UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO Monitoraggio della
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO FACOLTÀ DI INGEGNERIA Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l’ambiente e il territorio CORSO DI FRANE ANNO ACCADEMICO 2013/2014 ESERCITAZIONE 4 Analisi di un caso di studio descritto in un articolo scientifico in lingua inglese: Monitoraggio della grande frana lenta di Kahrod nella catena montuosa Alborz (Iran) condotto mediante GPS ed interferometria SAR Prof. Ing. Michele Calvello Allievo: Lucia D’Elia Matricola: 0622500143 Sommario 1 Introduzione ................................................................................................................................................................. 2 2 Illustrazione del caso studio ...................................................................................................................................... 3 3 Attività di monitoraggio ............................................................................................................................................. 6 3.1 Analisi GPS ............................................................................................................................................................. 6 3.1.1 Rete semi-permanente .............................................................................................................................. 6 3.1.2 Rete rapido-statica ..................................................................................................................................... 8 3.2 Analisi interferometrica ........................................................................................................................................ 9 4 Evoluzione temporale degli spostamenti superficiali ......................................................................................... 11 5 Analisi dei risultati e conclusioni ............................................................................................................................. 12 6 Bibliografia ................................................................................................................................................................. 15 1 Introduzione Le frane sono processi superficiali che si verificano in molte regioni montane su una vasta gamma di scale spaziali e temporali. Gli studi che hanno come scopo la valutazione della posizione della frana e la stima della sua attività sono estremamente importanti visto che è ormai noto che questi fenomeni rappresentano il processo dominante di erosione nelle catene montuose attive, e che sono i maggiori responsabili dell’evoluzione geomorfologica dei paesaggi. Non si possono però nemmeno trascurare gli effetti distruttivi che colpiscono ogni anno insediamenti urbani civili e infrastrutture , causando gravi danni, perdite per la vita e le proprietà. Uno dei territori più colpiti è l’Iran, dove le frane provocano varie decine di morti ogni anno. Nell’articolo analizzato è stato indagato il campo di spostamento di una grande frana (0,7 km2) che si trova vicino al villaggio di Kahrod, lungo il fiume Haraz, nel centro della catena montuosa Alborz, in Iran. 2 2 Illustrazione del caso studio La frana Kahrod si trova nella catena montuosa Alborz nel nord dell'Iran (Fig. 1). Questa catena montuosa che circonda il bacino meridionale del Mar Caspio è nota per la sua tettonica attiva e per i diversi terremoti distruttivi che l’hanno interessata in passato. Fig. 1. Posizione della frana di Kahrod (stella gialla). Si trova sul lato occidentale della valle Haraz. Questa frana minaccia la strada che collega Teheran a Amol (linee nere tratteggiate) della catena montuosa Alborz. Sulla sinistra ci sono principalmente faglie trascorrenti e sovrascorrimenti (linee rosse). Gli eventi sismici (MN 4) avvenuti tra il 1973 e il 2005 (cerchi gialli) e dal 2005 sono indicati dai cerchi verdi. L’Area che ha subito i maggiori danni nel terremoto di Sanghechal del 1957 è individuata dalla linea bianca tratteggiata. Anche se gli eventi sismici sono responsabili dell’innesco di molteplici frane nella catena montuosa di Alborz non è detto che questo debba essere necessariamente vero in tutti i casi. Il caso della frana Kahrod, è particolare ed anche abbastanza complicato, perché si parla di riattivazione di un fenomeno avvenuto in precedenza forse innescato da un terremoto. Il 2 luglio 1957 il terremoto Sangechal (Mw 7.3), il cui epicentro è stato individuato a 40 km a Nord-est da Kahrod (Fig. 1), ha causato la parziale distruzione del villaggio e 12 morti tra i suoi abitanti. Anche se non si possono desumere informazioni specifiche per il caso in esame, si è visto che l'ex cimitero di Kahrod , situato all'interno della punta meridionale della zona, è stato abbandonato in quel periodo. Ciò suggerisce che il terremoto ha probabilmente indotto una significativa riattivazione della frana Kahrod. Oggi , il fenomeno è caratterizzata da un lento , apparentemente continuo, spostamento di materiale fatto di blocchi e arenaria brecciata intermezzata da argilliti di epoca giurassica. La frana attiva attuale si estende da quota 1200 m 1600 m ( Fig. 2). L'orientamento della frana è N110° con una pendenza media di circa 25 °. La sua estensione è delimitata da zone di frattura laterali quasi ovunque . La mappatura della frana da foto aeree, i modelli di elevazione digitali ( DEM ) e le osservazioni sul campo dimostrano chiaramente che l'attuale estensione della frana è più piccola della sua dimensione iniziale, come determinato dalle scarpate (fig. 2 e 3). Sul posto il letto in pietra arenaria che circonda la massa di scorrimento è fortemente fratturato ed è globalmente inclinato di 40 ° a Sud (Fig. 3), come la superficie di rottura 3 della frana nella parte nord-ovest della frana. L'ipotesi di una frana catastrofica iniziale è supportata anche da un sondaggio stratigrafico effettuato all'interno di un terrazzo alluvionale situato al piede della frana , nel letto del fiume Kahrod. Esso mostra uno strato sottile di argilla ( circa 20 cm) intercalato tra i depositi di flusso. La profondità della superficie di taglio non è facile da determinare anche se l’estrapolazione della geometria delle scarpate laterali consente di stimare che in alcuni punti essa raggiunga 70 m circa. Pertanto, si stima il volume del materiale originale destabilizzato a circa 80×106 m3, mentre il materiale scorrevole restante è circa pari a 15×106 m3. Fig. 2. Vista prospettica (verso sud-ovest) di un DEM centrato sulla frana di Kahrod. L'attuale area di deformazione (rosa chiaro) si estende da un'altitudine di 1200m 1600m. La pendenza media è di circa 25°. Il fiume Kahrod mina la punta centrale della frana mentre 'espansione della punta settentrionale verso la valle di Haraz è bloccata da una collinetta. I ripidi pendii laterali sono il segno morfologica di una catastrofica frana iniziale. Il villaggio Kahrod si trova appena al di sotto del limite meridionale della frana. All'interno della frana, c'è una stazione di comunicazione radio (RTS) in cui è installata la stazione GPS permanente. Fig. 3. Mappa geomorfologico della frana. Le coordinate sono in km (sistema di proiezione UTM, zona 39). La parte superiore della frana (quote maggiori di 1450 m circa) è costituita da materiale caotico entro un massa di marna (Fig. 4a); ci sono cospicue zone di frattura laterali orientate a N110 ° E (Fig. 4b). Questa zona è caratterizzata da una serie di scarpate con movimenti inclinati (Fig. 4c), che danno evidenza di una componente rotazionale della frana. 4 Fig. 4. Foto della frana. a) materiale caotico all'interno di una massa di fondo marna. b) zona di frattura laterale che delimita il limite meridionale della massa scorrevole, sulla parte superiore della frana. c) Una scarpata vicino alla testa della frana. Questo esprime un comportamento rotazionale locale. d) Grandi blocchi caotici sul lato nord, a metà altezza della frana. e) Vista della scarpata inferiore, sotto al fiume Kahrod, nella parte centrale della punta frontale. f) le crepe tensione osservate in cima al poggio bloccano l'espansione della frana verso la valle di Haraz. g) Vista verso sud della punta settentrionale. La linea gialla rappresenta il limite della frana. La massa di scorrimento (a destra) si sviluppa lungo la collinetta di blocco (a sinistra). h) Immagine della stazione GPS permanente e il pluviometro: l'antenna GPS è in primo piano, il pluviometro in background. Entrambi i ricevitori sono nella cassetta di sicurezza. La zona intermedia (altitudine compresa tra 1350-1450 m) presenta una chiara separazione tra le regioni meridionali e settentrionali. La prima è semplicemente caratterizzata da un significativo aumento di inclinazione rispetto alla parte superiore della frana. Tuttavia, quest'ultima è caratterizzata dalla predominanza di grandi blocchi caotici (Fig. 4d). Alcuni conglomerati e letti di arenaria sembrano però essere preservati nella struttura e nell'orientamento all'interno di questa massa di fondo a dimostrazione del fatto che il meccanismo di scorrimento è localmente traslazionale. La parte inferiore presenta un grande "nicchia " di distacco nella sua parte centrale (fig. 3 e 4e). È stato osservato che l’incisione del fiume non ha ancora raggiunto la superficie di rottura; ciò suggerisce che nel presente il movimento è controllato, almeno parzialmente , dall’inaridimento del fiume Kahrod. Due zone di frattura, orientate a N100°E , separano questa zona centrale che si sta deformando intensamente dalla punta meridionale della frana, vicino al villaggio, che non è influenzata dall’attività del 5 fiume ( Fig. 3) . Il tasso di deformazione di questo limite meridionale è notevolmente inferiore , il che andrebbe a ridurre il rischio per il villaggio di Kahrod. Infine, a nord, la frana sembra bloccata o rallentata da uno sbarramento costituito da un pezzo di roccia, proprio sulla sponda sinistra del fiume Haraz. Grandi fessure (circa 5 m di altezza e 20 m di lunghezza , orientate a N100 ° e N40 °) influenzano l'estremità meridionale del pendio ( fig. 3 e 4f). Così , qui la frana si estende in direzione nord (fig. 4g). Si può concludere che la frana di Kahrod è un complesso unico per quanto riguarda la sua storia e la sua eterogeneità spaziale e quindi per andare oltre nella comprensione del meccanismo che controlla questa frana e per quantificare l'evoluzione spaziale e temporale della deformazione superficiale, si ha bisogno di un’attività di monitoraggio. In questo caso sono state usate le tecniche GPS ed InSAR. 3 Attività di monitoraggio Il rilevamento del movimento superficiale può essere eseguito con il Global Positioning System ( GPS ) o con metodi convenzionali. L’analisi GPS è perfetta per una descrizione precisa dell’attività della frana su un luogo specifico , ma risulta inadeguato sia per le indagini su scala regionale sia per rivelare eterogeneità spaziali dei movimenti di massa. Si possono impiegare anche metodi di telerilevamento aereo e da satellite che offrono viste sinottiche degli spostamenti lungo frane attive e nel terreno circostante. Tra questi, l’interferometria radar (InSAR o DInSAR) è uno strumento efficace per monitorare lente deformazioni del suolo. Nel caso complesso della frana di Kahrod, al fine di comprendere il comportamento meccanico, è essenziale quantificare precisamente la distribuzione spaziale e temporale della deformazione superficiale. A tal fine, l’articolo affronta il monitoraggio con una combinazione di osservazioni geomorfologiche sul campo e misurazioni geodetiche (GPS e DInSAR). 3.1 Analisi GPS 3.1.1 Rete semi-permanente Nel giugno 2003 è stata istituita una piccola rete GPS che poi è stata misurata a giugno 2003, giugno 2004, agosto 2005 e novembre 2006. È costituita da 8 benchmarks che permettono di avere risultati dotati di un’accuratezza millimetrica. La zona di scorrimento è strumentata dal basso verso l’alto con 3 punti di monitoraggio (K6, K7 e K8). Altri cinque punti di controllo sono stati collocati dove non è prevista nessuna deformazione: o lontano dalla frana (K5: villaggio Kahrod, K1: strada Haraz) o nelle sue prossimità e cioè sulla piccola collina che sembra bloccare la sua espansione verso la valle dell’Haraz (K2, K3 e K4). Proprio questa collinetta assume un ruolo fondamentale per la stabilità della frana e la minaccia che essa costituisce per la valle di Haraz. L’elaborazione delle 4 campagne è avvenuta separatamente per ogni coppia di acquisizioni, in moda da sottolineare il comportamento stazionario di tutti i benchmark. Infatti dalle osservazioni, tutti i campi di velocità sono del tutto simili come dimostra la Tabella 1. La Fig. 5 invece mostra le componenti orizzontali e verticali di tali spostamenti. 6 Il campo di velocità rivela un movimento discendente quasi uniforme dei punti all'interno della frana con una velocità do circa 25 cm/anno. I benchmark situati al di fuori della frana restano stabili durante il periodo di osservazione di 4 anni, fatta eccezione per K4 che si è spostato orizzontalmente verso sud fino a raggiungere una velocità di 2 cm/anno. In realtà c’è da tener conto del fatto che questo punto si trova in una base di cemento sul limite più a sud di questo crinale e non si può escludere che in esso si stia verificando un’erosione. Future campagne GPS dovrebbero fornire un'indicazione importante per distinguere i processi di erosione da compressione correlata alla frana. Tab 1. i vettori di velocità (componenti est, nord e verticali, rispettivamente) e le loro incertezze 1σ corrispondenti, desunti da misurazioni GPS semi-permanenti che vanno dal giugno 2003 al novembre 2006. Fig . 5 . Campi di velocità GPS orizzontale ( a) e verticale ( b) stimati in 3 anni ( giugno 2003 - novembre 2006 ). 7 3.1.2 Rete rapido-statica Poiché la rete GPS semi-permanente non è in grado di descrivere la variabilità spaziale della deformazione superficiale, si è reso necessario un addensamento dei punti al suo interno. In realtà quest’operazione è stata anche dettata dal fatto che nel prosieguo, l'interpretazione tridimensionale della fase interferometrica radar richiederà a priori informazioni sulla direzione della deformazione locale. Per la nuova rete sono stati effettuati 57 fori, distribuiti in tutta la frana, con maggiore densità nella parte superiore. La parte settentrionale della zona intermedia non è stata misurata perché di difficile accesso. Si prevede comunque di strumentarla nelle campagne successive. Ogni foro ha una profondità di 10 cm di, al fine di garantire la verticalità dello stelo che supporta l'antenna GPS. La posizione planimetrica dell'antenna dovrebbe essere fissata, a meno dell'errore formale di 1 cm. Seguendo il metodo rapido-statico, il ricevitore ha registrato sessioni di 5 minuti su ogni punto con un tempo di campionamento di 2 s. Ci sono state misurazioni nel novembre 2006 e nel maggio 2007. La stazione base è stata installata su K5 e la sua precisione stimata di posizionamento è di circa 0,3 cm in pianta e 0,6 cm in altezza. I vettori di spostamento sono riportati nella fig. 6. Fig . 6 . Campo di spostamento stimato di 2 rilevamenti GPS rapido - statica per un periodo di 6 mesi . La rete sulla parte superiore della frana è densa poiché molte scarpate avevano suggerito una distribuzione eterogenea di deformazione . Per contro , la parte centrale settentrionale della frana non ha benchmark dato che non è facilmente accessibile . Questo campo di spostamento è molto omogeneo . Sorprendentemente questo campo di spostamenti è globalmente molto omogeneo, in particolare sulla parte superiore della frana. In primo luogo, vale la pena notare che lo spostamento stimato vicino ai punti di riferimento K6, K7 e K8 è in accordo con i vettori di velocità semi-permanenti, anche se si registra una rotazione oraria di 40 ° tra la testa e la metà della frana. Nella parte inferiore, lo spostamento avviene prevalentemente verso il fiume Kahrod confermando il suo importante ruolo nell’ attivazione del fenomeno. Per il benchmark 2 , che si trova circa 5 m prima del punto di contatto tra la frana e la collinetta, il vettore spostamento è orientato verso la collinetta ed ha un valore elevato (più 10 centimetri in 6 mesi). Più a nord, l’orientamento dello spostamento cambia da est a nord. 8 Infine, in accordo con l'osservazione sul campo il benchmark 1 non si sposta; questa zona sembra essere totalmente disaccoppiata dal corpo della frana. Lo spostamento verticale è di meno ovvia interpretazione. Valori alti (circa 10 cm in 6 mesi) si possono notare vicino alla cima e a metà altezza. Questo campo vettoriale suggerisce un tipo di deformazione traslatorio predominante con alcune componenti rotazionali che si possono notare sulla parte superiore della frana. In profondità la superficie di rottura è probabilmente complessa. 3.2 Analisi interferometrica L’Interferometria radar ( InSAR ) è una tecnica che misura la differenza di fase tra due immagini radar prese da due posizioni leggermente diverse. Il contributo geometrico a questa differenza di fase viene fuori dalle variazioni orbitali , dalla topografia e dalle variazioni di distanza del satellite a terra. La fase interferometrica è coerente se le proprietà dielettriche e la distribuzione spaziale dei singoli obiettivi all'interno di un pixel rimangono costanti nel corso delle due acquisizioni. Questo è il motivo per cui , in caso di una frana catastrofica , la tecnica InSAR può fornire DEM precisi prima e dopo l'evento, permettendo il confronto e la mappatura della frana. Per contro, nel caso di un processo di scorrimento lento, si può usare un DEM per la costruzione di interferogrammi differenziali (DInSAR) al fine di arrivare ad avere il valore della deformazione. Accanto a decorrelazioni temporali causate principalmente dalla vegetazione, dall'erosione o da eventi distruttivi, DInSAR affronta diverse limitazioni. Al fine di mappare con precisione i limiti della frana di Kahrod e il campo di deformazione associato, è stata utilizzata la tecnica DInSAR applicata alle immagini Envisat ASAR. Sono state acquisite 15 immagini dal 9 Ottobre 2005 , fino al 18 marzo 2007 (una ogni 35 giorni). L’ analisi incrociata di tutti gli interferogrammi differenziali rivela che la fase interferometrica è costante (entro il livello di rumore) sulle aree circostanti. Un esempio di interferogramma differenziale è presentato in Fig. 7a. La coerenza è molto buona per gli interferogrammi a 35 giorni visto che la frana Kahrod non è coperta da vegetazione significativa. Ciò garantisce che un’elaborazione InSAR standard riesca a misurare lo spostamento superficiale del terreno anche perché fortunatamente, l'ampiezza del movimento di superficie è particolarmente indicata per l’acquisizione ogni 35 giorni. Prima di tutto, l' alta somiglianza di tutti gli interferogrammi indica un tasso globale di deformazione costante nel tempo, in ogni stagione (in inverno la copertura neve è scarsa). La maggior parte dei limiti della frana sono rilevati chiaramente da una discontinuità di fase significativa. Essa rivela che il processo attivo corrente riguarda solo una parte del fianco della montagna delimitata topograficamente da grandi scarpate. Ciò è compatibile con uno scenario di una antica grande frana catastrofica il cui residuo minore sarebbe l'unico processo attivo. Questi limiti sono pienamente d'accordo con le osservazioni sul campo. Tuttavia, la tecnica InSAR riesce a mappare questo limite , da un lato vicino al poggio che blocca la frana, e dall'altro sulla parte settentrionale centrale della frana. L'esistenza di una zona che non si deforma che probabilmente si trova a metà altezza della frana , sul lato nord , non è supportata dalle osservazioni sul campo. La fase interferometrica è globalmente omogenea su tutta frana , eccetto nella sua parte settentrionale della zona centrale dove la deformazione aumenta, e sulla sua punta nord dove invece la deformazione diminuisce uniformemente. È da sottolineare che la tecnica DInSAR conferma che la parte meridionale della punta non si muove, come già suggerito da osservazioni sul campo e dai rilevamenti GPS rapido-statico. 9 Per avere un’analisi spaziale più dettagliata dei cambiamenti di fase sono stati disegnati dei profili della frana (Fig. 7b). Il Profilo longitudinale AB campiona la frana dalla testa verso il suo piede centrale, nella scarpata inferiore al fiume Kahrod. Tutti gli interferogrammi a 35 giorni mostrano all'incirca lo stesso schema. Nessuna attenuazione o accelerazione può essere notata ai piedi della frana. La proiezione dei vettori di velocità di K6, K7 e K8 da satellite sono in accordo con la fase interferometrica. Fig. 7. a) Esempio di un Interferogramma differenziale radar Envisat di 35 giorni. La deformazione è più o meno omogenea tranne che nella parte settentrionale a metà altezza della frana. b) fase interferometrica lungo il profilo longitudinale AB. I Vettori di spostamento GPS stimati sulla rete semi-permanente sono proiettati sulla linea del satellite (cerchi blu). Sono pienamente d'accordo con la misura InSAR. Poiché InSAR è una misura tecnica di distanza unidimensionale, gli interferogrammi possono solo fornire lo spostamento proiettato sulla linea di mira del satellite. In questo modo viene recuperata la deformazione tridimensionale superficiale, partendo però da informazioni a priori sulla sua direzione, ricavate dall’interpolazione del campo dei vettori derivato dai rilievi GPS rapido-statici. L'omogeneità del campo vettoriale misurato suggerisce che il campo in questione è vicino alla realtà, anche se questa approssimazione è senza dubbio sbagliata in alcuni punti (soprattutto lontano dal benchmark GPS). La principale informazione derivante dall’analisi InSAR è che la deformazione non sembra cambiare in modo significativo con il tempo nel periodo analizzato, anche se il periodo è lungo. Il movimento complessivo stimato è di circa 30 cm/anno, in buon accordo con le misure GPS sebbene i dati delle due tecniche non siano riferiti allo stesso intervallo di tempo. L'ampiezza di deformazione è approssimativamente omogenea su tutta frana, tranne da un lato, alla sua testa e nella "nicchia" di distacco incisa dal fiume Kahrod dove la deformazione aumenta significativamente (fino a 45 cm/anno), e dall’altra parte, nella punta nord dove la deformazione diminuisce uniformemente fino a circa 20 cm/anno . Per finire , dobbiamo ricordare che questo studio è riuscito ad individuare due altre frane che si trovano lungo la valle del Penjab circa 5 km più a nord. Il loro comportamento meccanico è probabilmente simile a quello della frana di Kahrod . In seguito, si è ricavata una media di tutti gli interferogrammi a 35 giorni da cui si deduce una mappa della deformazione superficiale dell’intera area ( Fig. 8). 10 Fig. 8. Mappa di deformazione 3D stimata sovrapponendo tutte gli interferogrammi a 35 giorni. 4 Evoluzione temporale degli spostamenti superficiali Per affrontare l'evoluzione temporale dettagliata dell'attività della frana, è stata istituita una stazione GPS vicino al punto K6, nel centro della parte inferiore parte della frana. È stato poi installato un pluviometro per registrare ogni possibile influenza delle precipitazioni sull'attività della frana. I dati sono stati raccolti dal giugno 2006, con un tempo di campionamento di 30 s. Le serie storiche sono presentate nella Fig. 9a. Il vettore velocità media è simile a quello stimato per K6. Nonostante nel periodo sia stata osservata una pioggia abbondante (circa 1000 mm), la serie temporale non è affetta da nessuna discontinuità elevata. Tuttavia, eliminando il trend lineare si riesce discernere diverse discontinuità, anche significative ( Fig. 9b ). Anche se non può essere stabilita nessuna forte correlazione, si può notare che queste discontinuità si verificano sempre dopo pochi giorni di precipitazioni significative (1-20 giorni). Inoltre, sembra che la deformazione prima di agosto 2006 differisca molto da quella che avviene in seguito. La velocità di spostamento è leggermente superiore (di circa il 20 % ), e potrebbe essere interpretata come la risposta del terreno alle abbondanti precipitazioni, anche se la mancanza di dati GPS prima di tale data ci impedisce di dare risultati definitivi. Infine, si deve osservare che lo scioglimento della neve è destinato a svolgere un ruolo minore in questo periodo di osservazione poiché il manto nevoso è stato molto limitato. La serie temporale di 1 anno suggerisce che nessuna forza esterna ha indotto una modifica importante sull'attività della frana durante tale intervallo di tempo. Infatti, nessuna precipitazione eccessiva, né alcun terremoto di magnitudo superiore a 2 nei pressi Kahrod, ha influenzato significativamente il comportamento della frana di Kahrod. Tuttavia, la correlazione plausibile con le precipitazioni fa sospettare qualche risposta critica del terreno a qualsiasi evento pluviometrico eccezionale. 11 Fig. 9. a) serie temporali GPS permanente (nord, est e verticali componenti) tra giugno 2006 e maggio 2007. b) Le barre di errore nere rappresentano la serie storica GPS senza il trend lineare. La linea blu è la cumulata della pioggia. Le linee verticali rosse individuano le discontinuità delle serie temporali GPS. 5 Analisi dei risultati e conclusioni Tramite la tecnica InSAR è stata mappata la zona che si sta deformando. I risultati sono totalmente in accordo con quelli derivanti dall’osservazione sul campo e dai dati ricavati da 3 punti stabili appartenenti alla rete rapido-statica. Oggi la massa di scorrimento è il residuo di un frana catastrofica passata che non è stata ancora drenata dai fiumi Kahrod e Haraz. Scendendo per il pendio, una zona di frattura indica che la punta meridionale è disaccoppiata dalla parte centrale, in cui il comportamento sembra essere controllato dal fiume Kahrod. Sia le misure GPS rapidostatiche che InSAR confermano questa interpretazione. Sebbene sia affetta da significative decorrelazioni temporali e spaziali, l’interferometria radar fornisce una visione globale dettagliata della zona in esame, e permette di quantificare con precisione il movimento superficiale. L'uso di un campo di spostamenti interpolati ottenuti da indagini GPS rapido-statiche era necessario per avere accesso alla deformazione nelle 3 dimensioni. L'ampiezza di deformazione concorda pienamente con quella stimata da tutti gli approcci GPS. La deformazione superficiale è approssimativamente omogenea su tutta frana. Tuttavia, i tassi più elevati di deformazione influenzano la parte più alta della frana e la scarpata inferiore incisa dal fiume Kahrod. Alla base della frana a nord, ampie fessure sono la testimonianza di significative deformazioni (presenti o passate) dovute allo sforzo indotto dalla massa scorrevole. Risulta fondamentale capire se queste fessure si estendono o meno all'interno della roccia. Indagini rapido-statiche presentano tracce di spostamenti di ampiezza elevata, perpendicolari alla linea di contatto tra la frana ed il poggio. Questo ostacolo all'espansione della frana verso la valle di Haraz induce una rotazione della frana che si 12 sviluppa verso nord. In quel poggio, gli interferogrammi non rivelano alcuna deformazione ma questo potrebbe essere legato ad errori. Al contrario, i due vettori di velocità GPS sono stabili mentre il terzo, che si trova sul versante meridionale di questo crinale, indica una deformazione significativa perpendicolare al movimento franoso. Dal momento che il contatto tra la frana e questo poggio avviene sulla roccia, le grandi fessure potrebbero essere delle crepe causate dalla tensione in passato. La deformazione attuale rivelata dal GPS può essere imputata all’erosione o all’incisione laterale del fiume Kahrod piuttosto che allo sforzo indotto dalla frana. Questa interpretazione però deve essere confermata da misurazioni GPS più accurate. A questo punto risulta indispensabile capire se questo sperone di roccia può resistere nel tempo, e se un forte terremoto o abbondanti precipitazioni possono innescare un'accelerazione catastrofica della frana con potenziali conseguenze. L' evoluzione temporale della deformazione della superficie stimata da campagne GPS semipermanenti o da InSAR non presenta variazioni significative . Poiché però è stato dimostrato che forti piogge o lo scioglimento della neve possono indurre variazioni significative nei tassi di spostamento, i dati di una stazione GPS permanente situata all'interno della frana sono stati messi a confronto con registrazioni pluviometriche. Per il periodo maggio 2006-maggio 2007, le serie storiche da GPS si rivelano abbastanza stabili: nessuna forzante esterna ha indotto alcun cambiamento significativo sull'attività della frana. Concludendo, Kahrod si trova in una regione tettonica molto attiva. La frana iniziale è stata probabilmente attivata da un grande evento sismico, e si può supporre che il terremoto Sangechal del 1957 l’ha accelerata in modo significativo. Tuttavia, durante il periodo di osservazione, nessun terremoto di magnitudo superiore a 2 si è verificato nei pressi di Kahrod e quindi non è stato impossibile dimostrare una correlazione tra la sismicità e l’attività della frana. In assenza di precipitazioni o terremoti, il principale processo attivo sembra essere la progressiva erosione della massa rocciosa attraverso l'effetto di inaridimento del fiume Kahrod. Questa interpretazione riduce il rischio di qualsiasi futura evoluzione catastrofica della frana in esame. Non bisogna trascurare però che la frana di Kahrod è situata in una zona sismica attiva, e che sta minacciando il villaggio di Kahrod e la valle di Haraz. Quindi, è importante integrare i dati presentati in questo studio con una serie temporale più lunga al fine di stabilire le possibili correlazioni tra l'attività della frana e le forze esterne (tettoniche, sismiche, climatiche e idrologiche). A questo punto appare chiaro che gli obiettivi dell’articolo erano: 1) determinare i limiti spaziali della frana di Kahrod; 2) quantificare la distribuzione spaziale della deformazione superficiale tramite tecniche GPS e DInSAR; 3) analizzare l’evoluzione degli spostamenti; 4) ottenere una comprensione migliore delle principali cause del movimento. Per quanto riguarda il primo obiettivo, gli autori hanno raggiunto il loro scopo visto che sia le osservazioni sul campo che le indagini GPS che quelle interferometriche forniscono lo stesso risultato ed individuano inequivocabilmente i limiti del fenomeno franoso. Se ci si riferisce invece alla quantificazione della distribuzione spaziale, anche se questo lavoro ha dato dei risultati, c’è da tener conto di diversi fattori. Prima di tutto si deve ricordare che con le misurazioni GPS col metodo rapido-statico, una parte della frana 13 e cioè quella settentrionale della zona centrale è totalmente scoperta perché di difficile accesso. Quindi è necessario prevedere altre campagne per strumentare quella zona; ovviamente ci si attende che eventuali prossime osservazioni, servano solo a confermare i risultati già ottenuti visto che dal punto di vista geologico e geotecnico non sono state osservate discontinuità. Il presente lavoro ha dato anche risposta al terzo obiettivo poiché è stata descritta l’evoluzione degli spostamenti arrivando a dire che nessuna forzante sismica o climatica (in questo caso si fa riferimento essenzialmente alle precipitazioni) hanno apportato grandi modifiche alla cinematica del fenomeno. C’è da precisare che però nel periodo di osservazione non ci sono stati terremoti con una magnitudo elevata e quindi non si è potuta rilevare nessuna correlazione tra attività sismica e movimento franoso. Anche in questo caso campagne successive con tecniche GPS, aiuterebbero a definire meglio questo legame. Passando al quarto punto, gli autori sono arrivati a dire solo che probabilmente la frana iniziale è stata innescata da un sisma e riattivata nel 1957, sempre da un terremoto. Per capire fino in fondo questo fenomeno franoso, è necessario stabilire con certezza le cause del fenomeno e riuscire a dire in che modo esso si è manifestato, sia nella fase iniziale, che nel corso del tempo. A tal fine, si può pensare di procedere ad una datazione radiometrica (ad esempio con C14) degli elementi sulla superficie di rottura iniziale, o all’interno della massa in movimento. In questo modo si potrebbe capire quando è avvenuto il fenomeno di primo distacco e capire se effettivamente è imputabile ad un forte terremoto. Nell’articolo sono presenti dei punti non risolti. Prima di tutto, il periodo di acquisizione dei dati pluviometrici ha fatto rilevare solo delle piccole discontinuità sull’attività del fenomeno ma questo porta a pensare che precipitazioni eccezionali potrebbero causare effetti diversi e sicuramente maggiori. Per vedere se ciò è vero ed in che misura, si suggerisce di provvedere a monitorare ulteriormente il corpo della frana con dei pluviometri. Concludendo, poi, l’articolo non mira a quantificare il rischio a cui le infrastrutture e i 200 abitanti del villaggio Kahrod sono sottoposti. Infatti si è capito solo che la punta meridionale, prossima al villaggio, si comporta in maniera diversa dal resto della massa perché sono state rilevate due fratture che operano una divisione netta del materiale e quindi del comportamento cinematico. Per un’ulteriore conferma che la punta meridionale sia effettivamente ferma, si consiglia di effettuare delle indagini più approfondite sia con osservazioni sul campo che con indagini geotecniche e geologiche. Nel caso in cui la zona di cui si sta parlando, non risulti ferma, è necessario istituire un sistema di allarme per l’evacuazione del villaggio. Il sistema potrebbe essere anche legato alle osservazioni dei pluviometri e funzionare secondo diversi livelli di pericolosità. In realtà però quest’operazione ad oggi non è di fondamentale importanza proprio perché il rischio è mitigato dal fatto che la parte della frana immediatamente a monte del villaggio, sembra ferma. 14 6 Bibliografia Allen, M.B., Ghassemi, M.R., Shahrabi, M., Qorashi, M., 2003. Accommodation of the late Cenozoic oblique shortening in the Alborz range, northern Iran. Journal of Structural Geology 25, 659–672. Ambraseys, N.N., Melville, C.P., 1982. A History of Persian Earthquakes. Cambridge University Press. 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