L`indagine penale su Azzollini si arena sulle intercettazioni

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L`indagine penale su Azzollini si arena sulle intercettazioni
XII I BARI PROVINCIA
Giovedì 2 ottobre 2014
MOLFETTA NULLA DI FATTO AL TERMINE DELLA NUOVA AUDIZIONE RICHIESTA DALL’EX SINDACO INDAGATO PER ABUSO D’UFFICIO E «ASSOCIAZIONE»
L’indagine penale su Azzollini
si arena sulle intercettazioni
Caso Porto, in 9 mesi ennesimo rinvio alla Giunta per le immunità del Senato
MOLFETTA / Un programma militare
La Marina censisce gli ordigni nel porto
La Marina militare in primo piano per la sicurezza dei
fondali degli otto principali porti del Sud Italia con il programma Pacs (Port and coastal survey), sviluppato anche
nel porto di Molfetta dove, «prima di dare il via a lavori di ristrutturazione, è stata operata un’ampia mappatura che ha
portato - ricorda Mirko Leonzio, tenente di vascello e comandante del nucleo Sdai (Sminamento antimezzi insidiosi) alla scoperta di sessantamila ordigni».
Il programma è mirato al controllo e alla mappatura dei fondali marini ed è finanziato per
metà dal Ministero degli Interni
e per l’altro 50 per cento
dall’Unione europea attraverso
il Pon.
Nell’ambito del programma
operano due team che hanno a
disposizione: un container per
uso ufficio e per la raccolta e
MOLFETTA Una
analisi dei dati; un gommone
panoramica della città
Uss10A che funziona con o senza operatore ed è dotato di un
sonar scafo e di un sonar rimorchiato; un mini sommergibile filoguidato con sonar, telecamera e bracci manipolatori,
equipaggiato anche per la distruzione di oggetti, e un veicolo subacqueo autonomo capace di operare, con una autonomia da quattro a sette ore, su percorsi programmati
per la mappatura dei fondali e per la scoperta di oggetti. [l.
d’a.]
LUCREZIA D’AMBROSIO
l MOLFETTA. Ancora un rinvio,
l’ennesimo in nove mesi, a Palazzo
Madama sull’utilizzo delle intercettazioni telefoniche riguardanti il senatore Antonio Azzollini. Nel corso
della mattinata di ieri, la Giunta per
le immunità parlamentari è stata
chiamata a decidere sul nulla osta
all’uso delle trascrizioni telefoniche
disposte dalla Procura della Repubblica di Trani nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto l’ex sindaco di Molfetta.
Al termine della nuova audizione,
richiesta dallo stesso senatore Azzollini, è proseguita la discussione
generale. Il seguito dell’esame è stato
quindi rinviato.
Antonio Azzollini risulta iscritto
nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta maxifrode da 150 milioni di euro per la
costruzione del nuovo porto di Molfetta. Al senatore 61enne vengono
contestati i reati di abuso d’ufficio
commesso, secondo gli inquirenti,
quando era sindaco nella questione
relativa alle cooperative edilizie, e di
associazione per delinquere, e ancora
reati ambientali, truffa e falso perché,
sempre secondo la Procura di Trani,
nonostante sapesse che sui fondali del
nuovo porto ci fossero migliaia di
ordigni bellici inesplosi, avrebbe fatto
finta di nulla appaltando i lavori per
la costruzione della diga foranea e del
nuovo scalo commerciale.
Lavori che, come è noto, non sono
stati ancora completati. Il costo iniziale delle opere ammontava a 72
milioni di euro, poi lievitati a circa
150 milioni in seguito alle opere di
bonifica dell’area dalle bombe. Nel
frattempo il cantiere del nuovo porto
è stato sottoposto a sequestro.
Il nodo da sciogliere perché la Giunta per le immunità parlamentari si
esprima sarebbe legato a questioni
prettamente «temporali».
In sintesi, al senatore Azzollini
all’inizio dell’inchiesta viene contestato solo il reato di abuso d’ufficio.
Qualche tempo dopo, poco più di un
anno fa, gli viene addebitato anche il
reato di associazione per delinquere.
L’utenza telefonica sotto controllo,
dalla quale sarebbero state estrapolate le conversazioni di Azzollini,
apparterrebbe a un’altra persona
coinvolta in una indagine del 2009.
Tutta la questione tecnico-giuridica riguarderebbe il momento nel
quale il senatore molfettese viene
iscritto nel registro degli indagati per
il reato di associazione per delinquere. La Procura di Trani fa ri-
ferimento ad avvisi di garanzia notificati nel 2013, il senatore Azzollini
avrebbe presentato documentazione,
firmata dagli stessi magistrati inquirenti, dalla quale emergerebbe come le indagini a suo carico per quel
reato fossero state avviate già prima,
cioè nel 2009.
Se così fosse le intercettazioni oggetto del contendere non potrebbero
essere considerate casuali e perderebbero di conseguenza la loro validità perché condotte a carico di un
parlamentare senza la necessaria autorizzazione.
MOLFETTA IL CORTO SARÀ PRESENTATO AL 20ESIMO ANNIVERSARIO A NOVEMBRE CORATO STUDIO CON LA «SCUOLA SUPERIORE» DI PISA CORATO
«Francesco Padre», oggi il ciak «La pasta preparata con l’orzo Premiata
aiuta a guarire dall’infarto» edicola storica
del film ispirato alla tragedia I risultati di una ricerca all’azienda Granoro ha 107 anni
l MOLFETTA. Al via, oggi, le
riprese
del
cortometraggio
«Francesco Padre» liberamente
ispirato alla vicenda del peschereccio molfettese che, nella notte
tra il 3 e il 4 novembre 1994, si
inabissò in Adriatico durante
una battuta di pesca. A bordo c'erano i cinque uomini di equipaggio (il comandante Giovanni Pansini, 45 anni, Luigi De Giglio, 56,
Saverio Gadaleta, 45, Francesco
Zaza, 31 anni, e Mario De Nicolo,
28 anni) e il loro cane Leone.
La sceneggiatura è scritta da
Donatella Altieri (che è anche regista), Girolamo Samarelli e Giovanni Lupi. Nel corto il peschereccio «Francesco Padre» diventa
semplicemente Francesco, un
bimbo di tre mesi che cresce cullato dal mare fino a diventare un
ragazzo e poi un padre. E i cinque
uomini diventano cinque vite
qualsiasi eppure uniche, irripetibili, fatte di desideri normali,
gioie normali, fatiche normali, rischi normali.
Sulla scena: i due neonati sono
interpretati da Renato Tinelli e da
Roberto Porcelli, il bambino da
Luca Minieri, il ragazzo da Davide Colucci, i cinque marinai da
Gianni D’Addario, Franco Ferrante, Salvatore Marci, Michele
Sinisi e Vito Facciolla, la moglie
da Maria Grazia Baldini. Le foto
di scena sono curate da Pasquale
Susca, le musiche sono di Giovanni Chiapparino.
Prodotto da Digressione, società di produzione cinematografica
e discografica, e da Intergea, il
corto sarà presentato nella giornata commemorativa dei vent’anni della tragedia che si terrà il 4
novembre a Molfetta.
TOMMASO FORTE
NEGLI ABISSI Il relitto del «Francesco Padre» sul fondale dell’Adriatico
Un anno fa, sulla stessa vicenda, la stessa casa di produzione,
Digressione, aveva girato un video clip.
Il «Francesco Padre» esplode a
mezzanotte e mezza del 4 novembre 1994 al largo delle coste del
Montenegro. A dare l’allarme è il
pilota di un aereo Nato impegnato
nelle operazioni di embargo alla
ex Jugoslavia. Poco più di un’ora
dopo, una unità della Marina spagnola raggiunge il luogo
dell’esplosione. Ma non ci sono
superstiti. In mare ci sono solo
rottami e due pezzi di legno: su
uno si legge «Francesco Padre»,
sull’altro «Molfetta 990».
La Procura di Trani apre una
inchiesta. Le autorità Nato escludono che l’esplosione del peschereccio possa essere collegata alle
operazioni in corso nel basso
Adriatico. I consulenti tecnici della Procura giungono alla conclusione che a bordo del peschereccio ci fosse esplosivo. Il 13 maggio
1997 l’inchiesta viene archiviata.
Nel 2001 viene presentata istanza
per richiedere la riapertura delle
indagini e il recupero del relitto,
adagiato sul fondale a circa 250
metri. Secondo i periti nominati
dalle famiglie delle vittime il motopeschereccio molfettese sarebbe stato colpito da qualcosa e sarebbe esploso. Ma la Procura rigetta la tesi e archivia nuovamente. Nel 2010 l’inchiesta riparte. Eppure, ad oggi, su quello che accadde quella notte le autorità Nato e montenegrine non forniscono informazioni, neppure ai pubblici ministeri. [lucrezia d’ambrosio]
l CORATO. La Puglia protagonista nella ricerca scientifica. E la
pasta, simbolo della dieta mediterranea, è l’elemento di rilievo nell’ambito di un progetto europeo, sviluppato dall’Istituto di Scienze della Vita
della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, finanziato dalla Granoro di
Corato. La novità. Il beta-glucano d’orzo, elemento di rilievo del brand
coratino, a uno studio presentato al congresso della Società europea di
Cardiologia, risulta elemento idrosolubile utile a «riparare» il cuore
dopo l’infarto.
Dunque, il beta-glucano d’orzo stimola la formazione di nuovi vasi
sanguigni in presenza di uno stress ossidativo e può aiutare le persone
infartuate a stare meglio. La prima
ricerca è stata coordinata dal professor Vincenzo Lionetti in collaborazione con l’azienda coratina.
Lo studio ha dimostrato che il trattamento delle cellule endoteliali
cardiache con quella sostanza aumenta i livelli di un enzima essenziale, il manganese superossido dismutasi (Mnsod), già noto per aumentare le difese antiossidanti e
l’abilità rivascolarizzante (riparatrice) delle cellule.
L’incremento dell’enzima, quin- CORATO La pasta aiuta il cuore
di, potenzia la capacità dell’organismo di rigenerare i vasi sanguigni. Forte di questo screening, l’impresa coratina ha già sperimentato
una nuova pasta, ottenuta da semola di grano duro e farina di orzo,
naturalmente ricca di fibre solubili (appunto, i betaglucani) che, mantenendo il gusto e la bontà della pasta tradizionale, aiuta anche a ridurre
i livelli di colesterolo nel sangue.
«Il Pastificio Granoro - spiega Marina Mastromauro, amministratore
delegato - sta orientando i suoi investimenti verso la produzione di
alimenti che oltre a essere buoni siano funzionali alla salute, oltre che
alla cultura della prevenzione. Per questo abbiamo accolto con piacere
la proposta della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, riconosciuta come
una delle eccellenze nel territorio nazionale e non solo, nonché punto di
incontro per la specializzazione di talenti provenienti da tutto il mondo
- aggiunge Mastromauro -, per condividere un progetto che potrebbe
rivoluzionare il ruolo e la funzione della pasta». Spiega Lionetti: «L’endotelio che riveste le coronarie di un uomo adulto difficilmente genera
nuovi vasi sanguigni in un cuore infartuato. La natura tuttavia spesso
offre i rimedi per molte malattie, ma occorre cercarli. I risultati della
ricerca - conclude - incoraggiano lo sviluppo di nuovi approcci rigenerativi e anti-invecchiamento provenienti dall’alimentazione».
INTERNO Antica foto dell’edicola
l CORATO. Ad alzare per la
prima volta la saracinesca fu il
bisnonno Francesco nel 1907.
Oggi, dopo ben 107 anni, dietro
al bancone c’è il pronipote
Carlo Domenico. Grazie alla
sua storia ultracentenaria,
l’edicola «Galise» è stata premiata con la simbolica iscrizione nel «registro nazionale
delle imprese storiche» tenuto
da Unioncamere. È la prima
attività commerciale di Corato
a ricevere questo riconoscimento. Aperta all’inizio del
secolo scorso nella sede di
fronte a palazzo San Cataldo
come rivendita di cappelli lavorati a mano, intorno al 1930
l’attività è stata trasformata
nella prima «Agenzia giornali» della città. «Quando a 15
anni sono entrato nell’edicola,
ho subito ho sognato di rilanciare l’attività realizzata
dai miei predecessori - racconta emozionato Carlo Galise
-. Poi, a due anni dalla morte di
mio padre, ho avviato il restyling del locale ampliando
l’offerta con la vendita di libri
e ulteriori servizi. Qui sono
cresciuto - sentenzia - e qui
morirò».
[g.cant.]