Recensioni e segnalazioni
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Recensioni e segnalazioni
Recensioni e segnalazioni ALBERTO DATI Gli ultimi viaggi di Napoleone Magenes Ed., Milano 2010 Pagg. 192 - Euro 15,00 Gli ultimi viaggi di Napoleone Bonaparte, memorie poco conosciute e raramente presenti nelle bibliografie specializzate, tradotte per la prima volta in italiano e raccolte in un unico volume. Alberto Dati, studioso, storico e appassionato della vicenda Napoleonica, ci presenta questo volume nel quale compaiono i due resoconti che rievocano con accuratezza le ultime due traversate che portarono Napoleone sull’Isola d’Elba prima e sull’Isola di Sant’Elena successivamente. “La deportazione di Napoleone all’Elba” del Capitano Ussher, comandante della nave Undaunted, e “Il viaggio di Bonaparte a Sant’Elena” del contrammiraglio Sir George Cockburn, capo della spedizione verso l’esilio definitivo imbarcato sulla nave Northumberland, pur in contesti storici differenti e con diverse modalità stilistiche rappresentano i rispettivi diari di bordo nei quali sono raccolte le rotte, le coordinate, le condizioni del tempo e del mare, ma anche le conversazioni avute con l’illustre personaggio a bordo. Napoleone Bonaparte si presenta a tutto tondo ed intrattiene colloqui e dialoghi su argomenti navali, sulle grandi batta- glie del periodo, sui personaggi famosi dell’epoca, sugli avvenimenti di politica internazionale, fornendo al lettore l’esatta cognizione delle sue idee sullo stato delle Marine europee, delle forze inglesi e francesi, su Trafalgar o Aboukir. È una rara occasione per ascoltare Bonaparte parlare di flotte, arte della navigazione, ammiragli amici e nemici. “La deportazione all’Elba” fu scritto successivamente agli avvenimenti sulla scorta del diario che Ussher aveva conservato e successivamente ampliato. “Il viaggio a Sant’Elena”, al contrario, sembra essere stato compilato giorno per giorno durante la lunga traversata oceanica. Asciutto e sobrio quello dell’ammiraglio, più disteso pieno di ricordi, aneddoti e opinioni personali quello del capitano. Verso l’Elba Napoleone pur avendo abdicato è ancora considerato un sovrano, mentre nell’ultimo viaggio a Sant’Elena Bonaparte è “retrocesso” al rango di generale con tutte le conseguenze che questa diminuzione comportò. Leonardo Merlini AUTORI VARI 777 - Porti e ancoraggi Sardegna e Corsica Editoriale Magnamare Arzignano (VI) 2010 Pagg. 272 - Euro 40,00 La scarsa simpatia della maggior parte dei diportisti nei con- fronti dei portolani tradizionali, quelli editi dall’Istituto Idrografico destinati a soddisfare soprattutto le esigenze del naviglio maggiore, ha fatto sì che, a partire dal secondo dopoguerra, l’argomento sia stato affrontato anche dall’editoria privata con la produzione di portolani creati proprio per l’utenza nautica, cioè arricchiti da informazioni turistiche e logistiche, da riferimenti storici e così via, riguardanti anche piccoli e piccolissimi sorgitori, in parte trascurati dalle pubblicazioni ufficiali. L’editore Magnamare, dal canto suo, ne ha pubblicati finora sette: Grecia Ionica, Albania, Dalmazia e tre dedicati allo Jonio e all’Adriatico. Questo di cui trattiamo è il settimo e riguarda la Sardegna e la Corsica, due isole particolarmente importanti per il diporto nautico, dal momento che comprendono tratti di costa di bellezza eccezionale, considerati a pieno titolo tra i più significativi del Mediterraneo. Il contenuto delle 272 pagine del volume rende la definizione “portolano” del tutto limitativa, nel senso che il lettore troverà sì le descrizione e le cartine delle località costiere, ma potrà apprendere una serie di nozioni e di informazioni tutte interessanti, non solo ai fini della condotta delle navigazione, ma anche per il suo arricchimento culturale. Basterà citare la pregevole trattazione del tema “Il Santuario Pelagos” a firma di Giuseppe Notarbartolo di Sciara, con il codice di condotta da seguirsi in presenza di cetacei; e ancora, due sintetici trattati di oceanografia e di meteorologia marina, preceduti da una descrizione delle servitù militari, contenente un non velato rammarico per la mancata fruizione pubblica di quelle zone. Segue a questo punto il portolano vero e proprio, comprenden- maggio-giugno 2011 37 Recensioni e segnalazioni te inizialmente per ciascuna delle due isole, una dettagliata serie di informazioni di carattere storico e geografico, per passare poi alle varie località costiere (345 per la Sardegna e 185 per la Corsica). Il volume si conclude con la descrizione dei compiti delle nostre Capitanerie di Porto - Guardia Costiera e con un cenno alle norme per la navigazione da diporto. Da segnalare che il volume è stato redatto da una équipe di 6 autori che hanno personalmente rilevato i dati pubblicati. Il volume dispone di un formato ( 29 x 21 cm) che favorisce una gradevole impaginazione del gran numero di cartine e di foto a colori a corredo dei testi, ma al tempo stesso ne penalizza la maneggevolezza, tenuto conto dell’esiguità dello spazio sui tavoli da carteggio della maggior parte delle unità da diporto. Claudio Ressmann BEPPE FOGGINI Alessandro Malaspina Una storia dimenticata Magenes Ed. - Milano 2010 Pagg. 480 - Euro 22,00 Non è un libro da spiaggia, non è un volumetto da leggere distrattamente e per ingannare il tempo, fra un bagno e una chiacchiera pettegola con i vicini di ombrellone. È un’opera sapiente, da gustare centellinandola, e soprattutto da metabolizzare. Da gustare, sì: perché, pur corposa e densa, è così ric- 38 maggio-giugno 2011 ca di spunti da meditare e di ghiotti rinvii a vicende diverse sedimentate in chi abbia una buona cultura storica, e l’ami, da farsi leggere con autentica emozione. È uno di quei libri, insomma, la cui lettura ti fa sentire partecipe di una élite. Certo, la trama principale, quella intessuta delle avventure (e disavventure) del protagonista, per molti è tutta da scoprire, e per non molti comunque da ri-scoprire, arricchita com’è da una dovizia di particolari e dati poco noti o addirittura del tutto ignoti, emersi grazie alla sagacia e profondità dell’indagine condotta dall’Autore. Che si rivela, così, autentico storico il quale, oltre a dimostrare esaustiva conoscenza della letteratura preesistente sul tema, lavora soprattutto su documenti autentici scovati in archivi diversi, non solo italiani (e il perché e la conduzione di questa ricerca fa storia a sé, pianamente e gradevolmente narrata nella “Premessa” al libro). Ma la trama principale è altresì intelaiata in un ampio quadro storico, nel quale ritrovandoci, avvertiamo quel piacere sia pur un po’ vanesio - ammettiamolo! - di poterci annoverare tra gli happy few che sanno... di che cosa si stia parlando. Nato da antica e nobilissima famiglia originaria della Lunigiana, dove la memoria ne è ancora viva, Alessandro Malaspina venne al mondo nel 1754 a Mulazzo, da genitori che però non attraversavano un momento di prosperità. Su invito di uno zio della madre al servizio dei Borbone di Napoli e Sicilia, la famiglia si trasferisce a Palermo, allora insieme con Napoli una delle capitali più brillanti e culturalmente avanzate d’Europa. Presto, però, il ragazzo Alessandro viene inviato a studiare nel Collegio Clementino di Roma, dove mostra non solo vivacissima intelligenza, ma anche capacità di applicazione agli studi: ne sono prova alcuni saggi da lui redatti a quel tempo, in particolare uno di carattere filosofico, ed uno scientifico. Il padre, Carlo Morello, intende avviarlo alla vita militare; e il giovane, innamorato del mare, viene avviato a far parte della Milizia di San Giovanni, quella autentica potenza militare e marinara che contrastava le scorrerie arabe nel Mediterraneo, oggi conosciuto solitamente come Ordine di Malta proprio perché in quell’isola aveva allora la sua principale base. Ed alla Valletta Alessandro riceve l’investitura di cavaliere ed inizia il suo tirocinio marinaresco, imbarcato sul San Zacaria, una unità, appunto, dell’Ordine. Ma il suo sogno è quello di entrare nell’Armada del Re di Spagna. E nel 1774 è ammesso alla Academia de Guardias Marinas di Cadice. (Qui il Foggini inserisce un’ampia divagazione sulla maledizione storica dell’Italia, di aver per secoli ceduto non poche delle sue più brillanti personalità ad altre nazioni: ed oggi?...). Ha inizio, così, quel lungo servizio di Alessandro Malaspina per La Monarchia spagnola, che lo porterà ad effettuare e comandare una spedizione oltremare per l’ampliamento e la valorizzazione delle terre del continente sudamericano sotto il dominio di Madrid. In questa impresa rifulgono non solo le sue doti di marinaio, ma anche di geografo, cartografo, e - oggi si direbbe - antropologo ed etnografo. Al comando di una formazione di due corvette, la Descubierta e la Atrevida, insieme con il collega Bustamante, la mattina del 30 luglio 1789 (pochi giorni dopo la presa della Bastiglia!), lascia Cadice diretto a Montevideo. Riparte verso sud, tocca le Malvinas, doppia Capo Horn e risale la costa del Pacifico sostando nei porti delle varie città che la punteggiano, fino a guadagnare Acapulco. Di tutte queste tratte, e così pure delle soste in porto (alcune, per varie ragioni, abbastanza lunghe, come quella a Callao), il libro riferisce ampie descrizioni, particolarmente interessanti sia sotto il profilo tecnico-nautico, sia sotto quello storico ed etnografico. Ad Acapulco Malaspina, che vi incontra e simpatizza con il Vicerè Revillagigedo, un governante illuminato, riceve l’ordine di proseguire la navigazione verso nord, per accertarsi della falsa ó verdadera existencia del estrecho ó paso de comunicación entre el mar Pacífico y el Atlántico. La missione affidatagli lo porterà fin in Alaska, a 60° N, là dove oggi sorge la cittadina di Yakutat, che significa “Luogo dove le canoe riposano”, e dove tuttora la memoria di Malaspina, che vi ebbe intensi scambi con la popolazione india locale dei tlingit (non sempre pacifici, anzi, spesso aggressivi), è vivo, come dimostrano i pannelli con i ritratti dell’italiano e del capo locale di allora, Ancau, suo principale interlocutore. Indi, completati i rilevamenti cartografici e scientifici nella zona, prosegue fino a Nutka, in quella che oggi è l’isola di Vancouver. Dopo il ritorno ad Acapulco, riparte per ovest, diretto alle Filippine. Avrà ancora occasione di toccare e visitare varie terre del Pacifico occidentale. I limiti di questa recensione impediscono di ripercorrerne le varie tappe, come pure sarebbe gradevole: ma posso affermare che i lettori del libro ne saranno ampiamente ripagati. Per il ritorno in Europa, viene preferita la rotta per oriente, ripassando per le terre spagnole del Sudamerica. Il 21 settembre 1794 - dopo cinque anni, dunque - Malaspina riapproda a Cadice. Qui la storia della sua navigazione si conclude: non così, purtroppo, quella della sua vita. Impigliatosi negl’intrighi della Corte di Madrid - egli, marinaio e non cortigiano - a causa dell’inimicizia del potentissimo quanto crudele ministro Godoy, subirà sorte non diversa da quella di Cristoforo Colombo. Imputato in un processofarsa per accuse campate in aria, sarà condannato alla prigione di dieci anni più un giorno e, quel che forse è ancor peggio, a una sorta di damnatio nominis, per cui su di lui, imprigionato a La Coruña, e sulle sue imprese cadrà un’oscurità quasi impenetrabile. Le carte del processo, e tutta la documentazione relativa al viaggio, sarà dispersa e in gran parte andrà definitivamente perduta. Egli riacquisterà la libertà nel dicembre del 1802, grazie a un pesante intervento di Napoleone indottovi da Melzi d’Eril, un suo parente italiano molto ascoltato dall’astro francese, ma non avrà mai giustizia. Riuscirà, dopo tante traversie, a rientrare in Italia; ma la sua vita è ormai distrutta. Sopravviverà dignitosamente fino al 9 aprile 1810 in quella Lunigiana che gli aveva dato i natali. Renato Ferraro ARMANDO LOMBARDI Il libro dell’APNEA Ed. Olimpia - Firenze 2008 Pagg. 296 - Euro 24,00 “Apnea: l’immersione più antica, moderna, praticata, misteriosa, longeva, universale. Mille aggettivi per le mille forme in cui oggi può essere esercitata: dallo snorkeling in basso fondale fino agli oltre 200 metri dei primati no-limit”. Poche righe, chiare ed essenziali che ben condensano il fascino di questa pratica sportiva. Praticare l’apnea, sia essa per fini agonistici che di pura passione personale, significa sempre e comunque vivere se stessi. Perché è il solo corpo umano, e con esso la sua mente, a confrontarsi con il mondo silenzioso, liquido, avvolgente e comprimente del mare sommerso. L’Autore è un apneista di alto livello e ampia esperienza, già autore di guide sull’argomento nonché istruttore e allenatore di apnea. Collabora con la Scuola di Apnea istituita all’Isola del Giglio, è coordinatore delle attività nell’Area Psicologica delle Nazionali azzurre femminile e maschile di apnea e si occupa di consulenza sportiva, di tecniche di respirazione e rilassamento di personal training e personal coaching. L’introduzione all’autore è quanto mai indispensabile per capirne lo spessore professionale e intuire che si avrà per le mani un volume esaustivo e tecnico, arricchito di un linguaggio narrativo piacevole, fluido e scorrevole. Caratteristiche non facili da trovare in testi così specialistici. Ciò che conta - sostiene l’Autore - è di prepararsi bene, qualunque sia la meta da raggiungere. Sia nella teoria che nella pratica. Perchè pochi tuffi, ben fatti, servono più dell’andare su e giù continuamente in affanno. Non solo sono più piacevoli e intensi - come è naturale che sia - ma sono più utili a comprendere la propria apnea, permettono di mettere a fuoco, una dopo l’altra, le proprie risorse, gli strumenti favorevoli che si attivano (nel corpo e nella mente) consentendo di fissare degli elementi stabili da richiamare, da valorizzare, lungo le tappe della propria crescita apneistica. Il volu- maggio-giugno 2011 39 Recensioni e segnalazioni me si snoda - in maniera quasi indissolubile - tra corpo e anima; tra respiro e non-respiro; tra sicurezza e percezione. Il mare, l’apnea è un intricato universo fatto di tutte queste cose insieme. E molto di più. Il volume analizza in maniera fortemente dettagliata e approfondita tutte le componenti coinvolte nella pratica di questa attività, sia essa amatoriale (ma pur sempre evoluta) che agonistica. E non mancano le indicazioni per l’esecuzione di veri e propri esercizi come nella respirazione - completi di indicazioni pratiche che solo chi vive di questa disciplina potrà mai darvi. Nella prima parte del libro, fino al capitolo 4, l’Autore accompagna il lettore fino al cuore dell’apnea, illustrando il ponte che rappresenta tra la psiche, il corpo e il mondo. Conduce chi legge, quasi per mano, fin dentro il mondo più segreto e interiore del fare apnea. I successivi ulteriori 4 capitoli sono interamente dedicati agli elementi che entrano in gioco in questa disciplina: l’aria (e di conseguenza il respiro), il rilassamento (il corpo e lo stress) fondamentale se si vuole entrare in quel mondo silenzioso e leggero; il training mentale e la visualizzazione, un interessante capitolo dove l’Autore sottolinea con forza che il miglior training mentale è quello che ci restituisce alla nostra dimensione più intimamente vera: sarà infatti solo la nostra capacità di accettare e integrare le nostre emozioni che ci permetterà il conseguimento di un cambiamento stabile. Quindi ecco una raffica di esercizi da fare e ripetere. Per quanto riguarda la sezione centrale del libro, non poteva mancare una capitolo integralmente dedicato allo Yoga, che insieme all’apnea forma un binomio inscindibile e armonico. La prima parte del libro (strutturata in 11 capitoli) si 40 maggio-giugno 2011 completa con le ultime tre sezioni dedicate all’Acqua, al Mare e all’Insegnamento dell’apnea. Tecniche di allenamento in mare e in piscina, complete di immagini ed esercizi specifici di allenamento. La seconda parte del libro affronta le argomentazioni più tecniche della disciplina a partire dalla descrizione della complessità dell’organismo umano, affrontando dettagliatamente le tematiche mediche legate alla fisiopatologia dell’immersione in apnea. Anche questa seconda parte è ricca in illustrazioni, foto e schemi illustrativi che aiutano il lettore nella comprensione di argomenti a volte ostici. Completano l’opera approfonditi capitoli in merito alla apnea agonistica, la preparazione fisica necessaria e la nutrizione. Ultimo, ma non per importanza, un trattato breve ma completo sulla sicurezza, prevenzione e primo soccorso. Questo libro manuale si rivela essere un eccellente strumento di apprendimento e di esercizio per tutti coloro desiderosi di arricchire le proprie conoscenze e capacità nella pratica dell’Apnea più evoluta. Maria Pia Pezzali PIERO CARPANI ARTICA II Storia di vela e di regate Ed. Graf. Amadeo - Imperia 2010 Pagg. 192 - Euro 30,00 Per scrivere la storia di una delle più famose barche dello Sport Velico della Marina Militare non poteva esserci un velista più qualificato che l’ing. Piero Carpani, il quale per oltre un decennio ne è stato il competente ed appassionato curatore. La nascita, la vita operativa ed il “tramonto” di uno yacht di razza, come Artica II offre lo spunto per la citazione di episodi, di personaggi e di eventi significativi nel mondo della vela d’altura del secondo dopoguerra. L’A. ha raccolto questo patrimonio e l’ha ordinato nel volume unendo a ricordi personali, resoconti di regate, considerazioni tecniche e così via. Un mosaico di informazioni che sarà molto gradito in particolare ai tanti ufficiali di Marina, compresi nell’arco di due (o forse più) generazioni, che hanno trafficato con drizze e scotte a bordo di Artica II. Si comincia da lontano, da quando cioè, l’Artica del Duca Degli Abruzzi vinse clamorosamente la Coppa di Francia del 1902 (di cui sono ricordate le fasi salienti), inserendo lo yatching italiano nella vela agonistica internazionale. Di quell’epoca è ricordata anche la prima regata disputata in Italia, a La Spezia, nel 1878 in occasione dei festeggiamenti per il varo della corazzata Dandolo, “la nave da guerra più potente del mondo”. Da qui un balzo di molti decenni per arrivare alla nascita di Artica II ed all’ing. John Illingworth, un famoso designer inglese. Un progetto “firmato”, realizzato poi da un cantiere di grandi tradizioni, Sangermani di Lavagna, dai cui scali lo yacht scendeva in mare nel 1956. Da allora si susseguono le partecipazioni a competizioni internazionali di alto livello; co- me la Torbay-Lisbona (1956) e la Brest-Las Palmas (1958), vinte entrambe. Il lungo curriculum (diligentemente riportato) non si limita ai primi trent’anni di vita, ma continua fino ai giorni nostri che vedono le assidue presenze dell’anziano yacht in molte regate, nei Rally per le Veteran Boat, nei raduni STAI, nelle manifestazioni organizzate dall’AIVE. Uno stato di servizio veramente unico per una imbarcazione concepita oltretutto più per vincere le regate che per durare nel tempo. Gli ultimi capitoli del libro sono dedicati ai lavori effettuati nel periodo 1989-2001 ed alla descrizione degli apparati elettronici di bordo. Un po’ di spazio è anche dedicato alle barche del futuro in un capitolo sul Fila, uno sloop ultramoderno del Groupe Finot con chiglia basculante ed ogni sorta di diavolerie elettroniche a bordo. Rudolf Claudus nel 1956 immortalò l’Artica II in un quadro ora esposto al Ministero Difesa Marina. E non è stato davvero l’unico ad ispirarsi a questo soggetto: le ultime pagine del volume contengono perciò questa ed altre significative opere di numerosi artisti, tra i quali Allan O’Mill e Francesca Tenti. Stampato in formato album (24 x 22 cm) su carta patinata, il volume si avvale di un notevole numero di foto in bianco e nero e a colori, molte delle quali inedite, e di una suggestiva immagine di copertina con Artica II vista di prora mentre naviga di bolina con mura a sinistra. Claudio Ressmann (ordinando il volume all’Editore - [email protected] - sarà praticato il 20% di sconto sul prezzo di copertina) ANTONIO LOZZI Codici e consuetudini nella storia del commercio marittimo (2 vv.) Editore Mursia - Milano 2010 Pagg. 843 - Euro 48,00 Ogni libro ha una storia da raccontare, un’idea da illustrare, un sogno da alimentare. E ci sono libri che scelgono i lettori, o cambiano contenuto a seconda di chi li legge. È il caso di Codici e consuetudini nella storia del commercio marittimo, opera in due volumi di Antonio Lozzi, capitano di lungo corso e agente marittimo, che dalla propria esperienza professionale ha sviluppato una profonda passione per la ricerca storica in ambito marittimo e commerciale. Da tale passione è nato ciò che l’A. definisce ‘un modesto materiale di osservazioni giuridiche ed economiche’, in effetti un vero e proprio excursus attraverso i secoli in cui il lettore viene letteralmente portato per mano alla riscoperta degli antichi codici marittimi, verso i più reconditi segreti di un’attività mercantile sviluppata attorno all’elemento ‘nave’. Leggi, consuetudini, contratti commerciali che hanno regolato gli scambi economici per via marittima, sono oggetto di una minuziosa analisi che l’A. conduce con una narrazione che non ha nulla di pedante o artificioso, anzi illustra pienamente il contesto in cui gli scambi si sono svol- ti, quasi riproducendo il brusio di sottofondo delle antiche case di contrattazioni. Impossibile una sintesi dei volumi, sia per la loro mole (843 pag.) che per il particolare andamento narrativo. Il 1° tomo - Dal Codice di Hammurabi alle Repubbliche Marinare - segue una periodizzazione temporale, a partire dalla prima epoca che abbia lasciato una regolamentazione del commercio marittimo: il ‘Codice di Hammurabi’ (re di Babilonia nel 1955/1913 a.C.), non una vera raccolta sistematica di norme ma un compendio di soluzioni a determinati problemi giuridici. Per 25 capitoli l’A. si inoltra, con linguaggio scorrevole e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, in usi e costumi delle civiltà del Mediterraneo, intrecciando considerazioni giuridiche e vicende storiche, clausole creditizie e norme assicurative. Se possono apparire discutibili alcune scelte dell’A. (ben 21 pagine dedicate ai Codici marittimi della Bibbia, 15 al Diritto marittimo canonico), la descrizione delle antiche consuetudini lungo le coste mediterranee non tralascia civiltà o periodo storico: dagli egizi ai fenici, dai greci ai romani ai bizantini (si individua perfino un ‘diritto barbarico’), per finire al diritto marittimo medioevale, sono descritti tutti i principali istituti giuridici che hanno accompagnato il fenomeno della navigazione e del commercio fino ai giorni nostri. Il 2° tomo - Dagli Statuti delle città italiane ai codici del Regno d’Italia - si spinge fino alle soglie dell’età moderna, alternando il criterio della narrazione storica con quello geografico ed estendendo le proprie osservazioni all’Europa continentale ed ai paesi asiatici, con brillanti analisi - tra l’altro - sui Codici musulmani, il diritto fluviale, il diritto contro la pirateria, la schiavitù e la guerra di maggio-giugno 2011 41 Recensioni e segnalazioni corsa, oltre all’esposizione delle vicende marittime e mercantili degli antichi Stati italiani (Repubbliche Marinare, ma non solo) ed alla tradizionale rassegna su altri aspetti di particolare interesse più vicini nel tempo (quali il Consolato del mare, il mercantilismo inglese o il codice per l’Austriaca Imperiale Marina). Insuperabili appaiono i capitoli dedicati al potere coesivo della rivoluzione industriale (reinterpretata, non a torto, quale ‘rivoluzione dei trasporti’), ed illuminanti le considerazioni dell’A. sull’evoluzione politica degli Stati italiani (attorno al Piemonte, unico artefice - per l’A. dei diritti e delle libertà commerciali che hanno consentito l’inserimento della nazione nella vita economica europea). Alcuni spunti di riflessione per chi vuole ad ogni costo trovare pecche in questa pregevole opera. Si fanno sentire la mancanza di note a piè di pagina (ma la bibliografia al termine di ogni volume riporta quasi tutte le principali opere divulgative in materia, ad eccezione di quelle pubblicate all’estero) e di carte geografiche. Molte frasi in latino sono prive di traduzione, costringendo a non facili equilibrismi il lettore che non padroneggi la lingua di Virgilio. L’A., nel lodevole tentativo di fornire spiegazioni su procedure tecniche, talvolta eccede a scapito della chiarezza (a pag. 75 ritiene necessario precisare che nell’antica Grecia ‘le dogane prelevavano di regola la cinquantesima parte, che non era il 50% del valore del carico bensì il 2% del valore delle merci trasportate’). L’identificazione degli Etruschi tout court come pirati (pag. 76) è almeno discutibile. Scendendo ancor più nei dettagli, l’invasione longobarda non data al 588 d.C. (come l’A. precisa a pag. 175) ma a vent’anni prima. 42 maggio-giugno 2011 Queste piccole imperfezioni non devono, tuttavia, offuscare uno studio che riflette un accurato lavoro ed una paziente collazione di innumerevoli aspetti che hanno reso grande la storia della navigazione e del commercio, dall’antichità ai giorni nostri. L’opera, per il costante richiamo alle fonti storiche ed il rigore nella ricostruzione dell’ambiente mercantile secondo le regole fondanti ed organizzative della convivenza civile, non sfigurerebbe come testo di riferimento per un docente universitario. La sua stessa multidisciplinarietà ne favorisce la piena comprensione da parte di tutti gli appassionati cultori del commercio e della navigazione, ai quali si offre d’ora in poi un prezioso strumento di analisi di una realtà che ora - grazie all’Autore - appare non più sfaccettata nelle sue molteplici diversità (sociale, economica, storica, etc.), ma inserita in un contesto unitario. Anche l’assoluta prevalenza della parte privatistica del diritto commerciale marittimo, che pure lascia in ombra gli aspetti di diritto pubblico relativi, p.e., alla polizia amministrativa dei porti e della navigazione, diventa un utile grimaldello per aprire nuovi scenari su interi settori della scienza giuridica finora lasciati alla trattazione di pochi esperti e non rivelati, con questa chiarezza di contenuti, al più vasto pubblico. L’Opera non si limita a fornire (quasi) ogni risposta a chi si ponga dubbi e quesiti sulla navigazione ed il commercio: è un libro che, come pochi nel suo genere, riesce a suscitare la speranza, arrivando ad ispirare il giusto relax e contemporaneamente a favorire la fruizione ed il godimento intellettuale che solo uno scritto intriso di passione e competenza è in grado di offrire. Massimo Di Marco PIETRO SPIRITO L’antenato sotto il mare Guanda Editore - Parma 2010 Pagg. 199 - Euro 15,00 Il mare custodisce da sempre i segreti delle tragedie di migliaia di storie e di vite e li conserva tutti gelosamente; quest’Opera ci svela alcuni di questi segreti. Lo fa in modo semplice, con uno stile chiaro e preciso, guidandoci con occhi esperti nel tratto di mare che più conosce e ama, quello del Golfo di Trieste, raccontandoci i dettagli e ricostruendo tutti i perché di tragedie o misteri nascosti nelle sue profondità. Un piccolo grande libro edito da Guanda, con una copertina dai colori sfumati del mare e lo schizzo di un fondale che ancora nasconde in parte quei relitti che l’Autore ha come riportato alla luce per noi. La narrazione pacata, mai enfatica è ricca di particolari tecnici e seppure apparentemente quasi priva di pathos, ci svela a volte in modo quasi improvviso dettagli anche dolorosi e riesce a trasmetterci tutta l’angoscia di quelle fini drammatiche. Dopo una parte iniziale dedicata a quella che l’Autore definisce la “frontiera sommersa” del Golfo di Trieste, il confine invisibile in fondo al mare proprio alla fine del Mediterraneo, il testo si sviluppa con 13 capitoli, ognuno riguardante i diffe- renti relitti o ritrovamenti di cui l’Autore fornisce la specifica tipologia, l’epoca del naufragio, l’esatta localizzazione e la profondità. Dai resti di insediamenti romani ai relitti di una nave del III secolo a.C. o di un brigantino dell’800 a un bombardiere americano dell’ultima guerra, l’Autore ci trascina così in un percorso in fondo al mare attraverso i fantasmi di quello che è il nostro passato collettivo come a volerci restituire la memoria di grandezze, miserie, tragedie, follie e illusioni vissute da uomini di ogni tempo. Questo libro non è quindi soltanto l’accurata descrizione delle immersioni di un appassionato subacqueo affascinato dai relitti imprigionati nel “suo” mare, ma è molto di più: è come un viaggio tra Natura e Storia e allo stesso tempo un’intrecciarsi di riflessioni personali e ricordi privati in qualche modo legati alle vicende di un passato a cui l’Autore sente di appartenere. Queste rovine, questi relitti e i loro naufraghi perduti in epoche remote o in tempi molto più recenti, costituiscono in qualche modo la nostra storia e allo stesso tempo, come testimoni della fragilità di regni ed imperi, delle ambizioni più sfrenate e delle illusioni più folli, sono un monito per il nostro futuro. Con le sue immersioni nelle acque del Golfo di Trieste, proprio lungo questo ideale confine sommerso, l’Autore ci guida alla scoperta di un passato dove c’è ancora tanto da svelare e lo fa con attenzione ed amore muovendosi tra rovine e relitti con la delicatezza ed il rispetto che il mare esige e che solo chi lo ama veramente può provare. Anna Mandraffino CLAUDIA MYATT Vai col vento • Manuale pratico per giovani marinai • Libro degli esercizi per giovani marinai Editoriale Magnamare Arzignano (VI) 2009 Pagg. 68+36 - Euro 16,00+16,00 L’iniziazione alla vela dei giovani e giovanissimi è un obiettivo di grande rilievo presso tutte le più importanti marinerie, ed è in Italia, è appena il caso di ricordarlo, che la Lega Navale lo sta perseguendo da sempre con tenacia, attivando la propaganda nelle scuole, i corsi ad hoc e la distribuzione di proprie pubblicazioni concepite per interessare allievi velisti di età scolare. In Gran Bretagna, la Royal Yachting Association ha pubblicato questi due volumi destinati ai velisti in erba, che hanno ottenuto lodi incondizionate da parte della riviste specializzate; lodi meritatissime perché per i loro contenuti, per la veste grafica e per la successione degli argomenti trattati, rappresentano quanto di meglio si possa desiderare per attrarre i giovani e i giovanissimi verso il mare e le barche, trasformando l’apprendimento in un piacevole gioco sia pure da prendere sul serio. Come è ottenuto questo risultato? Anzitutto con innumerevoli gradevoli disegni, valorizzati oltretutto dal grande formato (29 x 21 cm), tutti a colori, poi con la presentazione dei vari argomenti sotto forma di risposte a domande elementari. Così i lettore viene progressivamente messo a contatto con la nomenclatura della barca, con la descrizione delle sue andature, ed infine con la regata, il tutto reso semplice e di immediata comprensione con l’aiuto di figure esplicative, di vignette a fumetti, di battute spiritose abilmente disseminate nella parte didattica vera a propria. I volumi sono due: al manuale infatti fa seguito un libro di esercizi, altrettanto interessante, tutto illustrato dove, mediante ingegnosi espedienti (fumetti in bianco da riempire, adesivi da applicare e così via) è possibile controllare se il lettore ha acquisito le nozioni del manuale. Nelle sue ultime pagine l’A. non ha resistito alla tentazione di ricordare le proprie imprese veliche a bordo della deriva da 4,82 m Wanderer, ora conservata nel Falmouth Marittime Museum, e quelle della campionessa mondiale Ellen MacArthur, skipper del trimarano B&Q , alla quale si deve anche la presentazione del manuale. Per quanto riguarda l’edizione italiana non si può non segnalare Luca Anicar, per la traduzione molto rispettosa della terminologia marinaresca. Belle le copertine dei due volumi. La qualità dell’opera ha fatto sì che la Presidenza Nazionale della Lega Navale decidesse di adottare il manuale come testo da distribuire gratuitamente ai frequentatori dei corsi di vela di Sabaudia, Taranto e Lido delle Nazioni. Agli altri soci che desiderassero acquistarne delle copie tale manuale è in vendita, presso la Presidenza Nazionale a 7,5 Euro, mentre il volume degli esercizi mantiene per ora il prezzo imposto dall’editore. Claudio Ressmann maggio-giugno 2011 43