Recensioni e segnalazioni

Transcript

Recensioni e segnalazioni
Recensioni e segnalazioni
ALBERTO DATI
Gli ultimi viaggi
di Napoleone
Magenes Ed., Milano 2010
Pagg. 192 - Euro 15,00
Gli ultimi viaggi di Napoleone
Bonaparte, memorie poco conosciute e raramente presenti nelle
bibliografie specializzate, tradotte
per la prima volta in italiano e
raccolte in un unico volume.
Alberto Dati, studioso, storico
e appassionato della vicenda Napoleonica, ci presenta questo volume nel quale compaiono i due
resoconti che rievocano con accuratezza le ultime due traversate che portarono Napoleone sull’Isola d’Elba prima e sull’Isola di
Sant’Elena successivamente.
“La deportazione di Napoleone
all’Elba” del Capitano Ussher,
comandante della nave Undaunted, e “Il viaggio di Bonaparte a
Sant’Elena” del contrammiraglio
Sir George Cockburn, capo della
spedizione verso l’esilio definitivo imbarcato sulla nave Northumberland, pur in contesti storici differenti e con diverse modalità stilistiche rappresentano i
rispettivi diari di bordo nei quali
sono raccolte le rotte, le coordinate, le condizioni del tempo e
del mare, ma anche le conversazioni avute con l’illustre personaggio a bordo.
Napoleone Bonaparte si presenta a tutto tondo ed intrattiene colloqui e dialoghi su argomenti navali, sulle grandi batta-
glie del periodo, sui personaggi
famosi dell’epoca, sugli avvenimenti di politica internazionale,
fornendo al lettore l’esatta cognizione delle sue idee sullo stato delle Marine europee, delle
forze inglesi e francesi, su Trafalgar o Aboukir. È una rara occasione per ascoltare Bonaparte
parlare di flotte, arte della navigazione, ammiragli amici e nemici. “La deportazione all’Elba” fu
scritto successivamente agli avvenimenti sulla scorta del diario
che Ussher aveva conservato e
successivamente ampliato. “Il
viaggio a Sant’Elena”, al contrario, sembra essere stato compilato giorno per giorno durante la
lunga traversata oceanica.
Asciutto e sobrio quello dell’ammiraglio, più disteso pieno di ricordi, aneddoti e opinioni personali quello del capitano. Verso
l’Elba Napoleone pur avendo abdicato è ancora considerato un
sovrano, mentre nell’ultimo
viaggio a Sant’Elena Bonaparte è
“retrocesso” al rango di generale
con tutte le conseguenze che
questa diminuzione comportò.
Leonardo Merlini
AUTORI VARI
777 - Porti e ancoraggi
Sardegna e Corsica
Editoriale Magnamare
Arzignano (VI) 2010
Pagg. 272 - Euro 40,00
La scarsa simpatia della maggior parte dei diportisti nei con-
fronti dei portolani tradizionali,
quelli editi dall’Istituto Idrografico destinati a soddisfare soprattutto le esigenze del naviglio
maggiore, ha fatto sì che, a partire dal secondo dopoguerra, l’argomento sia stato affrontato anche dall’editoria privata con la
produzione di portolani creati
proprio per l’utenza nautica,
cioè arricchiti da informazioni
turistiche e logistiche, da riferimenti storici e così via, riguardanti anche piccoli e piccolissimi sorgitori, in parte trascurati
dalle pubblicazioni ufficiali.
L’editore Magnamare, dal
canto suo, ne ha pubblicati finora sette: Grecia Ionica, Albania,
Dalmazia e tre dedicati allo Jonio
e all’Adriatico. Questo di cui trattiamo è il settimo e riguarda la
Sardegna e la Corsica, due isole
particolarmente importanti per il
diporto nautico, dal momento
che comprendono tratti di costa
di bellezza eccezionale, considerati a pieno titolo tra i più significativi del Mediterraneo.
Il contenuto delle 272 pagine
del volume rende la definizione
“portolano” del tutto limitativa,
nel senso che il lettore troverà sì
le descrizione e le cartine delle
località costiere, ma potrà apprendere una serie di nozioni e
di informazioni tutte interessanti, non solo ai fini della condotta
delle navigazione, ma anche per
il suo arricchimento culturale.
Basterà citare la pregevole
trattazione del tema “Il Santuario
Pelagos” a firma di Giuseppe Notarbartolo di Sciara, con il codice
di condotta da seguirsi in presenza di cetacei; e ancora, due sintetici trattati di oceanografia e di
meteorologia marina, preceduti
da una descrizione delle servitù
militari, contenente un non velato rammarico per la mancata
fruizione pubblica di quelle zone.
Segue a questo punto il portolano vero e proprio, comprenden-
maggio-giugno 2011
37
Recensioni e segnalazioni
te inizialmente per ciascuna delle
due isole, una dettagliata serie di
informazioni di carattere storico e
geografico, per passare poi alle
varie località costiere (345 per la
Sardegna e 185 per la Corsica). Il
volume si conclude con la descrizione dei compiti delle nostre Capitanerie di Porto - Guardia Costiera e con un cenno alle norme
per la navigazione da diporto. Da
segnalare che il volume è stato redatto da una équipe di 6 autori
che hanno personalmente rilevato i dati pubblicati.
Il volume dispone di un formato ( 29 x 21 cm) che favorisce
una gradevole impaginazione
del gran numero di cartine e di
foto a colori a corredo dei testi,
ma al tempo stesso ne penalizza
la maneggevolezza, tenuto conto
dell’esiguità dello spazio sui tavoli da carteggio della maggior
parte delle unità da diporto.
Claudio Ressmann
BEPPE FOGGINI
Alessandro Malaspina
Una storia dimenticata
Magenes Ed. - Milano 2010
Pagg. 480 - Euro 22,00
Non è un libro da spiaggia, non
è un volumetto da leggere distrattamente e per ingannare il tempo, fra
un bagno e una chiacchiera pettegola con i vicini di ombrellone.
È un’opera sapiente, da gustare
centellinandola, e soprattutto da
metabolizzare. Da gustare, sì: perché, pur corposa e densa, è così ric-
38
maggio-giugno 2011
ca di spunti da meditare e di ghiotti rinvii a vicende diverse sedimentate in chi abbia una buona cultura storica, e l’ami, da farsi leggere
con autentica emozione. È uno di
quei libri, insomma, la cui lettura
ti fa sentire partecipe di una élite.
Certo, la trama principale,
quella intessuta delle avventure (e
disavventure) del protagonista, per
molti è tutta da scoprire, e per non
molti comunque da ri-scoprire, arricchita com’è da una dovizia di
particolari e dati poco noti o addirittura del tutto ignoti, emersi grazie alla sagacia e profondità dell’indagine condotta dall’Autore.
Che si rivela, così, autentico
storico il quale, oltre a dimostrare
esaustiva conoscenza della letteratura preesistente sul tema, lavora
soprattutto su documenti autentici scovati in archivi diversi, non
solo italiani (e il perché e la conduzione di questa ricerca fa storia
a sé, pianamente e gradevolmente
narrata nella “Premessa” al libro).
Ma la trama principale è altresì intelaiata in un ampio quadro storico, nel quale ritrovandoci, avvertiamo quel piacere sia
pur un po’ vanesio - ammettiamolo! - di poterci annoverare tra
gli happy few che sanno... di che
cosa si stia parlando.
Nato da antica e nobilissima
famiglia originaria della Lunigiana, dove la memoria ne è ancora
viva, Alessandro Malaspina venne
al mondo nel 1754 a Mulazzo, da
genitori che però non attraversavano un momento di prosperità.
Su invito di uno zio della madre al servizio dei Borbone di
Napoli e Sicilia, la famiglia si trasferisce a Palermo, allora insieme
con Napoli una delle capitali più
brillanti e culturalmente avanzate d’Europa. Presto, però, il ragazzo Alessandro viene inviato a
studiare nel Collegio Clementino di Roma, dove mostra non
solo vivacissima intelligenza, ma
anche capacità di applicazione
agli studi: ne sono prova alcuni
saggi da lui redatti a quel tempo,
in particolare uno di carattere filosofico, ed uno scientifico.
Il padre, Carlo Morello, intende avviarlo alla vita militare; e il
giovane, innamorato del mare,
viene avviato a far parte della Milizia di San Giovanni, quella autentica potenza militare e marinara
che contrastava le scorrerie arabe
nel Mediterraneo, oggi conosciuto
solitamente come Ordine di Malta
proprio perché in quell’isola aveva
allora la sua principale base.
Ed alla Valletta Alessandro riceve l’investitura di cavaliere ed
inizia il suo tirocinio marinaresco,
imbarcato sul San Zacaria, una
unità, appunto, dell’Ordine. Ma il
suo sogno è quello di entrare
nell’Armada del Re di Spagna. E
nel 1774 è ammesso alla Academia
de Guardias Marinas di Cadice.
(Qui il Foggini inserisce un’ampia divagazione sulla maledizione
storica dell’Italia, di aver per secoli
ceduto non poche delle sue più
brillanti personalità ad altre nazioni: ed oggi?...).
Ha inizio, così, quel lungo servizio di Alessandro Malaspina per
La Monarchia spagnola, che lo
porterà ad effettuare e comandare
una spedizione oltremare per
l’ampliamento e la valorizzazione
delle terre del continente sudamericano sotto il dominio di Madrid.
In questa impresa rifulgono
non solo le sue doti di marinaio,
ma anche di geografo, cartografo,
e - oggi si direbbe - antropologo ed
etnografo. Al comando di una formazione di due corvette, la Descubierta e la Atrevida, insieme con il
collega Bustamante, la mattina del
30 luglio 1789 (pochi giorni dopo
la presa della Bastiglia!), lascia Cadice diretto a Montevideo. Riparte
verso sud, tocca le Malvinas, doppia Capo Horn e risale la costa del
Pacifico sostando nei porti delle
varie città che la punteggiano, fino a guadagnare Acapulco.
Di tutte queste tratte, e così
pure delle soste in porto (alcune,
per varie ragioni, abbastanza lunghe, come quella a Callao), il libro
riferisce ampie descrizioni, particolarmente interessanti sia sotto il
profilo tecnico-nautico, sia sotto
quello storico ed etnografico.
Ad Acapulco Malaspina, che vi
incontra e simpatizza con il Vicerè
Revillagigedo, un governante illuminato, riceve l’ordine di proseguire la navigazione verso nord,
per accertarsi della falsa ó verdadera existencia del estrecho ó paso de
comunicación entre el mar Pacífico y
el Atlántico. La missione affidatagli
lo porterà fin in Alaska, a 60° N, là
dove oggi sorge la cittadina di Yakutat, che significa “Luogo dove le
canoe riposano”, e dove tuttora la
memoria di Malaspina, che vi ebbe intensi scambi con la popolazione india locale dei tlingit (non
sempre pacifici, anzi, spesso aggressivi), è vivo, come dimostrano
i pannelli con i ritratti dell’italiano
e del capo locale di allora, Ancau,
suo principale interlocutore.
Indi, completati i rilevamenti
cartografici e scientifici nella zona,
prosegue fino a Nutka, in quella
che oggi è l’isola di Vancouver.
Dopo il ritorno ad Acapulco,
riparte per ovest, diretto alle Filippine. Avrà ancora occasione
di toccare e visitare varie terre
del Pacifico occidentale.
I limiti di questa recensione
impediscono di ripercorrerne le
varie tappe, come pure sarebbe
gradevole: ma posso affermare
che i lettori del libro ne saranno
ampiamente ripagati.
Per il ritorno in Europa, viene
preferita la rotta per oriente, ripassando per le terre spagnole del
Sudamerica. Il 21 settembre 1794
- dopo cinque anni, dunque - Malaspina riapproda a Cadice.
Qui la storia della sua navigazione si conclude: non così, purtroppo, quella della sua vita. Impigliatosi negl’intrighi della Corte
di Madrid - egli, marinaio e non
cortigiano - a causa dell’inimicizia
del potentissimo quanto crudele
ministro Godoy, subirà sorte non
diversa da quella di Cristoforo Colombo. Imputato in un processofarsa per accuse campate in aria,
sarà condannato alla prigione di
dieci anni più un giorno e, quel
che forse è ancor peggio, a una
sorta di damnatio nominis, per cui
su di lui, imprigionato a La Coruña, e sulle sue imprese cadrà un’oscurità quasi impenetrabile.
Le carte del processo, e tutta la
documentazione relativa al viaggio,
sarà dispersa e in gran parte andrà
definitivamente perduta. Egli riacquisterà la libertà nel dicembre del
1802, grazie a un pesante intervento di Napoleone indottovi da Melzi
d’Eril, un suo parente italiano molto ascoltato dall’astro francese, ma
non avrà mai giustizia.
Riuscirà, dopo tante traversie,
a rientrare in Italia; ma la sua vita è ormai distrutta. Sopravviverà dignitosamente fino al 9 aprile 1810 in quella Lunigiana che
gli aveva dato i natali.
Renato Ferraro
ARMANDO LOMBARDI
Il libro dell’APNEA
Ed. Olimpia - Firenze 2008
Pagg. 296 - Euro 24,00
“Apnea: l’immersione più antica,
moderna, praticata, misteriosa, longeva, universale. Mille aggettivi per
le mille forme in cui oggi può essere
esercitata: dallo snorkeling in basso
fondale fino agli oltre 200 metri dei
primati no-limit”. Poche righe,
chiare ed essenziali che ben condensano il fascino di questa pratica sportiva. Praticare l’apnea, sia
essa per fini agonistici che di pura
passione personale, significa sempre e comunque vivere se stessi.
Perché è il solo corpo umano,
e con esso la sua mente, a confrontarsi con il mondo silenzioso, liquido, avvolgente e comprimente del mare sommerso. L’Autore è un apneista di alto livello
e ampia esperienza, già autore di
guide sull’argomento nonché
istruttore e allenatore di apnea.
Collabora con la Scuola di
Apnea istituita all’Isola del Giglio, è coordinatore delle attività
nell’Area Psicologica delle Nazionali azzurre femminile e maschile di apnea e si occupa di consulenza sportiva, di tecniche di respirazione e rilassamento di personal training e personal coaching.
L’introduzione all’autore è
quanto mai indispensabile per
capirne lo spessore professionale
e intuire che si avrà per le mani
un volume esaustivo e tecnico,
arricchito di un linguaggio narrativo piacevole, fluido e scorrevole. Caratteristiche non facili da
trovare in testi così specialistici.
Ciò che conta - sostiene l’Autore - è di prepararsi bene, qualunque sia la meta da raggiungere. Sia nella teoria che nella pratica. Perchè pochi tuffi, ben fatti,
servono più dell’andare su e giù
continuamente in affanno. Non
solo sono più piacevoli e intensi
- come è naturale che sia - ma
sono più utili a comprendere la
propria apnea, permettono di
mettere a fuoco, una dopo l’altra, le proprie risorse, gli strumenti favorevoli che si attivano
(nel corpo e nella mente) consentendo di fissare degli elementi stabili da richiamare, da valorizzare, lungo le tappe della propria crescita apneistica. Il volu-
maggio-giugno 2011
39
Recensioni e segnalazioni
me si snoda - in maniera quasi
indissolubile - tra corpo e anima;
tra respiro e non-respiro; tra sicurezza e percezione.
Il mare, l’apnea è un intricato
universo fatto di tutte queste cose insieme. E molto di più. Il volume analizza in maniera fortemente dettagliata e approfondita
tutte le componenti coinvolte
nella pratica di questa attività, sia
essa amatoriale (ma pur sempre
evoluta) che agonistica. E non
mancano le indicazioni per l’esecuzione di veri e propri esercizi come nella respirazione - completi di indicazioni pratiche che
solo chi vive di questa disciplina
potrà mai darvi. Nella prima parte del libro, fino al capitolo 4,
l’Autore accompagna il lettore fino al cuore dell’apnea, illustrando il ponte che rappresenta tra la
psiche, il corpo e il mondo. Conduce chi legge, quasi per mano,
fin dentro il mondo più segreto e
interiore del fare apnea.
I successivi ulteriori 4 capitoli
sono interamente dedicati agli elementi che entrano in gioco in
questa disciplina: l’aria (e di conseguenza il respiro), il rilassamento
(il corpo e lo stress) fondamentale
se si vuole entrare in quel mondo
silenzioso e leggero; il training
mentale e la visualizzazione, un
interessante capitolo dove l’Autore
sottolinea con forza che il miglior
training mentale è quello che ci
restituisce alla nostra dimensione
più intimamente vera: sarà infatti
solo la nostra capacità di accettare
e integrare le nostre emozioni che
ci permetterà il conseguimento di
un cambiamento stabile.
Quindi ecco una raffica di
esercizi da fare e ripetere. Per
quanto riguarda la sezione centrale del libro, non poteva mancare
una capitolo integralmente dedicato allo Yoga, che insieme all’apnea forma un binomio inscindibile e armonico. La prima parte del
libro (strutturata in 11 capitoli) si
40
maggio-giugno 2011
completa con le ultime tre sezioni
dedicate all’Acqua, al Mare e all’Insegnamento dell’apnea. Tecniche di allenamento in mare e in
piscina, complete di immagini ed
esercizi specifici di allenamento.
La seconda parte del libro affronta
le argomentazioni più tecniche
della disciplina a partire dalla descrizione della complessità dell’organismo umano, affrontando dettagliatamente le tematiche mediche legate alla fisiopatologia dell’immersione in apnea. Anche
questa seconda parte è ricca in illustrazioni, foto e schemi illustrativi che aiutano il lettore nella
comprensione di argomenti a volte ostici. Completano l’opera approfonditi capitoli in merito alla
apnea agonistica, la preparazione
fisica necessaria e la nutrizione.
Ultimo, ma non per importanza, un trattato breve ma completo sulla sicurezza, prevenzione
e primo soccorso. Questo libro manuale si rivela essere un eccellente strumento di apprendimento e di esercizio per tutti coloro
desiderosi di arricchire le proprie
conoscenze e capacità nella pratica dell’Apnea più evoluta.
Maria Pia Pezzali
PIERO CARPANI
ARTICA II
Storia di vela e di regate
Ed. Graf. Amadeo - Imperia 2010
Pagg. 192 - Euro 30,00
Per scrivere la storia di una
delle più famose barche dello
Sport Velico della Marina Militare non poteva esserci un velista più qualificato che l’ing.
Piero Carpani, il quale per oltre un decennio ne è stato il
competente ed appassionato
curatore.
La nascita, la vita operativa
ed il “tramonto” di uno yacht
di razza, come Artica II offre lo
spunto per la citazione di episodi, di personaggi e di eventi
significativi nel mondo della
vela d’altura del secondo dopoguerra.
L’A. ha raccolto questo patrimonio e l’ha ordinato nel volume unendo a ricordi personali,
resoconti di regate, considerazioni tecniche e così via. Un
mosaico di informazioni che sarà molto gradito in particolare ai
tanti ufficiali di Marina, compresi nell’arco di due (o forse
più) generazioni, che hanno
trafficato con drizze e scotte a
bordo di Artica II.
Si comincia da lontano, da
quando cioè, l’Artica del Duca
Degli Abruzzi vinse clamorosamente la Coppa di Francia del
1902 (di cui sono ricordate le
fasi salienti), inserendo lo yatching italiano nella vela agonistica internazionale. Di quell’epoca è ricordata anche la prima regata disputata in Italia, a
La Spezia, nel 1878 in occasione dei festeggiamenti per il varo della corazzata Dandolo, “la
nave da guerra più potente del
mondo”.
Da qui un balzo di molti decenni per arrivare alla nascita di
Artica II ed all’ing. John Illingworth, un famoso designer inglese. Un progetto “firmato”, realizzato poi da un cantiere di grandi
tradizioni, Sangermani di Lavagna, dai cui scali lo yacht scendeva in mare nel 1956.
Da allora si susseguono le
partecipazioni a competizioni
internazionali di alto livello; co-
me la Torbay-Lisbona (1956) e la
Brest-Las Palmas (1958), vinte
entrambe.
Il lungo curriculum (diligentemente riportato) non si limita ai
primi trent’anni di vita, ma continua fino ai giorni nostri che
vedono le assidue presenze dell’anziano yacht in molte regate,
nei Rally per le Veteran Boat, nei
raduni STAI, nelle manifestazioni organizzate dall’AIVE.
Uno stato di servizio veramente unico per una imbarcazione concepita oltretutto più
per vincere le regate che per durare nel tempo.
Gli ultimi capitoli del libro
sono dedicati ai lavori effettuati
nel periodo 1989-2001 ed alla
descrizione degli apparati elettronici di bordo. Un po’ di spazio è anche dedicato alle barche
del futuro in un capitolo sul Fila,
uno sloop ultramoderno del
Groupe Finot con chiglia basculante ed ogni sorta di diavolerie
elettroniche a bordo.
Rudolf Claudus nel 1956 immortalò l’Artica II in un quadro
ora esposto al Ministero Difesa
Marina. E non è stato davvero
l’unico ad ispirarsi a questo soggetto: le ultime pagine del volume contengono perciò questa ed
altre significative opere di numerosi artisti, tra i quali Allan O’Mill e Francesca Tenti.
Stampato in formato album
(24 x 22 cm) su carta patinata, il
volume si avvale di un notevole
numero di foto in bianco e nero
e a colori, molte delle quali inedite, e di una suggestiva immagine di copertina con Artica II vista
di prora mentre naviga di bolina
con mura a sinistra.
Claudio Ressmann
(ordinando il volume all’Editore - [email protected] - sarà praticato il
20% di sconto sul prezzo di
copertina)
ANTONIO LOZZI
Codici e consuetudini
nella storia
del commercio
marittimo (2 vv.)
Editore Mursia - Milano 2010
Pagg. 843 - Euro 48,00
Ogni libro ha una storia da
raccontare, un’idea da illustrare,
un sogno da alimentare. E ci sono libri che scelgono i lettori, o
cambiano contenuto a seconda
di chi li legge. È il caso di Codici
e consuetudini nella storia del commercio marittimo, opera in due
volumi di Antonio Lozzi, capitano di lungo corso e agente marittimo, che dalla propria esperienza professionale ha sviluppato una profonda passione per la
ricerca storica in ambito marittimo e commerciale. Da tale passione è nato ciò che l’A. definisce ‘un modesto materiale di osservazioni giuridiche ed economiche’,
in effetti un vero e proprio excursus attraverso i secoli in cui il
lettore viene letteralmente portato per mano alla riscoperta degli
antichi codici marittimi, verso i
più reconditi segreti di un’attività mercantile sviluppata attorno
all’elemento ‘nave’.
Leggi, consuetudini, contratti
commerciali che hanno regolato
gli scambi economici per via marittima, sono oggetto di una minuziosa analisi che l’A. conduce
con una narrazione che non ha
nulla di pedante o artificioso,
anzi illustra pienamente il contesto in cui gli scambi si sono svol-
ti, quasi riproducendo il brusio
di sottofondo delle antiche case
di contrattazioni.
Impossibile una sintesi dei volumi, sia per la loro mole (843
pag.) che per il particolare andamento narrativo. Il 1° tomo - Dal
Codice di Hammurabi alle Repubbliche Marinare - segue una periodizzazione temporale, a partire
dalla prima epoca che abbia lasciato una regolamentazione del
commercio marittimo: il ‘Codice
di Hammurabi’ (re di Babilonia
nel 1955/1913 a.C.), non una vera raccolta sistematica di norme
ma un compendio di soluzioni a
determinati problemi giuridici.
Per 25 capitoli l’A. si inoltra, con
linguaggio scorrevole e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, in usi e costumi delle civiltà
del Mediterraneo, intrecciando
considerazioni giuridiche e vicende storiche, clausole creditizie
e norme assicurative. Se possono
apparire discutibili alcune scelte
dell’A. (ben 21 pagine dedicate ai
Codici marittimi della Bibbia, 15 al
Diritto marittimo canonico), la descrizione delle antiche consuetudini lungo le coste mediterranee
non tralascia civiltà o periodo
storico: dagli egizi ai fenici, dai
greci ai romani ai bizantini (si individua perfino un ‘diritto barbarico’), per finire al diritto marittimo medioevale, sono descritti
tutti i principali istituti giuridici
che hanno accompagnato il fenomeno della navigazione e del
commercio fino ai giorni nostri.
Il 2° tomo - Dagli Statuti delle
città italiane ai codici del Regno
d’Italia - si spinge fino alle soglie
dell’età moderna, alternando il
criterio della narrazione storica
con quello geografico ed estendendo le proprie osservazioni all’Europa continentale ed ai paesi
asiatici, con brillanti analisi - tra
l’altro - sui Codici musulmani, il
diritto fluviale, il diritto contro la
pirateria, la schiavitù e la guerra di
maggio-giugno 2011
41
Recensioni e segnalazioni
corsa, oltre all’esposizione delle
vicende marittime e mercantili
degli antichi Stati italiani (Repubbliche Marinare, ma non solo) ed alla tradizionale rassegna
su altri aspetti di particolare interesse più vicini nel tempo
(quali il Consolato del mare, il
mercantilismo inglese o il codice
per l’Austriaca Imperiale Marina). Insuperabili appaiono i capitoli dedicati al potere coesivo
della rivoluzione industriale
(reinterpretata, non a torto, quale ‘rivoluzione dei trasporti’), ed
illuminanti le considerazioni
dell’A. sull’evoluzione politica
degli Stati italiani (attorno al Piemonte, unico artefice - per l’A. dei diritti e delle libertà commerciali che hanno consentito l’inserimento della nazione nella vita economica europea).
Alcuni spunti di riflessione per
chi vuole ad ogni costo trovare
pecche in questa pregevole opera.
Si fanno sentire la mancanza di
note a piè di pagina (ma la bibliografia al termine di ogni volume
riporta quasi tutte le principali
opere divulgative in materia, ad
eccezione di quelle pubblicate all’estero) e di carte geografiche.
Molte frasi in latino sono prive di traduzione, costringendo a
non facili equilibrismi il lettore
che non padroneggi la lingua di
Virgilio. L’A., nel lodevole tentativo di fornire spiegazioni su
procedure tecniche, talvolta eccede a scapito della chiarezza (a
pag. 75 ritiene necessario precisare che nell’antica Grecia ‘le dogane prelevavano di regola la cinquantesima parte, che non era il
50% del valore del carico bensì il
2% del valore delle merci trasportate’). L’identificazione degli Etruschi tout court come pirati (pag.
76) è almeno discutibile. Scendendo ancor più nei dettagli,
l’invasione longobarda non data
al 588 d.C. (come l’A. precisa a
pag. 175) ma a vent’anni prima.
42
maggio-giugno 2011
Queste piccole imperfezioni
non devono, tuttavia, offuscare
uno studio che riflette un accurato lavoro ed una paziente collazione di innumerevoli aspetti che
hanno reso grande la storia della
navigazione e del commercio,
dall’antichità ai giorni nostri. L’opera, per il costante richiamo alle
fonti storiche ed il rigore nella ricostruzione dell’ambiente mercantile secondo le regole fondanti
ed organizzative della convivenza
civile, non sfigurerebbe come testo di riferimento per un docente
universitario.
La sua stessa multidisciplinarietà ne favorisce la piena comprensione da parte di tutti gli appassionati cultori del commercio
e della navigazione, ai quali si offre d’ora in poi un prezioso strumento di analisi di una realtà
che ora - grazie all’Autore - appare non più sfaccettata nelle sue
molteplici diversità (sociale, economica, storica, etc.), ma inserita
in un contesto unitario. Anche
l’assoluta prevalenza della parte
privatistica del diritto commerciale marittimo, che pure lascia
in ombra gli aspetti di diritto
pubblico relativi, p.e., alla polizia
amministrativa dei porti e della
navigazione, diventa un utile grimaldello per aprire nuovi scenari
su interi settori della scienza giuridica finora lasciati alla trattazione di pochi esperti e non rivelati,
con questa chiarezza di contenuti, al più vasto pubblico.
L’Opera non si limita a fornire (quasi) ogni risposta a chi si
ponga dubbi e quesiti sulla navigazione ed il commercio: è un libro che, come pochi nel suo genere, riesce a suscitare la speranza, arrivando ad ispirare il giusto
relax e contemporaneamente a
favorire la fruizione ed il godimento intellettuale che solo uno
scritto intriso di passione e competenza è in grado di offrire.
Massimo Di Marco
PIETRO SPIRITO
L’antenato sotto
il mare
Guanda Editore - Parma 2010
Pagg. 199 - Euro 15,00
Il mare custodisce da sempre
i segreti delle tragedie di migliaia
di storie e di vite e li conserva
tutti gelosamente; quest’Opera ci
svela alcuni di questi segreti. Lo
fa in modo semplice, con uno
stile chiaro e preciso, guidandoci
con occhi esperti nel tratto di
mare che più conosce e ama,
quello del Golfo di Trieste, raccontandoci i dettagli e ricostruendo tutti i perché di tragedie o misteri nascosti nelle sue
profondità.
Un piccolo grande libro edito
da Guanda, con una copertina
dai colori sfumati del mare e lo
schizzo di un fondale che ancora
nasconde in parte quei relitti che
l’Autore ha come riportato alla
luce per noi.
La narrazione pacata, mai enfatica è ricca di particolari tecnici e seppure apparentemente
quasi priva di pathos, ci svela a
volte in modo quasi improvviso
dettagli anche dolorosi e riesce a
trasmetterci tutta l’angoscia di
quelle fini drammatiche.
Dopo una parte iniziale dedicata a quella che l’Autore definisce la “frontiera sommersa”
del Golfo di Trieste, il confine
invisibile in fondo al mare proprio alla fine del Mediterraneo,
il testo si sviluppa con 13 capitoli, ognuno riguardante i diffe-
renti relitti o ritrovamenti di
cui l’Autore fornisce la specifica
tipologia, l’epoca del naufragio,
l’esatta localizzazione e la profondità.
Dai resti di insediamenti romani ai relitti di una nave del III
secolo a.C. o di un brigantino
dell’800 a un bombardiere americano dell’ultima guerra, l’Autore ci trascina così in un percorso
in fondo al mare attraverso i fantasmi di quello che è il nostro
passato collettivo come a volerci
restituire la memoria di grandezze, miserie, tragedie, follie e illusioni vissute da uomini di ogni
tempo.
Questo libro non è quindi
soltanto l’accurata descrizione
delle immersioni di un appassionato subacqueo affascinato
dai relitti imprigionati nel
“suo” mare, ma è molto di più:
è come un viaggio tra Natura e
Storia e allo stesso tempo un’intrecciarsi di riflessioni personali
e ricordi privati in qualche modo legati alle vicende di un passato a cui l’Autore sente di appartenere.
Queste rovine, questi relitti e
i loro naufraghi perduti in epoche remote o in tempi molto più
recenti, costituiscono in qualche
modo la nostra storia e allo stesso tempo, come testimoni della
fragilità di regni ed imperi, delle
ambizioni più sfrenate e delle illusioni più folli, sono un monito
per il nostro futuro.
Con le sue immersioni nelle acque del Golfo di Trieste,
proprio lungo questo ideale
confine sommerso, l’Autore ci
guida alla scoperta di un passato dove c’è ancora tanto da
svelare e lo fa con attenzione
ed amore muovendosi tra rovine e relitti con la delicatezza
ed il rispetto che il mare esige
e che solo chi lo ama veramente può provare.
Anna Mandraffino
CLAUDIA MYATT
Vai col vento
• Manuale pratico
per giovani marinai
• Libro degli esercizi
per giovani marinai
Editoriale Magnamare
Arzignano (VI) 2009
Pagg. 68+36 - Euro 16,00+16,00
L’iniziazione alla vela dei giovani e giovanissimi è un obiettivo di grande rilievo presso tutte
le più importanti marinerie, ed è
in Italia, è appena il caso di ricordarlo, che la Lega Navale lo
sta perseguendo da sempre con
tenacia, attivando la propaganda
nelle scuole, i corsi ad hoc e la
distribuzione di proprie pubblicazioni concepite per interessare
allievi velisti di età scolare.
In Gran Bretagna, la Royal
Yachting Association ha pubblicato questi due volumi destinati ai
velisti in erba, che hanno ottenuto lodi incondizionate da parte della riviste specializzate; lodi
meritatissime perché per i loro
contenuti, per la veste grafica e
per la successione degli argomenti trattati, rappresentano
quanto di meglio si possa desiderare per attrarre i giovani e i giovanissimi verso il mare e le barche, trasformando l’apprendimento in un piacevole gioco sia
pure da prendere sul serio. Come
è ottenuto questo risultato? Anzitutto con innumerevoli gradevoli disegni, valorizzati oltretutto dal grande formato (29 x 21
cm), tutti a colori, poi con la
presentazione dei vari argomenti
sotto forma di risposte a domande elementari. Così i lettore viene progressivamente messo a
contatto con la nomenclatura
della barca, con la descrizione
delle sue andature, ed infine con
la regata, il tutto reso semplice e
di immediata comprensione con
l’aiuto di figure esplicative, di vignette a fumetti, di battute spiritose abilmente disseminate nella
parte didattica vera a propria.
I volumi sono due: al manuale infatti fa seguito un libro di
esercizi, altrettanto interessante,
tutto illustrato dove, mediante
ingegnosi espedienti (fumetti in
bianco da riempire, adesivi da
applicare e così via) è possibile
controllare se il lettore ha acquisito le nozioni del manuale.
Nelle sue ultime pagine l’A.
non ha resistito alla tentazione
di ricordare le proprie imprese
veliche a bordo della deriva da
4,82 m Wanderer, ora conservata
nel Falmouth Marittime Museum, e quelle della campionessa
mondiale Ellen MacArthur, skipper del trimarano B&Q , alla quale si deve anche la presentazione
del manuale.
Per quanto riguarda l’edizione italiana non si può non segnalare Luca Anicar, per la traduzione molto rispettosa della terminologia marinaresca. Belle le
copertine dei due volumi.
La qualità dell’opera ha fatto
sì che la Presidenza Nazionale
della Lega Navale decidesse di
adottare il manuale come testo
da distribuire gratuitamente ai
frequentatori dei corsi di vela di
Sabaudia, Taranto e Lido delle
Nazioni. Agli altri soci che desiderassero acquistarne delle copie
tale manuale è in vendita, presso
la Presidenza Nazionale a 7,5 Euro, mentre il volume degli esercizi mantiene per ora il prezzo imposto dall’editore.
Claudio Ressmann
maggio-giugno 2011
43