Emissione Tartufata
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Emissione Tartufata
Spedizione in a.p. 70% DCB BOLOGNA - Filiale di Bologna. In caso di mancata consegna inviare a ufficio Bologna - CMP per la restituzione al mittente che si impegna a versare la dovuta tassa - € 1,50 Organo Ufficiale della F. N. A. T. I. (Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiana) T1_01_COP 2016_2.indd 76 Anno 9 - Trimestrale n. 1 del 2016 Gennaio, Febbraio, Marzo In abbonamento solo ai tartufai di Associazioni aderenti a FNATI Emissione Tartufata www.fnati.it 14/12/15 09:58 Proteggi la tua raccolta. Assicurati. Il tuo cane è addestrato e tu sei un professionista serio e rigoroso, ma non si può mai sapere. Un inconveniente, ed ecco un danno a terzi. A tutelarti ci pensa la tua Federazione. Fondiaria Sai e F.N.AT.I. hanno stipulato una convenzione che tutela gli infortuni e la Responsabilità civile verso terzi nell’attività professionale dei tartufai. In particolare, sono tutelati i danni recati a cose e persone nell’esercizio di raccolta di funghi epigei e ipogei, (tartufi) con l’ausilio dei cani in uso o in proprietà. La tutela si estende anche a tutta l’attività promozionale dalle attività espositive alle manifestazioni ricreativo-culturali. L’assicurazione tutela in tutto il territorio italiano e nella Repubblica di San Marino. SAI PIANORO Non affidare la tua raccolta al caso, assicurati, il tuo lavoro. Quanto costa assicurare la tua professione? 15,00 euro all’anno. Chiedi informazioni alla tua Federazione. iltartufaio_210x142.indd 1 V.le Risorgimento, 7 Tel. 777 710 V.le Risorgimento, 7 -051 Pianoro (BO) Tel. 051 777 710 agenzia di assicurazioni agenzia di assicurazioni di Vaccari Italo, Merli Fabrizio e Salomoni Simone Simone di Vaccari Italo, Merli Fabrizio e Salomoni Per assicirarsi basta versare sul Conto Corrente Postale n. 95015939 il premio di 15 euro intestato a F.N.A.T.I. 41042 Fiorano Modenese 15/03/12 18:19 Editoriale del presidente L’ambiente fa più paura dell’economia. Q uesto è il titolo dell’editoria (non firmato) apparso sul n. 84 (Gennaio/febbraio 2015), testo il cui contenuto approvo totalmente e che avrei voluto scrivere io stesso, per cui me ne approprio d’autorità e lo faccio mio, poiché ritengo che potrà essere apprezzato anche dai nostri affezionati lettori, sempre sensibili e attenti alle questioni ecologiche. Nella classifica globale dei dieci maggiori rischi a livello mondiale stilata in occasione dell’ultimo World economic forum, ossia il summit annuale che si riunisce nell’enclave elvetica di Davos leader economici e politici di tutto il mondo, primeggiano i “conflitti globali”, seguiti però a ruota dagli “eventi climatici estremi”, in particolare il pericolo legato alla “crisi dell’acqua”. Oltre a questo, le “catastrofi naturali”, il “fallimento dell’adattamento al cambiamento climatico” e la “perdita di biodiversità e collasso dell’ecosistema”, sono tutti elementi che rientrano nelle categorie di rischio. Insomma l’ambiente sembra fare più paura anche dell’economia. Segno di un’inversione di tendenza notevole anche in ambienti tradizionalmente lontanissimi da queste tematiche. La stessa preoccupazione che assale ogni giorno ma con prospettive diverse tanti cittadini che vivono nell’area della “Terra dei fuochi” come in tante altre zone colpite da disastri ambientali di vario genere: dall’inquinamento delle acque, dei suoli e dell’aria, al dissesto idrogeologico. E poi c’è la preoccupazione per la genuinità e qualità dei prodotti agroalimentari freschi o trasformati. A tutto ciò la società civile e politica cercano di dare risposte intercettando questo generale stato di preoccupazione. Ecco allora l’ultima battaglia che riguarda l’approvazione del testo di legge sugli ecoreati. Politica, economia e cittadini si fronteggiano nella speranza di trovare un momento di sintesi, ma è ormai chiaro che il regime sanzionatorio in campo ambientale sarà inasprito. Ma tutto ciò non può bastare. Serve una maggior azione preventiva purché una volta commesso il reato ambientale, il danno spesso rimane come uno sfregio indelebile nel nostro territorio, difficile e onerosa da sanare. La vera essenza, la missione fondamentale del Corpo Forestale dello Stato, fin dalla sua fondazione, ormai circa due secoli fa, è stata sempre quella di garantire, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento giuridico, il corretto svolgimento delle attività antropiche e contemperare le esigenze dello sviluppo con quelle della conservazione dell’ambiente e della tutela del territorio. Né sono mancate nel corso della lunga storia importanti pagine in cui, attraverso la gestione diretta dei beni naturali dello Stato o mediante piani nazionali per lo sviluppo forestale e montano, il Corpo è stato protagonista di nuovi modelli che, per esempio, hanno portato alla nascita del sistema delle aree protette e di quello della difesa del suolo. A questo devono aggiungersi una serie di proposte legislative in materia ambientale che sono divenute realtà grazie alla spinta propulsiva dell’Amministrazione. Il panorama dei rischi ambientali si allarga, la tutela della biodiversità per esempio, tema tanto in voga, reca in se una profonda biodiversità che necessita d’esperienza e professionalità altrettanto profonde. C’è ancora bisogno nel primo decennio del XXI secolo e per gli anni a seguire di una forza di polizia nazionale specializzata nella difesa di ambiente, agricoltura, alimentazione e paesaggio? Non sono questi gli indiscussi valori italiani che ancora possiamo vantare di rivendicare anche per una ricrescita del sistema Paese, quel made in Italy che deve essere tutelato tanto fuori dai confini nazionali quanto all’interno? Non sono questi gli ingredienti possibili per un incremento del turismo? E tutto ciò non significa rilancio dell’economia e del benessere? C’è dunque, ancora bisogno del Corpo Forestale dello Stato e della sua alta specializzazione? Noi riteniamo di sì. Non sarebbe troppo rischioso annacquare e di fatto disperdere questo patrimonio all’interno di competenze più generaliste che già di per sé meriterebbero una maggiore razionalizzazione? Negli Stati a più spiccato federalismo, come gli Stati Uniti, ad esempio, sono agenzie federali come il National Park Service e il U.S Fisch and Wildife Service che si occupano di tutela e gestione di foreste, beni storici e culturali, aree protette e fauna selvatica, insomma di quell’incalcolabile patrimonio che costituisce i beni comuni di un Paese e che meritano un altro regime di tutela. La stagione delle riforme che riguardano anche la pubblica amministrazione deve affrontare con pragmatismo, scevro da condizionamenti, anche la realtà agroalimentare e cogliere la sfida che il paese attende, ossia quella di innalzare il regime di sicurezza ambientale e non di ridurlo. Una sfida che si può vincere certamente anche attraverso una razionalizzazione delle risorse e delle realtà esistenti. Commento – Quello che mi fa impazzire è di dover prendere atto, che come avviene nella politica quotidiana, tutti i governi a livello planetario, per le questioni ambientali, continuino a essere miopi. Tutti hanno la vista corta, guardano solo alla quotidianità, senza programmare. Si sta ancora a chiedersi se la causa fenomeni climatici sempre più violenti e devastanti siano dovuti all’aumento della temperatura del globo terrestre, si augurano che vi provvederà madre natura. L’ONU ha tentato di mettere d’accordo gli Stati, invitandoli a intraprendere dei comportamenti virtuosi, stabilendo dei parametri massimi per le emissioni, ma quasi tutti gli stati più popolosi non hanno sottoscritto. In compenso, però, chi l’ha sottoscritto, non li ha rispettati. I nazionalismi e i comportamenti individuali sono la causa dei mancati accordi, poiché si guarda più allo sviluppo dell’economia e della finanza; si pensa che l’ecologia non paghi, mentre, invece, potrebbe proprio essere un grande volano che stimola l’economia e l’occupazione, basta pensare ai pannelli fotovoltaici e all’energia alternativa, attività che sta stimolando enormemente l’economia. Invece dovremo rassegnarci a consumare tutto il petrolio e i combustibili fossili disponibili, prima d’introdurre nuove forme d’energia non inquinanti. Si assiste passivamente al succedersi delle catastro- 3 03_04_TR_01_2016.indd 3 14/12/15 10:09 fi causate dall’incuria e dagli egoismi locali, come se tutto questo fosse una fatalità incontrovertibile. Il tartufo è certamente un indicatore ecologico; i tartufai più anziani ben lo sanno, avendo conosciuto un mondo più sano, possono testimoniare, poiché hanno seguito da anni il declino della raccolta, sempre più scarsa e che quando si manifesta, come lo scorso anno, lo fa a seguito di eventi climatici straordinari, manifestandosi in luoghi in cui il tartufo non è stato mai trovato così copiosamente. Che cosa accadrà, quando metteremo un’automobile sotto il fondo schiena delle straripanti popolazioni di Stati emergenti quali: Asia, Africa, Sud-America e altri ancora? Come gestiremo l’aumento della popolazione? Di certo io non ci sarò più, ma mi chiedo; sono nato in un mondo pulito, come lo lascerò ai miei figli e ai miei nipoti? La colpa di non aver saputo gestire e governare la TARTUFI / TRIBUNALE situazione ambientale ricadrà su di noi, poiché tutti siamo colpevoli di non aver saputo tenere comportamenti virtuosi e di non essere stati capaci di orientare i nostri governanti in primis sulle questioni ambientali. I reati ambientali sono prevalentemente puniti con sanzioni pecuniarie del tutto inadeguate se rapportate alla gravità dei reati commessi. Auspico che la legislatura si orienti sempre più a perseguire penalmente chi si macchia di questi infami reati e che si crei nelle scuole un insegnamento atto a formare una coscienza sempre più ecologia, poiché ho verificato, mio malgrado, che troppi giovani buttano i mozziconi di sigarette per terra e non eseguono la “raccolta differenziata”, atteggiamenti che denotano una cattiva educazione ambientale; d’altra parte essendo nati in un mondo inquinato non possono che pensare che questo sia normale. In Italia si risponderà all’emergenza probabilmente, sciogliendo il Corpo Forestale dello stato, corpo benemerito, dotato di elementi ben preparati e specializzati sulle questioni ecologiche. Posso confermare questo avendo visitato la scuola di Città Ducale dove i forestali sono formati, una vera e propria Università dell’ecologia e dell’ambiente, dove i forestali studiano per lungo tempo. Io non sono contro le riforme, anzi le auspico, sono certo che una razionalizzazione dei corpi di polizia italiani sia necessaria; mi auguro però che il CFS sia utilizzato ancora per le questioni da sempre esercitate e che anzi, sia potenziato, poiché senza sorveglianza e controlli, le leggi non funzionano. Bruno Sabella (Presidente F.N.A.T.I.) San Pietro Avellana, il Tar sospende gli atti della tartufaia controllata. I SERNIA – Con decreto cautelare n. 158/2015, disposto in data odierna (3 novembre 2015) il Tar Molise, in persona del Presidente, ha disposto la sospensione cautelare provvisoria degli atti della tartufaia controllata nel territorio del Comune di San Pietro Avellana (IS). I giudici amministrativi hanno dunque, accolto inaudita altera parte, l’istanza dell’avvocato Massimo Romano, che difende diverse associazioni micologiche e decine di “cavatori”, sia abruzzesi che molisani, ravvisando il pericolo di un “danno grave ed irreparabile” derivante dal divieto di raccolta del prezioso tubero nell’area ricompresa nella tartufai costituita. Via libera pertanto alla libera attività di ricerca del tartufo, almeno fino al 3 dicembre, quando il Tribunale amministrativo si pronuncerà in camera di consiglio in composizione collegiale. Il pronunciamento riveste particolare importanza in quanto risulta che siano decine le richieste pendenti in altrettanti comuni che hanno richiesto di istituire, sui propri terreni, tartufaie controllate proprio per limitare l’affluenza dei cavatori non residenti. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Massimo Romano, che già in passato aveva patrocinato diverse battaglie giudiziarie nell’interesse di numerose associazioni tartufai sempre nel comune di San Pietro Avellana. L’articolo è apparso su internet il 3 novembre 2015 da News in Cronaca. Commento – – L’esito del pronunciamento sarà di grande importanza per i ricercatori di tartufi, poiché queste situazioni, sul territorio italiano sono numerose e in continua crescita. Non è giusto che il territorio pubblico, pagato con i soldi di tutti i cittadini, per motivi elettorali, sia destinato solo a pochi privilegiati residenti nel comune di riferimento a scapito della “libera ricerca” e della “democrazia”. 4 03_04_TR_01_2016.indd 4 14/12/15 10:09 GETT / Europa IL GETT VA A BRUXELLES. M aurizio Bazzano, presidente dell’Associazione Tartufai Liguria e delegato FNATI per le questioni del GETT, che ha sostituito il presidente della Federazione (impossibilitato) si è recato assieme ai rappresentanti del Gruppo Europeo Tartufo e Tartuficoltura, al parlamento europeo di Bruxelles, per conferire col funzionario delle questioni agricoleTom Tynan, allo scopo di segnalare all’UE, quali sono le emergenze e le necassità del tartufo e della tartuficoltura continentale. Diligentemente Maurizio ci ha inviato una dettagliata relazione sull’iniziativa del GETT che vi sottoponiamo. Relazione incontro di Bruxelles del 30 set 2015 Presenti Spagna: (Perales Vicente) Federación Española de Emprasarios de Setas y Trufas. Francia: Jean–Charles Savignac) Président du GETT, (Michel Tournayre Président de la Fédération française des trufficulteurs , (Alain Ginies) FFT. Italia: (Maurizio Bazzano) Fédération des Récoltants FNATI, (Gianfranco Berni) Président de la Fédération italienne des planteurs de truffes FITA, (Gianluigi Gregori) FITA , (Francesco Cappelloni) FITA. Ungheria: (Sára Brandt) Président de la Fédération Hongraise). Incontro con TOM TYNAN membro del gabinetto del Commissario europeo all’agricoltura e allo sviluppo rurale (PHIL HOGAN) …. e, con i suoi assistenti La delegazione GETT si da appuntamento, alle ore 12.30, al Lubanon house piccolo ed economico ristorante a pochi passi dal BERLAYMONT dove ha sede la COMMISSIONE EUROPEA. I partecipanti arrivano tutti puntuali, anche se ognuno ha avuto un viaggio differente dagli altri sia nei mezzi e sia nei tempi; dopo rapidi e cordiali saluti ci accomodiamo al tavolo riservato. Prima e durante il pasto (consumato in modalità self service) si ci scambia opinioni sull’andamento stagionale e sulle problematiche di attualità trovando sovente punti di incontro . Al termine Il presidente Savignac richiama l’attenzione e illustra ai presenti le varie fasi in cui si svolgerà l’incontro; dopo un breve ripasso dei punti principali, ricorda quali sono le motivazioni che ci hanno portato fin qui e da istruzioni e consigli . Lasciato il LUBANON, dopo un corroborante the alla menta, la brigata dei tartufai europei si avvia di buon passò al palazzo del BERLAYMONT per espletare le formalità di accesso che verosimilmente si prevedono veloci ma accurate . Oltrepassati indenni timbri, fettucce e radiografie, siamo presi in consegna da una cordiale signora che con modi gentili e professionali ci accompagna all’ottavo piano. Qui asettici e infiniti corridoi desertici precedono l’ingresso in una sala ordinata e minimale dalle grandi luminose vetrate arredata con un lungo tavolo da riunioni che ne segue il perimetro rettangolare lasciando al centro uno stretto spazio vuoto privo di sedie. Neppure il tempo di decidere in quale ordine sedersi che ecco arrivare puntuale, veloce e silenzioso Messieur Tom Tynan seguito da tre persone , due donne e un uomo; con la medesima solerzia con cui ci ha guidato fin qui, la nostra accompagnatrice saluta tutti e se ne va chiudendo la porta. Tynan e un uomo che ha da poco oltrepassato la sessantina esile, di statura medio/piccola con lo sguardo sereno e rassegnato di chi ha mille cose di cui occuparsi ma sa di non avere il tempo per seguirle tutte, i modi però sono bonari mai scortesi o supponenti. Colti di sorpresa reagiamo immediatamente e passiamo all’offensiva decidendo di stordirlo con il profumo dei tartufi portati in dono. I toscani sono i più rapidi e sospingono sotto le narici del sorpreso Tynan quattro begli esemplari di Bianco freschi come rose e dal profumo intenso, l’ungherese porge un vaso di vetro, contenente grossi e invitanti uncinati .. io invece propongo un solitario magnatum non più grande di un uovo di gallinella ma adagiato su carta verde e accompagnato da un cartiglio che ne certifica provenienza e qualità oltre a riportare semplici ma indispensabili informazioni sull’uso . Tynan regge il colpo ringrazia cortese e abbozzando un sorriso ci invita a sederci per iniziare i lavori. Dei tre accompagnatori, il maschio si siede alla sua sinistra e svolge il ruolo d’interprete; Tynan infatti ha poca dimestichezza con le lingue della nostra delegazione, solo la rappresentante Ungherese, che parla però inglese, riuscirà a dialogare direttamente con Lui. Le due donne dai capelli chiari si siedono alla sua destra e subito entrambe, avvalendosi di piccoli quaderni, iniziano a prendere appunti; sembra che scrivano ogni cosa … e dire che abbiamo inviato in anticipo un documento tecnico che riportava per esteso le nostre richieste … Savignac porge i saluti poi passa la parola ai vari delegati per una breve presentazione personale riferita al paese rappresentati, inizia lo spagnolo, segue la rappresentante ungherese poi i francesi e infine l’Italia. 5 05_06_TR_01_16_gett_europa.indd 5 14/12/15 10:08 Ogni intervento è immediatamente tradotto … Tynan ascolta chino sul tavolo un po’ di sbieco, ha l’atteggiamento di chi attento cerca di capire cose a lui nuove ma al tempo stesso pare rimuginano nella sua mente altri pensieri. Terminato il giro, riprende la parola, il presidente Savignac mentre le “bionde” riempiono di appunti l’ennesima pagina e girano il foglio … Arriviamo al dunque … Savignac con modi cordiali ma diretti, ribadisce con convincimento che il tartufo e in modo particolare la tartuficoltura rappresentano una grande opportunità per l’agricoltura europea. Opportunità che ha pero bisogno di essere sostenuta e aiutata sia in termini economici e sia legislativi e per meglio sostenere questa tesi inizia a leggere i 18 punti in cui sono articolate le richieste del GETT . A ogni punto ... puntuale arriva la risposta e non tanto per voce del sempre più chino Tynan, ma soprattutto dalle parole delle assistenti donne che svelano il loro vero ruolo … sono loro, infatti, che verosimilmente hanno studiato i documenti inviati e che hanno cercato nei regolamenti comunitari le risposte. Con competenza citano regolamenti e norme e ci suggeriscono azioni e modi che a loro dire, possono fare al caso nostro; in taluni casi ci indirizzano ai rispettivi enti locali che pare siano loro e non la comunità europea i veri deputati a dare esaustive riposte alle nostre richieste. Su altre questioni ancora si astengono ma s’impegnano a studiare meglio il caso e a farci pervenire le loro conclusioni …. Alle sedici in punto dopo un’ora esatta di colloquio siamo congedati e mentre i nostri interlocutori si allontanano di buon passo nel lungo corridoio da cui siamo arrivati, ci avviciniamo mesti agli ascensori dove, personale attento ci accompagnerà all’uscita . Fuori dal portone ci attardiamo a fare alcune foto di gruppo un po’ per necessità di relazione, un po’ per ricordo da mostrare agli amici o ai parenti a casa e nel fare ciò, si scambiano le rispettive opinioni su quanto successo. Ma ecco comparire quasi dal nulla con passo svelto e risoluto una delle assistenti di Tynan, la più saputella delle due quella che ha dato più risposte; indossa una giacca che arriva fino al ginocchio e cammina spedita verso i cancelli esterni, probabilmente è finita la sua giornata lavorativa e torna a casa. Porta una borsa sulla spalla sinistra e con la mano destra regge una confezione di polistirolo bianco … la stessa che i toscani hanno portato con i 4 tartufi odorosi …. Una voce si alza dal gruppo e dice BONN APPETI’ Madame … non ho compreso bene chi sia stato a pronunciarla ma ha ottenuto il suo scopo … la “bionda” si è volta e con un sorriso ha ringrazia felice … L’incontro del Berlaymont forse non ha dato i risultati sperati pur rappresentando un importante passo nella storia del tartufo e dei suoi appassionati sostenitori … ma di certo, dal primo d’ottobre 2015, il numero dei suoi estimatori e cresciuto …. Maurizio Bazzano. Commento – E’ ammirevole l’impegno che il presidente Savignac sta profondendo, ma i suoi sforzi per il momento, non hanno che confermato quanto già si sapeva in merito agli aiuti e ai finanziamenti per il mondo del tartufo e della tartuficoltura. Infatti, sulla presente rivista, in occasione della presentazione della nuova PAC (Programma Agricolo Comunitario), è stato fatto un servizio dal quale risultava che questo strumento non prevedeva nessuna misura in favore del tartufo e della tartuficoltura, poiché nell’intero e corposo dossier queste due parole non erano per nulla presenti. Riportava esattamente quanto riferitoci dall’Unione Europea; si precisava che eventuali misure in favore della filiera del tartufo, potevano essere destinate dai vari stati e, nel caso italiano, dalle Regioni. Ancora una volta è dimostrato che il voler “ostinatamente” trasformare il tartufo in prodotto agricolo ai fini di ottenere dall’UE contributi agricoli non è che una bufala! Questa insistente richiesta di alcune categorie che in materia non la pensano come noi, non rappresenta che un pretesto per celare scopi e fini diversi da questi. Nessuno stato europeo ha mai avuto dall’UE aiuti specifici per la tartuficoltura, nemmeno dove il tartufo è considerato un prodotto agricolo. Sarebbe proprio il caso di finirla con quest’assurda tesi, questione che anziché unire le varie categorie per esercitare costruttive sinergie in favore del tartufo e del suo ambiente, crea solamente motivi di dissidio veramente inconcepibili. LETTERA A JEAN-CHARLES SAVIGNAC DA BRUXELLES C ome promesso dai funzionari di Bruxelles, in data 2 ottobre è stata inviata diligentemente al presidente del GETT Savignac una missiva con la quale riferendosi all’incontro del 30 settembre scorso, si forniscono altri consigli e precisazioni al fine d’ottenere eventuali misure a favore del tartufo e della tartuficoltura dagli Stati di appartenenza, messaggio di cui vi forniamo la traduzione dal francese. Caro Signor Savignac, A seguito della nostra riunione del 30 settembre 2015, gradirei fornire qualche ulteriore precisazione in relazione alle vostre domande. Per ciò che riguarda i fondi Europei, le maggiori opportunità di sostegni per l’agricoltura sono previste dalle politiche di sviluppo rurale. Abbiamo anche identificato alcune misure di queste politiche che potrebbero essere interessanti per il settore del tartufo. Le potrete trovare negli allegati. I programmi di sviluppo rurale sono elaborati e gestiti dagli stati membri, o nel caso della Francia, Italia, Spagna e Germania, dalle regioni. Per maggiori informazioni sul contenuto dei programmi, potete prendere contatto le autorità di gestione della vostra regione. I recapiti delle autorità di gestione sono disponibili sul sito della rete Europea allo Sviluppo Rurale: (htps://enrd.ec.europa.eu/fr/general-info/whos-who/implementino-authorities) Inoltre il Partenariato Europeo per L’Innovazione in Agricoltura (AGRI-PEI), può altresì rispondere a qualcuna delle vostre esigenze legate all’innovazione o allo scambio d’informazioni, alla cooperazione in materia di ricerca e alla creazione di una piattaforma europea per lo scambio. Vi consiglio di consultare il WEB: www.eip-agri.eu e in caso di bisogno contattare il service point del PEI-AGRI al seguente indirizzo mail: [email protected]. Commento – In sostanza il contenuto della lettera non fa che confermare quanto già riferito direttamente ai membri del GETT; pertanto le Regioni sensibili alle questioni riguardanti il tartufo, se lo vorranno, potranno destinare eventuali risorse a questo scopo. 6 05_06_TR_01_16_gett_europa.indd 6 14/12/15 10:08 Cinofilia sportiva Risultati gare libere organizzatrice della manifestazione, ci scrive: “Si è svolto Domenica 27 settembre il Settimo Trofeo Tartufai Lariani, gara finale del Triangolare Interregionale per cani da tartufo organizza to dalle 3 associazioni: Il Tartufo di Bologna, Tartufai Veronesi Baldo e Lessinia e da Tartufai Lariani, triangolare che vedeva 20 concorrenti iscritti dalla tre regioni (Emilia, Lombardia e Veneto). Anche se alcuni iscritti al triangolare non hanno potuto partecipare a questa terza gara, quest’anno si è superata la fatidica quota cinquanta con ben 42 CAVA DE’ TIRRENI (SA) – Domenica 6 settembre Il presidente dell’Ass. I Pescatori di Tartufi, Paolo Cammarota, ci ha inviato la cronaca della manifestazione: Anche quest’anno a Cava de’ Tirreni, la gara dei cani da tartufo – 2° Trofeo “I Pescatori Tartufi” ha riscontrato un grande successo, dove l’utile al netto delle spese è stato devoluto in beneficenza alla Confraternita di Misericordi di Cava de’ Tirreni. Alla gara sono stati iscritti n. 34 cani, dove i padroni provenivano da diverse città della Campania e varie regioni del Sud d’Italia, anche il pubblico ha manifestato la sua affluenza. L’organizzazione ha premiato, con molti premi, i primi sei della categoria cuccioli maschi, categoria cuccioli femmine, categoria adulti maschi, categoria adulti femmine, assoluti cuccioli, assoluti adulti, inoltre è stato premiato il primo classificato conduttore più piccolo d’età e la prima classificata conduttrice donna, includendo infine nella gara un raggruppamento per squadre, premiando quindi la prima squadra classificata. Una manifestazione organizzata a fini no profit da “Il Gruppo I Pescatori Tartufai”, ma solamente con lo scopo di far conoscere il mondo del tartufo al pubblico e stringere amicizia tra i partecipanti, l’ampliamento dell’evento è stato permesso anche grazie all’aiuto della partecipazione di ditte locali, mettendo in palio i propri prodotti. Coniugi Zanelli e Fabio Colombo Classifica maschi adulti 1) – Saverio Vitale con NEWTON – Labrador. 2) – Giulio Mastromarino con CIRO – incrocio. 3) – Ciro Califano con SKIPPER – Lagotto. 4) – Renato Tommasetti con TOM – Lagotto. 5) – Giulio Mastromarino con MIMI – Incrocio cani iscritti tra gli adulti e 10 cani iscritti tra i cuccioli; positiva la partecipazione di nuovi tartufai che per la prima volta partecipa vano a questo tipo di gara con i loro cani, un piccolo successo per un’associazione non tra le più grandi ma forse tra le più agguerrite. Giornata iniziata con qualche nuvola che prometteva solo acqua, ma che poi si è dissolta concedendoci un c lima mite durante il lauto pranzo organizzato in loco dall’associazione e a pprezzato da tutti i partecipanti, specialmente la pasta col tartufo lariano. Premiazione per tutti i concorrenti iscritti al triangolare e per tutti i cani iscritti al trofeo Tartufai Lariani; Fabio Zanelli classificatosi primo e terzo al Trofeo tartufai lariani e, secondo e terzo alTriangolare interregionale, ha voluto ringraziare l’organizzazione inviando una foto nella quale sono raffi gurati i numerosi premi vinti (immagine che pubblichiamo). Montepremi Fabio Zanelli Classifica femmine adulte 1) – Carlo D’Antuono con JANIS – Springer. 2) – Alfonso Coppola con NUVOLA – Lagotto. 3) – Rocco Iannone con AMELI’- Lagotto. 4) – Alfonso Coppola con PERLA – Lagotto. 5) – Antonio Petrillo con SISSY – Lagotto. Classifica cuccioli – Femmine 1) – Carlo D’Antuono con JANIS – Springer. 2) – Alfonso Coppola con NUVOLA – Lagotto. 3) – Rocco Iannone con AMELI’ – Lagotto. Classifica cuccioli – Maschi 1) - Alfonso Coppola con BILLY – Lagotto. 2) – Nicola Dello Russo con YAGO – Lagotto. Commento – se lo fermavano i carabinieri rischiava una multa per eccesso di peso trasportato!!! Complimenti a Claudio Zancarli dell’associazione Tartufai Veronesi Baldo e Lessinia per la vittoria del Triangolare interregionale e un ringraziamento da parte delle tre associazioni a tutti gli iscritti a questo torneo. Dall’associazione Tartufai Lariani un arrivederci al prossimo anno. E’ stata stilata anche una classifica a squadre contrassegnate con nomi d’animali. 1) Cobra - 2) Tigri – 3) Merli – 4) Trote – 5) – Giraffa. Commento – L’Associazione “I Pescatori Tartufai”, è alla seconda edizione della manifestazione, bisogna dire che ha messo in piedi una bella gara, ricca di prove e premi. L’afflusso sarebbe stato ancora maggiore se un’altra organizzazione non avesse disputato in concomitanza una seconda gara nella stessa giornata. Questo conferma l’importanza di stilare un calendario nazionale delle gare cinofile sul tartufo. Le gare concomitanti, oltre a ridurre la partecipazione, mettono in difficoltà i concorrenti che devono fa vorire una manifestazione a sca pito dell’altra. Ci auguriamo che nel 2016 si metterà riparo a questa situazione dannosa. Classifica gara libera 1) – Zanelli Fabio con ESTER – 0.52.58. 2) – Colombo Fabio con OTTO – 1.01.35. 3) – Zanelli Fabio con DOLLY – 1.06.16. 4) – Zancarli Claudio con AMBRA – 1.14.69. 5) – Bottega con REXA – 1.20.53. 6) – Colombo G. con MOKA – 1.20.84. 7) – Isella Enzo con FOSCA – 1.25.66. 8) – Zanelli Fabio con IOR – 1.26.19. 9) – Cicogni Guido con GEO – 1.26.80. 10) – Butti con BLU – 1.34.84. PASTURO (LC) – Domenica 27 settembre L’inesauribile segretario dell’Ass. Tartufai Lariani Roberto Spada, compagine 7 07_08_TR1_16_Cinofilia sportiva.indd 7 14/12/15 10:08 Classifica cuccioli 1) – Martino con ELLYE – 1.25.09. 2) – Zanelli Fabio con TIM – 2.02.56. 3) – Zancarli Claudio con NATAN – 2.02.94. 7) – Dilema Michele con KELLY. 8) – Zanelli Fabio con ALDO. 9) – Damasseno Anselmo con CAMILLA. 10) – Calzi Stefano con PUPA.. Classifica Triangolare Interregionale Emilia-Romagna – Lombardia – Veneto. 1) – Zancarli Claudio con AMBRA - P. 273. 2) – Zanelli Fabio con ALDO – P. 247. 3) – Zanelli Fabio con IOR – P. 246. 4) – Colombo G. con MOKA – P. 241. 5) – Bertani con DEA- P. 228. 6) – Zanelli con DOLLY – P. 223. 7) – Cicogni Guido con GEO – P. 222. 8) – Isella con FOSCA – P. 199. 9) – Leonelli Enzo con ONDA – P. 197 10) – Mazzola Tiberio con KIRA - P. 191. ALBA (CN) – Domenica 11 0ttobre FINALE CAMPIONATO PIEMONTESE. Classifica finale 1) – Calzi Stefano con PUPA – Punti 191. 2) – Damasseno Anselmo con CAMILLA - P. 183. 3) – Damasseno Anselmo con BELLA – P. 180. 4) – Grillo G. Franco con MISSY – P. 179. 5) – Dilema Michele con POLY – P. 174. 6) – Zanelli Fabio con ALDO – P. 167. 7) – Dilema Michele con KELLY – P. 154. 8) – Calzi Stefano con ASIA – P. 130. 9) – Vignolo Alessandro con PEGGY – P. 129. 10) – Ottobrino G. Piero con DAYSY – P. 128. MONTEFIORINO (MO) – Domenica 25 0ttobre “Trofeo GIUNTINI” (PG). (Ottimi alimenti x cani). Premiazione Zancarli e Zanelli Premiazione Colombo Classifica gara libera cani adulti. 1) – Leonelli Enzo con LUPEN – Lagotto. 2) – Leonelli Enzo con BELLA – Tipo Cocker. 3) – Ferraguti Ermanno con PUPA – Tipo Bracco. 4) – Ferraguti Ermanno con GIUGIU’ – Lagotto. 5) – Leonelli Enzo con KIRA – Lagotto. 6) – Bettini Fiorenzo con JIO’ – Lagotto. 7) – Leonelli Enzo con ONDA – Lagotto. 8) – Cicogni Guido con OSCAR – Lagotto. 9) – Leonelli Enzo con BALU’ – Lagotto. 10) – Cicogni Guido con TINO – Lagotto. Premiazione Zanelli BOBBIO (PC) – Domenica 4 0ttobre Classifica gara all’americana in ring. 1) – Leonelli Enzo con BELLA – Tipo Cocker. 2) – Leonelli Enzo con LUPEN – Lagotto. 3) – Cicogni Guido con OSCAR – tipo lagotto. 4) – Ferraguti Ermanno con PUPA – Incrocio. 5) – Calzi Stefano con PUPA – Bracco. La 7a edizione della manifestazione è sta ta organizzata dalla Pro Loco, in collaborazione con Andrea Gatti titolare del sito Trifola bianca. Il Trofeo Giuntini è valido per la qualifi cazione al Campionato italiano 2016, come tutte le altre prove tenutesi dopo il 10 ottobre 2015, data in cui si è tenuto il campionato stesso. Enzo Leonelli ha riconferma to le buone prestazioni ottenute nel 2015 e soprattutto nella finale del Campionato. Complimenti a Enzo! Classifica cuccioli. 1) – Ferraguti Ermanno con ESTE – Tipo Bracco. 2) – Bettini Fiorenzo con BRENDA – Lagotto. 3) – Ferraguti Ermanno con KIRA – Lagotto. ALBA (CN) – Domenica 11 0ttobre Gara valida per la classifica finale del 3° Campionato piemontese. Classifica 1) – Calzi Stefano con NANA. 2) – Leonelli Enzo con BELLA. 3) – Dilema Michele con POLY. 4) – Grillo Gianfranco con MISSY. 5) – Vignolo Alessandro con PEGGY. 6) – Calzi Stefano con PUPA Gara multipla con riporto. 1) – Leonelli Enzo con LUPEN – Lagotto con 8 tartufi. Le classifiche delle gare disputa te da novembre in poi saranno pubblica te nell’edizione successiva, assieme ad altre precedenti di cui non ci sono pervenuti i risultati. 8 07_08_TR1_16_Cinofilia sportiva.indd 8 16/12/15 10:59 Cinofilia Sportiva 15 MAINI ALEX - Varzi (PV). MIRANO PIERO - Santa Libera (CN). OTTOBRINO g. PIETRO - Sommariva P. (CN). PETRAROIA ANTONIO - Cercemaggiore (CB) RIVI STEFANO - Sassuolo (MO). SPADA ROBERTO - Merate (LC). VERCESI GUIDO - S. Damiano Colle (PV). VITONE GIUSEPPE - Cercemaggiore (CB). ZANELLI FABIO - Mordano (BO).Vincitore di ben 143 gare locali. Oltre una decina di concorrenti non hanno potuto essere presenti a causa d’imprevisti, per cui il girone da 48 cani è stato ridotto a 32. Il livello di preparazione dei cani si è dimostra to molto alto, poiché i tartufi generalmente erano segnalati in meno di un minuto. Campionato italiano cani da tartufo in ring Da destra: Anselmo Damasseno con Lina e Bellaprima e seconda classificata. Enzo Leonelli con Lupen terzo classificato. Andrea Gatti, delegato dal Comitato sportivo di FNATI, per l’organizzazione del Campionato Italiano 2015, ci manda la cronaca dell’avvenimento. Sabato 10 ottobre 2015 ad Alba (CN), di fronte ai padiglioni dell’Ente Fiera, Andrea Gatti, delegato responsabile della cinofi lia sportiva di FNATI (Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiana), Giudice responsabile della manifestazione, ha dato il via alla finale del Campionato Italiano di cani da tartufo in ring, in collaborazione con l’Associazione Trifulao Colline di Langa di Neive (CN), capitanata dal presidente Piercarlo Vacchina. LA GARA Venerdì 9 ottobre, la squadra composta di Andrea Gatti, Aramis Gregari entrambi dell’Ass. Tartufai Reggiani, assieme Piero Scavino dell’Ass. Trifulao Colline di Langa, si sono ritirati per confezionare ben due kg di T. uncinatum. La mattina seguente; all’alba, sono stati seppelliti nel campo di gara tutti i tartufi (ben 165). I due kg di tartufi sono stati gentilmente offerti dall’Ass. Trifulao di Neive, che si ringrazia sentitamente, poiché vista l’annata scarsa, sul mercato avrebbero fruttato oltre 300 euro. Alle ore 09,00 di sabato 10 ottobre, il sorteggio ha definito le coppie per dare inizio alla gara. Si ringraziano i concorrenti Calzi Stefano, Leonelli Enzo e Fabio Zanelli, per la loro sportività, avendo favorito le operazioni di sorteggio ritirando un cane a testa dalla competizione. La prestigiosa fi nale del Campionato Italiano patrocinata da FNATI, ha visto la partecipazione di concorrenti giunti anche da località lontane; un ringraziamento speciale va ai partecipanti giunti dal Molise (Cercemaggiore - CB), nelle persone di D’Aversa Angelo, Laudo Lucio, Petraroia Antonio e Vitone Giuseppe, che hanno percorso circa 1000 km per raggiungerci. A tutti concorrenti è stata consegnata dalla Federazione una pregiata pergamena, quale attestato di partecipazione. La finale si è svolta all’americana (a eliminazione diretta) con un girone composto di 32 cani, condotti dai seguenti partecipanti; CALZI STEFANO da Capoponte (PR). CICOGNI GUIDO - Monte San Pietro (BO), vincitore del Campionato 2012. COLOMBO GUIDO - Lecco. DAMASSENO ANSELMO - Orco Feglino (SV). D’AVERSA ANGELO - Cercemaggiore (CB). DI LEMA MICHELE - Cossano Belbo (CN). FERRAGUTI ERMANNO - Modena. Vincitore dei Campionati 2013 e 2014. GUALANDI EZIO - Lecco. GRILLO G. FRANCO - Mallare (SV). Vincitore del Campiona to piemontese 2014. LAUDO LUCIO - Cercemaggiore (CB). LEONELLI ENZO - Modena. Vincitore di numerose gare locali. Classifica finale 1) - DAMASSENO ANSELMO - con LINA, cagna tipo Breton. 2) - DAMASSENO ANSELMO - con BELLA, simpatica e tenerissima Jach Russel nata sorda, ma molto motivata, che ha riscosso la simpa tia del numeroso pubblico presente. 3) - LEONELLI ENZO - con LUPEN,serioso e determinato Lagotto Romagnolo roano doc. 4) - MAINI ALEX - con OMBRA - stranamente, calmissimo Border collie. 5) - CALZI STEFANO - con PUPA - belle e brava Bracca, cagna che si piazza costantemente bene. 6) - ZANELLI FABIO - con ALDO - Springer molto forte e temibile. 7) - COLOMBO GUIDO - con MOKA cane assai intraprendente. 8) - CICOGNI GUIDO - giovane lagotto molto promettente. Questi sono i primi otto classificati che si sono divisi il cospicuo monte premi costituito da coupon carburante. FERRAGUTI ERMANNO da Modena, vincitore degli ultimi campiona ti italiani (2013-2014) ha ceduto sportivamente lo scettro al vincitore indiscusso del Campionato 2015: DAMASSENO ANSELMO, bravo concorrente che meritava questo riconoscimento visti i costanti e rilevanti risulta ti ottenuti nelle varie gare locali. Si ringraziano tutti i partecipanti e i numerosi sponsor di questa fi nale che resterà negli annali della cinofilia sportiva sul tartufo. UN CALDO CIAO! Andrea GATTI – (TITOLARE di TRIFOLA BIANCA) - www.trifolabianca.it. 9 09_TR_1_16_Cinofilia sportivao.indd 15 14/12/15 10:07 Cinofilia Sportiva Campionato italiano FNATI 2016 Come ogni anno anche per il 2016 FNATI donerà il proprio patrocinio per il “Campionato Italiano”. Quest’anno ne cambieremo la formula; in considerazione delle esperienze positive degli anni scorsi, sarà suddiviso in tre aree geografiche predefinite, così suddivise: - Nord-Italia; esclusa la Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini); Centro-Nord; comprendente Romagna, Umbria, Marche, Toscana e Sardegna; Centro-Sud; comprendente: Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Tutte le gare cinofile disputate dopo la data del 10 ottobre 2015 saranno considerate valide per la partecipazione alla finale del Campionato Italiano 2016, manifestazione che avrà luogo in una località del Centro-Italia da stabilire. CONVOCAZIONE ASSEMBLEA: Si comunica che sabato 23 gennaio 2016, alle ore 15,00 in località San Vittore di Cesena, uscita E/45 (Ravenna-Roma), presso il Ristorante Cerina, avrà luogo un’Assemblea delle persone interessate, per discutere e deliberare sui seguenti punti all’ORDINE DEL GIORNO 1) – Formulazione del calendario delle Gare cinofile libere sul tartufo del 2016. 2) – CAMPIONATO ITALIANO: a) – Definizione zone geografiche dei tre gironi; b) – Località ospitante delle prove finali; c) – Nomina dei coordinatori dei gironi; d) – Nomina del Comitato cinofilo. e) – Nomina Giudici di gara. f) – Regolamento. g) – Modalità d’esecuzione delle prove finali. h) – Quota d’iscrizione. i) – Modalità d’elargizione del montepremi. j) – Varie ed eventuali. Chi non potrà partecipare è pregato di comunicare a FNATI la data della propria gara cinofila. Riferimenti: Ristorante CERINA - Via San Vittore, 936 - San Vittore – Cesena (FC) Tel. 0547 – 661115 – 668118 – E-mail: [email protected]. AUGURI di BUON NATALE!!! COMUNICAZIONE PER GLI ABBONATI Si comunica che a seguito della diminuzione degli introiti pubblicitari, saremo costretti, nostro malgrado, a rivedere l’ammontare della quota d’abbonamento riguardante l’esercizio 2016. A breve, stabiliremo l’entità dell’aumento, per cui vi preghiamo di attendere il nuovo bollettino postale per il versamento. Il taglio e lo spessore della rivista resteranno comunque immutati. Distinti saluti. SEGRETERIA FNATI 10 10_TR_1_16convocazione_assemblea.indd 10 14/12/15 10:06 Tartufi / Cina La raccolta e la vendita di tartufi in Cina di Christian Malaurie, ex presidente dei tartuficoltori della Regione di Martel, del dipartimento del Lot e della regione dei Midi-Pirenei. N el numero 91, la rivista Le Trufficulteur pubblica il primo, di tre articoli sul tartufo in Cina. Il primo articolo tratta della vendita, poi nel secondo (numero 92) si vedrà la raccolta in loco e, infine, si parlerà della sperimentazione nel numero 93. Questi tre articoli contengono il resoconto del viaggio organizzato a fine novembre 2014 da Pierre Sourzat su invito di personalità cinesi nell’ambito del 3° Festival del tartufo di Chengdu e Panzhihua. Il nostro gruppo di 20 francesi, per lo più tartuficoltori, (vedi Truffi- culteur n°89, pag. 22), ha vissuto un’esperienza unica sulle tracce di questo misterioso tartufo cinese che ancora fa tremare il mondo della tartuficoltura francese. L’esperienza francese è stata particolarmente apprezzata da scienziati e tartuficoltori cinesi che saranno presenti al congresso sui funghi micorrizici commestibili previsto per il 2016 a Cahors. Una bella mostra di campioni in espozione (PH. Ch. Malaurie) La delegazione cinese ha organizzato questo viaggio come un percorso di scoperta dei loro tartufi che potesse stimo- lare la nostra curiosità. È stato un grande successo e nulla ha ostacolato il nostro desiderio di comprendere la filiera del tartufo in Cina. Dopo aver raggiunto un livello che è triplicato rispetto ad alcuni decenni fa, i nostri interlocutori hanno valutato la raccolta del 2014 in 300-400 tonnellate di tartufi raccolti in Cina, dei quali noi abbiamo visto solo un’infima parte. La Cina esporta i suoi tartufi in 85 paesi. KUNMING 28 NOVEMBRE 2014, ORE 11 DI MATTINA, MERCATO DI SMISTAMENTO Nella prima periferia della città di KunMing troviamo il mercato dei prodotti alimentari di Beiyuan dove si vendono verdura, frutta e tutti i beni di cui la popolazione può avere bisogno, esposti come nelle nostre fiere di una volta. L’autobus ci lascia all’ingresso di questo mercato, che brulica di gente. Al centro, un gruppo di danza popolare della città balla una musica tipica dei luoghi di montagna. Gli altoparlanti diffondono musica e canti etnici e coprono il frastuono delle 300-600 persone presenti che ci stanno senza dubbio aspettando da un po’. I costumi dei ballerini ci confermano che questa festa fa parte di un mercato che si preannuncia eccezionale. Tutto intorno a questa piazzetta in leggera pendenza, sono esposti ogni tipo di funghi e di tartufi secchi o freschi. Ci conducono direttamente ai posti d’onore di fronte a un palco dove si svolgerà il concorso che premia il tartufo più bello, in cui ogni esemplare sarà presentato a turno dai diversi gruppi etnici. Il tempo di sistemarsi in prima fila (un centinaio di persone del posto partecipano seduti dietro a tutti) e la folla si accalca per vedere lo spettacolo. Noi aspettiamo... nel frattempo, donne e uomini in giacca rossa, pantaloni neri, scarpe sportive bianche, ritmano i loro passi con un tamburo a tracolla. I ballerini continuano questo ritmo molto fisico scandito da piccoli fischi che segnano il cambio di passo secondo figure che traggono ispirazione dalla ginnastica cinese che ritroveremo più avanti nei parchi di Pechino. Sulle bancarelle a destra ci sono i tartufi in tutte le loro forme in presentazione per la vendita; tartufo fresco in belle cassette di plastica bianche, tartufi secchi tagliati a fette di tutte le dimensioni divisi per peso. Bevande alcoliche al tartufo vendute come le prugne all’Armagnac. Tartufi lavati o non lavati ma ripuliti della loro terra rossa ricca di ossidi di ferro o talvolta nerastra. Possiamo convenire che un mercato del genere stimolerebbe l’olfatto di chiunque anche a centinaia di km. Si susseguono tartufi dal diametro straordinario che troneggiano come “rose di sabbie proteiformi” e il cui peso varia tra i 500 e gli 800 g. Andando oltre troviamo una serie di tartufi di varie dimensioni apparentemente selezionati, non lavati, in ceste di bambù contenenti 3 o 4 kg, omogenei, con indicazioni in cinese. Si tratta evidentemente di un altro concorso che punta molto sulla presentazione e le qualità commerciali. I più valutati sembrano essere quelli tra i 3 e i 5 cm. Nel frattempo si organizza il concorso. Nella sfilata di eleganti ragazze dai costumi colorati che riflettono la loro etnia vengono presentati i più grandi esemplari di tartufi rinvenuti nei territori di montagna a cui appartiene ciascun 11 11_14_TR_1_16tartufi_cina.indd 11 14/12/15 10:06 gruppo etnico. Questa parte è stata pensata a imitazione delle sfilate di alta moda di Parigi. I ballerini si fermano e cedono il passo a questa “Fashion Week del Tartufo” che inizia con una musica ritmata molto bella: il successo è immediato, scrosciano gli applausi. Come in Francia, anche qui i tartufi dichiarati vincitori sono per lo più quelli lisci. I tartufi vengono applauditi calorosamente e la delegazione francese viene invitata a presiedere la giuria finale delle quattro bellezze più meritevoli: ovviamente parliamo di tartufi. I francesi, forti della loro esperienza, chiedono di aggiungere un criterio supplementare (cosa tipicamente francese) e di poter annusare il tartufo! Ovviamente questo aspetto sarà quello che interesserà di più ai fotografi ufficiali, numerosi come sempre, a caccia di bei scatti. Vengono distribuiti, come convenuto, i vari premi ai vincitori che, neanche a dirlo, sono solo uomini. Non si tratta di medaglie, ma di targhe scolpite su cui sono indicati il luogo e la data di questo prestigioso concorso. Le targhe sono di bronzo su una base di legno intagliato - simili a quelle del bouclier di Brennus (lo scudetto assegnato a chi vince il campionato di calcio in Francia) - e verranno senza dubbio appese all’entrata dei negozi dei commercianti di tartufi. A questo proposito, abbiamo notato delle targhe identiche appese all’interno di diverse imprese commerciali, indicanti gli eventi importanti nella storia dell’attività. E i caveur mi direte voi? Sembrano appartenere a un altro “stadio” della raccolta, come vedremo più avanti. Riflettiamo insieme. La politica economica cinese è pragmatica e si ispira ai precetti capitalisti liberali o keynesiani. Sembra inoltre trovarsi in una fase ben specifica dello sviluppo del consumo interno, e fa uso di tutte le strategie pubblicitarie possibili, tra cui ecco spiegato questo esercito di fotografi che continuamente ci bersaglia, considerandoci Dèfilè per il concorso del tartufo più bello (PH. Ch. Malaurie) come protagonisti o comparse, a seconda del caso. Il blasone della cucina francese ci obbliga a non sottrarci a questa attenzione! Inoltre, questo evento ci ha offerto a noi visitatori (o possibili potenziali clienti) l’opportunità di comunicare con tutti gli operatori della filiera. È stata inoltre discussa la necessità di non estrarre più i tartufini di diametro inferiore a 20 mm, che non saranno più commerciabili, al fine di mantenere un massimo di inoculo, cosa che sembra essere una delle cause del recente calo del numero di tartufi raccolti. L’altra raccomandazione è quella di mantenere un prezzo giusto - dovere morale - a vantaggio dei tartufai che vivono in aree svantaggiate che sono, di base, le più vulnerabili (raccomandazione, questa, ben compresa da tutti e sempre valida...). Oltre ai tartufi, abbiamo notato molte varietà di funghi, soprattutto disidratati, in mostra su stand di grandi aziende Cerimonia di premiazione davanti alla delegazione francese (PH. Ch. Malaurie) dedite alla raccolta e disidratazione di funghi, a capitale italiano o tedesco. In base alle informazioni che ci sono state fornite, si tratta di joint venture - società commerciali - la cui parte materiale, gli investimenti si trovano in Cina e appartengono in parte ai cinesi. (In Cina, ogni joint-venture associa la metà di una società estera con un ente locale o un’azienda partner cinese). Solo per citare i più classici e celebri di questi funghi in vendita: gli agaricus, i porcini, gli shiitake, i pleurotus, i lattari, i russula rossi etc. Venduti al kilo dentro grandi sacchi di plastica. Con l’occasione menzioniamo alcuni fiori all’occhiello: - I Dictyophora indociata o Phallus induciata che hanno proprio la forma che tutti pensate. Possono inoltre vantarsi di avere proprietà alimentari comprovate e sono molto apprezzati sulle migliori tavole. Il loro prezzo garantisce longevità e, naturalmente, ardore. Furono serviti durante gli ultimi anni dell’Impero in occasione dei 60 anni dell’imperatrice Cixi... il che è tutto dire. - Il Cordyceps Militaris, simile a una lingua di gatto arancione che avrebbe proprietà antitumorali. - La Tremella fuciformis, l’orecchio d’argento, si trova sui rami morti delle latifoglie. Questo fungo è coltivato commercialmente ed è uno dei funghi più popolari nella medicina e nella cucina cinesi. Nessuna indicazione sui funghi allucinogeni tipo Psilocybe, claviceps e lo sterco di vacca che dovrebbero essere proibiti, come in Francia. Infine il Matsutaké (Tricoloma matsutaké) celebre fungo del pino, saporito e molto costoso, per questo lo si raccoglie. Il Ganoderma lucidum, parassita del legno, (farmacopea locale) è spesso presente e trasformato in polvere per curare tutto, perfino il cancro, e soprattutto per assicurare una lunga vita. Un altro best-seller. L’esportatore tedesco (anch’esso in joint-venture) presente come me al congresso mi ha rivelato che inviava 125 varietà di funghi in 85 paesi. Questo rende la Cina il principale crocevia del commercio di funghi. Anche in Francia vediamo svilupparsi molti negozi dove sono esposti questi funghi essiccati. Sulle bancarelle laterali troviamo, ginseng, zenzero e maca che fiorisce. Qui dobbiamo notare la forte presenza di questa piccola rapa peruviana che attualmente è molto diffusa in Cina. Si presenta asciutta ed è ricca di sali minerali e antiossidanti ma soprattutto di virtù che le attribuirebbero il nome di “viagra peruviano” indicato sia per gli uomini che per le donne. In qualche modo, può essere considerato il jolly della buona salute. Immaginiamo che l’uso non sia esclusivamente cinese, visto che nel paese l’export è un’istituzione. 12 11_14_TR_1_16tartufi_cina.indd 12 14/12/15 10:06 13 PARLIAMO DI PREZZI I tartufi lavati freschi sono venduti a 700 yuan (100 €) al kg con calibro superiore a 5 cm e 550 yuan (80 €) al kg per calibri da 3 a 5 cm. I tartufi a fette di 3-5 mm di spessore a 800 yuan al kg. Per i tartufi essiccati il prezzo raddoppia. Per un dilettante, è impossibile distinguere il T. indicum dal nostro T. melano fresco, tranne Tartufo di peso superiore ai 500 forse l’odore leggermente differente. grammi Possiamo anche notare (PH. Ch. Malaurie) l’assenza di buchi creati da insetti, segni di morsi di roditori e segni di putrefazione. Sembrano essere naturalmente resistenti a tutti questi flagelli che colpiscono il tartufo in Europa, a meno che non ci sia un segreto cinese per preservarli. Dopo una discussione con gli esperti, abbiamo conferma che le specie più comuni qui presenti sono il Tuber indicum di cui alcuni esemplari ancora freschi di raccolta emanano un aroma simile a quello del tartufo. Quando questo tipo di tartufo si secca questo criterio di selezione diventa impraticabile. - C’è un mercato per il Tuber borchii cinese, o anche detto tartufo bianco di Huidong (Huidong white truffle) un tartufo, che non abbiamo assaggiato, che presenta la gleba color vinaccia. Per la sua fossetta sembra essere lo stesso che il yellow skin truffle, sarà così? - Il tartufo dalle spore verdi di Huidong (Huidong green spores) è un’altra varietà. Questo nome, “Huidong” si riferisce a tartufi della regione del Sichuan. Ovviamente questi non sono oggetto di una selezione speciale. - Il Tuber aestivum o uncinatum, Tuber sinoaestivum, color nocciola, è l’unico che può vantare il gusto e l’odore che lo caratterizza e sul quale la confusione con i tartufi europei potrebbe causare alcune dispute future. Si riconosce in alcuni lotti per il peridio più grossolano, come per i nostri tartufi. Non sembra molto diffuso nei lotti osservati. - Il Tuber panzhihuaensis del quale potremmo aver mangiato degli esemplari mischiati con l’Indicum. Non sembra essere oggetto di una selezione particolare. Tutti questi funghi secchi non avevano prezzi esposti nel negozio con il nome di Shenglong-Junhe che domina la piazza. Lì erano esposti tutti questi funghi, in preparati, in liquori alcolici speciali, o secchi in confezioni di circa 500 g pronti all’uso. C’erano anche torte al tartufo e alla rosa prodotte da un’azienda cui facemmo visita durante la giornata. Accanto al mercato ufficiale coperto, signore piuttosto anziane avevano portato un po’ di prodotti del giardino nel loro paniere, unica nota veramente tipica della Cina antica in un mondo molto moderno e perfettamente organizzato. Mentre eravamo presenti, abbiamo notato pochi scambi commerciali per i tartufi. Ci siamo resi conto che si trattava di una fiera espositiva eccezionale, che si svolgeva nello stesso posto in cui vengono commercializzati i funghi per la gente del posto (una popolazione di circa 2 milioni di abitanti). L’entità dell’autoconsumo era chiaramente difficile da valutare. 30 NOVEMBRE 2014. I MERCATI DI PRIMA RACCOLTA DI ALA Questa avventura chiamata “viaggio nei tartufi cinesi” inizia con un tragitto di cinque ore, da Yunnan a Sichuan e, come richiesto in Cina, tutti in gruppo con dei fuoristrada con pass prioritari. Il primo fuoristrada, di colore rosso vivo, non poteva passare inosservato perché procedeva come se stesse gareggiando per la Parigi-Dakar. Io vi ero salito e, prossimo alla nostra destinazione, il fuoristrada catturava l’attenzione sfrecciando tra strade di campagna abituate a vedere biciclette, moto, e motocoltivatori con rimorchio. Dobbiamo raggiungere il villaggio di Ala prima della fine del mercato, ovvero verso mezzogiorno, e ci riusciamo dopo molti colpi di clacson, per farci largo nelle strette e trafficate strade di montagna. È interessante notare che durante il viaggio che ci conduce nella provincia di Sichuan, il paesaggio è di montagna, e poi scopriamo la profonda valle dello Yangtze. Il nostro autista, commerciante di tartufi che possiede negozi a Panzhihua e Chengdu (pochi milioni di anime), non manca di segnalarci le tante zone di montagna dove crescono i Pini armandii, famosi per i loro tartufi selvatici detti Song-lou. Il mercato di Ala si estende lungo una stradina di questo villaggio scosceso su una terrazza di una valle in alcuni punti strettissima. Gli abitanti sono gente di campagna che coltiva verdura e alberi da frutta. Il clima, nonostante l’altezza di quasi 1000 m, è molto mite, il che spiega la coltivazione degli aranci. Si tratta di un mercato molto tradizionale in cui è possibile approfittare della vendita di pipe e tabacco a mazzi, del dentista che fa sfoggio delle sue dentiere, della venditrice di pepe sfuso di Sichuan, del tè verde e nero che si fonde con il gelsomino, delle erbe e dei funghi secchi, delle verdure e della frutta e, inoltre, degli strumenti forgiati a mano, dell’abbigliamento all’ultima moda che è un incrocio tra le fiere di Gramat degli anni ‘60 e quelle del 2014. Niente a che vedere con i quartieri delle città moderne dove eravamo stati ricevuti il giorno prima. La Cina corre veloce verso il la modernità, troppo veloce, ma si rende conto tuttavia che così rischia di distruggere il suo patrimonio, che le mancherà quando la domanda interna del turismo vorrà virare verso la sua storia. Si è visto anche a Pechino, dove sono stati ricostruiti gli ultimi Hutong (case basse). Qui gli occidentali, vale a dire noi, non sembrano essere considerati come intrusi. Tutti appaiono felici di frequentarci perché è probabile che siano pochi i turisti che si avventurano fino a questo remoto villaggio. Purtroppo, la barriera linguistica non fa altro che suscitare simpatici sorrisi durante i nostri acquisti. Begli esemplari di funghi secchi alla vendita (PH. Ch. Malaurie), In un crocevia di strade troviamo il mercato di maiali di 25 kg, placidamente posati in cesti di bambù. Le povere bestie ci fissano con i loro occhi inquieti. I tartufi in mostra, sono (simbolicamente?) vicini ai maiali in casse di plastica accanto a quelle della maca (vedi sopra), frutto di un re- 13 11_14_TR_1_16tartufi_cina.indd 13 14/12/15 10:06 cente acquisto. Il tutto viene lasciato asciugare sotto il sole d’autunno. Questi tartufi vengono portati al tartuficoltore che ha un’attività ben avviata sulla strada, davanti a un magazzino che vende di tutto, e sembra essere specializzato in questo tipo di prodotti. Andando oltre troviamo un concorrente che sembra svolgere lo stesso lavoro, seduto in giacca e cravatta sotto il sole. Improvvisamente si alza e pesa la merce portata da un tartuficoltore. I tartufi sono “en terre”, come nel Lot, con il loro peridio un po’ carico: per questo riteniamo che il tartuficoltore abbia palesemente perso la spazzola, come dicono i commercianti. La dimensione varia principalmente tra i 2 e i 5 cm e la quantità è inferiore a un sacco da 25 kg perché i tartufi sono già un po’ secchi. I prezzi rimangono segreti ma si parla di 50-60 yuan al kg (€ 35-40). Questi tartufi dovranno rifare il nostro tragitto per andare in città. Begli esemplari pronti per l’esportazione (PH. Ch. Malaurie) confermando quanto era stato notato sulla proprietà dei VISITA A UN COMMERCIANTE, SECONDO LIVELLO RAGGRUPPAMENTO Sulla via del ritorno ci fermiamo nella periferia di Panzhihua presso un grossista che può essere paragonato al 2° livello di raccolta. Ci siamo fatti un’idea sulla raccolta dei tartufi. Il T borchii (clone cinese) viene separato dal T. indicum e simili, classificati per dimensione e messi in frigorifero. La qualità e la presentazione dei tartufi, siano essi lavati o non lavati, era la stessa del mercato precedente, il che va Piccola partita di T. Borchii (PH. Ch. Malaurie) Matsutakès e lattari vicini al T. Indicum (PH. Ch. Malaurie) produzione / tartufi tartufi presenti. Abbiamo anche notato la presenza di molti imballaggi per la spedizione. Se il tartufo cinese, visto dalla Francia, è spesso un mistero, la visita in loco dimostra come questo sia recente nella cultura cinese, dove i funghi mantengono un posto di rilievo. Nel prossimo numero vedremo come viene raccolto e ciò permetterà di capire meglio le condizioni di produzione e le prospettive economiche. Vedendo poi le sperimentazioni in atto ci si renderà conto di come i cinesi si interessano allo sviluppo di questa risorsa in via di esaurimento nell’ambiente naturale. Continua nella prossima edizione Andamento campagna di raccolta P urtroppo le previsioni pessimistiche espresse nell’edizione 3/2015 a pag. 7, si sono generalmente avverate. Salvo qualche limitata zona del Sud-Italia la raccolta si è rivelata assai scarsa di raccolte autunnali: (Tuber magnatum e T. aestivum var. uncinatum). L’andamento climatico si è caratterizzato con troppe piogge primaverili e poche estive, parametri che per ottenere produzioni abbondanti devono essere invertiti. Da constatazioni eseguite recentemente in campo, pare che il fenomeno negativo conseguente al clima sopradescritto, in gran parte, non si sia ancora normalizzato, cosa mai accaduta. Questa situazione se si protrarrà, potrà causare una scar- sità di raccolta del T. aestivum anche nel 2016. Pare che questa mancata produzione sia stata riscontrata generalmente anche sui mercati esteri, fenomeno, pure questo, mai accaduto. Ciò nonostante il tartufo sulle bancarelle dei mercati nazionali non è mai mancato, poiché a causa del prezzo elevato, le vendite hanno avuto un andamento ridotto. Speriamo che con la fase lunare del dicembre 2015 si presenti come spesso avviene, una produzione tardiva. Vorremmo rassicurare i nostri colleghi tartufai per il 2016, ma per ora non siamo in grado di farlo. Non ci resta che attendere la primavera per esprimerci nuovamente. 14 11_14_TR_1_16tartufi_cina.indd 14 14/12/15 10:06 Veterinaria Dr. Farinelli Franco, medico veterinario in Spezzano (MO) Le sacche anali del cane Le ghiandole paranali o sacche paranali, sono due piccole ghiandole situate sotto la pelle di entrambi i lati dell’apertura anale, in cani, gatti e altri carnivori. Tali ghiandole, producono normalmente un fluido denso, di colore bruno-verdastro, con un caratteristico cattivo odore, e vengono, a volte, chiamate “ghiandole odorifere”, perché svolgono un ruolo nella marcatura del territorio. Normalmente, queste ghiandole sono spremute con il passaggio delle feci, cosicché il loro contenuto fuoriesce e si mescola al materiale fecale: esso, infatti, contribuisce in parte a dare alle feci il loro tipico odore. A volte, però, questo meccanismo può non avvenire in modo regolare, per motivi di stitichezza, o per feci troppo molli, o per carenza di tono muscolare (come spesso capita in animali obesi), o per squilibri alimentari; ciò porta alla ritenzione del secreto nelle ghiandole. Queste allora si gonfiano, provocando un forte fastidio al cane, il quale tenta di svuotarle trascinando il sedere in terra, (in gergo si dice che il cane “fa la carriola”). E’ possibile, a questo punto, che una o entrambe le ghiandole si infettino e che si possa formare un ascesso, molto doloroso. Si vedrà allora il cane leccarsi di continuo la zona perianale e apparirà nervoso poichè infastidito dal dolore. In alcuni casi vi può essere un rialzo febbrile, per cui l’animale apparirà debilitato. L’ascesso si nota a occhio nudo come un rigonfiamento arrossato, dolente e caldo a fianco dell’ano e quando poi fistolizza, cioè si rompe, fuoriesce del pus. I cani di piccola taglia sono maggiormente predisposti ai disturbi delle ghiandole anali rispetto ai cani di taglia grande, sia per l’avere un condotto escretore molto stretto, sia per un secreto molto denso. Più raramente, la disfunzione della ghiandola anale può essere il risultato di un tumore; esistono comunque, delle forme di adenocarcinoma dei sacchi paranali, e purtroppo, spesso si tratta di tumori maligni. E’ possibile svuotare le sacche anali realizzando una spremitura manuale (effettuabile facilmente anche da parte del proprietario del cane); in alcuni casi, però, deve essere infusa una soluzione fisiologica nelle ghiandole anali per facilitarne lo svuotamento, e questa manovra è realizzabile solo da parte del veterinario. Se esiste il sospetto di una infezione allora sono raccomandati antibiotici e antinfiammatori. In alcuni casi, è consigliabile modificare l’alimentazione passando a una dieta ricca di fibre per aumentare la massa fecale e facilitare lo svuotamento meccanico delle ghiandole. Si può raccomandare una dieta ipoallergenica nel caso in cui si ritiene che l’allergia alimentare o l’intolleranza verso certi tipi di alimenti possa essere una concausa importante nella genesi della patologia. Anche una dieta squilibrata e basata unicamente sull’apporto di carne può essere un fattore importante da considerare, così come l’utilizzo di diete commerciali troppo energetiche, poichè possono aumentare l’attività secretiva delle ghiandole. E’ anche importante notare che in alcuni animali, l’infiammazione delle sacche si manifesta senza il concorso di fattori predisponenti identificabili. Quando il problema si presenta frequentemente, può rendersi necessario un intervento chirurgico risolutivo, chiamato: “sacculectomia”, che consiste nell’asportazione delle ghiandole anali. 15 15_TR_1_16_sacche_anali.indd 12 14/12/15 10:05 Notizie varie Convegno: Tartuficoltura per il recupero delle zone marginali e tutela del tartufo lariano Q l 26 settembre, a Barzio (Lc), presso la sala: Ing. Pietro Pensa della Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera, ha avuto luogo il convegno suddetto, organizzato dall’Associazione Tartufai Lariani. Programma dell’evento: Saluti: Ezio Gualandi (Presidente Associazione Tartufai Lariani). Cenni Storici: Dott. Attilio Selva (Naturalista). Relazione tecnica per un buon esito di un impianto di tartuficoltura: Dott. Gabriella Di Massimo, (Agronomo e micologo). Successi e insuccessi, degli impianti tartufigeni in Italia: Bruno Sabella (Presidente FNATI). Legislazione Lombarda per il riconoscimento di tartufaie coltivate e controllate: Dott. Simone Rossi (Provincia di Como). CRONACA Ezio Gualandi – Reca i saluti della sua Associazione, si dichiara molto soddisfatto per il grande afflusso di pubblico che ringrazia sentitamente, presenza inattesa, poiché si tratta del primo convegno organizzato sul tema “tartuficoltura”. Attilio Selva – Traccia la storia del mitico tartufo, sino a giungere ai giorni nostri, arricchendo la narrazione di curiosità e aneddoti che rubano l’attenzione del pubblico. Gabriella Di Massimo – Illustra le scoperte scientifiche che hanno portato a un notevole miglioramento della tartuficoltura. Sconsiglia il “fai da te”, suggerisce a chi desidera avvicinarsi a questa bella attività di rivolgersi sempre a un tecnico, poiché una buona partenza che tenga conto della vocazione del terreno e dell’ambiente è indispensabile per avere successo. Bruno Sabella – Dichiara di essere un tartuficoltore da circa trent’anni, aggiunge che la coltivazione del tartufo è una bella attività, si lavora a contatto con la natura e si vedono crescere giorno per giorno le piantine curate amorosamente. Precisa che non si tratta di una scienza esatta, poiché molte sono le variabili che possono portare a successi parziali. Consiglia di non farne lo scopo della propria vita e di considerarla come una curiosità e uno sport salutare. Concorda con la relazione di Gabriella Di Massimo, poiché ammette di aver fatto molti errori per la mancanza di consulenti preparati, prosegue dicendo che sul mercato esistono “pseudo aziende” che truffano i clienti vendendo loro piante non certificate a prezzi elevatissimi, ditte che sistematicamente spariscono dopo qualche anno dal mercato senza far fronte ai propri impegni, per poi apparire sottoforma di nuove aziende. Dichiara che FNATI favorisce questa pratica, ma desidera che gli aspiranti “tartuficoltori” non siano illusi ma informati correttamente; aggiunge che le associazioni aderenti sono in grado di fornire le giuste informazioni tramite i loro referenti tecnici e scientifici. Simone Rossi – Illustra ai presenti e soprattutto ai numerosi possessori di terreni presenti, la prassi che bi- sogna seguire per la realizzazione e il riconoscimento degli impianti di tartuficoltura, pratiche molto simili a quelle delle altre regioni. Precisa che la Legge lombarda prevede aiuti e finanziamenti per la realizzazione degli impianti. Si apre quindi un lungo dibattito, ricco di domande pertinenti e talvolta curiose, rivolte ai vari relatori, domande che proseguono al punto tale, che cala la sera e giunge l’ora di recarsi a cena. Commento - Devo ammettere che il convegno è veramente ben riuscito, sia per il folto pubblico, che si è dimostrato molto interessato e sia per l’ottima organizzazione. Non dimeno per la soddisfazione dei relatori, premiati dall’interesse e da fragorosi applausi. Complimenti ai Tartufai Lariani, compagine molto intraprendente e attiva. COMUNICATO di COLDIRETTI. Un comunicato stampa in: ECONOMIA – ATTUALITA’, promosso dall’organizzazione agricola su citata, recita quanto segue: Con i prezzi del tartufo che hanno raggiunto anche i 300- 00 euro a etto, praticamente il doppio rispetto alle quotazioni dello scorso anno, è importante garantire la trasparenza di un prodotto che è una delle eccellenze del Made in Italy a tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti, in occasione della consegna del premio Tartufo d’Oro al presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo, alla mostra nazionale del tartufo bianco pregiato di Sant’Angelo in Vado. “Il Tartufo d’Oro è un premio che attraverso le mie mani va a 1,6 milioni di agricoltori italiani associati a Coldiretti” ha dichiarato il presidente Roberto Moncalvo nel ricevere il riconoscimento, sottolineando che “è necessario ora garantire una piena trasparenza di quella che è una della eccellenze del nostro Paese”. Il frutto più prezioso dell’autunno è da questi giorni il protagonista di mostre, sagre e manifestazioni, che stanno entrando nel vivo su tutto il territorio e che rappresenta un’ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti. Si stima che siano coinvolti complessivamente circa duecentomila raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti e aumentano un business che comprensivo d’indotto sviluppa un valore stimato di circa mezzo miliardo di euro tra fresco, conservato e trasformato. Commento – Io non sono a conoscenza della fonte che ha fornito i dati riguardanti il numero dei tartufai in attività e dell’indotto complessivo del tartufo, riferimenti che nessuno ben conosce poiché si tratta di stime presunte. Tutte le organizzazioni, giustamente, auspicano una maggiore trasparenza per quanto riguarda l’informazione e la tutela del consumatore di tartufi. In tutti i convegni, i relatori non mancano mai di trattare il 16 16_17_TR_1_16_Notizie varie.indd 18 14/12/15 10:05 tema dell’etichettatura trasparente, della tracciabilità dei prodotti, della tutela del consumatore; peccato che a Bruxelles, anche i parlamentari italiani che dovrebbero difendere le infinite eccellenze nazionali dalle imitazioni e dalle importazioni fraudolente, abbiano silenziosamente lasciato che passasse la legge che sancisce che a livello europeo “l’indicazione della tracciabilità dei prodotti non è obbligatoria”. (Il solito compromesso che fa in modo che ogni Stato si comporti come preferisce). Anche gli organi d’informazione non hanno divulgato a sufficienza alla notizia; guai mettersi contro Bruxelles! Si predica bene, ma si razzola male. Tartufi “TAROCCHI” sul mercato italiano. Lunedì 02 novembre 2015 Attualità, ha pubblicato un articolo che recita: Confcommercio mette in guardia: “Sono tuberi di specie botanica morfologicamente simile al tartufo e quindi facilmente confondibile”. PISA – Tartufi: attenzione alle frodi. E questo l’invito lanciato da ConfcommercioPisa con un’apposita circolare, a tutti i Pubblici Esercizi della provincia, in merito alla commercializzazione del pregiato tubero, che come ogni altro alimento è suscettibile di frodi e deve rispettare le norme in materia di sicurezza alimentare. Le frodi possono verificarsi soprattutto con i tartufi pregiati, il tartufo bianco e il tartufo nero, vendendo al loro posto tartufi di minor pregio o non commerciabili ai sensi dell’attuale normativa nazionale. “E’ lo stesso Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agro-alimentari (ICQRF) dell’area pisana – spiega il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli – ad aver raccolto segnalazioni relative all’ingresso sul territorio nazionale di quantità significative di tartufi provenienti da paesi dell’Est Europa, dal Marocco e a livello locale, la commercializzazione di tartufi di origine cinese e marocchina, tuberi di specie botanica del tutto diversa dal tartufo, ma morfologicamente simile e quindi facilmente confondibili”. Per scongiurare questo mercato “illegale” i cavatori, compresi i non professionali, per legge devono fornire all’acquirente (quindi ristoratori e affini) al momento della cessione del prodotto, un documento di tracciabilità dei tartufi, contenente alcune indicazioni fondamentali: dal nome e cognome del cedente, al numero del tesserino regionale, la data di cessione, la ragione sociale dell’acquirente, il nome scientifico del tartufo ceduto, il quantitativo espresso in grammi, la zona di raccolta. Un documento che va redatto a tutela degli operatori del settore alimentare, che come prevede il Reg. CE N. 178/02 devono essere in grado di “individuare chi abbia fornito loro un alimento, un mangime, un animale destinato alla produzione alimentare”. Per Daniela Petraglia, presidente di Confristoranti Confcommercio, è quindi necessaria un’opera di sensibilizzazione presso la categoria per l’acquisto consapevole dei tartufi: “Occorre scongiurare l’immissione nel mercato locale di tartufi d’incerta provenienza, che alimentano evasione fiscale e potrebbero essere persino dannosi per la salute. Rispettare la tracciabilità e richie- dere questo documento è quindi un obbligo a maggior tutela dei consumatori, degli imprenditori che operano nel settore eno-gastronomico e di salvaguardia di un prodotto tipico locale di assoluta eccellenza. Occhi aperti per un acquisto sicuro e consapevole”. Si ricorda che per la normativa regionale (Legge Regionale 11 aprile 1995 n. 50 e successive modifiche) si possono raccogliere e commercializzare solo nove specie (tartufo bianco, tartufo nero pregiato, tartufo moscato, tartufo scorzone, tartufo uncinato, trifola nera, marzuolo; tartufo nero liscio, tartufo nero ordinario); che la raccolta si può effettuare solo nei periodi ammessi dal calendario regionale; che il commercio del tartufo fresco è ammesso nei periodi previsti dal calendario regionale di raccolta e nella settimana immediatamente successiva al termine di raccolta; che per poter raccogliere i tartufi occorre munirsi di apposito tesserino di abilitazione; che la ricerca del tartufo deve essere effettuata con l’ausilio del cane appositamente addestrato e lo scavo deve essere realizzato con l’apposito strumento (“vanghetto”, dotato di lama tagliente innestata su breve manico). Commento – E’ giusto informare il consumatore per acquistare consapevolmente il tartufo. Desidero però rilevare che sulle bancarelle dei mercati italiani, salvo qualche rara eccezione, compare sempre il tartufo dichiarato con relativa targhetta indicante il nome in latino e in volgare della specie del tartufo esposto. Ho potuto osservare che talvolta assieme allo scorzone può esserci qualche raro esemplare di Tuber mesentericum (tartufo nero ordinario), che essendo esteticamente quasi uguale, può essere confuso con lo scorzone. Basta però annusarlo per avvertire un penetrante odore simile a quello del catrame, infatti, è stato classificato all’estero anche col nome scientifico di Tuber bituminosum. Si tratta comunque di un fungo ipogeo che dopo cottura è gradevole, poiché le cellule che odorano sgradevolmente sono termolabili e sono quasi completamente distrutte dalla temperatura di cottura. Il tartufo bianco pregiato può essere confuso con un fungo ipogeo denominato Choiromyces meandriformis, si riconosce per l’odore nauseabondo e anche per un carattere morfologico, alla base è un po’ appuntito ed è cosparso di macchie ferruginose, ma non è mai stato segnalato nei mercati. Presso certi mercati esteri non è raro trovare quantità rilevanti di tartufi di qualità inferiore rimescolati a quelli dichiarati, nel nero pregiato non è rara trovare T. uncinatum, T. brumale e tartufi non maturi. La legge italiana è l’unica che non consente l’importazione di tartufi o funghi ipogei d’origine extracomunitaria, anche se le norme internazionali CEE-ONU sulla libera circolazione delle merci lo consentirebbero. E’ probabile che le importazioni abusive rilevate, siano utilizzate nella trasformazione o da qualche raro ristoratore senza scrupoli che propina questi funghi ipogei scadenti, dandogli una dignità somministrandoli assieme ad aromi sintetici. Desidero rilevare un’inesattezza nel testo; secondo la legge dei tartufi, è il cessionario o acquirente del tartufo (commercio, industria o ristorazione) che deve dichiarare la provenienza del tartufo sul documento d’acquisto. Per quanto riguarda la trasparenza e la tracciabilità, anche in questo caso, vale quanto commentato nell’articolo precedente a questo. 17 16_17_TR_1_16_Notizie varie.indd 19 14/12/15 10:05 Pianta comare Rosa Canina (Rosa canina L. 1753) È l’antenata delle rose coltivate, fra quelle spontanee è la più comune in Italia, si trova frequentemente nelle siepi e ai margini di boschi. Etimologia – Questa pianta deve il nome: “Canina” a Plinio il vecchio, che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto delle sue radici. trollarne la diffusione poiché potrebbe rendere inaccessibile la tartufaia o farne cessare la produttività. Nella mia tartufaia ne ho trapiantate alcune nella zona del T. magnatum, che ho potato ad alberello, ma che producono scorzone. Per questo ritengo che possano essere proprio loro a produrre lo scorzone e anche perché denuncia un’evidente bruciata. Descrizione – E’ una pianta legnosa munita di gemme svernanti. E’ un arbusto spinoso, alto da 100 a 300 cm, con fusti legnosi, glabri e aculeati. E’ munita di radici profonde. Classificazione scientifica – Dominio: Eukaryota – Regno: Plantae – Sottoregno: Tracheobionta – Superdivisione: Spermathophyta – Divisione: Magnoliophyta – Classe: Magnoliopsida – Sottoclasse: Rosidae – Ordine: Rosales – Famiglia: Rosaceae – Sottofamiglia: Rosoideae – Genere: Rosa – Specie: Rosa canina – Nomenclatura binominale: Rosa Canina L.1753. E’ molto utilizzata per le cure omeopatiche, poiché è considerata fra le piante officinali più terapeutiche. Pare che abbia proprietà antiallergiche, antinfiammatorie, antiossidanti, depurative, immuno-modulanti e tonificanti. Le bacche contengono vitamina C, in una quantità di ben cinquanta volte in più degli agrumi. Secondo la tradizione popolare, la marmellata di bacche di rosa canina era in potente ricostituente ed era data principalmente ai bimbi molto gracili. Anche i cani da tartufo, nel periodo invernale, quando le bacche sono ben mature, talvolta se ne cibano. Non è raro trovare nell’apparato radicale di questi arbusti grappoli di tartufi. Questa pianta è molto infestante, per cui è bene con18 18_TR_1_16_pianta_comare.indd 12 14/12/15 10:04 Cinofilia Eroi Cani eroi show Esibizione di 200 eroi a quattro zampe Q uesto è il titolo della seconda edizione di TRAINER SHOW, che ha avuto luogo sabato 3 ottobre 2015. a Milano presso il Parco idroscalo, in una cornice naturale di grande effetto, da un lato il lago e dall’altro alberi secolari e verdi prati. Oltre 200 cani da soccorso si sono esibiti regalando incredibili emozioni e divertendo i numerosi spettatori, intervenuti nonostante la giornata sia iniziata sotto la pioggia per poi rasserenarsi. Programma: ore 10.00 – 13.00 – Esibizioni Cani Eroi; ore 13.00 – 14.30 – Pausa pranzo al sacco (Gentilmente offerto dall’organizzazione); ore 14.30 – 15.30 – Sfilata dei Cani Eroi e cani adottati; ore 15.30 – 16.30 – Premiazione pubblica da parte delle autorità; ore 17.00 Termine manifestazione. Alfonsina D’Auria si appresta a entrare in campo I cani si sono esibiti in diverse attività fornendo prova delle loro straordinarie abilità. Spettacolari sono state le dimostrazioni di salvataggio in acqua, da parte di oltre quaranta cani prevalentemente di razza Labrador (formidabili nuotatori), c’erano anche cani Terranova e pochi soggetti incrociati di grande fisico. Nel vasto campo, allestito con attrezzature specifiche per le varie specialità, erano presenti anche postazioni per la stampa e per presentatori molto professionali e competenti. La manifestazione è stata ripresa da Rai due, (L’arca di Noè). Le associazioni cinofile sono giunte da tutte le regioni italiane. Erano presenti numerosi corpi militari, Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardie Forestali, Vigili del Fuoco ma soprattutto circoli e associazioni cinofile no profit, composte di veri e propri appassionati di cinofilia con spirito altruista. Le specialità sono state numerose: Ricerca su macerie. Ricerca persone disperse. Ricerca con cani molecolari. Cani che preannunciano attacchi di epilessia. Cani per ricerca di esche avvelenate. Ricerca di esche chiodate. Pet-therapy. Soccorso alpino e altro. Una delle discipline più apprezzate e applaudite è stata la ricerca di esche avvelenate e di bocconi chiodati. Si è prima esibito il Corpo delle Guardie Forestali del Gran Sasso e Monti della Laga di Assergi (AQ), (corpo col quale FNATI intrattiene ottimi rapporti), che ha portato un bravo cane pastore belga malinois che ha segnalato con precisione la presenza delle esche av- velenate opportunamente celate. Poi si è esibito COAC (Circolo Otesia Attività Cinofile) di Massa Finalese (MO) circolo guidato con professionalità dal presidente Giuseppe Poggioli, dal vice Luciano Tassi e dall’addestratore Andrea Balboni, che con tre UCA – (Unità Cinofile Antiveleno), condotte sapientemente da tre esponenti del Gentil sesso, D’Auria Alfonsina, Fusè Anna e Pareschi Daniela, hanno bonificato una vasta zona infestata da numerose esche avvelenate e da bocconi contenenti corpi contundenti (vetri, chiodi e ami da pesca ecc.), trovandole tutte. Desideriamo rilevare che i cani sono stati adottati presso canili municipali e che generalmente sono i classici, simpatici e intraprendenti bastardini. Il regista RAI dell’ARCA di NOE’, nel pomeriggio ha voluto filmare nuovamente le prova di COAC con riprese ravvicinate e commentate opportunamente. Purtroppo a causa del fracasso causato dall’esibizione della banda con i tamburi e dagli sbandieratori, l’audio non è venuto bene. E’ molto probabile che RAI si recherà presso la sede di Massa Finalese, per un nuovo servizio televisivo, girato con calma e approfondito da interviste appropriate. RAI ha ritenuto che quest’attività sia una vera novità meritoria, di sicuro interesse per i telespettatori e a coronamento dell’impegno ammirevole e disinteressato di COAC, cercherà di darne grande visibilità al fine di salvare la vita a quanti più animali possibili. Il presidente Poggioli ha anche ricevuto alcune richieste di tenere dei corsi formativi in altre regioni italiane, per addestrare nuovi conduttori di cani antiveleno, richieste che avranno sicuramente un seguito. Siamo lieti di aver partecipato a questa meravigliosa manifestazione, poiché abbiamo trascorso una bella giornata in compagnia di persone sensibili, di quelle che la pensano come noi e che impiegano il loro tempo libero dedi19 19_20_TR_1_16_Cinofilia Eroi.indd 16 14/12/15 10:04 candosi gratuitamente ad aiutare il prossimo. Desideriamo complimentarci con l’organizzazione che è stata molto professionale. I responsabili ci hanno fissato un nuovo appuntamento alla terza edizione che si terrà nel 2017. Per chi volesse saperne di più, invitiamo a collegarsi con [email protected] o [email protected]. P. S. – Una troupe di RAI DUE, si è poi recata presso il Circolo COAC a Massa Finalese (MO) per realizzare un servizio approfondito sui cani da esche. Le riprese si sono svolte in parte nella mattinata, ma soprattutto di pomeriggio, presso il bosco del Castello di Massa. La registrazione è stata poi condensata in un filmato di quasi cinque minuti, che è stato trasmesso due volte dalla televisione nazionale nella rubrica: “Cronache animali”. E’ visibile il filmato su internet. Desideriamo ringraziare RAI DUE per la sensibilità dimostrata. Ricorrenza religiosa Da sin: Anna Fusè, Luciano Tassi, Daniela Pareschi, Alfonsina D’Auria, Andrea Balboni e il presidente Giuseppe Poggioli SANT’ANTONIO ABATE C ome ogni anno, desideriamo ricordare e onorare Sant’Antonio Abate, pubblicando un’immagine del grande Santo, che è stato un nostro collega tartufaio poiché in Francia si recava alla ricerca dei tartufi assieme al suo fedele porcello, animale con cui è sempre raffigurato. Proprio per questo è considerato il Patrono dei ricercatori di tartufo. La ricorrenza cade domenica 17 gennaio 2016, in numerosissime località è onorato e festeggiato con manifestazioni in suo ricordo. In località tartuficole, c’è l’usanza di donare alla chiesa corposi tartufi durante la messa a lui dedicata. In certi luoghi vige l’usanza di benedire i tartufai assieme ai propri cani, che in quella ricorrenza possono portare i cani in chiesa (senza che siano scalciati…). 20 19_20_TR_1_16_Cinofilia Eroi.indd 17 14/12/15 10:04 Avvelenamento / Animali Continua la criminale attività degli avvelenamenti! L e cronache giornalistiche proseguono a denunciare incessanti casi d’avvelenamento di animali domestici e selvatici, azioni inumane che avvengono in tutte le stagioni, anche quando la ricerca dei tartufi non avviene: Ci limitiamo a segnalarne alcuni avvenuti in regioni diverse. Art. Telegiornale Molise – (Marzo 2015) ISERNIA - Strage di cani con esche avvelenate, blitz della Forestale. Negli ultimi giorni, sempre più persone hanno denunciato il decesso di animali da compagnia e di selvaggina nella fascia di territorio compresa fra Isernia e Pesche a causa della presenza di esche avvelenate. Bocconi di carne macinata o patate lessate, contenenti pesticidi o veleni per topi; un richiamo irresistibile e spesso letale, per cani, lupi orsi, gatti e cinghiali. La Forestale supportata dal nucleo antiveleno dell’unità cinofila, ha perlustrato palmo a palmo la zona per bonificare il territorio e risalire ai responsabili. L’operazione è partita da Piane per estendersi poi a macchia d’olio alle zone circostanti. Boschi, sentieri, casolari abbandonati sono stati ispezionati dagli agenti e dai cani antiveleno alla ricerca di esche che spesso sono sistemate in punti strategici per preservare i raccolti dai cinghiali, per difendere gli allevamenti dai lupi o semplicemente per punire un cane troppo rumoroso. Commento – In questa eventualità, pur trattandosi di zone vocate alla ricerca del tartufo bianco, raccolta che generalmente cessa in dicembre, visto che gli accadimenti si sono verifi cati in periodo prima verile, non è proprio possibile incolpare i ricercatori di tartufo. Infatti, non sono minimamente sospettati. Ci fa molto piacere che siano stati impiegati i cani da veleno addestrati per la ricerca di esche avvelenate. 21_22_TR_1_16_avvelenamento.indd 12 Da Ancona Provincia Polpette al veleno: morti due cani. Castelfidardo (Ancona) 24 - aprile 2015 – Polpette avvelenate nelle aree verdi vicino all’asilo, due cagnolini le ingeriscono e muoiono. Ci risiamo, è l’ennesimo episodio di avvelenamento di cani in suoli pubblici che ha luogo nella Valmusone, questa volta con l’epilogo più triste di tutti, il decesso di due cani di piccola taglia che attirati da quei bocconi appetitosi ci hanno lasciato la vita. E’ successo ieri in zona Sant’Agostino di Castelfidardo, a pochi metri da dove settimane fa qualcuno aveva cosparso il bordo di un tratto di strada con una polvere bianca velenosa che non destava attenzione a una prima occhiata perché sembrava calce. L’intento comunque era lo stesso, fare fuori quei <<fastidiosi>> animali. I proprietari dei due cani uccisi hanno già sporto denuncia ai Carabinieri mentre l’Oipa e Legambiente davano l’allarme ieri, dopo aver trovato anche altri bocconi, simili però a quelli azzurrini che mesi fa avevano ridotto in fin di vita un cane a Villa Musone di Loreto, nei dintorni del vecchio asilo. E’ stato prelevato un campione dei bocconcini per farlo analizzare ma giù non c’è dubbio che si tratta di veleno. Potrebbe essere frutto di una bravata di una persona o un gruppo di amici oppure far parte di un piano più ampio ma al momento le forze dell’ordine non nutrono sospetti su alcun individuo responsabile di un gioco tanto spietato. Nell’area non sarebbero neanche presenti telecamere pronte a immortalare l’autore del gesto e nessuno, pare si sia accorto di movimenti strani. L’allarme intanto sta facendo il giro del web e in una manciata di minuti, sono fioccati commenti indignati su Facebook, uniti in un grido indirizzato all’autore del gesto per farlo uscire allo scoperto e ai padroni di cani e gatti per metterli in guardia su quello che potrebbe fa- 15/12/15 09:59 talmente mangiare i loro cari animali. Numerosi i casi simili registrati nei mesi scorsi anche tra la Chiusa di Aguglia e Polverigi, soprattutto nelle zone di campagna, dove erano stati trovati sempre bocconi lasciati nei campi come esche per gli animali. Di Silvia Santini Commento – Anche in questo caso, visto il periodo in cui è accaduta l’azione criminosa (a prile), non è possibile coinvolgere i tartufai. Non sa ppiamo come siano sta te bonificate le zone interessate dagli inquinamenti velenosi. Ferrara e Provincia. Dal Resto del Carlino. Bocconi avvelenati, cane salvato dai tartufai. Un tartufaio all’interno del Bosco della Panfilia mentre cercava i tartufi. Ferrara – 23 novembre 2015. E’ allarme nel Bosco della Panfilia per i cani al seguito dei tartufai e per tutta la fauna del prezioso ecosistema della planiziale di Sant’Agostino. E’ stata infatti segnalata la presenza di bocconi avvelenati. A riferirlo con l’obiettivo d’informare tutti i frequentatori dei suoi sentieri sono dei cercatori di Casalecchio (Bologna). L’episodio che ha coinvolto un gruppo di loro, risale a sabato, <<in due con i loro quattro zampe al seguito, sono entrati dal cancello principale alle sei di questa mattina – raccontano – Non appena imboccato l’ingresso uno ha notato il cane andare avanti e poi a destra; lo ha visto prendere qualcosa in bocca>> . E’ scattata subito l’emergenza. <<Siamo abituati a un rapporto stretto con i nostri cani. E il proprietario di quello ha percepito immediatamente il pericolo. L’ha capito dal momento che doveva aver afferrato qualcosa che non era tartufo>>. Questo legame e la grande esperienza hanno fortunatamente consentito di correre ai ripari. <<Sappiamo purtroppo che cosa potrebbe accadere e siamo pronti anche al peggio; nel nostro kit è sempre presente del sale grosso. Al cane sono stati fatti ingerire sale e acqua. In tal modo ha subito vomitato ciò che aveva mangiato. Da li, la conferma, <<Si è notata una poltiglia di formaggio e mortadella a cui era stato aggiunto veleno per topi>>. Per il cane non ci sono state gravi conseguenze; dopo il primo intervento è stato condotto precauzionalmente dal veterinario per la profilassi del caso ed è fuori pericolo. Siamo tornati nel Bosco della Panfilia e abbiamo cercato di evitare quella zona e abbiamo tenuto gli occhi ben aperti e lo sguardo puntato sui cani. A tutti consigliamo la massima attenzione e sollecitiamo le guardie forestali a una maggiore vigilanza su questo versante, tanto più che le conseguenze di simili atti sconsiderati e crudeli, potrebbero essere davvero terribili. CHI POTREBBE essere il colpevole? I tartufai bolognesi azzardano qualche ipotesi. Memori di passati momenti di tensione, ma non è possibile avere certezze, almeno fino a ora. Tuttavia la necessità di prestare la massima attenzione è una buona pratica che diventa indispensabile dopo il macabro ritrovamento di sabato dei bocconi al veleno. Di Cristina Romagnoli. Commento – Per accedere nel Bosco della Panfilia, oltre al tesserino abilitativo, è obbligatorio chiederne un secondo al Comune di Sant’Agostino (FE) che li rilascia su richiesta dei richiedenti. Non si tratta quindi di una zona di ricerca segreta o poco frequentata. Questo fa pensare che non si tratti di diatribe fra tartufai, ma di azioni mirate proprio a eliminare i cani da tartufi per altri fini, probabilmente per stimolarne la richiesta. Anche il luogo dell’a vvelenamento delle Marche curiosamente si chiama Sant’Agostino. Sarà il caso di accendere un cero a questo Santo per proteggere i cani dei tartufai locali. Anche in questo caso non è precisato in che modo è stata fatta la bonifica della zona interessata; non avendo allertato le Unità Cinofile Antiveleno, la bonifica sarà probabilmente eseguita da animali selvatici o d’affezione che in seguito, frequenterà il luogo, lasciandoci le penne! 22 21_22_TR_1_16_avvelenamento.indd 13 15/12/15 09:59 Curiosità Il Veneto elegge “Miss Tartufo 2015” L’ Associazione Tartufai del Monte Baldo Veronese e Lessinia, capitanata dall’intraprendente Presidente Tiberio Mazzola, in occasione dell’ottava Festa del Tartufo Nero del Baldo, tenutasi nei giorni 28, 29 e 30 agosto a Caprino Veronese, ha eletto “Miss Tartufo 2015”. Dobbiamo ammettere che la scelta caduta su Giada Sebastiani è stata assolutamente azzeccata, le conferiamo anche il nostro voto. Da voci non confermate, pare che a chi s’iscrive all’Associazione, siano forniti i numeri di telefono delle bellissime partecipanti. I degustatori di rane fritte, amano affermare: “Coscia lunga, piatto fine!”. È proprio il caso d’utilizzare questa locuzione gastronomica anche per numerose candidate al titolo di Miss Tartufo. Era però assolutamente vietato abbandonarsi sfrenatamente ai propri più turpi sensi, né di tipo gustativo, né tattile né olfattivo, era ammesso solo l’uso della vista, con le mani in tasca e a debita distanza dalle belle “tartufine!”. Il presidente Mazzola, fieramente raffigurato accanto alla Miss, non mostra, dove tiene la mano sinistra, non siamo a conoscenza se e come abbia poi dovuto giustificarsi nei confronti della moglie, che, ci risulta, essere molto severa, non vorremmo proprio essere nei suoi panni! Commento – Ero stato invitato alla manifestazione, ma per impegni assunti in precedenza non vi ho partecipato. Se avessi saputo delle MISS, forse… mi sarei precipitato a Caprino, annullando qualsiasi impegno! 23 23_TR_1_16_curiosita_miss.indd 12 15/12/15 10:02 Sanzione amministrativa Multa astronomica per un tartufaio dell’Alto Sangro L a stagione del tartufo bianco era ormai alle porte, ma qualcuno, come sempre, non ha saputo resistere alla tentazione. Questa volta a pagarla cara è stato un tartufaio dell’Alto Sangro in trasferta a San Pietro Avellana, un piccolo paese di 519 abitanti della provincia molisana d’Isernia. Il “mal capitato” si trovava in località Taverna quando è stato sorpreso dalle Guardie del Corpo Forestale dello Stato, comando di San Pietro Avellana, capitanate dall’Ispettore M. D. Il soggetto era in compagnia dei suoi due cani e vanghetto alla mano era in azione di ricerca presso una tartufaia rinomata per la presenza del più pregiato dei funghi ipogei, il Tuber magnatum Pico. L’uomo in evidente stato di agitazione non ha fornito alcuna giustificazione della sua presenza in quei luoghi e ha accettato “con la coda tra le gambe” la multa di “€ 3.333,00”, motivata “dalla raccolta del tartufo compiuta a stagione chiusa”. Gli agenti forestali erano già attivi da qualche tempo in quei luoghi per debellare e scoraggiare i cercatori di frodo, soggetti che sono stati favoriti da una pressoché inesistente rete di controlli, situazione che ha portato in questi anni a una vera e propria anarchia a discapito dei consumatori, che si trovano sulle loro tavole tartufi di pessima qualità a caro prezzo e dei tartufai onesti che all’apertura della stagione trovano le tartufaie depredate e in ultimo, ma non di meno importante, un grave danno al tartufo stesso, che è privato del suo naturale ciclo biologico. E’ bene ricordare che i calendari di apertura non sono dettati dal caso ma dalla conoscenza dei tempi di matura- Leggi / tartufo zione nelle varie zone tartufigene, tartufaie che se private prematuramente dei loro tartufi non hanno modo di generare future generazioni di tuber. Commento – Desideriamo rilevare che nei periodi di chiusura dei calendari, sono vietate sia la ricerca e sia la raccolta, per cui non è necessario aver raccolto i tartufi per essere sanzionati. La sanzione amministrativa mi sembrava eccessiva se rapportata a una sola infrazione, per cui ho chiesto lumi al Dott. Fabio Cerretano tartufaio residente nel vicino Abruzzo (esperto di legislazioni sul tartufo) che ringrazio, il quale mi ha risposto in questi termini: “Si è una sanzione unica, prevista dall’art. 18 c1 lettera a leggere regione Molise, (da 2.500 a 10.000, periodo di divieto). Ora per effetto della legge 689/81 art. 16 si applica, se il pagamento avviene entro 60 gg. la riduzione ad 1/3 del massimo o al doppio del minimo se più favorevole. In questo caso la sanzione è di 3.333,33 poiché calcolando il doppio del minimo, l’ammontare relativo sarebbe stato di 5.000”. Bisogna ammettere che una sanzione tanto eleva ta dovrebbe essere un forte deterrente per scoraggiare il bracconaggio, speriamo che serva da esempio. Dopotutto il ricercatore di frodo è stato “pure fortunato”, poiché in altre regioni questo tipo d’infrazione, oltre alla multa, prevede anche la sospensione del tesserino autorizzativo per ben due anni. La riforma fiscale del tartufo fatica a decollare F ra ottobre e novembre il tartufo è stato oggetto di una consistente campagna stampa con la quale si auspica che il tartufo sia considerato “prodotto agricolo” e si fa pressione affinché il Governo riduca l’aliquota IVA al 4%. Sono state anche intraprese iniziative a livello europeo, tra cui una petizione al Parlamento europeo del Centro Nazionale Studi sul Tartufo, con la quale si chiede che sia iniziata una procedura d’infrazione nei riguardi dell’Italia per il sistema delle autofatture con IVA indetraibile. A questa linea di pensiero fa da controcanto l’onorevole Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera, tramite un articolo di stampa nel quale si recita: La Commissione Agricoltura della Camera continua a lavorare sulla proposta di modifica dell’ormai lacunosa legge quadro del 1985. In Fiera a Moncalvo a chi gli chiedeva notizie sul tartufo riconosciuto <<prodotto agricolo>> dall’UE, ma non dall’Italia, Fiorio ha risposto <<L’Europa non può imporci modifiche alla natura civilistica del tartufo la cui raccolta è libera nei boschi e nei terreni non coltivati>>. Quanto alla fiscalità della trifola si cerca di far passare l’inserimento nell’autofattura compilata dal commerciante, le generalità del trifulau, per avere meno evasione. Fiorio ha aggiunto che se il governo troverà la copertura di spesa, la nuova legge manterrà l’IVA al 22% (non si sa semplice o doppia) con detraibilità del 50%. Lorenzo Tanzi consigliere Associazione Tartufai Alto Tevere di città di Castello (PG), ci ha informato che presso la sede, a fine settembre, c’è stato un incontro con l’On. Luca Sani, Presidente della Commissione agricoltura della Camera. Era accompagnato dall’On. Giampiero Giulietti ex sindaco di Umbertide. Il Presidente della Commissione ha confermato in sostanza quanto riferitoci dall’On. Fiorio, che al momento non ci sono pericoli per la libera ricerca e che in primo luogo, la difficoltà e il reperimento della copertura finanziaria indispensabile per il decollo della legge. 24 24_25_TR_1_16_sanzione.indd 12 15/12/15 10:02 Commento – Ci fanno molto piacere le dichiarazioni dell’onorevole Massimo Fiorio, il quale coerentemente, ha confermato quanto già riferito ai delega ti di FNATI in occasione degli incontri intercorsi in Parlamento. Posizione gradita alla federazione. Riteniamo che la riduzione dell’IV A all’undici %, possa ritenersi un’aliquota adeguata alla dignità del tartufo, prodotto di pregio, che non può essere confuso con i comuni ortaggi. L’ostinazione con la quale s’insiste a richiedere che il tar tufo sia considerato <<prodotto agricolo>> ai fini fiscali, a nostro parere, mira a ottenere conseguentemente, finalità che i tartufai non gradiscono. DIFESA / MAGNATUM Troviamo ottima l’iniziativa dei Tartufai di Città di Castello e invitiamo le Associazioni aderenti a fare pressione ai loro referenti politici per ottenerne l’appoggio. Il sistema fiscale in vigore ha ormai dimostra to di non essere più praticabile; urge pertanto mettere ordine nel caotico settore del tartufo. Sono ormai infi nite le situazioni d’evasione e d’elusione che la Guardia di Finanzia va a scoprire quotidianamente, poichè esiste un rilevante giro di fatture d’acquisto non veritiere. Come sarà possibile tracciare la provenienza del tartufo in questa situazione? E’ una pia illusione! Proposta progettuale LIFE RECReATE Nella scorsa edizione della presente rivista, (n. 4/2015 pag. 8), è stata pubblicata la prima puntata del testo scientifico “Progetto MAGNATUM”, volume finanziato dalle Regioni Toscana, Abruzzo, Emilia Romagna e Molise, per illustrare i risultati di una sperimentazione “R Estoration and Conservation of RipArian white Truffle Ecosystem” è un progetto di partenariato tutto italiano e partecipato da Enti pubblici, Università e CNR appartenenti a cinque regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Umbria). L’obiettivo principale del progetto è di fornire indicazioni e informazioni agli organi pubblici che devono gestire le problematiche ambientali legate alla conservazione dell’ecosistema del tartufo bianco (Tuber magnatum). Il progetto risponde alla priorità nazionale di contribuire all’attuazione delle politiche e della legislazione comunitaria in tema di natura e biodiversità, in particolare delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e in linea con le priorità delle Regioni coinvolte nel progetto. La protezione dell’habitat di Tuber magnatum, come ben si sa, è di particolare importanza, perché il tartufo bianco non può essere coltivato con successo e rappresenta una risorsa strategica per il nostro territorio. Inoltre l’abbandono delle pratiche colturali, incendi boschivi, la perdita di piante ospiti all’interno delle foreste a causa di parassiti, malattie e invasione di specie aliene ha cambiato le pratiche di gestione forestale, che connesse ai cambiamenti climatici rappresentano una minaccia per l’ecosistema tartufo bianco. Il progetto “LIFE RECReATE” mira in particolare ad affrontare quest’ultimo punto con l’obiettivo di preservare le nicchie ecologiche del tartufo bianco e ripristinare le condizioni ideali per il suo sviluppo in quelle aree che possono essere minacciate da specie invasive e che si trovano in regressione. quadriennale sul monitoraggio e lavorazioni colturali di tartufaie spontanee di Tuber magnatum. Nell’articolo precedente si è trattato principalmente dell’introduzione e degli scopi che i promotori della sperimentazione si prefiggevano. Data la rilevanza di tale progetto e livello nazionale e regionale e, considerato l’interesse del settore della nostra Federazione, abbiamo ritenuto di dare la nostra adesione al progetto per una partecipazione con un nostro rappresentante nel comitato del “stakeholder” che potrà seguire gli stati di avanzamento del progetto e partecipare alle riunioni con il partenariato. Se il progetto passerà, le associazioni residenti nelle cinque regioni coinvolte, dovranno collaborare per la raccolta dei tartufi e per le sporulazioni. Si troverà il modo d’elargire eventuali rimborsi spese. Commento – Ci è stato cortesemente chiesto il nostro partenariato; FNATI non può che contribuire al buon esito del progetto. Ora si sta facendo poco o nulla per il mantenimento delle tartufaie spontanee, aree preziose che devono essere tutelate poiché a rischio estinzione, le tartufaie che ogni anno smettono di produrre sono notevolmente maggiori di quelle di nuova formazione. E’ pertanto nostro dovere d’inter venire, se veramente desideriamo che anche i nostri figli possano continuare questa bella attività di ricerca del tartufo. Le Associazioni residenti nelle cinque regioni coinvolte dovranno collaborare per la raccolta dei tartufi e per le sporulazioni. Ringraziamo sentitamente la Professoressa Alessandra Zambonelli per averci informati e coinvolto nell’iniziativa. 25 24_25_TR_1_16_sanzione.indd 13 15/12/15 10:02 Scienza/ Tartufo La vita segreta dell’indomabile tartufo N on è ancora chiaro, nonostante due secoli di ricerche, come si possa avere delle piantagioni di tartufo che producano con regolarità, tuttavia alcune pratiche benefiche per gli orti e i frutteti sono al contrario riconosciute da tempo come particolarmente dannose per le tartufaie. Ad esempio, l’apporto in primavera di fertilizzante o di letame, seppur propriamente decomposto, rende sterile una tartufaia precedentemente produttiva. In alcuni casi, le irrigazioni abbondanti a inizio stagione possono avere effetti negativi sulla raccolta, mentre nel mese di luglio o agosto, in mancanza di acquazzoni o temporali, l’apporto d’acqua si rivela indispensabile per salvare almeno in parte la raccolta. I tartuficoltori esperti evitano di piantare gli alberi in terreni ricchi, profondi o a lungo umidi, anche se questi hanno fornito buoni rendimenti con le colture agricole che vi si trovavano in precedenza. Tutte queste osservazioni vanno contro il buon senso e non si comprende il motivo per cui le stesse pratiche che portano benefici alle colture agricole causano invece l’arresto o il calo nella produzione del Tuber melanosporum. Il motivo è molto semplice: il tartufo è un fungo e non un vegetale e si comporta in maniera del tutto differente rispetto alle piante che siamo soliti coltivare. Come la maggior parte degli altri funghi, il tartufo ha due modi per garantire la propagazione della specie: - la via vegetativa o asessuale che genera il prolungamento e la ramificazione dei filamenti micelici che, a contatto con le radichette dell’albero-ospite, causano la graduale formazione di micorrize. - la via sessuale che implica l’incontro con un partner di tipo sessuale opposto, la fusione dei nuclei e la loro successiva Tartufetto di un peso inferiore ad 1 grammo, all’ininio di luglio (PH. P. Sourzat) suddivisione che conduce alla formazione di una moltitudine di spore contenute nelle fruttificazioni tanto apprezzate dai gastronomi. Questa via si rivela più complessa, aleatoria ed eccezionale rispetto alla propagazione vegetativa. I funghi non sono gli unici organismi a utilizzare queste due differenti modi per propagare la propria specie. Le fragole e le gramigne sono solo alcuni esempi di vegetali che si propagano maggiormente attraverso la via vegetativa che utilizzando i semi. I filamenti o stoloni che queste piante emettono, gli uni aerei gli altri sotterranei, garantiscono la loro diffusione vegetativa proprio come le ife e le micorrize garantiscono quella dei tartufi. PIANTE TARTUFIGENE MICORIZZATE Quando si coltiva una pianta tartufigena micorizzata si favorisce in un primo tempo la propagazione vegetativa del fungo, come si può constatare effettuando prelievi di radici e osservando le micorrize con l’aiuto di un microscopio. Il micelio e le micorrize si sviluppano, il linea di principio, assieme all’apparato radicale della pianta. Tuttavia, la presenza nel suolo di funghi concorrenti fa sì che il micelio di Tuber non occupi sempre la totalità delle radici, come lo dimostra pochi anni dopo la limitata entità delle aree “bruciate” intorno alla pianta. Negli ultimi 40 anni in Francia sono stati piantati più di 2 milioni di alberi micorizzati in terreni teoricamente adatti alla tartuficultura. È quindi probabile che il suolo di queste zone non abbia mai ospitato così tanti miceli e micorrize di Tuber melanosporum, e tuttavia non abbiamo mai raccolto così pochi tartufi! Potrebbe essere perché il tartufo rimane allo stato vegetativo senza scegliere la riproduzione sessuale o perché non trova nel terreno circostante il partner sessuale indispensabile alla sua riproduzione? I lavori dei ricercatori hanno infatti mostrato che le micorrize presenti nelle radici di uno stesso albero sono dello stesso tipo sessuale, il che potrebbe spiegare la difficoltà nel generare fruttificazioni. IL CICLO DI VITA PRESUNTO DEL TUBER MELANOSPORUM Non è scientificamente noto, ma da un certo numero di osservazioni puntuali e di analogie con altri funghi meno misteriosi, lo possiamo immaginare così: Ogni primavera, quando la vegetazione si risveglia, emergono dalle micorrize nuovi filamenti micelici che hanno resistito ai rigori dell’inverno e costituiscono una nuova rete micelica con nuove micorrize. Questa fase di crescita vegetativa continuerà probabilmente per tutta l’estate fino all’autunno, ma con tassi di crescita diversi a seconda delle condizioni esterne: la temperatura, l’umidità del suolo ecc. Intorno a maggio-giugno, in un momento non ben identificato, alcune ife hanno la possibilità di fondersi con partner di sesso opposto a condizione, naturalmente, che questi partner siano presenti e nelle vicinanze. Questa opportunità si ripete più volte ogni quattro settimane circa a giudicare dai picchi di raccolta che si verificano ogni inverno. Questo intervallo suggerisce che vi può essere una connessione con il ciclo lunare (ma questa ipotesi non è stata confermata). Si formano allora dei primordi e cominciano la loro lenta crescita per circa sei mesi. Se le condizioni esterne rimangono favorevoli, circa quattro settimane dopo si forma una seconda generazione di primordi e poi una terza e, eccezionalmente, una quarta, come si evince dalle curve delle quantità di tartufi immessi sul mercato (vedere grafico sotto). I primi tartufi raccolti a ottobre-novembre sono, in generale, non maturi e spesso addirittura marci perché il suolo, ancora caldo e umido, ospita un gran numero di microrganismi che decompongono i tuberi ancora non sufficientemente melanizzati. Bisogna quindi attendere che il terreno si sia raffreddato per raccogliere tartufi degni del loro nome L’INFLUENZA DELLE PIOGGE PRIMAVERILI Uno studio durato quattordici anni sulla correlazione tra le precipitazioni e le raccolte mostra un coefficiente negativo 26 26_28_TR_1_16_traduzione.indd 12 15/12/15 10:03 per il periodo corrispondente a metà aprile (vedere grafico sotto). Le piogge in questo periodo sembrano quindi non essere propizie alla produzione di tartufi. Un articolo di Pierre Sourzat sul tartufo di Bugey, pubblicato sul numero 89 della rivista “Le Trufficulteur” (4° trimestre del 2014), conferma l’effetto benefico di una primavera asciutta: “Nel 2011 si è riscontrata una delle produzioni migliori, non solo sul sito sperimentale, ma nella maggior parte delle tartufaie di Bugey, e ciò grazie al verificarsi di una primavera molto secca. Dal 10 aprile al 10 giugno non è caduta una sola goccia d’acqua, ovvero ci sono stati due interi mesi di siccità primaverile. Dopodiché, è piovuto spesso”. che un terreno umido (e caldo) favorisca la crescita vegetativa del micelio a scapito dell’inizio della crescita dei tartufi. Il secondo si verifica invece a settembre-ottobre; la pioggia che cade in un terreno ancora caldo favorisce la proliferazione di microrganismi che attaccano la gleba dei giovani ascocarpi che, di conseguenza, marciscono. Diagramma 1 COME INTERPRETARE QUESTE CURIOSE OSSERVAZIONI? In un terreno asciutto, il micelio non può continuare a lungo la sua riproduzione vegetativa primaverile, e ciò spinge il fungo ad adottare la strategia di riproduzione sessuale. Al contrario, se il terreno rimane umido, caldo e ricco di sostanze nutritive, in particolare di azoto di cui il micelio ha molto bisogno, la riproduzione vegetativa continuerà senza che il fungo abbia necessità di assicurare la sua riproduzione per via sessuale. I funghi non formeranno quindi ascocarpi o ne formeranno in minima parte. È sorprendente constatare come nessun testo sui tartufi e la tartuficoltura faccia riferimento ai due comportamenti che questo fungo può adottare a seconda delle condizioni ambientali, quando invece i recenti trattati di micologia dedicano una parte importante a queste due modalità di riproduzione: asessuale e sessuale. Finché non conosceremo meglio il calendario della vita segreta del tartufo per poter intervenire al momento giusto e fargli cambiare la modalità di riproduzione, le raccolte dipenderanno sempre dai fattori climatici e non smetteremo di ripetere che il tartufo è un fungo misterioso e indomabile! Uzès, Gennaio 2015 Jean Demerson Immissioni settimanali sui mercati del sud-est La discontinuità delle raccolte sembra indicare che, circa sei mesi prima, ci sia stata un’analoga discontinuità delle nascite. Si noti che le cifre delle immissioni sul mercato a fine anno (settimane 51, 52 e 1) sono falsate dalle vendite dirette durante le festività. Diagramma 2. COEFFICIENTI DI CORRELAZIONE Piogge/Raccolte Uzès 1985/99 (PER TRE DECENNI) Il grafico mostra due periodi in cui la pioggia penalizza la crescita dei tartufi. Il primo è nel mese di aprile: si può supporre Come si nutre il tartufo? La nutrizione carbonata e azotata dell’ascocarpo di François le Tacon1, Christophe Robin2, Bernd Zeller3, Caroline Plain4, Jean-Paul Maurice1, Christian Hossann4, Claude Bréchet4 I l modo di acquisizione del carbonio e dell’azoto degli ascocarpi dei tartufi durante la fase di sviluppo è poco conosciuto. Fino ad ora, vi era un consenso generale che l’ascocarpo si sviluppasse almeno parzialmente come saprofita e diventasse molto rapidamente indipendente dall’albero ospite. I risultati delle misure della concentrazione allo stato naturale di 13C e 15N, dell’indicatore 13CO2 della parte aerea dell’albero, dell’indicatore della materia organica nel suolo tramite 13 C e 15N vanno tutti nella stessa direzione. Mostrano che la quasi totalità del carbonio utilizzato dagli ascocarpi del Tuber melanosporum proviene dall’albero ospite, indipendentemente dallo stadio di sviluppo. Questo trasferimento viene probabilmente realizzato tramite la fragile rete del micelio che assicura il collegamento tra le micorrize e gli asco- Marcaggio del Vaucluse 13 CO2 di una quercia verde a Pierre-Blanche, carpi su distanze di vari centimetri. La modalità di nutrizione azotata è molto differente. L’azoto apportato dalla materia organica viene mineralizzato dai batteri, poi assorbito dalle micorrize, probabilmente sotto forma di nitrato. Successiva27 26_28_TR_1_16_traduzione.indd 13 15/12/15 10:03 mente deve essere trasformato in ammonio nelle micorrize, poi incorporato nelle molecole carbonatiche provenienti dall’albero ospite. L’ipotesi più probabile è che gli acidi amminici così sintetizzati nelle micorrize vengano trasferiti da un lato verso gli ascocarpi e dall’altro verso l’albero ospite. Per garantire un buon sviluppo degli ascocarpi, occorre quindi prestare la massima attenzione alla fotosintesi dell’albero e favorirla con piantagioni a bassa densità. A titolo di promemoria ricordiamo che la fotosintesi dipende strettamente dall’evapotraspirazione. Pertanto varie azioni devono essere messe in atto per migliorare la disponibilità d’acqua nel suolo. Il mantenimento del fragile legame tra micorrize e tartufi che funziona attivamente fino alla completa maturazione è essenziale. Indipendentemente dalla profondità delle lavorazioni del suolo, appare ragionevole vietarle Scienza/ Tartufo durante tutto il periodo di sviluppo degli ascocarpi, ovvero da giugno a marzo. 1 UMR 1136 INRA Université de Lorraine “Interactions Arbres-Microorganismes”, 54280 Chempenoux 2 UMR 1121 Université de Lorraine - INRA “Agronomie et Environnement”, 54500 Vandœuvre-lès-Nancy 3 UMR 1138 INRA “Biogéochimie des Écosystèmes Forestiers”, 54280 Champenoux 4 UMR 1137 INRA - Université de Lorraine “Écophysiologie et Écologie Forestières”, 54280 Champenoux Il genoma del tartufo e la sua espressione nel corso dello sviluppo dell’ascocarpo di Annegret Kohler, Emile Tisserant, Nicolas Cichoki, Emmanuelle Morin, Claude Murat, François le Tacon, Francis Martin e le Tuber Genome Consortium meccanismi che portano alla formazione del tartufo. Nell’ambito del progetto SYSTRUF, questi lavori sono stati completati con lo studio dei geni presenti al momento della formazione del tartufo. Questo studio, in particolare, ha messo in evidenza una forte attivazione dei canali di biosintesi dei composti solforati volatili che contribuiscono alla formazione dell’aroma tipico del tartufo. Una migliore conoscenza di questa biosintesi degli aromi e di altri componenti del tartufo maturo può aiutare nella selezione di famiglie di tartufi dalle qualità ottimali e portare allo sviluppo di strumenti Analisi globale dei geni espressi deldiagnostici. la formazione del tartufo Realizzato da un consorzio franco-italiano e coordinato dall’INRA, il sequenziamento del genoma del Tuber melanosporum è stato realizzato nel 2007 al Genoscope a partire da un tartufo raccolto in Provenza. Il genoma del tartufo è uno dei più grandi genomi ad oggi conosciuti tra quelli dei funghi e comprende 125 milioni di paia di basi. Questa dimensione non trascurabile si spiega per la presenza di oltre un 50% di sequenze ripetute, il cui impatto sulla diversità genetica della specie è in fase di studio. Il genoma contiene 7500 geni codificanti proteine e tra di essi alcune centinaia di geni unici del tartufo. Questo studio ci fornisce maggiori informazioni sui Lettera di CRATER L uigi Pelliconi, presidente di CRATER di cui esegue una delibera, ci scrive pregandoci di pubblicare una lettera da lui indirizzata al Dott. Gianluigi Gregori, reo… di aver esternato opinioni non condivise. Coordinamento Regionale Associazioni Tartufai Emilia Romagna Egr. Dott. Gianluigi Gregori. Oggetto: Convegno EXPO - SALVAGUARDIA delle piante che producono. Sono Luigi Pelliconi presidente di CRATER; ho avuto occasione di partecipare alla manifestazione indicata in oggetto tenutasi il 28 settembre u.s. Durante il dibattito, ho seguito il suo intervento e desidero manifestarle in nome dei soci che rappresento, tutta la mia sorpresa e la non condivisione della sua affermazione, secondo cui la causa della riduzione della produzione tartuficola, sia da imputare allo stress subito dalle piante per la forte e costante presenza dei tartufai. Allora non mi spiego il perché le piante delle tartufaie colti- Institut National de la Recherche Agronomique (INRA), UMR 1136 INRA/Lorraine University, Interactions Arbres/Microorganismes, Centre de Nancy, 54260 Champanoux, Francia vate producono solamente per pochi anni; come mai? Di chi è colpa? La invito per il futuro ad astenersi dal proferire una simile accusa, che ritengo del tutto gratuita e ingiustificata, poiché, altre, a mio parere, sono le cause di quest’andamento negativo. Riteniamo che una delle cause principali sia il clima avverso, come mai che lo scorso anno c’e stata tanta abbondanza di tartufo, nonostante il carico dei tartufai. Riteniamo inoltre che lo stato d’abbandono dei boschi ne sia la ragione principale, situazione che dove si presenta, provoca la sterilità delle tartufaie. Molte delle associazioni rappresentate stanno gestendo territori anche creando tartufaie controllate, proprio per cercare di preservarne l’habitat idoneo. Anche negli altri paesi europei, dove sono i tartuficoltori a gestire il territorio, accade lo stesso fenomeno, la manutenzione dei boschi non avviene più e gli infestati hanno provocato la sparizione del tartufo. Sarebbe troppo facile anche per la categoria che rappresento, lanciare accuse nei confronti di altre organizzazioni, gli argomenti non mancherebbero, ma abbiamo il buon gusto di non farlo. Distinti saluti. Luigi PELLICONI 28 26_28_TR_1_16_traduzione.indd 14 15/12/15 10:03 Tartufo / Criminalità Tartufaio taglia le gomme al rivale; denunciato M odigliana (Forlì) 26 novembre 2015. Si è messo nei guai per i tartufi, finendo denunciato dai carabinieri un operaio trentanovenne, residente a Modigliana, sull’Appennino forlivese. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, l’uomo, da sempre appassionato cercatore e raccoglitore dei costosi e ricercati tartufi, avrebbe per ben quattro volte, nel corso del mese di novembre, momento centrale appunto per la raccolta dei tartufi, tagliato le gomme dell’auto di un ravennate, anche lui raccoglitore di tartufi, perché aveva <<invaso>> il suo territorio, causandogli quindi danni ai guadagni assicurati dalla vendita. L’uomo è quindi finito denunciato dai carabinieri per danneggiamento, violazione privata, porto di armi o oggetti atti a offendere (le cesoie usate per il taglio delle gomme) e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante la perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato marijuana e hashish oltre a tutto l’occorrente per confezionare le dosi. Commento – La notizia ce l’à fornita Luigi P elliconi, poiché il tartufaio danneggiato è un socio dell’Associazione Tartufai Ravenna, di cui Luigi è presidente, che ha dato assistenza al malcapitato. Ci ha comunicato che grazie a un appostamento dei Comando carabinieri di Modigliana, è stato possibile acciuffare il trentanovenne sposato con prole nell’atto di delinquere. Infatti, l’anno scorto che con fare circospetto si a vvicinata all’auto Convegno internazionale oggetto del danneggiamento, solo quando hanno sentito il sibilo della gomma che si sgonfi ava, sono intervenuti e, dopo un breve inseguimento, il criminale è stato acciuffato. Il Comandante della stazione dei carabinieri, sospettando che potesse detenere esche avvelenate ha ritenuto di perquisirli l’abitazione, dove inaspettatamente, non hanno trovato veleni, ma notevoli quantità di stupefacenti compreso armamentario. In caserma il tipo ha poi confessa to adducendo come motivazione, il fa tto che considera va il tartufaio ra vennate, un invasore del suo territorio. Questo soggetto è un vero fautore della “libera ricerca” solo se eseguita a casa degli altri, ma non nella sua. Desideriamo anche in nome di CRATER (Coordinamento Regionale Ass. Tartufai Emilia Roma gna) complimentarci col Comando carabinieri locale per la brillante operazione e per essersi interessati prontamente della questione, catturando al primo appostamento il delinquente. Bisogna dire che il danneggiatore ci ha anche messo del suo,per la costanza con cui ha reiterato il reato, ben quattro volte consecutive! Desideriamo rilevare che questo genere di soggetti, non può essere annoverato nella categoria dei “tartufai”, poiché i l vero ricercatore, svolge la sua attività con spirito sportivo e comportandosi in modo equilibrato. Truffle EcoGenomics Conference A – d Alba, nei giorni 16 - 17 ottobre, in occasione della Festa Nazionale del Tartufo bianco pregiato, si è tenuto presso la sala storica del Teatro Sociale “Giorgio Busca” un importante convegno scientifico al quale hanno partecipato studiosi esperti di tartufo provenienti da ben tre continenti, America, Asia ed Europa. La manifestazione è stata curata principalmente dalla professoressa Alessandra Zambonelli, dell’Università degli Studi Bologna e dal ricercatore scientifico Claude Murat dell’INRA Nancy. Il convegno era improntato principalmente sull’ecologia e sul genoma del Tuber magnatum e del T. melanosporum. Per ragioni di spazio, ci limitiamo a informarvi del programma dal quale si evince il grande spessore del convegno stesso. Ci auguriamo che gli scambi d’esperienze fra i ricercatori scientifici potranno contribuire a scoprire i metodi di coltivazione di T. magnatum e a migliorare la produttività di tutte le altre specie che i tartuficoltori giudicano ancora insufficiente. 11h19 – 12h10: Transcriptomics of the Pezizomycetes. – – – – – – – 16 ottobre 2015: 9h00 – 9h30: Saluto di P. Bonfante (Università di Torino) e di I. Gianicolo (Centro studi Tartufi di Alba). 9h30 – 9h50: The 1K fungal genome project. By J. Spadafora, (Oregon State University). 9h50 – 10h10: The Mycorhizal Genomics Initiative: an update by F. Martin (INRA Nancy). 10h10 – 10h40: Comparative genomics of the Pezizomycetes: an overview by C. Murat (INRA Nancy). 10h40 – 11h10: Coffee break. – – – – – 11h10 – 11h30: Transcriptomic data available for Tuberaceae, by A. Kohler (INRA Nancy). 11h30 – 11h45: Fruiting body-regulated genes in Tuber sp, by J. Chen (Chinese Academy of Medical Sciences, China). 11h50 – 12h10: VOCs from genome to transcriptome, by B. Montanini (Università di Parma). 12h10 – 12h30: The role of microbiome in truffle aroma, by R. Splivalo (Franckfurt University). 12h30 – 14h10: Pausa. 14h00 – 15h20: Truffle sexual reproduction from genome to field, by F. Paolucci (CNR Perugia). 14h20 – 14h40: Maps of maternal and paternal genotypes in the long term experimental T. melanosporum plantation of Rollainville (Northern France) by C. Murat (INRA Nancy). 14h40 – 15h00: Fine scale genetic structure in T. melanosporum natural and plantation field in south of France, by MA Selosse (MNHN Paris). 15h00 – 15h20: Fine scale genetic structure in natural T. aestivum truffle grounds in Germany and Switzerland, by V. Molinier (WSL Birmensdorf). 15h20 – 15h40: The sexual reproduction in Ascobolus immerses and the use of Ascobolus as a genetic model for other Pezizomycetes, by F. Malagnac (Paris University). 15h40 – 16h10: Coffee break. 16h10 – 16h30: Future projects on Tuberaceae genomics, by C. Murat (INRA Nancy), Mirco Iotti (Università di Bologna). 16h30 – 17h10: Discussions on the publication draft end future projects. Quella di venerdì 16 ottobre, senza dubbio è stata la giornata più interessante, sia per i temi trattati e sia per la quantità degli interventi. 29 29_TR_1_16_tartufo_criminalita_gregori.indd 12 15/12/15 10:03 LETTERATURA / TARTUFO “Il Tartufaio. Un uomo, i suoi cani, i tartufi” Prima Ristampa. Il ricavato andrà in beneficenza all’Associazione “Amore e Libertà” Organo Ufficiale della F. N. A. T. I. (Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiana) Direttore Responsabile: Bruno Sabella Redazione: F.N.A.T.I. - 41042 Spezzano (MO) Tel./fax.: 0536 957275 - www.fnati.it - E-mail: [email protected] Editore: Cantelli Rotoweb Stampa: Cantelli Rotoweb Impianti: Architectural Printing Anno IX - numero 1 del 2016 - Gennaio/Marzo - Trimestrale Registrazione al Tribunale di Bologna con il numero 7868 del 04/09/2008 Gli articoli e i commenti non firmati, sono redatti dal presidente di FNATI: Bruno Sabella Prenotazione spazi pubblicitari il prima possibile, scadenza materiali entro il 15/02/2016 PUBBLICITÀ: CANTELLI ROTOWEB Via Saliceto, 22/e 40013 Castel Maggiore (BO) Tel. 051/700606 Fax 051/6328090 [email protected] VENDITA PUBBLICITÀ E-mail: [email protected] Responsabile di testata: Marco Santini Tel. 0039. 333/5877143 Amministrazione: Via Saliceto, 22/e 40013 Castel Maggiore (BO) Tel. 051/6328841 Fax 051/6328859 [email protected] Modulo d’abbonamento a Organo Ufficiale della F. N. A. T. I. (Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiana) E ssere tartufaio non è un semplice hobby, è una vera e propria passione. I segreti del mestiere si trasmettono spesso di padre in figlio e sono gelosamente custoditi nel tempo. Se una volta la cerca di tartufi rappresentava un vero e proprio mezzo di sostentamento per tante famiglie delle nostre campagne, oggi si è ampiamente diffusa tra un largo numero di appassionati, che amano trascorrere il tempo libero nei boschi in compa gnia dei propri cani. Alla ricerca di questi preziosi frutti della na tura ho dedicato gran parte della vita. Il libro vi aiuterà a conoscere meglio il tartufo, il suo ciclo naturale, i periodi e i luoghi della sua fruttificazione, i metodi da impiegare nella cerca rispettando la na tura e l’ambiente. Troverete inoltre consigli su come istruire un buon cane, stimare il valore di un tartufo e pure su come conservarlo e cucinarlo. Il tutto accompagnato da racconti di tanti episodi tra tti dall’esperienza diretta mia e di altri amici tartufai dell’Alta Valle del Tevere. (Lorenzo Tanzi) I proventi della vendita della 1° ristampa del libro saranno interamente dona ti alla Comunità ONLUS “Amore e Libertà” nata a Firenze nel 1988 ad opera del fondatore don Matteo Galloni e della cofondatrice Francesca Termanini. L’Associazione opera in Italia e in Congo da oltre 20 anni per aiutare bambini privi del sostegno familiare e famiglie in difficoltà cercando di dar loro dignità e un futuro migliore. Inoltre AMLIB ha una missione nella Repubblica democratica del Congo nella quale offre istruzione, grazie all’Ecole de la Liberté che oggi consta più di 900 tra bambini e ra gazzi, assistenza sanitaria e posti di la voro ad una delle popolazioni più bisognose nel mondo. Per chi fosse interessa to all’acquisto inseriamo le modalità per mettersi in conta tto con l’Editore Petruzzi di Città di Castello che provvederà ad inviarlo. Il costo del libro è di € 15.00 più spese di spedizione. Il libro verrà spedito nel più breve tempo possibile ed il pa gamento avverrà tramite contrassegno postale. riservato a simpatizzanti non tartufai Da ritornare a FNATI 41042 - Spezzano (MO) I Tartufai iscritti alle Associazioni aderenti alla FNATI potranno avere l’abbonamento compreso nella quota Sociale Italia @ Euro 19.00 Estero @ Euro 25.00 Versamento sul C/c postale n. 95015939 Intestato: FNATI Fiorano 41042 (MO) Io mi abbono al trimestrale “IL TARTUFAIO ITALIANO” per un anno dalla data del versamento Cognome Nome Ente Indirizzo: Città Paese Le modalità per mettersi in contatto con l’Editore sono le seguenti: 1. Inviando un’e-mail a [email protected] 2. Telefonando al seguente numero: 075 8511345 e chiedendo della Sig.ra Cristina Petruzzi. CAP 30 30_TR_1_16_.indd 14 15/12/15 10:04 Vendita piante micorrizate Vendita cani da tartufo