allarme istat
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Disoccupazione giovanile al 40,4% ALLARME ISTAT Nuovo record di persone senza lavoro a settembre. Il numero di disoccupati arriva a toccare quota 3 milioni e 194 mila, contro 22 milioni e 349 mila occupati, al 12,5%: si tratta del livello più alto dal 1977, inizio delle serie storiche trimestrali, e dal gennaio del 2004, inizio delle rilevazioni mensili. Lo rileva l'Istat (dati provvisori), registrando così un aumento dello 0,9% su agosto, corrispondente a un rialzo di 29 mila disoccupati, e del 14% su base annua, vale a dire di 391 mila unità. Il tasso di occupazione, pari al 55,4%, torna ai livelli di tredici anni fa, diminuendo di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,2 punti rispetto a dodici mesi prima. È allarme sui giovani: in questo caso il tasso di disoccupazione é salito anche a settembre restando oltre il 40% e attestandosi al 40,4% (in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,4 punti nei 12 mesi), record dal primo trimestre 1977, inizio serie storiche trimestrali, e da gennaio 2004, inizio serie storiche mensili. "Siamo ancora in piena recessione. I dati di oggi lo confermano drammaticamente.Ecco perchè è stato un grave errore per il Governo Letta non aver perseguito la strada di un accordo forte con le parti sociali, con il sindacato e le imprese per imprimere, a partire dalla legge di stabilità, una vera svolta nell'economia italiana. Finora ha solo vinto il partito della rendita e dei conservatori della spesa pubblica". Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato i dati negativi dell' Istat sull'occupazione, parlando oggi a Milano al comitato esecutivo della Cisl della Lombardia. "Senza un intervento choc sulle tasse non ci sarà la svolta necessaria per rilanciare l'economia e l'occupazione dei giovani. Troppe tasse strangolano i redditi, i consumi e gli investimenti. Con la politica dei piccoli passi avremo solo altri dati negativi. Ci vorrebbe molto più coraggio da parte del Governo nell'affrontare i veri nodi del paese a cominciare dai tagli urgenti alla spesa pubblica improduttiva, agli sprechi ed alle inefficienze. Non basta nominare un nuovo commissario della 'spending review' per quanto autorevole. Il problema è politico non tecnico. Solo tagliando la spesa pubblica, a cominciare da un decreto legge che sancisca l'obbligo dei costi standard per tutti i settori della pubblica amministrazione, si potranno ridurre drasticamente le tasse ai lavoratori, ai pensionati ed alle imprese che investono. Questo è l'obiettivo della mobilitazione del sindacato. Il nostro sciopero non è contro le imprese. E' contro tutti quelli che vogliono che non si tocchi nulla negli assetti organizzativi dello stato, delle regioni, degli enti locali, delle aziende municipalizzate, di tante realtà centrali e periferiche dove si sperpera spesso il denaro pubblico". Se si considera la fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, emerge che meno di due giovani su 10 lavorano: il tasso di occupazione a settembre è calato al 16,1%, in diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto ad agosto e di 2,1 punti su base annua. I tecnici dell'Istituto spiegano che tra gli under 25 sono contati anche i giovani che studiano e non lavorano. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,9% (cioè circa un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza è in calo nell'ultimo mese di 0,2 punti percentuali, ma aumenta di 0,6 punti rispetto allo scorso anno. "Sono indispensabili ed urgentissime alcune misure specifiche per il lavoro, prima fra tutte il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga per coprire le ultime mensilità del 2013 e l'aumento delle risorse stanziate dal DDL di stabilità per coprire l'intero 2014. Senza gli ammortizzatori il tasso di disoccupazione ed il disagio sociale sarebbero oggi a livelli ancora più alti, quindi si tratta di un intervento imprescindibile", ha ribadito anche il segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra, resposnabile del mercato del lavoro, commentando i dati diffusi oggi dall'Istat. Infine, il numero di persone inattive tra 15 e 64 anni aumenta dello 0,5% rispetto ad agosto (+71 mila unità) ma rimane sostanzialmente invariato rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti su base annua.Per quanto riguarda i giovani inattivi, sono 4 milioni e 371mila, in aumento dell'1,5% nel confronto congiunturale (+64 mila) e dell'1,2% su base annua (+54 mila).