04-2005 Moldavia

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04-2005 Moldavia
Newsletter di aggiornamento sui progetti di Amici dei Bambini in
Moldova n. 4 - aprile 2005
...dal lunedi` al sabato il cappello era sempre cresciuto. Ora ci entravano sotto
sei bambini. Un giorno, durante una tempesta di neve, aveva accompagnato pure la loro
maestra a casa. Quando ci rimaneva posto, prendeva anche i bambini.
- Ehi! Che cappello viene per la strada! - si affacciavano dalle porte quelli di Trei
Iezi. E` grande quanto un mucchio di fieno, ohe`!
Dopo aver accompagnato i bimbi alle loro case, il cappello diventava di nuovo
piccolo affinche` Guguzza lo potesse attaccare al chiodo.
...il cappello e` cresciuto largo e alto quanto il paese di Trei Iezi, sicche` ha
riempito il cielo.
La neve come se non ci fosse. Nei cortili fiorivano i giaggioli, il lillà… E i ragazzini
della prima elementare aprivano la finestra della scuola e cantavano a piena voce:
Viene, viene la primavera,
Si stende in tutto il paese...
da una nota fiaba moldava, “Cusma lui Guguta” di Spiridon Vangheli.
Rimanere figlio
I progetti di prevenzione all’abbandono
MOLDAVIA 2000
Il diritto alla famiglia, al gioco e all’istruzione
Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri operatori…
Non tutte le storie d’amore hanno un happy-end
All’inizio era una bella storia d’amore tra due giovani, che si sono trovati e godevano il loro amore
sereno e felice.
Elena aveva 36 anni e Ion ne aveva 33 anni. Pareva che nessuno avesse il diritto di implicarsi nel
loro amore. Ma, comunque, come in tutte le relazioni c’erano anche i momenti difficili. Elena
lavorava alla fabbrica di vestiti “Ionel” e viveva in una piccola stanzina di un pensionato di
Chisinau. Ion viveva in un altro paesino, Rezina, lavorava occasionalmente e veniva a visitare la
sua ragazza il sabato e la domenica. Lui aveva problemi di salute, soffriva dell’ulcera. Quando
veniva a Chisinau faceva un trattamento all’ospedale e Elena gli procurava tutte le medicine e
prodotti necessari. Questa loro storia era troppo bella per diventare realtà, diceva Elena. A quel
tempo il sogno di Elena era il di sposare Ion. Ma un bel giorno lei ha saputo che era in cinta e
questo fatto l’ha rallegrata moltissimo, perchè voleva tantissimo avere un bambino. Ma quando Ion
ha saputo di questo, le ha chiesto in modo insistente di abortire. Elena ha rifiutato questa sua
richiesta ed anche ha rotto qualsiasi legame con lui. Lei ha continuato a lavorare, fino al congedo
di maternità che le è stato pagato dalla fabbrica in somma di circa 450 $.
Dopo 2 mesi Elena ha partorito una bellissima bambina, Adriana. Alla nascita sono apparsi diversi
problemi e perciò Elena ha avuto il parto cesareo. Ma purtroppo la gioia della madre di avere un
bambino si è trasformata in lacrime amare. I medici hanno emesso la diagnosi di Adriana:
encefalopatia residuale prenatale di primo grado ed anche la cardioapatia acuta. Adriana ha
bisogno di un intervento chirurgico al cuore, ma sarà possibile effettuarlo solo quando lei compirà
un anno. Ma purtroppo la madre non ha i soldi per l’intervento. I soldi ricevuti per il periodo di
maternità sono bastati solo per il parto cesareo, le medicine necessari e alcuni vestiti per la
bambina.
Rimanendo da sola, con un bambino malato in braccia e non avendo nessun sostegno da parte
degli amici e conoscenze, Elena chiama Ion e gli chiede di aiutarla a comprare le medicine
necessarie. Ma lui ha rifiutato di aiutarla dicendo che questo bambino non era suo. Vedendo
questo, Elena chiede l’aiuto a sua madre, che vive vicino a Chisinau. Ma anche la madre ha
rifiutato di aiutarla dicendo che ha solo circa 25 $ mensili di pensione e poi anche i fratelli di Elena
che sono sposati, e vivono insieme a lei, necessitano molto aiuto. Questo e’ stato il secondo colpo
grande per Elena. Lei ha lasciato la casa dei genitori quando aveva solo 16 anni a causa della loro
situazione materiale grave e ha pensato che sua madre avrebbe aiutato almeno la nipote, ma
aveva sbagliato.
Negli ultimi mesi, lo stato di salute della ragazza e’ peggiorato considerevolmente. Durante un
periodo di 6 mesi, e’ stata ricoverata all’ospedale 6 volte. Nel mese di marzo e’ stata ricoverata
all’ospedale due volte, ma purtroppo, a causa della mancanza dei soldi per le medicine, il
trattamento non ha avuto nessun effetto. Le medicine gratuite che offre l’ospedale non hanno
avuto nessun effetto su Adriana. Quando Sg.ra Elena si e’ rivolta all’Associazione Amici dei
Bambini, noi abbiamo provato di aiutarla con l’acquisto di diverse medicine necessarie per il
trattamento. A parte i problemi di cuore che ha la bimba, al momento Adriana soffre di
un’indigestione e all’età di 4 mesi ha perso in peso. I medici non capiscono quale sia il problema e
per questo c’e’ bisogno di fare una diagnosi più dettagliata sul computer. Soltanto così si potrà
sapere la vera causa del problema e si potrà decidere di che tipo di trattamento ha bisogno
Adriana. In seguito a questi problemi, AiBi decide di pagare tutti le analisi alla bambina, ma
purtroppo la nostra associazione non può pagare l’intervento chirurgico perche’ molto costoso.
Elena e’ scoraggiata ed ha bisogno del sostegno psicologico e sociale, questo e’ l’unico aiuto che
le possiamo offrire al momento. Con tutti questi problemi, Elena rimane una madre forte che è
sempre pronta ad affrontare tutte le difficoltà per rendere la vita della sua figlia più serena.
Cheianu Carolina
Operatrice famigliare
Amici dei Bambini Moldova
Giochiamo insieme…
Lasciati prendere dalla musica…
Puoi essere piccolo, puoi essere ormai adulto, ma, in ogni caso, il tuo destino sarà sempre
collegato alla musica.
La musica è il tuo migliore amico e solo essa ti può capire quando nessuno ti capisce. Ma cosa
facciamo noi per capirla, cosa succede quando le canzoni sono in una lingua straniera e anche la
musica ti pare diversa?
Agli operatori del Centro di Gioco Educativo “Divertis” e’ venuta un’idea interessante. Da qualche
tempo i bambini hanno cominciato ad imparare le canzoni interpretate in una lingua diversa da
quella rumena. Questo fatto da ai nostri bambini la possibilità di vivere esperienza che combinano
in se il piacevole con l’utile.
Utile perchè i bambini riescono a svilupparsi dal punto di vista intellettuale. Nel processo dello
studio, abbiamo osservato che ai bambini è apparsa la voglia di imparare ogni giorno sempre più
cose e di essere sempre più bravi. Ma il piacevole…la soddisfazione spirituale dei bambini sta nel
cantare e nel sentirsi piccole star sullo schermo della TV.
Questa voglia dei bambini di diventare famosi, può cambiare positivamente il loro carattere e
anche tutta la loro vita. Appare la voglia di essere migliori e loro hanno finalmente capito che
questo si può raggiungere solo tramite un grande sforzo. Perciò, la musica mantiene tutti i suoi lati
educativi come “nascosti”, lasciando al bambino la possibilità di scoprirli. Sottolineiamo
l’importanza della scoperta, perchè sappiamo com’è andato lo studio della lingua francese.
I bambini la studiano dalla prima elementare, ma non l’hanno imparata finora bene considerandola
strana e difficile da usare. Adesso invece, grazie alle canzoni che cantano, la trovano molto dolce
e armoniosa.
Importante e’ che i bambini si accorgano da soli dello scopo educativo seguito dall’operatore sin
dall’inizio dell’educazione musicale.
Il corso “Arcobaleno Musicale” e’ un’esperienza magica dove i bambini hanno imparato le canzoni
in 4 lingue: romeno, inglese, francese e italiano. Queste canzoni sono create dall’animatore,
specialmente per i bambini del gruppo musicale “Angelo” (gruppo del Centro “Divertis”). Forse
proprio questo ha fatto sentire i bambini importanti e fieri di quello che fanno. Continuano sempre a
dirci: “Non ci possiamo credere, queste canzoni sono state inventate specialmente per noi!”. Per
adesso li abbiamo lasciati un po’ a meditare sulle attività che dovranno svolgere nel futuro. In
questo modo, condividendo con noi nuove idee, loro potranno migliorare le loro capacità
d’immaginazione.
Eugenia Movila
Animatrice del corso
“Arcobaleno musicale”
IL CENTRO DIURNO “SPERANTA”
Il diritto all’integrazione sociale
Appena tornati da Reggio Emilia
La pratica italiana di integrazione scolastica dei bambini disabili sarà implementata anche in
Moldova
Martedì, 19 aprile, si è conclusa la visita di lavoro in Italia degli specialisti moldavi coinvolti nel
processo di integrazione scolastica dei bambini disabili. Questa visita è stata organizzata
dall’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con l’Associazione Fa.Ce – Famiglie
Cerebrolesi, Municipalità di Reggio Emilia e Centro Diurno „Speranta” nell’ambito del progetto
“Programma di sostegno sociale e sanitario alle famiglie con bambini affetti da paralisi cerebrale”.
Il gruppo dei partecipanti è stato formato da rappresentanti del Centro Diurno “Speranta”, della
Municipalità di Chisinau, del Dipartimento Educazione, insegnanti, medici. Durante il corso, che è
durato 10 giorni e si è svolto a Reggio Emilia, il gruppo ha avuto vari incontri con gli ispettori di
scuola, specialisti da AUSL, insegnanti e direttori di scuola, genitori ecc., i quali hanno presentato il
processo di integrazione scolastica dei bambini disabili in Italia, il quadro legislativo ecc.
Oltre ai corsi formativi, i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare varie scuole, asili, per
poter osservare l’integrazione scolastica di tali bambini.
Dopo il rientro in Moldova, il gruppo si riunirà di nuovo per decidere insieme i seguenti passi da
fare in questa direzione.
Un primo passo deciso è la pubblicazione, nel bollettino informativo “Genitori per Genitori”, di un
gran numero di materiali che trattano il tema dell’integrazione scolastica dei bambini disabili in
Italia. Sono già presi i contatti con alcune persone dall’Italia che scriveranno tali articoli, ma anche
il gruppo moldavo sarà coinvolto nella stesura del detto materiale. Oltre al bollettino informativo, il
gruppo italiano sarà impegnato nella stesura di report più dettagliato che descriverà tutti gli
argomenti trattati nell’ambito della visita a Reggio Emilia.
Nicu Ciocan
Operatore SAD
Centro Diurno Speranta
BAMBINI SENZA OSPEDALE
Il diritto alla vita e alla salute
Lottiamo insieme per la vita
Ogni medico, una volta indossato il camice bianco, fa il giuramento di fare tutto il possibile, ed
anche l’impossibile per salvare la vita del proprio paziente.
“M”, un bimbo di solo 3 mesi è stato ricoverato all’ospedale nr.1 dei bambini di Chisinau in uno
stato veramente grave, talmente grave che è stato messo direttamente in rianimazione.
Prima di essere ricoverato, si è trovato a casa per 4 giorni, con la febbre che non passava mai e
con la madre che non gli faceva niente. Il caso ci è stato segnalato dai vicini che hanno osservato
che da un po’, la madre non portava il bambino fuori.
Una volta arrivato all’ospedale, la situazione del bambino si è acutizzata di più, aveva una
fortissima tosse e continuava a fare convulsioni. Ad un certo momento, i medici gli hanno
connesso il dispositivo respiratorio senza il quale il bambino non avrebbe più resistito.
Dopo alcune settimane di lotta, la situazione del bambino è migliorata e, dopo un successivo
esame del bambino, i medici sono riusciti a definire la causa di tante sofferenze: il bambino soffriva
di meningite purulenta. Si è deciso di fare una trasfusione di plasma, ha ricevuto il trattamento
adeguato con antibiotici ed anticonvulsivi, dopo di che ha seguito un corso di terapia ormonale
concludendo tutto quanto con una terapia antibatterica.
Solo dopo aver ricevuto tutti questi trattamenti, i medici hanno deciso che la vita del bimbo era
fuori ogni pericolo e l’hanno trasferito nel reparto di medicina generale. Solo adesso il motivo per
cui era venuto, la tosse, dovrà essere osservato.
Passato il pericolo maggiore per la vita del bambino, i medici pensano adesso al futuro di “M”. che
fra un po’, speriamo lascerà l’ospedale.
Valentina Panu
Medico “Amici dei Bambini”
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I progetti di reintegrazione familiare e sociale
LA CASA ASCHIUTA E IL PARTERNARIATO CON SALVATI COPIII
Il diritto alla famiglia
Le storie dei bambini della “casa dal tetto rosso”
Una giornata divertente
Il gioco è ad ogni età un motivo in più per ridere e divertirsi
Cosa significa giocare e quanti bambini nei nostri tempi lo stanno facendo, sia in casa, che
all’aperto? Ora i bambini preferiscono giocare al computer in diversi giochi invece di giocare in
gruppo. Attraverso il gioco l’uomo si libera delle sue emozioni negative, si rilassa e anche si
riempie di emozioni positive, ottimismo e allegria per almeno una settimana. Questo è il motivo per
il quale, all’interno della Casa “Aschiuta” il gioco ha una grande importanza e si prova che ogni
giorno nel centro si organizzi almeno un gioco per divertire i bambini e per rilassarli.
Ma, il mese di aprile e uno speciale anche per il fatto che comincia con una festa molto
interessante: “Il Giorno degli scherzi e del umore”, che si festeggia il 1 aprile.
Per questo giorno molto divertente, tutti si sono preparati intensamente. Gli educatori
hanno preparato i giochi più importanti, i bambini preparavano scherzi per i loro amici, ma anche
per gli educatori. Per la Grande Festa si è stabilito anche un concorso del più comico viso dipinto
con premi pecuniari, che ha stimolato moltissimo i bambini.
Il giorno di 1 aprile nella casa è cominciato solo con gioia e allegria, che era anche
aumentata del fatto che era venerdì, cioè l’ultimo giorno della scuola. Tutti scherzavano uno con
l’altro e ci sono stati casi anche di educatori che sono caduti nelle trappole e andavano nei luoghi
indicati dai bambini, ma dove non li aspettavano nessuno.
Tornati dalla scuola, i più grandi hanno cominciato a prepararsi per la festa e a dipingere i
loro visi. I bambini erano molto entusiasmati e sono stati molto creativi.
Per ravvivare l’interesse, gli educatori hanno fatto finta di essere arrabbiati con loro e li
hanno spaventati che la festa era rimandata e che tutti dovevano andare nella sala dei giochi per
una riunione urgente. Però, questo non era che un altro scherzo, ma questa volta da parte degli
educatori che facevano gli attori mentre i bambini erano gli spettatori. Gli educatori hanno
preparato una grande sorpresa ai bambini e hanno presentato uno spettacolo molto comico e dopo
il concorso, hanno seguito solo giochi con tutti i bambini di Casa “Aschiuta”.
È risultata una serata molto divertente e molto allegra, ma il momento più interessante è
stato il concorso, dove tutti sono stati rimasti meravigliati dell’immaginazione dei piccolini e il primo
luogo è stato occupato da un ragazzino da 12 anni che ha indossato vestiti da ragazza orientale,
ed ha anche ballato, in maniera molto originale “la danza del ventre”.
Diacon Stela,
Opertarice SAD
Progetto Casa „Aschiuta”
VERSO LA FAMIGLIA
Il diritto a tornare in famiglia
Un’anima persa, un’anima rinata
Questa storia ha un inizio molto triste, ma Dio provvede per tutti…
Tatiana è una ragazza di 16 anni, la cui casa da un po’ di tempo è l’Internat n. 1 di Chisinau. 16
anni fa, i genitori di Tatiana le hanno dato vita senza esser coniugati. Dopo un po’ di tempo,
quando Tatiana aveva solo 4 mesi, i genitori, per vari motivi, si sono separati. La mamma si e’
risposata con un altro uomo con cui ha un’altra figlia – Ecaterina. Più tardi, il padre biologico della
ragazza viene a prenderla dalla famiglia dove purtroppo è stata anche testimone di un omicidio, e
la porta dalla nonna paterna. Per vari motivi, il padre lascia il paese vendendo anche la casa dove
abitava sua madre. Questa decide di prendere la ragazza e trasferirsi dal concubino. Ma dopo
qualche tempo, la nonna muore e la ragazza è costretta a lasciare anche questa casa dove non
c’era più nessuno che la amasse. Così, fin dall’età di 14 anni la povera ragazzina non ha piu’ avuto
una casa sua. Dopo la morte della nonna, e’ andata a vivere da chiunque la prendesse a casa, per
pietà. Era molto duro per lei vedere come la gente la invitava a vivere con loro e poi, per vari
motivi, la cacciavano via, oppure, se non ne poteva più, andava via da sola.
Quei giorni pieni di solitudine le portavano solo malinconia per la sua famiglia.
Nel 2002, dopo alcuni mesi d’istituzionalizzazione, Tatiana ha saputo che sua madre era morta per
gravi motivi di salute. Tatiana avrebbe voluto conoscere almeno sua sorella, ma le avevano detto
che è stata trasferita anche lei in un Internat e la casa dove vivevano prima è stata venduta.
Neanche con il padre biologico ha avuto troppa fortuna. È sposato e vive adesso con la sua nuova
famiglia senza neanche visitare Tatiana in Internat.
Da febbraio 2005 Tatiana è beneficiaria del progetto “Verso la famiglia” e la sua vita è cambiata
enormemente.
Per 16 anni ha vissuto con troppo disagio e non credeva più in miracoli. L’assistente sociale è
stato percepito da Tatiana come un altro ospite o intruso nella sua vita e non credeva per niente
che la potesse aiutare. Allora il nostro intervento è partito con la ricerca della sorella di Tatiana per
realizzare uno dei nostri principali scopi di ricongiungimento familiare. Dopo un po’ di tempo siamo
finalmente riusciti a trovarla ed abbiamo organizzato un loro incontro.
Le due sorelle non si vedevano da più di 9 anni e, quando siamo entrati, Tatiana tremava tutta
dall’emozione e continuava a chiedersi se la sorella l’avesse riconosciuta o no. Quando, dopo aver
parlato con l’assistente sociale, le due sorelle si sono incontrate, le lacrime sui loro visi hanno detto
tutto. Si sono strette in braccia e più che parole furono i loro sguardi, pieni d amore e di felicità.
Siamo rimasti molto sorpresi nel sapere che Ecaterina, la sorella minore non sapeva neanche la
sua data di nascita, non sapeva dunque neanche la sua vera età. Aveva già 11 anni, ma credeva
sempre di averne 9. Ci ha raccontato tutta la sua storia e ci ha detto che fino ad adesso l’unica
persona che la visitava era la nonna. Ci ha dato pure il numero di telefono nel caso in cui avessimo
voluto contattarla.
Tornati a Chisinau, la prima cosa che abbiamo fatto è stata chiamare la nonna che, non ci
aspettavamo per niente, è stata molto ricettiva. È stata molto contenta nel sentire che volevamo
prendere Ecaterina dall’ospedale e che Tatiana potrà fra un po’ stare insieme a loro.
Così, quando pareva che tutto il mondo crollasse e non ci fosse nessuna speranza, Tatiana è
riuscita a trovare un’anima gemella, quella di sua sorella, ma anche una buona amica – la nonna
Polina.
Natalia Rabei
Assistente Sociale
Progetto “Verso la Famiglia”
Abracadabra - quando la magia entra negli internat…
Reclutamento di volontari presso la ludoteca “Abracadabra”
Siamo riusciti a reclutare quattro volontari per il lavoro con i bambini all’interno della ludoteca
“Abracadabra” – tutti allievi delle classi superiori dell’internat n. 1 di Chisinau.
Perché volontari? - perché uno degli obiettivi della nostra associazione è la promozione delle
varie forme di volontariato. Nella nostra associazione svolgono la propria attività circa 20 volontari.
Ed è una cosa naturale che il gruppo sia in continuo movimento, tenendo presente il fatto che sono
tutti giovani e prima o poi devono lasciare il volontariato per fare gli studi, altri rinunciano perché si
impegnano a fare certi lavori ecc. Ecco perchè siamo alla continua ricerca di giovani per i quali il
BAMBINO e IL LAVORO CON IL BAMBINO non sia una cosa estranea e non li lasci indifferenti.
Un altro motivo è legato alla promozione dei nostri metodi originali di lavoro con il bambino, metodi
che, alla fine si dimostrano molto efficienti.
Perché loro (i bambini dell’internat)? Partendo dall’idea che questi bambini sono i beneficiari diretti
del progetto “Ludoteca”, con il loro coinvolgimento riusciamo a contribuire alla realizzazione degli
obiettivi di base della Ludoteca:
1. Sviluppare la personalità del bambino istituzionalizzato e la sua responsabilizzazione
attraverso attività di gioco
Facendoli partecipare attivamente a vari corsi formativi, lasciandoli il libero accesso alle nostre
fonti informative, facendoli praticare i nostri metodi di lavoro contribuiamo direttamente allo
sviluppo della personalità di ciascuno di loro.
2. Promuovere l’integrità sociale
Dando ai volontari la possibilità di attivare in tutte le strutture con cui collaboriamo (Centro di gioco
educativo “Divertis”, Casa Aschiuta ecc) riusciamo a sviluppare il loro ambito relazionale, rendendo
più efficiente il processo di integrazione sociale.
Un altro punto forte del volontariato per questi bambini è la possibilità di essere coinvolto in una
prima esperienza “lavorativa” in un certo campo di attività (nel nostro caso – attività di animazione).
Così, loro potranno acquisire esperienza di lavoro.
I bambini istituzionalizzati, più degli altri bambini, hanno bisogno di un certo orientamento
professionale, di un sostegno, di un incoraggiamento perché, nella maggior parte dei casi, i
bambini sono disorientati, frustrati dall’insicurezza del giorno dopo che li aspetta al di fuori
dell’istituto.
Osservando il livello di coinvolgimento di questi giovani nelle attività svolte in ludoteca, ho pensato
che potrebbero fare parte dal gruppo di volontari già esistenti. Dopo un eventuale colloquio con gli
assistenti sociali, che hanno condiviso le mie idee, ho dato la bella notizia ai ragazzi.
Alla domanda: cosa significa per voi il volontariato, tutti e quattro hanno risposto come uno solo – il
volontario aiuta i bambini. E non possiamo che non hanno ragione. Ma per farli capire meglio cosa
vuol dire essere un volontario, che cosa rappresenta la nostra associazione, abbiamo organizzato
un mini – corso formativo.
Dopo circa 10 giorni, tutti i partecipanti al corso sono venuti da me dicendo: ho pensato bene e
voglio essere volontario perché…mi piace giocare insieme ai bambini, …perché ho la pazienza
necessaria per lavorare on i bambini, … vorrei aiutare altri bambini come me ecc.
Abbiamo deciso insieme, ed è normale, che un certo periodo di tempo loro saranno affiancati dagli
animatori. Poi, quando si decideranno sul corso che vorranno fare, noi provvederemo a creare loro
tutte le condizioni necessarie perché loro possano svolgere le proprie attività.
Angela Pruss
Responsabile Dipartimento Animazione
Amici dei Bambini, Moldova
Altro…
Molto piccola di statura ma dal cuore molto grande…
Certe volte il destino è troppo duro e punisce le persone da tutti i punti di vista: sia morale che
fisico, ma gli amici, quelli che sono veri amici, ti stanno sempre accanto…
Diana, una ragazza dai capelli biondi e occhi blu è entrata nel nostro ufficio tenendo in mano un
elenco con tutte le ONG presenti sul territorio. Alla prima vista non si poteva capire perché aveva
bisogno di un aiuto. Sembrava molto ben curata, ben educata ed intelligente. “Forse i genitori
l’hanno cacciata via di casa…” abbiamo pensato noi. Ma in realtà la situazione era completamente
diversa. Dal colloquio con lei abbiamo saputo che, sebbene fosse alta poco più di 1 m,
quest’estate compirà 18 anni! È una delle tante persone che soffrono di nanismo. Forse non così
tante sono queste persone, ma la loro presenza nella società non ci lascia mai indifferenti. Il
motivo per cui è arrivata da noi era l’intervento chirurgico che voleva farsi fare per allungarsi le
ossa. Diceva che tale intervento si fa ogni 3-4 anni e, se riuscito, una persona riesce a crescere di
20-30 cm in alcuni anni. È un intervento molto complicato, che si può fare solo all’estero, e anche
molto costoso, che purtroppo la ragazza non si può permettere, ma neanche noi le possiamo
offrire tale somma (Si tratta di circa 2000 dollari SUA).
Ma, secondo noi, il vero motivo per il quale è venuta da noi, era anche la mancanza di
comunicazione, la necessità di raccontare a qualcuno della durezza con la quale l’ha trattata il suo
destino. (non voleva più stancare i suoi amici con la sua storia).
Sua madre è morta quando Diana aveva 8 anni. Due anni dopo, il padre si risposa e lascia la
bambina invalida alla cura della nonna.
Adesso Diana vive con una sua cugina in una camera lasciata loro dal padre. Essendo una
ragazza molto brava ed intelligente, anche se invalida, Diana decide di frequentare la scuola, di
fare qualche corso per potersi guadagnare da sola un pezzo di pane. Cosi, all’età di 16 anni
comincia a frequentare un corso di design e sartoria. Infatti, tutto quello che indossa, ci diceva la
ragazza, è stato cucito da se stessa. Riesce a fare vestiti stupendi! Ma non potrà farlo molto tempo
perché non possiede una propria macchina da cucire, l’ha presa in affitto dalla scuola che
frequenta. E, dice, il giorno che mi dicono di restituirla, non so più che cosa potrò fare. “Non è la
più comoda, perché è una macchina a pedali, dice Diana, ma comunque è un buon passatempo
per me, ma anche un mezzo che mi permette sopravvivere”. Ci raccontava che, per poter usare la
macchina, è costretta a stare in piedi, perché altrimenti, se seduta, non riesce a raggiungere il
pedalino con i piedi.
Ma la cosa che ci ha stupiti di più è stato l’entusiasmo, la gran voglia di vivere che aveva, quella
luce degli occhi che diceva: io sono come voi, forse sono un po’ più piccola ma questo non
importa. Infatti, forse grazie a queste sue capacità di andare avanti, di non lasciarsi andare, di
sentirsi parte della società, è riuscita a farsi tanti amici: ci ha fatto vedere delle foto dove era
veramente circondata da amici (che non avevano il suo problema, cioè persone sane) e che
sembravano veramente volerle bene. Ma anche lei, in tutte le foto è serena e sorride.
“Se non avessi avuto questa malattia, con tutti gli amici che ho, sarei la più felice persona del
mondo!” – ci ha detto mentre raccoglieva tutte le foto per andarsene.
Chissà come finirà questa storia, cercheremo di aiutarla perché trovi una macchina da cucire tutta
sua, per non perdere l’unica possibilità di vestirsi bene e di sopravvivere.
Stela Vasluian
Coodrinatrice SAD
Amici dei Bambini Moldova
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La Newsletter “IL CAPPELLO DI GUGUZZA” e` stata pensata per tenere aggiornati tutti i sostenitori dei
progetti di Amici dei Bambini in Moldavia. Si tratta di un servizio che abbiamo denominato SOL (Sostegno
On Line). L’idea e` quella di trasmettere via e-mail la newsletter contenente estratti dei report
settimanali redatti dai volontari espatriati e notizie relative all’andamento del progetto. Abbiamo
pensato di utilizzare la posta elettronica, poiche` e` uno strumento che consente di raggiungere un
grande numero di utenti ad un costo minimo.
Se l’idea riscontrasse il Suo interesse e desiderasse aderire a questa iniziativa e` necessario che
comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta elettronica del nostro ufficio di Chisinau: [email protected]
affinche` possa ricevere, direttamente dai nostri volontari in Moldavia, i prossimi numeri del notiziario.
La newsletter e` comunque disponibile anche sul sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo
www.aibi.it, nelle pagine dedicate ai nostri progetti in Moldavia.
LO STAFF DI AMICI DEI BAMBINI MOLDAVIA