book completo - Torre Alfina Blues Festival

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book completo - Torre Alfina Blues Festival
Con il patrocinio di
Ambasciata degli Stati Uniti d’America
Regione Lazio, Provincia di Viterbo
Comune di Acquapendente
Ass.ne Turistica Pro-loco Torre Alfina
16 luglio 2011
Fonteverde Natural Spa Resort // San Casciano Bagni (SI)
23 24 luglio 2011
Torre Alfina // Acquapendente (VT)
HAROLD BRADLEY’S BLUES BAND
MARK SHATTUCK BAND
LURRIE BELL’S CHICAGO BLUES BAND
BE BLUES
NICOLA E MARIO DISTASO
MARK HANNA BAND
BRONZEVILLE AMERICAN GOSPEL
MORELAND & ARBUCKLE
LIONS OF SWING
Continua a seguirci su...
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Fonteverde Natural Spa Resort
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Il presidente ci parla
del Festival
»
Siamo giunti alla SETTIMA edizione estiva di
una manifestazione in continua crescita,
Il Torre Alfina Blues Festival è giunto alla sua settima
edizione estiva, in una continua crescita di contenuti
artistici e culturali, che, nel loro complesso, qualificano
l’evento come uno dei maggiori attrattori turistici del
territorio aquesiano.
La manifestazione, segue una formula di successo, ormai
collaudata, che prevede il coinvolgimento dello spettatore
in una atmosfera surreale, qual è quella evocata dal
contrasto tra la modernità del genere musicale proposto e
la solennità del piccolo borgo medievale di Torre Alfina,
al cui interno si sviluppa l’evento.
Il contatto fra il pubblico e gli artisti, complici gli spazi
angusti dei vicoli e delle piazze del piccolo borgo, è così
ravvicinato che ogni spettatore ha l’impressione di essere
partecipe di una grande festa tra amici che si ritrovano,
ogni anno, in Torre Alfina, per un momento di aggregazione,
all’insegna di una sana e comune passione musicale qual
è quella per il blues, con brani magistralmente eseguiti e
reinventati ogni sera, dagli artisti, durante i concerti e nelle
jam session.
Ed è proprio per questa sua capacità di aggregazione
che il festival, superando la propria dimensione artistica e
culturale, si pone come un più ampio veicolo di accesso
alle bellezze monumentali e naturalistiche del territorio
aquesiano, nell’intento di fidelizzare il turista a luoghi che,
sicuramente, meritano di essere rivisti, magari in occasione
di sagre o di feste religiose.
Nella profonda convinzione che la logica di crescita
dell’evento non possa non tenere conto della necessità
di aprirsi alle località turistiche delle limitrofe Umbria e
Toscana, con l’intento di trarre reciproco vantaggio
dallo scambio del flusso turistico presente sul territorio,
quest’anno, la manifestazione amplierà i suoi orizzonti,
trasferendosi nella limitrofa Toscana, più precisamente in
San Casciano Bagni (Si), presso le Terme di Fonteverde,
dove si terrà la serata di apertura del Festival.
è, dunque, con grande entusiasmo e con un pizzico di
orgoglio, che ci approcciamo a questa nuova avventura,
certi di non deludere le aspettative degli amici di San
Casciano Bagni, che si sono offerti di ospitare, nel
DE
Il programma del Festival
una manifestazione itinerante...
prestigioso centro termale, la serata di apertura del festival.
Anche per questa edizione il festival godrà del patrocinio
dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America, un prezioso
riconoscimento ed un raro privilegio, che, oltre ad essere
di grande gratificazione per tutti coloro che hanno
partecipato alla realizzazione dell’evento, suggella una
amicizia profonda con i rappresentanti di un Paese la cui
cultura musicale ha accompagnato la crescita di intere
generazioni di giovani del mondo occidentale.
Dal blues di Muddy Waters, Little Walter, Willy Dixon e
degli altri artisti della Chess Records, al rock – blues di
Jimmy Hendrix ed Eric Clapton, fino agli ZZ Tops ed oltre,
sono stati consegnati alla storia brani indimenticabili,
che hanno costituito la colonna sonora di cambiamenti
epocali, accaduti con una rapidità impensabile fino a
qualche decennio prima, nei quali i giovani hanno rivestito
ruoli primari.
summer edition 2011
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Da ultimo, un augurio di buon lavoro al neo assessore
alla Cultura del Comune di Acquapendente, Sig.ra
Alessandra Terrosi, la quale, pur se di recentissima
nomina, non ha mancato di far sentire il Suo appoggio
all’evento, dimostrando un sincero interesse affinché,
in futuro, possa esserci spazio per una ulteriore crescita
della manifestazione.
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BAND
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23 luglio 2011
Torre Alfina // Acqu
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organizzato dal Ris
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Quanto alla qualità degli artisti chiamati ad esibirsi in
questa edizione, come di consueto oltre alla presenza di
vere star del panorama internazionale blues, quali Lurrie
Bell, chitarrista e cantante della band “the Sons of Blues”,
di Chicago, sono state create delle situazioni musicali “ad
hoc”, capaci di distinguere questo festival, per lo spirito
ed i contenuti, da altri, certamente più blasonati, ma privi
di quella forza emotiva rivelatrice della grande passione
profusa, ogni anno, dagli organizzatori.
A me, come sempre, non resta che augurare a tutti buon
ascolto, non senza prima aver ringraziato coloro che,
nell’ambito dei propri ruoli istituzionali, si sono adoperati
per la buona riuscita della manifestazione, nonché la
Croce Rossa Italiana che, come ogni anno, ne consentirà
l’ordinato svolgimento.
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Associazione Torre Alfina Blues
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Il borgo di Torre Alfina
notti di magia e note...
A Re Desiderio, re d’Italia nell’VIII secolo d.C., risale il
primo nucleo urbano di Torre Alfina e da allora, come
per incanto, sembra che il nome di quel primo amante
di questo luogo ne abbia segnato il profilo e la storia.
Desiderio di bellezza, è ciò che viene esaudito camminando
sui vicoli pietrosi del comune, guardando la soavità
e delle piccole case di roccia, i pergolati, i comignoli,
e il cielo illuminato da stelle luminose e quasi irreali.
Luogo dove la notte e i desideri restano aggrappati sui tetti.
Anche così nascono combinazioni che sembrano fatte per
portare gioia e stupore, piccole e grandi coincidenze di
tempo e luogo che rendono la vita costellata di infiniti attimi
in cui si intuisce il significato della parola “armonia”.
Torre Alfina, è uno dei borghi più beli d’Italia e in questi
luoghi scivola sinuosa la forza, la gioia e la seduzione della
musica Blues, le note che vagano sino a tardi, per dilatare il
tempo quando tutto si fa più intimo.
Evento patrocinato dall’Ambasciata USA, che accende
questo luogo di soli 450 abitanti, come dal di dentro
aggiungendo incanto a incanto. Avis segue questa
manifestazione sin dalla sua nascita, ha creduto nella
sua evoluzione, e si è immersa a pieno titolo nella magia
del luogo.
»
Ci sono luoghi talmente unici che
nel momento stesso in cui te ne allontani
sembrano appartenere al mondo
dell’immaginario ci sono occasioni da non
perdere e il Torre Alfina Summer Edition
riempirà di pace e stupore il vostro animo.
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Le chitarre del Blues
la Gibson Firebird
La Gibson Firebird è una chitarra prodotta dalla Gibson,
nel 1963.
Il disegno fu ispirato alla X-plorer, ma con linee più
tondeggianti, per evitare l’impatto “forte” che tale modello
aveva avuto con il pubblico.
Le versioni iniziali, comunemente identificate come
originali, venivano definite reverse (capovolte) proprio per
il loro disegno, che assomiglia ad una chitarra al contrario.
Dal punto di vista tecnico, la Firebird fu la prima Gibson
solidbody ad usare una soluzione costruttiva chiamata
neck-through e anche ad usare i mini-humbucker, già in
uso sul modello Les Paul De Luxe.
Questa chitarra proponeva inoltre un nuovo tipo di
costruzione del corpo cassa: infatti era composto di due
legni diversi, uno per le “ali” laterali e uno per il manico
il quale era un pezzo unico realizzato insieme alla parte
centrale del corpo (da qui la denominazione solidbody).
La gamma di modelli era formata da 4 chitarre ed 1 basso.
A differenza degli altri modelli SG e Les Paul, Gibson non
usò le denominazioni Standard, Custom e Junior per
distinguere i modelli. Per la prima volta si usarono i numeri
romani “I”, “III”, “V” e “VII” per distinguerle:
•Firebird I
1 pickup. Combinazione ponte avvitato/tailpiece.
Hardware cromato.
• Firebird III
2 pickups - Ponte Tune O’Matic e Maestro standard Vibrola.
Hardware cromato.
• Firebird V
2 pickups - Ponte Tune O’Matic e Maestro “Lyre” Vibrola.
Hardware cromato.
• Firebird VII
3 pickups - Ponte Tune O’Matic e Maestro “Lyre” Vibrola.
Hardware dorato.
Insieme ai modelli Flying V ed X-plorer, la Firebird ebbe
il compito di risollevare la Gibson delle cattive acque
finanziarie in cui nuotava e di difendere l’azienda americana
dagli attacchi della Jaguar e della Jazzmaster, modelli della
casa concorrente Fender, che, in quel periodo, continuava
a sfornare chitarre di successo.
»
FU DIETRICH CHE LA CHIAMò FIREBIRD
Per questo motivo la Gibson, nel 1962, chiamò come designer Ray
Dietrich, un famoso designer di automobili come le Packards,
la Chrysler Airstream del 1935, la Tucker Torpedo del 1948 e
ancora alcune Kaiser, Lincoln Continental Mark II e la futuristica
Tucker Carioca.
Dietrich fu anche l’ideatore, oltre che del nome “Firebird”, anche
del logo rosso sul battipenna a sfondo bianco, elemento, questo,
che contraddistingue l’autenticità dello strumento. Dietrich scelse
anche i colori ispirandosi a quelli DuPont Lucite che venivano
utilizzati per le automobili. Un anno dopo, nel 1963, la Firebird I
debuttò sul mercato degli strumenti musicali.
Tuttavia, la Fender in quel periodo era insuperabile, e la Firebird
fu liquidata quasi subito, anche se ne fu sfornata un’altra versione,
conosciuta come non-reverse, la quale, tuttavia, non riuscì a
risollevare le sorti del modello, riconquistando il gradimento
del pubblico. Anche di questa versione varie aziende fecero una
copia, ma quella più famosa e fedele fu prodotta dalla Epiphone,
azienda che, peraltro, è di proprietà del stessa Gibson, la quale,
sotto tale marchio, produce e commercializza la gamma economica
dei propri modelli.
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I film del Blues:
Cadillac Records
la storia della casa discografica Chess
Chi, qualche anno fa, ha visto il film “Cadillac Records”
già sa di che cosa sto parlando: la storia di due uomini, i
fratelli Leonard e Phill Chess, fondatori di una delle etichette
storiche del blues, ai quali è riconosciuto da tutti il pregio
di aver sdoganato la “musica dei neri”, in anni in cui, negli
USA, il conflitto razziale era particolarmente sentito.
Il film, dunque, racconta la storia della Chess Records
di Chicago.
Una storia che inizia nel 1941, quando un mezzadro del
Mississipi registra, per caso, una canzone. Riascoltandosi,
capisce che è pronto per qualcosa di più grande. Arrivato
a Chicago, passa dalla chitarra acustica a quella elettrica,
segnando la storia del blues e del rock.
Quel mezzadro era Muddy Waters.
Il film Cadillac Records segue la sua storia e quella della
Chess Records, l’incontro di Muddy con Little Walter,
le rivalità con Howlin’ Wolf, celebre la disputa tra Muddy
Waters e Wolf per il chitarrista Hubert Sumlin, l’esplosione
e il loro declino quando si fa strada un’altra star, quel
Chuck Berry che inventa il rock’n’roll, “solo blues suonato
più veloce”, come lo definisce Waters, anche se in realtà,
dietro i riffs di Roll Over Beethoven e Johnny B. Good c’è
qualche cosa di ben più innovativo e potente.
Nessuno poteva immaginare, infatti, che Chuck Berry aveva
introdotto una rivoluzione della tecnica chitarristica, capace
di segnare i successivi quaranta anni della storia del rock.
Molti sono i personaggi storici del blues e del R&B
rappresentati nella pellicola: dalla leggendaria Etta James,
ben impersonata dalla splendida Beyoncé Knowles, a Willie
Dixon, voce narratrice del film e contrabbassista nero,
scopritore di talenti, tra i quali Koko Taylor, definita la regina
del blues.
»
GLI Anni ‘50 e ‘60
Un viaggio nel tempo, dove è evidente il maggiore merito
dell’etichetta discografica, oltre all’avere edito brani che
possono definirsi pietre miliari della storia del blues e del soul:
la diffusione della musica nera ed un primo abbattimento delle
barriere con i bianchi. Saranno proprio i bianchi che, dopo
la chiusura dell’etichetta discografica e la morte di uno dei
fondatori, tributeranno i dovuti onori ai musicisti neri superstiti
di quell’era, invitandoli a suonare in Europa. Segnale di un grande
cambiamento epocale al quale, senza dubbio, aveva contribuito in
modo decisivo la Chess Records diffondendo la loro musica, nei
jukebox ed alla radio, negli anni ‘50 e ‘60.
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Il Festival
e la comunicazione
segui il ritmo...
L’Associazione Torre Alfina Blues ha come oggetto
la promozione della musica afro-americana, da qui la
decisione di rendere disponibili i contenuti musicali del
Festival anche al di fuori della rassegna live.
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La musica a casa
Di tutte le edizioni è disponibile una registrazione di alta
qualità su Compact Disc, che può essere richiesto scrivendo a
[email protected]
»
La musica sul Web
Siamo presenti nei principali social network ed in alcuni di essi,
come Facebook e LastFM, rendiamo disponibili brani in streaming.
Anche sul nuovo sito è possibile ascoltare brani delle varie edizioni.
www.torrealfinablues.com
»
La musica ovunque
In treno, sul computer, durante lo sport. Dall’inizio del 2010 è
possibile scaricare la musica del Festival in formato digitale dalla
piattaforma iTunes, sono già disponibili le edizioni 2007 e 2008.
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Lurrie Bell’s
Chicago Blues Band
energia allo stato puro
Nato nel 1958, Lurrie Bell è cresciuto in un ambiente dove
il blues era letterlamente di casa. Suo padre, il leggendario
armonicista Carey Bell invitava spesso a casa sua i musicisti
con i quali suonava: Eddy Taylor, Eddie C. Campbell, Jimmy
Dawkins, Eddie Clearwater, Big Walter Horton, Sunnyland
Slim, Lovie Lee.
Il blues entra quindi nel dna di Lurrie Bell, il quale, dopo aver
imbracciato la sua prima chitarra a 8 anni, forma il suo primo
gruppo all’età di 15 anni. Nel 1977, contribuisce alla nascita
dei Sons of Blues con Billy Branch e da allora ha registrato
più di 50 dischi con numerosi artisti della scena blues di
Chicago. Molti dei quali accompagnato dal padre Carey Bell
all’armonica.
Probabilmente Lurrie Bell è uno dei musicisti di Chicago di
cui ultimamente in Europa si è parlato di più. Il padre Carey
Bell e i fratelli Cary jr. e Steve fanno parte del patrimonio
musicale e della storia del Blues urbano di Chicago.
Questa realtà è affermata dalla considerazione tributatagli a
livello di festival, di locali live e dai discografici. Lurrie Bell
si pone oggi come simbolo ed esempio di spontaneità e di
genuinità che sfugge alle regole del business musicale e si
alimenta della propria energia.
Oggi lo spettacolo offerto da Lurrie Bell e la sua band è
definito come uno dei più coinvolgenti e autentici concerti
di Blues a cui si possa assistere, di notevole impatto è lo
stile chitarristico, fresco e vitale, che unitamente alle doti
vocali di Lurrie rende veramente unica la performance di
questo Artista.
»
Lurrie bell’s chicago blues band
> Lurrie Bell | chitarra e voce
> Willie Hayes | batteria
> Daryll Coutts | tastiere
> Melvin Smith | basso
vendita cartucce | rigenerate - compatibili - originali
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assistenza | cancelleria | mobili per ufficio | gestionali
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Moreland & Arbuckle
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tradizione & innovazione
Duo proveniente dal Kansas, formato da Aaron Moreland
alla chitarra e Dustin Arbuckle, voce e armonica, che
produce un blues rurale elettrificato. Moreland suona una
chitarra autocostruita con sole 4 corde con cui fa sia il
basso che gli assoli di elettrica.
Moreland & Arbuckle sono tradizionalisti ed innovatori
al tempo stesso e mischiano egregiamente il Chicago
Blues ed i suoni del Delta con una sensibilità quasi garage
rock. Mentre Arbuckle è stato influenzato dal Mississippi
blues, dal country tradizionale e dal bluegrass, Moreland
è cresciuto ascoltando di tutto, dai Led Zeppelin ai Black
Sabbath, da Charlie Patton a Muddy Waters.
Era il 2008 quando Moreland & Arbuckle erano riusciti
ad entusiasmarci con i suoni del loro cd, “1861”, ed a
distanza di due anni tutto riprende da lì. Nel Febbraio 2010
esce “Flood”.
Passati alla Telarc i due bluesmen hanno mantenuto le
caratteristiche che ce li avevano fatti ammirare nei dischi
precedenti incisi per delle etichette indipendenti.
“Flood” è un lavoro che mantiene vive le radici riuscendo
a dare nuova energia e non mancherà di essere uno dei
dischi più importanti di questo anno.
Pochi strumenti bastano per ricreare una atmosfera degna
del miglior blues. La voce e l’armonica di Dustin Arbuckle
ed il trip chitarristico di Garon Moreland sono il giusto
connubio tra due artisti che viaggiano verso la stessa
direzione, quella delle radici del Mississippi.
»
MORELAND & ARBUCKLE
> Aaron Moreland | chitarra
> Dustin Arbuckle | voce e armonica
> Kendall Newby | batteria
Una lezione di stile da apprendere quella di Moreland &
Arbuckle per tutti i giovani che suonano blues.
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Harold Bradley
CI PIACE
RICEVERE
> Bed & Breakfast e Agriturismo nel Lazio
ROMA
Ci troviamo negli antichi Borghi
papalini della vecchia Roma,
a 400 mt. dalla Basilica di San
Pietro, ed a 450 mt. da Castel S.
Angelo in una palazzina liberty del
1923, completamente restaurata.
TORRE ALFINA
Nel centro storico del borgo,
disponiamo di mini appartamenti
caratteristici. Il paese, dominato da
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I
un artista a 360 gradi
Famoso esecutore e ricercatore di musica afro-americana,
nel suo studio di pittura in Trastevere fonda nel 1961 il
celeberrimo Folkstudio che ha diretto fino al 1968. Avendo
fruttato denuncie di disturbo della quiete pubblica per le
riunioni alquanto rumorose, il pittore decise di improntare
il locale nella formula giuridica “circolo privato culturale
apolitico”: l’ìniziativa ebbe un grande successo, perché, in
una sola serata c’era la possibilità di spaziare dalla musica
celtica a quella brasiliana, dalla canzone d’autore a quella
politica, dal folk al blues. Il locale concedeva insomma
la possibilità ai giovani di esprimersi nella piena libertà
musicale, senza condizionamenti. Qui si esibirono artisti
come Bob Dylan, Pete Seegar, Steve Lacy, la Trinidad
Steel Band.
Dopo alcuni anni, Harold Bradley, tornò a Chicago e la
direzione del locale passò ad uno dei suoi fondatori,
Giancarlo Cesaroni, che inaugurò una specifica sezione
dedicata esclusivamente agli esordienti della canzone
d’autore: passarono per il Folkstudio cantautori italiani
ancora oggi sulla cresta del successo come Francesco
Guccini, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Mimmo
Locasciulli, Rino Gaetano, Gianni Togni, Luca Barbarossa,
Sergio Caputo.
Harold fonda anche l’ensemble “Bronzeville American
Gospel”, con i quali porta avanti le tematiche tradizionali
e moderne della musica sacra nera esibendosi, oltre che
per importanti festivals internazionali (tra cui Umbria Jazz),
in manifestazioni destinate a tenere viva l’attenzione ai
problemi causati dall’apartheid.
Tutto il percorso di Bradley è all’insegna dell’eclettismo.
Negli Stati Uniti è stato docente di pittura e disegno ed
è stato curatore di importanti collezioni d’arte; prima di
trasferirsi in Italia è stato un noto giocatore professionista
di football americano nella NFL per 5 anni a Cleveland e
Philadelphia. Negli Anni ‘60, con una borsa di studio si
trasferisce prima a Perugia e poi a Roma ove concretizza
la sua passione prima per la pittura ed il disegno e poi
per la musica il cinema ed il teatro. Ha svolto attività
teatrali recitando accanto a Tino Buazzelli, Calvin Lockart
e Pinalei; ha anche svolto molte attività cinematografiche
con ruoli significativi in film come: “I Sette Gladiatori”, “La
Capanna dello Zio Tom”. È stato il genio della lampada
accanto all’Aladino di Gianni Morandi in “Per Amore
e per Magia”.
»
HArolD BRADLEY BAND
> Harold Bradley | voce
> Francesco Isola | batteria
> Marco Vannozzi | basso
> Luca Casagrande | chitarra
> Andrea Rongioletti | tastiere
Negli anni ‘80 e ‘90 ha tenuto moltissimi concerti in
Italia ed all’estero dando maggiore rilievo al genere
afro-americano, di cui è attento conoscitore e cultore.
Risiede a Roma dove si esibisce ottenendo sempre
grossi consensi di entusiasmo e partecipazione da parte
del pubblico e della critica, spesso con la formazione
“Voices of Glory” e con il suo amico collaboratore, perenne
maestro, Toto Torquati.
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Mark Shattuck Band
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...hai capito?!
Mark Shattuck lo possiamo definire senza mezzi termini una
leggenda vivente del blues “italiano”.
Decide di trasferirsi in Italia nei primi Anni 70, dopo che il
Governo americano lo aveva fatto rientrare a casa dalla
guerra del Vietnam.
Arrivato a Roma, dopo un periodo di studio peraltro già
iniziato oltre oceano, Mark si diploma in chitarra classica.
La passione per la musica di quegli anni e di tutte le canzoni
che lo avevano accompagnato durante la guerra lo portano
dopo un breve periodo ad avvicinarsi alla musica Folk, PopRock Inglese e alle sonorità decisamente più psichedeliche:
forma così la Mark Shattuck Band. La formazione svolge
da tantissimi anni un’assidua attività concertistica sia in
Italia che all’estero proponendo arrangiamenti rivisitati di
brani storici degli anni 60/70 mantenendo però le sonorità
Rock/Blues di quel periodo. Dopo innumerevoli concerti,
manifestazioni, Festival (Torre Alfina Blues Festival,
Motorimbombo ecc.), la band decide di iniziare a lavorare
su alcuni brani originali: questo porterà il gruppo a lavorare
su un disco di inediti in uscita nel prossimo inverno.
Nel 2002 la band partecipa inoltre alla trasmissione RAI
“Notti Mondiali”.
Nel corso degli anni la Mark Shattuck Band ha collaborato
anche con: Pierpaolo Ranieri, Patrizio Sacco, Lorenzo
Trincia, Stefano Colasanti, Gianluca Egidi, Giovanni Di
Caprio, Valerio Guaraldi, Bruno Marinucci, Federico Gullo,
Danilo Sciamanna, Cristiano Ruggiero, Fabio Rondanini,
Fabio Costantino e Daniele Iacono.
Mark Shattuck oltre ad esibirsi, la sera del 16 luglio,
con la propria band storica, insieme al chitarrista RAI
Gianluca D’Alessio, per la serata del 23 luglio, propone un
interessante spettacolo insieme ad altri tre musicisti ben
noti nel panorama musicale romano: Marco Vannozzi al
basso Nicola e Mario Distaso rispettivamente alla chitarra
ed alla batteria.
Il loro show è rivolto a rappresentare il percorso musicale
del blues fino ad arrivare al moderno rock degli ZZ Top,
passando per pietre miliari della storia del rock, quali Jimmy
Hendrix ed Eric Clapton.
»
MARK SHATTUCK BAND
> Mark Shattuck | voce e chitarra
> Gianluca D’Alessio | chitarra
> Gianluca Ferrante | basso
> Emanuele Carradori | batteria
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Mark Hanna
I
le conferme del Festival
Mark Hanna, nativo di Buffalo (NY - USA) vive e lavora da
anni in Italia ed ha partecipato a tutte le edizioni di questo
festival, sapendo rinnovarsi ogni anno. Completano la
formazione musicale Moreno Viglione alla chitarra, Fabrizio
Sciannameo al basso, Augusto Zanonzini alla batteria.
The Lions of Swing
Lions of Swing è una rock band che ruota intorno alla
figura di Paolo Benedettini, liutaio ed ottimo chitarrista,
ben conosciuto nell’ambiente romano. Il repertorio si
fonda su classici del rock blues con una predilezione per i
Dire Straits, ed in particolare per il chitarrista fondatore del
celebre gruppo inglese, Mark Knopfler.
La somiglianza dei suoni e dello stile musicale della chitarra
di Paolo Benedettini, con quelli del celebre chitarrista
inglese è, a dir poco, straordinaria. Il repertorio spazia
dai classici di Eric Clapton a Jimmy Hendrix, attraverso
intramontabili classici, quali Cocaine, Wonderful Tonight,
o Little Wing.
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