Le pietre ei cittadini

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Le pietre ei cittadini
CORSO DI AGGIORNAMENTO
“LE PIETRE E I CITTADINI”
2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Scuola, cittadinanza, sostenibilità
“Le pietre e i cittadini”
Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16
SCHEDA STORICO-DESCRITTIVA DEL CENTRO STORICO
Docente
ROSALIA GUGLIELMINI
Tel.
338.8901080
E mail [email protected]
Istituto:
I.C. "CASTIGLIONE - BOSCARINO" _ PLESSO S.M. G.BOSCARINO
VIALE OLANDA 1
Città
Mazara del Vallo
CAP 91026
Prov. TP
Tel.
0923 941146 Fax
0923 931655
e-mail
[email protected]
Docente
DELIA MOSCA
Tel.
335.6236723
E mail [email protected]
Istituto:
I.C. "CASTIGLIONE - BOSCARINO" _ PLESSO S.M. G.BOSCARINO
VIALE OLANDA 1
Città
Mazara del Vallo
CAP 91026.
Prov. TP
Tel.
0923 941146 Fax
0923 931655
e-mail
[email protected]
Docente
GIUSEPPINA FIORE
Tel.
327.3303846
E mail [email protected]
Istituto:
I.C. "L. RADICE PAPPALARDO"
P.LE M ARTIRI D'UNGHERIA
Città
Castelvetrano CAP 91022
Prov. TP
Tel.
0924 902429 Fax
0924 901445
e-mail
[email protected]
Denominazione e localizzazione del centro storico
Centro Storico satellite "Poggioreale Antica di Sicilia", denominata nelle Carte IGM come "Ruderi di
Poggioreale"
Le motivazioni della scelta
L’antico paese di Poggioreale di Sicilia offre uno degli scenari più suggestivi e unici dell’intero comprensorio
della Valle del Belice.
Nonostante l’area risulti in stato di totale abbandono da quasi 50 anni, si presenta come un luogo senza
tempo né spazio, in cui l’intero sistema edilizio, quasi integro nella sua configurazione urbana, mantiene i
tangibili segni inflitti dalla calamità naturale.
Le metamorfosi urbane dovute a "cause" naturali richiedono interventi che, attraverso processi di
riqualificazione e recupero, non possono prescindere dalla conservazione e dalla valorizzazione.
Poggioreale Antica di Sicilia, città a confine tra le province di Palermo e Trapani fondata nel 1642 e
abbandonata dopo il terremoto del 1968, è un caso/studio emblematico che raccoglie qualità storicoarchitettoniche e, che necessita di una ricerca metodologica per una gestione mirata ad innescare processi
dialettici e introspettivi indirizzati alla riflessione sul destino dei centri storici minori e sul recupero della loro
memoria.
Breve descrizione
Poggioreale, classificato dalle linee guida del Piano Paesistico della Regione, centro storico di nuova
fondazione, trova le proprie origini nel latifondo siciliano e dunque nella colonizzazione agricola. Da borgo
isolato nel territorio, con il quale stabilisce un ruolo di centralità, presenta la permanenza di un impianto
urbanistico geometricamente ordinato e scandito da strade ortogonali. Tali caratteristiche ne fanno un
aggregato urbano capace di esaltare il rapporto con il contesto agricolo e naturale, di perseguire la
conservazione dei caratteri percettivi nell'avvicinamento dal territorio al centro urbano.
Poggioreale, costruita secondo la logica del quadrillage, non presenta variazioni morfologiche significative,
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poiché si estende in modo omogeneo e compatto, eccezion fatta per alcune deformazioni del reticolo,
dovute agli aspetti geomorfologici del sito. Il tessuto nella sua generalità può essere quindi classificato come
tipico "tessuto isomorfo", cioè un edificato caratterizzato dall'aggregazione di isolati dalla forma planimetrica
simile secondo una maglia regolare.
Contesto territoriale
La forma urbana
Il modello urbanistico di Poggioreale é a maglie ortogonali, tipico delle città di nuova fondazione sorte in
Sicilia fra il XVI ed il XVII secolo, che hanno determinato una frattura con i tipi insediativi precedenti. La
maglia ortogonale è stata applicata dal fondatore come strumento per il controllo formale degli spazi urbani,
per la risoluzione dei problemi pratici posti dalla necessità di una equa ripartizione delle aree edificabili in
aliquote di dimensioni costanti ed anche per motivi igienico-climatici in relazione ai problemi di
soleggiamento, di difesa dai venti e di deflusso dell’acqua meteorica.
L’impianto urbano seicentesco, infatti, è di tipo compatto con alta densità edilizia, ma policentrico al suo
interno, formato da diversi contesti urbani convergenti sulla piazza centrale, sul corso cittadino, sulla piazza
del municipio. Su questi elementi urbanistici prospettano i pochi e modesti edifici signorili. Tutto il tessuto
urbano circostante é formato da isolati a stecche del tipo a spina, all’interno dei quali si inseriscono piccole
unità edilizie unifamiliari, piano terra e primo piano, generalmente con un solo affaccio sulla strada pubblica
con semplici coperture a tegole (coppi) e con le cantonate costituite da grosse pietre squadrate e fornite di
apposito zoccolo. La strada ha funzioni ed usi promiscui, perché su essa oltre alle funzioni di transito trovano
spazio anche le attività domestiche ed agro-produttive di ciascuna unità familiare.
La morfologia urbana è dominata da criteri di regolarità viaria. Il centro storico è tagliato in quattro quartieri
da due strade che si incrociano: una tracciata in direzione N-S (via Castellazzo e Passo d’Antoni) e l’altra in
direzione O-E (Corso Umberto I). Il modello a scacchiera si ripete nelle altre via del paese che si intersecano
ad angolo retto e quasi sempre sono aperte ai quattro punti cardinali. Corso Umberto I, lungo il cui percorso
si allinea l’edilizia civile più qualificata – Casa Agosta, Palazzi Morso-Aragona, Campisi, Salvaggio, Ippolito,
Tamburello - sfocia in due ampi spazi, di cui quello orientale (Piazza Elimo) di forma pressoché rettangolare.
Notizie storiche
Il vecchio paesello sorge su un’area collinare alle falde del monte Le Rose, comunemente chiamato
Castellaccio, antica terra degli Elìmi, a circa quattrocento metri dal livello del mare in una posizione di
pregiata panoramicità e di particolare mitezza climatica. Il nucleo abitativo nasce come satellite della vicina
Gibellina nell’antico feudo di Bagnitelli di proprietà del Marchese Don Francesco Morso che qui pose la sua
residenza estiva. Il Marchese, avvalendosi della licentia populandi et habitandi promulgata nel 1626, fondò
nel 1642 il suddetto feudo denominandolo Poggioreale; l’etimo di sicura reminiscenza latina rimanda a
Puteus–Realis o ancora Podius –Regalis. L’aggettivo regalis lascia trasparire la duplice matrice ora di natura
storica ora di natura leggendaria. Si vuole infatti porre l’accento da un lato sull’importanza della richiesta
nobiliare di Francesco Morso e del successivo regio decreto che ne sancì la fondazione, dall’altra la fabula,
tramandata dal Caronna, secondo la quale Re Ruggero trovò in Poggioreale il luogo ideale per ritemprarsi a
seguito della decisiva battaglia contro gli arabi. Con successivo decreto del 4 febbraio 1643 il Re nobilitò il
paese elevandolo al grado di Principato. Con la licentia populandi, il fondatore provvedeva in vari modi ad
attirare abitanti nel nuovo insediamento: concedeva loro, in primis, il suolo per l’edificazione della casa e il
terreno da coltivare, in secundis, l’esenzione da tasse ed imposte per un certo periodo.
Fin dall’anno successivo, il marchese Morso viene investito del titolo di principe di Poggioreale, ma nel 1741,
a causa delle nozze di Stefania Morso con il principe Luigi Naselli conte di Comiso, il principato passa alla
famiglia Naselli che lo possiederà fino al 1812, anno di abolizione del regime feudale; intanto nel 1779
Poggioreale ottiene l’autonomia civile e religiosa da Gibellina e la cittadinanza può eleggere i propri giurati.
La crescita della popolazione, rapidamente nel Seicento e soprattutto nel Settecento, subisce un arresto
durante l’Ottocento e il Novecento, a causa di un’economia basata esclusivamente su un’agricoltura di tipo
latifondistico (cereali e pascoli), spesso turbata da squilibri geologici. Nel Settecento, specie dopo
l’investitura a Re di Sicilia, da parte di Filippo V di Spagna, dell’Infante Carlo – che regnerà col nome di Carlo
III fino al 1759 – viene attuata in Sicilia un’intelligente politica di riforme soprattutto nel commercio del grano
e, a Poggioreale si forma una ricca classe di proprietari terrieri, che, in uno con la crescita demografica del
periodo, determina la qualificazione del tessuto urbano, con la costruzione, in aggiunta al Palazzo del
Principe e alla chiesa Madre del periodo di fondazione del paese, di altri edifici sacri e di palazzi borghesi.
L’elemento destabilizzante che decreterà la trasformazione di Poggioreale in una città fantasma, può
sicuramente rintracciarsi nel terremoto del 15 Gennaio 1968: un evento naturale, repentino, imprevedibile e
quanto mai devastante che distrusse molti paesi della Valle del Belice.
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Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa)
L’abitato di Poggioreale Antica è situato su un declivio relativamente pianeggiante a 2/3 di altezza del monte
Castellazzo (615 m.) e a 400 m.s.l.m., all’estrema punta sud della provincia di Trapani avendo a nord-est il
territorio della provincia di Palermo e ad est e a sud quello di Agrigento (Il paese dista 67 km da Trapani, 61
km da Palermo, 120 km da Agrigento.
Il territorio del comune di Poggioreale Antica di Sicilia ha topograficamente la forma di una farfalla, si
estende per circa kmq 36, é situato nell’area più ad est della provincia di Trapani di cui ne occupa il 3,8%
circa ed è attraversato in senso nord-sud dal fiume Belice.
La sua orografia è costituita da poche pianure concentrate nelle vicinanze del fiume Belice ed è circondata
da terreni con pendenze spesso accentuate in particolare nelle adiacenze di Monte Castellazzo (m 615),
Agnone del Serpente e Pizzo di Gallo (m 838).
La configurazione morfologica dell’alto Belice appare come la continuità delle terre settentrionali africane; il
“segno” fluviale che nasce dai rilievi, i quali si spezzano in catene di orientamento diverso o in cime isolate,
determina, nella parte più alta, una serie intensa di corrugamenti del suolo.
Il grande solco del Belice, che si snoda verso sud con una deviazione progressiva da est a ovest, incide
strutturalmente la morfologia del territorio determinando una serie intensa di corrugamenti nella parte alta,
segnata da profonde incisioni superficiali, mentre si svolge tra dolci pendii nell’area mediana e bassa, specie
al di sotto della quota altimetrica di m 200.
Il paesaggio di tutto l’ambito è fortemente antropizzato. I caratteri naturali in senso stretto sono rarefatti. La
vegetazione è costituita per lo più da formazioni di macchia sui substrati meno favorevoli all’agricoltura,
confinate sui rilievi calcarei. La monocultura della vite incentivata anche dalla estensione delle zone irrigue
tende ad uniformare questo paesaggio.
Il terremoto del 1968 ha reso unica la storia di questo territorio e ha posto all’attenzione la sua arretratezza
economica e sociale.
La ricostruzione post-terremoto ha profondamente variato la struttura insediativa della media valle del Belice
ed ha attenuato l’isolamento delle aree interne creando una nuova centralità definita dal tracciato
dell’autostrada Palermo-Mazara e dall’asse Palermo-Sciacca. I principali elementi di criticità sono connessi
alle dinamiche di tipo edilizio nelle aree più appetibili per fini turistico-insediativi e alle caratteristiche
strutturali delle formazioni vegetali, generalmente avviate verso lenti processi di rinaturalizzazione il cui esito
può essere fortemente condizionato dalla persistenza di fattori di limitazione, quali il pascolo, l’incendio e
l’urbanizzazione ulteriore. Altri elementi di criticità si rinvengono sulle colline argillose interne dove il
mantenimento dell’identità del paesaggio agrario è legato ai processi economici che governano la redditività
dei terreni agricoli rispetto ai processi produttivi.
Sistema viario, piazze
Planimetricamente, la città è costituita da un ampio rettangolo di 61,50 x 32,50 m. con leggero declivio verso
Sud, da cui si diramano dieci strade, ed é tagliato in quattro quartieri ottenuti dall'incrocio di due strade che si
intersecano nel luogo detto Pontepiatto.
Sistema edilizio
Tipologia Edilizia
L’isolato é prevalentemente di forma rettangolare ed allungata, con la dimensione minore costante
determinata dall'accostamento di due cellule opposte dorso a dorso e la dimensione maggiore variabile in
dipendenza del numero di cellule che si ripetono fianco a fianco. Una simile organizzazione dell'isolato a
spina, su un muro centrale era certamente la più semplice ed economica in quanto ogni cellula aveva in
comune con le altre, tre muri su quattro il suolo urbano risultavano sfruttati al massimo per l'edificazione. Altri
tipi di isolato riscontrati sono a blocco, a corte, a cortile aperto cioè aggregazioni più complesse attorno a più
cortili aperti su strada. Negli spazi di relazione il limite del privato coincide sempre con il limite del pubblico e
le regole dello spazio individuale fanno i conti con quelli dello spazio collettivo: strada e casa costituiscono
così un binomio inscindibile. L'orientamento degli isolati é determinato dalla pendenza del terreno, essi,
infatti, sono disposti ortogonalmente alle curve di livello, per facilitare il deflusso dell'acqua piovana. La tipica
casa urbana di Poggioreale é quella terrana, costituita da un unico vano di larghezza costante di circa 6 m. e
profondità di circa 6-7 m., rispondente alle abitudini e alle condizioni economiche della famiglia. Si tratta di
abitazioni a un’unica elevazione con tetti a falde, fabbricate con pietra e terriccio, il cosiddetto taju e dalla
forma architettonica molto semplice, simile alle antiche capanne di paglia. La divisione degli ambienti con le
diverse destinazioni d’uso avviene in un secondo momento e in coincidenza con l’aumento demografico. In
particolare, l’abitazione così evoluta si divide in un pianterreno utilizzato come bottega o in generale come
ambiente di lavoro o ancora come stalla o deposito, mentre al primo piano si trovano camere da letto, cucina
e soggiorno in cui si svolge la vita intima della famiglia. Il passaggio al piano superiore avviene attraverso
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una scala interna che con una botola, catarrattu, conduce al vano sovrastante, oppure tramite una scala
esterna appoggiata al muro perimetrale. Questa tipologia edilizia s’identifica nella casa solarata, dove
restando invariate le dimensioni rispetto a quella terrana, viene ricavato attraverso la costruzione di un solaio
(solaro) un altro vano.
Materiali Costruttivi
Per la costruzione dei nuovi insediamenti della Valle del Belice furono utilizzati materiali da costruzione
provenienti dalle formazioni geologiche circostanti estratti in sito in cave a cielo aperto dette pirrere. A
Poggioreale, in particolare sono state utilizzate calcareniti conchigliari, arenacee brecciformi e gessi.
Le murature, fatte con pietrame informe annegato in abbondanti quantità di malta di gesso o di calce,
poggiano direttamente sul terreno di sedime, senza fondazioni. Gli spigoli degli edifici e le aperture dei vani
sono realizzati con pietrame squadrato di grosse dimensioni.
I muri portanti, costruiti con muratura a sacco e pietrame o terra, sono ben coibentati e l’isolamento termico
serviva a resistere al caldo e alla conservazione dei prodotti agricoli che venivano immagazzinati durante
l’anno.
Gli intonaci interni sono a base di latte di calce o di gesso, le coperture sono realizzate da una travatura
principale in legno su cui si dispone un’orditura di canne secche legate con giummarre (erbe per legacci) e
su cui si gettava malta di gesso. Sull’orditura del solaio sono disposte le tegole in laterizio dette ciaramidi.
Balconi, mensole e particolari costruttivi sono in materiale lapideo, mentre il ferro e il vetro erano
scarsamente utilizzati per la difficoltà di reperibilità e di duttilità nella lavorazione.
Le pavimentazioni sono realizzate con un battito di calcestruzzo o di gesso, raramente venivano utilizzati
mattoni in terracotta.
Sistema difensivo e recinti
Non esiste nessun sistema difensivo
Le funzioni insediate: quelle storiche e le attuali (le permanenze e le modificazioni)
La città nasce e cresce come luogo di vita fino al terremoto del 1968 poi, viene abbandonata.
Oggi è scenario di set cinematografici e fotografici, laboratorio a cielo aperto per interventi ed esercitazioni
sulle emergenze, oggetto di ricerche e studi, luogo prescelto per sagre e cerimonie e, sopratutto meta di
numerosi turisti: un’opera d’arte incidentalmente realizzata dall’azione congiunta uomo-natura, essa si
mostra al visitatore con tutta la sua espressività, la sua fragilità, la sua pericolosità. Questa è l’icona più
rappresentativa che il paese ha assunto nella sua configurazione attuale se non anche la più interessante,
proprio in quanto spontanea: estetizzazione del rudere.
L'andamento socio-demografico (spopolamento, cambiamento di tipologie di insediati, ...)
Poggioreale nasce come piccolo insediamento e cresce demograficamente fino al 1968 raggiungendo i
2.698 abitanti. A causa del sisma la città viene abbandonata e la popolazione insediata nella Nuova
Poggioreale. Oggi la popolazione della nuova poggioreale non raggiunge i 1.200 ab.
I valori espressi (architettonico, ambientale urbano e ambientale paesistico).
La storia di Poggioreale, […] come la storia di ogni città, intreccia presente e passato in modo
apparentemente inestricabile. Dove finisce, infatti, nella dimensione spazio-temporale che è propria del
tessuto, quella particolare proprietà di testimoniare il passato, di radicare le origini, di sedimentare gli usi, i
costumi, le tradizioni di una comunità? Qual è in sostanza quella peculiare parte dell’insediamento umano
che ha la capacità di racchiudere l’identità storica, il patrimonio culturale, le memorie individuali e collettive, i
luoghi dei simboli e dell’immaginario collettivo? La risposta, certamente tautologica, è che quella parte di
difficile e incerta individuazione è il centro storico. Ma la città storica è tutto questo e altro ancora: è il luogo
delle differenze e delle qualità, è il luogo dei valori economici e spirituali, è lo spazio urbano evoluto, segnato
dal lento sedimentarsi della vita. Il luogo del tramandare e del permanere, dove ogni piccola parte è stata di
qualcuno e per qualcuno; il luogo delle lente trasformazioni dove le memorie del singolo sono diventate
memorie collettive; la scena della vita di intere generazioni; lo specchio delle attività, dei sogni, delle
speranze e della fatica, del lavoro e della gioia, della lotta come della pace: luogo vissuto e sognato, cosa
umana per eccellenza.
Ogni città, anche la più piccola e sperduta, è stata abitata, fondata, trasformata da uomini e ogni abitante
ama la propria città in quanto memoria di sé, dei suoi predecessori e luogo probabile di vita dei suoi
discendenti. Una città che perde per sempre la sua storia è una città senza memoria, senza identità e quindi
senza cultura.
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I rischi di alterazione
Mancanza di manutenzione programmata; rischio crolli; azioni antropiche.
Fonti e documentazione di riferimento
AA. VV., Dossier Belice, in “Casabella”, 420 (1976).
AA. VV., L’ISES nella Valle del Belice. La ricostruzione dopo il terremoto del gennaio 1968, in “Quaderni di edilizia
sociale”, 6 (1972).
AA. VV., Stato e società nel Belice. La gestione del terremoto: 1976 – 1978, Franco Angeli, Milano 1981.
ABULAFIA D., Federico II. Un imperatore medievale, Einaudi, Torino 1993.
ALOISIO F., Il culto di Sant’Antonio da Padova in Poggioreale, Tipografia Boccone del Povero, Palermo 1938.
ALOISIO F., Storia di Poggioreale, Priulla, Palermo 1986.
ALOISIO F., Storia di Poggioreale, Tipografia Boccone del Povero, Palermo 1956.
AMICO V., Dizionario topografico della Sicilia, tradotto e annotato da Di Marzo G., Tipografia di Pietro Morvillo, Palermo
1856.
BARBIERI G., Gambi L. (cur.), La casa rurale in Italia, L. S. Olschki Ed., Firenze 1970.
BARUCCI C., Aspetti delle tecniche costruttive nelle ricostruzioni siciliana e calabrese tra XVII e XVIII secolo, “Storia
dell’urbanistica/ Sicilia II” (1997).
BELLAFIORE G., Architettura e cultura delle città fatimite in Sicilia, “Storia della città” 17 (1980).
CAGNARDI A., Belice 1980. Luoghi problemi progetti dodici anni dopo il terremoto, Marsilio, Padova 1981.
CAGNONI F., Valle del Belice: terremoto di stato, Contemporanea Edizioni, Milano 1976.
CALDO C., L’insediamento nella valle del Belice (Sicilia) in relazione al terremoto del 1968, “Rivista Geografica Italiana”,
(1973).
CANNAROZZO T., Dal recupero del patrimonio edilizio alla riqualificazione dei centri storici, Publisicula editrice, Palermo
1999.
CANNAROZZO T., La ricostruzione del Belice: il difficile dialogo tra luogo e progetto, in “Recuperare”, 53 (1988).
CARDAMONE G., Giuffrè M., Città nuove di Sicilia XV-XIX secolo. Per una storia dell’architettura e degli insediamenti
urbani nell’area occidentale, Vittorietti, Palermo 1989.
CARONNA N. ARC., Memorie storiche di Poggioreale, Palermo 1901.
CARONNA N. CAN., Vita civile o Supplemento alla Monografia storica di Poggioreale, Palermo 1906.
CARONNA N., Memorie storiche di Poggioreale, Edizione Tipografica Pontificia, Palermo 1901.
CARONNA N., Vita civile di Poggioreale, Edizione Tipografica Pontificia, Palermo 1906.
CARUSO E., Le mappe del Catasto Borbonico di Sicilia, Palermo 2001.
CERVELLATI P.L., MILIARI M., I centri storici, Guaraldi, Firenze 1977.
CEVINI P., La tutela dei valori storico ambientali, “Indice” 10, III, 3, Genova 1978.
CORRENTI S., La Sicilia del seicento, Edizioni Newton Compton, Roma 1995.
COSTANZA S., Poggioreale, in “Trapani”, 5 (1969).
DE BONIS A., Gangemi G., Renna A., Costruzione e progetto. La Valle del Belice, Milano 1980.
DI FRANCESCA P., Milazzo A., Gli addobbi di lampadine nelle feste siciliane, “Storia della città”, 20/21 (1982).
DONATO P., Progetto per la nuova Poggioreale, in “Domus”, 534 (1974).
FINLEY M. I., Storia della Sicilia antica, Laterza, Bari 1989.
FORMICA C., Evoluzione delle strutture insediative nell’Italia centro meridionale, “Bollettino della Società Geografica
Italiana”, suppl. 1982.
GANGEMI G., La Franca R., Centri Storici di Sicilia, Palermo 1987.
GIUFFRÈ M. (cur.). L’architettura del Settecento in Sicilia, Sellerio, Palermo 1997.
GIUFFRÈ M., La ricostruzione tra preesistenze e nuovi progetti, “Storia dell’urbanistica/ Sicilia II”, (1997).
GUIDONI F., Indicazioni di metodo per lo studio storico-urbanistico dei centri siciliani, Palermo 1979.
INFRANCA G. C., Il restauro di necessità. La valle del Belice, Gangemi, Roma 1992.
MANZI E., Centri storici minori, LUCC, Protezione del paesaggio e turismo. Casi di studio nella Penisola Sorrentina,
“Bollettino della Società Geografica Italiana”, s. XII, vol. VI, 2001.
NICOLIN P., Dopo il terremoto, Quaderni di “Lotus”, Electa, Milano 1983.
ORIOLI F., “Ricostruzione urbana e ristrutturazione territoriale”, AA. VV., Stato e società nel Belice. La gestione del
terremoto: 1976 – 1978, Franco Angeli, Milano 1981
PAVONE G., Femminino G., Fontana B., Sisma, ricostruzione e conurbazione: Poggioreale, Salaparuta e Gibellina,
supplemento dei “Quaderni dell’Istituto di Urbanizzazione e Pianificazione Territoriale”, Istituto di Urbanizzazione e
Pianificazione Territoriale, Palermo, 8 (1981).
TERRANA O., Oltre la Valle. L’urbanistica del recupero nei territori del Belice, Sarograf, Alcamo 1991.
VELLA E., Poggioreale di Sicilia tra civiltà contadina e odierna società, Prova d’Autore, Catania 2003.
AZIONI SVOLTE A TUTELA: Condizione vincolistica; Strumenti urbanistici
Poggioreale Antica di Sicilia viene individuata nel PRG come "centro storico satellite" e trattato con sistema
vincolistico specifico. I ruderi, poi, sono protetti da vincolo di inedificabilità assoluta.
AZIONI PROPOSTE PER CONTRASTARE I RISCHI per la tutela e conservazione
Il desiderio, più o meno cosciente, di trovare nelle immagini del passato una via per comprendere il senso o
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la giustificazione mitica del presente è lo stimolo da cui parte la ricerca sull’antichità, ovvero sulle memorie,
sulle attitudini e sulla immaginazione che riuniscono le manifestazioni della storia. Leggere un contesto
antico significa individuarne i valori dimenticati o negati; riconoscerne e apprezzarne l’intreccio di linguaggi
diversi che veicolano messaggi significanti pronti ad essere dotati di significato; tutelarlo equivale a non
congelarne l’identità o l’autenticità, ma ad intervenire in una dinamica inarrestabile di mutamento.
II proposto “recupero” dei contesti antichi si traduce nella loro rivitalizzazione, nella fruizione, nella
musealizzazione, nella gestione e nell’esercizio, con effetti o ricadute di carattere culturale, sociale ed
economico. Per avviare tale “approccio congiunto” nella Regione Sicilia, tanto ricca di queste risorse, si è
proposto di attivare questo Dottorato di Ricerca, che si riferisce ai contesti antichi, comprendenti sia i siti,
vincolati o vincolabili, di forte e stratificata connotazione storica, sia quelle adiacenze che sono necessarie
alla tutela e alla fruizione; comunque aree di ambito extra-urbano e urbano.
Nei centri colpiti da calamità naturali, l’intervento progettuale non può prescindere dalla conservazione e
dalla valorizzazione monumentale, spaziale e urbanistica, istruendo processi di riqualificazione e recupero.
Con questa chiave di lettura la ricerca intrapresa* si è posta come obiettivo la creazione e la verifica di un
percorso metodologico, che avesse la capacità di attivare un procedimento dialettico e introspettivo che
soprintenda la riflessione sul destino dei centri storici minori abbandonati della Sicilia in generale, e il
recupero della memoria del sito di Poggioreale Antica in particolare.
La ricerca ha previsto la elaborazione di un Piano che ha valore di orientamento, indirizzo e coerenza delle
trasformazioni territoriali, entro una visione a medio-lungo termine dei futuri assetti della città spopolata, dei
suoi fattori competitivi e, chiaramente, delle azioni di riqualificazione fisica, sociale, economica e culturale. In
realtà la possibilità di convertire da costo a ricavo, da danno a risorsa un bene immobiliare dismesso è
un’operazione che richiede intelligenza politica ed indubbia competenza: quest’ultima, per la costruzione di
uno specifico percorso fortemente caratterizzato da logiche avanzate e puntuali.
L’obiettivo progettuale finale era trasformare questa casuale installazione d’arte all’aperto in un evento
culturale permanente con la creazione di un Parco Urbano ricomponendo un sistema paese in cui venisse
ristabilita una positiva dialettica tra ambiente edificato e bisogni della popolazione, un rapporto equilibrato fra
le attività antropiche e gli aspetti fisici; la rivitalizzazione sinergica del tessuto sociale con l’inserimento di
attività produttive mirate allo sviluppo economico - territoriale, in grado di invertire il processo di abbandono
del paese, trasformando così un’emergenza architettonica in risorsa economica e ambientale.
Il Piano di recupero è divenuto punto di riferimento per tutte le successive azioni intraprese sul vecchio
centro da parte dell'amministrazione comunale. Da esso sono scaturite Linee guida e Carta dei Servizi,
strumenti cogenti, per il controllo e la gestione sistemica di tutte le attività future. Nel rispetto di tali strumenti
due sono i progetti puntuali portati avanti dall'Amministrazione: Casa Agosta (riqualificazione con
rifunzionalizzazione _ Museo) e Abbeveratoio con Largo Cannoli (recupero e ripristino).
* Per il XVIII (2003-2006) Ciclo in "Recupero e fruizione dei Contesti Antichi" ai Dottorandi Rosalia Guglielmini (Poggioreale Antica di
Sicilia, dal processo di conoscenza al modello d’uso: tassonomia di una gestione) Alberto Lucchesi Palli e Lorenzo Lo Dato è stata
assegnata la ricerca dal titolo Poggioreale di Sicilia - uno spazio per l’arte oltre i confini del tempo: progetto di conoscenza e
valorizzazione dell’area; gli obiettivi erano quelli da una parte di avviare il processo conoscitivo, il recupero della cultura materiale e
delle tecniche costruttive, la valorizzazione del sito, dall’altra di studiare modelli d’uso e di gestione.
RISULTATI RAGGIUNTI DALLE AZIONI PRECEDENTI:
1. NUMERO DI PERSONE COINVOLTE
Tutta l'Amministrazione Comunale; Archh. R. Guglielmini e A. Lucchesi Palli, Arch. Lelio Di Zio, Ass.
Poggioreale Antica, GAL Elimos.
2. RASSEGNA STAMPA (n. articoli pubblicati)
Guglielmini R.:
«La valutazione per il progetto di valorizzazione di Poggioreale Antica», in Lucchesi Palli A. M., Cultura materiale
e tecniche costruttive a Poggioreale Antica, lulu.com, New York, Palermo 2008, pp. 159-184, [ISBN 978-1-40925420-1].
Guglielmini R.: (n. 3 articoli)
«Il Terremoto del Belice del 1968»; «La metodologia di rilievo»; «La valutazione dello stato di degrado», in aa.vv.,
Modelli di studio a scala locale della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale ed Ambientale della Regione
siciliana. Poggioreale Vecchia, in La Carta del Rischio del Patrimonio Culturale ed Ambientale della Regione
siciliana (collana in sei volumi+CD), Regione Sicilia, Assessorato dei Beni Culturali Ambientali e della Pubblica
Istruzione, Dipartimento dei Beni Culturali Ambientali e dell’Educazione Permanente, Centro Regionale per la
Progettazione e il Restauro e per le Scienze Naturali ed Applicate ai Beni Culturali, Eurografica, Palermo 2008,
pp. 41-45, 55-58, 59-62, ISBN [978-88-6164-065-8], SBN Pal0215802.
Guglielmini R.:
«Poggioreale Old Town in Sicily: strategies, memory, knowledge and planning place», in aa. vv., Atti del XXI
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
[email protected] - www.italianostraedu.org
CORSO DI AGGIORNAMENTO
“LE PIETRE E I CITTADINI”
2015-16
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
International Symposium, AntiCIPAting the future of the cultural past, zappeion-megaron, Atene, Grecia, 01-06
ottobre 2007, CIPA 2007 Organizing Committee, National Technical University of Athens Printing Unit, Vol. 1,
2007, pp. 786–792, [ISSN 0256-1840]; [ISSN 1682-1750].
Guglielmini R.:
«Poggioreale antica di Sicilia: dal progetto di conoscenza al modello di gestione», in Persi P. (cur.), Recondita
armonia. Il Paesaggio tra progetto e governo del territorio, Atti del III Convegno Internazionale “Paesaggio e altri
Beni Territoriali: segni, sogni e bisogni delle popolazioni locali tra ricerca e Governance. Sinergie tra geografi e
territorialisti” (5 - 7 ottobre 2006, Palazzo Battiferri, Urbino), Grapho-5, Fano (PS), 2007, pp. 612 - 618, [ISBN
978-88-95665-05-4].
Guglielmini R., Lucchesi Palli A. M.:
«Gost Town of Ancient Poggioreale in Sicily: preliminary inquires techniques for management rescue» (abstract e
n. 2 Poster formato A1), in aa. vv, Documentation for Conservation and Development, new strategies for the
future, Atti dell’XI International Seminar Forum Unesco, University and Heritage, (11 - 15 Settembre 2006, Facoltà
di Architettura, Firenze), Firenze University Press, Firenze 2006, p. 403, [ISBN 88-8453-494-1].
3. AZIONI FATTE PER CONTINUARE A SENSIBILIZZARE LA COMUNITÀ
Convegni e Seminari per l'anniversario dell'evento sismico;
Sagre e Feste organizzate in situ;
Meta prescelta da Legambiente per "Salvalarte".
4. ALTRO
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SI ALLEGANO:
N° 2 IMMAGINI, N° …. GRAFICI IN FORMATO DIGITALE (300 dpi e dimensione 1-4 Mb)
Mazara del Vallo 14/03/2016
Da restituire all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
ed a quello della sezione che organizza il corso di aggiornamento
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
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