04-2005 Moldavia
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04-2005 Moldavia
Newsletter di aggiornamento sui progetti di Amici dei Bambini in Moldova n. 4 - aprile 2005 ...dal lunedi` al sabato il cappello era sempre cresciuto. Ora ci entravano sotto sei bambini. Un giorno, durante una tempesta di neve, aveva accompagnato pure la loro maestra a casa. Quando ci rimaneva posto, prendeva anche i bambini. - Ehi! Che cappello viene per la strada! - si affacciavano dalle porte quelli di Trei Iezi. E` grande quanto un mucchio di fieno, ohe`! Dopo aver accompagnato i bimbi alle loro case, il cappello diventava di nuovo piccolo affinche` Guguzza lo potesse attaccare al chiodo. ...il cappello e` cresciuto largo e alto quanto il paese di Trei Iezi, sicche` ha riempito il cielo. La neve come se non ci fosse. Nei cortili fiorivano i giaggioli, il lillà… E i ragazzini della prima elementare aprivano la finestra della scuola e cantavano a piena voce: Viene, viene la primavera, Si stende in tutto il paese... da una nota fiaba moldava, “Cusma lui Guguta” di Spiridon Vangheli. Rimanere figlio I progetti di prevenzione all’abbandono MOLDAVIA 2000 Il diritto alla famiglia, al gioco e all’istruzione Le storie dei beneficiari raccontate dai nostri operatori… Non tutte le storie d’amore hanno un happy-end All’inizio era una bella storia d’amore tra due giovani, che si sono trovati e godevano il loro amore sereno e felice. Elena aveva 36 anni e Ion ne aveva 33 anni. Pareva che nessuno avesse il diritto di implicarsi nel loro amore. Ma, comunque, come in tutte le relazioni c’erano anche i momenti difficili. Elena lavorava alla fabbrica di vestiti “Ionel” e viveva in una piccola stanzina di un pensionato di Chisinau. Ion viveva in un altro paesino, Rezina, lavorava occasionalmente e veniva a visitare la sua ragazza il sabato e la domenica. Lui aveva problemi di salute, soffriva dell’ulcera. Quando veniva a Chisinau faceva un trattamento all’ospedale e Elena gli procurava tutte le medicine e prodotti necessari. Questa loro storia era troppo bella per diventare realtà, diceva Elena. A quel tempo il sogno di Elena era il di sposare Ion. Ma un bel giorno lei ha saputo che era in cinta e questo fatto l’ha rallegrata moltissimo, perchè voleva tantissimo avere un bambino. Ma quando Ion ha saputo di questo, le ha chiesto in modo insistente di abortire. Elena ha rifiutato questa sua richiesta ed anche ha rotto qualsiasi legame con lui. Lei ha continuato a lavorare, fino al congedo di maternità che le è stato pagato dalla fabbrica in somma di circa 450 $. Dopo 2 mesi Elena ha partorito una bellissima bambina, Adriana. Alla nascita sono apparsi diversi problemi e perciò Elena ha avuto il parto cesareo. Ma purtroppo la gioia della madre di avere un bambino si è trasformata in lacrime amare. I medici hanno emesso la diagnosi di Adriana: encefalopatia residuale prenatale di primo grado ed anche la cardioapatia acuta. Adriana ha bisogno di un intervento chirurgico al cuore, ma sarà possibile effettuarlo solo quando lei compirà un anno. Ma purtroppo la madre non ha i soldi per l’intervento. I soldi ricevuti per il periodo di maternità sono bastati solo per il parto cesareo, le medicine necessari e alcuni vestiti per la bambina. Rimanendo da sola, con un bambino malato in braccia e non avendo nessun sostegno da parte degli amici e conoscenze, Elena chiama Ion e gli chiede di aiutarla a comprare le medicine necessarie. Ma lui ha rifiutato di aiutarla dicendo che questo bambino non era suo. Vedendo questo, Elena chiede l’aiuto a sua madre, che vive vicino a Chisinau. Ma anche la madre ha rifiutato di aiutarla dicendo che ha solo circa 25 $ mensili di pensione e poi anche i fratelli di Elena che sono sposati, e vivono insieme a lei, necessitano molto aiuto. Questo e’ stato il secondo colpo grande per Elena. Lei ha lasciato la casa dei genitori quando aveva solo 16 anni a causa della loro situazione materiale grave e ha pensato che sua madre avrebbe aiutato almeno la nipote, ma aveva sbagliato. Negli ultimi mesi, lo stato di salute della ragazza e’ peggiorato considerevolmente. Durante un periodo di 6 mesi, e’ stata ricoverata all’ospedale 6 volte. Nel mese di marzo e’ stata ricoverata all’ospedale due volte, ma purtroppo, a causa della mancanza dei soldi per le medicine, il trattamento non ha avuto nessun effetto. Le medicine gratuite che offre l’ospedale non hanno avuto nessun effetto su Adriana. Quando Sg.ra Elena si e’ rivolta all’Associazione Amici dei Bambini, noi abbiamo provato di aiutarla con l’acquisto di diverse medicine necessarie per il trattamento. A parte i problemi di cuore che ha la bimba, al momento Adriana soffre di un’indigestione e all’età di 4 mesi ha perso in peso. I medici non capiscono quale sia il problema e per questo c’e’ bisogno di fare una diagnosi più dettagliata sul computer. Soltanto così si potrà sapere la vera causa del problema e si potrà decidere di che tipo di trattamento ha bisogno Adriana. In seguito a questi problemi, AiBi decide di pagare tutti le analisi alla bambina, ma purtroppo la nostra associazione non può pagare l’intervento chirurgico perche’ molto costoso. Elena e’ scoraggiata ed ha bisogno del sostegno psicologico e sociale, questo e’ l’unico aiuto che le possiamo offrire al momento. Con tutti questi problemi, Elena rimane una madre forte che è sempre pronta ad affrontare tutte le difficoltà per rendere la vita della sua figlia più serena. Cheianu Carolina Operatrice famigliare Amici dei Bambini Moldova Giochiamo insieme… Lasciati prendere dalla musica… Puoi essere piccolo, puoi essere ormai adulto, ma, in ogni caso, il tuo destino sarà sempre collegato alla musica. La musica è il tuo migliore amico e solo essa ti può capire quando nessuno ti capisce. Ma cosa facciamo noi per capirla, cosa succede quando le canzoni sono in una lingua straniera e anche la musica ti pare diversa? Agli operatori del Centro di Gioco Educativo “Divertis” e’ venuta un’idea interessante. Da qualche tempo i bambini hanno cominciato ad imparare le canzoni interpretate in una lingua diversa da quella rumena. Questo fatto da ai nostri bambini la possibilità di vivere esperienza che combinano in se il piacevole con l’utile. Utile perchè i bambini riescono a svilupparsi dal punto di vista intellettuale. Nel processo dello studio, abbiamo osservato che ai bambini è apparsa la voglia di imparare ogni giorno sempre più cose e di essere sempre più bravi. Ma il piacevole…la soddisfazione spirituale dei bambini sta nel cantare e nel sentirsi piccole star sullo schermo della TV. Questa voglia dei bambini di diventare famosi, può cambiare positivamente il loro carattere e anche tutta la loro vita. Appare la voglia di essere migliori e loro hanno finalmente capito che questo si può raggiungere solo tramite un grande sforzo. Perciò, la musica mantiene tutti i suoi lati educativi come “nascosti”, lasciando al bambino la possibilità di scoprirli. Sottolineiamo l’importanza della scoperta, perchè sappiamo com’è andato lo studio della lingua francese. I bambini la studiano dalla prima elementare, ma non l’hanno imparata finora bene considerandola strana e difficile da usare. Adesso invece, grazie alle canzoni che cantano, la trovano molto dolce e armoniosa. Importante e’ che i bambini si accorgano da soli dello scopo educativo seguito dall’operatore sin dall’inizio dell’educazione musicale. Il corso “Arcobaleno Musicale” e’ un’esperienza magica dove i bambini hanno imparato le canzoni in 4 lingue: romeno, inglese, francese e italiano. Queste canzoni sono create dall’animatore, specialmente per i bambini del gruppo musicale “Angelo” (gruppo del Centro “Divertis”). Forse proprio questo ha fatto sentire i bambini importanti e fieri di quello che fanno. Continuano sempre a dirci: “Non ci possiamo credere, queste canzoni sono state inventate specialmente per noi!”. Per adesso li abbiamo lasciati un po’ a meditare sulle attività che dovranno svolgere nel futuro. In questo modo, condividendo con noi nuove idee, loro potranno migliorare le loro capacità d’immaginazione. Eugenia Movila Animatrice del corso “Arcobaleno musicale” IL CENTRO DIURNO “SPERANTA” Il diritto all’integrazione sociale Appena tornati da Reggio Emilia La pratica italiana di integrazione scolastica dei bambini disabili sarà implementata anche in Moldova Martedì, 19 aprile, si è conclusa la visita di lavoro in Italia degli specialisti moldavi coinvolti nel processo di integrazione scolastica dei bambini disabili. Questa visita è stata organizzata dall’Associazione Amici dei Bambini in collaborazione con l’Associazione Fa.Ce – Famiglie Cerebrolesi, Municipalità di Reggio Emilia e Centro Diurno „Speranta” nell’ambito del progetto “Programma di sostegno sociale e sanitario alle famiglie con bambini affetti da paralisi cerebrale”. Il gruppo dei partecipanti è stato formato da rappresentanti del Centro Diurno “Speranta”, della Municipalità di Chisinau, del Dipartimento Educazione, insegnanti, medici. Durante il corso, che è durato 10 giorni e si è svolto a Reggio Emilia, il gruppo ha avuto vari incontri con gli ispettori di scuola, specialisti da AUSL, insegnanti e direttori di scuola, genitori ecc., i quali hanno presentato il processo di integrazione scolastica dei bambini disabili in Italia, il quadro legislativo ecc. Oltre ai corsi formativi, i partecipanti hanno avuto la possibilità di visitare varie scuole, asili, per poter osservare l’integrazione scolastica di tali bambini. Dopo il rientro in Moldova, il gruppo si riunirà di nuovo per decidere insieme i seguenti passi da fare in questa direzione. Un primo passo deciso è la pubblicazione, nel bollettino informativo “Genitori per Genitori”, di un gran numero di materiali che trattano il tema dell’integrazione scolastica dei bambini disabili in Italia. Sono già presi i contatti con alcune persone dall’Italia che scriveranno tali articoli, ma anche il gruppo moldavo sarà coinvolto nella stesura del detto materiale. Oltre al bollettino informativo, il gruppo italiano sarà impegnato nella stesura di report più dettagliato che descriverà tutti gli argomenti trattati nell’ambito della visita a Reggio Emilia. Nicu Ciocan Operatore SAD Centro Diurno Speranta BAMBINI SENZA OSPEDALE Il diritto alla vita e alla salute Lottiamo insieme per la vita Ogni medico, una volta indossato il camice bianco, fa il giuramento di fare tutto il possibile, ed anche l’impossibile per salvare la vita del proprio paziente. “M”, un bimbo di solo 3 mesi è stato ricoverato all’ospedale nr.1 dei bambini di Chisinau in uno stato veramente grave, talmente grave che è stato messo direttamente in rianimazione. Prima di essere ricoverato, si è trovato a casa per 4 giorni, con la febbre che non passava mai e con la madre che non gli faceva niente. Il caso ci è stato segnalato dai vicini che hanno osservato che da un po’, la madre non portava il bambino fuori. Una volta arrivato all’ospedale, la situazione del bambino si è acutizzata di più, aveva una fortissima tosse e continuava a fare convulsioni. Ad un certo momento, i medici gli hanno connesso il dispositivo respiratorio senza il quale il bambino non avrebbe più resistito. Dopo alcune settimane di lotta, la situazione del bambino è migliorata e, dopo un successivo esame del bambino, i medici sono riusciti a definire la causa di tante sofferenze: il bambino soffriva di meningite purulenta. Si è deciso di fare una trasfusione di plasma, ha ricevuto il trattamento adeguato con antibiotici ed anticonvulsivi, dopo di che ha seguito un corso di terapia ormonale concludendo tutto quanto con una terapia antibatterica. Solo dopo aver ricevuto tutti questi trattamenti, i medici hanno deciso che la vita del bimbo era fuori ogni pericolo e l’hanno trasferito nel reparto di medicina generale. Solo adesso il motivo per cui era venuto, la tosse, dovrà essere osservato. Passato il pericolo maggiore per la vita del bambino, i medici pensano adesso al futuro di “M”. che fra un po’, speriamo lascerà l’ospedale. Valentina Panu Medico “Amici dei Bambini” RRiittoorrnnaarree ffiigglliioo I progetti di reintegrazione familiare e sociale LA CASA ASCHIUTA E IL PARTERNARIATO CON SALVATI COPIII Il diritto alla famiglia Le storie dei bambini della “casa dal tetto rosso” Una giornata divertente Il gioco è ad ogni età un motivo in più per ridere e divertirsi Cosa significa giocare e quanti bambini nei nostri tempi lo stanno facendo, sia in casa, che all’aperto? Ora i bambini preferiscono giocare al computer in diversi giochi invece di giocare in gruppo. Attraverso il gioco l’uomo si libera delle sue emozioni negative, si rilassa e anche si riempie di emozioni positive, ottimismo e allegria per almeno una settimana. Questo è il motivo per il quale, all’interno della Casa “Aschiuta” il gioco ha una grande importanza e si prova che ogni giorno nel centro si organizzi almeno un gioco per divertire i bambini e per rilassarli. Ma, il mese di aprile e uno speciale anche per il fatto che comincia con una festa molto interessante: “Il Giorno degli scherzi e del umore”, che si festeggia il 1 aprile. Per questo giorno molto divertente, tutti si sono preparati intensamente. Gli educatori hanno preparato i giochi più importanti, i bambini preparavano scherzi per i loro amici, ma anche per gli educatori. Per la Grande Festa si è stabilito anche un concorso del più comico viso dipinto con premi pecuniari, che ha stimolato moltissimo i bambini. Il giorno di 1 aprile nella casa è cominciato solo con gioia e allegria, che era anche aumentata del fatto che era venerdì, cioè l’ultimo giorno della scuola. Tutti scherzavano uno con l’altro e ci sono stati casi anche di educatori che sono caduti nelle trappole e andavano nei luoghi indicati dai bambini, ma dove non li aspettavano nessuno. Tornati dalla scuola, i più grandi hanno cominciato a prepararsi per la festa e a dipingere i loro visi. I bambini erano molto entusiasmati e sono stati molto creativi. Per ravvivare l’interesse, gli educatori hanno fatto finta di essere arrabbiati con loro e li hanno spaventati che la festa era rimandata e che tutti dovevano andare nella sala dei giochi per una riunione urgente. Però, questo non era che un altro scherzo, ma questa volta da parte degli educatori che facevano gli attori mentre i bambini erano gli spettatori. Gli educatori hanno preparato una grande sorpresa ai bambini e hanno presentato uno spettacolo molto comico e dopo il concorso, hanno seguito solo giochi con tutti i bambini di Casa “Aschiuta”. È risultata una serata molto divertente e molto allegra, ma il momento più interessante è stato il concorso, dove tutti sono stati rimasti meravigliati dell’immaginazione dei piccolini e il primo luogo è stato occupato da un ragazzino da 12 anni che ha indossato vestiti da ragazza orientale, ed ha anche ballato, in maniera molto originale “la danza del ventre”. Diacon Stela, Opertarice SAD Progetto Casa „Aschiuta” VERSO LA FAMIGLIA Il diritto a tornare in famiglia Un’anima persa, un’anima rinata Questa storia ha un inizio molto triste, ma Dio provvede per tutti… Tatiana è una ragazza di 16 anni, la cui casa da un po’ di tempo è l’Internat n. 1 di Chisinau. 16 anni fa, i genitori di Tatiana le hanno dato vita senza esser coniugati. Dopo un po’ di tempo, quando Tatiana aveva solo 4 mesi, i genitori, per vari motivi, si sono separati. La mamma si e’ risposata con un altro uomo con cui ha un’altra figlia – Ecaterina. Più tardi, il padre biologico della ragazza viene a prenderla dalla famiglia dove purtroppo è stata anche testimone di un omicidio, e la porta dalla nonna paterna. Per vari motivi, il padre lascia il paese vendendo anche la casa dove abitava sua madre. Questa decide di prendere la ragazza e trasferirsi dal concubino. Ma dopo qualche tempo, la nonna muore e la ragazza è costretta a lasciare anche questa casa dove non c’era più nessuno che la amasse. Così, fin dall’età di 14 anni la povera ragazzina non ha piu’ avuto una casa sua. Dopo la morte della nonna, e’ andata a vivere da chiunque la prendesse a casa, per pietà. Era molto duro per lei vedere come la gente la invitava a vivere con loro e poi, per vari motivi, la cacciavano via, oppure, se non ne poteva più, andava via da sola. Quei giorni pieni di solitudine le portavano solo malinconia per la sua famiglia. Nel 2002, dopo alcuni mesi d’istituzionalizzazione, Tatiana ha saputo che sua madre era morta per gravi motivi di salute. Tatiana avrebbe voluto conoscere almeno sua sorella, ma le avevano detto che è stata trasferita anche lei in un Internat e la casa dove vivevano prima è stata venduta. Neanche con il padre biologico ha avuto troppa fortuna. È sposato e vive adesso con la sua nuova famiglia senza neanche visitare Tatiana in Internat. Da febbraio 2005 Tatiana è beneficiaria del progetto “Verso la famiglia” e la sua vita è cambiata enormemente. Per 16 anni ha vissuto con troppo disagio e non credeva più in miracoli. L’assistente sociale è stato percepito da Tatiana come un altro ospite o intruso nella sua vita e non credeva per niente che la potesse aiutare. Allora il nostro intervento è partito con la ricerca della sorella di Tatiana per realizzare uno dei nostri principali scopi di ricongiungimento familiare. Dopo un po’ di tempo siamo finalmente riusciti a trovarla ed abbiamo organizzato un loro incontro. Le due sorelle non si vedevano da più di 9 anni e, quando siamo entrati, Tatiana tremava tutta dall’emozione e continuava a chiedersi se la sorella l’avesse riconosciuta o no. Quando, dopo aver parlato con l’assistente sociale, le due sorelle si sono incontrate, le lacrime sui loro visi hanno detto tutto. Si sono strette in braccia e più che parole furono i loro sguardi, pieni d amore e di felicità. Siamo rimasti molto sorpresi nel sapere che Ecaterina, la sorella minore non sapeva neanche la sua data di nascita, non sapeva dunque neanche la sua vera età. Aveva già 11 anni, ma credeva sempre di averne 9. Ci ha raccontato tutta la sua storia e ci ha detto che fino ad adesso l’unica persona che la visitava era la nonna. Ci ha dato pure il numero di telefono nel caso in cui avessimo voluto contattarla. Tornati a Chisinau, la prima cosa che abbiamo fatto è stata chiamare la nonna che, non ci aspettavamo per niente, è stata molto ricettiva. È stata molto contenta nel sentire che volevamo prendere Ecaterina dall’ospedale e che Tatiana potrà fra un po’ stare insieme a loro. Così, quando pareva che tutto il mondo crollasse e non ci fosse nessuna speranza, Tatiana è riuscita a trovare un’anima gemella, quella di sua sorella, ma anche una buona amica – la nonna Polina. Natalia Rabei Assistente Sociale Progetto “Verso la Famiglia” Abracadabra - quando la magia entra negli internat… Reclutamento di volontari presso la ludoteca “Abracadabra” Siamo riusciti a reclutare quattro volontari per il lavoro con i bambini all’interno della ludoteca “Abracadabra” – tutti allievi delle classi superiori dell’internat n. 1 di Chisinau. Perché volontari? - perché uno degli obiettivi della nostra associazione è la promozione delle varie forme di volontariato. Nella nostra associazione svolgono la propria attività circa 20 volontari. Ed è una cosa naturale che il gruppo sia in continuo movimento, tenendo presente il fatto che sono tutti giovani e prima o poi devono lasciare il volontariato per fare gli studi, altri rinunciano perché si impegnano a fare certi lavori ecc. Ecco perchè siamo alla continua ricerca di giovani per i quali il BAMBINO e IL LAVORO CON IL BAMBINO non sia una cosa estranea e non li lasci indifferenti. Un altro motivo è legato alla promozione dei nostri metodi originali di lavoro con il bambino, metodi che, alla fine si dimostrano molto efficienti. Perché loro (i bambini dell’internat)? Partendo dall’idea che questi bambini sono i beneficiari diretti del progetto “Ludoteca”, con il loro coinvolgimento riusciamo a contribuire alla realizzazione degli obiettivi di base della Ludoteca: 1. Sviluppare la personalità del bambino istituzionalizzato e la sua responsabilizzazione attraverso attività di gioco Facendoli partecipare attivamente a vari corsi formativi, lasciandoli il libero accesso alle nostre fonti informative, facendoli praticare i nostri metodi di lavoro contribuiamo direttamente allo sviluppo della personalità di ciascuno di loro. 2. Promuovere l’integrità sociale Dando ai volontari la possibilità di attivare in tutte le strutture con cui collaboriamo (Centro di gioco educativo “Divertis”, Casa Aschiuta ecc) riusciamo a sviluppare il loro ambito relazionale, rendendo più efficiente il processo di integrazione sociale. Un altro punto forte del volontariato per questi bambini è la possibilità di essere coinvolto in una prima esperienza “lavorativa” in un certo campo di attività (nel nostro caso – attività di animazione). Così, loro potranno acquisire esperienza di lavoro. I bambini istituzionalizzati, più degli altri bambini, hanno bisogno di un certo orientamento professionale, di un sostegno, di un incoraggiamento perché, nella maggior parte dei casi, i bambini sono disorientati, frustrati dall’insicurezza del giorno dopo che li aspetta al di fuori dell’istituto. Osservando il livello di coinvolgimento di questi giovani nelle attività svolte in ludoteca, ho pensato che potrebbero fare parte dal gruppo di volontari già esistenti. Dopo un eventuale colloquio con gli assistenti sociali, che hanno condiviso le mie idee, ho dato la bella notizia ai ragazzi. Alla domanda: cosa significa per voi il volontariato, tutti e quattro hanno risposto come uno solo – il volontario aiuta i bambini. E non possiamo che non hanno ragione. Ma per farli capire meglio cosa vuol dire essere un volontario, che cosa rappresenta la nostra associazione, abbiamo organizzato un mini – corso formativo. Dopo circa 10 giorni, tutti i partecipanti al corso sono venuti da me dicendo: ho pensato bene e voglio essere volontario perché…mi piace giocare insieme ai bambini, …perché ho la pazienza necessaria per lavorare on i bambini, … vorrei aiutare altri bambini come me ecc. Abbiamo deciso insieme, ed è normale, che un certo periodo di tempo loro saranno affiancati dagli animatori. Poi, quando si decideranno sul corso che vorranno fare, noi provvederemo a creare loro tutte le condizioni necessarie perché loro possano svolgere le proprie attività. Angela Pruss Responsabile Dipartimento Animazione Amici dei Bambini, Moldova Altro… Molto piccola di statura ma dal cuore molto grande… Certe volte il destino è troppo duro e punisce le persone da tutti i punti di vista: sia morale che fisico, ma gli amici, quelli che sono veri amici, ti stanno sempre accanto… Diana, una ragazza dai capelli biondi e occhi blu è entrata nel nostro ufficio tenendo in mano un elenco con tutte le ONG presenti sul territorio. Alla prima vista non si poteva capire perché aveva bisogno di un aiuto. Sembrava molto ben curata, ben educata ed intelligente. “Forse i genitori l’hanno cacciata via di casa…” abbiamo pensato noi. Ma in realtà la situazione era completamente diversa. Dal colloquio con lei abbiamo saputo che, sebbene fosse alta poco più di 1 m, quest’estate compirà 18 anni! È una delle tante persone che soffrono di nanismo. Forse non così tante sono queste persone, ma la loro presenza nella società non ci lascia mai indifferenti. Il motivo per cui è arrivata da noi era l’intervento chirurgico che voleva farsi fare per allungarsi le ossa. Diceva che tale intervento si fa ogni 3-4 anni e, se riuscito, una persona riesce a crescere di 20-30 cm in alcuni anni. È un intervento molto complicato, che si può fare solo all’estero, e anche molto costoso, che purtroppo la ragazza non si può permettere, ma neanche noi le possiamo offrire tale somma (Si tratta di circa 2000 dollari SUA). Ma, secondo noi, il vero motivo per il quale è venuta da noi, era anche la mancanza di comunicazione, la necessità di raccontare a qualcuno della durezza con la quale l’ha trattata il suo destino. (non voleva più stancare i suoi amici con la sua storia). Sua madre è morta quando Diana aveva 8 anni. Due anni dopo, il padre si risposa e lascia la bambina invalida alla cura della nonna. Adesso Diana vive con una sua cugina in una camera lasciata loro dal padre. Essendo una ragazza molto brava ed intelligente, anche se invalida, Diana decide di frequentare la scuola, di fare qualche corso per potersi guadagnare da sola un pezzo di pane. Cosi, all’età di 16 anni comincia a frequentare un corso di design e sartoria. Infatti, tutto quello che indossa, ci diceva la ragazza, è stato cucito da se stessa. Riesce a fare vestiti stupendi! Ma non potrà farlo molto tempo perché non possiede una propria macchina da cucire, l’ha presa in affitto dalla scuola che frequenta. E, dice, il giorno che mi dicono di restituirla, non so più che cosa potrò fare. “Non è la più comoda, perché è una macchina a pedali, dice Diana, ma comunque è un buon passatempo per me, ma anche un mezzo che mi permette sopravvivere”. Ci raccontava che, per poter usare la macchina, è costretta a stare in piedi, perché altrimenti, se seduta, non riesce a raggiungere il pedalino con i piedi. Ma la cosa che ci ha stupiti di più è stato l’entusiasmo, la gran voglia di vivere che aveva, quella luce degli occhi che diceva: io sono come voi, forse sono un po’ più piccola ma questo non importa. Infatti, forse grazie a queste sue capacità di andare avanti, di non lasciarsi andare, di sentirsi parte della società, è riuscita a farsi tanti amici: ci ha fatto vedere delle foto dove era veramente circondata da amici (che non avevano il suo problema, cioè persone sane) e che sembravano veramente volerle bene. Ma anche lei, in tutte le foto è serena e sorride. “Se non avessi avuto questa malattia, con tutti gli amici che ho, sarei la più felice persona del mondo!” – ci ha detto mentre raccoglieva tutte le foto per andarsene. Chissà come finirà questa storia, cercheremo di aiutarla perché trovi una macchina da cucire tutta sua, per non perdere l’unica possibilità di vestirsi bene e di sopravvivere. Stela Vasluian Coodrinatrice SAD Amici dei Bambini Moldova _____________ ☼ _____________ La Newsletter “IL CAPPELLO DI GUGUZZA” e` stata pensata per tenere aggiornati tutti i sostenitori dei progetti di Amici dei Bambini in Moldavia. Si tratta di un servizio che abbiamo denominato SOL (Sostegno On Line). L’idea e` quella di trasmettere via e-mail la newsletter contenente estratti dei report settimanali redatti dai volontari espatriati e notizie relative all’andamento del progetto. Abbiamo pensato di utilizzare la posta elettronica, poiche` e` uno strumento che consente di raggiungere un grande numero di utenti ad un costo minimo. Se l’idea riscontrasse il Suo interesse e desiderasse aderire a questa iniziativa e` necessario che comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta elettronica del nostro ufficio di Chisinau: [email protected] affinche` possa ricevere, direttamente dai nostri volontari in Moldavia, i prossimi numeri del notiziario. La newsletter e` comunque disponibile anche sul sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo www.aibi.it, nelle pagine dedicate ai nostri progetti in Moldavia. LO STAFF DI AMICI DEI BAMBINI MOLDAVIA