Totem e Tabù di Sigmund Freud

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Totem e Tabù di Sigmund Freud
Totem e Tabù
Freud inizia scrivere quest’opera nel
1911, pubblicherà i primi due capitoli nel
1912 e gli ultimi due nel 1913. In realtà
lo stesso Freud non la considerava
un’opera antropologica, e come scrive
Cesare Musatti nell’introduzione
dell’opera all’edizione italiana: “L’opera
si riferisce alle credenze e alle forme di
organizzazione sociale di popolazioni
primitive, considerate in relazione a
quegli elementi comuni della personalità
inconscia di tutti gli uomini, che si
rivelano in modo specifico durante
l’analisi dei nevrotici.”
Claudio Costa, 1988
Totem e Tabù - Il Mondo come centro della Ruota
di SIGMUND FREUD
Sappiamo che Totem e Tabù e
L’interpretazione dei Sogni erano le sue
opere preferite. Si articola in quattro
capitoli, tutti ripresi da Claudio Costa
nella sua interpretazione pittorica, che
sono:
e lettera sull’origine dell’idea di Dio 1901, e nelle opere: l’Interpretazione
dei Sogni – 1899, pag. 203, nota 3,
Azioni ossessive e pratiche religiose
- 1907, La morale sessuale civile e il
nervosismo moderno - 1908).
I. L’orrore dell’incesto
II. Il Tabù e l’ambivalenza emotiva
III. Animismo, magia e onnipotenza
dei pensieri
IV. Il ritorno del totemismo nei bambini
Dopo Totem e Tabù egli riprese questa
ricerca in opere molto importanti
che vanno considerate come la sua
prosecuzione: Considerazioni attuali
sulla guerra e sulla morte (1915),
Psicologia delle masse e analisi dell’Io
(1921), L’avvenire di un’illusione (1927)
e infine, poco prima della morte, l’Uomo
Mosè e il Monoteismo (1938).
In realtà Freud s’interessò tutta la vita
all’origine della religione e a come si
connetta all’origine della morale.
Con Totem e Tabù inizia la sua
riflessione sulle grandi costruzioni
sociali, etiche e religiose. Altre opere
e riflessioni precedettero questo lavoro
(Nelle lettere a Wilhelm Fliess: la
Minuta N-1987 sull’orrore dell’incesto,
lettera sul significato dei miti - 1987,
Freud, in tutta la sua opera,
tiene separate Natura e Cultura,
contrapponendo gli istinti alla cultura
(mentre oggi, parafrasando il famoso
detto di Aristotele che “L’uomo è un
animale sociale”, sappiamo che siamo
esseri “Naturalmente Culturali” e che
non vi è un’opposizione radicale tra
natura e cultura).
Per questo motivo, per lui, il dato
fondamentale è che, ogniqualvolta nello
sviluppo della Cultura dei popoli, o nel
processo di crescita dell’individuo, si
ha la rinuncia pulsionale ad un istinto
si determina un salto qualitativo o nello
sviluppo della Civiltà, o nel processo
maturativo verso la genitalità; ciò a
causa del “processo di sublimazione”
(la rinuncia all’istinto viene sublimata in
qualcos’altro: un nuovo sistema morale,
un rituale, una nuova organizzazione
sociale, ecc.)
I l To t e m , c h e s i m b o l i c a m e n t e
rappresenta il padre della comunità,
è connesso a due divieti, la rinuncia
all’uccisione dell’animale totemico
(cioè del Padre), e il tabù dell’incesto.
Rifacendosi a Darwin egli afferma che
ciò rese possibile il passaggio dall’Orda
Primigenia (cioè una organizzazione
sociale in cui c’è un unico capo che
è proprietario di tutte le donne della
comunità ed ha potere di vita e di morte
su tutti gli individui) ad una società
organizzata in fratrie, dove gli individui
di una comunità possono convivere e
collaborare insieme svolgendo attività,
quali la caccia e più tardi l’agricoltura,
utili per tutta la comunità. Inoltre
nell’organizzazione totemica un uomo
non può congiungersi carnalmente
con nessuna donna del suo totem
(l’appartenenza al totem viene trasferita
per linea matrilineare).
La rinuncia all’incesto, (cioè la rinuncia
per un uomo ad avere tutte le donne per
sé) che questa regola implica, sta alla
base dell’esogamia.
Per Freud in questo modo si favorì
l’instaurarsi di una prima organizzazione
sociale e la nascita della morale.
Questi stessi divieti, come sappiamo
dalla tragedia, furono infranti da Edipo
che uccise il padre e giacque con sua
madre. Il mito di Edipo, secondo Freud,
sta alla base dello sviluppo psicologico
di ogni individuo ed alla base della
convivenza in ogni collettività umana. E
più modernamente, come psicoanalisti,
possiamo affermare, senza ombra di
dubbio, che sta alla base stessa della
nascita del pensiero.
Per Freud vi è una stretta analogia
tra i processi e struttura della psiche
collettiva e i processi e struttura della
psiche individuale che lui andava
indagando lungo le analisi con i suoi
pazienti; processi che aveva già
illustrato nella sua opera fondamentale
L’interpretazione dei Sogni (1899).
Secondo lui il Totem rappresenta la
prima forma di religione, mentre il Tabù
rappresenta la prima forma di coscienza
morale.
Nel III capitolo egli afferma che
l’Animismo è il primo sistema di pensiero
che cerca di spiegare il mondo nella sua
totalità, non limitandosi ad interpretare
i singoli fenomeni, ma correlandoli gli
uni agli altri. Dal punto di vista della
Civiltà si tratta di una salto qualitativo,
salto che permetterà di passare alla
concezione religiosa del mondo fino
ad arrivare alla moderna concezione
scientifica.
Per Freud vi è una stretta correlazione
tra tutti questi sistemi e l’onnipotenza.
Con la Magia si tende ad assoggettare
alla volontà dell’uomo i fenomeni
naturali, proteggendolo dalla forza
devastatrice della natura e del destino.
Nel contempo, tramite l’onnipotenza
della magia, si possono danneggiare i
propri nemici (le “Fatture” e il Malocchio
delle nostre tradizioni arcaiche e
contadine).
Nella fase Animistica, che è sempre
legata alla magia, l’onnipotenza
viene attribuita agli spiriti (di qui poi il
passaggio alle religioni politeistiche)
e solo individui particolarmente dotati
possono fare da tramite tra gli uomini
e gli spiriti superiori. In origine lo
sciamano e poi il sacerdote.
Nella fase Religiosa l’onnipotenza viene
trasferita alle Divinità, nelle religioni
politeistiche, e poi a Dio quando si arriva
alle grandi religioni monoteistiche.
Infine nella fase Scientifica si ha la
rinuncia all’onnipotenza perché gli
uomini, tramite il pensiero scientifico,
si assoggettano all’esame di realtà.
C’è un unico caso in cui permane
l’onnipotenza ed è quando Freud
afferma che l’artista ne è l’ultimo
depositario, in virtù dell’illusione creata
dall’opera d’arte: “Giustamente si parla
dell’incantesimo dell’arte e si paragona
l’artista all’incantatore.” (OSF vol.7,
pag. 96, si veda quanto scritto a questo
proposito nella nota su Claudio Costa).
Aggiungerei che essa permane nel
gioco dei bambini e in tutte le nostre
attività ludiche e, come ben ci hanno
illustrato Melanie Klein e Donald
Winnicott, sta alla base della nostra
stessa creatività.
Nel IV capitolo Freud indaga sui
legami tra il totemismo originario e i
nostri attuali sistemi religiosi e sociali.
Il Totem assicurava la vicendevole
protezione tra uomini del clan e Totem,
analogamente a quanto accade nei
sistemi religiosi tra credenti e Dio,
ed inoltre esso stabiliva le regole
e i doveri tra i membri di uno stesso
clan. Come abbiamo detto il Totem è il
rappresentante del padre ed ogni anno
l’animale totem veniva sacrificato e tutti
i membri del clan potevano cibarsene in
un rituale sacro detto “Pasto Totemico”.
Il pasto sacrificale rinforzava i legami tra
i fratelli all’interno del clan. Freud rivela
l’analogia tra il sacrificio all’altare che si
conclude con la consumazione dell’ostia
(corpo di Cristo) nella Comunione ed il
pasto totemico, sottolineando come il
Cristianesimo abbia assorbito in sé un
sacramento che è senza dubbio molto
più antico delle sue origini. Il “sacrificio”
è un atto sociale di comunione tra Dio e
i suoi credenti.
Egli afferma che la ribellione contro il
Padre e la colpa che ne è seguita non si
sono mai estinte. L’eroe tragico attico si
assume la “colpa tragica” della ribellione
dei figli contro il padre, sacrificando se
stesso e così sollevando dalla colpa
tutti gli altri fratelli (rappresentati dal
coro nella tragedia).
La ribellione al Padre, che nel
Cristianesimo è il Peccato Originale,
trova il suo superamento nel Sacrificio
del Figlio; ciò fa sì che la Religione
del Figlio possa sostituirsi a quella del
Padre. Nella religione Cristiana, dopo
il sacrificio del figlio, è possibile la
salvezza dei credenti (la Redenzione),
cosa che nella religione del Padre era
impossibile perché tutto il genere umano
era soggetto al Peccato Originale.
Il dramma attico rappresentava la
sofferenza del capro divino Dionisiaco
(il capro espiatorio); nel medioevo il
dramma attico si rinnova, in forma
trasfigurata, nella rappresentazione
della passione di Cristo.
Per Freud la forza della religione o di
qualunque sistema magico religioso,
non risiede nella sua verità reale, che
è indimostrabile, ma nella sua verità
storica; risiede cioè sugli effetti e le
conseguenze che la religione e la
religiosità hanno prodotto sul piano
storico e sul piano della trasformazione
delle civiltà.
6—15.11.2015
Genova
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Cortile Maggiore
Luigi Maccioni
Psicoanalista - Genova
AIPsi - Associazione Italiana di Psicoanalisi
IPA - International Psychoanalytical Association
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Totem e Tabù, Opere di Sigmund Freud,
vol. 7, Ed. Bollati Boringhieri
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FRANCO BASAGLIA