Mondo reale e Mondo virtuale a confronto

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Mondo reale e Mondo virtuale a confronto
Mondo reale e Mondo virtuale a confronto
Clarissa A. Albanese1
Nell’era dell’Information & Communication Technology(ICT) le tecnologie avanzate
della comunicazione ed i media elettronici funzionano come estensioni del Sé in grado di
modificare sensibilmente gli stati mentali, ecco perché le tecnologie digitali si profilano
come psicotecnologie capaci di entrare in affinità con la realtà psichica al punto da
influenzarne aspetti cognitivi ed emotivo-affettivi (Cannizzaro, La Barbera, La Barbera,
2009).
Griffiths (1995) definisce le Technological Addiction come dipendenze comportamentali
che implicano un’interazione uomo-macchina ripresentando, dunque, gli stessi aspetti dei
quadri diagnostici della dipendenza da sostanze. In altre parole dominanza dell’attività
nei pensieri, affetti e comportamenti, alterazioni del tono dell’umore, tolleranza, sintomi
d’astinenza, conflitto e ricaduta.
Il punto cardine dei disturbi tecnico-mediati è rappresentato dallo spostamento
progressivo del mondo reale a quello virtuale, legame psicologico privilegiato e
disfunzionale con lo strumento tecnologico e perdita di controllo sul proprio
comportamento.
Un allontanamento dalla realtà prolungato e permanente innesca una condizione di
dipendenza patologica in cui il soggetto reitera eccessivamente stati dissociativi a scopi
difensivi arrivando ad abitare un mondo fantastico, onirico ed illusivo in grado di
sostituire, negare e cancellare il mondo reale.
Il potenziale psicopatologico insito nell’uso di internet considera l’intreccio creatosi
dall’interdipendenza tra caratteristiche interattive della comunicazione telematica e le
caratteristiche personali dell’utente, dunque la comunicazione in internet caratterizzata
da accessibilità, controllo e sensazione di eccitamento fornisce la sensazione di sentirsi
liberi esprimendo se stessi senza alcun rifiuto o giudizio esterno, oltre che consentire di
superare i vincoli spazio-temporali (ibidem).
Mantenere e acquisire l’anonimato permette al soggetto di vivere una “condizione di
onnipotenza” che può rispondere alla necessità di superare difficoltà interpersonali, stress
e disagi nella vita reale costituendo delle aree di “rinforzo”. Dall’altra parte la condizione
di malessere, angoscia e solitudine che agevola la fuga nel cyberspazio può facilitare
l’emergere di fenomeni psicopatologici o amplificare modalità disadattive di risposta al
disagio individuale.
Possiamo distinguere due forme più frequenti di utilizzo di internet. Sia come fonte di
informazioni e di notizie che come mezzo di comunicazione. Entrambi gli usi comportano
forti ripercussioni psicologiche legate al modo di percepire se stessi e gli altri, ma la loro
forma più preoccupante attualmente sembra essere l’uso legato alla comunicazione nelle
sue diverse forme (Nichini, 2007).
Bollirono (1999) evidenzia infatti due tipi di comunicazione
• Sincrona, dove lo scambio verbale avviene nel qui ed ora ed il tempo che
intercorre tra una comunicazione e l’altra è molto breve
• Chatline, che permette a due persone di “chiacchierare” con brevi messaggi di
testo attraverso la tastiera;
• IRC (Internet Relay Chat) stesso sistema del precedente ma è presente una
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comunicazione tra più di due utenti contemporaneamente
• Telefonia in rete e video conferenza, il primo sistema permette di compiere
piccole telefonate a prezzo più basso grazie all’uso di internet, il secondo
trasferisce suoni ed immagini in tempo reale
• Asincrona, dove è maggiore il tempo di attesa tra un contatto e l’altro
• E-mail, ovvero l’invio di messaggi scritti, contenenti in allegato, suoni o
immagini, che l’altro utente leggerà solo in un altro momento. Secondo mezzo più
usato dopo il telefono
• Mailing list, attraverso cui gli utenti inseriscono il loro indirizzo e-mail da un
server mailing list che diramerà a tutti i partecipanti i messaggi pervenuti
• Newsgroup-usenet, ovvero i newsgroup che permettono la diffusione di
informazioni attraverso internet. I messaggi non sono recapitati ed essendo
pubblici saranno inseriti in una lista.
Recentemente sono nati anche siti ludici multi-utente, che permettono ai giocatori di
comunicare tra loro, creare nuovi ambienti virtuali personalizzati ed infine di cooperare
o combattere l’uno contro l’altro, gli utenti sono sempre dentro ad una particolare stanza
e potranno muoversi verso altre stanze attraverso semplici comandi e oltretutto tutti gli
utenti presenti in una stanza vedono gli altri partecipanti presenti nella stessa stanza.
Gran parte delle attività oggi richiedono e necessitano l’utilizzo di tecnologie
all’avanguardia, strumenti che però apportano inevitabilmente riflessi su ciò che siamo e
come ci pensiamo. Intenet permette di abbandonare il reale ed affacciarsi al virtuale dove
il tempo e lo spazio perdono i loro netti confini e sono decisi e controllati dalla volontà
dell’utente (Nichini, 2007).
William Gibson, nel suo romanzo “Neuromancer” del 1984, denominò lo spazio di
Internet cyberspazio, oggi tale termine indica una possibilità infinita attraverso la quale
accedere alle banche dati e alle persone di qualsiasi angolo della terra.
Il cyberspazio indica una dimensione immateriale che attraverso interconnessioni tra
computer crea spazio comunicativo senza limiti, dunque, la sensazione che ne deriva è
duplice ed oscilla tra il senso di onnipotenza ed un senso di smarrimento.
La ricerca di libertà e la ricerca di limiti diventano due esigenze contrapposte ma
compresenti. La creazione di comunità virtuali di aggregazione permette di fuggire dalla
propria identità e di costruirne una nuova. Allo stesso tempo si soddisfa il bisogno di
socializzare e attaccamento, rispecchiando quell’attaccamento materno che si sviluppa in
risposta alla necessità di acquisire identità e sicurezza (Nichini, 2007).
Nel cyberspazio si risperimentano e ripercorrono le stesse tappe fatte nei primissimi anni
di esistenza con la completa esclusione del corpo inteso come limite e confine reale del
proprio Sé, si spiega così la costruzione di un’immagine virtuale del Sé attraverso la quale
è possibile esplorare questa realtà del tutto nuova (Vaccaro, 2001).
Altri autori identificano con cyberspazio come vera e propria estensione del mondo
interiore e dunque così come lo spazio, anche il tempo in Internet acquisisce una nuova
sfumatura dimensionale tale da connotarsi come “Subito e Ovunque”, dall’immediatezza
nella consultazione e nella ricerca di notizie ed informazioni, così come nelle chat,
rappresentano un sistema di contatto mediato alla scrittura il cui registro è un’ibridazione
di linguaggio derivato dalla forma scritta e da quella parlata, il tutto ovviamente in tempo
reale (Nichini, 2007).
Rossi (1998) sottolinea, però, quanto e come l’immediatezza potrebbe allo stesso tempo
configurarsi come limite:
<<…il tempo reale dovrebbe essere quello che decanta, passa come si conviene al tempo,
dà tempo, in altre parole utilizza i periodi di vita per superare gli spazi, ritmare gli
interventi per affinare, modificare, adeguare, limitare o ampliare… Il salto di questi
anancasmi (il viaggio, il trasporto, l’invio tramite ufficio postale, l’esigenza che l’altro,
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finito di parlare, mi guardi corrucciato o mi sorrida) potrebbe limitare i rapporti mentali,
oltre che favorirli rendendoli immediati>>(Rossi, 1998).
Nella nostra contemporaneità si assiste ad una reale contrazione del “verbale” dovuta ad
una prevalenza dell’iconico e ad una semplificazione dell’articolazione dei messaggi
scritti per fare spazio all’uso di comunicazione veloce ed efficace. Infatti, con il termine
“iconico” si qualifica gran parte della comunicazione elettronica che utilizza emoticons e
simboli grafici per rappresentare stati emotivi. Ecco perché un passaggio di informazioni
attraverso icone, immagini o associazioni permette di aumentare il senso di realtà
attribuito al vedere qualcosa (Francesconi, 2002).
Inoltre, la relazione mediata da internet è caratterizzata dall’assenza del corpo inteso come
limite alla possibilità di contatto fisico e relazione emotiva, ma dall’altro lato permette di
soddisfare la possibilità di poter essere in più luoghi virtuali contemporaneamente.
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Riferimenti Bibliografici
Cannizzaro, S., La Barbera, N., La Barbera, D. (2009). “La dipendenza da tecnologie
della comunicazione”, in Caretti, V., La Barbera, D. (a cura di), Le Nuove
Dipendenze: diagnosi e clinica, Carocci Editore, Roma.
Cacioppo, M., Severino, S., (2013). La prossimità a distanza.Contributipsico-sociali per
lo studio degli usi, abusi e dipendenze nel Web 2.0. FrancoAngeli, Milano.
Cancrini, L., Colacicco, F. (2011). Il disagio Psichico come precondizione per lo sviluppo
psicopatologico della dipendenza. Minori Giustizia, 4.
Nichini, C. (2007). Aspetti psicologici dell’utilizzo di Internet: spazio, tempo e corporeità
nell’era telematica. Psicotech, 1.
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Istituto per lo studio delle Psicoterapie
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