eventualmente regolari di ampiezza ∆t del tipo x = x(tk) con tk = k ∆t e k = 1,2,.. N) o, se di tipo analogico (funzioni continue del tempo), trattandosi di funzioni irregolari non esiste una funzione che li rappresenti analiticamente, per cui vanno comunque discretizzati. I coefficienti di Fourier si ottengono in tal caso non più per integrazione, ma come sommatoria: N 2πn X(ω n ) = ∆t ∑ x (t k ) ⋅ e − iω n t k con n = 1,..,N e ω n = N ⋅ ∆t k =1 e consentono, mediante lo spettro di Fourier di rappresentare una funzione del tempo, nel dominio delle frequenze (trasformata di Fourier discreta) o viceversa (antitrasformata di Fourier discreta): N x(t k ) = ∆ω ∑ X(ω n ) ⋅ e iω n t k n =1 ANALISI SPETTRALE Lo spettro di Fourier fornisce una descrizione del contenuto in frequenza di un segnale (cioè le frequenze corrispondenti alle componenti di ampiezza più significativa) e particolarmente utili a questo scopo sono alcuni parametri che si possono desumere dallo spettro: ♦ l’ ampiezza massima ♦ la frequenza fondamentale (corrispondente all’ampiezza massima) ♦ la forma dello spettro (che può essere a banda larga, a banda stretta, con un solo picco o con più picchi confrontabili) A a) f=1/T b) c) d) , N.B. tali parametri non bastano da soli a descrivere completamente una vibrazione irregolare per la quale è necessario disporre dell’intero spettro. Esempio di vibrazione irregolare dovuta a sorgente di tipo transitoria Accelerogramma (accelerazione in 0.1 g e tempo in s) Spettro (ampiezza in 0.1 g s e frequenza in rad/s) ONDE SISMICHE L’applicazione di una sollecitazione dinamica ad un mezzo continuo produce vibrazioni che si trasmettono sotto forma di onde sismiche. La distinzione tra i vari tipi di onde viene effettuata in base: al fatto che la propagazione avvenga all’interno del mezzo (onde di volume) o in superficie (onde di superficie) alla direzione di propagazione dell’onda al moto degli elementi di terreno rispetto a tale direzione In particolare le onde sismiche si classificano principalmente in: − onde di volume longitudinali (Onde P) e di taglio (Onde S) − onde di superficie: di Rayleigh e di Love − − − − − − − − − Onde P: − sono onde di volume si propagano secondo fronti − d’onda sferici (anche nell’acqua) producono vibrazioni − polarizzate nella direz. di propagazione inducono deformazioni di contrazione o estensione hanno velocità più elevate delle − altre onde Onde S: sono onde di volume si propagano secondo fronti d’onda sferici (non nell’acqua) producono vibrazioni polarizzate nella direz. perpendicolare alla direz. di propagazione (onde SH o SV se contenute rispettivamente in un piano orizzontale o verticale) inducono nel mezzo deformazioni di taglio Onde di Rayleigh − si attenuano meno rapidamente sono onde di superficie si propagano secondo fronti delle onde di volume con la profondità d’onda cilindrici producono vibr. polarizzate su − la componente verticale del piani verticali nella direzione di moto predominante su quella propagazione e in quella orizzontale e significativa fino a profondità pari alla lunghezza perpendicolare d’onda λ Onde di Love sono onde di superficie − inducono vibr. orizzontali perpendicolari alla direz. di prop. Non bisogna dimenticare che: − la velocità di propagazione delle onde sismiche dipende dalle proprietà meccaniche del terreno, dalla stratigrafia e dalla morfologia e dalle caratteristiche e l’intensità della sorgente; − la velocità delle onde di compressione (VP) è sempre maggiore di quella delle onde di taglio (VS) e comunque in entrambi i casi aumenta generalmente con la profondità in uno stesso strato. − il rapporto VP/VS, nell’ipotesi di comportamento elastico lineare, dipende solo dal coefficiente di Poisson ν, varia tra √2 e ∞, per ν variabile tra 0 e 0.5. − le onde di Love hanno velocità generalmente comprese tra quelle delle onde S misurate alla base e in superficie dello strato − La velocità VR delle onde di Rayleigh risulta sperimentalmente assai prossima a quella delle onde di taglio VS (variando in funzione del coefficiente di Poisson tra 0.86 e 0.95). − il grado di saturazione influenza la velocità delle onde P: per Sr < 99%, le vibrazioni si propagano esclusivamente tramite lo scheletro solido e la VP è rappresentativa solo delle proprietà meccaniche dello scheletro solido, per Sr > 99% entra in gioco la compressibilità dell’acqua interstiziale e per terreni completamente saturi la propagazione avviene esclusivamente attraverso l’acqua e la VP non è più rappresentativa delle proprietà meccaniche del terreno. − la velocità delle onde di taglio e di superficie è invece scarsamente influenzata dalla presenza del fluido interstiziale, non potendo esso assorbire sforzi di taglio. Relazioni tra proprietà meccaniche dei terreni e velocità delle onde sismiche 4 ⎞ ⎛ • Ev = ρ ⋅ ⎜VP2 − VS2 ⎟ ⎝ 3 ⎠ 2 • E = 2 ρ ⋅VS ⋅ (1 + ν ) V 0.862 + 114 . ⋅ν • R = 1+ν VS V R 0.862 + 114 . ⋅ν = VS 1+ν VS = Vp 1 − 2υ 2 − 2υ Eed = ρVP2 ν= ⎛V ⎞ 0.5 ⋅ ⎜ P ⎝ VS ⎠ 2 ⎛ VP ⎞ ⎜ ⎟ − ⎝ VS ⎠ G = ρVS2 con ρ = densità del mezzo; ν = coefficiente di Poisson; G = modulo di taglio Propagazione delle onde sismiche p.c. Velocità caratteristiche di alcuni tipi di terreno e di rocce Tipo di terreno Vp [m/s] Vs [m/s] Argilla satura Sabbia fine e media Sabbia densa Ghiaia Arenaria Marna 1500 300 ÷ 500 400 ÷ 600 500 ÷ 750 1500 ÷ 4500 1500 ÷ 4500 100 ÷ 250 120 ÷ 200 200 ÷ 400 300 ÷ 600 700 ÷ 1500 600 ÷ 1500