Un mondo da scoprire sotto i nostri piedi: il

Transcript

Un mondo da scoprire sotto i nostri piedi: il
Como Cronaca
Sabato, 14 gennaio 2012 19
Un mondo
da scoprire
sotto
i nostri piedi:
il “carsismo
profondo”
Complesso Fornitori-Stoppani
– Risalendo verso l’ingresso di
Area 58 (Foto Mauro Inglese)
C
amminando per i sentieri sulle
nostre montagne, ci capita spesso
di alzare gli occhi ed ammirare lo
splendido paesaggio circostante.
Il verde dei boschi e dei prati, i colori dei
fiori, l’azzurro del cielo e dei laghi… Ma
non pensiamo quasi mai che sotto i nostri
piedi possa esistere un mondo altrettanto
interessante, ma sconosciuto ai più.
Stiamo parlando di grotte, abissi, cavità
sotterranee, espressioni di quello che i
geologi chiamano “carsismo profondo”,
che si verifica su rocce di natura calcarea
facilmente fratturabili ed erodibili. Questa
tipologia di rocce costituisce in gran parte
l’ossatura geologica delle aree attorno al
lago di Como (in particolare le Grigne, la
Valle Intelvi, il Triangolo Lariano).
La formazione di questa cavità è legata
all’azione “corrosiva” esercitata sulle rocce
dalle acque piovane, rese “aggressive” dalla
presenza di anidride carbonica disciolta,
nel corso di milioni di anni. Grotte
particolarmente conosciute in provincia
di Como sono il Buco dell’Orso a Torriggia
(Laglio), la Grotta Generosa a San Fedele
Intelvi, il Buco del Piombo, sopra Erba.
Ma forse non tutti sanno che approfondite
ricerche di vari gruppi Speleologici locali,
tra cui lo Speleo Club CAI Erba, hanno
evidenziato come sotto il Pian del Tivano,
il Monte Palanzone, e giù, lungo l’impervia
valle del Nosè fino all’abitato di Nesso,
si sviluppi un enorme sistema di cavità
carsiche, uno dei più importanti della
Lombardia. Negli ultimi dieci anni sono
stati fatti passi da gigante nell’esplorazione
di questo affascinante e appassionante
mondo nascosto, fatto di buio, di silenzi,
La formazione di
queste cavità è legata
all’azione “corrosiva”
esercitata sulle rocce
dalle acque piovane,
rese “aggressive” dalla
presenza di anidride
carbonica disciolta.
Tra le grotte più
conosciute: il Buco
dell’Orso, la Grotta
Generosa, il Buco
del Piombo
pagina a cura
di Silvia Fasana
Grotte, abissi, cavità sotterranee...
Un affascinante patrominio “al buio”
spesso oggetto di studio da parte
di studiosi e geologi
di spettacolari pozzi,
di passaggi labirintici e
angusti cunicoli fangosi,
di lunghe ed ampie
gallerie percorse da
spumeggianti torrenti,
con pozze e laghetti.
Il sistema carsico del
Pian del Tivano si apre
in una formazione
rocciosa denominata
Calcare di Moltrasio,
risalente al Giurassico.
Le grotte, però, non
sono così antiche: come
la maggior parte delle
cavità carsiche delle
Prealpi Lombarde, hanno cominciato
a formarsi circa 23 milioni di anni
fa, nel Miocene inferiore, quando le
formazioni sedimentarie di origine marina
iniziarono ad emergere dal mare, spinte
dal sollevamento della catena alpina
in formazione. Da allora hanno subito
una lunga evoluzione in rapporto alle
variazioni delle condizioni climatiche e
ambientali. Ne parliamo con i soci dello
Speleo Club CAI Erba: «Una grande novità
degli ultimi anni è stata l’esplorazione
di Ingresso Fornitori e dalla creazione
del Complesso Fornitori-Stoppani.
Ingresso Fornitori è una cavità individuata
all’inizio degli anni ‘90 da speleologi
del Gruppo Grotte Milano in località
Dosso Valente. Alla fine dell’aprile 2003
soci di Speleo Club Erba e Associazione
Speleologica Comasca hanno rivisitato
la cavità superando una frana iniziale
e alcuni ambienti seguenti stretti e
disagevoli. Il loro sforzo è stato premiato
dalla scoperta di una vasta sala, punto
di snodo di numerose vie sotterranee.
Via via che le esplorazioni procedevano,
si evidenziavano nuove sale, gallerie,
pozzi, sifoni; la geografia della grotta si
è complicata in maniera impressionante
anche con la scoperta di numerosi
livelli di gallerie sovrapposti messi in
comunicazione tra di loro da pozzi verticali
o camini. Tutte queste esplorazioni hanno
portato Ingresso Fornitori a raggiungere
sviluppi di tutto rispetto: alla fine del 2006
infatti superava i 25 km di sviluppo ed era
ormai la grotta più estesa di Lombardia.
Nel gennaio del 2008 sono stati percorsi
per la prima volta degli stretti e fangosi
passaggi che hanno consentito agli
speleologi di entrare nelle già note gallerie
della grotta Stoppani. La giunzione tra le
due cavità ha portato alla nascita di un
complesso sotterraneo di oltre 35 km di
sviluppo, che si situa tra i primi cinque
in Italia nella classifica delle grotte più
estese. Negli anni successivi le esplorazioni
sono proseguite a ritmo serrato e sono
stati scoperti nuovi punti di giunzione
tra Fornitori e Stoppani. Attualmente
questo gigante sotterraneo sfiora i 47 km
ed è probabilmente la seconda grotta
per estensione d’Italia. Alcuni rami di
Fornitori-Stoppani giungono a distanza di
poche decine di metri da altre importanti
cavità del Pian del Tivano, come il Buco
della Niccolina (4,6 km) ed il Complesso
Tacchi-Zelbio (9,5 km). Un’eventuale
congiunzione con queste cavità porterebbe
alla formazione di un complesso unico al
primo posto in Italia per estensione».
■ Sul monte San Primo, grazie allo Speleo Club CAI Erba
L’esplorazione di due nuove cavità
M
Terzo Mondo
Galleria Pedemontana (Foto
Pierluigi Gandola)
a le esplorazioni non finiscono qui: lo scorso anno lo Speleo Club
CAI Erba ha partecipato all’esplorazione di due nuove cavità nei
versanti del monte San Primo, in un’area in cui fino alla fine del secolo
scorso erano note solo poche grotte, tutte peraltro di modesto sviluppo.
Continuano gli esploratori: «In gennaio abbiamo scoperto un nuovo ingresso
in prossimità della vetta del San Primo. Terzo Mondo, così è stata battezzata
la nuova cavità, si approfondisce verso nord in una zona completamente
sconosciuta dal punto di vista speleologico ed è caratterizzata da diffusi
concrezionamenti, che rendono diversi ambienti particolarmente suggestivi.
All’interno della grotta è anche presente un salone di grandi dimensioni
(circa 110 x 60 x 40 m), forse il più vasto dell’intera regione. Attualmente lo
sviluppo rilevato si attesta sui 2,2 km, ma le potenzialità esplorative sono
notevoli. Inoltre nel mese di aprile dello scorso anno abbiamo raggiunto le
parti profonde di una cavità in località Alpe Ciochè, sulla quale in passato gli
abitanti del luogo avevano eretto un casello in muratura per la conservazione
dei latticini. Superando l’iniziale strozzatura, la grotta si approfondisce
con una serie di imponenti verticali (tra le quali un pozzo di 102 m) fino a
raggiungere, alla profondità di oltre 400 m, due corsi d’acqua di notevole
portata. Attualmente il Buco del Latte ha uno sviluppo rilevato di circa 1,5
km ma è ragionevole ritenere che negli anni a venire vedremo incrementare
notevolmente questo dato». L’avventura continua…