02 - Literary

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02 - Literary
do misura dell’illuminamento Phot, nel lat FACULA, dim di FAX-CIS face,
torcia cui Fiàccola e in Favilla (Ved Fiamma…), eppoi, in onomastica,
Fedra e il mitologico Fetonte, il figlio del Sole, cui Fetònte (Genere di
uccelli Pelecaniformi) questo adottato dal 1820.
Tòrcia, cui la locuzione Torcia elettrica, con Torcètto, Torcièra e Torcière,
infine, è un esot franc attinto a TORCHE, considerato un discendente del lat
TORQUERE torcere (Ved Inciso...) e che Torcia abbia a che vedere con il
verbo Torcere non pare una forzatura; in ogni caso, nel passato, le torce
erano costruite con materiale attorcigliàto e fatte ruotare per segnalazioni
codificate. La culla della Torcia elettrica spetta ai Paesi anglosassoni dove
fu costruita nel 1896 e chiamata FLASHLIGHT luce lampeggiante, causa
l’impossibilità della tecnica di poter allora contare di un flusso ininterrotto di
elettricità. I brevetti per una torcia tubolare e affidabile furono assegnati a
David Misell dal 1895.
Attraverso il franc RIDER, questo dal ted ant RIDAN torcere, l’ital conta
l’omologismo prefissato Arridàre (AD allativo) “termine marinaresco” con il
sostantivo Arridatòio.
LAMPONE
Il lemma Lampòne ci viene da una forma sett L’AMPON, con
l’articolo saldato per il fenomeno della concrezione, e la vocale e
restituita. È di tema med, da AMPOMA - A privativo e POMA(O) non è un pomo nel senso che per la sua minuta dimensione non può
essere classificato tra i Pomi, simile a Pometto, Pomodoro,
Pomarancia... Attraverso il franc FRAMBOISE lampone, l’ital conta
l’esot Framboise “liquore al lampone” e l’omologismo fig
Framboèsia “malattia tropicale”.
L’identico meccanismo linguistico dell’articolo saldato che avrebbe
prodotto i termini Lampasciòne o Lambasciòne o ancora
Lambàggiòne “sorta di cipolla selvatica amara” quali tentativi di
italianizzarre il volg mer Lampasciuni; vrs dall’inc con Cresciòne
(erbacea piccante commestibile) snm di Nasturzio, termine questo
dal lat SENECIONEM sotto l’influsso di CRESCERE, cui ancora il
dim Sollècciola o Salèggiola o Solèggiola, questo snm di Calderugia
e di Senecione. I Lampasciùni, così omologato in lingua, stando alle
preferenze, sono dei cipollacci selvatici, della Famiglia dei Muscari,
utilizzati cotti in condimento per il loro gustoso sapore amarognolo.
Crescione ha lo specifico gr KARDAMON cui il composto
Cardamònio o Cardamòne con Amòmo questo dal gr AMOMON
“pianta erbacea” delle Zingiberàcee.
\ Statua
Stàtua dal lat inv STATUA, è il devb da STATUERE deliberare, stabilire,
cui Statuàle con l’opposto Antistatuàle, Statualizzàre, Statualizzaziòne,
Statuària, Statuàrio e Statuìna, eppoi Statuìre con il Pp ital Statuìto e Statùto
fedele al Pp lat STATUTUS con Statutàle e Statutàrio, Statùra inv dal lat
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STATURA lo stare ritto con Staturàle e, dai risvolti verbali STATUIRESTITUERE, i prefissati Destituìre da DE STITUERE con Destituìto e
Destituziòne, Istituìre o l’aferetico Stituìre col proprio Pp Istituìto o
Instituìre da IN STITUERE con Istituèndo o Instituèndo, Istitutìvo, Istitùto o
Institùto dal Pp lat INSTITUTUM, Istitutòre o Institutòre con Istitutrìce o
Institutrìce, Istituziòne o Instituziòne con Istituzionàle, Istituzionalìsmo,
Istituzionalizzàre e Istutizionalizzaziòne. Restituìre da RE STITUERE con
Restituìbile, Restituìto Restitutìvo, Restitutòre, Restitutòrio e Restituziòne,
Sostituìre da SUBSTITUERE con la forma sostantivata Sostitùto fedele al
Pp lat SUB STITUTUS e la forma aggettivata Sostituìto dal Pp ital, cui
Sostituìbile con Sostituibilità con l’opposto Insostituìbile, eppoi Sostitutìvo,
Sostitutòre e Sostituziòne.
\ La statua più alta al mondo è di un Budda in Cina, alta 128 metri. \
La rad è l’antichissima STHA fermarsi cui Stàbile con Stabilimènto,
Stabilìre, Stabilità, Stabilitùra e Stabilizzaziòne, l’ingl STEADY stabile cui
il glb composto Steadicam “strumento per la stabilità della cinepresa questa
in ingl CAMERA.
i composti e prefissati Astàbile (A privativo), Bistàbile (BIS due volte),
Fotostàbile, Instàbile e Instabilità (IN negativo), Destabilizzàre con
Destabilizzaziòne, Metastàbile, Monostàbile, Prestabilìre con Prestabilìto,
Ristabilìre con Ristabilimènto e Ristabilìto, Termostàbile; Stàbbio (nome di
strumento di STARE vale “stalla” e snm di Concime), Stabbiàre, Stabulàre e
Stabulaziòne. Stàre, usato anche come snm di Essere, dal lat inv STARE, già
gr HISTANAI di HISTEMI io sto, con Instàre o Istàre “insistere” e Stàto
questo sostantivato dal Pp STATUS con un obsoleto Sùto, il prefissato
Antistàto, Statàle, Statalìsmo e Statalìstico, Statalizzàre con Statalizzaziòne,
Statàrio, Stàtico, variante obsoleta Stàdico, dal lat STATICUNM e Staticità
con i contrari Astàtico con Asticità (pref A privativo), con un desueto
Stàdico; attraverso il franc ETAGE tratto dal lat STATICUM si conta il
lemma glb Etagere-étager “mobile a scaffale” snm di Cantoniera.
Già gr STATIKOS, il percorso prosegue col prefissato Antistàtico, Stàtica,
Staticamènte, Staticìsmo con Staticìsta, Staticità, Statìna (termine chimico,
col relativo suff INA), Statìno, Statìsta, Statìstica con Statìstico, Statìvo con
un parasnm Statìvo attraverso il ted STATIV sostegno, Statizzàre con
Statizzaziòne, Statòre attraverso l’ingl STATOR, l’inv dal lat Status, la
locuzione glb lat-ingl Status symbol, la locuzione Status quo con la variante
Statu quo “stato attuale” in correlazione con Quo ante “stato precedente”
direttamente dalla locuzione lat IN STATU QUO ANTE nelle stato
precedente; eppoi un prefissato Enstatìte “minerale” dal gr ENSTATES che
si oppone, il pref-suff *STATO dal gr STATES-STATOS di HISTEMI io
sto (Ved Cellulosa in Terra…) per composizioni quali Statocìste o Statocìsti
(col gr KYSTIS sacco), Statòlito o Statòlite (col suff LITO o LITE) con
Statolìtico, Statoreattòre, Statorecettòre o Statocettòre, Statoscòpio. Il
termine Arrestàre (omn di Arrestare da Resta) con Arrestamènto, Arrestàto,
Arrèsto, Arrestatòio, è dalla composizione lat con doppio pref AD RE col
verbo STARE stare. Dal long STADJAN arrestare, l’ital conta
l’omologismo Staggìre con valore di “sequestrare-pignorare”.
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Il lemma fuori percorso Stàtice “sorta di pianta delle Plumbaginàcee, è
invece dal lat STATICEM già gr STATIKOS con valore di astringente.
La rad indoeur ha prodotto l’ingl TO STAY stare cui il glb Stayer adottato
nello sport (ippica e ciclismo).
Il percorso STHA fermarsi prosegue con Stantìo (configurato come Restio,
Solatio), Stàsi dal gr STASIS stabilità cui il composto Stàsimo “sorta di
canto nel coro” dalla locuzione STASIMON MELOS canto sul posto, il
prefissato Anàstasi da ANASTASIS resurrezione (pref ANA per
opposizione) cui Anastàtica con Anastàtico e l’onomastico Anastasia con
Anastasio; il termine Estasi-èstasi, con Estasiàre ed Estàtico, è dal lat
ECSTATIS già gr EKSTASIS (stare) fuori della mente, cui la famigerata
glb ingl Ecstasy “sorta di droga”. Ancora, Stagiòne lat STATIONEM da
STARE cui Stagionàle con Stagionalìsmo (dal XXI sec), Stagionalità e
Stagionàre con Stagionàto e Stagionatùra; eppoi Stagionalizzàre col
prefissato
statistico
(DE
privativo)
Destagionalizzàre
cui
Destagionalizzaziòne. Stàzzo o Stàzio “fermnata-recinto delle pecore” dal lat
STATIO da STATUS fermata, cui Stazzonamènto, Stazzòne, tutti
ammodernati in Staziòne con Stazionàle, Stazionamènto, Stazionàre,
Stazionarietà, Stazionàto, Stàzio e Stazionàrio, in connessione indoeur on
l’ingl STATION postazione cui ancora il composto Staziògrafo. Da
Stazzone l’ital conta il fig Stazzonàre “maneggiare male” cui Stazzonàto.
Il termine Entàsi dal gr prefissato ENTASIS distensione (EN illativo) appare
in connessione. Il termine SEASON stagione vale in area glb “stagione
mondana”.
La derivazione dei lemmi Stàme cui Stamìgna tessuti dalla rad STHA appare
inverosimile, ma occorre rifarsi ad un loro inc lat con NEMEN filo, pertanto
risulterebbero STAMEN fili che stanno (fermati); in percorso Staminàle
questo termine botanico cui il composto Staminìfero, il suffissato
Staminòide, il termine citologico con la locuzione Cellula staminale, omn di
Staminàle o Stamenàle “terminologia navale” dal gr STAMIS STAMINOS
trave; infine, si conta Etamine-ètamine snm di Stamigna dal lat volg
STAMINEA quale fem di STMINEUS fatto di filo attraverso il franc
ETAMINE (ètamen), che per accezione indica il filtro con fili di cotone e
lino usato in cucina.
La rad STHA la rintracciamo nell’ingl STAND e STANDARD, connesso
col franc STANDHARD stabile, cui l’esot Stàndard con l’omologismo
Standardizzàre con Standardizzaziòne; dall’ingl l’ital ha adottato, quale
omologismo politico, Welfare da WELFARE STATE stato di benessere, cui
il brutto omologismo Welfarìsmo.
\ da “Idolatria e iconoclastia leggera” a firma di Umberto Eco sull’Espresso dell’11
gennaio 2007 \...\ il termine “agalma” significherebbe al tempo stesso statua e,
appunto, immagine, ma anche splendore, decoro e quindi bellezza \...\
\ Suff *USO *OSO
A IOSA Astratto 2
USO OSO
Il suff USO ricorre in alcuni dialetti, per indicare una buona quantità di...
pieno di... e, dal lat OSUS come in VITIOSUS vizioso, corrisponderebbe in
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lingua italiana al suff aggettivante OSO-OSA di Virtuoso “pieno di virtù”, di
Famosa “piena di fama”. Nel Salento, la grotta ZINZOLUSA appare dopo
un suggestivo passaggio scavato nella scogliera. ZINZULI sono gli stracci
in dialetto locale, quindi il toponomastico starebbe per grotta piena di
stracci. Infatti, il soffitto appare suggestivamente tappezzato di stracci
pendenti.
L’ital conta il suff aggettivante OSO-OSA (anche in senso peggiorativo) in
moltgeplici termini quali Aftòso da Afta-àfta dal lat APHTAE già gr
APHTHAI pustole. Ampollòso fig (per il suo aspetto gonfio) da Ampòlla dal
lat AMPULLA dim di ANPHORA anfora, cui Ampollièra, i dim Ampollìna,
questo in gergo marinaresco valeva Clessidra, e Ampollìno, Ampollosità.
Antimoniòso da Antimònio (elemento chimico) dal lat ANTIMONIUM, cui
Antimonìte (suff ITE per minerali) omologato dall’ar AL ITHMID; il lat,
però, aveva il proprio termine STIBIUM per Antimonio, cui Stìbio, Stibìna
(suff chimico INA), Stibìsmo e l’ ipocoristico Stibnìte dalla composizione
dei termini Stibio e Antimonìte ed usato quale snm del primo e del secondo.
Ulceròso da Ulcera-ùlcera o Ulcere-ùlcere dal lat ULCUS ULCERIS cui il
denm Ulceràre con Ulceratìvo, Ulceràto e Ulceraziòne, il pref Esulceràre da
EXULCERARE (EX intensivo) cui Esulceratìvo, Esulceràto, Esulceratòre
ed Esulceraziòne, il composto Ulcerògeno. Ardimentòso da Ardìre (questo
anche sostantivato) omololgismo dal franc HARDIR già HARDJAN rendere
duro, fig da HARD filo ritorto, legaccio, questo connesso rad con l’ingl
HARD forte, cui Ardigliòne “punta acuminata per fibbia e amo” snm
Barbiglio, Ardimènto, Arditèzza, Arditìsmo, Ardìto e, tanto per comprovare
la comune origine indoeur, oltre all’ingl HARD si contano il ger HARDU e
HART cui gli onomastici Bernardo “forte come un orso” con BERNO orso,
Geraldo con Gerardo e Gherardo “forte nel lanciare” con GER lancia,
Riccardo “signore ardito”, con RIKJA signore, e il suo dim Dino; ed ancora
Everardo “forte come un cinghiale” attraverso il celt. La versione slava
dovrebbe essere VLAD svoltosi in potere cui gli onomastici Vladimiro
“famoso per la sua forza (o potenza)” composto con MER famoso, Ladislao
da WLADISLAV “potente nella gloria”.
Lemma alieno nel percorso, Ardica-àrdica svoltosi dal gr-bzt NARTHEX,
etimologia di genesi preindoeu cui l’esplicito Nartèce “vestibolo della
chiesa” o “teca per unguenti”.
Il termine ingl HARD forte-duro si ritrova in locuzione glb Hard boiled
“indurito dall’esperienza” (fig da BOILED bollito), Hard copy “copia
rigida”, Hard cover “copertina rigida” (per libro) nel senso di “rilegato”,
Hard disc o Hard disk “disco rigido” (nei computer) con Hardware
“l’insieme degli oggetti metallici” (da WERE merce), Hard discount “forte
sconto”, Hard top “tettuccio rigido”, capote per auto, dove TOP vale
sommità.
Riprendendo il percorso suffissato OSO (omn di OSO “carboidrato” variante
di OSIO tratto da Glucosio), l’ital conta quei termini quale Arseniòso da
Arsènico dal lat ARSENICUM già gr ARSENIKON fig da ARSEN maschio
a causa delle proprietà energetiche, cui Arseniàto (suff chimico ATO per
“sali”), Arsenicàle, Arsenicàto, Arsenicìsmo, Arseniùro (suff chimico URO)
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e il composto Arsenopirìte. Eppoi Bavòso da Bàva questo da una serie
onomatopeica, cui Bavàglio con Sbavagliàre (pref S sottrattivo), il dim
Bavaglìno o Bavagliòlo o ancora Bavagliuòlo e il volg marchigiano
Bavarolo, Bavatùra con Sbavatùra, Bavèlla con Bavellìna, Bavètta di Bava e
l’omn Bavètta esot dal dim franc BAVETTE bavaglino, Bavètte “sorta di
pasta alimentare”, Bavièra attraverso il franc BAVIERE (parte dell’elmo), il
prefissato Sbavàre (pref S intensivo) con Sbavamènto, Sbavàta, Sbavatòre,
Sbavatùra, Sbaveggiatùra e Sbavòne; attraverso il veneziano Bauta questo
connesso con Bava, l’ital conta Baùtta “sorta di maschera” esteso poi
all’intero costume tradizionale con mantello e cappuccio neri. Termini
pseudoetim Bavalìte, questo un minerale dal toponimo franc BAVELON, e
Bavarèse con Bavàrico e Bàvaro relativi alla Baviera cui ancora Bàvera con
Baverìna e Bàvero questi tipico risvolto al collo dell’indumento.
Infine, Bulbòso da Bùlbo dal lat BULBUS già gr BOLBOS cipolla cui
Bulbàre, Bulbicoltùra, Bulbìfero, Bulbifòrme, Bulbìllo con Bulbillìfero,
Bulbocàstano (col gr KASTANON castagna). Fuori percorso Bùlbul o Bul
bul “uccello dei Picnonotidi”, omologismo di genesi persiana.
A IOSA
Il tema Uso-Oso potrebbe essere correlato alla locuzione avverbiale A iosa
“in abbondanza” il cui termine Iòsa, d’origine dubbia, troverebbe una
risposta quale estratto dall’espressione Dio sa quanto; in ogni caso, la
compresenza delle vocali i a appartiene al tema fonosimbolico d’azione
ripetuta quali Tic tac, Via vai, Zig zag. La locuzione snm di A iosa è A
bizzeffe, il cui termine Bizzèffe è l’omologismo dall’ar BIZZEF molto-in
abbondanza.
ASTRATTO
Per Astràtto, dal lat AB TRACTUS tratto da… (dive TRACTUS è vrs da un
precedente prefissato TRANS ACTUS), s’intenda il Pp di Astràrre, con gli
obsoleti Astràere e Astràggere, da AB TRAHERE, cui Astraènte,
Astrattèzza, Astrattìsmo e Astrattìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Astrattìstico, Astrattìvo, Astraziòne; in relazione ad un sostantivo, Astratto
vale estratto dal concetto espresso da un verbo, come Canto da Cantare. Il
termine Astratto si rintraccia nell’ingl ABSTRACT.
Dal lat TRAHERE trarre, vrs connesso col sct SUTRA trattato, e dal suo
intensivo TRACTARE, si ha Tràrre cui il Ppres Traènte con Traènza, con un
glb ingl Treatment, l’esplicito Trattàre, cui il prefissato Pertrattràre “trattare
in maniera esuriente”, con Trattàbile con Trattabilità, Trattamènto, Trattànte,
Trattàto con Trattatìsta, Trattatìstica, Trattatìstico, Trattatìva con
Trattativìsmo e Trattativìsta, Trattatòre, Trattaziòne e la locuzione glb ingl
NORTH-ATLANTIC TREATY ORGANIZATION Organizzazione del
Trattato dell’Atlantico del Nord, in acronimo NATO, il Pp aggettivato
Tràtto e il sostantivato Tràtto “linea” da TRACTUM con il fem sostantivato
Tràtta, adottato quale snm di Cambiale dalla locuzione Cambiale tratta, o
Pagherò, cui l’aggettivo e sostantivo bancario Trattàrio o Trassàto questo
straordinariamente coniato dal passato remoto sostantivato Tràssi, eppoi
utilizzato in locuzione quali Tratta ferroviaria (segmento di percorso anche
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tranviario, aereo…), Tratta delle bianche e Tratta degli schiavi (commercio
umano), eppoi il sostantivo Tràtto fig “linea” Tratto di matita, “segmento
solido” Tratto di strada, “porzione-brano” Tratto musicale, “unità
temporale” A un tratto, cui Tratteggiàre con Tratteggiamènto, Tratteggiàta,
Tratteggiàto, Tratteggiatùra e Trattèggio, il dim Trattìno. Il percorso
prosegue con un fig Trattòio “imbuto”, il mezzo meccanico Trattòre nome
d’agente o al fem Trattrìce cui Trattorìsta, ancora Trattrìce quale termine
matematico, Trattòre “operaio addetto alla lavorazione della seta cui
Trattorìa “laboratorio” e Trattùra “operazione”, l’omn Trattòre oste questo
transitato dal franc TRAITER trattare cui ancora Trattorìa “esercizio”,
Traziòne questo nome d’azione e, con i pref, Attràrre con Attraènte, Attràtto
dal Pp ATTRACTUS, Attraziòne, Attràzzo da ACTRACTUM transitato dal
franc ATTRAITS e Attrattìvo da ATTRACTIVUS, Bistrattàre con
Bistrattàto (pref BIS che vale “malamente” su calco del gr DYS male,
svoltosi nel franc MES cui il pref MIS), Contràrre con Contraènte,
Contrattàre, Contrattaziòne, Contràttile, Contràtto, Contrattùra nella
locuzione medica Contrattura muscolare con il prefissato Decontratturànte
snm di Miorilassante, Contraziòne, Detràrre da DETRAHERE con
Detraìbile, Detràtto, Detrattòre e Detraziòne (pref DE) con un obsoleto
Ditraziòne, Detrattàre o Detrettàre da DETRECTARE, Distràrre o Distraère
da DISTRAHERE con Disraènte, Distraìbile e Distraibilità eppoi
Distrattamènte, Distràtto, Distrattòre e Distraziòne (pref DIS), Estràrre da
EXTRAHERE con Estràtto ed Estraziòne (pref EX fuori), Protràrre e
Protraziòne, Retràrre o Ritràrre da RETRAHERE (pref RE indietro) con
Retràttile, Retrattilità e Retràtto, Retraziòne o Ritraziòne, Ritràtta snm di
Ritirata, Ritrattàre sia “trattare di nuovo” sia “rinnegare” questo
dall’intensivo RE TRACTARE e ancora “fare il ritratto” con Ritrattàbile e
Ritrattabilità, Retrattaziòne o Ritrattaziòne, Ritrattamènto, Ritràtto e
Ritrattìstica, Stràtta con Strattòne (pref S durativo), Stràzio (Ved Brano…),
Sottràrre da SUBTRAHERE con Sottraèndo “cifra da sottrarre eteronimo di
Minuendo”, Sottrattìvo, Sottràtto e Sottraziòne (pref SUB sotto), il composto
Maltrattàre con Maltrattamènto e Maltrattatòre. La preposizione Trànne, con
valore di “tògline”, è la composizione di Tra’, questa la 2° persona
dell’imperativo di Trarre, con la particella enclitica Ne, da un precedente
locuzione Tra’ ne.
Straziàre è il denm da Strazio dal lat DISTRACTIO, questo nome d’azione
da DIS TRAHERE nel significato di tirare verso due direzioni opposte (pref
DIS dispersivo), insomma smembrare, cui Straziànte, Straziàto, Straziatòre,
Strazièvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE.
Da contare ancora Stracciàre, che dalla semant “ridurre in brandellisfilacciare” ha assunto metaf il valore di “lacerare le carni-straziare” ed
anche genericamente “cancellare-umiliare”, dal lat DIS TRACTIARE
intensivo di DIS TRAHERE ed il suo devb Stràccio, questo sia aggettivo
“logoro” sia sostantivo in percorso con Straccerìa, Stracciaiòlo,
Stracciamènto, Stracciaròlo, Stracciatèlla, Stracciàto, Stracciatùra, il fig
Stracciòne ed un pref STRACCIA-STRACCI in composizioni quali
Stracciasàcco, Straccivèndolo (questo col suff VENDOLO “che esercita la
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vendita” di…). Straccio ha il suo snm – o complanare, Stràzza cui un volg
mer Strazzare “stracciare”.
Vrs in connessione con l’ingl TRASH rozzo con attestazione in spazzatura,
donde la locuzione glb Trash vision “TV (televisione) spzzatura” e in
locuzione ital dove TRASH diviene un aggettivo quali Cinema trash,
Estetica trash, Letteratura trash. I teorici del trash.
Trassàre è stato straordinariamente fatto derivare dal sostantivato Trassi
corripondente alla forma retorica del riflessivo verbale “Si trae”, come
Prègasi per “Si prega”, Dìcesi per “Si dice”…
Anche Trattùro, infine, merita un’analisi, questo è l’ellittico della locuzione
lat ITER TRACTORIUM itinerario tracciato, termine inc con Trattoio.
Tràccia, infatti, è devb da Tracciàre, questo dal lat volg TRACTJARE
mutatosi da TRACTARE, cui l’ingl TRACK con la locuzione sportiva glb
Short track “pattinaggio su pista di ghiaccio” con SHORT corto-breve.
Il verbo TRACTARE, oltre alla mutazione volg in TRACTJARE, ne ha
avuto un’altra in TRAHICARE, cui Traccheggiàre e Tracchèggio, ovvero
tirare per le lunghe in complanare con Cùnta “indugio” dal devb di
CUNCTARI indugiare da TRACTIARE con cambio di pref TRANS (TRA)
in CUM (CON) adattato in CUN. Tratturo avrebbe il snm in Trazzèra che
vale infatti “percorso tracciato” dalla corruzione volg di Traccia in Trazza.
Nel percorso di Tracciare si contano Tracciàbile, Tracciabilità,
Tracciamènto, Tracciànte, Tracciàto, Tracciatòre, Tracciatrìce, e Tracciatura
con i composti Traccialìnee e Tracciaspessòri,
Ancora, dal lat volg TRAGINARE, durativo di TRAHERE, l’ital conta
Trascinàre con Trascinabilità, Trascinamènto, Trascinànte, Trascinatòre,
Trascinìo, Trassinàre con Trassinamènto, Tranàre con Tranèllo, il prefissato
Strascicàre con Stràscico questo anche “una tecnica di pesca”, l’avverbio
Strascicòni, ancora Strascinàre con Strascinàmènto, Strascinìo, Strascìno o
Stràscino, il volg pugliese Strascenate “tipiche orecchiette fatte in casa”;
eppoi, transitando dal franc TRAINER, Trainàre, con Traìna, Tràino o
Traìno (questo anche in volg mer), Trenàggio ed il moderno Trèno (omn di
Treno “lamento”) con Trenìno dal devb TRAIN, il glb Entraineuse “da trarre
a sé”. Il rad comune indoeur è TRAGH, cui ancora Tràglia “slitta”, snm di
Dràglia attraverso il franc DRAILLE o TRAILLE, dal lat TRAGULA
questo nome di strumento da TRAHERE, in vrs connessione con il rad
TREUD di Strusciare, almeno in riferimento semantico alla base rad comune
TR, e i glb ingl Trainer e Training. Attraverso il lat TRAGULA l’ital conta
il glb ingl Trawl “rete a strascico” cui TRAWLER “sorta di peschereccio” e
Trawler yacht.
L’omn Trèno “canto funebre”, con Trenètico e Trenodìa (col gr OIDE
canto), è dal lat THRENUM gà gr THRENOS lamento, nel senso fig di
“strascico” connesso con il tema cui TRAHICARE tirare per le lunghe.
Dallo specifico lat SYRMA strascico, l’ital conta il termine poetico Sìrima
con la variante Sìrma che, in una canzone petrarchesca, è la seconda parte
della strofa divisa in due ognuna chiamata Volta; la Sirima è collegata alla
prima, definita Fronte, da un verso detto Chiave.
\ Tratturo
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Il termine Tratturo, di genesi abruzzese coniato nel XVII secolo, è l’ellittico
della locuzione latina Iter tractorium che tradotto vale “Itinerario tracciato”.
Un’antica rete viaria italica, quella dei tratturi, che dalle terre laziali ed
abruzzesi, ovvero dall’Appennino centrale, toccava il Gargano attraverso la
Piana pugliese dove in epoca aragonese sarebbe stato politicamente
ritagliato il Tavoliere delle Puglie, compreso dagli idronimi del Fortore e
dall’Ofanto, ad uso esclusivo dei pastori per le loro transumanze, ossia per
le migrazioni stagionali del bestiame dai pascoli delle piane a quelli montani
e viceversa.
La Transumanza era detta Mena, così definita nelle regole emanate da
Alfonso D’Aragona il 1° agosto del 1447, attraverso l’ordinanza della
“Regia Dogana della mena delle pecore in Puglia” istituita a Foggia, unica in
Italia e in odore democratico, nata per gli interessi della pastorizia e dei
pastori, alla quale nobili e prelati erano sottomessi. Entrava in vigore
annualmente dall’8 maggio al 29 settembre ed aveva una vasta competenza
territoriale, dalle tenenze di Sulmona e L’Aquila, sino a quelle di Taranto e
Catanzaro; considerata strategicamente di eredità feudale, fu soppressa dalla
sedicente modernità rivoluzionaria di Napoleone. Date queste ancora oggi
sopravvissute fedelmente nelle due commemorazioni annuali dell’Arcangelo
Michele sul Gargano, giusto sia quando le greggi sopraggiungevano sul
promontorio sia quando ne discendevano, con tutto il loro seguito umano.
I tratturi sarebbero stati precursori di un sistema di connessioni stradali,
complanari, sovrapposti o in proseguo, avviate nelle contrade italiche dagli
etruschi o da altri popoli organizzati, e avrebbero donato prima ai Romani
l’opportunità d’adagiarvi le consolari, eppoi ai loro successori barbari
comodamente le proprie, quale la Francigena o Francesca (via dei Franchi)
alias Romea (via per Roma) cui Romeàggio ”pellegrinaggio sulla Romea”,
trasformatasi nel percorso dei pellegrini da tutta Europa, e che giustappunto
dal Nord Europa si diramava dopo le Alpi per Santiago de Compostela
(Tomba dell’apostolo Giacomo), e da Roma (Tombe degli apostoli Pietro e
Paolo), lungo la storica Appia e le sue diramazioni meridionali, andava a
toccare Monte Sant’Angelo in Puglia (Spelonca dell’Apparizione
dell’Arcangelo Michele) per proseguire, dopo la distruzione a causa di
sovvertimenti idrogeologici dell’agevole imbarcadero di Siponto ai piedi del
Gargano, verso Brindisi e qui salpare in rotta per la Terra Santa. La costa
ionica, per accezione a S. Maria di Leuca, era definita dalla locuzione lat
FINIBUS TERRAE alla fine della terra, nel senso che terminava il percorso
via terra per iniziare quello via mare. Per quanto riguarda il Gargano, già
prima della Francigena, lungo il tracciato dei tratturi si sarebbe ramificata la
Via Sacra Langobardorum (dall’ant ger LANGBARDLAND) che da
Benevento, capitale del ducato longobardo meridionale, embrione del futuro
Regno di Napoli e delle Due Sicilie, rimontava longitudinalmente il Gargano
verso la Spleonca dell’Arcangelo, protettore adottato immediatamente dai
Longobardi che invasero la Puglia già cristianizzati, dopo le loro vittorie
contro i Goti.
I tratturi principali larghi 111 mt erano raccordati da percorsi minori detti
Tratturèlli, e punteggiati dai Riposi, spazi di massimo 6 Ha, vicino ad un
358
corso d’acqua, adibiti al pascolo ed al ristoro di uomini e bestie, e dalle
Poste queste veri e propri ripari notturni, con le Capoposte sorte di luoghi
per incontri liturgici collettivi nei giorni festivi e nelle ricorrenze religiose;
eppoi c’erano le Locazioni, come quella di Arignano sul Gargano (oggi
Rignano), in cui il pastore pagava la Fida a sosta, che nel 1591 era calcolata
di 12 ducati ogni cento capi. Lungo i tratturi s’autorizzava unicamente il
pascolo in movimento, ovvero erano proibite le fermate, per ovviare alla
totale consunzione dell’erba. Tra i Riposi, si ricorda il Saccione, il quale
poteva contenere centinaia di migliaia di capi, termine questo connesso con
Sacca “rientranza del terreno” fig dal lat SACCUS sacco e con suff accr
ONE; i proprietari dei terreni erano dovuti all’ospitalità gratuita, in base alle
ordinanze del Tribunale della Dogana, ma in cambio ne ricavavano un
ingente concime naturale.
Assieme al Pastore, si muovevano il Pastoricchio, l’assistente per i lavori più
umili e il Buttero incaricato di menare gli animali di grossa taglia, quali buoi
e muli da trasporto. Gli specialisti dell tosatura erano in genere abruzzesi,
chiamati Carosatòri da un volg Carosare di rad KER tagliare, in tema con
Caruso. L’economia di popolo ne traeva profitti attraverso gli alloggi, le
poste, il commercio.
MONDO MONDANO MONDEZZA
MONDO
Dal lat MUNDUM volta celeste esteso a Terra, su calco del gr
KOSMOS, il lemma Mòndo è di presumibile origine etrusca, cui
Mondiàle,
Mondialìsmo,
Mondialìstico,
Mondializzàre,
Mondializzazione. Da Mondo, i composti Mondialìsmo (teoria del
federalismo mondiale), Mondovisiòne (via TV), Mondialvisiòne (via
Satelliti) e la locuzione Mondo nuovo che nel ‘700 indicava
l’invenzione di una scatola “magica” di legno con un foro mediante
il quale si potevano osservare delle immagini.
In una vrs ant connessione fig, il lemma Mùndio dal lat MUNDIUM,
attraverso l’ant ingl e ted MUND mano, protezione, che vale “potere
domestico del capo famiglia”, l’onomastica conta Monduàldo o
Mundoàldo o ancora Munduàldo dal long MUNDWALT titolare del
mundio, Raimondo dal ger RAGINMUND saggia difesa (con
RAGAN senno), Rosamunda dal ger ROSAMUND guerriera e per
accezione “amazzone”.
Dall’ingl WORLD mondo o mondiale (internazionale), l’ambito glb
conta WB World Bank “banca mondiale”, WBA World Boxing
Association “associazione pugilistica mondiale”, WBC World
Boxing Council “consiglio pugilistico mondiale”, WHO World Healt
Organization “organizzazione sanità (salute) mondiale”, WMO
World Meteorological Organization “organizzazione meteorologica
mondiale”, WTO World Trade Organization “organizzazione
359
commercio mondiale”, WWF World Wildlife Fund “fondo per la vita
naturale nel mondo” (fondato nel 1961), WWW World Weather
Watch “sorveglianza del tempo (meteorologica) mondiale”.
\ Il Mondo, ovvero la Terra, oltre ai movimenti di Rotazione intorno a se stessa, di
Rivoluzione intorno al sole, compie un movimento di Nutazione, che sta per
oscillazione dell’asse di rotazione terrestre e che va a rinnovarsi circa ogni diciotto
anni, causato dalle interferenze delle forze lunari e solari; compie ancora un lento
moto dell’asse di rotazione intorno ad un secondo asse detto di Precessione,
perpendicolari al piano dell’eclittica, tale da disegnare idealmente un cono col vertice
che coincide col punto d’intersezione tra i due assi.\
Una locuzione derivata è Mondo Possibile, in altre parole, un mondo, per qualche
motivo, diverso dalla storia, ma pur sempre logico. Trasferendo il concetto in termini
ristretti, un “mondo possibile” sarebbe oggi la penisola italica se non ci fosse stata
l’unificazione risorgimentale e, lo sarebbe la Padania nei sogni dei secessionisti. Un
mondo possibile è straordinariamente espresso dalla cinematografia nel film “La vita è
meravigliosa” di Frank Capra, con James Stewart e Donna Reed, dove al protagonista
viene miracolosamente donata la possibilità di vedere come sarebbe stata la sua città
se non fosse mai nato, nel principio che ognuno è protagonista dell’umanità futura.
Secondo uno schema di antropologia culturale, il cammino (la storia) dell’uomo parte
dalla Religione per toccare via via Scienza, Filosofia, Economia, Politica. Pertanto, il
richiamarsi alla religione, come unica fonte culturale, significherebbe regressione.\
\ Atlante Atleta
Secondo la mitologia gr-lat, il Mondo era sorretto dal titano Atlante, in gr
ATLAS, cui l’idea di chiamare Atlànte la raccolta delle carte geografiche;
Atlànte è anche la prima vertebra cervicale.
Il termine Atlèta, cui Atlètica con Atlètico e Atletìsmo, pur associabile alla
possanza di Atlante, non pare connesso rad a questo, poiché è dal lat
ATHLETA dal gr ATHLON gara cui ATHLETES lottatore e il percorso ital
prefissato Bìathlon o Bìatlon “doppia disciplina” con Biathlèta o Biatlèta, i
correlativi Trìathlon o Trìatlon (pref TRIA tre) “tre discipline” che
comprende il Salto in alto, il Getto del peso e Corsa piana di 100 iarde, cui
Triatlèta, la disciplina Pèntathlon (pref PENTA cinque) o Pèntatlon e
Pèntatlo “cinque discipline”, che comprende Salto, Lancio del giavellotto,
Lancio del disco e Lotta, cui Pentathlèta o Pentatlèta, eppoi Eptathlonèptathlon o Eptatlon-àptatlon “sette discipline” con Eptatlèta, infine
Dècathlon o Dècatlon o ancora Dècatlo “dieci discipline” con Decathlonèta
o Decatlonèta e Decatlèta.
MONDANO
È il derivato da MUNDUM, dunque “cosa del mondo”. Il Mondàno
e la Mondàna appartengono fatalmente al mondo, cui Mondanità.
Mòndo, insomma, svoltosi fig in toeletta o pulito in quanto rivestito,
sempre d’incerta origine etrusca, cui l’opposto Immòndo (pref IN
negativo). Sa di misterioso intendimento la poetica immagine
“mondata a festa”. Mondo, quale pianeta assimilato a Mondo pulito,
rivestito richiamerebbe l’idea di un pianeta rivestito (riordinato dal
Caos) di natura vegetale ed animale, la Creazione insomma.
Mondìna è per accezione la Mondarìso, derivato da Mondo pulito col
360
suff INO di chi esercita il mestiere.
\ Caos Gas Nafta Benzina Ammoniaca Vitamina
Dal gr KHAOS “baratro-fenditura” il lat aveva ricalcato CHAOS cui l’ital
Càos già Caòsse; omologato in “massa informe”, vrs dalle esalazioni naturali
di alcune fenditure terrestri, il chimico J.B. Van Helmont (1577-1644) coniò
il termine Gaz attestatosi in Gas dal toscano Gasse. In percorso, Gasàre o
Gassàre con Gasàto o Gassàto, e Gassatùra, Gasièra su calco di Petroliera e
Gasièro cui la locuzione Terminal gasiero, Gasìsta o Gassìsta (suff ISTA di
collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO), Gassòsa o Gazzòsa, Gasòso o Gassòso o ancora Gazòso
e i composti quali Gasbetòn (Gas e Beton), Gascromatografìa con
Gascromatògrafo, Gascromatogràmma, Gasdinàmica, Gasdòtto, Gasificàre o
Gassificàre con Gasificaziòne o Gassificaziòne e Gassificatòre con
Rigassificatòre, Gasògeno o Gassògeno o ancora Gazògeno, Gasolìna o
Gazolìna attraverso l’ingl GASOLINE (con il lat OLEUM olio), Gasòlio
(Gas e Petrolio) attraverso l’ingl GASOIL snm di Nafta e Diesel,
Gasometrìa o Gassometrìa o Gazometrìa con Gasomètrico e Gasòmetro o
Gassomètrico con Gazomètrico e Gassòmetro con Gazòmetro.
\ Il primo, storico gasdotto è cinese, costruito nell’antichità con canne di
bambù, allo scopo di trasferire l’aria di fuoco (così allora lo identificavano)
per usi domestici.
La prima Auto a gasolio fu presentata ufficialmente il 1889 \
Fuori percorso Gasìndio o Gasìndo, dal lat medv GASINDIUM seguito
eppoi vassallo d’origine long, l’omologismo Gasp! quale interiezione
dall’ingl TO GASP respirare a bocca aperta, il marinaresco Gàssa di voce
genovese che sta per “nodo”, l’acronimo GAS che sta per Guardare
Ascoltare Sentire, una formula da tecnica di soccorso.
Gasolio (adottato dal 1942) è il snm moderno di Nàfta (già dal XIV sec)
questo dal gr NAPHTHA bitume transitato praticamente indenne dal lat
NAPHTA e dal franc NAPHTE, cui Naftalène, Naftàlico, Naftalìna,
Naftenàto, Naftène, Naftènico (snm Aliciclico), Naftìle, Nàftolo e i composti
quali Naftilammìna (Naftalina e Ammina), Naftochinòne (Naftalene e
Chinone); altro snm è Diesel (dal 1931) dal nome del suo inventore R.
Diesel (1858-1913),
Chinòne è un composto chimico in percorso da Chìna (XVI sec) “Genere di
piante delle Rubiacee” (snm di Cincona) attinto allo sp QUINA-QUINA in
eredità dalla lingua precolombiana quechua, cui Chinidìna, Chinìna,
Chinìno, Chinolìna, Chinolìnico. China ha gli omn in China “pendio” e
China “doppio cinque” in un gioco delle carte, entrambi dal XIVsec, eppoi
China “inchiostro” dalla fine del ‘600.
Il lemma Benzìna, con Benzinàio o Benzinàro, sembrerebbe un
omologismo dal franc BENZINE, in realtà, l’origine è dall’ar LUBAN GIAWI incenso di Giava, tradotto nel lat medv in BENZOE da
un primitivo BENZOINO, cui una variante sett Belzuìno; in percorso
Benzène con Benzènico, Benzenòide, Benzedìna con Benzedìnico,
Benzìle cui il perf BENZIL con Benzìlico cui Acido benzilico,
361
Benzòe con Benzòico cui Acido benzoico già Sal volatile, Benzoìle,
Benzòlo, il composto Ossibenzoàto (con Ossigeno), il pref BENZ o
BENZO per composizioni quali Benzaldèide (col suff ALDEIDE),
Benzedrìna (marchio registrato 1967- suff chimico INA),
Benzecarbossìlico, Benzendiòlo (suff DI da DIS “due volte” e OLO
alcol), eppoi Benzoàto (suff chimico ATO), Benzodiazepìna (suff Di
da DIS due volte e AZO azoto ), Benzolìsmo, Benzopirène (col gr
PYR fuoco e suff chimico ENE), Benzopiridìna snm di Chinolina.
Benzoìno o Belzoìno o Belzuìno con le varianti Belgioìno o
Belgiuìno, è una sorta di albero delle Ebenacee di voce ar IUBAN
GAWI e che dà il nome alla sostanza balsamica dal quale si ricava;
ed è anche un composto aromatico dalloa Benzaldeide.
Ammìna o Amìna, o ancora l’alterazione Immìna e Imìna, col
composto Diammìna o Diamìna (DI da DIS “due volte), è dal franc
AMINE, un composto organico la cui molecola deriva da quella
dell’AMMONIAQUE; comunque il termine deriva dal nome di
Giove Ammone nel cui tempio in Libia si raccoglieva detto
composto. Nel percorso si conta il composto Scopolamìna con il
nome del botanico G. A. Scopoli (1893), un alcaloide delle
Solanacee utilizzato quale ipnotico e sedativo, pertanto quale
“macchina della verità”.
Il percorso ital conta Ammonìaca e Ammidàsi o Amidàsi, Ammìde o Amìde
o ancora Immìde e Imìde coi composti Imminoàcido, Imidazòlo (con AZO
di Azoto 1 e OLO di Alcol), Ammìdico o Amìdico, Amminàre, Ammìnico o
Amìnico, Amminaziòne o Aminaziòne, Ammònio con Ammonizzaziòne e
Ammonòlisi, il pref AMMINO o AMINO per composizioni quali (qui è
preferito il percorso AMMINO) Amminoàcido con Amminoacìdico,
Amminoàlcol, Ammimoglicosìde, Amminoplàsto (col gr PLASTOS
formato), Amminosìde (doppio suff OSIO da Glucosio e IDE chimico),
Amminozùcchero e Transaminàsi questo un esame specifico del sangue con
Amina, il pref TRANS e il suff chimico ASI su calco di Diastasi; da non
equivocare col termine Ammenìcolo o Amminìcolo, dal lat
ADMINICULUM palo-appiglio cui Ammenicolàre o Amminicolàre e
Ammenicolòne o Amminicolòne questo snm di Cavilloso, ovvero, fig “che
cerca ogni appiglio”, e col termine Ammonìti (Ordine di molluschi) termine
ispirato alla divinità Ammone dalle corna d’ariete.
Le venti unità costituenti le proteine, indicati in Alfa-amminoacidi, sono
elencate in Alanina, Arginina, Asparagina, Acido aspartico, Cisteina, Acido
glutammico, Glutammina, Glicina, Istidina, Isoleucina, Leucina, Lisina,
Metionina (composto con Meti/le/-TIO-INA), Fenilalanina, Prolìna
“molecola chirale”, Serina, Treonìna (Tetrosio e suff INA - cui Tretòsio dal
gr TETRA quattro e suff OSIO carboidrato “moleca con quattro atomi di
carbonio”), Triptofano, Tirosina e Valina (Valerianico e suff INA).
Dal termine Ammoniaca in composizione con Vita e il suff INA (per
medicinale) è nato il termine Vitamìna cui Vitamìnico, Vitaminizzàre con
362
Vitaminizzaziòne, Vitaminologìa, Vitaminòsi per composizioni quali
Ipervitaminòsi e Ipovitaminòsi (pref IPER sopra e IPO sotto e suff medico
OSI ); si rifletta un po’ su quest’ultimi due termini, strutturati addirittura con
ben quattro monemi: Vita, Ammoniaca e i suff INA e Izzare il primo, con
Vita, Ammoniaca e i suff INA e LOGIA il secondo.
Azòto dal gr AZOTIKOS che non genera vita attraverso il franc AZOTE, cui
Azotàre, Azotàto, Azotatùra, i pref Azotemìa (con HAIMA sangue), Azotobattèrio,
Azotofissatòre, Azotoiprìte o Azotiprìte (con Iprìte composto organico dal toponimo
belga Ypres), Azoturìa (col gr URON urina), Azotùro (suff chimico URO) snm di
Nitruro. Eppoi Azìna, con Azinico, è il derivato di AZO questo pref che sta per Azoto
cui Azòico (omn di Azòico dal gr ZOE vita), Azònio (con Ammonio), Azocolorònte,
Azocompòsto. Eppoi il prefissato Triazìna (tre atomi di azoto) con la corruzione in
Atrazìna, e ancora Tiazìna (un atomo col pref TIO zolfo), Diazìna (due atomi).
Fuori percorso nAzòlla “felce acquatica” dalla composizione gr AZEIN seccare e
OLLYNAI perdere
1
\ Caos e Kali
Connesso al gr KATA giù-verso il basso, la lingua italiana ha assunto a
morfema peggiorativo-rafforzativo il gruppo letterale CA, il quale, nel
considerarlo omologo di un suono primordiale tipo KA, sarebbe stato
prefissato ad un secondo suono coevo, questo più tardi attestatosi nel greco
HEOS aurora; pertanto, l’esito del composito lemmatico varrebbe “l’alba
del disordine”, rintracciabile via via a ritroso nell’italiano Caos, nel lat
CHAOS, nel greco KHAOS.
Inoltre, il greco HEOS è connesso con OS di Bocca, questa l’origine
naturale delle parole, e la dea indiana Kali è accreditata, tramite la sua lingua
anatomica, come l’artefice dell’universo (donde una sorta di omologazione
nel Fiat lux occidentale); anche qui, nell’agionimo ind, riappare quel
preistorico suono KA, che sarebbe sopravvissuto a prefisso per una
composizione lemmatica indoeuropea con valore del disordine. Kali, infatti,
che corrisponde in sct a la Nera, sposa del dio Shiva, il suo alter ego, è la
personificazione di una buia e spaventosa era terrestre (caotica), questa non
solo primordiale ma anche da venire, nel significato omologistico
dell’apocalisse biblica, dove i peccatori saranno puniti. Un’arcaica radice
universale, dunque comune in Caos e Kali, dal vagito ancora ben remoto dai
particolarismi delle articolazioni linguistiche che avrebbero portato
all’indoeuropeo, oppure una coincidenza sillabica o semplicemente un gioco
di parole; sta al lettore in che cosa credere, a seconda s’è ricercatore,
scettico, enigmologo.
MONDEZZA
Mondèzza, col gemello Mondìzia o Mundìzia, dal lat MUNDITIA derivato di MUNDUS pulito - ha assunto un significato
completamente contrario all’originale, pertanto vale “ciò che è stato
asportato per mondare” e si è imposto in snm con ImmondèzzaImmondìzia cui Immondezzàio, da Immondo “non pulito”. In effetti,
ciò che si asporta è l’Immondizia, ciò che rimane è Mondezza
“pulizia”. Mondezza o Mondizia è anche purità di sentimenti. Nel
romanesco, infatti, la traslazione di Immondizia in Mondizia363
Mondezza si è svolta in opposizione al significato proprio
(enantiosemìa), attraverso il valore di “ciò che si porta via facendo
pulizia” ed ha prodotto un inquinamento linguistico-nazionale. È un
percorso, questo di Mondezza, sicuramente non ancora irreversibile,
dunque da riaccompagnare verso la correttezza grammaticale e
semant.
Il lat conta uno specifico FALUPPA immondizia cui l’ital Falòppa
con la variante Fallòppa “bozzolo scadente-seta di scarsa qualità”
con il snm in Terzanella, metaf nel senso di “bugiardo”.
\ Rifiuto Spazzatura Passeggiata Spavento
Rifiùto, col plur Rifiùti, è la composizione del verbo lat FUTARE battere
con il pref RE dietro, influenzato dall’ital Fiutare; in associazione a Rifiuti
troviamo sovente il termine Smaltimènto, questo dal got SMALTJAN
rendere liquido, cui Smaltìre, vrs connesso col franc SMALT cui Smàlto,
Smaltàre, Smaltìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col
suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO).
L’ital Fiutàre, cui Fiùto, a sua volta, è l’inc del lat FLATARE (FLARE)
soffiare con FLUITARE (da FLUERE fluire). RE-FUTARE, allora, sta per
ribattere, rigettare, ossia, Rifiutàre; da non equivocare con Rifiutàre (omn)
composto col pref RI iterativo, che vale per Fiutare di nuovo. Nel percorso
FUTARE, con altri pref, troviamo Confutàre e Cofutaziòne con Refutàre e
Refutaziòne quali snm, e Inconfutàbile.
Snm di Rifiuti è Pattùme (suff UME collettivizzante), cui Pattumièra, è dal
lat PACTUS compatto, Pp di PANGERE piantare, conficcare (Ved Sciti in
Picca...)
Altro snm è Spazzatùra un termine in derivazione semiesplicita da un tema
med PATTA sporcizia; il verbo Spazzàre, con Spazzìno, è fig dal lat
SPATIARI passeggiare, relativo a SPATIUM suolo, pavimento, cui Spàzio
questo anche “infinito” cone Spàzzo. Semant, il verbo ha acquisito il senso
di “muoversi nello spazzo per pulirlo”, modificandosi dal termine
Passeggiàre, cui Passèggio, che si è legato a PASSUS, Pp lat di PANDERE
(da non equivocare con PASSUS Pp di PATI patire).
Il percorso di Spazio conta Spaziàle, Spazialìsmo con Spazialìsta, Spazialità,
Spazializzàre con Spazializzaziòne, Spaziamènto, Spaziàre, Spaziatòre,
Spazieggiàre con Spazieggiartùra, il composto futuristico Spaziopòrto (per
viaggi spaziali a scopo turistico o altro)
Dall’ingl SPACE infinito si contano la locuzione glb Space shuttle, dove
SHUTTLE navetta (in connessione fig col verbo TO SHUT chiudere,
pertanto vale “veicolo spaziale chiuso, sigillato”), e il glb Spacelab quale
ellittico di SPACE LABORATORY Laboratorio spaziale; eppoi Space
cleaning “sgombero-svuotamento” con CLEAN pulire e Open space
“ambiente ad ampio spazio” dove OPEN vale aperto rintracciabile ancora in
Open end “fondo d’investimento aperto”, adottata anche in terminologia
tessile, dove END è fine-termine, innumerevoli volte letto in THE END
sugli schermi cinematografici e televisivi sull’ultomo fotogramma dei film
stranieri.
364
\ “Non abbiamo bisogno della spazzatura sociale europea !” gridava il reverendo
Richard, alla fine del secolo, negli Stati Uniti d’America, dall’alto del suo pulpito,
preoccupato - è dir poco - per il persistente arrivo d’immigrati dall’Europa: inglesi,
irlandesi, tedeschi, francesi e poi italiani, greci, spagnoli... popoli che hanno invece
contribuito a rendere ricca e potente tutta la nazione. “Non abbiamo bisogno della
spazzatura sociale extracomunitaria!” è il grido impaurito - plagiati da una certa
politica - dei reverendi di casa europea. Domani, nel terzo millennio, anche l’Europa
ringrazierà questi popoli, per aver evitato al vecchio continente il collasso economico
e generazionale \
Da PASSUS, oltre a Passeggiare e Passeggio, l’ital conta Passàre attraverso
il franc PASSER cui Passàbile con Passabilmènte, l’esot Passage,
Passaggère o Passaggière attraverso il franc PASSAGIER gabelliere,
Passàggio attraverso il franc PASSAGE, Passamènto, Passànte, Passàta,
Passatèlla, Passatèlli, Passatìsmo e Passatìsta (col suff ISTA di collegamento
ai sostantivi in ISMO, in omn suff ISTA di collegamento ad un mestiere),
Passàto, Passatòia e Passatòio, Passatòre (ant Traghettatore) cui il mitico
Passator cortese (il brigante romagnolo Stefano Pelloni del XIX sec),
Passatrìce (macchina utensile), Passatùra, il glb franc Passe (pron pas),
Passeggèro con le varianti Passaggèro, Passeggièro, Passeggière e
Passeggère (inc col franc PASSAGER), Passeggiamènto, Passeggiàta,
Passeggiatòre e Passeggiatrìce (eufemismo che sta per prostituta),
Passeggìno, Passerèlla 1 (dal franc PASSERELLE), Pàssera, cui la locuzione
Passera scopaiola, e Pàssero dal lat PASSEREM (l’uccello in relazione al
suo passaggio) cui Passeràcei o Passerifòrmi (Ordine di uccelli) al quale
appartiene la Famiglia tropicale dei Cotìngidi questo dal lat COTINGIDAE
di genesi tupi, vi appartiene anche il Tanàgra d’etim tupi TANGARD ma
attraverso il ptg TANGARAK; da non equivocare con l’omn Tanàgra o
Tànagra “particolare statuetta archeologica” ritrovata in Tanagra (Beozia). Il
percorso prosegue con l’omn Pàssera “sorta di pesce dei Pleuronettiformi
simile alla sogliola snm di Linguata”, Passeràio, Passerìna (erba infestante
fig da Passero) con l’omn fig volg Passerìna (vulva), Passerìo e Passeròtto;
eppoi Passerìno, Passètta (termine tessile) attraverso il franc PASSETTE,
Passètto, l’esot Passeur, Pàssi (dal documento ingl PASS, italianizzato
svolgendolo al congiuntivo di Passare), l’avverbio Pàssim inv dal lat
PASSIM qua e là, Passìno, Passìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi
in ISMO, qui da un sottinteso Passismo non linguistico), Pàsso e i prefissati
quali Compassàre, Compàsso e Compassatòre (ant Agrimensore), l’iterativo
Ripassàre cui Ripassàta, Ripassatòre, Ripassatrìce, Ripassatùra e Ripàsso,
Sorpassàre e Sorpàsso (col pref SOR), Trapassàre, Trapassàto (questo anche
tempo verbale) e Trapàsso per accezione nel senso di “morire ” ovvero
“passare oltre la vita”.
Attraverso il franc si conta il noto En passant “di sfuggita”da PASSER
passare.
Passàto vale anche “trascorso” cui la locuzione Uva passa che vale “uva non
più matura” ossia che ha passato, è andata oltre la maturazione; da questo il
relativo Passìto dall locuzione Vino passito.
L’incredibile però accade adottando letteralmente, in ossequio alla glb, il
termine ingl BYPASS da passaggio (con BY presso) cui il bruttissimo
365
semiomologismo Bypassàre e Bypassàto che sta per “aggirare, sostituire”
con un errato omologismo in Bipàsso (omn del Bipasso col pref BIS due
volte); un congegno utilizzato storicamente da M. DeBakey, fra l’altro
ideatore del Roller pomp “pompa arrotolante” questo partecipe del
macchianrio cuore-polmone, deceduto nel luglio del 2008 all’età di 99 anni.
Passàre vale anche “togliere le impurità filtrando” ma in senso lato assume il
significato di “ridurre in poltiglia, in crema”. Dal verbo Passare, l’ital conta
un PASSA utilizzato in composizioni quali Passacàglia o Passagàllo brutti
esot dallo sp PASACALLE “danza passante per le strade” con PASAR
passare e CALLE strada, Passacàrte, Passacatàna, Passacàvo, Passacrassàna
“sorta di pera invernale" questo omologismo dal composto franc
PASSECRASSANE con PASSE che oltrepassa (la stagione della consueta
maturazione) è una corruzione del toponimo Crazannes dove vrs si
produceva in origine, eppoi Passafièno, Passafìlo e Passafìli, Passafìlm,
Passafìno, Passafuòri, Passaguài, Passamàno “ringhiera” o “passaggio
manuale a catena”, Passamàno “nastrino” cui Passamanerìa o Passamanterìa
questo attraverso il franc PASSEMENTERIE, Passamèzzo o Passemèzzo,
Passamontàgna o Passamontàgne, Passanàstro, la locuzione sostantivata
Passa non passa “pezzo meccanico”, Passapàlle, Passaparòla, Passapatàte,
Passapiède, Passapòrto, Passascòtte questo con Scòtta omologismo dallo sp
ESCOTA già ger SKAUT angolo della vela-cavo, Passatèmpo, Passatùtto,
Passavànti, Passaverdùra e Passaverdùre, Passavivànde, Passavogàre. Eppoi,
Lasciapassàre “autorizzazione al transito”, Soprappassàre o Sovrappassàre e
Sottopassàre cui Sottopassàggio e Sottopàsso, i glb franc quali il prefissato
Impasse (pron empàs) “impossibilità a passare” (pref EN dal lat IN negativo)
da PASSER passare e la composizione Pass- partout “(chiave) Passa
dappertutto”.
La rad è l’indoeur SPET, che pare connessa ai rad PET-SPED, cui il lat
PANDERE-PATERE stendere-aprire già prefissato gr PARENKHEO io
spando (con CHEIN versare), e l’ital Pàndere “manifestare”, Spàndere col
Pp Spànso, Spànto o Spandùto e Spàso con pref S variante di EX; ancora,
Espàndere, Espansiòne ed Espànso (Pp) col pref ES variante di EX. Dalla
versione prefissata gr, l’ital conta Parenchìma “tessuto animale e botanico”
con Parenchimàle, Parenchimàtico, Parenchimatòsi (suff med OSI) e
Parenchimatòsi cui Parenchimàtico e Parenchimatòso; in percorso
Prosenchìma, questo da Parenchima con la semplice sostituzione del pref gr
in PROS a-verso e Mesènchima con Mesenchimàle con cambio in pref
MESOS medio.
Dal significato di “stendere e aprire”, dal lat PANDERE-PATERE, è stato
coniato, con il Ppres PATENS, la locuzione Lettera Patente, ovvero “stesa,
palese, aperta”; eliminando (ellissi) la prima parte, n’è nata la Patènte, il
documento legale. Patente ha il proprio snm in Evidente, cui la locuzione
botanica Foglia patente che indica una foglia posta in angolo retto col suo
ramo
\ In una nota trasmissione televisiva di quiz (L’eredità del 28\ 12\ 2006 RAI Uno), la
risposta corretta era stata stabilita quale derivazione del termine Patente dal verbo
Patire. Il redattore avrà privilegiato il Ppres lat PATIENS di PATIRE soffrire, invece
366
di PATENS da PATERE aprire.\
In percorso dal lat PANDERE, il nome della dea romana Panda (degli spazi
aperti) analoga a Cerere dea dei campi, cui Pandataria l’ant toponimo
dell’isola di Ventotene questo vrs una corruzione del primo con una
successiva sovrapposizione del lemma Vento in riferimento alle
caratteristiche climatiche.
Vrs una connessione col nome della dea Pandora poiché il suo vaso che
conteneva tutti i mali del mondo fu “aperto”.
Fuori percorso Pànda, di voce del Nepal, altrimenti detto Orso del bambù e
Pandàno “sorta di albero” di voce malese cui la Famiglia botanica
Pandanàcee degli Ursidi; eppoi, dal gr-lat PANDURA l’ital conta Pandùra o
Pandòra “sorta di liuto”.
\ In Arabia Saudita, anno 2006, le donne non acquisiscono ancora la patente di guida;
non per legge, bensì per cultura e tradizione. \
Snm di Patente è Patàno, dal franc PATENT, naturalmente attinto al lat.
Sempre da PATERE essere manifesto, è stato coniato il lemma Patìbolo
(suff BOLO), diversamente da quanto si possa pensare composto col verbo
Patire, cui Patibolàre. Il franc conta GIBET patibolo cui l’omologismo
Gibètto con la variante Giubètto omn del capo di vestiario o con questo in
relazione fig.
Il termine lat SPATIUM suolo ha un snm in PAVIMENTUM, anche questo
ereditato dall’ital quale Pavimènto dal verbo PAVIRE battere, assodare, con
Palmènto “calcestruzzo - macina” dal lat volg PAUMENTUM, cui la
locuzione fig Mangiare ai quattro palmenti snm di Ingozzarsi; il percorso
conta
Pavimentàle,
Pavimentàre,
Pavimentàto,
Pavimentatòre,
Pavimentaziòne, Pavimentìsta, l’anatomico fig Pavimentòso.
\ Una sorta di pavimentazione – massicciata - per strade e per alcune piste
d’atterraggio è indicata con Macadàm, dal nome del progettista J. L. MacAdam
(1756/1836) cui Macadamizzàre. Al suo omonimo il chimico J. MacAdam
(1827/1865) si deve invece il nome assegnato al Genere di piante delle Proteacee.\
In connessione con il tema rad PET SPET cui il lat SPATIARI passeggiare e
PATERE essere manifesto il gr conta PATEIN camminare donde PATOS
cammino (omn dell’ital Patos da PATHOS sofferenza) e PERIPATOS
passeggio; da qui il percorso prefissato PERI intorno con Peripatètica
“passeggiatrice”, Peripatetìsmo e Peripatètico relativi ai seguaci del filosofo
Aristotele che studiavano e insegnavano passeggiando nel Liceo. Lo
sdrucciolo Perìpato è una sorta di vermiforme africano, prototipo degli
Onicofori, dal lat scientifico PERIPATUS CAPENSIS.
In coerenza con il patrimonio indoeur, l’ingl conta PATH con valore di
sentiero in connessione con il gr PATEIN - PATOS.
Da PAVIRE, il verbo di stato PAVERE vale aver timore (d’essere
percosso), donde il lat volg PAVENTARE e l’ital Paùra dal lat volg
PAVURA con afonia della lettera v, già class PAVOR, Paventàre e il suo
devb Pavènto con Paventòso, Pàvido da PAVIDUS con Pavidità, e, con i
pref, Impaurìre, Impàvido, Spauràre, Spauràcchio, Spaurìre, Spaventàre da
EXPAVENTARE intensivo di EXPAVERE col devb Spavènto e
Spaventòso; snm popolare di Paura o Spavento è Fìfa con Fifòne, da una
serie onomatopeica F F frignare. L’acronimo FIFA sta invece per il franc
367
FEDERAION INTERNATIONALE (DES) FOOTBALL ASSOCIATIONS
Federazione internazionale delle associazioni di calcio.
Pavèse nasce dalla locuzione Scudo pavese che era un tipo di scudo
ingombrante a protezione dei balestrieri, certamente connesso a PAVERE
poiché proteggeva anche dalla paura d’essere colpito. Certamente fuori
percorso è Paviàno dall’ol BAVIAAN babbuino.
Dal tema rad PET-E-POT dirigersi verso una meta (in analogia quindi con
stendersi, aprirsi da PET-SPED), cui il lat PETERE chiedere, bramare,
desiderare con ardore in ital sono rintracciabili i lemmi Pètere “chiederecercare di raggiungere”, Petènte, Petitòrio, Petiziòne, Petulànte questo
dall’iterativo e peggiorativo PETULARE da PETERE, e, con i pref,
Appetìre con Appetènza, Appetibilità, Appetitìvo, Appetìto, Appetitòso da
AD PETERE. Competènte con Competènza da COM PETERE nel senso di
concordare-autorizzato a chiedere, eppoi Compètere, Competitìvo,
Competitòre e Competiziòne da COM PETERE nel senso di chiedere
insieme e quindi concorrere-rivaleggiare. Impetìgine o Impetìggine e
Impetiginòso con IN illativo vale “il pullulare”. Espetìbile snm di
Desiderabile da EX PETERE (EX rafforzativo) desiderare.
Perpetuàre con Perpetuità e Perpètuo col pref PER intensivo vale “in moto
continuo”. Propiziàre questo denm di PROPITIUS che viene a favore con
Propiziatìvo, Propiziatòre, Pripiziatòrio, Propiziaziòne e Propìzio col pref
PRO a favore. Ripètere (pref RI iterativo) con un desueto latinismo Repètere
e Repetìo o Repitìo cui la locuzione lat ancora in uso Repetita iuvant “ ciò
che è ripetuto aiuta a comprenderlo”, eppoi Ripetènte “che chiede ancora
(d’essere promosso)”, Ripetitòre, Ripetiziòne questo anche figura retorica
che indica il replicare alcuni termini in un enunciato, allo scopo d’infondere
maggiore calore. Peripezìa, meglio Peripezìe, è dal gr pref PERIPETEIA,
dove il lessema è connesso con la rad PET, pertanto indica il travaglio
(dirigersi, chiedere…) per raggiungere una meta.
D’identica genesi è il termine Pèto dal lat PEDITUM di PETERE, in gr
PERDOMAI emetto peti, dal rad svoltosi in PEZD, nel senso di aprirsi, fare
uscire aria col quale è vrs connesso o associato il volg mer Fieto “peto”,
Petàrdo questo transitando dal franc PETARD, Petècchia con Petecchiàle dal
dim lat PETICULA cui il prefissato IMPETICULA da IMPETIX
IMPETICIS e l’ital Impetecchìto (pref IN illativo), eppoi Petrònia “sorta di
uccello” altrimenti detto Passera lagia; da Peto è stato creato Pettègolo con
Pettegolàre, Pettegolìo e Pettegolèzzo, attestatosi dal volg veneto Petegolo
“piccolo peto”, e vrs Ptialìna dal gr PTYALON saliva cui Ptialìsmo snm di
Scialorrea; Pettègola è anche snm di Trìnga “sorta di uccello”. Un snm di
Peto è Lòffia nel senso “non rumoroso” connesso con l’aggettivo Lòffio
“floscio, insulso, sbiadito” quale inc di Soffio con Floscio, e che pare
connesso in ambito indoeur con il glb ingl Woofer “sorta di altoparlante”
d’origine onomatopeica da WOOF suono basso.
Il fran conta PETIT piccolo, vrs connesso in associazione fig con la rad del
lat PETERE, cui i glb Petit-beurre “biscottino (piccolo burro)”, Petit-four
“dolcetto (al forno)”, Petit-gris “piccola pelliccia grigia”e Petit-point
“piccolo punto (al ricamo).
368
\ Il termine glb Gossip “pettegolezzo mondano” è ingl, ma connesso con il lat
GOSSYPIUM cotone, nella figurazione dei fiocchi che fluttuano nell’aria. Da qui il
neo-omologismo Gossìparo “chi diffonde pettegolezzi” (suff PARO che produce).
Il termine Pòdice snm di Deretano, cui Podicipèdidi o Podicìpedi (versione
attestatsi erroneamente per aplografia), dal lat PODEX è dallo stesso rad
ulteriormente svoltosi in POZD. Il suff PETO sta ad indicare “movimento,
tendere o fuga verso l’esterno”, cui Centrìpeto, con la locuzione fisica e
astronomica Forza centripeta, e vrs, qui utilizzato in pref, Petàuro inv dal
gr PETAURO nel significato di acrobata, funambolo donde Petàuro (Genere
di Mammiferi Falangeridi) con Petaurìsta (Genere di roditori Sciuridi)
attraverso il gr PETAURISTES svoltosi in acrobata ed ancora un acrobatico
pref matematico PETA che vale “moltiplicato per um milione di miliardi”.
Ancora d’identica rad PET-E è il lemma Fèdera inv dal long FEDERA
penna, piuma, ted FEDER, con mutazione delle consonanti P(E)T in F(E)D,
svoltosi in una attestazione fig.
1
La passerella della moda “made in Italy” s’è svolta storicamente a Firenze il 12
febbraio 1951.
\ Vigliaccheria
Il lat VILIARE stava per spazzare l’aia dopo la battitura, cui Vigliàccio
“ciò che resta dopo la battitura”, Vigliàre “togliere ciò che non è utile” con
Vigliatùra donde, fig, Vigliàcco con Vigliaccherìa (dal XVI sec) e
Vigliaccàta (dal 1967), Vìle (dal XIII sec) con Viltà già Viltàde, i prefissati
Avvilìre con Avvilènte, Avvilimènto e Avvilìto (pref AD allativo), Svilìre
con Svilimènto e Svilìo (pref S intensivo), i composti Vilificàre
(disprezzare) con Vilificaziòne e Vilipèndere “pesare la viltà”con Vilipèso,
Vilipendiòso e Vilipensiòne.
\ Suffisso INO CINO *INA
Dal lat INUM, sta per proprio di, appartenente a, della stessa natura,
svoltosi talvolta nel mestiere, cui Alpino da Alpi, Accendìno (il cui suff è
saldato al verbo Accendere), Cenerino, Ciabattino da Ciabatta... Adamantìno
“inalterabile” è l’aggettivo coniato dal poetico termine Adamànte snm di
Diamànte, questo dalla variante lat DIAMANTEM già gr ADAMAS, cui
Diamantàre, Diamantàto, Diamantìfero, Diamantìna, Diamantìno; in
percorso gr l’ital conta ancora il composto Adamantoblàsto con BLASTOS
germe.
\ La brillantezza di un diamante può dipendere dal taglio operato.\
Il suff INO vale anche come dim e o vezzeggiativo, come in Macchinìna da
Macchina e Carìno da Caro e lo si ritrova adattato in CINO per termini con
suff accr ONE quali Barboncìno (sorta di cane) da Barbone di Barba,
Baroncìno da Barone di BARO (franc), Bastoncìno da Bastone di Basto,
Bocconcìno da Boccone di Bocca, Cartoncìno da Cartone di Carta,
Cordoncìno da Cordone di Corda, Palloncìno da Pallone di Palla, per termini
in ONE sia dal genitivo lat come Carboncìno da Carbone di CARBO
CARBONIS, sia dal gr come Coroncìna (al fem) da Corona di KORONE;
l’omn Palloncìno è di voce toscana snm di Alchechengi. Eppoi per esotismi
quali Betoncìno da Beton, Camioncìno da Camion, Limoncìno dall’ar
LAYMUN, Paltoncìno da Paltò; ancora, in maniera particolare, per lemmi
quale Ossicìno da Osso attraverso un ricco gioco di incroci e sovrapposizioni
369
in Ossètto, Ossiciòlo o Ossiciuòlo, Ossicèllo e Ossìno, così per Spadaccìno
da Spada attraverso Spadètta, Spadìna, Spadìno, Spadùccia, Spadàccia, così
ancora per Velaccìno da Vela attraverso Velàccio questo ricalcando lo sp
VELACHO cui ancora l’accr Velacciòne. Per termini quale Posto si è scelto
Posticìno per ovviare all’omn con il sostantivo Postino. Quarticìno, termine
tipografico, è l’inc di Quartìno con Carticino.
INO è ancora un suffisso chimico a indicare Idrocarburi acetilenici, ovvero
gli Alchini.
Nel campo farmaceutico, il suff INA indica elemento chimico cui
Epicloridrìna (pref EPI con Cloro e Idro), Norefedrìna questo con Efedrina e
pref chimico NOR “molecola organica” (acronimo dal ted N “azoto” OHNE
RADICAL azoto senza radicale) che si ritrova in Noradrenalìna e in
Noradrenèrgico questo derivato da Adrenèrgico (Adrenalina col gr
ERGON), ed ancora Ninidrìna, Oleandrìna, Prolìna (dal ted PROLIN di
PYRRHOLIDIN cui Pirrolidìna), Pseudoefredìna...
Da non aggiungere in questo percorso il termine Nòrna, questo dal nordico
NORN e sta pe “idee che guidano il destino di un individuo”
\ Prefisso RED *RE *RI *RAD RIN
Dal lat RED, sopravvissuto in ital con RE, il pref sta per la formazione di
verbi denominativi quale Refrigerare. Ritorno allo stato iniziale, cui
Regredìre da GRADI camminare, opposto a Progredìre, e Recèdere da
CEDERE andare. Annullamento del precedente, cui Restituìre da
STATUERE stabilire. Valore iterativo-reiterativo cui Reintegràre dal lat
TEGER toccato e in doppio pref con IN negativo da INTEGER non toccato
da TANGERE toccare (vedi Tangente in Noto…). Valore intensivo cui
Reincarnàre da CARO CARNIS carne di KER tagliare. Assimilabile al pref
RI, il quale sta per reiterazione, cui Rèmora “indugio”, da MORA attesa,
con l’omn fig Rèmora “sorta di pesci Echeneiformi” entrambi stessa etim.
Movimento inverso cui Ricadère e Rincarnaziòne (pref RIN). Valore
restitutivo cui Ribaltàre da BALTJA plur di BALTEUM muro sotto la
scalinata degli anfiteatri, cui Bàlta (omn di Balta “palude”), Bàlza con
Balzòla, Balzàna “risvolto dei pantaloni” e “striscia naturale bianca intorno
allo zoccolo di cavallo” cui Balzàno con Cavallo balzano, eppoi Balzàre da
BALTEUM questo nel senso di “salto” cui Balzàto, Balzatòre, Balzeggiàre,
Balzellàre l’avverbio Balzellòni, il devb Bàlzo col dim Balzèllo questo
anche “tassa saltuaria”, i prefissati Sbalzàre, Sbalzellàre da Sbalzèllo,
Sbàlzo, Ribaltàre con Ribàlta (questo nel teatro snm di Proscenio),
Ribaltàbile, Ribaltamènto, Ribaltatòre, Ribaltatùra, Ribaltìna, questo snm di
Calatoia, e Ribaltòne questo attestatosi nel lessico politico, Rimbalzàre con
Rimbalzèllo, Rimbalzìno, Rimbalzìsta e Rimbàlzo, Sobbalzàre e Sobbàlzo;
BALTEUM è d’origine etrusca e sta per cintura, poi passato fig a indicare
una cintura muraria, e da questo l’ital ha fatto derivare Bàlteo, esplicito
rispetto alla variante Bàlzo (omn del Balzo “salto”).
Termine alieno Balzachiàno o Balzacchiàno relativo allo scrittore H. De
Balzac (1799/1850).
Valore intensivo cui Riabilitàre da HABILIS abile con Riabilitànte,
Riabilitatìvo, Riabilitaziòne.
370
Il pref RI iterativo-reiterativo si ritrova anche in abbinamento con l’allativo
A(D), donde RAD, nel senso sommario di ripetizione, avvicinamento, cui
Riadattare (RI AD APTARE) e, in assimilazione fonetica RA col raddoppio
della consonante iniziale del termine, cui Rabbonìre da BONUS,
Raddoppiare da DUPLUS.
Lo si trova ancora in abbinamento con IN illativo cui il pref RIN quale
illativo-intensivo (ripetitivo o restitutivo), cui Rincagnàrsi.
Esistono, ancora, termini come Riavvicinàre e Ravvicinàre, entrambi RI AD
VICINARE, quindi snm, ma la semant indica una sfumatura: Riavvicinare è
l’avvicinare di nuovo, Ravvicinare è “riconciliare” ovvero “avvicinarsi di
nuovo” come persona e nei rapporti.
I prefissi RE RI di valore iterativo-reiterativo e intensivo assumono la
semplice forma R innanzi a vocali, quali Raccogliere, insomma variante di
RAD RIN.
Raddolcìre da DULCIS dolce genitivo di un ant DULCU, è da una non
confermata discendenza dal gr DLYKYS che si sarrebbe mutato in
GLYKYS (Ved Gli Aglio…). Nel percorso DULCIS si contano lemmi
espliciti dal lat quali Dòlce, Dolcètta (pianta erbacea medicinale snm di
Valerianella), Dolcèzza dal lat DULCOR, Dolciàrio, Dolcificàre, Dolcìre,
Dolciùra, eppoi un introvabile Dòlco, il composto Dulcacquìcolo “che vive
in acqua dolce”, un Dulcèdo ampliato da DULCIS, Dulciàna attraverso il
franc DULCAINE, il romanzesco nome Dulcinea, i prefissati Addolciàre (A
allativo) meglio Addolcìre con Addolcimènto, Addolcitìvo e Addolcitòre,
Edulcoràre con Edulcorànte, Edulcoràto e Edulcoraziòne attraverso il franc
EDULCORER ma già lat EDULCORARE da DULCOR, Indolcìre (IN
illativo) con Indolcimènto, il fig Sdolcinàre (S intensivo) con Sdolcinàto
con Sdolcinatèzza e Sdolcinatùra, i composti Dulcamàra “dolce amaro”
(erbacea delle Solanacee) questo passato metaf in “ciarlatano” nel XIX sec,
Dulcimèlo o Dulcimèllo o ancora Dulcimèro “dolce canto” (strumento
musicale) attraverso il franc DOULCEMER (col gr MELOS canto),
Dulcacquìcolo o Dulciacquìcolo “che vive in acque dolci”, infine, la
locuzione inv dal lat volg DULCIS IN FUNDO. Il termine Annùrca “varietà
di mela” è sorto attraverso il volg mer dal lat INDULCARE dolcificare.
Dolce, nel senso di prodotto della pasticceria, è detto CAKE in ingl cui il glb
Plum cake che tradizionalmente è il dolce di prugna.
In ambito indoeur si conta un rad SWADU dolce, già così nel sct, che
avrebbe condotto al lat SUAVIS ed al gr HEDYS piacevole (di Edonismo),
cui il percorso ital Soàve o Suàve con Soavità o Suavità, Soavemènte ed un
toponimo Soave donde Soàve “sorta di vino bianco locale”, eppoi Suadère
(“convincente” dal XIV sec) con Suadènte, Suaditòre, il devb Suàdo,
Suasìvo, Suasòrio e Suasòria, Suaziòne, i prefissati Dissuadère dal lat
DISSUADERE (DIS d’opposizione) con Dissuaziòne, Disuasìvo,
Dissuasòre, Dissuasòrio eppoi Persuadère (con PER rafforzativo e che ha
sostituito Suadere) dal lat PER SUADERE con Persuadènte, Persuadèvole,
Persuadìbile, Persuaditòre, Persuasiòne, Persuasìbile con Persuasibilmènte,
Persuasìva, Persuasìvo, Persuasòre e Persuasòrio. In area indoeur, l’ant rad
sct SWADU dolce è molto diffusa e si ritrova nell’ingl SWEET,
371
nell’irlandese SAETUR, nel russo SLADKIY e nello svedese SOT.
1
In volg, Deretano è Cùlo (che sta anche per “fortuna”), cui Culàta con Inculàta,
Culattòne, il fig Scùlo “sfortuna” con Sculàto, ed i più leciti Culàccio, Sculacciàre
(pref S intensivo) cui Sculacciàta e Sculacciòne, Culaccìno, Culatèllo, Culàtta, i
prefissati Rinculàre, calco del franc RECULER, con Rincùlo e Rinculàta, Sculettàre
(S intensivo) dal dim Culètto, la locuzione franc glb Cul de sac (fondo del sacco) con
valore “vicolo cieco” e fig “trappola” cui l’omologismo fig Culdoscopìa “esame per
via vaginale”.
Nell’estate del 2006, la Corte costituzionale, invitata ad esprimersi in materia,
sentenzia che l’espressione Vaffancùlo, con l’ipocoristico Vàffa, non è più da
considere un reato d’offesa, un insulto, per la sua larga diffusione e l’uso ricorrente
che ne ha banalizzato o addirittura fatto smarrire il significato originale. Sarà stata una
coincidenza, un opportunismo o addirittura una strategia, che nell’estate del 2007,
l’attore Beppe Grillo, innanzi a migliaia di spettatori nelle piazze, ha mandato a
Vaffanculo soggettivamente la classe politica ed altro.
La buona educazione ed il civismo, insegnano però che simili espressioni, così come,
tanto per citarne qualcuna, le sconce Casino e Cazzo, denotano miseria intellettiva,
costante o momentanea, di che le pronuncia, in opposizione ad una certa psicologia
che le accetta quale beneficio terapeutico, liberatorio.
\ Retro Entro Dentro
Dal pref RE nasce l’avverbio Rètro dal lat RETRO, l’aggettivo Rètro
attraverso il franc RETRO (pron retrò) questo ellittico di RETROGRADE
retrogrado, cui il glb franc Retrò, eppoi Retrìvo, Retròso, Retrùdere inv dal
lat RETRUDERE sporgere all’indietro, il prefissato Arretràre con
Arretramènto, Arretratèzza e Arretràto (AD allativo), e ancora Ritròso dal lat
RETRORSUS, composto da RETRO e VERSUS ma inc col suff ital OSO,
cui Ritrosìa.
In percorso, il prefissato Deretàno 1 dal lat DE RETRO col suff TRO di
valore strumentale, come col pref IN nasce INTERUM connesso col gr
ENTOS cui Intro-ìntro, Entro-èntro, Entràre ed Entràta, eppoi l’avverbio e
preposizione Dèntro da DE INTRO cui Dèntro e Didèntro dalla locuzione Di
dentro, Addèntro con Addentràre col doppio pref AD, Rientràre (pref RI
iterativo) con Rientràbile, Rientramènto, Rientrànte, Rientrànza, Rientràtra,
Rientràto, col devb Rièntro.
\ Linguisticamente è da evitare espressioni con i verbi servili come “Può c’entrare,
Vuole c’entrare e Deve c’entrare” più correttamente Può entrarci, Vuole entrarci,
Deve entrarci, mentre è corretto Che cosa c ‘entra… e Qui c’entra …\
Retro è utlizzato in pref RETRO per composizioni da Reatroattìvo e
Retroattività (dal lat RETROACTUS attraverso il franc RETROACTIF) a
Retrovisòre con Retrògrado (con il lat GRADI andare), Retrogùsto questo
con il corrispondente glb franc Arriere gout, Retromàrcia, Retropensièro
questo con il corrispondente glb franc Arriere Pensee, Retroscèna con valore
semant e fig di “dietro le quinte”, Retrospettìva (con il lat SPECTARE
guardare) questo attraverso il franc RETROSPECTIF,.
Il termine Diètro, con le vatianti Drièto e Drèto, nasce quale ellittico di DE
RETRO transitando da un corrotto DRIETRO; poi, ancora con doppio pref,
si ha Didiètro e dal lat IN DE RETRO si ha Indiètro con Indietreggiàre.
Da gr ENDON dentro l’ital conta il pref ENDO cui Endoarteriectomìa (con
Arteria e il gr TEMNO taglio), Endoarteriòso, Endoarterìte, Endoblàsto (col
372
gr BLASTOS germe), Endocannibalìsmo (entro il proprio gruppo etnico),
Endocàrdio con Endocardìaco ed Endocardìte, Endocàrpio o Endocàrpo (con
l’anatomico Carpo dal gr KARPOS giuntura), Endocavitàrio (anatomico),
Endocellulàre, Endocervicàle, Endodèrma in correlazione con Ectoderma,
Endocorìa con Endocòro (col gr KOREO mi sposto con valore di
“disseminazione”), Endocrànio con Endocrànico, Endodèrma con
Endodèrmico, Endodinàmica, Endodònto con Endodòntico, Endodontìsta e
Endodonzìa (col gr ODUS ODONTOS dente), Endoenergètico, Endòfago,
Endòfita, Endogamìa con Endogàmico e Endògamo, Endògeo (col gr GE
terra), Endolìnfa, Endometamorfìsmo, Endometriàle, Endometriòide,
Endomitòsi, Endomorfìsmo e Endomòrfo, Endomuscolàre, Endonucleàsi,
Endooculàre,
Endoparassìta,
Endoplàsma
con
Endoplasmàtico,
Endoplèurico, Endopròcti (sorta di Invertebrati, col gr PROKTOS ano),
Endopròtesi, Endòptico o Endòttico (con Ottico), Endoràchide con
Endorachidèo (col gr RHAKHIS colonna vertebrale), Endoreattòre,
Endorèico o Endorrèico (col gr RHEO scorro), Endorfìna (ellittico con
Morfina), Endosalpìnge, Endoschèletro, Endosmòsi (con Osmosi) cui
Endosmòmetro (Endosmosi e suff METRO misurazione), Endosòma,
Endospèrma, Endospòra, Endòsseo (con Osseo) ed Endòstio (col gr
OSTEON osso), Endostatìna, Endoterapìa, Endotermìa con Endotèrmico ed
Endotèrmo, Endòtia (sorta di fungo degli Ascomiceti, dal gr ENDOTHI
all’interno), Endòtico (col gr OTIKOS dell’orecchio) pertanto sta per
“patologia dell’orecchio” in correlazione con Endotimpànico, Endotossìna,
Endotracheàle, Endovèna e Endovenòso “dentro la vena” (con suff
aggettivante OSO).
Da non equivocare con i termini glb ingl Endorsement “girata contabile o
sostituzione di un biglietto” dal verbo TO ENDORSE girare, eppoi
Endurance “durata” cui l’omologismo Endùro con Endurìsta.
\ Zucchero Saccarina
Dòlce per accezione è lo Zùcchero questo omologismo dall’ar SUKKAR,
svoltosi nel lat tardo in ZUCCARUM, cui Zuccheràggio, Zuccheràre,
Zuccherièra, Zuccherìfero, Zuccherifìcio, e Zuccheròso.
Nel percorso d’origine indoeur, invece, dal lat SACCARUM, già gr
SAKKARON dal pali (ind) SAKKARA, l’ital conta Saccàride – cui
Monosaccàride - snm di Glucide, Saccarìfero, Saccarìna, Saccarinàto,
Saccaròide, Saccaròsio, il pref SACCARI o SACCARO in termini quali
Saccarimetrìa, Saccaromicète.
Il termine Suzzàcchera “bevanda di aceto zuccherato” è la composizione del
gr OKSYS acuto con SAKKARON, infatti è una variazione da un
precedente Ossizzàcchera.
I due percorsi SUKKAR-SAKKARON contengono vrs un rad comune o
un’ant sovrapposizione.
Un monosaccaride è il Ribòsio o Ribòso, omologismo dal franc RIBOSE
zucchero a cinque atomi e identifica la Vitamina B2 (questa individuabile
nel latte, fegato, tuorlo d’uovo, nei formaggi e vegetali verdi), cui il pref
RIBO nel percorso ital dei composti Riboflavìna, Ribonuclèico con
Ribonucleàsi, Ribosòma con Ribosomàle o Ribosomiàle e Ribosòmico (col
373
gr SOMA corpo) e Ribovìrus. Il termine franc RIBOSE è una stortura da
ARABINOSE tratto da GOMME ARABIQUE gomma arabica.
\ Prefissi *SEMI EMI
Suffisso SEMIA Prefissi SEMIO STENO
Suffisso EMIA Prefisso EMO
SEMI EMI
Il pref SEMI, inv dal lat, viene dal gr HEMI, e trova ripetizione nelle aree
ger e ind, risalente alla rad indoeur SEM che vale “uno” ossia “che possiede
solo uno degli elementi che lo costituiscono”, cui Assième con Assiemàggio
e Assiemàre, Insième con Insiemàrsi, Insiemìstica e Insiemìstico (da
SEMEL una volta con pref AD e IN), il glb franc Ensemble, Sèmplice o
Sìmplice dalla composizione SIMPLEX una volta col tema da PLECTERE
intrecciare (ved Plico Flesso in Libro…), anche con valore fig di “facileordinario-ingenuo…” cui Semplicemènte, Semplicità, Sempliciàrio,
Semplicità, Semplificàre con Semplificatòre e Semplificaziòne,
Semplicìsmo con Semplicìsta questo anche snm di Erborista, Semplicìstico;
eppoi il dim Sempliciòtto e Semplicionerìa dall’accr Sempliciòne questo
snm dell’omologismo Dìdo assimilato a Dòdo dal ptg DOUDO “sorta di
uccello” dei Colimbiformi snm di Drònte da voce indigena; Sèmplice è
ancora una sorta d’erba dalla locuzione lat MEDICAMENTUM SIMPLEX
medicina semplice.
Direttamente dal lat si ha Simplex, questo utilizzato nelle telecomunicazioni
che vale “una sola linea per utente” in eteronimia con Duplex “una linea per
due utenti”.
Snm di Semplice è Elementàre, questo da Elemènto dal lat ELEMENTUM
che si rifà alle lettere dell’alfabeto ELEMENTA, vrs connesso rad al gr
HEMI, cui Elementàrio, Elementariètà, Elementarizzàre. Termine nato per
indicare filosoficamente le parti semplici che costituiscono la materia, così
come le lettere dell’alfabeto vanno a costituire la parola.
Ancora, il percorso conta Sìmile con un poetico Simìle, da SIMILIS già ant
SEMILIS e Somigliànte da Somigliàre denm da SIMILIS, l’uno in analogia
all’altro (Ved Dissimilazione in Folla…), Scemàre (EX-SEMARE ridurre
l’elemento), Sèmpre (SEM-PER “moltiplicativo”).
I termini Singolàre già Singulàre, Singolarìsta (suff ISTA di collegamento di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Singolarismo non
//linguistico), Singolarità o Singularità, Singolarizzàre, Singolatìvo,
Singolètto e Singolìsta (suff ISTA come in Singolarista) discendono da
Sìngolo, lat SINGULUS, questo composto di SEM uno solo e di un suff
GLO d’area gotica italianizzato; dal glb ingl Single si sta facendo spazio
linguistico il semiesot Singlitùdine, ma è oltremodo corretta la forma ital
Singolitùdine e dallo sp SENCILLO già lat tardo SINGELLUS di
SINGULUS s’è attestato Sensìle “singolo” nel linguaggio marinaresco.
Il pref ha asssunto semant valore di “metà” in una nutrita sequenza prefissata
da Semiacèrbo a Semivocàlico.
\ I prefissati Semipièno e Semivuòto sono considerati snm, il primo denoterebbe una
sorta di ottimismo in chi lo preferisce al secondo che esprimerebbe invece
pessimismo. In pratica, ci sarebbe una sottile differenza, poiché un recipiente vuoto in
374
partenza e riempito a metà diventa Semipieno o Mezzo pieno; viceversa, un recipiente
pieno in partenza e svuotato della metà diviene Semivuoto o Mezzo vuoto. Così
varrebbe per le locuzioni Quasi pieno e Quasi vuoto.\
Il pref EMI è il snm di SEMI: il primo deriva dalla rad SEM, il secondo
dalla forma greca HEMI italianizzata. Pertanto si ha Emicrània cui
Emicrànico, Semicìrcolo con Semicircolàre ed Emicìclo, Emizigòte,
Semicròma, Semisfèra cui Semisfèrico ed Emisfèro o Emisfèrio cui
Emisfèrico ed Emisferoidàle con la locuzione Emisfero cerebrale, questi dal
gr-lat SPHAIRA-SPHAERA, cui Sfèra con i dim Sferètta e Sfericciuòla,
Sfèrico o Sferàle con Sfericità, Sferiàli questo Ordine di funghi, Sferoidàle,
Sferòide con Sferoidàle e i composti quali Sferistèrio questo dal gr
SPHAERISTERIUM luogo per giocare a palla, Sferolìte, Sferòmetro,
Sferoscòpio; nel percorso, l’ital conta ancora il termine chimico Emivìta su
calco dell’ingl HALF-LIFE letteralmente “metà vita”.
Semiconsonànte, con Semiconsonàntico, è la vocale, come la i e la u, che
innanzi ad una seconda può essere considerata consonante, come Gaio dal
prvz GAI e Quadro da tema rad KWETR, o che l’abbia sostituita come
Piatto dal lat PLATTUS, Uomo dal lat HOMO.
\ La riforma scolastica ha imposto la definizione di Scuola Primaria alle già
Elementari includendo le Materne, e di Scuola Secondaria alle già Medie. È pur vero
che Primaria sta per “corrispondente al primo termine di una serie” e che Secondaria
per “che si trova in posizione successiva al primo”. È ancora vero, però, che Primaria
vale “contrassegnata da un indiscusso prestigio o da una capitale importanza” e che
Secondaria vale “subordinata alla prima o al grado di importanza dipendente”
(definizioni tratte da Devoto Oli).
Sarebbe stato più opportuno, per gli alunni e per tutti, adottare termini semanticamente
inequivocabili. \
SEMIA SEMIO STENO
Il suff SEMIA con il pref SEM(IO) derivano dal gr SEMA ed equivalgono a
segno, linguisticamente
col valore di “significato”, cui Metasemìa
(cambiamento o modificazione di significato), Asemàntico (col pref A
negativo vale “che non ha uno specifico significato”), Polisemàntica e
Polisemàntico, Polisemìa e Polisèmico (segno linguistico a più significati)
questo in correlazione con Monosèmico (unico significato); esempi
polisemici (snm Polisemantico) sono Botte (recipiente) e Botte (percosse),
Cane (animale) e Cane (del fucile).
Semantèma attraverso il franc SEMANTEME vale “parte della parola che ne
focalizza il significato”, Semàntica (il termine ricorrente in questa ricerca),
attraverso il franc SEMANTIQUE, è la scienza del significato e della
trasformazione nel tempo delle parole, Semasiologìa dal gr SEMASIA e
LOGIA snm di Semantica, Semiòsi con Semiòsico (termine filosofico del
linguaggio) dal gr SEMEIOSIS indicazione, Semiòtica o Semeiòtica con
Semiòtico snm di Semiologìa o Semeiologìa con Semiològico o
Semeiològico e Semiòlogo o Semeiòlogo (studio dei segni linguistici visivi,
gestuali) dal gr SEMEIOTIKOS, il prefissato Prossèmica questo un termine
di sociologia transitato dall’ingl PROXEMICS.
Eppoi, Semàforo col gr PHOROS io porto (il segnale) con Semafòrico e
Semaforìsta (suff ISTA di collegamento ad un mestiere, in omn col suff
375
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO).
\ Il prototipo di semaforo sarebbe apparso il 10 dicembre 1868 a Londra costituito da
una lanterna rotante alimentata a gas, ideata da J. P. Knight a Nottingham \
Il pref SEMIO sta quindi per “segno o in relazione ai segni”, dal gr
SEMEION. Utilizzato nelle parole scientifiche, l’ital conta ancora
Semiografìa o Semeiografìa “scrittura di segni convenzionali” come la
Stenografìa che col pref STENO, dal gr STENOS stretto, vale quindi
“scrittura abbreviata”.
EMIA EMO
Il suff EMIA, con il pref EMO, è il discendente dal gr AIMIA da HAIMA
sangue, cui Piemìa (col gr PYON pus, infezione del sangue da batteri
piogeni), Anemìa vale “senza sangue” col pref A privativo d’origine gr, che
diventa AN come in Anecògeno (che non genera l’eco), Anecumènico (non
abitabile).
Dal gr HAIMA sangue, si ha quindi Emàle, Emàtico, Ematìna (suff INA
chimico), Ematòsi dal gr HAIMATOSIS, Emàzia dal dim gr HAIMATION
“globulo rosso”, l’ital conta il pref EMO adattato, utilizzato nella
terminologia medica, sta per sangue, per composizioni quali Emaferèsi (col
gr APHAIRESIS sottrazione), Emangiòma o Emoangiòma, Emàrtro (col gr
ARTHRON articolazione), Ematèmesi (col gr EMESIS vomito), Ematidròsi
(col gr HIDROSIS sudorazione), Emocròmo “pigmento che dà il colore al
sangue”, Emocoltùra, Emofilìa, Emoglobìna (con suff GLOBULO) cui
l’estratto Eme-ème ed Emìna col suff INA, Emopatìa, Emopoièsi con
Emopoiètico o Ematopoièsi con Ematopoètico (con suff gr POIESIS
creazione nel senso di formazione), Emorragìa (col suff da rad REIK del gr
RHAGIA rottura); Emorròide, meglio Emorròidi, col suff RHEO scorro,
dalla locuzione HAIMORROIDES FLEBES vene, quindi “vene
sanguinolenti”. Emoroìssa dal lat HAEMORRHOISSA corrotto dal gr
HAIMORRHOUSA (suff da RHEO scorro) indica per accezione la donna
sofferente per flussi di sangue e miracolata da Gesù, la futura Veronica.
Hemofobìa o Hemafobìa o Hematofobìa e derivati indica l’avversione per il
sangue.
Il percorso comprende molteplici composizioni, da Emoangiòma ad
Emòtrofo (col gr TREPHEIN nutrire), passando da Emòstasi, Emotèca,
Emottìsi con Emottòico, questo con suff gr PTYSIS sputo; termine alieno
Emagràmma dall’ingl EMAGRAM, sovrapposto a Diagramma, dove il pref
EM vale la lettera m per il disegno che la ricorda; viepiù, l’ital conta il pref
EMATO per ulteriori composizioni quali Ematoblàsto (col gr BLASTOS
germe), Ematocèle, Ematòcrito (col gr KRITES giudice vale “rapporto e
strumento d’esame”), Ematodermìa, Ematofobìa, Ematògeno, Ematologìa
con Ematològico e Ematòlogo, Ematòma, Ematopericàrdio, Ematosillìna
(col gr KSYLON legno vale “colorante”), Ematozòi, Ematurìa.
Sàngue, invece, dal lat SANGUEM da una forma arcaica SANGUIS,
connesso alla rad SAN scorrere.
\ Il sangue sorre nel corpo umano dal basso verso l’alto contro la legge della gravità \
Lungo il percorso di Sangue, troviamo Sanguìgna o Sanguìna, Sanguìgno,
Sanguignàre o Sanguinàre con un Sagnàre “ferire a sangue” attraverso il
376
franc SAIGNER sanguinare, Sanguinàccio, Sanguinamènto o
Sanguinaziòne, Sanguinànte, Sanguinària e Sangunàrio, il fig Sànguine
“colore”, il fig Sanguinèlla “sorta di arbusto delle Cornacee”, il fig
Sanguinèllo “sorta di arancia”, Sanguinènte o Sanguinòso, Sangùineo, il fig
Sanguineròla “sorta di pesce dei Ciprinidi”, Sanguinità, Sanguinolènto o
Sanguinolènte, e i composti Sanguisùga o Sanguètta o ancora Sansùga col
tema lat SUGERE succhiare, Sanguìfero con Sanguificàre, Sanguificatòre e
Sanguificaziòne, Sanguisòrba (con il lat SORBERE assorbire) e
Sanguìvoro.
Il percorso conta ancora Salassàre con Salassàta, Salassatòre, Salassatùra e
Salàsso, quale ipocoristico di SANGUINEM LAXARE lasciare (scorrere)
sangue.
\ Attraverso lo studio sul primate Macaco Rhesus fu scoperto un antigene sui globuli
rossi da allora indicato con Fattore RH che può essere positivo (+) o negativo (-); il
Gruppo sanguigno invece è determinatio dalla presenza o meno di antigeni sui globuli
rossi e può essere A, B, AB, 0 (zero) \
Attraverso lo sp SANGRE sangue cui SANGRIA salasso si conta l’esotismo
Sangrìa “bevanda a base di vino rosso aromatizzato”
Lungo il percorso esplicito dal rad SAN, invece, troviamo Sanamènto,
Sanatòria, Sanatòrio, Sanaziòne, Sanità, Sanitàrio, Sàno e, quasi in
enantiosemia, Sànie “materia purulenta”, ma il senso del percorso è “guarire
dalla sanie”. L’acronimo TSO vale Trattamento Sanitario Obbligatorio.
La locuzione Sangue blu indica tradizionalmente una discendenza nobile ma
in natura solo gli animali come lo Scorpione sono dotrati di particolare
sangue che al contatto dell’aria si colora bluastro grazie alla Emolìnfa e alla
Emocianìna in esso contenute a differenza del sangue rosso causa
l’Emoglobina.
\ Croma
Semicròma è composto con il lat CHROMA intervallo musicale cui Cròma
(musicale); termine fig dal gr KHROMA colore cui Cromìa con
Cromaticità, Cromasìa attraverso il ted CHROMASIE, Cromàtico,
Cromatìna, Cromatìsmo, Cromàto “colorato” (utlizzato anche in pref),
Cròmico (di colore), Crominànza, Cromìsta (suff ISTA di collegamento ad
un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO,
qui non sovrapposti poiché Cromismo da Cromo (metallo) è una patologia
rispetto a Cromista che è un mestiere, e i prefissati Acromàtico (A privativo)
con Acromatìsmo, Acromatizzàre, Acromatopsìa (anomalia della vista, col
suff gr OPSIA vista-visione), Acromìa e Acromo-àcromo, Dicroìsmo (suff
gr DIS due volte) con Dicròico e Dicroìte questo altrimenti detto Cordierìte,
Dìcromo con Dicromàtico, Dicromatìsmo o Dicromatopsìa (col suff dal gr
OPSIS vista), Dicromìa o Bicromìa (col suff lat BIS due volte), Policroìsmo.
Eppoi i composti Chromofobìa o Cromofobìa e Chromatofobìa o
Cromatofobìa “avversione psicologica per i colori”, Cromalìte (col gr
LITHOS pietra e suff ITE per minerali), Cromatòmetro, Cromatoscopìa e
Cromatoscòpico, Crominànza (con Cromo e Luminanza), il pref CROMO
per una serie di composizioni da Cromodinàmica a Cromotipìa cui
Cromòforo (con il lat FER che porta), Cromosòma con Cromosòmico (col
377
gr SOMA corpo), il composto ellittico Episòma (con Cromosoma prefissato
EPI), il suff CROMO per composizioni da Auxocròmo (col gr AUKSANO
accresco) 1 a Uròcromo (col gr URON urina), eppoi CROMIA per
Monocromìa (un solo colore) cui Monocromàtico, Monocromatìsmo,
Monocromatizzàre, Monocromàto e Monocromatòre, Bicromìa con
Bicromàtico (due colori, pref BI dal lat BIS) snm di Dicromia, Tricromìa
(tre colori), Quadricromìa “quattro colori” (con il lat QUADRI quattro volte)
snm di Tetracromìa (con il gr TETRA quattro), e Policromia (multicolore)
con Polìcromo, Poilicromàre, Policromàtico, eppoi Discromìa (pref DIS
peggiorativo) con Discromatopsìa (OPSIA relativo alla vista) e Discromatòsi
(suff patologico OSI), Ipercromìa, Ipocromìa con Ipocròmico, e
Vetrocromia.
In percorso, il minerale Cròmo (simbolo Cr), rintracciabile negli olii
vegetali, nella carne e nei molluschi), sempre fig da KHROMA colore, cui
Cromàre, Cromàto “da Cromo”, Cromatòre e Cromatùra, attraverso il franc
CHROME, Cròmico (di cromo), Cromìsmo (intossicazione), Cromìte;
termine utilizzato come segue in Cromaffìne (biologia), Cromatìde o
Cromatìdio (biologia, col suff per diminutivi dal gr IDION), Cromatòforo
(biologia, col gr PHOROS che porta), Cromatografìa con Cromatògrafico,
Cromatògrafo (in Chimica) eppoi Gascromatògrafo e Cromolitògrafo.
Nel significato di metallo (materia prima per il conio delle monete) si conta
Chrometofobìa o Chrematofobìa “avversione psicologica per i
soldi”.
1
Col pref gr AUXO accresco rimasto invariato, l’ital conta le composizioni
scientifiche Auxocitòsi (col gr KYTOS quale cellula col suff medico OSI),
Auxogràmma ellissi di Auxodiagràmma, Auxologìa con Auxològico e Auxòlogo,
Auxometrìa, Auxopatìa, Auxotrofia.
\ Eco
Il termine fem Eco-èco (al plur è mas in Echi), o l’obsoleto Ecco-ècco, è dal
lat ECHO gia gr EKHO io ho-tengo cui Echeggiamènto, Echeggiàre,
Echèggio, Echèo “sorta di ant vaso risonatore-echeggiante” (simile al
Bronteion) dal gr EKHEIA. Ecòico è un “verso latino”. Utilizzato anche in
pref con ECO quali i medici Ecocardiografìa con Ecocardiogràfico in
concorso con Ecocardiogràmma, Ecocardiotomografìa, Ecografìa (questo
con l’ipocoristico fem Eco-èco inv al plur) con Ecogràfico, Ecografìsta ed
Ecògrafo, Ecolalìa (dal gr LALIA loquacità) vale “ripetere più volte le
parole nel parlare, Ecometrìa. Echeneifòrmi, snm di Rèmore, indica un
Ordine ittico degli Attinotterìgi, lemma composto con EKHO tengo, NUS
nave. L’introvabile termine Ecìsta vale riferito al nome di una località, che
echeggia, risuona del nome di un personaggio, del suo fondatore nel caso di
città, quindi è in correlazione con Eponimo (il suff ISTA sarebbe allora di
collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da un sottinteso Ecismo non
linguistico). Per esempio: Roma è l’Ecista che ha Romolo quale Eponimo
così Manfredonia è l’Ecista che ha Manfredi quale Eponimo.
Esiste un omn ECO dal gr OIKOS abitazione, cui Ecìdio (sorta di funghi dei
Basidiomiceti) dal dim OIKIDION di OIKOS, usato in pref quali
Ecoanimalìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO, qui da
378
Animalismo), l’esot dall’ingl Ecoaudit, Ecobàlla “grosso involucro non
inquinante di rifiuti pressati”, Ecocatàstrofe con Ecocìdio “distruzione
dell’ambiente”, Ecocompatibilità con Ecocompatìbile, Ecofobìa “il panico di
rimanere solo in casa (panico dell’ambiente)”, Ecòide, Ecoincentìvo,
Ecologìa con Ecològico, Ecomàfia questo snm di Criminalità ambientale,
Ecosciènza, Ecosistèma cui la locuzione Ecosistema urbano, Ecosostenìbile.
I due termini possono apparire talvolta assimilati, tali da generare l’equivoco
etim, come nel termine Ecometria. Come se non bastasse, esiste l’acronimo
ECHO dalla locuzione ingl ENTERIC CYTOPATHOGENIC HUMAN
ORPHAN Orfani (organismi) Patogeni per le Cellule dell’Intestino Umano
cui il glb Echovìrus con Echoviròsi.
Pseudoetim Echìdna dal gr-lat inv ECHIDNA-EKHIDNA (snm di
Tachiglosso), già gr EKHION da EKHIS vipera cui Echide-èchide “vipera
africana”, Echidnìna (suff chimico INA), Echio-èchio “erba viperina”,
Echiuroidèi (tassonomia marina, col gr OIDE somiglianza).
\ In uno Stato, oltre all’indice del PIL, questo acronimo della locuzione Prodotto
Interno Lordo, occorrerebbe vigilare sull’indice dell’Impronta Ecologica, che si
riferisce al debito che i cittadini contraggono per il loro fabbisogno. In Italia, i
sessanta milioni di abitanti consumano quattro volte più di quanto dovrebbero,
tenendo conto delle potenzialità umane e territoriali. \
TERRA CRETA TELLURICO
TERRA
Tèrra, lemma immutato dal lat TERRA, dopo che aveva smarrito la
sibilante S del più ant TERS-A, sopravvissuta in TERENOS e
TERESTRIS. La traduzione fondamentale è la celtalica secca, vale a
dire opposta alle acque .
\ Le terre, come avevano intuito i celti, sono in eterna contrapposizione alle acque. La
penisola italiana, infatti, dei 7.500 chilometri del proprio litorale sta riconsegnando al
mare una porzione di oltre 3.000; le coste più a rischio, oltre a Venezia, appaiono
quelle ionico-tirreniche.\
La particolarità per la rad TERS-A è che appare in snm col lat
MONDUS pulito-rivestito. Si riafferma l’idea che Terra o Mondo
abbiano il primordiale significato di un pianeta “terso, mondo (dal
Caos)”, rivestito delle manifestazioni naturali dei due regni, vegetale
e animale. Il termine Tèrso è dal lat TERSUS, questo Pp irregolare
di TERGERE pulire-asciugare (TERGITUS), cui Tersèzza o Tersita,
i desueti Tersiòne e Tersòrio, l’inv Tèrgere, i prefissati Astèrgere
(pref ABS via) con Astersiòne e Astèrso, Detèrgere dal lat
DETERGERE (pref DE) con Detergènte, Detergènza, Detersiòne, il
Pp aggettivato Detèrso cui l’aggettivo sostantivato Detersìvo, con un
pref TERGI in composizione quali Tergicristàllo e Tergilunòtto;
termine alieno è Tersicorèo relativo alla musa Tersicore. Il lemma
composto Faccitèrgio di origine rinascimentale indicava una sorta di
panno per asciugare (tergere) il viso (la faccia).
L’ital Tèrgo “dorso, schiena”, termine alieno nel percorso, deriva
379
invece dal lat TERGIUM privo di connessioni, cui Tergàle, Tergìte,
il prefissato Attergàre con Attergàto, la composizione Tergiversàre,
con Tergiversatòre e Tergiversaziòne, composta con il lat
VERSARE voltare; snm di Tregiversare il lemma Traccheggiare (dal
XVIII sec).
Fuori percorso Tergestìno questo dall’ant Tergeste, oggi Trieste,
composto da TERG mercato e ESTE città termini di genesi
preromana, cui il toponimo Este con il relativo Atestìno attraverso la
denominazione lat Ateste cui la locuzione archeologica Civiltà
atestina.
Dal lat TERRA derivano e si compongono lemmi nel percorso ital
quali Terràglia, Terràglio, Terràgno o Terràgnolo snm di Terricolo,
Terraiòlo, Terràneo e Conterràneo, Terràrio (struttura - vasca per
anfibi e rettili) su calco di Acquario (vasca per pesci), Terràtico,
Terràzza con Terràzzo, Terrazzamènto (geniale invenzione agricola
che permette di coltivare le colline e di avere acqua a caduta nelle
vasche), Terrazzàno, Terrazzàre, Terrazzière e Terrazzìno, Terrèno
con Terrenità, Tèrreo, Terrèstre con Terrestrità e Terrèstro, Terrìccio
e Terricciàto col suff lat ICIUM svoltosi in ital ICCIO 1 per
esprimere approssimazione, Terricìdio (dissoluzione ambientale),
Terrière e il glb ingl-franc Terrier “cane di terra”, un ant Terricèllo
(piccola proprietà terrena), Terrièro, Terrìgno, Terrìna, Territòrio dal
genitivo plur lat TERRITORIUM di terra con Territoriàle,
Territorialìsmo, Territorialìstico, Territorialità e Territorilizzàre, il
glb franc Terroir, il volg Terrone, Terròso, in locuzione Terra aria e
Terra terra (relativo al bersaglio dei missili), i composti Terràcqueo
o Terràqueo cui la locuzione Globo terracqueo o Orbe terracqueo,
Terracòtta, Terrafèrma, Terramàra (dalla locuzione Terra amara
assimilato a Terra mala) con Terramarìcolo, Terramicìna (col gr
MYKES fungo e suff medico INA), Terranòva (anche toponimo di
un’isola e razza di cani qui originaria), Terrapièno, la biblica
locuzione Terra promessa (oggi fig bene atteso), Terrasànta,
Terremòto con Terremotàre e Terremotàto, la locuzione chimica
Terre rare, Terrìgeno. Col pref AD allativo si ha Atterràre (non
coniugabile al riflessivo) con Atterràggio ed Atterramènto col pref
IN illativo si ha Interràre, Interramènto e Interràto con Interrimènto e
il burocratico Intèrro; col sottrattivo S si ottiene Sterràre con
Sterramènto, Sterratòre, Sterràto, Stèrro.
La locuzione Terra di Siena vale una tonalità di colore.
1
Suffisso ICCIO svoltosi in ICCHIO da attestazioni volg come in Avvocatìcchio e
Pastorìcchio; donde il suffisso verbale ICCHIARE usato, adattato foneticamente, per
esprimere attenuazioni come in Mangiucchiare, Punzecchiare.
Il suff ICCIO è sovente saldato al suff OLO donde il suff unico ICCIOLO, cui
380
Muricciòlo da Muro, Omicciòlo da Uomo, Porticciòlo da Porto, Resticciòlo da Resto
“residuo”.
\ Atterrare “prendere terra da un volo” aveva fatto credere ad un certo giornalismo e a
sprovveduti scrittori di poterne ricalcare entusiasticamente il termine all’avvento dei
voli spaziali. Stavano così per essere generati i vari Allunare, Ammartare,
Aggiovare... fortunatamente tutti abortiti; forse il primo esempio di una composizione
lemmatica che sarebbe stata infinita quanto l’universo. Il verbo Atterrare, dal terzo
millennio dovrà essere assunto semant nell’inequivocabile significato cosmico di
“adagiarsi su di un corpo celeste o spaziale” (astronave madre inclusa). Pertanto si
dovrà dire Atterrare sulla Luna, su Marte... sull’astronave.
Nel 2014, poi, qualcuno ha pensato bene di coniare il verbo Accometare, donde
Accometaggio, ispiratosi all’atterraggio del modulo europeo Philae sulla cometa
codificata 67/OP Churyumov – Gerasimwenko, Forse non si è reso conto che avrebbe
aperto un nuovo percorso cosmico poiché stavolta il neologismo verbale non sarebbe
più in relazione al nome che identifica uno specifico corpo celeste (Luna con
Allunare, Marte con Ammartare, Giove con Aggiovare…) ma al sostantivo generico
quali Pianeta, Satellite, Cometa… e così si avrebbero Appinatare, Assatellitare e
Accometare.
Un rilievo del terreno, l’ital lo definisce Tìmpa o Tèmpa inv dal tema
med prelat TIMPA attestatosi quale “cima tondeggiante”
nell’Appennino mer, vagamente connesso in senso fig con Tìmpano
questo “strumento musicale”.
Il termine generico Ctònio “terra” dal gr KHTHON KHTHONOS, di
chiara origine indoeur, s’è evoluto nel tempo sino a trasformarsi
semant in “luogo d’origine”, cui il suff CTONO, che si ritrova in
Autòctono “che è nato nel luogo ove abita” con Autoctonìa, in
opposizione a Allòctono “nato in altra terra” con Alloctonìa (suff gr
ALLOS altro).
Il gr aveva il suo termine specifico GE terra, Geòde (ipocoristico
della locuzione GEODHES LITHOS pietra terrosa, ovvero “cava
con pareti rivestie da cristalli”, Geòide “superficie virtuale della
terra” (col suff OIDE “somiglianza”); il pref GEO è utilizzato per un
nutrito percorso di composti, quali cui Geòbate (Genere di uccelli,
col suff da BAINO cammino), Geobotànica, Geocàrpo (frutto che
matura sottoterra, da KARPOS frutto) Geocèntrico con
Geocentrìsmo e Geocentrìsta (la Terra al centro dell’universo, in
opposizione a Eliocentrismo), Geochìmica, Geocronologìa, Geodèsia
con Geodèta con Geodètica e Geodètico che col gr DAITES
divisione vale “studio della forma semplificata della terra - delle
dimensioni”, Geodìmetro quale ellissi di Geodistanziòmetro,
Geodinàmica con Geodinàmico, Geofagìa con Geòfago (in
patologia), Geofàuna con Geoflòra (limitate alle terre emerse),
Geofìsica
con
Geofìsico,
Geòfono,
Geofotogrammerìa,
Geoglaciologìa (studio deo ghiacciai), Geognosìa col gr GNOSIA
conoscenza, Geogonìa, Geografìa con Geogràfico e Geògrafo,
Geolinguìstica, Geologìa con Geològico e Geòlogo, Geolunàre
381
(fenomeni terrestri simili anche sulla Luna), Geomagnètico con
Geomagnetìsmo, Geomanzìa con Geomànte e Geomàntico
(divinazione attraverso i segni artificiali e naturali del terreno),
Geomedicìna,
Geometrìa
con
Geòmetra,
Geometricità,
Geomineràrio, Geomètrico, Geometrìle e Geometrizzàre, Geomètridi
(Famiglia d’insetti lepidotteri), Geòmio “sorta di scoiattolo” (col gr
MYS topo), Geomorfologìa, Geonemìa (in botanica, col gr NEMO
abito), Geoplàstica, Geopolìtica con Geopolìtico, Geopònica con
Geopònico dal gr GEOPONIKOS “pertinente al lavoro dei campi”
con Geòrgico da GEORGIKOS agricolo (con il gr ERGON lavoro)
attraverso il lat GEORGICUS cui l’onomastico Giòrgio e
Georgòfilo, Geoscòpio, Geosfèra, Geosinclinàle, Geosinònimo 1,
Geosolàre (rapporto Terra-Sole), Geostàtica, Geostazionàrio,
Geostratègico, Geotàssi o Geotattìsmo (col gr TAKTOS ordinato),
Geotècnica, Geotermìa con Geotermàle e Geotèrmico, Geotèssile
(per tecnica stradale), Geotettònica snm di Tettonica, Geotritòne
“sorta di anfibio”, Geotropìsmo con Geotròpico, Geotrùpe “sorta di
coleottero” (col gr TRYPAO perforo). Fuori percorso Gèova, questo
dall’ebr YAHWEH che indica Dio. In onomastica si conta Giorgio
che vale “contadino” composto col gr ERGON lavoro, quindi
”lavoratore della terra”.
La Terra è un insieme di Zolle odorose di Ozono.
Zòlla, con Zollàre, è l’omologismo dal ted medio ZOLLE pezzo
compatto (di sterco), ZOLLA in long; la semant ha trasformato il
termine, via via, in pezzo di terra e in pezzo compatto di altra
materia, come lo zucchero. Oggi il ted conta SCHOLLE per zolla
erbosa. Zòna, invece, è dal gr ZONE di tema ZOSTER cintura
riversatosi nel lat ZONA giuntoci immutato, cui Zonàle, Zonàre,
Zonàto, Zonatùra, Zonaziòne con il glb ingl Zoning, Zonizzàre,
Zonizzaziòne, Zònula con Zonulàre, Zonùro (sorta di Sauro,
composto col gr URA coda), l’inv Zòster (herpes), Zostèra (sorta di
erba marina con foglie a forma di cinture), la locuzione Zona a
traffico limitato cui l’acronimo ZTL.
L’omn Zòna (corretto Zóna accento acuto – vocale chiusa) è di
origine onomatopeica utilizzato esclusivamente nella locuzione
toscana Dare di zona corrispondente all’ital (Agire) Fare di lena o
(Agire) Fare con impeto…
Ozòno, infine, termine coniato nel XIX sec, è ricopiato dal franc
OZONE, dal gr OZON Ppres di OZO emetto odore, cui Ozocerìte (in
chimica – con OZO e KEROS cera) Ozonizzàre, Ozonizzatòre,
Ozonizzaziòne, i composti Ozonometrìa, Ozonosfèra, Ozonoterapìa,
le locuzioni Strato di ozono (a circa 50 chilometri dalla Terra) e
382
Buco d’ozono.
Si potrebbe presumere una correlatività tra il gr OZO odoro ed il lat
ODOR odore.
I Geosinonimi indicano quelle unità lessicali di una specifica area che
semanticamente corrispondono alle unità lessicali d’altra area ma etimologicamente
diverse; per esempio, Braciola (in Puglia) e Involtino (altrove) entrambi “fettina di
carne arrotolata e farcita”.
1
\ Tamburo Timpano Timbro Nacchera Timballo
Tàmburo (adottato dal XIV sec) è l’omologismo dall’ar TANBUR cui, fig e
non, Tamburamènto, Tamburàre, Tamburàta, Tamburàto, Tambureggiàre
con Tambureggiamènto e Tambureggiànte, il dim Tamburèllo (anche un
noto gioco e fig un piccolo telaio) con Tamburellàre e Tamburellìsta, la
locuzione Palla tamburello (gioco), il dim Tamburìno (per estensione
“soldato che suona il tamburo), il sostantivo Tamburlàno con un primitivo
suff vrs aggettivante (snm di Alambicco, anche ant utensile domestico e
termine marinaresco), il termine marinaresco Tambùcio o Tambùgio,
Tambussàre (sovrapposto a Bussare) col devb Tambùsso. L’omn Tamburèllo
è una variante di Tambarèllo “pesce dei Tunnidi” cui una seconda variante
in Tombarèllo, Da includere il prefissato Stamburàre con Stamburàta (S
intensivo). Il volg mer conta Tamborra rintracciabile quale strumento tipico
del Gargano.
Snm di Tamburo è Tìmpano (questo adottato dal XVI sec) con valore di
membrana uditiva e strumento musicale, dal lat TYMPANUM già gr
TYMPANON, cui Timpanàto, Timpaneggiàre, Timpànico, Timpanìsmo
(termine in semiotica) e Timpanìsta (suonatore di timpani, suff ISTA di
collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO qui non sovrapposti), Timpanìte (patologia, suff ITE per
“infiammazione”), i composti Timpanoplàstica, Timoanoscleròsi o
Timoanosclèrosi (accento alla gr); attraverso il franc TIMBRE tamburo dal
gr TYMPANON svoltosi nel tardo TYMBANON, l’ital conta Tìmbro con
Timbràre, Timbratrìce, Timbaratùra e Tìmbrica questo nel significato di
“qualità del suono”, Tìmbrico questo anche in senso letterario.
Nàcchera, meglio al plur Nàcchere snm di Crotali, e il volg Gnacchera è
l’omologismo dall’ar NAGGARA timpano, cui Naccherìno.
Altro snm di Tamburo e Timpano e è Timbàllo (dal XVI sec) che da
strumento a percussione s’è svolto fig nello stampo per dolci e sformati sino
ad identificare la pietanza; il termine è un omologismo dall’ar attraverso lo
sp ATABAL e transitato dal franc TIMBALE, d’origine ar.
Timballìsta era stato assegnato al corazziere che nel 1842 era incaricato di
suonare una sorta di tamburo, il Timballo, in occasioni particolari.
Un’origine onomatopeica d’orecchiabilità universale dovrebbe esserci,
almeno per Tambùro, dato che il suono si ripete in Polinesia con TAMURÈ,
in Africa, America mer, Cina, Indonesia, Oceania, con TAM-TAM, termine
questo omologato in ital attraverso il franc in Tàm-tàm o Tamtàm, anche
Tàn-Tàn o Tantàn, che fig è la diffusione di notizie mediante canali non
previsti.
Dal malese GUGG, vrs d’origine onomatopeica, uno strumento a
383
percussione, l’ital conta l’omologismo Gong.
\ Forma Morfina Plasma
Dal gr MORPHE forma, l’ital conta i prefissati Amòrfo (A privativo),
Dimòrfo con Dimorfìsmo “due forme” (suff DI da DIS due), Dismorfofobìa
o Dysmorphofobìa (pref DIS male) che indica il panico di essere o apparire
brutti, deformi.
Eppoi Morfèa (questo dovrebbe essere un’attestazione errata da
AMORPHIA deformità con pref A privativo), Morfèma “unità di forma
linguistica” (Monèma è invece l’unita grammaticale dal gr MONOS unico),
Mòrfico cui la locuzione Campo morfico
che secondo alcuni studi, più prossimi al parascientifico, s’irradia
dall’individuo o da un gruppo e le cui linee andrebbero a interagire con altri
campi, simile a un Campo magnetico o Campo elettrico.
Morfìsmo, Mòrfo “sorta di farfalla”, Smòrfia questo dal lat medv
SMORPHEA contrazione patologica del viso (della sua forma) con S
sottrattivo, il glb ingl Morphing “modificare un’immagine sino a formarla
del tutto diversa”; eppoi il pref MORFO per composizioni quali Morfallàsi
attraverso l’ingl MORPHALLAXIS col gr ALLAKSIS mutamento,
Morfologìa, Morfogènesi, il suff MORFO con MORFISMO in
composizione quali Antropomòrfo con Antropomorfìsmo e Antropomòrfico,
Isomorfìsmo, Polimòrfo cui Polimorfìsmo.
Il gr MORPHE passa, in metatesi, nel lat FORMA cui Fòrma con tutti i
derivati diretti e composti quali Formàre con Formàbile, Formàle,
Formalizzàre, Formànte, Formatìvo, Formàto, Formatòre, Formatrìce,
Formatùra, Formaziòne, Formèlla con Formellàto e Formellatòre, Formosità,
Formòso. Fòrmula o Fòrmola dal dim lat FORMULA di FORMA con
Formulàre questo sostantivo e aggettivo, Formulàrio, Formulaziòne e
l’iterativo Riformulàre; il glb ingl Format “formato” cui l’adattamento ital
Formattàre e Formattaziòne in terminologia informatica e il glb franc
Formeret “termine architettonico”.
\ Oltre alla nota gara automobilistica indicata con Formula 1, dal 2014 si può assistere
alla Formula E con macchine elettriche. \
Il percorso conta Formàggio attraverso il franc FORMAGE già lat medv
FORMATICUM messo in forma relativo al cacio, cui i dim Formaggèlla,
Formaggètta e Formaggìno, Formaggiàio, Formaggèra.
Eppoi i prefissati Conformàre con Conformàbile, Conformabilità,
Conformatìvo,
Conformàto,
Conformatòre,
Conformaziòne
con
Conformazionàle, Confòrme, Conformemènte, Confòrmero (termine
chimico, con Isomero), Conformìsmo con Conformìsta (col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO, in omn col suff ISTA di collegamento
ad un mestiere) e Conformìstico, Conformità. Deformàre, Defòrme,
Deformìsmo e Deformità. Diffòrme conn Difformità (pref DI separativo).
Disformàre con Disfòrme e Disformità (pref DIS dispersivo). Disinformàre
(dal già prefissato Informare e doppio pref DIS separativo) cui Disinformàto
e Disinformaziòne. Informàre (IN illativo) con il sostantivo Informàtica
attraverso la composizione franc INFORMATIQUE (INFORMATION
AUTOMATIQUE informazione automatica) con l’aggettivo Informàtico
384
questo anche sostantivo e Informatizzàre con Informatizzaziòne, Informatìva
con Informatìvo, Informàto, Informatòre, Informaziòne. Informàle (IN
illativo) con Informalità sia termine artistico che con valore di “privo di
forma”. Infòrme (IN privativo) e Informità. Il glb Performance attinto al
franc PARFORMANCE cui Performer dal tardo lat PERFORMARE,
Performatìvo attraverso l’ingl PERFORMATIVE cui la locuzione linguistica
Enunciato performativo 1. Preformàre (pref lat PRAE prima) con
Preformaziòne e Preformìsmo. Riformàre con Rifòrma, Riformàbile,
Riformabilità. Riformatìvo, Riformàto, Riformatòrio, Riformaziòne,
Riformìsmo con Riformìsta e Riformìstico.
Sformàre (pref S sottrattivo) con Sformàto, questo sia sostantivo sia
aggettivo, e Sformatùra. L’obsoleto Straformàre. Trasformàre (pref TRANS
“di là, oltre”) o Transformàre cui Trasformàbile, Trasformabilità,
Trasformatìvo, Trasformatòre con Trasformatòrico, Trasformaziòne con
Trasformazionàle e Trasformazionalìsmo, con l’iterativo Ritrasformàre,
Trasformìsmo con Trasformìsta e Trasformìstico. Uniformàre con
Uniformaziòne, Unifòrme sia sostantivo, questo snm di Divisa cui
Uniformologìa, sia aggettivo con Uniformità, e Disunifòrme con
Disuniformità (doppio pref DIS dispersivo)
Il suff FORME in una lunga serie da Aghifòrme (con Ago) cui Alifòrme
(con Ala), Aerifòrme (stato gassoso), Baccifòrme (con Baccca), Boccifòrme
(con Boccia), Bratteifòrme (con Bràttea), Caudifòrme (con il lat CAUDA
coda), Caulifòrme (con Caule), Chelifòrme (con Chela), Ciatifòrme col gr
KYATHOS coppa cui Ciateàcee “Famiglkia di felci”, Ciàto “mestolo” col
snm Ciàzio questo adottato in botanica, eppoi Cimbafòrme (con Cimba),
Colifòrme (con Colibacillo), Deifòrme “a sembianze divine”, Discifòrme
(con Disco in botanica), Domifòrme snm di Cupoliforme (con Domo dal lat
DOMUS abitazione svoltosi in cupola), Ederifòrme (con Edera), Ensifòrme
(cn il lat ENSIS spada), Erpetifòrme (con Erpete), Erucifòrme (con il lat
ERUCA bruco), Flabellifòrme (con Flabello) snm di Flabellato,
Graminifòrme (con il lat GRAMEN erba), Ipocraterifòrme (pref IPO col gr
KRATER cratere), Legifòrme (con il lat LEX LEGIS legge), Lentifòrme
(con Lente), Lesinifòrme (con Lesina), Limacifòrme (con il lat LIMAX
lumaca), Pisifòrme (con il lat PISUS pisello), Risifòrme (con Riso),
Saccifòrme (con Sacco), eppoi Bifòrme, Trifòrme, Quadrifòrme, Multifòrme
o Moltifòrme.
Termini pseudoetim nel percorso MORPHE FORMA, l’ital conta
Formidàbile e Formidàto dal lat FORMIDARE avere paura connesso col gr
MORMO spauracchio-mostro; si può affermare che il termine Formidabile
“spaventoso” ha avuto l’identica mutazione (enantiosemia) come il definire
Mostruoso qualcuno insuperabile in una attività, vedi un genio definito
mostro.
Termini, poi, quali Morfìna, Morfinìsmo, Morfinomanìa con Morfinòmane,
relativi ad un alcaloide da oppio, si richiamano a Morfeo, il dio gr-lat del
sonno MORPHEUS; infine, Fòrmio dal gr PHORMION sporta.
\ Secondo la mitologia, il dio Morfeo procura i sogni accarezzando le palpebre del
dormiente con un mazzolino di papaveri. /
385
Plàsma è inv dal gr-lat PLASMA cosa formata cui Plasmàre, Plasmàbile,
Plasmabilità, Plasmàtico, Plasmatòre Plasmòdio dal lat PLASMODIUM col
composto Plasmodiòfora (col gr PHOROS foro), eppoi i composti
Plasmacèllula attraverso il ted PLASMAZELL (con ZELL cellula) con
Plasmacellulàre,
Plasmafèresi (col gr APHAIRESIS sottrazione),
Plasmalèmma (col gr LEMMA scorza), Plasmìde o Plasmìdio (col suff
chimico IDE ) con Plasmìdico, Plasmìna, col suff tratto da Fibrinolisina cui
Plasminògeno, eppoi Plasmocìto o Plasmocìta (col gr KYTOS cavità
svoltosi in cellula) con Plasmocitàrio, Plasmocìtico e Plasmocitòma con
Metaplasmocìto, il composto Deutoplàsma con pref tratto da Deuterio. Dal
rad di PLASMA, il gr conta PLASTOS formato dal verbo PLASSEIN
plasmare, modellare cui PLASTIKOS e il lat PLASTICUS svoltosi nel suff
PLASMO cui Cataplasmo o Cataplàsma, nell’ital Plàstica, Plasticàre,
Plasticìsmo, Plasticità, Plàstico, Plastìdio “corpuscolo” (con suffiso dim
IDIO dal gr IDION), Plastificàre, i composti quali Alloplàstico (suff gr
ALLOS altro) che indica un individuo che sopravvive in un ambiente ostile
modificandone le condizioni per adeguarle alle proprie esigenze,
Citoplàsmico (da Citoplasma), Plastigèl, Plastilìna (Suff chimico INA),
Plastisòl (il suff SOL vale “soluzione”), Rinoplàstica (intervento correttivo
al naso), il suff PLASTO col significato di “cellula” quale Leucoplàsto con
pref dal gr LEUKOS bianco ed un secondo suff PLASIA dal gr PLASIS
formazione quale Leucoplasìa, il drammaticamente noto Neoplasìa “nuova
formazione” (tumore) con Neoplàstico, Omoplasìa (col HOMOS simile)
“corrispondenza tra parti di organo”; il composto Fibrodisplasìa indica una
grave patologia di cui sono affetti oggi (maggio 2011) duemilacinquecento
pazienti al mondo e colpisce i muscoli che si induriscono a mo’ di ossa,
eccetto il cuore, il diaframma, la faringe, la lingua, lo sfintere.
Con il verbo PLASSEIN è connessso PLATHANON tavola o grande piatto
(per impastare il pane) dal cui plur PLATHANA deriva l’attestazione di
Piàda e Piadìna “focaccia con sottile sfoglia di pasta (pane azzimo)”.
Dal gr HEKTOS fuori composto in pref con Plasma è nato Ectoplàsma, con
Ectoplasmàtico, l’eterea presenza delle sedute spiritiche che fuoriuscirebbe
dai medium.
1
L’Enunciato performativo indica un’azione che si concretizza, si compie, rispetto
all’Enunciato descrittivo, quale esempio “Chiedo scusa” e con i verbi quali Dire,
Promettere, Giurare…
CRETA
Crèta, inv dal lat CRETA, snm di argilla, è terra calcarea - la cui
plasmabilità era nota fin dalle origini dell’uomo artigiano - utilizzata
per la terracotta, cui l’aggettivo Cretàceo con Cretàcico che indica
anche l’ultimo periodo dell’era mesozoica; ed ancora Cretòso da
CRETOSUM. Il termine dovrebbe essere legato al sistema lat di
CERNERE con il Pp CRETUS terra setacciata da rad KR(E)I
setacciare. Creta è anche un’isola greca nell’Egeo, pertanto ne sono i
derivati Cretèse e Crètico; Cretaccio è la più piccola isole delle
Tremiti.
386
Fuori percorso Cretìno, con Cretinàta, Cretinerìa, Cretinìsmo e
Cretinòide, che discende dal prvz CRETIN ad indicare cristiano, nel
senso di Povero cristiano! successivamente semant in puro
dispregiativo lungo un percorso di enantiosemia; pseudoetim, infine,
l’omologismo Cretonne da Creton in Normandia, località nota per le
sue tele.
\ D’Annunzio aveva definito il futurista Marinetti un “cretino fosforescente”; questi, a
sua volta, ricambiò indicandolo “cretino con lampi di imbecillità” \
\ Carosello
Dal napoletano Carusiello “palla di creta” e fig “salvadanaio (fatto di
creta)”, cui ancora il fig Carùso “ragazzo” (con testa rapata come la palla)
connesso con il lat CARIOSUS cariato (passato nel senso fig di “rapato a
causa della tigna”) di rad KER tagliare, l’ital ha adottato Carosèllo, con un
desueto Garosèllo, da un gioco appunto dei carusi con simile palla, vrs
sovrapposto all’altrettanto desueto Garoso da Gara.
Il lemma, infine, si è svolto fig nel significato di “moto circolare veloce” e di
“giostra”.
Carosèllo è così chiamato il rituale d’accoppiamento manifestato dai ricci, la
cui femmina si fa rincorrere dal maschio in tracciati circolari.
TELLURICO
Relativo alla Terra è anche Tellùrico, questo associato ai terremoti Movimento tellurico - giuntoci da un percorso più lungo nel tempo e
nello spazio, derivato dal franc TELLURIQUE, inc con l’italico
TELLURE e questo dal lat TELLUS, risale alla remota rad ind,
slava, bal, ger, celt TELE, che avrebbe prodotto l’ancora ant TELO
piano, tavola - quindi “pianura, campo, terra”, idealmente
rappresentati giusto dall’immagine del Telo da TEXERE - un lemma
sopravvissuto indenne sino ai nostri giorni, anche se n’è mutata la
consistenza materiale. Tìtolo dal lat TITULUS marca è la forma
raddoppiata da TELO, cui Titolàre sia verbo sia sostantivo, Intitolàre
e Intitolaziòne col pref In illativo; corruzione di TITULUS è Tècchio
con la variante Tèrchio dal significato di Zotico.
Il Titolo è anche una pietra (marcatura) di confine che ha dato
origine al toponimo TUTERE oggi Todi cui Tudèrti (gli abitanti).
L’ital conta un poetico Tellùre quale snm di Terra.
L’ar conta TALL collina dal quale l’ingl ha coniato il proprio TELL
tumulo omn di (TO) TELL raccontare; il tema riappare in ebr con
Tel cui il toponimo Tel Aviv collina di primavera.
Esiste un secondo derivato, Tellùrio (simbolo Te), che è un elemento
chimico metalloide, bianco e fragile, cui il composto Tellurìdrico
(con Idrogeno).
Snm di Movimento tellurico o Terremoto è Sìsma o Sìsmo, questo
dal gr SEISMOS scossa, da SEIO scuoto, cui Sismìca, Sismicità,
Sìsmico; il termine è utilizzato come pref e suff SISMO, cui
387
Sismografìa con Sismogràfico, Sismògrafo e Microsismògrafo,
Sismogràmma, Sismologìa cui Sismòlogo, eppoi Bradisìsmo cui
Bradisìsmico col gr BRADYS lento, Episìsmo (col pref EPI sopra
vale “vicino alla superficie terrestre, a breve profondità”),
Macrosìsmo, Microsìsmo o Microsìsma, Telesìsma o Telesìsmo (col
gr TELE lontano vale “a grande distanza”).
Parosìsmo o Parossìsmo è invece dal gr OKSYS acido che sta fig per
acuto, e pertanto dal gr PAROKSYSMOS vale eccitazione col pref
PARA; tuttavia, il termine è equivocabile come derivato da
SEISMOS scossa.
\ Il sisma del 12 gennaio 2010 in Haiti ha provocato 217mila vittime (fonte ufficiale
del successivo 10 febbraio.\
\ Luna Pianeti
Non è stata solamente la Terra ad avere ispirato un percorso lemmatico, ogni
pianeta del nostro sistema, inclusi la Stella nana Sole e il satellite Luna, ne
ha uno; un’elencazione è quella disciplinata dall’ordine settimanale, Lunedì,
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica, in aggiunta alle
successive scoperte di Urano, Nettuno e Plutone.
Lùna, dal lat inv LUNA, è dalla rad LEUK luce riflessa, corrispondente al gr
SELENE, tutti in odore di divinità.
Le Fasi lunari sono gli aspetti di luce del satellite terrestre durante il suo
moto che lo orienta diversamente rispetto al Sole; convenzionalmente si ha
la posizione 1 - tra Terra e Sole - Luna nuova o Novilunio (satellite
invisibile), dalla 2 alla 4 Luna crescente, la 5 Luna piena o Plenilunio con la
Terra tra Sole e il satellite, dalla 6 alla 8 Luna calante.
A uso del volgo, ma non solo, esiste il detto pro-memoria “Gobba a a
ponente luna crescente, gobba a levante luna calante,”.
L’Eclisse lunare si ha quando il satellite è oscurato parzialmente o
totalmente dall’ombra della Terra.
\ Il nostro satellite, causa il reffreddamento nel nucleo, tende alla riduzione del proprio
raggio e pertanto del volume \
Nel percorso lat, troviamo Luna park (l’apposito parco che illumina la notte,
fig come la luna), il fig Lunàle snm di Lunula o anche Lunetta cui Lunettàto,
Lunànte, Lunàre, il fig Lunària “pietra di colore lunare” e “sorta di pianta”
questo snm di Medàglia, Lunàrio e Lunarìsta (suff ISTA di collegamento ad
un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), il
marinaresco Lunàta snm di Allunamènto, Lunàto (di forma simile alla falce
lunare), Lunàtico (volubile, metaf che segue le fasi della luna), Lunaziòne,
Lunedì (dalla locuzioine LUNAE DIES il giorno dedicato alla Luna) con
Lunediàne e Lunediàre, l’architettonico Lunètta con Lunettàto, un suff
LUNIO, Lunistìzio con suff del tema STITIUM della famiglia STARESISTERE fermarsi (ved Solstizio), il fig Lunòtto “vetro posteriore delle
autovetture a forma di mezzaluna”, il dim Lùnula inv dal lat LUNULA o
Mezzalùna (su modello simile al dim Animula di Anima) con Lùnula
“termine geometrico-amuleto-macula dell’unghia”, il composto astronomico
Lunisolàre poer accezione in locuzione Calendario lunisolare, i prefissati
388
Allunàre con Allunàggio coniati nel 1959, il fig omn Allunàre con
Allunamènto (marinaresco), Illùne (pref IN negativo) vale “senza luna” nella
locuzione Notte illune, l’ancora fig Stralunàre con Stralunamènto e
Stralunatùra (espressione relativa agli occhi). Luna era anche una specie di
codice degli ant alchimisti per indicare l’Argento.
Il termine Lunènse è il demotico del toponimo Luni della Lunigiana.
\ La Mezzaluna fertile, cui il logo arabo, è storicamente la feconda area a forma di
mezzaluna, che s’apre dalla punta di Israele, lambendo il Mediterraneo a poche miglia
da Cipro e includendo via via Libano, Siria, spalancandosi per toccare parzialmente la
Turchia e l’Iraq, per finire con la seconda punta a Bassora.\
Nel percorso gr SELENE, troviamo Seleniàno o Selenìta (abitante
fantascientifico della Luna), Selènico, il minerale Selènio (simbolo Se),
individuabile nel pesce, pollame, latte e nei cereali) con Seleniòsi o Selenòsi
(suff patologico OSI), Seleniòso e i composti Selenìdrico e Seleniùro (suff
chimico URO), Selenìte, Selenìtico (sul calco di lunatico), l’onomastico
Selene con Selenio; eppoi il suff SELENIO “luna” per composizioni quali
Selenodesìa su calco di Geodesia, Selenodònte (col gr ODUS ODONTOS
dente, patologia dentale), Selenografìa con Selenogràfico, Selenologìa con
Selenològico e Selenòlogo.
\ Il 20 luglio 1969, a bordo della navicella spaziale statunitense Apollo 11, Edwin E.
Aldrin jr, Neil Armstrong e M. Collins raggiungono, per la prima volta nella storia
dell’umanità, il satellite terrestre; mentre Collins resta in orbita al comando del
veicolo spaziale, Aldrin e Armstrong atterrano sulla Luna con il LEM modulo lunare
semovente.. In una futura ripartizione e ridistribuzione storica, come è già avvenuto
dalla scoperta dell’America (dal 1492 Età moderna), è vrs l’inizio di una nuova età
dell’uomo con la data di tale missione lunare o del lancio della prima bomba atomica
(scoperta dell’energia atomica), che già hanno dato al mondo l’indicazione informale
di Era atomica ed Era spaziale./
Màrte, a ricordo della divinità Marte, dal lat MARS, dal gr ARES, di un
comune tema indoeur-med MAWRT-MARUT (l’omologo nella mitologia
nordica è Thor) - in etrusco MARIS - riferita ad una ant divinità dei venti. Il
popolo osco, infatti, adorava il dio della guerra MAMERS MAMERTIS
(traduzione lat) italianizzato Mamerto, cui la denominazione etnica
Mamertìno-Mamertìni dal lat MAMERTINI “mercenari d’origine campana”.
Mamertìno è anche una sorta di vino siciliano. I latini avevano eletto Marte
quale dio dell’agricoltura e della guerra, entrambe le pratiche indissolubili
per la sopravvivenza. Nel percorso si articolano i vari termini sia relativi al
dio o al pianeta, sia di competenza agricola o militare, Martedì (dalla
locuzione MARTIS DIES giorno di Marte) e Màrzo (dalla locuzione
MARTIUS MENSIS mese di Marte), Màrza (porzione di ramo o di gemma
da innestare comunemente a marzo), Marzaiòla “sorta di uccello degli
Anatidi”, Marzaiòlo, il fig Marzeggiàre (cambiare umore, come il tempo di
marzo, in snm con lunatico e selenitico), Marziàle questo snm di “militare,
militaresco” come in locuzione quali Passo marziale, Corte marziale,
oppure relativo al pianeta cui Terapia Marziale (a base di ferro per gli
anemici) poiché Marte pianeta era associato al ferro nell’ant alchimia…con
ancora il snm Mavòrzio, Marziàno (abitante di Marte, termine esteso nel più
generico Extraterrestre dalla locuzione Exta Terrestre cui l’acronimo o
389
ipocoristico cinematografico ET), Màrzio “bellicoso” da MARTIUS cui
l’onomastico Marzio, Marzolìno, Marzuòlo “sorta di fungo” snm di
Prugnolo. Marzòcco è lo stemma di Firenze (leone, scudo e giglio) che
mantiene il ricordo del primitivo stemma (statua di Marte) andata sperduta
nell'Arno. Il Marzamìno o Marzemìno è un ottimo vino della Carniola,
prodotto dai vitigni del villaggio di Marzimin; vrs, il topomimo è legato al
termine Marza per l’innesto, la cui pratica è tradizionalmente qui in uso, o
almeno lo era. Il termine Marzapàne, alieno nel percorso, è l’omologismo
dall’ar MAUTHABAN, ripreso dai veneziani in Marzapàn, che è andato via
via ad indicare una moneta, una misura di capacità, una leccornìa, un
contenitore. Altro lemma alieno è Martensìte “sorta di soluzione solida”
(suff chimico ITE) dal nome dello studioso A. Martens (1850/1914).
\ Nel gennaio 2008 si diffonde la notizia che una delle due sonde-robot, Spirit e
Opprtunity, inviate su Marte, il pianeta rosso, aveva trasmesso alla NASA, l’ente
spaziale statunitense, l’immagine di un solitario marziano, seduto e posizionato come
a volersi scostare, col braccio destro sollevato verso il capo, insomma simile alla
gestualità umana, nel modo di ripararsi istintivamente da un pericolo immediato e
sconosciuto (dal roboto che avanzava?). Gli agnostici parlano di giochi di luce, di
pietra sagomata dal vento o da altro, come le naturali piramidi, le sfingi e i canali, qui
già scoperti. Un fatto è certo, che se il robot si fosse rigirato per un secondo
fotogramma, l’arcano, ove ci fosse, si sarebbe sciolto immediatamente. La sonda
Phoenix (dal lat PHOENIX già gr PHOENIKS Fenice) atterrata a maggio del 2008 su
Marte, dovrebbe scoprire eventuali tracce di vita presente, passata e futuribile; a fine
luglio la NASA ha già garantito la presenza d’acqua sul pianeta facendo seguito ad un
precedente comunicato col quale invece assicurava semplicemente un’antica presenza
d’acqua comprovata dai campioni di minerali tipo argilla e filosilicati. NASA è
l’acronimo di NATIONAL AERONAUTIC AND SPACE ADMINISTRATION
Amministrazione nazionale aeronautica e spazio\
Mercùrio, a ricordo della divinità Mercurio, dal lat MERCURIUS d’incerta
estrazione etrusca, è l’omologo del gr HERMES, relativo a MERX
commercio, cui Mercuriàno; eppoi Mercànte ipocoristico di Mercatànte – o
Mercadànte cui Mercatantàre, Mercantìa o Mercatanzìa - da Mercatàre,
Mercantàre, Mercanteggiàre con Mercanteggiamènto, Mercantèsco,
Mercantèssa, Mercantìle con Mercantilìsmo, Mercantilìsta e Mercantilìstico,
Mercanzìa ipocoristico di Mercatanzìa o Mercantantìa, Mercàre “negoziare”
omn di Mercàre bollare, Mercàto cui Mercatàle con la locuzione Area
mercatale, il dim Mercatìno, Mercatìstica dal calco sull’ingl MARKETING,
Mercatòre, Mercatòrio, Mercatùra. Dall’ar SUQ mercato si conta il glb Suq
“stada di bazar-mercato”.
Il percorso prosegue con Mèrce dal lat MERCEM, Mercède o Merzède con
il tronco corrente Mercè con l’obdoleto Merzè (corretto mercé e merzé) –
usato anche in interiezione e in preposizione - dal lat MERCES
MERCEDIS, Mercenàio o meglio Mercenàrio con Mercenarìsmo.
Almogàveri o Almogàveri o ancora Almugàveri erano mercenari di
fanteria che appaiono storicamente in Aragona nel XII sec. Il nome è
dall'arabo AL-MUGHAWIR in cui AL è l'articolo di “soldato pagato per
attacchi ai nemici".
Il percorso prosegue con Merceologìa, Mercerìa, Mercerizzàre, il glb franc
390
Merchandiser con Merchandising, Merciàio o Merciaiòlo, Mercificàre,
Mercimònio (suff MONIO “che compete” il traffico di merci, attestatosi in
senso illegale) e, col pref COM, Commerciànte, Commerciàle, Commerciàre
e Commèrcio; col perf S intensivo, Smerciàre con Smerciàbile e Smèrcio.
In area glb Commercio vale l’ingl Trade cui Trademark “marchio di
fabbrica”, Trading “andamento del commercio” con, in locuzione Trade off
“scambio commerciale”, Trading company “Compagnia commerciale”,
Trading on line “commercio attraverso internet”, Trading range “raggio
(d’azione)-campo del commercio”, l’acronimo WTO dalla locuzione
WORLD TRADE ORGANIZATION organizzazione mondiale del
commercio, dove WORLD vale Mondo; termine alieno Tradescanzìa
“Genere di piante erbacee” in onore dello scienziato J. Tradescant (XVII
sec).
Mercurio era appunto il dio del Commercio, nel cui percorso troviamo
Marcorèlla o Mercorèlla, snm di Mercuriale, dalla locuzione lat HERBA
MERCURIALIS, Mercoledì (dalla locuzione MERCURI DIES il giorno di
Mercurio), Mercuriàle (relativo al pianeta).
Nell’opera “Amphitruo” di Plauto, Mercurio assume le sembianze del
personaggio Sosias, cui il lat SOSIAM già gr SOSIAS, così attestatosi in ital
Sòsia attraverso il franc SOSIE, dal valore semant corrente, lemma
invariabile (esempio, il sosia di Carlo - la sosia di Carla).
Mercùrio (simbolo Hg) è il metallo fluido che gli astrologi avevano
connesso con il pianeta, cui Mercaptàno “che trattiene (capta) il mercurio”,
Mercuriàle cui Merculiarìsmo snm di Idrargirismo, Mercùrico, Mercurìfero,
Mercurocròmo, Mercuròso.
Idrargìrio, cui Idrargirìte, è dal gr HYDRARGYROS “argento acqueo”, la
storica definizione del Mercurio, cui Idrargiròsi o Idrargirìsmo
Il mercurio, utilizzato per le colonnine dei termometri, dal 2008 è stato
sostituito in Italia da una lega di Gallio.
Mercuriàle vale anche “listino dei prezzi” poiché Mercurio era il dio del
Commercio e snm di Marcorèlla pianta delle Euforbiàcee.
Giòve, ad onore di Giove degli dei, dal lat IOVIS, dal gr ZEUS, appartiene
alla tradizione religiosa indoeur, dal sct DYAUS, ampliata in DIYEUMDIYEWM, in forma simbolica DYEUS luminoso, cui Dì (parte luminosa del
giorno), Addì dal lat DIES (accusativo DIEM), Diàle (sommo sacerdote
flamine addetto al culto di Giove quale personificazione del giorno cui
Subdiàle), Diària e Diàrio “di un giorno” cui la locuzione Diario di bordo e
l’indimenticabile Diario di Anne Frank che la piccola autice cominciò a
scrivere il 13 giugno del 1942, giorno del suo compleanno, eppoi Dièta (omn
di Dieta vitto), dal lat medv DIETA assemblea nel giorno stabilito cui
Dietàle e Diètim o Diètimo giorno per giorno dall’avverbio lat medv
DIETIM che aveva preso “erroneamente” a modello ant accusativi, infatti il
morfema TIM pare sia stato tratto dall’accusativo PARTIM di PARS parte
analizzato PAR-TIM invece che PARTI-M.
L’ital conta l’avverbio desueto Dietamènte (datato 1431) che vale
“sollecitamente”, d’etim non attestato a meno che non sia un risvolto nel
senso di “da concludere nella giornata stabilita”.
391
Da Zeus l’onomastica conta Zenone dal gr ZENODOROS dono di Zeus (con
DORON dono) cui l’ipocoristico Zeno. Nel percorso di Giove, troviamo
Giovedì dalla locuzione IOVIS DIES il giorno di Giove, Gioviàle con la
variante Gioiàle (vrs sovrapposizione con Gioia), con Giovialità e Giovalòne
(felice come Giove o sotto l’influsso positivo del pianeta, un retaggio
pagano quando si credeva che la felicità s’ottenesse nel godere la
benevolenza del padre degli dei, un po’ come i monoteisti di oggi, che
raggiungerebbero la felicità solo nella vera fede in Dio), Gioviàno vale
relativo al pianeta. La più ant forma tematica è DEIWO, termine associato
alla luce, conservata nel sct DEVA, nel lit DIEVAS, nel nordico TIVAR,
nell’indoeur DYAUH, nel gr THEOS, nel lat DUS cui il sostantivo Diàna
“sveglia (militare) alle luci del mattino”, la dea Diana “la luminosa”, e
l’onomastico Diana, l’ital Dìo (politeismo) da DIUS divino DIOS GioveZeus e Dìo (monoteismo) da DEUM cui un rarissimo prefissato (IN Illativo)
Indiamènto “immedesimarsi in Dio (nella sua volontà)” e il saluto Addìo
tratto dalla locuzione Ti raccomando a Dio.
Una curiosità nella nostra variegata lingua è che il termine plur Dei, in
deroga alla norma che impone l’articolo i (i dei), vuole invece l’articolo gli
(gli dei), motivo è l’attestazione dall’antica forma gli iddei (gl’iddei).
In percorso con il lat DIVINUS-INDIVINARE, Dìvo da DIVUS col fem
Dìva da DIVA cui Divìsmo e Divìstico, Divìno da DIVINUS, Divinità da
DIVINITAS, Divinàre da DIVINARE, Divinizzàre, snm di Indiàre (In Dio)
col pref illativo IN e in opposizione a Indemoniare (In demonio), con
Divinizzaziòne attraverso il franc DIVINISER. Indovinèllo, Indovìno e
Indovinàre (col pref IN). Dùce non è un’arrogante proiezione di DUS dioluce sugli uomini al comando d’altri uomini, bensì è di tema lat DUCERE
guidare, ma non è per nulla inverosimile che la sua rad DEUK abbia avuto
in qualche modo una primitiva connessione rad con la forma DEIWO,
giacché “guidare” è attinente al “far luce”; Rèduce è dallo stesso tema con
pref RE di movimento inverso e che pertanto dà il valore di “condotto
indietro”, cui Reducìsmo e Reducìstico.
Satellite di Giove è Euròpa, in onore del continente terrestre, cui Europàno.
\ Il pianeta Giove, nel 1994, subì l’impatto indotto da un frammento di cometa.\
Vènere, alla memoria di Venere la dea italica della bellezza e dell’amore, dal
lat VENUS, omologa della greca Afrodìte, da APHROS schiuma avendola il
mito fatta nascere dalle schiume del mare. Nel percorso della rad gr, si ha
Afrodisìaco “che produce istinti sessuali” con Anafrodisìaco questo
prefissato con AN privativo “che distoglie dagli stimoli sessuali”, Afròmetro
(per misurare la qualità degli spumanti), Afròre dal lat AFROR su calco di
ODOR odore, Afroròso.
Venerdì, con i desueti Venardì e Vernadì, nasce dalla locuzione VENERIS
DIES giorno dedicato alla dea Venere; in ar Venerdi si traduce ALJUMU’A ed è il giorno che gli islamici dedicano alla preghiera collettiva.
Nel Cristianesimo si ha il Venerdì Santo che ricorda la morte di Gesù.
Nel percorso lat VENUS, troviamo lemmi d’ispirazione positiva e negativa,
giusto come lo può essere la bellezza o l’amore e il sesso, quali Venèrea
(relativo alla malattia veicolata dal rapporto sessuale), Venèreo (in
392
riferimento ai rapporti sessuali) e Venerologìa, eppoi il percorso pagano che
conta Veneràre, questo in origine “adorare Venere”, con Veneràbile,
Venerabilità, Veneratòre e Veneraziòne, Venèridi “Famiglia di molluschi
bivalvi” in riferimento all’iconografia della dea tra le valve di una conchiglia
cui Venericoltùra, Venùsto “aggraziato” da VENUSTUS cui Venustamènte,
Venustàre e Venustà ”bellezza” da VENUSTAS eppoi Venustafobìa (ne è
colpito il maschio al cospetto della bellezza femminile); il tutto s’è articolato
dalla rad indoeur WEN desiderio (d’amore), ampliatasi in WENOS filtro
amoroso, nel lat VENENUM cui l’ital Venèno con i composti Venefìcio e
Venèfico, svoltosi nel corrente Velèno con Velenòso, Velenosamènte e
Velenosità,
il composto Velenìfero, i prefissati Avvelenàre con
Avvelenamènto e Avvelenatòre (AD allativo), Svelenàre o Svelenìre (S
sottrattivo) fig “liberare dalla rabbia, dal risentimento”. Un contravveleno
del XVI sec è il Bezoàr inv dal lat BEZOAR già ar BEZUWAR e persiano
PADZAHAR; termine che vale anche per “sorta di capra selvatica” vicina
allo stambecco e per “sorta di pianta delle Moracee” il cui estratto pare
indicato contro il morso dei serpenti. La rad WEN desiderio s’è ancora
ampliata in WENT di Ventre questo analizzato altrove. Il termine Vènia
“favore, perdono” (concessi dagli dei) è vrs legato alla dea Venere, cui
Veniàle con Venialità “peccato non grave” e quindi meritevole di perdono.
Dall’amante di Venere, il bellissimo ADONIS, è sorto il percorso Adòne
“bel ragazzo”, Adònio “verso poetico gr-lat a cinque sillabe (quinario)” e
Adònide “sorta di pianta”.
Non è azzardato credere in una certa connessione del toponimo regionale
Veneto con il percorso del rad WEN di Venere e dunque di Amore; Veneto
prende il nome della popolazione dei Veneti qui insediatisi i quali pare che si
traducessero in “amici”, pertanto, i romani chiamavano il territorio
VENETIA che sarebbe sopravvissuto in Venezia Euganea, il toponimo che
aveva preceduto quello di Veneto, alla memoria della popolazione degli
Euganei qui in condominio.
L’omn rad WEN, cui il lat VENARI andare a caccia e l’ital Venatòrio, con
Venagiòne o Venaziòne e Venàbulo (relativo a caccia), associa l’attività
attinente alla caccia a quella di una ricerca dell’amore fisico, giusto come ha
sempre fatto il maschio cacciatore. L’onomastica conta Venanzio “cha va a
caccia”, dal Ppres VENANS di VENARI.
Satùrno, dal lat SATURNUS, a ricordo di una divinità italica, d’incerta
origine etrusca, associata anticamente al Pp SATUS di SERERE seminare.
Corrisponde al gr KHRONOS tempo. In percorso lat, Saturnàli
(festeggiamenti romani in onore del dio), Satùrna (farfalla dalle ali
pigmentate simili a quelle sul pavone sacro al dio), Saturniàno (abitante del
pianeta), Satùrnio (del dio), Saturnìno (del pianeta), Saturnìsmo
(intossicazione da piombo, metallo denominato “saturnus” dagli alchimisti);
dall’inc del verbo Patìre con Saturno, nella credenza che il suo influsso
portasse malinconia, è stato coniato il lemma Patùrna o Patùrnia, cui la
locuzione Avere le paturnie.
Questa divinità non ha un giorno suo, infatti, Sàbato, con la variante volg
Sabbato, non è il giorno dedicato a Saturno, come si potrebbe credere; deriva
393
invece dalla parola rituale lat SABBATUM dal gr SABBATON ambedue
dall’ebr SHABBAT riposo, cui Sabàtico, Sabatìna e Sabatìno, Sàbba,
Sabbàtico. Il Sabato ebr è l’ant ma ancora sentita festività istituita alla
memoria di Dio che si riposò dopo la Creazione, che il cristianesimo ha
omologato nella Domenica. Gli ebrei, viepiù, contano la ricorrenza
dell’Anno sabbatico “anno del riposo (ogni sette anni)”, istituito da Dio
mediante la Legge dettata a Mosè, quando è vietato coltivare la terra ma è
consentito raccoglierne i frutti.
Nel percorso gr di KHRONOS troviamo Crònaca con Cronachìsta o
Cronichìsta o Cronicìsta, le locuzioni “colorate” Cronaca bianca “sociale”,
Cronana nera “crimini” e Cronaca rosa “romantica e amorosa” eppoi
Cronìsta cui Radiocronìsta e Telecronìsta, Crònico con Acrònico (col pref A
privativo) snm di Atemporale, Cronìsmo ed i vari composti con CRONO da
Cronistòria, Cronattìvo a Cronòtropo “fenomeno a ritmo regolare” (col gr
TREPO io volgo) passando da Cronologìa con Cronològico, Cronometrìa
con Cronòmetro; questo strumento si deve all’idea di J. Harrison che nel
XVIII inventò L’orologio da mare portatile o Cronometro, eppoi
Chronofobìa che è l’avversione psicologica per il tempo e
Chronometronfobìa per gli orologi e simili (per la misura del tempo).
Il glb ingl Cronowoman “specialista del ciclismo femminile” è composto
con WOMAN donna.
Domènica, infine, è il termine cristiano (l’unico giorno che ha un riferimento
cristiano) coniato in ipocoristico della locuzione lat DOMINICA DIES il
giorno del Signore, in sostituzione di SOLIS DIES giorno del sole e che
ricalca il gr KYRIAKE cui KYRIE e l’invocazione cattolica dal gbz KYRIE
ELEISON Signore abbi pietà (misericordia) di noi cui Kirieleisòn
italianizzati Chìrie e Chirieleisòn, in aggiunta a Kiriàle “libro liturgico”. La
Domenica cristiana, oltre al tradizionale riposo divino, è stata istituita alla
memoria della Resurrezione di Gesù. Dal giorno della Domenica il termine
Indomenicàre che vale “abbigliarsi a festa”.
Straordinaria l’assonanza indoeur con KYRJA che sceglie (la sceglitrice),
praticamente omografo, dell’ant nordico, cui VALKYRJA (composto con
VALR ucciso), la divinità della mitoloigia nordica che vede Odino (ant ted
WODAM, anglosassone WODEM) omologo di Giove, e che vale “colei che
sceglie i caduti eroicamente” per condurli nel Walhalla, l’omologo dei
Campo Elisi di cultura gr-lat; il ted moderno ha svolto il termine in
WALKURE, ma l’ital rimane fedele alla tradizione contando l’omologismo
Valchìria con le varianti Walchìria, Valkìria e Walkìria.
Se ne deduce che da Lunedì a Venerdi e Domenica sono delle composizioni
ellittiche, mentre Sabato è un termine a se stante.
Sòle dal lat SOL (al genitivo SOLIS) d’antichissima genesi, deriverebbe
dalla rad SAWEL, cui Solàre, Solàrio da SOLARIUM o Solàrium questo
fedele al lat, Solarità, Solarizzàre con Solarizzaziòne, Solàta, Solatìo dal lat
volg SOLATIVUM tratto da SOLATUS vittima di un colpo di sole,
Solècchio (dim lat SOLICULUM) unicamente nella locuzione Farsi
solecchio “ripararsi dalla luce delo sole con la mano”, Solèggio con
Soleggiàre, Soleggiaàto, l’esot fig dal franc Soleil (pieghettatura o tipo di
394
tessuto), il dim Solicèllo, Solìvo dal lat SOLIVUM il prefissato Insolaziòne,
la locuzione Sole dell’avvenire, abusata politicamente, tratta dalla poetica
carducciana “La vita è il sole dell’avvenire”, i composti Solarìgrafo,
Solarìmetro, Solìfugi (Ordine di Aracnidi, col tema lat di FUGERE fuggire)
dal lat SOLIFUGA che fugge il sole, il termine astrofisico Solilunàre
“attrazione gravitazionale”, Solleòne con il desueto Solliòne (con il segno
zoodiacale Leone) da non equivocare con i termini pseudoetim nel percorso
di SOLEA (Ved Sala…); vrs connessione con il lat SOLACIUM
consolazione, conforto in un senso gradevolmente fig in riferimento
all’atavica sensazione di benessere data dall’astro, attraverso il prvz
SOLATZ l’ital conta Sollazzàre con Sollazzamènto, Sollazzèvole e
Sollàzzo. Pseudoetim il ternine chimico Solazione analizzato altrove.
Per gli ant alchimisti Sole era una sorta di codice per indicare l’Oro.
Dalla rad SAWEL ampliata in SAWELIOS è sorto il gr HELIOS cui
HELENE fiaccola che ha portato all’onomastico Elena o Ilenia con la
versione rumena Ileana e in concorrenza con l’ebr Ilenia “pianta”, il lat
HELIUM e l’ital Elio-èlio questo snm di Sole ma anche elemento chimico,
gas (simbolo He); in percorso, Alòne dal gr-lat HALOS cerchio intorno al
sole, Elìaco, Eliòne e, utilizzato in pref con ELIO, le composizioni quali
Eliàntemo (col gr ANTHEMON fiore) con Eliànto (girasole), Eliànticolo e
Eliantìna (tutti col gr ANTHOS fiore), eppoi Eliocèntrico con Eliocentrìsmo
ed Eliocentrìsta (il Sole al centro del sistema, in opposizione a Geocentrico),
Eliocromìa, Eliografìa con Eliogràfico, Eliògrafo, Eliofanògrafo (col gr
PHAINO appaio-mostro), cui Eliofanogràfico e Fotoeliògrafo,
Eliometrìa con Eliòmetro, Elioscopìa con Elioscòpio, Eliosfèra, Eliòstato
con Eliostàtico, Eliotassìa, Eliotattìsmo con Eliotàttico, Elioteìsmo (religione
con il sole divinizzato) Elioterapìa con Elioteràpico, Eliotipìacon Eliotìpico,
Eliotropìa o Elitropìa con Eliotròpico, Eliotropìsmo e Eliotròpio o Elitròpio
riferito alle piante quale il Girasole ed anche “orologio solare-sorta di
minerale”, Eliozòi (tassonomia animale), gli onomastici sdruccioli Elio e il
fem Elia con Eliana “figlia del sole” in concorrenza con Eliana dall’ebr Elìa.
\ Occorrono mediamente 5000 palloncini gonfi d’elio per sollevare un uomo. \
Col perf gr APO lontano ed HELIOS è nato Afèlio “il punto più lontano dal
sole” cui Afèlico o Afelìaco. Dal gr EPHELIS EPHELIDOS questo da
HELIOS prefissato EPI sopra (la pelle), l’ital conta Efèlide, meglio Efèlidi
snm di Lentiggini.
Fuori percorso Efelchìstico o Efelcìstico “termine grammaticale” dal gr
EPHELKYSTIKOS attirato (facoltà di non pronunciare la n finale in alcune
desinenze), e ancora fuori percorso Elia-èlia “sorta d’insetto” vrs dal lat
AELIA, ed ancora Elièa dal gr HELIAIA tribunale massimo da HALES
riunito, cui l’ital Eliàsta o Eliàste da HELIASTES membro del tribunale.
In percorso, dal tema lat DOMINUS padrone, signore, ma anche da
DOMUS casa già gr DOMA, con rad indoeur DEM, cui Domàzio “cavita
botanica” attravereso il gr DOMATION, Domificàre, Domicìlio con
Domiciliàre e Domiciliaziòne, il composto Domatofobìa “paura delle
case o di essere in una casa”o, direttamente dal gr, Oikofobìa (da
395
OIKOS casa), il composto glb ingl Domopak (marchio registrato nel xx
sec, sta per “pellicola per avvolgere i cibi, per uso casalingo”), Dominàre
con Dominànza, Dominatòre, Dominaziòne, Domìnio e Condomìnio con
Condòmino, Dòmine e Dòmino “signore” con l’espressione Domineddìo o
Dominedìo o ancora Domeneddìo, l’aggettivo Dominicàle (snm Padronale),
Dominicàto o Domnicàto o ancora nel metaplasmo Donnicàto, Dominion
questo inv attraverso il franv DOMINION dominio, il fig Dòmino sia
“cappa con cappuccio” sia “sorta di ant gioco”, vrs entrambi di competenza
signorile, Domìnico (del signore) da DOMINICUS cui l’onomastico
Domenico in versione cristiana riferito al Signore Iddio, l’esot dall’ingl
Dominion, l’inv dal lat Dòminus, il polisemico Dòmo quale variante di
Duòmo questo dal lat DOMUM casa (di Dio) cui anche fig Duòmo
“struttura rocciosa” e l’omn Duòmo “camera cilindrica-sommità
dell’alambicco” dal franc DOME cupola cui ancora un Dòmo “cupola”,
infine il neologismo Domòtica quale composizione di Casa e Informatica,
che vale “funzionamento della casa mediante il computer”. Il composto
Litòdomo “Genere di molluschi” al quale appartiene il Dattero di mare, è
dal lat LITHODOMUS muratore già gr LITHODOMOS (con LITHOS
pietra) e vale “che si costruisce la propria casa entro lo scoglio”. La
toponomastica conta Domodossola che sta per Domo d’Ossola.
Il termine Demànio dall’ant franc DEMAINE terre in cui si ha il dominio
non è altro che un derivato dal lat DOMINIUM dominio cui il prefissato
Indemaniàre con Indemaniamènto o Indemaniaziòne.
Il rad DEM ampliato in DEMA ammaestrare ha dato termini in relazione al
signore e alla sua potenza, come Domàre “snm di Ammaestratore), con
Domatòre, Domatrìce, Domàto o Dòmo con l’opposto Indòmo, Domatùra,
Dòmito col prefissato opposto Indòmito (IN negativo) e Indomàbile,
Indomàto; la locuzione Doma dolce indica una tecnica particolare per
ammaestrare (domare) gli animali, per accezione i cavalli.
Eppoi Domèstico con Domesticàre, Domesticaziòne, Domestichèzza,
Domesticità, il prefissato Addomesticàre (AD allativo) e la variante
Dimèstico cui Dimesticàre, Dimestichèzza. Nell’analizzare etim DOMINUS, si potrebbe asserire che il termine vale colui che addomestica,
doma il minore MINUS. Domenicàle e Domenichìno sono i relativi che
valgono sia “della domenica”, sia “del signore”. I Domenicàni sono, infine, i
seguaci di S. Domenico di Guzman.
Infine l’omologismo Adonàre “domare” attraverso il franc S’ADONNER
sottommettersi.
Uràno, dal lat URANUS e dal gr OURANIOS celeste-cielo, è la divinità
greca che personifica appunto l'infinito, il quale fu castrato dal figlio Crono
(Saturno) pervaso dal primordiale complesso edipico. I genitali del dio
caddero in mare dove, nella schiuma, si tramutarono in Venere, dea
dell’amore. Mitologica metaf del tempo che distrugge tutto, ma non l'amore.
In percorso, Urània (farfalla dai colori del cielo), Uraniàno (relativo al
pianeta scoperto nel 1781 dall’astronomo ingl William Herschel), Urànico
(del cielo), Urànio (nome del noto elemento chimico con simbolo U, la cui
scoperta fu contemporanea a quella del pianeta) cui Uranìle e Transurànico,
396
Uranìsmo con Uranìsta (omosessualità maschile praticata storicamente dal
dio, col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO), Uranìte
(minerale), Uranolìte (meteorite)... ed i composti col pref URANO cielo,
quali Uranografìa con Uranogràfico, Uranometrìa con Uranomètrico,
Uranoscopìa, Uranòscopo “sorta di pesce” snm di Lucerna e Uranoscòpidi
(la Famiglia ittica).
Nettùno, dal lat NEPTUNUS il dio delle acque e del mare nella mitologia
romana; la sua ricorrenza era il 23 luglio, appunto nei giorni della siccità. Il
suo tempio era nella valle del Circo Massimo, tra il Palatino e l’Aventino,
allora bagnata da un ricco torrente. In percorso, Nettuniàno (relativo al
pianeta scoperto nel 1846 da J. G. Galle, ma già localizzato dall’ingl JOHN
Couch Adams e dal franc Jean Joseph Le Verrier durante gli studi su Urano),
Nettùnio (quale aggettivo snm di Marino e elemento chimico), Nettunìsmo
con Nettunìsta (teoria geologica che si basa su un ipotetico, primitivo oceano
magmatico, col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). Nettuno è
l’omologo del gr Poseidon italianizzato Poseidone o Posidone, cui le ant
feste greche Posidònie e Posidòne questo il sesto mese attico oggi compreso
tra dicembre e gennaio; in percorso, l’ital conta Poseidòn “sorta di missile
balistico sottomarino”, Posidònia o Posidonomya che in paleontologia indica
un Genere di molluschi Lamellibranchi della Famiglia degli Pteridi con, in
locuzione, Posidonia australis e Posidonia oceanica genericamente Prateria
posidonia una vegetazione d’alghe appartenenti alle Potamogetonacee, l’ant
toponimo Posidonia corrispondente a Paestum, i cui profughi dagli assalti
dei saraceni avrebbero fondato Pestano o Pesitano oggi Positano.
Plutòne, dal lat PLOUTON il ricco quale eufemismo per la divinità greca
HAIDES. In percorso, Plutònio l’elemento chimico radioattivo non naturale
(simbolo Pu) il cui nome s’ispira sorprendentemente alla divinità dei morti,
Plutòne (roccia magmatica), Plutoniàno o Plutònico (relativo al corpo
celeste, che pare costituito da un solo blocco di ghiaccio, scoperto nel 1930
dall’astronomo americano Clyde Tombaugh), Plutonìsmo (fenomeni
magmatici e teoria geologica).
Gli scienziati in congresso a Praga, nell’agosto del 2006, hanno animamente
discusso per decidere, fra l’altro, d’inserire nel nostro sistema solare anche i
tre corpi celesti ultimi scoperti, denominati Cerere, Caronte e UB313. Il
primo, un asteroide individuato nel 1801, attinge il proprio nome a Cerere,
l’omologa romana della gr Demetra, cui l’onomastico Demetrio e Dimitri
(questo in forma slava) da DEMETRIOS sacro a Demetra, la dea materna
della terra, da non assimilare a Gaia, questa la personificazione divina della
cosmogonia. Per i latini, Cerere, da rad KERE creare-crescere, è pertanto la
dea delle messi (del nutrimento) cui il termine mistico Cereale (che viene
grazie al cielo, agli dei; in connessione allora con Ceruleo). Il secondo,
Carònte, è un satellite di Plutone e si richiama etim al demone alato
CHARUM, individuato nei dipinti delle tombe etrusche, il mitologico
passatore delle anime nell’Aldilà; per il fatto d’essere raffigurato, oltre alla
capigliatura frammista a serpenti, con una mazza, può far supporre che
proprio lui sia l’identificazione della Morte, colui che ammazza (Ved
Bastonare…). Il terzo, grande come Plutone, scoperto e fotografato nel
397
2003, è chiamato precariamente UB313, una fredda sigla aliena nei percorsi
lemmatici del sistema planetario, ispirati alla tradizione mitologica-religiosa.
Gli scienziati, a sorpresa, hanno addirittura deliberato di cancellare Plutone
dal novero dei pianeti, che attualmente ritornano a otto, riformulando quale
tra i corpi celesti, per struttura ed orbita, dovrà essere considerato pianeta.
\ Intossicazione
Snm di Avvelenamento è Intossicaziòne, dal lat TOXICUM veleno, cui
Tòsco veleno, Tòssico, questo sostantivo e aggettivo, con Tossicità,
Tossicòsi, Tossìna e i prefissati Attossicàre (AD allativo) con Attossicatòre,
Disintossicàre (DIS dispersivo) con Disintossicànte, Disintossicàto e
Disintossicaziòne, Intossicàre (IN illativo) con Intossicàto e Intossicaziòne,
ancora i composti Tossialimentàre, Tossinfeziòne con Tossinfettìvo,
Tossicodipendènte con l’ellitico Tòssico e Tossicodipendènza, Tossicologìa
con Tossicològico e Tossicòlogo, Tossicomanìa con Tossicòmane,
Tossiemìa (col gr HAIMA sangue).
Il percorso conta ancora Antitòssico e Antitossìna,
Atòssico,
Autointossicaziòne, Cardiotòssico, Citotòssico e Citotossìna (con CITO
“cellula” dal gr KYTOS cavità), Fitotòssico e Fitotossìna (col gr PHYTON
pianta), Genotòssico (con GENE, vale “tossico” per il DNA), Ipertòssico,
Neurotòssico con Neurotossicità e Neurotossìna (col gr NEURON nervo),
Omotossicologìa con Omotossicològico e Omotossicòlogo, Ototòssico con
Ototossicità (con OTO “orecchio”), Psicotòssico (col gr PSYKHE mente),
Tireotossicòsi, Vincetòssico (con Vincere vale snm di Antìdoto).
L’omn Tosco vale etrusco da ant rad TURS, questo il nome etnico degli
Etruschi; l’ancora omn Tosco è dall’alb TOSK “lingua al sud dell’Albania”
e vale per accezione la lingua alb parlata dalle comunità presenti
dall’Abruzzo verso l’Italia mer.
\ Piombo
Dal tema med MOLUBD riversatosi nel gr MOLYBDOS, in lat
PLUMPUM, l’ital conta Piòmbo cui Piombagginàre, Piombàggine,
Piombàggio, Piombàre, Piombària e Piombaruòla, Piombàto, PiombatòiaPiombatòio, Piombatùra, Piombemìa, Piòmbico, Piombìfero, Piombìno,
Piombòso e l’esplicito dal lat Plùmbeo cui Plumbaginacee (Famiglia
botanica, Classe Dicotiledoni) dal lat PLUMBAGO piombaggine, Plumbàta
“sorta di ant freccia romana, con coda di piombo” altrimenti indicata con
Barbetta di Marte.
Piòmbi è il nome delle famigerate carceri della Serenissima, che ospitarono
il Casanova.
Direttamente dal gr MOLYBDOS, l’ital conta Molibdèno e Molibdenìte
(suff ITE mer minerali).
Mòli o Mòly è invece una sorta di erba magica citata da Omero nell’Odissea,
che corrisponderebbe ad una sorta di aglio selvatico; dal gr MOLY è vrs una
certa connessione fig con MOLYBDOS.
\ Terraglio Terrazza
Terràglio, semant “terreno accumulato”, è il toponimo nell’ant e bellissimo
viale (almeno lo era ai tempi di Goldoni) che unisce Treviso a Mestre
Venezia.
398
Terràzza, oltre al significato comune, è la porzione di terra resa coltivabile,
bonificata sui pendii montani e collinari. Le terrazze (di un edificio
residenziale) erano in voga negli anni post-bellici, a diffusione centrosett,
quali eleganti luoghi di ricevimento d’alta borghesia e di artisti; ma le più
popolari terrazze sono state negli anni sessanta le discoteche casalinghe di
un’intera generazione di ragazzi, con maggiore proliferazione centro-mer,
merito dell’architettura prevalente.
\ Suffisso OIDE
Metallo
Il suff OIDE è dal gr (O)EIDES somiglianza, apparenza tratto da EIDOS
forma-aspetto, cui Metallòide dal lat METALLUM, Antropòide dal gr
ANTHROPOS uomo, Cellulòide dal franc CELLULOID vale aspetto di
cellulosa, Intellettualòide, lat INTELLECTUALIS da INTER LEGERE
saper scegliere bene (tra…); un famigerato metalloide è il Polonio 210,
letale, prepotentemente alla ribalta terroristica negli ultimi del 2006.
Il gr OEIDES è connesso con EIDESIS conoscenza e con EIDOS figura cui
Eidètico “facoltà mnemonica della percezione visiva” cui la locuzione
Immagine eidetica questa snm di Eidetìsmo “capacità di avere immagini
nitide ed esatte di cose viste nel passato”, termine in alternativa alla
locuzione glb franc Deja vu “Già visto”; eppoi i neologismi del XX sec quali
il televisivo Eidofor-èidofor o Eidophor-èidophor (marchio registrato con
PHERO io porto), l’informatico Eidomàtica con Eidomàtico, il termine
topografico Eidotìpo “schizzo qualificato”.
Il percorso conta ancora il prefissato Paraeidolìa “illusione che una pietra
allo stato naturale richiami tratti umani o animali” con PARA pressoaccanto-simile.
Il suff ital OIDE dal gr OEDIDES è equivocabile con il sostantivo gr OIDO
canto da AEIDEN cantare; si potrebbe pensare ad una loro connessione fig,
poiché ciò che assomiglia è echeggiante ossia risonante.
Metàllo dal lat METALLUM è d’origine preindoeur cui Metàllo con
Metàllico, Metallòide, il giovane seguace Metallàro degli anni 80 del XX sec
(abbigliamento e modo d’essere) ispirato alla locuzione ingl HEAVY
METAL rock duro questo complanare con il glb Hard rock, Metallescènte
con Metallescènza, il chimico Metallìna, Metallìsmo con Metallìsta
(sostenitori della moneta metallica), Metallizzàre con Metallizzàto con
Metallizzaziòne i composti Metallìfero, Metallurgìa con Metallùrgico e
Metallurgìsta (col suff URGIA dal gr ERGON lavoro), eppoi
Metalmeccànico, infine un pref METALLO per composizioni quali
Metalloceràmica, Metallocromìa, Metallofagìa, Metallofobìa “avversione
per i metalli”, Metallofonìa, Metallografìa con Metagràfico e Metallògrafo,
Metalloproteìna,
Metallorgànico,
Metalloscòpio,
Metalloterapìa,
Metallotermìa.
\ Cellulosa
Cellulòsa o Cellulòsio, con Cellulòsico, Cellulòide, dal franc CELLULOSE
già lat CELLULA dim di CELLA dispensa (nel senso di nascondere),
connesso col gr KOILOS incavo cui il lat CELARE velare di rad KEL
nascondere (omn di KEL-KOL elevare), il percorso ital Celàre con Celàto,
399
Celòma (cavità) con Celomàtico, Celomodòtto (il suff vale “condotto”),
Cèlla, Cellàio, Celleràrio, Cellière, Cèllofan o Cellofàn e Cellofàne
(adattamento dal marchio Cellophàne registrato nel XX sec) con il prefissato
Incellofanàre, Cèllula (piccola cavità), Cellulàre questo oggi anche per
“telefonino mobile”, Cellulìte (pref med ITE) col snm-omn Cellulìte (pref
scientifico ITE), Cellulòso.
\ Stando alle conclusioni scientifiche dell’ISS (acronimo di Istituto Superiore della
Sanità), le cellule femminili s’evolvono verso l’invecchiamento, diversamente da
quelle maschili (stereostipate) che corrono verso la morte programmata. Questione
d’intelligenza sensibile.\
Di tema KEL-KOILOS si conterebbe ancora il gr KELASTROS cui
Celàstro “sorta di pianta sempreverde” con Celastràcee (la Famiglia), il gr
KELEBE cui Celèbe “vaso di ampie dimensioni a largo cratere”.
Il lat conta OCCULERE nascondere, svoltosi dal prefissato OB CELARE
(con OB rafforzativo) vale più che velare cui Occultàre con Occultàbile,
Occultamènto o Occultaziòne e Occultatòre, Occùlto con Occultèzza,
Occultìsmo, Occultìsta, Occultìstico.
Fuori percorso Celàta sintesi della locuzione lat CASSIS CAELATA elmo,
quindi sta fig per “provvisto di cielo”, Celòstata o Celòstato, termine
astronomico composto con il lat COELUM cielo e il suff gr STATES o
STATOS che ferma-stabile (Ved Statua in Lampo…), questo rintracciabile
in composizioni quale Termòstato con Termostatàre e Termostàtico col snmomn Termostàtico (luogo a temperatura costante). Fuori percorso ancora
Cèlia “scherzo”, con Celiàre e Celiatòre, che pare derivi da Celia, il nome di
un personaggio da commedia del sec XVII.
Il percorso da KEL nascondere prosegue con Cìglia e Cìglio da CILIUM
palpebra (questa, infatti, se è chiusa cela l’occhio) cui Ciliàre con la
locuziione Corpo ciliare, Ciliàti (Classe di Protozoi) eppoi Cipìglio (da SUR
CIPILIUM sopracciglio) e l’aferetico Pìglio, eppoi Sopraccìglio (plur
Sopraccigli anche Sopracciglia) o Supercìlio dal lat SUPERCILIUM con
Superciliòso “altezzoso” e Sopraccigliàre o Sopraciliàre.
\ Pare che il corrugare le sopracciglia possa scatenare una crisi di emicrania \
Il lat CINNUM margine, sponda, interconnesso fig con Ciglio, questo quale
“orlo della palpebra”, s’è svolto in CINNUM battito di ciglia cui Cìglio
“orlo-margine” eppoi Cènno col denm Cennàre svoltosi in qualsiasi gesto di
richiamo e il prefissato Accennàre cui il devb Accènno, il Pp Accennàto e
Suaccennàto (composto con SU “sopra”).
Dalla rad KEL il lat conta CLAM di nascosto cui CLANDESTINUS inc con
INTESTINUS e l’ital Clandestìno con Clandestinamènte, Clandestinità e
Clandestinizzàto.
Colòmbo, snm di Piccione, appartiene al rad KEL questo svoltosi fig da
nascosto in scuro cui il gr KELAINOS nero; da qui il gr KOLYMBOS cui il
lat COLUMBUM, il percorso ital Colòmba, Colombàccio e Colombèlla
“sorta di columbide” questo anche in senso fig, Colombàia o Colombàra o
ancora Colombàrio, Colombeggiàre snm di Tubare, Colòmbidi o Colùmbidi
(la Famiglia), il relativo Colombìna che assume molteplici significati anche
fig quali “concime, sorta di pietra cui Pietra colombina, sorta di mela e di
400
fungo, focaccia a forma di colomba, sorta di antipasto caldo; eppoi sorta di
razzo per fuochi d’artificio”, l’aggettivo Colombìno fig relativo al colore
dell’uccello cui il valore di “maculato-puro” o alla forma cui il patologico
Petto colombino e la locuzione per ceramiche Vaso a colombino (costruito
dal basso verso l’alto con rotoli di argilla preparati); eppoi i prefissati
Colombicoltùra con Colombicoltòre, Colombifòrmi o Columbifòrmi,
Colombòfilo. Il Colombogràmma, termine archiviato, è il messaggio inviato
tramite il Colombo viaggiatore su modello di Cablogramma, Telegramma…
Una mutazione volg lat di COLUMBUM in PALUMBUM, cui il mer
Palummo e il fig Palomma “sorta di focaccia pasquale” snm di Colomba
pasquale o Colombina, l’ital conta in complanare Palòmba con Palòmbo,
Palombàccio e Palombèlla. Palummèlla, fig, è anche una sorta di albicocca
e, nel napoletano, sta per una cantilena fatta volare dall’esterno indirizzata ai
carcerati, per aggiornarli sugli accadimenti famigliari o d’altro.
Nella terminologia navale, Colòmba sta per “chiglia di legno” vrs connesso
col significato di “nascosto” attraverso il gr KOLYMBAO m’immergo (mi
nascondo), cui Colombière e Colòmba “sorta di vela” con la locuzione Vela
di colomba ma da un significato attestatosi in enantiosemia. Ancora
mantenendo la connessione col significato gr KOLYMBOS m’immergo, la
mutazione COLUMBUM-PALUMBUM ha prodotto l’omn Palòmbo “sorta
di squalo dei Carcarinidi” e Palombàro attraverso il lat tardo
PALUMBARIUS questo svoltosi fig in “sparviero” dalla proprietà
d’immergersi per raggiungere la preda.
Fuori percorso Colòmbo “sorta di pianta rampicante” omologismo di genesi
del Monzabico, eppoi, in un certo modo virtualmente connessi tramite la
cognonomastica, Colombàna “sorta di uva bianca” con Colombàno “il
vitigno” relativi al toponimo S. Colombano, Colombiàno (omn di
Colombiano della Colombia) relativo a Cristoforo Colombo (1461/1506), in
spagnolo Cristobal Colon, cui la locuzione Celebrazioni colombiane; eppoi i
termini Colùmbia “sorta di pesce” e Colombìte o Columbìte (suff scientifico
ITE) questo nome di un minerale, tutti relativi a Colombia poeticamente
“terra scoperta da Colombo”, omn di Colombia lo stato americano cui
l’etnico Colombiàno omn di Colombiano da C. Colombo.
Per la storia, fu il marinaio della Pinta, Rodrigo De Triana, che alle due di
notte di quel famoso 10 ottobre 1494 avvistò terra.
Il lat conta lo specifico NUERE far cenno, da rad NEU cenno, cui Nèuma
inv dal gr NEUMA cenno con Neumàtico, Nùme “divinità”, meglio plur
Nùmi (contesto politeistico), da NUMEN cenno del capo. ordine per volere
della divinità cui Numinòso, il prefissato Annuìre da ANNUERE (col pref
AD) con Annuènza, ed ancora Nùnzio dal lat NUNTIUS messo-messaggero
già NOUNTIOS cui NUNTIARE e, col fenomeno della lenizione,
Annunziàre o Annunciàre da ADNUNTIARE, Annunziaziòne o
Annunciaziòne da ADNUNTIATIO ADNUNTIATIONIS, l’onomastico
Annunziata con Nunziata e l’ipocoristico Nunzia-Nunzio in riferimento
all’Annunciazione (Madonna Annunciata), eppoi Annunziatòre e Annùnzio
o Annunciatòre e Annùncio tutti prefissati con AD; termine curioso è
Annuncìte assegnato ad un politico, o chi per esso, incline a produrre
401
continui annunci.
ancora, Denunziàre e Denùnzia o Denunciàre e Denùncia col pref DE e sta
per “dichiarare apertamente”, Enunziàre o Enunciàre, Enunziatìva e
Enunziatìvo o Enunciatìva e Enunciatìvo, Enunziàto o Enunciàto,
Enunziatòre o Enunciatòre da EX NUNTIARE; eppoi Preannunziàre o
Preannunciàre col doppio pref PRAE prima, Prenunciàre, Pronunziàre o
Pronunciàre questo col pref PRO davanti cui il devb Pronùnzia o Pronùncia
ed ancora Pronunciàbile o Pronunziàbile con Pronunciabilità o
Pronunziabilità, Pronunciatòre o Pronunziatòre e Pronunziaziòne o
Pronunciamènto con Pronunciatòre e Pronunciaziòne, Pronunciàto o
Pronunziàto questo anche fig “sporgente”, infine l’iterativo Riannunciàre
con Riannunziàre, Rinunziàre-Rinunciàre col pref RI d’inversione nel senso
di non più annunzio. Da inserire la cognomastica D’Annunzio cui
Dannunzieggiàre “atteggiarsi come G. D’annunzio” il noto poeta e scrittore
(1863/1938).
La lenizione della z in c allontana il percorso lemmatico dall’origine lat
NUNTIUS - ADNUNTIARE (pron nunzius - adnunziare).
L’ant percorso di semantica divina NEU-NUMEM è stato omologato nel
cristianesimo, quali Annunciazione dell’Arcangelo a Maria ed il Nunzio
apostolico.
\ Festa Ferie Feriale Ferale
La domenica è un giorno festivo, diverso cioè da un giorno feriale, ma è
anche un giorno di ferie. Pare un gioco di parole, ma non lo è. Fèsta, con
Festaiòlo o Festaiuòlo, Festànte da un ant Festàre “festeggiare”, Festìvo o un
desueto Fèsto, con Festività, Festòne col denm Festonàre, Festonàto e
Festonatùra, Festòso con Festosità viene immutato dall’aggettivo lat FESTA
fem di FESTUS dalla locuzione DIES FESTA giorno festivo cui ancora
Festeggiàre con Festeggiamènto, Festeggiànte. Il termine Fèstival, o
Festivàle, con Festivalière o Festivalièro, giunge inv dall’ngl FESTIVAL già
franc ant FESTIVAL dal lat medv FESTIVALIS DIES giorno festivo, cui gli
ital Festival della canzone di Sanremo e Festival di Spoleto.
Il termine Festùca “fuscello di paglia-sorta di pianta erbacea” dal lat
FESTUCAM non possiede una etim certa ma nulla vieta di porlo in
connessione con Festone nel senso di decorazione.
L’origine del termine Festa è il derivato di un antichissimo FESIAEFASNOM tempio, poi svoltosi in FANUM. FESIAE, nel lat tardo era
divenuto FERIA giorno festivo, cui il corrente Fèrie che vale “giorni di
vacanza, festivi”, il composto Ferragòsto dalla locuzione Ferie di agosto,
con il relativo Ferragostiàno, e Fièra (omn di Fiera “feroce”) dal lat volg
FIERA da FERIA cui, in locuzione dove il termine è associato ai
festeggiamenti per un santo, quale Fiera di S. Lucia, legato alla città dove si
svolge quali Fiera di Bari o Fiera del Levante, Fiera di Milano, oppure
legato ad una attività quali Fiera dell’agricoltura, Fiera del libro questa, la
più famosa, ricorre a Torino dal 1948.
Il gr conta HEORTE festa cui Eortologìa “lo studio della programmazione
delle feste religiose”.
\ La festività del Ferragosto pare sia il ricordo di una ant ricorrenza liturgica per la
402
Grande Madre, divinità italica \
Con l’avvento del cristianesimo, però, il calendario eccl chiama FERIA
prima, seconda, terza… i giorni della settimana (in riferimento alla festività
delle ricorrenze dei santi). Giorni feriali, allora, sono divenuti i giorni della
settimana diversi dalla festa della domenica o d’altri giorni festivi. Il franc è
tuttavia rimasto fedele alla formula JOURS FERIES giorni festivi.
Pertanto, il termine Feriàle che sta per “lavorativo” s’è svolto in
enantiosemia dallat FERIAE giorno di riposo.
Feràle, che vale “funesto, che porta morte”, dal lat FERALIS attinente alla
morte, non è altro che un lemma connesso a FERIA quale vacanza, nel
significato di cerimonia funebre, partecipando alla quale si salta il lavoro o
la normale attività.
\ Gruppo letterale GMA Cosa
Dal greco, l’italiano ha ereditato i termini gutturali (Ved Gli…), i quali,
transitando, come al solito, dal lat, si sono addolciti; è anche il caso del
gruppo GMA in MMA.
Dògma (Dòmma), inv dal lat e dal gr DOGMA questo da DOKEO ritengo, il
termine era valso, via via, Parere, Opinione, eppoi Decisione: la religione
cattolica l’ha semant in “verità indiscutibile” da parte dei fedeli cui
Dogmàtica con Dogmàtico, Dogmatìsmo – questo contrario di Relativismo e Dogmatizzàre in complanare con Dommàtica, Dommàtico, Dommatìsmo e
Dommatizzàre e il prefissato Sdogmatizzàre con Sdogmatizzaziòne.
Enìgma (Enìmma), dal lat AENIGMA, dal gr AINIGMA, questo nome di
strumento del verbo AINISSOMAI parlo oscuro, cui Enigmaticità,
Enigmàtico, Enigmìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO,
qui da un sottinteso Enigmismo non linguistico), Enigmìstica, Enigmìstico, i
composti Enigmografìa, Enigmologìa, in complanare con Enimmaticità,
Enimmàtico, Enimmìsta, Enimmìstica, Enimmìstico, Enimmografìa mentre
per Enigmologia si preferisce solo questa versione.
\ L’Enigma di Newton – il calcolo della velocità di un proiettile sottoposto
all’attrito della forza di gravità e della resistenza dell’aria – sarebbe stato
risolto, dopo 350 anni, da uno studente d’origine indiana.\
Màgma, inv dal lat, questo ancora inv dal gr MAGMA da MASSO impasto
cui Magmàtico e Magmatìsmo. Paradìgma, inv dal lat, dal gr
PARADEIGMA modello, ciò che è posto a confronto cui Paradigmàtico.
Pragmàtica, Pragmàtico o Prammàtico con Pragmaticìsmo, Pragmatìsmo con
Pragmatìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO) e
Pragmatìstico o Prammatìsmo con Prammatìsta e Prammatìstico, dal lat
PRAMMATICUS, dal gr PRAGMATIKOS relativo ai fatti, da PRAGMA
fatto. Sìgma dal gr SIGMA diciottesima lettera dell’alfabeto omologata nella
S latina, cui Sigmàtico con Asigmàtico (pref A negativo), Sigmatìsmo
“pronuncia imperfetta delle lettere sibilanti” volg indicato con Zèppola,
Sigmoidèo cui Sigmoidìte (col suff OIDE somiglianza, infiammazione della
porzione di colon conformata ad S e indicata appunto con Sìgma, col doppio
suff medico ITE ) e Sigmoidoscopìa inclusi i composti Rettosigmoidìte e
Rettosigmoidoscopìa (con Retto “. Sintàgma inv dal gr SINTAGMA
composizione (SYN insieme e TASSEIN ordinare), con Sintagmàtico, in
403
percorso con Sintàssi, Sintàttica e Sintàttico da SYNTATTO metto in
ordine. Stìgma o Stìmma dal lat inv STIGMA punto-marchio, cui Stìgmate
(Stìmmate o Stìmate o ancora Stìmme e Stìmite), Stigmàtico (Stimmàtico)
con Stigmatìsmo, Sigmatizzàre o Stimmatizzàre o Stimatizzàre e
Stigmatizzaziòne o Stimmatizzaziòne, il prefissato Astigmàtico con
Astigmatìsmo (A privativo) cui il doppio prefissato Anastigmàtico e
Anastigmatìsmo (AN privativo); Stìgma è anche una ant variante grafica in
uso nel greco e Prostìgmati (pref PRO) indica il raggruppamento di acari.
Dal ted si conta un glb Stimmung disposizione d’animo attraverso STIMME
voce-risonanza che vale quale marchio.
\ Un aspetto dell’Arte concettuale è la Mail-Art, cui Mail-artist e l’adattamento ital
Mailartìsta, diffusa in ambito internazionale dal 1962 grazie all’intuito dell’americano
Ray Johnson il quale spediva per posta i propri lavori in tutto il mondo. Il successo fu
tale che sarebbero divenuti oggetti artistici anche franccobolli e timbri. L’evoluzione
con il computer, strumento di Internet, rende oggi Mail-Art un autorevole
espressionismo artistico, da accostare all’Omologismo. Nel nuovo millennio, la
International Mail-Art Call “Chiamata internazionale via mail degli artisti” s’affida al
concetto dello Stigma sociale, ovvero il “marchio sociale”, il principale veicolo delle
discriminazioni e dei pregiudizi. Tra gli esponenti italiani della generazione Mail-Art,
emerge Tiziana Baracchi nel Veneto e Luigi Starace in Puglia, questo giornalista
scientifico ed esperto laureando in psichiatra.\
Zèugma, inv dal gr ZEUGMA giogo (sottomettere), con Zeugmàtico,
assimilabile alla Sillessi; è una figura retorica che vale il porre diversi
termini alla dipendenza di un solo verbo, ma se non è usata in una
convincente retorica - poesia o prosa - l’espressione può essere additata
quale errore: “mangiare cacio e vino”, invece di “mangiare cacio e bere
vino”. Dante ha composto \\ parlare e lagrimar vedrai insieme\\; ha posto alle
dipendenze del verbo “vedere” anche il “parlare”, il quale può essere solo
ascoltato, sentito, udito. In assenza di tale figura retorica avrebbe dovuto
scrivere “udrai parlare e vedrai lacrimare insieme”; una forma particolare di
Zeugma è la Costruzione ad sensum, questa una locuzione, parzialmente in
lat, che indica una figura retorica per cui ad un termine sing, ma di valore
plur (collettivo), viene affiancato un verbo in forma plur “ Stormo di uccelli
che si dispersero all’orizzonte”.
Zeugìta era in origine il possessore di una paio di buoi al giogo, poi passato
a indicare nell’ant Atene l’appartenente a una classe sociale di piccoli e medi
proprietari terrieri. Apozèugma “aggiogamento” col pref APO, vale invece
la figura retorica per cui più parole dipendono da più verbi quando invece
potrebbero dipendere da un unico; l’apozeugma ha valore poetico ove
l’autore intenda far assumere ai verbi delle sfumature semantiche, altrimenti
si rischia un banale pleonastico.
Zeugma (col valore di “Congiunzione”) è anche il toponimo di un’ant città
della Siria.
Ma quale potrebbe essere l’ant significato del gruppo GM-A, filo conduttore
di questi termini? Avrebbe forse il valore di un termine generico, come
l’italianissimo Còsa, questo dal lat CAUSA, che dal primitivo significato di
affare è diventato un generico “Che cosa dici” sovente utilizzato quando ci
sfugge o non conosciamo una precisa definizione “Prendi quella cosa, Vai a
404
cosare” sino all’assurdità “Il coso di quella cosa non lo coso”. Solo così si
potrebbero intendere Dogma “cosa, ciò che è indiscutibile”, Enigma “cosa
oscura”, Magma “impasto di varie cose”, Paradigma “cosa posta a
confronto”, Pragmatico “relativo a cose”, Sigma “cosa dell’alfabeto”,
Sintagma “cose a posto”, Stigma “cosa che marchia”, Zeugma “tante cose
sotto un unico verbo”… il termine Eccètera, è in pratica un plur di Cosa,
abbreviato Ecc o Etc, dal lat ET CETERA e tutte le altre (cose), connesso
col pref ETERO. Il termine Cosa, però, fa venire in mente il tema Uso-Oso
usato in suff dalla locuzione A iosa, e nulla vieta di tradurre il termine
Eccetera come l’ipocoristico di CETERA A IOSA, ovvero, C (ETERA A I)
OSA altre di tante. Da ricordare che la locuzione Che cosa è indiscindibile
sia nelle interrogazioni dirette sia indirette: “Dica che cosa vuole – Che cosa
è accaduto?”
\ La semantica originale di Cosa, quale “affare”, ricompare nella famigerata e mafiosa
Cosa nostra “affari nostri” , alias Cupola, il cui capo storico fu Michele Greco detto “il
papa”processato nel 1986.\
Termini di genesi greca in cui s’evidenzia il gruppo letterale GM, l’ital conta
ancora Apoftègma dal APOPHTHEGMA “detto memorabile” devb di
APOPHTHENGOMAI “dire in maniera concisa”, in percorso con
Epiftegmàtico “ritornello” (pref EPI). Brègma inv da BREGMA (punto del
cranio che nel neonato non è ancora ossificato). Cherìgma con Cherigmàtico
da KERYGMA predicazione. Dìma “sagoma” dal gr DEIGMA esempioprova cui ver il composto tecnico Dimàfono con Dimafonìa. Epifràgma o
Epifràmma “formazione mucosa” da EPIPHRAGMA coperchio con
PHRAGMA ostruzione prefissato EPI in percorso con Diaframma. Epitàgma
inv dal gr EPITAGMA truppe di riserva con TAGMA ciò che è ordinato, in
percorso con i moderni coniati Tagmèma e Tagmèmica (XX sec) quali
termini linguistici su modello di Fonema. Mìgma (termine della geologia)
inv da MIGMA mescolanza, connesso con MAGMA da MASSO impasto,
cui Migmatìte (pref ITE per minerali). Sinallàgma da SYNALLAGMA
accordo (prefissato SYN insieme) con Sinallagmàtico. Smègma “secrezione
anatomica intorno ai genitali” inv da SMEGMA unguento da MASSO
impasto e quindi connesso con MAGMA e MIGMA.
Inoltre, Borborìgmo, attraverso il franc BORBORYGME dal gr
BORBORYGMOS gorgoglio addominale d’origine onomatopeica,
Nistàgmo da NYSTAGMOS sonnolenza con Nistàgmico, Pegmatìte da
PEGMA “roccia eruttiva” da PEGMA condensazione, Pigmèo da PYGME
cubito ossia “alto come un cubito” cui una corruzione obsoleta in Pimmèo. Il
pref SFIGMO da SPHYGMOS pulsazione-polso, cui Sfìgmico, i composti
Sfigmografìa con Sfigmografo, Sfigmomanòmetro, Sfigmòmetro.
\ Causa Accusa
Dal lat CAUSA cagione-colpa, l’ital conta nel percorso Càusa, Causàle,
Causàre, Causatìvo. Causa, con un normale passaggio del gruppo au in u,
prefissato AD allativo si muta in ACCUSARE cui l’inv Accusàre con
Accùsa, Accusàbile e Accusabilità, Accusàta, Accusatìvo sia aggettivo che
sostantivo dal lat ACCUSATIVUS ciò che è causato e nella declinazione è
dalla locuzione lat ACCUSATIVUS CASUS, Accusàto Accusatòre,
405
Accusatòrio, l’iterativo Riaccusàre, prefissato RE di movimento inverso
diventa RECUSARE cui l’inv Ricusàre o Recusàre con Ricùsa o Recùsa,
Ricusàbile o Recusàbile e Ricusaziòne o Recusaziòne, prefissato EX si ha
EXCUSARE togliere la colpa cui Scusàre con Scùsa, Scusàbile con
Scusabilità, Scusànte, Scusàto e Scusatòre, gli obsoleti Escùsa, Escusàbile,
Escusàre, Escusatòrio, Escusaziòne o Iscusaziòne e Scusaziòne.
In gr AITIA vale causa cui il pref AITIO adottato in ital con ETIO o EZIO
cui in complanare Etiologìa con Eziologìa, Etiològico con Eziològico,
Etiopatogènesi con Eziopatogènesi, Etiotropìsmo con Eziotropìsmo,
Etiòtropo con Eziòtropo.
Attraverso il franc ETIOLER far deperire e scolorire una pianta
(mantenendola al buio) si ha invece l’omologismo Etiolamènto con
Eziolamènto, Etiolàto con Eziolàto, vrs da interpetrare “a causa del suo
mantenimento al buio”.
METRO METROPOLITA METROPOLITANA
METRO
*Mètro è dal lat METRUM, già gr METRON misura, con i derivati
Metràggio attraverso il franc METRAGE, Metratùra, il poetico
Mètrica e Mètrico (nel significato rad di “misura”) cui Polimetrìa
con Polimètrico e Polìmetro (pref POLI molti) eppoi con il composto
Prosìmetro (con Prosa sta per “elaborato che alterna prosa e poesia”),
i composti col pref-suff METRO quali Metrologìa, Metrònomo, il
verso poetico gr Esàmetro (con HEX sei) “di sei piedi”, (il popolaregiornalistico Riccòmetro questo introdotto dal 1998 che sta pere ISE
questo acronimo di Indicatore Situazione Economica, Vùmetro
“strumento per Alta fedeltà” e il suff METRIA per una numerosa
serie di composizioni da Acidimetrìa a Micrometrìa.
Per la fisiologica scomparsa della metrica quantitativa (successione
di sillabe brevi e lunghe), portante ritmica della poesia classica, la
poesia moderna si è ripiegata sul ritmo accentuativo, in altre parole
sul numero degli accenti - principali (ictus) e secondari - da porre o
liberamente o su predeterminate caselle sillabiche. Da questo, oggi,
per Metrica dovrà intendersi esclusivamente il numero delle sillabe
per ogni verso (...senario, settenario...endecasillabo...).
Metrofobìa indica avversione o addirittura odio per la poetica.
Dalla locuzione gr METRIKE-TEKHNE tecnica della misura, per
accezione relativa al RYTHMOS ritmo-successione poetico, si ha
Mètrica, con Metricìsta (suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO, qui da un sottinteso Metricismo non linguistico), Mètrico,
Metricologìa e Metricòlogo, il prefissato Dimètrico (con DI dal gr
DIS due volte) “che ammette due diverse unità di misura”.
Eppoi gli strumenti Baròmetro con Baromètrico (Ved Isobara in
Tela…), Galvanòmetro (in onore di L. Luigi Galvani), Termòmetro 1
406
con Termomètrico.
L’ital conta termini di competenza oculistica quali Ametropìa questo
la composizione del gr METRON con OPIA “vista” e suff A
privativo, Autorefrattòmetro questo con il lat REFRACTION
rifrazione.
\ L’autrice del noto romanzo gotico “Frankenstein”, Mary Wollstone Shelley
(1797/1851), cui alcune versioni cinematografiche horror di successo s’è ispirata agli
esperimenti sull’elettricità compiuti da Luigi Galvani per scenografarne la storia. \
1
Un prototipo di termometro “ad acqua” era già nato con Galileo e successivamente
con S. Santorio che lo fornì di scala numerica. Lo strumento era allora chiamato
Termòscopo. Il Termometro già in via moderna è un’invezione di D. G. Fahrenheit del
1714.
Le scale termometriche adottate sono Scala Reaumur (0° fusione del ghiaccio – 80°
ebollizione dell’acqua) in onore dello scienziato franc R. A. Rèaumur (1683/1757),
Scala Fahrenheit dal 1892 nei paesi anglosassoni (32° fusione del ghiaccio e 212°
ebollizione dell’acqua) in onore del ted G. D. Fahrenheit (1686/1736), Scala Celsius
già adottata nel 1987 e destinata ad essere l’unica (0° fusione del ghiaccio – 100°
ebbollizione dell’acqua) in onore dello svedese A. Celsius (1701/1744).
METROPOLITA
Dal lat immutato, Metropolìta discende dal gr METRO-POLITES
cittadino della città madre e risulta composto con METRA uteromadre e POLITES cittadino questo da POLIS POLEOS città, cui
Metropolìtico. Metròpoli, infatti, è città madre di suburbi e frazioni.
Nella chiesa orientale, il Metropolita è (arci)vescovo di più diocesi.
Esplicito dal gr METRA utero-madre di rad UT l’ital conta
Metralgìa o Metrodinìa (il primo col gr ALGOS dolore e il secondo
con il snm gr ODYNE dolore), Metrìdidi (Famiglia di Malacoattinie
), Metrìte (suff ITE per “infiammazione”), Metropatìa, Metroptòsi
(patologia, col gr PTOSIS caduta), Metrorragìa (col suff dalla rad
REIK rompere cui il gr RHAGIA rottura, come in Emorragia),
Metròssìlo questo col gr METRA madre e KSYLON legno e vale
“midollo” quindi “madre del legno”, Metrotomìa.
Da POLIS POLEOS città viene Polìade (omn di Poliade da POLI
molti) l’attributo divino che oggi sta per per santo patrono della città,
Polìste questo la vespa che costruisce il nido dal gr POLISTES
costruttore di città, eppoi Polizìa dal lat POLITIA già gr POLITEIA,
cui Poliziòtto, Polizièsco, la locuzione Polizia giudiziaria, gli
ellittici Criminalpòl dalla locuzione Polizia criminale e Interpòl da
Polizia internazionale attraverso l’ingl INTERNATIONAL
POLICE; eppoi il prefissato Pròpoli “benefico per l’uomo”(pref PRO
a favore e POLI fig per gli uomini) la composizione Poleografìa con
Poleògrafo il cui pref è derivato dal genitivo POLEOS. Fuori
percorso il termine Poliziàno, questo relativo a Castellum
Politianum, toponimo medv di Montepulciano; vieppiù, pseudonimo
del poeta Agnolo Ambrogini (1454\1494). In Inghilterra e in Irlanda
407
il magistrato storico di una contea, con funzioni di polizia, è
chiamato SHERIFF già SCIR GEREFA ovvero il magistrato
(GEREFA) della contea (SCIR); divenuto oggi una qualifica
onorifica, sopravvive a pieno titolo negli S.U. (di Western memoria).
L’ital, pur non avendolo adottato ufficialmente, ne ha fatto
l’omologismo Scerìffo.
Discendenti dal gr METRA utero, che è metaf la madre per
eccellenza, e riadattati per esigenze linguistiche, ritroviamo il lat
MATER cui l’ital lenito in Màdre dall’accusativo MATREM, l’ingl
MOTHER, il franc MERE, il ted MUTTER.
Nel percorso di MATER, derivati e composti, l’ital conta Matèrno,
Màtre (una variante di Madre), Matriàrca, Matriarcàle, Matriarcàto,
Matrìce con Matriciàle da MATRIX MATRICIS (anche con valore
di Utero) col dim Matrìcola cui Matricolàre, Matricolàto e
Matricolaziòne con il botanico Matricàle snm di Partenio dalla
locuzione MATRICALIS HERBA “erba terapeutica per l’utero” cui
ancora Matricària, Matricària, il fig Matricìno (zoologia e botanica)
con Matricinàto e Matricìno, Matrìgna con Matrignàle e
Matrignèsco, Matrilìneo con Matrilineàre e Matrilinearità,
Matrilocalità (dove vige la consuetudine matriarcale), Matrimònio
con Matrimoniàbile, Matrimoniàle, Matrimonialìsta suff ISTA di
collegamento ad un mestiere, in omn col suff ISTA di collegamento
ai sostantivi in ISMO) e Matrimonialmènte, il fig Matriòsca o
Matriòska attraverso il russo MATRESKA, Matrizzàre, Matròna dal
lat MATRONAM su calco di PATRONUS patrono con Matronàle
da MATRONALEM, Matronàlia 1, Matronèo, Matronimìa con
Matronìmico (nell’onomastica è il nome derivato da quello della
madre, in concorrenza con Patronimico), il fig medico Matronìsmo
(sorta di obesità delle bambine); fuori percorso Matràccio (sorta di
recipiente di vetro usato in chimica) omologismo dal franc
MATRAS, fatta salva una ant connessione fig nel senso di
“recipiente-madre” il cui contenuto viene versato in tanti contenitorifigli, altrimenti detto Beuta. Dal termine italianizzato Madre, sovente
in complanare, l’ital conta invece i composti Madrecicàla (spoglia
della metamorfosi), Madrefòrma (da getto), Madreggiàre, ancora i
composti Madrelìngua, Madrepàtria, Madrepèrla con Madreperlàceo
e Madreperlàto.\ Le vecchie fiches dei casino erano in madreperla \. Il percorso
prosegue in Madrepòra (celenterato, col gr POROS poro) con
Madreporàri (il Sottordine), Madrepòrico (geologia e biologia) e
Madreporìte (suff ITE per minerale), Madresèlva, Madrevìte,
Madricìno, il poetico Madrigàle (lenizione della c in g, da Matricale
“appartenente alla matrice” ossia un “derivato”) o Madriàle con
408
Madrigaleggiàre, Madrigalèsco, l’ironico Madrigalèssa coniato da A.
F. Grazzini (1503\1584), Madrigalìsmo, Madrigalìsta e
Madrigalìstico, Madrìgna, Madrìna svoltosi da Matrina con
Madrinàggio e Madrinàto; la coincidenza vuole che nel percorso
degli alieni di MATER si conta l’omologismo Matràccio dal franc
MATRAS, qui invece si conta Madràs o Màdras “sorta di tessuto di
cotone” relativo al toponimo ind MADRAS. Altro alieno è Màdrasa
“sorta di convitto” omologismo dall’ar DARASA studiare.
METRA utero-madre è dal rad indoeur UT cui Utero-ùtero e Uterìno
e il prefissato Endomètrio (pref ENDO dentro) cui Endometriàle,
Endometriòsi (suff medico OSI), Endometrìte (suff medico ITE); il
lat conta UTER col genitivo UTRIS otre, già gr HYDRIA, cui il dim
Utèllo piccola otre e il percorso Otre-òtre, Otricèllo, Otricolàre,
Otrìcolo (dal dim lat UTRICULUS), vrs connessi alla rad UT di
Utero; la mutazione della u in o è relativo al fenomeno linguistico
del normale passaggio. Dall’ar QIRBA otre, l’ital conta
l’omologismo Ghìrba.
\ Demetra Ctonia, la dea sotterranea, era per i greci la dea materna della Terra, figlia
di Crono e di Rea, il cui tempio fu fondato a Ermione da Ctonia insieme al fratello
Climeneo, figli di Foraneo. Il nome di Ctonia riappare nella mitologia ancora come
discendente di Efesto (Vulcano) e Gaia (Gea) o figlia di Colontade con storie diverse.
Demetra era talvolta identificata con Damia, altra divinità greca, cui DAMIANOS
discendente, figlio di Damia con l’onomastico Damiano.\
Il gr, distanziandosi dalla misticità di METRO utero-madre, conta
l’anatomico snm HISTERA utero cui il pref ISTERO in Isterografìa,
Isterologìa, Isteroscopìa, Isterotomìa con Isteroannessiectomìa; il
termine composto Isterosalpingografia è con il lat SALPINGEM
tromba cui l’ital Salpìnge “tromba quale struttura anatomica” e i
derivati composti Salpingectomìa, Salpingìte, Salpingografìa,
Salpingoplàstica. Isterologia, ancora, è l’omn in riferimento al gr
HYSTERON posteriore. Dall’aggettivo HYSTERIKOS uterino,
nella credenza che l’utero fosse la causa delle crisi della donna, l’ital
conta Isterìa con Istèrica, Istèrico con Antistèrico ed Isterìsmo;
addirittura, in relazione ai movimenti scenici, che ricorderebbero
quelli isterici, il lat, quale eredità etrusca, chiama HISTRIO l’attore,
cui Istriòne, Istrionèsco, Istriònico, Istrionìsmo e fig Istèridi
(Famiglia d’insetti).
Dal volg Fregna o Frigna che sta per “Utero” o “Vulva”, voce
attestatasi in Fregnàccia “Stupidaggine”, cui Fregnacciaro“che vende
fandonie”, e Fregno “individuo di scarsa importanza” con gli alterati
Fregnètto e Fregnòne “stupido”, un certo pudore popolare ha mutato
Fregnone in Frescone, questo dunque alieno nel percorso di Fresco,
tutti in vers connessione fig con Frignare.
409
L’identico cammino che ha percorso la voce veneta Mona “Vulva individuo di scarsa importanza” cui Monada “Stupidaggine”.
\ Con le parole, si sa, i comici intrecciano dei divertenti giochi: resta esilerante un
segmento di Aldo Fabrizi recitato in una riuscita macchietta: perché soffre ognòr
viene equivocato con il romanesco perché so’ fregnon(e) \
Il gr conta DELPHYS utero-matrice, cui DELPHIS DELPHINOS
con il lat DELPHINUS ed il percorso ital Delfìno (la cui vita media è
di 65 anni) con Delfinàrio, Delfìnidi (la Famiglia), Delfinièra, il
composto Delfinàttero “sorta di Cetacei” (col gr APTEROS privo
d’ali), i fig Delfinàre e Delfinamènto, Delfìnio (Genere botanico),
l’onomastico Delfino, Delfinìsta, eppoi Didèlfidi (Famiglia di
mammiferi) col pref DI di DIS doppio che vale “dal doppio utero”.
Delfìno è anche fig “macchina da urto e sfondamento” adottata nelle
battaglie navali, omologata dall’Ariete in terraferma.
In percorso ADELPHOS (Pref A copulativo e DELPHYS utero) cui
Adèlfo “nato dallo stesso utero” snm di Fratello, un termine storico
vrs coniato in una struttura sociale matriarcale, cui Eteradèlfia
“patologia gemellare” con Eteradèlfo (pref ETERO altro), eppoi il
botanico Adèlfia “concrescenza”.
Delfino era anche un’ant macchina da guerra e, successivamente,
una parte meccanica delle artiglierie. Pseudoetim il termine Dèlfico,
relativo alla città di Delfi, questo in complanare con Pìtio o Pìzio dal
gr PITHIOS relativo all’ant toponimo PYTHO.
Il franc, a sua volta, conta DAUPHIN principe, titolo nobiliare per i
signori della regione DAUPHINE, e l’ital ne ha tratto il calco
Delfìno con Delfìna e Delfinàto, omologismi, quindi; il termine
Delfinèsco, pertanto, nasce dalla locuzione AD USUM DELPHINI,
ovvero “Per uso del Delfino”. L’uso franc del Delfino “principe” era
rimasto in auge sino agli inizi dell’800.
1
Le Matronàlia, termine sostantivato dal plur lat neutro MATRONALIA di
MATRONALIS, erano le ant feste romane celebrate dalle matrone; nella ricorrenza
erano loro, in onore della dea Giunone, a servire (simbolicamente) le ancelle. Non si
può non pensare ad una omologazione nella Giornata della Donna dei nostri giorni,
anche perché coincide il mese, marzo.
\ AD USUM DELPHINI
La locuzione in lat moderno AD USUM DELPHINI Per uso del Delfino era
sorta per indicare una pubblicazione destinata alla lettura del Delfino di
Francia, ma ripulita con criteri indicati dai regnanti o da chi per essi. Fu
durante il regno di Luigi XIV (1638/1715) che prese forma. Storicamente, fu
infatti Luigi XIV a dettare ai segretari Perigny e Pellisson le MEMORIES
POUR L’INSTRUCTION DU DAUPHIN, tra il 1666 ed il 1671, per il figlio
Luigi il Gran Delfino.Oggi, la locuzione Ad usum delphini ha un senso
spregiativo ed è estesa per qualsiasi prodotto aggiustato per interessi di
parte, dal sapore di una vera e propria censura.
\ Prefissi MEGA MEGALO Suffisso MEGALIA
410
Oltre alla “città-madre” coesiste il termine Megalòpoli, composto dal pref gr
MEGALO derivato da MEGAS grande. In definizione moderna, fu
introdotta nel 1954 da L. Mumford e, nel 1957, da J. Gottmann, per
delineare l’area urbanizzata da Boston a Washington. La parola di
classicismo gr-lat è piaciuta anche ai giapponesi, che l’utilizzano per le loro
immense “regioni urbane”.
Il derivato pref MEGA grande, con il risvolto in “un milione d’unità” nelle
misure della Fisica, appare in composizione quali Megabyte 1, Megacardìa,
Megacariocìto (col gr KARYON nucleo e KYTOS cellula), Megàcero
“cervide fossile” Megachìla “ape selvatica”, Megacìclo, Megacòlon,
Megaconcàrto, Megacòsmo, Megadèrma con Megadermàtidi o Megadèrmidi
(Famiglia di mammiferi), Megadirettòre e Megadirigènte (in odore d’ironia),
Megaesòfago,
Megafonìsta e Megàfono, Megagalàttico, Megalìto o
Megalìte “insieme di pietre”, con Megalìtico, quale monumento dell’età del
rame diversamente dal Monolìto (o meno corretti Monòlito e Monolìte )
innalzato con “unico blocco pietroso” (dal gr MONOS unico-solitario) cui
Monolìtico e Monolitìsmo; eppoi Megalòto (col gr US OTOS orecchio),
Meganictìfane (col gr NYKS NYKTOS notte e PHANES visibile),
Megaòhm con Megaòhmmetro, Megapàrsec, Megàpodi (col gr POUS
PODOS piede) o Megapòdidi (Famiglia d’uccelli galliformi), Megaspòra
snm di Macrospora, l’esot Megastòre (con l’ingl STORE magazzino),
Megatèrio (col gr THERIO animale selvatico, Megatèrmo, il glb Mègaton
italianizzato Megatòne (col suff Ton quale ellittico di Tonnellata), Megàttera
“sorta di balenottera” (col gr PTERON ala ma nel risvolto pinna).
Pseudoetim Megàrico relativo all’antico toponimo gr Megara.
Il pref MEGALO lo si ritrova nelle composizioni quali Megaloblàsto (col gr
BLASTOS germe), Megalocardìa, Megalocefalìa da Megalocèfalo snm di
Macrocefalia e Macrocefalo, Megalòcero (col gr KERAS corno) snm di
Megacero, Megalocìta o Megalocìto (col gr KYTOS cellula), Megalofobìa
che indica avversione per tutto ciò che è grande, (in antitesi con
Mycrofobìa), Megalografìa, Megalomanìa e Megalòmane “manìa di
grandezza” per esagerata presunzione o patologia, Megalopsìa (col gr OPSIS
vista) snm di Macropsia, Megalopsichìa, infine Megalòtteri “Ordine
d’insetti” (col gr PTERON ala),...
Derivato dal pref MEGALO il suff MEGALIA (ingrossamento patologico)
per composizioni quali Acromegalìa (col gr AKROS alto) snm di
Gigantismo, Cardiomegalìa, Cecomegalìa (pref che vale Cecità),
Chiromegalìa (col gr KHEIR KHEIROS mano), Citomegalìa,
Dattilomegalìa, Epatomegalìa (col gr HEPAR HEPATOS fegato) con
Epatosplenomegalìa, Splenoepatomegalìa, Splenomegalìa (col gr SPLEN
SPLENOS milza).
\ ... Si innescava un processo a catena e, senza che alcun operatore potesse avere la
minima possibilità di intervenire, nel giro di tre secondi tutta la parte orientale degli
Stati Uniti - abitata da 87 milioni di persone - era senza energia \...\ da La Morte di
Megalopoli di Roberto Vacca, Mondadori 1974. Ebbene, .agli inizi del millennio, oltre
a Roma, tutta la penisola italiana subì un prolungato black out.\
1
L’ingl BYTE, termine glb Byte, unità di misura informatica, relativo al numero di
otto Bit in successione, è l’ellittico della locuzione BINARY OCTETTE ottetto
411
binario. Il glb Bit è invece la cifra del sistema numerico binario, ellittico della
locuzione ingl BINARY DIGIT.
Da non equivocare con Bìte che in Odontotecnica indica una òrtesi dentaria, per
esempio una placca di resina tra due arcate.
\ Ape Vespa Sciame
Ape-àpe è dal lat APIS APEM d’origine non accertata cui Apiàio, Apiàrio,
Apiatùra con Apiàto (riferito ai frutti di pessima qualità poiché si riteneva
volg che la pianta era stata male impollinata), Apìstico e i composti
Apicoltùra o Apicultùra con Apicoltòre o Apicultòre, Apidi-àpidi (con suff
IDI 1 indica “Famiglia di Imenotteri”), Apifobìa “paura delle api”,
Apiterapìa, Apitossìna, Apìvoro, la locuzione Ape regina, eppoi Fugàpi snm
di Apiscàmpo (il primo con Fuga e il secondo con Scampo da Scampare). In
locuzione ancora Api iblee e Miele ibleo, da Ibleo questo demotico della città
siciliana di Ibla e suo relativo, dal lat Hiblaeum già gr Hyblaios,
storicamente nota per la dovizia di fiori e quindi di api; il relativo riappare
nella locuzione Blocco siculo-ibleo che è una micro placca responsabile di
forti scosse sismiche nell’isola, compressa tra le due maggiori continentali,
la Placca euroasiatica e la Placca africana.
Il maschio dell’ape domestica è il Fùco dal lat FUCUS (omn di Fuco “alga”
questo già in uso nel 1508) adottato dal XIV sec e snm-omn di Pecchiòne
(dal XVI sec); infatti questo è l’accr di Pècchia dal lat APICULA dim di
APIS, cui Pecchiaiòlo o Pecchiaiuòlo, meglio, Falco pecchiaiolo “sorta di
falco che pare preferisca le api per il nutrimento”. Le api di un alveare sono
tutte sorelle, procreate dall’ape regina.
Associato ad Ape l’ital conta Arnia-àrnia da tema med ARNA letto (già di
fiume). Nell’arnia le api costruiscono il Fàvo, questo dal lat FAVUS, cui
Favòso. Inv dal brasiliano FAVELA, il termine glb Favèla (da non
equivocare con Favella), sta fig per “alveare” quale “agglomerato” umano,
baraccopoli”.
Vèspa, invece, è dal tema med WOPSA, cui Vespàio, Vèspidi (la Famiglia),
l’uccello Vespière snm di Gruccione, Vespìgno, Vespòne; termini alieni (o
pseudoetim) Vespasiàno “orinatoio pubblico”, questo dal nome
dell’imperatore romano Vespasiano (9\79 dC), che impose una tassa su di
essi e non per esserne stato l’inventore, come vuole una credenza comune,
eppoi Vespillòne dal lat VESPILLO VESPILLONIS o VISPILLO
VISPILLONE becchino-beccamorti, passato a indicare il conducente del
carro funebre, d’etim non accertato ma si potrebbe suppore una connessione
figurata con Becchino attraverso il “beccare” della vespa.
Il gr conta SPHEKS SPHEKOS vespa cui Sfècidi “Famiglia di Imenotteri”.
Vèspa è anche il marchio registrato per il motoscuter italiano fabbricato
dalla Piaggio nel 1950, ispirato fig all’insetto, cui Vespìna o Vespìno,
Vespìsta con Vespìstico, ancora un Vespòne.
Tra i Vespidi c’è il Calabròne dal lat CRABRO CRABRONIS con la
variante Scarabòne o il volg Scarafone riattestatisi però in Scarafaggio, cui
Crabronìni “la Sottofamiglia” di Imenotteri Sfecidi; il gr conta lo specifico
ANTHRENA calabrone connesso con ATHER punta di spiga e con
THERIX resta della spiga, cui l’ital Andrèna “Genere di Imenotteri”.
412
Sciàme, con gli obsoleti Esciàme e Sciàmo, è dal lat EXAMEN ago della
bilancia, da un arcaico EXAGSMEN di rad AG condurre da AGERE
guidare,spingere con pref EX svoltosi in SCI, cui Sciamàre, Sciamatùra; ed
ancora Esàme, che mantiene il pref originale EX all’identico lessema
AMEN, cui Esàmina, Esaminàre, Esaminàndo, Esaminànte, Esaminatòre e
Disàmina con Disaminàre e Disaminatòre col doppio prefisso DE intensivo
italianizzato DI.
\ “Gli esami non finiscono mai” commedia di E.De Filippo che l’autore interpretò per
l’ultima sua apparizione in scena nel 1973. \
Il lessema AMEN non avrebbe nulla dell’ebr AMEN davvero- certo cui il gr
AMEN passato a formulare le conclusioni delle preghiere e a indicare metaf
una minima porzione temporale o una fine cui le locuzioni In un amen,
Essere all’amen.
Il gr conta lo specifico MELITTA ape cui la composizione botanica
Melittòfilo .
Termini alieni nel percorso, Sciàmito dalla composizione gr EKS AMITOS
tessuto a sei licci e l’omologismo Sciàmma o Sciùma dall’amarico 2
SAMMA toga bisex, Sciàmmico “erba delle graminacee” d’etimo
sconosciuto; AMITOS è il prefissato con A privativo del gr MITOS filo
adottato in termini biologici quali Mitòsi (snm di Cariocinesi) con Mitòtico e
il prefissato Amitòsi con Amitòtico relativi alle cellule, il composto
Mitògeno cuui Mitogenètico.
Dal gr IS IDOS, il suff plur IDI (sing IDE), in origine patronimico (Atridi erano i
mitici fratelli Agamennone e Menelao, ovvero figli di Atreo), indica in Tassonomia
l’appartenenza alla Famiglia, quali Felidi, Canidi…
2
Amàrico è la lingua dell’Amhara, regione etiopica; lingua semitica con penetrazioni
cuscìtiche. Il Cuscìtico è la lingua camitica dei Cusciti, diffusa tra il Mar Rosso ed il
Nilo. Lingue non indoeuropee, quindi.
1
METROPOLITANA
Metropolitàno “appartenente alla città madre” e nel suo genere fem
sostantivato Metropolitàna s’intenda esclusivamente “ferrovia
metropolitana”, per aver ricopiato pari pari la dizione franc
CHEMIN DE FER METROPOLITANI cui l’ipocoristico Metrò
(pron alla franc) o Mètro in ital. Metronòtte è l’ipocotistico della
locuzione Metropolitano di notte, Indiano metropolitano è invece il
sessantottesco affiliato al movimento che s’ispira ai pellerossa, che,
trasferitosi in città, smarrisce ogni legame d’origine, integrandosi
socialmente e politicamente; oggi, il termine è estensibile a tutti gli
extracomunitari che aspirano a stabilirsi nelle nostre contrade. Altro
composto moderno Metrotràm.
\ Suffissi etnici, per toponimi e demotici ITANO ANO ESE
Il suff ITANO di Metropolitano vale “di demotico” dal lat ITANUS in
termini quali Amalfitàno, Anconetàno già Anconitàno, Cagliaritàno,
Ebolitàno, Ischitàno, Melfitàno, Menfitàno, Monopolitàno, Palermitàno,
Napoletàno già Napolitàno, Salernitàno… sovrapposto al suff aggettivantesostantivante ANO (IANO) dal lat ANUS (ANUM), come in Sottano e
413
Pantano, che appare comunemente attestatosi nei toponimi quali Conegliano,
Corigliano, Fabriano, Rossano... ma anche nei demotici quale Romàno in
complanare con il suff ESE dal lat ENSIS (come in FORENSIS) quale
Recanatèse demotico di Recanati, e, in estensione internazionale, quali
Albanèse, Danèse, Irlandèse, Lussenburghèse, Svedèse. Altri suff per
demotici sono rintracciabili in Ravennàte, Fiorentìno…
Dal toponimo Monaco di Baviera si conta il demotico Monacènse o
Monachèse, diversamente dal Principato di Monaco cui Monegàsco
attraverso il prvz Monegue Monaco.
In ambito indoeur, area romanza, esiste il suff etnico EGNO connesso con il
lat ANO rintracciabile in Equadorègno da Ecuador, in Hondurègno o
nell’italianizzato Ondurègno da Honduras, Salvadorègno da El Salvador, in
complanare, in versione ital, col suff originale quali Equdoriàno,
Paraguaiàno o Paraguayàno da Paraguay, Salvadoriàno, Uruguaiàno o
Uruguayàno da Uruguay.
\ *Materia
Rimane stabilire la connessione tra METRON misura e METRA utero,
madre. Tentiamone una: il lemma MATER madre, che avrebbe dato
l’abbrivo ai percorsi semantici “materni”, si traduce anche in Matèria inv dal
lat MATERIA con la variante Matèra, che in senso fig vale ancora “faccenda
(ingl MATTER), entità, prodotto, sostanza organica, massa astrofisica,
sostanza” con riferimento base alla sostanza materna dei tronchi, cui
Materialàccio o Materialòne metaf “volgare”, Materiàle, Materialìsmo (in
opposizione allo Spiritualismo) con Materialìsta e Materialìstico,
Materialità, Materializzàre con Materializzaziòne, Materialmènte, l’accr fig
Materialòne, Materiàre “dare materia” con Materiàto, Matèrico, meglio
Matèrica per accezione riferito all’arte, con Materìsmo. Nulla vieta di
immaginare che, oltre alla sostanza madre, fossero state le dimensioni
dell’albero ad interessare gli agricoltori (più robusto uguale a più frutti),
quindi, l’inc lemmatico METRA MATER METRON s’articolerebbe nel
percorso madre-materia-misura. Madornàle, infatti, che sta per Maternàle
con lenizione sett della t in d, è riferito ai rami principali del tronco; quindi,
la locuzione Errore madornale vale fig “grosso quanto un ramo principale”.
In connessione, il termine Madière dal lat MATERIUM trave, attraverso il
prvz MADIER. Un’Opera Polimatèrica appartiene all’espressionismo
artistico, modellata con diversi materiali. In percoso, il termine Maràme
“ammasso d’immondizie” attraverso il prvz MAIRAM già lat volg
MATERIAMEN.
Fuori percorso sembrerebbe il lemma Màtero “pollone di castagno” o “palo
per viti” ma tutto lascia supporre una connessione fig o in estensione con
MATERIA; così anche per Materòzza dal lat MATEREM di genesi celt che
sta per “giavellotto”, cui Materòzzolo.
\ Ventre Pancia
Il rad indoeur UT di Utero pare si sia integrato con il tema di WEN desiderio
ampliandosi così in WET-WENT, donde il lat VENTREM e l’ital Vèntre
(già dal XII sec), cui Ventràia, Ventraiuòla, Ventràle con Ventralìsta,
Ventràta Ventrèsca, Ventrìcchio e Ventrìcolo questo dal dim lat
414
VENTRICULUM cui Ventricolàre e Ventrìglio, questo detto fig Cipolla,
tramite il prvz VENTRIHL, Ventricòso, Ventrièra, il prefissato
Proventrìcolo, il composto Ventriloquìa con Ventrilòquio e Ventrìloquo (con
il lat LOQUI parlare), gli alterati Ventrìno e Ventròne, l’aggettivo Ventròso,
il prefissato Sventràre (S sottrattivo) con Sventramènto, Sventràta e
Sventràto, col smn Sventràta (S intensivo) nel senso di “abbuffata”; esistono
connessioni in aree ind, gr, bal, a prova di un percorso lemmatico in
relazione al principio ed al proseguo dell’umanità e dei suoi alberi
genealogici.
Il gr conta KOILIA ventre fig da KOILOS cavo cui Celiachìa “intolleranza
al glutine” e Celìaco; Celacantifòrmi è un Ordine di pesci ossei il cui lemma
è composto col gr AKANTHA spina.
Pància, o il volg Pànza o ancora un ant Pèccia (questo omn di Peccia “abete
rosso”), adottato nel XIV sec quale snm di Ventre, è straordinariamente un
termine arrangiato al sing già nato plur Pànce dal lat PANTICES plur di
PANTEX, cui Pancètta; nulla vieta di immaginare il termine connesso con il
gr PAN tutto, considerando la pancia quale contenitore generale del cibo. Il
percorso prosegue con lo spregiativo composto Panciafichìsmo, con
Panciafichìsta, che vale il “salvare la pancia” indirizzato ai neutralistipacifisti (Grande Guerra), Panciàta, Pancièra o Pancèra o Panzèra, l’accr
Panciòne anche fig “gravidanza”, Panciòtto, Panciùto, il gastonomico
Panzaròtto o Panzeròtto (grosso raviolo, perché gonfio come la panza)
spesso usato quale snm di Calzone (gastronomia), il glb ted Panzer
“corazza” che vale “panciera”. La Pancetta quale taglio di carne dal
macellaio è indicato con Sòrra, omologismo inv dal catalano SORRA.
Panciòlle è nella locuzione In panciolle col suff toscano OLLE rintracciabile
nei toponimi e che dona alla voce il significato di un paese immaginario.
\ da Nonna a Nipote
In ascendenza a Madre, troviamo Nònna, termine in origine esclusivamente
fem, che deriva dal lat tardo NONNA balia (che porta avanti la crescita) ma
anche appellativo infantile di Monaca, vrs dagli orfani in ospizio; vrs rad
onomatopeico come in Mamma. Nel diffondersi il ruolo di balia tra le madri
delle mamme, il marito della nonna non potè che essere il Nònno.
Troviamo ancora Ava-àva, fem di Avo-àvo, dal lat AVUS, connesso col
sabino ATTUS, col dim in Avolo-àvolo - cui addirittura Abavo-àbavo (pref
AB) e Arcàvo o Arcàvolo (pref ARCHI) - attestatosi, anche con significato
di più largo respiro, in aree itt, arm, ger, bal, slava, celt. Alla memoria del
sabino ATTUS rimane forse l’onomastico Attilio.
Bàlia è dal lat class BAIULA, dal lat volg BAILA, con il significato di
portatrice, cui il risvolto mas Bàlio e i derivati Baliàtico e Baliàto quale Pp
di un Baliàre. Nel Regno di Sicilia (oggi toponimo regionale, dalla
popolazione dei Siculi qui insediatisi), il Bàiulo era il giudice quale
“portatore d’insegna” ovvero rappresentante del re, con la variante Balìvo
attraverso il franc BAILLIF; il termine s’è svolto nel generico “portatore”,
cui Baiulàre “trasportare sulle spalle”, e snm di Aio o Balio “che porta
avanti la crescita”.
Nel volg pugliese esiste ancora il termine Baiulo che vale “cassa da morto”,
415
ovvero la “cassa portatrice”. Dal mas BAIULUS portatore, troviamo nello
stesso percorso Baggiòlo “sostegno” e Baggiolàre, Bàia dal franc BAILLE
tinozza, connesso o inc con BAIE modesta insenatura marina, dal lat
BAIULA AQUAE portatrice d’acqua, eppoi Balì o Baglì “alto funzionario”
degli ordini di cavallereschi, con Baliàggio o Baliàto questo omn di Baliato
da Balia. Baliòso transitato dallo sp VALIOSO vigoroso vrs
nell’associazione “chi porta è vigoroso”, l’esplicito Baùle – e non Bàule già sp BAUL dall’ant franc BAHUR cui il romanesco Baulàro. Il lat
BAIULUS ha generato una teoria lemmatica scarrocciatasi dal percorso
principale, quali l’emiliano Basla “catino” (il recipiente per portare l’acqua)
diventato Bazza “mento” in toscano. Il lemma Bagàglio, dal franc BAGAGE
già BAGA borsa è vrs connesso col percorso, cui Bagagliàio, Bagaglièra,
Bagagliùme, rintracciabile nell’ingl BAG bagaglio-sacco cui il glb Bagpipe
cornamusa scozzese dove PIPE (pron paip) vale fig “piva” dal lat PIPA di
PIPIRE, il marinaresco Bàglio (elemento di scafo).
Il termine ital Bagaglio è stato adottato dalla lingua argentina con BAGAYO
con valore però di “contrabbando”, quindi è un omologismo all’inverso.
Il termine, omn del toscano, Bàzza (guadagno) ed i suoi diminutivi
Bazzècola e Bàzzica, cui Bazzicàre, sono omologismi dallo sp BAZA, vrs
connessi al persiano BAZAR mercato. Il termine alieno Bazzàna “pelle del
montone” è l’omologismo dal prvz BAZANA, a sua volta dall’ar BITANA
fodera. Occorre un impegno di credibilità per dedurne che il percorso
BAZZA-BAZA abbia mantenuto il significato originale del portare, legato
all’ant rad indoeur BA(K) sostegno, bastone.
L’eteronimo di Madre è Pàdre, dal lat PATER autorità patriarcale, di rad
indoeur PA(S) cui il prefissato Impetràre (snm di Impetrare da Pietra)
“compiere in qualità di padre” attestatosi in “ottenere a buoin fine”, con
Impetràbile, Impetratòre, Impetratòrio e Impetraziòne.
Il termine avrebbe articolato i vari Pàbbio “sorta di piante” svoltosi dal lat
PABULUM “foraggio” cui ancora Pàbulo (pascolo) e Pabulòso, Pàne da
PANEM (omn di Pane della vite), la forma incoativa Pàscere dal rad PA inv
dal lat PASCERE nutrire con Pascimènto e il fig Ripascimènto
“riaccumulazione (di sabbia per accezione)” cui la locuzione Ripascimento
artificiale, Pasciòna, Pasciùto e il composto fig Pascigrèppi “stupido” (con
Greppo), Pàsco da PASCUUM pascolo cui Pàscolo col poetico Pascolàre
eppoi Pascolàtico “diritto medv per pascolare”, Pascolatìvo o Pascolìvo,
Pàsto da PASTUS inizialmente “pascolo” quale Pp di PASCERE con
Pastùra e Pasturàre, Pàsto quale sostantivo con Pastòcchia (col suff
peggiorativo ACCHIO, in senso fig “ingannevole”) questo con la variante
Pastròcchio dal veneto Pastrocio, snm di Inguàcchio dal napoletano
‘Nguacchià sporcare. Il percorso prosegue con Pastòia dal lat tardo
PASTORIA di PASTUS cui il prefissato Impastoiàre (IN illativo, dal XIV
sec) snm di Impedicare (già dal XIII sec), Pastòne con Pastonìsta in senso
fig (anche in gergo giornalistico per indicare un articolo riassuntivo di altri
pezzi), Pastòre da PASTOREM con Pastoràle questo aggettivo relativo al
pastore, al vescovo quale pastore d’anime cui anche Pasturàle, sostantivo
quale brano musicale e un osso del cavallo detto anche Pasturàle; eppoi
416
Pastorèlla (dim fem di pastore e brano musicale), Pastorellerìa (poesia
dell’Arcadia1), Pastorìzio e Pastorìzia dalla locuzione lat PASTORICIAM
ARTEM arte dell’allevamento, i prefissati Impanàre (IN illativo) con
Impanàto e Impanatùra quali termini da cucina, Appannàggio “distribuzione
del pane” questo da un Panàggio attinto al franc PANAGE, fatto inc con
Panno (vrs dall’accogliere il pane nei panni); termini tutti ad ostentare
l’enorme importanza organizzativa del termine in una società retta dai padri,
come si vedrà ancora di seguito.
I verbi prefissati Impanare (IN illativo) e Spanare (S sottrattivo) da Pane
quale alimento, hano i loro omn in Impanàre snm di Filettare esteso in
Avvitare (le viti meccaniche) da Pàne dal lat PANUM “filo avvolto sul
rocchetto” cui Impanatrìce snm di Filettatrice e Impanatùra snm di
Filettatura, e in Spanàre (S sottrattivo, togliere le viti meccaniche) adottato
anche in agricoltura.
In ebr, Betlemme sta per “città del pane”.
Attraverso l’ungherese GULYAS pastore, l’ital conta il gastronomico glb
Gùlasch “carne cotta alla maniera dei pastori”, una sorta di Spezzatino.
Dal long WAIDA pascolo, questo fonte di profitto, cui WAIDANJAN
pascolare, l’ital conta l’omologismo Guadagnàre, Guadàgno. Il pascolo
montano ha lo specifico termine Màlga, cui Malgàro, la variante Margàro e
Malghèse, derivati direttamente dal tema med prelatino MALGA;
pseudoetim l’omologismo Malgàscio, con Malgàscia, che vale “del
Madagascar” dalla lingua locale MALAGAS, ingl MALAGASY, transitato
dal franc MALGACHE.
Pastorizzàre con Pastorizzàto, Pastorizzatòre e Pastorizzaziòne sono termini
pseudoetim perché non hanno nulla del percorso di Pastorizia; è una
coincidenza lemmatica, poiché derivano dal nome dello scienziato L.
Pasteur (1822-1895) che studiò il processo della fermentazione, così come è
accaduto per il termine Dolomiti ispirato a D. de Dolomieu, non
appartenente quindi al percorso DO-Dolina; infatti, in complanare si ha
Pasteurizzàre, Pasteurizzàto, Pasteurizzatòre e Pasteurizzaziòne,
Il termine gr NOMAS che pascola, il lat lo ha traslato inv NOMAS nel
valore di Nòmade cui il termine socio-politico, in odore di xenofobia,
Denomadizzàre con Denomadizaziòne “allontanare i nomadi dalle città”.
In arabo il termine Nomade si traduce in ARAB cui Arabo-àrabo con
Aràbico, ArabìsmoArabìsta, Arabizzàre eppoi Arabèsco o Rabèsco con
Arabescàre o Rabescàre, Arabescàto e il glb franc Arabesque. Il coronimo
Bessarabia, invece, è una regione tra la Moldavia e l’Ucraina, che prende il
nome dall’ant famiglia feudataria Bessarab.
Il snm Zìngaro, con Zingaràta, Zingarèsco, e la variante Zìngherlo o
Zìnghero, invece, è tratto dal nome di una tribù dell’Asia Minore,
Atsinganoi, cui anche Zigàno o Zìngano, dopo essere transitato dal franc
TSIGANE. L’altro snm Gitàno, invece, è dallo sp inv GITANO e questo dal
lat AEGYPTANUS già AEGYPTIANUS egiziano vrs sovrapposto o
connesso con Zigano, cui Gitanìsmo e il prefissato in opposizione
Antigitanìsmo. Gli zingari contano un nome nazionale in Ròm che sta per
“uomo - marito”
417
L’onomastico Gaetano farebbe pensare ad una sua connessione con Gitano,
in realtà è dal demotico lat CAIETANUS che vale “abitante di CAIETA”
oggi Gaeta.
Il termine Pane, dal lat PANIS da rad PA ha il suo omn in Pàne “filo della
vite”, dal lat PANUS fig dal gr PANOS filo del tessitore-gomitolo, cui il
botanico Pannòcchia con Pannocchìna dal dim PANUCOLA di PANUS (in
origine riferito al miglio, poichè il granturco non era conosciuto) e un volg
Spannòcchia o Spannocchìna (pref S intensivo) snm di Fienarola, eppoi
Spannocchiàre (pref S sottrattivo) con Spannocchiatùra; Spannòcchia è
anche snm di Gambero barbuto. I prefissati Dipanàre da DEPANARE (DE
di distacco, anche in senso fig “risolvere una complicazione) con
Dipanamènto, Dipanatòio, Dipanatùra e il sostantivo Dipanìno (dove
s’avvolge il filo), eppoi Addipanàre col doppio pref allativo AD e Sdipanàre
col doppio pref S intensivo, Spanàre (pref S sottrattivo) sia “danneggiare la
vite” sia “separare la pianta dal terreno”. In percorso, il termine piano Panìco
“spiga del miglio” cui Panicastrèlla snm di Giavone, Panicàto, Panicatùra,
Panìccia o Panìzza e Panicolàto, fig “tumoretto”: da non includere lo
psudoetim sdrucciolo Pànico “timore improvviso”, rimpatriato dal franc
PANIQUE, relativo al dio Pan, che incuteva terrore ai viandanti, cui
Panìsmo, Panicità.
Pània, invece, anche questo pseudoetim, è dal lat PANGERE ficcare (Ved
Sciti in Picca…) e vale “sostanza appiccicosa”, cui Impaniàrsi “mettersi in
condizioni difficili”, erroneamente mutato nel volg Impannare omn del
linguistico Impannàre cui Impannàta che vale invece Appannàre “mettere i
panni (carta, tela) alla finestra” con l’opposto Disappannàre e
Disappannamènto (pref DIS sottrattivo) o Spannàre (pref S sottrattivo) dal
lat PANNUS panno, cui il fig Pànna “come un velo” (del latte) con Pannàre,
Pannaròla o Spannaròla, Pannaròne “sorta di formaggio” o Panneròne o
ancora Paneròne attraverso il milanese Panera, e ancora il prefissato
Spannàre queso “togliere la panna del latte” con Spannatòia e Spannaròla (S
sottrattivo), Spannatàra.
Ancora Pànno con Panneggiàre e Pannàggio, il dim Pannicèllo, il fig
anatomico Pannìcolo con Pannicolìte (suff medico ITE), il composto
Pannolàna. Eppoi Pannèllo, dal volg PANNELLUM, questo attestatosi
semant in qualosa di più consistente tramite l’inc col franc PANNEAU e il
ricalco dell’ingl PANEL cui Pannellàre, Pannellàbile, Pannellatùra e la
locuzione energetica Pannello solare; eppoi il dim Pannolìno con
l’ipocoristico Lìno, con l’accr Pannolòne e il composto Pannolàno questo
con Lana, Pannolènci questo con Lenci, la ditta torinese costruttrice di
bambole con un tipo di panno, e l’omn Pannolìno questo con Lino.
Soppànno con Soppannàre è il prefissato con SO di SOB e sta per “panno
pesante”: il Lùcco è una veste di panno, omologismo dal franc LUQUE.
Termine alieno Pannònico, relativo ai Pannoni, l’ant popolo dell’attuale
Ungheria. L’espressione volg Impannarsi, snm di Impaniarsi, nascerebbe dal
francesismo Pànne o Pànna “blocco” da PANNE, cui la locuzione Essere in
panne o Mettere in panna ed erroneamente sintetizzato Impannàre; ancora
attraverso il franc PANNE, l’omn Pànna già lat PATINA e gr PATHNE
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“ostruzione idrica” contro l’inquinamento.
Tornando alla rad PA, che avrebbe fatto assumere ai termini valore di
protettore-nutritore, questa si ritrova nei vari percorsi dal lat PATER
PATRIS, lenito nell’ital Pàdre con i desueti Pàte e Pàtre, eppoi
Padrefamìglia o Paterfamilias dalla locuzione lat Pater familias, il cristiano
Padrenòstro dalla locuzione Padre nostro o Paternòstro e Paternòster dalla
locuzione in lat Pater noster.
\ La preghiera cristiana Padre Nostro, che appare nel Vangeli di Matteo e Luca, solo
nel primo riporta il capoverso “Sia fatta la tua volontà”\
Eppoi Padreggiàre, il composto cristiano Padretèrno (con Eterno), la
locuzione Padre padrone storicamente utilizzata da G. Ledda nel suo omn
romanzo tradotto in film, Padrìgno, Padrìno con Padrinàggio, Padrinàto,
Padrinèsco, Padròne da PATRONUM protettore con un Compadròne snm di
Comproprietario, eppoi Padronàggio e Padroneggiàre, Padronàle (snm
Dominicale), Padronànza, Padronàto e il dim Padroncìno, Padronèsco,
eppoi, in complanare, negli espliciti dal lat quali Paternità, Patèrno con
Paternàle, Paternalìsmo e Paterenalìsta, Patriàrca, Patriarcàle e Patriarcàto,
Patrìgno e Compàre questo dal lat COMPATER (pref CUM) che fa da padre
cui Compariello con il mer Cumparièllo “collaboratore in senso poco lecito”,
in eteronimia con Comàre o i desueti Commàre e Commàdre da
COMMATER che fa da madre cui Comaràggio, ancora in Pàtria dalla
locuzione lat TERRA PATRIA terra dei padri, con Pàtrio dal lat PATRIUS
eppoi Patriòta o Patriòtto, con Patriotàrdo o Patriottàrdo, Patriòttico,
Patriottìsmo tutti attraverso il franc PATRIOTE (tuttavia già lat PATRIOTA
dal gr PATRIOTES), PATRIOTARD, PATRIOTIQUE (anche qui già lat
PATRIOTICUS dal gr PATRIOTIKOS), PATRIOTISME, i prefissati
Espatriàre col devb Espàtrio che con EX “fuori” vale “andar via dalla patria”
eppoi Repatriaziòne che con RI iterativo vale “ritorno in patria” da un
presumibile Repatriàre ma scalzato dal corrente Rimpatriàre con
Rimpatriàta, Rimpàtrio (doppio pref RI iterativo e IN illativo), e Spatriàre
con S sottrattivo che vale “cacciare dalla patria” in complanare con Esiliare.
Patrilineàre o Patrilìneo con Patrilinearità indicano la gestione del potere in
linea maschile, eppoi Patrilocàle con Patrilocalità snm di Virilocale e
Virilocalità , il luogo dove vige il patriarcato. Il percorso prosegue con
Patrimònio, Patrimoniàle, Patrimonialìsmo e Patrimonializzàre, Patrìno,
Patrìstica e Patrìstico (in riferimemto allo studio dei Padri della chiesa),
Patrizzàre da PATRIZARE somigliare al padre con Patrìzio o Patrìcio dal
lat PATRICIUS “di famiglia patrizia” cui Patriziàle, Patriziàto e
l’onomastico Patrizio, ancora, da PATRONUS patrono-protettore, Patròno
cui Copatròno o meglio Compatròno, con Patronàle e Patronàto, Patròna
con Patronèssa, Patrocìnio da PATROCINIUM con Patrocinàre cui
Patrocinànte, Patrocinàre, Patrocinàto e Patrocinatòre, eppoi Patrologìa con
Patròlogo, il glb franc Patron con Patronage, eppoi l’omologismo Padiscià
dal persiano PAD-SHAH sovrano protettore. La rad si ritrova ancora nel
termine Perpetràre, dal lat inv PERPETRARE, questo composto da PER e
PATRARE e vale “compiere un atto nelle vesti di padre” cui Perpetratòre e
Perpetraziòne. Il termine Paterìno è fuori percorso, risalente al
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toponomastico milanese Via dei Pattari e vale “rigattiere”, cui la variante
Patarìno.
Nel contesto linguistico della rad indoeur PA, il persiano conta PADISAH
sovrano (il padre di tutti) transitato nel turco PASA cui l’omologismo
italianizzato Pascià o Bascià o Bassà con Pascialàto
Madre e Padre lo sono poiché hanno generato figli; Fìglio, dal lat FILIUS di rad DHE(I) nutrire, creare - semant in origine lattonzolo, cui, talvolta in
complanare con il gruppo letterale gl, i dim Figliòlo o Figliuòlo, da
FILIOLUM con Figliolànza, e Figliòccio (suff vezzeggiativo OCCIO 2), il
brutto Figliolàme (suff AME per collettivi), Filiàle, questo anche “sede
dipendente” (fig dalla sede-madre), Filiaziòne ed Affiliaziòne o
Affigliaziòne, con Affiliàndo, Affiliànte, Affiliàre o Affigliàre, Affiliàta,
Affiliàto, ed è la rad che avrebbe articolato, tramite il verbo lat FERE
nutrire; dall’ebr BAR figlio in composizione con TALMAY coraggioso ha
origine l’onomastico Bartolomeo.
Il percorso della rad DHE(I) nutrire cui il gr OPHELEO giovo-sono utile e
OPHELLEIN accrescere, prosegue con Fecòndo o Fecùndo dal Pf passivo
FECUNDUS (di costruzione come Facondo, Giocondo, Iracondo) con
Fecondàre o Fecundàre cui Fecondàbile con Fecondabilità, Fecondatìvo,
Fecondàto, Fecondatòre, Fecondaziòne o Fecundaziòne, Fecondità o
Fecundità ma anche Feconditàde o Feconditàte direttamente dal lat
FECUNDITATEM, in locuzione, Fecondazione in vitro (uso della locuzione
lat IN VITRO che vale In provetta), Fecondazione artificiale questa scissa
in Fecondazione omologa (seme del compagno e in Fecondazione eterologa
(da donatore anonimo); l’ital conta, più fedele al gr-lat Ofèlimo da
OPHELOS utilità cui Ofelimità.
Eppoi, in percorso, Felìce (in origine valeva “nutriente”) da FELIX con
Felicità o Felicitàde dal lat FELICITAS, Felicitàre, Felicitaziòne, la
locuzione romana Campania felix per la sua terra fertile e solare,
l’onomastico Felice con Felicemènte, Felicia, Feliciano e Felicita, ed ancora
Fèmmina da FEMINA che è feconda con i dim Femminèlla, cui il fig
Femminèllo con volg napoletano Femminièllo, e Femminùccia, l’aggettivo
Femmìneo o il poetico Femìneo, Femminèsco, Femminètta, il brutto
Femminière, Femminìle con Femminilità e Femminilìsmo, Femminilizzàre
con Femminilizzaziòne, Femminìno, Femminìsmo con Femminìsta,
Femminizzaziòne. Il primo vagito del Movimento femminista è stato emesso
durante la rivoluzione francese, quando le donne presentarono le loro
rivendicazioni, influenzando così la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino.
\ Tra gli slogan provocatori del Movimento femminista degli anni Settanta del XX sec
si conta “Un uomo ha bisogno di una donna come il pesce della bicicletta”.\
Il percorso prosegue con Fèto da FETUS (astratto dalla rad e che vale
“creato”) con Fetàle, Fetaziòne e i composti Feticìdio e Fetologìa, Fièno da
FENUM cui Fienàbile, Fienagiòne, Fienàio, Fienaiòlo, Fienaròla snm di
Spannocchina “sorta di pianta delle Graminacee”, Fienìle, Fienòso, i
composti Fiengrèco, Fienicoltùra e Sèccia questo l’ipocoristico di
FENISICIAM fienagione, composto da FENUM e SECARE tagliare,
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pertanto snm di Stoppia. Eppoi il prefissato Affienàre, Affienatùra,
Affienìre… tutti in campo nutrizionale; nel senso fig di “sovvenzione” è
sorto Feneratìzio, questo svoltosi in “prestito, usura”. D’identica rad è il
lemma Feziàle o Feciàle, che sta per ciascuno dei venti sacerdoti romani
incaricati di dichiarare la guerra o concordare la pace, dal lat FETIALIS di
un FETI, questo nome d’azione della rad DHE(I) creare-nutrire svoltasi in
stabilire.
Da Fieno, in lat FENUM, col suo dim FENUCULUM, l’ital conta il termine
Finòcchio, cui il peggiorativo Finocchiàccio snm di Fèrola questo dal lat
FERULA canna, Finocchièlla snm di Mirride, il selvatico Finocchiètto,
Finocchiòna “sorta di salume” aromatizzato con semi di finocchio. Il metaf
Infinocchiàre, che sta per “imbrogliare”, nasce dal furbesco trucco adottato
dai bettolieri medievali d’offrire bocconcini di finocchio prima di servire
vino di cattiva qualità; il gusto del vegetale confondeva così il palato
dell’avventore, che restava pertanto infinocchiato.
Il Finocchio marino è detto anche Bacìcci, d’etim ignoto, così come il
Rìscolo ( etim ignoto) e il Cìpero dolce.
Tra le ombrellifere, associato al Finocchio, negli orti si trova il Sèdano,
questo dal gr SELINON svoltosi nel lat SELINUM poi mutato in
SEDINUM, cui un volg Sèllero ancora nostalgico del lat; nel volg mer si
conta l’esot franc Accia-àccia per “sedano”, vrs connesso con il lat ACIA
“collettivo di ACUM ago” in senso fig cui l’ital Accia-àccia “stoppamatassa di canapa”, da non equivocare con l’omn Accia-àccia e la sua
variante Azza-àzza omologismo dal franc HACHE “sorta di arma bianca”.
Il lat conta lo specifico APIUM sedano cui Appio-àppio e un Appiàstro da
APIASTRUM questo svoltosi nel snm di Melìssa dal lat MELISSA ellittico
del gr MELISSOPHYLLUM (con PHYLLON foglia); il lat MELISSA già
gr inv MELISSA vale ape cui i composti Melissofobìa (paure delle api),
Melissòfago (in zoologia, che si nutre d’api) e l’onomastico Melissa.
Fratèllo, di rad BHRATER (da ricordare che il gruppo BH vale pron f) cui
l’ingl BROTHER, è dal lat volg FRATELLUS, attestatosi dal dim di
FRATER già gr PHRATER, cui Fràte, questo un appellativo metaf fuori
delle sfere famigliari, in ambito religioso, rivoluzionario… cui Fratacchiòne,
Fratàglia con il volg veneto medv Fratàlia con valore di “corporazione” dal
medv FRATALEA fratellanza e la variante Fràglia, Fratàio, Fraterìa,
Fratèsco, il dim Fraticèllo con il fig Fraticèllo “sorta di uccello ”altrimenti
detto Stèrna, cui Sterna codalunga (che viaggia in continuazione tra i due
poli geografici), la Famiglia Stèrnidi, omologismo dall’ingl STEARN
attraverso il franc STERNE, dei Laridi questi detti anche Rondine di mare,
Fraticèlla “sorta di uccello” altrimenti detto Pulcinella di mare e Fratìna
“taglio di capelli”, la locuzione Alla fratina “foggia nel vestire”, il dim
Fratìno questo anche in adozione polemica e un Fratìno “sorta di uccello dei
Caradridi” altrimenti detto Fischione; eppoi Fratellàme (suff AME per
collettivi), Fratellànza, Fratellàstro (suff ASTRO), Fratellèvole, Fratèrna con
Fratèrno, Fraternamènte, Fraternità e Fratèrnita quale ellissi del prefissato
Confraternita
entrambi
da
FRATERNITAS
FRATERNITATIS,
Fraternizzàre con Fraternizzaziòne, Fràtria dal gr PHRATRIA “insieme di
421
famiglie (fratelli) con un solo capostipite” in concorrenza con Patria da
Padri. Infine, i prefissati Confratèllo, Confratèrnita.
La locuzione Fratelli siamesi nasce dal fatto che nel XIX sec in Siam
nacquero due gemelli con le testoline unite.
Sorèlla, sul calco di Fratello, è il dim volg lat di SOROR, termine parimenti
metaforizzato, cui Siròcchia dal dim SORORCULA, Suòra “sorella” in
convento da un ant SUORO. Il primo membro della parola Sorella, di tema
SWESO(E)R viene da una rad indoeur SWE, diffusissima in diverse aree
linguistiche, che vale per pronome riflessivo Sé e per Suo. Alla rad SWE di
Sorella è legato il suff SO(E)R, in percorso con il lat UXOR moglie; quindi
Sorella è traducibile in “è sua, di chi l’ha partorita”, in sintesi “è di
competenza della moglie”, dato che al marito non potrà essere d’aiuto come
lo sarebbe stato un figlio maschio. In percorso, Sorellàstra (suff ASTRO) col
prefissato Consorèlla e Sorellànza. La locuzione Sorella latina indica la
Francia vista dall’Italia in complanare con Cugini francesi.
Il termine, ampliandosi, ha prodotto Suòcero con la variante volg Sòcero, e il
prefissato Consuòcero, dal lat class SOCER, che varrebbe suo padre,
svoltosi nel fem SOCRUS. La lingua ha indicato spontaneamente il mas
Nonno servendosi dell’originale femmimile; in questo caso è partita
dall’originale mas per configurare Suòcera cui Consuòcera.
Il gr conta PENTHERD “suocera” cui Pentherafobìa “avversione per la
suocera”.
Dall’inc di SOROR con il lat class NURUS, è nato il termine NORA cui
Nuòra. NURUS è connesso col tema indoeur SNUSO, diffusissimo in
diverse aree. Non è azzardato interpretare il termine nel significato di “ non
è sua” ovvero “non è stata partorita dalla moglie”, ma è accettata come una
figlia, rifacendosi al termine Sorella.
Nel contesto famigliare, troviamo il termine Zìo, dal gr THEIOS, che ci
perviene con la consonante già affricata (da Fricativa). L’allitterazione greca
con il lemma THEOS dio, continua anche nel peggiore ital, dove Zio è
utilizzato sovente nelle imprecazioni in sostituzione del dio. Comunque, non
dovrebbe essere stata solamente una coincidenza, l’allitterazione, ove
pensiamo che, in caso di morte del padre, era lo Zio, per volontà di sedicenti
leggi divine, designato a prenderne il posto, finanche nel letto materno,
infatti in lat PATRUUS è lo zio. Nel volg mer esiste la forma Zizìo, vrs
reiterativa con valore superlativo d’affetto (Ved Babbo…) e che si ritrova in
Nononno e al fem Nanonna, ma che s’ìspira alle articolazioni infantili
ricalcando Ma ma (mamma) e Pa pa (papà); da includere ancora un
Papanònno che starebbe per bisnonno “il papà del nonno”, più in estensiome
al plur Papanònni per “avi”.
La zia paterna era indicata in lat con AMITA, vrs dello stessa rad AM di
Amore e Amicizia, lemma estesosi successivamente anche per zia materna e
cognata; il veneto manitiene il termine lat nella locuzione esclamativa To
àmia! “tua zia!” nel senso “nente affatto!” come nel romanesco Tu’ nonno!
La famiglia continua ancora con Nipòte o Nepòte, che vale “discendente
famigliare indiretto” ed è parola antichissima e diffusissima, dal lat NEPOS,
cui Nepotìsmo o Nipotìsmo e Nepotìsta, simile a NEPOT in aree indoiran,
422
bal, celt, ger (ted NEFFE), aggettivata nelle aree greca e slava. Il significato
del termine si chiarisce posto in connessione rad col gr NEPIOS che sta per
infante, pertanto Nipote, quale il piccolo della famiglia, varrebbe etim “nato
dopo” (POS). Dalla voce gr, l’ital ha coniato Nipiologìa. Sul calco di Proàvo
(antenato), dal lat PROAVUS anteriore all’avo, con pref PRO anteriore
(con valore di oltre), si sono coniati Pronipòte “figlio di nipote” in
discendenza rispetto al nonno o prozio, Prozìo “zio d’uno dei genitori” in
ascendenza rispetto al pronipote. Il plur Pronipòti s’è metaforizzato
“discendenti-posteri”,
termine
d’immaginazione
infinita
rispetto
all’ascensionale Proàvi o Avi.
Arcadia è una regione della Grecia, passata nel mito quale patria della poesia
pastorale, cui Arcade-àrcade e Arcàdico, Arcàdia “componimento”; da non equivocare
con Arcadòre o Arcatòre che vale Arciere, derivato di Arco. Così come Arcadia, si ha
Accadèmia o Acadèmia, dal lat ACADEMIA già gr AKADEMEIA questo l’eponimo
di un bosco sacro al mitico eroe Academo e dove insegnava Platone, cui Accadèmico
o Acadèmico, Accademìsmo e Accademìsta; da non equivocare con Accàdico o
Accàdo, relativo alla località Accad in Mesopotamia.
Tra le Accademie letterarie sorte dall’Illuminismo, ricordiamo a Lecce l’Accademia
degli Spioni, a Bergamo l’Accademia degli Eccitati e a Firenze l’Accademia degli
Umidi poi passata a Accademia fioreentina.
2
Il suff OCCIO dal lat OCEUS, con valore diminutivo-vezzeggiativo e scherzoso è
rintracciabile ancora i termini quali Bambòccio da Bambo con Bambocciàio,
Bambocciànte, Bambocciàta e Bambocciòne, Bellòccio da Bello, Fantòccio da Fante
cui Fantòccia, Fantoccerìa , Fantocciàio e Fantocciàta, infine Grassòccio da Grasso,
Scalòccio da Scala.
1
\ Pane Pasta Riso
Il Pane, quale alimento indispensabile per i popoli indoeur, non poteva che
essere assunto a simbolo di sacralità, omologato nel cristianesimo, il quale,
piuttosto che tagliarlo, ha adottato il rituale di spezzettarlo, dalla tradizione
orientale. Nel Sud d’Italia, sopravviveva o sopravvive il rito mistico di
lanciare all’aria pane spezzettato, fig a croce, durante i forti temporali.
Pane dal lat PANIS, di rad indoeur PA, la stessa di Padre, cui i derivati e
composti Panàta, Panàtica, Panàto, Panbiscòtto, Pancarrè (col franc CARRÉ
quadrato), Pancòtto, la locuzione Pan di cuculo (botanica), Pandiramerìno
dalla locuzione Pan di ramerino, Pandispàgna dalla locuzione Pan di
Spagna la cui torta è snm del glb franc Charlotte poiché realizzata in onore
della regina Charlotte d’Inghilterra (1744/1818), Pandòlce, il dim Panètto
con Panetterìa e Panettière, Panfòrte “sorta di dolce” e il più rinomato è il
Panforte di Siena i cui ingredienti sono pari al numero delle contrade. Eppoi
Panifòrte dalla locuzione Pannelli forti, Pangiàllo, Pangrattàto, Panìccia
questo con mutazione dal volg in Panicciàna, il fig Panzàna (vrs per la
semplicità del cibo) con Panzanèlla “pane raffermo idratato e condito alla
romana” sovrapposti al percorso di Panza, Panzarotto….
Panetto in gergo teatrale vale “applausi a scena aperta”, questo però pare
connesso col pref PAN “tutto”.
Panettòne, che pare l’accr del dim Panètto un po’ come lo scherzoso
Paninone da Panino, pare invece l’ellittico di Pane di Toni, il panettiere che
lo concepì. Eppoi, Panièra con il corente Panière con Panierìno che vale
“contenitore per il pane” cui Panieràio, Panieràta, la voce volg mer Panaro;
423
in gr v’è lo specifico KALATOS per paniere, donde il lat volg
CALASSIUM e l’ital Colasciòne o Calasciòne o ancora Culassòne con
Colascionàre e Calascionàre, attestatosi semant in uno strumento musicale
cui Colascionàta. Ancora, Panificàre con Panificàbile, Panificatòre,
Panificaziòne, Panifìcio; infine Pagnòtta questo transitando dal prvz
PANHOTA, il dim Panìno con Paninerìa, Paninotèca, i composti Pampepàto
o Panpepàto (pare che il pepe non c’entri affatto e che si riferisca invece al
papa “papato”, Pamporcìno o Panporcìno da Pane porcino (per i maiali),
Panspeziàle “condito con spezie”, Panùnto da Pane unto (con grassi di
carne cotta), Parròzzo dalla locuzione Pane rozzo (rustico).
Curiosità linguistica è il termnine Panino così adottato quale voce dialettale
sudtiroilese.
Termine alieno nel percorso PA PANIS è Panerèccio, con la variante
Paterèccio, dal lat tardo PANARICIUM in metatesi da PARONYCHIUM
dal gr PARONYKHIA composto dal pref PARA e ONYKS unghia; altro
alieno è Panìzza “risotto” dal lat medv PANICIA attraverso il piemontese
Panisa.
Il Pane è fatto di farina e lievito, se non il cosiddetto “pane azzimo” ovvero
non lievitato; Azzimo-àzzimo è dal gr AZYMOS senza lievito da ZYME
lievito col pref A privativo, cui Azzima-àzzima o Azima-àzima, eppoi
Enzìma col pref gr EN dentro, cui Coenzìma snm di Cofermento (pref
associativo CUM). Da un risvolto metaf, sarebbe pervenuto Azzimàre con
Azzimàto, transitato dal prvz AZESMAR ornare, acconciare cui il
prefissato Razzimàto (pref RI iterativo e AD allativo); pseudoetim, invece,
sarebbe l’omologismo Azzimìna dall’ar AGIAM forestiero, transitato dal
veneziano, cui l’omologismo italianizzato Agemìna, per accezione riferito al
persiano.
Farìna, inv dal lat FARINA, termine col suff INO aggettivante, è dal lat
FAR svoltosi nel volg FARRUM, cui Farinàceo, Farinàta, Farinòso, il
prefissato Infarinare (IN illativo) con Infarinàta, Infarinàto e Infarinatùra
questo anche fig, Sfarinàre con Sfarinàbile, Sfarinamènto, Sfarinàto e un
volg Sfarnescia, tutti con S sottrattivo.
\ Il personaggio dantesco Farinata pare fosse così chiamato per il colore della chioma
che ricordava la focaccia di ceci.
Fariniello, che in volg partenopeo sta per “cascamorto” stava per l’attore che
impersonava tale personaggio, con il viso imbiancato di farina \
Farina è connesso con l’ant rad BHARS cui il lat FARREM e l’tal Fàrro,
frumento che conterebbe millenni di conoscenza da parte dell’uomo
coltivatore, prima ancora della civiltà egizia, oggi rivalutato dopo anni di
dimenticanza. Insomma, il Farro è l’arcaico cereale, il grano primordiale che
dopo secoli e secoli di rimaneggiamento agricolo è coltivato nella qualità
che oggi conosciamo, grano duro e tenero.
Farro ha il suo snm in Spèlta, nel volg Spelda, dal lat SPELTAM d’origine
ger.
\ L’antica sacralità del Farro, cibo insostituibile per il nutrimento, è comprovata dal
rito romano della CONFARREATIO, durante le cerimonie nuziali, quando erano
offerte alle divinità le focacce propiziatrici, in cui l’ingrediente indispensabile era
appunto il Farro. I chicchi di farro erano tostati, per la loro conservazione, durante le
424
festività dei Fornacalia, a febbraio; pertanto, non può essere una coincidenza che a
Manfredonia, nel periodo di Carnevale, in omologismo con i Fornacalia romani,
quindi in febbraio, a testimonianza di una tenace tradizione, si continua a produrre la
Farràta, specie di torta rustica impastata appunto con ricotta e farro.\
In connessione a Farro si conta Farràgine o Farràggine dal lat FARRAGO
cui Farraginosità, Farraginòso che da “miscuglio di biade per il bestiame”
s’è svolto fig nel significato di “congerie, confusione” donde Farraginàre o
Farragginàre e Farraginatòre.
Dal tema med SIMILA, il lat ha tratto l’inv SIMILA cui l’ital Sèmola con
Semolàto, Semolìno, Semolòso.
Oltre al Pane, alimenti essenziali per l’alimentazione sono Pasta e Riso.
Pàsta è inv dal tardo lat, dal gr PASTE, identica rad di Pane, dal significato
di “farina amalgamata con salsa”; il termine ha assunto anche un significato
generico di “impasto” (non essenzialmente farina) cui Pastafìllo dalla loc
Pasta fillo (con il gr PHYLLON foglia), Pasta fresca, Pastafròlla dalla
locuzione Pasta frolla, Pastàio, Pastasciùtta da Pasta asciutta con
Pastasciuttàio, Pasteggiàre con Pasteggiàbile, Pastèlla e Pastètta (questi dim
di Pasta), Pastèllo (questo più vicino a un dim di Impasto) con Pastellìsta,
Pastìcca (snm di Pastiglia, più assonante a Pasticcio), Pastòso, Pastosità,
Pastùme, Pastèllo (colore impastato), Pastìccio, (questo anche fig
“confusione-intreccio” col denm Pasticciàre e l’alterato Pasticciòtto, il dim
Pasticcino “dolcetto”, dal volg lat PASTICJUM di PASTA il cui suff deriva
da ICEO in riferimento alla materia, in questo caso “di pasta”, con
Pasticcère e Pasticcerìa, Pasticciàccio (fig da Pasticcio quale “confusioneintreccio”) cui Pasticciòne, il glb franc Pastiche “opera letteraria di
imitazione stilistica”, Pastièra cui la locuzione gastronomica Pastiera
napoletana, Pastifìcio con Pastificàre, Pastificatòre e Pastificaziòne,
Pastìglia (snm di Pasticca) dal dim lat volg PASTICULA transitato dallo sp
PASTILLA cui Pastigliàre, Pastigliatrìce e Pastiglièra, Pastìna; con i pref,
Impastàre e Impàsto 1, Impasticciàre, Rimpastàre e Rimpàsto,
Rimpasticciàre. Dal franc PATE pasta l’ital conta l’esot Patè che vale
“pasticcio”.
Il termine ital Pasticcio è stato adottato dalla lingua argentina con
PASTICHO, quindi un omologismo all’inverso.
Termine alieno Pastènula “sorta di pesce” dei Gadiformi, con suff dim lat,
d’etim non accertato ma vrs assimilata fig alla bontà della pasta.
\ L’uso della pasta s’attestò in mappa nazionale italiana dopo l’unità, con l’adozione
da parte del Trentino.1
Il turco conta YOGUR impastare cui YOGURT latte fermentato cui inv in
ital Yògurt (adottato dal 1918), con una sorta di italianizzazione Yogurterìa
e Yogurtièra e un tentativo di omologismo non attestatosi con Iogùrt,
Iugurterìa e Iugurtièra, in concorrenza con l’omologismo Chèfir “bevanda da
latte fermentato” (già dal 1905) dal turco KEFIR inv in russo e in franc.
Sempre dal turco si ha il glb Ayran, bevanda a base di yogurt.
Un tipo di pasta molto apprezzato è la Lasàgna, questo dal lat volg
LASANIA recipiente già LASANUM, che, come è accaduto con Timballo,
il termine s’è svolto dal contenitore all’indicarne la pietanza; in percorso
Lasagnòlo snm di Matterello e Lasagnòne.
425
Pasticciare inc con Impiastrare ha dato Impiastricciàre con
Impiastricciamènto e Impistricciatòre. Impiastràre, cui Impiastratòre, è il
denm da Impiàstro, dal lat EMPLASTRUM col pref illativo EM-IN cui
Piàstra, questo un termine inc con Lastra, donde i prefissati Appiastràre e
Appiastricciàre (inc con Pasticciare), eppoi Piastrellàre, Piastrèlla,
Piastrìccio, Piastrìna questo anche elemento biologico nel sangue cui il
composto Piastrinoafèresi “ intervento medico-biologico (con il gr
APHAIRES sottrazione), l’aggettivo Piastrìnico, Piastrìno, Piàstro, Piastròne
questo anche termine medico; eppoi l’iterativo Riappiastràre o Rappiastràre.
Rìso è dal lat tardo ORYZA inv dal gr, ma di genesi orientale, cui Risàia,
Riserìa, Risière e Risièro, Risicoltura con Risìcolo e Risicoltòre in
complanare con Risicultùra e Risicultòre, Risifìcio, Risottàre e Risòtto, la
locuzione veneta Risi e bisi “riso e piselli”, la locuzione Carta di riso.
Sorta di bevanda tipica del Giappone, ottenuta con la fermentazione del riso,
è indicata glb con Sakè o Sàke, italianizzata Sachè, di voce giapponese
SAKE.
Fuori coro Rizzòtto, varietà di riso, d’etimo non accertato, ma vrs il risultato
d’attestazione volg da un “risotto” e non si dimentichi l’etimo ORYZA. Il
Riso, alimento base parimenti al Pane “occidentale” meglio “indoeuropeomediterraneo”, è stato assunto in Cina a simbolo sacro, così il Mais nelle
Americhe precolombiane e la carne di Foca tra gli Eschimesi.
1
Puddica e Puccia “sorta di focacce” nel volg mer, sono i relativi di un’ant rad osca
che nel cosmo linguistico indoeuropeo ritroviamo nell’inglese Pudding “impasto”.
Termine alieno, Pucciniàcee (Famiglia di funghi basidiomiceti) relativo all’anatomista
T. Puccini (XVII sec).
PUDDING è da TO PUDDLE mescolare cui l’omologismo Puddellàre o Pudellàre
con Puddellàggio o Pudellàggio, Puddellatùra o Pudellatùra, Puddellaziòne o
Pudellaziòne, Puddìnga dalla locuzione PUDDING STONE pietra (STONE) a forma
di budino; infatti, il franc ha tradotto PUDDING in BOUDIN “impasto” cui
l’omologismo Budìno.
\ Pasticciotto salentino
Il Pasticciotto, tipico dolce salentino, sarebbe l’omologo del partenopeo
Pasticciotto, dell’angloamericano Plum-cake e del basco Pastel, dai quali
sarebbe derivato il Fruttone, anche questo di genesi salentina e spesso
scambiato per il Pasticciotto se consumati per la prima volta.
Il Pasticciotto è sicuramente di antica data ma la sua composizione, diciamo
moderna, risale al primo decennio del Settecento quando in un documento,
ossia in un inventario, apparve la dicitura “\...\ barchiglie di rame da far
pasticciotto numero otto \...\” da intendere otto contenitori di rame per
l’impasto della barchiglia (torta pugliese alle mandorle) da riutilizzare per
fare i pasticciotti.
Per quanto concerne l’etimologia occorre che ci rifacciamo al greco PASTE,
identico radicale di Pane, dal significato di “farina amalgamata”; il termine
ha poi assunto un significato generico di “impasto”.
Il latino volgare coniò PASTICIUM il cui suffisso -icium fu fatto derivare
da -iceo con riferimento alla materia, in questo caso “fatto di pasta”.
426
Con l’apporre il suffisso alterativo -otto di valore diminutivo simile al
suffisso –etto, donde Ragazzotto e Ragazzetto, il percorso lemmatico per
foggiare la parola Pasticciotto è fatto.
L’amministrazione di Lecce lo ha discriminato quale dolce tipico locale e
si è mossa con successo perché il Pasticciotto fosse inserito nell’albo
nazionale agroalimentare tradizionale, curato dal Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali (D.Lgs. 30 aprile 1998).
Non solo Frank Sinatra ne era goloso – ma lo si poteva giustificare dal fatto
che fosse di origine italiana e meridionale – ma addirittura, com’è noto, ne è
il presidente degli USA Barack Obama.
\ Dagli Esistenzialisti ai Paninari e ai Punk
Negli anni ’80 nacque un movimento giovanile, i Paninàri, dal nome del bar
milanese “Panino” da questi frequentato, i quali utilizzavano alcuni termini
gergali quali Sapiens per “genitore” e Cuccare col valore di “prendere”,
svoltosi anche sessualmente, questo denm dall’onomatopeico Cucco
“prediletto”.
In contemporaneità, negli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80, apparvero i Punk
cui i Punkabbèstia in estensione nel nuovo millennio, termine dall’ingl
PUNK (pron panc) di etim ignoto, che ostentavano il loro
anticonvenzionalismo con abbigliamento e trucco esagerati. Oggi, che i punk
hanno smarrito la loro attualità, s’ode un ironico epiteto impensabile ieri,
ossia panchìna indirizzato ad una ragazza che s’atteggia a punk, quindi fuori
tempo.
Nelle generazioni precedenti, c’erano stati gli Esistenzialisti tra la fine
degli anni ’40 e i ’50, seguaci della filosofia dell’Esistenzialismo, termine
questo modellato sul ted EXISTENTIALISMUS, eppoi i Beat o Beatnik
degli anni ’50, dall’ingl BEAT battuta-colpo da TO BEAT colpire cui il
termine musicale glb Beat, vrs la connessione rad con BEACH spiaggia
(laddove battono le onde); termine che nel grande serbatoio indoeur è
connesso con l’ital Battere e, in riferimento ai movimentisti, sta per
“abbattuto, avvilito (dalla cultura ufficiale)”. La forma Beatnik nasce sul
modello del russo SPUTNIK (versione pronunciata) compagno di viaggio; il
suff russo NIK è vrs connesso nel serbatoio linguistico indoeur con il ted
NICKEL piccolo genio, l’americano NICK che si ritrova nel glb Nickname
soprannome.
Eppoi, c’erano stati gli Hippy degli anni ’60, originari dell’America,
dall’ingl HIP alla moda, cui l’omologismo Ippieggiànte e gli omologhi ital
Figli dei fiori, Capellòni, il glb franc Bohemien “zingaro” (pron boemien),
cui Bohemienne “danza zingaresca”, svoltosi in “giovane artista
squattrinato” e nel suo “modo di vivere”, l’ingl italianizzato Fricchettòni da
FREAK strambo
\ Prefisso MACRO MICRO-NANO Prefisso DOLICO
Lungo Corto
Oltre al pref MEGA, esiste MACRO, dal gr MAKROS lungo, esteso,
connesso con la rad MAK, cui Macroanàlisi, Macrobiòtica con Macrobiòtico
e Macrobiòto, Macrocardìa, Macrocefalìa e Macrocèfalo (col gr KEPHALE
testa), Macrochèira o Macrochirìa (col gr CHEIR mano) con Macrochìri
427
(Ordine di uccelli), Macrochilìa (col gr KHEILOS labbro), Macrocìta o
Macrocìto (col gr KYTOS cavità vale “cellula”) col patologico Macrocitòsi,
Macroclìma, Macrocontèsto, Macrocòsmo, Macrocristallìno, Macrodàttilo
con Macrodattilìa, Macrodistribuziòne, Macrodònte con Macrodontìsmo (col
gr ODONTOS dente), Macroeconomìa con Macroeconòmico, Macroestesìa
(col gr AISTHESIS sensibilità), Macroevoluziòne, Macròfago (un snm di
Globulo bianco), Macrofobìa (avversione delle lunghe attese),
Macrofotografìa con Macrofotogràfico, Macrogamète, Macrogènesi con
Macrogenitosomìa, Macroglòssa “sorta di farfalla”, i patologici
Macroglossìa e Macroglòsso (col gr GLOSSA lingua), Macroistruziòne,
Macrolepidòtteri, Macrolìde con Macrolìdico (con doppio suff il chimico
OLO e IDE), Microlinguàggio con Macrolinguìstica, Macromelìa (col gr
MELOS membro), Macrometeorologìa, Macromicète (gr MYKETES fungo)
con l’opposto Micromicète, Macromolècola con Macromolecolàre, Io
coronimo Macronesia o Macaronesia (arcipelago), Macronùcleo,
Macronutriènte, Macropètalo, Macroplasìa (col gr PLASIS formazione),
Macròpodo con Macropodìa (col gr PODOS piede) e Macropòdidi (Famiglia
di Marsupiali), Macroprogrammaziòne, Macroprosopìa (col gr PROSOPON
faccia), Macropsìa (col gr OPSIS vista), Macrorrinìa con Macrorrìno (col gr
RHINOS naso), Macroscelìa o Macroschelìa (col gr SKELOS gamba) cui
Macroscèlide e Macroscèlidi (questo Famiglia di Mammiferi), Macrosìsma o
Macrosìsmo (entrambi con Sisma), Macrosistèma, Macrosmàtico (col gr
OSMAN odorare), Macrosociologìa con Macrosociològico, Macrosomìa
(col gr SOMA corpo) snm di Gigantismo cui Macrosòmico, Macrospòra con
Macrosporàngio e Macrosporofìllo, Macrostruttùra, Macrotèsto, Macrotìa o
Macrozìa (col gr OUS OTOS orecchio), Macròttero (col gr PTERON ala),
Macrùro (Ordine di crostacei, col gr URA coda) cui Macrùridi (la Famiglia
ittica) e Macrurifòrmi (Ordine ittica abissale), eppoi Macroscòpio con
Macroscòpico in composizione col gr SKOPEO osservo-vedo, cui i suff
SCOPIA-Scopìa, SCOPIO, SCOPO e SCOPICO come in Caleidoscòpio con
Caleidoscòpico (col gr KALLOS bellezza e EIDOS aspetto, forma),
Ebullioscopìa (termine chimico-fisico, con il lat EBULLIRE bollire) con
Ebullioscòpico e Ebullioscòpio, Endoscopìa con Endoscòpico, i desueti
ottocenteschi Fenachistiscòpio (questo vrs connesso col gr PHAINOMAI
risplendo e col tema di KISTE quale contenitore) e Prassinoscòpio
(questo col gr PRAKSIS azione) quali strumenti d’illusione ottica,
Laringoscopìa con Laringoscòpio e Laringoscòpico, Negativoscòpio o
Negatoscòpio “schermo luminoso per leggere i negativi radiografici”, ilm
termine di astrologia Oròscopo con Oroscopìa e Oroscòpico col gr HORA
ora “ osservare gli astri nel momento (ora) della nascita di una persona”,
Periscòpio col pref dal gr PERI intorno (da non equivocare con Piroscopio),
Meatoscopìa con il lat MEATUS passaggio, sbocco da MEARE passare. In
connessione con SKOPEO il gr conta SKOPOS bersaglio svoltosi nel lat
SCOPUS cui l’italiano fig Scòpo “fine-obiettivo” cui Scopofilìa che è il
piacere nel guardare, per accezione i rapporti sessuali altrui, con Scopòfilo
snm di Guardòne, Scopofobìa o Scoptofobìa “paura d’essere osservato”;
fuori percorso Scopolamìna o Scopolammìna “sorta di alcaloide” composto
428
con Scopolia “sorta di pianta delle Solanacee” e Amina.
Dall’idea di una lunghezza estesa, quindi sottile, sono stati coniati Màcie
“grande magrezza” dal lat MACER magro cui ancora Macilènza con
Macilènte o Macilènto, un desueto Macrèdine “magrezza” e dunque questo
relativo a MACER e il prefissato Emaciàre (EX fuori, nel senso di “ben
visibile esteticamante”) con Emaciamènto, Emaciaziòne ed Emaciàto, eppoi
Màgra fem di Màgro o Màghero con la lenizione di c in g, o ancora il più
fedele al lat Màcro, (da non equivocare con Macro “esteso”, pur connessi)
dal lat MACRUM già gr MAKROS con un Dimacràre. Il percorso lenito
conta Magramènte, il friulano (ladino) Magrèdo “terreno permeabilesterile”, Magrèzza, Magròne “maiale giovane”, e i prefissati Dimagràre o
Dimagrìre cui Dimagramènto e Dimagrimènto, Dimagrànte e Dimagrìto,
Smagràre o Smagrìre con Smagrimènto e Smagrìto
Un contrario di Macro è Mìcro dal gr MIKRON piccolo cui il pref MICRO
in composizioni da Microbattèrio a Microzòlla passando da Mìcrobo questo
col gr BIOS vita cui Microbiofobìa “paura dei microbi” snm di Bacillofobia,
Microcrèdito, Microcriminalità, Mycrofobìa “avversione per tutto ciò che è
piccolo” in antitesi con Megalofobìa, Micròfono cui Microfono a carbome
inventato nel 1878 per la telefonia con Microfonìa, Microfonicità e
Microfònico, Microlìto (in archeologia piccola pietra), Micromelìa (col gr
MELOS membro-arto), Micròmetro, Micròne (in fisica, col suff ONE entità
elementare), il coronimo Micronesia (arcipelago), Microònde cui la
locuzione Forno a microonde, apparecchio divenuto domestico dal 1953,
Microscòpio, Microscopìa e Microscòpico, Microsfigmìa (col gr
SPHYGMOS pulsazione-polso), Micròttero (col suff TTERO ali), Microzìa
o Microtìa questo con un derivato del pref OTO orecchio), Microtùbulo,
Microvìllo. Una cosa è certa: Galileo avrebbe effettuato esperimenti per la
costruzione di un Microscopio, a seguire il suo Telescopio, ma il primo
esemplare sarebbe da attribuire a Z. Jansen nel 1595.
Esiste il termine Mucròne dal lat MUCRO MUCRONIS con valore di punta
acuminata cui Mucràto, adottato anche in botanica e in anatomia quale
Punta del cuore; pur considerato d’etim non trovato, si può supporre
attestatosi da una corruzione o da una apofonia da MIKRON.
\ Microcriminalità, con Macrocriminalità, è un abuso linguistico, utlizzato anche dalle
istituzioni, poiché la criminalità ha un unico risvolto in azioni delittuose; ciò che può
cambiare è il contesto, il luogo e il tempo, l’età e l’equilibrio mentale dell’attore,
questi fattori d’inasprimento o d’attenuanti sulla sentenza ; insomma, in partenza, lo
scippatore meriterebbe l’identica misura punitiva per il rapinatore a mano armata.\
Il gr conta il corrispondente NANOS o NANNOS per MICRO, cui l’ital
Nàno con Naneròttolo, Nanìsmo con Nanìstico, Nanizzànte “sostanza
chimica in botanica” e il suff NANO in complanare dunque con i prefissati
MICRO, cui Nanocefalìa con Nanocèfalo, il glb Nanocurie da Curie “unità
di misura di radioattività”, Nanoelettrònica, il patologico fetale Nanomelìa
(col gr MELOS arto), Nanòmetro, Nanosecòndo, Nanostruttùra,
Nanotecnologìa (pref NANO che vale MICRO).
In astrologia si conta la locuzione Nana degenere snm di Nana bianca, in
riferimento a una stella di piccole dimensioni e che emana yna luce di
429
intensità bassa, quasi bianca.
Nano in uniforme è l’epiteto assegnato a Gabriele D’Annunzio da una
pittrice polacca che rifiutava decisamente i suoi insistenti corteggiamenti.
Esiste in gr un DOLIKHOS da rad DELEGH lungo, cui il sct DIRGHA, il
pref ital DOLICO, utilizzato in termini quali Dolicoencefalìa,
Dolicomòrfo… Il rad lo ritroviamo nel ger LANG, nel celt DLONG e nel lat
LONGUS, a comprovare, ove ce ne fosse bisogno, l’origine comune
indoeuropea. L’ital ha mantenuto il lat in Lòngo con Longobàrdo e
Longobàrdico, Longànime, Longevità e Longèvo questi ben combacianti
con la signora Louise Calmeut morta il 4 agosto del 1997 all’età di 122 anni
e 165 giorni.
Eppoi Longilìneo (contrario di Brevilineo), Longìnquo “a grande distanza”
su modello di Propìnquo, Longitìpo, Longitùdine da LONGITUDO
LONGITUDINIS cui Longitudinàle e Longitudinalmènte. Longarìna con le
varianti Longherìna e Lungarìna, giunge attraverso il franc LONGRINE, cui
ancora Longaròne, con le varianti Longheròne e Lungheròne, e il toponimo
Longarone, tristemente famoso per la Diga del Vajont. L’ital, ancora, conta i
glb quali l’ingl Longline “lungolinea” (pron longlain), il franc Longuette
“abito femminile che scende verso i polpacci”, le locuzione glb ingl Long
drink “bibita allungata” dove DRINK è bevanda, Long play o Long playing
“esecuzione lunga”, in termini editoriali si ha Long seller “(libro) a lunga
vendita” con TO SELL vendere cui l’orribile omologismo Longsellerìsta,
diversificato da Best seller con BEST quale superlativo per il migliore e che
sta per “il più venduto” cui gli altrettanti orribili Bestsellerìsta con
Bestsellerìstico.
\ Da una recente ricerca (2008), le donne più longeve in ambito UE sarebbero le
francesi. L’uomo più longevo al mondo s’è spento nel dicembre del 2007 a 116 anni;
alla domanda qual era il suo segreto di lunga vita, ha risposto candidamente che non
avevca mai contratto matrimonio.
A settembre del 2009 s’è spenta all’età di 115 anni e 158 giorni Gertrude Baines, nata
il 6 aprile 1894 in Georgia (USA) da una coppia di schiavi liberati; dal 2 gennaio 2009
era la decana dell’umanità\
Il percorso continua con Lontàno, cui Lontanamènte, Lontanànza e
Lontanàre meglio il prefissato Allontanàre (AD), è il derivato dal volg lat
LONGITANUS dall’avverbio LONGE lontano, questo ipocoristico di un più
ant LONGINQUUS, donde il sopravvissuto Longìnquo. L’ital ha
privilegiato il fiorentino Lùngo, in rapporto con un precedente Ungo e col
senese Ongo, cui Allungàre, Bislùngo (col pref BIS peggioratrivo – vedi pref
DIS - vale “lungo oltre il consueto”), Dilungàre, Slungàre; il percorso conta
Lungàggine, Lùnge e la variante Lùngi, questo utilizzato anche come pref
LUNGI nelle rare composizioni Lungimirànza con Lungimirànte e
Lungisaettànte; ancora, la preposizione Lunghèsso “rasente” dalla locuzione
Lungo esso, Lunghìno, l’atletico Lunghìsta ed il pref LUNGO adattato in
composizioni quali Lungagnàta (con Lagnata da Lagnare) con Lungagnòne,
l’avverbio Lungamènte, Lungodegènza, Lungolìnea, Lungometràggio ed i
vari Lungomàre, Lungofiùme e gli specifici Lungàdige, Lungopò,
Lungotèvere, Lungosènna… La rad avrebbe condotto al lat IN-DULG eppoi
INDULGERE cui Indùlgere, Indulgènte, Indulgènza, Indultàto e il Pp
430
INDULTUS cui Indùlto, che dal significato originale di allungarsi ovvero
“cedere, abbandonarsi al vizio, al peccato” s’è attestato semant in
“perdonare i vizi, i peccati altrui”; altre fonti presuppongono la
composizione INDULGERE da un più ant IND ALG raffreddare cui il lat
ALGERE aver freddo, nel senso di “raffreddare i vizi, i peccati altrui”,
pertanto Indulto è un parasnm di Condono e, in termini di diritto, il primo
non estigue le pene accessorie e gli effetti penali, il secondo vale
“cancellazione” parziale o totale.
Còrto, con il volg Curto, dal lat CURTUS o CORTUS, sarebbe derivato
dalla rad KER tagliare vrs dall’azione di tagliare per ridurne la lunghezza.
L’obsoleto aggettivo Cortonèse per “corto” è da evitare poiché oggi vale per
“abitante di Cortona”. Dal comparativo CURTIOR di CURTUS, il lat conta
il prefissato ADCURTIARE cui Accorciàre e la variante Accorcìre, con
Accorciàta, Accorciatìvo, Accorciàto, Accorciatòia questo snm di
Scorciatoia; mutandone il pref il lat conta DECURTARE cui Decurtàre con
Decurtaziòne, EXCURTIARE cui Scorciàre o Scorcìre, Scorciamènto,
Scorciatòia questo snm di Accorciatoia, Scorciatùra, Scòrcio questo sia
aggettivo sia sostantivo. L’ital conta inoltre le composizioni Cortocircùito
con Cortocircuitàre, Cortometràggio, Cortoràggio. Scortàre, omn di Scortare
“accompagnare” vale “accorciare-rendere corto” prefissando con S intensivo
il lat CURTARE.
Il termine Cortana o Curtana o ancora Courtain, dal lat CURTUS già franc
CURTEIN accorciato, indica una sorta di tradizionale arma cerimoniale
chiamata anche Spada di clemenza o Spada di grazia.
Il giapponese conta un KIRI tagliare, e non può essere una coincidenza rad,
cui KARAKIRI composto con HARA ventre, cui l’omologismo Carachìri.
Un snm di Corto è Brève, o un desueto Briève, dall’aggettivo lat BREVIS
già gr BRAKKYS breve cui il prefissato Abbreviàre (AD allativo) con
Abbreviamènto, Abbreviatìvo, Abbreviàto, Abbreviatòre, Abbreviatùra e
Abbreviaziòne. Il Breve, appunto perché basso (o fratello minore), fu
l’epiteto assegnato al franco Pipino III (714/768).
Nel percorso lat l’ital conta Brevità e, dalla variante lat sostantivata BREVE,
anche Brevètto questo transitato dal franc BREVET cui Brevettuàle. Il
percorso conta ancora il liturgico Breviàrio, Breviatòre, Brèvio e un pref
BREVI in composizioni quali Brevicàude (con il lat CAUDA coda),
Brevicàule (con CAULIS gambo), Brevichiomàto, Brevilìneo (contrario di
Longilineo), Brevilòquio. Fuori percorso Brèva, questo di etimo celtico e
vale un vento di valle che soffia sui laghi di Como e di Lugano.
Dall’ingl BRIEF memoria riassuntiva, e quindi è vrs la connessione etim
con il lat BREVIS, si conta il glb Brief e Briefing.
Dal prvz ABRIVAR slanciarsi, l’ital conta Abbrivàre cui il denm Abbrìvio
o Abbrìvo, vrs connesso con il lat BREVIS.
Direttamente dal gr BRAKKYS breve, l’ital ha ancora ottenuto il suff
BRACHI per composizioni quali Brachicefalìa con Brachicèfalo,
Brachiblàsto (col gr BLASTOS germe), Brachicardìa, Brachicatalèssi con
Brachicatalèttico (col gr KATALEKSIS cessazione), Brachìceri (Sottordine
d’insetti, col gr KERAS corno), Brachidànio (specie di pesce, col suff
431
ignoto), Brachidattilìa (col gr DAKTYLOS dito), Brachigrafìa snm di
Stenografia, Brachìlago (specie di lepre, col gr LAGOS lepre), Brachilogìa
con Brachilògico “conciso”, Brachimòrfo, Brachipnèa (col gr PNOE
respiro), Brachistòcrona (superlativo BRAKHISTOS col gr KHRONOS
tempo), Brachitìpo con Brachitipìa.
Tornando alla rad KER, anche nel valore di levare le superfici o le parti
dure, questa avrebbe condotto a Càrne da CARO parte tagliata cui Carògna
quale parte rimasta, cui Caràcidi o Caracìnidi (Famiglia di pesci), Carùncola
o Caròncola “escrescenza carnosa”; eppoi , dal genitivo CARNIS, i derivati
e composti Carnagiòne, Carnàio, Carnàle e Carnalità, Carnàme (suff AME
collettivo) vale “putrefazione”, Carnèfice con Carneficìna o Carnificìna
(ridurre gli uomini a semplice carne), Càrneo, il fig Carnèra “gigante” con
l’omn pugile Primo Carnera (1906/1967), Carnesècca “pancetta seccata”,
Carnìccio, Carnicìno “colore roseo”, Carnièra, Carnière, Carnificaziòne,
Carnitìna (suff chimico INA), Carnìvoro e Carnìvori (Ordine di mammiferi),
Carnòso con Carnosità, Carnùme, Carnùta sovrapposta a Cornuta, Carnùto
“carnoso”, i prefissati Incarnàre con Incarnàto, Incarnìre con Incarnìto
sovente nella locuzione patologica Unghia incarnita, Scarnamènto, Scarnàre
con la variante Scarnìre e Scarnìto, Scarnatòio, Scarnificàre e Scàrno.
Dal ted LUDER la cui traduzione equivale all’ital Carogna utilizzato in
senso offensivo verso una persona, è stato coniato l’omologismo Lùdro
“mascalzone” omn di Lùdro dal lat UTREM dal gr HYDRIA questo con
l’articolo determinativo apostrofato L’ saldato e che nel sett ha assunto il
significato di Otre.
Termini alieni il glb franc Carnet “taccuino” da CAHIER già lat
QUADERNUS, i sostantivi Carniòla con Carniòlo e il relativo Càrnico
relativi al coronimo alpino Carnia in Friuli cui l’oronimo Alpi Carniche,
eppoi Carnotìte “minerale” relativo allo studioso M. A. Carnot (1839/1920).
\ Carneade, chi era costui? è il manzoniano dilemma espresso per bocca di Don
Abbondio; Carneade era un filosofo greco del II sec aC, pertanto si è trasfigurato nello
stereotipo dello sconosciuto. \
Il termine Carnevàle o Carnovàle è composto da Carne e Levare, in
riferimento alla vigilia della Quaresima, infatti può essere sostituito da
Carnasciàle, nel significato di Carne e Lasciare; si hanno quindi due
aggettivi snm e coevi, Carnevalèsco e Carnascialèsco.
\ In Italia, la tradizione del Carnevale è molto viva, maggiormente mantenuta a
Venezia e Viareggio eppoi ad Acireale, Cento, Fano, Ivrea, Oristano, Putignano.
Una delle primitive e popolari feste romane era la Festa degli Sciocchi, la quale era
fatta coincidere con il 17 febbraio, l’ultimo giorno delle celebrazioni in devozione di
Quirino; non è difficile pensare ad una certa estensione nel carnevale d’oggi. Quirino,
dal lat QUIRIS lancia era il dio che rappresentava la divinizzazione del fondatore
Romolo, cui l’onomastico ancora ricorrente Quirino “armato (fornito) di lancia”,
Quirìte questo il romano nella sua qualità di cittadino con l’aggettivo Quiritàrio; oggi
sopravvive nel Colle Quirinale, sede del Presidente della Repubblica Italiana, con i
correlativi Quirinalìsta e Quirinalìzio. Da non equivocare con Quirìtta o Quirìtto,
questo un obsoleto avverbio composto con Qui ed il lat RECTA direttamente e vale
Proprio qui.
Romolo, dunque, figlio del dio Marte e di una mortale donna, Rea Silvia, fondatore
di Roma e della sua religione (non si dimentichi che i re erano anche i “capi delle
432
religioni”), secondo la tradizione salì sull’Olimpo per raggiungere il padre suo. In
omologismo, dopo 743 anni, Gesù, figlio di Dio e di una mortale fanciulla, Maria,
avrebbe rifondato Roma e la sua religione, eppoi sarebbe salito al cielo per
raggiungere il Padre Suo. C’è da dire, ancora, che l’uccisione di Remo da parte di
Romolo, avrebbe indotto nei latini una sorta di psicologico peccato originale,
omologato nel criastianesimo dalla disubbidienza di Adamo ed Eva e dall’uccisione di
Abele da parte di Caino. C’è di più; i gemelli Romolo e Remo furono allevati da
Acca Larenzia, detta fig o metaf “la lupa” per la sua ant professione femminile; nel
Vangelo, Gesù è assistito da Maddalena..\
Il gr ha il proprio KREAS carne, cui il fig Creosòlo “composto chimico
estratto dal faggio” (suff chimico OLO) ellittico di Creosòto, questo
composto col tema SOZO salvo, transitato dalla composizione lemmatica
franc CREOSOTE; l’ital conta ancora un Creodònte (Sottordine di
mammiferi carnivori) col gr ODUS ODONTOS dente.
Un taglio di carne di vitello è volg indicata nel milanese con Scamòne, che
non sembra in percorso con Scamonèa o Scammonèa “pianta delle
Convolvulacee” questo inv dal lat SCAMMONEA già gr SKAMMONIA
connesso con l’ebr KAMMON cui il gr KYMINON, il lat CUMINUM,
svoltosi nel tardo COMINUM e CIMINUM, e l’ital Comìno o Cumìno o
ancora Cimìno (omn di Cimino da Cima) “pianta delle Ombrellifere” cui
Cumìnico, Cominèlla o Cuminèlla; Càrvi, dal lat inv CARVI già ar
KARAWIYA questo da gr CARON indica il Cumino dei prati.
Carving, invece, è un esotismo dal verbo ingl TO CARVE intagliare,
incidere e indica un tipo di sci per discese.
Termine ancora alieno è Cominiàno questo relativo al tipografo G. Comino
vissuto nel ‘700.
Il percorso del rad KER conta ancora i vari Coràzza (parte coriacea) con
Corazzàre, Corazzàta, Corazzàto, Corazzatùra, Corazzière e Corazzìno,
Coriàceo (suff ACEO), Còrilo “nocciolo”, Cortèccia cui Cortecciòla,
Corticàle, Corticàto, Còrtice e Corticìcolo, la locuzione Corteccia cerebrale.
\ La corteccia cerebrale frontale si attiva durante particolari scene cinematografiche o
teatrali, e simili, che trasmettono forte emotività (come l’horror), ad assicurarci che è
solamente una finzione \
La leggera corazza degli ant romani è indicata con Lorìca dal lat LORICAM
d’etimo non noto cui Loricària “sorta di pesce” dei Siluridi, Loricàti “Ordine
di rettili”, il relativo Loricàto, Lòrio o Lorichètto “sorta di papaggallo”
sovrapposto a Parrocchetto, Lorìculo “sorta di pappagallo”
Il percorso KER prosegue con Cuòio dal lat CORIUM con le varianti in
Còio, Quòglio, Quòio in percorso con Cuoiàio questo con le varianti Coiàio,
Coiàro e Quoiàio, Cuoiàme da CORIAMEN con le varianti Coiàme e
Coràme con Coramèlla, questo lo strumento del barbiere per affilatvi il
rasoio, eppoi Cuoiàttolo o Coiàttolo, Cuoierìa o Coierìa, Cuoietterìa, infine il
fig Cuòra “strato erboso galleggiante-fondo paludoso” questo attraverso il lat
CORIA crosta snm di Aggallato, cui i prefissati Escoriàre ed Escoriaziòne
dal lat EXCOIARE, Scòrza dal lat volg SCORTJA da SCORTUM pelle,
questo con pref S rafforzativo, cui Scorzàre, Scorzatùra, il dim Scorzètta,
Scòrzo “sacco di pelle”’aggettivo Scorzòso, ’accr fig Scorzòne e ancora
Scorzòne “sorta di serpente o di pesce degli Sparidi” con il volg mer
433
Scurzone, vrs in connessione con Scorzonèra “sorta di pianta erbacea”
attraverso lo sp ESCORZONERA.
L’area med aveva il proprio tema SOKA fune, cui l’ital Sòga dal lat SOCA
con lenizione c in g, termine reso snm di Cuoio vrs in riferimento alle corde
di cuoio. Nel volg sett, il tema med sopravvive snm di Fune.
Il lat conta LORICA leggera corazza militare da LORUM striscia di cuoio
cui Lòrica, Loricària, Loricàti (tassonomia animale) e Loricàto; da non
equivocare con Lorichetto “pappagallo”.
Dalla stessa rad KER ampliata in KERT ci arriva infine Cèna, inv dal lat
volg CENA già class COENA, ellittico di un’ant composizione indoeur
KERT SNA ripartizione (di cibo) a notte, cui Cenàcolo dal nome di
strumento CENACULUM, Cenàre e Cenàta. La primitiva composizione
KERT SNA si ritroverebbe in LEUK SNA riferito a Luna quale rifrazione
(di luce) a notte.
Rispetto al PRANDIUM pranzo, il pasto frugale diurno, la COENA era il
pasto principale, un rito.
Dall’ant locuzione d’origine gr-lat Cena pura, con alimenti cioè considerati
puri, nel sardo s’è attestata la voce Chenàbura che vale Venerdì, insomma il
giorno in cvui si consumava a mo’ di rito una cena pura.
\ Torace Addome Lapara
Toràce è dal lat THORAX THORACIS già gr THORAKS THORAKOS
corazza cui Toràcico e i composti con il pref TORACO cui Toracocèntesi e
Toracocentèsi o ancora in ipocoristico Toracèntesi o Toracentèsi (col gr
KENTESIS puntura), Toracoplàstica, Torascopìa, Toracoscòpio,
Toracotomìa.
Addòme, invece, è dal lat ADDOMEN cui Addominàle, vrs connesso con
OMEN presagio per quella sensazione addominale che si ha nell’ansia, nel
timore che accada qualcosa.
Dallo specifico gr LAPARA addome, l’ital ha tratto il pref LAPARA
LAPARO per composizioni quali Laparocèle (col gr KELE tumefazione,
tumore, ernia), Laparoscopìa con Laparoscòpio, Laparatomìa o Laparotomìa
con Laparotòmico o Laparatòmico.
\ Buccia Crosta
Snm di Scorza (adottato dal XIV sec), Buccia (già dal XIII sec) e Crosta.
Bùccia è dal lat medv BUCEA quale scorza medicinale in percorso con
Bùccio, Bùcciolo questo sovrapposto a Bozzolo, Bucciòso, il prefissato
Sbucciàre con Sbucciatùra (S sottrattivo).
Cròsta è dal CRUSTA, donde il sopravvissuto archeologico Crùsta “sorta di
roccia”, in riferimento fig al gr KRYSOS crosta di ghiaccio da KRYOS
gelo, in vrs connessione con PSYCHROS freddo, con Incrostàre,
Incrostànte e Incrostaziòne, eppoi le composizioni. In percorso dal lat,
Crostàcei (Classe di Artropodi) dal lat CRUSTACEA già gr KOSTRAKOS,
Crostàle, Crostàre, Crostàta, Crostìno, Cròstolo 1, Crostòne, Crostòso e, con i
pref, Disincrostàre con Disincrostànte e Disincrostàto, Incrostàre con
Incrostàto, Incrostaziòne, Scrostàre e Scrostàto. Dall’inc di Crosta con
Rosolare, l’ital ha coniato Crogiolàre o Grogiolàre da Crogiòlo o Crogiuòlo
cui la locuzione fig Grogiolarsi al sole; il passaggio del gruppo letterale so
434
di Rosolare in gio è avvenuto per attestazione toscana.
Il Grogiolo è l’ambiente (recipiente refrattario) in cui vengono posti gli
oggetti di vetro per la ricottura.
Dal gr ESKHARA scorza svoltosi nel lat ESCHARA, l’ital ha coniato,
anche nel senso di “ribrezzo”, Escara-èscara o Eschera-èschera con
Escarificaziòne, Escariòso o Scariòso e Escaròtico, Scarèggio, Scàridi
“Famiglia di pesci”, eppoi Ascàride (con A privativo vale “privo di scorza”)
“larva di zanzara”, Ascaro-àscaro, e vrs Scarcella “tipico dolce mer
(ciambellone) crostoso”. Fuori percorso la composizione patologica
Escherichìa alla memoria del biologo ted T. Escherich (1857/1911); molto
grave l’Escherichia coli (Coli sta per Colon cui il composto Colinèrgico (col
gr ERGON) la cui epidemia con decine di decessi e migliaia di contagiati,
con focolaio in Germania, aveva diffuso allarme in tutta Europa nel 2011.
In una ant classificazione, tra gli ascaridi si conta il Lombrìco, questo dal lat
LUMBRICUS di connessione celt, cui Lombricàio, Lombricàle, il composto
Lombricoltùra con Lombricoltòre. L’omn Ascaro-àscaro, questo un soldato
coloniale, è l’omologismo dall’ar ASKARI.
Nel significato di scorza, nel contesto rad indoeur, si contano i franc
ESCARGOT lumaca e ESCARBOT scarafaggio, nell’ital Scarabeo,
Scarafaggio… in relazione al loro involucro naturale,
Dal long STUHHI scorza l’ital conta l’omologismo Stuccàre con Stùcco
anche in senso metaf quale “saziare, averne abbastanza-nauseato, sazio,
secco” cui Stuccàto, Stuccatòre, Stuccatùra, Stucchevolèzza da Stucchèvole
questo col suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, eppoi Stuccòso e la
locuzione Restare di stucco. Si sta facendo strada nel percorso, grazie alla
TV, una voce volg Stuccàre nel senso di “staccare con decisione”.
Lo Stucco, quale miscela di gesso, acqua e limo risale alle decorazioni del II
millennio aC nelle piramidi con tracce addirittura nella Turchia di oggi
(Anatolia) risalenti al VI sec millennio.
1
Crostoli (Veneto), i caratteristici dolcetti fritti di Carnevale, hanno i snm territoriali
in Cènci (Toscana) dalla locuzione fig Cenci fritti, Chiàcchiere, Fràppe (dal XV sec)
plur di Fràppa omologismo attraverso il franc FRAPE lembo d’abito-smerlatura
(quindi semant vicino a Cenci), cui Frappàre e Frappàto, da non equivocare con
Frappè (corretto frappé) inv dal franc FRAPPE-frappé colpito con un neologismo
Frappuccìno “frappé-cappuccino”, e Galàni ( Venezia) plur fig di Galàno (dal XVI
sec) omologismo dallo sp GALA già franc ant GALE ornamento.
\ Radicale KER Cardo Corno
Oltre a KER tagliare, esistono ancora altre due rad indoeur omonime KER,
l’una vale pettinare, cui il lat CARERE e l’ital Cardàre, Cardatùra. Il Càrdo
“pianta erbacea” (i cui capolini essiccati sono utilizzati nella cardatura) è dal
lat volg CARDUM cardo, questo già gr KAKTOS pianta spiniosa
riattestatosi nel lat CACTUS e nell’ital Càctus o Càcto cui Cactàcee
(Famiglia di piante Classe Dicotilèdoni) tra le quali il Saguàro omologismo
di genesi indigena californiana attraverso lo sp, il composto Cactifòrme; i
botanici definiscono il Cactus “Succulento”. Da CARDUM il percorso conta
Cardamòmo snm di Crescione, considerato tra i cibi afrodisiaci, altrimenti
detto Fuoco di Venere, dal lat CARDAMOMUM già gr KARDAMOMON
composto con AMOMON cui Amòmo l’ant nome del lemma, l’esot Carlìna
435
attraverso lo sp CARLINA quale dim di Cardo. Quali prefissati (S intensivo)
l’ital conta Scardacciòne, Scardàre (EX sottrattivo) che vale “togliere le
castagne dal cardo o riccio” ovvero “sdiricciare”, il sett Scardàsso (per
accezione, lo strumento a pettine per la lana dei materassi), cui Scardassàre,
Scardassatòre, il desueto Scardassàreo e con Scardassière, Scardassatùra:
Scardassare ha l’omn in Scardassàre dal lat CARMEN cui Carminàre, inv
dal lat CARMINARE sanare con incantesimi (Scardassare) e fig
malmenare, esaminare con cura, eliminare i gas intestinali. Pseudoetim
Scàrda o Scàrdola o ancora Scàrdova “sorta di pesce” dei Ciprinidi.
Il percorso prosegue con Gàrza, questo dal lat class CARDUUS cardo, cui
Cardòne, Cardonètto ma anche Garzàre, Garzàto, Garzatòre, Garzatùra,
Garzèlla, Garzerìa, Gàrzo e Garzuòlo (omn del “grumolo”), transitati dal
volg veneto Garzo, cui Sgarzìno “sorta di utensile” e il prefissato Sgarzàre
(S sottrattivo); pseudoetim in questo percorso è l’esot Gàrza “sorta di
airone” inv dallo spagnolo GARZA, cui il dim Garzètta da GARCETA e
Sgàrza (S intensivo) per il suo colore cenerino” cui Sgarza ciuffino. In
connessione con Cardo “pianta erbacea” (del quale pare ghiotto) è il termine
Cardèllo con Cardellìno e un volg Cardillo, uccello dei Fringillidi, dal lat
volg CARDELLUM già CARDUELIS, il cui snm è Lucherìno o Lucarìno,
in volg lenito Lugarino o Lugaro, d’etim sconosciuto. Cardellino ha subito
ancora una deformazione volg in Calderìno cui l’attestazione toscana
Calderùgio con Calderùgia (erba preferita dai cardellini e da alcuni uccelli in
genere, snm di Sollecciola o di Senecione). Fringìllidi, dal lat
FRINGILLIDAE, è la Famiglia dei Passeriformi, cui Fringuèllo da
FRINGUILLA e Fròsone o Frusòne dal lat FRISIONEM etnico della Frisia.
Càrdine-Cardinàle e Cernièra questi dal lat volg CARDINARIA ma
attraverso il franc CHERNIERE cui Incernieràre e Incernieràto, entrambi
con diverse attestazioni, derivano da Càrdo (fig connesso con KARDIA,
omn del Cardo vegetale) inv dal lat CARDO CARDINIS cardine, svoltosi
nella via principale da Nord a Sud in un accampamento militare, cui anche
Càrdine, fig punto fondamentale, che incrociava la Decumàna dal lat inv
DECUMANA la via che andava da est ad ovest terminante alla PORTA
DECUMANA, la Porta Decumana; questo il termine che intendeva
DECUMA COORTE, ossia della decima coorte accampata. Il gr conta
KANKHALOS cardine cui l’ital Gànghero con Gangheratùra da un obsoleto
Gangheràre, Gangherèlla, la locuzione Fuori dai gangheri e i prefissati
Ingangheràre e Sgangheràre con Sgangheramènto, Sgangheratàggine e
Sgangheràto. Tornando a Cardinale, questo, riassumendo, dal lat
CARDINALEM vale principale cui Cardinalità, dalla locuzione lat eccl
EPYSCOPUS CARDINALIS vale prelato principale cui Cardinalàto,
Cardinalèsco, Cardinalìzio e il fig Cardinàle “uccello dei Fringillidi” per il
colore.
Da Cardine, l’ital conta i prefissati Escardinàre con Escardinaziòne (pref ES,
adottato dal 1965) con Scardinàre con Scardinamènto (pref S sottrattivo, già
dal XVIII sec), Incardinàre con Incardinaiòne (pref IN illativo); termine
alieno Scardòla o Scardòva dal lat SCARDA “sorta di pesce”.
L’altra rad KER sta per sporgere, cui il gr KERAS testa-corna e il percorso
436
ital Ceràmbice “sorta di coleottero” con Cerambìcidi (la Famiglia) dal gr
KERAMBYKS, Ceraospònge o Ceraospòngie (con il lat SPONGIA
spugna), Cerargirìte o Cherargirìte (minerale, con il gr ARGYROS argento),
Ceràsta o Ceràste dal lat CERASTA già gr KERASTES cornuto riferito ad
un serpente, Ceràzio “Genere di alghe” con Ceràzidi o Ceràtidi (Famiglia
ittica di Lofiformi), eppoi Cheratìna, Cheratinizzàre, Cheratinizzaziòne,
Cheratìte, Cheratòsi, il pref CERATO o CHERATO con il valore di
“corneo” per composizioni quali Ceratodifòrmi “Ordine ittico dei Dipneusti”
(col gr ODUS ODONTOS dente), Ceratopogònidi “Famiglia d’insetti
Ditteri” questo col gr POGON barba cui Pogonòfori (gr PHERO io porto)
una Classe d’Invertebrati, Ceratopsìde (col gr OPSIS aspetto-visione che
ritroviamo in Sauròpsidi, la Superclasse comprendente Rettili e Uccelli),
Ceratosàuro, Cheratocòno (col gr KONOS cono), Cheratodermìa,
Cheratògeno, Cheratolìtico, Cheratòma (suff medico OMA infiammazione),
Cheratoplàstica, Cheratomìa e, in connessione, il termine composto
Acheratòbio (suff BIO) dal gr AKERATOS terso (pref A privativo, fig
“privo di protuberanze”), in opposizione a Sapròbio (suff BIO) questo dal gr
SAPROS putrido cui Sapròfago, Sapròfilo, Sapròfita o Sapròfito con
Saprofitìsmo, Sapropelìte (col gr PELOS fango) o Sapropèl con Sapropèlico.
Il percorso prosegue con Cèrebro dal lat CEREBRUM, cui Cerebèllo dim di
CEREBRUM con il relativo Cerebellàre e il patologico Cerebellìte (suff
medico ITE), Cerebràle con Cerebralìsmo e Cerebralìsta, Cerebralità,
Cerebraziòne, Cerebrìte e Cerebròso, il pref CEREBRO per composizioni
quali Cerebrifòrme, Cerebrolèso, Cerebropatìa con Cerebropàtico,
Cerebroplegìa,
Cerebrospinàle,
i
prefissati
Decerebellàre
con
Decerebellaziòne da un Decerebèllo “cervello”, Decerebràre con
Decerebraziòne; eppoi Cervèlla e Cervèllo dal lat CEREBELLUM dim di
CEREBRUM cui, derivati e fig, Cervellàccio, Cervellàggine, Cervellàta,
Cervellatìna “sorta di salsiccia fresca con carne di maiale frammista a
cervello”, Cervellètto, Cervellièra, Cervellìno e Cervellòne, Cervellòtico
(suff aggettivante TICO), Cervellùto; il Cervello, anatomicamente, è
costituito nel suo complesso dal Diencefalo (Epitalamo, Talamo ottico e
Ipotalamo), Mesencèfalo e Telencèfalo.
Eppoi Cèrvo o Cèrvio da CERVUM, col fem Cèrvia da CERVIA, cui il fig
Cervàto “sorta di cavallo da manto che ricorda il cervo”, l’anatomico
Cèrvice con Cervicàle, Cervicìte (suff medico ITE) e il composto
Cervicalgìa, Cèrvide meglio Cèrvidi (la Famiglia), Cervière o Cervièro
riferito al lupo che caccia i cervi - ma anche la lince è indicata con “il felino
cerviero” o “lupocervièro” per la sua qualità di sguardo acuto - l’aggettivo e
sostantivo Cervìno cui il noto oronimo, Cervòna, Cervène, Cervòne “sorta di
serpente mediterraneo, il composto Cervicàpra, la locuzione Cervo volante
“sorta di coleottero” e fig snm di Aquilone. Termine pseudoetim è Cervògia,
un omologismo dal celt CERVOISE, adottato nel lat CERVISIAM tipo di
birra.
Il gr conta lo specifico ALAPHOS cervo cui Elafùro “sorta di bufalo” con il
lat URUS grosso bovino e Ielàfo col gr HYS porco.
Il percorso conta ancora Còrno da CORNUM (accusativo di CORNU) con il
437
plur al fem Còrna, Cornàta, Cornàto, Cornatùra, ancora Còrno quale
strumento musicale, il prefissato (S sottrattivo) Scornàre con
Scornàto,Scòrno e il fig Scornabècco “pianta delle Cistacee” dove Becco è il
maschio della capra, il sostantivo anatomico Còrnea tratto dall’aggettivo
Còrneo cui Corneàle con Corneificàrsi e Corneificaziòne, eppoi Corneggiàre
“colpire con le corna” o poeticamente in riferimeno alla luna che presenta la
falce, Còrno e Cornètta “strumenti musicali” cui Cornìcine, Cornìsta e
Cornettìsta, il fig Cornètta “sorta di copricapo” attraverso il franc
CORNETTE, il gastronomico Cornètto (a forma del corno o falce di luna)
altrimenti detto nel glb franc Croissant “ (luna) crescente” già ted
HORNCHEN, Cornicolàto o Corniculàto dal dim lat CORNICULUM,
Cornòcchio “tutolo della pannocchia del granturco” poiché all’arrivo del
granturco si è immediatamente associata la forma della pannocchia ad un
corno, Cornùto, questo anche fig, con il composto Cornificàre 1, eppoi
ancora i composti Cornìgero (con il lat GERERE portare), Cornìpede “dal
piede corneo”, Cornucòpia (il mitico corno dell’abbondanza, dal lat COPIA
abbondanza).
\ Il Croissant è un derivato del KIPFERL austriaco e per questo circola la leggenda
che sia stato ideato in Austria per festeggiare la vittoria sui turchi nel 1683\
Il glb franc quale termine medico Cornage vale “respiro con fischio
bronchiale”, con un omologismo Cornèggio, fig da CORNER 2 soffiare nel
corno in connessione col composto Cornamùsa, snm di Piva, cui
Cornamusàro omologismo dal franc ant CORNEMUSE (dal celt MUSER
suonare).
In ambito indoeur, il ted conta HORN corna e BLENDE blenda donde
l’omologismo Orneblènda che indica fig alcuni minerali.
\ Il 6 giugno del 1944, durante lo Sbarco in Normandia, fu suonata senza soluzione di
continuità una cornamusa, per tenere alto il morale delle truppe, finchè un proiettile
non forò lo strumento.\
Ancora un omologsmo dal ted FLUGELSHORN con FLUGEL aria e
HORN corno cui l’ital Flicòrno o Fliscòrno “famiglia di strumento a fiato”
con Flicornìsta o Fliscornìsta; donde un concorso bandistico denominato
Flicorno d’oro.
\ Nell’800, il Flicorno era lo strumento utilizzato dai postiglioni per annunciare
l’arrivo della diligenza \
Dal lat CORUSCARE cozzare con le corna e quindi far scintille, (simile allo
strofinio delle pietre focaie) l’ital ha introdotto Corruscàre o Coruscàre, con
l’aggettivo Corrùsco o Corùsco, che stanno per splendere, balenare,
lampeggiare…
Dal tema med KIMRA-GIMRA pianta, è derivato in forma implicita il dim
fem lat volg CORNJOLA dell’aggettivo CORNEUS di CORNUM corno
cui, fig o meno, l’ital Còrniola (frutto) del Corniòlo o Còrniolo o Corgnòlo
(arbusto) con Cornàcee (Famiglia botanica).
Cornalìna attraverso il franc CORNALINE vale Corniòla “sorta di minerale
del calcedonio-cammeo” questo omn del frutto del Corniolo.
Il percorso prosegue infine con Ceràulo o Ciràulo “suonatore di corno
(anche flauto)” dal gr KERAULES; infatti, tutti o sono o contengono
sporgenze della massa corporea. Il fenomeno del rafforzamento della v in b
438
ha prodotto Cèrbia e Cerbiàtto da Cerviàtto, sempre dal lat CERVIA, con il
toponimo Cerbolo nel delta padano; dallo specifico gr NEBRIS NEBRIDOS
pelle di cerbiatto da NEBROS cerbiatto, l’ital conta Nèbride.
Termine pseudoetim è Cerbottàna questo omologismo dall’ar
ZARBATANA attraverso lo sp CERBOTANA, cui il dim Cerbotanòtta e il
soldato Cerbottanière.
Servàlo è un esot dal franc SERVAL tratto dallo sp GATO CERVAL
gattopardo per il suo istinto di attaccare il cervo, questo in sp CIERVO dal
lat CERVUM. Nel percorso anche il mitico mostro a tre teste Cèrbero dal lat
CERBERUS già gr KERBEROS da KERAS nel senso di testa, e il
sostantivo Sincèro (sorta di mammifero, omn di Sincero “schietto”) questo
prefissato SYN insieme con valore di “con le corna ravvicinate”. Cèrbero è
passato a indicare fig un guardiano o un sorvegliante particolarmente severo.
1
Pare che l’epiteto figurato “cornuto” sia antichissimo poiché coniato dal popolo
rivolto al re Minosse, quando fu scopertta la tresca tra la regina e il Minotauro.
2
Da non equivocare con l’ingl CORNER angolo cui il glb termine sportivo Corner;
comunque, esisterebbe un’associazione indoeur angolo-corno.
In questo segmento esotico si conta il glb ingl Cornflakes composto con CORN
granturco ( associazione fig pannocchia-corno) e FLAKES fiocchi
\ Cognome Longo
Il nostro paese è ricco di cognomi che sono stati attinti alle caratteristiche
fisionomiche di un individuo, quale, appunto Lungo, cui i vari Longo,
Longhi … si riporta di seguito una ricerca esemplare, effettuata dall’autore
in via empirica sul cognome Longo.
Varianti: Longhi, Luongo, Lungo e Lunghi, Slongo; Dei Lungo e Della
Lunga, Del Luongo.
Alterati e derivati: Longhini e Longhin, Lunghini e Lungherini, Longhetti e
Lunghetti, Longoni e Longon; Longato.
Diffuso con alta frequenza nelle forme base Longo e Longhi in tutta l’Italia:
Luongo e Del Luongo sono propri dei Napoletano, Lungo e Del Lungo o
Della Lunga della Toscana, Slongo è della zona di Feltre, Longhini o
Longhin e Longato sono veneti, Longoni e Longon lombardi. Alla base è il
nome e originario soprannome (alto e piuttosto magro) formato da Lungo e
dalle varianti Longo sett e mer, Luongo napoletana, Slong feltrina. Alcuni
cognomi, tuttavia, possono essere formati o derivati da toponimi, così
Longhini o Longhin nel Veneto da Longhi (Vi), Longoni e Longon in
Lombardia da Longone al Segrìno (Co). [tratto dalla ricerca di Emidio De
Felice nel 1996]. Ne consegue che il cognome ha attinto o ad un soprannome
caratterizzante la fisionomica o al toponimo, in altre parole al paese di
provenienza della famiglia. La ricerca di De Felice non cita il toponimo
siciliano Longi (Me), il quale avrebbe prodotto un Longo locale. Al sud,
infatti, sono da citare Bartolo Longo (1840-1926), fondatore del Santuario di
Valle di Pompei, convertitosi al cattolicesimo dopo essere stato seguace
dello Spiritismo, del pianista Alessandro Longo (1864-1945) e del botanico
calabrese Biagio Longo (1872-1950). A Napoli, nella prima metà del XVI
sec, una Maria Lorenza Longo, venerabile (1463-1542), di nobile famiglia
catalana, aveva fondato l’Ospedale degli Incurabili; rimasta vedova, istituì
Le Cappuccine, ovvero le Fanciulle della Passione, che aprirono i primi
439
conventi anche in Abruzzo. Verso il nord, troviamo Luca Longhi pittore
ravennate (1507-1580), Longhi Pietro detto Falca un pittore veneziano
(1702-1785) nelle cui opere ricorrono personaggi intabarrati, Giuseppe
Longhi (1766-1831) lombardo di Monza maestro incisore, e Roberto Longhi
storico e critico del primo novecento. Di lignaggio nobile, è ricordato a
Roma il marchese Longhi, autore di una marcia trionfale pontificia andata
perduta. Attiva in Roma, è esistita una famiglia d’architetti, oriundi
lombardi, vissuti tra il XVI ed il XVII sec, che indifferentemente erano citati
o Longhi o Longo o Lunghi. Un Antonio Longo è scrittore veneziano del
settecento, mediocre ma acuto osservatore dell’epoca. Roberto Longo (18901970) nativo d’Alba, scrittore e critico, professore universitario e premio
Lincei, era marito della fiorentina Anna Banti (1895-1985), anche lei
scrittrice col nome d’arte di Lucia Longo. Si hanno tuttavia notizie di Longo
in Sicilia, al sud più in generale - vedi la diatriba tra il cattedratico catanese
Agatino Longo e gli scienziati Gemmellaro - e di Longo al nord. C’è da
sottolineare, inoltre, che un’eventuale modificazione dell’originario Longo
in Longhi sarebbe avvenuta, come in tantissimi esempi di cognomi italiani,
ricorrendo al genitivo lat che vale Longhi = Di Longo ovvero della famiglia
Longo. Recentemente, c’è stata una diffusione di certificati araldici
computerizzati, stampati a pagamento su banchetti ospitati solitamente nei
siti delle sagre e dei grandi magazzini. Ricerche personali successive,
intraprese da alcuni entusiasti, in base alle notizie ivi riportate, sembrano
diano risultati di insoddisfacente conferma e d’inesattezza. Un esempio ci
viene da un certificato araldico Longo che riporta testualmente \…\
Annamaria, fondatrice nel 1521 dell’Ospedale degli Incurabili a Napoli \...\
mentre la più affidabile enciclopedia Rizzoli Larousse 2001 cita Longo
Maria Lorenza \…\ istituì a Napoli l’Ospedale degli Incurabili e, rimasta
vedova, sotto la direzione di San Gaetano da Thiene fondò un monastero di
religione clarisse che ispirandosi alla riforma dei cappuccini ne assunsero il
nome (Approvate da Paolo III nel 1538). Nella stessa pergamena si fa
risalire l’origine onomastica ad \…\ un’antichissima stirpe feudataria dai
tempi della denominazione normanna \…\ una frase sibillina che può
illudere un portatore del cognome d’essere discendente di nobile casata
normanna.\
\ Fisionomica Fisiognomica
Termini composti, questi, entrambi dal gr PHYSIS natura e da GNOMON
astratto di GIGNOSCO conosco. Dovrebbero essere dei snm, ma la semant li
ha diversificati in Fisionòmica “studio della fisionomia” (già ricorrente nel
1617) cui Fisionomìa con Fisionòmico, Fisionomìsta, Fisiònomo, oppure
Fisonomìa con Fisonòmico, Fisonomìsta e Fisònomo, un prefissato
Sfisionomàre con S sottrattivo, il composto Fisionomanzìa con
Fisionomànte e Fisionomàntico; e in Fisiognòmica “studio dei caratteri di un
individuo attraverso il suo aspetto esterno” o Fisiognomìa o Fisiognomonìa
(dal 1956), con Fisiognòmico o Fisiognomònico, Fisiògnomo.
\ Consonanti Fricative
La nostra lingua contiene cinque consonanti cosiddette Fricative (soffiate,
sfregate): F - V - S sorda - S sonora – SC cui il prefissato (AD allativo)
440
Affricàto con Affricaziòne e la locuzione Consonante affricata. La z di
Pazzo é indicata con Affricata alveolare sorda.
Il termine Fricatìvo è dal lat class FRICARE fregare cui Fregàre, con il fig
Fregàrsene cui la locuzione dannunziana Me ne frego! attestatasi in un motto
fascista.
Eppoi, un prefissato Soffregàre donde Soffregamènto (Pref SUB-SO sotto),
con Frèga “massaggio” ed anche fig “smania” oppure Frègola, Fregàccio,
Fregagiòne, Fregamènto, Fregaròla o Fregaròlo “di pesce che deposita le
uova” con Frègolo “l’insieme delle uova emesse” e Fregolatòio “luogo di
deposizione”, Fregàta, Fregàto, Fregatùra, Frègo, Fregolòtta “sorta di torta
che si sbriciola” diffuso nel Veneto da un Fregola “briciola”; termine alieno
Fregolìsmo relativo a L. Fregoli (1867/1936) attore di varietà famoso per la
velocità dei trasvestimenti, donde la metaf politica snm di Voltafaccia,
Voltagabbana.
Eppoi Frettàre dall’intensivo FRICTARE cui Frettàzza o Frettàzzo o ancora
Frattàzzo e Fratàzzo “sorta di spazzola-attrezzo per spianare” con
Frattazzàre, il fig Frìccico da un volg Friccicàre dal lat FRICICARE
iterativo di FRICARE, Frìggere, con l’intensivo Sfrìggere snm di Sfrigolare,
da FRIGERE sovrapposto all’onomatopeico BHE G cui il gr PHRYGO già
sct BHRJYATI arrostire donde Friggimènto, Friggìo, Friggitòre, Friggitorìa,
Friggitrìce, il Pr Frìssi, il Pp Frìtto con Frittàta, Frittèlla, Frittùra, i prefissati
l’iterativo Rifrìggere con Rifrìtto, Rifrittùme (suff collettivo UME) e
Rifrittùra, Soffrìggere con Soffrìtto, eppoi Friarèllo attraverso il napoletano
Friariello dalla variante FRIERE friggere con afonia della g, eppoi il fig
Frignàre cui Frignòne.
In connessione anche fig si ha Frigànea “Genere di insetti dei Tricotteri”
attraverso il gr PHRYGANON legno secco dal verbo PHRYGEIN
disseccare.
In russo BLINY è una “sorta di frittella”, cui l’omologismo Blìnis.
Il percorso continua con Frisàre e Frìso (omn di Friso “fregio”) attraverso il
franc FRISER, vrs l’esot franc Frisè fig “ricciuto”, eppoi Frìzzo da
FRICTUS Pp di FRICARE cui Frizzàre dall’intensivo FRICTIARE con
Frizzànte, Frizzantìno, Frizzìo eppoi Friziòne con Frizionàle e Frizionàre,
verbo questo che vale anche “agire sulla frizione dell’auto”.
In Friuli una vaietà di pane impastato con ciccioli di maiale è detta Pan de
Frizze.
Nel percorso si contano i i prefissati Affricàto, Affricaziòne, Sfregàre con
Sfregàto, Sfrigolàre snm di Sfriggere, e Sfrigolìo, Sfrisàre con Sfrisìno e
Sfrìso. In connessione il termine Friàbile con Friabilità da FRIABILIS di
FRIARE quale variante fig di FRIERE cui ancora Frìvolo da FRIVOLUS
con Frivoleggiàre e Frivolèzza. Vrs in connessione rad indoeur gli
omologismi franc Fricandò da FRICANDEAU “un taglio di vitello” e
Fricassèa da da FRICASSEE “spezzatino”, entrambi fig “guazzabuglio”.
Attraverso il franc FRAISE l’ital conta Frèsa e Fresàre da FRAISER, cui
Fresatòre, Fresatrìce e Fresatùra. Una sorta di ciambella rosolata, tagliata
orizzontalmente a metà tale da ottenerne due, friabili, è il volg Frisedda
ricomposto nell’ital Frisèlla, dal già Fresèlla dal volg Fresa o Frìsa dal Pp lat
441
FRESUS di una variante FRENDERE sminuzzare-tritare cui anche Fresìna
“sorta di tagliatette”. Le Frise o Friselle, d’origine mer, sono dei panetti
tagliati in senso longitudinale e disidratati, biscottati, quindi friabili, di
diverse forme, più comunemente “a ciambella”. Confregaziòne è un termine
leonardesco, snm di Attrito (questo dal XVIII sec). Una zuppa di friselle
spezzettate in acqua fredda con pomodori freschi, cetrioli, cipolle rosse, olio
naturalmente d’oliva, sale e pepe, un piatto freddo mediterraneo, è detta
Ciallèdde; tale piatto è anche indicato localmente con Acquasàle, pertanto è
vrs la connessione di Cialedde con un secondo termine mer Sciale dal gr
SIALON associato con Acqua salsa (salata), e aferesi della S.
Decisamente pseudoetim Frisòne dal lat FRISIONEM, appartenente alla
Frisia, la regione costiera sul Mar del Nord, esteso anche quale snm di
Olandese, cui Vacca frisona.
Da non equivocare con i composti di AFRO “africano” adattato e con i
derivaiti da Africa-àfrica, quali Affrico-àffrico e Affricàno questi una
variante obsoleta di Africo-àfrico “vento del sud, dall’Africa”, Africàno,
l’esot glb Africander o Afrikànder “sudafricano”, Afrikaans “boeri”; Boèro è
l’omologismo dall’ol BOER contadino (pron bur) di origine olandese nato
nelle terre sudafricane del Transvaal e dell’Orange eppoi i composti
Afroamericàno, Afroasiàtico e Afrocubàno; Boèro è anche l’omologismo
che indica il cioccolatino con liquore e ciliegina. In origine, Africa delineava
l’attuale Libia e il territorio di Cartagine, oggi tunisino. Da non equivocare
con Boèmo
Questo relativo alla Boemia regione della Repubblica Ceca compresa tra il
bacino superiore dell’Elba e quello del suo affluente Moldava.
In alcune contrade della penisola il verbo Fregàre vale volg l’azione del
coito e, nel risvolto di verbo intransitivo, Fregarsene sta per “infischiarsene”,
cui Menefreghìsmo dalla locuzione Me ne frego.
Verbo intensivo di FRICARE è FRICTARE, cui Frètta, Frettàre cui
Frettàzza o Frettàzzo “strumento”, Frettolòso, il prefissato Affrettàre (AD
allativo) con l’avverbio Affrettatamente snm di Trascuratamente, Affrettàto.
Con l’inc di Fretta col franc ant FLECHE, cui il glb franc Flèche frecciata
(termine schermistico) è stato coniato l’ital Frèccia che sta per ciò che vola
cui Frecciàre, Frecciàta, il prefissato Sfrecciàre.
L’invenzione dell’arco e della freccia è storicamente datata antecedente ai
30.000 anni da oggi, poiché appare in un graffito rupestre in Europa
occidentale.
\ Saetta Sagitta
Snm di Freccia è Saètta è dal lat SAGITTA con afonia della lettera g e
normale passaggio della vocale i in e, cui Saettamènto, Saettàre, Saettàto,
Saettatòre, Saettatrice, il fig Saettìa “nave veloce” da SAGITTEA, Saettièra,
Saettière, il fig Saettòne (un serpente e un elemento architettonico), i fedeli
al lat Sagìtta, Sagittàle, Sagittària, Sagittàrio (questo anche segno zodiacale,
sorta di uccello dei Falconiformi snm di Serpentario), Sagittàto, il toponimo
veneto Concordia Sagittaria; l’omn fig Saettìa che sta per “candelabro” (a
quindici candele) fatto derivare da Saetta. Saetta da SAGITTA è vrs
connesso con il percorso lat IACTARE (class) e IECTARE (volg) scagliare,
442
comprovato dalla voce volg mer Saitta per Saetta e Scittare per Gettare dal
prefissato EIECTARE (EX IECTARE) con la variante del pref in SCI.
Dal long BULTJO freccia, il lat ha ricalcato BULTIO BULTIONIS cui
Bolzòne “freccia della balestra” - con la variante Bolciòne - il quale sì è
svolto fig in “punzone” con Bolzonàre, Bolzonàto e Bolzonàglia “insieme di
monete bolzonate ovvero fuori uso.
\ Prefissi *PRE *ANTE *ANTI *POS *POST *PALEO
PRE
Il pref PRE lo ritroviamo in moltissimi lemmi della lingua italiana, spesso
quasi inosservato, innannzi a sostantivi, aggettivi e verbi. Dal più ant PRAI o
PREI, in sct PRA, il lat PRAE (dittongo, pron pre) prima-innanzi, talvolta
con accezione di superiorità, rimane semant immutato, per cui Preàmbolo
con il lat AMBULARE, Prebèllico con il lat BELLUM guerra, Preminènza,
con il lat EMINERE sovrastare, Prèvio composto lat di PRAE e VIA e sta
per “chi ha la precedenza in strada”.
Il pref è dunque antichissimo cui il sct PRAKRTA donde Pràcrito “naturale”
con Pracràtico, per accezione i dialetti articolati accanto al sct, composto con
PRA prima e KRTA preparato.
Eppoi, l’ital conta Pretèsto con Pretèsta dal lat PRAETEXTUS ornamento
svoltosi in argomento ornamentato metaf scusa quale Pp di PRAE
TESSERE tessere davanti, fare il bordo, ornamento, fregiare, conta ancora
Pretòre da PRAETOR PRAETORIS di PRAE IRE andare innanzi e
Propretòre (pref PRO, il suo vice) cui Pretòrio da PRAETORIUS “relativo al
pretore” con Pretòrio da PRAETORIUM “area di residenza del pretore o del
comandante militare” cui Pretoriàno da PRAETORIANUS “relativo al
pretore e guardia dal servizio del pretore”, con un omn Pretoriàno relativo al
matematico J. Richter alias Praetorius (1537/1616), Pretorìle, Pretùra dal lat
PRAETURA termine indicato quale risultante di Pretore sovrapposto a
Censura, e la locuzione Porta pretroriana relativa al PRAETORIUM,
opposta alla Porta decumana negli accampamenti e città.
Dal tema di PRAI-PREI-PRAE è derivato Prìvo dal lat PRIVUS che è posto
davanti, isolato, cui Privàre con il prefissato Deprivàre (DE conclusivo) cui
Deprivaziòne, l’esot ingl Privacy, Privatìsta, Privatìva, Privàto, Privaziòne,
l’esot franc Privè, Privìgno “figliastro” (col suff IGNO di natura come
Benigno, vale “figlio isolato” rispetto ai legittimi). Privilègio, composto da
PRIVUS e LEX legge, vale “ legge per un singolo” cui Privilegiàre e
Privilegiàto. Il percorso conta ancora Prìsco da PRISCUS con valore di
“molto antico, cui l’onomastico Prisca con Prisco, eppoi Pròprio dal
composto lat PRO PRIVO con Proprietà e Comproprietà, Proprietàrio e
Comproprietàrio snm di Compadrone, e i prefissati denm Appropriàre con
Appropriaziòne (pref AD), Espropriàre con le varianti Spropiàre e
Spropriàre, cui Espropriàbile, Espropriaziòne ed Espròprio, (EX sottrattivo),
Impropriàre con Improprietà ed Impròprio (IN negativo).
Il gr conta lo specifico AKYROS improprio cui il termine linguistico
Acirologìa da AKYROLOGIA snm di Catacresi.
ANTE
Il pref ANTE, dal lat inv ANTE-ANTEA prima, avanti e dalla composizione
443
IN ANTE l’ital conta Innànte-Innànti o Inànte-Inànti, Innànzi o Innànzi con,
in locuzione, Innanzi tutto, Innanzi tempo; Innànzi diviene un sostantivo nel
calcio storico fiorentino con valore di Corridore.
Da ANTE è stato coniato Anteriòre dal lat tardo ANTERIOREM con
Anteriorità questo svoltosi nel pref ANTERO pere prefissati quali
Anterògrado in correlazione con Retrògdo, Anterolateràle, Anteromediàle,
Anteroposteriòre.
Da ANTEA, l’avverbio Anzi-ànzi con le composizioni Anziché (corretta
accentazione anziché), Anzidètto, Anzitèmpo, Anzitùtto, eppoi
ANTIANUM “che viene prima” cui Anziàno con Anzianàto e Anzianità,
con un glb Stàrosta attraverso il russo con valore di “anziano del villaggio”.
In verità, ANTE, anche usato nell’adattamento fonetico ANTI, appare in
snm con PRE, ma con una sfumatura della precedenza temporale e spaziale.
Antefàtto che precede il fatto sostanziale spesso quale evento scatenante.
Anticàmera è il locale che precede una stanza di ricevimento e, in senso lato,
il resto dell’appartamento, Antinière è “chi precede, il battistrada”.
Nel termine Antiquàrio, derivato dal lat ANTIQUUS, cui Antìco con
Anticàto, Anticheggiàre, Antichìsta con Antichìstica, Antichizzàto, Antichità
da ANTIQUITAS, Antiquària dalla locuzione lat ANTIQUARIA ARS arte
antica, il pref ANTE vale per passato storico cui Antenato (nato prima) e
Antichitòsi termine coniato da Jack Folla, il noto conduttore radiofonico
della trasmissione Alcatraz, che vale “sindrome o mania di ricercare a tutti i
costi propri illustri antenati”. Da Antiquaria, l’ital conta Antiquariàle,
Antiquariàto, Antiquàrio, la forma neutra lat inv Antiquàrium, Antiquàto
quale Ppass di ANTIQUARE “disusare”, gli espliciti Antìquo con Antiquìtà
snm di Antico e Antichità.
Apponendo ad Ante la preposizione lat AB (AB-ANTE) lo si è esonerato
dalle funzioni di puro pref per conformare Avànti o Avànte cui le locuzioni
Avanti a, Avanti di, Avanti che, eppoi Avanzàre con Avanzamènto,
Avanzàta, Avanzatìccio, Avanzàto, Avanzatòre e Avànzo, eppoi Vantàggio,
con Vantaggiòso, omologismo dal franc AVANTAGE ed è l’inc di Avanti
con Vantare dal lat VANUS, cui il prefissati Avvantaggiàre o Avantaggiàre
con Avvantaggiamènto, Avvantaggiàto e Avvantàggio con un Avantàggio,
Avvantaggiòso, e Avvantaggiosamènte, Svantaggiàto, Svantàggio
e
Svantaggiòso; infine i vari composti con il complanare AVAN cui
Avancàrica, il glb franc Avance, Avancòrpo, Avanguàrdia con l’aferetico
Vanguàrdia e Avanguardìsmo, Avanguardìsta, Avanscèna, Avanscopèrta,
Avanscòrta, Avansìgla, Avanspettàcolo questo una spettacolino di varietà
che precedeva la proiezione cinematografica, Avanstruttùra, Avantèsto,
Avantielènco, le locuzioni Avanti’ieri questa accorpatsi in Avantièri, Avanti
lettera in Avantilèttera in complanare con Antilèttera, Avantrèno,
Avanvòmere, eppoi, mutandosi in AVAM innanzi alle bilabiali b p, si ha
Avambàgno, Avambècco, Avambràccio snm di Antibraccio (parte dell’arto
dal gomito al polso), Avampiède, Avampòrto, Avampòsto.
Complanare di Avanti è Davànti o Davànte (col doppio pref DI (lat DE) cui
un Davantìno e le locuzione Davanti a con le obsolete Davanti da e Davanti
di; esiste l’eccezione per la locuzione Davanti casa o Avanti casa e nel titolo
444
carducciano “Davanti S. Guido”.
Altro snm è Innànzi con il composto Innanzitùtto, dal lat ANTE-ANTEA
prefissato IN cui i desueti snm Innànte o Innànti, Inànte, Inànti e ancora
Enànte. Da contare in questo percorso Innanzàre, esot dal prvz ENANSAR
da ENANS innazi, ma che ha assunto il valore di aumentàre-innalzare.
ANTI
Il pref puro ANTI, viene invece dal gr ANTI e sta per contro, di fronte, al
cospetto e compone una nutrita serie, da Antiabbagliànte (dal lat BALJUS
lampeggiante), Antiabortìsta con Antiabortìvo, Antiabrogazionìsta,
Antiaccadèmico, Antiàcidio, Antiàcne, Antiacùstico, Antiaderènte,
Antibràccio snm di Avambraccio, Antipàrte (prelievo anticipato da una
comunione di beni) sino Antiviviseziòne con Antivivisezionìsta, inclusi
Antifemminìsmo con Antifemminìsta, la locuzione glb franc Anti-age
“contro l’età” (l’invecchiamento), Antìfrasi con Antifràstico e
Antifrasticamènte dal gr-lat ANTIPHRASIS al contrario di ciò che è
espresso (una figura retorica praticamente ironica, come definire maledetta
la primavera in una nota canzone, oppure la locuzione Ora viene il bello! nel
senso che sta per accadere qualcosa di spiacevole), Antimàfia, Antistànte
(dal Ppres del lat STARE), Antìstite dal lat ANTISTES che sta davanti (nel
senso di “capo”), Antìfona (anche discorso allusivo, dal gr PHONE voce,
suono), Antinomìa (due principi contraddittori ma dimostrabili, dal lat
NOMOS norma) cui Antinòmico... Talvolta i due pref ANTE ANTI
appaiono assimilabili, talmente da far supporre che s’era già semant
appurato che il venire prima può provocare una contrapposizione:
l’Antifùrto è uno strumento che s’oppone al Furto, appunto perché
preordinato.
POS
Il pref POS ha valore di dopo, e riappare in Pòscia (lat volg POSTJA già
POSTEA) e sintetizzato nell’avverbio *Pòi; ancora rintracciabile in termini
composti quali *Poichè (corretta accentazione poiché, con Che
congiunzione), Poscrìtto, Pospòrre (dal lat POSTPONERE) con
Posponimènto, Pospositìvo, Posposiziòne e Pospòsto, Posdomàni o
Posdomàni con valore di Dopodomàni, Postìccio e Appostìccio (lat APPOS-ITICJUS aggiunto, in connessione al suff ital ICCIO dal lat ICIUM di
approssimazione ), Postùtto composto con Tutto...
In assonanza con l’ital Poscia, si contano il glb franc Poche “tasca” (pron
posc) con Pochette (pron poscet), Pochade (pron posciad) “commedia” fig
da POCHER dipingere cui l’omologismo Posciadèsco. Il termine Posciàndra
“sorta di pietanza” è di genesi lombarda, snm di Cassòla.
POST
Il pref POST è il pref direttamente discendente dal lat POST-POSTEA dopo,
cui la preposizione Appo-àppo “presso, in confronto a, dopo” dal lat AD
POST. Dòpo da DE POST. Postergàre da POST TERGUM dietro le spalle.
Pòstero, meglio Pòsteri, da POSTERUS che viene dopo. In composizione
con CAPERE prendere, si ha Posticipàre “prendere dopo” da POST
CAPERE con Posticipàto, Posticipaziòne e Postìcipo, contrario di ANTE
CAPERE cui Anticipàre “prendere prima” con Anticipatamènte, Anticipàto,
445
Anticipatòre, Anticipaziòne e Antìcipo. Pòstico da POSTICUS contrario di
Antico. Ancora, Posteriòre – in correlazione con Anteriore - con la locuzione
A posteriori (opposta a A priori), Posterità, Postèrla (porticina posteriore dal
dim lat POSTERULA), Postìlla (POST- ILLA dopo quelle parole), Postiòne
(deretano), Pòstumo, Pòsola “cinghia posteriore per i cavalli” col dim
Posolìno, ed i vari composti più espliciti quali Postbèllico, Postdentàle,
Postmodèrno. La locuzione lat ancora in uso Ex post vale “in un momento
posterione (a decisione presa o fatto maturato)”
Equivoci potrebbero sorgere per i termini quali Posteggiare, Postiglione,
Postulatore, Postura, che nulla hanno di questo pref (Ved Ponente…).
In area glb, si contano il termine Aftershave corrispondente all’ital
Dopobàrba e la locuzione After hours all’ital Fuori orario, dove AFTER
vale dopo.
PALEO
Il pref PALEO, dal gr PALAIOS antico, ha un’origine rad non provata (è
però straordinaria l’associazione di pensiero con il tema med PALA di
Palafitta questa la Paleodimora dell’uomo, tale da credere ad una
connessione rad). Il significato corretto è “primo elemento” e come pref
indica la fase antica di ciò che è distinto nel lemma cui è legato. Paleantropi,
Paleocristiani, Paleoveneti... è errato intenderli “prima dei - precedenti ai”;
il Paleovèneto non s’era stanziato prima dei veneti, ma tra i primissimi della
loro stirpe; il Paleocristiàno non esisteva prima di Cristo, ma è identificato
tra gli immediati fedeli; il Paleàntropo o Paleoàntropo (col gr ANTHROPOS
uomo” vale fossile di uomo preistorico, con Paleoantropologìa. Purtroppo,
un abbaglio simile è stato preso da un cronista televisivo, che parlava di
documenti paleocristiani di tot anni aC. Il percorso conta una nutrita
composizione col pref sovente adattato quali Paleoambiènte, Paleàrtico o
Paleoàrtico,
Paleoasiàtico,
Paleobiogeografìa,
Paleobiologìa
con
Paleobiòlogo, Paleobotànica con Paleobotànico, Paleocapitalìsmo con
Paleocapitalìsta e Paleocapitalìstico, Paleocène e Paleocènico (col gr Kainos
nuovo, identifica il più antico periodo dell’età cenozoica, di circa 10milioni
d’anni), Paleoclìma e Paleoclimatologìa, Paleocortèccia, Paleocristiàno,
Paleoecologìa, Paleoetnologìa o l’ellittico Paletnologìa con Paletnològico e
Paletnòlogo in complanare con Paleontologia, Paleontologico e
Paleontologo, Paleoflòra, Paleòfono (antesignano dei riproduttori fonici,
inventato da Charles Cross nel 1887 – Garibaldi era appena scomparso),
Paleogeografìa con Paleogeogràfico, Paòleografìa con Paleogràfico e
Paleògrafo, Paleoindustriàle, Paleolìtico (con LITHOS pietra, periodo
suddiviso in Inferiore, Medio e Superiore), Paleomagnetìsmo,
Paleontogràfico con Paleontologìa, Paleontològico e Paleontòlogo,
(composti col gr ONTOS “esistenza”, l’anatomico Paleopàllio,
Paleopatologìa, Paleopitèco (col gr PITHEKOS scimmia) snm di Sivapitèco
questo col pref relativo all’oronimo ind Siwalik, Paleosàrdo, Paleoslàvo,
Paleotettònica, L’origine etim non è provata, ma il pensiero corre alla rad
indoeur PA di Padri.
Coesistono i sostantivi omn Pàleo “sorta di graminacee” dal lat PALERIUM
di PALEA paglia-pula sovrapposto al gr PHALERIS “sorta di pianta” cui un
446
Falàride e un Paleìno, eppoi Pàleo “trottola” snm di Disco d’etim non
trovata ma anche qui si potrebbe pensare ad una associazione fig con il
roteare della pula e della paglia ai vortici di vento.
\ Concedere Cedere
Dal lat CEDERE andare-camminare, accoppiato con vari pref, si è articolato
un affollato percorso semantico: Accèdere (AD allativo) con Accèsso e
Accessòrio che vale “da aggiungere, va insieme, ad altro”, Antecèdere
(ANTE prima) “che va innanzi” cui Antecedènte, Antecedènza e
Antecessòre questo dal lat ANTECESSOR tradotto in franc ANCESTRE poi
ANCESTRAL donde l’ital Ancestràle, Concèdere con Concessiòne da
CONCESSIO, Concessìvo e Concèsso (CUM associativo), Decèdere con
Decèsso (DE distacco) e il doppio prefissato Predecessòre (pref PRAE
prima) “chi è andato via (prima)”, Eccèdere o l’obsoleto Escèdere (con pref
ES intensivo poi attestatosi in E raddoppiando la vocale iniziale del lemma)
con Eccedentàrio attraverso il franc EXCEDENTAIRE, Eccedènte e
Eccedènza, Eccèsso con Eccessività ed Eccessìvo con Eccessivamènte (EX
fuori), Incèdere con Incèsso (IN illativo), Intercèdere da INTERCEDERE
intervenire (INTER mediante) con Interceditòre e Intercessiòne, Precèdere
(PRAE prima) con Precedènte e Precedènza, Precessiòne con Precessòre,
Procèdere (PRO davanti) con Procedùra, Procèsso con Processàre,
Processàbile, Processuàle e Processualìsta, eppoi Processiòne o Procissiòne
con Processionàle, Processionalmènte e il fig Processionària “sorta
d’insetti”; attraverso l’ingl PROCESSOR dal verbo TO PROCESS
elaborare, l’ital conta l’omn-snm Processàre “elaborare” con Processòre e
Microprocessòre quale termine informatico. Dal termine specifico ingl CHIP
frammento (pron cip), l’ital conta il glb Chip “microprocessore” cui
Microchip con gli omologismi Microchippàto e Chippàto (pron cippato)
nella locuzione Legname chippato “impasto con pezzettini di sottobosco” e
fig al plur Chips “patatine fritte”.
Recèdere da RECEDERE con Recedènte, Recedimènto, Recessiòne,
Recessìvo con Recessività e Recèsso (RE per direzione opposta, indietro)
eppoi Recenziòre (usato anche con la vocale chiusa Recenzióre - accento
acuto e da non equivocare con Recensione) da RECENTIOR comparativo di
RECENS (di tempo addietro) cui Recènte con Recentemènte e Recentìssime
(termine giornalistico), Retrocèdere con Retrocessiòne e Retrocèsso,
Succèdere con Successiòne, Successìvo, Succèsso e Successòrio (SUB sotto
in senso fig).
\ Il successo rende simpatiici (C. Chaplin).\
Eppoi il termine Succedàneo che, dal lat SUCCEDANEUS sostituto da SUB
CEDERE, vale che va in successione; infine, Secèsso questo anche snm di
Cesso “latrina”, dal Pp SECESSUS di SECEDERE (Pref SE a parte) cui
Secessiòne con Secessionìsmo, Secessionìsta e Secessionìstico.
\ Il Kosovo (o Cossovo o in albanese Kosove) il 17 febbraio 2008 autoproclama la
secessione, ossia l’indipendenza dall Serbia, con l’adesione degli Stati Uniti ma con il
veto della Russia e con la certezza che la patria storica, la Serbia, non potrà essere a
favore. Il governo italiano, presieduto dal dimisionario Prodi, riconosce il nuovo stato
il 21 successivo.\
447
\ La Secessione artistica (in tedesco: Sezessionstil) indica un movimento di stile
evolutosi a cavallo tra il XIX e il XX secolo, sorto a Monaco di Baviera, a Berlino e a
Vienna, per opera di artisti che si scollano dall'Accademia di Belle Arti per costituire
un gruppo autonomo. Il loro manifesto fu la Wiener Secession (Secessione viennese)
al quale aderirono pittori e architetti, quali Gustav Klimt, Egon Schiele, Koloman
Moser, Otto Wagner, Joseph Maria Olbrich e Josef Hoffmann, quasi tutti scomparsi
nel 1918 vittime della pandemia di influenza spagnola.\
Il percorso prosegue con Necessàrio o Necèsse dall’inv lat NECESSE con
Necessità, Necessitàre, Necessitarìsmo, Necessitàto, dal lat NE CESSE
composto dal negativo NON e dal Pp CESSUS di CEDERE, che vale per
negazione della possibilità di andare, ovvero quale estrema utilità di restare
immobile; il termine ci riporta alle paure dei nostri avi in balìa delle fiere e
dei loro simili più agguerriti, ma anche all’utile pratica del cacciatore di
aspettare immobile la preda.
L’ital Cèdere, invece, cui Cedènte, Cedènza, Cedèvole questo con suff ital di
aggettivo verbale attivo EVOLE, Cedevolèzza, Cedìbile e Cedibilità cui i
prefissati Incedìbile e Incedibilià (IN negativo), Cedimènto, Ceditòre, un
Ceditùra diffuso nel napoletano che vale “cessione” di un’attività, verrebbe
direttamente dal rad indoeur KED-KED cedere. Il Cedere da KED potrebbe
essere considerato una restaurazione grafica dal lat CADERE (Ved Inciso…)
verbo causativo che si era svolto dall’originale CEDERE, questo per meglio
comprendere la diversificazione tra il CEDERE andare ed il CEDERE
cadere, che poi, in un certo contesto, risulterebbero snm, vedi “è andato”
con “è caduto”. L’intensivo CESSARE di CEDERE con valore di ritirarsi,
ha dato l’avvio a termini quali Cessàre, Cessiòne da CESSIO CESSIONIS, il
derivato fig Cèsso “latrina”, col prefissato Incessànte e Incèsso con IN
negativo.
\ Autorizzare
Concedere vale Autorizzàre, questo dal franc AUTORISER attinto al lat
medv AUCTORIZZARE da AUCTOR autore (che concede), cui
Autorizzàto e Autorizzaziòne. Il lat volg aveva AUCTORIDIARE
accordare, passato nel franc OTROIER e quindi nell’esot Ottriàre
“concedere da parte giuridica, sovrana” cui il Pp aggettivato Ottriàto.
COSMO MICROCOSMO COSMESI
COSMO
Còsmo, dal gr KOSMOS ordine e in seguito universo con i suoi
derivati e composti: Còsmico, Cosmogonìa (generazione, nascita del
cosmo), Cosmòdromo snm di Astroporto, Cosmografìa con
Cosmogràfico e Cosmògrafo, Cosmologìa con Cosmològico e
Cosmòlogo, Cosmonàuta, Cosmoràma (sul calco di panorama,
cinerama, diaporama), Kosmikofobìa “paura dei fenomeni
cosmici”...
Il derivato Cosmopolìta ricalca Metropolìta (cittadino della città
madre); poiché la parte del cosmo da sempre frequentata dall’uomo
comune permane la terra, Cosmopolìta - Cosmò in gergo mondano 448
è ancora traducibile in cittadino del mondo. La Cosmòpoli è la città
con caratteristiche universali. Acosmìsmo, col pref A privativo,
indica filosoficamente la negazione del mondo quale realtà
indipendente da un’unica sostanza divina (Dio).
MICROCOSMO
Il Microcòsmo è essenzialmente l’Uomo, con il suo tutto che riflette
l’universo; scientificamente è il sistema cellulare della materia,
ridotto agli atomi, con i loro nuclei centrali e le particelle - elettroni che vi ruotano. Fig, il Microcosmo è quel piccolo mondo presente o
nostalgico del passato, che ruota intorno ad un individuo: l’ambiente
in cui si è cresciuti, l’ambito dell’artista, il contesto in cui si vive e si
opera...
\ Infinito
Snm di Cosmo è Infinìto che, col pref IN negativo, sta per che non finisce,
cui Infinità, Infinitamènte, Infinitàrio, Infinitàrsi, Infinitèzza, Infinitìstico,
Infinitìvo con Infinitivàle, eppoi Infinitèsimo, cui Infinitesimàle, col suff
ESIMO dal lat ESIMUS per numeri ordinali da 11 (undicesimo) in poi.
Infinito è da Finìre, questo dal lat FINIRE quale denm da FINIS limite,
pertanto, il suo percorso appare sovente in complanare con i derivati da
Limite, cui Fìne da FINIS limite-confine con Finàle e la locuzione glb ingl
Final cut “taglio finale” con lo sportivo ingl FINISH, eppoi Finalìna, l’omn
Finalìsta, Finalmènte, Finàre, Finìbile, l’inv lat Finis con la locuzione FINIS
MUNDI cui Finimòndo, il sostanivo fem Finìta da Finìto (dal Pp FINITUS),
Finità, Finìtimo questo col suff IMUS di superlativo (FINITIMUS) che
ritroviamo in termini come Ottimo (OPTIMUS); ancora, il termine
filosofico Finitùdine eppoi Finitèzza che vale etim “incompiutezza” ed è
però anche tradotto in enantiosemia “compiutezza-perfezione” cui
Finissàggio dal franc FINISSAGE, Finitòre con Finitrìce e Finitùra con un
glb franc Finisseur.
Il verbo Finire regge l’infinito mediante le particelle Con o Di, quali “Finirò
col dirlo, Finisco di scrivere…”.
Dalla locuzione lat FINIS TERRAE Fine della terra relativa agli estremi
limiti delle terre conosciute, sopravvive il toponimo franc Finistère,
all’estremità occidentale della Bretagna, e lo sp Cabo de Finisterre,
promontorio della costa atlantica; nello stivale italiano, i romani
l’assegnarono all’estrema costa del “tacco”.
Col pref COM si ha Confinàre, Confinàrio, Confinànte, Confinàto, Confìne,
Confìno “isolamento giudiziario” con ancora Confinàre e Confinamènto,
specie per dissidenti politici; durante il fascismo, i confinati erano mandati a
Ventotene, un isola delle Pontine.
Eppoi l’iterativo Rifinìre con Rifinitèzza “completare del tutto”, Rifinìto,
Rifinitòre e Rifinitrìce, Rifinitùra, Rifiniziòne, e col pref S durativo si ha
Sfinìre, Sfinimènto, Sfinitèzza, Sfinìto.
Eppoi le composizioni quali Finecòrsa e Finimòndo (FINIS MUNDI), la
locuzione Fine settimana, e quella fanc Fin de siecle “scorcio di fine
secolo”.
449
Finànza condurre a fine ossia pagare (per accezione la circolazione di
denaro esito delle entrate e delle uscite) attraverso il franc FINANCE cui
Finanziamènto, Finanziàre, Finanziària con Finanziariamènte, Finanziàrio,
Finanziarizzaziòne, Finanziatòre, Finanzièra (giubba in origine indossata da
finanzieri e politici), Finanzière (esperto di finanza e agente della Guardia di
Finanza), la locuzione glb ingl Financial trust “Società finanziaria di
fiducia” da TO TRUST aver fiducia cui il glb Trust “coalizione di imprese o
di sindacati” con Antitrust “provvedimento istituzionle contro illeciti accordi
e monopoli”, Blind trust “fiduciaria cieca” con BLIND cieco che vale
“amministrazione affidata a persone diverse dai titolari”, Brain trust fig
“coalizione di cervelli” con BRAIN cervello cui Brainstorming “dibattito
d’idee” fig con STORMING tempesta, eppoi Investiment trust”coalizione
per investimenti (commerciali).
Fìno, questo come aggettivo da Fine (metaplasmo) vale “sottile” nel senso di
ridotto al limite” e fig è il snm di Furbo, poi la locuzione glb franc Fines
herbes che vale “erba sminuzzata”; Fìno o Sìno (a scanso di cacofonia)
come preposizione sta per “Fìno a” (al limite) cui la locuzione avverbiale
Fin allora o Fino allora o ancora Finallòra, Finànche o Finànco (avverbio
dalla locuzione avverbiale Fino anche), Perfìno o Persìno da Per Fino o Per
sino, la congiunzione Finattantochè o Fintantochè o ancora Sinattantochè
(accento corretto ché), dagli assemblaggi in locuzione Fino a tanto che o
Finattanto che, Sino a tanto che la congiunzione Finchè o Sinché (accento
corretto ché) snm di Fintànto dalla locuzione Fino a tanto, la locuzione
Finòra dalla locuzione Fino a ora. da AD FINIS confine (pref AD allativo)
Fìne nel significato di “punto ultimo-scopo” cui ancora un omn Finàle,
Finalìsmo con l’omn Finalìsta, Finalìstico, Finalità, Finalizzàre,
Finalizzaziòne, Affinchè (accento corretto ché ) e l’omn Affìne (omn da
“termine”) dalla locuzione Al fine di… nel senso di scopo, la locuzione glb
franc Fin de non-recevoir “il fine di non ricevere” ossia “procedura
irricevibile. Il termine Paraffìna è dal lat PARAFFINA composto da
PARUM poco e AFFINIS affine, cui Paraffinàre, Paraffinatùra, Paraffìnico e
la locuzione Guanto di paraffina, strumento per rilevare tracce di Polvere da
sparo, utile agli investigatori.
Il termine s’è svolto fig in Fìne e Finèzzza nel senso di “elegante” cui anche
Finimènto, il composto Finebiànco, eppoi i prefissati Affinàre nel senso di
“portare a spessore ridotto” con Affinàggio, Affinamènto, Affinatòre,
Affinatùra, Affinaziòne, l’omn Affìne con Affinità fig dal prefissato lat
ADFINIS confinante (AD allativo) nel senso di “vicinanza-similitudine” affine è un parente del coniuge rispetto all’altro - Raffinàre nel senso
di “togliere le impurità” anche in senso metaf Raffinamènto, Raffinatèzza,
Raffinàto, Raffinatòre, Raffinatùra, Raffinaziòne e Raffinerìa.
Fuori percorso, Finastèride, d’etimo sconosciuto (farmaco che cura
l’ipertrofia prostatica e l’alopecia).
Una curiosità lemmatica, il lat TANDEM vale finalmente, ma è tornato
dall’ingl nel significato di “bicicletta a due posti”, sintetizzando la locuzione
Una bicicletta finalmente (tandem) a due posti.
Termine alieno è Finlandèse, che è relativo alla Finlandia, il paese (Landia)
450
dei Finni cui Finlandizzaziòne e Finlandizzàre.
\ Stella Pianeta Satellite Cometa Meteora
Il Cosmo pullula di Stelle e di Pianeti con i loro Satelliti e intersecato da
Comete.
Stèlla, dal lat STELLA, arcaico STELNA, che con la consonante l ha una
corrispondenza nell’area arm e in quella indoeur, dove si alterna
ambiguamente con r. In ital si contano i derivati espliciti quali il verbo
Stellàre (omn di Stellare in architettura navale, da Asta) dal lat STELLARIS
col Pp STELLANS cui Stellànte, Stellària (botanica), Stellàto (omn di
Stellato da Asta), Stelleggiàre, Stellètta, Stellìna, il fig Stelliòne da
STELLIO STELLIONIS (rettile degli Agamidi ma anche snm di Geco e fig
di Tarantola e), Stelloncìno, l’accr Stellòne, i composti Stellìfero,
Stellectomìa (termine medico relativo al ganglio cosiddetto stellato)
Stellògrafo; l’omologismo Stellàggio e il suo adattamento dal franc Stellage
“contratto di Borsa” appaiono fuori percorso, ma sono tratti dal ted
STELLEN essere fermo, alto giusto come una stella, pertanto è ipotizzabile
una connessione.
Fig si indica un fiore montano con Stella alpina che non traduce il ted
EDELWEISS nobile e bianca. Curiosità astrologica è che la nota Stella
polare non è unica ma l’effetto ottico-luminoso della sovrapposizione di ben
quattro corpi.
\ Il noto canto natalizio “Tu scendi dalle stelle” fu composto da Alfonso Maria dei
Liquori nel luogo del Convento della Consolazione a Deliceto (Foggia) nel XVIII sec
\
Il ted e l’ingl hanno rispettivamente la versione in R(STERN e STAR
corrispondenti al gr (A)STER-ASTRON stella svoltosi nel lat ASTRUM,
cui Asteràcee “Famiglia botanica” snm di Composite, il fig Astèria
“minerale” o “stella di mare”, Asterìsco dal dim lat ASTERISCUS già gr
ASTERISKOS, Asteròide con Asteroidàle (suff OIDE simile), Asteroidèi “
stelle di mare” (Tipo Echinodermi), Astro-àstro con Astràle e Astralità,
l’omn Astro-àstro dal gr ASTER (fiore) a stella cui ancora Aster-àster, snm
di Amèllo dal lat AMELLUS, e Asteràcee (la Famiglia) snm di Composite,
Astranzìa “sorta di pianta delle Ombrellifere”, il pref ASTRO per
composizioni quali Astrobiologìa, Astrobùssola, Astrochìmica, Astrocìta o
Atrocìto (col gr KYTOS cavità vale “cellula”) con Astrocitòma (suff medico
OMA tumore), Astrodinàmica, Astrofilìa con Astròfilo, Astrofìsica con
Astrofìsico, Astrofotografìa, Astrofotometrìa con Astrofotòmetro,
Astrografìa con Astrògràfo, Astrolàbio (col gr LAMBANO prendo),
Astrolatrìa, Astrologìa con Astrològico, Astròlogo, cui le varianti Stròlago e
Stròlogo, e il suo denm Astrologàre, Astrometrìa, Astronomìa, con un
desueto aferetico Stronomìa, cui Astronòmico e Astrònomo, Astropòrto snm
di Cosmodromo, Astroscòpio e inaspettatamente Disàstro dal lat
DISASTRUM prefissato lat DIS peggiorativo nel senso “volontà degli astri
(del cielo)”, d’altronde una locuzione di rassegnazione che sopravvive
ancora oggi, con un sottinteso divino o naturale a seconda della filosofia
dell’individuo.
Il termine Astràgalo “osso del tarso-modanatura architettonica-Genere di
451
piante”, pare alieno nel percorso, così come Stellionàto dal lat
STELLIONATUM imbroglio dal lat STELLIO STELLIONIS imbroglione.
\ In Sicilia, negli anni novanta si fece spazio un’ennesima cosca malavitosa, Stìdda,
con i suoi adepti Stiddàri; valgono Stella e Stellari, con attestazione dialettale.\
Stella è allitterato con Stìlla, anche fig simili, dal lat STILLA goccia, di
genesi med, in connessione col gr STILE, pertanto è vrs una connessione rad
con STELLA dal fatto che le stelle agli occhi dell’uomo appaiono come
gocce sospese. In percorso, Stillàre inv dal lat STILLARE, Stillamènto dal
lat STILLAMENTUM da STILLARE, il Pp Stillànte, Stillàto dal lat
STILLATUS cui Stillatìzio dal lat STILLATICIUM da STILLATUS e
Stillaziòne dal lat STILLATIONEM da STIILATIUS, il sostantivo Stìllo, il
composto Stillicìdio col suff CIDIUM da CADERE cadere, i prefissati
Distillàre o Destillàre (pref DIS che vale “del tutto”), con Distillàbile,
Distillamènto, Distillàto o Destillàto, Distillatòio, Distillatòre, Distillatòrio o
Destillatòrio, Distillaziòne o Destillaziòne, Distillerìa; infine, Instillàre o
Istillàre con Instillamènto o Istillamènto, Instillaziòne o Istillaziòne. Termine
alieno Stilliberìsta, una brutta composizione che sta per “nuotatore di stile
libero”.
\ L’Asteroide 2007-Tu24, di 220 mt di diametro, è transitato il 29 gennaio 2008 a
circa mezzo milione di km dalla Terra, ovvero ad una distanza quasi uguale tra il
nostro pianeta e il suo satellite la Luna.
L’Asteroide Apofis, dal gr APOPHYSIS escrescenza (in questo caso assume il
significato di “corpo minore” nello spazio), dovrebbe invece impattare sul nostro
pianeta nel 2036; il masso roccioso proveniente dallo spazio ha un dimetro di 270
metri e viaggia alla velocità di 72mila chilometri orari, ossia venti chilometri al
secondo.\
Pianèta, dal lat PLANETA, fig dal gr PLANETES vagante, associato al capo
di vestiario originariamente da viaggio ed oggi il paramento sacerdotale. Dal
lat derivano direttamente Planetàrio, Planetòide (suff OIDE somiglianza),
Planetologìa con Planetològico.
Satèllite, dal lat SATELLES; vrs d’origine etrusca, stava ad indicare la
guardia del corpo. La semant lo ha trasformato nel ruolo di un indissolubile
sottoposto, per questo sono stati coniati i vari Satellìsmo, Satellitàrio,
Satellitìsmo, Satellizzàre, Satellizzaziòne, Satellòide.
La locuzione Cadono i satelliti appartiene al gergo giornalistico e vale “
s’interrompono i collegamenti tramite i satelliti sia in video sia in audio”.
Comèta, dal lat immutato COMETA, dal gr KOME chioma cui KOMETES
chiomato. Nel lat volg era arrivato CLOMA chioma dal class COMULA
dim di COMA, per cui Cometa ha rad comuni con Chioma; gli astronomo
chiamano “palla di neve sporca” la Cometa, per il suo composto d’acqua,
ghiaccio e Polvere cosmica. Cometofobìa indica l’avversione
psicologica per le comete (nella tradizione popolare, le loro
apparizioni sono portatrici di sventure).
Con l’atterraggio nel 2014 del modulo europeo Philae sulla cometa
67/P Churyumov – Gerasimenko è stato coniato il termine
Accometàre cui Accometàggio.
\ La misteriosa esplosione che distrusse il 30 giugno del 1908 il territorio di Tunguska
(Siberia), cancellando ogni sorta di vita, è accertato, stando alla Cornell University di
452
New York, essere stata prodotta dall’impatto con il nucleo centrale di una cometa. La
nube di fuoco giunse ad illuminare il cielo notturno sino a Londra.\
Metèora con Meteorìte (sia mas che fem, suff ITE per minerali), Meteorìtica
e Meteorìtico (suff aggettivante TICO), Meteorofobìa “paura per i
meteoriti”, Meteoròide (suff OIDE “somiglianza”, utilizzabile quale snm di
Meteorite) è dal gr METEORA quale plur dell’aggettivo METEOROS che
sta alto in aria, cui Meteòrico (col suff aggettivale ICO, vale relativo ai
fenomeni, omn di Meteorico da Meteorismo); l’ipocoristico Mèteo di
Meteorologico lo si ritrova in composizioni quali Meteoecologìa. Quale pref
puro METEORO si conta invece in termini quali Meteoroastronomìa,
Meteorobiologìa, Meteorodinàmica, Meteorografìa con Meteorògrafo,
Meteorogràmma, Meteorologìa “studio dei fenomeni atmosferici” con
Meteorològico, Meteoròlogo e, in locuzione, Osservazioni meteorologiche e
Previsioni meteorologiche, il neologismo Meteosàt che vale “satellite per
l’osservazione meteorologica”.
\ Il colonnello dell’A.M. Edmondo Bernacca è stato lo storico previsore delle
condizioni meteo attraverso la TV italiana, cui la locuzione L’ha detto Bernacca, con
valore esteso per “tutto ciò che è da credere”.\
Il percorso continua con Meteoropatìa con Meteropàtico (che risente dei
cambiamenti meteorologici), Meteoroscopìa, Meteoroteodolìte. I composti
Idrometèora (unità di nebbia e foschia, neve, nuvola, pioggia, rugiada e
brina) con IDRO acqua in associazione atmosferica con Litometèora (unità
di pulviscolo) con LITO pietra. Eppoi, Meteorìsmo “eccessivo gas
intestinale” che è dal gr METEORISMOS da METEORIZO sollevo, in
connessione fig con METEOROS, cui Meteòrico (omn di Meteorico da
Meteora) ed ancora Meteorizzàre.
\ È del 24 novembre 1998 la notizia della scoperta di un nuovo pianeta, dalle
dimensioni simili a Giove, che ruota intorno al suo sole GLIESE 86, una di due stelle
della costellazione ERIDANO, in emisfero australe. È lontano dal nostro sistema
solare 33 anni-luce. Anno-luce è l’unità di misura delle distanze cosmiche e si
quantifica in lo spazio che si copre viaggiando alla velocità della luce (299.799
Km\s). Fino a Galileo Galilei, s’era scientificamente certi che la luce non avesse
velocità, che pertanto s’irradiasse istantaneamente. Il nostro scienziato n’aveva intuito
una velocità, ma non vi riuscì a dimostrarla. Fu l’astronomo danese Ole Christensen
Rommer il primo a determinarla. Una notizia pubblicata nel marzo 1999 cita che, nel
23 gennaio precedente, il satellite artificiale ital Beppo Sax aveva fotografato una
delle più immani esplosioni nel cosmo a 10 miliardi di anni-luce dalla Terra. E
aggiunge che se il fenomeno fosse accaduto più vicino al nostro mondo, non ci
sarebbero stati più esseri viventi, colpa delle radiazioni sprigionatesi. A parte che
occorrerebbe definire il valore semantico sia di immane sia di vicino nell’universo, il
mondo animale sul nostro pianeta rischia veramente di scomparire, colpa delle più
semant corrette immani deflagrazioni nucleari, frutto delle invenzioni degli uomini.
Negli anni concludenti il Secondo Millennio, sono transitati, visibili dalla Terra, le
comete Shoema Ker Levy e Hale Bopp, che con le loro suggestive apparizioni hanno
riportato scenograficamente i Cristiani alla notte dell’Avvento. Eppure, non fu la
cometa Halley, o altra, ad indicare ai Magi il cammino per l’Epifania, ma una
straordinaria congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. Ma
duemila anni di credenza cometaria hanno oramai inciso l’inconscio, tacca
irreversibile per generazioni e generazioni. All’inizio del Terzo Millennio, la Cometa
C\2004 Q2 MACHHOLZ, in transito ogni sessantamila anni, ha attraversato il nostro
453
cielo dall’agosto del 2004 all’8 gennaio del 2005. \
COSMESI
Cosmèsi, dal gr KOSMESIS azione di adornare, da KOSMION
ornamento. L’associazione rad KOSMOS KOSMESIS CosmoCosmesi sgorgherebbe, come nei casi di mondo-mondato e di terratersa, fig dal pianeta rivestito di manifestazioni naturali, svoltasi per
significare semplicemente ripulito e\o rivestito, dall’idea del cosmo
(parte d’esso conosciuto, la terra) adornato con i tre regni, animale,
vegetale e minerale. Dal termine, si articolano Cosmecèutica con
Cosmecèutico (composto con Farma(ceutica/o), Cosmètica (snm di
Cosmesi), Cosmeticìsta, Cosmetìsta, Cosmetologìa, Cosmetòlogo,
l’onomastico Cosma o Cosimo con le varianti, Cosmano, (fem
Cosmiana), Cusmano, Cusumano, Gusmano, i dim Cosimino,
Cosmino.
Termine alieno l’aggettivo Cosmatèsco cui le locuzioni Arte
cosmatesca, Stile cosmatesco, relativo ai Cosmati, artisti del marmo
e architetti in epoca medievale.
\ Nei soli Stati Uniti d’America, il consumismo ha portato a far spendere circa sette
miliardi annui di dollari (stima fine millennio) per i cosmetici. L’identica cifra che
occorrerebbe distribuire sino al 2010 per risolvere il problema dell’analfabetismo al
mondo. Sono superiori ad un miliardo gli individui che non sanno ancora leggere e
scrivere (uno su sei), oggi anche con la complicità di coloro, maschi, e sono sempre di
più, che hanno scoperto la cosmesi, nel passato prerogativa esclusiva delle femmine. \
\ Suffisso GONIA Prefisso GONO
Gonìa vale generazione-seme-creazione ed è inv dal gr GONIA, utilizzato in
suff GONIA e GONO, quali Anfigonìa (opposto di Partenogenesi) e
Anfigònico (col gr AMPHI da entrambe le parti), Antropogonìa (col gr
ANTHROPOS uomo, vale “origine dell’uomo”), Autogonìa (snm di
Autogènesi, vale “generazione spontanea”), Cosmogonia (col gr KOSMOS
mondo, vale in senso esteso “nascita dell’universo”), Epìgono (col pref EPI
vale “nato dopo”), Eterogonìa (col gr HETEROS altro, vale alternanza di
Anfigonia e Partenogenesi), Geogonìa (dal gr GE Terra, vale “nascita della
Terra”), Monogonìa (col gr MONOS unico, vale “nascita per divisione dal
corpo o per partenogenesi”), Pecilogonìa (zoologia, col gr POIKILOS
variegato) snm di Pecilogenìa (questo col gr GENEA stirpe), Poligonàcee
(Famiglia di piante, col pref POLYS molteplici, vale “con fiori unisessuali e
bisessuali”) alla quale appartiene il Lapàzio dal lat LAPATHIUM già gr
LAPHATION, Schizogonìa (col gr SKHIZO fendo-separo) snm di
Schizogenesi, Sporogonìa con Sporagònio (col gr SPORA seme), Teogonìa
(col gr THEOS dio, vale “origine degli dei”); fuori percorso i termini quali
Begònia, genere di piante il cui nome è stato fatto derivare da M. Bégon,
governatore di Santo Domingo nel XVIII sec, Tettigònia con Tettigònidi (la
Famiglia) relativi agli insetti come la cavalletta verde, fatto derivare dal gr
TETTIKS cicala. Utilizzato in pref col corrispondente GONO dal gr
GONOS, cui Gònade con Gonàdico dal gr GONE generazione, Gonìdio
(cellula sessuale), i composti Gonadectomìa, Gonadotropìna (col gr
454
TREPOMAI volgo verso…) con Gonadòtropo, Gonocìta (col gr KYTOS
cavità con valore di cellula), Gonocòcco (dove “cocco” vale “cellula
ovoidale di batterio”) e Gonocòccico, Gonocorìsmo (col gr KHORISMOS
separazione), Gonodòtto (il suff vale “il condotto”), Gonopòdio (col gr
POUS PODOS piede, vale “organo copulatore”), Gonorrèa (dal gr RHEO
scorro, snm di Blenorrea o Blenoraggia) con Gonorròico, i prefissati
Ipogonadìsmo e Ecgonìna (composto chimico) da EKGONOS derivato (pref
Ek fuori).
Fonte di equivoci, esiste un ulteriore suff GONIA col pref-suff GONO da
GONON angolo-articolazione cui Corègono (genere di pesci, col gr KORE
pupilla), Dodecàgono (col gr DODEKA dodici), Ennàgono o Enneàgono
(col gr ENNEA nove), Ectàgono o Ettàgono( col gr HEPTA sette), Esàgono
(col gr ESA sei), Goniometrìa con Goniomètrico e Goniòmetro con ancora
Goniògrafo, Isogonìa (col gr ISOS uguale) con Isògono e Isogonàle,
Pentàgono con Pentagonàle e Pentadecàgono (col gr PENTA cinque 1 e
DEKA dieci valgono rispettivamente “con cinque e quindici angoli (lati)”,
Pentagonododecaèdro (Dodecaedro a facce pentagoni regolari), Polìgono
(col gr POLYS molteplici), Tetràgono (col gr TETRA quattro) con
Tetragonàle e ancora con Ditetragonàle (pref DI due) , Trìgono “tre angoli”
con Trigonàle e Trigonometrìa con Trigonomètrico (col gr METRON
misura), in connessione etim fig con Trìgone snm di Pastinaca e Trigonèlla
snm di Fiengreco; la rad è il gr GENIS mascella cui GONY ginocchio donde
i composti ital Gonalgìa, Gonartrìte, Gonartròsi. Nel persorso più esplicito
l’ital conta Genìcolo dal dim lat GENICULUM con Genicolàto
“inginocchiato” eppoi Ginòcchio dal tardo lat GENUCULUM cui l’avverbio
Ginocchiòni o Ginocchiòne, il prefissato Inginocchiàre (IN illativo) cui
Inginocchiamènto, Inginocchiàto, il sostantivo architettonico Inginocchiàta
“finestra al pianterreno”, Inginocchiatòio, Ingionocchiatùra, l’avv
Inginocchiòni dalla locuzione In ginocchioni snm forzato di Ginocchioni, e i
composti Genuflessiòne, Genuflessòrio e Genuflèttere, cui Genuinità tutti
dal composto lat GENUFLECTERE (ginocchio e flettere) questi però con la
variante GONU su modello gr GONYKLINEIN (ginocchio e piegare).
Genufobìa vale “paura delle ginocchia” nel senso che non riescano più a
reggere in piedi il corpo.
Particolare è il lemma Genuìno dal lat GENUINUM da GENU ginocchio,
dal che il padre arcaico esprimeva il riconoscimento del neonato quale
proprio figlio, posandoselo sulle ginocchia.
La connessione semant di “generazione” con “articolazione” tramite il
termine GONIA è dovuta all’interpretazione unificatoria di “animazione”
pur in senso fig, cui il movimento reale del ginocchio e della mascella, eppoi
un’angolazionre rispetto alla retta.
Da non equivocare con i termini in percorso da Agòne gara (gr AGON
campo di lotta) quali Agognàre dal lat AGONIARE combattere con se
stesso per un desiderio, Agonìa lotta contro la morte, Agonìsta con
Antagonìsta (pref ANTI contro) e Protagonìsta (pref PROTO primo); i greci
avevano anche il DEUTERAGONISTA ed il TRITAGONISTA, ovvero
attori di secondo e terzo ruolo dopo il protagonista di primo ruolo.
455
Il termine gr AGORA, che stava per folla poi esteso in piazza, spazio aperto,
cui l’inv Agorà era, nello specifico, il luogo dove si riunivano i religiosi, i
politici e i finanziari; vrs il termine nasce da un rad comune ad AGON,
quindi varrebbe come luogo ove si scontrano le idee. Da qui è stato coniato
il termine Agorafobìa che è il panico d’attraversare i grandi spazi anche se
affollati.
Snm del gr AGON è il got HAIFSTS, cui l’ital Astio-àstio, Astiosità,
Astiòso svoltosi in senso fig (il rancore dei contendenti).
1
PENTA appare vrs connesso con il sct PANCA cinque questo l’ispirazione per il
termine ingl ormai glb Punch, cui l’omologismo Pònce, una bevanda calda che in in
origine era infatti una miscela di cinque elementi: acqua, arak, succo di limone, tè e
zucchero. L’ingl conta ancora il snm PUNCH che vale pugno cui il glb Punching bag,
questo il sacchetto penzolante da prendere a pugni per l’allenamento del pugile (con
BAG sacco), con la variante a forma rotonda Punching ball (BALL palla).
Da non equivocare Ponce con Pòncio, questo, con la variante Pùncio, è l’omologismo
dallo sp PONCHOS “indumento o coperta in uso nell’America latina”; sovente è
scritto Poncho per essere fedele alla lingua originale, ma si legge e si pronuncia
Pòncio o Póncio ovvero sia con l’accento grave, sia acuto.
POMO POMICE POMERIGGIO
POMO
Il lemma, dal lat POMUM frutto e da POMUS albero da frutto, pare
non abbia ragionevoli connessioni altrove. Pòmo, col desueto Pòme,
è quindi il frutto o l’albero da frutto in generale, con i derivati
espliciti, impliciti e figurativi, Pomàrio dal lat POMARIUM (snm di
Pomèto, frutteto molto curato, adottato dal XIV sec), Pomàta
(unguento, ant profumato con essenza di mela, adottato dal 1500), il
dim Pomèllo (piccolo pomo, fig piccola maniglia) con Pomellàto e
Pomellatùra, Pomèto dal lat POMETUS (frutteto, snm di Pomario,
adottato dal 1564), Pòmolo dal dim lat POMULUS, Pomòso, la
locuzione Pomo punico snm di Melagrana... e la dea Pomona; i
composti Pomarància, Pomicoltòre con Pomicoltùra, Pomicultòre
con Pomicultùra, Pomìfero, Pomodòro con Pomodoràta e i volg
Pomidòro con Pommaròla o Pummaròla, è dalla locuzione ital Pomo
d’oro poiché non era conosciuto dai latini (così come la patata ed il
mais); oggi, 2011, la statistica dice che in Italia tra Pelati, Polpe e
Passate, sono consumati oltre 10 chilogranni di pomodori a famiglia.
Eppoi Pomogranàta snm di Melograna, Pomologìa e l’esot Pomander
dal franc POMME D’EMBRE pomo d’ambra “piccolo contenitore”.
Il Pomo si è attestato nel significato di Mela più che altro in volg,
pertanto la Mela è indicata in ligure Pumu 1, lombardo Pom, siciliano
Pumu 1 o Puma, veneto Pomo o Pom, mentre Mela in marchigiano e
Meledda in pugliese.
Il Pomo d’Adamo, locuzione anatomica maschile, secondo la
tradizione sarebbe stato prodotto da un boccone del biblico frutto del
456
peccato, la mela.
Fuori percorso Pompèlmo o Pomèlo, omologismo dall’ol
POMPELMOS e questo dal tamil PAMPALIMASU composto da
POMPEL grosso e LIMOES limone, cui il composto Màpo (adottato
intorno al 1980, frutto d’inc Mandarino e Pompelmo).
Ancora pseudoetim, Pòmero omologismo dal ted POMMER “razza
canina”, Pomacèntridi composto col gr POMA coperchio e
KENTRON punta-spina con Pomadàsidi col gr DASYS ricco di peli
fig aspro (Famiglie di pesci).
La corrispondenza delle due voci volg Pumu comprova una antico legame tra questi
popoli che nel Tirreno avevano trovato una terra comune
1
\ Imbalsamare Mummificare
Snm di Pomata (adottato dal 1518) è Bàlsamo (dal XIII sec), con un
obsoleto Bàlsimo, dal lat BALSAMUM già gr BALSAMON di genesi
semitica, donde Balsàmico e Balsamèlla questo inc col franc
BECHAMELLE (pron besciamèl) cui il glb Bèchamel (corretta accentazione
béchamel), l’omologismo Besciamèlla, il cui snm è Salsa bianca, che una
tradizione vuole ideata da Bechamel, il maggiordomo 1 di Luigi XIV; eppoi
Balsamìna (erba), Balsaminàcee (Famiglia di piante delle Terebintali),
Balsamìno, Balsamìte (erba). In percorso i prefissati Imbalsamàre
(conservare con balsami speciali), Imbalsamatòre, Imbalsamatùra,
Imbalsamaziòne.
Bàlsa, poi, “albero delle Bombacacee” (adottato dal 1913) è l’esot dello sp
BALSA di genesi iberica prelatatina.
Mummificàre, con Mummificatòre e Mummificaziòne questo attraverso il
franc MOMIFICATION, invece, è il composto derivato dal lat tardo
MUMMIA cui Mùmmia, dall’ar MUMIYYA ispirato al persiano MUM
cera; il termine ar, però, racchiude le sostanze utilizzate per
l’imbalsamazione cui bitume, mirra, zafferano, balsamo questo il più
consistente.
La locuzione Mummia di Zagabria indica un reperto egizio custodito a
Zagabria e che ha contribuito all’interpretazione della lingua etrusca
mediante scritture riportate sulle fasce avvolgenti.
A dar credito ad una voce, il maggiordomo pare abbia usurpato la novità attingendo
ad un’antica ricetta toscana indicata con Salsa colla vrs fatta conoscere a corte dalla
fiorentina regina di Francia Maria de’ Medici.
1
POMICE
Pòmice, dal tardo lat POMEX, derivante dal class PUMEX;
dall’azione del suo utilizzo sono sbocciati i volgari Pomiciàre,
Pomiciòne, Pomiciàccio. PUMEX sarebbe connesso a Spùma, cui
Spumànte con Spumantìstica, Spumantizzàre e Spumantizzaziòne,
Spumàre, Spumeggiàre con Spumeggiànte, Spùmeo, Spumìno,
Spumòne, Spumòso con Spumosità, da approsimati temi indoiran,
bal, slavo, ger, a loro volta connessi con remote onomatopeiche SP
M gorgogliare. L’inc del franc SKUM con Spuma ha prodotto
457
Schiùma (entrambi snm del minerale Sepiolite nella locuzione fig
Schiuma-Spuma di mare), Schiumàre, Schiumaiòla, Schiumàre,
Schiumaròla, Schiumògeno, Schiumosità, Schiumòso e vrs il volg
mer (S)Ciamaruca meglio al plur Ciamaruche col dim
Ciamaruchella-Ciamaruchelle “lumache e lumachine”, fig per la
particolare schiuma che emettono, così come l’altrettanto volg
laziale (S)Ciumachella diffuso dalla canzone “Ciumachella de
Trastevere”.
Zibètto è dal lat ZIBETHUM ma già omologismo attraverso l’ar ZABAD
questo del valore di schiuma (odorosa di muschio), pertanto sta per “animale
che dà la schiuma” dall’ar QATT AZZABAD; pertanto, Zibettàto sta fig per
“profumato” di muschio; tale animale appartiene alla Famiglia dei Viverridi.
POMERIGGIO
Pomerìggio, inc tra Pomeridiano e Meriggio, quest’ultimo determina
la metà del giorno, estesa alle primissime ore dopo mezzodì. È il
composto dalla locuzione lat POST MERIDIEM dopo mezzodì. Dal
termine lat MERIDIEM sono derivati esplicitamente Merìdie,
Meridiòne, Meridiàna. DIEM è l’accusativo di DIES dì, giorno.
\ Volgare
Per italiano volgare s’intenda “linguaggio popolare”, sul modello del latino
volgare. Il volgare, o dialetto o vernacolo, tuttavia, come accade per il
Ligure, può essere considerato una lingua e non sta qui ricercarne le ragioni.
Suffissi MERIA MERO
Prefisso MERO
Dal gr MERES da MEROS parte, cui Merìggio “mezzogiorno e parte delle
ore immediatamente seguenti” già Merìgge con Meriggiàno e Meriggiàre,
eppoi in complanare Meriàre “meriggiare” donde Merìa, l’ital conta i suff
MERIA e MERO che valgono formazione di parti, Ciclomerìa (col gr
KYKLOS giro), Diastereoisomerìa questo col pref DIA e Stereoisomerìa cui
Stereoisòmero col gr STEREOS fermo-solido e Isomerìa cuicon Isòmero col
gr ISOS uguale e Isomeràsi (suff chimico ASI), Enantiomerìa (col gr
ANANTIOS opposto), Epimerìa (col gr EPI sopra) con Epìmero, Lipomerìa
(con LIPOS grasso), Metàmero con Metamerìa e Metamèrico “serie
d’uguali segmenti nel corpo animale” (col gr META con-dopo) eppoi
Mesomerìa con Mesomèrico e Mesòmero (col gr MESOS medio), Polìmero
(col gr POLYS molti) cui Polimeràsi (suff chimico ASI), Polimerìa,
Polimèrico, Polimerìsmo, Polimerizzàre con Polimerizzaziòne, Isopolìmero
(doppio pref dal gr ISOS uguale).
Quale pref, lo si ritrova in composizioni quali Meroblàstico (col gr
BLASTOS germe), Merocèle con il gr MEROS svoltosi quale parte coscia
del corpo e KELE ernia (anche tumore o tumefazione), Meronimìa e
Merònimo (col gr ONYMA nome) indica il rapporto tra due termini
ovel’uno rappresenta una parte e l’altro l’intierezza, quali Pneumatico e
Automobile. In opposizione a Olonimìa e Olònimo (col pref gr HOLOS
tutto) che indica invece il rapporto tra due termini ove l’uno rappresenta
458
l’intero e l’altro una parte; da aggiungere Merelogìa che tratta la relazione
parte-tutto.
Il percorso conta ancota Meropìa (col gr OPS aspetto-vista), Merostòmi
(Classe di Acquatici) con MEROS svoltosi quale membro e STOMA bocca,
Merozoìte (col gr ZOO e suff biologico ITE) snm di Schizozoite.
Pseudoetim Meroìtico questo relativo all’ant città di Meroe sul Nilo,
Meròpidi “Famiglia d’uccelli” coraciformi dal gr MEROPS “nome
d’uccello”, Merovìngico o Merovìngio relativo ai Merovingi la dinastia
storica dei Franchi.
\ Nella stagione calda, nel meridione, più che altrove, Meriggio è assimilato a notte,
per un’acquisita abitudine del riposo pomeridiano Meriggiàre, indotta dal sole
cocente, ma anche da disoccupazione e inattività. Nel Meriggio, quindi, non è educato
l’andare in visita, il ricevere, presentarsi per lavoretti o commissioni anche se richiesti.
L’aumento delle temperature terrestri pare stia favorendo la diffusione del riposo
pomeridiano anche in zone che n’erano esenti; la scienza avrebbe riscoperto questa
salutare pratica, suggerendola (via mass-media) in estate ad anziani, bimbi e malati;
ma anche a chiunque sia libero da impegni. Occorre però ricordarsi che normalmente,
la pennichella pomeridiana, dovrebbe concludersi entro mezz’ora per non subire
problemi metabolici. \
LUME ALLUME ALLUMINIO
LUME
Lùme, con un desueto Lòme, dalla rad LEU-K riflettere la luce,
copiosa di derivazioni, sarebbe venuto LEUKSMEN, quale
strumento per riflettere la luce e i latini indicavano con LUMEN ciò
che dà la luce. Lumenchrìsti dalla locuzione lat LUMEN CHRISTI,
è il cero benedetto del Sabato Santo. Il Lùme o i Lùmi della ragione
stanno fig per il dono intellettivo. La rad ha peraltro generato Lùce,
dal lat LUX già gr LEUKEOS, con percorso proprio.
Ci ritroviamo, quindi, con due sequenze di derivazione lat; l’una da
LUMEN, cui Lumàio, Lumàre e Lumàta “guardare” e “sguardo”,
Lumeggiàre con Lumeggiamènto, Lumeggiàto e Lumeggiatùra, l’inv
Lùmen (unità di misura della luminosità), Lumenòmetro e
Illuminòmetro, (unità di misura tecnica della quantità di luce),
Lumenòra con Lumensecòndo (unità di misura), Lumèra e Lumièra,
il dim Lumicìno, Luminàio, il sostantivo Luminàre dal lat
LUMINARE fiaccola e l’aggettivo Luminàre dal lat LUMEN,
Luminànza, Luminària, Luminèllo, Luminescènte con Luminescènza
e il composto Bioluminescènza (emessa da organismi in vita come le
Lucciole), Luminìo, Luminìsmo (arte pittorica ed il suo artista) con
Luminìsta, Luminìstica (tecnica per illuminare i palcoscenici), lo
scientifico poliziesco Luminòl, Lumìno, Luminòso con
Luminosamènte e Luminosità, Illuminàre, Illumineaziòne,
Illuminìsmo, Illuminotècnica, il composto Fillumenìstica (col gr
PHILO, LUMEN e il suff aggettivale ISTICO).
459
Lumiera o Lumassa è il fantastico spiritello delle campagne venete,
vrs manifestazione dei Fuochi fatui.
Termine alieno nel percoso è il glb ted Lumpenproletariat
proletariato cenciòso coniato da K. Marx.
\ VILLE LUMIERE è il poetico nome dato a Parigi illuminata più d’ogni altra città
dai lampioni a gas. Illuminati erano i membri di una setta massonica bavarese fondata
nel 1776 da A. Weishaupt, che intendevano sostituire il Cristianesimo con
un’ideologia ispirata esclusivamente alla ragione. Ne furono membri Goethe ed
Herder.Fu sciolta otto anni dopo per decreto di Carlo Teodoro di Baviera, ma
scomparve del tutto durante la Rivoluzione Francese. Altri Illuminati (Alumbrados)
furono i membri di una setta mistica spagnola, che pretendevano essere i diretti
illuminati dallo Spirito Santo; furono perseguitati dall’Inquisizione, la quale accusò
anche Ignazio da Loyola di esserne un affiliato. L’Iluminismo è stato quel fin troppo
noto movimento culturale europeo, volto ad indagare e a risolvere i problemi
dell’uomo senza l’aiuto delle tradizioni e delle religioni, con il solo tramite dei “lumi”
della ragione. Sono quindi storicamente esisti Illuminati (o Illuministi) d’estrazione
laica e gli Illuminati di fede religiosa.\
Barlùme è termine composto da Barbaglio e Lume. Barbàglio, con
Barbagliàre (omn di Barbagliare “balbettare”), Barbaglìo
(accentazione piana) e Sbarbagliàre (S intensivo), è una forma
raddoppiata (intensiva) dal lat volg BALJUS lampeggiante, cui
Bàglio, Bagliòre e, con i pref, anche fig, Abbagliàre, Abbagliamènto,
Abbagliànte con Abbàglio questo con un deformato Barbàglio
(accentazione sdrucciola) dove il pref allativo AD è sostituito da
BAR (BIS) intensivo, eppoi Sbagliàre (non coniugabile al riflessivo,
S sottrattivo da Abbagliare) con Sbagliàto e Sbàglio questo con un
protetico Isbàglio; termine alieno Barbagliàta o Barbaiàda “bevanda
calda con latte e cioccolato” in onore di D. Barbaja (1778/1841) che
la compose storicamente.
Il termine, Sbagliare ha il suo snm in Erràre dal verbo lat ERRARE
vagare senza una meta da rad ERS vagare attestatosi fig in
“sbagliare” donde Erramènto, Errànte attraverso il franc ERRANT,
Errànza da ERRANTIA con i prefissati in opposizione Inerrànte
“infallibile” ed Inerrànza “immune da errori”, Erràto, Erròneo con
Erroneità da ERRONEUS in origine vagante, Erròre da ERROR in
origine vagare per ogni dove, la locuzione inv dal lat ERRATA
CORRIGE dall’imperativo lat che in ital vale “correggi gli errori!”;
il glb Gaffe “sbaglio, figuraccia”, inv graficamente dal franc, anche
per pron gaf - italianizzato Gàffa - s’è svolto fig dal franc GAFFER
afferrare con un gancio da GAFFE gancio cui l’omologismo Gàffa
(omn del precedente, specifico da pescatore), snm di Alighièro
questo d’etimo disperso. Da Gaffe, l’ital conta l’inv Gaffeur e
l’omologismo Gaffìsta.
Una vera e propria gaffe si rivelò uno degli slogan diffuso durante
l’autarchia fascista: “La lana dei conigli è la lana degli italiani”.
460
Nel percorso originale di vagare, l’tal conta gli omn-snm Erramènto
con Errànte ed Errànza, eppoi Errànti (Sottoclasse di fauna marina),
Erraticità, Erràtico, i prefissati Aberràre che con AB da sta per
“allontanarsi dal corretto vagare” cui Aberrànte ed Aberraziòne,
Sciarràre “sbaragliare” da EX ERRARE con la variante del pref in
SCI; infine, dal lat ERRANDATICUM con aferesi del gruppo Er,
l’ital conta Randàgio con Randagìsmo.
Il gr conta lo specifico PLAZO vedo errando, cui PLANKTON
svoltosi nel franc PLANCTON e nell’ital Plàncton con Planctònico il
cui snm è Nèuston inv dal gr NEUSTOS natante, in connessione con
Plèuston “vegetazione galleggiante” dal gr PLEO navigo cui
PLUSTES navigatore.
L’altra sequenza, da LUX, cui il denm LUCERE splendere, troviamo
Luccicàre, dall’intensivo lat LUCICARE, Luccicamènto, Luccicànte,
Luccichìo, Luccicòne, Luccicòre, Luccicòso, Lùcciola dal lat volg
LUCJOLA con il fig Lùcciola meglio Lùcciole per identificare le
prostitute di strada che per riscaldarsi, o per farsi notare, accendono
dei falò, Lucciolàio, Lucciolàre, Lucciolìo, Lùcciolo, Lucciolòne, il
composto Lucìvago (con Vago nel senso di “desideroso”), il poetico
Lucòre, i prefissati Allucciolàre con Allucciolìo e Sberluccicàre
(doppio pref S intensivo e BER svoltosi da BIS-BAR), vrs il raro
Alluzzàre con valore fig di “allettare” (come le lucciole umane),
eppoi Lùcere con Lucènte e Lucentèzza, il prefissato Rilùcere con
Rilucènte e Rilucènza, ancora Lucèrna questo “lampada-sorgente di
luce anche in senso spirituale” cui Lucernàrio eppoi “sorta di pesce”
snm di Uranoscopo, “torchio a vite” e fig il cappello del carabiniere;
altro prefissato è Tralùcere dal lat class TRANSLUCERE svoltosi in
TRALUCERE splendere attraverso o fig trasparire-trapelare.
Nel percorso, gli onomastici Lucia, Luciano e Lucio; non inclusi
Licia e Licio poiché derivano dal lat LYCIUS, etnonimo dell’ant
regione Licia (in Asia Minore), Lucrezia questo da LUCRETIUS
dall’oronimo LUCRETILIS nella Sabina; così come Lida da Lidia il
toponimo di una parte territoriale dell’attuale Turchia.
Lucerna inc col gr LAMPTER da LAMPO splendo ha dato Lantèrna
con Lanternàio, Lanternàre, i fig Lanternària “sortai invertebrato” e
Lanternùto, la locuzione del XVII sec Lanterna magica, lo strumento
che con i suoi vetrini è l’antesignano del Cinema con le sue pellicole.
\ Il faro genovese è indicato con Lanterna, inoltre, La Lanterna è un’ala del palazzo
parlamentare di8 Berlino, fig per un gioco di luci e specchi. \
La sequenza LUX prosegue con Luchèra e Lucheràre dal collettivo
volg LUCARIA tante luci attestatosi nello stralunamento degli occhi
cui Solluccheràre o Sollucheràre con Sollùcchero o Sollùchero,
Lucidàre (denm da LUCIDUS), Lucidaziòne, Lùcido (lat LUCIDUS)
461
con i prefissati Delucidàre “togliere il lucido” (pref DE sottrattivo)
cui Delucidaziòne, il fig snm-omn Delucidàre o Dilucidàre (pref
DIS) “rendere chiaro”, con ancora Delucidaziòne, o Elucidàre da un
tardo lat ELUCIDARE “chiarire” (pref EX fuori), Pellùcido
“trasparente” (pref PER attraverso), Translùcido o Traslùcido con
Traslucidità (col pref TRANS vale “splendente attraverso”) cui il
termine medico Translucènza relativo all’ecografia, l’onomastico
Lucìdio; eppoi i composti Lucìfero (portatore di luce), Lucìfugo (che
sfugge alla luce) come l’insetto Cìmice dall’accusativo CIMICEM
del lat CIMEX cui Cimiciàio, Cimìcidi (la Famiglia), Cimiciòso, il
fig Cimiciòtto “sorta di pianta delle Labiate” a causa del suo odore, il
composto Cimicìfuga “sorta di erba” che terrebbe lontano questi
insetti.
Il dim Lucìgnola (questo sovrapposto al fem di LUSCUS losco) e
Lucìgnolo (da LUCINIUM lampada), Lùna “la luminosa”, l’inv Lux
(unità d’illuminamento). L’aggettivo Antelucàno “prima della luce
(diurna)” è di composizione con il pref lat ANTE prima e
LUCANUS derivato da LUX luce. LUCANUS, cui Lucàno, è il
topos della Lucania 1, l’attuale Basilicata, cui l’onomastico Luca
quale ipocoristico di Lucano e un De Luca della cognomastica;
Lucania era dunque il toponimo al tempo della Roma repubblicana
dal popolo che v’era insediato, i Lucani. Il volg veneto recita
Luganega, che sta per Salciccia lucana, con Luganeghino e le
varianti Luganica o Luganiga, con lenizione della c in g.
In connessione il demotico Luceri (LUCERES), questi una delle tre
tribù con Ramni (RAMNES) e Tizi (TITIES), che costituivano la
Roma di Romolo.
\ A Treviso si svolge ancora oggi, la storica Fiere di S. Luca, sebbene ridotta a
bancarelle e Luna park; nel Settecento, a Manfredonia, una Fiera di S. Luca era in
esclusiva per venditori dalmati che proponevano pelli, seta, cavalli e altro. Vrs una
connessione dalmata, ossia della Schiavonia. \
Dalla particolare luce cromatica irradiata nelle sale
cinematografiche, durante le proiezioni pornografiche, sono nate le
composizioni Luci-rosse e Luci-rosa (meno spinte): i termini si
sarebbero estesi anche in riferimento a teatri, riviste, messaggi
telefonici, Internet... se non fosse pervasa l’occupazione linguistica
ingl, cui la locuzione glb Hard Core “nocciolo duro” (della
pornografia) da assimilare alla locuzione ital Zoccolo duro, adottata
dalla politica, nel senso di “forti sostenitori”.
Baluginàre, infine, con Baluginamènto e Baluginìo, sarebbe stato
coniato dal lat BALUX, che è la sabbia (Balùce) che irradia luccichii
per la presenza di tracce d’oro, attinto al tema med BALUCA sabbia
aurifera; altra ricerca lo vorrebbe derivato dal volg lat
462
BISLUCINARE dove BIS si muta in BA attraverso l’intensivo BAR
(BER).
La rad LEUK ha ancora prodotto il lat ant LUK e, ampliatasi in
LUK-S, il class LUSTRUM luce ccon il devb LUSTRARE cui
Lustràre “illuminare” e fig “purificare”, eppoi Lustramènto,
Lustrànte, Lustràta, Lustratòre, Lustratrìce, Lustratùra, Lustraziòne,
Lustreggiàre con Lustreggiànte, Lustrèzza, Lustrìno che sta anche
per “sorta di ciliegia” per la sua lucentezza, Lùstro questo Pp breve
di Lustrare, Lùstra (omn di Lustra “tana”) che vale “ostentazione”
fig “mettersi in luce”, Lustròre o Lostròre; eppoi, con il pref IN
illativo, assume valore metaf e genuinamente fig quale Illustràre cui
Illustràbile, Illustratìvo, Illustràto, Illustratòre, Illustraziòne, Illùstre e
Illustrìssimo o l’aferetico Lustrìssimo… e, col pref PER assume un
termine dal sapore militaresco, Perlustràre “far luce passandopassare in rassegna”, cui Perlustraziòne. Eppoi i composti
Lustrascàrpe e Lustrastivàli. Il termine omn Lùstro, cui Lustràle, che
vale quinquennio - e che pare sia stato archiviato - si riferisce in
origine a cinque anni di purificazione, nella terminologia cristiana,
pertanto derivato da LUSTRARE nel senso di purificare.
Dal volg milanese, l’ital ha adottato Gibigiàna o Gibigiànna che vale
“balenio di luce su vetro” e metaf “donna elegantona, tutta fronzoli”
1
Si potrebbe però addurre che la regione Lucania sia una derivazione connessa con la
forma primitiva LUKWOS passata al gr LYKOS lupo, pertanto varrebbe “paese dei
lupi”, questo un ideale comprensorio territoriale con le confinanti Irpinia e Daunia di
eguale identificazione ma d’etim differenti.
\ Berto
Nel got-ted, BERHTA è illustre, connesso con il lat ROBUS, quindi
splendente e fig famoso; lo si rintraccia nell’onomastica italianizzato
BERTO, vedi Bertoldo (con WALDAZ capo), Bertrando (con HRABHAN
corvo), Adalberto associato con ATHAD (versione sassone) nobiltà di stirpe
vale “famoso per la sua stirpe nobile”, Gilberto (con GISIL freccia, dardo
varrebbe “famoso per la bravura nell’usare quest’arma”), Roberto (con
HROTH gloria vale “splendente di gloria”), Norberto (con NORTHA fig
forza, riferita agli uomini del NORTH nord, vale “illustre” per la sua
discendenza di “forte uomo del nord”) Umberto (con HUN unno e
generalmente uomo, sta per “uomo-unno illustre”)… e l’ipocoristico Bèrto,
che si sarebbe ancora attestato nel nome fem Berta, il quale, in senso fig e o
dispregiativo, ha condotto a Bèrta “sorta di uccello marino, snm di Puffino”
a Bèrta “beffa” cui Berteggiàre, Bèrta “scialle-pettorina” dall’onomastico
della madre di Carlomagno cui vrs la locuzione Quando Berta filava,
Bertòne “un cavallo con orecchie mozze e individuo dissoluto”), Bertùccia
“una scimmia” presente anche in Europa, a Gibilterra, in una unica
comunità, cui fig Sbertucciàre e Sbertucciàto. Pseudoetim appare il lemma
Bertèsca (ved Alba…,) cui un Bèrta “sorta di macchina battente” vrs in
connessione con la famosa arma ted BERTHA donde il nomignolo ital Bèrta
463
dato anche ad un tipo di rivoltella, dal lat medv BRITTISCA che sta per
“torre alla maniera dei Bretoni” sul calco di Saracinèsca “ad uso dei
Saraceni”; Saracèno o Saracìno (variante itacista), adottato dal XIII sec, è
dal lat SARACENUS già gr SARAKENOS dall’ar SARKI orientale.
\ Itacismo Etacismo Solecismo Iotacismo Rotacismo
Itacèse o Itacènse vale “ di Itaca” la patria di Ulisse, distante ben 500
chilometri in linea d’aria da Troia. Itacìsmo, però, con Itacìsta ed Itacìstico,
è in relazione alla pron (poco corretta) bizantina del greco, in riferimento
alla settima lettera dell’alfabeto greco ETA “e lunga” svoltasi in ITA. In
opposizione si ha pertanto il termine Etacìsmo, con Etacìsta ed Etacìstico, ad
indicare una corretta pron del greco, così stabilito da Erasmo da Rotterdam.
Pare che il tutto sia partito ricalcando il suff CISMO del termine Solecìsmo
“errore di sintassi o di costruzione”, dall’isola greca di SOLOI, in Cilicia,
dove pare parlassero male il greco, cui Solecizzàre, dal gr SOLOIKOS
abitante di Soloi con SOLOIKISMOS sgrammaticatura; da qui il calco per
il termine Cappacìsmo “cattiva pronuncia della velare sorda” riferito alla
“cappa” ovvero la lettera K.
Dalla lettera IOTA l’ital conta Iotacìsmo, su calco di Solecismo, che vale
l’assimilazione del fonema gr ETA alla IOTA come KRETE a KRITI in ital
Creta, oppure identifica l’errore nel greco inquinato dalla pron itacistica.
In connessione fig con Ruota, l’ital conta l’omn Rotàto che, oltre ad essere il
Pp di Rotare, è anche “suono della consonante R (erre)” per una
sovrapposizione fig con la corrispondente gr RHO, cui Rotacìsmo, su calco
di Iotacismo e Solecismo, e che vale “sostituzione di una consonante con il
fonema R”, cui Rotacizzàre attraverso il gr RHOTAKIZO; il volg romano,
infatti, si rotacizza ove trasforma l’articolo determinativo El in Er, cui la
locuzione Er più “Il più” ossia “Il migliore”.
\ Candela Splendore Luogo Brillìo
Altro tema lat è il verbo CANDERE splendere (di bianco), già sct
CANDRAMA (che identificava anche la luna), cui CANDELARE denm da
CANDELA condizione di splendere. È la sequenza nel cui percorso
semantico si contano Candeggiàre, Candeggiànte, Candeggiatòre, Candèggio
e Candeggìna, questo snm di Varecchìna, o Varechìna o Varichìna, questo
perché estratta dal VARECH italianizzato Varècchi, termine franc che
dall’originale significato di relitto da naufragio è passato ad indicare
l’insieme delle alghe o le loro ceneri.
Il percorso lat CANDERE splendere continua con Candèla inv da
CANDELA, Candelàbra e Candelàbro dal lat CANDELABRUM,
Candelàggio, Candelàio, il sardo Candelàus (dolce bianco di mandorle),
Candelètta, Candelièra, Candelière o Candellière, il dim Candelìlla (sorta di
arbusto) attraverso la lingua sp, Candelìna, Candelìzza “termine nautico”
attraverso lo sp CANDELIZA, Candèlo, Candelòra, Candelètto.
Il Pesce candela indica un particolare pesce ricco di olio e che se essiccato e
bruciato vale quale utile torcia.
Il percorso prosegue con Candènte (bruciante a bianco), Candidàto (vestito
di toga bianca), Càndido, l’onomastico Candido, Candòre e il prefissato
Incandìre da IN CANDERE; poi ancora i prefissati Accèndere da AD
464
CANDERE con Accendimènto, Accendìno, Accenditòio, Accenditòre,
Accensiòne da ACCENSIO ACCENSIONIS con Accensìbile e Accènso,
Raccèndere (pref RI intensivo), i composti quali Accendigàs e
Accendisìgari; Accendino contiene il suff INO (o di mestiere o d’agente o di
strumento), come in Arrotino, Imbianchino, Lavandino, Spazzino.
Escandescènte con Escandescènza da EXCABDESCERE cui l’aferetico
Scandescènza, Incandescènte Ppres di IN CANDESCERE (verbo incoativo)
diventar bianco con Incandescènza e un obsoleto Incandìre.,
Nella nostra penisola, ritroviamo toponimi di località legati al significato di
CANDERE splendere, quali Candela, Candelo, Candia, Candida,
l’agiotoponimo S. Candido attraverso l’onomastico Candido “bianco
splendente”, Interessante il toponimo della greca Candia, sulla costa sett
dell’isola di Creta: entrambi derivano da un significato rad di brillare,
poiché Creta è snm di Argilla. Fuori percorso il termine Candi dall’ar
QAND zucchero di canna.
Splèndere, ancora, è dal lat immutato SPLENDERE, con i propri derivati
espliciti Splendènte, Splendidèzza, Splèndido, Splendòre... anche in senso
metaforico relativo a “bellezza fisica”.
In celtico gallico, l’aggettivo fem GWEN vale “splendente-luminosabianca” cui il nome GWENDELAN o GWENDOLEN italianizzato
Guendalina.
Una particolarità è per LOCUS radura del bosco illuminata dai riflessi del
falò per i riti, che pare sia ancora un derivato di LEUK bianco poiché
connesso con LUCULUS boschetto; semant, oggi è un luogo generico, con i
derivati Locàle, Localìsmo con Localìsta e Localìstico, Località, Localizzàre
con Localizzatòre e Localizzaziòne, Locànda con Locandière e Locandièra,
Locàre con il foglio pubblicitario Locandìna questo dalla locuzione lat EX
LOCANDA (Camera) da affittare (locare) passato poi a pubblicizzare
qualsiasi cosa, eppoi i prefissati Allocàre (AD allativo) con Allocatìvo,
Allocaziòne attraverso il franc ALLOCATION, Collocàre da COLLOCARE
(COM, vale “stare con il luogo” ossia “esserci”) con Collocatòre e
Collocaziòne; il toponimo pugliese Lucera che nel linguaggio etrusco
sta per “bosco sacro” LUK-ERI dove LUK corrisponde al latino
LOCUS ed ERI al lat SACER.
Esiste ancora un Lugàna “relativo al bosco” dal lat LOCUS
attraverso l’aggettivo LUCANUS;vrs in connessione con il toponimo
Lugano e il demotico Luganèse.
Da COLLOCARE, attraverso un processo di metaplasmo volg, l’ital conta
Coricàre, con un desueto Colcàre e un volg Corcare, e Coricamènto nel
senso di “collocarsi nel letto”. I prefissati proseguono con Delocalizzàre
(DIS per distacco) con Delocalizzaziòne per accezione relativo alle imprese
che si trasferiscono parzialmente o del tutto all’estero per i minosi costi di
produzione, eppoi Dislocàre (DIS dispersivo) con Dislocaziòne e Traslocàre,
con Traslocaziòne e Traslòco, attestatosi, con una leggera sfumatura rispetto
a Trasferire, nel significato di “cambiare luogo-cambiamento di luogo, di
sede” mutando il pref CUM di Collocare, invece di un più corretto
465
“attraversare il luogo, il suo attraversamento” o “di là del luogo” dato il pref
TRANS
Il percorso conta ancora Locatàrio (snm di Conduttore, Affittuario, Fittavolo
e Pigionante in opposizione a Locatore), Locatìvo e il prefissato Allocativo
(da non equivocare con Locutivo e Allocutivo), Locatìzio, Locàto, Locatòre
(in opposizione a Locatario) e il prefissato Allocatòre (da non equivocare
con Locutore e Allocutore), Locatòrio, Locaziòne dal lat LOCATIO
LOCATIONIS con un obsoleto snm Logàggio, Locupletaziòne “ricchezza di
terra” e Luògo (con lenizione sett di c in g) cui Logaiòlo “mezzadro” e i
complanari Allogàre (AD allativo) con Allogamènto e Allogaziòne,
Dislogàre o Slogàre (S sottrattivo) questo per accezione “avere un osso fuori
luogo abituale” con Slogamènto e Slogatùra, la locuzione Luogo comune. In
vrs connessione indoeur l’ingl GLOW splendore cui il glb Airglow
“lumonosità (splendore) notturna ” dove AIR aria qui vale cielo, col snm
Nightglow “splendore notturno”.
La locuzione lat LOCATIO VENTRIS grembo in locazione indicava tra i
romani la pratica di concedere la propria moglie in affitto per una
procreazione.
Altri derivati sono rimasti fedeli alle origini rad, per cui, assimilando luce al
colore bianco, si ha il percorso con Leucemìa (col gr HAIMA sangue) cui
Leucèmico e Leucemògeno, gli amminoacidi Leucìna (suff chimico INA) e
Isoleucìna (pref ISO dal gr ISOS uguale), Leucìsco dal gr LEUKISKOS
“sorta di pesce”, Leucìte (suff medico ITE per infiammazioni), Leucòma
(suff medico OMA), Leucòsi (suff medico OSI), Lìcnide “pianta
ornamentale” dal lat LYCHNIDEM già gr LIKHNIS da LYCHNOS
lampada. le composizioni col pref LEUCO dal gr LEUKOS bianco cui
Leucoafèresi, Leucoanemìa, Leucobàsto, Leucocìta con Leucocìto,
Leucocitàrio, Leucocitolìsi, Leucocitopoièsi e Leucocitòsi, Leuconichìa (col
gr ONYKS unghia), Leucopenìa (col gr PENIA povertà), Leucopoièsi,
Leucorrèa con Leucorròico, Leucotriène (doppio suff TRI tre e ENE in
chimica, vale “composto organico a tre legami”). Elucubraziòne è un
termine in progressiva alienazione dal comune parlare, forse per l’assonanza
della sua rad LEUK con LEUG di lugubre, col quale non avrebbe alcun
grado di parentela. Una ricerca, tuttavia, forse ci riporterebbe all’archetipo
degli antenati portatori di luce LEUG-LEUK. Elucubrazione, dal significato
originario di “lavoro a lume di lucerna” è fig approdato al “prodotto del
lavoro intellettuale artificioso e minuzioso” sovente con sottintesi ironici; in
percorso si ha ancora Lùcubro, Lucubràto, eppoi Luculènto da
LUCULENTUS che dal significato etim di “lucido-luminoso” s’è svolto fig
in “appariscente, bello, dovizioso…” Il composto Leukofobìa indica
avversione per il bianco.
Per il verbo Brillàre (omn di Brillare “ruotare”), il cui percorso conta una
nutrita serie qualo Brillamènto, Brillantàre con Brillantànte, Brillantàto e
Brillantatùra, Brillànza, Brillatòio, Brillatòre, Brillatùra (quella del riso),
Brillìo, Brìllo fig “alticcio” e Briluccichìo questo una sovrapposizione di
Brillare con Luccichio, si è preferito richiamarsi fig ad un Brìllo, dal lat
BERYLLUS, che sta per cristallo lavorato ossia il Brillànte questo Ppres
466
sostantivato ed usato anche quale Pp aggettivato cui Brillantèzza,
Brillantìna, Brillantìno; l’oromino Kilimangiaro vale in lingua locale
“montagna brillante”, fig per il ghiaccio e neve splendente al sole.
Il verbo Brillare, forse in considerazione delle improvvise e rumorose
frantumazioni del cristallo durante la lavorazione e non, ha assunto fig il
significato di “esplodere”, in relazione alle mine, cui ancora Brillatòre. Fuori
percorso un verbo Brillàre “il librarsi degli uccelli” di genesi onomatopeica,
cui ancora Brìllo.
Di fede latina sono sopravvissuti Berìllio (chimica, snm di Glucinio) e
Berìllo, questo cristallo anche di varietà preziosa come lo smeraldo e
l’acquamarina. Per informazione, il Brillante gioiello è convenzionalmente
composto di Tavola, Corona e Padiglione.
Dall’ingl TO BLAZE brillare, l’ital conta gli esot Blazar e Blazer.
\ Luoghi comuni e bisemantici; incidenti linguistici
Quanta gente parla e scrive adottando frasi fatte, col risultato di comunicare
tramite una sorta di linguaggio irrigidito; scorriamone qualcuna: A monte
di… A valle di… Bere a garganella, Nella misura in cui, Piove a catinelle,
Scappare alla chetichella, Tagliare la corda e così via.
Anni fa, non ricordo per quale mente istituzionale, si volle sperimentare tra
gli scolari un prontuario di frasi fatte e trascritte su striscioline di carta, da
imparare a memoria e riportare nei propri elaborati; si asseriva che
avrebbero imparato subito a esprimersi correttamente e correntemente in
italiano.
Chi è fornito di quella stessa mente, infatti, chiarisce che i Luoghi comuni
rappresentano una buona soluzione per chi non ha la conoscenza e
l’allenamento linguistici necessari; i dialetti, infatti, sono nutriti di luoghi
comuni, di frasi fatte.
L’esperimento non ebbe seguito, grazie a Dio, altrimenti si sarebbe creata
una generazione locìfila.
Per maggiore comprensione, Locìfilo “chi adotta (preferisce) i luoghi
comuni” - questo nella convinzione che essi siano a beneficio di una globale
comprensione degli enunciati - è in contrapposizione a Locicìda che starebbe
per “chi recide i luoghi comuni” sia nel parlare sia nello scrivere 1.
Nell’affidarsi poi al pleonasmo, per meglio descrivere un’immagine, talvolta
si rischia la comicità: Indossare il cappello in testa, i guanti alle mani, la
sciarpa al collo, calze e scarpe ai piedi… (dove sennò).
Nel dire o scrivere Indossare il cappello, o altro, è già esauriente, il dove è
bene implicato, diversamente occorrerebbe avvalersi del verbo “portaretenere” o simili, quale esempio: L’ho visto uscire portando il cappello (i
guanti, la sciarpa…) tra le mani; e ancora diversamente è il definire
Indossava il cappello su una testa rapata…
Luoghi comuni o Frasi fatte sono in pratica le locuzioni, gli aforismi,
oltremodo ove si abusa del loro utilizzo, quali esemplari: “Suo marito non fa
che lavorare da mane a sera” - “Non voglio intromettermi nella loro
discussione, perché è meglio che tra moglie e marito non mettere il dito”.
467
Veri e propri inciampi linguistici riguardano proposizioni con vocaboli fonti
di equivoci, i Luoghi bisemantici non chiariti nel testo, come nel seguente
modello: Sulla spiaggia quella ragazza ha un brutto costume.
Ciò starebbe significando o che indossa uno sgraziato indumento da bagno
oppure ostenta cattiva consuetudine.
Altro esempio di incidente linguistico, certamente risibile se non ci fosse il
freno della tragedia, è ancora una frase detta da una giornalista in TV, nel
trattare il caso della scomparsa della Carrisi: \...\ quella storia del fiume che
si sono inventati fa acqua da tutte le parti \...\ alludendo ai sospetti di
suicidio. Sarebbe stato ovviamente etico scollegare le parole acqua e fiume
e sostituire il luogo comune fare acqua con, per esempio, “perdere
credibilità” o “non avere attendibilità”.
Nei versi, infine, accade d’inciampare figurativamente, poiché in essi le
parole non sono esaustive del pensiero poetico e occorre accompagnarle in
coupling; questo, in altri termini, stando alle asserzioni retoriche, determina
l’equivalenza eufonica, ritmica, semantica-sintattica e metrica dei vari
elementi.
In ambito della retorica, Coupling corrisponde all’italiano “Correlazione” ed
è la definizione inglese adottata in campo poetico globalizzato, al quale fa
eco il francese Couplage.
Versi non accompagnati da coupling, dunque, risuonerebbero prosaici.
Nell’incipit di “A Silvia” del Leopardi, il coupling, come aveva rilevato
Agosti, è impresso dal fonema t , il quale richiamandosi al pronome Tu va a
evidenziare il personaggio cantato dal poeta.
\...\ quel tempo della tua vita mortale
\...\ gli occhi tuoi ridenti
e fuggitivi e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi? \...\
Stesso destino per “Spezzatura” (Di Girolamo) o per la cinquecentesca
“Inarcatura” sostituite dalla globalizzata definizione francese Enjambement;
questo definisce un verso non semanticamente autonomo, o piuttosto che
non coincide con la fine di una frase la quale prosegue nel successivo.
\..,.\ questo reo tempio, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge (Foscolo)
La poesia dove la frattura (enjambement) dei versi avviene in assenza di una
sequenza metrico-ritmica non può essere definita tale ma prossima a un
taglio giornalistico (colonna).
Nei succitati versi, il poeta, pertanto, pur spezzando l’enunciazione in due
parti, vi ha composto due perfetti endecasillabi con accentazione (ictus)
combaciante.
La poesia, con i propri insiti coupling e enjambement, è quasi sempre a un
passo dall’ideale di compiutezza, visto sin dall’antichità letteraria che il
raggiungimento di quest’ultima è legato alle capacità dell’autore, il quale,
bisogna pur riconoscere, ben rare volte estrinseca una particolare genialità
creativa.
468
Locìfilo è il neologismo retorico composto con il latino LOCUS luogo e il greco
PHILOS che ama, in contrapposizione all’altrettanto neologismo Locicìda, questo
composto con suffisso tratto dal latino CAEDERE uccidere \
1
\ Argento Argilla
Dal tema ARG brillare, l’ital conta Argènto, con la variente Ariènto
(simbolo Ag) dal gr ARGYROS, cui Argentàna, Argentàre, Argentàrio (cui
l’oronimo), Argentàto, Argentatòre, Argentatùra, il glb franc Argent denaro
(pron argian) con la locuzione Argent de poche “denaro di tasca” ovvero
“spiccioli”, Argènteo, Argenterìa, Argentière, Argentìna (botanica),
Argentìno (suono), Argentìte (mineralogia, col competente suff ITE), il
toponimo Argentìna attraverso l’aggettivo sp ARGENTINO con Argentìno
(il poopolo) poiché si credeva che quelle terre fossero ricche di argento;
eppoi i composti Argentìfero, Filargirìa “avido di denari” (col gr PHILOS
amico). Argentòne o Argentàna, invece, è fig il snm di Alpacca.
In etiopico BIRR vale argento, cui la loro unità monetaria.
Il termine prefissato Anàrgiro (pref ANA) vale “senza argento” ovvero
“privo di compensi in danaro”, epiteto questo assegnato per accezione ai
santi medici Cosma, Damiano e Ciro.
Simile all’argento è l’elemento chimico Niòbio (simbolo Nb) dal lat
NIOBIUM in richiamo a Niobe, figlia di Tantalo, personaggi mitologici,
questo condannato ad un eterno supplizio per desideri inappagati, cui
Tantalizzàre attraverso l’ingl TO TANTALIZE eppoi l’elemento chimico
Tantàlio (simbolo Ta) dal lat TANTALUM fig dal mitico nome di Tantalo
condannato alla sete eterna cui il letterario Tantalìsmo “inappagamento”;
l’elemento chimico, infatti, non si scioglie in acido comune (non beve).
Eppoi Tàntalo “sorta di uccelllo” simile all’airone dal lat TANTALUS
airone.
L’ital conta ancora Argìlla (terra bianca) dal lat ARGILLA già gr ARGILOS
ARGILLOS cui Argillàceo, Argillòso, i composti Argilloschìsto o
Argilloscìsto col suff dal gr SKHISIS fenditura. Nel percorso, Argìria o
Argiròsi (pref medico OSI) o Argiriàsi (suff patologico IASI dal gr IASIS)
con Argirìsmo e Argirìte (suff scientifico ITE). Ancora, il fig Arguìre dal lat
ARGUERE dimostrare chiaramente con Argùto, Argutèzza, Argùzia,
Redarguìre (questo col pref RED di movimento inverso) e Argomènto da
ARGUMENTUM dimostrazione con Argomentàre e Argomentaziòne,
Arginìna dal gr ARGINOEIS col suff chimico INA, Argiòpe (sorta di ragno)
col suff OPE dal gr OPS OPOS vista, sguardo nel senso di “aspetto” cui
Argiòpidi (la Famiglia), eppoi il pref ARGIRO cui Argironèta (col gr
NETES filatore); pseudoetim Argìvo relativo all’ant città gr di Argo
nell’Argolide cui Argòlico relativo alla regione.
Il ted conta KOBALT che vale bianco argento, un elemento chimico, cui
l’omologismo Cobàlto (simbolo Co) con la tristemente nota Cobaltoterapìa.
Lo sp conta PLATA argento, cui l’omologismo Plàtino (simbolo Pt) ed il
percorso Platinàggio o Platinatùra, Platinàre con Platinàto, Platinìte (lega di
ferro e nichel), il composto Platinìfero.
Di tradizione med preromana, una parete fatta d’argilla (e fango) o “terreno
roccioso” sono chiamati in lat BARRA, dal quale Bàrra, Barràre, Barrièra, e
469
il prefissato Sbàrra cui Sbarràre (chiudere con barra), Sbarramènto o Sbàrro,
Sbarràto, Sbarratùra e il ginnasta Sbarrìsta; in estensione Barràggia o
Baràggia “terreno incolto” snm di Gerbido e Magredo.
Dal lat IMBARRICO sbarrare, lo sp conta EMBARGAR cui ill termine glb
Embargo “impedimento” per accezione lo strategico “blocco commerciale e
di forniture”.Il termine Bar, locale pubblico, deriva dall’ingl BAR sbarra,
cui gli omologismi Barman (con MAN uomo) e Barmaid (con MAID
ragazza). BARRA è snm di Dìga omologismo da rad indoeur DIJK
attraverso il franc DIGUE, già ol DIJA, cui anche Dìcco attraverso l’ingl
DIKE.
Il percorso prosegue con Barìle “relativo all’argilla” in origine “vaso
d'argilla” con suff aggettivante ILE, cui Barigliòne attraverso il franc
BARILLON da BARIL, Barilàio o Barilàro, Barilàme (suff collettivo
AME), i dim Barilètta, Barilètto e Barilòtto o Barilòzzo o i rispettivi desueti
Barlètta, Barlètto e Barlòtto, eppoi Barricàre “allineare i barili” poi
attestatosi nel significato corrente di “allineare qualsiasi cosa” come barriera
difensiva in un contesto da combattimento, con Barricàta, Barricamènto,
Barricàto e Barricadièro o Barricadiàro attraverso il franc BARRICADIER
rivoluzionario, eppoi il glb franc Barrique “barile (botte) di rovere” cui la
locuzione enologica Vino barricato; Barile ha assunto variegate attestazioni
quali “contenitore d’esplosivi da lancio” (antesignano di bomba), ant moneta
fiorentina snm di Gabellòtto, ant misura di capacità oggi sopravvissuta
relatva al petrolio (1, 5898 hl). Barìle è ancora la vela quadra (nautica) , la
più bassa tra due previste, omologismo dal franc BAS RIS, snm di Terzarolo
o Gabbia. Ancora, Bàrca o Bàrco dal lat BARGA mucchio-costruzionecumulo (omn-snm di Barca-Barco natanti) con Barcòne “cumulo di covoni”
(omn-snm di Barcone “grosso galleggiante”), l’omologismo Barcàna dal
russo BARCHAN duna mobile a confernare la connessiuone indoeur di
“cumulo”, eppoi il prefissato Abbarcàre “ammucchiare” omn di Abbarcare
“incurvare ”.
Barchèssa (tettoia) è vrs in connessione col tema rad BARKA cui Baracca e
l’omn Barca “natante” (Ved Pelago…), Barcàccia, invece, accomuna i due
significati in “palco di proscenio” e “sorta di natante”.
\ Radicale LEU
La più ant rad LEU sta per fango, cui il lat LUTUM ed il percorso ital Lòto
o Lùto, con Lutàre, Lutatùra, Lutaziòne, l’aggettivo Lùteo fig “di color
giallo” cui i chimici Luteìna snm di Progesterone, Luteìnico, Lutèola snm di
Guaderella con Luteolìna, un obsoleto composto Lutifìgolo (con Figolo,
questo una più unica che rara variante di Figulo ”vasaio”), Lutulènto o
Lutolènto o ancora Lotolènto (relativo al fango), il composto Lutoterapìa; la
sua estensione fig ha condotto a purificare-lavare cui Lutère o Lutèro
“bacino”. In alcune contrade mer permane nel volg il termine al fem Lota
per indicare il fango. Ancora, un fem Lùstra “tana” cosi svoltosi fig da
LUSTRUM “luogo fangoso” questo estesosi da LUTUM sovrapposto a
Lustro “lucido” per i riflessi luminosi dell’acqua, cui Lustròfora o
Lustròforo “sorta d’anfora” per versare l’acqua (con Foro “orifizio” di tema
lat FORARE). Termine alieno Luteràno con Luteranèsimo e Luteranèsimo,
470
derivato da M. Lutero (1483/1545) lo storico riformatore.
Snm o vicini di Loto, sono convenuti Brago, Fango, Melma, Mota, Palta,
Palude, Poltiglia e Limo.
Bràgo, già Bràco, è dal lat BRACUM palude da BRAKO d’origine celt, cui
Bràca-Bràga “rete o staffa” e Bracòzzo-Bragòzzo (suff alterativo OZZO),
termine, quest’ultimo, esteso da rete a barca da pesca, entrambi d’etimo
considerato ignoto, anche se la connessione con BRACUM di Braco-Brago
dovrebbe essere implicita; in percorso troviamo Bracòtto “pezzo di cavo”,
Imbràca (snm di Soccodagnolo) e Imbracàre, Imbracàta, Imbracatòre e
Imbracatùra. In estensione, l’omologismo Bràca o Bràga che vale “sorta di
calzone” cui i fig Bracalòne con la locuzione A bracaloni e Bracàre
“curiosare”; eppoi Bracàto, Brachèssa, i dim Bragòtto e Bracètta o Braghètta
con Brachettatrice, l’accr Bracòne, il sardo Ràgas variante di Bragas braghe
e i prefissati, fig o meno, l’omologismo Debraiàre con Debraiàta
“sbracamento” dal franc DEBRAYER (DE sottrattivo) cui la locuzione fig
Doppia debraiata “scalare la marcia a doppietta”, Imbrachettàre o
Imbraghettàre con Imbrachettatùra o Imbraghettatùra, Imbràgo (IN illativo),
Sbragàre o Sbracàre con Sbracamènto, Sbracàto o Sbragàto e Sbracatùra, la
variante Sbracalàto (S privativo). Il Brachètto, vino piemontese, è d’etim
non accertato ma è vrs che, in origine, per la sua consistenza e colore si
siano ispirati a Brago dal lat BRACUM nel senso di belletta.
Fàngo dal got FANIGS melmoso da FANI melma, cui la variante Fànga,
Fangàia, Fangatùra, Fanghìccio, Fanghìglia, Fanghìno “operatore nelle
terme”, Fangòso con Fangosità, il composto Fangoterapìa con
Fangoteràpico. Dal tema med BRATTA fango, è pervenuto Imbrattàre cui
Imbrattamènto, Imbrattarèllo snm di Frode o Inganno, Imbrattatòre,
Imbrattatùra, Imbràtto, le ironiche composizioni Imbrattafògli, questo snm di
Imbrattacàrte, Imbrattatèle, Imbrattamùri, Imbrattascène.
Mèlma dal long MELM sabbia - con una dissimilazione in Vèlma - cui
Melmòso e Melmosità col prefissato Immelmàrsi (IN illativo). Silea, il
grazioso paesino trevigiano sulle rive del Sile (idronimo questo vrs dal lat
SILENS silente), aveva nome Melma, appunto per la sua nascita in pianura e
su terreno sabbioso e o fangoso; ancora oggi l’ant toponimo è ricordato
tramite l’idronimo Melma dell’affluente che lo attraversa.
Esiste il lemma Mellètta con valore di “fango”, una sovrapposizione fig di
Miele con Melma cui il prefissato Immellettàre “imbrattare di melletta” con
il riflessivo Immellettàrsi (IN illativo) che sta per “infangarsi vistosamente”.
Mòta è dal lat MALTHA impasto (di pece e cera) inv dal gr, dopo aver
attraversato il sett Mauta, attestatosi in snm di Fango cui Motòso, Motrìglia
e Motrìglio in sovrapposizione a Fanghiglia, e vrs in connessione fig
Motacìllidi questo Famiglia di uccelli, poiché vivono prevalentemente a
terra dal lat MOTACILLA, e Motellìna “sorta d’erba montana perenne”. Il
gr-lat MALTHA s’è poi esplicitamente semant in Màlta, attestatosi in
“impasto di calce e cemento” per l’edilizia, cui Ammaltàre. Mota, insomma,
è il prodotto della variazione labiale della serie ALT in AU, successivamente
toscanizzata in OT, quindi Malta-Mouta-Mota. Il termine Màlta non avrebbe
derivati, infatti, il percorso Maltàggio, Maltàsi, Malterìa, Maltìna, Maltòsio è
471
da Màlto “prodotto di cereale”, dall’ingl MALT. Maltatòre, poi, vale nome
d’agente sia da Malta sia da Malto.
Pàlta dal tema med prelatino PANTA-PALTA fango, cui Pantàno e
Pantanòso; vrs in connessione indoeur con Bàlta “pianura-palude” di
attestazione rumena, che ritroviamo in Bàltico (regione e lingua
comprendente il lituano ed il lettone), cui la composizione etnica Baltoslàvo
e il limnonimo Mar Baltico.
Palùde o Padùle in metatesi, addirittura, dal remoto sct PALVALAM, cui
Paludèsco, Paludìcolo (botanica), Paludòso, Palùstre, Poltìglia, dal franc
POLTILLE a sua volta dal lat PULS polta. In complanare si ha quindi
Padulèsco e Padulòso.
Il gr conta lo specifico ATHERA poltìglia cui Ateròma (suff patologico
OMA) “placca da aterosclerosi o cisti” ( snm di Natta) cui Ateromasìa con
Ateromàsico o Ateroscleròsi (col gr SKLEROS duro) e Aterosclèrosi
(accento alla greca) con Ateroscleròtico.
Infine, da un’ant rad SLEI-MO il gr conta LIMNE acqua stagnante, cui
Limnèa, Limnètico, Limnìte, il composto Limnofobìa “paura dei laghi”, il
“limnonimo” Laghi Alimini nel Salento, i pref LIMNI o LIMNO per termini
composti quali Limnimetrìa, Limnòbio (col gr BIOS vita), Limnòfilo,
Limnologìa, Limnometrìa, Limnònimo (su calco di Idronimo, nello specifico
relativo al nome di mari e laghi ), Limnoplancton, eppoi Lèmna inv dal gr
LEMNA “sorta di pianta palustre” cui Lemnàcee (la Famiglia), in
connessione fig col gr LEMNISKOS “dell’isola di Lemno” cui il lat
LEMNISCUS fascia-nastro adottato in anatomia come “via nervosa
sensoriale” e l’ital Lemnìsco con Lemniscàto e Lemniscàta questo “segno
matematico dell’infinito ∞”
Dalla rad, oltre a Lìmo, questo un dono della provvidenza per i nilotici, l’ital
conta Limàccia nel senso fig di Lumaca dal lat LIMAX, Limàccio “fango”
con Limacciòso, Limàn attraverso il turco LIMAN già gr LIMEN “aspetto
lagunare”, Limìcola “uccello palustre” con Limìcolo “relativo alla fauna in
genere che vive in zone paludose”, il composto Limìvoro, Limosità, Limòso
e Limonìte (attraverso il franc LIMON melma e suff ITE) cui
Limonitizzaziòne; eppoi Lumàca (viene dal limo) dal gr LEIMAKS
LEIMAKOS cui Lumachèlla, Lumacòne e Lumacòso, eppoi Limàcidi,
Limacìna, Limacografìa, Limacologìa, Allumacàre, eppoi il volg romano
dim Sciumachella sovrapposto alla proprietà della lumaca d’emettere
schiuma, resa famosa da una nota canzone romanesca. Lumaca in voce volg
è snm di Chiocciola.
Il termine Limòne sembrerebbe fuori percorso, dall’ar (persiano) LAYMUN,
cui Limonàia, Limonàio, Limonàta, Limonàto, i dim Limoncèllo, Limonèlla,
Lumìa “sorta d’arbusto” i composti Limonìcolo, Limocoltòre con
Limocoltùra e Limocultòre con Limocultùra, il volg Limonare fig dal
lombardo “spremere con le mani il limone”, ma proviamo a pensare ad una
spremuta di limone, appunto di consistenza limacciosa, oppure alla bontà
della pianta grazie alle sostanze del limo.
Sempre dall’ar LYMUN, e attraverso lo sp LIMA, l’ital conta Limètta (omn
472
del dim dell’attrezzo Lima) che indica una sorta di albero delle Rutacee da
cui si estrae il Lime (pron laim) esot dall’ingl LIME (componente nella
ricetta della Coca cola).
Fuori percorso Limière “segugio” omologismo attraverso il franc LIMIERE
già LIEMIER da LIEM con variante LIEN laccio-legame.
Attraverso l’ingl si conta il glb Lemongrass “sorta d’erba delle graminacee”
composto con LEMON limone e GRASS erba, in connessione con il snm
GREEN che dal valore di “verde (colore)” s’è svolto fig in Erba, cui Green
“prato (del Golf)” con Greenkeeper “l’operaio per la sua manutenzione” con
KEEPER custode, eppoi Evergreen “attuale, intramontabile” con EVER
sempre, snm dell’ital più poetico Semprevèrde questo da preferire, Green
Gym “ginnastica verde” usando cioè zappa e rastrello, insomma
Giardinaggio.
Connesso con l’ingl GREEN verde l’ital conta l’omologismo Grindèlia sorta
di pianta delle Composite (o Asteracee).
Il gr conta lo specifico CITRON limone cui Citronèlla attraverso il franc
CITRONNELLE.
Dal corrispondente franc LIMON melma, l’ital conta Limonìte “terra
alluvionale” e, tanto per confermare la comune eredità indoeur, in russo
LIMAN sta per laguna. Da LIMOGES, in Francia, vrs un’ant ragione
limosa, deriva l’aggettivo Limosìno cui Limosìna (relativo a razza
animale), Limosìno “sorta di mantello” e il glb Limousine “tipo d’auto”.
Esistono, ancora, lemmi quali Lìmine e Liminòide con Liminàle e Liminàre
(adottato in fisiologia e fisica), dal lat LIMEN LIMINIS soglia attestatisi nel
linguaggio dei devoti, Lìmite dal lat LIMES linea di confine naturale con
Limitàre (anche sostantivo) cui Limitàbile, Limitamènto, Limitànte,
Limitatamènte, Limitatèzza, Limitatìvo, Limitàto, Limitatòre, Limitaziòne
con Limitazionàle, lo straordinario composto Limìtrofo (col gr TREPHEIN
nutrire) che sta sinteticamente per “terra di confine, adiacente alle
guarnigioni, dove queste si procuravano il cibo (magari con le razzie)”, i
prefissati Eliminàre con Eliminatòria e Eliminaziòne (pref EX vale “fuori
della soglia”); da sottolineare il verbo Eliminare, il quale, dal valore
originale di “mettere fuori di casa” ovvero “dal suo mondo famigliare”, s’è
attestato nel significato corrente di “togliere di mezzo”, anche del senso di
“togliere dal mondo” ovvero “ammazzare”, a seguito di passaggi metaf. Il
percorso prefissato riprende con Illimitàbile e Illimitabilità Illimitàto con
Illimitatamènte e Illimitatèzza (IN negativo), Preliminàre “davanti alla
soglia” (pref lat PRAE). Dal lat LIMEN soglia (limite), l’ital conta ancora
Sublìme da SUBLIMIS col pref SUB “dal basso in alto” nel senso “che
s’eleva sino al limite più alto” cui il denm Sublimàre con Sublimàbile,
Sublimàto, Sublimità, Sublimaziòne, eppoi Subliminàle o Subliminàre
attraverso l’ingl SUBLIMINAL.
Curiosità linguistica, il termine Lìma, dal lat LIMAM, da tema med LIMA
cosa ruvida, lo strumento atto a levigare, cui Limànda (fig un pesce
sogliola), Limàre, Limatòre, Limatrìce, Limatùra, Limìo, i composti Limòla
(con Mola) cui Limolatrìce e Limògrafo, ha un corrispondente idronimo nel
fiume toscano Lima, che per le sue acque vivaci, è un ottimo sistema
473
naturale per appianare il terreno, rendendolo Limoso, sovrapposto quindi al
rad di Limo. Per il lemma Limàntria, un tipo di farfalla nociva, dal gr
LYMANTER dannoso, cui Limàntridi Famiglia d’insetti Lepidotteri, si
potrebbe pensare ad una connessione fig associando l’azione del limare al
danno.
La rad LEU aveva portato al lat LUERE scorrere e poi ELUERE lavare cui
il lat LAVARE, durativo di LAVERE, inv in ital Lavàre con Lavàbile,
Lavàggio attraverso il franc LAVAGE cui Lavaggiatòre, Lavaggìno e
Lavaggìsta, il fig Lavarèllo sia termine navale sia “sorta di pesce attraverso
il franc LAVARET cui il snm Lavarèto, Lavàta, Lavatìvo transitato dal franc
LAVATIF sia metaf “scansafatiche”“ sia “clistere” o termine medico,
Lavàto, Lavatòio, Lavatòre, Lavatrìce il cui modello storico fu brevettato
nel 1846, seguito dal modello “a cestello” di J. King e “a rotativa” di J.
Smith; la Lavatrice elettrica fu costruita nel 1908 da A. A. Fisher.
Il percorso prosegue con Lavatùra, Lavèllo da LABELLUM catino, Laverìa,
il pref LAVA per composti quali Lavaàuto, Lavabiancherìa, Lavabicchièri,
Lavabottìglie, il fig Lavacàpo. Lavacassonètti, il fig Lavacèci snm di
Stupido, Lavacristàllo, Lavadìta, Lavafàri o Lavafàri o ancora Lavatergifàri
o Lavatergifàro con Lavatergilunòtto, Lavamàcchine, Lavamàni o
Lavamàno, Lavamoquette, Lavapavimènti, Lavapiàtti, Lavapièdi, Labascàle,
Lavasciùga con Lavasciugatrìce, Lavascodèlle, Lavasècco, Lavastovìglie,
(presentata ufficialmente al pubblico il 1883), Lavatèsta, Lavavètri. Eppoi, il
percorso conta Lavàbo questo direttamente dal futuro lat LAVABO laverò,
Lavàcro dal nome di strumento LAVACRUM con un volg Lavàcchio,
Loziòne questo da LOTUS una forma rustica del Pp di LAVARE, i
prefissati Dilavàre con Dilavàto (pref DE durativo) e l’iterativo Rilavàre con
Rilavatùra. La forma urbana, invece, LAUTUS ha condotto all’ital Làuto
con Lautamènte ed Lautèzza. Lomènto è dal lat LOMENTUM “sorta di
sapone”; l’omn Lomènto in botanica vale “sorta di frutto secco”. Dal
gerundivo neutro lat LAVANDA, l’ital conta ancora Lavànda, Lavandàia,
Lavandàio e Lavandìno; Lavànda è l’omn suffrutice, col quale si profuma
l’acqua per l’igiene personale, questo snm di Nàrdo dal lat NARDUS già gr
NARDOS o NARDON di genesi orientale, donde fig Lavendulàna o
Lavendulanìte (dal XX sec) “sorta di minerale” attraverso il ted
LAVENDEL; Lavanda è ancora indicata fig con la locuzione Oro blu.
L’ital conta ancora il percorso fedele alla rad LEU con Eluìre con Eluènte,
Eluìto (suff chimico ITO) cui Eluàto (suff chimico ATO), Eluiziòne o
Eluziòne, Elùvio da ELUVIES scolo per accezione “di acque sporche” con
Eluviàle ed Eluviaziòne, Polluziòne (fig Eiaculazione) dal prefissato PER
LUERE scorrere attraverso; la stessa rad, correlata alla purificazione,
avrebbe condotto al prefissato Abluziòne da ABLUTIO di AB LUERE cui il
patologico Ablutofobìa e ancora Biùta con Biutàre “Impiastro con
Impiastrare” dal Pp ABLUTAM.
Attraverso il persiano ABDAST (AB acqua e DAST mano) l’itral conta
l’omologismo Abdèstio “abluzione rituale prima della preghiera canonica”
Con la rad LEU, esiste vrs una connessione del gr HELODES paludoso, cui
Elòdea o Elòdia (sorta di pianta fluviale).
474
L’ingl conta l’onomatopeico TO WASH lavare cui il glb jazzistico
Washboard fig dall’originale significato di “tavola per lavare”, il
meteorologico Washout “lavare via (dagli inquinanti)”.
Riprendendo il percorso, con i prefissi, si ha Alluviòne con Alluvionàle,
Alluvionàre, Alluvionamènto e Alluvionàto, Dilùvio con Diluviàle,
Diluviàre, Diluviàno cui il prefissato Antidiluviàno relativo ai tempi
precedenti al Diluvio universale, Diluviatòre o Diluviòne, Diluviòso,
Diluvium “parte dell’Era neozoica” snm di Pleistocène, Illùvie “illuvione”
ma anche fig “sudiciume”, Illùvio con Illuviàle, Illuviàre, Illuviòne, eppoi
Delùbro, dal lat DELUBRUM - questo nome di strumento da DE LUERE che vale per accezione semant “l’acqua purificatrice che scorre di fronte al
tempio”.
\ 7mila anni fa ci fu un immane diluvio in Palestina (Galilea), una sorta di “tsunami”
(onda gigantesca) il cui ricordo nella memoria collettiva pare abbia offuscato quello
dell’ipotetico diluvio universale, unificandone l’evento.\
Latrìna, dal lat immutato, è la forma contratta di LA(VA)TRINA dove ci si
lava. Il verbo Sciògliere, cui Scioglièvole con Scioglievolèzza,
Scioglimènto, Scioglitòre, Sciòlto-Sciòlta, il prefissato Prosciògliere o
Prosciòrre con Proscioglimènto e un obsoleto snm Prosciogligiòne, dal lat
PERSOLVERE sciogliere del tutto col pref intensivo PER che in ital si è
mutato in PRO, il composto Scioglilìngua, il fig Scioltèzza, nasce dal lat EX
SOLVERE, il cui pref si adatta foneticamente in SCI; SOLVERE, poi, è
ancora il composto SO LAVERE separare bagnando, cui, fig e non,
Sòlvere, Solùbile, Solutìvo, il Pp Solùto da SOLUTUS sciolto, Solutòre,
Soluziòne, Solvènte; con i pref, l’ital conta un Asciòlvere sia verbo che
sostantivo dalla locuzione lat ABSOLVERE IEIUNIA sciogliere il digiuno
(fare colazione), eppoi con varie attestazioni, semant e fig, Assòlvere (AB
SOLVERE) con Assòlto, Assolutòre, Assolutòrio, Assoluziòne, Assolvènza
e Assolvimènto, Assolùto (Pp AB SOLUTUS) con Assolutamènte,
Assolutèzza, Assolutìsmo, Assolutìsta, Assolutìstico, Assolutìvo,
Assolutizzàre e Assolutizzaziòne, Dissòlvere (DIS SOLVERE) con
Dissolvènte, Dissolvènza, Dissolvimènto, Dissolvitòre e Dissolùbile con
Dissolubilità,
il Pp Dissolùto (DIS SOLUTUS) con Dissolutèzza,
Dissolutìvo, Dissolutòre, Dissoluziòne, Dissoluzionìsmo e il doppio
prefissato Indissolùbile (pref IN negativo) con Indissolubilità; dal gr
ALYTOS “indissolubile”, l’ital conta Alite-àlite “sorta di anfibio” detto
anche “rospo ostetrico”.
Il percorso continua con Insolùbile con Insolubilità, Insolubilizzàre, il Pp
Insolùto, Insolvènte con Insolvènza, Insolvìbile con Insolvibilità, infine
Risòlvere (RE SOLVERE) con i Pp Risòlto e Risolùto questo “disciolto”,
Risolvènte, Risolvìbile, Risolvibilità e Risolvimènto e il doppio prefissato
Irrisolvìbilità Irrisolùbile (doppio pref IN illativo) con Irresolubilità,
l’aggettivo Irresolùto con Irresolutèzza e Irresoluziòne.
Il lemma Soluzione vale “interruzione” esclusivamente in locuzione quali
Soluzione di continuità (interruzione di tempo o di spazo), Senza soluzione
di continuità (privo di interruzione), Soluzione di continuo (in medicina,
ferita o incisione).
475
Associato all’azione del Lavare, si ha il termine Sapòne, con Insaponàre, dal
lat SAPO ad indicare una sostanza (sego e cenere) che i Galli usavano per
tingersi i capelli di rosso, cui Sapìndo, questo ellissi di SAPO INDICUS
sapone indiano altrimenti detto Albero del sapone con Sapindàcee (Famiglia
botanica delle Dicotiledoni), Saponàceo, Saponàia o Saponària, Saponàio o
Saponàro (anche nella cognomastica), Saponàta, Saponerìa, il dim Saponètta
o il lenito Savonètta calcando il franc SAVONETTE, termine questo fig
utilizzato nell’ottocento per indicare l’orologio da taschino. Il percorso
prosegue con Saponièra, Saponière, Saponièro, Saponìna, Saponìte,
Saponòso ed il composto Saponificàre con Saponificàbile, Saponificatòre e
Saponificaziòne, Saponifìcio, Saponìna “glicoside”, col suff chimico INA,
estratto dall’Albero del sapone, Saponòso. Attraverso l’ingl SOAP sapone è
nata la locuzione glb Soap opera ispirata al fatto che tali programmi radio e
televisivi erano inizialmente sponsorizzati dai produttori di sapone.
\ Palla Paludamento
Decisamente fuori percorso nel tema di Palude, anche se straordinariamente
paraomonimi, ove cioè si configuri la Palude quale “manto della natura”,
sono Paludamènto, Paludàto, derivati da Pàlla, dal lat PALLA inv dal tema
med PALLA sopravveste, da Pallade epiteto della dea gr Atena omologata
nella lat Minerva 1, già etrusco Menrva, cui il sostantivo e aggettivo Pallàdio
con l’elemento chimico Pallàdio (simbolo Pd) e il relativo Pallàdico, Pàllio
“mantello”, adottato nella liturgia cristiana per pontefici e arcivescovi
metropoliti, e Paliòtto “paramento cristiano”, l’omn-snm Pàllio quale
“ripiegatura cutanea dei molluschi” e “parete dorsale di vertebrati; eppoi
Palliàta (l’indossare il Pallio) e Palliàto (vestito col Pallio) dal lat PALLIUM
e il suo dim PALLIOLUM cui ancora Pàlla, questo il lino bianco per coprire
il calice sull’altare, d’incerta connessione con l’ar FERYUL mantello, con le
varianti Pàlio “drappo” (noto quello di Siena) cui Paliènse con Palièsco,. Nel
senso fig di “coprire per dissimulare” è stato coniato il termine Palliàre con
Palliamènto, Palliatìvo e l’omn-snm Palliàto. Questo termine Palla
(sopravveste o lino sacro) dal lat PALLA è solamente l’omn di Palla (da
gioco) dal long PALLA. I romani usavano un asorta di mantello indicato con
ABOLLA, cui l’ital Abòlla, vrs in connessione con il lat BULLA del
percorso indoeur BALL-BALLA-BALLE. Il termine Pallàdiàno, invece, è
relativo all’architetto Andrea di Pietro della Gondola detto il Palladio
(1508/1580); merito delle sue opere che la città di Vicenza appartiene al
Patrimonio dell’umanità.
Da Minerva, fig l’ital conta Minèrva quale struttura ortopedica per il capo, che
ricorda la parte superiore della statua dedicata alla dea dallo scultore Fidia, e un
Minèrva quale marchio registrato per sorta di fiammiferi.
1
\ Arancia Cicoria e frutti esotici
Associato al Limone si cita spesso un secondo agrume, Arància, questo
omologismo dal persiano NARANG già dal sct, cui l’albero Aràncio, il fig
dim Arancìno e il colore Aràncione con l’aferetico Ranciàto che starebbe per
Aranciàto eppoi Aranciàta con l’aferetico Ranciàta; più esplicita rispetto
all’origine etim è la variante sett Narància con Naràncio. Pare che in origine
l’etim indicasse quale “frutto gradito dagli elefanti”.
476
Nel volg mer, Portogallo sta per Arancia, dal paese di primitiva
importazione, così come è avvenuto per Catalògna, specie di cicoria, il cui
termine si riferisce all’omonima regione spagnola di provenienza; Cicòria,
cui Cicoriàceo, la selvatica Cicorèlla meglio Cocorèlle, è dal lat CICHORIA
già gr KIKHORION, vrs connesso etim alla sovrapposizione gr di KIKKOS
piccola con KOKKINOS rosso scarlatto, poiché la mediterranea “cicorietta
di campagna” tende al colore rosso.
\ Il superstizioso considera la Cicoria portafortuna d’amore. \
In ar Cicoria è TARAHSAQUIN cui l’omologismo lat TARAXACUM
svoltosi nell’ital Taràssaco, Genere di piante delle Composite che include il
Dente di leone.
Il Portogallo, con i suoi scambi commerciali, aveva fatto conoscere alla
nostra penisola, tramite la dinastia ispano-aragonese e borbonica, alcuni
prodotti esotici. Ananas-ànanas o Ananàs con i cattivi omologismi Ananàsse
con Ananàsso, è dal ptg ANANAZ - sp ANANA - già guarinì (brasiliano).
Fig il Pesce Ananas è così indicato per le sue scaglie, altrimenti detto Pesce
fanale per la propria luminescenza. Stato degli ananas è così indicato lo
stato americano dell’Illinois
Avocàdo è dal ptg ABACADO, già messicano AGUACATE e dall’azteco
AHUACATI (da voce originale nahuati).
Banàna è inv dal ptg BANANA, che l’avrebbero importata dalla Guinea, ma
pare che l’origine etimologioca sia dall’ar BANAN “dito” (figurato), cui
Bananèto, Bananièra, Bananièro, Banàno – Pianta delle Musacee, quindi non
è un albero - Bananicoltòre, Bananicoltùra la locuzione glb ingl Banana split
con SPLIT spezzato-scisso donde l’esot Splitting e l’omologismo Splittàre.
Al tempo in cui non era ancora diffusa in Europa, la banana era indicata con
la locuzione “Il frutto che profuma di rosa”. In un passato malizioso la
banana era indicata come La mela di Adamo.
Tale frutto prodotto in Sicilia è indicata con (Banana) comune di Sicilia.
Altro frutto esotico, ma non d’importazione iberica, la cui grande
produzione ital lo ha ormai reso frutto mediterraneo, è il Kiwi o Kivi,
omologismo inv dall’ingl, già dal maori, il cui popolo l’aveva fig coniato da
un onomatopeico ad emulazione dell’omn uccello della Nuova Zelanda.
ALLUME
Allùme, dal lat ALUMEN sostanza chimica naturale, termine
presumibilmente composto di pref AD allativo e LUMEN. Il suo
derivato, infatti, Allumàre, può procurare equivoci perché è
traducibile sia come “illuminare” sia “conciare con l’allume”; infatti,
Allùda(e) “acconciatura di pelli con allume”, omn di tempi verbali di
Allùdere, è dal prvz ALUDA già lat ALUTA.
Derivati: Alunìte transitato dal franc ALUNITE da ALUN allume,
Allumatùra (snm di Allùda), Allumièra (la miniera), Allùmina
(ossido).
Pseudoetim, l’esot dal franc Allumeuse “accenditrice”, la femmina
che eccita senza concedersi, fig relativo a Lume, e Allumacàre con
Allumacatùra (pref AD) relativo a Lumaca.
477
\ L’Allume, alla base dell’economia rinascimentale, provocò una guerra, come oggi il
petrolio. Utilizzato in medicina, ma in più vasto consumo per la conciatura delle pelli,
lo s’importava dall’Inghilterra, dalle Fiandre e dalla Castiglia, benché, in quantità
elevata, era importato dall’Asia con monopolio genovese. L’irruenza musulmana ne
ostacolò irrimediabilmente il traffico, quando, “per miracolo”, se ne scoprirono
giacimenti tra i monti della Tolfa, nello stato pontificio. La Chiesa avvertì
immediatamente il dovere cristiano di vietare l’importazione di allume dai paesi
infedeli. Firenze, governata da commerciati per accezione, quali erano i Medici, non si
lasciò sfuggire l’affare e s'inserì tra più grandi azionisti (1466). Non bastò ai Medici, i
quali tentarono di accaparrarsi finanche il secondo giacimento scoperto a Volterra, la
quale non ci volle stare alle loro arroganze e preferì scendere in campo di
combattimento. Il sedicente poeta Lorenzo il Magnifico, il cui desiderio di potere
economico era superiore ad ogni altro, tramite il tranello del “paternalismo” riuscì ad
entrare in Volterra, ma non fu in grado di frenare gli eccessi della truppaglia, i quali,
com’era nella logica di allora, si ripagarono così del servizio reso ai potenti. Un
metodo, che sebbene non appartenga più alle logiche militari, permane nell’inconscio
delle soldatesche, come narrano i tragici fatti del secondo conflitto mondiale e quelli
dei Balcani nell’ultimo anno del millennio, con proseguo meno eclatante nelle guerre
successive, ma non per questo esenti da episodi di feroce sadismo.\
ALLUMINIO
Allumìnio, dal lat scientifico ALUMINIUM, termine coniato in
richiamo ad ALUMEN, cui i derivati Alluminàre, Alluminierìa...
Semant, nel lessico familiare, il termine Allumìnio indica la batteria
da cucina, in elenco a ... acciaio, porcellana, cristallo (batteria,
servizio di).
\ Prefisso Suffisso PLES Suffisso AT
PLES vale pieno, ricco, cui Manìpolo “una manciata di…” dal lat
MANIPULS (con MANUS mano) e la variante Mannòcchia o Mannòcchio;
Manìpolo è anche il trapano del dentista. Il percorso continua con Plètora
“pienezza” cui Pletòrico… il tema è dal gr PLERES pieno, che si ritrova nel
lat PLENUS pieno Pp di PLERE cui Plenàrio, Plenitùdine, l’inv Plenum dal
lat PLENUM, Pleròma, un Pèvera (omn di Pevera di Pepe) attraverso il sett
Pidria dal lat PLETRIA riempitrice sovrapposto a Bevere; i composti
Plenicòrni (tassonomia animale, snm di Caducicorni), Plenilùnio con
Plenilunàre, Plenipotenziàrio; ma anche connesso col rad PLE di Plèbe cui
Plebàglia, Plebèo, Plebiscìto. In connessione il lemma Plèiade dal gr-lat
PLEIAS cui il nome delle Pleiadi altrimenti detta Gallinelle, nella
costellazione del Toro, attraverso l’onomastico mitologico Pleia figlia di
Pleione. Il franc, in connessione indoeur conta PLEIN con valore di tuttopieno.
Con i diversi pref si ottengono entrambe le versioni in snm, tale da far
sorgere seri dubbi sulla correttezza del lemma: Adèmpiere e Adempìre (ADIN-PLERE), Còmpiere e Compìre o Complìre (COM-PLERE) con i Pp
Compìto e Compiùto con Compitèzza e Compiutèzza, eppoi Complemènto 1
da COMPLEMENTUM, adottato anche in matematica, cui Complementàre
dal lat COMPLEMENTUM con Complementarità e Complementaziòne, il
composto Compleànno attraverso lo sp CUMPLEANOS (corretta
accentazione cumpleaños) da CUMPLIR compiere e ANO anno (corretta
478
accentazione año).
\ La prima Festa di compleanno spetta storicamente alla Germania nel XIV sec; sulla
torta c’erano candeline di cera, una tradizione ormai glb.\
Il percorso prosegue con l’omn Complìre “rivolgere complimenti”
attraverso lo sp CUMPLIR con Complimènto e l’espressione affettiva plur
Complimenti, attraverso lo sp CUMPLIMIENTO cui ancora
Complimentàre, Complimentòso, Complimentosità, l geometrico
Replementàre (calco di Complementare), Replèto “ripieno” da REPLERE e
Repleziòne, Supplemènto o Supplimènto da SUPPLERE (SUB PLERE)
completare cui Supplementàre e Supplìre con Supplènte, Supplentàto e
Supplènza.
Con la mutazione del gruppo ple in pie, il percorso conta Pièna, questo
sostantivo che indica il volume d’acque di in fiume, superiore ai limiti
normali, eppoi Pièno, Pienàre, Pienèzza, Pienòne, il prefissato Empìre con
Empiere-èmpiere (volg IMPLIRE dal class IMPLERE con pref adattato IN
illativo), Rièmpiere e Riempìre (RI-IN-PLERE) con Riempìto.
Dall’ntensivo PLETARE di PLERE, col pref EX, l’ital ottiene Espletamènto
con Espletàre e Espletìvo (il presente indicativo è pertanto “io esplèto” e non
“io èspleto”); ancora, il composto Locupletàre, inv dal lat LOCUPLETARE,
da LOCUPLES ricco di LOCUS terra, termine giuridico, cui Locupletàto,
Locupletatòrio, Locupletaziòne “arricchimento”
Empio-èmpio, omn di Empio “chi è contrario alla sacralità”, sta
ironicamente per “mangiato a sazietà”, ma correttamente sta per il Pp di
Empire o Empiere (IMPLERE), corradicale di PLENUS.
Incrociando PLENUS con PRAEGNAS è sorto il lemma Prègno con
Pregànte cui Pregnànza, Pregnèzza, con i prefissati Impregnàre, cui
Impregnànte e Impregnàto, e Spregnàre (pref S sottrattivo); il lat
PRAEGNAS con genitivo PRAEGNATIS è composto dal pref PRAE prima
e da un suff AT fornito di… con lessema GNO che vale generato, pertanto
il termine Impregnàta sta per “fornita di un essere prima che sia nato”.
Da Complèto, lat COMPLETUS, della struttura di COM PLERE, si ha
Compièta dalla locuzione eccl COMPLETA HORA, Completàre con
Completamènto, Completìvo, Completèzza, un Complìre “compiere” e il
doppio prefissato Incomplèto con Incompletèzza.
Nella sintassi ital, i Complementi concorrono a determinare valore e rapporto nella
frase, suddivisi in Complememto diretto o Complemento oggetto che risponde alla
domanda Chi? Che cosa? esempio Il poeta declama i propri versi (che cosa? i propri
versi); Complementi indiretti che spaziano accompagnati dalle preposizioni e
rispondono a diverse domande, esempio Me ne vado a casa (dove? In che luogo? a
casa), Mi interesso di storia medievale (di quale argomento? di storia medievale) ed
essi assumono quindi le definizioni di Complemento di luogo, di argomento, di tempo,
di modo…
1
\ Luogo Allativo Elativo Illativo
In parallelo ai termini Illativo (verso il dentro del luogo) ed Allativo (in
avvicinamento ad un luogo), legati ad alcuni pref quali IN AD, esiste
Elatìvo che, ancora riferibile a pref, EX in questo caso, sta per “estrarre,
elevare da un luogo”, quindi vale “estrattivo”.
\ Mina Monte Montare
479
Mina è un lemma polisemico, cui l’omologismo Mìna dal franc MINE
svoltosi fig in cavità per l’esplosivo eppoi per il fenomeno linguistico della
metonimia, nello stesso esplosivo, già celt MEINA metallo naturale, cui il
denm Minàre con Minàto, il prefissato Sminàre con Sminamènto, Sminatòre
e Sminatùra, il composto Cercamìne snm della locuzione glb ingl Mine
detector, eppoi Minièra con la variante Minèra cui Mineràrio, Minatòre,
Mineràle (che appartiene alle cavità terrestri) cui Mineralìsta, Mineralizzàre,
Mineralizzatòre, Mineralizzaziòne, i composti Mineralogìa con
Mineralògico, Mineralogìsta e Mineràlogo, Mineralometrìa, Mineralurgìa
(col suff URGIA dal gr ERGON lavoro), la locuzione Acqua minerale, un
suff MINERO per composizioni quali Minerogènesi, Minerosìntesi. Dalla
locuzione franc MINE DE PIOMB minerale di piombo l’ital conta fig Mìna
“anima di grafite della matita”. L’unità di misura della viscosità dei minerali
è Engler, in onore dello studioso C. Engler (1842/1925).
\ Nella regione Kalahari, in Sud Africa, è stato scoperto nel 2013 un nuovo minerale
nanoporoso di rame denominato Diegogattaìte. Il nome è dedicato all’italiano
Giacomo Diego Gatta, giovane docente all’Università degli Studi di Milano
Il percorso prosegue con Minàccia, Minaccèvole, Minacciàre, Minacciatòre,
Minacciòso o Minàce, Minatòrio, dal lat MINACIAE (plurale), cui
l’aggettivo MINAX derivato dal verbo MINARI minacciare.
Vrs connesso fig con MINARI, il lat MINERE sporgere denm da MINAE,
questo inizialmente sporgenze che incombono, da rad MEN pietra, quindi
Mònte dal lat MONS MONTIS (grado più forte rispetto alla rad) cui il denm
Montàre “sovrastare” ma anche con valore di “accumulare (denaro)”, con i
prefissati Ammontàre, Sormontàre e Soprammontàre (pref SOR sopra) e i
derivati, semant e fig, Mònta, Montàgna con Montagnòlo, Montagnàrdo (chi
si sedeva sullo scanno più elevato-Rivoluzione francese) e la locuzione
sportiva glb ingl Mountain bike “bicicletta da montagna”, Montanàro e
Montàno con Montanèllo (sorta di uccello, altrimenti detto Peppola),
Montanèsco, Montanìsmo, Montanìsta e Montanìstico, l’indiretto Montàsio
(sorta di formaggio) dall’oronimo Monte Jof di Montasio nella Carnia,
Montàta, Montatòio, il fig Montàto “esaltato”, Montatùra (anche fig),
Monticàre con Monticaziòne (snm di Alpeggiare e Alpeggio), Montòne 1 dal
lat volg MULTONEM da MULTO d’origine celtica, sovrapposto al Montare
dell’accoppiamento, cui Montonàta, Montonàto (fig “roccia”) con
Montanatùra e Montonìno (aggettivo), Montuòso con Montuosità, Montùra
“cavalcatura” attraverso il franc MONTER e l’omn Montùra “livreauniforme” sempre attraverso il franc MONTURE messa in opera; i composti
Montacàrichi, Montacarrozzèlle, Montalbàno “vino” relativo all’omn
toponimo toscano, Montalettìghe, Montambànco o Montimbànco (snm di
Saltimbanco). Montascàle, Montavivànde, Montecitoriàno dall’oronimo
romano Montecitòrio già Monte Citorio (sede della Camera) utilizzato in
senso sfavorevole, Montecrèditi, Monteprèmi, la locuzione Monte di Pietà
questa fondata nel 1462, Montepulciàno “vino-vitigno” dall’omn toponimo
toscano con la variante Montepulciano d’Abruzzo, Montesànto “vino”
relativo all’omn toponimo marchigiano oggi Potenza Picena; eppoi
Pedemontàno “ai piedi del monte” con Pedemònte cui il toponimo regionale
480
Piemonte. Ridotto a semplice sporgenza come Mènto cui il relativo Mentàle
(snm di Mentale da Mente) con la locuzione Muscolo mentale, eppoi
Mentonièro e Mentonièra “parte del violino dove s’appoggia il mento
attraverso il franc MONTENNIER”, il volg fig Minchia “pene” e fig
Minchiòne con Minchinàggine, Minchinatùra, Minchinerìa e Sminchinàto.
Ancora, i prefissati e composti con MINERE sporgere quali ADMINICULUM sostegno cui Ammenìcolo, E-MINERE sovrastare cui
Eminènza (Sua Eminenza spetta al cardinale), Eminènte o l’aferetico
Minènte, la locuzione Eminenza grigia sorta ai tempi del cardinale
Richelieu, che dall’indicare il frate segretario, dal colore del saio, si è svolta
nel significato di Potere occulto; eppoi IN MINERE prossimo a rivelarsi (a
sporgere) cui Imminènte con Imminènza. PRO-MINERE più che sporgere
(accentuato) cui Prominènza con Prominènte e Promontòrio questo
composto da MONS monte e un raro suffisso sostantivante URIUM. Il
termine Mina, allora, che inizialmente vale “la cavità per l’esplosivo”, è
finito per identificare unicamente l’esplosivo, come dire “piatto” per il suo
contenuto; è il fenomeno linguistico della Metonimia-Sineddoche. Fuori
percorso, Minarèto, questo dal franc MINARET, dal turco MINARE
risalente all’ar MANARA faro.
Il lat MINARI minacciare appare connesso col gr MAINESTHAI infuriarsi
cui MAINADES baccante e l’ital Mènade, al plur Mènadi storicamente le
seguaci del dio Dioniso.
Da MINARI è derivato Menàre, sovrapposto a Mani, che da “spingere con
minacce-con forza” (usando le mani) è finito per semantizzarsi in
“picchiare” (con le mani) cui fig Mèna “manovra pericolosa”, i composti
Malmenàre, e il prefissato Dimenàre con Dimenamènto (DI dispersivo).
Dal percorso-tema MINARI minacciare - MINERE sporgere, il lat tardo ha
aggiunto MENARE spingere-condurre, cui gli omn Menàre e il devb Mèna
(per accezione, “il condurre il gregge”), eppoi Mèna cui la locuzione Mena
delle pecore snm di Transumanza, Menagiòne, Menàta, Menatòio,
Menatòre, i composti Menabrìda (utensile, con Brida), Menadìto unicamente
nella locuzione A menadito “menare il dito, gesto per indicare la
perfezione”, Menarròsto snm di Girarrosto e un fig Menatorròne attraverso il
milanese Menatoron che vale “impiccione”(che spinge per intromettersi), il
prefissato Tramenàre “ rovistare” con Tramenìo.
Vrs in percorso il lemma Menàide o Manàide con Menaidòzza “sorta di rete
per la pesca delle alici o sarde” snm di Sardàra e Sardellàra.
Attraverso il franc MENER spingere-condurre l’ital il prefissato Surmenage
da SURMENER sovraffaticare. conta Menage e
La sovrapposizione di MINARI minacciare-MENARE spingere ha prodotto
Menagràmo composto con GRAM affanno-sofferenza, snm di Iettatura, che
sta per “chi minaccia cose tristi”, termine però attraverso il volg lombardo
Menagram porta male.
Il lat conta gli omonimi MINA unità di peso cui Mìna - che equivale a
mezzo chilo - termine ridotto (aferesi) dal gr HEMINA (HEMI mezzo),
sopravvissuto in Liguria quale unità di misura di capacità (circa 116 lt) - e
MINA moneta, cui Mìna, dal gr MNA di rad semitico.
481
In Atene, la MINA valeva 100 Dracme e il Talento era pari a 60 Mine,
ovvero 6000 Dracme. Gli spiccioli della Dracma erano gli Oboli, la sesta
parte, ed esistevano monete da due oboli, il DIOBOLO, e da tre, il
TRIOBOLO. Ogni Obolo, ancora, erano frazionato in TRITEMORION (tre
quarti), TETARTEMORION (il quarto) e
EMITETARTEMORION
(l’ottavo). Mìna è anche una lingua parlata da una etnia del Togo in Africa
occidentale. Un volg Mìna è snm di Prostituta.
L’omn Montàre (meccanica) è dal franc MONTER i cui derivati appaiono
talvolta assimilati al Montare “sollevare”, quali Montàggio o Montamènto,
Montaggìsta, Montànte (anche termine pugilistico quale snm del glb
Uppercut), Montatòre, e Montùra sempre dal franc MONTAGE e
MONTURE, ma in vrs connessione fig con Montare “sovrastare”
dall’azione di “aggiungervi (sopra) un pezzo”, con i prefissati Dismontàre e
Smontàre che valgono “scendere” e l’iterativo Rimontàre.
1
In franc ROBIN vale volg Montone (semant BELIER), pertanto, in risvolto fig, si ha
l’omologismo Robinètto con Robinetterìa meglio Rubinètto e Rubinetterìa, attraverso
il franc RUBINET poiché i rubinetti storici erano a forma di testa di montone.
\ Radicale ME *MED MEN MON
Prefisso SESQUI
Memoria Ricordo Misura
Il rad MEN si è diramato lungo variegati percorsi semantici; oltre a quello
della sporgenza, esiste il percorso del pensiero, cui Mènte dal lat MENS
MENTIS con il verbo del lat class MENTIRI donde Mentìre e Menzògna
con Menzognèro dal lat volg MENTIONIA, il prefissato Demènte con
Dementàre, Demènza con Demenziàle e Demenzialità, il composto
Dementofobìa che definisce la paura di diventare folle.
\ Se la menzogna è considerata un meccanismo di difesa, gli avvocati difensori
sarebbero tutti menzogneri \
Inoltre, si ha Mentàle (snm di Mentale da Mento), Mentalìsmo e Mentalità;
pseudoetim il lemma Mèntore “consigliere e amico fidato” tratto da
Mentore, personaggio omerico “Odissea” ripreso da Fenelon F.de Salignac
de La Mothe (1651/1715) “Avventure di Telemaco” cui l’ingl glb Mentoring
“istruttore”.
Il gr conta NOOS “mente” cui Noologìa e Noòtropo.
Il percorso MEN prosegue con Menziòne “l’azione del ricordare” già gr
MNESTIS, Mònito dal lat MONITUS astratto di MONERE far ricordare
questo causativo di MEN, Monumènto dal lat MONUMENTUM ricordo
con Monumentàle e Monumentàre, eppoi i prefissati Amènza con Amenziàle
(pref A privativo), Ammonìre dal lat AD MONERE con Ammonimènto,
Ammonìto, Ammonitòrio, Ammoniziòne, Premonìre da PRAE MONERE
con Premonitòre, Premonitòrio, Premoniziòne (da non equivocare con
Premunizione); Monito è assimilato a Minatòrio del percorso MINARI
minacciare. Con i pref, l’ital conta ancora Amènte (dissennato) con
Amènzia e Amenziàle.
Fuori percorso Amènto con Amentàto dal lat AMEMTUM correggia e “
sorta d’infiorescenza”.
Commentàre o ant Comentàre, dal lat COMMENTARI riflettere che col pref
482
CUM vale agire con la mente cui, in complanare, Commentàrio o
Comentàrio, Commentàto, Commentatòre o Comentatòre, Commènto o
Comènto, i metaf Dimenticàre con Dimenticanza derivato dal lat
DEMENS che col pref DE vale fuori di mente privo di mente, metaf ...
di ricordi e Dimèntico dal lat DEMENTICUS, il denm Rammentàre (dal
XIII sec) da Mente col doppio pref RI-AD che vale a ripetizione,
Reminiscènza col pref RE di azione inversa e astratto di REMINISCI. Dal gr
MNESIS memoria sono pervenuti Mnemonica e Mnemònico, Menmonìsmo,
indirettamente Mnemòsine (sorta di farfalla) in onore di Mnemosyne la
madre delle Muse (padre il solito Zeus), eppoi il composto Menmotècnica,
Mnèsico o Mnèstico, Amnesìa dal gr inv AMNESIA perdita della memoria
composto con MNESIA e pref A privativo, e il parasnm Amnistìa composto
dal pref A privativo e da MNESTIS menzione, questo con un’attestazione
semantica dal sapore di dimenticare per perdonare; ancora, il termine
Ecmnesìa con Ecmenèstico è dal prefissato gr EK fuori e MNESIA con
valore di alterazione della memoria. Dal gr ANAMNESIS (pref ANA), che
vale ricordo, memoria, passato nel lat ANAMNESIM, oggi l’ital utlizza
Anàmnesi o Anamnèsi con Anamnèstico per indicare, ricordare, la storia
patologica di un individuo; Dismnesìa col pref DIS vale “deficit della
memoria”.
In associazione a MNESIS memoria, il gr conta NOESIS intelletto dal verbo
NOEO io penso cui l’aristotelico Noèma “concetto” cui Noemàtico, Noèsi
“conoscenza intellettiva” cui Noètico, questo equivocabile con l’omn
Noètico relativo al patriarca biblico Noè, infine Noachiàno questo indicante
un periodo del pianeta Marte compreso tra 4,6 e 3,8 miliardi di anni fa, e il
prefissato Disnoesìa che col pref DIS sta per “perdita dell’intelletto”.
Pseudoetim nel percorso AMNESIA, il termine Amnio-àmnio dal gr
AMNION vaso per raccogliere il sangue (delle vittime) in connessione con
HAIMA sangue, cui Amnios-àmnios (termine in anatomia) cui Amniòti
(sorta di vertebrati dotati di amnios, uccelli, rettili, mammiferi) e Anàmni
(sorta di vertebrati sprovvisti, pref A privativo, anfibi, pesci) Amniòtico, le
composizioni quali Amniocèntesi o Amniocentèsi (col gr KENTESIS
puntura), Amniografìa, Amniorèssi o Amniorrèssi, Amniorrèa (con il gr
RHEO scorro), Amnioscopìa con Amnioscòpio,
Amniomanzìa e
Amniomànte “divinazione attraverso l’amnio”, Amniòtico.
Il termine Sgomentàre, cui Sgomènto, è la composizione lat del pref EX
sottrattivo con COMMENTARI riflettere, questo con lenizione della c in g.
Dal rad MEN di MNESTIS azione del ricordare, nel suo grado forte MON,
è derivato il lat MONSTRUM (nome di strumento) attestatosi in segnoprodigio-indicazione, cui Mòstra, Mòstro e Mostruòso.
Il gr ha il suo termine specifico in TERAS TERATOS portento, mostro cui
Teratogènesi con Teratògeno, Teratologìa con Teratològico, Teratòma fig
“tumore” (suff medico OMA infiammazione), Teratomanzìa “divinazione
attraverso la malformazione dei bambini” cui Teratomànte e Teratomàntico;
vrs in remota connesione con THERION animale selvatico-belva cui il
corrente Triàca con le varianti obsolete Teriàca, Otriàca, Tiriàca e Utriàca
“sorta di contravveleno”, Teràpsidi “Ordine di rettili fossili” (con il gr
483
HAPSIS HAPSIDOS cavità), Tèri (Classe di mammiferi), Terìdidi
(Famiglia di Aracnidi), il pref-suff TERIO donde Teriomorfìsmo con
Teriomòrfo eppoi Brontotèrio “mammifero dei Perissodattili”, Dinotèrio col
gr DEINOS terribile sta per “sorta di mammiferi fossili Proboscidei”,
Ippotèrio (col gr HIPPOS cavallo, sta per ”sorta di Equidi fossili”,
Megatèrio col pref MEGA vale “sorta di mammiferi fossili degli Sdentati.
In connessione, esiste ancora il pref TERA da anteporre ad una unità di
misura, fig “portentosa, mostruosa”, e che in metrologia, equivale al
moltiplicatore di mille miliardi (1012).
Il percorso della rad MON continua ancora con Mostràre e Mostràbile,
Dimostràre o Demostràre con Dimostratìvo e Dimostraziòne cui il glb per
l’informatica Dèmo (omn di Demo “territorio”) qualle ellittico dell’ingl
DEMONSTRATION.
La locuzione Come volevasi dimostrare è nata in ambito matematico prima
di estendersi in ogni campo.
Il gr conta ELENKHOS per dimostrazione, cui il lat ELENCHUS e il
percorso ital Elencàre, Elencatòrio, Elencaziòne, Elènco.
L’ingl conta TO SHOW mostrare cui i glb Show “spettacolo di varietà” con
Showgirl “attrice o ballerina” da GIRL ragazza e Showman “attore o
cantante” da MAN uomo, Showbiz quale ellittico della locuziuone Show
business ”l’affare tramite gli spettacoli”, ShowWiew (sistema di
registrazione di un programma televisivo, marchio registrato), Showdown
“mostrare giù le carte da gioco” fig “resa dei conti”; eppoi Game show
“gioco televisivo a premi”, No-show “prenotazione di volo non cancellata”,
Peep show “spettacolo particolare” col verbo TO PEEP sbirciare, eppoi
Reality show con Reality TV e Real TV “spettacolo dal vero”, infine Talk
show “conversazione radiofonica o televisiva” col verbo TO TALK parlare.
Soffermandoci sul percorso del pensiero, sul lemma Memòria, scopriamo
che è inv dal lat MEMORIA, discendente della rad MER chiaro, donde
Memènto che è l’imperativo di un verbo indoeur MEMINISSE ricordare,
Memoràbile, Memoràndo o, direttamente dal lat, Memorandum (gerundio
del più moderno MEMORARE ricordare), Memoràre inv dal lat, Mèmore,
Memoriàle, Memorizzàre, i prefissati Commemorare (CUM associativo),
Dismemoràre (DIS con valore di perdere), Immèmore (IN negativo) con
Immemoràbile attraverso il franc IMMEMORIAL già tardo lat
IMMEMORIALIS, Rammemoràre (RI-AD), Smemoràre (EX) col frequente
Smemoràto; da non equivocare con il lemma Mesmerìsmo, inserendolo in
questo percorso, poiché questo è relativo a F. A. Mesmere (1734-1815)
ideatore del metodo terapeutico che utilizza il magnetismo animale, cui
Mesmèrico e Mesmerizzàre.
Il persorso prosegue con il glb acronimo ROM in informatica dalla
locuzione ingl READ ONLY MEMORY memoria di sola lettura; la
memoria, infatti, ricollegandola alla rad MER chiaro è quindi chiarezza
della mente, pertanto ancora il termine Mèro “puro, schietto” dal lat MERUS
che sta anche per lucente. Il vocabolo ingl READ è dal verbo TO READ
leggere cui i glb Reading “lettura” attestatosi in declamazione poetica,
lettura di brani scelti, generalmente dallo stesso autore in pubblico, e
484
Readme con valore di “Leggimi”, da non equivocare con il termine sportivo
ancora glb ingl Ready che sta per “Pronto”.
Ancora dal lat REMEMORARI questo da MEMOR memore, attraverso il
pref franc REMEMBRER, l’ital conta Rimembràre “riportare alla memoriafar ricordare” con Rimembrànza, questo sempre dal franc
REMEMBRANCE; l’ingl conta REMEMBER.
\ Pare, da alcuni recenti studi (2008), chi dorme poco o male esprime una memoria
errata, insomma ha dei ricordi distorti. I latini lo sapevano già cui la locuzione ognora
corrente MENS SANA IN CORPORE SANO mente sana in corpo sano da un verso
di Giovenale (60/140). \
Infine, dallo specifico gr NOUS mente, l’ital conta la composizione Paranòia
(quindi da non includere nel percorso di Noia) con l’ipocoristico popolare
Pàra, Paranòico, Paranòide e lo straordinario termine Noùmeno, cui
Noumènico, esplicito dal gr NOUMENON che è pensato, introdotto da
Platone e seguito da E. Kant in contrapposizione a Fenomeno “suscettibile di
osservazione”.
Nella tradizionale credenza che fosse il cuore sede della memoria, si conta
l’attestazione Ricordàre (snm del successivo trecentesco Rammentare e di un
desueto Raccordàre) dal lat RE-CORDARI, che vale rimettere nel cuore, cui
Ricordàbile, Ricordànza, Ricordatìvo, Ricordaziòne meglio Ricòrdo,
Ricordèvole e Ricordìno, eppoi i vari Cordiàle cui Cordialià e Cordialmènte,
il composto Cordòglio dal lat CORDOLIUM (con DOLIUM tratto da
DOLERE aver dolore). Cuòre o Còre in volg è dal lat COR CORDIS cuore
già gr KARDIA, donde Cordàto (termine botanico “a forma di cuore”, omn
di Cordato da Corda) con il prefissato Obcordàto, pertanto si hanno i
prefissati Accoràre (AD allativo) con Accoramènto, Accoratèzza e
Accoràto, eppoi l’omn Accoràre “uccidere trafiggendo il cuore” (per
accezione nella pratica oggi vietata di ammazzare i maiali) cui Accoratòio
“lo strumento per farlo”, eppoi Incuoràre o Incoràre (IN illativo),
Rincuoràre o Rincoràre (doppio pref RI IN iterativo-illativo), Scordàre da
Ricordare con cambio di pref (pref S sottrattivo, omn di Scordare da Corda)
con Scordèvole, Scuoràre (S sottrattivo) o Scoràre con Scoramènto e
Scoràto, i composti Cuorcontènto, Cuorifòrme. In percorso, Coràta col dim
Coratèlla che vale “interiora” ossia fig “il cuore” di animale macellato, un
significato di “cuore-entroterra” che vrs è nel toponimo Corato.
In percorso, Coràggio (vocabolo difettivo di plurale) attraverso il prvz
CORATGE dal lat volg CORATICUM già CORATUMcon Coraggiòso e i
prefissati Incoraggiàre con Incoraggiànte, Scoraggiàre con Scaraggiàte; vrs
in connessione indoeur rad col ger KWONI coraggioso cui l’onomastico
Corrado composto con RAD consiglio e che sta per “consigliere coraggioso”
e Tancredi “che medita i consigli” (con THANK pensare connesso, in area
comune indoeur, con l’ingl THINK pensare). Nel percorso, l’ital conta
ancora il prefissato Concòrde dal lat CONCORS CONCORDIS unito col
cuore (pref CUM associativo) cui Concordàre, Concordànza “dai cuori
uniti”, Concordànte, Concordatàrio, Concordàto, e Concòrdia, da questo il
nome della dea lat Concordia alla quale fu dedicata la località lombarda
CORCONDIOLAM, toponimo che il dialetto ha trasformato in Gorgonzola
485
dal quale prende il nome il noto formaggio Gorgonzòla. Eppoi, Discòrde dal
lat DISCORS DISCORDIS (pref DIS) cui Discordàre, Discordànza “dai
cuori divisi” con Discordànte, Discòrdia e un Discòrdo “componimento
poetico di turbamento dell’anima”, tutti diretti discendenti dal gr KARDIA
cui Càrdio snm di Cuore con l’aggettivo Cardìaco, il patologico Cardìte e fig
il sostantivo Càrdio “mollusco”, il lemma Garzuòlo “grumolo” dal dim lat
CARDIOLUM, e il pref-suff CARDIA-Cardìa o CARDIO per una nutrita
serie composta, adattato per termini quali Cardiocinètico, Anacàrdio o
Anacàrdo, una sorta di albero simile al Ricino di genesi brasiliana, donde
Anacardiàcee “la Famiglia botanica”, dell’Ordine delle Terebintali, fig dai
frutti “simili al cuore” (il pref ANA varrebbe infatti da appaiare fig al
cuore) chiamati Noci d’Agagiù dai grossi peduncoli a loro volta chiamati
Pomi d’Agagiù; alla Famiglia appartengono il Mango, il Pistacchio, l’Albero
del pepe, lo Scòtano questo dalla locuzione lat RHUS COTANUM
altrimenti detto Cotìno ma pure genericamente Sommàco o Sommàcco
“arbusto” e Tossicodèndro (col gr DENDRON albero).
Il percorso composto prosegue con Cardialgìa, Cardiocèntesi o
Cardiocentèsi (col gr KENTESIS puntura), Cardiologìa; Tachicardìa “cuore
accelerato”, opposto a Bradicardia, è col gr TAKHYS veloce cui anche
Tacheòmetro, Tachifagìa “patologica velocità nel mangiare”, Tachigrafìa
con Tachigràfico e Tachìgrafo, Tachimetrìa con Tachimètrico e Tachìmetro,
Tachiòne (sovrapposto a Elettrone), Tachipessìa (con il gr PEXIS unionecongiunzione vrs connesso col rad di PIX pece), Tachipnèa (col gr PNEIN
respirare-soffiare), Tachitoscòpio. Tachiglòsso “sorta di Mammifero”, snm
di Echidna, è col gr GLOSSA lingua. Pseudoetim nel percorso TAKHYS,
l’ital conta Tachìsme, Tachìsmo e Tachìsta dal franc TACHE macchia, cui
anche Tàccia e Tacciàre.
Nel percorso prefissato si ha Precòrdi con Precordiàle e Precòrdio
“diaframma cardiaco”.
\ Secondo gli ultimi studi nel 2008, il cuore in un individuo sano, nelle condizioni di
riposo, dovrebbe essere mediamente di 60 battti al minuto, non superiore ai 70: Gli
antichi medici egizi lo avevano già intuito, dal momento che giudicavano il destino
dell’individuo dipendente dal peso corporeo e dalla frequenza cardiaca /
Alieno nel percorso COR cuore è il termine Còra o l’omografo Còre,
adattamento dal gr KORE KOUROS ragazza, cui l’onomastico Corinna
connesso con le KORAI, le statue che rappresentavano la figlia della dea
Demetra eppoi generalmente figure dedicate alla donna, in eteronimia con
KOUROI figure maschili da KUROS giovinetto; è difficile accertare una
qualche relazione con il cuore, ma non è un gioco di parole dichiarare aver
fede in Core. Il termine Cuore, e la sua primitiva attestazione in Core, è
ancora utilizzato metaf per indicare il nocciolo, ad esempio, della questione,
del Reattore nucleare.
Il percorso dal lat MINUS piccolo dovrebbe risalire alla rad ME misurare,
antecedente a MEN, cui Mèno, questo utilizzato in opposizione a Più,
Mènno “minorato”. Eppoi, l’avverbio Almèno dalla locuzione Al meno snm
di Almanco e Soltanto, l’avverbio e congiunzione Nemmèno con la
particella Né negativa, le locuzioni Meno male saldatesi in Menomàle, Non
486
di meno in Nondimèno, il termine Menosdìre “fare maldicenza” attraverso il
prvz, composto dal lat MINUS, l’affisso MES già franc MISS con valore
peggiorativo, il verbo Dire dal lat DICERE.
Il percorso ME conta ancora Mèdio da MEDIUS (vale “che sta nel mezzo”,
anche il dito) cui Mediòcre “mezzano” con Mediocricità, Medium (fedele al
lat, attraverso l’attestazione ingl MEDIUM, nelle sedute spiritiche vale
“tramite per l’aldilà”), la locuzione sportiva Peso medio, eppoi Mèdia, dal
plur lat MEDIA 1, che da “per mezzo di…” sta per “mezzi di
comunicazione” cui Mediàtica e Mediàtico, il composto Mediatèca. Ancora,
Mèda (palo per segnalazione a Venezia) corrispondente a Mèta da METAM
connesso con *Metà da MEDIETATEM – questo omn di un Mèta (termine
agricolo) dal lat META che sta per “mucchio di forma conica” o “fienilepagliaio” cui Medàdo (adottato nel veneziano); eppoi Mediàle, Mediàno con
Mediàna e Mediànico, Medianìsmo e Medianità, Mediàre dl lat MEDIARE
interporre con Mediànte sia sostantivo sia preposizione impropria, Mediàto,
Mediatòre e Mediaziòne, Mediastìno o Mediàstino (servo o assistente ed
anche termine anatomico “parte mediana del torace”) con Mediastìneo,
Mediastìnico e Mediastinìte (medicina), i prefissati Intermediàle,
Intermediàrio, Intermediàto, Intermediaziòne e Intermèdio, Immediàto e
Immediatèzza (con IN negativo sta per “senza intermediari”), eppoi
Dimidiàto dal lat DIMIDIATUS diviso in due connesso con il gr DIDYMOS
doppio-gemello cui Dìdimo (botanica) ma anche con valore umano di
testicolo con i prefissati Epidìdimo (EPI sopra) e il relativo Epididimàrio e
Epididimìte (suff ITE per patologia), Peridìdimo “involucro del testicolo”
(PERI intorno). Dall’ar SIMSAR mediatore, l’ital conta l’omologismo
Sensàle con Sensalerìa, Senserìa attraverso il sett Sensero “sensale”.
Il toponimo Milano dal lat MEDIOLANUM vale in mezzo (alla pianura
padana) in celt MIDLAND questo con LAND territorio termine esteso in
“paese, località”, dove si sarebbero insediati i celti su un precedente emporio
etrusco, e vrs il toponimo Meolo, attraversata dalla consolare Annia, nel
veneziano, da un MEDIULUM che varrebbe “a metà strada” dalla
terraferma alla laguna, cosicché il primo avrebbe perso il gruppo dio cui
Me(dio)lanum e il secondo il grupp di cui Me(di)ulum.
Il lemma Medàglia appartiene al percorso di MEDJUS, poiché è dal lat
MEDIALIA plur neutro di MEDIALIS mezzo valore del denaro, ovvero
“valore simbolico”, cui il fig botanico Medàglia snm di Lunaria, Medagliàio
o Medagliàro, Medagliàre, Medagliàto, Medaglière, Medaglìsta e
Medaglìstica.
Dal lat volg MEDJUS già MEDIUS nel mezzo si conta Mèzzo “metà” questo
anche sostantivo “da trasporto” e genericamente “elemento importante”
oppure con valore di “quasi” e di “tramite” (omn di Mezzo da METIUS) cui
il dim Mezzùccio, Mezzùle “doga mediana”, i prefissati Ammezzare con
Amnnmezzamènto e Ammezzàto snm di Mezzanino, Ammezzìre e
Ammezzimènto (nel senso di frutta troppo matura “mezza fradicia”),
Frammèzzo o Framèzzo con Frammezzàre o Framezzàre ed ancora
Inframezzàre o Inframmezzàre, Intermèzzo con Intermezzàre e Tramèzzo
(snm di Frammezzo, preposizione, avverbio e sostantivo) cui Tramèzza,
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Tramezzàre, Tramezzatùra e il gastronomico Tramezzìno, questo coniato da
G. D’Annunzio per scalzare l’inglesismo Sandwich.
Sandwich deve il nome a John Montague conte di Sandwich (1718-92) il cui
cuoco lo ideò perché il pasdrone potesse cibarsi senza staccarsi dal tavalo da
gioco.
Il percorso conta ancora Mezzàdro dal lat MEDIATOR cui Mezzadrìa e
l’aggettivo Mezzadrìle, Mezzaiòlo, Mezzàna questo sia “attrezzo” sia
“operaia” detta anche Mezzànte sia “intermediaria” d’incontri amorosi
segreti, Mezzanèlla (snm di Cavalletta in terminologia navale), Mezzàno con
Mezzanìno “appartamento situato tra il pianterreno e il primo piano” snm di
Ammezzàto, e Mezzanità, il volg mer Minzana (dal fem Mezzana) “tipico
recipiente in terracotta” (a capacità media) con Minzuddu “unità di misura”
corrispondente all’ital Mezzìna con Mezzinèlla, Mezzèna “porzione di carne
macellata), Mezzerìa o Mezzanìa (termine navale), i composti con MEZZA
cui lo sportivo Mezzàla, i fig Mezzacalzètta e Mezzacartùccia, Mezzacòsta,
Mezzagalèra “sorta d’imbarcazione”, Mezzalàna, Mezzamaiòlica,
Mezzamànica, Mezzanàve (termine marinaresco), Mezzapàsta “pasta
semilavorata” dalla locuzione Mezza pasta, Mezzapìcca snm di Partigiana,
lo sportivo Mezzapùnta, Mezzaquarèsima dalla locuzione Mezza quaresima,
Mezzària, il fig Mezzasèga, Mezzatèla, Mezzatìnta, Mezzavèla, Mezzèdima
“metà settimana”; com MEZZO cui il fotografico Mezzobùsto dalla
locuzione Mezzo busto snm di Primo piano, il marinaresco Mezzocàssero,
Mezzocerchio, l’astronomico Mezzocièlo, lo sportivo Mezzofòndo con
Mezzofondìsta dove Fondo vale “percorso”, Mezzomarinàro da Mezzo
marinaio “mozzo”, Mezzòmbra, Mezzorilièvo, Mezzosàngue per inc di
cavalli svoltosi nell’uomo quale snm di Sanguemìsto o Metìccio,
Mezzoservìzio, Mezzotòndo “sorta di scultura” da Mezzo tondo, il
marinaresco Mezzovèntola, la locuzione Mezzo punto (ricamo) eppoi Mezzo
vuoto e Mezzo pieno espresse rispettivamente dal pessimista e dall’ottimista.
Termine alieno l’omologismo Mezzàro “sorta di stoffa disegnata” o
Mèzzero, varianti di Mèsero o Mèsere dall’ar MI ZAR velo
In lat SESQUI è l’ipocoristico di SEMISQUE dove SEMIS sta per metà
(mezzo) e QUE per E (congiunzione), pertanto si traduce col significato … e
una metà in più.
Da ciò l’inv pref ital SESQUI per composizioni quali Sesquiàltero
(composto con ALTER altro e vale altro e una metà in più) adottato in
metrica e musica, il matematico Sesquilineàre, Sesquipedàle “un piede e
mezzo” cui la locuzione Laterizi sesquipedali in uso nell’ant Roma, e metaf
“esageratamente lungo” (come un discorso), Sesquiquadratùra nella
terminologia astrologica, eppoi adottato dalla nomenclatura chimica per
“composto binario” quali Sesquicarbonàto, Sesquiòssido e Sesquiterpène
con Sesquiterpènico. Il pref è in via d’archiviazione, come nel caso della
locuzione Sesquiossido di ferro sostituita con Triossido di di ferro.
Dal lat MIGNO piccolo connesso con MINUS, l’ital conta ancora Mìgnolo
con Mignàtta “sanguisùga” (suff dim ATTO 2) col composto Malmignàtta,
eppoi Mignattàio e Mignattìno (sorta di uccelli) snm di Animina, Mìgnola
(inflorescenza dell’ulivo), il glb franc Mignon da un ant MIGNOT da
488
MINET micio, Mignòne, Mignonètto o la variante Miglionètto, il glb
Mignonette (pron mignonet) “piccola bottiglia”, Mignòtta quale omologismo
dal franc ant MIGNOTTE questo fem di MIGNOT connesso con MIGNON,
nel senso di “favorita”; eppoi Mìnimo da MINIMUS (che vale
“piccolissimo” quale superlativo di Piccolo) con Minimizzàre e
Minimizzaziòne, Mìnima, Minimànte, il glb composto ingl Minimarket,
meglio Minimercàto, il termine matematico Minimàssimo o Mìnimomàssimo o ancora Mìnimax, i composti Minìmetro e Minimòsca questo
termine pugililistico, l’inv lat neutro Minimum (termine amm.vo) cui, in
locuzione glb lat-ingl, Minimum age (con AGE età) e Minimum tax (con
TAX tassa ma attraverso il lat TAXA), i composti Mininvasìvo e Minisèrie;
ancora, Minorànza, Minoràre, Minoràsco (esot sp su calco di Maggiorasco),
Minoratìvo, Minoràto, Minoraziòne, Minòre e Minorìle, Minorènne (col suff
ENNE per “anni”), Minorita con Minorìtico, Minorità con Minoritàrio,
Minuètto attraverso il franc MENUET da MENU piccolo (pron menù) da
questo il glb franc Menu italianizzato Menù, Minùgia o Minùgio o ancora
Minùgie e Minùge, svoltosi in “budella” dal lat MINUTIA con l’esplicito
Minùzia, Minuìre dal lat inv MINUIRE cui Minuèndo “la cifra da diminuire
in una sottrazione” eteronimo di Sottraendo, la loc inv dal lat MINUS
HABENS che vale meno dotato, Minùscolo dal dim lat MINUSCULUS di
MINUS in opposizione a Maiuscolo, il composto Minusvalènza, Minùta con
Minutàre e Minutàrio, Minutàglia o Minutàme, Minuterìa con Minutière;
Minutaglia o Minutame in turco si traduce KACUKLI cui l’omologismo
Cacciùcco o Caciùcco.
Il percorso prosegue con Minùto (di dimensioni) con l’omn Minutàre
“minuzzare”, Minutènza, Minuterìa e Minutèzza, Minùto (tempo) con
Minutàggio e Minutànte, Minùzia da MINUTIA particella con
Minuziosàggine, Minuziosità, Minuzzàglia, Minuzzàme, Minuziòso,
Minuzzàglia, Minuzzàre con il corrente prefissato Sminuzzàre (prefisso S da
EX intensivo) cui Sminuzzamènto, Sminuzzatòio, Sminuzzatòre,
Sminuzzatrìce e Sminuzzatùra, Minùzzolo con Sminuzzolàre e
Sminuzzolamènto, il prefissato Diminuìre con Diminutìvo e Diminuziòne
cui Sminuìre (cambio di pref, S da EX intensivo), il pref MINI per
composizioni quali Mininvasìvo, Minirifòrma, Minigòlf e Minigònna,
Minisèrie; in percorso il toponimo Minorca, la minore delle Baleari rispetto
a Majorca. Dal gr MEIOSIS diminuzione l’ital conta il termine biologico
Meiòsi.
Da MINIMUS l’ital conta ancora l‘aggettivo Mènomo utlizzato in un
percorso patologico cui Menomàre con Menomàbile, Menomamènto,
Menomànte, Menomànza, Menomàto, Menomaziòne.
\ La Minigonna, in chiave moderna, è nata ufficialmente il 13 marzo del 1965 su
ispirazione della stilista Mary Quant; le minigonne, infatti, sono sempre riapparse
storicamente nel tempo e nelle civiltà.\
L’ital, infine, conta nel percorso il glb Minimal Art, una corrente artistica
nata negli anni Sessanta in USA, cui Minimal Music, esot dall’ingl
MINIMALISM, offuscando i nostrani Minimàle, Minimalìsmo,
Minimalìstica, Arte minimalistica, Musica minimalistica.
489
Il lat conta il lemma Mìnio, l’ossido salino di piombo di colore rosso vivo,
praticamente un inchiostro, da tema med MINIO cui il lat MINIUM cinabrio
e l’ital Miniàre colorare col minio con Miniàto ed infine Miniatùra, questo
vrs sovrapposto o connesso con MINUIRE.
\ Nel Museo delle Miniature di Praga, è in mostra un capello umano sul quale è stata
scritta una preghiera.\
Mìte è dal lat MITIS, cui Mèzzo (omn di Mezzo da MEDIUM) dal lat volg
METIUS già MITIUS, cui Mitèzza, Mitigàre già Miticàre.
Snm di Mite è Blàndo, dal lat BLANDUS, cui Blandimènto, Blandìre,
Blanditìvo, Blandìzia, d’etimo non accertato, forse connesso fig alla rad
BHLANG di Flamine, ma è un azzardo crederci.
In gr, METIS vale prudenza-controllo, dal quale il lat ha coniato, da un
risvolto fig, METIRI misurare svoltosi in MENSURARE da MENSURA cui
Misùra con Misuràre, Misuratòre, Misuraziòne, i più espliciti Mensuràle e
Mensuralìsmo, i prefissati Commisuràre con Commisuràto, Commensuràre
(pref COM associativo) con Commensuràbile e Commensurabilità,
Dimensiòne da DIMENTIRI con Dimensionàle e Adimensionàle (pref A
privativo),
Bidimensionàle,
Equidimensionàle,
Pluridimensionàle,
Quadrimensionàle, Tetradimensionàle (gr TETRA quattro), Tridimensionàle
e Unidimensionàle, eppoi Ridimensionàre (doppio pref RI), Dismisùra con
Dismisuràto (col pref DIS vale “fuori misura”), Immensità e Immènso (pref
IN negativo vale “non misurabile”), ed infine un Telemisùra cui
Telemisuràre, Telemisuratòre e Telemisuraziòne.
Il gr, in connessione, conta MEKOS lunghezza cui i composti Mecòmetro e
Mecòtteri “Ordine d’insetti” col gr PTERON ala.
Per il motivo che è abbinato, quale ipocoristico, alla locuzione glb ingl Mass media
“mezzi di comunicazione per le masse (o di massa)”, per la sua pron corrente all’ingl
midia, è talvolta equivocato quale esot; in realtà è un termine ital puro. Corretta
pertanto la pron all’italiana “i Media”, in percorso con Massmediàle, Massmediàtico,
Massmediològico, Massmediòlogo.
2
L’ital conta un pref ATTO omologismo dal danese ATTEN diciotto, da anteporre ad
una unità di misura per indicare l’iperbolica divisione per “un milardo di miliardi”.
1
\ Radicale *MA MAN MAT MET
Il termine primitivo MANUS, sarebbe divenuto MANIS buono, cui
Ammansìre, Mànso, Mansuefàre (con il lat FACERE), un Mansuèscere dal
lat volg MANSUESCERE abituare alla mano, Mansuèto, dal lat
MANSUETUS composto col pref MAN e SUETUS abituato, con
Mansuetùdine, Mastìno dalla locuzione lat CANIS MANSUETINUS questo
dim di MANSUETUS, e l’associazione fig con il lat MANE mattino che sta
per Buona ora. L’omn Mànso “parte di terreno” è dal lat medv MANSUM
dimora da MANSUS rimasto. Mànso vale anche un appezzamento di terreno
da poter essere arato con un solo paio di buoi o un solo aratro, una
corruzione dal lat MANIER-MANEO podere da MANERE restare.
Il lemma MANE lo ritroviamo in Domàni, dal lat DE MANE di mattino, con
le varianti Dimàne, Domàne e inv in Màne comunemente nella locuzione Da
mane a sera. Il termine Mànzo “bovino giovane” dal lat MANDJUS è il
derivato dal tema med (alpino e preromano) MANDIO, ma è vrs una
connessionre con Manso da MANIS, cui Manzolàio o Manzolàro; fuori
490
percorso Manzoniàno, Manzonìsmo e Manzonìsta relativi allo scrittore A.
Manzoni (1785/1873).
\ La religiosità di A. Manzoni espressa tra le pagine “I Promessi Sposi” è autentica o
un calcolato riscatto della sua conversione cattolica? \
Il termine MANIS buono, inoltre, va a consolidarsi semant in “frutto
maturo”, confermando un contesto di civiltà agricola, infatti, partendo dalla
rad MA di Matùro con Maturàre e Maturaziòne, va successivamente ad
ampliarsi in MAT di Mattìno questo dalla locuzione MATUTINUM
TEMPO di mattino (tempo mattutino) cui Mattìna con Mattinàle attraverso il
franc MATINAL, Mattinàre, Mattinàta, il glb franc Matinée (di genere fem
nel senso di “mattinata” ma può essere usato il mas nel significato di
“spettacolo del mattino”, Mattinièro e Mattutìno … e ad attestarsi in MET di
METERE cui Miètere con Mietitòre, Mietitùra e Mietitrìce questa brevettata
da McCormick nel 1834, eppoi i composti Mietilegatrìce o l’ellissi
Mietilèga, Mietitrebbiatrìce: eppoi Mèsse “raccolto e depositato” dal lat
MESSIS dal Pp MESSUS di METERE cui il più usato plur Mèssi, Messòrio,
Messidòro dal franc MESSIDOR (col gr DORON dono) che stava per il
decimo mese del calendario rivoluzionario francese, corrispondente al primo
mese dell’estate, dal 19/20 giugno al 18/19 luglio.
\ In connessione con la rad MAT di Mattino, MATUTA era la dea etrusca del mattino
ed esiste un poetico connubio madre-mattino in una raffigurazione etrusca della
maternità MATER MATUTA, la metaf della madre mattino dell’uomo (che lo dà alla
luce); in vrs connessione con il toponimo Mattinata nel Gargano.
Nell’entroterra tarentino, a Grottaglie, si venera la Madonna della Mutata coincidenza o ant fede pagana cristianizzata e svoltasi in metatesi Matuta-Mutata - la
cui tradizione vuole che il suo simulacro sia stato ritrovato alle prime luci dell’alba
voltato verso questo paese, a testimonianza che intendeva essere qui adorata;
comunque, il termine Mutata starebbe anche per “voltata, girata” o almeno in
sovrappposizione. \
Il tema MANUS MANIS va ancora a consolidarsi in MAN (ebr) di Mànna
“cibo biblico” omn di Manna “fastello d’erba”, Mannèto, Mannìte,
Mannìtolo, Mannòsio o Mannòso, dilagando nel lat MANUS cui Màno (del
contadino) già Màna (omn dell’omologismo Mana polinesiano) con Manàta.
La locuzione Chiedere la mano tra i romani aveva un significato ben diverso
dall’attuale. Allora aveva il senso di richiedere la donna in proprietà, oggi
invece vale chiedere di accompagnarla per la vita “amorevolmente per
mano”.
Il percorso conta ancora l’omologismo Manicùre attraverso il franc
MANUCURE su calco di PEDICURE e Manilùvio (con il lat LUERE
lavare) nei suoi numerosi derivati, prefissati e composti, quali ancora
Manàle omn di Manàle relativo alle divinità lat Mani, Manatèllo, smarrendo
lungo il percorso l’origine contadina, quali il peggiorativo Manàccia con
Smanacciàre, Smanacciàta e Smanacciòne, le locuzioni Di mano in mano,
Farsi prendere la mano, Passare la mano, Venire alle mani, la traduzione
Mano vuota dal giapponese KARATE, cui gli esot Karatè e Karateka
“l’atleta”, dove KARA vuota e TE mano.
Eppoi Magnàno snm di Stagnino e Calderaio che usa le mani dal lat volg
MANIANU cui il Magnanìna “sorta Passeriforme così indicato fig per il
491
colore scuro, Mància attraverso il franc MANCHE manica con Manciàta e il
dim Mancètta
\ Pare che l’origine della Mancia è da ricercare nella tradizione delle dame medievali
di donare al cavaliere la manica manche del proprio abito\
Termine omn l’oronimo sp Mancia cui il relativo Mancègo (pron mancégo)
omologismo da MANCHEGO.
Alieno nel percorso l’omologismo Mancèse o Manciuriàno, questo relativo
all’oronimo cinesa Manciuria; l’omologismo Manciù invece, dall’ingl
MANCHU di etim tungusa, ne indica il ceppo e la lingua.
Il percorso continua con Màncipe e Mancìpio (con il lat CAPERE vale “ciò
che preso” con mano, ad indicarne la proprietà, in origine riferito ad uno
schiavo) cui Mancipaziòne col il prefissato Emancipàre inv dal lat
EMANCIPARE
con valore di “liberare (prendere) dalla PATRIA
POTESTAS patria potestà” ossia dalle “mani” del padre, cui Emancipàto
con un corrotto Emancippàto, Emancipatòre, Emancipatòrio, Enancipaziòne.
Il percorso conta ancora Mànco dal lat MANCUS difettoso di mano con
l’avv Almànco dalla locuzione Al manco svoltosi nel snm di Almeno o
Soltanto, l’avverbio Nemmànco dalla saldatura di Né e Manco, il sostantivo
Mancìna e l’aggettivo Mancìno, questo anche sostantivato, con Mancinìsmo,
attestatosi nel senso di difettoso di mano destra cui un Mancini nella
cognomastica, Mànca “parte sinistra”.
Fuori percorso Mancinèlla “pianta delle Euforbiacee attraverso il franc
MANCENILLE già sp MANZANILLA quale dim di MANZANA mela
questo deriuvato dalla locuzione lat MALUM MATIANUMmela di Mazio
(in agro romano).
Il percorso conta ancora Maneggiàre con Maneggèvole, snm di un desueto
Manèvole (adottato nelXVII sec),m questo con suff ital di aggettivo verbale
attivo EVOLE, Maneggiòne e i snm-omn Manèggio e Maneggìo, il
prefissato Rimaneggiàre con Rimaneggiamènto e Rimaneggiàto; eppoi
Manètta, meglio Manètte, con Smanettàre e Smanettòne, Mànica con
Manicàio dal lat MANICA e vale dalla forma di manica, Manìccia con la
variante Manìzza, Manièra con Manieràre, Manieràto, Manierìsmo,
Manierìsta e Manierìstico, Manieròso. Maniera ha il suo snm in Guìsa,
omologismo dal franc ant GUISE già WISA, utilizzato in locuzione A guisa
di… o In guisa di… con il prefissato Disguisàre (DIS separativo)
contraffare.
Il percorso MANUS prosegue con Manifèsto “posto in mano” il cui suff non
è chiaro (forse in connessione con il lat FASNOM tempio nel senso fig di
“aperto a tutti”) cui Manifestatamènte, Manifestamènto, Manifestànte,
Manifestatòre,
Manifestaziòne,
Manifestìno,
col
prefissato
Contromanifestàre cui Contromanifestànte e Contromanifestaziòne; in
questo percorso si conta il prefissato Infèsto dal lat INFESTUS volto contro
(il tempio-l’apertura per tutti) cui Infestàre (IN illativo) con Infestamènto,
Infestànte, Infestàtore, Infestaziòne, Infestiòne questo ellittico di Infestare e
Infezione, con gli opposti Disinfestàre cui Disinfestànte, Disinfestatòre,
Disinfestaiòne e Disinfestiòne.
Il termine glb Manager con Management, in percorso, è dall’ingl TO
492
MANAGE amministrare-dirigere dall’ital Maneggiare, cui gli omologismi
Manageriàle, Managerialìsmo, Managerialità, le locuzioni glb Management
buy-out dove (TO)BY vale “acquisire” e nel complesso “acquisizione
dell’impresa da parte della maggioranza”, Lead manager dove LEAD vale
“fila” cui Lead bank “banca capofila”.
Dalla locuzione ingl HAND IN THE CAP mano nel cappello quale metafora
di estrarne il denaro, in area glb si conta il risvolto “gioco d’azzardo” specie
in gergo sportivo e ippico cui Handicapper “periziatore” da Handicap che
con gli omologismi Handicappàre ed Handicappàto s’è risolto fig nel
significato di “svantaggio-pregiudizio”, infatti Handicap è una tipica corsa
ingl dove i concorrenti più quotati concedono un vantaggio agli altri; dal
termine HAND mano, in connessione indoeur con il tema MAN, l’ital conta
o glb Handing “maneggiamento”, Handout “ipocoristico di un argomento”
col suff OUT fuori e dal verbo TO HAND OUT distribuire, quindi “fuori
della mano”, il termine d’informatica Handshake”stretta di mano” con TO
SHAKE scuotere, cui il ballo Shake, Shaker “sbattitore” e gli adattamenti
Shakeràre o Scekeràre con Shakeràto e l’omologismo Scecheràre.
Termini alieni nel percorso di MANUS, gli omologismi Màna “forza
soprannaturale” (omn del desueto Mana per Mano, ma che potrebbe essere
reinterpretato come “la mano soprannaturale”) di genesi polinesiana cui
Manaìsmo, eppoi Manachìno “sorta di uccello Passerifirme della Famiglia
dei Pipridi” dal ptg MANAQUIN di genesi sudamericana, cui Manachino
delizioso , infine Manàide o Menàide “sorta di barca mediterranea”, ma che
potrebbe intendere “facilmente da menare, manovrabile”.
\ L’umanità sarà migliore quando in ogni famiglia ci sarà un figlio o un fratello
portatore di handicap o negro (SA).\
Dal gr DELOS manifesto l’ital conta Delomòrfo e dal prefissato ADELOS
non manifesto (pref A privativo) conta Adelomòrfo; e da una voce cinese,
l’ital ha adottato dal 1969 l’omologismo Dazibào “manifesto a caratteri
grandi” cui le varianti Dazebào, Tazebào e Tatzebào.
Da MANUS l’ital continua ancora con Manìglia dal dim lat MANICULA
piccola mano cui la locuzione fig Maniglie dell’amore “rotolini grassi ai
fianchi”, il volg MANUBELLA svoltosi nell’ital Manovèlla con
Manovellìsmo; il prefissato Smanìglia o Smanìglio sta per “braccialettomonile” e fig “piccola mano femminile” dallo sp MANILLE col pref S
intensivo cui Smanigliàre. Eppoi, Manèsco (con suff aggettivante ESCO),
Manìsta, Manòso, Mànna (omn di Manna “cibo biblico”) dal lat MANUA
piccolo fascio d’erba-manciata col dim Mannèllo, eppoi Mannàia o
Mannàra “scure” con Mannnarèse o Manarèse “roncola”, Mannarìno o
Mannerìno che vale “maneggevole” dal lat MANUARIA, Manòpola dal lat
MANUPULA attraverso lo sp MANOPOLA già a indicare la parte
dell’armatura che proteggeva la mano, Manòvra con Manovràbile e
Manovrabilità, Manovràre, Manovratòre e Manovrière o Manovrièro e
Manovrìna, il prefissato Maximanòvra relativo alla manovra economicofinanziaria del governo, dal lat MANUOPERA attraverso il franc
MANUVRE, eppoi l’aggettivo Manuàle cui Manualità e Manualizzàre, il
sostantivo Manuàle cui il dim Manualìno, con Manualiìsta, Manualìstica e
493
Manualìstico, Manualità e ancora Manualizzàre dal lat MANUALIS da
MANUARIUS. Il percorso conta ancora Manùbrio dal lat MANUBRIUM,
cui la locuzione anatomica Manubrio dello sterno, Mònco (inc Manco con
Tronco) con Moncòne (snm di Troncone) e i fig Mancàre, cui Mancamènto,
Mancànza, Mancàto, Mancatòre, Manchèvole, Manchevolèzza e Ammànco;
infine utilizzato in pref MANO o MAN (tronco) o MANU per composizioni
quali Mancorrènte, Mandrìtta e Mandrìtto o Manrìtta e Manrìtto, Manfòrte,
Manodòpera, Manolèsta, Manlèva da Manlevàre, Manomissiòne e
Manomèsso con Manumissiòne, Manomòrta, Manonèra, Manopèsca (al
tatto pare buccia di pesca), Mansàlva, Manoscrìtto, Manovalènza con
Manovàle (lat MANUALEM), Manovìa, Manrovèscio o la variante
Marrovèscio “schiaffo o sberla”, Manufàtto dalla locuzione lat MANU
FACERE fare a mano
questo vicino al glb ingl Manufacturing”
produzione” da TO MANUFACTURE fabbricare in percorso con
Manifattòre, Manifattùra, Manifatturière e Manifatturièro col pref adattato;
eppoi Manutenère e Manutenziòne, Manutèngolo, più corrente Manutèngola,
(dalla 1° persona di Manutenere “io manutengo”), Manutèrgio (col lat
TERGERE asciugare).
\ La legge della manomorta d’epoca medv consisteva nella confisca delle proprietà
terrene del vassallo deceduto. \
Il percorso MANUS conta ancora i vari Mantenère dal lat MANU TENERE
tenere con mano cui Mantenimènto. Mantìle “asciugamano”. Mantrugiàre
“spiegare con la mano” dalla locuzione lat MANU TRUDERE spingere.
Dal tema MAN, insomma, si articola una moltitudine di lemmi derivati e
composti, cui Mandàre (composto con il lat DARE, quindi “porre in mano”,
“affidare”) e Mandamènto, che con i pref diventa Comandàre (pref COM
associativo) dal volg COMMANDARE cui il devb Comàndo, svoltosi in un
fem Comànda “ordinazione”, con un glb ingl Commàndo questo omn di un
secondo glb Commàndo o Comàndo “cordicella” dal franc COMMANDE;
eppoi Comandamènto (dal XII sec), il Pp sostantivato Comandànte,
Comandàta, Comandatàrio col risvolto religioso Comandatària, Comandàto,
Comandatòre, Commendàre dal class COMMENDARE cui Commènda,
Commendatìzio, Commendatòre e Commendèvole. Il prefissato Comandare
conta ancora le elaborazioni di Accomandàre (doppio pref AD allativo e
COM) attraverso il prvz ACOMANDAR affidare in garanzia cui
Accomandànte,
Accomandatàrio,
Accomandàto,
Accomandaziàne,
Accomandìgia, Accomandìta con Raccomandàre (triplo pref RI iterativo AD
allativo e COM) cui Raccomandàbile, Raccomandàta, Raccomandatàrio,
Raccomandatìzio, Raccomandàto, Raccomandatòre, Raccomandatòrio e
Raccomandaziòne.
Il percorso prefissato continua con Demandàre da DEMANDARE (pref DE
di separazione) e le attestazioni Dimandàre con Dimànda e Dimàndo quale
variante toscana di Domandàre e Domànda questo ancora attestazione
variante di Demandare con Ridomandàre o Ridimandàre (RI iterativo),
Rimandàre con Rimandàbile, lo scolastico Rimandàto e il devb Rimàndo (RI
iterativo), infine Tramandàre (pref TRA di là, vale “mandare attraverso la
discendenza”) con Tramandamènto e Tramandatòre. In percorso Comàndolo
494
“attrezzo tessile” con il verbo prefissato Accomandolàre.
Il termine Smancerìa con Smanceròso è d’etimo non accertato, tuttavia si
può supporre che sia connesso con Mancia (col pref S intensivo)
raffigurando le sdolcinature di chi tende la mano.
Il termine Manièro, omn di Maniero”castello” è dal prvz MANIER
maneggevole dal lat MANUARIUS manuale e nella terminologia della
falconeria sta per “falco docile”, infatti il falco si fa condurre docilmente
sulle mani, sul polso. Amanuènse1, col pref A, dal lat AMANUENSIS vale
“con la mano, a mano”, snm di Menànte questo da Menare “usare le mani”.
Termini alieni nel percorso, Amanìta “un fungo”inv dal lat AMANITA già
gr AMANITES relativo all’oronimo turco Amano. Emendàre dal devb da
MENDUM difetto con pref EX, vale “togliere il difetto”, quindi non in
percorso con MAN DARE. Mandarìno “persona” discendente del sct
MANTRIN consigliere e l’omn Mandarìno “frutto”, che pare sia stato
coniato alludendo al colore della pelle del primo… ma la bontà di questi
agrumi maturi al punto giusto è indiscutibile e, ripiegando nella nostra storia
etim, è impressa nel loro nome in italiano “piccolo frutto buono, maturo
posto in mano”, cioè il Mandarino cui Mandarino cinese o Fortunèlla quali
versione ital del KUMQUAT un piccolo agrume orientale, Mandaràncio
snm di Clementina, inoltre, è l’ibrido con Arancio.
Màndorla, con Màndorlo, Mandorlàto, e Mandorlèto, è dal lat
AMANDULA, già gr AMYGDALE, cui anche, esplicito dal lat, Amàndola
e vrs il toponimo mer Amendola sede di un importante aeroporto nel
Tavoliere; la locuzione Latte di mandorla indica sia una gustosa bevanda
estiva sia un ritrovato per idratare la pelle.
Dal gr, l’ital conta Amìgdala (anatomia, mineralogia, paleoetnologia),
Amigdaliàno (cultura preistorica), Amigdalìna (glicoside), Amigdalìte snm
di Tonsillite, Amigdalòide “di forma a mandorla”. Amigdala è pertanto un
arma preistorica “pietrra forma di mandorla”.
L’ar conta QUBBAYTA mandorlato cui l’omologismo Cubàita o Copàta e
Copèta “dolce di mandorle-torrone” cui Maestro copetaro, con un volg mer
Cupeta e Cupetaro.
Il fuori percorso prosegue con Manfàno”strumento di legno, nell’eccezione
il tappo di una botte” con Manfanìle è dal lat MANPHAR attestatosi
MAMPHUR d’origine osca. Manometrìa con Manòmetro è cn il gr MANOS
poco denso.
1
Il termine Amanuense è corretto sotto il profilo etim poiché è l’ipocoristico del lat
SERVUS A MANU che sta per Scrivano. L’autore di queste pagine, tuttavia, ritiene
parimenti corretto il termine Emanuènse, tale da utilizzarlo nelle pagine del suo libro
“Racconti cisfantastici”, poiché il pref E è una variante del pref S dal lat EX e indica
un’azione estrattiva e durativa (Ved Pref E in Macchia…), giusto come la scrittura,
questa estratta dall’uso della mano e durevole nel tempo.
Oggi, con il sempre più diffuso strumento del computer, chi insiste a pubblicare
ricorrendo alla stampa cartacea, può essere tranquillamente definito Gutenberghiàno,
come l’Amanuense così discriminato subito dopo l’avvento della stampa (1450).
\ Suffisso CO
Il lat MANCUS difettoso di mano rispecchia la serie con suff CUS in ital
CO proprio di difetto fisico, quali CAECUS cui Cièco con Ciecamènte,
495
Ciecàre e Cièco in parziale complanare con Cèca o Cièca “sorta di anguilla”,
ancora Cèca “sbavatura di un foro”, eppoi Cecàggine o Cecità con gli
obsoleti Cecchèzza, Cechità e Cechitàde o Cechitàte , Cecàle o Ciecàle,
Cecàre, Cecuziènte “che vede male” quale Ppres del lat CAECUTIRE
vedere male, i prefissati Accecàre e Acciecàre cui Accecamènto e
Acciecamènto, Accecànte, Accecatòio, Accecatòre e Accecatùra, o ancora
Eccecàre o l’obsoleto Escecàre (con pref ES intensivo poi attestatosi in E
raddoppiando la vocale iniziale del lemma) con Eccecaziòne; eppoi
Cecarèlla (malattia per bovini), la variante Cèco o Cecàto Cicìgna o Cicìglia
dal lat CAECILIA snm di Luscengola, i composti Cecogràmma (messaggio
scritto particolare per ciechi) con il relativo Cecogràfico, Cecomegalìa
(intestino cieco) e l’onomastico Cecilia omn di Cecìlia “Anfibio degli
Apodi”.
Da non equivocare con l’omn Cèco relativo alla Repubblica Ceca che con la
Slovacchia costituivano la Cecoslovacchia cui Cecoslovàcco, indipendenti
dal 1993). Cecoviàno, poi, è relativo allo scrittore A. Cechov (1860/1904).
Il gr conta lo specifico TYPHLOS cieco cui i composti Tiflografìa con
Tiflògrafo, Tiflologìa, Tiflòpidi (Famiglia di rettili, col gr OPS OPOS vista).
Il suff CUS-CO riappare in CLAUDIUS zoppo cui Claudicàre, Claudicànte,
Claudicaziòne con l’onomastico Claudio con il ricorrente dim Dino, cui
Clàudia o Clàudio “sorta di susino” così chiamato in onore della regina
Claudia consorte di Francesco I di Francia (1515\1547; riappare in LUSCUS
guercio-orbo cui Lùsco usato unicamente nella locuzione Tra lusco e brusco
e Lòsco in attestazione corrente eppoi Luscèngola snm di Cicigna “sorta di
rettile (lucertola) creduto orbo” dal fem lat LUSCA, e riappare in
FLACCUS cui l’aggettivo Fiàcco con Fiacchèzza, Fiaccàre con Fiaccàbile e
Fiaccatùra, il sostantivo Fiàcca, Fiacchìte trattato come malattia col suff
medico ITE, eppoi Flàccido questo in lat FLACCIDUS dal verbo
FLACCERE denm di FLACCUS che, inc con RAUCUS rauco, ha dato
Fiocàggine, Fiòco. Da includere il sostantivo Fiàcco che sovrapponendosi a
Fracco sta per “grande legnata (percosse)” o “rovina-strage”. Io gr conta
AMBLYS fiacco cui Ambliopìa con Amblìope e Ambliòpico, composti con
OPS occhio.
Da LUSCUS guercio si vorrebbe far derivare il lat volg LUSCINJOLUS
dim di un class LUSCINIA, cui l’ital aferetico Usignòlo, il poetico
Rosignòlo, o Rusignòlo o ancora Rusignuòlo, questo transitando dal franc
ROSINHOL e i desueti Lusignòlo o Lusignuòlo (fedeli all’origine), la
varietà Usignolo di fiume. Un termine, Usignolo, ricco di perplessità: la
connessione con LUSCUS guercio pare assurda, a meno che non ci sia
un’associazione fig col suo canto notturno, al buio (famoso l’episodio
dell’allodola e dell’usignolo in Giulietta e Romeo), e la scomparsa della L
iniziale è dovuta alla credenza di averla considerata un articolo apostrofato,
ossia L’uscinia e l’Uscinjolus, come è accaduto con il lemma Lampone
erroneamente attestatosi da l’Ampon. Dagli anni trenta e per tutta la metà del
secolo ed oltre, gli intervalli radiofonici erano melodiosamente scanditi dal
cinguettìo di un usignolo meccanico, ovvero da un carillon, detto
“l’uccellino della radio”. Il termine Carillon pare omologismo dal franc, in
496
realtà è l’adattamento franc dal lat QUATERNIONEM gruppo di quattro
cose, nello specifico “quattro campane”, cui la Torre del carillon a
Salisburgo, i cui rintocchi sono al ritmo delle musiche di Mozart e d’altri
compositori.
\ Mascalco Lazzaro
Mascalcìa e Mascàlco sono i discendenti dal franc MARECHAL già
MARHSKALK questo composto con SKALK servo addetto al MARH
cavallo, cui il lat volg MARISCALCUS, donde Maresciàllo con
Maresciallàto e Maresciallerìa, eppoi Maniscàlco o Manescàlco e
Marescàlco, cui Marescalchìa o Marescalcìa, con l’obsoleto Manescàlco
poiché s’è sovrapposto il lat MANUS. Mascalzòne, infine, è l’inc di
Mascalco con Scalzo, corredato di suff peggiorativo ONE, cui
Mascalzonàta.
Un snm di Mascalzone è Lazzaròne o Lazzèrone da Làzzaro o Làzzero
questo dal noto personaggio Lazzaro, il lebbroso citato nel Vangelo, ma
anche da Làzzaro “povero-plebeo” attraverso lo sp LAZARO cencioso in
ogni modo ricopiato dal primo (Ved Onomastica ebraica in Vano…); il
termine ultimo si sarebbe sovrapposto al fatto che si legava le brache con un
misero laccio, LAZO in sp cui l’esot ital Làzo o Làsso attraverso l’ingl
LASSO. Tutta la sequenza dei derivati, incluso Lazzaronàta-Lazzeronàta, si
svolge in complanare con Lazzaro-Lazzero, Lazzarone-Lazzerone cui
Lazzaronìsmo. Sovrapponendo San Lazzaro con Santa Maria di Nazareth è
stato coniato a Venezia Lazzarètto o Lazzerètto, un luogo di quarantena,
termine così attestatosi dappertutto, corrotto volgarmente da Nazaretum a
Lazzaretto.
Pseudoetim, Lazzeruòlo o Lazzeròlo, Lazzaruòlo o Lazzaròlo “albero delle
rosacee”, coniato integrando l’articolo apostrofato L’ di Azzeruòlo o
Azzaruòlo, Azeruòlo e Azzeruòlo che ne sono le varianti fedeli all’originale;
il termine è omologismo dall’ar AZ ZUR RUR attraverso lo sp ACEROLO,
cui la locuzione botanica Mele lazzeruole.
\ Toga Doga Doge
Tòga, cui il fig Stogàrsi, è il sostantivo astratto del lat TEGERE coprire da
rad S-TEG svoltosi nel gr STEGO copro, cui Tètto, col dim Tettùccio,
quale Pp TECTUM e Tègola dal dim TEGULA questo anche nel senso di
coperchio, connesso rad con Tegumènto “rivestimento organico del corpo
animale (pelle) e vegetale” da TEGUMENTUM e con TEGMINA plur di
TEGMEN copertura cui Tègmine (termine anatomico della zoologia al fem
plur) snm di Elitra-èlitra dal gr ELYTRON involucro; eppoi Tettìte o
Tectìte, il composto Tettogènesi “origine delle strutture tettoniche”, Tettòia
da TECTORIA, Tettònica dal gr TEKTONIKOS connesso con TEKTON di
Tecnica (Ved Tela…), Tettònico, Tettonìte, Tettòre e Tettrìce; eppoi il
prefissato Architètto (lat ARCHITECTUS) capo costruttore, in
percorso con Architettàre, Architettònica e Archetettònico,
Architettonicamènte, Architettòre snm di Architètto, Architettùra.
Attraverso l’ingl, in area glb si conta dal 1960 il termine Shed “tettoia” cui la
locuzione adottata in edilizia Copertura a shed.
497
Col pref DE sottrattivo il verbo TEGERE diventa scoprire, cui il nome
d’agente DETECTOR inv nel glb ingl Detèctor “rivelatore” e Detective
questo transitato dall’ingl DETECTIV investigatore da TO DETECT
scoprire cui ancora il glb Detection investigazione; col pref PRO a favore
diventa PROTEGERE, cui Protèggere, il glb franc Protege “beniamino”,
Protèggere, Proteggitòre, Protettìvo, Protètto, Protettòre con Protettoràle,
Protettoràto (attestatosi in ambito politico), Proteziòne, Protezionìsmo
(attestatosi in ambito economico) con Protezionìsta e Protezionìstico, il
prefissato Sprotèggere (S sottrattivo) con Sproteziòne, il composto semiesot
ital-ingl Proteggislìp con SLIP mutandine, i composti Gastroproteziòne,
Radioproteziòne.
Altra rad indoeur per coprire è SKU, cui il long SKUR copertura e, per
associazione, Scùro, che assimila il termine long SKUR al pref lat
OBSCURUS (pref OB), questo anche snm di Imposta (della finestra), con
Scuràre, Scurèzza, Scurìre, Scurità o Scuritàte, il percorso di tecnica
pittorica Scurìsmo cui Scurìsta e Scurìstico, in antitesi a Chiarismo con
Chiarista e Chiaristico; il percorso fedele al lat conta il denm Oscuràre con
Oscuràbile, Oscuramènte, Oscuramènto (termine diffuso durante i
bombardamenti), l’ideologia Oscurantìsmo con Oscutatìsta e Oscurantìstico,
Oscuràto, Oscuratòre, Oscuraziòne, Oscurèzza, Oscurità, Oscùro, il cui snm,
in senso altamente fig, è Fòsco, con l’onomastico Fosco svoltosi “dalla
capigliatura scura”, e con i prefissati Infoscàrsi, Offuscàre, Offuscaziòne,
Rinfoscàrsi e Rinfoschìrsi, dal lat FUSCUS derivato dalla rad DHUSKO
rintracciabile nell’ingl DUSK (ricordarsi della pron lat-ital f relativa al
gruppo rad indoeur DH).
Con la rad DHUSKO è vrs connesso il gr PHAIOS scuro cui il pref FEO per
composizioni quali Feocròmo snm di Cromaffìne, Feocromocitòma questo
con CITO “cellula” e suff medico OMA.
Il lat medv conta un PERSUS scuro, che si potrebbe intendere in
qualche modo una corruzione connessa col gr PHAIOS, cui Pèrso
dal XIII sec (omn di Perso “perduto”) che per accezione vale “di
colore cupo con deboli riflessi rossi o viola” cui la locuzione Stoffa
persa.
Il lat conta pertanto COOPERIRE “rendere scuro”, in connessione col gr
PHAIOS, in ital Coprìre con Coprènte, Coprimènto (omn del composto
Coprimento), Copritòre, cui il nome di strumento Copèrchio con
Coperchiàre e il prefissato Scoperchiàre con Scoperchiatùra, dal lat
OPERCULUM donde il termine tecnico Opèrcolo e il biologico Opercolàto,
eppoi Copèrta o il lenito Covèrta e Copèrto o Covèrto in risonanza col franc
COUVERT, Copertamènte, il dim Copertìna con Copertinàto e Copertùra o
Copritùra, composto da CUM e OPERIRE, questo a sua volta composto dal
pref OP e la rad TWERE aprire, eppoi i prefissati Discoprìre con
Discropimènto, Ricoprìre con Ricopèrta, Ricopèrto, Ricopertùra, Ricoprènte,
Ricoprìbile e Ricropimènto, Scoprìre cui Scopèrta o il volg Scoverta,
Scopertamènte, Scopertìsta Scopèrto o Scoverto sia sostantivo che aggettivo,
Scoprimènto, Scopritòre e il doppio prefissato Riscoprìre con Riscopèrta, i
498
composti Copricalcàgno, Copricalorìfero, Copricapànna, Copricàpo,
Copricatène, Copricèrchio, Copricostùme, Coprifàsce, Coprifèrro,
Coprifiàmma, Coprifòco o Coprifuòco, Coprigiùnto, Coprilètto,
Coprimateràsso, Coprimènto (che copre il mento) omn del sostantivo
Coprimento, Coprimisèrie, Coprimòzzo, Copriorècchi, Copripiàtti,
Copripièdi, Copripiumòne, Copripudènde snm di Perizoma (con Pudendo),
Copipùnto, Copriradiatòre, Coprirète, Copririsvòlto, Copriruòta, Coprisedìle,
Coprisèlla, Coprisèmi, Coprisèsso “indumento”, Copritastièra, Copritàvolo,
Copriteièra, Copritovàglia, Coprivettùra e Coprivivànde.
Dalla rad TWERE aprire, il percorso ital conta Aperitìvo “che apre” (la via
al pasto), Apèrto, Apertùra, Aprìbile, Aprìre, Apritòio, Apritòre, Apritùra, i
composti Apribàlle, Apribòcca, Apribottìglie, Apribùste, Apricàsse,
Apripìsta, Apripòrta, Apriscàtole; termini alieni nel percorso, il prefissato
Aprochèilo “suono senza sporgere le labbra” con A privativo dal gr
PROCHEILOS labbra fuori (pref PRO) cui i suoni vocalici italiani U e O
questa sia aperta che chiusa, il termine poetico Aprosdòketon inv dal gr
APROSDOKETON inaspettato che vale “chiusa poetica inaspettata”, il
patologico Aprosessìa “disattenzione” dal gr PROXESIS attenzione con A
privativo.
Alieno nel percorso, Appertizzaziòne “metodo di conservazione del cibo”,
termine deonomastico da N. Appert (1750/1841).
Eppoi, ancora nel percorso di Aprire, Parète con Paratìa (collettivo di
Parete), da un ant Paratìo, Paratòia, e l’aggettivo Parietàle, questi nel senso
di “aprire come un abbraccio”, ossia abbracciare tutto l’interno, ad esempio,
di una casa, di una nave…; il termine Paietàle è utilizzato anche in anatomia,
l’aggettivo Parietàrio cui il sostantivo Parietària snm di Muraiola. Da non
equivocare Parietale con l’aggettivo Parètico, questo da Paresi sul calco
semantico di Ascetico-Ascesi o Cosmo-Cosmesi. Dallo scozzese PLAIDE
coperta, è diffuso il termine glb Plaid e non è inverosimile una sua
connessione con il rad indoeur PLT di piatto nel senso superficie ampia.
Dòga non appartiene allo stesso percorso, è invece derivato dall’inc lat di
DOCUS trave con con DOGA botte già gr DOKHE recipiente cui Dogàme,
Dogàre, Doghettàto connesso con il lat medv DUGARIA fosso cui Dogàia, il
prefissato Sdogàre (S sottrattivo).
Dòge, infine, con Dogàdo o Dogàto, Dogàle, Dogalìna e un fem Dogarèssa,
è l’adattamento fonetico veneziano lenito (in origine DOZE) dal lat DUX
DUCIS duce cui Dùca con Ducàle, Ducàto e Duchèssa, Dùce dal verbo
DUCERE guidare di rad DEUK tirare; eppoi Dòtta (omn di Dotta “tempo”
e Dotta “timore”) dal lat DUCTAM fem del Pp DUCTUM cui Dòtto o
Dùtto (omn di Dotto da DOCERE) adottato in anatomia cui Duttàle, con un
prefissato Sdòtto o Sdùtto, Pp di EXDUCERE. Dal lat DUCTIONEM
(acque)dotto l’ital conta Docciòne “canalone” dal quale, letto erroneamente
come accr, è derivato Dòccio e il fem Dòccia con Docciàre e Docciatùra.
Snm di Doccione è Gargòlla omologismo dal franc GARGOULE questo la
composizione di GOULE gola con l’onomatopeico GARG in connessione
con il verbo GARGOUILER brontolare. Da aggiungere ancora
l’omologismo di adozione medica Gargoilìsmo “malformazione del volto”
499
attraverso l’inglese GARGOYLISM da GARGOYLE mascherone ma
sempre dal franc GARGOULE.
In percorso, i prefissati Abdùrre da ABDUCERE allontanare cui il Pp
Abdòtto, Abducènte, Abduttìvo,Abduttòre e Abduziòne; fuori percorso
Abduàno che è il relativo di Addua, l’ant idronimo lat dell’Adda ma corrotto
in Abdua.
Eppoi, Addùrre con Addòtto, Adducìbile (fedele al lat DICERE),
Adduttànza, Adduttìvo, Adduttòre e Adduziòne, eppoi il doppio prefissato
Raddùrre (RI AD). Il desueto Condùcere (CUM associativo) con i correnti
Conducìbile, Conducibilità e Conducènte, eppoi Condùrre con Condòtta,
Condottièro, Condòtto o Condùtto, Conduttòre (questo anche snm di
Affittuario, Fittavolo e Locatario), l’inv dal lal Condùctus, Conduttànza,
Conduttìvo (suff durativo IVO) 1 Conduttùra, Conduziòne e il composto
Conduttometrìa con Conduttomètrico; attraverso lo slavo VOJEVODA
condottiero composto da VOI esercito e un suff da VODITO guidare, l’ital
conta l’omologismo Voivòda o Voivàda. Dedùrre da DEDUCERE (DE di
valore risolutivo) con Dedòtto, Deducìbile con Deducibilità, Deduttìvo con
Deduttivìsmo, Deduttòre e Deduziòne. Educàre con Educàbile e Educabilità,
Educamènto e Educànda con Educandàto (termini spirituali), il glb ingl
Educational, Educatìvo, Educàto, Educatòre, Educatòrio ed Educaziòne con
Educazionàle e le locuzioni Educazione stradale, Educazione sessuale da
EDUCARE intensivo di EDUCERE (pref EX fuori con valore di tirar fuori
“dall’ignoranza”) cui Edùcere o Edùrre con Edòtto. Indùrre da INDUCERE
(IN illativo) con Indòtto, Induttànza (con un suff ANZA omologato dal franc
INDUCTANCE rintracciabile in altri lemmi ital), Induttivìsmo, Induttività,
Induttìvo, Induttòre, Induttòrio, Induziòne e il composto Induttòmetro.
Perdùrre o Perdùcere da PERDUCERE (pref PER “attraverso”). Obduziòne
da OBDUCTIO OBDUCTIONIS (OB verso). Prodùrre o Prodùcere da
PRODUCERE (pref PRO “a favore”) col Ppres Producènte, Producìbile con
Producibilità, Producimènto (meglio Produzione), eppoi il Pp sostantivato
Prodòtto o Prodùtto da PRODUCTUS cui Produttìbiule, Produttìstico,
Produttìvo con Prodittivìstico, Produttività, Produttòre, Produziòne, in
locuzione glb ingl Product manager “Direttore di promozione e vendita del
prodotto”, (Impresa) Product oriented “Impresa orientata a migliorare il
prodotto”, Product test “Prova del prodotto”, eppoi il doppio prefissato
Riprodùrre (RI iterativo) con Riproduttìvo, Riproduttività, Riproduttòre e
Riproduziòne, la composizione Riprografìa o Reprografìa (Riproduzione e
Grafia) attraverso il ted REPROGRAPHIE con Riprogràfico o Reprogràfico.
Ridùrre da REDUCERE (RE d’inversione) o i desueti Redùrre con
Redùcere, Ridùcere, Riducènte, i correnti Riducìbile con Riducibilità,
Riducimènto, Reducìsmo e Reducìstico, eppoi Ridòtto o Ridùtto, Riduttìvo,
Riduttòre, Riduziòne o Reduziòne con Riduzionàle, eppoi Reduttàsi
“enzima” attraverso l’ingl REDUCTION e suff chimico ASI. Subduziòne da
SUBDUCTIONEM dal Pp SUBDUCTUS di SUBDUCERE (SUB sotto)
“sprofondamento di una zolla terrestre sotto di un’altra sino alla dissoluzione
(in riferimento a movimenti tellurici). Tradùrre (TRANS attraverso) con
Tradòtto, Tradòtta, Traduttòre, Traduttìvo, Traduziòne, Trasdùrre con
500
Trasduttòre e Trasduziòne (termine fisico, da Condurre, cambiando il
prefisso da CUM a TRANS), il composto Traduttologìa; ed infine Sedùrre
da SEDUCERE (prefissato SE con valore di condurre via con sé) o
Sedùcere con Sedòtto, Seducènte, Seducìbile, Seduttìvo con Seduttività,
Seduttòre, Seduziòne.
Il suff IVO, aggettivante per sostantivi e deverbali, è di forma elementare, vrs
connesso con il celt IWE attivo, da questo l’onomastico Ivo con Ivonne.
1
\ Metonimia Sineddoche
Metonimìa o Metonomìa, con Metonìmico, dal gr META cambiamento e
ONYMA nome, donde “guadagnare con sudore” sta per “lavorare con fatica,
sacrifici” e Sudore è la metonimia di “lavoro faticoso”; eppoi con
Metonomàsia dal gr METONOMAZO chiamo con un nome diverso cui
Metònimo questo il nuovo cognome assunto a seguito di una Metonomasia.
Da non equivocare con il lemma Metònico, il quale prende il nome
dall'astronomo greco Metone (V° sec aC), in locuzione Ciclo
metonico che è basato sull'esame di 19 anni solari corrispondenti a
235 mesi lunari.
Sinèddoche dal gr SYN insieme e DECHESTHAI accogliere, donde
“costruirsi un tetto” sta per “costruirsi una casa”; Tetto è la sineddoche di
Casa.
Metonimia si è attestato correntemente includendo anche (unificandosi con)
la Sineddoche. Gli esempi possono continuare con “leggere Manzoni”
(quello che ha scritto) o “mangiare un piatto” (ciò che contiene), figure che
si differenziano dalle Metafore, dove il rapporto è virtuale, come “ascoltare
un dolore” (un lamento).
In estensione, dire Pneumatico, (gr PNEUMA soffio) in relazione al
contenuto, invece di Gomma (gr KOMMA) questo in relazione al materiale
dell’oggetto.
\ I mesi
Mèse, dal lat MENSIS, stando al suo etimo ME misurare, è la dodicesima
parte dell’anno, vale a dire una unità di misura e ogni mese,
tradizionalmente, ha un proprio nome; in percorso Mesàta e i più latini
Mensìle con Mensilità, Mensilmènte e il prefissato Inframensìle, Mensuàle
con Mensualità e Mèstruo o Mènstruo dal lat MENSTRUUS, che vale
appunto mensile con Mestruàle.
Dal gr MENOS mese l’ital ha coniato, oltre a Mestruo (altrove analizzato), il
termine Menopàusa, che vale “interruzione dei mesi” (delle mestruazioni),
composto con Pàusa, cui Posàre, dal lat PAUSARE fermarsi eppoi Menàrca
composto col suff ARCA che vale inizio, quindi “prima mestruazione”,
Menofobìa “paura delle mestruazioni”, Menorragìa (col gr RHAGIA
rottura) o Menorrèa “aumento anomalo del flusso mestruale” con
Menorròco (col gr RHEO scorro) e Menòstasi (con Stasi, vale “cessazione
patologica”).
Da MENOS, ancora, con suff LOGOS, ci è pervenuto Menològio “libro dei
mesi, calendario”.
Per Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Settembre, Ottobre, Novembre e
Dicembre Ved terzine attinenti.
501
Gennàio, dal lat IANUARIUS, è dedicato al dio Giano, cui l’ant onomastico
Gianuario e il ricorrente Gennaro. Partendo da Gianuario - dal lat
IANUARIUM pertinente a Giano e successivamente relativo a Gennaio, il
mese di Giano - per congiungersi con il termine lat GULA gola, fu coniato il
volg garganico Giancularie – talvolta Giangulatorie - che sta a sintetizzare le
ghiottonerie per la ricorrenza della festa del dio Giano, qui venerato, più
recentemente per ogni ricorrenza festiva, oggi esteso semant a qualsiasi cosa
buona, quali dolcetti, taralli e simili. Curioso, ma non tanto coincidentale,
l’assonanza con Giaculatòria “preghiera che si getta (invia) al Dio” dalla
locuzione lat PREX IACULATORIA cui prece e giaculatoria questo dal
verbo volg IECTARE già class IACTARE scagliare, vrs durante la festività,
quando, assolto il dovere religioso della Giaculatoria, tutti ricorrono alle
Giancularie. Dalla locuzione lat IN GULA l’ital ha coniato Ingòlla ed
Ingollàre, poi, ispirandosi al volg INGLUVIARE, il lemma Ingoiàre; il
percorso di GULA continua con Strangolàre, dal lat STRANGULARE già gr
STRANGALOO, Strangolamènto, Strangolatòre, Strangolaziòne, Stràngoli e
Strangugliòne “singhiozzo soffocante” specifico dei cavalli e solo
ironicamente relativo all’uomo, con il composto Strangolaprèti o il snm
Strozzaprèti poiché il long aveva il proprio termine STROZZA per gola, cui
l’ital Stròzza, Strozzàre con Strozzamènto, Strozzàto, Strozzatòio,
Strozzatòre, Strozzatùra, Stròzzo nel senso di “usura” cui Strozzinàggio,
Strozzinèsco e Strozzìno, ancora il composto Strozzascòtte (con Scotta) e la
sovrapposizione Stròzzule (con Gorgozzule).
Strozzamento per accezione di reato avviene tramite le mani diversamente
dallo Strangolamento, questo mediante strumenti quali foulard, fascette
autostringenti, corda…).
Fuori percorso Strozzière “addetto alla falconeria”, questo dal franc
moderno AUTOUR astore, già ant OSTORIER da OSTOR, prvz ASTOR,
eppoi Strùzzo, la cui vita media è di 50 anni, questo dal lat STRUTHIO già
gr STRUTHION con Struzionifòrmi (l’Ordine).
\ La storiella dello struzzo che nasconde stupidamente il capo sotto la sabbia quando
minacciato, cui la locuzione Fare come lo struzzo è una falsità storicamente indotta da
Plinio il Vecchio; il tutto è nato dal fatto che gli struzi nidificano in una buca sotto il
terreno, e nemmeno tanto profonda, dove porgono il cibo ai loro piccoli. Un uovo di
struzzo conterrebbe 22 uova di gallina.
Al cap 39 della Bibbia di Giobbe, tale considerazione è confermata dal capoverso “ …
perché Dio gli ha negato (allo struzzo) la saggezza e non gli ha dato in sorte
discernimento. \
Strùzza, infine, che sta per “balestrone”, è di un precedente Astùzza, questo
dim volg di Asta, con aferesi della A ed epentesi della r (Struzza da
(A)Stuzza), il cui snm è Livàrda omologismo dall’ol LIJWAARTS sotto
vento attraverso il franc LIVARDE.
Il termine Gola, dal lat GULA, presenta assonanza con Ugola-ùgola, la sua
rad GWER inghiottire ha infatti il gruppo letterale GW in comune con la rad
UGWA di Uva; snm di Ugola, infatti, è il fig Stàfile “grappolo d’uva” cui
Stafilìno “relativo al palato e all’ugola” con l’omn Stafilino “sorta di
coleottero”.
502
Nel percorso rad di GWER, l’ital conta il sostantivo Ghiòtta “leccarda”,
l’aggettivo Ghiòtto con Ghiottòne e Ghiottonerìa col prefissato
Inghiottonìre, eppoi i prefissati dal lat GLUTTIRE già inghiottire cui
Inghiottìre da INGLUTIRE con Inghiottimènto, Inghiottitòio “voragine”,
Inghiottitòre con IN illativo e Ringhiottìre (doppo pref iterativo RI),
Deglutìre con Deglutiziòne di tarda mutazione da Inghiottire col pref DE
conclusivo. Ugola, allora, data la sua forma anatomica, non sarebbe che il
dim lat di Uva. Il lemma ormai disperso Uvola-ùvola, allora, è oggi
riadattato in Uvula-ùvula, cui Uvulàre, Uvulìte, che valgono Ugola, il
relativo non corrente Ugolàre e l’infiammazione all’Ugola. Il rumore
nell’inghiottire ha il suo onomatopeico in SC FL cui Scuffiàre. Il lat conta
ancora BRONCHUS già gr BRONKHIA per gola o trachea cui Brònco
meglio Brònchi, con Bronchìte (suff medicoITE)
e Bronchìtico,
Bronchiàle, Bronchiòlo con Bronchiolìte (suff medico ITE), sovente in
composizione quali Bronchiettasìa o Bronchiectasìa col gr EKTASIS
distensione da TEINEIN tendere prefissato EK fuori cui l’ital Ectasìa o
Ettasìa con Ectàsico o Ettàsico “dilatato”, ECTASIA o ETTASIA per
composizioni; eppoi Bronchiògeno, Broncocostrittòre, Broncodilatatòre,
Broncografìa, Broncogràmma, Broncolìtico, Broncologìa, Broncopleurìte,
Broncopolmonàre con Broncopolmonìte, Broncoraggìa col gr RHAGE
eruzione, Broncoscopìa con Broncoscòpio, Broncospàsmo, Broncostenòsi
col gr STHENOS forza, Broncotomìa
L’anatomico Bronchi dal gr-lat BRONKHIA-BRONCHUS (la cui
diramazione ricorda quella rami) è vrs connesso fig con un precedente
termine cui il lat BRONCHUM stermo-ramo donde l’ital omn-snm Brònco
“ramo” con Broncòne (grosso ramo) e un obsoleto avverbio Broncolòni, il
franc BRONCHE cespuglio e il devb EMBRONCHIER vacillare (come un
cespuglio) donde l’esot Bròncio con Imbronciàre o Imbroncìre e
Imbronciàto.
Giùgno dalla locuzione IUNIUS MENSIS mese di Giunone, dedicato alla
dea lat omologa della gr ERA, consorte di Giove e protettrice delle donne,
del matrimonio, del parto, vrs connesso col tema YEU giovare, YEUW
vivere. Nell’antica Roma, infatti, IUNO è lo spirito della donna diversificato
da GENIUM, lo spirito dell’uomo. Dall’agionimo Giunone dal lat JUNO
JUNONIS si ha Giunònico e Giunònio. Giùgnolo vale “frutto che matura in
giugno”.
Lùglio, invece, è alla memoria di Giulio Cesare, il disgraziato condottiero
romano nato giusto in quel mese, che da lui prenderà il nome IULIUS
(morirà assassinato a marzo). IULIUS, nome storico del patriziato romano,
ricorre nell’onomastica in Giulio, con Giuliano da IULIANO discendente
dei Giulio e Giulietta, in concorrenza col più ant Giulio questo dal troiano
IULO “relativo a Giove”, il figlio di Enea.
Agòsto, dal lat AUGUSTUS, lo è dell’imperatore Augusto, dalla locuzione
AUGUSTUM MENSEM mese augusto. In percorso Agostamènto attraverso
il franc AOUTEMENT con AOUT agosto, Agostàno o Agostìno.
L’onomastico Augusto, infatti, ha una variante in Agosto cui il relativo
Agostiniàno e, in omn, il dim Agostìno e l’aggettivo Agostìno questo, snm
503
di Sìlvio, relativo ad un tipo di carattere tipografico.
\ Uva Vite
Dalla rad UGWA, si ha Uva-ùva, Uvàceo, Uvàggio, l’aggettivo Uveo-ùveo e
Uvìfero. “Uva passa” è definita con l’omologismo Zibìbbo, dall’ar ZABIB.
Eppoi il dim Uvètta, il composto Uvìfero.
Termine alieno, ma fig connesso in anatomia, è Uvea-ùvea con Uveàle e
Uveìte snm di Iridociclìte (nei Vertebrati).
\ L’Uva, da tempi immemorabili è il simbolo di buon auspicio.
Maria Uva, d’origine franc (Duval di Lourds?) intonava canti patriottici a Suez, al
passaggio delle navi con le truppe italiane, negli anni di conquista dell’Africa. Vivente
al 28 maggio 01, ultranovantenne ha detto “Ho fatto quello che ho potuto per la guerra
d’Africa; ho fatto il mio dovere.” \
Restando in ambito, Tràlcio, con i prefissati Intralciàre (pref IN illativo),
Intralciamènto e Intràlcio, Rattralciàre con Rattralciatùra (doppio pref Ri
AD), Stralciàre, Stralciatùra e Stràlcio (S sottrattivo), è dal lat TRALUCEM
già TRADUX ramo di vite, il cui snm Sarmènto o Sermènto, con
Sarmentòso o Sermentòso, è dal lat SARMENTUM da SARPERE potare
(nello specifico, le viti). Vìte (omn di Vite meccanica) è dal lat VITEM da
rad WEYE curvo (i rami della vite, ossia i tralci, sono naturalmente curvati)
cui Vitàcee (la Famiglia), Vitàlba dalla locuione lat VITIS ALBA “vite
bianca”, Vitàto “coltivato a viti”, Viterìa, Vitìcchio da VITICULUM,
Vitìccio, snm di Vignuolo, con Viticciòso, Vitìcolo con Viticoltùra e
Viticoltòre, Viticultùra con Viticultòre, Vitìfero, Vitìgno, il fig Vitìneo
(termine artistico), Vitivinìcolo (con Vinicolo) cui Vitivinicoltùra con
Vitivinicoltòre, Vitivinicultùra con Vitivinicultòre; Vìtice dal lat VITEX
“arbusto delle Verbenacee” snm di Agnocàsto da AGNOS entrambi dalla
locuzione lat scientifica VITEX AGNUS CASTUS vitice puro ispirata al lat
AGNUS CASTUS agnello casto sintetizzato in “puro” cui il composto
Eleàgno (con ELAIA oliva e AGNOS agnocasto) e Eleagnàcee (la
Famiglia), eppoi Vitilìgine (malattia cutanea) dal lat VITILIGO ed entrambi
vrs connessi in maniera fig.
\ Il frutto dell’Agnocasto o Albero della castità, nel Medioevo era consumato nei
conventi perché si credeva favorisse la castità \
Dal gr KLEMA tralcio di vite, connesso con KLAO rompo, si ha Clemàtide
o Clematìte sorta di pianta delle Ranuncolacee.
Dalla stessa rad WEYE curvo cui il lat VIERE curvare, per una
connessione fig si ha il nome d’azione lat VITIS, cui Vìte (omn di Vìte
botanica), Vitìcchio, Vitàme (suff AME per collettivi), Viterìa, Vitòne, i
prefissati Avvitàre (AD allativo) con Avvitamènto, Avvitàta, Avvitàto,
Avvitatòre, Avvitatrìce, Avvitatùra, Avviticchiàre con Avviticchiamènto,
Invitàre (IN illativo) che sta per “avvitare” (omn di Invitare “ospitare”),
Svitàre (S sottrattivo) con Svitamènto, Svitàto e Svitatùra.
L’idea della Vite di giunzione è sorta dalla Coclea di Archimede, detta anche
Vite di Archimede, un meccanismo per la sollevazione dell’acqua, diversa
dalla ruota. Dopo diverse applicazioni, la vite di connessione apparve nel
XV sec seguita dalla punta del trapano nel 1744 e dalla vite a croce nel 1934
altrimenti detta Vite Phillips dal suo inventore H. F. Phillips.
In gr, la Vite botanica è AMPELIS AMPELIDOS cui, in complanare,
504
Ampelidàcee (la Famiglia, snm di Vitacee) e il pref AMPELO per
composizioni quali Ampelodèsma (col gr DESMOS legamento, altrimenti
detto Saracchio), Ampelografìa, Ampelogìa, Ampelotecnìa, Ampeloterapìa
(snm di Botrioterapia “dieta curativa con esclusivo consumo di uva”).
DESMOS legamento, riappare in composizioni scientifiche con DESMO
svoltosi in tendine, quali Desmologìa con Desmològico nella terminologia
anatomica, eppoi Desmomiàri (Ordine di Tunicati, con il lat MYS muscolo),
Desmopatìa, Desmosòma, Desmotropìa con Desmòtropo.
\ Gotto Gozzo Gusto
Il termine Gòtto è dal lat GUTTUS bicchiere (connesso con GUTTA goccia)
dal gr KOTHON recipiente cui Gùtto “piccolo vaso per profumi”, eppoi
Gottàzza o Gottàzza e Gottàzzo” grossa cucchiaia di legno per tirar via
acqua dalle imbarcazioni”, Gottàre o il prefissato Aggottàre con
Aggottamènto e Aggottatòio; Gòtto è ancora una storica unità di misura
veneziana per i liquidi corrispondente a 1,9 lt; oggi nel volg veneto un gotto
è adottato nel senso di un bicchiere (di vino).
Eppoi Gùtto questo semantizzatosi gola attraverso il lat fig GUTTUR gola,
cui Gutturàle, Gutturalìsmo, Gutturalizzaiòne, il neologismo Guttàggine
“brutto-scadente”.
Partendo da un rad comune, in attestazione semant diversa, attraverso
macchinosi percorsi ed inc lemmatici, anche con la serie onomatopeiaca GR
GR, l’ital conta Gòrga (canna della gola) o Gorgòzza (lat volg GURGUTIA)
o Gorgòzzo cui il dim Gorgozzùle connesso con il lat GURGULIS e Gòzzo
questo con Gozzùto e i prefissati Ingozzàre con Ingozzamènto, Ingozzàta,
Ingozzatrìce, il tragico Sgozzàre con Sgozzamènto, Sgozzatòre e
Sgozzatùra; dalla corruzione toscana Gogio (per Gozzo), l’ial conta il pref
Trangugiàre con Trangugiamènto, Trangugiatòre e Trangugiatòrio.
Dal lat INGLUVIES gozzo l’ital conta Ingubbiàre attraverso il passaggio da
un GUBBIO del XIII sec, vrs in connessaione fig con il toponimo umbro
Gubbio.
Il percorso conta Gozzovìglia, già Godovìglia, cui Gozzovigliàre dal lat
GAUDIBILIA cose godibili e Gozzovigliòso, dove Gozzo e Godimento si
sovrappongono. Dal tema med GABA gozzo, l’ital ha ottenuto il denm
Gavazzàre “ingrossare il gozzo” con il prefissato (S intensivo) Sgavazzàre,
Gavìgne dal lat GABINIUS appartenente al gozzo, Gavòcciolo “bubbone”,
l’esot Gavòtta transitato dal franc GAVOTTE, dal prvz GAVOTO, nome
della danza dei GAVOTS, ovvero “dei gozzuti”così chiamati i montanari
alpini (forse da una comunità geneticamente affetta di tiroidismo?). Termine
alieno nel percorso appare Ghiòzzo dal lat GOBIUM, “sorta di pesce” e fig
“zoticone”.
Il percorso prosegue con Gòrgia, Gorgièra (snm di Golètta da “capo
d’abbigliamento” ), Gorgheggiàre cui Gorgheggiamènto e Gorgheggiatòre,
Gòrgo dal lat volg GORGUS vortice già GURGES GURGITIS cui un
poetico Gorgàre, Gorgàta e Gùrgite con i prefissati Ingorgamènto con
Ingorgàre e Ingòrgo, Ingurgitàre e Rigurgitàre con Rigurgitamènto e
Rigùrgito, Sgorgàre on Sgòrgo. Ancora, Gorgogliàre (adottato già nel 1300),
con Gorgogliamènto, Gorgogliatòre e Gorgoglìo, snm di Gorglottàre questo
505
di genesi onomatopeica già adottato dal 1926. Il termine Gorgogliòne
“insetto parassita” dal lat GURGULIO GURGULIONIS variante di
CORCULIO CORCULIONIS, di genesi onomatopeica, non pare in
connessione, bensì una corruzione, cui Curculiònidi (Famiglia di Coleotteri).
Da un inc tra il franc ENCOMBRER e Gorgo, l’ital ha coniato Ingombràre
con Ingombrànte e Ingòmbro, in complanare Sgombràre o Sgomberàre,
Sgombramènto o Sgomberamènto, Sgombratòre o Sgomberatòre,
Sgomberatùra., Sgombràto e il suo ipocoristico Sgòmbro o Sgòmbero, il
composto Sgombranève. L’omn Sgòmbro “pesce dei Tunnidi” è pseudoetim,
ovvero una variante attestatasi dal corretto Scòmbro dal gr SKOMBROS, in
lat SCOMBER.
Dalla Liguria si è esteso il termine Gòzzo nel significato di “piccola
imbarcazione”, vrs nel senso fig di GUTTUS vaso e in veneto Gotto è un
bicchiere di vino, fig da un’ant misura veneziana per i liquidi, che valeva
1,9 lt.
Dal rad GEUS del valore di assaporare, il gr conta GEUOMAI riversatosi
nel lat GURERE il cui intensivo GUSTARE è transitato inv in ital con
l’astratto Gùsto dal gr GEUSIS e il verbo Gustàre donde i prefissati Ageusìa
(A privativo) “ che non si ha gusto”, Degustàre con Degustatòre e
Degustaziòne (pref DE durativo), Disgustàre con Disgustàto, Disgustèvole,
Disgùsto e Disgustòso (pref DIS di opposizione), Sgustàre.
\ Il nome del mitologico mostro femminile Gòrgone, la cui chioma era un insieme di
serpi, tradotto inv dal gr GORGONE già GORGON da GORGOS spaventoso è vrs
connesso fig col percorso di Gorgo poiché si sarebbe assimilato il lat GORGUS gorgo
al gr GORGOS spaventoso. Diversamente da Omero, la Gorgone sarebbe stata più
tardi identificata in una trinità, Medusa questa inv dal lat MEDUSA già gr
MEDOUSA che sta per moderatrice da rad ME-D riflettere svoltosi in signora
dominatrice, Steno che stringe (mortalmente) dal gr STENOS stretto connesso con
STHENOS forza, ed Euriale la più grande (di mole) dal gr EURYS ampio. Derivati,
da Gorgone l’aggettivo Gorgòneo e Gorgònia questo una specie di suggestivi coralli
che con le loro ramificazioni ricordano la capigliatura del mostro; da Medusa,
Medùsa, la creatura marina dei Celenterati cui il composto Discomedùse (l’Ordine,
che col gr DISKOS vale “a forma di disco) e Idromedùsa (con IDRO) e Medusèo
relativo alla Gorgone.
Una sorta di Medusa potrebbe vivere in eterno, pochè ha la proprietà della
metamorfosi in Polipo e viceversa, in ciclo perpetuo. \
MACCHIA MACCHINA MECCANICO
MACCHIA
Màcchia, dal lat MACULA, con i derivati Maculàto “macchiato” e
Immacolàto “pulito” con IN negativo; la semant ha misticizzato
quest’ultimo termine nel senso di “senza peccato-senza colpeinviolato-non profanato”. L’Immacolata per eccellenza è la Vergine
Maria. Il gr conta MIAINO io macchio cui AMIANTOS
incorruttibile e l’ital Amiànto il cui snm Asbèsto è dal gr-lat
ASBESTOS inestinguibile donde il termine patologico Asbestòsi
“malattia incurabile contratta dai minatori”. Il percorso dal lat
506
MACULA conta Màcula, Maculamènto, Maculàre o Macolàre
questo verbo, Maculàre questo aggettivo, Maculàto o Macolàto,
Maculatòre, Maculatùra, Maculaziòne, Màculo o Màcolo, Maculòso,
la locuzione medica Macula lutea, e attraverso il franc MAQUIS
macchia, si contano i glb Maquis e Maquillage.; si potrebbe inserire
un prefisso MACULO per composizioni quale Maculopatìa in campo
oculistico. La locuione Macula lùtea infatti indica un’area del globo
oculare il cui secondo termine è dal lat LUTUM giallo, donde
Luteìza Lutèinico, Lutèola, Luteolìna, vrs connesso col tema di
LUTUM fango per un associazione di colore.
Màcula o Màcola è dim di un tema med MAK MAKKA schiacciare,
dal quale ci sono giunti Màcco “strage” e i prefissati Ammaccàre
“provocare delle imperfezioni, dei lividi” (anche in senso metaf) e i
parasnm Smacchiàre e Smaccàre, quest’ultimo con un proprio
percorso metaforico semant, ha assunto il significato di “umiliare”,
trasformando il pref S sottrattivo in S durativo. Il Màcco, in volg
siciliano Maccu, è inoltre una pietanza a base di fave “ammaccate” e
pare sia l’origine del termine Maccheròne, meglio9 Maccheròni, con
Maccheronàta, i fig Maccherònico e Maccharonèsco; in ambito med
si conta il franc MACARONS “sorta di pasticcino ripieno”.
Maccus “maachera con naso adunco e camicione bianco” era lo
stereotipiodel servo nelle farse latine, omologato nel Pulcinella
napoletano.
Altro derivato dal tema med sarebbe Maccalùba tramite l’ar
MAQLUB rivoltato. Decisamente pseudoetim è invece il termine
Maccarèllo “pesce scombro” dall’ol MAKELARE trafficante, in
senso fig poiché questo scorterebbe le aringhe nelle loro migrazioni,
con la corruzione Manarèllo.
La Màcchia è anche una fitta boscaglia dal complicato percorso, con
l’accr Macchiòne e il verbo Dimacchiàre su modello di Diboscare
(Disboscare), ma anche un tipicità botanica cui la locuzione Macchia
mediterranea. Altri derivati, Macchiaiòlo o Macchiaiuòlo (pittore
nella Firenze del XIX sec, che utilizzava la tecnica delle macchie
cromatiche e luminose), l’omn Macchiaiòlo (chi lavora nella
macchia o fig chi si da alla macchia), Macchiàre, Macchiàtico (il
diritto di ricavare legna dalle macchie comunali), Macchiètta, questo
oltre al logico dim è semant uno schizzo o fig una scenetta teatrale
caricaturale, cui Macchiettìsta e Macchettìstico; infine, Macchiettàre
e Macchiettatùra. Derivato insospettabile è Màglia, con i suoi
derivati quali, Magliàio, Magliàro, Maglierìa, Maglierìsta, Magliètta,
Maglifìcio, Maglìna, Magliòne, Magliòso e Tramàglio questo dal
volg TRIMACULUM rete di tre maglie con le varianti Tremàglio,
507
Tramàcchio e Tremàcchio, i prefissati Ammagliàre (omn di
Ammagliare da Maglio) con l’aferetico Magliàre eppoi
Ammagliatòre e Ammagliatùra, Rammagliàre; il lemma Maglia è
transitato dal prvz MALHA, erede del lat MACULA macchia, fig
dal fatto che l’intreccio con fili di lana, a forma di rete, pare un
complesso di macchie; il lemma, poi, s’è svolto nel capo di vestiario.
\ In omologismo dal giapponese, la lavorazione di piccoli animaletti a maglia è detta
Amigurùmi. \
In tale contesto occorre soffermarci sul noto gioco Gòlf, omologismo
dall’ingl GOLF già ol KOLF mazza-bastone. Dall’ingl GOLF COAT
maglione da golf è nato il Gòlf, snm di Maglione qui
tradizionalmente indossato. In Italia, il primo Campo da golf è sorto
il 12 gennaio del 1903 a Roma, voluto dalla comunità inglese.
L’ingl conta ancora CLUB per bastone (per il golf) con spatola
rinforzata, il quale veniva consegnato ai soci da convocare; il
termine è finito per indicare il circolo o l’associazione stessa.
Un errore comune è pronunciare o scrivere Macchiavelli, insistendo
nei suoi derivati; l’esatto nome del pensatore toscano è N.
Machiavelli (1469\1527), detto confidenzialmente “Il Machia”, cui
Machiavèllico, Machiavellèsco nel percorso di Màchia, Machiòne…
Machiavèlli è, a suo ricordo, anche un gioco delle carte, una
variante del Ramino.
Machìsmo invece, vale “in relazione alle teorie del ted E. Mach
(1838\19169” cui Màchmetro, oppure vale “atteggiamento
mascolino” da MACHO maschio in lingua messicana; due termini,
quindi, omn, pseudoetim l’uno nel percorso dell’altro.
Il gr conta lo specifico SPILOS “macchia” cui Spilogàle “sorta di
moffetta” con GALE donnola.
Col pref MIO (dal gr MYS MYOS topo) l’ital conta Miogàle che
vale Desman, questo “mammifero insettivoro” termine fig inv dallo
svedese DESMAN muschio.
\ Chiazza Piazza
Macchia vale anche Chiàzza, questo dal lat PLATEA piazza eufemismo per
Macchia; il suo devb è Chiazzàre, questo, inc con Stanza, ha dato Schiànza
che vale cicatrice (macchia sulla pelle). La mutazione del gruppo PLA in
CHIA è tipica nel volg mer, dove Piazza è svolta in Chiazza, Piano in
Chiano, Piatto nel più diffuso Chiàtto con il fig Chiattone “individuo
fisicamente largo”; comunque, il gr conta gr KYATHOS coppa la quale è
chiatta, per cui la connessione attraverso la Magna Grecia appare evidente.
Il lemma fig Chiàna “stagno” vale “piatta” dal tema med KLANA acqua
stagnante cui il toscano Chiàna, Chianìno col toponimo Val di Chiana.
Dal termine lat PLATEA ereditato dal gr PLATEIA, da PLATYS largo,
l’ital ha conservato Platèa, Plateàle, Plateàtico “tassa medv per l’utilizzo del
suolo pubblico”, Platelmìnti sorta di invertebrati parassiti, col gr HELMINS
508
HELMINTHOS verme, Platirrìne (Famiglia di mammiferi, col gr RHIS
RHINOS muso-naso), vrs connessi col franc PLATINE piano-lastra. Dal lat
PLATYSMA l’ital conta Platìsma “sorta di muscolo”. Al largo della
Libia, l’ant isola Platea significava appunto “estesa”; il toponimo è
rintracciabile nella città di Platea in Grecia, luogo (piana estesa) della
vittoriosa battaglia greca contro i persiani nel 479 aC. Il termine Piàzza non
è altro che la derivazione dal volg PLAJA di PLATEA, cui Piazzàre con i
prefissati Spiazzamènto, Spiazzàre, Spiazzàto e Spiàzzo (pref S intensivo).
Nel percorso di PLATYS largo l’ital conta ancora Plàtace (genere di pesce)
con Platanìsta “cetaceo” e Platèssa “pesce piatto” altrimenti detto Pianùzza, i
composti Omoplàta (col pref gr HOMOS simile) snm di Scapola, Platidàttilo
e Platicèrco “coda larga” questo col gr KERKOS appendice codale. Termine
alieno Platònico da Platonìsmo relativo alla filosofia di Platone (427/348
aC).
Ed appaiono chiaramente connessi con la rad del gr PLATYS largo-piatto
quei termini quali Plàcca, transitato dal franc PLAQUE, con Placcàggio,
Placcàre, Placcàto, Placcatùra, Placchètta e, quasi
inaspettatamente,
Plàcenta, tutti da PLAX PLAKOS superficie larga e piatta cui Placentàti o
Placentàti (Sottoclasse di mammiferi), Placentàre, Placentàrio,Placentaziòne.
Placenta, poi, è lemma fig dal lat inv PLACENTA focaccia (larga e piatta);
eppoi Plàtina o Platìna questo transitato dal franc PLATINE piano-lastra
MACCHINA
Màcchina, dal lat MACHINA, viene dal gr dorico MAKKAND e gr
attico MEKHANE espediente-congegno, vrs ampliamento del tema
med MAK MAKKA schiacciare-pestare.
\ Un utile arnese diventato, come ogni invenzione umana, strumento di guerra, tant’è
che la mitologia narra di Machimo, una città guerriera, situata fuori del mondo (allora
conosciuto).\
Un antichissimo utensile la MACHINA, che riduceva le cose a
macchia, ovvero le schiacciava, cui progressivamente Macìgno,
Màcina e il dim Macinìno, eppoi Macinàre cui l’iterativo
Rimacinàre, con Macinàbile e Macinabilità, Macinàta, Macinàto,
Macinatòio, Macinatòre, Macinatùra, Macinaziòne, i composti
Macinacolòri, Macinadosatòre, Macinapèpe; altri derivati in ordine
alfabetico,
Macchinàle,
Macchinalmènte,
Macchinamènto,
Macchinàre, Macchinàrio, Macchinàta, Macchinàto, Macchinatòre,
Macchinaziòne, Macchinerìa, Macchinètta, Macchinìsmo (dal XIX
sec), Macchinìsta e Macchinòso col composto in ellissi
Marchingègno “macchina ed ingegno”, la locuzione glb ingl Slot
machine (con SLOT fessura).
Ridurre a macchia vuol dire anche assottigliare, per cui, dal tema più
dolce MACHINA rispetto a MAKKAND-MEKHANE, sono ancora
derivati Macellàre con Macellàbile, Macellabilità, Macellàio,
Macellamènto, Macellàto, Macellàro, Macellatòre, Macellaziòne,
Macellerìa e Macèllo (anche fig), eppoi Maceràre con Maceràbile,
509
Macerànte, Maceramènto, Maceràto, Maceratòio, Maceratòre,
Macereaziòne, Macerìa, Macèrie, ma anche il poetico Macìa o
Macèa “mucchio di sassi” da non equivocare col termine sdrucciolo
Màcie “grande magrezza”, eppoi un raro prefissato Commaceràre
(COM insieme). Macere vale in volg mer “muri con pietre senza
malta” ossia Muri a secco. Ancora, Maciullàre dal lat volg
MACINULARE da MACHINA sovrapposto a Macellare, con
Maciùlla e Maciullatùra.
Attraverso il franc BOUCHERIE macelleria si ha l’omologismo
Buccerìa cui il volg siciliano Vuccirìa.
Nel percorso dovrebbe vrs entrare l’onomastico Maciste, il forzuto
personaggio mai esistito ma che appare nello storico film Cabiria del
1914.
D’identica origine rad dovrebbe invece essere Màglio, dal lat
MALLEUS passato nel volg MALJUS, cui Magliòlo o Magliuòlo,
Maglìsta, il prefissato Ammagliàtòre (snm di Ammagliare da
Maglia); nel gergo degli allevatori, Magliòne indica il bufalo o il toro
castrati, vrs da una attestazione fig poiché esiste la locuzione Toro
battuto quale snm di Maglione.
Il percorso prosegue in Mallèolo con l’aggettivo Malleolàre,
Malleàbile e Martèllo, dal percorso lat MARCUS MARCULUS
MARTULUS MARTELLUS, rinvenuto nel russo MOLOTOV. In
relazione a Martello, l’ital conta Martellàre cui Martellamènto,
Martellànte, Martellàta con Martellàto, Martellatòre, Martellatùra,
Martellìo, Martellìsta, i dim Martellètto e Martellìna, da questo
Martellinàre, Martellinatòre, Martellinatùra, la locuzione fig Squalo
martello. Sorprendente la scoperta archeologia del misterioso
Martello di London.
L’onomastica conta Marco da MARCELLUS piccolo martello quale
sovrapposizione di MARCULUS e MARTELLUS in concorrenza
con Marco da MARTICUS “in onore di Marte” affiancato a Martino
da MARTINUS “relativo a Marte”, dello stesso significato.
\ Il percorso semantico di Macchina è inarrestabile: dal significato primordiale di
Macigno, Leva, Ruota, attestandosi nella definizione di trasformatore d’energia, è
venuto ad indicare computer, elaboratori di Realtà Virtuali, apparecchi interstellari; un
lemma immortale da sempre amico e accompagnatore dell’uomo nella buona e cattiva
sorte, sia in pace che in guerra, e che si fermerà solo alla scomparsa di questi dal
mondo. Il DEUS EX MACHINA era per i latini il dio che appare dalle (fa muovere le)
macchine, passato successivamente alla divinità che risolveva i problemi scenici in
teatro. Oggi, metaf, anche in senso ironico, è quell’autorevole persona preposta ed
attesa per risolvere difficoltà e situazioni d'emergenza e, in epoca di parità tra i sessi, è
saltato fuori il neologismo DEA EX MACHINA. Il termine ritornerà al significato lat
del Deus quando sarà esclusivamente il computer a sostituire quell’autorevole
persona. Macchina per Insegnare è la definizione, già ricorrente negli anni settanta,
che si riferisce allo strumento utilizzato singolarmente dagli studenti, in cui sono
510
inseriti domande programmate, alle quali l’allievo dovrà rispondere digitando un
comando; all’inizio del terzo millennio si può ridenominarla Cattedra Virtuale (da
“Racconti Cisfantastici”, Personaledit 1998 SA).
La prima macchina in assoluto dotata di differenziale - senza di questo non ci
sarebbero state le automobili - fu ideata nel 1895 da Carlo Menon, veneto di Roncade,
Treviso.\
511
\ Molare
Macina è anche Mòla, termine inv dal lat MOLA svoltosi dal lat MOLERE
macinare, cui Molàre (verbo) con Molàto, Molatòre, Molatrìce e Molatùra
da rad MOL genitrice di MELE macinare, l’aggettivo-sostantivo Molàre da
MOLARIS dente, il sett Molàssa (roccia sedimentaria), Molàzza “macina”,
Molènda dal gerundivo lat MOLENDA da macinare cui Molendàre, Molètta
attraverso il franc MOLETTE da MEULE mola, il fig Mòlidi (Famiglia di
pesci di forma discoidale), i prefissati Emolumènto (già compenso per la
macinazione), Immolàre “mettere nella mola” con Immolàto, Immolatòre,
Immolaziòne.
Il volg mer conta un Arrumulare che vale “arrotolare” dall’ant significato di
Mola quale “pietra che ruota”.
Il toponimo Molise, già in corso ai tempi dell’imperatore svevo Federico II,
non ha nulla del percorso di MOLA, poiché racchiude il ricordo della
famiglia dei Conti de Molinis, a meno che l’onomastico non fosse in
connessione con MOLERE macinare, l’attività che li avrebbe arricchiti, il
tramite per l’investitura nobiliare. Lo pseudonimo Molise era stato utilizzato
da Eduardo De Filippo (1900-1984) nei suoi primi impegni artistici.
Il percorso macinare continua con Molinàio, Molinàra e Molinàro,
Molinèllo, Molitòre, Molitòrio e Molitùra da Molìno (lat MOLINUM) con la
variante Mulìno dall’interferenza franc ant MOUNIER, cui Mulinàio o
Mulinàro, Mulinàre, Mulinèllo questo snm di Sbòvo (etim non trovata) nel
marinaresco, la locuzione Mulino al vento storicamente apparso in Persia tra
il 500 e il 900 dC inizialmente per scopi d’irrigazione. In Cina, nel 1210 i
mulini a vento servivano sia per l’irrigazione sia per la macina. Attraverso
ilo franc MOULINER torcere-macinare si ha il glb Moulinè (corretta
accentazione mouliné)
L’interferenza linguistica aveva già prodotto Mugnàio, con Mugnàia, già lat
MOLINARIUS, con un volg Mugnale.
Mòle dal lat MOLES massa pesante (vrs in riferimento fig o semant alla
Mola), s’è attestato nel senso generico di dimensioni, cui Molècola “piccola
mole” con Molecolàre e Molecolarità, le locuzioni Filtro molecolare e Cane
molecolare (così utile per le ricerche a causa appunto della sua capacità di
separare e individuare col fiuto composti diversi) ma anche Molèsto da
MOLESTUS, questi fig infastidire e fastidioso per le dimensioni (mole) cui
Molestàre, Molestatòre e Molèstia. La torinese Mole antonelliana, costruita
da A. Antonelli nel XIX sec, era il progetto, poi abbandonato, per una
sinagoga.
Attraverso l’ingl TO STALK che da cacciare si è svolto in perseguitare, è
sorto il glb Stalking molestie assillanti introdotto quale reato in Italia nella
Legge 38/2009; si sta facendo strada l’omologismo Stalkizzàre con
Stalkizzàta, meno ricorrente Stalkizzàto, o Stalchizzàre con Stalchizzàta.
Molàre in fisica è relativo all’unità di misura Mòle, ipocoristico di Molecola
e il cui simbolo è Mol; Molàre, ancora, è l’aggettivo relativo all’omn Mòla
“massa vescicolare” (termine medico).
Pseudoetim il termine Molinìsmo, con Molinìsta, la dottrina dello spagnolo
Luis de Molina (1536-1600).
512
\ La rad MOL potrebbe essere stato l’abbrivio per l’agionimo Moloch, la divinità alla
quale venivano offerti sacrifici umani, i cui corpi venivano ammassati in un
immondezzaio nella valle di Ennom, a sud ovest di Gerusalemme, vrs dopo essere
stati immolati nel senso semant del termine. La Valle di Ennom, maledetta dal re
Giosia, è altresì indicata con l’omologismo Geènna dall’ebr GE HINNOM attraverso
il lat GEHENNA già gr GEENNA./
\ Mascella
Mascèlla discende da un ant MAK-S-LA, nel percorso di Macchina, dal
tema med MAK MAKKA pestare, schiacciare, svoltosi nel lat MAXILLA
quale dim di un MALLA, questo connesso con MALLEUS martello; in
relazione a Mascella, Ascella sembrerebbe d’identico percorso, ma non lo è
(Ved Sala...).
Il termine originale lat MAXILLA è rintracciabile in chirurgia come pref,
leggi Maxillofacciàle (con Facciale da Faccia), Maxillolabiàle (con Labiale
da Labbra). Il percorso contempla ancora l’aggettivo anatomico Malàre
(omn di Malare da Male) adottato in locuzione quale Osso malare (del
cranio), conta il composto Massillipiède “termine zoologico” con
MAXILLA italianizzato Massilla e PES PEDIS piede.
Il gr conta GNATHOS che sta per mascella, cui il pref-suff GNATO in
Granobdellifòrmi (Ordine di Anellidi, col BDELLA sanguisuga), il
chirurgico Gnatoplàstica, Gnatopòdi (organi dei crostacei per afferrare le
prede, col gr PODOS piede), Gnatostòmi (Raggruppamento di vertebrati, col
gr STOMA bocca), eppoi Agnàti (Sottotipo di Cordati privi di mandibola,
omn di Agnati da “nascita”), Prognàto cui Prognatìsmo e che col pref PRO
vale “mascella sporgente”, Singnàto (pref SYN insieme) cui Singnàtidi
(Famiglia di pesci, cui l’Ippocampo) e Singnatifòrmi (l’Ordine).
Il termine gr GNATHOS s’era svolto nel lat volg GANATHUS cui l’ital
Ganàscia, incrociandolo con Mascella, e i fig Ganascìno “affettuoso o meno
pizzico alla guancia” e Ganasciòne “sberla sulla guancia” intensificato in
Sganasciòne o Sganassòne; eppoi il prefissato Sganasciàòre con
Sganasciamènto e Sganasciàta questo snm di grande risata.
MECCANICO
Meccànico, dal lat MECHANICUS, dal gr MEKKANIKOS di
tradizione ionica rispetto al dorico MAKKAND e all’attico
MEKHANE, sempre a confermare la discendenza del tema MAK
MAKKA.
Da Meccànica (tardo lat MECHANICA) derivano ancora
Meccanicìsmo, Meccanicità, Meccanìsmo, Meccàno (marchio
commerciale 1931), il composto Meccatrònica e Meccatrònico (con
Elettronica), e il pref MECCANO tratto dalla forma attica
MEKHANO per composizioni quali Meccanocettòre o
Meccanorecettòre,
Meccanochìmica,
Meccanografìa
con
Meccanogràfico, Meccanoterapìa e Mechanofobìa che è l’avversione
per i macchinari.
\ Il termine radiativo Macchina è in progressione semant infinita quanto l’esistenza
umana; così vale per l’aggettivo sostantivato Meccànica e per Meccanizzaziòne:
513
Meccanica Celeste (studio delle orbite astronomiche), Meccanica delle Matrici, che è
in alternativa alla Meccanica Quantistica o Meccanica Ondulatoria, Meccanica
Newtoniana (teoria dell’accelerazione di un sistema materiale), Meccanica Statistica
(studio del comportamento della materia in termini di forze e collisioni fra quantità
d’atomi e molecole), Meccanicismo (teoria filosofica in opposizione al Teologismo),
Meccanismi di Difesa (termine freudiano in Psicanalisi). Meccanismo dei Prezzi
(effetto dell’Offerta e Domanda), Meccanizzazione che vale quanto
Industrializzazione...\
Suffisso MACHIA MACO
L’associazione del tema MAK di schiacciare con arma avrebbe prodotto il
gr MACHESTHAI combattere da MAKHE battaglia, per cui esiste dal gr
MAKHIA il suff MACHIA, ormai un fossile lemmatico, che sta per
combattimento, come in Centauromachìa “ combattimento tra Centauri e
Lapiti (un popolo della Tessaglia), Tauromachìa “combattimento con i tori”,
dal lat TAURUS toro già gr TAUROS cui Tòro, incluso il segno zodiacale,
con Torèllo, Torèro o il glb sp Toreador, Toreàre dallo sp TOREAR, i lemmi
fedeli al gr-lat con Taurifòrme, Taurìna e Taurìno, Tauròtrago “Antilope
africana” composto col gr TRAGOS capro, il mitico Minotauro (testa di toro
su corpo umano) connesso a Minòico relativo al gr MINOS Minosse,
l’altrettanto mitico re di Creta. In Sicilia, dall’oronimo Monte Tauro si ha il
toponimo Taormina, località fondata su di esso dai greci.
\ La locuzione di luogo comune Tagliare la testa al toro pare sia stata coniata a
seguito dell’azione di un contadino, che invece di rompere la giara, in cui il suo toro
aveva infilato la testa rimanendovi imprigionato, preferì sacrificare l’animale
decapitandolo \
Il suff MACHIA-MACO si ritrova ancora in Naumachìa “battaglia navale”
(pref NAUS nave), Batracomiomachìa “guerra tra rane e topi” (poemetto
attribuito ad Omero dal gr BATRAKHOS rana cui Bàtrace e MYS topo),
Simmachìa “alleanza” (col pref SYN con). Il figlio di Ulisse, Telemaco, nato
dopo la partenza del padre, sta per figlio di colui che “combatte lontano” da
casa, da TELE e MACO.
Siamo in area indoeur ed allora ecco che salta fuori la connessione dell’ingl
MATCH competizione con il gr MAKHE cui il glb Match in locuzione
sportiva March ball “palla che decide l’esito dell’incontro” snm di Match
point “punto che decide l’esito”, Match race “corsa-gara con due
imbarcazioni a vela”, Match winner “vincitore dell’incontro” dove
WINNER vale vincitore” dal verbo TO WIN vincere di rad indoeur WEIK
combattere (con esito positivo) cui il lat-ital Vincere.
\ “La monomachia non costituisce una vera prova e non è consona al diritto
naturale…” dal secondo libro del “Liber Constitutionem Regni Siciliae” del 1261,
promulgato da Federico II a Melfi. Monomachìa sta per Duello.\
\ Taurini Taurisci
I Taurini popolavano la regione subalpina, a nord e a sud della Dora Riparia;
vrs discendenti dei Taurisci, dal lat. Taurisci, di rad preromana che sta per
“monte”, cui il toponimo Torino dallla locuzione lat AUGUSTA
TAURINORUM “la città dedicata ad Augusto nel territorio dei Taurini”.
AUGUSTA ricorre ancora nei toponimi AUGUSTA PERUSIA oggi
toponimo regionale Umbria dalla popolazione degli Umbri qui insediatisi in
condominio con gli Etruschi, e in AUGUSTA PRAETORIA svoltasi in
514
Augustea cui ellissi Aosta e successivamente nel toponimo regionale, oggi,
Val d’Aosta, l’unica regione italiana che non ha province, cui l’etnonimo
Valdostàno.
\ Bull Bulldog Bullismo
L’ingl conta BULL per Toro, cui il glb Bull nel senso di “rialzo” con la
locuzione Bull market “mercato al rialzo”, opposto a Bear “ribasso” questo
entrato nel gergo dal significato semant di BEAR orso, ispirato alla
locuzione BEARSKIN JOBBER venditore della pelle d’orso dove SKIN
vale pelle, entrambi coniati nel gergo di Borsa a Londra. Eppoi i glb ingl
Bulldog (cane per la caccia ai tori) simile al Boxer cui la locuzione fig
Formica bulldog “particolare formica”, Bull mastiff fig “cane-toro” con
MASTIFF mastino e Bull-terrier con Terrier questo glb dal franc TERRIER
cane di terra ovvero “da tana” dalla locuzione CHIEN TERRIER. Infine
Bulldozer che sta fig per “gran prepotente” vrs sovrapposto, almeno in
ambito ital, a Bullo.
Il ted BULE amico intimo è omn del gr BULE Consiglio di città e da questo
Bulèuta “membro del primo”, vrs in connessione associativa o metaf (amico,
alleato, in Consiglio) nel contesto delle rad indoeur, cui il prefissato Abulìa
(pref A privativo) che vale “sconsigliatezza” con il relativo Abùlico, eppoi
Metabulìa col cambio di pref da Abulìa.
Il succitato ingl JOBBER vale “operatore” da JOB che sta genericamente per
opera-lavoro cui i glb Job center in ital Ufficio di collocamento”, eppoi Job
on call in ital Lavoro su chiamata da TO CALL chiamare cui il glb
borsistico Call “chiamata” con Call center “centralino”, Call girl “ragazza
squillo” termine connesso col gr EKKALEO io chiamo e lat CLAMARE
chiamare,, infine Job sharing “compartecipazione operativa”.
Il ted conta BULE per amico intimo, cui il calco ital d’attestazione negativa
Bùllo (adottato dal XVI sec) con Bullàggine, Bulleggiàre e il famigerato
Bullìsmo “ostentazione aggressiva” neologismo del XX sec, per accezione
di manifestazione giovanile.
\ Teatro Anfiteatro
Teàtro dal lat THEATRUM, dal gr THEATRON, cui Teatràbile, Teatràle o
Teàtrico con Teatralità, Teatralizzàre con Teatralizzaziòne, Teatrànte,
Teatrìno, il fig Teatròne “teatro affollato” e i toponimi d’attestazione
dialettale Zadro, Zairo, Zaro. Anfiteàtro sta per “teatro dai posti situati tutti
attorno” con il pref ANFI che è dal gr AMPHI due parti (lat Ambi), cui
Anfiartròsi, Anfìbio dal gr AMPHIBIOS che vive tutto intorno ovvero in
terra ed in acqua, Anfibiòtico “sorta d’insetto” (col gr BIOS vita), Anfibolìa
con Anfibolìte (suff ITE per minerali) e Anfìbolo dal gr ANPHIBOLOS
ambiguo col snm-omn Anfìbolo “sorta di minerale” con Anfibologìa
“ambiguità” e Anfibològico (pref BOLO dal gr BOLOS di BALLO metto)
utilizzati nella retorica, Anfìbraco (piede metrico in poesia) dal gr
AMPHIBRAKHYS (BRAKHYS breve), Anfìdromo (che corre in due
sensi), il chimico Anfifìlico (col derivato dal gr PHILOS che preferisceama), Anfiglossìa, Anfìmacro (dal gr MAKROS lungo), Anfineùri “Classe
di molluschi” (col gr NEUROS nervo), Anfiòsso dal gr OKSYS acido e fig
acuto vale due parti appuntite, Anfìpodi “Ordine di crostacei” (col gr PUS
515
PODOS piede); un Genere di crostaceo dell’Ordine degli Anfipodi è
indicato con Frònima dal lat scientifico PHRONIMA, dal nome di Frònime
la mitica madre di Batto, fondatore di Cirene.
Il percorso prefissato AMPHI prosegue con il chimico Anfipròtico
(relativo a Protone), Anfisbèna o Anfesibèna “sorta di serpentello” (col gr
BAINO io vado); eppoi Anfora-ànfora (pref adattato foneticamente) dal lat
ANPHORA già gr AMPHOREUS che composto col pref estratto da
PHOREIN portare vale “che ha due manici”, infine Anfizionìa con
Anfìzioni o Anfiziòni dal gr KTYONES che abitano sta per Lega e Stati
membri (attigui) dell’ant Grecia, quasi il prototipo di nazione, federale o
meno.
Scèna, con Scènico, è dal lat SCAENA già gr SKENE scena-tenda con
valore originale di “spazio per disporre le cose”, cui Scenàrio da
SCAENARIUM, Sceneggiàta con Sceneggiatòre e Sceneggiatùra tramite il
napoletano Scenejà “mettere in scena”, il prefissato Proscènio dal lat
PROSCAENIUM già gr PROSKENION da PRO SKENE, e i composti
Scenografìa con Scenògrafo dal gr SKENOGRAPHIA.
In associazione a Teatro, Mìmo è dal lat MIMUS dal gr MIMOS devb da
MIMEOMAI imito, cui Mimàre, Mimèsi, Mimesìa, Mimètica e Mimètico,
Mimetìsmo, il fig Mimetìte (specie di roccia), Mimetizzàre con
Mimetizzaziòne, Mimiàmbo (mimo teatrale), Mìmica e Mìmico, il glb ingl
Mimicry (mimetizzazione di alcuni insetti), Mìmidi (Famiglia d’uccelli), i
composti Mimeògrafo (affine al ciclostile), Mimodràmma, Mimògrafo
(autore di mimi), il prefissato Amimìa (A privativo) “perdita della proprietà
d’accompagnare un sentimento con la naturale ed istintiva mimica del viso;
eppoi, i fig Mimòsa (per le contratture che ricordano un mimo, snm di
Acacia o Robinia), con Mimosàcee (Famiglia botanica), e Mìmulo.
Ancora in associazione a Teatro, la locuzione glb franc Physique du role
“adattamento del fisico al ruolo da recitare” dove ROLE vale l’ital Ruolo
rintracciabile ancora in ingl nella locuzione glb Role game “gioco dei ruoli”,
a comprovare il patrimonio comune indoeur.
Mimesi con valore di “imitazione” è in stretta relazione filosofica con
Metèssi “partecipazione” - questo coniato dalla composizione gr che sta per
Con e Avere – e Parusìa dal gr PAROUSIA presenza.
\ Prefissi *IN - S *E - ES ESO *E - *EX - *SCI - EXTRA - ESTRA
Il pref IN di valore illativo (o intensivo) conserva la tradizione latina e pur
mantenendo le caratteristiche del pref IN negativo (Ved in seguito), in
aggiunta tende a far scomparire la N davanti a S seguita da consonante, cui
Ispezionare, Istradare e tende invece a raddoppiarla incontrando vocali, cui
Innamorarsi, Innanzi, Innalzare, Innacquare... IN si riduce ad I raddoppiando
le consonanti L e R, cui Illanguidire con Illanguidamènto da Languido \
Irretire già Inretìre con Irretimènto.
Si ritrova comunemente per indicare un moto verso l’interno,
un’introduzione, penetrazione, cui Incamerare “dentro la camera”, anche
sotto la forma originale EN, cui EN HARMONIA Enarmonia “che entra in
armonia”, in quella rinforzata IND, cui IND AGARE Indagàre “spingere
dentro”, in quella arcaica ENDO, cui Endocitòsi (composto col gr KYTOS
516
cellula e col suff med OSI), Endòfita (col gr PHYTON pianta) che come
aggettivo vale “animale parassita” e come sostantivo vale “organismo
vegetale” che s’annida nelle piante, dal quale si spera scoprire nuovi
antibiotici più efficaci degli attuali ormai in via di assuefazione e pertanto
sempre meno attivi, cui Endofìtico. Infine, foneticamente adattata, dove la N
diventa M con le consonanti P e B, cui Impastoiàre “dentro la pastoia”,
Empièma “nel Pus” ovvero “suppurazione” dal gr PYON cui il pref PIO pus
in composizioni quali Piocèle (col gr KELE ernia, tumefazione), Piociàneo
(col gr KIANOS azzurro), Piodermìte e Piògeno con Piogènico,
Piopneumotoràce; il termine lombardo Piòda relativo ad una sorta di roccia
alpina vale anche quale linea lungo la quale il granito può essere tagliato e
questo particolare potrebbe far pensare ad una connessione fig con PIO nel
senso di “morbido”.
Il percorso prefissato continua con Embriòne dal gr BRYO cresco con
Embrionàle, Embrionàrio, Embrionàto, Embriònico, il pref EMBRIO per
composizioni quali Embriofìllo (botanica, col gr PHYLLON foglia),
Embriogènesi con Embriogènico, Embriologìa con Embriològico ed
Embriòlogo, Embriopatìa, Embriotomìa con Embriòtomo (col gr TEMNO
taglio).
Il pref IN, si può ritrovarlo in posizione anomala con termini quali, appunto,
Impalare, che non vale dentro il palo, ma, al contrario, è il palo che entra,
ma qui IN può essere considerato con valore di “sopra-su”.
Intubàre (al Pronto Soccorso) è il tubo che entra in gola, oppure ImpaginàreImpaginaziòne-Impaginàto, che non è dentro la pagina, ma il mettere le
pagine in successione dentro il raccoglitore, tipograficamente nel volume in
corso di stampa e, in termini moderni, entro un file-testo di Word.
Il pref IN di valore negativo continua immutato dal lat IN, questo da un
suono indoeur N che in gr sarebbe diventato AN per attestarsi in A (alfa)
privativo; assume diverse caratteristiche grafiche, dipendenti dalla prima
lettera della parola alla quale è saldato.
IN diventa IM saldandosi con le lettere B M P, cui Imbelle, Immodesto,
Impermeabile. IN non cede mai la N saldandosi con S, cui Instancabile.
Inarrestàbile “che non lo si può arrestare, non si ferma o non si riesce a
fermarlo” contiene il pref IN negativo, pertanto non raddoppiabile innanzi a
vocale: non può allora seguire l’eccezione del pref illativo ripresentandosi
“Innarrestabile”; Inèrme sta per “senza arma, privo di difesa”, perché
composto dal pref IN negativo e dal sostantivo Arma, foneticamente
addolcito, avverso all’espressione “In armi”.
La convivenza dei due pref omografi IN è corretta: Inintellegìbile “che non
si può comprendere” (leggere), l’uno IN negativo (non...) e l’altro IN illativo
(dentro la leggibilità).
Il lemma Ininfiammabile “non-dentro-le fiamme” avrebbe procurato però
seri equivoci, per questo appare in via di estinzione irreversibile; in verità tra
il pericoloso Infiammabile e il tranquillizzante Ininfiammabile c'è poco
spazio per comprendere.
Degli esemplari che seguono, esaustivi del pref S, il primo significato è
quello originario; seguono i risvolti semantici o metaforici.
517
Il pref S di valore estrattivo, durativo, intensivo - dal lat EX - è di tradizione
(luoghi di maggiore diffusione) oscoumbra, gr, celt, bal, slava, arm.
S estrattivo Sbalestràre “uscire dal segno-smarrirsi-essere a disagio”, termine
attinto a Balestra.
S durativo Sbandieràre “sventolare le bandiere-ostentare-sfoggiare”, da
Bandiera.
S intensivo Sbalordìre “perdere la conoscenza-impressionare vivamente”, da
Balordo, cui Sbalordimènto, Sbalorditàggine, Sbalorditìvo, Sbalordìto.
Il pref S di valore sottrattivo, privativo, negativo - dal lat DIS - è di
tradizione alb, gr, ger.
S sottrattivo Sbancàre “sottrarre ostacoli per rendere piano un terrenosottrarre ad altri tutta la somma disponibile col gioco, negli affari, con
l’inganno...” da Bànco, questo dal franc BANK asse, donde il prefissato
Abbancàre, eppoi Bancàta, Banchìsta o Banconière, i dim Banchètto (quale
metaf vale “lauto pranzo”), da questo Banchettàre e Banchettatòre, e
Banchìna con Banchinàggio, l’accr Bancòne con Banconière o Banconìsta,
Banchinamènto e Banchinàre , Banchìsa attraverso il franc BANQUISE o
Banghìglia; nel suo genere fem è dal long BANKA cui Bànca, Bancàbile e
Bancabilità, Bancàccia, Bancàle, Bancarèlla con Bancarellàro o
Bancarellìsta, Bancàrio, Bancarizzaziòne, Bancaròtta questo snm di
Fallimento (dall’ant consuetudine di rompere il banco dei commercianti
falliti) con Bancarottière e la locuzione corrente Bancarotta fraudolenta,
eppoi Banchière, quale impiegato di banca, già Tavoliere in ant mestiere
questo attraverso il franc TABLIER. La composizione Banconòta è il ricalco
dell’ingl BANK NOTE, Bàncomat, ancora, è l’ipocoristico della locuzione
Banca automatica, marchio registrato nel 1967. Bancogìro e Bancopòsta
invece sono del tutto ital.
Banco in risvolto fig è presente nelle locuzioni Banco corallino, Banco
madreporico, Banco di nebbia, Banco di pesci.
S privativo Sbadàre “privare di attenzione”, da Badare.
S negativo Sbilanciàre “perdere l’equilibrio-disequilibrio finanziario”, da
Bilancia.
Il pref S prevede la variante in E(EX) solo se estrattivo e durativo in
vocaboli ancora legati al latinismo, cui Evàdere EX-VADERE andare fuori.
Erìgere EX-REGERE sostenere verso l’esterno (il verbo indica dinamica in
linea retta).
Il pref S prevede ancora la variante in ES (di EX) quale pref con valore
estrattivo-sottrattivo, durativo, conclusivo, intensivo, cui Espiantàre con
Espiànto EX-PLANTARE, Esacerbàre EX-ACERBUS, Esplòdere con
Esplosiòne 1 EX-PLAUDERE (contrario Implòdere con Implòso da IN
PLAUDERE); ed ancora il moderno Estubàre al Pronto Soccorso cui il
contrario Intubare. Dal lat PLAUDERE mostrare con rumore-manifestare
rumorosamente l’ital conta Plaudìre questo passato alla coniugazione in IRE
ma con Plaudènte che resta fedele al lat, Plàuso dall’astratto PLAUSUS
approvazione con Plausìbile, il prefissato Applaudìre con Appluditòre,
Applàuso e il composto Applausòmetro; attraverso un onomatopeico franc
CLAQUER sbattere, schioccare, l’ital conta il glb Claque “ gruppo di
518
plaudenti reclutati-seguaci” con l’omologismo Clacchìsta e il glb Claquette
“lamina per suole da Tip Tap”, che in area indoeur è in connessione con il gr
EKKLAEO chiamo, il lat CLARUS sonoro e l’ital Clamare-Chiamare. Da
contare ancora l’onomatopeico Clap “battimano” nel fumetti, omn di Clap
“sasso” questo di genesi prelatina adottato nel friulano cui l’oronimo in
locuzione Clap Savon in Carnia.
Il pref ESO fa sorgere ragionevoli dubbi:
Il pref ESO dal gr EKSO d’origine indoeur vale fuori, in connessione col
verbo lat EXIRE andare fuori, cui Esogènesi ed Esògeno “generato fuori”,
Esosfèra, Esopianèta (pianeta fuori del sistema solare), Esòtico ed Esotìsmo
questo snm di Forestierismo, Esotropìa; eppoi Essotèrico questo col suff
TEROS che vale d’opposizione (alla segretezza) con Essoterìsmo da
EKSOTERIKOS,
Il pref ESO dal gr ESO d’etimo non accertato vale dentro cui Esotèrico dal
gr ESOTERIKOS interiore, intimo, col suff TEROS che vale d’opposizione
(alla divulgazione), snm di Acroamatico, in connesione con il lemma gr
SOTERIA dottrina della salvezza cui Soteriologìa con Soteriològico.
Termine alieno nell’uno e nell’altro percorso è Esopèo o Esopiàno o ancora
Esòpico, relativo ad Esopo noto favolista del VI sec aC.
\ Nella Grecia, gli Esoterici, definizione in complanare con gli Acroamatici di
Aristotele, questi indicato con Stagirìta dal gr STAGIRITES quale abitante di Stagira,
erano coloro che, insegnanti e discepoli, rappresentavano una cerchia intima, le cui
nozioni non erano da divulgare, ovvero non pubblica, al contrario degli Essoterici le
cui cognizioni erano aperte ad un vasto pubblico.
Dal noto filosofo Aristotele (384/322 aC) si contano i relativi Aristotèlico e
Aristotelìsmo.\
L’ital conta ancora il pref ECTO dal gr EKTOS fuori cui Ectodèrma (col gr
DERMA pelle) in correlazione con Endodèrma, Ectòfago, Ectòfita con
Ectofìtico (col gr PHYTON pianta), Ectomìa (col gr TEMNO taglio),
Ectoparassìta, Ectopatàgio (col lat PATAGIUM orlo), Ectopìa e Ectòpico
(col gr TOPOS luogo), Ectoscopìa, Ectotèrmo (col gr THERMOS caldo),
Ectròprion (dal prefissato gr EKTROPION da EK TREPO volgo in fuori);
da non includere il termine Ectrosomìa (col gr SOMA corpo) che con un
pref ECTRO vale “anomalia nella parte posteriore del corpo”.
Il pref EX diventa E indicando compimento, assimilando (raddoppiando) la
consonante seguente, cui Efficace dal lat EFFICAX da EFFICERE (Ved
FACERE Radicale DHE in Beneficato…).
Il pref EX permane inv in espressioni direttamente adottate dal latino, quali
Ex aequo “alla pari”, Excursus divagazione, Ex libris “nota scritta o
cartellino sulla copertina di un libro”.
Esiste il pref SCI quale variante di EX per ragioni fonetiche davanti a
vocale, rintracciabile in Sciacquàre con EX intensivo e AQUARE da AQUA
cui Sciaquìo, Sciacquòne (contenente normalmente 10 litri d’acqua) e i
doppi prefissati Risciacquàre e Risciàcquo. Scialbàre con EX sottrattivo e
ALBARE da ALBUS bianco vale “togliere il colore aggiuntivo per ridargli
il bianco”. Sciampiàre con EX intensivo ed AMPLARE ampliare vale
“estendersi-più che ampliare”. Sciolìna con EX e OLEUM olio, suff chimico
INA. Scioperàre con Sciperàto, Sciòpero e Scioperànte con EX sottrattivo e
519
OPERE vale “togliere al lavoro”; in area glb Sciopero è Strike fig
dall’inglese TO STRIKE colpire cui il termine medico e sportivo Stroke.
Scioràre o Soràre (EX dispersivo e AURA aria) cui Sciorinàre con
Sciorìno. Scìpido o Scipìto o ancora Sciapìto, da EX sottrattivo e SAPIDUS
con Scipidèzza o Scipitèzza, Scipidìre, Scipitàggine. Scipàre da EX
dispersivo e SUPARE vale gettare, connesso con Sciupare e vrs sovrapposto
a Scippare e Scippo.
Infine, esiste il pref EXTRA italianizzato ESTRA, che vale fuori, quali
l’abusato Extracomunitàrio “fuori della comunità europea”, Estradòsso
“superficie esterna e convessa” con una lunga teoria da Extraatmosfèrico,
Extraterrèstre a Extravèrgine (comunemente riferito alla qualità dell’olio
d’oliva), e la forma superlativa Estrèmo da EXTREMUS di EXTERUS
esterno, donde il sostantivo Estrèma cui Estrema destra e Estrema sinistra,
Estremànte cui Punto estremante, Estremàre, Estremìsmo con Estremìsta e
Estremìstico, Estremità con la forma obsoleta Estremitàde o Estremitàte e
l’aferetica Stremità o Stremitàde o ancora Stremitàte, Estremizzàre,
Estremizzaziòne, la locuzione ricalcata pari dal lat IN EXTREMIS, il
termine sportivo Xtreme quale ipocoristico di EXTREME, il botanico
Estròrso dal lat EXTERUS esterno-di fuori, l’aferetico Strèmo con Stremàre
con Stremàto, Stremèzza, eppoi i prefissati Rastremàre (doppio pref RI
iterativo e AD allativo) con Rastremàto e Rastremaziòne, Striminzìre o
Stremenzìre o ancora Streminzìre, Striminzìto. In complanare, l’ital conta il
pref ESTRO che vale EXTRA modellato come INTRO, cui Estroflèttere con
Estroflessiòne, Estroflèsso ed Estroflettìbile, Estromèttere con Estromèsso,
eppoi l’aggettivo Estròrso da EXTRORSUS su modello di Destrorso e
Sinistrorso.
Extra-èxtra è ancora un aggettivo o sostantivo.
Prima dell’inizio del conclave per eleggere il nuovo papa, l’addetto invita i
non interessati a recarsi all’uscita, pronunciando la formula lat EXTRA
OMNES tutti fuori.
\ L’ONU ha designato la dottoressa malesiana Mazian Othman (2010) quale delegata
ad accogliere eventuali extraterrestri che approdino sul nostri pianeta. \
1
Il glb ingl Blowup vale “esplosione”, che in risvolto fig s’è attestato nel significato
di “ingrandimento fotografico”.
\ Inglesismo Anglicismo Anglicanismo
Tra gli Esotismi più ricorrenti, l’ital conta l’Inglesìsmo attraverso il franc ant
ANGLEIS inglese cui Inglèse, Inglesizzàre, in complanare con Anglicìsmo
da ANGLI, questo ant tribù germanica stanziatasi nella Britannia – cui la
penisola Anglia - cui Anglesìte dall’isola di Anglesey, Anglicàno con
Anglicanèsimo o Anglicanìsmo in riferimento alla Chiesa Anglicana,
Anglicizzàre,
Anglicizzaziòne,
Anglico-ànglico,
Anglificàre
con
Anglificaziòne, Anglìsta, il pref ANGLO per composizioni quali
Angloamericàno, Anglofilìa e Anglòfilo, Anglofobìa e Anglòfobo
Anglòfobo, Anglo-ispano, Anglomanìa e Anglòmane, Anglonormànno,
Anglosàssone.
FOLLA FOLLIA FOLA
520
FOLLA
Fòlla, cui i prefissati Affollàre con Affollamènto, Sfollàre con
Sfollamènto e il composto Sfollagènte, è il devb estratto da Follàre,
lat volg FULLARE calcare la lana, particolarmente con la
gualchiera (Ved Gualchiera ...), cui Follòne da FULLONEM
lavandaio, Follatòio, Follatòre, Follatrìce, Follatùra... passato poi
per via metaforica al significato corrente d’oggi. Connesso fig con il
lat FULLARE è Follìcolo “sacchetto” da FOLLICULUS dim di
FOLLIS borsa, con Follicolìna snm di Estrone, Follicolàre,
Follicolìte e un Filugèllo attraverso il volg FOLLICELLUS
sacchettino; in connessione ancora il glb dal franc FOULARD già
prvz FOULAR, cui il dim Foularìno e Foulè, questo indica un tipo
di stoffa ottenuta con la follatura.
A Grottaglie (Ta) un’antica lama entro una gravina è (o era?)
indicata con Fuddanese, corruzione volgare di Fullonese; qui pare
che una colonia ebrea esercitasse l’arte della Follatura della lana.
L’inc dell’aggettivo Fracido con Follare ha prodotto Fròlla e Fròllo,
cui Frollàre con Frollamènto, Frollatùra, Frollìno, Frollìre con il
prefissato Infrollìre, la locuzione Pasta frolla; Frullàre, cui l’iterativo
Rifrullàre e Rifrùllo, con Frullàta, Frullàto, Frullatòre, Frullìno,
Frullìo, Frùllo e Frullòne, invece, sorge da una forma onomatopeica
FRU ronzio cui Frufrù, connessa con Rullare e Rullo. Termine alieno
Frullàna “falce fienaia” o “sorta di ballo”, termine svoltosi in
metatesi da Furlana voce locale per Friulana.
Frusciàre cui il devb Fruscìo e il Pp aggettivato Frusciànte derivano
dall’identico onomatopeico ma ampliato in FR SJ.
\ La Folla può anche farci sentire soli e angosciati; è nato così il termine Follitùdine,
coniato da Virgilio Lilli, incrociando Folla con Solitudine. Se lo Sfoltimento può
essere un termine di positività, nel senso di ridurre la capigliatura, risanare i campi
dall’erbaccia... lo Sfollamènto lo è invece di negatività, sempre associato ai profughi
di guerra, dei terremoti, delle alluvioni... Lo Sfollagente, snm di Manganello e di
Randello, infine, è l'arma di polizia per disperdere gli assembramenti, che non sempre
nella storia dei regimi meritano un siffatto trattamento.\
In ingl MOB vale calca, massa, orda e fig mafia, vrs connesso in
ambito indoeur con la rad MEU spostare, muovere, cui la locuzione lat
MOBILE VULGUS volgo mobile ossia “folla disordinata, gentaglia,
sommossa…”
Termine svoltosi fig in persecuzione a danno dei sottoposti, cui il glb
Mobbing e gli omologismi Mobbizzàre con Mobbizzàto; il Mobbing,
riconosciuto quale reato in alcuni paesi, non lo è ancora in Italia nel
2007.
Il gr conta lo specifico OKHLOS per folla, cui Oclocrazìa “potere
della plebe (ieri), delle masse (oggi)” cui Oclocràtico, Oclofobìa
“paura patologica della folla” in complanare con Demofobia,
521
Oclologìa “studio del comportamento delle masse”.
Folla ha il suo snm in Fòlta, questo fem di Fòlto “addensato” Pp del
volg FULCIRE premere e sostenere cui Folcìre, Fùlcro e il
prefissato Soffòlcere o Soffòlgere o ancora Suffòlcere dal lat
SUFFULCERE col pref SUB sotto cui il Pp Soffòlto o Suffùlto; il
percorso conta Foltèzza e un Foltìre con i prefissati Sfoltimènto,
Sfoltìre e Sfoltìta. Folto (adottato dal XIII sec), a sua volta, ha il snm
in Dènso (dal sec XIV), questo dal lat DENSUS connesso fig col gr
DASYS con molti peli di rad DNSU, cui Densità, i prefissati
Addensàre (AD allativo) con Addensamènto, Addensànte e
Addensatòre, Condensàre (CON associativo) con Condensàto,
Condensatòre, Condensaziòne, Raddensàre (pref RAD da RI
iterativo e AD allativo) con Raddensamènto, il composto
Densimetrìa con Densimètrico e Densìmetro.
Dal gr DASYS peloso, l’ital conta Dasiàtidi “Famiglia di pesci”,
Dasicladàcee “Famiglia di alghe” col gr KLADOS ramo, Dàsipo che
col gr POUS PODOS piede vale “piede peloso” cui Dasipòdidi
(Famiglia di mammiferi quale l’armadillo), Dasipròctidi col gr
PROKTOS posteriore (Famiglia di roditori), Dasiùridi col gr URA
coda (mammiferi marsupiali) e Dasiùro.
Il gr conta PYKNOS denso cui il percorso ital Picnìdio attraverso il
lat PYCNIDIUM, Picnìte o l’esplicito Pyknìte (suff ITE per
minerali), Picnòsi (suff medico OSI) con Picnòtico, i composti
Picnòmetro, Picnonòtidi (Famiglia di Passeriformi Oscini, col gr
NOTON dorso), Picnòstilo (col gr STYLOS colonna).
Il gr conta ancora STEGANOS denso cui Steganòpodi piedi palmatidensi (Ordine di uccelli, col suff dal gr POUS PODOS piede)snm di
Pelecaniformi, Steganùra coda folta-densa (sorta di uccello, col suff
dal gr URA coda).
Altro snm di Folla (adottato dal XIV sec) è Càlca (già dal XIII sec)
dal lat CALX, dal tema mediterraneo KALK tallone, cui il sostantivo
Calcàre “tallone” con un snm sett Calcèstre donde il il composto
Calcestrùzzo, e il verbo Calcàre “spingere col calcagno” (omografo
del sostantivo Calcare da Calce) cui Calcàta, Càlcola (del telaio) e il
prefissato Accalcàre, i termini per accezioni riferiti al cavallo quali
Calcitràre col prefissato Ricalcitràre (RI reiterativo) o Recalcitràre
cui Ricalcitramènto, Ricalcitrànte e Scalciàre (S durativo), eppoi
svoltosi nel generico “pressare” cui Calcatòio, Calcatùra, Càlco
“impronta” cui i relativi prefissati Decalcàre attraverso il franc
DECALQUER con Decàlco, Ricalcàre (RI iterativo) con Ricalcàbile,
Ricalcatòio, Ricalcatùra, il doppio prefissato Rincalcàre (RI iterativo
IN illativo) eppoi i correnti fig Conculcàre cui Conculcàbile,
522
Conculcamènto, Conculcatòre e Conculcaziòne, Inculcàre con
Inculcàto, Inculcatòre e Inculcaziòne, tutti questi con apofonia della
a in u dagli accantonati Concalcare e Incalcare), i composti
Calcomanìa o meglio Decalcomania poiché il primo membro è
equivocabile con il pref CALCO rame, Calcotèca; il derivato
Calcàgno (già nel 1321), snm di Tallone (dal XIII sec), cui
Calcagnàre, Calcagnàta, i dim Calcagnètto e Calcagnìno, il termine
marinaresco Calcagnòlo o Calcagnuòlo ma anche “scalpello per
marmo”, i prefissati fig Scalcagnàre con Scalcagnàto, il composto
Calcastòppa (utensile), Càlce nel senso di tallone, ovvero posto “in
calce”, omn di Calce minerale, pertanto la locuzione In calce, cui un
raro Calceàme “calzature” (suff AME per collettivi) attraverso il lat
CALCEAMEN calzatura, Càlceo, Calceolària “genere di piante
scrofulariacee” dal lat fig CALEOLUS scarpetta e Calceolàto,
Càlcio, questo sia colpo del piede, nel senso di “tallone” sia fig parte
del fucile cui Calciatùra con il prefissato Incalciatùra modellato su
Impugnatùra (IN illativo) e il dim Calciòlo o Calciuòlo. Càlce (il) è
anche l’estremità della lancia sotto il manico.
Il termine composto Calcatrèppola o Calcatrèppolo “pianta
ombrellifera” (dalle foglie spinose, simile al cardo), non pare in
percorso, a meno che non ci sia stata una connessione fig con il fatto
di pestarla e pungersi; il suo snm Erìngio dal gr ERYNGION, poi,
per la sua natura spinosa si può ancora supporre in connessione fig
con ERINNYS di Erinni “personificazione mitologica del male
fisico”.
Nel percorso KALK si conta ancora Calciàre con Càlcio questo dal
lat CALCEM il noto gioco cui Calciatòre, Calciànte Calcìstico eppoi
Calcìno “tavolo che raffigura uno schema per simulare il gioco del
calcio”, omn di Calcino da Calcinare e di Calcino “fungo parassita”.
\ I Mondiali di calcio, furono interrotti nel 1938 a causa del conflitto bellico e ripresi
nel 1950 in Brasile: qui è nato nel 1940 Edison Arantes do Nascimiento, pseudonimo
Pelé alias O rey, considerato il più grande talento mai conosciuto negli stadi calcistici
/
Il percorso continua con il sostantivo Calzàre dal lat CALCEARE e
il verbo Calzàre dal lat volg CALCEAR da CALCEUS scarpa, cui
Càlza, Calzaiòlo o Calzaiuòlo, Calzànte con un snm Calzatòio quale
attrezzo per infilare le scarpe, Calzàta e Calzàto, Calzatòia,
Calzatòre, Calzatùra snm di Scarpa con Calzaturière e Calzaturièro, i
dim Calzeròtto, Calzìno, Calzètta e Calzetto con Calzettàio e
Calzetterìa, l’accr Calzettòne, Càlzo o Calzuòlo, Calzolàio o
Calzolàro, Calzolerìa, l’accr Calzòne con Calzoncìni, i composti
Calzabràca o Calzamàglia, il fig Calzacòrta “inelegante”,
Calzascàrpe (snm di Calzatoio), Calzaturifìcio, Calzifìcio; eppoi il
523
fig pugliese Calzòne, sorta di pasta a disco e ripiegato, ben farcito
(come la calza della Befana) di prodotti locali, infornato o fritto,
talvolta snm di Panzerotto. Incrociando il termine franc GALOCHE
con Calzare è nato il semiomologismo Calòscia o Galòscia, il veneto
Galosse “zoccoli di legno all’olandese”; i prefissati Discalzàre,
Incalzàre, Ricalzàre, Rincalzàre con Rincàlzo, Ricalzàre, Scalzàre
con Scalzamènto, Scalzatùra, Scàlzo con Scalzìsta e Scalzìsti
“corrente naturalistica che crede nella sanità del corpo dal
camminare scalzi” e i composti il fig Scalzacàne o Scalzacàni,
Scalzacapèlli. Gallòccia questo “pezzo di ferro o di legno” in termini
marinareschi arriva attraverso il veneziano Galozza e non è certa la
sua connessione, pur fig, con Galoscia.
\ Il calzino, a causa della sua conformazione geografica, indica fig il Vietnam, così
come Lo stivale la penisola italiana\.
In connessione con il tema KALK, il lat CALLIS indurito dal quale
è stato tratto Càllo da CALLUM, cui Callòso, con il composto
Callìfugo; dal gr TYLOO “rendo calloso” l’ital conta Tilòma e
Tilòsi. Il gr conta KALLICREAS con KREAS carne con il valore di
pancreas (letteralmente carne indurita), cui Callicreìna “un enzima”,
Callidìna snm del biochimico Pèptide questo dal gr PEPTIKOS
digestivo, cui Peptìdico col pref Polipeptìdico, Peptizzaziòne,
Peptògeno, Peptòne, Peptonizzaziòne e il prefissato Dispepsìa
“cattiva digestione”(pref DYS male) con Dispèptico, eppo il
prefissato Polipèptide (col gr POLYS molti),
Il percorso prosegue con Càlle “sentiero” (dal XIII sec) fig “indurito
dai molti passi battuti” con un Càlla (dal XIV sec) cui Callàia e
Callaiòla o Callaiuòla da CALLEM; termine pseudoetim un omn
Càlla “sorta di pianta”che pare sia un errore di copiatura dal lat
CALSA citato da Plinio, il cui snm moderno è Zantedeschìa in onore
dello studioso Francesco Zantedeschi. Eppoi Càllido “astuto” con
Callidità da CALLIDUS attestatosi metaf in “reso scaltro perché
battuto dalle esperienze” dalla locuzione Fare il callo, e Tallòne,
snm di Calcagno, questo un inc del lat TALUS malleolo con Callo
attraverso il franc TALON, cui Tallonàre e Talàre l’abito “che arriva
al malleolo”, i patologici Talìsmo con Talipède e Talalgìa, la
locuzione mitologica Tallone di Achille.
Una frattura al tallone è indicata in gergo ortopedico con Frattura
dell’amante perché s’immagina un amante che fugga attraverso la
finestra per non essere scoperto e che cada in malo modo.
Il percorso semantico ha umanizzato i lemmi Folla e Calca
trasferendoli nel significato di “un insieme straordinario di persone”,
che inevitabilmente premono. La Calca, più della Folla, ha assunto
una sfumatura di pericolosità.
524
Dal long HROFF calca e HROFFIAN schiamazzare, l’ital conta
l’omologismo Rùffa “zuffa collettiva” cui il prefissato Arruffàre (AD
allativo) con Arruffamènto, Arruffàto, Arrùffio, Arruffòne e i
composti Arruffamatàsse, Arruffapòpoli o Arruffapòpoli; vrs, da un
passaggio col significato di “agente provocatore”, appare in
connessione fig il lemma Ruffiàno con Ruffianàta, Ruffianeggiàre,
Ruffianerìa, Riffianèsco, Ruffianèsimo, il prefissato Arruffianàre con
Arruffianamènto.
Dal tema med TURBA confusione, il lat utilizza TURBA folla, già
gr TYRBE, progenitori dei vari Tùrba cui Turbàre dal lat TURBARE
agitare-disturbare con Turbàbile e Turbabilità con gli opposti
Imperturbàbile e Imperturbabilità (IN negativo), Turbamènto,
Turbatìva e Turbatìvo, Turbàto, Turbatòre, Turbaziòne, Turbellàri
(Classe di Platelminti), dal lat TURBELLAE rimescolamento
“Classe di Platelminti”, eppoi Tòrba con Torbièra e Torbòso
attraverso il franc TOURBE già TORBA, Tòrbo o Tùrbo dal lat
TURBUS con valore di Tòrbido da TURBIDUS con la variante
Tùrbido, Tòrbida, Torbidèzza, Torbidità, Torpidùme, e Turbìtto
attraverso l’ar TURBID “composto chimico-vegetale” a comprovare
l’estensione geografica del tema; eppoi i composti Turbidimetrìa con
Turbidimètrico e Turbidìmetro, Masturbàre dal lat MANU
TURBARE agitare con la mano cui Masturbatòre, Masturbatòio,
Masturbaziòne, questo col snm Onanìsmo, dal biblico Onana che
spargeva il proprio seme a terra, cui Onanìsta; eppoi i prefissati
Conturbàre con Conturbànte, Conturbamènto e Conturbaziòne (pref
CUM associativo), Disturbàre con Distùrbo e i desueti
Disturbamènto e Disturbànza (prefisso DIS con valore di “male” dal
gr DYS), infine Perturbàre con Perturbamènto, Perturbànte,
Perturbatìvo, Perturbatòre e Perturbaziòne (prefisso PER
rafforzativo). Dall’ingl si conta il glb Jamming “disturbo” per
accezione riferito alle trasmissioni radio da TO JAM disturbareinceppare cui ancora la locuzione fig Jam session che per accezione
vale “virtuosismi improvvisati di musica jazz”
Snm di Disturbare è anche il prefissato Imbarazzàre, con
Imbarazzamènto, Imbarazzànte, Imbarazzàto e il denm Imbaràzzo,
dallo sp EMBARAZR già ptg IMBARACAR cui la costruzione ital
Sbarazzàre con Sbarazzìna e Sbarazzìno sostituendo il pref IN
illativo con S estrattivo; la vrs connessione fig col gr BARYS
pesante tradurrebbe Imbarazzare con “appesantire” e Sbarazzare
“togliere il peso”. In sp, infatti, il termine vale “essere incinta”, etim
corretto dato il percorso da BARYS pesante.
Il lemma omografo Tùrba “disturbo funzionale”, utilizzato in
525
medicina, giunge attraverso il franc TROUBLE sovrapposto a
Disturbare.
In connessione rad con TURBA l’ital conta il complanare tema med
TURMA folla cui Tòrma. L’assonante Tòrmeno “altura”, invece, è
dal lat TURBO trottola, cui Turbìna attraverso il franc TURBINE,
Tùrbine o Tùrbo con Turbinàre, Turbìnidi (Famiglia di molluschi),
Turbinìo, Turbinòso, Turbolènto con Turbolènza. L’ital utilizza il
pref TURBO per molteplici composizioni da Turboalternatòre a
Turboventilatòre.
Turbànte è fuori percorso, l’omologismo dal turco TULBENT, che
conta anche TURBAN velo femminile, la cui rad ha condotto a
Tulipàno, con una variante in Tullipàno, attraverso il franc
TULIPAN.
\ Premere
Il termine Prèmere è inv dal lat PREMERE con rad PER battere. Da
PREMERE e da PRIMERE, questo con normale passaggio della e in i, è
sorto l’intensivo PRESSARE cui Pressàre, Pressiòne da PRESSIO
PRESSIONIS con i composti ellittici dove PRESSO vale Pressione, cui
Pressofìltro, Pressoflessiòne, Pressofonditòre, Pressofusiòne con Pressofùso,
Pressoinieziòne, Pressòstato (su modello di Termostato) con Pressostatàre e
Pressostàtico, Pressoterapìa, eppoi Prèssa, Pressòio, Pressòre, Pressòrio,
Pressùra, Pressurizzàòre attraverso l’ingl To PRESSURIZE da PRESSURE
pressione con Pressurizzatòre e Pressurizzaziòne, eppoi Prèsso da
PRESSUM, Pp di PREMERE, usato nella nostra lingua quale avverbio,
preposizione, aggettivo e finanche sostantivo, cui l’avverbio composto
*Pressoché vdalla locuzione Presso che, il prefissato Diprèsso solo nella
locuzione A un dipresso, ed ancora il volg Prèscia con Presciolòso astratto
di PRESSARE; infine, con i pref, Appressàre con Apprèsso (AD
PRESSUM), Comprìmere da COMPRIMERE (pref CUM intensificativo)
con Comprimìbile e Comprimibilità, Comprèssa (garza medica ed anche
snm di Pillola) attraverso il franc COMPRESSE da COMPRIMER cui
Compressatrìce, Compressiòne, Compressìvo da COMPRESSIVUS
attraverso il Pp COMPRESSUS, Comprèsso dal Pp COMPRESSUS cui
Compressìbile Compressibilità con Compressòre e Compressionìsta; il gr
conta NASTOS compresso cui Nastìa e Nàstico.
Il percorso prefissato prosegue con Deprìmere (pref DE privativo) cui
Deprimènte, Deprimìbile eppoi Depressiòne con Depressionàrio e la
locuzione meteo Campo depressionario, Deprèsso, Depressòre e gli esot
Depressurizzàre con Depressurizzaziòne attraverso l’ingl PRESSURE
pressione cui Pressurizzàre e Pressurizzaziòne con la locuzione Cabina
pressurizzata dal 1938, Esprìmere (EX fuori) cui Espressiòne con Esprèsso.
Imprìmere (pref IN illativo) cui Impressionàre, Impressiòne, Imprèsso,
Impressionìsmo (tecnica artistica, adottato dal 1883) 1 con
Neoimpressionìsmo (adottato dal 1958, snm di Divisionismo o Puntinismo).
Opprìmere (OB PRIMERE) cui Opprimènte eppoi Opprèsso con
526
Oppressiòne, Oppressìvo, Oppressòre, un obsoleto Oppressàre con
Oppressatòre. Reprìmere, Reprimènda (inv dal gerundivo REPRIMENDA
attraverso il franc REPRIMANDE), Reprìmere (pref RE movimento
inverso) cui Reprimìbile, Repressiòne, Repressìvo con Reprèsso e
Repressòre. Soppressàre e Sopprèssa “torchio” e fig “insaccato”,
Soppressàta o Soprassàta “salume toscano” attraverso il provz
SAUPRESSADO salata e pressata (con SAU sale) snm di Capofreddo con
lo sp SOBRASSADA, Sopprìmere dal lat SUPPRIMERE (pref SUB)
(apofonia della e in i) e Sopprèsso già Soprèsso e Sovrèsso (SO
PRESSARE) cui Soppressiòne, Soppressìvo, Soppressòre. Sprèmere con
Spremùta, Spremitòre e Spremitùra (EX intensivo PREMERE), i composti
Spremiagrùmi,
Spremifrùtta,
Spremilimòni.
Eppoi
i composti
Pressainsilatrìce, Pressapòco con Pressapochìsmo, Pressapochìsta e
Pressapochìstico,
Esiste il termine Sprèssa che identifica un tipo di formaggio di mucca.
L’Imprimitùra (ricorrente dal 1519) è una specifica preparazione che i pittori
stendono sulle tavole, tele e simili per facilitarvi la presa dei colori, renderle
scorrevoli e inalterabili, quali imprimitura a olio, imprimitura a gesso e
colla, diversificatosi da Imprimàtur, questo riportato inv dal lat nelle
pubblicazioni cattoliche e che vale autorizzazione della chiesa, il suo timbro;
nel gergo degli artisti s’ode il snm Ammannitùra, questo da AMMANNARE
apparecchiare cui Ammannàre o Ammannìre dal got MANWJAN
preparare, ed ancora Sciammannàre con pref estrattivo SCI variante di EX;
l’omn Ammannàre vale “raccogliere in covoni o manne” (pref AD allativo).
In assonanza si ha Sciamannàre “sciupare” con Sciamannàto e Sciamannòne
da Sciamànno “abito ebr” da non equivocare con Sciamano.
Il lemma Premùra viene semant attraverso lo sp PRIMOR gran cura,
comunque sempre dal lat PREMERE, cui Premuràre, Premuròso.
Dal franc PURER spremere, cui PUREE, vrs connesso col rad PER, l’ital ha
altresì adottato l’omologismo Purè “passato” con un raro adattamento in
Purèa; dal ted MUS passato, ancora, l’ital conta l’omologismo Musil o
Muesli dal glb Musli (müsli).
Comprimere è anche Schiacciàre, questo dalla serie onopatopeica SC C
comprimere, con una variante toscana in Stiacciàre, cui sovente in doppio
percorso Schiàccia e Stiàccia, Schiacciamènto, Schiacciànte, Schiacciàta e
Stiacciàta, Schiacciàto e Stacciàto, Schiacciatòre, Schiacciatùra, Schiaccìno
e Stiaccìno (sorta di uccello dei Tùrdidi) snm di Forabosco e Sterpazzola, i
composti Schiàccia-àglio, Schiacciaforàggi, Sciaccianòci, Schiacciasàssi,
Sciacciapatàte. Il ligure conta Sciacchetrà, sorta di vino, che sta
letteralmente “schiaccia e togli via” in riferimento alla pigiatura.
1
Nel febbraio del 2008, la Fondazione Buhrle di Zurigo subisce una grave rapina
armata di preziose tele dei maestri impressionisti: Il ragazzo dal gilet rosso di
Cezanne, Papaveri vicino Vethuile di Monet, Il conte Lepic e le sue figlie di Degas,
Castagno in fiore di Van Gogh, per un valore di 112 milioni di euro.
\ Scarpa Tacco Ciabatta Pantofola Sandalo
Sughero
Associato a Calza è il termine Scàrpa, da un tema indoeur rintracciabile nel
527
ted SKARPA e nel gbz KARPATINE sandalo di cuoio, cui Scarpàio,
Scarpàro, Scarpàta “colpo con la scarpa” con l’omn-snm Scarpàta “piano
inclinato”, Scarpèlla “rampone di ghiaccio”, il dim Scarpètta con il fig
Scarpètta “sorta di pianta con fiori a scarpetta” snm di Cipripedio, Scarpièra,
Scarpinàre con Scarpinàta, l’accr Scarpòne donde Scarponcèllo o
Scarponcìno, in locuzione quali Scarpe da ginnastica, Scarpe da tennis,
Scarpe di pezza (così indicate volg le scarpe da ginnastica la cui tomaia era
fatta di tela resistente). Il termine Mocassìno, tipo di scarpa, è l’omologismo
rimbalzato dal franc MOCASSIN ispirato alla calzatura indossata dagli
indiani d’America MOKASIN, in lingua algonchina. L’omn Scàrpa, cui
Scarpàta, è invece dal got SKRAPA che vale sostegno.
\ I Lupari “cacciatori di lupi” utilizzavano uno scarpone, a mo’ di cassa di risonanza,
per riprodurre il verso del lupo.\
Il Tàcco è la la forma mas di Tacca, associando il termine a Scarpa, con il
derivato Tacchettàre dal dim Tacchètto; Tàcca, che vale “incavo-segno”, è
l’omologismo dal got TAIKN con i derivati, fig o meno, Taccàre,
Taccamènto, Taccàta. Tàchia ne è un obsoleto derivato, snm di Truciolo o
Zeppa. Fuori percorso l’omologismo Taccamàcca o Tacamàca dall’azteco
Tecomahiyac attraverso lo sp TACAMACA oleoresina.
Il percorso segue con i prefissati Attaccàre con Attaccàgnolo (col suff di
derivazione volg per nomi di strumento), Attaccamènto, Attaccànte,
Attaccatìccio e Attàcco (pref AD), Intàcca obsoleto snm di Tacca, Intaccàre
con Intaccàbile, Intaccamènto, Intaccatùra, e Intàcco “incisione” e fig “il
reato di chi s’appropria di un bene comune”, Staccàre con Stàcco e
Stacchètto (pref S) cui Distaccàre con Distàcco (doppio pref DI dal lat DE) e
Indistaccàbile (terzo pref IN negativo); dal franc DEGAGER distaccare,
l’ital conta l’omologismo Disgàggio; continua con Taccagnerìa e Taccàgno
(attaccato al denaro), Traccagnòtto o Tracagnòtto o ancora Tarcagnòtto (inc
Taccagno-Tarchiato), Taccheggiàre “segnare il debito con una tacca” questo
anche nel senso fig di “segnare col furto la merce esposta al pubblico” con
Taccheggiatòre e Tacchèggio, Tàccia questo transitando dal franc TACHE
macchia cui il denm Tacciàre, Tàccola dim di Tacca che vale “difettuccio” –
o Tàccolo questo anche con valore di “bazzecola” - da non equivocare con
l’omn Tàccola che è un uccello dal long TAHHALA e con la voce lombarda
Taccola “sorta di pisello dai semi piccoli, mangiabile assieme al bacello”,
Tècca questo dal franc TEKAN segno, ed infine Tècchia questo un inc tra
Tecca e Macchia con un Tecchio “duro” cui Inteccherìto “irrigidito” (anche
dal freddo). Tacchìno (altrimenti detto Pollo d’India) per il suo caratteristico
verso che ricorda il tacchettare è il dim di Tacco ma sovrapposto alla serie
onomatopeica T C 1 colpetto estesa in Toc toc, Tic tic “colpetti lievi”, cui
Ticchettìo, Tìcchio, il suo omn Tìcchio, questo termine in connessione fig,
che sta per “macchiolina” cui Ticchiolàto, Ticchiolatùra, la voce volg
Antìcchia-Nantìcchia “una ticchia-un poco” vrs con l’articolo saldato.
Ancora nel volg, Tacchinare vale diffusamente “inseguire, pedinare”, fig
come un tacchino. Il verso del Tacchino, ma anche delle Faraone, è indicato
con Goglottàre, di genesi onomatopeica GLO GLO che ricorda lo
sgocciolare, cui Glò glò e Goglottìo.
528
Tornando all’onomatopeico T C, c’è da precisare che il TAC vale “un colpo
più forte rispetto al TIC” cui il volg mer Taccaràte “percosse”.
Ciabàtta, con un Ciavàtta e l’accr Ciabattòne, è l’omologismo dal turco
CABATA calzatura persiana donde Ciabattàio, Ciabattàre, Ciabattàta,
Ciabatterìa, Ciabattìno con l’ipocoristico Ciàba, Ciabattòne, con il prefissato
Acciabattàre con Acciabattamènto, Acciabattatùra, Acciabattìo e
Acciabattòne; eppoi un Ciavattìno e l’ipocoristico popolare fig Ciàba che sta
anche per sapientone cui Ciabàre, questo un inc di Ciarlare con Ciabattare.
Il termine Ciabùscolo “insaccato” attestatosi in Ciaùscolo (afonia della b)
potrebbe essere connesso fig con Ciabatta nel senso di contenitore di carne,
ancor più se si pensa allo zampone.
Dal franc SABOT ciabatta, meglio zoccolo, cui SABOTER rumoreggiare
con gli zoccoli (connesso con BOTAN BOTER battere e spingere), l’ital ha
adottato l’esot Sabotàre, Sabotàggio nel significato fig molto più esteso,
addirittura sino alle distruzioni e alla morte. Esiste una seconda versione
sull’origine di Sabotare: termine che sarebbe sorto dal fatto che alcune
operaie tessili per protesta avessero fatto inceppare i macchinari
introducendovi i loro zoccoli e da qui la semantica di Sabotare.
Nel patrimonio indoeur, si rintraccia il termine nello sp ZAPATO scarpaciabatta con ZAPATEADO “sorta di danza popolare”, ZAPATERO
ciabattino.
Pantòfola, cui Pantofolàio, è un termine composto d’origine gbz PAN tutto
PHELLOS sughero e vale quindi tutto sughero, cui Fellèma ed il pref
FELLO in composizioni quali Fellodèrma, Fellògeno, Felloplàstica.
Sàndalo con Sandalìno “calzatura” e fig “barca” dal gr SANDALON e lat
SANDALUS, con Sàndalo “legno pregiato” omologismo dall’ar SANDAL
cui l’estratto profumato Olio di sandalo, forse rad interconnessi, includendo
ancora Sandòne (specie di zattera).
L’ital Sùghero deriva invece dallo specifico lat SUBER con lenizione della b
in v, SUVER, successivamente, transitando dal franc, in GH, cui in
complanare l’ital conta Sùbero “sughero” con Suberìcolo e Sugherìcolo,
Subericoltòre e Sughericoltòre, Subericoltùra e Sughericoltùra, eppoi
Suberificàre, Suberificaziòne, Suberìna, Suberizzàre, Suberizzaziòne; tale
fenomeno della lenizione è accaduto, dopo l’attraversamento dei gruppi
letterali lat Ve Vi nel long Ghie, per Ghièra dal lat VIRIA braccialetto cui
Ghieràto, è accaduto per l’omn Ghièra dal long GAIRO (punta del)
giavellotto dal lat VERU spiedo cui ancora Gheròne con Gheronàto, infine
per GHIERLA dal lat volg AVERULA uccello, cui il rientro in Avèlia o
Avèrla o ancora Vèlia e Vèrla, da tema med VELA uccello con una
ennesima variante in Farlòtto da Averlòtto.
In connessione con VIRIA-Ghiera, una corona intrecciata di fiori, foglie
d’erba è detta Ghirlànda o Grillànda attraverso il prvz GUIRLANDA cui
Ghirlandàio e il denm Ghirlandàre col prefissato Inghirlandàre (IN illativo).
La serie onopatopeica da T s’estende ancora in T R cui Tiritèra (inc con Tirare), T T
B ondeggiare cui Titubànza-Titubàre (lat inv TITUBARE), T TL solletico cui
Titillamènto, Titillàre, Titillaziòne, TR N cui Tran tran, (S)TR TL cui Trìllo, Trillàre,
Strillàre e Trilleggiàre (lat STRIDULARE), Strìllo, Strillòne e, con mutazione in
1
529
(S)TR D Strìdere, Stridìo, Stridòre, Strìdulo.
Lo Strillo è anche un titolo giornalistico di prima pagina per richiamare il relativo
articolo all’interno delle pagine.
\ Folk Pop Country *Tribù
L’omologismo Folclòre o Folklòre, con Folclòrico, Folclorìsta e
Folclorìstico, Folklorìsta e Folklorìstico, è l’adattamento della composizione
ingl di FOLK popolo con LORE dottrina, cui, in locuzione glb, Folk music,
Folk rock, Folk singer, Folg song; per Folk s’intende metaf l’insieme dei
sentimenti delle persone comuni, quelle meno acculturate dalle società
Super-Io.
Il ted conta VOLKS popolo cui il famigerato Vopo (plur Vopos) quale
acronimo di VOLKS POLIZEI Polizia Popolare (Germania Est), conosciuta
glb quale sentinella del Muro di Berlino.
Il termine Folk si diffuse dal 1846, merito di W. J. Thomas, ed include usi,
tradizioni, riti, giochi, canti, miti, leggende e storie tramandate ed è
immediatamente nata una contrapposizione, ancora irrisolta, tra la Cultura
Egemone (ufficiale) e la Cultura Subalterna (folclorica). Fautori della
Cultura di Popolo, espressione delle proprie inalienabili radici, appaiono gli
adepti padani, in contrapposizione con la Cultura Egemone Italiana.
Comunque, nessun popolo ha mai storicamente sorretto nel tempo una
propria cultura, se non nelle espressioni folcloristiche di rigurgito. Altro glb
è il Folkways, che era stato coniato da W. G. Sumner e che indica tutti quei
metodi e le abitudini adottate all’interno delle comunità, utili allo
svolgimento di lavori o di cerimonie, e che per questo diventano
irrinunciabili; oggi, pare sostituito dalla riscoperta del “Diritto alle
tradizioni”, quel diritto delle consuetudini (NOMOS) già ereditato nella
Macedonia dell’egemone Alessandro. Il Folkwang Museum fu il primo
grande museo al mondo d’arte Post-impressionista, aperto nel 1902 a Hagen,
in Westfalia, ma che fu serrato e svuotato dal nazismo che lo considerava
un’esposizione d’arte degenerata. Dall’ingl FOLK all’ital Vòlgo (corretta
accentazione vólgo), con la variante Vùlgo, dal lat VULGUS, le rad WOIHO
e WEIKSLA non dovrebbero essere estranee; la prima sta per Tribù e la
seconda per “territorio di una tribù”. In percorso lat l’ital conta l’aggettivo
Volgàre o Vulgàre e in omn il verbo Volgàre o Vulgàre snm di “Divulgare”
cui Volgàto o Vulgàto con il fem Vulgàta o Volgàta che per accezione
cristiana indica il testo biblico adottato dalla Chiesa, redatto in lat da S.
Girolamo, ed ancora Volgarìsmo, Volgarità o Vulgarità, Volgarizzamènto e
Volgarizzàre o Vulgarizzàre, Volgarizzatòre, Volgarizzaziòne, Volgarmènte,
l’avverbio Vùlgo; eppoi i prefissati Divulgàre (con DIS vale “spandere tra il
volgo”) con Divulgamènto, Divulgatìvo, Divulgàto, Divulgatòre e
Divulgaziòne, Involgarìre (IN illativo).
L’ellittico glb Pop giunge attraverso l’ingl POPULAR popolare, cui, in
locuzione, Pop art, Pop music, Pop star.
Il termine glb Country campagna è snm di un meno diffuso HILLBILLY
composto da HILL monte e BILLY montanaro; è associato anche a musica,
cui COUNTRY DANCE danza folcloristica-popolare.
La differenza tra Folk, Pop e Country non è ben delineata ma si potrebbe, in
530
ottica sociale, definirle cronologicamente, nello specifico relativo alla
musica o al canto.
Pop “rottura dalle tradizioni attraverso nuove melodie gradite alle nuove
generazioni” sprigionato in Europa e negli Stati Uniti già dagli anni
Cinquanta e adottato dal 1964.
Folk “canti di protesta contadina”, ancora contro le tradizionali e
convenzioni, di genesi anglosassone adattato dal 1967.
Country “ballate popolari di campagna” originarie del Sud e del West
americano, adottato dal 1975. Pertanto, in omologismo, il Liscio, ovvero
canti e balli romagnoli appartiene al Country, la salentina Taranta o Pizzica
è un Folk.
Il termine Tribù, contrariamente a quanto si creda sia d’origine esot, è dal lat
TRIBUS, di rad praticamente dispersa; si presume connesso al numero Tre
ed indicasse la terza parte di una collettività, in una etnica suddivisione, un
po’ come il quartiere rappresentava la quarta parte di una città, il sestiere a
Venezia (sesta parte). Dal lemma TRIBUS l’ital conta Tribàle, Tribalìsmo,
Tribuìre dal lat TRIBUERE, Tribùna, Tribunàle, Tribunalèsco, Tribunàto,
Tribunèsco, Tribunìzio, Tribùno, Tributàre, Tributàrio, Tributarìsta, Tribùto.
Tribuno vale quindi “rappresentante del popolo (delle tribù)” che si avvale
della Tribuna (cattedra popolare) così come Tributo è il dovuto fiscale da
parte del popolo; con tale dialettica etimologica, allora, la locuzione
Tribunale del popolo appare pleonastica.
\ Le Tribù erano dovute per ognuna a dotare l’Assemblea delle curie (COMITIA
CURIATA) di dieci Curie e di dieci Centurie all’esercito.
I Comizi Tribuni contavano trentacinque tribù, diversamente dai Comizi Centuriati
costituiti da otto classi di censo, questo composto da Centurie che andavano dal
numero di ottanta per i cittadini di prima classe (reddito di 10.000 denari) a quattro per
gli artigiani e ad una sola per i proletari.\
Il percorso prosegue nei prefissati Attribuìre con Attribuiziòne e Attribùto
(pref AD allativo), Contribuìre con Contribùto e Contribuziòne (pref COM
associativo), Distribuìre con Distributìvo, Distribuìto, Distribuzionalìsmo e
Distribuziòne (pref DIS dispersivo), Retribuìre con Retribuìto, Retributìvo,
Retributòre e Retribuziòne (pref RE iterativo-denominativo), il composto
Maldistribuìre con Maldistribuziòne dalla locuzione Mal distribuire in
opposizione a Ben dstribuire.
Dallo specifico gr NEMEIN distribuire cui Nemesis la dea distributrice della
giustizia, l’ital conta Nèmesi con valore di evento negativo ma auspice di
successivo periodo fortunato.
L’ar conta QABILA per Tribù, cui l’omologismo Cabìla, riferito alla tribù
patriarcale dei beduini, in connessione con QAID capo tribù cui
l’omologismo Càid.
FOLLIA
Follìa-Fòlle, dal lat FOLLIS pallone ha semant assunto valenza di
“testa vuota”, variando l’onomatopeica della serie P(H)L P(H)L,
B(H)L, D(H)L soffiare, che ci ha portato Folàta. Da “testa vuota” a
“matto”, con ogni sfumatura possibile, il passo semantico è stato
breve. E così da Follia “alienazione mentale” sono derivati i
531
metaforici Folleggiamènto e Folleggiàre. Il Folle è stato l’epiteto del
francese Carlo VI (1368/1422) in sostituzione del precedente
Beneamato.
Il nome d’uccello Fòlaga dei Rallidi,con la variante corrotta
Stròlaga, non ha nulla del percorso onomatopeico PHL, pur fig
associato al soffiare del vento, poiché deriva dal lat FULICA con
lenizione sett della c in g e il normale passaggio della i (vocale
postonica) in a per parole sdrucciole come è accaduto a Cronaca, a
Tonaca e a Cofano..
FOLA
Fòla è dal lat FABULA favola, fiaba con lenizione totale della b
intervocalica a(b)u da preferenze sett, per cui FABULA-FAULAFòla, con mutazione fonetica di au in o. Il percorso è accostabile al
fenomeno per cui PARABOLA narrazione diventa Paròla 1
addirittura con sincope del gruppo letterale intermedio ab.
Il termine Paràbola “narrazione” cui Parabolàno “ant setta cristiana”,
Parabolòne è il termine fig dal gr PARABOLE confronto e,
direttamente da questo, l’ital conta l’omn-snm Paràbola “curva
piana” con Parabòlico, Parabolòide e Parabolòidico o Paraboloìdico.
Parlàre, questo anche sostantivato, è quindi da PARABOLARE
attraverso un passaggio da PAROLARE (con sincope del gruppo AB
e successivamente di O), cui Parlàbile, Parlàgio o Parlàscio 2,
Parlamènto con Parlamentàre, Parlamentàrio, Parlamentarìsmo con
Parlamentarìsta e Parlamentarìstico, il dim Parlamentìno, il Ppres
aggettivato Parlànte con Parlantìna, Parlàta, Parlàto snm di Parlato
da Pari, i neologismi politici Parlamentizzàre e Parlamentizzaziòne,
Parlatòre, Parlatòrio, l’iterativo Parlottàre con Parlottìo, Parlucchiàre,
eppoi Farabolòne in metaplasmo da Parabolone o Farabolàno o
ancora Farabulòne; dallo specifico lat MUSSITARE parlottare, l’ital
conta Mussitàre con Mussitaziòne in connessione col tema med
MUSU muso. Nel percorso di Parlare, i prefissati Riparlàre, Sparlàre
(S intensivo) con Sparlamènto e Sparlatòre eppoi Straparlàre.
Dallo specifico gr KLEDONES “parole considerate di buono o
cattivo presagio” si ha il lemma Cledomanzìa con Cledomànte
riguardo l’arte divinatoria attraverso le parole intese o articolate.
Nel percorso da FABULA, troviamo Follètto, quel simpatico
personaggio da Fola, sovrapposto a FOLLIS testa vuota, che
sembrava scomparso, invece è stato riesumato, ribattezzato
Poltergeist “spirito chiassoso”, termine glb di tradizione tedesca
(adottato dal 1958), giuntoci grazie ai film horror, composto con
POLTER fracasso e GEIST fantasma, incattivito nella letteratura e
nei film, in concorrenza oggi con il secondo glb ingl Gremlin
532
(adottato dal 1994) meno incuboso.
Secondo la ricerca di una rivista letteraria tedesca, la parola più bella del mondo
sarebbe YAKAMOZ, il termine turco che sta per riflesso lunare sull’acqua.
Aristofane (450/385 aC) coniò una parola di centosettantuno lettere per indicare una
sua ricetta gastronomica, ma che è un collage di ingredienti.
2
Parlagio o Parlascio è un lemma medv per indicare aree cittadine “dove più di parla”,
omologato nel mer Ciarriere questo il quartiere popolare “dove più si ciarla”; termine
che può essere considerato un snm di Pittagio.
1
\ *Verbo
Snm ant di Parola è Vèrbo, che sopravvive in locuzione quale Non aggiunse
verbo, dal lat VERBUM cui Verbàle, Verbalìsmo, Verbalità, Verbalizzàre,
Verbalizzaziòne, Verbalmènte, Verbòso con Verbosità, gli avverbi Verbàtim
questo inv dal lat e che vale “parola per parola”, Verbicàusa e Verbigràzia o
Verbigràtia dalle composizioni in locuzione lat VERBI CAUSA e VERRBI
GRATIA entrambi Per citare una parola (testuale da Cicerone) snm della
locuzione Per esempio, il comnposto Verbigeraziòne (con il lat GERERE
portare vale “il chiacchierare”), i prefissati Avvèrbio con Avverbiàle che dal
pref AD presso vale “vicino al verbo”, Deverbàle o Deverbatìvo, Divèrbio
dal pref DIS separazione vale “discorsi opposti”, Provèrbio con Proverbiàle
e Proverbiàre dal pref PRO a favore vale “che rende merito alle parole”,
Univerbaziòne (retorica poetica) snm di Crasi. Il plur lat VERBA di
VERBUM si muta nel volg VERVA cui il corrente Verve “estro” ritornato
però quale glb attraverso il franc.
Il rad di VERBUM parola è WERDHO-WORDHO, cui l’ingl WORD
rintracciabile nei programmi di testo per computer cui il glb Word “parolatesto” in locuzione quali Word processor “elaboratore di testo” e Word
processing “elaborazione di testo” (dove TO PROCESS sta per elaborare),
il ted WORT, connesso con un più ant e semplice WER che avrebbe
condotto ai percorsi di osservare e servo.
Il gr conta lo specifico RHEMA verbo cui l’tal Rèma “parte dell’enunciato”
in correlazione con Tèma “elemento conosciuto”; ad esempio, nell’enunciato
“Il treno giungerà in ritardo”, il soggetto “treno” è il Tema (conosciuto)
mentre “giungerà in ritardo” è il Rema.
VERBUM è l’abbreviamento della locuzione VERBUM TEMPORALE la
parola che indica il tempo dell’azione, un fenomeno d’accorciamento simile
ai termini Messa e Fegato tratti dalle relative espressioni. Il Verbo, per
accezione che indica l’azione, può essere Finito e Indefinito
Il primo caso (Finito) riguarda i verbi di modo con determinazione di
numero e persona, quali l’Indicatìvo in lat INDICATIVUS da INDICARE e
che assegna la certezza dell’azione, il Congiuntìvo dal prefissato lat tardo
CONIUNCTIVUS (CUM associativo) da CONIUNGERE attaccare, unire e
che esprime la possibilità, la volontà e l’irrealtà dell’azione compiuta dal
soggetto; purtroppo, la lingua parlata carente di congiuntivo ha inquinato
l’idioma italiano, quali i corretti “Succeda qualsiasi cosa, io vado ad
incontrarlo” (e non Succede qualsiasi cosa…), “Che fugga pure, lo
raggiungerò” (e non Che fugge pure…), “Non so che cosa voglia, ma lo
vedrò” (e non Non so che cosa vuole…). “Immagino (credo) che voglia un
prestito” è oltremodo corretto rispetto a “Immagino (credo) che vuole un
533
prestito” poiché il verbo immaginare o credo sottintendono una possibilità a
titolo personale e non una realtà; mentre è corretto “Credo che Dio esiste
(c’è)” dove il verbo credere (essere) indica una realtà di fede, una
convinzione, ma dire “Credo che Dio esista (ci sia)” implica che tanta gente
afferma il contrario; il Condizionàle in lat CONDITIONALIS da
CONDITIO condizione e che implica appunto una condizione o
un’attenuazione di desiderio, di richiesta… eppoi l’Imperatìvo dal lat
IMPERATIVUS da IMPERARE comandare e che esprime un’imposizione,
cui Imperativàle, questo adottato nella cognomastica per soprannomi o
cognomi quale Mazzacurati “ammazza i curati”.
Il secondo caso (Indefinito), invece, riguarda il Particìpio dal lat
PARTICIPIUM di PARTICEPS PARTICIPIS che partecipa (alla forma
nominale, ai tempi composti) definito Participio passato le cui desinenze
regolari s’articolano in ATO UTO ITO normalmente secondo le rispettive
coniugazioni (Amare-Amato, Godere-Goduto, Lambire-Lambito) e di là
degli irregolari quali Fatto da Fare, Rotto da Rompere, comunque Pp lat
FACTUM di FACERE e RUPTUM di RUMPERE; l’ital conta ancora il
Participio presente le cui desinenze regolari s’articolano in ANTE, ENTE
Cangiare-Cangiante, Correre-Corrente, Dormire-Dormente.
L’Infinìto dal lat FINIRE quale prefissato (IN negativo) denm di FINIS
limite e sta per azione indefinibile ovvero che esprime se stessa, le cui
desinenze s’articolano in ARE ERE IRE (Amare-Godere-Lambire)
indicando la rispettiva Coniugazione d’appartenenza (tre coniugazioni) del
verbo. Infine il modo verbale Gerùndio questo sintesi della locuzione
MODUS GERUNDI modo di comportarsi riconducubile al lat Gerundìvo,
da GERERE portare-condurre, le cui desinenze s’articolano in ANDO
ENDO (Amare-Amando, Godere-Godendo, Lambire-Lambendo). Il verbo
può essere espresso, qui solo nel Modo indicativo, al tempo Presente (AmoGodo-Lambisco con un poetico Lambo), al Passato prossimo (recente o che
gli effetti dell’azione durano al presente, Ho amato-goduto-lambito), al
Passato remoto (Amai-Godetti-Lambii), al Trapassato sia prossimo (Avevo
amato-goduto-lambito) che remoto (Ebbi amato-goduto-lambito), l’omologo
del lat PLUSQUAMPERFECTUM in ital Piuccheperfètto, e che indica un
tempo concluso anteriore al Passato, eppoi al Futuro (Spererò) e
all’Imperfetto (Speravo) questo ad indicare un’azione che dura (progressiva)
nel passato.
I verbi della prima coniugazione che terminino in CIARE e GIARE, quali
Conciare e Mangiare, perdono (sincope) la i se la desinenza inizia con E o I ,
Concerò e Mangerò; quelli in GNARE, invece, la mantengono (i) se questa
appartiene alla desinenza Sognate (indicativo) e Sogniate (congiuntivo).
Aspetto di un verbo è la locuzione che indica il modo in cui si sviluppa un
verbo; per meglio dire, tutti i fattori relativi alla dimensione temporale
interna all'azione stessa, ovvero la durata, il tipo di svolgimento, il
grado di compiutezza, leggi “Andremo a teatro dopo avwer fatto uno
spuntino”
\ Motto Cavillo
534
Da una serie onomatopeica è stato coniato il termine lat MUTTIRE
borbottare, cui Mòtto con Motteggiàre cui Motteggèvole, Motteggiamènto,
Motteggiatòre, Mottèggio, eppoi Mottètto cui Mottettìsta e Mottettìstico \ Il
motto dei Carabinieri è Nei secoli fedeli./.
Il lat conta ancora CAVILLUM per motteggio, cui il percorso Cavillàre,
Cavillatòre, Cavìllo, Cavillòso.
\ Gnomo
Gnòmo, altro personaggio fiabesco, è il nano barbuto delle mitologie
nordiche e delle fole medioevali. Dal lat umanistico GNOMUS, pare sia
derivato dal gr GNO-ME intelligenza, corradicale di GIGNO-SKEIN
conoscenza, pertanto esiste una discendenza del tutto rispettabile: Gnòme
(breve aforisma), Gnòmico (ricco di precetti, come la poesia gnomica),
Gnomologìa con Gnomològico, Gnomòne (l’asta della meridiana) dal gr
GNOMON indicatore con Gnomònica e Gnomònico, Gnòrri “che finge”
(tratto da “Ignoro” con aferesi della I, raddoppio espressivo della r e
desinenza i sostantivante), Gnoseologìa “studio della conoscenza” con
Gnoseològico, Gnòsi vale “conoscenza” dal gr GNOSIS nome d’azione di
GIGNOSKO conosco, Gnosticìsmo “filosofia della conoscenza” e Gnòstico,
questo anche con valore di paleocristiano; Gnosiofobìa è la paura di
conoscere (della conoscenza).
Esiste il suff GNOSIA per composizioni quali il patologico Acrognosìa o
Acragnosìa dove il pref ACRO “punto estremo” vale quale estremità del
corpo, il chimico Farmacognosia questo lo studio per la conoscenza delle
droghe medicinali. Logicamente esistono i termini in corrispondenza
contraria, con A privativo, Agnosìa dal gr AGNOSIA ignoranza,
Agnosticìsmo, Agnòstico, cui l’onomastico Agnese da AGNOS nel senso
casta “che non conosce il maschio” con la versione sp INES, il composto
Acroagnosìa; diversi dalla costruzione di Agniziòne questo dal lat AGNITIO
AGNITIONIS di AGNOSCERE riconoscere (pref A allativo).
Da GNOMONA colui che misura, transitando dal tema lat GROMA
GRUMA (dissimilazione di GN in GR), sono stati coniati i termini Gròma
dal gr GNOMON “gnomone” con Gromàtico questo snm di Agrimensore.
Da GNOMONA che misura, incrociandolo con un più ant etrusco NUMNA,
s’è fatto derivare il termine Nòrma (omn di Norma “normanna”), inv dal lat
NORMA squadra, cui Normàle, Normalità, Normalizzàre con Normalizzàto
e Normalizzaziòne, Normalìsta, Normàre con Normatòre e Normaziòne,
Normatìva con Normatìvo cui Normativìsmo e Normatività, eppoi i
prefissati Abnòrme da ABNORMIS “lontano dalla norma” (pref AB
d’allontanamento), Anormàle “non consueto” (pref A privativo) con
Anormalità attraverso il franc ANORMAL, Enòrme con Enormità (EX
NORMA di là della norma)… ed il pref NORMO, cui Normocìta o
Normocìto, Normodotàto con Normodotaziòne, Normògrafo, Normolìneo,
Normopèso, Normotensiòne con Normotèso, Normotermìa, Normotìpo,
Normovedènte. Il Normalìsta è per convenzione lo studente o il laureato alla
Scuola Normale Superiore di Pisa.
\ Egemonia
Egemonìa, Egèmone, Egemònico, dal gr HEGEMON capo supremo,
535
termine derivato da HEGEISTHAI guidare. Oggi il termine starebbe
perdendo la caratteristica di supremazia (conquista) armata per assumere
quella di potere-guida economico.
Il lat conta CAESAR capo supremo-titolo imperiale, il cui onomastico
secondo Plinio è un derivato di CAEDERE tagliare, attraverso la locuzione
lat SECTIO CAESAREA corrispondente all’ital Taglio cesareo cui Cesare,
col fem Cesira, ed è da tradursi letteralmente “dall’utero tagliato della
madre”, ossia nato con Parto cesareo. Da CAESAR si contano Cesarìsmo,
Cesarìsta e Cesàreo che sta per “imperiale” relatvo al titolo romano di
Cesare, cui Cesaropapìsmo e Cesaropapìsta. Il termine dal lat CAESAR è
stato più sentito rispetto a quello gr e l’Europa, ispiratasi a Cesare, avrebbe
avuto KAISER e ZAR; altra area, in vrs connessione, la Persia, conta
KURUSH metaf da “il Sole” latinizzato CYRUS capo supremo, cui
l’onomastico Ciro con Cirillo e l’aggettivo Cirìllico, questo per accezione
riferito all’alfabeto (con caratteri greci maiuscoli) che sarebbe stato ideato da
S. Cirillo durante l’evangelizzazione degli slavi, ma è certamente un falso
storico. Il più ant alfabeto slavo che sarebbe stato elaborato da S. Cirillo e
Metodio nel IX sec (alfabeto gr in corsivo con inserimento di elementi
adottati dall’ebr-copto) è indicato con Glacolìtico dallo slavo GLAGOLU
parola.
\ La nascita di Giulio Cesre da parto appunto cesareo pare tuttavia un falso storico,
poiché allora nessuna madre sopravviveva a quell’intervento chirurgico e Aurelia
Cotta, la madre di G. Cesare, continuò ad essere viva e vegeta. L’erquivoco pare sia
stato causato dal solito Plinio il Vecchio che avrebbe citato un Cesare nato da parto
cesareo, ma non il famoso Giulio.\
\ Guidare
Guidàre è dal prvz GUIDAR attinto al franc WITAN inviare in una
direzione, cui Guìda, Guidàbile con Guidabilità, Guidàggio, Guidàna,
Guidaiòlo (l’animale in posizione avanzata nel branco), Guidàna, il Pp
aggettivato, Guidàto, Guidatòre, Guidòne, l’esot Ghìa con valore di “sistema
a guida di sollevamento” attraverso lo sp GUIA guida da GUIAR guidare,
eppoi la locuzione Guida turistica altrimenti nel glb ted Baedeker “guida
tascabile” in onoree del libraio K. Braedeker (1801/1859) italianizzato
Bèdeker, ed i composti quali Guidacaràtteri (nella macchina per scrivere)
Guidafìli (nel telaio), Guidapòpolo snm di Capopòpolo, il glb ingl Guideline
(pron gaidlain) “linea guida”, Guidasilùri, Guidoslìtta snm dell’ancora glb
ingl Bob; il franc WITAN appare in connessione rad con il ger WILDO
lontano il cui risvolto prvz avrebbe condotto all’onomastico Guido
mantenendo il senso di “inviato (lontano)”, ossia “delegato, ambasciatore,
messaggero”.
In assonanza, dal long WIDARRIST garrese, l’ital conta l’omologismo
Guidalèsco mentre dal franc WIDERLON ricompensa (col ted WIDER e
LOHN mercede) conta Guidardòne o Guiderdòne con Guidardonàre o
Guiderdonàre ma sovrapposto al lat DONUM.
\ Favola Fiaba
Fàvola dal lat FABULA, questo vrs un primitivo dim di una forma FABBIA,
dal verbo FARI parlare-raccontare, è semant ogni narrazione di fatti
536
inventati, dove attori “terrestri” (animali, alberi…) assumono proprietà
umane, come il parlare, con ruoli moraleggianti, mataforici, allegorici,
satirici. Il percorso conta, esplicito dal lat, Fàbula con Fabulàre, Fabulatòrio,
Fabulaziòne, Fabuleggiàree il prefissato Affabulàre (pref AD allativo) con
Affabulàto, Affabulatòre, Affabulatòrio e Affabulaziòne questo rinverdito
dal Premio Nobel Dario Fo, eppoi Affàbile da AFFABILIS col quale si può
parlare cui Affabilità.
Fiàba, ipocoristico di FABULA, è invece la narrazione dove il meraviglioso
(fate, folletti, maghi....) ne sono i personaggi irreali, ma essenziali per il loro
compito di farci sognare, cui Fiabèma che su calco di Fonema indica una
locuzione fiabesca, ossia un topos fiabesco, come C’era una volta o Vissero
felici e contenti, eppoi Fiabòsco e Fiabìstico. Nella fiaba, i ruoli assumono
significati simbolici che rappresentano la psicologia dei bambini.
Favellàre da FABELLARE da un successivo dim FABELLA del già dim
FABULA cui Favèlla (da non equivocare con Favela), Favellatòre, Favellìo,
il desueto Favolàre con Favolatòre, Favoleggiamènto, Favoleggiàre,
Favoleggiatòre, il dim Favolèllo, ed ancora Favolìsta con Favolìstica e
Favolìstico, infine Favolosità con Favolòso.
Termini alieni nel percorso di Favola sono Favòre e Favònio (vento torrido
del Sud Italia), i quali discendono dal lat FAVERE, dal tema GWHAU che
vale permettere, favorire, agevolare (la crescita), vrs legata al mondo
dell’agricoltura e dell’allevamento: il Favonio, però, se perdura
particolarmente acceso, arriva ad essiccare le colture, infatti la sua rad è in
connessione con GWHEL giallo e con GWHYTIS consumazione,
distruzione, siccità. Favonio ha il suo corrispondente etim nel toscano
Fògno, questo però foriero di un tempo del tutto opposto (vento, pioggia e
nevischio).
Da FAVERE, discendono ancora i vari Favorìre, Favorìta con Favorìto e
Favoritìsmo, Fautòre da FAUTOR che favorisce, l’aggettivo Fàusto da
FAUSTUS propiziatorio con l’onomastico Fausto e Faustina, la divinità
italica Fauno (assimilato a Pan) con la dea Fauna questo sostantivato in
Fàuna su modello di Flora, cui Faunèsco con Faunescamènte, Faunìstica e
Faunìstico con Faunisticamènte, il composto Avifàuna cui Avifaunìstico
(con il lat AVIS uccello vale “tutti gli uccelli in vita”); la romana e
leggendaria Bocca della verità è una maschera raffigurante Fauno.
Faustiàno sarebbe di indiretta connessione, poiché associato al protagonista
Faust dell’omn poema di J. W. Goethe (1749/1832), il cui onomastico è vrs
ispirato al lat FAUSTUS.
\ “La storia infinita” è dunque una fiaba, mentre i versi di Trilussa raccontano delle
favole. La Fantascienza, come il film E.T. è fiaba. Si potrebbe ardire la definizione di
Fiàbola dove entrambe le caratteristiche s’intrecciano.\
\ Fava Filò
Il termine Fàva (leguminosa), con Favùle dal lat FABULIS di fave dove il
suff ULE sta per “gambo-stelo”, non ha alcuna parentela con FABULA di
FARI, poiché è dal lat FABA di tema BHABA, diffuso nel mondo
dell’agricoltura, anche con la variante falisca HABA. In percorso, oltre
all’onomastica esplicita dal lat FABA, Fabio 1 con Fabiano e Fabiola, l’ital
537
conta Favagèllo o Favaiòla dal dim lat FABICELLUM, Favàggine (sorta di
pianta), Favàio, Favarèlla o Faverèlla, Favàta, Favèto, Favètta o Favìno, e
Favìsmo questo allergia anche grave da questo legume, pur con la sola
vicinanza, pertanto i commercianti sono dovuti ad indicarne all’esterno la
vendita.
Termini alieni Favàra dall’ar FAWWARA polla, sorgente, Favìssa dal lat
FOVEA fossa.
Termine alieno l’omologismo Fauvìsmo da Fauve direttamente dal franc
FAUVE belva cui il fig FAUVISME “movimento artistico sorto in Francia
nei primi anni del XX sec e FAUVE “il seguace”; del gruppo faceva parte H.
Matisse.
In Campania, dalla provenienza delle fave locali, da Baia, è sorto il termine
italianizzato Baggiana, cui Baggianata, Baggianeria, Baggiano.
Pseudoetim, Fàvo, che pare il mas di Fava, è invece dal lat FAVUM, un
termine d’apicultura o medico cui Favòso; Favòllo “sorta di crostaceo” è
d’etimo sconosciuto dal volg toscano, a meno che non sia un ant risvolto fig
da Favo.
\ Nelle credenze popolari venete, invece, la voce Fave sta ad indicare le malombre
senza pace delle donne morte da parto e che appaiono in piena notte… l’ispirazione
per lugubri ed iperbolici racconti da Filò.
Il motivo, questo, che avrebbe drasticamente allontanato le fave dal ricettario
domestico veneto.
La superstizione però parte da molto lontano: i greci antichi le porgevano cotte ai
simulacri di Bacco e Mercurio in offertorio alle ombre dei defunti, verosimilmente per
il colore ombrato di nero dei loro fiori, che si ritrova appieno finanche in una specie
del legume (fave nere), colore che tra i greci era il simbolo del lutto, poi tramandato
nel sud d’Italia (Magna Grecia).
Lo studioso Pitagora asseriva che mangiare le fave valeva fagocitare le ombre e ciò
dimostra, come in tanti altri esempi, il connubio scienza-superstizione che,
perdurando nei secoli, ha fatto sì che quest’ultima giungesse nei nostri giorni.\
Il Filò era una riunione famigliare allargata ai vicini nelle sere d’inverno,
raccolti nel caldo delle stalle, durante la quale s’imbastivano le più svariate
discussioni; forse anche il seme delle future leghe contadine. Filò potrebbe
discendere da un’ant rad indoeuropea che avrebbe condotto al gr PHILOS
amico, che ha disposizione, simpatia, cui, appunto, Filò “compagnia
d’amici”, oppure un troncamento dialettale di Filone nel significato di
“fenomeno continuato culturalmente”, da accostare con ponderatezza al
franc FILOU, derivato di Filare “di ragionamento che scorre logico” quale
risvolto fig dal lat FILARE.
1
Dal generale Quinto Fabio Massimo Rulliano (III sec aC), cui l’epiteto il
Temporeggiatore, nacque l’ispirazione per il movimento politico socialista, l’inglese
FABIAN SOCIETY cui Fabianèsimo o Fabianìsmo e Fabiàno “il seguace”.\
\ Folletto casalingo
Nelle leggende nostrane, dal nord al sud, è sempre esistito un misterioso
folletto casalingo, che pur assumendo svariati nomi imposti nelle contrade,
mantiene ovunque una minuta fisionomia pressoché simile. Lo avevano
tramandato i padri latini, i quali lo chiamavano INCUBUS che giace su chi
dorme e per i greci era il DAIRNON – infatti, in area salentina è indicato
con Carcaluru, cioè “colui che grava di peso” - discriminandolo da
538
SUCCUBA, la mitica femmina che irretisce, che giace sotto. Per inciso,
esiste il termine psichiatrico Efiàlte che vale “che ti salta addosso” (dal gr
EPHI sopra e HALTIKOS idoneo al salto), un sintomo che comporta le
identiche sensazioni di oppressione dell’INCUBUS.
Nel film “ ‘O re” interpretato da Muti e Giannini, ‘O Monaciello – ‘U
Munaciedd e Munacizzu in area lucano-puglese – è il folletto partenopeo che
incarna i figli mancati o futuri, il quale vaga indisturbato tra le stanze;
termine derivato dal lat MONOS solitario, è infatti di statura piccola ed
agisce da solo. Raramente si fa vedere, ma di solito si fa sentire col suo
grattare alle pareti (ai muri), per cui ‘O Scazzamurill; indossa un saio nero e
un cappuccio ora rosso ora nero secondo il suo umore.
‘U Scazzamuridde in area garganica (promontorio carsico) è il leggendario
responsabile delle doline e delle grave, scavate dagli uomini alla ricerca di
tesori segnalati in sogno dal folletto; una variante all’Acchiatura messapica.
In versione culturalmente in vernacolo si ha Scazzamurrieddu.
Esiste in voce dolomitica I mazzamorelli “nugoli vorticosi di neve” che la
leggenda popolare vuole siano spiriti di bimbi mai nati; una straordinaria
risonanza linguistica e semantica con il partenopeo Scazzamurill.
Lu Lauru è anche quel folletto apulo-messapico che preferisce accomodarsi
sullo stomaco del dormiente supino, provocandogli gli incubi (appunto); è
dal tema med L rumore, LA lamento, cui il poetico Lài.
Il rad avrebbe prodotto il lat LARES, le divinità domestiche, donde le
corruzioni volg pugliesi L’Auricchio, L’Auru, la saldatura in Lauru con la
variazione L’Uru.
In un territorio soggetto nei secoli a infiltrazioni arabe, non appare proprio
una coincidenza l’adozione della voce Uru assonante con le URI, sorta di
creature del paradiso musulmano; pare una sovrapposizione figurata.
El Massariol o Mazzariol è l’omologo veneto che si diverte a vestirsi di
rosso e a scorazzare e a danzare per i campi, terrorizzando i malcapitati; dal
lat MASSA fondi agricoli Nella zona di Legnago, però, il folletto casalingo
è chiamato Pesarol, sempre di rosso, ed ha la caratteristica di accomodarsi
cavalcioni sullo stomaco del dormiente, esattamente come l’INCUBUS
latino, provocandogli l’oppressione; il termine legnaghese Pesariol appare in
connessione con Pesanza “angoscia” nel percorso di Peso da rad PEN. Nei
termini veneti, compare sovente il suff IOL, qui in Massariol e Pesariol,
leggi il toponimo Preganziol di Treviso; questo è l’erede di una variante del
dim lat (Ved Diminutivo latino in Bello…) rintracciabile nell’ital, ad
esempio, in Corniolo da CORNEOLUM di CORNEUS aggettivo di
CORNUM corno, in Arciolo da ARCUS arco.
Tornando al folletto, si ha ancora Mammotti in versione sarda, vrs in
connessione con Mammuttone o con Gattomammone, e Mamàu adottato
nella Puglia meridionale.
In ambito nazionale, attestatasi prevalentemente nel Veneto, si conta la voce
Baubau di origine onomatopeica vrs dal verso del cane che spaventerebbe i
bambini.
Infine, quale omologismo, l’ital ha adottato un desueto Cobòldo, dal ted
KOBOLD signore della casa (del focolare), corrispondente al folletto
539
italico, vrs attinto alla cultura gr-lat per una presunta vicinanza rad ai termini
gr KOINOS comune e OIKOS casa, pertanto starebbe per colui che convive
in casa e fa da padrone. In ogni caso, tutti questi folletti non raggiungono
mai l’esasperazione terroristica del suo successore Poltergeist.
Il termine gr KOINOS si rintraccia nel lemma Cenùro “sorta di parassita
intestinale (che vive in comune)” in composizione con URA coda cui
Cenuròsi col suff medico OSI.
In area messapica, Lu Scjakùddihi era una sorta di deus ex machina, il
munifico manovratore dei frantoi allestiti negli ipogei, sua dimora abituale.
\ Monaco Monogamo Ieratico Bonzo
Da MONOS uno-solitario è derivato il termine Mònaco con Mònaca o
Mònica dal lat cristiano MONACUS già gr MONAKHOS, cui Monacàle,
Monacàndo, Monacàre, Monacàto, Monacaziòne, Monachèsimo e
Monastèro, questo con le varianti Monastèrio, Monistèro o Monistèrio,
Munistèrio o Munistèro, cui Monàstico dal denm MONAZO sto in
solitudine; l’onomastica conta Monia con un Monica in concorrenza con
Monaca da Monna.
\ Termine assonante Camònica utilizzato nel toponimo Val Camonica, luogo d’origine
dei Camuni, popolazione quivi stanziatasi, la cui identità fu dispersa dal 16 aC con
l’egemonia romana e dimenticata per due millenni. Oggi, merito di un centro studi,
opera di Emanuele Anati, la sua struttura sociale e culturale è sempre più svelata; nel
1980 si contano 160.000 iscrizioni su oltre un migliaio di rocce che fanno del sito la
più grande concentrazione d’arte preistorica nel continente ed un repertorio
insostituibile per la storia universale delle religioni \
In percorso da MONOS uno, Mònade (unità) dal lat MONAS MONADIS
già gr MONAS MONADOS unità in opposizione a Polìade (l’insieme),
Monìsmo con Monìsta e Monìstico, il pref MONO per composizioni quali
Monoblòcco, Monodìa (canto da solista), Monòico questo col gr OIKOS
casa e sta per “sede unica” in riferimento alla botanica quando sono presenti
fiori maschili e femminili in un unico pianta cui Monoicìsmo, eppoi
Monogènesi, Monoginìa (col gr GYNE donna, ma riferito ad una
caratteristica di insetti), Monoglòttico diversificato da Poliglòttico “più
lingue”, Monòlogo (col gr LOGOS parola), Monòmero (coll gr MEROS
parte), Monòmio (con il lat NOMEN nome su calco di Binomio),
Monopodiàle e Monopòdico (dal lat PODIUM podio), Monopòlio (col gr
POLEIN vendere, adottato dal XIV sec) cui Monopolìstico, Monopolìsta,
Monopolizzàre con Monopolizzatòre, Monopolizzaziòne, in relazione con i
neologismi Duopòlio (XX sec) e Polipòlio (XIX sec) cui Polopolìsta, eppoi
Monòptero (col gr PTERON ala) “tempio con una unica fila di colonne
esterne”, Monoscòpio, Monosìllabo già Monosìllaba cui Monosillàbico,
Monotìpo, Monovolùme, Monovulàre, Monòxilo (col gr XILO legno)
italianizzato Monòssilo “ antica imbarcazione dotata di un solo grande
albero”cui Piroga monoxila.
Monogamìa “una sola moglie”, cui Monògamo in opposizione a Poligamìa
“due o più mogli” cui Polìgamo, Singamìa (pref gr SYN insieme)
“riproduzione sessuale” (botanica), Esogamìa (pref gr EKSO fuori)
“matrimonio con individui fuori della propria comunità o di popolazione
diversa” cui Esogàmico o Esògamo, sono composti col gr GAMOS
540
matrimonio, in percorso con GAMEO sposo e GAMETES accoppiaticoniugi, donde Gamète, Gàmico con i composti botanici Gametàngio (suff
dal gr ANGEION vaso, Gametangiogamìa, Gametocìsti, Gametòfito,
Gametogamìa e Gametogènesi, con i prefissati Agamète, Agamìa con
Agàmico e Agamo-àgamo, eppoi Isogamète con Isogamìa e Isògamo (col gr
ISOS uguale), i composti Gametocìto, Gamònte (composto con Gamete e il
gr ON ONTOS questo Ppres di EIMI “io sono”) cui Agamònte (A
privativo), Gamopètalo o Gamotèpalo (fenomeno della metatesi),
Gamosèpalo snm di Sinsèpalo (questo col pref SYN insieme); GAMOS è
utilizzato, come si è visto, quale pref GAMO e suff GAMIA e GAMO.
Gamofobìa vale quindi “paura del matrimonio”.
Ternine pseudoetim Gamùrra, omologismo attraverso l’ar KHIMAR velo da
donna, ma nulla vieta di pensare ad una ant connessione rad nel senso di
“velo da accoppiare-accostare alla donna”
Nel percorso di HIEROS sacro, si conta Ieràtico dal lat HIERATICUS già gr
HIERATIKOS, cui Ieraticità e le composizioni Hierofobìa che indica
avversione per i sacerdoti e per le cose sacre, Ieraèto, col gr AETOS aquila,
che vale “aquila sacra”, il mitologico Ierogamìa (col suff dal gr GAMEO io
sposo che indicava un rito simbolico matrimoniale tra esseri umani o divintà
e creature sovrannaturali), Ierologìa, Ieroscopìa “esame delle viscere
animali”, Ierodùlo con Ierodulìa composto col gr DULOS schiavo (addetto
ai luoghi sacri, omologato nel sagrestano d’oggi); eppoi Gerarchìa dal gr
HIERARKHIA potere dei sacerdoti (adottato dai Maya) cui Geràrca,
Geràrchico col suff dal gr ARKHO sono a capo e apofonia del gruppo HIE
in GE. L’apofonia si ritrova ancora in Ierocrazìa o Gerocrazìa con
Ierocràtico o Gerocràtico, Ieromànte o Geromànte da HIEROMANTIS
indovino di cose sacre con Ieromanzìa o Geromanzìa, Ierofanìa con
Ierofànte o Gerofànte “che mostra la sacralità” è la composizione con
PHAINO io mostro, Gerolamìno con Geronimiàno dal lat HIERONYMUS
cui gli onomastici Gerolamo o Girolamo o ancora Geronimo (questo famoso
capo pellerossa, culturalmente noto per avere scritto una biografia),
Ierosolomitàno o Gerosolomitàno dal lat HIEROSOLYMITANUS da
HYEROSOLYMA in ital Gerusalemme; da non equivocare col pref GERO
dal gr GERON vecchio, anziano (Ved Rad REG in Obiettivo…), eppoi il
toponimo storico della Frigia Geràpoli o Ieràpoli.
\ Nel Medioevo e sino al 1400, le grossolane carte geografiche del tempo riportavano
Gerusalemme quale centro del mondo \
Il termine monaco Bònzo è l’omologismo attraverso il ptg BONZO che è dal
giapponese BOZU “superiore del monastero”. L’omn Bònzo, un ant
strumento di legno per sarti, è d’etimo sconosciuto. Il fem Bònza, che vale
“serbatoio con recipiente” (lavori di bitume) è da una voce lombarda
Bigoncia che sta per grossa botte.
\ *Lenizione *Sincope
Lenizione sta per “addolcimento” di una consonante intervocalica
consolidatasi in grafema da preferenze fonetiche locali, vedi Lagrima per
Lacrima, Riva per Ripa, ma il fenomeno può ancora essere definito tale
quando interessa una consonante non essenzialmente tra due vocali, come in
541
Zoccolo dal lat SOCCUS; differenziandosi però dall’Apofonia che è il
mutamento energico di una lettera rispetto all’originale etim, vedi Inculcare
da Incalcare.
In ambito retorico, la Lenizione totale è snm di Afonia con implicita Agrafia
della lettera interessata, vedi Raunare da Radunare.
Figure di Afonia-Agrafia sono, come trattato in altre terzine, l’Aferesi
(caduta di una vocale o sillaba all’inizio della parola), l’Apocope o
Troncamento (di una o più lettere in coda ad una parola) e la Catalessi
(l’intera sillaba finale); da aggiungere la Sincope quale caduta di vocale o di
una sillaba all’interno di una parola, quale Spirto per Spirito.
\ Dissimilazione Assimilazione
Dissimilaziòne è il fenomeno linguistico, per cui due suoni equivalenti e
vicini tendono a rendersi differenti, cui Velèno dal lat VENENUM. In
opposizione, per Assimilaziòne s’intende un suono che condiziona un suono
successivo; ad esempio, dal lat RECTUS all’ital Retto, dove la c è assimilata
alla t. L’opposto è Dissimilazione.
Il termine Dissimilaziòne, con Dissimilàre, da Dissìmile “non similedisuguale”, dal lat DISSIMILATIO DISSIMILATIONIS è composto dal
pref lat DIS separativo e da SIMILIS simile (Ved Pref SEMI in Mondo…)
cui Similàre, Similarità, Similarmènte, Sìmile, Similitùdine e Simìllimo che
vale il superlativo “molto simile”, il prefissato lat ASSIMILARE mettere
insieme ovvero rendere simili (pref AD) cui Assimilàre con Assimilaziòne e
Assimilazionìsta (questo si sta attestando relativo all’immigrato che
s’impegna ad assimilare la cultura del paese che lo opita); in realtà, le
assemblee sono costituite da persone che intendono raggiungere un obiettivo
comune (assimilarsi), di là dei diversi strumenti che pretendono di adottare.
Il termine è rintracciabile anche in composizioni quali Similòro, Similpèlle.
Dal lat SIMILARE somigliare, l’ital conta Sembràre, già Sembiàre o
Semblàre, attraverso il prvz SEMBLAR, cui Sembiamènto o Sembramènto,
Sembiàte o Sembànte, Sembiànza già Sembrànza; il verbo Sembrare è da
considerare impersonale nel senso di “credere, stimare, esprimere
un’opinione…” quale l’espressione “Sembra che stia piovendo” ed è da
considerare di forma personale nel senso di “parere, avere l’apparenza…”
quale l’espressione “Quei bimbi sembrano molto vivaci”.
Il termine desueto Semblèa è la sintesi della locuzione franc BATAILLE
SEMBLEE battaglia attaccata dove SEMBLEE è il Pp di SEMBLER
riunire attraverso il lat SIMILARE già class SIMULARE essere simile. Dal
franc ASSEMBLEE Pp al fem del verbo ASSEMBLER, l’ital adotta l’esot
Assemblèa con Assemblàre e i derivati Assemblàggio, Assemblatòre,
Assembleàre e Assemblearìsmo; il termine non è pertanto un omologismo
poiché l’origine rad è dal pref lat ASSIMILARE che con AD allativo vale
rendere simili e che, attraverso il prvz ASSEMBLAR ha assunto il valore di
mettere insieme cui Assembràre e Assembramènto con il snm-omn
Assembràre “essere simile” cui il doppio pref Rassembàre.
Dissimulàre-Dissimulaziòne “rendere dissimile”, dal lat SIMULARE fingere
(essere simile)-nascondere è il denm da SIMILIS con normale passaggio
della i in u, cui Simulàre, Simulatòre, Simulaziòne e il nome di strumento
542
Simulàcro o Simolàcro. Insomma, se Dissimilàzione vale “non simile”,
Dissimulazione vale “finzione”.
Il gr conta KSOANON simulacro (scolpito in legno) cui Xòanon con la
variante Xòsoano cui il pl Xòana, vrs connesso con KSEO intaglio cui
Xografìa; l’ital ha omologato nel suo percorso la letterra x pur non essendo
questa contemplata nell’alfabeto, pertanto destinata a svolgersi in s.
Dissimigliàre con Dissimigliànte che vale “diversità”, viepiù, è composto dal
pref DIS negativo e dal lat SIMILIARE, questo un secondo denm da
SIMILIS, cui Simigliàre; con normale passaggio della i in o, si ha
Somigliàre con Somigliànza ed i prefissati Assomigliàre con Assomigliànte
e Assomigliànza, Dissomigliàre con Dissomigliànte e Dissomigliànza.
Dal gr PLESION simile-vicino, l’ital conta Plesiomòrfo “di forma simile,
vicina a…” questo sovrapposto ad Apomorfo, Plesiosàuro “simile alla
lucertola”.
\ Capo
Prefissi *CAPO CAPI
Il gr conta KEPHALE testa cui il lat CEPHALUS e il percorso ital Cefalèa,
Cefalìa (utilizzato in suff) Cefàlico cui la locuzione anatomica Vena
cefalica, Cefalìna, Cèfalo, i composti Cefalalgìa o Cefalgìa (col gr ALGOS
dolore) snm di Cefalea, con Cefàlgico, Cefalòpodi (col gr POUS PODOS
piede), Cefalorachidèo o Cefalorachidiàno (col gr RHAKHIS colonna
vertebrale), i prefissati Dicèfalo e Dicefalìa col pref DIS “due volte”,
Encèfalo dal gr EN KEPHALOS dentro la testa cui Encefalografìa ed
Encefalogràmma, Metencèfalo (gr META con, dopo) con Metencefàlico,
Mesencèfalo con Mesencefàlico (gr MESOS medio) e Mielencèfalo (con
MYELOS midollo) con Mielencefàlico, Olocèfali (Superordine di pesci) dal
lat HOLOCEPHALI con il gr HOLOS tutto. Il composto Bucefalo “testa di
bue” (col gr BUS bove) indica il leggendario cavallo di A. Magno che
dodicenne lo avrebbe domato e avrebbe cavalcato nelle future
battaglie; alla morte dell’animnale avrebbe fondato in suo onore la
città di Bucefala. Bucephala albeola è il nome lat scientifico di una
sorta d’anatra.
Il termine gr appare in connessione indoeur con il lat CAPUT, svoltosi
nell’ital Càpo, questo anche nel senso di “principale” snm del ricorrente glb
Boss dall’ingl BOSS di genesi ol BAAS maestro-zio, cui Bossing,
l’omologismo Bossìsmo; l’ingl conta ancora un ant KIM capo cui
l’onomastico Kim.
Dal termine Capo si conta una nutrita serie lemmatica sovente con lenizione,
cui Càpa “capo” in volg mer, Capaccìna “mal di capo” da un accr Capàccia
o Capàccio cui anche Capacciòne con il prefissato Scapacciòne e
Scapaccionàre (S intensivo), Capacciùto, Capàrbio, questo influenzato da
Capace e Superbio, cui Caparbiàggine, Caparbierìa e Caparbietà; eppoi
Capàre “scegliere capo per capo”, Capàta, il glb sp Capataz “capo”,
Capatìna, Capècchio un dim tratto dalla variante CAPITLUM del lat
CAPITULUM “sommità, capo degli alberi”, Capeggiàre con Capeggiamènto
e Capeggiatòre, il dim Capètto, Capèzza dal lat CAPITIUM lenito in
543
Cavèzza cui i prefissati Accavezzàre (AD allativo), Incavezzàre (IN illativo)
e Scavezzàre (S sottrattivo) nel senso sia di “slegare” sia di “rompere” snm
di Scapezzare cui Scapezzacòllo, Scavezzatrìce e Scavèzzo “arma da fuoco”
e il composto Scavezzacòllo, eppoi Capezzàle, Capezzièra, Capèzzo e
Capèzzolo con l’aggettivo Capezzolàre, Capitàgna e il corrotto Capezzàgna
con il lenito Cavedàgna dal lat CAPITANEA da CAPITIUM estremità, cui
la locuzione Strada capezzagna “stradina inn terra battuta che attraversa una
proprietà”; Capitagna è la parte di campo da arare traversalmente, adiacente
alla capezzagna.
Il percorso lemmatico prosegue con gli omn quali l’aggettivo Capitàle
“relativo al capo” e fig “principale” cui Capitàle “la città principale” eppoi
Capitàno da CAPITANUM con un fem Capitàna o Capitanèssa, Capitanàto,
Capitanàre, Capitaneggiàre, un medv Capitàneo “titolare di un feudo
attribuito dal re”, Capitanerìa, il sostantivo finanziario Capitàle dal lat
CAPITALIS con Capitalìsmo, Capitalìsta, Capitalìstico, Capitalizzàre,
Capitalizzàto, Capitalizzaziòne e, in locuzione glb ingl, Capital amount
“l’ammontare del capitale”, Capital budget, Capital gain “guadagno sul
capitale”, Capitanàta è relativo alla Provincia di Foggia, termine sovrapposto
a Catapàno dal lat CATAPANUS (pare una metatesi) qui governatore al
tempo dei Bizantini, il cui termine è dal gr-biz KATEPANO capitano tratto
dalla locuzione avverbiale KAT EPANO (posto) in alto; fu Federico II di
Svevia che nel dare un riassetto amministrativo alla Puglia, nel 1222 la
suddivise in tre regioni, Terra di Bari, Capitanata e Terra d’Otranto (questa
la penisola salentina, ovvero “il tacco d’Italia”).
Nel sett ital, Capitano s’è svolto nel metaplasmo Cattàneo o Cattàno con
valore di Valvassore, presente nella cognomastica.
Il percorso continua con Capitàre, Capitàrio, il botanico Capitàto, l’ant
imposta erariale Capitaziòne,
l’esclamazione Càspita inc con
l’onomatopeico S S meraviglia con Scapitàre e Scàpito, Capitèllo da un dim
lat CAPITELLUM di CAPITULUM, Capìtolo (dal dim lat CAPITULUM di
CAPUT) con un desueto e burlesco letterario Capitolèssa, gli omn quali
l’aggettivo eccl Capitolàre, il sostantivo Capitolàre”ordinanza” dal lat medv
CAPITULARE dal class CAPITULUM cui il verbo Capitolàre con
Capitolaziòne da CAPITULATIO e da questo l’aggettivo Capitolàre e l’esot
franc Capitolàrdo; eppoi Capitòne “la femmina dell’anguilla” - e quale snm
di Alari solo al plur - dal lat CAPITO CAPITONIS accr di testa lenito in
Cavèdano o Cavèdine e nel fig Cavedòne voltosi in “alare” o “piccolo
argine”, Capitònidi (Famiglia di uccelli), il botanico Capitòzza (con Tòzzo
“goffo”) cui Capitozzàre, Capitozzatùra e il prefissato Scapitozzàre (S
intensivo); termine alieno l’omologismo Capìvàra o Capìbara “sorta di
grosso mammifero” di genesi tupi attraverso il ptg CAPIBARA.
Nel percorso, l’ital conta ancora un accr volg Capòccia e Capòccio con
Capocciàta e Capocciòne, Capolìno (infiorescenza), l’accr Capòne con
Caponàggine snm di Testardaggine, i militari Caporàle con Caporalmagiòre
con i fig o meno Caporalàto, Caporalèsco, Caporalìsmo, Capotàre dal franc
CAPOTER con Capotamènto rinforzato Cappottàre con Cappottamènto,
come Cappòtta da CAPOTE. Eppoi, Cavadàno “sorta di pesce” lenito dal lat
544
volg CAPITINEM già CAPITO CAPITONIS. Càvo questo lenito da
CAPUT nel senso di “capo della fune” (omn di Cavo “concavità”), il
composto Cavobuòno “cavo per ghindare”, Civànzo con Civànza da Civìre
“provvedere (da parte del capo)” attraverso il franc CHEVIR capeggiare da
CHEF capo cui il glb Chef “capocuoco”. Il franc ant contava CHIEF capo,
cui l’omologismo Cèffo “capo d’animale” fig nella locuzione Brutto ceffo
eppoi Ceffòne “schiaffone” con Ceffàta, Ceffonàre e Acceffàre “afferrare
con la bocca”; termine alieno l’omologismo Chefir “sorta di bevanda
alcolica” dal turco KEFIR inv attraverso il russo ed infine il franc.
Il franc conta CABLE cavo-fune attraverso il lat CAPULUM cappio, cui
Cablàggio da CABLAGE, Cablàre da CABLER, Cabàto, Cablatòre e
Cablatrìce, il glb Cablé “sorta di filato”, Cablografìa con Cablografàre,
Cablogràfio e Cablografìsta, Cablogràmma con l’ipocoristico Càblo, il
marinaresco Cablòtto.
L’ingl conta WIRE cavo-filo cui il glb Wireless “senza fili” (mediate onde
radio o infrarossi) in concorrenza con il telefonico Cordless.
La gustosa Scamòrza è una sintesi lemmatica – ipocoristico - che vale “capo
mozzato” dal percorso Capomozzàre, Camozzàre, Scamozzàre, cui
Scàmozzolo o Scamùzzolo e Scomùzzolo, e Scamorzàre, questi prefissati S
intensivo. Con i pref, si sono ottenuti i vari Accapezzàre con Raccapezzàre,
Decapitàre, Incaponìre, Recapitàre, Scaponìre. Accaparràre è il prefissato
(AD allativo) da Capàrra cui Caparràre dalla composizione Capo con Arraàrra questo dal lat ARRA garanzia un ellettico di ARRABO già gr
ARRHABON di genesi semitica, cui il pref Inarràre con IN illativo
“impegnarsi”; in percorso Caparròne “imbroglione” omn del volg
Caparrone. Accapigliàre è il prefissato di base Capìglia dal volg lat
CAPILLIA questo collettivo di CAPILLUM capello cui Capigliatùra o
Capillatùra con Scapigliàre, eppoi Capèllo e Capèlli, che vrs è connesso alla
rad di CAPUT, Capellièra “parrucca”, il fig Capellìna, il dim Capellìno,
l’accr Capellòne, Capellùto, la composizione fig Capelvènere dalla
locuzione lat CAPELLUM VENERIS (come i) capelli di Venere, Capillàre
“sottile come un capello” cui Capillarità, Capillarizzàre e Capillarizzaziòne,
la composizione Capillìfero, Capillìzio questo snm della locuzione Cuoio
capelluto.
\ Capillarità è anche il fenomeno per cui l’acqua, o qualsiasi altro liquido nutritivo,
sale dalle radici di una pianta alle sue foglie, contro ogni regola gravitazionale.\
Ciùffo o Ciùffolo (di capelli), cui Ciùffa o Ciuffètta e il dim Ciuffìno, è
l’omologismo dal long ZUPFA, questo svoltosi in Zùffa “scontro collettivorissa” quale versione fig con i denm Acciuffàre da un Ciuffàre “prendere per
capelli” estesosi nel generico “acchiappare” con l’iterativo Riacciuffàre e
Azzuffàre “scontrarsi” (pref AD), da questo Azzuffamènto e Azzuffatòre.
L’inglese conta il globalizzato Top “sommità” già antico francone-francese
TOP cima, ciuffo, ciocca di capelli anche in senso fig.
Dall’antico francese TOP si ha il diminutivo globalizzato Toupet (pron tupé)
“ciuffo anche posticcio” e fig “spavalderia” cui l’omologismo Toppé o
Tuppè o ancora Tupè e il volgare meridionale Tùppo, termine questo in via
d’espansione in lingua.
545
Il percorso sviluppatosi in italiano dal francese TOP aveva subito uno
sdoppiamento nel latino medievale TOPPUS donde l’italiano Tòppo con
valore di “ceppo” e al femminile Tòppa con valore di “grosso bastone”.
Nel tedesco è avvenuta la mutazione in ZOPF che vale appunto “nodo della
treccia”, corrispondente al meridionale Tuppo.
Termini che, nel grande serbatoio indoeur, sono quindi connessi con l’ingl
TOP sommità, cui il glb Top “indumento femminile”, anche quale suffiso o
membro di composti che esprime valore di superlativo, cui i glb Topweight
“peso massimo e, in locuzione Top class “classe privilegiata a bordo degli
aerei”, Top gun “pilota col massimo grado di combattente o lo stesso
velivolo” (con GUN canna-pistola-arma), Top price “prezzo più alto”, il
bancario Topo rate “tasso più alto”, Top secret “segretissimo”, Top spin
“rotazione verso l’alto”, Top ten “classifica dei primi dieci” con TEN dieci;
qualcuno, prima o dopo, se non è stato fatto, potrebbe coniare l’omologismo
Topàre con Topàto dal senso fig “essere al massimo delle prestazioni”. In
fisica Top vale “particella tipo quark” snm del glb ingl Truth (pron truf)
“verità”. Ancora, è apparso l’omologismo Toppìno che vale il dim del glb
Top “capo di vestiario femminile”.
Dalla locuzione lat CAPUT BREVE sommario principale, l’ital ha adottato
Cabrèo mappa catastale, attraverso lo sp CABREO.
CAPUT declinato in ANCEPS ACEPITIS va a formare Ancìpite che
composto con AMBI vale bifronte, Bicìpite da BICEPS BICEPITIS a due
capi, Occìpite da OCCIPUT OCCIPITIS che col pref OB vale “controcapo”;
col pref PRE, si ha PRAECEPS PRAECIPITIS a testa in giù-dirupo cui
Precìpite con Precipitàre da PRAECIPITARE “cadere con la testa avanti” e
Precipitàto, Precipitatòre, Precipitaziòne, Precipitèvole, Precipitòso e
Precipìzio. Eppoi l’anatomico Sincìpite che col pref corrotto SEMI metà
vale “parte superiore del cranio” ovvero il Bregma.
In composizione CAPI l’ital conta Capifòsso o Capofòsso, Capifuòco,
Capinèra “sorta di uccello” che vale “dal capo nero” altrimenti detto
Usignolo delle Canarie, Capintèsta, Capiròsso snm di Fischione,
Capitecènso, un cittadino censito unicamente per testa, cioè per la sua sola
presenza fisica, essendo un nullatenente.
Una nutrita serie, insomma, in cui CAPO fa da pref 1, quali ancora Capoàrea,
Capoàrma, Capobànda, Capobandìto, Capobàrca, Capobastòne, Capobrànco,
Capobrigànte, Capocàccia, Capocannonière, Capocantière, Capocarcerière,
Capocàrico, Capocàrro, Capocèllula, Capocènso, Capocèntro e
Capocentràle, Capochiàtto, Capochiàve, Capocièlo “baldacchino sospeso”,
Capociùrma, Capoclàn, Capoclàque, Capoclàsse, Capoclassìfica, Capocòffa,
Capocòmico con Capocomicàto, Capocommèssa, Capoconvòglio,
Capocòrda con Capocordàta, Capocòrso, Capocòsca, Capocròce,
Capocrònaca con Capocronìsta, Capocuòco, Capodànno dalla locuzione
Capo d’anno, Capodepòsito, la marinaresca locuzione Capo di banda,
l’artistica ceramica Capodimònte (in produzione dal 1743, ma il termine è
datato 1955) dal toponimo napoletano, Capodipartimènto, Capodivisiòne,
Capodòpera dalla locuzione Capo d’opera, Capofàbbrica con
Capofabbricàto, Capofacchìno, Capofamìglia, Capofficìna o Capoofficìna,
546
Capofìla, Capofìtto, Capoflottìglia, Capofrèddo snm di Soprassàta,
Capogabbière, Capogabinètto, Capogàtto, Capogìro, Capogrùppo,
Capoguàrdia, Capolavòro, Capolèga, Capolèpre, Capolèttera, Capolètto,
Capolìnea, Capolìsta, Capoluògo, Capomacchinìsta, Capomaèstro,
Capomàfia, Capomandamènto (termine mafioso), Capomanìpolo,
Capomanòvra, Capomàstro, Capomènsa, Capomissiòne, Capomòrto,
Capomovimènto, Capomùsica, la locuzione Capo operaio, Capopàgina,
Capopàrte, Capopartìto, il clinico Capopàrto, Capopattùglia, Capopèsca,
Capopèzzo, lo squalo Capopiàtto snm di Notidano grigio, il rivoluzionario
Capopòpolo snm di Guidapopolo, il militaresco Capopòsto, il militaresco
Caporàncio, l’equino Caporàzza, Caporedattòre, Caporepàrto, Caporiòne,
Caporivèrso, il militaresco Caporònda, Caporovèscio, Caposàla, Caposàldo,
l’architettonico Caposcàla, il termine aeronautico Caposcàlo, Caposcàrico
dalla locuzione Capo scarico “individuo allegro”, Caposcòrta, Caposcuòla,
Caposervìzio, Caposestière omologo veneziano di Capoquartière, il
marinaresco Caposèsto (con Sesto “curvatura”), Caposettòre e Caposeziòne,
Capospàlla, Caposquàdra e Caposquadrìglia, Capostànza, Capostaziòne,
Capostìpite, Capostòrno (qui Stornare ha un valore di grave patologia per
bovini), Capostràda, Capostruttùra, Capotambùro, il musicale Capotàsto,
l’onorifico Capotàvola, Capotècnico, Capotèsta, Capotoràce, Capotòrto
“sorta di uccello” snm di Torcicollo omn del noto disturbo patologico,
Capotrèno, Capotribù, Capotùrno, Capouffìcio o Capuffìcio, Capovillàggio,
Capovòga, Capovòlgere o Capivòlgere (con Volgere) cui Capovolgimènto,
Capivoltàre o Capovoltàre (con Voltare) cui Capovòlta, Capovòlto,
Termine pseudoetomologico Caporettiàno relativo alla ritirata di Caporetto,
questo toponimo presso Gorizia, cui il fig Caporètto ad indicare una generica
sconfitta.
Capocòllo o Capicòllo col prefissato Scapicollàrsi cui Scapicòllo solo nella
locuzione A scapicòllo, eppoi Capodòglio o Capidòglio, dalla locuzione fig
Capo d’olio, il cui snm è Fisetère dal lat PHYSETEREM dal gr PHYSETER
“canale di respirazione dei cetacei da PHYSAO io soffio.
CAPO è utilizzato anche in qualità di suff, donde Accàpo dalla locuzione A
capo, Daccàpo dalla locuzione Da capo.
Il fig Caprìccio è da Caporìccio ovvero Capo riccio, cui Capricciòso e i
prefissati Incapricciàre, meglio Incapricciàrsi, o Incappriccìrsi, Scapricciàre
(S sottrattivo); Raccaprìccio, con Raccapricciàre, la variante Raccapriccìre, e
Raccapricciànte, deve essere inteso come “far rizzare i capelli per la paura”.
Snm di Capriccio o Ghiribizzo è il volg mer Sfìzio attestatosi in lingua
all’inizio del Novecento.
Il termine Capriòlo, con il lenito Cavriòlo o Cavriuòlo, composto da CAPUT
e CAPREOLUS, dim lat di CAPREA capra selvatica, il termine Capòcchia
inc con Pannocchia, cui Capocchiùto e il fig Capòcchio con Capocchierìa.
Capitòmbolo, composto dal lat CAPUT col franc TOMBER cadere, cui il
denm Capitombolàre e l’avverbio Capitombolòni sinm della locuzione
avverbiale A capitomboli, eppoi Colombo capitolante così indicato per i suoi
strani volteggi; dal franc TOMBER, l’ital ha fatto derivare l’omologismo
Tombolàre con Tòmbola (dalla chiusura del gioco “tombola!” che vale
547
“gioco finito, decaduto”), Tombolàta, Tòmbolo (caduta). Non è difficile
credere ad una connessione fig con il tema del lat TUMBA tomba, nel senso
di andare giù. L’omn Tòmbolo (cumulo) è il termine nato dalla
sovrapposizione di Tumulo con Tomba, cui il termine fig Tòmbolo nella
filatura snm di Rullo. Tombolo, quale cumulo, è un cordone di sabbia che
unisce la terraferma a uno scoglio o isoletta; tra gli esempi il tombolo che
unisce il continente all’isolotto tidale di Mont Saint-Michel in Normandia.
Il termine Tidàle, cui la locuzione Isola tidale, è un omologismo dall’ingl
TIDE marea e vale quale isola che si unisce alla terraferma con un tombolo
e se ne distacca a causa delle alte maree.
Quale snm di Tombola, si ricorre a Bìngo, omologismo inv dall’ingl,
d’origine onomatopeica ad imitazione sonora del campanello che va a
sostituire l’esclamazione tombola!
Ancora attraverso il franc CADET già guascone CAPDET, dal lat CAPUT,
l’ital conta l’esot Cadètto, con Cadetterìa, che nulla ha di connessione con
Accademia, anche se i due termini sono associabili. Cadetto, infatti sta per
“capetto” (secondogenito) che segue il “capo” (primogenito),
tradizionalmente vittima del maggiorasco e destinato a frequentare
l’Accademia militare.
In presunta relazione con il termine lat CAPUT-CIPITIS capo-testa, cui
CEPA e il dim CEPULLA, l’ital conta Cipòlla – nome scientifico lat
ALLIUM CEPA, trattato come varietà di Aglio - cui la gustosa Cipolla di
Tropea, un fig Cèpola “sorta di pesce” e il prefissato Incipollìre; c’è da
aggiungere, in piena correttezza, che il termine Cipolla è di un presunto tema
med KEPA cipolla così arcaico, la cui provenienza linguistica è dispersa
nella memoria. Non così per Pòrro, deciso tema med PORRO preindoeur,
dal lat PORRUM cui Porràccio, Porrandèllo, Porrìnae e Porròso. La Cipolla
marina è detta Scìlla inv dal lat SCILLA in connessione col gr
SKYLLAROS cui Scillàridi “Famiglia di crostacei”.
\ Dalla buccia di cipolla si ricava un colore rosso per tingere i tessuti. Nella
superstizione, la Cipolla protegge dai fulmini \
Sul Capo c’è la Frònte, dal lat FRONS, cui una serie lemmatica quali
Frontàle con Frontalità, Frontalìno, Fronteggiàre, eppoi Frontìno, Frontòne e
Frontonàle, il composto Frontespizio o Frontispìzio con il lat SPICIUM del
tema di SPECERE osservare; infine, con i vari pref, Affrontàre,
Affrontàbile, Affrontamènto, Affrontàta, Affrontàto, Affrontatòre,
Affrontatùra, e Affrònto, Confrontàre, Confrontàbile, Confrontabilità e
Confrònto, Difrònte, Sfrontàre, Sfrontatàggine, Sfrontatèzza e Sfrontàto, le
locuzioni A fronte, Di fronte, In fronte.
\ Secondo alcune ricerche, pare che la parte anatomica dell’uomo più sensibile al
dolore sia proprio la fronte \
Frònte è anche fig una struttura avanzata (militare o meteorologica), di
confine, attraverso il franc, cui Frontièra questo transitato dal prvz
FRONTIERE cui Frontalière e Frontalièro e Frontièro “ardito” (da Frontiera
dove si combatte) sempre attraverso il franc FRONTIER, eppoi una
coalizione politica cui Frontìsmo con Frontìsta.
Il gr conta METOPON fronte (anatomica) cui l’aggettivo Metòpico con la
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locuzione Sutura metopica, il composto Metoposcopìa “arte divinatoria
attraverso le rughe della fronte” con Metopòscopo. Eppoi Mètopa o Mètope
dal lat METOPAM già gr METOPE che indica in architettura lo spazio
intermedio tra due aperture, una lastra.
Una forma espressiva da CAPUT ha condotto a CAPPA berretto in lat tardo,
cui Càppa semant “copertura” con il prefissato Incappàre (IN illativo) anche
in senso fig “trovarso in situazione difficile”, il fig Càppa “sorta di
mollusco” cui Cappa lunga o il veneto Capalonga snm di Cannolicchio,
eppoi Cappàto, il marinaresco fig Cappèggio con Cappeggiàre, il glb ingl
Cap “mantello con cappuccio”, il composto Cappamàgna dalla solenne
locuzione Cappa magna, il glb franc Képi (già nel 1882) “copricapo
militare” già ted svizzero KAPPI dal lat CAPPA, cui gli omologismi Cheppì
o Cheppì, eppoi i glb ancora franc Chaperon (pron scaperò) (adottato dal
1882) per accezione fig “accompagnatori a copertura, a protezione” e
Chapeau (pron sciapò) “cappello” da CHAPE cappa cui i fig omologismi
chimici Chaperòne e Chaperonìna (suff ONE e INA).
Il percorso conta Cappèllo con i prefissati Incappellàre (IN illativo) cui i fig
marinareschi Incappellàggio o Incappellatùra e Incappellàta, Scappellàre (S
sottrattivo) cui Scappellàta e il fig Scappellòtto (piccola sberla sulla testa
nuda) cui Scappellottàre; un cappellino femminile è chiamato Charlotte in
termine glb, in riferimento a Carlotta il personaggio de “I Dolori del giovane
Werther” opera di S. W. Goethe.
Il percorso prosegue con Capperòne “sorta di cappuccio”, Capperùccia,
Cappòtto “indumento” ma anche fig “eliminazione mafiosa del rivale” e
“sconfitta al gioco” cui la locuzione fig Fare cappotto corrispondente al
franc FAIRE CAPOT e rintracciabile nel glb ted Kaputt cui Scappottàre (con
S sottrattivo vale “evitare il cappotto-sconfitta) ma che pare d’etim
psuedoetim in questo percorso, Cappòtta (transitato dal franc CAPOTE) cui
Decappottàre con Decappottàbile ed ancora Scappottàre o Scapotàre dal
franc CAPOTE, Cappùccio cui Cappuccinèsco, Cappuccìno questo anche fig
al bar (per il colore del latte e caffè) e dall’ortolano quale Barba di
cappuccino “sorta di insalata”, i fig botanici Cappùccio e Cappuccìna, e i
prefissati Incappucciàre con Incappucciamènto questo anche fig “sorta di
patologia del Trifoglio” e Incappucciàto, Scappucciàre (S sottrattivo) anche
fig “inciampare-sbagliare” (cadere e perdere il cappuccio) cui Scappùccio; in
percorso, ancora con i pref, si ha Accappatòio (A allativo) adittato dal 1691,
il fig Scappàre (EX CAPPA fuori della cappa) con Scappamènto, Scappàta e
Scappàto, Scappatèlla questo col snm volg Fuitina (la Fuggitìna degli
innamorati), Scappatòia, il composto Scappavìa (sorta d’imbarcazione) con
la locuzione A scappavia; fuori percorso Scappìno “sorta di nodo alla
cravatta” da nome del suo ideatore cui la locuzione Nodo alla scappino.
Attraverso l’ingl TO ESCAPE scappare, l’ital conta il glb Escape “tasto per
uscire da un programma informatico” con l’omologismo fig Escapìsmo
“scappare dalla realtà”, calco di ESCAPISM e un raro termine da spettacolo
Escapologìa cui Escapòlogo che indica il mago capace di liberarsi da gabbie,
manette, catene e così via, insomma come il famoso illusinista ungherese
Harry Houdini pseudonimo di Erich Weiss 1874-1926.
549
Il termine Capasànta “sorta di mollusco” diffuso nel veneto è la
composizione fig di Cappa e Santa, poiché la sua valva era utilizzata dai
pellegrini a mo’ di coppa per bere l’acqua del santuario di S. Giacomo di
Compostela; infatti, il mollusco è anche indicato con Conchiglia dei
pellegrini.
Snm di Cappuccio è Cocòlla dal lat CUCULLA già class CUCULLUS cui
Cucùllo, donde il toponimo Cocullo fig “innalzamento del terreno,
mucchio”.
In percorso con CUCULLA si conta Còcca “angolo del fazzoletto, punta di
freccia” cui Scoccàre, connessi col tema med KUKKA punta (il cappuccio
tradizionale è infatti a punta). Cocca ha i suoi omn nell’onomatopeico Cocca
“gallina” e in Cocca “imbarcazione”.
Snm di Cappotto è Pastràno, con Pastràna e Pastranèlla, dal Duca di
Pastrana, in Spagna, che pare l’ideatore così come il Montgomery, o
l’adattamento ital Mongòmeri, dall’omn generale ingl.
Cappa ha un corrispondente nel lat PILLEUS cappuccio, cui Pilèo e il
termine botanico Pileorìza questo composto col gr RHIZA radice snm di
Calìptra dal gr KALIPTO nascondo.
Incrociando il lat CAPITIUM cappuccio con TAPETIA tappeti è sorto
Tappezzàre con Tappezzerìa e Tappezzière; Tappèto, infatti, è dal lat
TA(P)PETUM il sing di TAPETIA già gr e d’origine iran, cui Tappetàre e il
dim Tappetìno; attraverso il franc si ha il glb Moquette “sorta di tappeto
sintetico” cui l’omologismo Mochètta con Mochettàre, Mochettàto e
Moquettìsta (adottato nel XX sec).
Il gr conta STROMA tappeto o coperta da STRONNYNAI stendere cui
l’inv Stròma, questo per accezione termine adottato in istologia quale trama
di un organo, cui Stromàle.
Termine fuori percorso dovrebbe essere Tàppa, dal franc ETAPE deposito,
ma tornando all’origine del tema TAPETIA TAPETUM di Tappeto, nulla
vieta però di credere in una connessione indoeur con ETAPE di Tappa, visti
in configurazione di “sosta” e con l’ingl TO TAPE pestare (il terreno
durante la sosta). Il mas Tàppo, cui il devb Tappàre, d’altro percorso semant,
discende, quale omologismo, dal got TAPPA, vedi la coincidenza, cui il
franc TAMPON tappo svolto nell’ital Tampòne con Tamponàre,
Tamponamènto, Tamponatòre e Tamponatùra; il milanese conta un Tampinà
con valore di “infastidire” cui l’ital Tampinàre “incalzare-tallonare” e nulla
vieta di credere in un’associazione fig tra questo e Tamponare, nel senso che
tampinare non è ancora tamponare, ma vicinissimo a farlo. Da Tappo e
Tappare, l’ital conta Tapparèlla – questo snm di Persiàna per la sua origine
orientale - Tappàto, Tappatrìce.
Il siciliano conta Tampasiari “andare in giro a zonzo”, vrs in questo
percorso.
Vrs ancora in percorso la corruzione in Tompagnàre cui Tompagnàto,
Tompagnatùra e Tompagnaziòne “sorta di muro (tappo) per chiudere lo
spazio tra i pilatsri”
Infine, il long avrebbe mutato TAPPA in ZAPFO, cui l’omolgismo ital Zàffo
(per accezione, il tappo delle botti) con Zaffàre, Zaffàta (odore sgradevole
550
nel togliere lo zaffo), i prefissati Inzaffàre e Inzaffardàre, questo inc con
Infardare, l’iterativo Rizzaffàre.
Dall’ingl PLUG tappo, ancora, l’ital conta l’omologismo Plùgo, metaf “esca
artificiale” e il linguaggio glb (informatica) conta PLUG IN che s’inserisce
(come un tappo).
Cappa vale anche per “mantello”, cui Cappèlla, luogo sacro dove in origine
era custodita la Cappa, ovvero il mantello di S. Martino, e il Cappellàno
n’era il custode, cui, in locuzione, A cappella “musica per sole voci” e
Tempo a cappella snm di Tempo tagliato in terminologia musicale.
E nel significato di “copertura” sarebbero arrivati Capànna, con il lenito
veneto Cavana; l’omn Cavana di voce veneziana vale “canaletto” dal lat
CAVUM concavità. Eppoi Caprùggine (dove s’incastrano i fondi delle botti)
e Cabìna, questo un termine rientrato dopo un’escursione nel franc CABINE
(ingl CABIN), cui Gabinètto con la c lenita in g dal franc CABINET,
comunque attinti al tema med KABANNA-KAPANNA capanna riversatosi
nel medv CABANNA, al quale vrs è connesso il vitigno triveneto Cabernet.
Dal lat medv CUPPA, già lat class CAPIS coppa connesso con CUPA bottetino, e da un tema med KAPA coppa, l’ital conta Chiàppa “natica” (omn di
Chiappa “rupe”) dal lat CAPULA coppa cui Chiappùto col pref
Inchiappettàre sia semant che metaf, eppoi Còppa termine che, tra derivati
semant e fig, vale “recipiente-trofeo-borchia” ed anche, col dim Coppìno,
snm di Nuca o Collottola, attraverso il lat CUPA recipiente e fig “carne
insaccata”; Còppa è ancora dal gr KOPPA (lettera d’origine dell’alfabeto
fenicio corrispondente all’ital Q). Il percorso prosegue con Coppàia,
Coppèlla con Coppellàre e Coppellaziòne, Coppètta, Coppière, Còppo con
Coppàia, il volg Còppola, Cùpola, metaf Cùpo “opprimente, scuro”,
Cupolìno, Cupolòne, il termine archeologico Cuppèlla volg da Coppetta, i
composti Cupolìfere o Cupulìfere (botanica), Cupolifòrme snm di
Domiforme; il prefissato Intercapèdine è composto con un CAPEDO
recipiente, questo ampliato da CAPIS coppa come Dulcedo da DULCIS
dolce.
Il termine Coppatùra, che indica la pratrica escogitata dai commercianti per
celare prodotti scadenti, ponendo in evidenza i migliori, è dalla locuzione fig
volg napoletana ‘n coppa “sopra, in cima”.
Altro termine in connessione è il prefissato Semicùpio “sorta di vasca da
bagno con spalliera in maniera tale da poter fare il bagno seduti”, dal lat da
CUPA recipiente.
Dal gr KOTYLE coppa, cui il lat COTTABUS già gr KOTTABOS l’ital
conta Cottàbo, un ant gioco con il lancio del contenuto di una coppa verso il
bersaglio, Còtile attraverso il lat COTULA o COTYLA “contenuto di una
coppa per misura” cui Cotilòide o Cotiloidèo: l’omn Còtile quale ellittico di
Cotilèdone “foglia embrionale” è dal lat COTYLEDON già gr
KOTYLEDON, cui Cotiledonàre, eppoi Dicotilèdone “pianta o embrione
vegetale” e Dicotilèdoni (la Classe) col pref DIS due volte (due cotiledoni),
alla quale appartiene la Famiglia delle Icaninàcee questo omologismo
dall’arawak attraverso lo sp HICACO, e delle Losàcee questo di voce
sudamericana; e ancora Monocotilèdone (col pref MONO vale un
551
cotitedone) con Monocotilèdoni (la Classe) alla quale appartiene la Famiglia
delle Ciperàcee dal gr KYPEIROS in ital Cìpero altrimenti detto Babbagìgi
o Bacìcci o volg veneto Bagigi, omologismo dall’ar HABB AZIZ mandorla
buona, snm di Noccioline americane.
Alla Classe delle Dicotiledoni appartiene ancora la Famiglia delle Pedaliàcee
dal gr PEDALION (vrs connesso con il rad PED di Peduncolo per la loro
peluria, la quale tra l’altro secerne mucillagine) della quale appartiene il
Sèsamo – o Sìsamo - dal lat SESAMUM già gr SESAMON d’origine
orientale, cui il composto anatomico Sesamòide dalla locuzione gr
SESAMOEIDE OSTEA osso a forma (di seme) del sesamo col suff
OEIDES simile a…
Alla stessa Classe appartiene la Famiglia delle Cuscutàcee, la cui etim è
medv attraverso l’ar KUSUT, cui Cùscuta “la pianta” con il prefissato
Decuscutàre e Decuscutaziòne.
La Coppa è anche la parte posteriore del capo, donde il termine Accoppàre,
nato dalla pratica di uccidere gli animali per la macellazione.
Termini pseudoetim, gli omologismi Copàive (botanica) o Copàiba o ancora
Copàibe attraverso il ptg COPAIBA, Copàle o Coppàle (resina) dall’azteco
COPALLI attraverso lo sp COPAL, Copàta “mandorlato” attraverso l’ar
QUBBAYTA cui il volg pugliese Copeta, Copèco dal ted KOPEJE già russo
KOPEJCA “moneta russa”.
Quando la composizione lemmatica va al plur, solo il pref CAPO dovrebbe seguire il
numero: Capofìla e Capifìla - Capolìsta e Capilìsta - Capobànda e Capibànda... ove
s'intenda però “capo di...”
Qualora sia invece legato ad un mestiere, andrebbe tutto al plur, come Capocannonière
e Capicannonièri (quando la logica indicherebbe Capocannonièri al sing, poiché sta
per “capo dei cannonieri”) e come Capocarcerière e Capicarcerièri. Capocuòco
diventa al plur Capocuòchi (che la logica vorrebbe sing intendendo “il capo dei
cuochi”) o Capicuòchi. Capolìsta diventa Capilìsta al mas e inv al fem, le Capolìsta
(quando per via logica dovrebbe essere le Capelìsta). Capoluògo diventa
indifferentemente Capoluòghi e Capiluòghi. Non esiste dunque una regola determinata
e questo provoca inquietudine a chi scrive o vuol parlare correttamente. Purtroppo,
una lingua può ritrovarsi con parole consolidatesi anche al di fuori delle regole,
imposte o presunte dalla propria logica, privilegiando l’esot.
\ Pellerossa Ficodindia
1
Un esempio eclatante di plurale composto è il termine Pelleròssa che al plur
assume aspetti diversificati: i Pellerossa (forma corretta, invariabile), i
Pelliròsse (meno corretta), includendo i Pellerosse (scorretto) o altro,
secondo le convinzioni di chi scrive. Il termine, invero, nasce già plur dal
franc PEAUX ROUGES le pelli rosse, dunque Pellirosse, e l’equivoco nasce
dalla trasposizione al sing pelle rossa e da qui ancora ad un plur pelle rosse
che dimentica quello originale.
Il snm di Indiani per Pellerossa s’è erroneamente attesto poiché, come si sa,
C. Colombo credeva, nel fare il giro della Terra, d’essere sbarcato nelle
Indie; oggi identifica i popoli e la cultura precolombianache, discriminandoli
in Indiani d’America, o del desueto Indie Occidentali.
Da questo equivoco è nata la locuzione Fico d’India, pianta delle Cactacee,
in realtà importato dall’America Centrale (Messico), sovente riportato in
552
Ficodìndia col plur Fichidìndia; la sua notorietà mediterranea (avanti il
1547) è dovuta al fatto ch’era trasprtato sulle navi considerato terapeutico
per lo Scorbuto, diffusosi nel meridione d’Italia complice l’occupazione
aragonese-spagnola. Il suo fusto si ramifica in Cladodi, indicati fig con Pàle,
termine Cladòdio questo dal gr KLADODES ramoso da KLADOS ramo; le
sue penetranti spine sono invece indicate fig con Glochidi, termine
quest’altro Glochìdio dal gr GLOKHIS punta di freccia. Le bacche del
Ficodindia squisitamente carnose sono in loco pugliese classificate fig in
Sulfarìna di colore giallo-arancione (che ricorda il colore dello zolfo), in
Sanguìgna di colore rosso-porpora come il sangue, e in Muscarèdda “piccola
mosca” di colore bianco Il Ficodindia è scientificamente indicato con
Opunzia ficus-indica dove Opunzia è un coronimo greco.
\ Decasillabo Endecasillabo
\ Suffisso *MENTE
Avverbio derivato – Avverbio composto - Locuzione avverbiale
La più lunga parola ital è Precipitevolissimevolmènte, di undici sillabe,
composta dall’aggettivo Precipitèvole questo col suff di aggettivo verbale
EVOLE, col suff di superlativo assoluto ISSIMO dal lat ISSIMUS
(Precipitevolìssimo),
seguito
dal
secondo
suff
EVOLE
(Precipitevolissimèvole), in aggiunta infine il suff avverbiale di massima
parte MENTE dal lat MENS che dal significato originale di mente s’è
attestato fig in modo. Il termine è logicamente virtuale, poiché nessuno si
sognerebbe di inserirlo in una frase se non in lingua parlata e in senso
canzonatorio.
Il suff MENTE costruisce un Avverbio derivato ove venga apposto alla
forma fem degli aggettivi in o (Vero-Vera-Veramente), a quelli in e (TruceTrucemente) eliminando addirittura la vocale se terminano in le o re (
Facile-Facilmente / Popolare-Popolarmente); oltre all’Avverbio derivato,
dunque, l’ital conta Avverbio composto (Infatti) e Locuzione avverbiale (A
soqquadro). Sovente, una locuzione avverbiale si tramuta in avverbio
composto (Tutt’al più-Tuttalpiù)
Precipitevolissimevolmente è dunque un Endecasìllabo, un termine
composto dal gr HENDEKA undici con SYLLABE sillaba, più corrente per
definire un verso di undici sillabe (Ge-nu-flès-so sul grèm-bo del-la tèrra da “Nuovo argine” SA ). L’Endecasillabo è la massima lunghezza di un
verso, oltre alla quale si ricadrebbe nei segmenti di narrativa poetica, che
non è poesia. Tra gli endecasillabi, si conta il Falècio, altrimenti detto
Falècio o Falèucio o ancora Falèuco, dalla locuzione gr PHALAIKEION
METRON “il metro poetico ideato dal poeta Falecio”.
Nel percorso, l’ital conta Endecacòrdo (col gr KHORDE corda vale “arpa” a
undici corde), Endecaèdro (col gr HEDRA sedia-base svoltosi fig in “faccia
geometrica”), Endecàgono (col gr GONIA angolo).
L’endecasillabo ha una sillaba in più rispetto al Decasìllabo questo di dieci
sillabe (Par-ve la gior-na-ta del giu-di-zio da “I crani vuoti” SA), composto
col gr DEKA DEKADOS dieci, cui il lat DECAS DECADIS e il percorso
ital di derivati e composti quali Dèca, Decacòrdo (col gr KHORDE corda
553
vale “arpa” a dieci corde)), Dècade con Decadàle e Decàdico, Decaèdro (col
gr HEDRA sedia-base svoltosi fig in “faccia geometrica”), Decàgono (col gr
GONIA angolo), Decagràmma o Decagràmmo, Decàlitro, Decàlogo,
Decarchìa, Decàstico (col gr STIKHOS verso vale componimento di dieci
versi), Decàstilo (col gr STYLOS colonna), Dècathlon o Dècatlo con
Decathlonèta (col gr ATHLON gara), Declatèta (con Atleta); eppoi
Decèmviro con Decemviràle e Decemviràto (col lat VIR uomo), Decennàle
con Decènne e Decènnio (col lat ANNUS anno) tutti questi attraverso il lat
DECEM dieci cui ancora il cardinale Dièci con Decàna, Decània, Decàno e
Decanàto cui la locuzione Decano dell’umanità (il più vecchio in vita al
mondo),
Il Decamerone o Decameron, la nota opera di Boccaccio, composta
nel periodo 1349-1353, è la composizione gr di DEKA dieci e
HEMERA giorno e vale per “opera scritta con novelle raccontate per
dieci giorni”. Il poeta immagina dieci giovani, sette donne e tre
uomini, che si rifugiano per quattordici giorni fuori Firenze colpita
dalla peste. Per trascorrere il tempo si organizzano nel raccontare
ognuno a turno una novella per dieci giorni, riposando nei quattro
restanti.
Il percorso prosegue con Decìle, Diecimìla (con il lat MILIA migliaia),
Diecìna o Decìna e Diecìno (dall’tal Dieci), attraverso il lat DECIMUS di
DECEM cui Decìle, Dècima dalla locuzione lat DECIMA PARS con
Dècimo, Decimàle, Decimalizzàre, Decimàre con Decimaziòne e
Addecimàre.
\ La Decima è un’eredità di ant storia. Tra gli ebrei era per legge la decima parte del
raccolto da erogare alla trbù dei Leviti, tra i romani la decima parte dei prodotti
dell’agro pubblico da consegnare allo Stato, tra i cattolici, infine, era la decima parte
del reddito dovuta alla Chiesa.\
Il Decumàno dal lat DECUMANUS era il soldato della decima legione,
oppure l’appaltatore della Dècima, questo dal lat DECUMA “decima parte
dei prodotti agricoli” pagati a Roma dai siciliani, ma è più noto come la linea
stradale est-ovest negli accampamenti e nelle città, che incrociava il Cardine,
cui la Porta decumana, principale rispetto alla Porta pretoria
La locuzione Onda decumana o Flutto decumano identifica oggi la decima
onda, che sarebbe la più impetuosa rispetto alle nove precedenti.
Decùria era una suddivisione amministrativa e militare romana “dieci
cittadini” cui Decurionàle, Decurionàto e Decuriòne.
Infine, tramite il pref DECI decima parte, le composizioni quali Decibèl 1,
Decìgrado, Decigràmma o Decigràmmo, Decìlitro, Decìmetro, eppoi
Deciprìmo, Decimosecòndo, Decimotèrzo o Terzodècimo… questi con
valore di Undici, Dodici, Tredici...
1
Bèl è l’unità di misura adimensionale per potenze, il cui simbolo è B, ed esprime il
logaritmo di base 10 tra il valore da misurare e quello di riferimento; in acustica è il
logaritmo di rapporto tra l’intensità di un suono e quella di riferimento utilizzato in
Decibel (dB).
\ Fitto Frequente Scalfire Scaltro Caustico
Infissazione Suffissazione
554
Il lemma Fìtto (sostantivo ed aggettivo, con valore di “fissato, elementi assai
ravvicinati-incomprensibile-inesistente-frequente-immerso-termine araldico,
ellittico di Affittato”), con Fìtta, Fittàbile, Fittaiòlo o Fittaiuòlo, Fittàre,
Fittàvolo (snm di Affittuario, Conduttore e Locatario), Fittèzza, Fittòne con
Fittonànte, il composto Fittacàmere, è dal lat FICTUM Pp di Fìggere dal lat
FIGERE fissare-inchiodare, da rad DHIGW, cui i prefissati Affìggere con
Affissiòne e Affìsso (in morfololgia, gli Affissi identificano Prefissi, Suffissi
e Infissi), Affittàre con Affittànza ed Affìtto nel senso di “fissato” cui
Affittuàrio (snm di Conduttore, Fittavolo e Locatario), Affittìre con Infittìre,
Defìggere con Defissiòne con cambio di pref da Affiggere, con l’omn
Defissiòne “artificio di magia” da DEFIXIO di DEFIGERE configgere,
Ranfittìre, Rinfittìre e Sfittìre da Fitto “estrememente ravvicinato”, Infìggere
con Infissaziòne e Infìsso.
In linguistica, Infìsso è il morfema che, a differenza del Prefisso e Suffisso o
Desinenza, che si saldano rispettivamente all’inizio e alla fine di un lessema,
viene in esso interposto, nella sua radice; ne è ricco il gruppo ugrofinnico le
cui lingue sono appunto identificate “agglutinanti”. Nella lingua lat, dalla
rad IUG cui IUGUM e l’ital Giogo, si è ottenuto IUNGERE con
l’inserimento dell’infisso nasale n, cui l’ital Giungere. Nella lingua italiana
l’Infissazione è utilizzata nella terminologia chimica (ET che vale Etile in
Fenetidina) oppure in termini iterativi quale Baciucchiare da Baciare)
Il percorso prefissato prosegue con Confìggere con Confìtto dal valore di
“conficcare” cui l’opposto Sconfìggere (S sottrattivo) “sconficcare” omn di
Sconfiggere “abbattere”, Prefìggere con Prefìsso dal Pp lat PRAEFIXUS cui
Prefissàle, Prefissòide, Prefissàre (omn-snm di Prefissare da Fissare) e
Prefissaziòne (composizione di un lessema con un prefisso); infine
Trafìggere con Trafìtta, Trafittìvo e Trafittùra. Il percorso continua con
Fìbula (omn di Perone in anatomia) cui Infibulàre con Infibulamènto,
Infibulaziòne, Infìbulo e la sua mutazione in Fìbbia dal lat FIBULA (simile
alla mutazione di Coppia da COPULA, Rabbia da RABULA) tratto dal
nome di strumento FIVIBULA di FIGERE, cui i prefissati Affibbiàre snm di
Appioppare con Affibbiàto, Affibbiatùra e Sfibbiàre con Sfibbiatùra, Ficcàre
questo dall’intensivo FIGICARE con Ficcànte, il glb Fiche “gettone da
gioco-chiodo da conficcare-tagliando bancario” attraverso il franc FICHER
fissare-gettare addosso cui ancora un Fichu “scialletto” (pron fisciù) con
l’omologismo Fisciù, il prefissato Conficcàre con Conficcàto, l’iterativo
Rificcàre, l’opposto Sconficcàre con Sconficcamènto e Sconficcàto (S
sottrattivo), i composti fig Ficcanàso e Ficcanasàre; eppoi Fìsso dal lat
FIXUS cui la variante Fìso da un Fisàre e vrs Fìsima “idea fissa”, il denm
Fissàre con Fissàggio, Fissatìvo, Fissàto, la locuzione Fissato bollato,
Fissatòre, Fissaziòne, Fissìsmo, Fissìstico Fissità, la locuzione Fisso mobile
e il prefissato Prefissàre (omn-snm di Prefissare da Prefisso), ancora, con i
pref, Antefìssa dal lat ANTEFIXA (neutro plur), Sfissàre (S sottrattivo),
Soffìtta con Soffìtto, Soffittàre e Soffittatùra da SUFFICTUM Pp di
SUFFIGERE appendere sotto col pref SUB, Suffìsso dal lat SUFFIXUS
ovvero SUB FIXUS, cui Suffissàle con Suffissàre, Suffissòide col suff
OIDE “somiglianza” e Suffissaziòne (composizione di un lessema col
555
suffisso) cui Suffissazione nominale (Bellezza da Bello), Suffissazione
aggettivale (Macchinoso da Macchina), Suffissazione deverbale (Lentamente
da Lento). I Suffiisi, pertanto, si dividono in Suffissi alterativi (diminutivi,
accrescitivi…), Suffissi derivativi (aggettivali, avverbiali, nominali e verbali
o deaggettivali, deavverbiali, denominali e deverbali).
Fitto può essere snm di Frequente e di Sovente; Frequènte è dal lat
FREQUENS spesso, fitto Ppres di un FREQUERE, cui Frequentàre,
Frequentàbile, Frequentatìvo, Frequentàto, Frequentatòre, Frequentaziòne,
Frequènte, Frequènza con Frequenziàle, il composto Frequenzìmetro o
Frequernziòmetro, la locuzione elettromagnetica Onde a modulazione di
frequenza. Sovènte è dalla composizione lat SUB INDE subito dopo; dal lat
INDE l’ital ha ricalcato l’avverbio Indi-ìndi in connessione con l’avverbio e
congiunzione UNDE da dove, entrambi in relazione con la locuzione lat EX
EO, quest’ultimo (EO) prima persona singolare presente del verbo IRE
andare.
Scalfìre, con un Scalfìggere, è connesso col gr SKARIPHDOMAI dalla rad
DHIGW, passato nel lat volg SCARFIRE variante di SCARIFARE incidere
cui Scalfìto o Scalfìtto e Scalfittùra. Esplicitamente dal gr è pervenuto
Scarificàre dal lat SCARIFICARE con Scarificaziòne e il fossile lemmatico
Scarifìcio, cui Scalficcàre questo un inc con Ficcare e Scarificare. Scalfire è
l’effetto su una pietra focaia dell’azione di strofinare, pertanto non è
inverosimile una connessione con la rad base SK di SKWENTH scintilla o
S-KAND ardere omonima di SKAND salire, forse fig dal fatto che le
fiamme e fumo salgono; viepiù, la rad di Caligine (fumo) è KAL, un tema
rad che può aver connessione con Scarlàtto dal lat SCARLATUS, già ar
SAQIRLAT, cui Scarlattìna, Scarlattinifòrme e Scarlattinòso, fig dal colore
rossastro che ricorda il fuoco. Nel volg mer, Scarfare sta per “scaldare” da
un ant Scalfàre cui Scalfaròtto o Scalferòtto; non è spontaneo credere in una
connessione con il long FALKAN togliere cui l’omn omologismo Scalfàre
(S intensivo) quale termine di sartoria.
Dal lat tardo CANTERIRE è pervenuto Calterìre verbo denm da Cauterio
attestatosi in bruciare cui Scaltrìre con Scàltro (pref S intensivo) “bruciare
del tutto” eppoi attestatosi fig in “divenire esperto del tutto”. Da KAO
brucio, l’ital conta Cautère o Cautèrio, con Cauterizzàre e Cauterizzaziòne,
dal lat CAUTERIUM già gr KAUTERION cui ancora Càustica, Càustico lat
CAUSTICUS, gr KAUSTIKOS bruciante cui Causticàre, Causticaziòne,
Causticità, i composti Caustificàre con Caustificaiòne, Criocautère o
Criocautèrio (col pref CRIO gelo); il lemma Càlta “sorta di pianta palustre”
è dal lat CALTHA già etrusco CAUTHA, il Dio del sole.
Inchiòstro dal prefissato gr ENKAUSTON cui il lat ENCAUSTUM e l’ital
Inchiostràre, Inchiostratòre e Inchiostraziòne.
La locuzione Inchiostro dei sette gioielli è una particolare miscela di sette
componenti pregiati storicamente adottata in oriente per elaborare
manoscritti di valore. La locuzione fig Mal d’inchiostro è una sorta di
malattia delle castagne.
\ Il Test di Rorschach in psichiatria consiste far “leggere” al paziente delle macchie
d’inchiostro su apposite dieci tavolette \
556
Occorre una sosta sul termine Inchiostro dal lat EN-CAUSTUM, che vale
“di un colore come se fosse bruciato dentro” dal gr KAUSTIKOS, con un
raro suff STRO, che ritroviamo in Registro dal lat REGESTA, in Ginèstra
dal lat GINESTA questo con Ginestrèlla, Ginestrìno e Ginestròne; Ginestra
possiede un complanare tema med NEPA ginestrone, cui Nèpa e Nepetèlla o
Nepitèlla o Nipitèlla.
Il suff STRO si ritrova ancora in Giòstra dal franc JOSTE devb di JOSTER
dal lat volg IUXTARE appressarsi cui Giostràio, Giostrànte, Giostràre e
Giostratòre. Dal prvz ant BEORT giostra derivato da BAGORDAR, l’ital ha
ricalcato l’omologismo Bagòrdo, meglio Bagòrdi, con Bagordàre; in vrs
connessione il termine Bagònghi “nano da circo” generalizzato in “individuo
sgraziato”.
\ Mantello Berretto Giaccone
Mantèllo, invece, è dal tema med MANTA cui il lat MANTELLUM estratto
dal lat tardo MANTUS, l’ital Mantellàre (aggettivo) con Mantellàta,
Mantellàto, Mantellètto e Mantellìna, Mànto ed il verbo in senso fig
Smantellàre. L’Astenosfera, lo strato di roccia che ricopre la terra, è definita
fig Mantello. Esiste anche un Mànto chre vale “molto”, dal franc MAINT un
inc sintetico dalla locuzione lat MAGNUS TANTUS. In Spagna esiste
MANTILLA, donde la nostra Mantìglia. Da Manto (indumento), oltre a
Mantello, sono derivati i snm Màntaco e Màntice dal lat MANTICA, che in
origine stanno per “sacco”, quindi una copertura. La voce fem Manta, che
sta per “coperta” (come quella da letto), è ancora ricorrente nel volg mer.
Mànta è anche il grande pesce dei Mobùliti (la Famiglia, dal lat
MOBULIDAE ma di genesi caribica) di forma romboidale, il cui nome è fig
connesso con Manta-Manto.
Alieni in questo percorso Mantèca, cui Mantecàre e Mantecàto, dallo sp
MANTECA inv dal tema med MANTEKA burro e una ricetta veneta è il
Baccalà mantecato, eppoi il termine matematico Mantìssa, inv dal lat
MANTISSA che vale “aggiunta” e che vanta un rad antichissimo,
dall’etrusco. Baccalà è l’omologismo dall’ol KABELJAU svoltosi in
metatesi BAKELJAU e attraverso lo sp BACALAO.
Il gr conta KHLAMYS sopravveste passato nel lat in CHLAMYS
CHLAMYDIS cui l’ital Clàmide “manto-mantello (simbolo d’autorità)”
adottato in botanica con Clamidàto questo con valore “fornito di perianzio”,
opposto a Aclamidàto questo da Aclàmide prefissato A privativo; eppoi
Clamìdia (Generi di batteri) e Clamidiàcee (la Famiglia), Clamidiòsi (suff
patologico OSI) e Clamidospòra.
Dal lat SAGUM mantello, il franc ha coniato SAIE cui l’ital Sàia, con una
variante Sàglia, Saiètta, Sàio con Saiòne, mentre dal tema med TABARRO
cui il lat TABAE, l’tal ha ricalcato Tabàrro con un eccezionale suff euroafricano ARRO omn del suff peggiorativo mer come in Bizzarro, di presunta
connessione.
Dal lat BIRRUM rosso per il colore del mantello, dal gr PYRROS, di tema
med BIRRO mantello il prvz ha tratto BERRET, cui l’ital Berrètto o Berrètta
e, col cambio di suff, un Berriuòla “berretta papalina”, eppoi il prefissato
Sberrettàrsi e Sberrettàto; il basco conta lo specifico BOINA berretto cui inv
557
in ital (esotismo).
Birràcchio “ giovane vitello nato prematuro e per il colore del manto” e il
sopravvissuto Bìrro “mozzetta” ovvero “copricapo vescovile”; in percorso
fig e non, Birràglia con Sbirràglia, Birrèsco con Sbirrèsco, Sbìrro e
Sbirreggiàre.
Snm di Sbìrro è Berrovière o Birrovière, omologismo dal franc BERRUIER,
questo demotico della provincia di Berry donde provenivano coraggiosi
cavalieri, cui Berrovàglia, Berroverìa.
Giaccòne, infine, è l’accr di Giàcca, a sua volta coniato con i dim Giacchètta
e Giacchètto, omologismo dal franc JACHETTE, attinto all’ar SHAKK, cui
l’ital Giàco “maglia d’acciaio d’uso bellico” dal franc JAQUE. Una diversa
ricerca, a ogni buon conto, vuole che il termine sia stato in realtà ispirato
dall’indumento che indossava abitualmente un certo Giacomo, ovvero
JACQUES, lo stereotipo del contadino. Da qui l’appellativo di Giacobìni,
cui Giacobinìsmo, dal loro club sorto nel convento di S. Giacomo, in lat
JACOBUS, eppoi Giacobìta quale amico e fautore del rientro dell’esiliato
Giacomo II Stuart eppoi dei suoi discendenti. Giacòmo è ancora nella
locuzione Far giacomo giacomo (già dal XVII sec) in riferimeno alle gambe
traballanti, vrs una sovrapposizione onomatopeica ad una espressione fig
relativa ad un Giacomo che incedeva in tale maniera. Giaconètta, invece, che
sta per “tessuto leggero di cotone” è l’omologismo dal franc JACONAS
questo coniato dal toponimo ind Jagannah.
Dal franc PALETOT, un calco dell’ingl PALTOK giacca corta, l’ital conta
l’omologismo Paletò e Paltò, i quali non hanno nulla del termine Paltonière,
con Paltòne, dal franc PAUTONIER servo-individuo senza pregi, questo vrs
connesso fig (e offensivo) col tema med Palta “fango” o a questo
sovrapposto.
Sorta di abito con giacca corta è la Marsìna, termine in onore del conte belga
J. De Marsin (1601/1673), il cui corrispondente è l’ingl FRACK già franc
FROC e l’omologismo itera Frac.
\ Falisci Etruschi
La lingua Falìsca, molto vicino al latino, era parlata dagli etruschi Falisci, un
popolo italico che occupava la regione ETRURIA o TUSCIA, cui il
toponimo Etruria o Tuscia eppoi Tusci. La Tuscia, in origine l’Etruria
meridionale, corrispondeva all’attuale territorio del viterbese. Il loro fulcro
nazionale era Falerii, dove oggi sorge Civita Castellana (Vt). Nel 241 aC
furono sottomessi da Roma e la loro capitale distrutta. Un esempio di lemmi
falisci, che sarebbero risuonati nel lat, riversandosi nell’ital, comprovando
l’immenso patrimonio indoeuropeo, è in MAATIR, cui MATER e Madre, in
PUKLUM cui PULCHER grazioso-bello e Pùlcro con Pulcritùdine, il
superlativo assoluto Pulchèrrimo e Appulcràre “abbellire” (pref AD).
Gli Etruschi, che i colonizzatori greci chiamavano Tirreni, i TYRRHENOI e
i TURSCOS cui il popolo Tosco, ovvero i Toschi o Etruschi, con Toscana e
Toscàno, l’onomastico Tosca da TUSCUS toscano, costituivano una
straodinaria civiltà di gente italica maturata con la cultura importata da
immigrati orientali, una stirpe proveniente dalla Lidia, in Anatolia.
Questa provenienza turca pare avvalorata da un esame del DNA effettuato
558
tra cittadini toscani (Volterra) e anatolici.
Successivamente avrebbero subito l’incalzante influsso magnogreco,
smarrendo così la loro orientalizazione, ma influenzando la nascente civiltà
di Roma.
Il magistrato etrusco era indicato con Lucumòne attraverso il lat LUCUMO
LUCUMONIS cui Lucumonìa “la carica” (suff MONIU ciò che compete”).
Altro raro snm di Etrusco è Rasènio (diffuso nel XIX sec) relativo a
Rasenna “civiltà etrusca”.
PENA PENE PENATI
PENA
Pèna, dal lat POENA, traslitterato dal gr POINT e questo da
K(W)OINA prezzo con rad L(W)EI pagare di aree iran, slava, bal.
Certamente sono in connessione con l’ancor più ant indoeur DA(PNO) cui lat DAMNUM danno. Oggi, semant, il Danno è un
sacrificio arrecato a se stesso o ad altri, astratto o concreto. Pena,
rispetto a Danno, ha seguito un secondo percorso, che lo ha
trasformato in multa, punizione, sentenza... cui la locuzione Pena
capitale snm di Condanna a morte, ma anche in sofferenza
nell’accezione plur Pène. Derivati: Appèna (congiunzione o
avverbio) questo saldatura della locuzione A pena da A mala pena
cui Malapèna, Penàce, Penàle con Penalizzàre e Penalizzaziòne,
Penalità, Penalìsta (avvocato) con Penalìstico, Penànza, Penàre;
Penalty è l’esot in ambito sportivo, che indica un calcio di punizione
o di rigore, miracolosamente in disuso. In percorso, il verbo Punìre
con Punibilità, Punitìvo, Punitòre e Puniziòne; col pref IN privativo
si ha Impùne, Impunità.
Termini pseudoetim Punicàcee (Famiglia botanica cui il Melograno)
connesso con Punicèo, questo dal lat PUNICEUS già gr
PHOINIKEIOS rosso scuro, eppoi Pùnico dal lat PUNICUS relativo
ai Poeni “cartaginesi” cui, di scolatica memoria, la locuzione Guerre
puniche.
In ar SHAQ vale Pena, d’origine onomatopeica, donde gli
omologismi Acciaccàre, Acciaccamènto, Acciaccàta, Acciaccàto,
Acciaccatùra e Acciàcco questo attraverso lo sp ACHAQUE
“malattia abituale” cui Acciaccòso.
\ La Funzione della Pena è oggetto di annosi dibattiti nel diritto penale e se ne
interessò Beccaria, in quel suo indimenticabile trattato che sconvolse ogni logica dei
tempi relativa alla vendetta di stato, questo un retaggio della vendetta dei padroni. Le
teorie moderne hanno sempre fatto capo a tre concezioni fondamentali: 1. Pena quale
retribuzione per l’illecito commesso. 2. Pena quale intimidazione allo scopo ultimo di
prevenire altri reati. 3. Pena quale strumento correzionalistico \
PENE
Pène, dal lat PENIS, originariamente coda-appendice, in riferimento
559
al membro maschile, ampliato da PES, cui Pènico e Penièno, che
riappare nella forma PESOS in sct e gr. Dalla funzione naturale
dell’introduzione del Pene, è derivato in connessione Penetràre
dall’avverbio lat PENITUS addentro, cui Penetràbile con
Penetrabilità, Penetràle, Penetramènto, Penetràmetro (strumento per
misurare la sensibilità radiografica), Penetrànte, Penetrànza
(geneticamente è la frequenza con cui un gene dominante si
manifesta), Penetraziòne, Penetratìvo, Penetratòre, ma anche,
sorprendentemente, Penicillìna questo dal lat scient PENICILLIUM,
denominazione di un genere di funghi derivata dal lat class
PENICILLUM, dim di PENICULUS piccola spazzola o meglio a
forma di piccola coda (PENIS) cui Penecillinàsi o Penecillàsi (suff
medico ASI), Penicìllio (Genere di funghi), Penicìllo “pennello” con
Penicillàto. In percorso i prefissati Compenetràre cui Compenetràbile
con Compenetrabilità, Compenetràto e Compenetraziòne (CUM
associativo), Impenetràbile e Incompenetràbile (IN negativo).
Da PENIS, il lat volg ha tratto PEDINUS, cui Pènero e Peneràta
(estremo filo dell’ordito e l’insieme d’essi per conformare la
frangia), Pennècchio “codino” dal dim lat PENICULUM fatto
incrociare con Penna, Pennèllo
“strumento per pitturare - sottile
fascio di luce - breve argine - ancorotto” (omn di Pennello
“bandiera”) dal volg PENELLUS quale dim di PENIS “coda”
sovrapposto a Penna cui Pennellàre, Pennellàta, Pennellatùra,
Pennelleggiàre, il prefissato marinaresco Appennellàre “legare a un
ancorotto”, il fig Pennellèssa e Pennellifìcio. In connessione, Penèidi
(Famiglia di crostacei) relativo a PENEUS, il dio fluviale
dell’idronimo Peneo (vrs nel senso di acqua che scorre e penetra
lungo il terreno), e Penèio che sarebbe snm di Alloro in riferimento a
Dafne, figlia di Peneo, tramutata in alloro.
Pene (adottato dal XVIII sec) ha il suo snm in Fàllo questo adottato
dal 1630 (omn di Fallo “errore”) è dal lat tardo PHALLUS dal gr
PHALLOS, connesso col tema della rad DHE di Fecondità, cui
Fallàcee (Famiglia di funghi), Fallocèfalo (snm di Testa di fallo o
Testa di cazzo in locuzioni offensive), Fallocèntrico con
Fallocentrìsmo, Fallocrazìa con Fallòcrate e Fallocràtico, un Itifàllo,
con Itifàllico, composto col gr ITHYS dritto per accezione
“simulacro fallico” cui Falloforìa “processione col simulacro del
fallo” questo composto col suff FORIA dal gr PHERO portare,
come in Euforìa “che si porta bene”, questo col pref gr EU bene, cui
Eufòrico, Euforizzàre, Euforizzànte e Euforizzaiòne; eppoi Fallòide
e Falloidèo (suff OIDE somiglianza), Falloplàstica.
Il Pene dà l’idea immediata dell’introduzione, mentre il Fallo quella
560
della simbologia del potere maschile, quindi l’ital conta Penetraziòne
e Fallocrazìa con Fallòcrate.
Il composto Ithyphallofobìa (con ITHYS dritto), italianizzato
Itifallofobìa indica il panico di vedere o di mostrare il pene in
erezione.
La parte terminale del Pene è il Glànde, lat GLANS GLANDIS
ghianda di rad GELE globulo, cui, in complanare, Ghiànda,
Ghiandàia “sorta di uccello” detto anche Pica o Gazza, Ghiandàio,
Ghiandàtico o Glandàtico, Ghiandìfero, Ghiàndola o Glàndola e
Glàndula con Ghiandolàre o Glandolàre e Glandulàre, Ghiandolòso o
Glandolòso e Glandulòso, Ghiandòne, Glandìfero,. Da una specifica
rad NGWEN ghiandola, il lat ha ottenuto INGUEN, cui Inguineìnguine con Inguinàle; il gr conta lo specifico ADEN ghiandola cui
Adenìna, Adenìte, Adenòidi con Adenoidèo, Adenòma (suff
patologico OMA) e il pref ADENO per composizioni quali
Adenocarcinòma, Adenocèle, Adenoidectomìa, Adenomatòso,
Adenopatìa, Adenotomìa, Adenivìrus con Adenoviròsi. Dal gr
BALANOS ghianda-glande l’ital conta Balànico e Balanìte (suff
medico ITE) relativi al Glande, i fig Balàno “crostaceo” cui Balànidi
(la Famiglia), Balanìno “sorta di coleotteri”,’omn Balanìte “sorta di
alberello” relativi a Ghianda; eppoi Mirabolàno o Mirobalàno o
Mirobolàno “sorta di susino” e fig “spaccone” cui Mirabolànte, dal
gr MYROBALANOS composto col gr MYROS unguento, attraverso
il franc MYROBOLAN già lat MYROBALANUM,
Termini pseudoetim il minerale Balàscio o Balàsso “sorta di
spinello” omologismo dall’ar BALAKHSH relativo al toponimo
BALAKHSHAN, eppoi Balàta “materiale gommoso” omologismo di
genesi tupi attraverso lo sp BALATA.
Il Pene è lo strumento naturale per Fornicare. Il verbo Fornicàre,
adottato nel linguaggio cristiano, è il denm da Fòrnice, dal lat
FORNIX arco, volta; Fornice è snm di “sotterraneo”, dove appunto
operavano le meretrici. In anatomia, Fornice è fig la formazione
simile ad arco, vedi il Fornice oculo-palpebrale. Dall’inc di FORNIX
con FORMUS caldo l’ital conta Fòrno da FORNUS, la cui
apparizione risale ai tempi dei Faraoni. A Gerusalemme c’era
l’usanza di assegnare interi quartieri ai Forni pubblici. Fu Roma,
tuttavia, che fondò e incrementò l’Industria della panificazione.
Il percorso prosegue con il prefissato Infornàre con Infornàta e
Infornatòre, un desueto Soffornàto con valore di “incavato” (pref
SUB-SO sotto), il composto Infornapàne “la specifica pala”; eppoi
ancora Fornàce, con una variante Fornàcchia dal dim lat
FORNACULA, Fornaciàio, Fornaciàta, Fornàio o Fornàro con i
561
propri dim Fornarètto e Fornarìno, Fornàta, il dim Fornèllo con
Fornellàta e Frugnòlo o Frugnuòlo da un precedente Fornuòlo
“lanterna da caccia” dal volg FURNIOLUM questo dim di aggettivo
da FURNUS cui Frugnolàre e Frugnolatòre, eppoi il prefissato
Infornaciàre con Infornaciàta.
Tra le popolazioni dolomitiche esiste la voce Sorafornèl che vale
quale piattaforma di pietra posta sopra il forno di casa, utilizzata per
porvi il letto durante l’inverno.
A sua volta, FORMUS inc con FORCEPS tenaglia ha prodotto
Fòrcipe. I romani celebravano i Fornacàlia, festeggiamenti in onore
di Fornax, la dea del fornello. Ancora, dal lat PRISTINUM forno
quale “panetteria” (annesso quindi al mulino), l’ital conta Prestìno o
Pristìno (già dal 1500) con Prestinàio o Pristinàio dal lat
PISTINARIUS volg PRISTINARIUS, attraverso il volg milanese
Prestin, veneto Prestiner “panettiere”.
Il verbo Fornìre, con Fornìbile, il prefissato Rifornìre con Rifornìto,
Rifornimènto e Rifornitòre, è dal franc ant FORNIR e nulla osta
credere ad una connessione rad con il lat FORNUS nel senso di
riempire il forno-avere il forno pieno, successivamente attestatosi
nel generico significato corrente.
Il franc del XV sec ha ancora LIVRER fornire, cui LIVREE e l’ital
Livrèa che sta per veste fornita (al domestico).
La rad di FORNIX-Fornice è DHER solido, la stessa che,
successivamente ampliata in DHER-MO, avrebbe portato a Fèrmo
da FIRMUM stabile col denm FIRMARE di derivazione fig dal lat
FERRUMEN saldatura a fuoco, cui Firmàre col devb Fìrma eppoi
Fermàre con Fermàta, Fermàto, Fermatùra, Fermèzza, Fermàglio
atraverso il prvz FERMALH già dim lat FIRMACULUM, i prefissati
Affermàre, Affermatìvo e Affermaziòne, Confèrma e Confermàre,
Confèrva (alga) e Infermàre, Infermerìa, Infermità, Infermière,
Infèrmo, Infirmàre, questi dal lat INFIRMARE indebolire, composto
dal suff di negazione IN e FIRMUS fermo fig sano, l’iterativo
Rifermàre, Soffermàre, i composti Fermacalzòni, Fermacampiòne o
Fercampiòne (snm di Fermaglio), Fermacapèlli, Fermacàrro,
Fermacàrte, Fermacravàtta o Fermacravàtte, Fermanèllo, Fermapàlle,
Fermapièdi, Fermapòrta o Fermapòrte,
Fermascàmbio o
Fermascàmbi snm di Fermadeviatòio, Fermatovàglie, Fermopòsta.
In ingl TO STOP vale fermare, cui i glb Stòp, Stopover “fare tappa”,
Stopper (snm marinaresco di Arrestatoio), e Nonstop dalla locuzione
ingl NO-STOP “senza sosta”, gli omologismi Stoppàre (omn di
Stoppàre da Stoppa), Stoppàta, Stoppatòre.
La stessa radice DHER solido, ampliata diversamente, avrebbe
562
condotto ancora al lat FORTIS già FORCTIS, cui Fòrte sia aggettivo
sia sostantivo tratto dalla locuzione Luogo forte (fortificato),
Fortemènte, Fortèto, Fortèzza, Fortìccio, Fortièra, Fortificàre con
Forticàbile, Forticamènto, Fortificànte, Fortificatìvo, Fortificatòrio e
Fortificaziòne, Fortìgno (relativo al sapore o all’odore), Fortilìzio
attraverso il prvz FORTALEZA eppoi franc ant FORTALECE,
Fortìno, il superlativo assoluto Fortìssimo, Fortitùdine, Fortòre
(questo anche idronimo di un fiume meridionale); termine alieno
adottato in informatica, l’omologismo Fòrtran (dal 1967) questo
ellittico dalla locuzione ingl FORMULA TRANSLATION
“traduttore di formule”
L’ingl conta STRONG forte di origine indoeur vrs di sperduta
connessione con Stròngilo “parassita intestinale” già dal gr
STRONGYLOS rotondo cui Strongìlidi (la Famiglia), supponendo
per la proprietà di una “forte persistenza”,.
Il percorso dalla rad DHER continua con Fòrza dal lat FORTIA plur
di FORTIS, cui Forzàglia, Forzàre, Forzàto, Forzière, Forzùto e, con
i pref, Afforzàre (AD allativo), Confortàre con Confortàbile,
Confortànte, Conforterìa, Confortèvole, Confortatòre, Confortatòrio,
Confortìno fig “spuntino”, Confòrto e i glb ingl Confort o Comfort
(pref associativo CUM), Infortìre (IN illativo) con Infortimènto,
Inforzàre, il doppio prefissato Sconfortàre con Sconfortànte,
Sconfortàto e Sconfòrto (pref S sottrattivo), Rafforzàre con
Rafforzamènto, Rafforzatìvo e Rafforzàto (pref RAD), Rinforzàre
con Rinforzamènto, Rinforzàndo (termine musicale), Rinforzàto e
Rinfòrzo (pref RIN illativo-intensivo), Sforzàre cui Sfòrzo (pref S
intensivo).
Eppoi, attraverso il franc, la locuzione glb Force de frappe “forza
d’urto”, attraverso l’ingl il glb sportivo Forcing da TO FORCE
forzare. La composizione Pianofòrte, già Fòrte-piàno nell’800, è
l’ipocoristico di “Clavicembalo con il piano e il forte”, cui Piàno
quale ellittico di Pianoforte con Pianìno e Pianòla, Pianìsmo omn di
Pianismo (da pianificare), il virtuosìsmo Pianìssimo, Pianìsta,
Pianìstico, il composto Pianobàr (bar con pianoforte).
Dal prvz BALOART, attinto all’ol BOLWERC fortificazione, l’ital
ha tratto l’omologismo Baluàrdo già Baloàrdo e Balovàrdo snm di
Vallo e il glb Boulevard attraverso il franc.
Termine assimilato a Forzuto è Ercùleo, omologato dall’eroe gr
HERAKLES, noto per la sua forza fisica, tradotto nel lat
HERCULEUS
e in ital Ercole-èrcole, che ricorre oggi
nell’onomastica con Ercole; anche un suo figlio Olinto ha avuto
l’onore d’essere acolto nell’onomastica, grazie a Tasso che lo ha
563
italianizzato Olindo.
Il gr conta DYNAMIS forza, donde Dinamìte questo coniato dal suo
inventore A. B. Nobel (1833-1896), il cui suff ITE di terminologia
minerale è stato esteso ad altri esplosivi quali Cheddìte (dal
toponimo Chedde in Savoia, luogo dove fu fabbricata) da non
equivocare con il glb ingl Cheddar “sorta di formaggio” relativo al
toponimo della zone di origine; eppoi Cordìte (da Corda poiché
fabbricata in fili). In percorso da DYNAMIS si ha Dìna o Dìne
“forza” attraverso il franc DYNE, Dinàmica, Dinamicità, Dinàmico
con Dinamicamènte, Dinamìsmo, Dinamizzàre, con Dinamizzàto e
Dinamizzaziòne, i relativi a Dinamite quali Dinamitàrdo,
Dinamìtico,il composto Dinamitifìcio, eppoi Dìnamo tratto dalla
locuzione
ted
DYNAMO
ELEKTRISCHE
MASCHINE
apparecchio dinamoelettrico e il pref DINAMO adattato in
composizioni quali Dinàmetro, Dinamoelèttrico, Dinamògrafo con
Dinamoergogràfo (col gr ERGON lavoro), il geologico
Dinamometamorfìsmo,
Dinamòmetro
con
Dinamomètrico,
Dinamoscopìa.
In vrs connessione il gr conta ADYNATON cosa impossibile, inv in
ital Adynaton, dove il pref A privativo s’oppone al significato di
forza e che, quale figura retorica, sta per “assenza di forza realistica”
ovvero mettere in relazione l’impossibilità che si verifichi un evento
con l’accadimento di un secondo che non potrà mai avvenire “
...quando avrò \…\ asciutti gli occhi, vedrem \...\ arder la neve” (F.
Petrarca).
\ Tiroide
Tra le ghiandole umane endocrine c’è la Tiròide, questo dalla composizione
gr THYROEIDES che sta per EIDES a forma di THYREO scudo oblungo
In percorso medico, l’ital conta Tiroidectomìa (col gr EKTOME resezione),
l’aggettivo Tiroidèo, Tiroidìsmo con valore di “ipertiroidismo”, Tiroidìte
(suff medico ITE per infiammazione), Tirosìna (suff medici OSI e INA) col
derivato Tironìna, l’ormone principale Tiroxina attraverso l’ingl
TIROXYNE (THYROID tiroide con OXINE ossina) italianizzato Tirossìna,
l’ormone ipofisario Tirotropìna o Tireotropìna (col gr TROPO volgere) o
ancora la locuzione Ormone tireostimolante cui l’acronimo TSH dall’ingl
THYROID STIMULATING HORMONE che controlla la Tiroide; eppoi, in
relazione al funzionamento, Distiroidìsmo (pref DIS male), Eutiroidìsmo
(pref EU “bene”), Ipertiroidìsmo (pref IPER “oltre” la norma) cui
Ipertiroidèo, Ipotiroidìsmo (pref IPO “al di sotto” della norma) con
Ipotiroidèo, Tireoprìvo o Tiroprìvo “privo di tiroide”; eppoi il composto
Iotiroidèo con Ioide (l’osso) cui la locuzione Muscolo iotiroideo.
\ Alce Alcione Alcol
Il gr conta ALKE forza cui ALKEA col quale è vrs connesso il termine ital
Alcèa “erba”, snm di Altea, e forse in correlazione fig con il lat ALCES già
564
ted ant ALHA e moderno ELCH donde l’ital Alce-àlce, i composti Alcèlafo
“antilope africana” col gr ELAPHOS cervo, questo snm di Bùbalo,
Alcifòrmi (Ordine)
Dal lat ALCYON già gr ALKYON, l’ital conta Alciòne o il poetico
Alcèdine con Alcedìnidi (la Famiglia) alla quale appartiene il Kookaburra
questo un termine di genesi australiana, Alcionàri (la Sottoclasse), Alciònio
questo anche fig relativo ai i giorni del solstizio invernale, quando una certa
tradizione vuole che sia il periodo delle bonacce e quindi della nidificazione
degli alcioni, pertanto il termine vale anche “quieto, non perturbato”. Snm di
Alciòne è Cèrilo “mitico volatile marino” dal gr KERYLOS col quale è vrs
connesso il lat QUERULUS cui l’ital Querulo.
Alcol-àlcol o Alcool-àlcool con Alcole-àlcole o Alcoole-àlcoole è
l’omologismo dall’ar AL KUHUL ombretto attestatosi quale Polvere
finissima dal 1361 eppoi “essenza” attraverso la locuzione ALCOHOL VINI
essenza del vino voluta da Paracelso (1493/1541, cui, in complanare,
Alcolàto e Alcoolàto, Alcolicità e Alcoolicità, Alcòlico e Alcoòlico,
Alcolìsmo e Alcoolìsmo, Alcolìsta e Alcoolìsta, Alcolizzàre e Alcoolizzàre
cui Alcolizzàto e Alcoolizzàto e Alcolizzaziòne,
e una teoria di
composizioni quali Alcoldipendènte con Alcoldipendènza, Alcolemìa e
Alcoolemìa (suff EMIA sangue) cui Alcolèmico, Alcolimetrìa o
Alcoolimetrìa o ancora Alcolometrìa con Alcolìmetro, Alcolòmetro e
Alcoolìmetro, cui il relativo Alcolomètrico, Alcologìa cui Alcològico e un
Alcologìsta, Alcotèst o Alcooltèst; ancora Alcàno (suff chimico ANO), snm
di Paraffina cui Alchìle (cambio di pref ANO in ILE) e Alchìlico, in
percorso con Alchène con Alchènico, Alchìne con Alchilàre, Alchilànte,
Alchilaziòne, Alchìlico, Alchìno (cambiodi pref da ILE a INO). Alcalòide 1
con suff OIDE “somiglianza”, da Alcali-àlcali, è l’omologismo dall’ar AL
QALI potassa, cui Alcalescènte e Alcalescènza, Alcalimetrìa cpn
Alcalìmetro, Alcalìno con Alcalinità e Alcalinizzàre, Alcalòsi, Alcaptòne
questo composto con Alcali e un suff dal lat CAPTARE prendere,
Alcaptonurìa (suff URIA per “urina”) con Alcaptonùrico; termini alieni
Alcantàra questo un tipo di tessuto dal nome del toponimo sp Alcantara, il
glb Alcazàr dall’ar AL QASR fortezza questo una traduzione del lat
CASTRUM.
Tra gli Alcaloidi, si conta la Stricnìna (col suff chimico INA), altamente velenoso,
dal gr STRYKHNOS, una sorta di piante dalle quali si ricava, e questo vrs in
connessione con l’onomatopeico STR C di Strisciare.
Da questo onomatopeico è stato coniato il termine volg mer Stricare “strofinare” cui
Stricaturo l’asse casalingo – lavatoio di pietra o legno ondulato - per strofinarvi e
quindi rilavare i panni.
Nelle regioni povere di risorse idriche l’asse era inserito nelle vaschette colme
d’acqua; diversamente erano posizionati fissi lungo le rive dei corsi d’acqua immersi a
metà.
1
PENATI
Penàti, dal lat PENATES, le Divinità della casa, derivato da PENUS
parte interna della casa che nel lat arcaico intende anche provviste
domestiche. Idealmente, allora, segue il percorso semantico
565
penetrare in casa e custodire, cui gli dei della casa, della famiglia,
ascendenza e discendenza incluse. La derivazione da Pene è semant
corretta: è l’organo per eccellenza che procrea ascendenza e
discendenza; un culto di esaltazione maschile, patrilineare, che
considera il grembo femminile un semplice contenitore.
\ Lemmi e locuzioni maschilistici
L’etimologia evidenzia temi maschilistici profondamente radicati nei
linguaggi e in rare occasioni si decide di intervenire a beneficio di
un’onomasiologia paritaria. Le conquiste sociali femminili non hanno
cancellato l’onta impressa dalle lingue. La nostra non n’è esente e non
poteva essere altrimenti, nata da un popolo che, in nome del maschio, aveva
dato l’avvio al potere e alla conquista del mondo allora conosciuto; le stesse
leggi e il diritto erano essenzialmente in linea fallocratica [Diritto romano],
per cui il Pater familias “capo-famiglia” deteneva il potere di vita o di morte
sulla moglie e sui figli.
Sono lemmi ufficiali e volgari, ma che raccontano tutta la nostra storia di
maschilisti: Paternale (mai Maternale), Paternità (quale detenzione di
proprietà), Patria (terra dei padri, mai Matria terra delle madri), Penetrazione
(nel senso d’appropriarsi della femmina tramite il pene), Perpetràre dal lat
inv PERPETRARE, questo composto da PER e PATRARE e vale “compiere
un atto nelle vesti di padre”, le locuzioni Patria podestà (mai la matria...),
Procreazione omologa (figlio legittimo di coppia ma nato da utero diverso e
assimilato (omologato) a quello proprio della compagna, profeta Abramo
docet...); la scienza non omologistica però definisce, al contrario,
Fecondazione omologa con seme della stessa coppia (del compagno) e
Fecondazione eterologa con seme diverso (ignoto).
Il percorso prosegue con Adultera dal lat AD-ULTERARE “rendere diverso
alter”, (rea di Adulterio, colpa oltremodo grave perché commesso da una
donna, pertanto Adultero vale quale insignificante genere maschile in
ossequio alla grammatica), Castrazione (quale perdita del pene, metaf del
potere), Infemminire (Privare della forza e della risolutezza maschile),
Ripudiare (il diritto matrimoniale ancora valido in troppe società, che induce
un marito, e solo lui, a poter rompere impunemente il vincolo coniugale),
dal lat PUDET col pref reiterativo RE (atto di svergognare e di scacciare il
coniuge), Succube (il nome della figura demoniaca femminile seduttrice
nottetempo, con valore di “che giace sotto”)... poi Virtuòso e Virtuosità,
proprietà esclusivamente maschili, grazie alla costruzione lemmatica con il
lat VIR uomo, donde Evirazione che vale Castrazione.
È fin troppo chiaro che questi lemmi stanno ad indicare una società in cui la
proprietà è esclusivamente del maschio; la nazione, quella ufficiale, è
costituita dai maschi ed è impensabile una procreazione omologa con pene
diverso; sempre i sentimenti positivi sono virili e le malefatte del maschio
sono causate da una seduzione femminile.
Il Patrimònio, dal lat PATER padre con suff MONIUM ciò che compete,
italianizzato MONIO, è la proprietà che dev’essere esclusivamente maschile,
il Matrimònio, invece, dal lat MATER madre è la condizione
566
esclusivamente femminile, in cui una donna va a legalizzare il suo compito
di madre. Infatti, in regime patrilineare, ove la femmina non riesca a
procreare, il matrimonio è da annullare e al maschio è concesso di ripudiarla.
Il suff lat MONIUM ciò che compete s’è svolto dal lat MUNUS di
MUNERE proteggere, pertanto, in origine, Matrimonio sta per MATREM
MUNERE “proteggere lo stato di madre”, così come Patrimonio sta per “a
protezione della proprietà (di famiglia) nella figura del padre”.
Attraverso il ted, si conta Mùndio “protezione” che è il potere (di
competenza) del genitore, omologo del lat PATRIA POTESTAS patria
podestà; la donna protetta dal Mundio era indicata con FREA cui l’attuale
FRAU e FRAULEIN signora e signorina.
Col suffisso MONIO ciò che compete la lingua ital conta Pinzimònio (snm
di Cacimperio), questo l’inc tra Pinzare e Matrimonio, conta Cerimònia o
Ceremònia o ancora il volg Cirimonia, con Cerimoniàle, Cerimonialìsmo,
Cerimonière, Cerimoniòso con Cerimoniosotà, dal lat CAERIMONIA (rito)
di competenza della città etrusca di CAERE e in Querimònia dal lat inv
composto sul calco di Cerimonia e vale pratica di culto caratterizzata da
lamenti, dal lat QUERI lamentarsi, chiedere; termine alieno Ceremìsso
relativo ai Ceremissi cui la locuzione Lingua ceremissa della famiglia ugrofinnica. Altro termine con suff MONIO è Vadimònio dal lat
VADIMONIUM da VAS VADIUM mallevadore.
Con il Matrimonio morganatico, questo dal ted MORGEN mattino e GABE
dono, MORGENGABE, una non nobile accede ufficialmente nel talamo
nobiliare; la locuzione, vista in una società fallocratica, sta in pratica ad
intendere il grande dono elargito ad una simile donna da parte dell’uomo di
averla in isposa. Oggi, la semant ha trasformato il termine Matrimonio in un
legame paritario di coppia, smarrendo l’ant significato di sudditanza
maschilista. Il nome Morgana della mitologica maga celt, in epoca del re
Artù, è vrs connesso con MORGEN; personaggio e le sue magie che hanno
ispirato il termine Fatamorgàna relativa al fenomeno ottico di rifrazione.
Direttamente dal lat, nel diritto (IUS) feudale era contemplato lo Ius primae
noctis, la facoltà del signore e padrone di giacere la prima notte con la donna
delle sue terre andata in nozze, sostituendosi al legittimo coniuge; l’opzione
dipendeva logicamente dalle fattezze della femmina. Ciò avrebbe indotto
capifamiglia di nuclei retti da un rigido patriarcato, disseminati tra le
campagne, ad assumere l’uguale diritto nei riguardi delle nuore,
raggiungendo l’acme attraverso l’incesto con le figlie, con la madre; un
costume purtroppo perpretato (verbo questo che qui calza perfettamente,
data la sua origine da PATER padre) in età più moderna nelle buie contrade
montane ed agricole.
Altro diritto è lo Ius corrigendi, per il quale il marito era libero di percuotere
la moglie ai fini di una sua correzione ove lei si sviasse dalle regole imposte
dalle convenzioni e dal potere; un ant costume maschilistico fatto decadere
dalla legge ma purtroppo sopravvissuto nei geni per cui tante volte riemerge
anche tragicamente dall’uomo in famiglia, sia contro la moglie, sia contro le
figlie, riversandosi nei figli maschi contro le sorelle.
Un diritto che ha origine in una trapassato remoto, diffuso vrs in ogni società
567
e che quindi non appartiene in esclusiva al mondo occidentale, tant’è che
esiste un aforisma cinese che recita (parafrasi): Quando torni a casa, percuoti
tua moglie; tu puoi anche non saperlo, ma lei sa bene il perché.
\ Adultero Adulto
Adùltero cui Adultèrio questo con la variante in accentazione piana
Adultèro, e Adulterìno, dal lat ADULTER, lemma devb da Adulteràre cui
Adulteràbile, Adulteramènto, Adulterànte, Adulteràto e Adulteraziòne
composto dal suff AD con Alteràre rendere diverso cui Alteràto, Alteraziòne
e Alterità, dal lat ALTER secondo tra due, col normale passaggio della
vocale interna a in u, come nel termine Adulto che segue. L’Adulterio in
termini di giurisprudenza può essere considerato in Adulterio affettivo,
Adulterio apparente, Adulterio effettivo e Adulterio presunto.
Adùlto, invece, è dal lat ADULTUS cresciuto, Pp di ADOLSCERE,
incoativo del lat ALERE dare alimento cui un desueto Alere-àlere, donde
Alùnno, Adolescènte in via di crescita con Adolescènza, Adolescenziàle;
particolare stereotipo di adolescente è Lolìta “sessualmente precoce”
dall’omonima protagonista del noto romanzo Lolita di V. V. Nabokov
(1955), cui Lolitìsmo.
Il termine Adulto è pertanto composto dal suff AD e dal lat ALTUS
allevato-cresciuto, questo svoltosi in celt con ALTA forte, cui Altòre “colui
che dà nutrimento” e in ted ALT vecchio (vrs da “forte di esperienze”).
Il termine Adultescènte indica l’adulto immaturo, termine composto con
Adulto e Adolescente.
Da ALERE deriva il lemma Alimènto dal lat ALIMENTUM nutrimento, cui
Alimentàre aggettivo e verbo e da questo il prefissato Disalimentàre (DIS
dispersivo), Alimentàrio, Alimentarìsta, Alimentatòre e Alimentaziòne
questi anche in senso fig nella terminologia tecnica.
Il lat conta ALMUS che nutre, dal verbo ALERE nutrire cui Almoàlmo; dal lat ALIMONIA (suff MONIA che compete), l’ital conta
l’inv Alimònia “assegno alimentare (per la moglie separata)”,
termine oggi in disuso.
Alimùrgia cui Alimùrgico è il termine composto dal lat ALIMENTA
URGENTIA, coniato nel 1767 da Giovannui Targioni-.Tozzetti e indica lo
studio di erbe spontanee commestibili, da utilizzare in eventi di carestia o
d’altra emergenza.
\ Sono 222milioni di tonnellate di alimenti che nei paesi più sviluppati, finiscono
annualmente nella spazzatura\
Dal termine ALTUS, come cresciuto e su base di misura, deriva il percorso
di Alto-àlto cui Altèzza, Altàna, Altàno, Altica-àltica “sorta di coleotteri” dal
gr HALTIKOS con valore di “idoneo al salto” sovrapposto a Salto, Altìsta
(atleta), Altitùdine, Altùra, quale opposto a Bassura, con la locuzione Pesca
d’altura eppoi Alturière o Alturièro, in senso fig Alterèzza o Alterìgia e
Altèro, Altìccio, i desueti Altierèzza e Altièro, Altezzòso (suff OSO
peggiorativo) con Altezzosità; il lemma Altalèna, con Altalenamènto,
Altalenànte ed Altalenàre, è la composizione del lat TOLLENO gru con
l’aggiunta di Alto e Lèna “sforzo-vigoria”, questo con un desueto Lenànza,
da ANHELARE respirare, cui Anelàre, Anèlito, svoltosi con metatesi in
568
Alèna-Alenàre, “Allenamènto con Allenàre ed Allenatòre; una certa
confusione sorge con il termine Lene o Leno “debole, lieve” quale contrario
di Lena “vigoria”, poiché Lene dal lat LENIS appartiene al rad di Lasso dal
lat LASSUS stanco” (Ved Inciso…).
da TOLLENO, connesso con il verbo TOLLERE levare, l’ital conta
Tollenòne “ant macchina bellica, argano”. Il percorso delle composizioni
continua con il prefisso adattato ALTO cui Altàzimut, Altimetrìa con
Altìmetro e Altimètrico, Altocùmulo, Altofòrno, Altolocàto, Altolocàto,
Altòmetro, Altoparlànte, Altopiàno, Altorilièvo, Altisonànte, Altostràto e
Contràlto, con Mezzocontràlto, con Contra “rimpetto”, eppoi i prefissati
Esaltàre con Esaltamènto, Esaltàto, Esaltatòre, Esaltatòrio ed Esaltaziòne dal
lat EXALTARE denm da ALTUS, un glb ingl Enhancer “termine biologico”
da TO ENHANCE esaltare; col pref DE è sorto DEALERE svoltosi in
DELERE distruggere, cancellare, ovvero fermare la crescita, cui Delèbile,
Deleziòne. Con il pensiero fisso sulla nemica Cartagine, i romani
esclamavano DELENDA EST! È da distruggere (cancellare) e così è stato.
Nel linguaggio glb è entrato l’ingl TO DELETE cancellare, riportato
abbreviato nei computer col tasto DEL.
D’altro percorso sembrerebbe il lemma Deletèrio, dal lat di scuola medica
salernitana DELETERIUM che è nocivo, tratto dal gr DELETERIOS, ma è
vrs una connessione, tale che pare vada a richiamarsi ad una rad comune,
DEL di Dolere, Dolore.
Dal lat volg ALTIARE da ALTRUS, l’ital conta ancora Alzàre, Alzo-àlzo
con i prefissati Innalzàre o Inalzàre cui Innalzamènto o Inalzamènto,
(Innalzatòre o Inalzatòre, l’iterativo Rialzàre, Rialzamènto e Riàlzo con
Rialzìsta (termine borsistico), il toponimo veneziano Ponte di Rialto (già
Ponte della moneta costruito il 1181 nei pressi della zecca). Lo sp conta
GUINDAR alzare cui GUINDA cavo in termini marinareschi e
l’omologismo Ghìnda con Ghindàre; Ghinda è snm di Fiònco (entrambi dal
XIX sec) omologismo dal catalano FLONCH.
Si dovrebbe contare in questo percorso il verbo Innanzàre che ha assunto in
ial il valore di aumentàre-innalzare; in realtà è un esot dal prvz ENANSAR
da ENANS innazi.
Alzàre ha il suo snm in Issàre, cui Issa-ìssa suvvia! dal franc HISSER
rintracciabile nell’ol HIJSEN; dal franc si ha ancora l’omologismo
Agghindàre fig da GUINDER issare, con Agghindamènto, Agghindatèzza.
Il franc, viepiù, conta PIMPER agghindare dalla cui rad ha coniato
PIMPANT seducente, elegante cui l’omologismo Pimpànte svoltosi
fig in “sgargiante-euforico”.
Dal gr IPSOS altezza-sommità è derivato il pref ital IPSO in composizioni
quali Ipsodònte col gr ODONTOS dente, Ipsofìllo (col gr PHYLLON foglia)
questo snm di Bràttea o di Gluma, il botanico e lo zoologico Ipsòfilo,
Ipsogràfico, Ipsometrìa con Ipsomètrico e Ipsòmetro. Il termine Ipsofòno,
alieno nel percorso, è la composizione col il lat IPSE che vale da sé.
Direttamente dal gr si ha Hypsifobìa che indica paura dell'altezza (vertigini).
L’ar conta un volg GEBEL già class GABEL altopiano-monte cui
l’omologismo Gèbel che ridonda nella toponomastica ar.
569
Il babilonese contava ZAQARU essere alto connesso con l’assiro
ZIK(K)URR ATU donde la storica costruzione Ziqqurat o meglio Ziggurat,
termini glb; la rad è ZKR elevare. La biblica Torre di Babele era uno
Ziggurat.
\ Altare Alzaia
Il lemma Altàre non ha nulla del pecorso di Alto, è invece dal lat ALTARIA
derivato dal Pp di AD-OLEO faccio ardere vrs connesso con OLEO olio,
data la sua proprietà di bruciare, pertanto il verbo ADOLEO si tradurrebbe
in utilizzo-aggiungo olio (per ardere); il gr conta AITHO io ardo cui AEDES
il tempio con l’altare (Ved Edile…); fuori percorso, infine, Altèa, dal lat
ALTHAEA già gr ALTHAIA snm di Alcea con remota probabilità di
connessione se non una sovrapposizione.
Alzàia, che sembrerebbe derivato da Alzare, in realtà è dal lat HELCIARIA
chi tira la fune; fuori percorso è anche Alzàvola (o Alzàgola, Arzàgola,
Arzàvola) della Famiglia degli Anatidi, con un snm in Germano, nome
d’uccello, il cui suff starebbe per Apula con alcune lenizioni, ovvero
l’uccello ANAS anatra della Puglia; entrambi questi termini, comunque,
sarebbero stati inc con Alzare.
\ Pubertà Pubblicità
Adolescenza vale Pubertà, questo dal lat PUBES pelo della crescita da un
ant PUMES donde il sct PUMAMSAM uomo virile, cui il percorso Pùbe,
Pùbere con Puberàle, Pubescènte con Pubescènza dal Ppres lat incoativo
PUBESCERE diventare pubere, Pùbico, il prefissato aggettivo o sostantivo
Impùbere o Impùbe, i composti Pubalgìa, Pubàrca (col gr ARKHE inizio).
\ La pubertà maschile incomincia dagli angoli sopra il labbro superiore. \
Nel risvolto fig, PUBES sta per gioventù pronta alle armi, cui PUBLICUS,
questo assimilato a “popolazione matura” dall’inc tra un arcaico POPLICUS
popolo e PUBES, e il percorso con Pùbblico, già Pùblico con un volg
Piùvico, Pubblicamènto, Pubblicàno “appaltatore dell’erario” da
PUBLICUM tesoro statale (di tutti), Pubblicàre, Pubblicatòre,
Pubblicaziòne, Pubblicità attraverso il franc PUBLIC pubblico cui
Pubblicìsmo, Pubblicìsta “giornalista o esperto nel Diritto pubblico”,
Pubblicìstica, Pubblicitàrio, Pubblicizzàre, Pubblicizzaziòne.
In dimensione glb, uno spazio pubblicitario è definito Spot, esostismo
dall’ingl SPOT punto, macchia; l’omn Spot è l’ipocoristico sempre dall’ingl
SPOTLIGHT faro, proiettore luminoso.
Dal lat RES PUBLICA cosa pubblica, l’ital conta Repùbblica con l’obsoleto
Repùblica, donde Repubblicanèsimo o Repubblicanìsmo, Repubblicàno,
Repubblicànte e Repubblichìno, questo assegnato storicamente ai sostenitori
della rivoluzione francese, che pare coniato da Vittorio Alfieri (1749/1803),
poi assegnato ai fascisti che aderirono alla repubblica sociale (1943/45).
\ Dondolo
Altalena vale Dòndolo cui Dondolàre, Dondolamènto, Dondolìno “sorta di
arbusto” snm di Emero, Dondolìo, il sostantivo Dondolòne e l’avverbio
Dondolone meglio Dondolòni sul modello di Carponi, l’origine è dalla serie
onomatopeica DN DN cui Dìndo e Dindòn. La serie con base D s’estende in
D L “voce infantile” cui Dàddolo, in DR N “trillo” cui Drìn.
570
CUBO CONCUBINA CONCUPIRE
CUBO
Dal lat CUBUS riscritto dal gr KYBOS dado, cui Cùbo in percorso
con Cubàre ”termine matematico”, Cubàbile, Cubatùra, Cubettìsta, il
dim Cubètto con Cubettatrìce e Cubettìsta, vrs Cubìa “termine
marinaresco che vale “foro nella murata” cui la locuzione Occhio di
cubia (che permette il passaggio alla catena dell’ancora), Cùbica e
Cùbico con Cubicità, il composto Cubifòrme, vrs Cubilòtto
attraverso il franc CUBILOT attestatosi in forno cilindrico, Cubitàle,
Cubòide, Cubìsmo “arte” cui Cubìsta e Cubìstico con l’opera
pittorica “Autoritratto cubista” di Salvator Dalì (1923), l’omn
Cubìsta “ballerino da discoteca”. Cubare, immutato dal lat CUBARE
è anche giacere, cui Cubìcolo o Cubìculo con Cubicolàrio o
Cubiculàrio, i leniti Còva, Covaccìno, Covàccio, Covàre, Còvo,
Covìle già Cubìle, e, col pref, Accovacciàre meglio Accovacciàrsi.
CUBARE ha ancora condotto a Cubìa (questo ipocoristico del lat EX
CUBARIA che giace fuori), Cubìcolo, questo da CUBICULUM
nome di strumento, Cubiculàrio.
Il Cubo Rubik, comunemente indicato con Cubo magico, è
l’invenzione di Erno Rubik (XX sec), un gioco di logica e strategia.
Fuori percorso, il termine Cùba omologismo dall’ar QUBBA volta e
vale “costruzione a cupola”, Cubèbe omologismo dall’ar KABABA
“rampicante delle Piperacee”,
Gòmito sarebbe sorto dall’inc lat CUBITUS GUMBUS piegato,
ossia che giace piegato, riavvolto; l’osso dell’avambraccio, snm di
Ulna, infatti, si chiama Cùbito 1 cui l’aggettivo Cubitàle snm di
Ulnare, Cubitièra o Cubitière (parte dell'armatura per proteggere il
gomito) e, in questo percorso, l’ital conta ancora Gòmena o Gòmona,
Gòmbito (gobbo), Gomìtolo con Gomitolatrìce, Aggomitolàre e
Aggomitolatùra, Raggomitolàre con Raggomitolamènto e
Raggomitolàto, Sgomitolàre; dallo specifico gr KALOS gomena,
l’ital conta Calòrna o Caliòrna “paranco” attraverso il fran c
CALIORNE già prvz CALIOURNO. La connessione di KYBOS
dado con KYBITON cubito (gomito, piegato), dovuta ad un tema
merd KUB gomito, va ricercata nella notte dei tempi; per
associazione, immaginiamo una figura in cui la materia è piegata
tale da formare un cubo. Decùbito stato di giacenza (distensione
delle membra) è il derivativo del lat DE-CUMBERE coricare, cui la
triste locuzione Piaghe da decubito. Eppoi Procòmbere da PRO
CUMBERE con Procombènte “cadere bocconi” o fig “morire in
combattimento”, privo dei tempi verbali composti per la mancanza
571
del Pp. In ogni caso, Cubàre e Decùmbere o meglio Decòmbere con
Decombènte (anche questo privo di Pp) appaiono snm, nel
significato comune di pendere verso il basso cui la locuzione Ramo
decombente. Recumbènte, poi da RE-CUMBERE è il termine che
identifica la statua antropomorfa, comunemente statuina, in
posizione di rilassamento delle membra, simile alla Paolina
Borghese del Canova e alle tante statuine ereditate dalla Magna
Grecia.
Il Cubito era l’unità di misura di lunghezza presso greci e romani corrispondente a
44,4 cm, tratta dalla distanza media campione tra gomito e dito medio, cui Cubitale, il
sopravvissuto etoipico KUBI importato dal colonialismo ital ; gli arabi, invece, lo
utilizzavano in astronomia per le misure angolari.
1
\ Cubismo
Il Cubìsmo, considerato il più rivoluzionario movimento artistico del
ventesimo secolo, contava artisti - i Cubìsti - quali Braque, Gris, Leger...
guidati da Picasso. Il Cubismo tendeva a configurare la realtà come si vede,
rendendo le immagini più tangibili con tecnica stilizzata e simbolismi. In un
secondo periodo, l’oggetto-immagine si scisse in una rappresentazione vista
simultaneamente da diversi punti spaziali. Successivamente, il Cubismo
s’identificò con la tecnica del Collage sino a divenire sintetico nel mostrare
una complicata ripetizione di forme ed un linguaggio di segni visivi. Una
derivazione è il Cubismo Orfico, così definito dal poeta Apollinaire, che
vedeva nelle opere dei cubisti, come Duchamp, un piacere estetico
puramente astratto, richiamandosi al movimento religioso fondato da Orfeo
nell’Antica Grecia, l’Orfìsmo. Il Cubismo sfociò nel Cubismofuturìsmo in
area russa, negli anni 1912-18, coinvolgendo pittori e poeti. Il nostro
futurista Filippo Tommaso Marinetti (1876/1944) non esitò a visitarli nella
loro patria il 1914. Poi, tutti dovettero fare i conti con la Rivoluzione
d’Ottobre e con la Grande Guerra, che attanagliarono l’intera Europa.
Cubìsta - in aggiunta al legittimo relativo omn - è un termine alieno nella
discendenza di Cubo; il termine è composto con la contrazione nella sigla
C.U.B. (Comitati Unitari di Base) ed indicava l’aderente sindacalista che si
dissociava dai compagni revisionisti. \
\ Anca Angolo Sciatica
Altro tema che sta per piegare viene dal gr ANKON piegatura ad angolo
acuto, ampliato dal rad ANK-ANG punta, cui il gbz EIKONA immagine
(Ved Icona in Mago…) e il toponomastico Ancona (Marche). Nel percorso
tematico si conta Anca-ànca dal long HANKA cui Ancheggiàre e
Ancheggiamènto, Sciancàre-Sciancàto (col pref SCI variante di EX),
Anchilòsi (stato patologico d’essere piegato), Ancia-ància (franc ANKJA
anca), Ancora-àncora o Ancola-àncola dal gr ANKYRA con Ancoràggio,
Ancoràre, Ancoràtico, il Pp Ancoràto, Ancorèssa, Ancorètta, Ancoròtto;
dell’ancora l’arrestatoio della catena è indicato con Gnàra o Gnàrra, d’etimo
non conosciuto, ma vrs un particolare ellittico di Ancoraggio, fig la punta è
indicata con Diamante mentre il braccio con Cicala ovvero la Marra la cui
estremità è detta Patta. Attraverso il lat ANQUINA già lat ANKOINE
572
“oggetto ripiegato” l’ital conta il marinaresco Anchìno. Attraverso l’ingl
ANCHOR àncora si contano, in locuzione glb fig, Anchor man e Anchor
woman “conduttore e conduttrice di programmi televisivi”.
Il gr conta ANKYLOSYS curvatura cui Anchilòsi (suff medico OSI), con
Anchilosàre, Anchilosànte, Anchilosàto, i composti Ankylofobìa “la
paura dell'immobilità delle articolazioni”, Anchilostòma (col gr
STOMA bocca) con Anchilostomiàsi (suff patologico IASI dal gr IASIS).
Fuori percorso il termine Anciràno questo relativo alla citta di Ancyra, l’ant
Ankara; da questa la corruzione in Angora-àngora o Angòra per le locuzioni
Capra d’Angora, Coniglio d’Angora, Gatto d’Angora, Razza
d’Angora,Maglia d’Angora, Lana d’Angora…
Eppoi Angolo-àngolo da ANGOLUS, con Angolàre, Angolàto Angolatùra,
Angolaziòne, Angolòso con Angolosità, Angolièra, Angolìsta, Angolòide,
l’inv lat Angor-àngor “soffocamento” snm della locuzione Angina pectoris,
anche in composizioni o prefissati quali Rettàngolo angoli retti, (90°),
Triàngolo tre angoli, Quadràngolo quattro angoli nelle figure geometriche,
cui Rettangolàre e Rettangolòide, Triangolàre questo aggettivo e verbo con
Triangolarità, Triangolàto e Triangolaziòne, e Quadrangolàre; dal tema
ANKON piegatura, con lenizione in g, oltre ad Angolo con ed Angùsto, ci
sono pervenuti fig Angue-àngue da ANGUS serpente, Anguicrinìto (serpi
per capelli come la mitica Medusa), Anguidi-ànguidi, Anguìlla da
ANGUILLA dim di ANGUS, Anguìneo; Anguinàia è dal lat INGUINALIA
parti dell’inguine da INGUEN inguine, vrs sovrapposto ad ANKJA anca o
con questo connesso.
Il termine Sciàtico-Sciàtica è dal gr ISKHIADIKOS da ISKHION osso
dell’anca, cui Sciatalgìa (suff ALGIA dolore), la locuzione anatomica Osso
ischiatico. Da ISKHION deriva l’ital l’obsoleto Schiàdica snnm di Sciatica,
Ischio-ìschio elemento scheletrico cui Ischiàdico, Ischiàtico, Ischialgìa.
Fuori percorso, quale snm della Rovere e della Farnia, Ischio-ìschio con le
varianti Eschia-èschia o Eschio-èschio, Escolo-èscolo o Esculo-èsculo o
Ischia-ìschia, il chimico Esculìna “glucoside”questi dal lat AESCULUM
quercia, tutti assonanti (o omn) con il dim lat ISCHIA isoletta (vedi
Prefisso TOPO in Tela…).
Termine alieno in questo percorso Eschilèo, relativo a Eschilo (525/456 aC)
CONCUBINA
Concubìna, col mas Concubìno, dal lat CUM CUBARE giacere,
questo termine vale tradizionalmente al fem per colei che giace
con... Un ant eufemismo, oggi sostituito da un dolciastro quella che
dorme con… cui Concùbito “amplesso” in percorso con
Concubinàggio, Concubinàrio, Concubinàto, Concubinèsco.
Snm di Concubina o Amante, concorre il volg Gànza, usato anche al
mas Gànzo col dim Ganzerìno in onore alla parità, dal lat medv
GANGIA prostituta.
CONCUPIRE
In binomio con Concubina appaiono sovente i termini Concupìre,
573
Concupiscènte, Concupiscènza, Concupiscìbile, dal lat volg
CONCUPERE, dal class CUPERE desiderare intensamente, da rad
KUP, cui Cupidèzza, Cupidìgia, Cupidità, Cupìdo e, vrs, Cùpo (triste
per desiderio inappagato), di presunta connessione con un CUPIO
tratto dal nome della dea del piacere Volpia.
\ Tristezza
Trìste è dal lat TRISTEM cui Tristèzza, con la variante Trìsto dal lat tardo
TRISTUM cui Tristìzia; in percorso un Tristanzuòlo del XIV sec eppoi i
prefissati Contristàre con Contristamènto, già Contristaziòne, e
Contristatòre, Intristìre con Intristimènto, Rattristìre o Rattristàre con
Rattristamènto. Termine alieno (pseudoetim) è Trìstico dal gr TRSTIKHOS
composto da TRI e STIKHOS verso ma anche riga (Ved Quadro…).
Snm di Triste è Mèsto dal lat MAESTUS Pp di MAERERE essere afflitto,
cui Mestìzia.
L’onomastico Tristano non ha nulla di questo percorso, poiché è dal ted
TRISTAN connesso con lo scozzese DRUSTAN “patto di consolazione”.
\ Incubo Soccombuto Succube
Incubo-ìncubo, o Incube-ìncube (questo modellato come Succube) dal lat
tardo INCUBUS, in origine è l'essere che giace su chi dorme, con Incùbico e
Incubòso.
In connessione la dea romana del sonno, Cuba.
Nella tradizione lat, l’Incubo s’intrufolava nelle case anche per insidiare le
mogli.
Dalla superstizione dell’INCUBUS, ci vengono Incubàre giacere sopra con i
fig Incubatòrio e Incubatrìce, Incubaziòne da INCUBATIO. Il primo
modello di Incubatrice fu presentato da S. Tarnier nel 1883, il quale si era
ispirato a precedenti marchingegni per far schiudere le uova.
Escùbia era la sentinella che “giaceva fuori” cui Escubitòio “posto di guardia
fuori” e Escubitòre questo in riferimento agli animali che vigilano fuori casa
cui la locuzione Gallo escubitore.
Incòmbere stare per accadere cui Incombènte, Incombènza e Incombenzàre
(privo del Pp) è dal prefissato lat IN CUMBERE questo snm lat di
CUBARE giacere - i quali oppongono il movimento dall’alto in basso col
pref illativo IN - e Soccòmbere da SUB-CUMBERE cui Soccombènte e
Soccombènza, eppoi Sùccube o Sùccubo che oppongono quello dal basso in
alto, col pref SUB (ormai è accaduto e giace sotto). Soccombùto, il Pp di
Soccombere, come per ogni verbo in percorso prefissato da CUMBERE,
foneticamente fastidioso, scomparso dalle coniugazioni a beneficio
d’esotismi, pare stia timidamente riaffiorando. Qualcuno vorrebbe addolcirlo
trasformandolo nello sdrucciolo Soccòmbuto.
Sùccube è un aspetto del demonio, il quale si trasfigura nella femmina per
sedurre il malcapitato maschio. È evidente che Incubo è l’immagine paurosa
del ritrovarsi prigioniero in un fig cubo, ancora più forte del ritrovarsi nel
metaf glb franc Cul de sac, che intende “prigioniero nel fondo di un sacco”,
come la selvaggina, e va ad indicare una situazione priva di vie di scampo.
574
DEMONE DEMOCRAZIA DEMOLIRE
DEMONE
Dèmone, dal lat DAEMON confluito dal gr DAIMON (sprititodivinità) questo anche fig destino così sancito da Shakespeare che ha
coniato l’onomastico Desdemona (pref DYS male) dal significato
azzeccato (nell’opera) di “male destino”. La variante Demònio o
Dimònio è del tardo lat DAEMONIUM, dal gr DAIMONIOS
appartenente alla divinità, cui il prefissato Indemoniàre con
Indemoniàto. Il lat aveva la voce DETER per cattivo, composto da
DE e suff TERO nel significato di deviato, il cui superlativo era
DEMUM, donde appare vrs una sovrapposizione semantica.
Dal tema DAEMON, sono derivati Demonologìa (studio dei
fenomeni demoniaci di competenza dell’esorcista) e Demonofobìa o
Daemonofobìa (il terrore del demone, da trattare in psichiatria). Il
passaggio di DAIMON da divinità positiva a negativa avviene
all’avvento di nuove religioni, allo scopo di favorire la conversione
popolare. Socrate impersonificava il Demone nella propria
coscienza, una sorta di una benefica autocensura. Eudemonìa in gr
EUDAIMONIA (col pref EU bene, suff MONIUM ciò che compete)
vale “felicità”, con Eudemonìsmo che è felicità sia individuale sia
collettiva, cui Eudemònico, Eudemonìsmo, Eudemonìsta,
Eudemonìstico, Eudemonologìa e Eudemonològico. E, così, in corsa
dall’ant simbolo del Bene a quello successivo del Male, DAIMON
s’è impresso nell’inconscio collettivo, a rappresentarne l’archetipo
delle trasgressioni, l’impulso atavico al peccato, che viene
esorcizzato indossando le vesti demoniache nei riti riepilogativi e
nelle configurazioni folcloristiche.
Il snm Diàvolo, dal lat DIABOLUS, dal gr DIABOLOS, è stato
imposto per stigmatizzare un suo comportamento tra gli uomini, in
altre parole gettarsi in mezzo per scompigliare, calunniare, dal gr
DIA-BALLO, cui Diabòlico e Diabolicità, il fig Diàbolo “sorta di
gioco” attraverso il franc DIABOLIQUE diabolico. I termini volg
mer Diavolillo e Diavolicchio stanno fig per “peperoncino piccante”.
L’associazione d’idea tra il demonio e il diavolo scompigliatore ha
coniato Pandemònio gran confusione (pref gr PAN tutto),
neologismo ideato dallo scrittore J. Milton nel “Paradiso perduto”.
L’interiezione Diàmine! è l’inc eufemistico di Diavolo con Domine.
Il termine Diavolo ha delle varianti ormai obsolete quali Diàbolo
direttamente dal gr e Diàvilo nel toscano, eppoi Diàulo e Ghiàvolo
per attestazioni locali.
In percorso si contano il peggiorativo Diavolàccio, il
sostantivoDiavolerìa, Diavolèrio (già nel 1872) e Diavolèto (dal
575
1704) “fracasso”, gli aggettivi Diavolèsco e Diavolòso, un fem
Diavolèssa, il dim Diavolètto, l’accr Diavolòne.
Il termine, ancora, partecipa in zoologia ad alcune locuzioni che
stanno per snm quali Diavolo di mare “manta”, Diavolo orsino
“piccolo marsupiale”, Diavolo spinoso “ sorta di lucertola”, Diavolo
di notte “squalo”, eppoi Diavolo del deserto “vortice”.
Il termine gr BALLO metto-pongo lo ritroviamo in Problèma con
Problemàtica, Problematicìsmo, Problematicità, Problemàtico e
Problematizzàre, inv dal lat PROBLEMA PROBLEMATIS già gr
PROBLEMA PROBLEMATOS questione dal gr PRO-BALLO
propongo.
Dal lat MEPHITIS puzzo, in connessione con la dea Mefite, e dal suo
relativo MEPHITICUS sono derivati Mefìte acque solforose e
Mefìtico, Mofèta “fumi puzzolenti” attestatosi nel mer dal lat
MEPHITEM esalazione infetta, donde Moffètta “sorta di mammifero
che emana odore sgradevole” snm del glb ingl SKUNK di genesi
algonchina, eppoi un volg garganico Moffarda “donna trasandata e
pettegola”. Il percorso semantico da MEPHITIS si sarebbe avviato a
seguito dalla mutazione latina della dea positiva italica Mefiste in
una figura malefica, infernale.
Con l’aferesi del gruppo lettrale Me il lat conta ancora FOETERE
puzzare (snm di PUTERE puzzare cui Putire e derivati), donde
Fetère o Fètere “puzzare” con Fetènte con Fetentòne dal Ppres
FOETENS cui Fetenzìa, Fètido dal relativo FOETIDUS cui
Fetidùme (suff UME per collettivi), Fetòre dal nome d’agente
FOETOR puzzo, il volg napoletano Fetècchia da Fetere, il pugliese
Fieto “peto” vrs con influssso iberico, il siciliano Fitusu cui
l’adattamento ital Fetùso che vale “puzzolente” e fig “spregevole” in
area malavitosa. Una certa connessione dovrebbe esserci con il gr
METHY bevanda inebriante rintracciabile nel percorso di Metile. I
tedeschi ne hanno tratto, per associazione, una denominazione per il
Diavolo, MEPHISTOPHELES, cui Mefistòfele, Mefistofèlico e
Mefìsto (copricapo a tra punte).
Belzebù è d’antica datazione: gli ebrei lo avevano copiato dai
Filistei, il loro dio delle mosche BAAL-ZEBUL, trasformandolo nel
padrone degli Inferi, così ripreso dai greci sino ai nostri giorni.
Sàtana o Satan o ancora Satànno, infine, è il nome proprio, inerente
all’onomastica demoniaca, dal lat tardo eccl SATAN, attinto
immutato al gr, a sua volta all’ebr SATAN nemico, avversario, cui la
forma popolare Satanàsso dal gr-lat eccl SATANAS, e i derivati
Sataneggiàre, il fig Satanèllo (giocatore di calcio del Foggia, per la
figura del diavolo sul logo della squadra), Satànico dal gr eccl
576
SATANIKOS con Satanicamènte, il neologismo Satanìsmo con
Satanìsta (coniato nel 1913) oggi di tragica attualità, il grido di Gesù
tr4adotto in lat VADE RETRO ME SATANA! (Arretri da me
Satana!) e l’arcana formula dantesca Pape satan aleppe; termine
alieno Satang “unità monetaria della Thailandia”. Poi il prefissato fig
Assatanàto che talvolta vale Indemoniato.
Ancora appartenente all’onomastica cattolica un San Lucifero e a
quella demoniaca il risaputo Lucifero, cui Luciferìno, l’angelo
portatore della luce, ribellatosi a Dio e quindi precipitato nelle
viscere infernali, dove alberga il male (l’allegoria della parte
malefica o maligna che è nella natura umana); Dante lo assimila a
Dite, il signore dell’Oltretomba nella mitologia class da DIS DITIS,
svoltosi nell’indicazione di tutto il regno dei morti.
\ A Salisburgo, sui campi nevosi dei monti Gaisberg, nei giorni che precedono il 6
dicembre, S. Nicola, un gruppo di tradizionali figuranti diavoli e spiriti vaga nella
pretesa di impaurire abitanti e turisti. \
\ Esorcista
Esorcizzàre (adottato nel Cattolicesimo dal XIV sec), con Esorcizzatòre e
Esorcizzaziòne, dal gr EKSORKIZO scongiuro composto da EKSO fuori e
HORKIZO giuro, cui Esorcìsmo dal gr EKSORKISMOS con Esorcìsta,
Esorcìstico ed Esorcistàto questo ordine minore della Chiesa con funzioni di
esorcismo, introdotto dal XVII sec. La cinematografia ne ha tratto una serie
a seguito del successo dello storico “The exorcist” del regista W. Friedkin,
prodotto negli USA il 1973.
DEMOCRAZIA
Democrazìa, dal gr DEMOKRATIA, composto di DEMOS popolo e
KRATIA esercitare il potere, signoria cui Democràtico con
Democraticìsmo, Democraticità, Democratìsmo, Democratizzàre con
Democratizzaziòne, Democristiàno (dal partito politico Democrazia
cristiana). I due termini hanno proliferato una moltitudine di lemmi a
loro volta in composizione (per KRATIA Ved Rad CR GR KR in
Grande…); particolare è DEMARCO comando del popolo, costituito
da DEMOS e da ARKHO comando, semant stabilire
autorevolmente, specialmente riferito ai confini territoriali, cui
Demarcàre. La particolarità viene dalla similitudine di ARKHO
comando con ARKHAIOS antico, il quale, viepiù, scende da
ARKHE principio cui l’ital Archè “principio” con il sostantivo e
aggettivo Archeàno, Archègete o Arcagète “fondatore di una città o
colonia - col gr HEGEOMAI io conduco”), pertanto sarebbero in
relazione con una persona più vecchia (antica o principale), metaf
svoltosi in botanica con Archegònio cui Archegoniàle (col gr
GONIOS generazione); da quest’ultima rad ARKHAIOS discende
Arcàico cui Arcaicità, Arcaizzàre con Arcaizzànte o Arcaicizzàre
con Arcaicizzànte, Arcaìsmo, Arcaìsta, Arcaìstico. Dal tema
577
DEMOS popolo, l’ital conta DEMO quale pref nelle composizioni
quali Demodossologìa (studio dell’opinione pubblica), Demografìa
(studio della quantità della popolazione) cui Demogràfico e
Demògrafo, con, tra gli altri, i ricorrenti isituti Demoskopea e Demo
Polis, Demologìa (studio delle tradizioni popolari) con Demològico
ed ancora Demoplutocrazìa (regime democratico, ma gestito dala
classe più ricca), Demopsicologìa (studio della psicologia di popolo),
Demoscopìa (indagini sulle opinioni di una comunità) cui
Demoscòpico, Demospònge o Demospòngie proliferazione spugnosa
con Demospongiàri (la Classe), qui, il primo membro sta per
moltitudine, popolosità, Demòtico da DEMOTIKOS questo
“scrittura e\o linguaggio d’uso popolare” snm di Volgare, oppure
relativo a Dèmo dal gr DEMOS quale “territorio circoscritto abitato”
cui Dèmico con la locuzione Centro demico, Demotìsmo (nello
studio delle lingue sta per un termine d’origine popolare). DEMOS è
utilizzato quale suff in Pandèmio che sta per appartiene a tutto il
popolo, come l’amore e il sano erotismo; così in Ecdemìa estraneo
al popolo, dove il pref EC (gr EK) è una forma d’adattamento dal gr
assimilato al lat estrattivo EX, cui Ecdèmico da EKDEMICOS. Nel
percorso semantico di DEMOS popolo quale suff, troviamo quei
termini comunemente riferiti alle grandi diffusioni di malattie
infettive, cui Epidemìa-Epidèmico (che ricade sul popolo), Endemìa
(gr EN in) con Endèmico e Endemicità, in percorso con Endemìsmo
(qualsiasi fenomeno circoscritto in un’area geografica),
Epidemiologìa con Epidemiològico e Epidemiòlogo,
eppoi
Pandemìa (che include tutto il popolo) con Pandèmico e Pandèmio,
cui l’Influenza suina del XXI sec. Il termine Democrazia, si ritrova
comunemente accoppiato: Democrazia cristiana (storico partito
politico del XX sec, erede di un Partito popolare), Democrazia
guidata (alla russa, nel postcomunismo), Democrazia ideale (che
appare utopia), Democrazia industriale, Democrazia liberale,
Democrazia proletaria, Democrazia parlamentare, Democrazia
plebiscitaria, Democrazia occidentale,... Democrazia popolare,
definizione costituzionale amata dai paesi del vecchio blocco
comunista, è un gran pasticcio semantico: Democrazia vuol dire
governo del popolo e, di conseguenza, l’accoppiata con Popolare è
un pleonasmo.
Democritèo, questo relativo al filosofo gr Democrito (470\360 aC), è
considerabile indirettamente nel percorso poiché l’onomastico è
ispirato a DEMOS.
\ L’assonanza di DAIMON divinità con DEMOS popolo potrebbe celare
l’illuminazione di raffigurare la divinità in forma antropologica (ad immagine e
somiglianza umana), abbandonando la primordialità monoteistica del sole, del
578
serpente, del totem, e quella politeistica delle stelle.\
\ Marca
C’è da aggiungere, ancora, che il franc ed il got avevano MARKA, il ted
medv MARK, che indicava il segno del confine, termine che si sarebbe
esteso in MARCA, ovvero “il territorio di confine”, cui Marchèse con
Marchesìno e Marchèsa con Marchesìna, Marchesàle, Marchesàna e
Marchesàto, Marchionàle, il toponimo Marca (la provincia trevigiana), il
toponimo regionale Marche (il plur è giustificato dalla coesistenza in loco
delle Marche di Ancona, di Camerino e di Fano); eppoi Marchiàno questo
anche fig “madornale” poiché era in riferimento alle grosse ciliege delle
Marche, ed ancora, fig o meno, Màrca “termine nautico” che segna la linea
della murata dal piano di galleggiamento cui la locuzione Marca di bordo
libero, Màrca nel senso di “bollo” cui Marcofilìa, il dim Marchètta svoltosi
fig in ambito della prostituzione con i volg Marchettara “prostituta” e
Marchettàro in risvolto omosessuale, Màrco “segno” (sia moneta tedesca sia
“marchio”), Marcàre con Marcàto, Marcatòre questo anche in campo
sportivo snm di Cannoniere e del glb Goleador, Marcatùra, Marcàggio e
Marcamènto, i composti Marcapèzzi, Marcapiàno, Marcapùnti,
Marcatèmpo… eppoi Màrchio con Marchiàre e Marchiàto, rientrati dal franc
MERCHIER, prvz MERCAR bollare l’animale cui Mercàre e Mèrco; la
connessione tra MARKA confine e Marchio è da attribuire alla pratica di
marchiare le bestie, gli oggetti di proprietà, per il riconoscimento fuori
confini propri. Eppoi il prefissato Rimarcàre (RI iterativo) con Rimarcàre
“sottolineare” attraverso cil franc REMARQUER cui Rimarcàbile,
Rimarchèvole e Rimàrco.
Il nobile termine feudale Margràvio “conte di confine” è dal ted MARK
confine e GRAF conte, cui Margraviàto, da associare con Langravio.
Dal verbo denm MARKON, dal franc MARKA segno, sarebbero derivati i
vari Màrcia con l’abbreviazione di comando militare Màrc! o Màrch!,
Marciàre (lasciare i segni) e i composti Marcialònga, Marciapiède o
Marciapièdi. In provincia di Venezia esiste una contrada topodenominata
Marcon. Il termine Màrgine, cui Marginàle, Marginàlia, Marginalìsmo con
Marginalìsta
e
Marginalìstico,
Marginalità,
Marginalizzàre
e
Marginalizzaziòne, Marginàto, Marginatòre, Marginatùra e Marginòso, dal
lat tardo MARGO, sarebbe il prodotto di una lenizione MARKA-MARCOMARGO, cui ancora i prefissati Emarginàre con Emarginàto e
Emarginaziòne, Rimarginàre o Rammarginàre o ancora Rimmarginàre;
termine alieno Margòne “gora” (di scolo dell’acqua dei mulini) d’etimo
prelatino, ma nulla vieta di credere ad una ant connessione indoeur nel senso
di “canale, fossa tracciata quale margine, confine”.
Marcanziàcee “piante epatiche” è dal nome del botanico N. Marchant (sec
XVII) che tradotto suonerebbe marciando-camminando, pertanto il termine
è in connessione indiretta; e in connessione indiretta appare ancora il
sostantivo Marcantònio questo ispirato al triumviro romano Marco Antonio
(I sec aC), il cui primo nome è ispirato a Marco questo con valore di
“marchio-segno”, così pure Marcòlfo “rozzo” questo omologismo fig
dall’onomastica ted vrs connesso in composizione con MARKA.
579
Nel percorso si contano Marcasìte o Marcassìte “minerale” omologismo dal
persiano MARQASITA e non è incredibile una connessione con il tema
indoeur MARKA MARCA.
In ambito indoeur, in ingl MARK vale segno cui lo pseudonimo Mark Twain
dello scrittore Samuel L. Clemens (1835/1910) che sta per “segna due
(volte)”, adottato dal gergo marinaresco relativo a uno strumento per la
misurazione della profondità delle acque.
DEMOLIRE
Col pref DE, Demolìre leggasi De-Muòvere, dal lat DE-MOLIRI;
quindi nulla a che fare con i rad di demone o democrazia. L'elenco
dei lemmi assonanti col pref DE continuerebbe con Demodè, il
francesismo per fuori moda o disusato, Demonetizzare,
Demoralizzare, Demostrare...
\ Prefissi *DIA *PAN
DIA
La preposizione gr DIA separazione-differenza, sovente nel valore di
attraverso-mediante, concorre a comporre termini quali il fisico Diabàtico
con l’opposto Adiabàtico (A privativo) dal gr DIABATIKOS che oltrepassa
le altezze fig da DIABAINO passo attraverso cui ancora Diabète dal gr
DIABETES con Diabètico, i composti Diabetògeno, Diabetologìa e
Diabetòlogo, il composto Diabetofobìa “paura di contrarre il diabete”,
eppoi Diabàse “sorta di roccia eruttiva” snm di Epidiorìte questo col doppio
pref EPI a Diorìte “sorta roccia eruttiva” dal gr DIORIZO delimito cui
Diorìtico, Diacronìa, cui Diacrònico, formato con KHRONOS “differenza di
tempi” e contrario di Sincronìa “a tempo”, Diàcope col gr KOPE taglio snm
di Tmesi, Diàfora dal gr DIAPHOROS diverso composta con PHOROS che
porta e che vale una figura retorica per cui una parola vene ripetuta nella
frase impromendole una seconda sfumatura o addiruttura un nuovo
significato. Il percorso prosegue con Diafràmma composto con PHRASSO
ostruzione vale “divisore di uno spazio”, Dialèmma inv dal gr DIALEMMA
intervallo (separazione tra due assunti) svoltosi in campo medico quale
“interruzione della febbre”.
Diàllage è col gr ALLASSO io cambio connesso con ALLOS altro, che vale
una figura retorica per cui più argomenti raggiungono una identica
conclusione, oppure l’insieme di parti di un discorso che abbia almeno due
sinonimi; in ambito scientifico (mineralogia) si conta Diallàggio. Diallèlo o
Diallèle, invece, composto col gr ALLELON del valore di l’un l’altro vale
“circolo vizioso”. Il verbo ALLASSO si ritrova in termini prefissati che
indicano ancora figure retoriche, quali Enàllage dal gr ENALLAGEN (EN
con valore d’inversione) per cui viene scambiata una parte del discorso con
un’altra, come ad esempio l’uso verbale del tempo presente nel trattare
segmenti di avvenimenti passati (presente storico o narrativo), eppoi Ipàllage
dal gr HYPALLAGE (HYPO sotto), spesso assimilata all’Enallage, per cui
viene attibuito ad un termine ciò che sarebbe logicamente confacente ad un
termine vicino, quale \...\ il divino del pian silenzio verde \...\ (G. Carducci)
dove “verde” è in riferimento a “pian”. Comunque entrambi odorano di
580
metafora.
L’ital conta ancora il termine Endìade o Endìadi dalla locuzione gr HEN
DIA DYOIN una cosa per mezzo di due, che indica la figura retorica per la
quale un solo concetto è espresso mediante due termini coordinati “ Mi
mancano i sapori e la cucina di casa” che sta per “Mi mancano i sapori della
cucina di casa”.
Il percorso DIA prosegue con Diàlogo “discorso a più soggetti” cui
Dialogàre, Dialògico, Dialogìsmo, Dialogìsta, Dialogìstico, Dialogizzàòre e
il prefissato Interdiàlogo con Interdialògico, Diàpason con PA(SO)N tutto
vale “mediante tutte (le corde)”, Dièresi “separazione di suono per due
vocali contigue” in opposizione alla Sineresi, con Dierètico e Dièsis
“intervallo” dal gr DIAIRESIS; Dialèfe “iato” in opposizione a Sinalèfe
(pref gr SYN insieme con LOIPHE dal tema di fondere) cui ancora i
prefissati Diesinalèfe con Diesinalèfico (combinazione di Dieresi e Sinalefe)
1
, Episinalèfe (pref EPI), entrambi nella terminologia della retorica, donde
nel caso della Sinalefe avviene la fusione metrica in un’unica sillaba con la
vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva, mentre il
fenomeno dell’Episinalefe avviene tra due versi. In composizione col pref
DIA, l’ital conta ancora una ricca sequenza, cui Diàdoco “attraverso il
ricevere”, da rad DEK ricevere, vale Successore, da non equivocare con
Diàdico (Ved sotto). Diafanità o Diafaneità con Diàfano “ col gr PHAINEIN
mostrare vale “passare attraverso, trasparente”. Diafonìa-Diafònico è “voce
che è diversa, dissonante”. Diascopìa con Diascòpio “sorta di proiettore”.
Diàspora è la dispersione di un popolo, comunemente in relazione agli Ebrei,
col gr SPEIREIN seminare. Diapositìva è un’immagine fotografica in
positivo da vedere attraverso una lastra trasparente, ma proiettabile… ed
ancora Diaforèsi-Diaforètico “dispersione” (col gr PHORESIS trasporto),
Diàgnosi con Diagnòstica e Diagnòstico “il riconoscere mediante (sintomi)”,
Diagonàle “attraverso gli angoli”, Diàmetro dal gr METRON misura, cui
Diametràle, Diametralmènte. Diàstasi, “separazione” di elementi
normalmente vicini dal gr DIASTATIS (suff biologico ASI “enzima”, con
un desueto Diastàsi, snm di Amilàsi da AMILO amido. Diàstole dal gr
DIASTELLEIN porre in mezzo, adottato nella medicina quale “distensione
del muscolo cardiaco” e nella metrica classica quale “avanzamento
dell’accento” in un lemma per ragioni metriche, cui Diastolìa, in
opposizione a Sìstole (dal gr SYN insieme e STELLEIN porre) anche questo
sia termine medico “contrazione del muscolo cardiaco” sia poetico
“arretramento dell’accento”. Diàtesi dal gr DIATHESIS disposizione con
THESIS (in linguistitca indica la funzione del verbo tra soggetto ed azione,
in medicina una predisposizione ereditaria morbosa) cui Diatèsico o
Diatètico. Diatomèe (Divisione di piante cui le Alghe, con il gr TOME
taglio) cui Diatomìte “sorta din roccia”. Il musicale Diatònico dal lat
DIATONICUS già gr DIATONIKOS da DIATONOS scala diatonica con
Diatonìa e Diatonìsmo, eppoi Diàtono questo termine archeologico. Diatopìa
con Diatòpico (col gr TOPOS luogo). Eppoi Diencèfalo che è parte del
cervello, termine composto con Encefalo. Infine, i termini ottici Dioràma
(col gr HORAMA vista), Diòttra dal gr DIOPTRA con Diottrìa, Diòttrica e
581
Diòttrico, eppoi Diòttro questo da DIOPTRON specchio, quali composizioni
di DIA attraverso con il rad OP e il suff TR questo per nomi d’agente.
Diottria (simbolo D), in campo oculistico è sovente considerato snm di
Decimo o Grado; in realtà, Diottria è l’entità del difetto visivo corretto dalla
lente, Decimo è l’unità di misura dell’acuità visiva in una scala sino a 10,
Grado, infine, indica la misura in diottrie della potenza di una lente da vista.
Il percorso conta ancora Dialetto, Dialettica e Dialettico sembrano di
percorso differente (Ved riporto seguente).
Il cardinale Dùe, che parrebbe fuori percorso, è dalla rad DWOU, che
ritroviamo nel gr DYO, nell’ingl TWO, è invece connesso con DIA
separazione; infatti, Diàdico, aggettivo di Dìade dal lat DYAS, che sta per
“elementi in coppia”, ovvero “separati”, s’incrocia col gr DYO due.
In percorso di Due, cui volg e obsoleti Dùa, Dòl, Dùl, Dùo e Dùol, si
contano Dìade dal gr DYAS DYADOS da DYO due, Dièdro, Duàle,
Dualìsmo con Dualìsta e Dualìstico, Dualità, Duèrno (su calco di Quaderno),
Duètto con Duettàre, i falsi dim Duìna (musicale) e Duìno (punti a dadi e
moneta da due centesimi), Dùo (aggettivo e sostantivo). Altri, fra tanti
composti in percorso di Due, troviamo il botanico Diadèlfo col gr
ADELPHOS fratello, Diarchìa “due a governare” sul calco di Monarchia,
Dilèmma “tra due lemmi”, Duàlberi da Due alberi (nave), il costume
femminile Duepèzzi da Due pezzi glb Bikini, Duepònti (nave), il linguistico
Duìsono, Duosiciliàno questo relativo alle Due Sicilie (Stato borbonico), i
glb ingl Dual band (tecnologia, con BAND banda di frequenza), Dual feed
(tecnologia, con FEED alimentazione), Dual income tax (con INCOME
reddito e TAX tassa), il prefissato Adduàre (AD allativo) snm di
Raddoppiare, Dupòndio (fiscale, con il lat PONDIUS peso” ) era un’ant
moneta romana pari a “due assi”, Sindiotàttico “termine chimico” con
Tattico e pref unificato SYNDYO da SYN insieme e DYO due del valore
di a due la volta.
La preposizione gr DIA separazione assume la forma estesa di DIKHA due
parti cui il pref ital DICO per composizioni quali Dicòcco “due granelli” col
gr KOKKOS chicco, Dicòcero “sorta di uccello” (col gr KERAS corno),
Dicogamìa “sorta di organismo ermafrodita”, Dicotermìa “termine
geofisico”.
Il gr DIA separazione con DIKHA due parti e il lat DI dal gr DIS due volte
appaiono sovrapposti o assimiliati nei termini quali Dicanapulàre da
Canapule, Dicèntra “due pungiglioni” (col gr KENTROS centro con valore
di aculeo), Dìcero “sorta di rinoceronte a due corna” (col gr KERAS testa
cornuta), Dicerorìno “sorta di rinoceronte” (col gr KERAS testa cornuta e
RHIS RHINOS naso), Dicroìsmo con Dicròico dal gr DIKHROOS
“birifrangente a due colorazioni-bifido” relativo ad una proprietà dei
cristalli, Dicrùridi “Famiglia d’uccelli” col gr URA coda; eppoi Dicromìa
(snm di Bicromia) con Dicromatìsmo, Dicromàtico, e Dicromìsmo col gr
KROMA colore, ancora Dicròto e Dicrotìsmo dal gr DIKROTOS “con due
battiti irregolari del polso” da KROTOS rumore; infine Dicoriàle
“gravidanza gemellare”col gr KHORION placenta, membrana vrs connesso
con il rad KER, cui l’ital Còrion o Còrio cui il composto Coriocapillàre,
582
eppoi Coròide con Coroidèa, Coroidèo e Coroideàle, Coroidìte (suff medico
ITE), il composto Coroidopatìa.
1
\...\ che ‘l cibo ne solëa^essere addotto \...\ in questi versi di Dante il gruppo vocale
ea di “solea” è separato in dieresi ma la a è saldata (sinalefe) alla e della parola
successiva “essere” e pertanto metricamente si ottiene un endecasillabo \...\ che’l-cibo-ne-so-le-aes-se-read-dot-to\...\
Il segno diacritico d’unione ^ , simile all’accento circonflesso, è indicato col gr
HYPHEN che si traduce in insieme.
PAN
Viene dal tema aggettivale gr PAS PASA PAN e sta per tutto-interointeramente, con il genitivo PANTOS, e si ritrova in molteplici
composizioni ital sia in PAN che in PANTO questo anche adattato
foneticamente: Panafricàno, Panamericàno, Panàrabo (rispettivamente
relativo a tutti i popoli africani, americani, arabi), Panasiatìsmo (movimento
che tende all’unione politica culturale ed economica dei paesi asiatici) ed
ancora Pancristiàno (che non è il pane della Comunione), Panellenìsmo,
Paneuropèo, Pangermanìsmo, Panislàmico, Panserbìsmo, Panslavìsmo,
Pantedèsco. Panacèa (dal gr PANAKS PANAKOS composto con
AKEOMAI guarisco, vale “medicina universale”; in connessione mitologica
con Panàcea la figlia del dott Asclepio) cui Opopònaco o Opopànaco “sorta
d’erba delle Ombrellifere” (prefissato OPOS succo), Panarterìte (dal gr
ARTAO vale infiammazione delle arterie), Panatenàica “sorta di anfora
greca con immagini della dea Atena (Minerva), Pancitopenìa (col gr KYTOS
cavità e PENIA povertà, vale riduzione delle cellule del sangue), Panclastìte
dal gr KLASTOS rotto (rottura di tutto), Pancòsmico (Dio è l’universo
fisico). Pancràtico (col gr KRATOS forza sta per sistema ottico pro
ingrandimenti) con Pancràzio tutto sforzo (anche nome personale)
“competizione” nell’ant Grecia comprendente lotta e pugilato, Pancrazìa e
Pancraziàste “atleta”. Pàncreas tutta carne (dal gr KREAS carne) cui
Pancreàtico, Pancromàtico (relativo a tutti i colori), Pancronìa con
Pancrònico (col gr KHRONOS tempo vale quale ambito universale in
opposizione alla Temporaneità), Pandètte (col gr DEKHOMAI accolgo) cui
Pandettìsta e Pandettìstica, Panegìrico (dal gr AGYRIS adunanza di tutto il
popolo, semant va ad indicare un discorso pubblico in lode di un santo o di
una personalità di rilievo), Panenteìsmo (dal gr THEOS-Dio, ogni realtà è in
Dio), Pangèa (dal gr GE terra, vale il continente unico primordiale),
Panoplìa (dal gr HOPLON armatura vale armi assortite o l’intero corredo
d’armi), Panòrpa (dal gr ORPE falce vale la mosca-scorpione),
Pansessualìsmo con Pansessuàle (il sesso al centro dell’esistenza),
Pantalàssico (da Talasso e suff aggettivale ICO), Panteìsmo (corrente
filosofica, Dio è l’Universo), Pànteon o Pàntheon (termine dal gr, tempio
dedicato a tutti gli dei - in versione laica, ai re o ai grandi uomini defunti, in
complanare con il lat Famedio), Pantièra (lemma adottato nel veneziano, col
gr THERA caccia, vale quale struttura con reti per l’uccellagione e, per
estensione, la barena dove installarla), l’omologismo ingl Pantòne (con
TONE colore), Pantropicàle (diffuso in tutte le zone tropicali), Panùrgo col
gr ERGON vale “scaltro” o fig “furfante”, Panzoozìa con Panzoòtico
(malattia che colpisce la totalità degli animali in un territorio come la peste
583
bovina, la “mucca pazza”, l’aviaria).
\ Dalla Pangea primordiale si sarebero scisse la Laurasia al nord e la Gondwana al
sud; dalla prima si sarebbero staccati il Nordamerica, l’Europa e l’Asia, dalla seconda
gli altri continenti.
Laurasia è la composizione lemmatica di un grande territorio euro-nordamericanoasiatico.
Gli Indù hanno tramandato l’esistenza di un supercontinente nell’Oceano Indiano al
quale apparteneva la stessa India - Jambu-Dvipa terra del dattero - l'antica terra dei
Gond i cui sopravvissuti occuperebbero lo stato indiano di Chhattisgarh.\
Attenzione a non equivocare con termini d’altre etim, quali Panatica,
Pancarrè, Pancotto, Pandispagna, Pandolce, Panforte, Pangrattato, Panùnto
(da Pane unto) e Panzanèlla, oppure Pancaccia, Pancaccio, Pancale e
Pancàta da Panca; da includere Panamènse o Panamègno relativo allo stato
dei Panama.
Il percorso prosegue con gr PANTOTHEN ogni parte e vale diffuso
dappertutto cui Pantoclastìa (impulso morboso di rompere tutto, che pare
latente in ognuno e che può esplodere a seguito di una crisi acuta d’ira Gesù stesso ne fu colpito a Gerusalemme), Pantocràtore “onnipotente” (dal
gr KRATOS forza), Pantòfago (dal gr PHAGEIN mangiare, vale “che
mangia di tutto”), Pantofòbia (che ha paura di tutto), Pantògrafo (strumento
che ricopia i disegni in tutte le scale richieste e l’apparecchio che serve a
trasferire nei mezzi di locomozione tutta l’alimentazione elettrica
necessaria), Pantomìma (col gr MIMOS mimo vale rappresentazione teatrale
d’origine romana con il solo utilizzo di tutta la gestualità, inclusa la danza),
Pantoptòsi (col gr PTSOSIS caduta, vale abbassamento degli organi),
Pantotènico (dal cui Acido Pantotenico (Vitamina B5, ne fegato, rene, tuorlo
d’uovo, lievito, cereali, vegetali).
Anche in questo percorso, occorre fare attenzione a non equivocare con i
termini di altre etim quali Pantagònna (gonna-pantalone), Pantàna (“uccello
del pantano” dei Scolopacidi), il volg Pantegàna (derivato e corrotto dal lat
PONTICUS vale quale topo del Ponto).
Il termine Pantalòni deriva dal capo d’abbigliamento della maschera
veneziana Pantalon, ispirato a S. Pantaleone, il cui onomastico potrebbe
tuttavia essere tradotto “tutto come un leone” nel senso di coraggio, pertanto
non sarebbe pseudoetim puro.
Termini ancora pseudoetim, Pantagruèlico “ di grande appetito” (dal
personaggio Pantagruel del romanzo “Gargantua et Pantagruel” di F.
Rabelais), ma si potrebbe tradurlo in “divoratore di tutto”, e Pantèsco
(demotico di Pantelleria),
\ Iconoclasta
Dal gr KLAO rompo da KLASTOS rotto sono pervenuti Clàstico di
frammenti, Clastìte “specie di roccia”, compreso il suff CLASTA come in
Iconoclasta.
\ Dialetto Gergo Vernacolo
Dialètto è il parlare proprio di un determinato territorio, contrapposto alla
lingua nazionale. Dal franc DIALECTE (XVI sec), a sua volta dal lat
DIALECTOS, derivano tutti dal gr DIALEKTOS lingua - DIALEGESTHAI
584
conversare. La rad è l’indoeur DEIK-DIK indicare, dire. Dialèttica e
Dialèttico - sostantivo ed aggettivo - infatti, sono dal lat DIALECTICE e dal
gr DIALEKTIKE arte-tecnica (da TECHNE) del conversare e si riferiscono,
più accademicamente, all’arte della capacità logica e convincente del
parlare. Rimarrebbe da chiarire etim la connessione con la preposizione gr
DIA separazione, differenza, ma tutto lascia supporre che Dialetto potrebbe
tradursi nell’arte del parlare separato (da quello ufficiale).
Snm di Dialetto è l’omologismo Gèrgo, estratto fig da Gergòne dal franc
JERGON linguaggio degli uccelli, cinguettio, cui Gergàle, Gergalìsmo,
Gergalìsta, Gergànte.
Vernacolo è il parlare inteso come uso popolare. Per accezione, è la parlata
toscana. Vernàcolo è derivato dal lat VERNACULUS derivato da VERNA
schiavo-domestico nato in casa di origine etrusca, il cui etim è la radice
indoeur WER servo. Può essere usato come sinonimo di Dialetto quando si
riferisce alla letteratura (dialettale) moderna, per esempio alla poesia. È un
termine che ha assunto un sottinteso intellettuale, poiché esprimerebbe la
conservazione delle antiche voci, diversamente dal dialetto che le starebbe
disperdendo per inquinamento linguistico, mantenendone solo la sonorità.
Potrebbe quindi risultare impreciso dire “parlare in vernacolo”, nel senso del
parlare quotidiano in dialetto
Dialetti settentrionali: si possono dividere in Galloitalici, comprendenti i
dialetti piemontesi, lombardi, liguri (per Ligure, Ved Lingue non
indoeuropee in Epilogo) ed emiliano-romagnoli; Veneti comprendente il
friulano; Trentini.
Dialetti toscani: si distinguono da tutti gli altri dialetti per il loro carattere
decisamente più conservatore. Di tipo toscano sono i dialetti parlati in
Corsica.
Altri dialetti dell’Italia centro-mer: Gruppo marchigiano \ umbro \ laziale
sett. comprendente Roma; Gruppo abruzzese \ molisano \ pugliese sett \
laziale mer \ campano \ lucano; Gruppo pugliese mer (salentino) \ calabro \
siculo.
Oggi, in un’ottica socio-politica, si tende a definire il dialetto Lingua
regionale.
\ Pleonasmo
Pleonàsmo, con Pleonàsto, dal lat PLEONASMUS già gr PLEONASTOS
sovrabbondante, da PLERES pieno, è un’espressione linguistica di
sovrabbondanza semant, che se utilizzata con proprietà di controllo
letterario, imprime al discorso un maggiore effetto. Pleonàstico è anche il
ricorso troppo ripetitivo al pronome personale Io nello scrivere e nel parlare.
Un pensiero di nuova generazione vorrebbe il più insistente uso del pronome
Io, allo scopo di comprovare amore per se stesso, nella logica “chi si ama,
ama gli altri”; l’importante è non ricadere nella trappola della troppa fiducia
di sé.
Pseudoetim il lemma Pleopòdio che è la composizione gr di PLEO navigo
con POUS PODIS piede.
Esempio di pleonasmo è l’uso della locuzione Tutto quanto, come nella frase
“Ho mangiato del cibo tutto quanto era a tavola” quando è più corretto dire
585
“Ho mangiato tutto il cibo che era a tavola” oppure “ Ho mangiato il cibo
quanto ne era a tavola”, poiché Tutto e Quanto qui appaiono ripetitivi.
A parte l’arcinoto uso errato della locuzione Ma però, tra le meno osservate
quale pleonasmo è “Per poter andare” quando basterebbe linguisticamente
“Per andare” .
\ Prefisso *DE
Decorrere con De durativo (analizzato altrove)
Destabilizzare con De conclusivo (analizzato altrove)
Decremènto e Decrèscere con DE negativo-sottrattivo, dal lat incoativo
CRESCERE, rad KERE, cui Creànza, attraverso lo sp CRIANZA da CRIAR
allevare, con Creanzàto e Screanzàto (pref S sottrattivo), Creàre inv dal lat
CREARE con un desueto Criàre con Crìa 1 o Scrìa “nidiata” eppoi Creatìvo,
Creàto, Creatòre, Creatùra e Creaziòne con Creazionìsmo, Crèscere con
Crescèndo, Crescènte e Crescentemènte, Crescènza, Crèscia cui Crescia
pasqualina “sorta di pizza”, Crèscita, Cresciùta e Cresciùto, eppoi i
prefissati Accrèscere (pref allativo AD) con Accrescimènto e Accrescitìvo,
Scrèscere (S sottrattivo); la Crescentìna è una sorta di focaccia. Cereàle,
meglio Cereàli (da Cerere, la dea delle messi) con i composti Cereagrìcolo,
Cerealìcolo, Cerealicoltòre o Cerealicultòre, Cereacoltùra e Ceracultùra:
eppoi l’elemento chimico Cèrio (simbolo Ce) ispirato all’asteroide al quale è
stato dato il nome di Cerere, cui Cèrico, i composti Cerimetrìa. Concreàre
con Concreàto, Concrèscere con Concrescènza e Concrescimènto, Concrèto
con Concretàre, Concretèzza, Concretìsmo, Concretìsta, Concretìstico,
Concretizzàre, Concretizzaziòne, Concreziòne 2 con Concrezionàle e
Concrezionàto composti col pref associativo COM. Escrèscere con
Escrescènza col pref EX fuori. Ricrèscere con Ricrescimènto e Ricrèscita col
pref RI iterativo. Scrèscere col pref S sottrattivo. Sopraccrèscere; eppoi
Incrementàre con Incrementàle, Incrementàre, Incrementatìvo e
Incrememtìvo dal tardo INCREMENTARE da INCRESCERE cui ancora
Incrèscere, Increscèvole, Increscimènto, Incresciòso (pref IN illativo) e il
doppio prefissato Rincrèscere dal lat RECRESCERE con Rincrescèvole,
Rincrescimènto e Rincresciòso col pref RI intensivo-iterativo adattato
foneticamente; eppoi Ricreàre con Recreàre e un Ricriàre, Ricreamènto e
Ricreamènto, Ricreànte, Ricreatìvo, Ricreatòre, Ricreatòrio e Ricreaziòne,
anche nel senso fig di “ristorare”, col pref RI iterativo. Sincerità e Sincèro
(omn di Sincero da “corna”) composti con SEM uno solo e vale di una sola
ascendenza, puro, cui la citazione pirandelliana “Nulla è più complicato
della sincerità”. Al percorso partecipa il termine Crèolo, esot attraverso il
franc CREOLE, il quale vanta una lunga storia: dallo sp CRIAR svoltosi dal
lat CREARE, il ptg ha tratto CRIOULO meticcio brasiliano, servo nato in
casa cui l’adattamnto sp CRIOLLO che il franc ha adottato in CRIOLE
eppoi in CREOLE; da Creolo il derivato Creolìna (termine chimico, fig dal
colore della pelle creola), eppoi Creolizzàrsi con Creolizzaziòne quale
fenomeno di ibridazione linguistica e culturale nelle colonie. Attraverso il
franc RECRUE ricrescita già lat RECRESCERE aumentare, lo sp aveva
tratto RECLUTA cui l’adozione ital Rècluta, Reclutamènto, Reclutàre,
Reclutatòre.
586
Definìre, variante desueta Diffinìre, con DE durativo e conclusivo
(intensivo), dal lat FINIRE cui Definitìvo e Definiziòne; con il secondo pref
IN privativo si ha Indefinìre, Indefinìto, col secondo pref PRE si ha
Predefinìre con l’iterativo Ridefinìre con Ridefiniziòne.
Degradare con DE di abbassamento (analizzato altrove). Denaturàre, con DE
francesismo corrispondente a DIS-S, dal franc DENATURER, questo dal lat
NATUS.
Depilàre con DE privazione, dal lat PILUS pelo, cui Depilàto, Depilatòre,
Depilatòrio e Depilaziòne.
Depletìvo con Depleziòne dal lat PLERE riempire con DE sottrattivo,
attraversoi l’ingl DEPLETIVE e DEPLETIOIN.
Deportàre con DE allontanamento, dal lat PORTARE, già gr PHOREIN, inv
in ital Portàre, cui Deportànte, Deportànza, Deportàto, Deportaziòne,
Depòrto attraverso il fran DEPORT e, con altri pref, Apportàre (pref AD)
con Apportatòre e Appòrto (questo transitato dal franc APPORT dono),
Asportàre (pref ABS ampliato da AB e successivamente ridotto in AS) con
Asportàbile, Asportaziòne e Aspòrto, Comportàre (pref COM) con
Comportamènto,
Comportamentàle,
Comportamentìsmo
e
Comportamemtìstico questi snm di Behaviorìsmo e Behaviorìstico dall’ingl
BEHAVIOR comportamento, eppoi Comportamentìsta, Compòrto,
Diportàrsi (pref DI) con Diportamènto, e Dipòrto cui Diportìsmo con
Diportìsta, Esportàre (pref EX) con Esportàbile, Esportatòre ed
Esportaziòne, Importàre (pref IN) con il glb ing Import associato nella
locuzione Import-Export “importazione ed esportazione”, Importàbile (omn
di Importàbile “non portabile, col pref IN negativo) con Impòrto e
Importaziòne, Rapportàre (pref RI intensivo ridotto a R) con Rapportàbile,
Rapportatòre e Rappòrto, Riportàre (pref RI iterativo) dal lat REPORTARE
cui Riportàbile, Riportànte, il Pp aggettivato Riportàto, Ripòrto cui il
sostantivo Riportato e Riportatòre, Sopportàre già lat SUPPORTARE col per
SUB sotto con Sopportatòre, Sopportaziòne, Sopportèvole e Soppòrto, eppoi
Supportàre con Suppòrto quale calco franc-ingl SUPPORT cui il glb
Supporter, Transportàre e Trasportàre (pref TRANS ridotto TRAS) con la
variante metatetica Straportàre il cui pref assume il senso di STRA
superlativo, Trasportàbile, Trasportatòre cui la locuzione Nastro
trasportatore, Trasportaziòne, Traspòrto. Attraverso l’ingl TO REPORT
riportare, l’ital adotta i glb Report con Reporter e Reportage questo dal
passaggio franc; insomma, il lemma glb Reportage parte dal lat
REPORTARE, attraversa l’ingl REPORT per poi flettere nel franc. Il
percorso ital Portàre, dal lat PORTARE, conta un sostantivo Pòrta
“facchino” omn di Porta “passaggio”, Portàbile cui Importàbile (pref IN
negativo, omn di Importabile da Importare “introdurre”) con Portabilità,
Portànte, Portantìna e Portantìno, Portànza, Portàta, questo anche quale
misura in numero della capienza di una lavastoviglie, Portatìvo, Portàto con
Portàbile, Portatòre cui la locuzione medica Portatore sano, Portatùra, i glb
ingl Portal “portale”, Porter “sorta di birra” fig da PORTER portatorefacchino poiché in origine era l’abituale bevanda di questo lavoratore, un
sostantivo Pòrto “disponibilità-prezzo di trasporto”(omn di Porto Pp di
587
Porgere e di Porto “riparo per natanti”), il pref PORTA anche adattato
foneticamente per numerose composizioni da Portaàbiti a Portavòce,
passando da Portabòrse con Portaborsìsmo, Portavàso, i glb ingl
Portacontainer meglio in ital Portacontenitòri e Portfolio “cartella per fogli
illustrativi”, eppoi Portincènso, Portinfànte italianizzato dal franc PORTE
ENFANT “porta bambino” questo termine glb, Portinnèsto, Portinsègna. Il
prefissato Importàre svoltosi in “significare” cui Importànte, Importànza o
Importània.
Il verbo Portare, a scorretta ragione, è sovente adottatto quale snm di
Recarsi, Lodare, Sostenere, Indurre, Dimostrare, Sentire e Prestare.
Nel persorso, pertanto, si ha Adiaforìa indifferenza con Adiàforo indifferente
rispettivamente dal gr ADIAPHORIA e ADIAPHORO conl pref A
privativo.
1
Crìa da Criare ha l’omn Crìa “esercizio retorico di amplificazione” dal lat CHRIAM
già gr CHREIA vantaggio.
2
In linguistica, la Concrezione sta per saldatura di un elemento etim estraneo (articolo
o altro) con una unità successiva, e che pertanto l’insieme va a costituire il termine,
come Affare da A Fare, Lasca da L’Asca. La definizione è anche utilizzata in
mineralogia qualle “aggregato di minerali” cui la Concrezione visibile nella Grotta di
Montenero sul Gargano, e in medicina quale deposito di materiale organico in una
cavità o tra i tessuti anatomici, quale il contenuto nell’Appendice che provoca
l’Appendicite. In geologia, più in in generale, vale quale aggregamento di sostanze
minerali.
\ Popolo
Da un tema med POPLO-BOBLO crescita, il lat conta POPULUS da una
base del tema med POPLO crescita che ha portato anche a Pioppo, cui l’ital
Pòpolo o Pòpulo e il percorso di Popolàccio (peggiorativo), Popolàglia snm
di Plebaglia, Popolamènto, Popolàno, il verbo Popolàre con l’aggettivo
Popolàre o Populàre, Popolareggiànte, Popolarèsco, Popolarìsmo,
Popolarità, Popolarizzàre questo passando dal franc POPULARISER cui
Popolarizzaiòne, Popolarmènte, Popolàto, Popolatòre, Popolaziòne questo
dal lat POPULATIO che in origine valeva saccheggio, Popolèsco, il sociale
Popolìno, e Popolòso; eppoi, fedeli al lat, Populazionìsmo con
Populazionìsta, Popùlìsmo attraverso l’ingl POPULIST con Populìsta e
Populìstico; l’ingl conta infatti PEOPLE popolo.
In ambito astronomico le locuzioni Popolazione prima e Popolazione
seconda stanno ad indicare i corpi celesti rispettivamente sorti prima e dopo
il Big Bang.
Termini alieni Poplìte con Poplitèo dal lat POPLES POPLITIS “regione
anatomica dell’arto inferiore” cui la locuzione Fossa poplitea che indica la
parte posteriore del ginocchio a forma di losanga, eppoi il glb ingl Popper
“sostanza chimica” attraverso TO POP scoppiare cui Popcorn dalla
locuzione POPPED CORN grano scoppia
\ La popolazione mondiale è passata dal possibile 1 miliardo nel 1804 a 6 miliardi nel
1999 quando a Sarajevo, il 12 ottobre, nacque il seimiliardesimo individuo. Il 31
ottobre del 2011 la popolazione tocca i 7 miliardi \
\ Biada Blu Blue jeans Jersey
Termine lat specifico per Cereali è BLADA (plur) connesso col franc BLAD
588
cereali, cui Biàda con Biadaiòlo o Biadaiuòlo, Biadàre con il prefissato
Abbiadàre (AD allativo), Biadùle questo sul modello di Canapule e Favule
dove il suff ULE vale “gambo-stelo”, il fig Blàdo “pallido”, il fig Sbiadìre
con Sbiadìto, e Biàvo “azzurro chiaro” questo passato alla forma lat
BLAVUS, al prvz BLAU, al franc BLAO-BLEU, all’ital Blu.
Attraverso il long BLAIH sbiadito – da notare una connessione rad indoeur
con BLAD BLADA - l’ital conta l‘omologismo Biàcca “sostanza colorante”
e Biàcco “sorta di serpente dei Colubridi”.
Dalla città di Genova deriverebbe un tipo di tela colorata generalmente blu
che, attraverso il franc GENES, si sarebbe attestato nel glb ingl Blue jeans,
cui l’omologismo Ginserìa (dal 1984) da un precedente Jeanserìa (1980).
Jersey, invece, è una sorta di tessuto a maglia, normalmente di lana,
che prende il nome dal toponimo dell’isola dove è prodotto in
quantità.
\ Sport
Spòrt è l’esot dal franc ant DESPORT diporto, d’origine però chiaramente
lat PORTARE, l’ingl ha tratto SPORT, questo omologato inv nell’ital, cui
Sportività, Sportìvo.
SALE SALSO SALARIO
SALE
Sàle, dal lat SALIS risalente a SAL, attestatosi ovunque, esclusa
l’area indoiran (gr HALS HALOS, ted SALZ), con i derivati e
composti espliciti dal gr cui Alìcolo, Isoalìna e Isoalìno (col suff ISO
uguale vale “linea congiungente punti di eguale salinità”) e, dal lat,
Salàcca, Salàma, Salàme, i dim Salamèlla, Salamìno, Salamòia con
Salampoiàre e Salmorìglio questo da un volg Salamoria; il percorso
specifico da Sale conta Salàre con Salagiòne, Salòia, Salaiòlo o
Salaiuòlo, Salànte, Salàta, Salàto con Salatamènte e il dim Salatìno,
Salatòio, Saltòre, Salatùra, Salièra sovente in connubio SalieraPepiera, Salìgno, Salìna “sale da cucina” con l’omn Salìna “minieraimpianto di salgemma”.
Eppoi l’omologismo Saltràto “marchio registrato” dall’ingl SALT
sale
\ Saline di Margherita di Savoia, opera questa del Vanvitelli, oggi considerata la più
importante ed estesa d’Europa, compresa dalla Zona evaporante di 3.322 ettari
composta di quattro ambienti “Alma Dannata, Salpi Nuovo, Vasca Paradiso, Salpi
Vecchio”, la Zona salante di 530 ettari con 40 bacini di raccolta e la Zona umida di
3.871 ettari questa riconosciuta di interesse internazionale (Convenzione di Ramsar
del 2 febbraio 1971 e Decreto Ministeriale del 30 maggio 1979) popolata di Pivieri,
Beccacce, Cardellini, Cavalieri d’Italia, Fraticelli, Gabbiani, Aironi, Anatre selvatiche,
Volpoche, Avocette, Fenicotteri. Il demotico dell’abitante di Margherita di Savoia è
Salinàro. /
Il percorso prosegue con Salinàio o Salinàro, Salinàre e Salinatùra,
Salìno con Salinità, i composti Primosàle” sorta di formaggio”,
Salìfero, Salificàre con Salificàbile e Salificaziòne, Salinòmetro. I
589
prefissati Desalàre (pref DE sottrattivo) o Dissalàre (pref DIS
separativo) con Dissalamènto, Dissalatòre e Dissalaziòne,
Desalinizzàre da Salino cui Desalinizzaziòne,
Sale bianco, Sale indiano, Sale dolce, in ant locuzione, indicavano
lo Zucchero.
Fuori percorso, Salicòrnia “pianta erbacea” delle Cheniopodiacee,
attraverso il franc SALICORNE dal fitonimo ar SALICOR inc con
CORNE corno, cui Salicornèto.
Un termine veramente alieno nel percorso di Sale è Sàlico, poiché si
riferisce al popolo franco dei Sali, compilatori verso la fine del V sec
di quella legge che escludeva le donne dalla successione,
distribuendo eredità e titoli tra i figli maschi, Legge Salica appunto,
diversamente dal Maggiorascato.
Il percorso prosegue con Salèggiola o Solèggiola dal lat
SENECIONEM crescione sovrapposto a Sale, Salgèmma,
Salmarìno. Insalàta, Pp sostantivato di Insalare (IN illativo), è il
termine coniato per indicare una porzione di “verdure generalmente
crude condite col sale”, oggi più che la semant è stata la moda delle
diete a renderla del tutto insipida, in contrapposizione al significato
originale (fenomeno di enantiosemia); piatto natalizio campano è
l’Insalata di rinforzo.
Nel percorso, si conta Insalàre, Insalatière, Insalatùra, Insalatàro
“sorta di poimodoro buono per insalate”
Eppoi, Sàlice, o Sàlce o ancora Sàlcio con Salcìgno e Salciòlo, dal
lat SALIX SALICIS cui Salcerèlla o Salicària “sorta di pianta” snm
di Riparella, Salcèto o Salicèto “campo di salici”, Salciàia “siepe”
con Salciaiòla “sorta di uccello”, Salicàcee (la Famiglia botanica) ed
il percorso chimico-medico Salicìlico questo indica la sostanza
(ossiacido aromatico monocarbossilico) estratta dal salice ed
utilizzata in medicina (Aspirina), cui Salicilàto, Salicilìsmo, Salicìna,
i composti Salicilamìde o Salicilammìde, la locuzione farmacologica
Acido salicilico. Aspirìna è il composto-acronimo ted di ACETYL
(Acetile), SPIRSAURE (Acido salicidico) e il suffisso chimico IN
(INA)
Salmàstro e Salmastròso, dal lat SALMACIDUS, sono termini nati
dall’inc di Sale con un suff peggiorativo ASTRO (indicava conserve
fatte col sale), e sovente riesumati per trasmettere la sensazione del
sapore o dell’odore di salsedine inerenti alle lagune, meno salate
delle acque marine. Dello stesso percorso sembrerebbe Salmistràre,
in realtà coniato dal veneto SALMISTRO che sta per Salnìtro,
questo dal lat SALNITRUM, composto di SAL e NITRO 1; il
termine Salmistràre vale allora “trattare con sale e nitro”, giusto
590
come la lingua di bue Salmistràta.
Sàla, dal tema med SALA erba palustre, sta ad indicare la
provenienza da acque salse, salmastre, in connessione con Saràcchio
(sorta di pianta delle Graminacee), termine da non equivocare con
Saracco “sega a mano”.
Il termine Salmì sembrerebbe in percorso semantico con Salmastro,
ma pare sia l’ipocoristico dell’ant locuzione italica Salami conditi
esportata in Francia, dove sarebbe divenuta SALMIGONDIS (pron
salamigondì) e poi l’ellittico SALMIS (pron salmì), rimpatriato e
italianizzato Salmì.
La Salamànna o Alamànna “uva bianca” non è nel percorso
semantico di Sale, bensì prende il nome del suo importatore dalla
Catalogna, Alemanno Salviati, nel Settecento dC.
Non lo è Salamelècco, questo una cattiva italianizzazione dell’ar
SALAM ALAIK la pace sia su di te che è invece di straordinaria
musicalità. Non lo è, infine, Salesiàno, questo membro della
congregazione fondata da Giovanni Bosco nel 1859, poi santificato,
a devozione di S. Francesco di Sales.
Dal lat medv SODAM cui Sòda, già ar SARWWAD, l’ingl ha
coniato SODIUM ritornato in ital con Sòdio cui l’aggettivo Sòdico, i
composti il minerale Sodalìte (col gr LITHOS pietra e suff ITE), il
medico Sodiemìa (col gr HAIMA sangue); associandolo nella
formula “Cloruro di Sodio” si ha il snm di Sale. Il lat aveva già
NOTRIUM per Sodio, cui Natriemìa o Natremìa (col gr HAIMA
sangue), Natriùresi (composto con Diuresi) con Natriurètico,
Natriurìa o Natrùria (col gr URON urina) e l’esot Nàtron “minerale
di carbonio idrato”, altrimenti detto Sòda, attraverso l’ar NATRUN.
1
Nìtro è dal lat NITRUM già gr NITRON, snm di Salnitro quale “nitrato di potassio”,
snm di Sodanìtro quale “nitrato di sodio” o, ancora, ipocoristico di Nitroglicerìna. In
percorso, Nitràre, Nitrànte, Nitratàre, Nitrataziòne, Nitratìna, Nitràto cui, in locuzione,
Nitrato di ammonio, Nitrato di calcio, Nitrato di potassio e Nitrato di sodio, eppoi
Nitrato d’argento, Nitrato di cobalto, Nitrato di manganese, Nitrato di nichel, Nitrato
di bario, Nitrato di magnesio, Nitrato di stronzio (con Strònzio”elemento chimico con
simbolo Sr, omologismo in riferimento al toponimo scozzese Strontian), ancora
Nitrato di ferro e Nitrato di Zinco, infine Nitrato mercuroso, Nitrato di piombo,
Nitrato di rame e Nitrato di uranile, Nitratòre, Nitratùra, Nitraziòne, Nìtrico cui le
locuzion Acido nitrico, Radicale nitrico, Nitrièra, Nitrìto (omn del verso equino) cui la
locuzione Nitrito di sodio, Nitrificàre con Nitrificànte e Nitrificaziòne, Nitrìle, Nitròso
cui Nitrosàre, Nitrosaziòne e Nitrosìle, Nitrùro (composto col lat NITROGENUM
corrispondente ad Azoto e URO suff chimico) con Nitruraziòne, i composti col pref
NITRO quali Nitrobattèrio, Nitrobenzène, Nitrocellulòsa, Nitroderivàto, Nitrofilìa con
Nitròfilo, Nitroglicerìna, Nitròmetro.
Nitrobenzene ha il proprio snm in Mirbàna o Mirbàno con la locuzione Olio di
mirbana, il cui ipotetico pref MIR apparirebbe connesso col tema del gr
MYRISTIKOS odoroso; l’ipotesi della connessione non appare azzardata poiché
esiste una seconda locuzione Acido miristico che vale “acido odoroso”.
591
\ Salaria
Salaria era la via consolare concepita appunto per agevolare il rifornimento
di sale a Roma lungo l’itinerario Porto d’Ascoli, il Piceno, Sabina, Viminale,
Roma, Ostia, collegando coast to coast l’Adriatico al Tirreno, come si
direbbe oggi nel lessico turistico.
I romani chiamavano l’Adriatico Mare Superum e il Tirreno Mare Inferum,
cioè Mare superiore e Mare inferiore, fig dalla loro posizione geografica.
Con riferimento al 1995, la produzione di sale in Italia conta, in ordine
crescente, 3.900 tonnellate a Cagliari, 4.200 a Tarquinia, 18.700 a Cervia,
56.800 a S.Antioco (Sardegna) e 400.000 a Margherita di Savoia (Puglia).
La penisola conta altre consolari, nate a scopo essenzialmente militare, tutte
partendo da Roma, che normalmente prendono il nome del console ideatore,
molte sopravvissute nella toponomastica odierna, pur con tracciati non più
originali, quali l’Aurelia per Genova dove si snoda la Postumia per Aquileia
via Piacenza. La Flaminia attraverso Arezzo e Bologna per Rimini e da qui
l’Emilia per Piacenza, la via che avrebbe dato il toponimo alla regione
Emilia oggi integrata con la Romagna. La Latina per Capua dove s’immette
nell’Appia che da Roma s’inoltra sino a Brindisi. La Popilia che ancora da
Capua, quindi un’importante località di smistamento, va a toccare Reggio
Calabria.
Non a tutte le vie consolari, però, sebbene raramente, furono assegnati i
nomi a ricordo dei consoli. Oltre alla Salaria che prendeva il nome dal
prodotto trasportato, alla Tiburtina fu imposto il nome dalla città di arrivo
Tibur, oggi Tivoli.
L’importanza del sale, nell’alimentazione, ha indotto molti governi a
ricavarne benefici di bilancio, imponendone la tassa sul consumo, simile al
tabacco. Napoleone la istituì, esemplare per gli altri Paesi, nel 1806,
sostituendola all’imposta per la manutenzione stradale, causa questa di forti
lamentele popolari; il consigliere di stato, Duchatel, gli aveva infatti scritto,
tra l’altro, che “c’è il fatto che bisogna pagarla quando si è appena usciti da
una buca o ci si sta per finire dentro.” Una frase che non sarebbe mai più
scomparsa dalle riflessioni dell’uomo “della strada”, d’ogni paese, d’ogni
governo; l’arteria Romea, che collega Venezia a Ravenna (demotico
Ravennàte) via Chioggia (demotico Chioggiòtto o Chiozzòtto), n’è stata, per
lunghi tratti, un eclatante esempio di incuria nel 2006.\
\ Pepe
In associazione a Sale, si ha Pèpe, questo dal lat PIPER, dal gr PEPERI con
PEPERON che vale spezia, considerato afrodisiaco; termine d’origine ind,
cui un sett Pever per Pepe con Pèvera (omn di Pevera da PLES) o
Peveràccio (sorta di fungo di sapore pepato), Peveràda o Peveràta dal medv
PIPERATA già lat PIPERATUS pepato, Peverèlla o Peverèllo (sorta di
piante)
Inevitabile il confronto del passaggio linguistico di Pepe da Pevere di
PEPERI con quello di Bere dal precedente Bevere di BIBERE.
Eppoi Pàprica esot su calco del serbo-croato PAPRIKA ampliamento del lat
PIPER, Pepaiòla o Peparòla o ancora Pepièra sovente in connubio SalieraPepiera, Pepàre, il fig Peperìno “individuo vivace-pastina in grani” e
592
Peperìno o Piperìno dal lat LAPIDEM PIPERINUM pietra (grani) peperina,
Peperìno o Piperìno (dim di pepe) con Piperìna (questo col suff chimico INA
vale sostanza specifica del pepe), Peperèlla o Piperèlla snm di Serpolino,
Piperidìna (composto con Piridina), Peperìta o Piperìta dal lat MENTA
PIPERITA menta pepata con Peperìto o Piperìto, Peperòmia (col gr
HOMOIOS simile), Pepièra, Pepinièra attraverso il franc PEPIN seme vrs
connesso con PEPERI, il fig Pepìno “ragazzo vivace” con un Pepìno questo
attrraverso lo sp PEPINO cetriolo, l’esot Pepìta dallo sp PEPITA fig “come
seme di pepe”, da non equivocare con Pipìta dal lat PIPITAM che sta per
“malattia degli uccelli specie pollame - indica anche la pellicina delle
unghie”. Il percorso “pepe” prosegue con Pepòso, il glb ingl Peppermit
“menta piperita”, Piperàcee (Famiglia di piante) e Piperazìna (composto con
Pirazina).
Peperòne, cui Peperonàta e il dim Peperoncìno, è l’inc di Pepe col volg sett
Pevron “peperone” e, infine, Pepolìno inc con Serpolìno. Nel volg mer si ha
Pipi in Calabria e Pipitigni sul Gargano. In Puglia, il Peperoncino piccante è
indicato con Diavulicchio.
Il lemma scherzoso Pimperimpàra o Pimperimpèra o ancora Pimpirimpì, è
dal lat medv DIATRIONPEPEREON una composizione lemmatica
attraverso il gr DIA TRION PEPERON che sta per “pozione magica ottenuta
con tre spezie” per ciarlatani.
Attraverso l’ar FALAFIL pepe, l’ital conta l’omologismo Felàfel o Falàfel
“crocchetta di fagioli o ceci ben speziata”.
Alieni l’omn Pepìno, omologismo dallo sp PEPINO cetriolo, Pepònide o
Pepònio dal gr PEPON popone
\ Suffisso ACCO
Tabàcco è dall’ar TUBBAQ, che ritoviamo in Haiti e nello sp con
TOBACO, cui Tabaccàio, Tabaccàre con Stabaccàre, Tabaccàto,
Tabacchìno, Tabacòsi ed altri derivati dal franc TABAC e TABAGISME cui
Tabàgico, Tabagìsmo e Tabagìsta col prefissato Atabàgico (A privativo), il
prefissato Stabaccàre “fiutare il tabacco” (S intensivo); pseudoetim l’esot
Tabàsco “salsa” da Tabasco, questo uno stato messicano. Il Tabacco
appartiene alle Solanacee, la stessa Famiglia botanica della Melanzana,
Patata, e Pomodoro.
Il Tabacco èra detto Erba Tornabuona dal nome del suo importatore dalla
Spagna, originaria dalle Americhe.
Il suff sostantivante ACCO riappare in Bivacco dal franc BIVOUAC
analizzato in altra terzina, Colbàcco dal turco HALPAK. Il suff ACCO,
pertanto, è un adattamento fonetico ital (omologismo) per termini stranieri
terminanti in AC AK AQ e, in ambito europeo, pare preesistente all’influsso
celtico.
Cosàcco quale soldato di cavalleria è dal polacco KOSAK già turco KASAK
nomade, il cui comandante militare era chiamato Atamàno attraverso il russo
ATAMAN. Da Cosacco l’ital conta Casàcca (sacca, cioè “veste del
cosacco”) con un snm in Gabardìna “casacca da operaio” attestatosi
nell’indicare il tessuto, omologismo dallo sp GABARDINA attraverso il
franc GABERDINE cui il glb Gabardine. Sacco è dal semitico SAQ
593
analizzato in altra terzina.
Con foglie di tabacco arrotolate nasce l’omologismo Sìgaro dallo sp
CIGARRO, ma pare addirittura un nobile discendente d’origine Maia da
JIGAR; Sigarètta è il dim di Sigaro, calco del franc CIGARETTE.
Pìpa è l’omologismo dal franc PIPE cannuccia, (l’ingl conta PIPE tubo) snm
di Botoco di genesi brasiliana; l’annerimento che caratterizza la pipa è
indicato con il glb franc Culottage, connesso con l’altrettanto glb Culotte. In
percorso, Pipàio, Pipàta, Pipatòre, Pipètta attraverso il dim franc PIPETTE.
Il fig Pìpe indica una sorta di pasta alimentare tubolare. La Pipa cinese è una
sorta di strumento musicale a corda, cinese per l’appunto. Pìpa, in locuzione
Pipa americana è anche il nome di un anfibio anuro e, infine, Pipa è stata
una unità di misura per botti di vino, di marsala per accezione.
Termini omn, gli omologismi Pìpa o Pipètta “palatizzazione linguistica” dal
serbocroato PIPAK e Pìpa “sorta di anfibio” attraverso una voce indigena
americana, cui Pìpidi (la Famiglia); eppoi Pipèrno “roccia eruttiva” relativo
al toponimo Piperno (Latina).
Il tabacco contiene Nicotìna, questo omologismo dal franc NICOTINE,
termine ispirato al medico J. Nicot (1530/1600) che lo importò ne suo paese,
cui Nicotìnico, Nicotinìsmo, ed il composto Nicotinamìde o Nicotinammìde
(con Ammide); il termine Niacìna, poi, è la composizione di Nicotina con
Acido della Vitamina PP, rintracciabile nel pollame, tonno, latte e nei
legumi.
Da non equivocare con termini quali Nicodemìsmo e Nicodemìsta relativi al
personaggio del Vangelo, il fariseo Nicodemo, e Nicoise questo unicamente
nella locuzione gastronomica glb franc A la nicoise che sta per Alla
nizzarda, dove Nizzarda e il fem di Nizzàrdo quale versione ital di NICOISE
relativo al toponimo Nizza. Altro assonante è il glb franc Nicol dal nome di
W. Nicol (1768/1851) inizialmente nella locuzione fisica Prisma di Nicol.
\ Salmo
Sàlmo, Salmìsta e il composto Salmògrafo sono i discendenti del gr
PSALLO canto al suono della cetra, latinizzato PSALMUS cui ancora
Saltèrio (libro biblico e strumento a corde) dal lat cristiano PSALTERIUM
già gr PSALTERION; Salmodìa, cui Salmodiànte, Salmodiàre, Salmòdico, è
l’inc col lat ODE canto-carme, che è rintracciabile nei suff italiani, come in
Parodìa che vale simile al canto o alla narrazione-contraffazione, col pref
PARA somiglianza.
SALSO
Sàlso, dal lat SALSUS Pp di SALLERE salare, dal più ant
SALDERE - che si ritrova nel ted SALZEN - con i derivati, fig e
composti: Sàlsa “condimento, impasto di pomodori” fig “fanghiglia”
e “danza” questo “impasto di note” attraverso lo sp americano
SALSA, Salsèzza, Salsamentàrio, Salsèdine o Salsèzza, Salsùggine,
Salsoiòdico, Salsùme, Salsìccia o il volg Salcìccia “carne e sale” dal
lat INSICIA insaccata cui il fig Albero delle salcicce del Senegal, il
cui estratto è utilizzato in cosmetologia, eppoi Salsèfica (in botanica)
o Salsèfrica o Sassèfrica dal lat volg SAXIFRICA o SAXIFRIGA,
594
termine vrs in sovrapposizione con SAX sasso, altrimenti detta
Barba di becco, Salsièra, il prefissato Insùlso “non salato-gli manca
il sale” questo anche metaf “sciocco, privo d’arguzia” cui Insulsità e
Insulsàggine.
Dal ted WURST insaccato, è nato il termine glb Wurstel
direttamente dal dim WÜRSTEL salsicciotto.
Dal tardo lat MAZACARA salsiccia, vrs connesso fig col gr MAZA,
l’ital conta Mazzàcchera “lenza” o “lombrico (esca)”.
Dal coronimo franc Bearn, l’ital conta l’omologismo relativo
Bearnèse, cui la locuzione Salsa bearnese o semplicemente
Bearnese. L’ingl, in coerenza indoeur, conta SAUCE salsa e dal
coronimo ingl Worcestershire cui la locuzione WORCESTERSHIRE
SAUCE salsa di … è nato il glb Worcester adottato dal 1963.
Attraverso l’ar HARISA da HARASA pestare, l’ital conta la recente
adozione dell’omologismo Hàrissa salsa piccante, introdotto dal
1995, vrs tramite l’immigrazione.
\ Nei pressi di Manfredonia, sul litorale sud, seguendo la SP delle Saline, è ancora
indicato il limnonimo Lago Salso, oggi oasi, che con l’attigua Palude Frattarolo, è
stato uno dei più estesi ambienti lacustri d’Europa, ricco di una enorme varietà di
uccelli acquatici; qui l’imperatore Federico II di Svevia trascorreva il tempo a
soddisfare la propria passione per la venatoria lasciando ai posteri quel suo dettato
ognora d’importanza faunistica DE ARTE VENANDI CUM AVIBUS l’arte del
cacciare con i volatili, scritto tra il 1236 e il ‘40.
/…/ a ribadire l'eccezionalità di questi documenti e di colui che li produsse è
soprattutto la loro valenza intramontabile, che ogni falconiere moderno saggia
quotidianamente /…/ dal Foglio La Copertina n. 5/2007 autore Filippo Boer /..
Dal lat INSICIA insaccata è sorto il termine volg Cìccia “carne” cui
il dim Cìcciolo (suff alterativo OLO) meglio Cìccioli (specialità
gastronomica), l’accr fig Cicciòne, eppoi Cicciòso, Cicciòtto e
Cicciùto.
Salato, rispetto al snm Salso, non è accompagnato dal suo contrario
(salso-insulso); nasce allora Insìpido, da INSIPIDUS composto col
pref IN privativo e con SAPIDUS saporoso, nella credenza che il
sale accentuasse il sapore dei cibi, cui Insipidèzza, Insipidità,
Insipiènza, Insipiènte... e, in versione sopravvissuta nel volg, Sciàpo,
Sciàpido e Sciapìto attraverso Scìpido dal lat volg EXSIPIDUS (EX
fuori-senza), il cui pref si muta in SCI, donde Scipidìre con il Pp
Scipidìto attestatosi in Scipìto con scomparsa del gruppo di.
Per correttezza etim, Sàpido significherebbe “sa di... ha sapore di...”,
Insìpido (non sapido) “non sa di... non ha sapore di...” Due percorsi
semantici - Salato e Salso - da un comune rad, che ci conducono in
pratica ai snm, salvo qualche sfumatura: Salato è “con aggiunta di
sale”, Salso è “sapore di sale”.
Vrs che il lemma lat SAPIDUS sia un esito dal rad AP “acqua” cui
595
SAL APA acqua salsa nell’ant toponimo Salapia.
Il lat conta lo specifico BOTULUS salsiccia col dim BOTELLUM
cui derivati e fig Budellàccio “sorta di salume”, Budellàme, Budèllo
“tubo intestinale” cui il plur Budèlla o Budèlle, Budellòne e il volg
genovese Belo e Belin “pene”e il fig Belinàta snm di Cazzata; eppoi,
ancora fig, il termine scientifico Botulìno “sorta di bacillo
anaerobio” dalla locuzione che in lat scientifico CLOSTRIDIUM
BOTULINUM identifica il germe, cui Botulìnico, Botulìsmo, il
composto Botulìgeno e la locuzione Neurotossina botulinica,
utilizzata nell’Acalasia per scopi terapeutici.
SALARIO
Il Salàrio, dal lat SALARIUM, era la razione di sale (alimento vitale)
spettante per un umile, ma essenziale lavoro eseguito; semant o fig,
oggi è “la paga”. In percorso, Salariàle con Salarialìsmo, Salariàre
con Salariàto, e la locuzione glb ingl Salary Cap che vale “tetto
salariale”, il limite massimo pianificato degli stipendi. La sfumatura
tra Paga e Stipendio mantiene tuttora l’antica relazione col salario: il
salario all’operaio, ovvero il Salariàto, lo stipendio all’impiegato
ovvero lo Stipendiato. La razione di tabacco alle truppe calava dalla
logica salariale. Da qui la popolare espressione costo salato, che è
come dire “costa una paga”.
\ L’espressione “pagare salato” s’addice perfettamente alla moglie di Lot, la quale fu
tramutata in statua di sale per essersi voltata ad osservare la distruzione di Sodoma,
disobbedendo al Signore. Un Dio vendicativo ed enigmatico, che salvò il “buon” Lot
dalla furia divina, affrancandolo dallo sterminio dei cattivi, per poi indurlo all’incesto
con le proprie figlie, le quali avrebbero generato i capostipiti dei Moabiti e degli
Ammoniti.
Dai vizi omosessuali della città di Sodoma, l’ital conta Sodomìa o Soddomìa,
Sodomìta o Soddmìta con Sodomìto o Soddomìto, Sodomìtico o Soddomìtico,
Sodomizzàre, Sodomizzatòre e Sodomizzaiòne.\
\ Stipendio Paga
Stipèndio, dal lat STIPENDIUM paga militare, deriva dalla composizione
lat di STIPS moneta con PENDERE sospendere, stendere, pesare da rad
PEN cui Pèndere (nel senso di pagare, pesando la moneta, omn di Pendere
“penzolare”), cui Stipendiàle, Stipendiàre, Stipendiàto, eppoi Pensiòne (da
PENSIO pesatura svoltosi pagamento a giorno fissato) cui Pensionàmte
snm di Pigionante, Pigiòne (da PENSIONEM dal Pp PENSUS), cui
Pigionànte snm di Pensionante o Noleggiante con Appigionamènto,
Appiogionàre e Pòndo da PONDUS peso con Ponderàre, Ponderaziòne e
Ponderòso, l’ingl POUND o PFUND, lo già slavo-russo PUND, i prefissati
Compendiàre con Compèndio “pesare insieme” (CUM associativo),
Preponderàre “pesare prima” (dal lat PRAE prima) con Preponderànte e
Prepoderànza; ancora, Pèndere nel senso di “pesare” cui Pèso da PENSUM
in estensione da PES piede quale unità di misura di lunghezza sopravvissuto
nel mondo anglosassone. Il Peso scorrevole delle bilance arabe è indicato
con RUMAN ma che non ha nulla di connessione con Roma o con il lat,
596
poiché è un termine fig dal semant ar melograno.
Il percorso continua con il fig Pesànza “angoscia” attraverso il provz
PESANCE e Pesàre dal lat PENSARE questo iterativo di PENDERE cui
Pèsa, Pesàbile, il glb franc Pesage, Pesamènto, Pesàta, Pesatòre, Pesatùra, i
prefissati Contrappesàre con Contrappèso, Soppesàre (pref SOB modale), i
composti quali Pesabambìni, Pesafìltro, Pesalàtte, Pesalèttere, Pesapersòne;
eppoi il Ppres aggettivato Pesànte con Pesantemènte, Pesantèzza, Pesièra,
Pesìsta con Pesìstica e Pesìstico, un politico Pesìsmo con Doppiopesìsmo, e i
prefissati Appesantìre (AD allativo) con Appesantimènto. In percorso la
moneta sp Pesèta che è il dim di Peso.
Snm di Pesante dovrebbe essere l’omologismo Chiònzo dal long KLUNZ,
ma questo s’è attestato metaf nel senso di “goffo, tozzo”. Altro snm di Peso,
è Càlibro, omologismo attinto all’ar QALIB forma da scarpa attraverso il
franc CALIBRE, cui, nell’attestazione corrente, Calibràre, Calibràto,
Calibratòio, Calibratòre, Calibratùra, Calibraziòne.
Il gr conta il lemma PONOS fatica-peso col quale questo percorso è
connesso, cui le composizioni Geopònica con Geopònico, Idropònica con
Idropònico.
Il percorso conta ancora i prefissati Compensàre da CUM PENSARE pesare
insieme, cui Compensàbile con Pensabilità, Compensamènto, Compensatìvo,
Compensàto, Compensatòre, Compensatòrio, Compensaziòne e il devb
Compènso, con i correlativi Ricompensàre (RI iterativo) cui il devb
Ricompènza, Ricompensàbile, Ricompensaziòne, ancora Scompensàre (S
sottrattivo) cui il devb Scompènso, Scompensàto; eppoi Spèndere da EX
PENDERE pagare cui Spenderèccio, Spendìbile con Spendibilità,
Spendicchàre o Spenducchiàre, Spèndita e Spenditòre (calco di Vendita e
Venditore), eppoi Spèsa dalla locuzione PECUNIA EXPENSA soldi spesi,
con Spesàre e Spesàto. Dall’ingl SHOP spesa, si conta il percorso glb
Shopper, Shopping e, in locuzione, Shopping cart (CART carrello),
Shopping center (CENTER centro nel senso di ipermercato) o Shopping
mall (MALL isola pedonale per centro commerciale), il composto
italoinglese Shoppingmanìa. Il percorso prosegue con Perpendicolàre da
Perpendìcolo in lat PERPENDICULUM filo (che pende) a piombo,
Sospèndere con Sospendìbile, Sospendimènto, Sospensiòne o Suspensiòne,
Sospensìva, Sospensìvo, Sospènso “sospeso” con Soispensòre, Sospensòrio
e Sospèso col pref SUB; la Sospensione è termine adottato nelle figure
retoriche per cui un enunciato viene volutamente interrotto, assimilabile alla
Reticenza e all’Autocensura. Infine, Pensièro questo dal prvz PENSIER dal
lat PENSARE intensivo di PENDERE cui Pensàre e i pref Impensierìre (IN
illativo), Spensieratàggine, Spensieratèzza e Spensieràto (pref S di
sottrazione). Attraverso il russo DUMAT pensare, cui DUMA assemblea,
l’ital conta dal XIX sec l’omologismo Dùma ma sempre in relazione alla
Russia.
Il percorso semantico di PENDERE, partendo dunque dalla sospensione
equilibrata della bilancia, dal pesare la quantità di monete spettante, è giunto
a significare la paga, lo stipendio ed il suo utilizzo; pertanto continua con
Dispèndio dal lat DISPENDIUM astratto del prefissato DISPENDERE
597
pagare col pref DIS male sovrapposto al pref DIS distributivo, attestatrosi
quindi in “maldistribuire-sperperare” e Dispendiòso, ancora con Dispensàre
dal lat DISPENSARE distribuire pref DIS distributivo, questa volta nel
senso di “ben distribuire”, verbo intensivo di DISPENDERE cui il devb
Dispènsa, Dispensàbile col prefissato Indispensàbile (IN negativo) nel senso
che “non può essere distribuito, erogato, disperso” per la sua importaza” con
Indispensabilità, eppoi Dispensariàle, Dispensàrio attraverso l’ingl
DISPENSARY e questo dal franc DISPENSAIRE, Dispensatìvo,
Dispensatòre con il glb ingl Dispenser, Dispensaziòne e Dispensière. Dal
long SPARON mettere in serbo il lat aveva coniato via via SPARNIARE,
SPARMIARE, un sopravvissuto volg Sparagnare ui Sparagnino e Sparagno,
eppoi, col pref RI intensivo, RISPARMIARE inv nell’ital Risparmiàre con
Risparmiatòre, Rispàrmio e un Risparmiòso nato dalla pubblicità quale
contrario di Dispendioso. Il termine Prosperàre è inv dal lat, denm di
PROSPER questo composto da PRO a favore e SPARO abbondante, cui
Prosperamènto, Prosperaziòne, Prosperèvole, Prosperità, Pròspero e
Prosperòso conj Prosperosità; vrs la connessione con
SPARONSPARNIARE. Dal percorso lat l’onomastica conta Prospero e dalla versione
ar di rad “prosperare”, l’omologismo in onomastica Omar.
Altro curioso percorso avrebbero seguito il termine Pagàre, dal lat class
PLACARE, mutatosi in PACARE sovrapposto a PAX pace, ed infine
volgarizzato in Pagare con lenizione sett, così attestatisi, cui Pàga, con un
volg sett Pàga “pagatore”, col dim Paghètta, Pagàbile, Pagamènto, Pagànte,
Pagatòre, Pagatorìa, il sostantivo Pagherò snm di Cambiale o Tratta, e i
prefissati Appagàre con Appagamènto (pref AD), Inappagàbile con
Inappagamènto e Inappagàto (doppio pref IN negativo), l’iterativo Ripagàre,
Soprappagàre con Soprappàga, Sottopagàre e Strapagàre.
\ Il non pagante, per accezione in uno spettacolo o simile, è fig indicato con
Portoghèse. La definizione s’è diffusa dal XVIII sec e nasce dall’evento di uno
spettacolo allestito nell’ambasciata del Portogallo a Roma, di conseguenza chi si
presentava dichiarandosi “portoghese” entrava senza alcuna formalità.\
Il lat PLACARE, giunto immutato, è il causativo di PLACERE (così come
Sedare lo è di Sedere) con rad PLAK concordare, cui Piacère con Piacènte,
Piacentière o Piacentièro, Piacènza con l’obsoleto Piagènza ed il toponimo
Piacenza, Piacèvole con Piacevolèzza, Piacimènto, Piaciòne e Piacionìsmo, i
prefissati Compiacère (pref COM associativo) con Compiacènte,
Compiacènza, Compiacimènto e Compiaciùto, Dispiacère (pref DIS
d’opposizione)
con
Dispiacènte,
Dispiacènza,
Dispiacèvole,
Dispiacevolèzza, Dispiacimènto e Dispiaciùto, Scompiacère con
Scompiacènte (pref S negativo), Spiacère (pref S sottrattivo) con Spiacènte,
Spiacènza, Piacèvole, Spiacevolèzza e Spiacevolmènte; il gr conta ERAO
cui il lat ERASMUS piacevole che ha portato l’onomastico Erasmo con
Erasmiàno questo relativo a Erasmo da Rotterdam (1466 o 9\1536).
Il percorso da PLACARE continua con l’inv Placàre cui Placàto e
Placaziòne, Plàcido “che piace” già aggettivo lat PLACIDUS tranquillo con
Placidèzza e Placidità, Plàcito dal Pp PLACITUM con Placitàre e
Placitaziòne; infine, Placèbo questo dalla prima persona sing del futuro lat
598
PLACEBO piacerò, Placet questo dalla terza persona sing del presente lat
PLACET piace. Nel percorso lat PLACARE, l’ital conta il prefissato
Implacàre con Implacàbile e Implacabilità con IN negativo. La semant vuole
che con il termine Pagare s’intenda Placare le attese di chi ha lavorato.
\ Lo stipendio per un funzionario d’Esattoria Comunale, nel dicembre del 1976,
ammontava a Lire 1.634.863, ma che, decurtato delle normali trattenute, contava una
competenza totale di Lire 900.186, ben superiore alla media d’epoca quando un
lavoratore o un giovane impiegato, sposato con prole, percepiva intorno alle 300.000
mila.\
\ Radicale PEN
Dalla rad PEN, oltre al percorso di Peso e Stipendio, sono pervenuti Pèndere
(omn di Pendere “pesare”) inv dal lat PENDERE con Pendèvole, Pendìno,
Pencolàre dal volg PENDICULARE cui fig il volg Pennichèlla da
Pendichèlla, Pendàglio (attraverso il franc PENDAILLE), Pendènza con
Pendènte (fig anche pecuniaria); il franc conta PENDANT pendente che ha
assunto il significato di “corrispondenza- riscontro simmetrico o
complementare-abbinamento armonico” cui l’omologismo Pendantìsmo.
Eppoi Pendìce dal lat PENDIX PENDICIS col prefissato Appendìce da
APPENDIX (col AD verso, il termine si è allontanato dal significato di “in
bilico per pesare” svoltosi in “parte aggiunta”) cui l’antomica Appendìce e il
percorso medico-chirurgico Appendicìte, con Appendicectomìa; in conto la
locuzione fig Tonsilla intestinale che sta per l’anatomica Appendice.
Eppoi il relativo generico Appendicolàre da APPENDICULA dim di
APPENDIX, Appendicolària (Genere di Tunicati), il termine giornalistico
Appendicìsta, Appendicolària (botanica) e Appendìzie da un lat medv
APPENDICIUM,.
Il percorso prosegue con il glb franc Pendentif “gioiello pendulo”, Pendìo
cui la composizione Parapendìo (vale “paracadute per pendio”) e il glb
Paraskì (vale Parapendio e il franc Ski sci), Pèndola, Pèndolo e Pèndulo dal
lat class PENDULUS cui il denm Pendolàre (verbo e anche sostantivo fig
riferito al lavoratore itinerante), Pendolamènto, il dim Pendolìno con un fig
Pendolìno sia “treno italiano veloce degli anni ottanta” sia “sorta d’uccello
dei Paridi” per il suo nido pendulo, l’avverbio Pendolòne o Pendolòni,
questo Penzolòni o Penzolòne dal volg PENDJOLUS da PENDULUS cui
Pènzulo, Penzolàre, eppoi Pènsile, con la variante Pèsolo, dal lat PENSILIS
con Pensilìna e, con i pref, Appassìre e Appassìto, Impassìre, da Passìre con
Passìto e Pàsso nel senso fig di “secco-appassito” (dopo essere stato steso al
sole).
Snm Pàsso “andatura”; attraverso il franc FANER appassire, l’ital conta il
glb Fanè “appassito” e fig Pàsso “sofferente” cui la locuzione iconografica
Cristo passo.
Il percorso prosegue con Appèndere con Appèso e i composti Appendiàbito
o Appendiàbiti e Appendigònna. Dipèndere “pendere da qualcosa” o un
desueto Depèndere con Dipendènte, Dipendènza, il glb Dependance, e
Indipendènza. Impèndere “impiccare” svoltosi attraverso il lat IMPENDERE
sacrificare. Propèndere dal lat PROPENDERE (col pref PRO sta per “essere
inclinato avanti”) con Propènso dal Pp PROPENSUS cui Propensiòne da
599
PROPENSIO PROPENSIONIS.
Il lat conta, fuori questo percorso, il termine PAENE che vale quasi, cui
Penepiàno “spianata” (straordinariamente composto con l’igl PLANE piano
dal lat PLANUM pianura), Penòmbra “quasi ombra”, Pentìre da
PAENITERE non avere abbastanza di qualcosa, con Penitènte, Penitènza,
Penitenziàle e Penitenziàrio; infine, Penùltimo (quasi ultimo) in sequenza
con Terzultimo e Quartultimo, eppoi Penùria, dal lat PAENUR mancante.
\ Edonismo Aedo Poeta
Snm di Piacere in versione gr è Edonìsmo dal gr HEDONE piacere, cui il
composto Hedonofobìa che è l’avversione nel provare piacere, eppoi
Edonìsta quasi un snm di Egoista, con Edonìstico e Edònico attraverso il
franc HEDONIQUE, da non equivocare con Aèdo, questo sta per Poeta
“cantore”, dal gr AOIDOS cantore, da OIDO canto di AEIDEN cantare
Dal gr POIEO creo si ha POIESIS cui Poièsi “momento creativo” con
l’aggettivo Poiètico, eppoi i suff POIESI e POIETICO con valore di
“formazione o produzione” adottati in terminologia scientifica per
composizioni quali Anticorpopoièsi o Immunopoièsi, Autopoièsi con
Autopoiètico, Emopoièsi, Linfocitopoièsi, Linfopoièsi.
Poèta, inv dal lat POETA è dal gr POIETES nome d’agente di POIEO creo,
cui Poièsi “momento creativo” col relativo Poiètico. Il composto
Mitopoiètica vale ”poesia che tende al mito”.
Nome d’azione di POIETES è Poesìa, poeticamente Poesì, dal lat POESIS,
cui Poèma con Poemàtico e Poemètto, eppoi Poetàbile, Poetànte, Poetàre,
Poetàstro (suff ASTRO), Poeteggiàre, Poètica e Poètico (gr POIETIKOS),
l’ironico Poeticherìa, Poeticìsmo, Poeticità, Poeticizzàre, Poetizzàre, Poetrìa
“creazione poetica” inv dal lat medv POETRIA, e il percorso pref Spoetàre
(S sottrattivo) “privare dall’essere un poeta” con l’omn Spoetàre (S
intensivo) “comporre e declamare” in senso spregiativo e, in senso metaf
Spoetizzàre “deludere-disgustare” questo dal XVIII sec, usato in maniera
corrente nel pugliese.
Un sedicente poeta può essere indicato con Mèvio, questo già
nell’onomastica, pertanto associato al romano Mevio (I sec aC), in polemica
con Virgilio e Orazio, e che, pur essendo stato un poetastro, è ugualmente
ricordato tra i posteri grazie al fenomeno linguistico della metonimia.
Il poeta, oltre ad essere un Aedo, è un Vàte o un Rapsòdo. Il primo è dal lat
VATICEN che canta come profeta, il cui verbo denm è Vaticinàre. Il
secondo è dal gr RAPTEIN cucire insieme, composto con un pref dal
sostantivo OIDO canto, quindi cucitore di canti, cui Rapsodìa.
\ È nato a Genova, all’alba del millennio, un movimento poetico “Rivoluzione
poetica” a firma di Lawrence Ferlinghetti, Alejandro Jodorowsky, Claudio Pozzani.
Dal manifesto: \...\ a tutti coloro che credono che sogni e quotidiano debbano danzare
insieme \...\ la poesia è una voce di dissenso contro lo spreco delle parole. \
Snm di Piacere, ancora, in versione lat è Libìdine, dal lat LIBIDO desiderio
dei sensi, dalla rad LEUBH provare piacere, cui Lìbido, Libìdico,
Libidinòso, Lìbito, la locuzione lat AD LIBITUM ancora in corso, che
ritroviamo moralizzato nel ted LIEB caro. Interessante la curiosità etim, per
cui la rad LEUBH di libidine è l’estensione della rad LEU, che sta per fango.
600
Termine alieno Lìbico questo relativo alla Libia.
Infine, snm di Piacere è Godère, con un desueto Gaudère, cui Goderèccio,
Godèvole, Godìbile con Godibilità, Godimènto, Goditòre, Godùria con
Goduriòso, e Godùta dal lat GAUDERE connesso col gr GETHEO dal rad
GAWEDH cui i più espliciti Gaudènte, Gàudio e l’onomastico Gaudenzio
attraverso il Ppres GAUDENS di GAUDERE; fuori percorso l’omologismo
Godè o il glb Godet attraverso il franc GODET piccola ciotola, eppoi
Godeliàno, con Godelizzaziòne, relativo a K. Godel (1906/1978), infine il
botanico Godèzia in onore di C. Godet (XIX sec).
L’astratto Giòia è dal franc JOIE tradotto dal lat GAUDIA, cui Gioiòso e
Gioiosità, Gioìre e vrs Giòlito attraverso il prvz JOLI gradevole, già catalano
EN JOLIT.
Il concreto Giòia, meglio Giòie, e Gioièllo con Gioiellàre, Gioiellerìa,
Gioiellière sono considerati fuori percorso, attinti al lat IOCUS nel suo
significato dell’effetto che emana (Ved Gioco Giogo in Lusorio…).
\ L’equivoco del Bardo
Snm di Poeta “cantore” è Bàrdo dal lat BARDUS ma già celt BARDO, cui
Bardìsmo e Bardìto questo “canto di guerra germanico” dal lat
BARDITUM; Bardo sarebbe stato poi generalizzato quale poeta epico e
lirico.
Tutta la letteratura gallese, ricca di poesie, è prodotta dai bardi; W.
Shakespeare era noto come “Il Bardo” oltre a “Il cigno del fiume Avon”.
A seguito della conquista del Galles da parte di Edoardo I (1283) i cantori
“bardi” furono censurati dagli inglesi e finanche derisi; pertanto, l’omn
Bàrdo, che sta per sciocco, balordo, transitato dallo sp BALDE, potrebbe
essere sorto in connessione metaf (razzismo). Nel XVII sec scoppiò in
Irlanda la cosiddetta Sfida dei bardi dove le famiglie rivali si affrontrarono a
suon di versi poetici.
In omonomia, Bardo è il sobborgo nordoccidentale di Tunisi dove s’erige,
appunto, il castello del Bardo, che nel ‘700 fu residenza del Bey “il
principe, in età ottomana”, questo in epoca più moderna vale “funzionario
di stato”cui l’omologismo Bèi con Beilicàle e Beilicàto; il Bardo fu poi
abbandonato nel XIX sec ed oggi è sede del museo archeologico Alaoui o
del Bardo. Qui si trova anche il palazzo di Qasr Sa‘id, la sede dove fu
firmato il Trattato del Bardo.
In assonanza si ha il termine BAR-DO che nel buddismo definisce il tempo
intermedio tra la morte e la rinascita, tradotto BARDO (pron bardò) in franc.
\ Piangere Flebo Ridere
La rad PLAK placare, pare si sia sviluppata da PLAG piangere per
sofferenza cui PLAGA percossa e il lat PLANGERE (battere) percuotersi il
petto, donde il percorso ital Piàngere, Piangènte, Piangèvole, Piangitòre,
l’iterativo Piangiucchiàre, e l’astratto Piànto da PLANCTUS col composto
Piantorìso (piangere e ridere), il prefissato Compiàngere cui il Pp
Compiànto. Eppoi, in complanare, la variante Piàgnere con l’iterativo
Piagnucolàre, Piagnucolamènto e Piagnucolòso, Piagnistèo o Piagnistèro dal
medv PLANGISTERIUM, Piagnòne cui Piagnòni “seguaci di Girolamo
Savonarola (1452-1498), altrimenti detti Fratèschi o Bigotti”, eppoi
601
Piagnonerìa e Piagnonìsmo, l’ancora variante Piangolàre con Piangolòne e
Piangolòso; il percorso continua in Piàga con Piagàre e Piagòso, la locuzione
biblica Le dieci piaghe dell’Egitto, il prefissato Impiagàre (IN illativo) con
Impiagamènto e Impiagatùra, fig dal lat PLAGA percossa (omn di PLAGA
plaga) e questo dal gr PLEGE colpo cui Plèttro, la pennetta per far vibrare le
corde musicali, metaf un colpo d’ispirazione artistica, dal lat PLECTRUM
già gr PLEKTRON, Plegìa e i suff PLEGIA-PLEGICO, cui Paraplegìa (pref
PARA) con Paraplègico e la composizione Paraolimpìadi (Paraplegico e
Olimpiadi su calco ingl PARALYMPCS) e Cerebroplègico.
Il lat comtempla ancora FLERE piangere, da rad onomatopeica PH L, cui
Ploràre e Plòro, i prefissati Deploràre con Deploràbile, Deploratòria,
Deploraziòne e Deplorèvole questo con suff ital di aggettivo verbale attivo
EVOLE; Imploràre con Implorànte, Imploratòre, Imploraziòne.
Il lemma prefissato Esploràre, cui Esploratòre ed Esploraziòne, non può
avere nulla in comune con Plorare di piangere; pseudoetim in questo
percorso, deriverebbe invece dal gr PLANAOMAI vado errando cui un pref
PLANO di motilità (connessi con PLANO da PLANUS piano), con pref EX
estrattivo e starebbe per osservare attentamente la pianura per estrarne
cognizioni atte ad evitare i pericoli propri di esposizioni all’aperto,
successivamente in riferimento ad ogni luogo; il percorso conta
composizioni quali Planoconìdio (dal gr KONIS polvere, snm di
Zooconìdio), Planogamète (botanica) questo dal gr GAMETES accoppiati
per la riproduzione.
L’ebr conta MERAGGEL per esploratore o spia, cui l’omologismo
Marachèlla svoltosi nel senso di Bricconata; nessuna connessione con
Maràca “sorta di strumento musicale” questo omologismo dallo sp
MARACA di genesi tupi.
La rad PH L aveva condotto ancora al gr PHLEPS PHLEBIS vena, in lat
FLEBES vene, forse assimilando la fuoriuscita delle lacrime (lat FLERE
piangere) a quella del sangue dalle ferite, cui Flebìte con suff ITE per
malattie acute, e il pref FLEBO in composizioni quali Fleboclìsi con
l’ellittico Flèbo, Flebografìa, Flebogràmma, Flebolìto Flebologìa,
Fleborragìa (con Emorragia), Fleboscleròsi o Flebosclèrosi (accento alla gr)
col gr SKLEROS duro, Flebotomìa e Flebòtomo (questo sia termine medico
sia insetto dei Ditteri, sorta di zanzara) con suff da rad TEM tagliare,
Flebotrombòsi (col gr THROMBOS grumo di sangue); vrs in relazione alla
debolezza riscontrante durante la pedita di sangue dalle vene, sono stati
coniati i vari lemmi Fièvole, questo con suff ital di aggettivo verbale attivo
EVOLE, con Fievolèzza e il prefissato Affievolìre con Affievolimènto,
l’esplicito Flèbile.
Il termine Fleboclisi è composto col gr KLYSIS lavaggio cui Clìsma,
Clistère; vrs connesso col rad di KHRISMA unzione di Cresima.
Antitesi di Piangere è Rìdere, questo inv dal lat volg RIDERE, cui
Ridacchiàre, Ridanciàno, Ridèvole, Ridènte, Ridìcolo o Ridìculo da
RIDICULUS nome di strumento di RIDERE cui Ridicolàggine,
Ridicoleggiàre e Ridicolèzza con Ridicolozzàre, e, coi pref, Arrìdere,
Derìdere con Derisìbile, Derisiòne, Derìso, Derisòre e Derisòrio, Irrìdere con
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Irridènte, Irrisiòne, Irrisìvo, Irrìso, Irrisòre con Irrisòrio, Risìbile con
Risibilità, Sorrìdere con Sorridènte e Sorrìso, questo sostantivo e aggettivo
poetico. Nome astratto di Ridere è Rìso dal lat RISUS, cui Risàta, un locale
mer Risolènte, Risolìno e Risòrio questo da un tardo lat RISORIUS da
RISUS. Il gr conta lo specifico GELAN ridere d’area armena, cui Gelàsimo,
i composti Geliofobìa “fobia del ridere” e Geloscopìa che sta per “vedere,
capire” l’individuo attraverso la sua maniera di ridere.
\ Secondo uno studio, esistono 19 modi di sorridere, di cui però solo uno è considerato
di vera gioia, quello che muove il muscolo orbicolare.\
Il Riso può manifestarsi con un Ghìgno, questo il devb dal franc GUIGNER
tradotto in Ghignàre, i quali si tramutano in Sogghignàre e Sogghìgno col
pref SO (SUB), compreso Sghignàre, Sghignazzàre con Sghignazzamènto,
Sghignazzàta, Sghignazzìo e Sghignàzzo col pref S durativo e suff
peggiorativo AZZO; dalla versione GRINAN-GRIGNIER l‘ital conta
Digrignàre e Digrignamènto col pref DI conclusivo e possibile connessione
con GUIGNER.
Il gr conta BRYKHO io digrigno i denti cui Bruxìsmo “il digrignare durante
il sonno”.
Di etim non accertato, l’ital conta Brùzzico “prima luce dell’alba”,
ma si potrebbe asserire che sia connesso col gr BRYKHO poiché al
risveglio, si tende ad un a forma istintiva di masticamento.
\ Cetra Chitarra Liuto Gusla Vina
Strumenti musicali a corda, si contano Cetra e Chitarra; termini entrambi dal
gr KITHARA cui il lat CITHARA svoltosi nell’ital Cètra ma nei
linguisticamente più fedeli Cìtera, Citarèdo con Citarèdico, Citareggiàre,
Citarìsta con Citarìstica e Citarìstico, Citarodìa; l’omn Cètra “piccolo scudo”
è dal lat CAETRA omologato da una voce africana. Direttamente dal gr
KITHARA, l’ital ha ricalcato Chitàrra, cui Chitarràta, Chitarrìna, Chitarrìsta,
Chitarròne e Chitarronàta. La chitarra elettrica è datata 1931. Charango è
l’omologismo di genesi sudamericana, d’etim non trovata, attraverso lo sp. e
sta per “chitarrina costituita da una conchiglia”.
Sorta di chitarra russa a forma triangolare detta BALALAIKA si traduce in
ital così com’è nell’esot Balalàika o con l’omologismo Balalàica.
La chitarra hawaiana a quattro corde è indicata con Ukulèle, esot di voce
indigena che si traduce in “pulce”.
Liùto, con gli obsoleti Lèuto e Leùto invece, è l’omologismo dall’ar AL UD,
attraverso il franc LEUT che ne ha saldato l’articolo. Da Liuto, l’ital conta
Liutàio e Liuterìa.
Sorta di liuto indiano è indicato con Sitar, esot di voce urdu (indiana).
La forma Lèudo o Leùdo vale per una sorta d’imbarcazione, termine
attestatosi anche nel terzo snm di Liuto, fig per la forma del sartiame; l’omn
Lèudo è l’omologismo dal ger LEUTE gente e sta per “protetto dal signore
(o dal re)”. Alla famiglia dei liuti appartiene la Tiòrba o Teòrba, d’etim non
rintracciato.
Dal serbo-croato GUSLA, l’ital ha adottato l’omologismo Gùsla o Gùzla
“strumento a corda russo-slavo”.
Dal sct VINA l’ital conta ancora un Vìna “strumento ind a quattro corde”
603
SALA SALIRE SCANDALO
SALA
Sàla è un termine polisemantico (o polisemico). Dal lat volg
AXALIS, da AXIS asse, Sàla è l’asse delle ruote, italianizzato
Assàle con la perdita della prima sillaba AS-SALE(A). N’è
rintracciabile un’attestazione nell’area bal-slava AKSI, indoiran e gr
AKS e da questo ancora il gr AKSON. Il gr HAM-AKS-A è il carro
ad un solo asse. Sala “erba palustre” (Ved Sale…). Sàla, dal franc
SAL è originariamente una costruzione costituita da un’unica stanza.
(ted SAAL), cui Salètta, Salòne, il glb ingl Saloon.
Dal class SOLEA è giunto il percorso di Soleàre, Sòleo “osso
piatto” (dal lat fig da SOLEA pianta del piede), Solètta o Suolètta,
Solettàre e Suòla, in connessione con il collettivo lat SOLA di
SOLUM suolo, cui Suolàre e il prefissato Assuolàre o Solàre e
Assolàre – questi da non equivocare con il percorso di “sole” Suolatùra o Solatùra, Suolifìcio tutti sovrapposti al lat SOLUM, cui
Suòlo, il composto Soliflùsso “lento fluttuare del terreno”, Sòglia
dal volg SOLJA dal class SOLEA in origine sandalo poi suola cui il
fig Sògliola da SOLEAM con Solèidi “Famiglia di pesci”. Soglia
vale “uscio” fig dove si appoggia la pianta del piede e dal tema med
SELO “insediamento umano" vale in aree ger-bal-slava-long “casa,
villaggio”
Il termine Soglio, invece, è da connettere al verbo SEDERE (Ved
Assessore…).
Il termine in omonimia si ritrova nel congiuntivo di Solere (che io)
sogliaa parte il presente indicativo io soglio.
Il tutto è connesso col tema indoeur SELO-SOLO insediamento
umano. Eppoi il glb Soling “sorta di imbarcazione a vela” attraverso
l’ingl SOLE suola. Il lemma Sòllo “soffice” riferito al terreno è vrs
connesso con SOLUM.
I longobardi chiamavano SALA il palazzo, privilegiandone il
significato collettivo (tante sale); donde il toponomastico Sala per
molti comuni: Sala Consilina, Sala Baganza... sorti intorno ad un
palazzo.
\ Perché Saletto (di Breda di Piave nel trevigiano)
Sala sarebbe connesso col tema indoeur SELO-SOLO che sta per insediamento
umano. Partiamo ora dal capoluogo Breda, il cui toponimo pare discenda dal long
Braida “fondo-proprietà terriera”. Nei latifondi era d’uso, per motivi pratici e anche di
difesa, edificarvi una dimora padronale. Sala, dal franc Sal, identificava la
costruzione costituita da un’unica stanza ma i long avrebbero chiamato Sala il
palazzo, adottandone il significato collettivo (tante sale); donde il toponimo Sala per
molti comuni italiani sorti intorno al palazzo. Ragionevole supporre pertanto che
Saletto identificasse un “palazzetto” nell’antica proprietà Breda (braida). Da non
604
trascurare però il tema medit SALA erba palustre, che avrebbe potuto portare a
Saletto, un misurato fondo umido a ridosso del Piave, poi bonificato e reso produttivo
e abitabile.
La Sala d’oggi è il vano di un’abitazione, ben arredato per essere
adibito a “rappresentanza”, pertanto, il termine è stato esteso
includendo gli alberghi, i circoli, gli uffici pubblici; poi il concetto di
“ben arredata” è passato a quello di “arredo specifico”, assorbendo
così gli ospedali con Sala operatoria, le biblioteche con Sala di
lettura, le palestre con Sala di scherma, la chiesa con Sala
capitolare e finanche le navi con Sala nautica...
Il gr conta lo specifico EDAPHOS suolo, terreno cui il percorso ital
Edàfico, Edafìsmo, Edafòbio (col suff BIO sta per “animale che vive
nel terreno”), Edafologìa, Edafon-èdafon “l’insieme degli organismi
che vivono nel terreno” su modello di Plancton.
Tornanado ad AXIS, da questo è pervenuto più esplicito il termine
polisemico Asse-àsse cui il relativoAssiàle e il prefissato Coassiàle
(CUM associativo), il dim Assicèlla, Assero-àssero “stanga”,
l’aggettivo biologico Assile-àssile, Assìto ”pavimento o parete
d’assi” e il sostantivo agricolo Asciàle da AXALEM con Ascialòne,
l’accr istologico Assòne o Axòne, meglio Assòni, con l’aggettivo
Assònico, utilizzato nella terminologia scientifica quale
“collegamento tra neuroni” cui i snm Cilindràsse e Neurite. Asse è
anche tavola così come oggi sopravvive nella semant oltre all’organo
meccanico.
Il franc conta ASTELLE frammento di legno già lat volg ASTELLAM dal
class ASTULAM quale dim di ASSIS asse, donde il moderno e glb franc
Atelier, che in origine valeva “cantiere” nel settore di falegnameria.
Asse, dal lat ASSEM, è stata una moneta romana di tema med AS
moneta cui Decùsse “dieci assi” con i fig Decussàre e Decussàto.
Eppoi Asso-àsso “carta da gioco importante” cui il fig “eccellente”
dall’essere l’unità del seme, con la locuzione Asso nella manica e il
risvolto Piantare in asso (da solo) questo però meglio riferito ai dadi
il cui valore dell’uno è il minimo. Abassiàle (pref AB) è un termine
botanico. Sommèsso (omn di Sommesso “sottomesso”) dal lat
composto SEMISSEM vale “mezzo asse” (SEMI ASSEM), unità di
misura sett per lunghezze usata dal XV sec.
\ Assometria Assonometria
Assometrìa o Assonometrìa, cui Assomètrico o Assonomètrico, dal gr
AKSON AKSONOS asse e METRON misura, vale misurazione sugli assi
ed è il criterio geometrico descrittivo della proiezione parallela per
rappresentare un oggetto sopra un piano; pertanto si ha una sola immagine,
ponendo in riferimento sia le sue dimensioni ovvero altezza, larghezza e
profondità sia un sistema di assi cartesiani ortogonali uscenti da una stessa
origine. Insomma, è un metodo per dare volumetria agli oggetti raffigurati,
605
che tiene conto innanzitutto dell’intuizione. L’Assometria cavaliera o
dimetrica obliqua mostra un oggetto frontalmente dove il piano verticale è
parallelo all’osservatore e quello orizzontale perpendicolare.
\ Spago Spaghetti
Il lat conta SCAPUS per assicella o rocchetto (del filo), già gr SKAPOS, cui
l’attestazione metatetica SPACUM svoltosi nell’ital Spàgo con il fig glb
Spaghètti “sorta di pasta alimentare” plur del dim fig Spaghètto, con
lenizione sett della c in g, cui Spaghettàta, Spaghetterìa e la locuzione
Prendersi uno spaghetto “spaventarsi” (dim di Spago) vrs in richiamo alla
locuzione Filo da torcere. Il termine Pìci vale “sorta di spaghetti di pasta
fresca” termine dal senese.
\ Sugna Ala Volare
Il termine Sùgna, dal lat AXUNGIA, deriva sorprendentemente da AXIS
asse, già gr AKS, composto con UNGUO unto (per le assi dei carri).
UNGUO è dal lat UNGERE variante di UNGUERE da un arcaico ONGWO,
cui in complanare Ungere-ùngere o Ugnere-ùgnere con Ungimènto o
Ugnimènto, Ungitòre e Ugnitòre, Ungitùra e Ugnitùra, Unguentàre inv dal
lat UNGUENTARE, Unguentàrio e Unguentàio, Unguentière, Unguènto
questo da UNGUENTUM, il composto Unguentìfero; eppoi Unto-ùnto da
UNCTUM e la variante Onto-ònto d’attestazione senese, Untàre, Untatòre,
Untaziòne, Untìccio, Untòre, Untorèllo, Untòrio, Untosità con l’obsoleto
Untositàde, Untòso e Untuòso, Untuàrio, infine Unziòne dal genitivo di
UNCTIO UNCTIONIS con Unzionàrio. Il fenomemo della mutazione della
O di ONGWO nella U di UNGUO, dovuto al gruppo letterale ng, si ripete
nell’attestazione di Spugna e di Unghia. Il termine Ungere può essere
considerato connesso con il sct ANAKTI da rad ENG. Il gr conta lo
specifico ALEIPHAR ALEIPHATOS unguento, cui l’ital Alifàtico e il
composto Alicìclico (Alifatico-ciclico dal 1955) questo snm di Naftenico
(dal 1958).
Il gr-lat AKS-AXIS, per la proprietà di articolazione, ha procreato il
percorso con Asciàle, Ascia-àscia cui Asciàre, Asciàta e la variante Ascieàscie dal lat ASCIA in connessione col ted AXT, Assinomanzìa con
Assinomànte e Assinomàntico (divinazione attraverso il lancio dell’ascia),
eppoi Ala-àla con un dim Alùla,il composto Alalùnga “pesce della Famiglia
dei Tonni” cui la locuzione culinaria Alalunga con salsa d’aglio, dal lat
ALA legato ad AXIS a sua volta derivante dal gr A(KS)LA che riappare nel
ted ACKSEL ascella, eppoi Ascèlla cui Ascellàre che vale “piccola ala” dal
dim lat AXILLA. Le Ali, infatti, si associano alle Ascelle dei volatili. In
botanica è adottato il termine Ascella per indicare la parte compresa tra il
fusto e il picciolo. In percorso rad il lat COXA connesso in area celt, ger,
ind, e che per diversi percorsi semantici, può assumere altri significati di
articolazione, cui Còscia con Cosciàle e Còscio con Cosciòtto, il prefissato
Scosciàre (S sottrattivo) cui Scosciàta, Scosciàto, Scosciatùra e Scòscio che
nella danza vale Spaccata, Soccòscio col pref lat SUB sotto riferito a un
taglio di carne di suino; altro termine da macelleria, in riferimento a un
taglio di carne dalla coscia è Fèsa, adottato già nel 1869, di voce lombarda
ma di etim non accertata.
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Il termine Cuscìno (dal XIV sec), dal lat medv COXINUM, è un derivato fig
di COXA e vale quindi semant “per appoggiare le cosce” ovvero “per
sedersi” successivamente esteso anche in “appoggiare la testa”, in
connessione indoeur col franc COUSSIN cuscino e COUCHER coricare.
Cortacòscia era l’epiteto del normanno Roberto II (1051/1134).
Termine assonante è Cuscìtico cui Lingua cuscitica relativi ai Cusciti del
sottogrupoo camitico.
Lo specifico lat è invece PULVINUS cuscino cui Pulvìno e Pulvinàre
svoltosi in terminologia architettonica e botanica.
Dallo specifico gr PELEKYS ascia, il lat ha coniato fig PELECANUM “per
la forma del becco” cui Pellicàno, la cui vita media è di 45 anni, e
Pelecanifòrmi “l’Ordine”.
Tra i Pelicaniformi l’ital conta l’omologismo Sùla dall’ant nordico SULA.
Dal long SKINKO femore-coscia l’ital ha tratto l’omologismo Stìnco,
rintracciabile nel friulano Stinc, cui Stincàta, Stincatùra. Il lat conta lo
specifico FEMUS FEMORIS femore, cui Fèmore tratto dal genitivo, con il
relativo Femoràle.
I romani indossavano mutande tipo boxer chiamate FEMORALIA e pare
che l’imperatore Augusto ne facesse uso in grande quantità.
Derivati da ALA, Alàta e Aleggiàre, Alàto, Aliàre “volare”, Aliànte, i
composti Alalònga, Aleriòne “aquilotto” attraverso il franc ALERION e
Aleròne sempre attraverso il franc AILERON da AILE ala, Alìpede “che ha
le ali ai piedi”, Aliscàfo, Alìvolo. Alàre è un lemma straordinario d’inc e di
riferimento, oltre ad essere l’aggettivo legato alle Ali, è relativo al lat
LARES, che erano le divinità del focolare, della casa, nipoti del Tevere per
essere state procreate dalla figlia Lara; semant, ai giorni nostri, gli Alàri
(snm di Capitoni), appunto dal lat LAREM focolare, sono comodi arnesi di
ferro, già di pietra, posti ai lati (fig “ali”) atti a sostenere lo spiedo o la legna
nel camino perché bruci nella migliore maniera. Esiste un Larin quale voce
dolomotica che vale “gradino di pietra che che circonda il caminetto di
casa”. Coesiste ancora un Alàre (sost Alàggio) dal franc HALER,
traslitterato dall’ol ant HALEM tirare, cui Alabàsso. È il termine utilizzato
nel lessico marinaresco e sta per “tirare le funi delle vele per l’approdo”; in
ogni caso, per insiemistica d’idee, il percorso semantico potrebbe aver avuto
origine dall’azione del tirare con la forza delle ascelle. Un secondo percorso
semantico potrebbe aver avuto avvio nel dover fissare le funi ai fianchi (ali)
dell'imbarcazione.
Fuori percorso ALA, Alabàrda o Labàrda (per aferesi) poiché è
l’omologismo dal ted HELMBART ascia da combattimento, cui Alabardàta
e Alabardàto, Alabardière; altri termini alieni Alabàstro dal gr
ALABASTRON cui Alabastràio e Alabastrìno, Aleatòrio e Aleatòre
“soggetto alla sorte” direttamente da ALEA gioco di dadi cui Ale-àlea inv
dal lat che vale fig “rischio” cui la locuzione Correre l’àlea snm di Correre
il rischio, ed ancora Aleàtico che indica una varietà d’uva e la qualità di vino
che se ne produce derivante dall’emiliano Aliadga “uva lugliatica” (di
luglio) cui il napoletano Agliànico. Eppoi, Alienìa “senza il funzionamento
della milza” con Lienàle (aggettivo) dal lat LIEN milza connesso col gr
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SPLEN SPLENOS e col sct PLIHA cui Splène (milza), Splenètico con
Splènico, Splenìte (suff ITE per malattia acuta), Splenizzaziòne e il pref
SPLENO adattato per composizioni quali Splenectomìa, Splenocontraziòne,
eppoi Asplenìa “mancanza della milza” col pref A privativo (coniato nel XX
sec) e un botanico Asplènio (già nel XV sec) col pref AD allativo che vale
“pianta per la cura della milza”; per il lemma Mìlza, l’ital ha preferito rifarsi
al long MILZI, cui il prefissato fig Smìlzo “esile” con S sottrattivo che
semant sta “senza milza (pancia)”, vrs connesso in area indoeur con l’ingl
SLIM leggero. In parallelismo a LIEN troviamo REN RENIS e il suo plur
RENES cui Rène, Rèni, Rognòne o Arniòne con Rognonàta dal lat volg
RENIONEM da REN RENIS, i prefissati Adrenalìna (snm di Epinefrina)
questo dal lat AD REN con doppio suff ALIS e INA (chimico) cui
Adrenolìtico, Sderenàre o Sdirenàre (pref S intensivo), Surrène (pref SUR
sopra) con Surrenàle o Surrenàlico, con Ipersurrenalìsmo e Surrenalìte (suff
ITE per “infiammazione”).
\ L’Adrenoleucodistrofìa è la nota grave malattia di Lorenzo Odone, deceduto nel
2008 all’età di 30 anni, che aveva ispirato il film “Olio di Lorenzo” e successivamente
il Progetto Mielina per lo studio di questa rarissima malattia; il tutto merito dei suoi
genitori che erano riusciti ad allungargli la vita grazie ad un empirico trattamento a
base di acido erucico.\
Il gr conta lo specifico NEPHROS rene cui Nefrìdio, Nefrìte con Nefrìtico,
Nefròide, Nefròma, Nefròne, Nefròsi con Nefròsico o Nefròtico, il pref
NEFRO adattato per composizioni quali Nefralgìa (gr ALGOS dolore),
Nefrectomìa (gr TEMNO taglio), Nefrocalcinòsi (gr CALX calce cui
Calcino “fungo parassita” e suff medico OSI), Nefrocarcinòma (gr
KARKINOS cancro e suff medico OMA), Nefrocèle, Nefrogèno con
Nefrogènico, Nefrografìa con Nefrogràfico, Nefrogràmma, Nefrolìsi,
Nefrolitìasi con Nefrolìto, Nefrolitotomìa, Nefrologìa con Nefrològico e
Nefròlogo, Nefropatìa e Nefropàtico, Nefròpe (col gr OPS OPOS aspetto,)
Nefropèssi o Nefropessìa (gr PEKSIS fissazione cui il suff ital PESSIA o
PESSI) Nefroplegìa(con PLEGIA sofferenza), Nefròpsidi (gr OPS vista),
Nefroptòsi (gr PTSOSIS caduta), Nefrorrafìa (gr RAPTO cucio),
Nefrorragìa (gr RHAGIA rottura), Nefroscleròsi o Nefrosclèrosi
(accentazione gr), Nefrostomìa (gr STOMA bocca), Nefrotomìa con
Nefròtomo (con TOMIA taglio), Nefrotòssico, Nefrotropìsmo (gr TREPO io
volgo) Ancora, il suff NEFROSI in Idronefròsi, Litonefròsi, Pionefròsi (col
pref dal gr PYON pus),
Ancora alieni nel percorso ALA, infine, Alacre-àlacre o il non proprio
corretto Alàcre dal lat ALACER cui Alacrità vrs connesso in senso fig con
ACER acre, Alamàro omologismo dall’ar AL AMARA corda attraverso lo
sp ALAMAR, Alàno dal tardo lat ALANUS vrs in riferimento al popolo
degli Alani, Aligùsta questo una attestazione ligure dal lat LOCUSTA così
riprodotto in ital Locùsta in complanare con Aragòsta d’identica rad; il gr
conta lo specifico ATTAKOS locusta tradotto nel lat ATTACUS, cui l’ital
Attàcidi “Famiglia di farfalle notturne”.
Volàre arriva lungo un percorso a sé, dalla rad G(WOLU) rintracciabile in
area ind a conferma dell’origine indoeur, cui il devb Vòlo e i derivati, anche
608
fig nel senso di “variazione improvvisa” o “evaporazione”, quali Volànda o
Volàndola “cascame” con Volandièro questo attestatosi nella terminologia
dei trasporti, Volàno, il glb franc Volant cui il sostantivo ital Volànte col
dim Volantìno, il Ppres aggettivato Volànte, il sostantivo Volantìno dal
significato di “foglietto volante” con Volantinàggio e Volantinàre, eppoi
Volàta (anche sportivamente in gergo ciclistico) con Volatòna o Volatòne,
Volàtile con Volatilità, Volatilizzàre o Volatizzàre e Volatilizzaziòne,
Volàtica con Volàtico, Volatìvo o Volatìo, Volàto, Volatòre, i glb la
lacuzione franc Vol-au-vent “involucro di pasta sfoglia” fig che “vola al
vento” per la leggerezza, il termine sportivo franc Volée, l’ingl Volleyball
“pallavolo” con l’omologismo Volleìsta o Vollìsta e Beach volley “pallavolo
sulla spiaggia” ed ancora i verbi Volicchiàre e il frequentativo Volitàre,
Volièra e la locuzione sportiva Volo a vela cui Volovelìsmo, Volovelìsta e
Volovelìstico. Col pref IN illativo-incoativo l’ital ha coniato Involàre, Invòlo
nel senso di “decollare”, mentre con IN illativo-intensivo, l’omn Involàre nel
significato originario di “rapire” riferito agli uccelli da preda, termine
questo, oggi, utilizzato frequentemente nei verbali delle forze dell’ordine
quale snm di Rubare. Col pref EX si conta il desueto Svolàre cui
Svolamènto e Svolacchiàre (questo col suff verbale attenuativo ACCHIARE
dal suff dim-spregiativo ACCHIO) nel senso di “volar via”; col pref durativo
S e le forme tratte dal suff iterativo AZZO si conta Svolazzàre cui
Svolazzamènto, Svolazzànte, Svolazzatòre, Svolazzìo e Svolàzzo.
L’omn Volàre è dal lat VOLA palma della mano o pianta del piede, su calco
di Plantare da Pianta. Se ne deduce che il termine Volantino può essere una
sovrapposizione lemmatica, dato che questo “foglietto svolazzante” è
distribuito a mano.
\ Asciatico Ombra
Fuori percorso da Ascia, dunque pseudoetim, il termine Asciàtico dal gr
SKIA ombra con il pref A privativo ed il suff aggettivante TICO che sta ad
indicare una derivazione (in questo caso dal sostantivo SKIA ombra), come,
ancora un esempio, in Fanatico da FANUM tempio; eppoi Sciènidi
(Famiglia ittica) da SKIAINA pesce ombrina cui Scièna.
Altro termine composto col gr SKIA ombra è Schiascopìa con Schiascòpio
(gr OPS occhio) di competenza oculistica.
Il lemma Ombra-òmbra è dal lat UMBRA da un ant ONDH-SRA col
significato originale di cieco, tenebra, cui il percorso Ombràre-Umbràre col
prefissato anche fig Adombràre o Adombràre cui Adombràbile e
Adombramènto, eppoi i diretti Ombràtile o Umbratìle dal lat
UMBRATILEM, Ombrèlla o Ombrèllo con Ombrellìno, Ombrètto
(cosmetica), Ombrìa, il pesce Ombrìna snm del gr Sciena col maschile
Ombrinòtto, Ombròso, i composti Ombrellìfere (botanica) alle quali
appartine il Coriàndolo “pianta erbacea e confetto con seme di questa”
considerato afrodisiaco, fig Coriàndoli “minuscoli dischetti cartacei da
lanciare”, termine corrotto da Coriandro dal lat CORIANDRUM già gr
KORIANDRON, eppoi Ombrìfero o Umbrìfero, Ombrilùngo, l’onomastico
Ombretta; vrs dal calo di luce naturale durante i rovesci, il gr ha coniato il
termine OMBROS pioggia cui Ombrinàle “bocca di scarico navale” dal gr
609
OMBRINOS pluviale e il pref OMBRO per composizioni in botanica quali
Ombrofilìa “(pianta) che resiste alle forti piogge” e il suo opposto
Ombrofobìa, eppoi Ombrògrafo e Ombròmetro snm di Pluviografo e
Pluviometro; lemmi pseudoetim ed omn, fonte di equivoci, Ombrofilìa
“attrazione per ombra” e Ombrofobìa “timore dell’ombra. Attraverso la
variante sp SOMBRA ombra l’ital conta l’omologismo Sombrèro.
In persiano FISIAK è Ombrellino cui l’omologismo Fusciàcco o Fuciàcco o
Fuciàcchio “il drappo ad ombrello sui crocefissi in processione”, donde il
fem Fusciàcca o Fuciàcca “fascia attorno alla vita”.
\ Sin dalla preistoria, l’Ombra era considerata la manifestazione dello spirito
individuale, ovvero, per dirla in termini cristiani, dell’anima, pertanto è sopravvissuto
il suo significato di presenza ultraterrena, le Ombre, le Malombre; forse la
superstizione di non aprire gli ombrelli in casa n’è un dilatamento.metaforico.\
\ Tifone Tornado Uragano
Tifòne dal cinese T’AI-FUNG da FUNG vento che sta per accezione “vento
di Formosa”, transitato dall’ingl TYPHOON vrs in sovrapposizione al
termine lat TYPHOS fumo-vapore poi semant febbre eccitante, cui Tìfo con
Tìfico, Tifòide con Tifoidèo, Tifòsi (suff medico OSI) e Tifòso “affetto da
tifo”; eppoi il fig Tìfo (nello sport) cui l’omn-snm Tifòso “che fa il tifo
per…” con Tifoserìa; termini alieni Tifàcee (Famiglia botanica) dal gr
TYPHE “sorta di pianta acquatica” alla quale appartiene la pianta palustre
Stiància d’etimo non rintracciato, il demotico Tifernàte relativo al toponimo
lat Tifernum oggi Città di Castello.
Tornàdo è dallo sp TRONADA tuono per svolgersi nel significato torrente
attraverso l’ingl TORNADO tempesta.
Uragàno è l’omologismo attraverso lo sp dall’epiteto indigeno Maya
HURAKAN del dio delle tempeste.
\ Nel 2005, l’uragano Katrina s’abbattè sulle coste statunitensi provocando 1.800
vittime; nel 2008, tra agosto e settembre, l’uragano Gustav ha indotto all’evacuazione
l’intera città di New Orleans. /
SALIRE
Salìre, con l’obsoleto Saglìre, è inv dal lat SALIRE saltare, montare,
cui Saliènte, con l’obsoleto Sagliènte,
dal Ppres SALIENS
SALIENTIS con Saliènza vale “dal basso verso l’alto”, il prefissato
Assalìre la cui rad SEL liberarsi da... alzarsi lo ha
sorprendentemente reso parente di Cònsole con la variante Cònsolo
da CONSUL di CONSULERE nel senso di deliberare, Consìglio 1
da CONSILIUM devb di CONSULERE nel senso di consultare,
Esule-èsule da EXSUL, Prèsule da PRAESUL, insomma tramite i
pref COM-EX-PRAE; pertanto, Con-sole “alzato di dignità pari a...”,
Con-siglio “suggerimento od organo autoritario” nel senso di “alto”,
E-sule “non libero in patria”, Pre-sule “preminente tra la gente
libera”. Resiliènte, poi, con Resiliènza, vale “saltare indietro” dalla
variante RESILIRE di RE SALIRE (pref RE inversione di moto).
Da Esule si ha il denm Esulàre “andare in esilio” attestatosi fig in
“essere estraneo”.
610
In percorso semat e fig, da Console si ha il relativo Consolàre, il
verbo Consolàre da CONSOLARI dalla variante SOLARI nel senso
di
confortare,
eppoi Consolàto, Consolatòre, Consolatòrio,
Consolaziòne, il prefissato Procònsole e un glb franc Console (pron
consòl) “sorta di mobile” fig da da CONSOLATEUR “figura
antropomorfa che sorregge una mensola”. Da Consiglio si ha
Consigliàbile, il verbo Consigliàre con l’aggettivo Consigliàre o
Consiliàre, Consigliàto, Consigliatòre, Consiglière, Consigliòri
attraverso l’italo-americano Counsellor su modello di voce siciliana,
e Consiliatùra.
La voce salentina Cùnsulu indica nella tradizione le pietanze che i
parenti non stretti, o amici intimi, portano ai famigliari colpiti da un
grave lutto, generalmente per una settimana intera.
L’aggettivo Salàce “piccante, pungente, eccitante” è metaf dal lat
SALAX, derivato da SALIRE cui Salacità. Il lemma Assìllo,
d’origine etrusca, cui Assillàre e Assillànte, è rimbalzato in ital dal
lat AD SALIRE saltare, cui ASILUS tàfano. Salìva inv dal lat
SALIVA, già gr SIALON cui Salivàle, Salivàre e Salivaziòne con i
prefissati Insalivàre e Insalivaziòne (IN illativo), Salivatòrio, eppoi il
prefissato Asialìa o Ascialìa (senza saliva, con A privativo). Saliva è
vrs la sintesi della locuzione lat AQUA SALIVA l’acqua che sale
(in bocca), ricalcando Acqua sorgiva che si riduce lemmaticamente a
Sorgiva. Gli Sciàli sono le masserie marine, così chiamate lungo la
costa sud del Tavoliere dal fenomeno della salsedine, Acqua salsa,
che sale dai muri, giusto come la saliva; il termine è l’erede di un ant
volg Scialìva o Scilìva per Saliva, dal gr SIALON, come il pref
SCIALO (omn di Scialo da Scialare) per Scialorrèa o Sialorrèa snm
di Ptialismo, Scialoadenìte o Sialoadenìte, Scialoadenòsi,
Scialoadènte, Scialografìa, Scialoscintigrafìa, tutti elencati in campo
medico.
Calcando il franc TRESSAILLIR (TRES SAILLIR), l’ital ha coniato
Trasalìre, dal lat TRANS SALIRE sobbalzare per un’improvvisa
emozione, cui Trasalimènto. In composizione con altri pref, la forma
d’agente SULTOR di SALIRE diventa Desultòre con Desultòrio
“che salta”, Esultànza con Esultàre, Insultàre (saltare addosso) con
Insùlto, Sussultàre, Sussùlto, Sussultòrio o Sussultòria (pref SUB “da
sotto”, con Ondulatorio-Ondulatoria sono sovente in locuzione con
“movimento tellurico” o “scossa di terremoto”).
Salamàndra, cui Salamàndridi (la Famiglia) arriva direttamente dal
gr SALAMANDRA d’etimo sperduto, ma per il fatto che l’anfibio
frequenta le zone collinose e montane, si potrebbe pensare ad un
termine derivato della composizione della rad SEL di Salire con il
611
primitivo MANUS, che sarebbe divenuto MANIS buono nel senso di
capace (a salire), e il gr DRAMEIN correre.
L’assonante Calamàndra “ sorta di legno color bruno” è la
corruzione ital del toponimo ind Coromandel donde è originario,
donde la locuzione più attinente Legno di Coromandel.
Il lat SALIRE diventa SOLERE alzarsi cui il prefissato COM
SOLERE attestatosi in CONSULERE deliberare cui Consulènte e
Consulènza, e nell’iterativo CONSULTARE cui Consultàre, il devb
Consùlta, Consultatòre, Consultaziòne, il glb ingl Consulting,
Consultìvo, il Pp Consùlto, Consultòre, Consultòrio; diventa
SALTARE quale intensivo di SALIRE, cui Saltàre, Sàlto e Saltuàrio
con Saltuarità, i composti Saltasàssi “varietà alpina di pecora”,
Saltimbànco, Saltòmetro, il prefissato Assaltàre denm di Assàlto e un
Trassaltàrsi (doppio prefisso TRA). Risultàre o Resultàre con
Risultàto, Risultànza, Risaltàre con Risàlto composti con RI
intensivo stanno fig per “più che sporgere, emergere”, oltre
naturalmente all’iterativo di Saltare.
Il verbo ital Solère, cui Sòlito, le locuzioni Di solito, Essere solito
a…, il prefissato (IN di negazione) Insòlito da INSOLITUM,
Insolènte da INSOLENTEM (gà con valore di “insolito”) con
Insolentìre e Insolènza da INSOLENTIAM è dall’omn lat SOLERE
essere uso di etim ignota ma d’origine indoeur; comunque, SOLERE
essere in uso è pur sempre metaf SOLERE alzarsi, ossia essere al di
sopra rispetto al quale non si è più avvezzi”.
I sacerdoti Salii, nell’antica Roma, erano danzatori sacri (coloro che
saltavano…) e che a marzo onoravano il dio con un lauto pranzo,
donde il termine Saliàre nella locuzione Pranzo saliare; banchetto a
parte, sfilavano in processione per le strade con una coreografia di
danza detta TRIPODIUM ossia ritmicamente in tre tempi, cui l’ital
Tripudio (Ved da Semplice a… Dubbio in Sette…).
Il lat conta comunque SCANDARE, verbo durativo di SCANDERE
salire, dal quale sono pervenuti Scàndere, Scansiòne con
Scansionàre e Scansìre: in ingl SCANNING con il glb Scanner cui
l’omologismo Scannerizàre con Scannerizzàbile. Eppoi Scandìre,
Scandagliàre con Scandàglio questo nome di strumento da
SCANDARE (suff AGLIO), Scàndola “ piccola asse o scaglia lignee
usate per coprire i tetti” dal lat SCANDULA.
\ La notizia è del marzo 2008, la fonte è l’università di Bercheley negli USA; pare che
abbiano trovato un sistema tecnologico per scannerizzare l’attività cerebrale, ossia
visualizzare le immagini pensate e sognate.\
Dal lat SCALA già SKANDSLA l’ital conta Scàla, dal tema rad SKSKAND di SCANDERE salire, ma nell’originario significato di
mettersi in movimento, attestatosi anche nelle aree celt e ind; in area
612
gr, la rad ha portato a SKANDALON impedimento e, più esteso, in
trabocchetto. In percorso, Scalàre “arrampicarsi”, Scalàbile con
Scalabilità, Scalamènto, il gerundio sostantivato Scalàndo, il
marinaresco Scalandròne dal gr SKALANTHRON lungo bastone inc
con Scala e vrs connesso con Scalòccio “sorta di remo”, Scalàta,
Scalàto, Scalatòre, Scalèa e Scalèo, il fig geometrico Scalèno dal lat
SCALENUS già gr SKALENOS disuguale- zoppicante cui le
locuzioni geometriche Triangolo scaleno, Trapezio scaleno e
l’anatomica Muscoli scaleni, Scalèra, il dim Scalètta con Scalettàre,
il composto Scalìgero “che porta una scala” cui Scaligero relativo
alla cognomastica Della Scala, ant signoria di Verona e che pertanto
ha assunto il valore di Veronese, il dim Scalìno con Scalinàre,
Scalinàta, Scalinàto, Scalinatùra, il marinaresco Scàlo, il geometrico
Scalòide (suff OIDE simile a…), l’accr Scalòne. Le locuzioni Scala
mobile, che oltre a indicare la scala elettro-meccanica esprime fig il
meccanismo d’adeguamento, praticamente parziale, dei salari al
costo della vita, Scala a chiocciola, Scala a libretto.
\ La Scala mobile meccanica fu presentata ufficialmente nel 1900 \
Lo Scàndio, elemento chimico, è così definito in onore dello
scandinavo L. F. Nilson (1840\1899) lo scopritore; vrs, a ogni modo,
la connessione di Scandinàvia e Scandinàvo, uno Scandìnavo non
corretto, col tema rad indoeur SK-SKAND.
Per Scala si intende anche una base di misurazione, di comparazione,
di classificazione: Scala Numerica, Scala Ordinale, Scala
d'Intervalli, Scala di Rapporti, Scala a Toni Interi (musicale), Scala
Logaritmica.
Scalabrìno non ha nulla della radice, dal lat medv SCANABRINUS,
era la persona incaricata di seppellire gli appestati (il manzoniano
Monatto), in allusione a SCARABAEUS scarabeo, per il suo istinto
naturale di sotterrare gli escrementi degli animali. Lo Scalabrino si è
metaf trasformato via via nel ladro furbo che sa nascondere la
refurtiva e in persona scaltra.
Gli Scalabriniàni, infine, sono i missionari di S. Carlo, l’istituzione
fondata da Giovanni Battista Scalabrini (1839 \ 1905).
1
In russo Consiglio è tradotto in SOVIET, diffuso dopo la Rivoluzione d’Ottobre del
1917, cui l’istituzione dell’Unione Sovietica, meglio URSS (Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche) sciolta del 1991; in percorso gli omologismi Soviètico,
Sovietizzàre, Sovietizzaziòne, Sovietologìa e Sovietòlogo. Eppoi il glb Sovchoz
ellittico dalla locuzione SOVETSKOE CHOZJAJSTVO azienda (agraria) sovietica,
cui l’omologismo Sovcosiàno.
\ Gamma Camma
In senso fig, Scala è anche un termine musicale che vale Gàmma, questo
dalla lettera gr gamma scelta inizialmente da Pitagora (VI sec aC) per
indicare il suono fondamentale Sol, successivamente relativo al Do come
613
elaborato da G. D’Arezzo, e poi passato ad indicare la scala musicale nella
sua intierezza. Gamma sta anche per radiazione, per simbolo d’unità di
misura della massa, per composti chimici, onda elettromagnetica, sfumature
di colore, cui Gammacìsmo, Gammàto, Gammaùt o Gammaùtte (con UT,
antica nota corrispondente al Do), i composti Gammaglobulìna,
Gammagrafìa, Gammapatìa o Gammopatìa, Gammaterapìa.
Càmma, invece, è l’omologismo dal franc CAMME già ol KAMM pettine,
attestatosi semant in “eccentrico sagomato”, un pezzo meccanico.
Relativi al matematico-filosofo Pitagora, l’ital conta Pitagòrico (anche
temperanza di rigore) e Pitagorìsmo e, in locuzione, Tavola pitagorica e
Silenzio pitagorico. I pitagòrici sono così chiamati i tifosi del Crotone,
poiché in questa ant città Pitagora fondò la sua scuola.
\ Note musicali
Le note musicali sono un invenzione di Guido D’Arezzo (992\1050). Do si
suppone sia la prina sillaba del cognome di G. B. Doni (1594/1647) il quale
la sostituì al precedente Ut (ancora ricorrente in Francia), che era stato tratto
dalla parola iniziale del primo dei versetti di un inno dedicato a S. Giovanni
Battista, da UT QUEANT LAXIS; seguono in ordine le prime sillabe di testa
per ogni versetto in sequenza, quali Re da RESONARE FIBRIS, Mi da
MIRA GESTORUM, Fa da FAMULI TUORUM, Sòl da SOLVE
POLLUTIS, La da LABIIS REATUM, infine il Si introdotto da Bartolomeo
Ramis de Pareja che lo trasse dalle prime lettere delle due parole dell’ultimo
versetto SANCTE IOHANNE S. Giovanni. Solmisaziòne o Solmizzaziòne,
dalle note Sol Mi, indica un sistema didattico. La composizione Bemòlle o
Bimòlle, invece, è un alterazione di nota e in origine si riferiva al Si che in
precedenza era indicato con Be, cui Bemollàre e Bemolizzàre.
\ Giubileo
Quale snm di Esultanza troviamo Giùbilo, dalla serie onomatopeica IU IU
grido d’allegria cui il lat IUBILARE e l’ital Giubilàre, Giubilaziòne. Il
termine Giubilèo è dal lat cristiano IUBILAEUM dal gr IOBELAIOS attinto
all’ebr YOBEL capro (sacrificato), ma vrs è da connettere o da sovrapporre
all’onomatopeico IU IU. Nel mondo cattolico il Giubileo ricorre
tradizionalmente ogni venticinque anni; nel 2000 c’è stato il Grande
Giubileo a salutare il millennio.
SCANDALO
Scàndalo, dal lat eccl SCANDALUM, in percorso semantico SKSKAND-SKANDSLA-SKANDALON, è il termine che dal
significato originario di salire, movimento, impedimento si è
metaforizzato in insidia, turbamento, discordia, seme d’agitazione
pubblica, infrazione al comune senso del pudore e della morale.
L’associazione di Scàndere-Scàndalo ad Impedimento verrebbe dal
fatto che le Salite sono dei reali intralci di percorso. Scalata, dal
significato reale di “salita” o di "disposizione graduale (come
appunto i gradini)", si è mutato metaf in quello di “ascesa al potere”.
Scala Mobile è l’espediente politico in regime di dissolvimento, che
permette a stipendiati e pensionati di adeguare, almeno in parte, le
614
proprie competenze all’aumento del costo della vita. Escalation italianizzato Escalàre - è l’inglesismo adottato integralmente in
ambito internazionale; fu coniato dal gen.Maxwell Taylor per
definire gli sforzi bellici in progressivo aumento. La semant lo ha già
tradotto in “incremento graduale di qualsiasi attività”; ma anche in
ascesa carrieristica e sociale, in snm con Scalàta, il quale ultimo è
qui preferibile, per la sua genuinità di casa nostra.
Scaling è invece l'operazione eseguita da un esperto di Statistica,
quando sceglie una tra le scale di misurazione.
\ Prefisso Suffisso TTERO PTERO
Branchiati Sauri
Suff di Ali è TTERO dal gr PTERON ala e PTERYKS PTERYGOS alato,
cui Afanìtteri “Ordine di piccoli insetti” con il prefissato APHANES
invisibile (A privativo) da PHAINO io appaio, rintracciabile in Afanìte
“pietra di paragone”con Afanìtico; eppoi Ciclottèridi (Famiglia di pesci dei
Scorpeniformi, alla quale appartiene il Lòmpo, questo attraverso il composto
ingl LUMPFISH pesce lompo ma di genesi ol), Coleòttero (coll gr
KOLEON guaina) meglio Coleòtteri (Ordine d’insetti) “ali con guaina”
come la Coccinella e il Mèloe (questo d’etm non accertato ma vrs dal gr
MELOS arto), eppoi Dìttero o Dìptero “doppie ali” da DIPTEROS cui
Dipterocarpàcee “Famiglia botanica” (col gr KARPOS frutto); Dittero o
Diptero è fig il tempio a doppia fila di colonne. Ancora, Emìtteri “mezze ali”
(Ordine d’insetti emimetaboli, col gr HEMI mezzo) o Emitteroidèi snm di
Rincoti, Eudipte cui Eudipte ciuffodorato snm di Pinguino, Eteròtteri (col gr
HETEROS altro, Sottordine di Emitteri),Fenicòttero col gr PHOENIKS
rosso ma anche Fenicottero rosa, Sauropterìgi o Saurotterìgi col gr
SAUROS rettile.
Nel termine botanico composto Coleòttile o Coleòptile “guaina delle
Graminacee”, PTERON ala si trasfigura in PTILLON penna leggerapiuma.
La forma greca PTERON ala, pur italianizzata TERO, è sovente preferita
nei pref, cui Pterosàuri, Pterobrànchi (Gruppo di fauna marina) questo con il
gr BRANKHIA branchia, Pteròmalo questo col gr MALLOS fiocco di lana,
eppoi i doppi prefissati quali Apterigifòrmi (Ordine di uccelli) da
APTERYGIFORMES, Apterigòti o Atterigòti (Sottoclasse d’insetti),
Aptero-àptero o Attero-àttero vale “tarpato” con Atterìsmo, tutti con A
privativo nel senso di “assenza d’ali”.
In percorso da BRANKHIA l’ital conta Brànchia, Branchiàle, Branchiàti
(muniti di branchie) con Dibranchiàti (pref DI DIS “due”), rintracciabile nel
termine Branzìno che vale “branchino”, il pref BRANCHIO adattato per
composizioni quali Branchiòpodi (Sottordine dei crostacei, col gr POUS
PODOS piede) al quale appartiene il piccolo crostaceo delle saline Artemia
salina, Branchiosàuro, Branchiòstoma (come l’Anfiosso, col gr STOMA
bocca), Branchiùri (col gr URA coda), eppoi Elasmobrànchi (Superordine di
pesci Condritti) col gr ELASMOS piastra, snm di Euselaci.
Dal gr SAUROS rettile-lucertola l’ital conta Sàuri (solo plur) con il pref
615
SAURI cui i preistorici Saurùri “Sottoclasse di ucceli fossili” e Saurìschi
“Gruppo di Arcosauri estinti” col gr ISKHION elemento scheletrico, il suff
SAURO nei composti quali Brontosàuro col gr BRONTE tuono (dal vrs
suono del suo verso), il fig Burosàuro con l’ellittico di Burocrate,
Ceratosàuro con un pref tratto da Cera, Dinosàuro col gr DEINOS
spaventoso, Mesosàuro col gr MESOS medio, Ofiosàuro colgr OPHIS
OPHEOS serpente, Plesiosàuro col gr PLESION simile, vicino, Stegosàuro
col gr STEGOS tetto (rettile a doppia cresta) eppoi Saìride “sorta di pesce”
col suff IDE “simile”; il suo omn Sàuro, al sing, vale “colore giallo del
cavallo” ed è dal prvz SAUR secco fig come un prato arido; Famiglia di
Rettili Sauri è indicata con Tèidi, omologismo dallo sp TEYU (pron teyù) di
genesi indigena dell’America meridionale.
Col gr STEGOS tetto, l’ital conta ancora le composizioni Stegòbio (sorta di
coleottero, col gr BIOS vita) e qui occorre precisare che STEGOS diventa
dimora dall’originale tetto grazie alla figura retorica della sinèddoche; eppoi
Stegocèfali (Ordine di anfibi, col gr KEPHALE testa), Stegomìa (sorta di
zanzara, col gr MYIA mosca).
\ Consiglio Chiesa
Un Consiglio può essere emesso da un Concilio; non è un pleonasmo perché
i due termini hanno rispettive origini rad. Da rad KELA battere (in tal caso
nel senso di attrarre l’attenzione-chiamare) il gr EKKALEO io chiamo e il
lat CLAMA CLAMARE, cui Chiamàre con il devb Chiàma, Chiamàta fem
sostantivato del Pp Chiamàto, Chiamatòre, il composto Chiamavettùre, col
prefissato reiterativo Richiamàre cui Richiamàbile, Richiamàta, Richiamàto
e Richiàmo; il sett conta Ciamàre che vale Chiamare, mentre nel mer si
conta Skamare “lamentare” (che con S intensivo sta per “più che chiamare”)
e il gruppo sk è dato per imprimere il suono mer strisciante sc che precede
quello duro della k, come in miskino (meschino), skifo (schifo). Il percorso
continua con un Clamàre cui Clamaziòne, Clamòre, Clamorosamènte e
Clamoròso, i prefissati Acclamàre con Acclamatòre e Acclamaziòne,
Conclamàre con Conclamàto e Conclamaziòne, Declamàre con Declamàto,
Declamatòre, Declamatòrio e Declamaziòne, Proclamàre con il devb
Proclàma, Proclamatòre e Proclamaziòne, Reclamàre con Reclamàbile,
Reclamànte, Reclamaziòne e il devb Reclàmo; attraverso ill franc
RECLAME l’ital ha adottato il glb Rèclame che da un iniziale “richiamo
topografico” s’è attestato in “pubblicità” cui gli esot Reclamìstico,
Reclamizzàre e Reclamizzaziòne.
Il percorso conta ancora Clangòre o Clangòr dal lat CLANGERE gridare cui
Clàng con Clàngere e Clànghete. L’ital conta l’omologismo Clàcson cui
Clacsonàre dall’ingl CLAXSON, termine connesso in area indoeur con il gr
EKKLAEO, il lat CLARUS e l’ital Clamare-Chiamare.
Clàsse da CLASSEM nome di strumento da un CLADERE, da un
precedente CLASSIS chiamata di leva, reclutamento, cui Classàre (adottato
dal 1790) con Classaziòne (dal 1830) attraverso il franc CLASSER, snm di
Classificare (dal 1797) e Classificazione (dal 1799), e Classamènto,
Classìsmo e Classistico, Clàssica e Clàssico da CLASSICUM cui
Classicheggiàte e Classicheggiànte, Classicìsmo e Classicità, Classicìsmo
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con Classicìstica e Classicìstico, Classicizzàre, eppoi Classificàre con
Classìfica, Classificàbile, Classificatòre, Classificatòrio e Classificaziòne, i
prefissati Declassàre con Declassamènto, Declassàto e Declassificàre,
Surclassàre.
Classiàrio è dal lat CLASSIARIUS marinaio da CLASSIS reclutamento
svoltosi nel significato di flotta. Classènse è il relativo del toponimo Classe
(Ravenna), il porto dove, guarda caso, erano in rada le navi della flotta di
Augusto.
Dalla locuzione lat CLASSICUM CORNU segnale di raduno è sorto il
lemma Chiàsso, cui Chiassàre, Chiassàta, Chiassòne, Chiassosità e
Chiassòso; svoltosi fig in Chiàsso viuzza-piccolo corso l’ital conta infine
Chiassaiòla o Chiassaiuòla attestatosi in “canale di scolo”. Chiàsso, da
“viuzza” si sarebbe attestato localmente nel significato di “quartiere”.
Snm di Chiasso o Schiamazzo è Badanài o Badanàio o Tatanài , omologismo
dall’ebr BE-ADONAJ.
Della stessa rad, CALERE-CALARE attivarsi (fig dal suo significato di
essere inquieto), ma anche chiamare, cui Calatòre (annunciatore), Calènde
“il primo giorno d’ogni mese latino” e Calendàrio (scadenzario delle
calende), Calendimàggio (calende di maggio), Calèndola (fig il “fiore d’ogni
mese” col dim Calenzòla o Calenzuòla e col snm Fiorràncio “fiore arancio”
cui il dim Fiorrancìno); dall’ar AL MANAKH calendario l’ital conta
l’omologismo Almanàcco con Almanaccàre, Almanacchìsta, Almanaccòne.
Il percorso prosegue in Celebràre con Celebràbile, Celebràndo, Celebrànte,
Celebratìvo, Celebràto e il precfissato Incelebràto (IN negativo),
Celebraziòne e Cèlebre (relativo al chiamare, convocare) ed il superlativo
Celebèrrimo dal lat CELEBERRIBUS, l’eccl Celebrèt, Celebrità, Concìlio
(CUM CALERE convocazione) con Conciliàre, Conciliatòre, Conciliaziòne
e Conciliàbolo (suff BOLO dal gr BOLOS di BALLO metto), il prefissato
Intercalàre verbo e aggettivo,
con Intercalàto snm di Interpolàto,
Intercalaziòne. Dal gr EKKLESIA, da EKKALEO, e dal lat ECCLESIA
assemblea, adunanza, riunione, comunità fu coniato l’ital Chièsa, corrente
già nel 1294, cui Ecclesiàle, Ecclesiàste, Ecclesiasticamènte,
Ecclesiasticìsta, Ecclesiàstico, i composti Ecclesiologìa con Ecclesiològico e
Ecclesiòlogo, Ecclesiofobìa che indica avversione per le chiese. In
Italia esistono due comuni che, vrs, hanno un identica origine
toponomastica, Jesi nelle Marche e Jesolo nel Veneto; la rad potrebbe essere
un’attestazione di un ant volg GIESIA Chiesa, forse in riferimento a delle
comunità quivi sorte. In particolare, il toponimo veneto Jesolo, la cui
sonorità dialettale è infatti giesolo, starebbe per “piccola comunità”, grazie
al suff dim lat.
Dal rad KELA chiamare l’ital conta ancora il percorso di Chiàro dal lat
CLARUS in grado di chiamare-sonoro (con suono limpido) e fig luminoso,
sereno, con l’onomastica Chiara e Clara cui Clarìssa nell’ordine religioso
delle Clarìsse con l’onomastico Clarissa (il suff ISSA è di genesi lat medv e
si ritrova in Badessa e Diaconessa), e di molteplici lemmi, Chiaràre,
Chiaràta, Chiarèa, Chiareggiàre, Chiarèlla, spesso in complanare, quali
Chiarètto con Clarètto, Chiarèzza e Clarèzza, Chiarìa, Chiarificàre o
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Clarificàre con Chiarificànte, Chiarificatòre e Chiarificaziòne con
Clarificaziòne, Chiarìre o Clarìre e Chiarimènto, Chiarìna con Clarìna, la
tecnica pittorica Chiarìsmo con Chiarìsta e Chiarìstico in antitesi a Scurismo,
Scurìsta e Scuristico, il superlativo Chiarìssimo, Chiarità con Chiaritàde e
Chiaritàte o Clarità con Claritàde e Claritàte, Chiarìto, Chiaritòio, Chiaritòre,
Chiaritùdine o Claritùdine, Chiaritùra, Chiaròre o Claròre, eppoi Clarìno con
Clarinètto e Claròne dal lat CLARUS sonoro. Il percorso continua con i
prefissati Acclaràre (pref AD), Declaratòria e Declaratòrio dal lat
DECLARARE, Dichiaràre con Dichiaramento, Dichiarànte, Dichiaratìvo,
Dichiaràto, Dichiaratòre e Dichiaraziòne dal lat DECLARARE, Preclarità
con Preclàro (pref PRAE “superlativo”), Schiàrare da EXCLARARE con
Schiarìre, Schiarimènto, Schiarìta, Schiaritòio, Schiaritùra e, con il doppio
pref, Rischiaràre e Rischiarìre (pref RI) eppoi i composti Chiaroscùro con
Chiaroscuràle e Chiaroscuràre, Chiarosonànte.
Termine alino Chiarantàna con le variazioni Chiarentàna, Chiarenzàna,
Chiarintàna, Chiarinzàna e Chirinzàna, relativo al coronimo Carinzia già
Chiarentàna.
La stessa rad KELA-K(E)LA intende anche battere (Ved Clava… in
Bastonare…), vrs da una primordiale maniera di scegliere-chiamareproclamare battendo una canna sulle spalle, un po’ come l’investitura di
cavaliere usando la spada. Dalla rad, infatti, il gr ha tratto KALAME stelo
(del grano) e KALAMOS canna cui il lat CALAMUS e il percorso ital
Càlamo con Càlamo “sorta di Palma” questo snm di Penna (per scrivere),
pertanto Calamàro e Calamàio e fig Calmàro “sorta di mollusco” per la
sostanza nera come l’inchiostro che secerne cui Calamarètto e l’attrezzo
Calamarièra; la locuzione Calamaro vampiro indica una sorta di mollusco.
Il gr conta lo specifico TEUTHIS calamaro (mollusco) cui il lat volg
TOTIDUM svoltosi nell’ital Tòtano o Tòdano cui Totanàra, omn di un
Tòtaro “sorta di uccello” d’etim non rintracciato, probabile associazione fig
per la sua livrea scura. Il percorso continua con Calamìstro (strumento a
canna per arricciare i capelli), Calamìta dal gr KALAMITA (ovvero l’ago una piccola canna- della bussola) cui Calamitàre, Calamitàto e Calamìtico,
eppoi Calamòbio (sorta di coleottero, con KALME stelo e BIOS vita),
Caramèlla dalla locuzione lat CANNAM MELLIS canna del miele o canna
da zucchero cui l’obsoleto Cannamèle adottato già nel XIV sec, attraverso lo
sp CARAMEL cui Caramellàre, Caramellàto, Caramellìsta, Caramèllo e
Caramellòso. Caramèlla è ancora fig snm di Monocolo.
Il glb Clàn, in lingua celt-gaelica CLAN, sta per famiglia, vrs connesso col
gr KLADOS ramo e nulla vieta di immaginare che gli appartenenti (del
Clan) venissero radunati - chiamati - con suoni battenti (tamburo) K(E)LA;
l’ital ha adottato l’omologismo Clànico “relativo al clan”.
Altro termine derivato è Calamità (fig abbattimento, danno), dal lat
CALAMITAS, cui Calamitòso. Intercalàre, invece, sia verbo sia aggettivo,
del percorso di “chiamare”, ha assunto il valore di “aggiungere-interporre”;
pertanto, in risvolto linguistico, l’Intercalare è la parola o locuzione che si
interpone in una frase ma spesso meccanicamente pleonastica, superflua,
come lo strausato “Cioè”.
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\ Calamo e Carpo, nella mitologia, erano due giovani amanti maschili morti durante
una gara di nuoto nel fiume Meandro; il primo si tramutò in canna ed il secondo in
frutto di campo (Ved pref EPI in Mitra…), ad eterna memoria. Non può essere una
coincidenza che la rad di Meandro vale mutazione (Ved Dalla città ai meandri in
Trivio…).\
\ Calare Intercalare
L’omn lat tardo CALARE o CHALARE sospendere è d’origine preromana,
dal tema med KALA insenatura, cui il gr KHALAO io allento, mollo (fig
dal significato di scaricare in cala), dai quali è pervenuto, attraverso lo sp
CALA, Càla col dim Calètta, Calàre con l’omn-snm fig Càla “locale bassoimmersione delle reti-intaglio alla base” ed anche “pasticca d’ecstasy” in
gergo giovalile, il gerundio sostantivato Calànda, il sostantivo Calàta dal Pp
Calàto questo snm di Canestro attraverso il gr KALATHOS canestro,
Calasìa dal gr KHALASIS rilassamento col patologico prefissato Acalasìa
(pref A privativo) , Calatòia snm di Ribaltina, il composto Calavivànde o
Calaprànzi qui nel senso di “discesa” tramite un apposito ascensore; eppoi,
dalle acque calanti, Calànco con Calànca “erosione argillosa” (appenninica),
con il suff ANCA di tema med, cui Calanchìvo e Decalàggio transitato dal
franc DECALAGE scalamento.
Dal franc CALER incuneare, vrs connessione rad col lat CALARE
(movimento in giù) l’ital conta Calètta “incavo” (omn del dim di Cala) con
Calettàre e i derivati Calettamènto, Calettatùra.
Con questo percorso è vrs connesso, fig o meno, il gr KALATHOS canestro
cui Calàtide (botanica), Calàto “antico canestro” eppoi Calàstra con
Calastrèllo “trave-tavolone-attrezzo navale” attraverso il lat CALASTA; nel
senso di “tavolone” è variato con Catasta quale “impalcatura”. L’ital conta
Calòtta attraverso il franc CALOTTE, vrs connesso col gr KALATHOS
canestro.
Nel volg sett si conta Calavèrna o Galavèrna “brina, nebbia” che pare
significhi “che cala d’inverno”, in complanare con Calabròsa o Galabròsa
dove Bròsa sta per Brina; comunque, il termine Galaverna vale anche
“attrezzo navale” e qui si smarrisce o si confonde l’etim.
L’omologismo Kalàshnikov “sorta di fucile mitragliatore” prende il nome
dal russo M. T. Kala.
\ Caldo Freddo Brivido
L’omn lat CALERE essere caldo, cui inv l’ital Calère “essere caldo” e Càle
“è caldo - brucia - scotta...” questo da CALET terza persona sing, ha
generato CALIDUS poi il volg CALDUS cui l’ital Càldo, con Càlda,
Caldàia colo veneto Caliera, Caldàio o Caldàro e Caldaìsta, Caldamènte,
Caldàna e Caldàno, Caldaràlla o Calderèlla, Caldarerìa, Caldarìna o
Calderìna, Caldaròne o Calderòne con il veneto Calieron, Caldeggiàre fig
“sostenere-mantenere a caldo”, Caldèra con Calderàio o Calderàro, questo
snm di Stagnino e Magnano, Calderòtto, Caldèzza, il fig Caldìna “aiuola
rivolta al sud”, Caldùra e Calidàrio (nelle terme romane) dalla variante
Càlido per Caldo, Caldùccio, eppoi l’idronimo Caldoli sul Gargano prodotto
da una sorgente d’acqua calda; la locuzione Caldo patologico indica una
situazione meteorologica sfavorevole al benessere di anziani e bambini,
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talvolta pericolosa per soggetti predisposti.
Il lat CALERE essere caldo, il franc ha tradotto in CHALOIR con valore di
importare donde NONCHALOIR trascurare e il glb Nonchalant
“noncuranza”.
Un percorso forse connesso col veloce strofinìo della canna per ottenere il
fuoco, la maniera tradizionale dei Boy Scout “ragazzo esploratore”, una
locuzione denominativa glb ingl dove SCOUT sta per “esploratorescopritore” cui l’omologismo Scoutìsmo, Scoutìsta e Scoutìstico, e BOY sta
per giovane-ragazzo cui i glb Boyfriend “ragazzo amico (fidanzatino)” dove
FRIEND è amico rintracciabile ancora in Friendly “amichevole”, Girlfriend
“ragazza amica (fidanzatina) dove GIRL è ragazza, con, in locuzione,
Family friendly “utile alle aspettative di una famiglia”, User friendly “di
agevole uso” (nella terminologia dei computer); eppoi Cowboy in origine
“giovane mandriano”, poi esteso anche in età matura, dove COW vacca,
Playboy “giovane mondano (esteso anche qui in età matura)” da TO PLAY
divertirsi, infine, in locuzione, Boy band “banda musicale costituita da
giovani”, Game boy “portatile per videogiochi” in origine studiato per i
ragazzi, oggi pare sia per tutti (marchio registrato), Golden boy “giovane di
successo (ricco)” dove GOLDEN vale d’oro in senso fig, Teddy boy
“giovane teppista” diffuso negli anni Cinquanta dove Teddy vale
ipocoristico di Edward, in riferimento alla moda in età edoardiana nel
vestire, ossia specifica al tempo di re Edoardo VII d’Inghilterra.
Alcuni incendi boschivi, nei campi di grano secco e simili, scoppierebbero
appunto per autocombustione (in verità rarissima rispetto alla dolosità), ossia
per strofinio insistente tra steli o rami, provocato dal vento, con caldo
torrido. L’azione preistorica dello strofinio o di battere velocemente due
pietre per procurare le scintille e quindi il fuoco, fa ragionevolmente
supporre che il verbo CALERE essere caldo sia derivato dal rad K(E)LA
battere, lo stesso di Clava. Il percorso prosegue con i prefissati Accaldàrsi
(AD allativo), Preriscaldàre (PRE prima) con Preriscaldamènto e
Preriscaldatòre, l’iterativo Riscaldàre con Riscaldamènto, Riscaldàta,
Riscaldàto, Riscaldatòre, Riscaldatùra e il sostantivo Riscàldo, Scaldàre (S
intensivo) cui Scaldàta, Scaldìglia, Scaldìno, Scalducciàrsi da Calduccio, i
composti Scaldaàcqua o Scaldàcqua, Scaldabàgno, il metaf Scaldabànchi,
Scaldalètto, Scaldamàni o Scaldamàno, Scaldamùscoli, Scaldapiàtti,
Scaldapièdi, il militaresco Scaldaràncio, Scaldasèggiole, Scaldavivànde;
termine alieno il letterario Scàldico donde la locuzione Poesia scaldica, snm
della gr-lat Poesia epica, relativo a Scàldo un poeta-guerriero alle corti
scandinave, dal nordico SKALD. Eppoi Surriscaldàre (pref SUR che vale
“in eccesso” con Surriscaldamènto, Surriscaldàto e Surriscaldatòre, il
tecnologico Teleriscaldàre (pref TELE lontano sta per “riscaldamento da
vapore in eccesso di centrale termoelettrica”) con Teleriscaldamènto, i
composti Caldallèssa snm di Ballotta “castagna lessa”, Caldarròsta “castagna
arrostita”con Caldarrostàio o Caldarrostàro, e fedeli al lat CALERE,
Calefaciènte “riscaldante”(col Ppres FACIENS di FACERE fare) con
Calefaziòne. Fuori percorso etim Caldàico, relativo alla regione storica della
Caldea situata tra la Babilonia e il Golfo Persico, cui Caldèi.
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Il gr conta lo specifico LEBES caldaia, cui Lebète, un ant recipiente di
bronzo eppoi di terracotta, che ha dato il nome anche ad una moneta cretese
sostituita dallo Statere; termini alieni in questo percorso Lebìste dal gr
LEBIAS “sorta di pesce d’acqua dolce” e Lèben “latte fermentato” dalla
locuzione lat Mycoderma LEBENIS “agente fermentante
Verbo denm da CALIDUS è Scaldàre col pref EX durativo che dà il
significato di una progressione di caldo; il processo linguistico continua con
Riscaldàre il cui doppio pref iterativo RI esprime valore intensivo e che
raggiunge il massimo col terzo pref SUR sopra in Surriscaldàre con
Surriscaldamènto. Il Surriscaldamento del pianeta è indicato in area glb con
la locuzione ingl Global warming dove WORMING sta per riscaldamento.
Il percorso continua con Calìa (residuo di stagno dopo la lavorazione a
caldo) dal lat CADIVA da CADERE cadere inc col lat medv CALIDA
calda, Calòre da CALOREM cui Calorìa Calòrico e Caloròso con Calorosità
e Calorosamènte, Calorizzàre con Calorizzaziòne, Ciàlda questo transitato
dal franc CHALDE da CALIDA, il prefissato Accaloràre e i composti quali
Calefaciènte, Calefaziòne e Calorìfico (da CALEFACERE scaldare con
FACERE), Calorìfero attraverso il franc CALORIFERE ma con il lat
FERRE portare, Calorìgeno (col tem lat GEN generare), Calorimetrìa con
Calorìmetro e Calorimètrico. Dall’ingl WAFER cialda, si conta il glb Wàfer
italianizzato Vàfer, termine adottato fig in elettronica.
Il gr conta lo specifico THERMOS per caldo, cui la locuzione THERMAI
PEGAI calde sorgenti e il lat ne ha tratto la sintesi THERMAE svoltosi
nell’ital Tèrme con Termàle, Termalìsmo e Termalìsta, eppoi donde
Tèrmico, Termidòro questo dal mese rivoluzionario francese THERMIDOR
(dal 19 luglio al 17 agosto) col gr DORON dono cui Termidorièno. Il
toponimo romano Termini (del quale prende il nome la stazione ferroviaria)
è relativo alle Terme di Diocleaziano, sovente equivocabile col significato di
“termine” dei binari, non essendo una stazione di scorrimento. L’ital adotta
il calco gr Tèrmos cui il pref-suff TERMO, il suff TERMIA-TERMICO in
una nutrita serie di composizioni da Termoadesiòne a Termovisòre,
passando da Termocautèrio con Termocauterizzaziòne, Termocettòre (con
Recettore),
Termocoibènte con Termocibènza, Termoestesiòmetro,
Termofilìa con Termòfilo, Termofobìa, Termòforo (col gr PHERO io porto),
Termogènesi con Termogenètico e Termogènico, Termoiòne con
Termoiònia a Termoiònico (con Iòne dal gr ION), Termoosmòsi o
Termosmòsi, Termoretraìbile (con un derivato da Retrarre), il biologico
Termotassìa o Termotàssi o ancora Termotattìsmo (col gr TAKSIS schieradisposizione), Termovalorizzatòre (trasformatore dei rifiuti in energia);
eppoi da Aerotèrmo a Xerotèrmo (Ved Fame… in Noto…) passando da
Echistotèrmo (col gr HEKISTOS infimo), Ectotèrmo (col gr EKTOS fuori),
Endotèrmo (col gr ENDON dentro), Enotèrmo (col gr OINOS vino),
Isallotèrmo o Isoallotèrmo (doppio pref gr ISOS uguale ALLOS altro),
Pecilotèrmo (col gr POILIKOS variegato), Stenotèrmo (col gr STENOS
stretto). Infine da Alluminotermìa a Stenotermìa passando da Diatermàno
con Adiatermanità e Adiatermàno (A privativo), Diatermìa con Diatèrmico
(dal prefissato gr DIATHERMOS caldo profondo dove il pref DIA appare
621
rafforzativo nel senso di oltre), Dicotermìa (col gr DIKHA due parti),
Ipertermìa, Pecilotermìa con Pecilotèrmico, Normotermìa (pref da Norma).
Col gr POLEIN vendee il lat conta TERMOPOLIUM “vendita di cibi caldi”
antesignana della Tavola calda.
Dal 1929 l’ital conta un termine termodinamico Entalpìa tratto dal pref gr
ENTHALPO riscaldo (EN illativo) conneso con THERMOS.
Il gr conta ancora KAUMA calore solare, cui il lat CAUMA e, stante un
risvolto fig, l’ital Càlma transitato dal prvz quale termine marino. Calma non
è affatto associato a Calmiere (Ved Canna… in Bastonare…); i suoi derivati
semant e fig sono Calmàre, Calmànte, Càlmo e, col pref S sottrattivo,
Scalmàna, Scalmanàrsi, Scalmanàto, Scalmièra. Termine alieno Calmùcco,
questo relativo ai Calmucchi, una popolazione mongolica.
Opposto a Caldo è Frèddo dal lat FRIGUS svoltosi nel volg FRIGDUS da
FRIGERE aver freddo dalla serie onomatopeica BHR G. Curiosità etim del
verbo lat FRIGERE friggere (Ved Consonanti Fricative in Metro…), è che
s’è svolto in enantiosmia nel FRIGERE aver freddo dalla sensazione di
“pelle d’oca”, cui la voce siciliana Frittedda (minestra di fave, carciofi e
piselli, lasciata raffrreddare prima di consumarla) eppoi il percorso ital con
Freddàre, Freddèzza, Freddìccio, Freddolìna “sorta di pianta invernale” snm
di Colchico, Freddolòso, il fig Freddùra con Freddurìsta, i prefissati
Infreddolìre con Infreddolìto, Raffreddàre con Raffreddamènto e
Raffreddòre questo in uso dal 1795 soppiantando il snm Còriza o Còrizza
inv dallo specifico gr KORIZA catarro – muco, vrs di rad KER, già in uso
dal XIV sec.
La figura retorica chiamata Calembour, glb dal franc d’etim non accertato,
indica una freddura attraverso un gioco di parole basato sull’equivoco fonico
o semantico e sul doppio senso, quale esempio la frase “Quella ragazza
ostenta un brutto costume in spiaggia” che può valere brutta consuetudine o
brutto capo di vestiario da mare.
Il percorso continua in Soffreddàre con Soffrèddo (pref SO), e quello
esplicito dal lat cui Frigidàrio (nelle terme romane), un Frigidìno,
Frigidèzza, Frigidità, Frìgido, Frìgo quale ellissi di Frigorifero, Frigorìa
questo su calco di Calorìa, il composto Frigorìfero con un glb franc
Frigidaire, il glb ingl Freezer, il composto Refrigeràre inv dal lat
REFRIGERARE denm di FRIGUS FRIGORIS freddo (pref RE per verbi
denominativi) con Refrigeramènto o Refrigeraziòne, Refrigerànte,
Refrigeratìvo, Refrigeràto, Refrigeratòre e Refrigèrio. L’ital conta ancora un
pref FRIGO per composizioni quali Frigobàr, Frigocongelatòre,
Frigoconservaziòne, Frigorìfero con Frigorìsta, Frigorìgeno “che genera
freddo” e Frigoterapìa.
Frigofobìa è l’avversione del freddo e delle cose fredde.
Fu W. Cullen nel 1748 che scoprì la proprietà refrigerante dell’Etere, poi ci
fu O. Evans che progettò una Macchina refrigerante migliorata nel 1859 da
F. Carré. Il frigorifero fu prodotto e installato in serie con l’uso non più
pericoloso del Gas refrigerante il Frèon, questo nome commerciale che
racchiude la composizione Clorofluorocarbùri.
Fuori percorso Frìgio, dal lat PHRYGIUS dal gr PHRYGIOS relativo alla
622
regione della Frigia.
Da un secondo suono onomatopeico è nato il rad SRIG svoltosi nel gr
RHIGOS-RHIGEO, cui il verbo lat RIGERE donde, in sovrapposizione (o
complanare) con FRIGERE aver freddo, si conta Rìgido con Rigidamènte,
Rigidèzza, Rigidità e il prefissato Irrigidìre con Irrigidimènto ed Irrigidìto,
eppoi Rigòre con Rigorìsmo, Rigorìsta e Rigorìstico, Rigoròso con
Rigorosamènte e Rigorosità la locuzione inv dal lat RIGOR MORTIS
rigidità cadaverica, la locuzione calcistica Calcio di rigore e quella
militaristica Arresti di rigore.
Dal lat volg BREVA, da identico tema med, ci viene inv Brèva, di rad
europea localizzata nell’arco pirenaico-alpino, d’origine onomatopeica B
RR, vale freddo da tremare e, dall’inc col franc BISA “vento di nord est”,
l’ital ha coniato Brividìo, Brìvido, meglio Brìvidi, con Brividòso, il
prefissato Rabbrividìre con la variante Abbrividìre (pref RAD o AD). Il
franc BISA deriva da un BISI che sta per grigio, vrs dal fatto che questo
vento porta il cielo a coprirsi. Difficile trovare una certa connessione fig con
il volg veneto Bisi piselli, questo vrs sovrapposto a Riso nel piatto della
gastronomia locale Risi e Bisi “riso e piselli”.
\ Le terme
Tra le terme più note (tramandate a memoria) ricordiamo le romane Terme
di Diocleziano e Terme di Caracalla fatte costruire dagli omn imperatori, il
primo Caio Aurelio Valerio Diocleziano in carica dal 284 al 305, il secondo
Bassiano Marco Aurelio Severo Antonino dal 211 al 217, cognominato
Caracalla dal nome della tunica d’origine celtica che amava indossare.
L’accesso alle terme era ammesso a tutti, senza distinzione di classe, anche
per gli schiavi, utilissime per l’igiene personale, dato che l’acqua corrente,
nonostante la grandiosa opera dell’Acquedotto romano, non era diffusa nelle
abitazioni, eccetto le dimore gentilizie e degli arricchiti. Una grandiosa
costruzione con annessi una sorta di supermercato e sala giochi, compreso il
gioco della palla, pertanto, che “nelle terme di Caracalla i romani giocavano
a palla” è realistico. Nelle terme, oltre agli appuntamenti d’affari, si coglieva
l’occasione di corteggiamenti e d’incontri pù spinti; le donne infatti,
inizialmente le frequentavano in promiscuità con gli uomini,
successivamente furono creati appositi spazi. Le Terme erano
essenzialmente costituite dalla SCHOLA sala d’attesa, termine dal gr
SKHOLE riposo, dall’APODYTERIUM lo Spogliatoio, dal TEPIDARIUMJ
il Tepidario ossia l’ambiente di passaggio (usato anche come spogliatoio) tra
il FRIGIDARIUM il Frigidario questo per i bagni freddi e il CALIDARIUM
il Calidario per il bagno caldo. Eppoi c’era il Laconico dove ci si
sottoponeva a bagni di sudore in un ambiente caldissimo; il termine deriva
dal gr LAKONIKOS in riferimento alla regione della Laconia in Grecia, nel
senso di “spartano” ossia fig “che resiste alla sofferenza”. Il tutto era
completato dalla Palestra ginnica, dalla NATATIO la Piscina, dove ognuno
poteva praticare il nuoto e dalla sale dei Massaggi. L’acqua calda era
prodotta nei sotterranei tramite Forno e Caldaie attivati dagli schiavi e,
insieme a quella fredda, convogliate separatamente con un elaborato
meccanismo di pompe e tubazioni. L’ingresso era gratuito per militari,
623
bambini e schiavi. Una struttura elegantissima rivestita di pregiati marmi,
piastrelle e mosaici multicolori, arredata d’opere d’arte, La fine dell’impero
con l’invasione dei barbari comportò non solo il depauperamento dei
rivestimenti ed arredi, ma riportò quel mondo civile e progredito a
ripiombare nella sporcizia e nella mancanza d’igiene, che perdurò per secoli,
anche con i nuovi padroni nordici civilizzati.
\ Colore
Termine astratto di CALERE essere caldo, in senso fig è Colòre da COLOR
cui il denm Coloràre o Colorìre con Coloràbile, Coloramènto, Colorànte,
Coloràto, Coloratùra, Coloraziòne, Colorerìa, Colorìsmo con Colorìsta e
Colorìstico, aggettivo e sostantivo Colorìto, Coloritòre, Coloritùra,
Colorizzàre con Colorizzàto, i composti Colorifìcio, Colorimetrìa con
Colorimètrico e Colorìmetro, i prefissati Decoloràre con Decolorànte,
Decoloraziòne (DE di distacco), Discoloràre o Discolorìre (DIS privativo),
l’aggettivo Multicolòre o Molticolòre, Scoloràre o Scolorìre (S sottrattivo)
con Scolorimènto, Scolorìna e Scolorìto, Trascoloràre con Trascoloramènto.
La definizione di Daltonìsmo con Daltònico, omologismo dall’ingl
DALTONISM, l’incapacità di percepire alcuni colori o di vederli alterati, è
legata al nome dello studioso J. Dalton (1766 \ 1844).
Il franc conta GRIS per colore inteso di “mescolanza bianco-nero”, pertanto
l’ital adotta gli omologismi, cui Grisàglia o meglio Grisàglie svoltosi da
GRISAILLE, Grisatòio da GRESER schiacciare, per cui il termine, dato il
colore indicato, assume la semantica di pietra cui l’onomastico Ingrid
attraverso il got GRIES pietra, e il percorso di Grìgio (il colore delle pietre)
cui Grigerògnolo (calco di Azzurrognolo), fig Grìgia (cattiva figura),
Grigiàstro (suff ASTRO), Grigiòne (mammifero dal colore del pelame),
l’inv franc Grisette italianizzato Grisètta “grigio”, e le composizioni
Grigioazzùrro, Grigiovèrde e l’esot ingl Grizzly “orso grigio” sovrapposto a
GRISLY spaventoso. Il Bigrìgio (grigio sia la cornetta sia il corpo) era un
tipo di telefono in auge prima dell’avvento del digitale. Il percorso del
micidiale Grisù dal franc GRISOU (pron grisù) già GRESOIS greco (dalla
locuzione Fuoco greco) è vrs sovrapposto a GRIS per la sua scoperta tra le
pietre delle gallerie minerarie di carbone, cui Grisoumetro (pron grisùmetro)
o meglio Grisùmetro e Grisoutòso (pron grisutòso) o meglio Grisutòso. I
termini Grisoumetro e Grisumetro sono omofoni ma non omografi, pur
sinonimi.
Il lat conta lo specifico CANUS per Grigio, cui Càno o Canùto con
Canutèzza da CANITIES, riferito per accezione al colore dei capelli, e
Canùtola, questo sorta di pianta, snm di Pòlio un suffrutice odoroso dal gr
POLON.
D’etim non accertato è Scrèzio “varietà di colori”, fig “dissenso”, cui
Screziàre, Screziàti e Screziatùra.
\ Pirenaico
Il termine Pirenàico ha il snm in Pirenèico, relativi alla catena dei Pirenei,
forse connesso con il termine gr PYREN nocciolo, seme ma anche nucleo,
parte centrale cui Pirenomicèti (in botanica, con MYKES MYKETOS
fungo) e Pirenòforo utilizzato in Istologìa, cui Istològico e Istòlogo, questo
624
prefissato ISTO cui il percorso Istochìmica, Istocompatibilità, Istogràmma,
e Istogènesi, Istopatologìa, dal gr HISTOS telaio-tela passato fig in tessuto
organico cui Istòne.
\ Calendario Calende Calendario universale
Calendario Calende Calendario universale
In principio era Marzo. In realtà, l’antico calendario romano, attribuito a
Romolo e che racchiudeva dieci mesi per un totale di 304 giorni,
incominciava da marzo, pertanto Quintile era il quinto mese, Sestile il sesto,
Settembre il settimo, Ottobre l’ottavo, Novembre il nono e Dicembre,
l’ultimo, il decimo. Al tempo della monarchia dei sette re, riformatore Numa
Pompilio (700 aC) - cui il relativo Numàno - furono aggiunti Gennaio e
Febbraio, per un totale di 355 giorni in riferimento alle 12 lunazioni di 29
giorni e 12 ore, più un giorno, questo accreditato dalla superstizione
popolare di cattivo auspicio, ancora oggi considerato tale estendendolo a
tutto l’anno (bisestile); la corretta successione scivolò di due posti ma furono
mantenuti, e sono rimasti, i nomi dei mesi combacianti con l’ordine
primitivo. Giulio Cesare, poi, richiamandosi al moto apparente del sole, lo
portò a 365 giorni cadenzando ogni quattro anni un anno bisestile di 366.
Bisestìle, da BIS SEXTUS due volte sesto poiché in origine era inserito dopo
il 24 (il sesto giorno dopo le Calende di marzo) identificato allora con 24
bis; il mese di Sestile, infine, fu ridenominato Agosto da Ottaviano (8 dC) in
onore di Augusto. Così sarebbe avvenuto per il mese di Quintile, diventato
Luglio in onore di Giulio Cesare. Il calendario romano contava tre giorni
fissi: le Calènde, dal lat CALARE chiamare corrispondenti ad ogni primo
del mese, quando il pontefice convocava il popolo per annunciare
ritualmente le feste religiose che si sarebbero articolate nel mese; le Nòne da
NONAE di NOVEM nove (il nono giorno prima delle Idi), corrispondenti al
5° giorno d’ogni mese ad eccezione di Marzo, Maggio, Luglio ed Ottobre
quando ricadevano il 7° giorno. Infine, le Idi-ìdi da IDUS IDUUM da un
tema EIDU non connesso con lemmi d’altre lingue, ogni 13 del mese ad
eccezione di Marzo, Maggio, Luglio ed Ottobre che sorrispondevano al 15.
Storicamente, Giulio Cesare fu assassinato nelle Idi di Marzo, ovvero il
giorno 15.
Infine, il papa Gregorio XIII (1582), cancellò immediatamente dieci giorni
per ovviare alla distorsione dei 12 minuti annui inglobati nei secoli,
spostando il giorno dell’anno bisestile in coda a Febbraio.
Le Calende, il primo giorno d’ogni mese lat, erano quindi contemplate
esclusivamente dal calendario latino-romano, pertanto la locuzione comune
Alle calende greche nasconde metaf un’impossibilità.
\ Il “Circolo dei bisestili associa tutti coloro che sono nati il 29 febbraio. \
L’anno 2012 nel calendario d’Era Cristiana (dalla nascita di Gesù)
corrisponde a
Era Ebraica 5771/2 ; calendario lunisolare ovvero su base sia lunare sia
solare con cicli di 19 anni.
Era Induista 1934/35 Shaka Samvat – 2067/68 Vikram Samvat – 5113/14
KJali Yuga; il calcolo degli anni è originario dell’epoca vedica basato sulle
norme dette Jyautisha studio dei corpi celesti.
625
Era Buddista 2556, calendario lunisolare che trae origine dal trattato
indiano “Surya Siddhanta” (non si dimentichi che il buddismo nacque in
India)
Era Cinese 4708/9; quale calendario lunisolare, include fattori di calcolo sia
solare sia lunare, già adottato anticamente dall'Impero Cinese e da diversi
altri popoli dell'Asia
Era Islamica 1433/24 questa cronologicamente dal 622 dC quando
Maometto fuggì dalla Mecca per ripararsi alla Medina in Arabia Saudita, il
cui evento è indicato con Egira-ègira dall’ar HIGRA emigrazione; è come se
l’era cristiana si calcolasse a partire dalla fuga di Gesù in Egitto. Medina
quale toponimo, con l’omologismo demotico Medinènse, è inv dall’ar
MEDINA città, cui in metonimia il termine Medìna “centro storico”
sovente assimilato a Càsba queso omologismo dall’ar QASBA fortezza ma
anche la parte interna e fortificata di una città, corrispondente a Cittadella.
\ Suffisso ALE
Dito Ditale - Lingua Linguale - Ministero Ministeriale - Porto Portuale Coro Corale – Porta Portale
Tale suff ALE, dal lat ALEM, si ritrova anche attestato in IALE o UALE per
armonizzarlo al lessema. Suff aggettivante per sostantivi d’origine latina,
indica uno stato, una condizione, un’appartenenza, quali Ditale, Linguale e
Glottale, Ministeriale, Portuale, insomma va a sostituire una costruzione con
le preposizioni Di Del Della Dello (di mano/manuale, del dito/ditale, della
lingua/linguale, della curia/curiale).
Ditàle è da Dìto dal lat DIGITUM - plur fem Dìta nel loro insieme (le dita di
una mano), plur mas Dìti in particolare (i due diti pollici) o relativi ai guanti,
ad una generica quantità di misura - il fedele al lat Dìgita cui Digitàle con la
locuzione Impronta digitale, Digitàre; in percorso Diteggiàre, Diteggiatùra, i
fig Ditèlla e Dìtola (sorta di fungi), l’accr Ditòne, il prefissato Infradìto.
Il Dito (della mano), il Braccio e il Piede, erano utilizzati come unità di
misura.
Dal gr DAKTYLOS dito, svoltosi nel lat DACTYLUM, l’ital conta invece
tutta una serie lemmatica, cui Dàttero da DACTYLUS (per la sua forma a
dito) sia delle palme che di mare (quest’ultimi appartengono alle forme
protette); il Tamarìndo, delle Papilionacee, è l’omologismo dall’ar TAMR
HIND Dattero indiano connesso con Tamàrro “cafone” dall’ar TAMMAR
venditore di datteri. Il percorso DACTYLUS continua con Dattilìa,
Dattìlico, Dàttilo, il prefissato Adattilìa (con A privativo vale “privazione
delle dita”, i composti dove il pref è DATTILO cui Dattilografìa con
Dattilogràfico, Dattilògrafo e Dattilografàre, Dattilogràmma, Dattilologìa
con Dattilològico, il patologico Dattilomegalìa, Dattilopatàggio,
Dattiloscopìa con Dattiloscòpio, Dattiloscrìvere con Dattiloscrìtto,
Dattilòttero “sirta di pesce” con il gr PTERON ala cui Dattilotèrridi (La
Famiglia), Dattilozòi o Dattilozòodi “sorta di Polipoidi” (col gr ZOION
animale”).
Il Digitìgrado è l’animale che cammina appoggiando le dita, il Plantìgrado,
invece, appoggia palmo e dita, ovvero la pianta del piede, come l’Orso; il
secondo membro Gràdo (omn di Grado da GRATUS grato) è dal lat GRADI
626
camminare. Nel volg mer d’Italia, Lu tigitale, con pron della g quasi c, vale
ancora Il ditale. Il bretone conta BIZ dito donde BIZOU anello svoltosi nel
franc BIJOU con BIJOUTERIE, cui l’omologismo Bigiù con Bigiotterìa. Il
Dito è segmentato in Falangi. Le dita sono cinque: della mano s’indicano in
Pòllice dal lat POLLEX rad connesso con lo slavo POLICI dito, Indiceìndice (Ved rad DEIK-DIK in Vendetta…). Pòllice è ancora una unità di
misura di lunghezza già usata in diversi paesi; gli anglosassoni (INCH
pollice al plur INCHES pollici) l’avevano utilizzato insieme al Piede sino al
1995. In Italia, dove vige il sistema metrico decimale, è adottato nella
tecnologia meccanica come per l’ampiezza degli schermi televisivi o da
computer; equivale a 1/12 di Piede pari a 2,54 cm. In terminologia medica, il
Duodèno “parte dell’intestino tenue” vale “lungo 12 pollici” dal lat
DUODENI dal numerale DUODECIM dodici (12), cui l’aggettivo
Duodenàle e Duodenìte (suff medico ITE infiammazione) con Periduodenìte
(suff PERI intorno).
\ Lo stereotipo dell’imperatore romano, con le dita chiuse a pugno e col solo pollice
rivolto in basso, a sancire il colpo di grazia allo sconfitto da parte del vincitore
gladiatore o lottatore, è un falco storico, complice un dipinto del francese J. Leone
Gerome (1872) che avrebbbe così fatto cadere in errore la cinematografia; in realtà, il
segnale di morte era raffigurato, al contrario, dal pollice verso l’alto e il segnale della
vita dal pugno chiuso attorno al pollice (arma sguainata e arma inguainata). L’artista,
o chi per lui, aveva inteso la locuzione latina Pollice verso come “verso il basso”.\
La distanza tra il pollice e il mignolo, con le dita aperte a ventaglio, è
definita Spànna, cui l’aggettivo Spannàle, omologismo invariato dal long
SPANNA adottato dal XIV sec (riversatosi nel ted SPANNE palmo del
piede), omn di Spànna questo adottato nel XIX sec, un vitigno vercellese
snm di Nebbiolo.
Mèdio e Mìgnolo (vedi Rad ME… in Lume…), Anulàre dal lat
ANULARIS aggettivo di Anèllo, questo dal lat ANELLUS, svoltosi nel volg
ANELUM, dim di ANULUS e questo di ANUS anello anatomico, cui Anoàno 1 con Anàle ed il percorso Anellamènto, Anellàre, Anellàto,
Anellaziòne, Anulìno; il termine Anèllidi utilizzato nella tassonomia animale
identifica specie come i lombrichi. L’ital conta Radància o Redància “anello
di legno o metallo” d’etimo considerato sconosciuto, ma nulla toglie che si
potrebbe considerarlo in connessione rad con il percorso che ha portato
all’ingl ROUND giro. Il long conta BAUGA per anello cui Bòa
“galleggiante per ormeggi e “sorta di aerostato” attraverso il genovese Boa
cui le locuzioni Boa aerea e Prezzo alla boa (per un naviglio simile alla
locuzione Chiavi in mano) e la composizione sportiva Centrobòa che èil
ruolo di un giocatore di Pallanuoto.
Omn di Bòa “frana” dal franc BOUEE (Bouée pron buè) e di Bòa “sorta di
serpente” già dal lat BOA svoltosi da BOVA con caduta della letta v, cui
Bòidi (la Famiglia, una sorta di ipocoristico di Boa con suff IDI) alla quale
appartiene anche il Pitòne (omn di Pitone “arpione”) dal gr-lat PHYTON,
nome del drago mitologico ucciso da Apollo, termine adottato dal 1871 cui
Pitonìni (Sottofamiglia). Il lat tardo PHYTON vale anche indovino cui
Pitonèssa e Pitònico “profetico” (dal XIV sec).
Linguàle da Lìngua, inv dal lat LINGUA dalla rad DNGWA, cui Linguàccia
627
e Linguacciùto questo con il raro snm Linguàrdo o la variante Linguàdro
(suff ARDO), Linguàggio attraverso il franc ant LANGUAGE, Linguaiòlo o
Linguaiòlo, Linguàle, Linguàta questo, oltre al snm di Leccata” è ancora
snm di Passera “pesce”, Linguàto “termine araldico”, Linguàtula da
LINGUATULUS di molta lingua con Linguatùlidi (tassonomia animale),
Lingueggiàre, i dim Linguèlla, Linguìna (tipo di pasta), Lìngula, Lìnguòla
(ago di bilancia) e Linguètta con Linguettàre, Lìngula “parte anatomica e fig
“sorta di spada romana”, Linguòso, il composto Linguifòrme, i relativi alla
Lingua (Idioma) quali Linguàio “ricercatore linguistico”, Linguìsta con
Linguìstica e Linguìstico; eppoi un Lìgula, termine zoologico e botanico,
quale dim del lat LIGULAM cucchiaio o piccola lingua da LINGUAM con
scomparsa della lettera n cui Ligulàto da LIGULATUM.
La ligula è quella delle api per succhiare il nettare.
La locuzione Lingua delle donne indica un dolce tipico marchigiano di
Carnevale.
Quale prefissato, il percorso corta Slinguàre con Slinguàta (S intensivo).
Da LINGUA il lat conta il devb LINGERE leccare cui l’erotico Cunnilìngio
“stimolazione della vulva con la lingua” dalla composizione
CUNNILINGUS con CUNNUS vulva cui Cunnilìnguo “l’agente”; ancora, i
prefissati Monolìngue (neologismo riferito a una copia redatta, in uso dalla
seconda metà del XX sec) il cui plur unico è Monolingui in percorso con
Monolinguìsmo, in serie con Bilìngue aggettivo in uso dal XIV sec con il lat
LINGUIS il cui plur unico è Bilingui, in percorso con Bilinguìsmo e
Bilinguità, in serie con Trilìngue aggettivo invariabile adottato dal XVI sec
nel senso di parlare e dal XIX sec in quello di scrivere in percorso con
Trilinguìsmo, Quadrilìngue coniato nell XIX sec col plur unico
Quadrilingui, eppoi Mistilìngue e i snm Moltilìngue, Multilìngue,
Plurilìngue.
Nella rad DNGWA, il passaggio della consonante iniziale D in L testimonia
una emulazione sabina, giusto come è avvenuto per Lacrima dalla rad
DAKRU. Dal gr, altresì, l’ital conta Glòssa, da GLOSSA lingua e
GLOTTIS, cui Glossàre, Glossàrio, Glossatòre, Glossèma “annotazione
marginale” e “unità linguistica con valore semantico” cui Glossemàtica con
Glossemàtico e Glossematòre, ancora i composti linguistici quali
Glossagràmma, Glossofobìa che indica il panico di parlare in pubblico,
Glossografìa con Glossogràfico e Glossògrafo, Glossolàlia (col gr LALIA
loquela), Glottologìa con Glottològico e Glottòlogo, Glottotècnica con
Glottotècnico, e i prefissati quali Alloglossìa con Alloglòtto (col gr ALLOS
altro), Ioglòsso (col gr HYO tratto da HYOEIDES che ha la forma della
lettera y)
Poliglòtta o Poliglòtto, questo sia sostantivo sia aggettivo, con Poliglòttico e
Poliglottìsmo (pref gr POLYS molto).
Eppoi, Glossìna (Genere d’insetti Ditteri), Glossodòride (Genere di
Molluschi Gasteropodi), gli anatomici Glossofaringèo, Glòttide “parte
anatomica” da GLOTTIS cui Glottàle o Glottidàle, Glossìte (suff patologico
ITE), il patologico Glossodinìa (col gr ODYNE dolore), Glossoplegìa
(PLEGIA “sofferenza”), Epiglòttide con Epiglòttico ed Epiglottìte (suff
628
medico ITE), Genioglòsso “muscolo linguale” col gr GHENEION mento.
L’ital conta Coinè o meglio l’inv Koinè che sta per “lingua comune
sovrapposta ai dialetti”, termine tratto dalla locuzione gr KOINE
DIALEKTOS parlata comune cui le rare ital Koine culturale e Koine
televisiva, dove KOINE è pertanto da KOINOS comune. Il suff GLOTTO
per il percorso Glottocronologìa con Glottocronològico, Glottodidàttica,
Glottogènesi,
Ministeriàle da Ministèro, lat MINISTER servitore da un più ant MINUS
piccolo, minore, cui Minestràre e Ministràre dal lat MINISTRARE quale
denm di MINISTER con il devb Minèstra cui Minestrrìna e Minestròne, i
prefissati Amministràre (per accezione, medicine e sacramenti, ironicamente
“affibbiare”) con Amministratìvo, Amministratòre e Amministraziòne (pref
AD allativo), Somministràre con Somministrànte, Somministràto,
Somministratòre, Somministraziòne (pref SUB sotto); il Minìstro con un
impossibile fem Ministrèssa, quindi, è correttamente il “servitore dello
Stato”, con Ministrànte, Ministratòre, Ministraziòne, Ministrèllo questo
riadattato dal franc MENESTREL o ant MENESTRIER in Menestrèllo con
gli obsoleti corrispondenti Ministrière, Minestrière, Ministrièro; altro
termine connesso è Mestière o Mestièri o ancora Mestièro, Mistière, Mistièri
e Mistièro attraverso il franc ant MESTIER dal lat MINISTERIUM che vale
anche per Ministero, cui Mestierànte. Quale snm odierno di Ministero (o
Congregazione) è Dicastèro dal gr DIKASTERION “tribunale” (da DIKE
giustizia).
Nell’impero ottomano, il VISIR stava per ministro e la voce è dal persiano
VIZIR. In ital si hanno gli omologismi Visìrre e Gran Visir “primo
ministro”.
Portuàle - sia aggettivo sia sostantivo - è dal lat PORTUALIS, da PORTUS,
connesso con PORTARE, cui Pòrto, che in origine indicava il passaggio di
un fiume, il guado “portare di là” (omn di Porto”disponibilità” e di Porto Pp
di Porgere), cui Portofrànco dalla locuzione Porto franco, Portolàno,
Portolàta o Portolàto e Portolàtto, Portuàle con Portualità, Portuàrio,
Portuòso con l’opposto Importuòso “privo di porto” e, inatteso, il termine
prefissato fig Opportùno da OPPORTUNUS prefissato OB PORTUNUS
questo aggettivo di PORTUS tratto dalla locuzione VENTUS
OPPORTUNUS vento che spinge verso il porto (che porta al sicuro, giusto
come il dio Portunus), con Opportunamènte, Opportunìsmo,Opportunìsta,
Opportunìstico e Opportunità cui Importùno “che disturba” col cambio di
prefisso da OB a IN illativo, con Importunàre e Importunità, eppoi l’opposto
doppiamente prefissato (IN negativo) Inopportùno cui Innopportunamènte,
Inopportunità; la rad è PRTU ampliata dalla più antica PER traversare, al di
là, connessa con la rad BHER portare e che si ritrova nel ted FURT – in
FRANKFURT (Francoforte) - e nel norvegese FJORD insenatura
particolare, cui Fiòrdo. Quale consolidamento murario nei porti, l’opera è
definita Mòlo dal gbz MOLOS connesso al lat MOLEM mole. Dal toponimo
ptg Oporto “O PORTO il porto” è nato, diffondendosi in tutto il mondo, il
pregevole vino liquoroso Pòrto.
Il suff ALE si ritrova anche unito ad un sostantivo per formarne un secondo,
629
cui Corale, Portale … Coràle da Còro, lat-gr CHORUS-KHORUS, che sta
per danza con canti, cui Corètto “monofora interna di chiesa”, Còrico,
Corìsta, connesso con il suff CORIA da KHOREO mi sposto e che vale fig
“disseminazione”. Nel gr, tuttavia, il termine KHOREIOS vale proprio del
coro, della danza, cui Coràgo o Corègo con Corègia “tributo” (richiesto per
allestire un Coro, oggi Sponsorizzazione” e il relativo Corègico, Corèico,
Corèo (snm di Trocheo) col prefissato Dicorèo, Cordàce “sorta di antica
danza di un coro burlesco” dal gr KORDAKS, Corèuta e Corèutica, i
composti Coreografìa con Coreogràfico e Coreògrafo, Chorofobìa
“avversione psicologica della danza, del ballo”, eppoi Orchèstico con
Orchèstra e Orchestràre questi dal gr ORKHESTRA spazio per il coro, cui
anche Orchèstidi (crostacei detti volg “pulci di mare”), eppoi la locuzione
avverbiale corrente dal lat Coram populo “di fronte al popolo” dove
CORAM vale fig “un insieme (in coro) di gente”. Cantato in coro è l’inno;
Inno-ìnno è dal lat HYMNUS già gr HYMNOS, cui Innàrio dal medv
HYMNARIUM, il verbo Inneggiàre dal lat HYMNIZARE cui
Inneggiamènto, Inneggiànte e Inneggiatòre, i composti Innodìa e Innòdico
questi col gr OIDO canto, Innologìa con Innològico e Innòlogo, Innografìa
con Innogràfico e Innògrafo, il prefissato Efìmnio dal gr EPHYMNION
(pref EPI) “che si canta dopo l’inno”. Altro termine in associazione è
Ditiràmbo dal gr DITHYRAMBOS “sorta di lirica corale”. L’ital conta
ancora termini quali Coròbate, Corografìa con Corogràfico e Corògrafo, dal
gr KHOROS terreno, regione, cui ancora Corònimo questo “nome di un
territorio, di una regione” snm o estendendosi da Toponimo; si potrebbe
asserire che un Coronimo è il collettivo, ovvero racchiuderebbe più
toponimi, pertanto è vrs una connessione con KHOREO “disseminazione”.
Portàle da Pòrta, dal lat inv PORTA passaggio, da PORTUS, connesso con
PORTARE, cui Portèlla, Portellerìa, Portellìno, Portèllo con Sportèllo e
Sportellìno (pref S intensivo), Portellòne, Porterìa, Porticàto, Pòrtico con
Porticàle, il prefissato Sottopòrtico con il snm veneto Sottoportego con
ancora una locuzione Portego scuro, Portièra, Portière con Portieràto,
Portinerìa con Portinàio, Portolàta e Portolàto o Portolàtto (termini
marinareschi), Portuènse, da identica rad PRTU come sopra in Portuale,
Portinari questo concernente la cognomastica Della Porta (la Beatrice
dantesca); eppoi Postièrla o Pustièrla dalla locuzione lat POSTERULA
PORTA porta posteriore. Il gr conta PYLE per porta, cui Pilòne (portale
monumentale, per accezione di tempio egizio, omn di Pilone da Pila), Pilòro
(“porta” dello stomaco verso l’intestino, composto col gr HORAO guardo)
con Pilòrico e i composti Pilorectomìa, Piloroplàstica e Pilorospàsmo, eppoi,
col pref PRO davanti, PROPILYON svoltosi nel lat PROPYLAEON davanti
alla porta (del tempio) e nell’ital Propilèo. Il lat conta ancora JANUA per
Porta, cui la derivazione di Giano, poiché dio delle porte, guardiano delle
case e del tempio, fig la rappresentazione dell’apertura mentale, delle
conoscenze, donde la grande devozione che aveva. Il lemma JANUA pare
sia l’origine del toponimo Genua “porta del mare”cui Genuàto e poi Genova
con Genovèse, in concorrenza con Genova dal gr XENA “città degli
stranieri” da XENOS straniero, ed ancora con Genova fig da GENU
630
ginocchio per la particolare configurazione del golfo.
Il lemma indoeur THYRA vale “porta”, da questo l’ital conta il prefissato
Pròtiro attraverso il gr PROTHYRON portico
Un omn suff ALE è di competenza chimica, che indica la presenza di un
composto aldèidico.
\ La porta del tempio dedicato a Giano era lasciata aperta durante le guerre e chiusa in
tempo di pace, una pratica mistica omologata nel cattolicesimo, dal diverso
significato, vedi la Porta Santa del Vaticano aperta durante il Giubileo.
La Porta del Filarete è la porta principale di S. Pietro a Roma; Filarete è il
soprannome di Antonio Averulino o Averlino nato a Firenze il 1400 e deceduto a
Roma il 1469, scultore e architetto italiano. \
1
Il gr conta un PROKTOS per Ano, Deretano, cui PROCTO per composizioni quali
Proctalgìa (col gr ALGOS dolore), Proctìte (suff patologico ITE), Proctocèle (col gr
KELE tumefazione), Proctodèo o Prottodèo (con il lat ODAEUM dal gr HODAIOS
“sulla via” da HODOS via), Proctologìa con Proctològico e Proctòlogo, Proctorragìa
(col suff da rad REIK rompere, su modello di Emorragia), Proctoscopìa. Il termine è
anche utilizzato in suff, Ved Echinoprocto.
\ Prefisso *ALLO
Il pref ALLO, in Alloglotta, è dal gr ALLOS altro, anche nel senso di
straniero cui Allòtrio da ALLOTRIOS estraneo con il composto
Allotriomòrfo adottato in mineralogia, e dispone una teoria di composizioni
quali Allobiologìa con Allobiològico, Allocentrìsmo, Allocorìa (col suff
CORIA “disseminazione”), Allocortèccia “corteccia cerebrale” o il
semiomologismo Allocortex (con l’ingl CORTEX corteccia), Allocròico
con Allocroìsmo (col gr KHROA colore della pelle connesso con
KHROMA colore), Allocromasìa (col gr KHROMA colore) con
Allocromàtico, Allodoxafobìa la paura delle altre opinioni (col gr DOXA
opinione), Allòfono, Allogènico, Allògrafo, Allolalìa (col gr LALIA
loquela), il biologico Allometrìa con Allomètrico, il linguistico Allomòrfo 1,
il terapeutico Allopatìa con Allopàtico snm di Enantiopatia, Allopàtria
opposto di Sinpatria con Allopàtrico (termine zoologico), il biochimico
Allostèrico (col gr STEREOS solido), il genetico Allotìpo, Allotrapiànto,
Allotropìa con Allotròpico e Allòtropo; Allobrògo è il termine relativo
all’ant popolo degli Allobrogi, vrs connesso col gr ALLOS altri.
1
In linguistica, per Allomorfo s’intende un termine (morfema) che presenta variante al
fonema iniziale, ovvero l’inserimento di una fonema diverso dall’etimologia, sia per
motivi eufonici sia per altro, come, ad esempio, la protesi I in Istoria da Storia.
\ Orso
Orso-òrso dal lat URSUS già ant ORCSOS, forse connesso con ORCUS, di
rad indoeur RKYO cui vrs il gr ARKTOS orso. Il percorso lat conta
Orsàggine, i dim Orsacchiòtto, Orsètto, l’onomastico Orsola dal dim lat
URSULUS con Ursula, il dim Ulla e con Orsolìna da S. Orsola, eppoi
l’aggettivo Orsìno cui Orsini nella cognomastica, il composto Orsifòrmi, gli
espliciti Ursidi-ùrsidi (tassonomia, Famiglia di carnivori snm di Arctoidi) e
Ursòni.
Fuori percorso Ursigràmma “notiziario scientifico sulle attività del sole”
composto con l’acronimo URSI Unione Radiofonica Scietifica
Internazionale.
In percorso gr da ARKTOS, talvolta in complanare, l’ital conta ancora
631
Arctìidi (Famiglia di Lepidotteri, fig per la peluria delle larve), Arctoidèi o
Arctòidi snm di Orsiformi, il pref ARCTO, talvolta semplificato ARTO, per
composizioni quali Arctocèbo o Artocèbo (con KEBOS scimmia) dalla
Famiglia Lorisidi, Arctocèfalo (col gr KEPHALE testa), Arcotoidèi o
Arctoìdi (Superfamiglia di mammiferi), il fig botanico Arctostàfilo (col gr
STAPHYLOS grappolo) altrimenti detta Uva orsina.
\ Allobrogi
Gli Allobrogi, popolo antico che occupava le regioni oggi Delfinato e
Savoia, citato storicamente nel memorandum del valico di Annibale
attraverso le Alpi. Nel 121 a.C furono asserviti dai Romani; sotto Augusto
furono contenuti nella riserva della Gallia Narbonese, ma con Diocleziano
andarono a costituire la provincia autonoma della Gallia Viennese.
Narbonèse è in relazione al toponimo Narbona nella Francia meridionale.
\ Linguaggio Lingua Lessico Langue
Il Linguaggio, attraverso il franc ant LANGUAGE, è la proprietà dell’uomo
d’esprimersi mediante suoni articolati ordinati in parole; l’intesa in seno ad
una collettività ne costruisce la Lingua.
Lingua è struttura contrassegnata da regole fonetiche e morfologiche,
sintattiche e lessicali, adottate dagli appartenenti dì una collettività etnica,
politica e sociale, a beneficio di una comunicazione orale e scritta, evolutesi
storicamente, rifondate, riconosciute o modernizzate da autorevoli autori
(Dante, Manzoni per l’Italiano). Una lingua unica, in trittico assieme alla
nazione ed al territorio, è irrinunciabile per la definizione di Stato, di là della
diffusione di dialetti, di esotismi ed omologismi (vocaboli stranieri
foneticamente italianizzati) questi inalienabile patrimonio culturale e storico
di una limitata comunità; il bilinguismo è un fenomeno straordinario. La
lingua peculiare di una nazione è anche chiamata Idioma attraverso il gr
IDIOS particolare.
Lessico, dal gr LEKSIS parola donde LEKSIKON libro delle parole in
sinonimia con BIBLION libro, è l’insieme di parole o locuzioni che
costituiscono una Lingua, ovvero n’è il dizionario ed il vocabolario, la cui
unità fondamentale è il Lessema. In altre parole e per diverse definizioni,
esso accomuna forme rare o difficili, forme e locuzioni proprie di un autore
(lessico pasoliniano), forme usate in una specifica disciplina o in un
ambiente (lessico dell’informatica, lessico marinaresco), oppure le parole
conosciute e usate da un singolo individuo. Il termine è finito per attestarsi
quale sinonimo di Dizionario, di Vocabolario in genere, insomma quale
insieme delle parole di una Lingua (lessico italiano).
Si pongano ad esempio due termini: Bastonare e Guardare. Bastonare viene
dal latino volgare BASTIUM basto, attinto al gr BASTAZO io trasporto, da
tema med BASTA sostegno per trasporto, il cui lessema relativo alla radice
è BAST, ovvero quel gruppo letterale fisso al quale poi vengono saldati i
morfemi (prefissi e suffissi, desinenze), pertanto il termine appartiene al
Lessico della Lingua italiana, puro erede mediterraneo, grecolatino. Si
potrebbe continuare all’infinito, ad esempio, con il lessema TORN, dal lat
TORNUS giro già greco TORNOS, che diventa, tra l’altro, Contornare,
Contornato, Contorno, Ritornare, Ritornando, Ritornello, Ritorno, Stornare,
632
Stornello, Storno…
Dal progenitore radicale WEG, cui il francone ant WARDON stare in
guardia, l’italiano ha coniato una serie di omologismi, quali Guardare con
Guardingo e Guardiano attraverso il gotico WARDIAN accrescitivo di
WARD. Il lessema GUARD è così un adattamento eufonico in italiano
relativo al tema straniero WEG WARD, pertanto il termine, pur partecipe
della lingua italiana non entra nel proprio Lessico originario (med-gr-lat),
ma in quello francone e gotico.
Langue, italianizzato Lang, esotismo dal franc LANGUE (pron lag), dal lat
LINGUA, è il termine coniato da F. De Saussurre (1857/1913), omologato
in diverse lingue; racchiude la teoria che indica come, in seno ad una
collettività, dagli atti linguistici si possa risalire al sistema (alla storia)
lessicale, grammaticale e sintattico della Lingua. La Langue, insomma, è il
modello linguistico storico che riposa nella mente dell’utente e si
contrappone a PAROLE parola, questa realizzazione individuale del parlare
nutrita di preferenze moralistiche e stilistiche e che si scosta dalla storia sia
essa etimo-semantica. Esempio eclatante è il termine Belladonna, una pianta
erbacea medicinale, la quale, verosimilmente dalla pratica delle donne del
passato di imbellettarsi con un suo estratto, ha guadagnato uno specifico
adattamento in metaplasmo assonante dal termine celtico BLANDONA o
BLADONA. Belladonna, pertanto, è una Parola che si contrappone alla
propria storia, all’origine
Blandona o Bladona (Langue) la quale,
quest’ultima, sosta sì nella nostra mente ma l’importante è non dimenticarla,
con tantissime altre poste a riposo, per sapere chi siamo e come siamo fatti.
GELO GELOSO GELOSIA
GELO
Gèlo, dal lat GELU, di rad GEL associato alla sensazione d’essere
punto, cui l’espressione “freddo pungente”.
Il significato di “pungente” può anche essere metaf “beffardo,
mordace”, così come può esserlo un raccontino; infatti, la più ant
raccolta di barzellette è il Philogelos del V sec aC.
Oltre al ted KALT e all’ingl COLD, queste differenze foniche, lo
ritroviamo nel lit GELTI e nell’ital Glaciàle cui, in locuzione, Epoca
glaciale, Periodo glaciale ed Epoca Postglaciale (la nostra, snm di
Olocene), Glacialìsmo, Glacialità, Glaciaziòne (inizio Era
quaternaria), Glaciologìa con Glaciòlogo... con i glb franc Glacette e
Glasè, tutti dal lat class GLACIES e volg GLACIA, nati dall’inc di
ACIES 1 punta con GELIS. Derivati espliciti dal tema GEL GELU i
vari Gelamènto, Gelàre, Gelàta, Gelatìna (o Galantìna dal tardo lat
inv GALANTINA) con Gelatinòso e Gelatinizzaziòne, Gelàto - il
Gelato è anche in senso fig il microfono a mano - Gelicìdio (suff lat
CIDIUM da CADERE cadere), Gèlido, Gelificaziòne, Gelìvo, Gèlo,
Gelòne, i prefissati Congelàre (CON d’intensificazione) con
Congelàbile,
Congelamènto,
Congelàto,
Congelatòre
e
633
Congelaziòne, Disgelàre con Disgèlo (DIS sottrattivo), Surgelàre,
Surgelamènto, Surgelàto, Surgelatòre e Surgelaziòne (SUR soprapiù che), la cui temperatura nelle celle domestiche dovrebbe essere
di almeno 18°C.
Attraverso il franc si ha il glb Aspic che indica piatti di varia natura
posti in stampi di gelatina; il vocabolo, in metonimia, vale anche
quale snm di gelatina.
Dal tema class-volg GLACIES GLACIA si conta ancora Ghiàccio
con un Diàccio (in sovrapposizione con Addiàccio) cui Ghiaccèsco,
Ghiàccia, Ghiacciàia o la variante in Diacciàia, Ghiacciàio,
Ghiacciamènto, Ghiacciàre o Diacciàre col prefissato Sghiacciàre (S
sottrattivo), Ghiacciàta, Ghiacciàto o Diacciàto, Ghiacciatùra o
Diacciatùra,
Ghiacciòlo o Ghiacciuòlo con Diacciòlo o
Diacciuòlo… Gèl è quel prodotto colloidale in forma semisolida,
ellittico di Gelatina, cui Gelaziòne; in forma liquida, invece, è
comunemente chiamto Sòl, questo ellittico di Idrosoluzione, cui
Solaziòne il passaggio da Gel a Sol. Dalla pron del franc GLACE
ghiaccio dal lat GLACIES, si ha l’esot fig Glàssa “sciroppo di
zucchero che si solidifica, per rivestimento in pasticceria” col snm
Ghiàccia cui Glassàre, Glassàto, Glassatùra e l’opposto Deglassàre
“rendere meno denso”. Il bagaglio comune indoeur appare qui con
l’ingl GLASS, il franc GLACE e il ted GLAS tutti con valore di
vetro; dal russo si conta il glb Glasnost che vale “trasparenza”,
termine politico introdotto da M. Gorbaciov, ma, contrariamente a
quanto si creda, non ha niente di fig con vetro o ghiaccio, poiché in
lingua russa GLAS sta per voce.
Termini pseudoetim, Gelàda dall’ar QILADA “grossa scimmia”,
Gelàsimo “un granchio” dal gr GELASIMOS “ridicolo d’aspetto”.
\ I ghiacciai si stanno ritirando, quello dell’Adamello pare si sia quasi dimezzato nel
tempo di un secolo. Dall’anno 1000 sino al 1400, però, c’era già stato un arretramento
dei ghiacciai superiore ai giorni nostri, segno di un cambiamento climatico, che allora
niente e nessuno avrebbe potuto imputare all’Effetto serra. Successivamente, tra il
1400 ed il 1800 il pianeta aveva subito l’ultima piccola glaciazione, prima di arrivare
alla ritrazione dei ghiacciai d’oggi.\
L’eschimese IGLU casa (con blocchi di ghiaccio) è stato accolto
dall’ingl in IGLOO (pron iglù) omologato nell’ital con un
adattamento in Iglò o Iglù. Eschimèse o Esquimèse, popolazione vrs
emigrata nell’odierna isola della Groenlandia dalle attuali terre
canadesi circa 4000 anni fa, è l’omologismo dall’algonchino
WIYASKIMOWOK mangiatore di carne cruda cui Eschimoèschimo “tipico giaccone adottato dai sessantottini” o l’esot ingl
Eskimo che vale anche “riassetto della canoa capovolta” dalla
composizione ESKIMOROLL capovolgimento eschimese; infine,
634
Eschimotàggio attraverso il franc ESQUIMOTAGE questo composto
con CANOTAGE canottaggio. Eschimese è snm di Inuit-ìnuit
“gente” abitante delle “terre verdi”, così chiamata dai Vichinghi la
Groenlandia, vrs perché vi approdarono storicamente durante un
clima abbastanza caldo rispetto alla norma attuale. Da sottolineare la
connessione indoeur tra i termini GROEN di Groenlandia e l’ingl
GREEN con valore entrambi di verde. Oggi, le acque della
Groenlandia risultano essere le più pulite al mondo, tant’è che per
metà pullula di pesci
\ Nel 2008 la Groenlandia, di dipendenza danese, vasta quanto la penisola italiana ma
con poco meno di 60mila abitanti, vota pr la propria autonomia nazionale, la cui
lingua ufficiale sarà naturalmente l’Eschimese.\
Semantizzatosi da una precedente forma dal gr KRYOS gelo
(ghiaccio), l’ital conta il lemma fig Cristàllo attraverso il lat
CRYSTALLUS già gr KRYSTALLOS, donde il nutrito percorso
Cristallàio, Cristallàme, Cristallàre, Cristallàro, Cristalleggiàre,
Cristallerìa, Cristallìno, Cristallizzàre, con Cristallizzatòre e
Cristallizzaziòne, Cristallòide, i composti Cristalloblàstico (col gr
BLASTOS germe), Cristallochìmica, Cristalloclàstico (col gr
KLASTOS rotto), Cristallofìsica, Crystallofobìa “avversione per
cristalli e vetro, Cristallografìa con Cristallogràfico e Cristallògrafo,
Cristalloterapìa. Dal gr KRYOS gelo sono giunti i termini in semant
originale col pref italianizzato CRIO gelo, quali Criobiologìa,
Criocondensaziòne,
Crioconservaziòne,
Crioelettrònica,
Crioelettrotèrmica, Crioessiccaziòne, Cryofobìa “paura del freddo
estremo, ghiaccio o brina”, Criogenìa con Criogènico e Criògeno,
Criolìte “minerale” (col gr LITHOS pietra e suff scientifico ITE),
Criologìa, Crioluminescènza, Criometrìa, Criòmetro, Crionivàle,
Criopatìa, Criopatologìa, Crioscopìa con Crioscòpico e Crioscòpio,
Criosfèra, Criosònda, Criòstato (col suff dal gr HISTEMI io sto),
Criotècnica, Crioterapìa questo con Terapìa termine sovente usato in
composizione, dal gr THERAPEIA astratto da THERAPHEUO curo
cui Terapèuta, Terapèutico, Teràpico e Terapìsta, il suff TERAPICO
come in Psicoteràpico.
Dal franc SERAC blocco di ghiaccio l’ital ha ricalcato l’omologismo
Seraccàta (termine alpinistico) e Seràcco (anche tipo di formaggio).
Rimanendo in ambito di gelo, andiamo ad analizzare Nève, questo
dal lat NIX NIVIS risalente al tema rad S-NEIGWH; in ingl, infatti,
Neve è SNOW. Nel percorso si contano Nevàio, un raro Nevàle,
Nevàto con Innevàto, Nevicàre, Nevicàta, Nevosità, Nevòso,
Nevìschio e i più etim espliciti Nivàle (Nevale), Nivaziòne, Nìveo, i
composti quali Nivologìa, Nivometeorològico e Nivòmetro.
L’oronimo asiatico Himalaya, o italianizzato Himalaia, sta in sct per
635
Nevi eterne.
Il gr conta lo specifico CHION CHIONOS neve cui Isochìona (pref
ISO uguale) “linea che unisce punti di eguale spessore nevoso”,
Chionofobìa “avversione per la neve”.
Dall’ingl SNOW neve, l’ital conta i glb Snowbike “bicicletta da
neve” (con BIKE bicicletta), Snowboard con BOARD tavoletta che
si ritrova in Skateboard “monopattino” con SKATE pattino cui
ancora Skating”pattinaggio” e il tecnologico Antiskating,
marchingegno per evitare lo slittamento del braccio sul giradischi, da
non associare al glb ingl Skeet “sorta di tiro a piattello”; eppoi
Snowpark “parco innevato”, Snow shoeing “attività sportiva con
racchette da neve” con SHOE scarpa, infine Snow wear “indumenti
sportivi da neve” con WEAR abbigliamento; riprendendo il lemma
SHOE scarpa, dal composto ingl SHOESHINE (pron sciuscian)
“lustrata di scarpe” dove SHINE vale semant splendore, è nato
l’omologismo postbellico Sciuscià, relativo ai ragazzi, abbandonato
a se stessi, che s’arrabattavano a rimediare qualche moneta, pulendo
le scarpe ai passanti, in genere ai soldati alleati. Da qui, il film
neorealista Sciuscià del 1946 di Vittorio De Sica e la storica e
fortunata serie di fumetti “Sciuscià”, ancora oggi ricercata dai
collezionisti.
La neve, o meglio, i cristalli di neve cadono a fiocchi; il lemma
Fiòcco, col prefissato Infioccàre, è dal lat FLOCCUS batuffolo di
lana, fig passato ad indicare anche di neve, cui Fiòcca (fig “parte
superiore di una vcalzatura-fiocco di neve-gragnola”), Fioccàre con
Fioccànte, Fiocchètto con Fiocchettàre, Fiocchettatùra ed il
prefissato Infiocchettàre, Fioccòso, Fioccùto, Flòcculo questo il dim
esplicito dal lat FLOCCULUS. L’omn Fiòcco o Flòcco è
l’omologismo dall’ol FOK, una vela di nave, snm del termine glb
SPINNAKER che pare sia derivato dal lat SPHINX Sfinge, dall’omn
nome dell’imbarcazione che l’avrebbe utilizzata storicamente.
Batùffolo o Batùfolo o ancora Lùffo (vrs una corruzioner
ipocoristica), già ricorrente alla fine del XVII sec, sarebbe stato
coniato dall’inc di Batacchio con il lat TUFULUS questo termine
evolutosi dal class TUBER tubero-escrescenza; un’origine
chiaramente d’area indoeur se attraverso il long STRUPF batuffolo,
l’ital conta l’omologismo Strùffolo o Strùfolo adottato dal XVI sec
con un snm fig in Cicerchiata in uso dal 1956.
Secondo alcuni ricercatori, la parola Struffolo deriverebbe dal gr
Strongoulos “forma arrotondata”. Altri la vorrebbero far derivare da
Strofinare, dalla maniera di lavorare la pasta. Questa ricerca, in ogni
caso, tende a privilegiare la tesi longobarda..
636
Gli Struffoli partenopei, tanti batuffoletti di pasta fritta decorati, sono
tipici dolcetti natalizi, altrimenti indicati in Puglia con Denti di S.
Giuseppe e, in vernacolo salentino, Sannacchjutli italianizzati
Sannacchiudere questi vrs da Sanna “dente”, con suff dim, attraverso
il long ZANN.
L’associazione nel tema indoeur GLACIES-GLACIA-ACIES la ritroviamo nell’ingl
ICE cui ICEBERG composto con l’ol BERG momtagna, cui la locuzione fig “La
punta dell’iceberg”.
1
GELOSO
Gelòso, dal lat medv ZELOSUS, in cui il suono ZE viene lenito nel
più fonetico GE. Il lat eccl aveva ZELUS, donde Gelosìa col
prefissato Ingelosìre, dal gr ZELOS emulazione, invidia, cui il
lemma composto Zelotipìa “emulazione, invidia”. L’adattamento in
Celosìa vale “sorta di pianta erbacea” delle Amarantacee con valore
di “amaranto”.
La trasformazione di ZELU(S) invidia in GELU freddo è
regionevolmente dovuta all’inc come nel caso di “gelo-che punge”
alla gelosia che è “invidia-che punge”. In ital è sopravvissuto Zèlo,
ma svoltosi nel significato di “fervore” cui Zelànte, Zelàre, Zelatòre;
Zelòta era l’adepto di un’associazione giudaica al tempo della
dominazione romana”.
GELOSIA
Gelosìa è anche l’omonima chiusura a grata o a stecche inclinate per
finestre - o per cori di monasteri - ed è inoltre una piccola apertura
d’una persiana. Tutto lascia suppore che siano state ideate (per
gelosia) allo scopo di non permettere una chiara visione delle
donne (delle suore) agli sguardi esterni .
Tra i sentimenti negativi, oltre alla gelosia, esiste dunque l’Invìdia,
dal lat IN-VIDERE guardare contro, di traverso, cui Invidiòso,
Invido-ìnvido.
Una scorretta attestazione volg fa chiamare Invidia anche quella
gustosa insalata le cui foglie sono o molto frastagliate o a lamina
espansa; semant, questa è l’Indìvia o Endìvia, dal gr ENTYBIL-ON
ma d’etimo sconosciuto.
\ Un leggera sensazione, poco quanto basta, di gelosia o d’invidia, potrebbe essere
sana, ovvero di stimolo, la prima all’amore, la seconda a fare meglio le cose rispetto al
prossimo invidiato, che evidentemente è più capace o fortunato.
La locuzione d’amore Essere geloso di…può far sorgere degli equivoci perché non
vale riferita alla persona da amare, di conseguenza occorre correttamente dichiarare,
ad esempio, “essere geloso degli amici che frequentano la mia compagna”. Il
pronunciare invece “essere geloso della mia compagna” equivale considerarla una
proprietà, alla stregua di un abito, un auto, un libro, … giacché l’espressione
presuppone il “custodire con scrupolosità”.
Un’attestazione vuole però che tale modo di dire equivalga ancora a manifestare il
proteggere ciò che ci è caro in astratto, quali l’amicizia (essere geloso dell’amicizia
637
con…), l’amore (essere geloso del mio amore per…) ed ancora la difesa della patria
comune europea, la dignità, la fede, la laicità, la morale, la salute, l’onore… pertanto,
è più corrispondente al lessico non aggiungervi riferimenti a persone, come accade
frequentemente.
La gelosia può raggiungere aspetti di violenza estrema come nel caso
dell’Acidificazione, il deturpare cioè il viso della compagna con acidi, perché non
riceva più ammirazione da altri uomini (Oriente, India, Pakistan) \
\ Lenizione Z G o viceversa
La lenizione di Z in G - o viceversa di G in Z - ha cancellato dall’onomastica
italiana una moltitudine d’omonimi, scompigliandone le provenienze. Giorgi
e Giorgetto del sud sono Zorzi e Zorzetto al nord. Zennaro del nord è
Gennaro al sud. Giannini e Giannetti del sud diventano Zanini (Zanin) e
Zanetti al nord... Una mutazione fonetica attestatasi in loco, per cui non è
mica semplice andare a scoprirne le origini territoriali: il progenitore di
Giannini viene dal Nord e quello di Zorzi dal Sud? È accaduto ancora per
cognomi come Mannino, divenuto Manin, Decano diventato Degani,
Degan... o viceversa. Ci ha pensato la lingua ad integrare la nazione, più
d’ogni politica o tolleranza, e domani accadrà lo stesso fenomeno per
l’onomastica extracomunitaria, benché un’italianizzazione sia già avvenuta
per nomi e cognomi europei e non, quali Mucciaccito dallo sp, Gherardi e
Sighinolfi dal ted, addirittura d’altri continenti, quale Zappalà dall’ar IZZ BI
ALLAH, l’embrione forse di una grande comunità futura, universale.
GUALCHIERA GUALDRAPPA BALDRACCA
GUALCHIERA
Da Gualcàre “pressare i panni”, con suff IERA d’origine francoprvz, la Gualchièra è la macchina mossa ad acqua per comprimere i
tessuti tra magli, allo scopo di renderli più consistenti. L’addetto è il
Gualchieràio. Pratica e mestieri oramai in via d’estinzione.
Gualcare, omologismo dal long WALKAN rotolare, italianizzato
dall’inc con Gualcìre “spiegazzare, sciupare” cui Gualcìbile con
Gualcibilità, i prefissati Ingualcìbile con Ingualcibilità (IN negativo),
Sgualcìre con Sgualcitùra (S durativo), dal long WALKJAN;
evidente la rad comune WAL connessa con il ger WALT dominatore
fig da pressare, cui l’ onomastico Walter composto con HARI
esercito e tradotto “capo dell’armata” italianizzato Gualtiero.
GUALDRAPPA
Sembrerebbe in connessione rad con Gualcare, in verità non
risultano relazioni etim attendibili. La Gualdràppa è il drappo
riccamente ostentato, che si mette tra la sella e la groppa del cavallo
(e non tra sella e cavaliere) e il particolare che essa è pressata dalla
posizione del cavaliere ci fa tuttavia pensare al Gualcàre della
Gualchièra; in realtà, il termine Gualdrappa, con Gualdrappàto, è
l’esito finale di un medv Guardanàppa, cui il prefissato
Ingualdrappàre (IN illativo).
638
Cavàllo, la cui vita media è di 30 anni, termine d’origine medbalcanica, dal lat volg CABALLUS già gr KABALLES dal tema
KABALLO cavallo, con il prefissato Accavallàre (AD allativo)
“sovrapporre” con Accavallàto, Accavallatòre, Accavallatrìce,
Accavallatùra, eppoi Cavalière o Cavalièro (fig la parte sopraelevata
del ramparo di una fortezza) o Cavallière attraverso il prvz
CAVALIER cui Cavalièra (nel Medioevo la consorte del cavaliere),
Cavalierèssa, Cavalieràto con l’onorificenza ital Cavaliere di Gran
Croce (Ordine al merito della Repubblica), il fig meccanico
Cavalierìno “forcella ad U” omn dell’ancora fig Cavalierìno “baco
da seta”, la locuzione Cavaliere d’Italia “uccello migratore dei
Recurvirostridi”, il fem Cavàlla, Cavallàio dal lat CABALLARIUS,
Cavallànte, Cavallàro, Cavallàta, Cavalleggèro o Cavalleggère o
ancora Cavalleggièro, Cavallerèsco con Cavallerescamènte,
Cavallerìa, Cavallerìzza con Cavallerìzzo (transitato dallo sp
CABALLERIZO), il fig Cavallètta (“sorta d’insetto”, a causa del
suo saltare come il cavallo); lo specifico gr di Cavalletta è AKRIS
col diminutivo AKRIDION, cui l’ital Acrìdio o Acrida
mediterranea, Acridoidèi questo quale Sottordine degli Ortotteri.
La locuzione fig Passare in cavalleria è sorta dal fatto che la
Cavalleria quale arma di prestigio faceva proprie delle provvidenze a
scapito della Fanteria.
Il persorso continua con il fig Cavallètto con Cavallètta
“attrezzatura” questo anche Mezzanella in terminologia navale, il
dim Cavallìna anche in senso fig e “sterco di cavallo”, il dim
Cavallìno con l’aggettivo Cavallìno con, in locuzione, Mosca
cavallina e Tosse cavallina, l’accr Cavallòne anche fig “onda alta”, i
dim fig Cavallòtto e Cavallottìno, la locuzione fisica Cavallo vapore
(unità di misura di potenza meccanica, simbolo CV), ancora il dim
Cavallùccio; eppoi Cavalcàre dal lat tardo CABALLICARE cui
Cavalcàbile, Cavalcànte, Cavalcàta, Cavalcatòio, Cavalcatòre,
Cavalcatùra, il fig veneziano Cavalchìna “veglione del venerdi
grasso alla Fenice” dal XVIII sec, Cavalciàre attraverso il franc ant
CHEVALCIER cui Cavalciòne meglio Cavalciòni esclusivamente
nella locuzione A cavalcioni, il composto Cavalcavìa. Infine, si conta
un volg Cavagliòne “ammasso di covoni”. Eppoi i pref Incavalcàre
(IN illativo) “sovrapporre” con Incavalcàto e Incavalcatùra, in
complanare con Incavallàre con Incavallatùra, ancora Travàlca,
Travalcàre, questo usato anche come Travalicare.
\ A due secoli dall’espulsione (1798) da Malta, donde difendevano la Cristianità dai
Musulmani, i Cavalieri di Malta sono tornati ad occupare la fortezza di S.Angelo-La
Valletta, merito di un accordo tra il Grande Consigliere dell’Ordine, Marullo di
Colajanni, ed il Premier maltese Fenech Adami. \
639
Dal persiano SIPAHI soldato a cavallo, si conta il glb Sepoy (dal
1933) svoltosi nell’indicare l’indigeno arruolato nelle truppe inglesi
in India.
Il lat class conta invece EQUUS cavallo, di tema indoeur EKWOS
connesso col sct ACVAS, cui Equèstre, Equidi-èquidi (la Famiglia),
Equìno dall’aggettivo EQUINUS cui Equinofobìa che indica
l’avversione per i cavalli, il botanico Equisèto snm di Rasperella e
della locuzione fig Coda cavallina (dalla forma di un pino in
miniatura) (dalla forma di un pino in miniatura), ed Equiasetàcee in
composizione con il lat SAETA crine, Equitàre “cavalcare” con
Equitatòre “cavalcatore”, Equitaziòne, Equite-èquite “guardia a
cavallo” e un esot Chinèa “cavallo” con un Acchinèa, transitati dal
franc HAQUENEE ricalcando l’ingl HACKNEY questa una località
rinomata per l’allevamento di cavalli, il cui toponimo è vrs derivato
dal percorso tematico ACVAS-EKWOS-EQUUS.
Una festività romana era detta OCTOBER EQUUS dove si
concorreva per il trofeo sacrificale consistente nella “testa di
cavallo” dedicato al dio Marte.
Dal lat volg ECIFERUM già class EQUIFERA “che porta (mostra)
le fattezze equine” (suff da FERO da FERRE portare), l’ital conta
l’omologismo Zèbra con Zebròtto (il cucciolo) attraverso il ptg-sp
ZEBRA cavalla selvaggia, ma sovrapposta ad una voce d’etim
africano, con i fig Zebràre, Zebràto e Zebratùra; forse in connesione
con Zèfiro in riferimento al mito delle cavalle fecondate dal vento. Il
verso della zebra ricorda un letto che cigola. La Zebra di montagna è
una varietà che nel 2012 è considerata in estinzione. Il suo manto è
nero ma il pelo è notoriamente a strisce chiare.
In associazione d’idee, il termine Brìglia, con Imbrigliàre,
Imbrigliamènto, Imbrigliàto e Imbrigliatùra, è un omologismo dal
franc ant BRIDE già BREGDA, transitato dal sett Brìda, questo dal
franc BRIDE di origine ger, ed attestatosi nella forma corrente
tramite il toscano; da considerare inoltre che esiste il tema celtgallico BRIG alto, potente cui BRIGA che stava per forza, svoltosi
in seguito come prepotenza, tema che vrs può essere considerato in
connessione con BREGDA del valore di “imbrigliare perché più
forte”.
Dalla variante triveneta Brana o Brena pare sia derivato il fig
Imbranàre, meglio Imbranàrsi, con Imbranatàggine, Imbranàto e
Imbranatùra. Da altro esame, il vocabolo Imbranato dovrebbe essere
l’italianizzazione del tema volg mer (I)‘mprinatu - ‘mpranatu ‘mbranatu - ‘mbranà “impregnato” con valore di “impacciato”. Un
terzo esame lo considera denm da Brènna brusca, pertano Imbranare
640
sarebbe l’omologismo - semant e fig - dal franc EMBRENER
imbrattarsi (di crusca o escrementi); togliendo il pref si avrebbe così
Branàto “mondato dalla crusca” cui la locuzione Farina branata.
Il gr conta lo specifico LOROS briglia cui il composto Loroglòsso
“sorta di pianta delle orchidacee”, col gr GLOSSA lingua.
Il cavallo galoppa, trotta e caracolla.
Galoppàre è l’omologismo dal franc GALOPER da un ant WOLA
LOPAN bene correre, cui il devb Galòppo eppoi il glb Galop
“danza”, Galoppànte, Galoppàta, Galoppatòio, Galoppatòre e il fig
Galoppìno da GALOPIN fattorino.
Trottàre, a sua volta, è l’omologismo dal ted ant TROTTON
intensivo di TRETEN cui il ted d’oggi TRETEN camminare e il
percorso ital Trottàta, Trottatòio, Trottatòre, Trottìstico (suff
aggettivale ISTICO), Tròtto, Tròttola, gli iterativi Trottolàre e
Trottorellàre, il composto fig Trottapiàno, il glb Trotter con Globetrotter attraverso l’ingl; quasi assonanti Trotzkismo e Trotzkista in
riferimento a L. Trotzki (1879/1940). Il gr conta lo specifico
STROBILOS per trottola, cui il fig Stròbilo termine sia in sia in
zoologia sia in botanica qui snm di Cono o Pigna cui Strobilaziòne,
ma anche per vortice cui Stroboscòpio con Stroboscopìa e
Stroboscòpico.Il franc conta PIROUETTE trottola poi svoltosi in
capriola attraverso il gr PEIRAO foro cui Piroètta o Piruètta o
ancora Pirolètta con Piroettàre e Piroettànte questo snm di Pivotànte
omologismo dal franc PIVOTANT di PIVOTER girare “attorno ad
un PIVOT perno”.
Caracollàre è il denm di Caracòllo, variante di Caracò, che indica il
movimento del cavallo fig a chiocciola, dallo sp CARACOL
chiocciola vrs connesso etim col pref CARIO, cui fig Caracòra
“imbarcazione malese” inv dallo sp; sempre da CARACOL, l’ital
conta l’omologismo Caracàlla o Caracò svoltosi in termine botanico.
L’omn Caracàlla sorta di tinica attillata è invece d’origine celt, cui il
soprannome del noto imperatore romano. Tutti omologismi.
\ Sella Staffa
Sèlla è della rad SED sedere con Sellàre e Sellàto, mentre il coprisella Bàrda
è l’omologismo dall’ar BARD’A basto d’origine persiana, cui Bardàglio,
Bardamènto, Bardàre con l’opposto Sbardàre, Bardàro, Bardàto, Bardatùra,
Bardèlla con Bardellàre e l’opposto Sbardellàre cui Sbardellàto, e
Bardellòne, Bardòtto attraverso il franc BARDOT “bestia fornito di barda” o
fig “giovane di fatica, di bottega”. Bardòsso è una cattiva variante
dell’originale Bisdòsso, inc con Barda, con pref BIS svoltosi “di
allontanamento” e che vale “a cavallo senza sella-barda” ma solo in
locuzione A bisdosso, A bardosso. Il prefissato Imbardàre vale “vestire di
barda il cavallo”. Imbardàta, invece, termine aeronautico omologato dal
641
franc, da un EMBARDER cui Imbardàre, è la rotazione del velivolo attorno
all’asse verticale, attinto al marinaresco, qui snm di Guinata.
Stàffa, infine è inv dal long STAFFA predellino, cui Staffàle, Staffàre,
Staffatàùra, Staffètta questo fig l’uomo che sta sulla staffa, Staffière col snm
Palafrenière, Stàffile (da non equivocare con Stàfile snm di Ugola) questo in
origine indicava la striscia di pelle che reggeva la staffa, Staffettìsta; la
locuzione Perdere le staffe è la metaf in riferimento al nervosismo del
fantino che prima o durante la corsa non ritrova le staffe, che ha del tutto
sostituito il verbo Staffeggiàre (adottato dal 1483).
Staffa è anche fig l’ossicino dell’orecchio interno associato al muscolo
Stapèdio, termine questo composto con il lat STAPHAM staffa e PEDEM
piede .
\ La Staffa, fondamentale per l’equilibrio deii cavalieri in battaglia, già conosciuta dai
cinesi e dagli arabi, nel mondo occidentale di Carlomagno non era stata ancora capita
e quindi poco utilizzata.\
In gr esiste il termine STAPHYLE grappolo d’uva cui il composto
Stafilodromìa col gr DROMOS che corre che sta per “gara di corsa col
grappolo in mano in onore di Apollo 1”; il termine è adottato fig quale pref
scientifico-medico STAFILO cui Stafileàcee (Famiglia botanica), Stafilìnidi
(Famiglia d’insetti) questo da Stafilìno “sorta di coleottero” omn-snm
dell’anatomico Stafilino,
Stafilocòcco (Genere di batteri) con
Stafilocòccico, Stafilòma (suff medico OMA), pertanto, il long STAFFA e
il gr STAPHYLE pare siano accomunati da un rad che vale penzolante.
Il lat conta un VERBERARE del valore di agire con lo staffile, denm da
VERBERA, con variante in VERBENA, un’erba che il sovrano utlizzava
per battere simbolicamente, come una benedizione; in ital si ritrova in
Verbèna con Verbenàcee (la Famiglia) e in Verberàre, questo con il
prefissato Riverberàre, cui Riverberamènto, Riverberatòrio, Riverberaziòne,
Rivèrbero, con attestazione di “ricaduta” anche in senso fig di calore, luce,
suono, eppoi Transverberaziòne o Trasverberaziòne con valore di “estasi
(religiosa)” dal lat TRANSVERBERATIO devb da TRANSVERBERARE
trafiggere
1
Apelle figlio di Apollo è un falso mitologico, indotto da una nota cantilena.
BALDRACCA
In ricordo di un’osteria medv fiorentina, con ambientazione stile
Baldach (Bagdad) italianizzato Baldacco, il lemma Baldràcca
(adottato dal XV sec) è dato dall’inc Baldacco-Baracca.
Baldach-Baldacco è ancora l’ispirazione per il termine ital
Baldacchìno.
In vrs connessione ci sarebbe l’omologismo Bagàscia “donna da
marciapiede (dall’aspetto volgare)” dall’ar BAGASCH, con
Bagasciòne “il cliente”; il termine ar, attraversando il prvz
BAGASSA s’è svolto nell’omologismo fig Bagàssa “residuo di
macinazione” (delle canne da zucchero).
Eppoi, nulla vieta di connettervi, almeno fig, il prvz BAGARRO
642
zuffa termine glb Bagarre attraverso il franc.
Il termine Bagascia ha subito una corruzione nel dialetto napoletano
in Vaiassa o Vajassa “serva” con lenizione della B in V cui lo
strumento musicale popolare a percussione Scetavajasse che
lettaralmente sta per Sveglia-serve.
Fuori percorso Baldànza, Baldanzòso, Bàldo e Baldòria dal franc
BALD audace, cui l’onomastico Baldo col ricorrente dim Duccio. Il
franc BALD, in area comune indour, riappare fig nel toscano
Baldoria “falò acceso (che arde)” e nel ted BALTHA ardito cui
l’onomastico Ubaldo “audace nel pensiero” composto con HUGU
pensiero e questo, quale HUG intelligente, nell’onomastico Ugo; un
snm di Baldoria è Tafferùglio dall’ar TAFFARUG, ma attraverso il
veneziano TAFARUGIO. Termini assonanti, gli omologismi
Tafferìa “piatto per la polenta” attinto all’ar TAIFURIYYA, Taffetà
o Taffettà “sorta di tessuto di seta” e un disusato significato di
“cerotto”, dal persiano TAFTE transitato dal franc TAFFETAS.
Il snm Sgualdrìna (dal XVI sec) con Sgualdrinèlla, ancora un
omologismo, è invece l’inc di un Gheldrìna dim di Ghèldra o Gèldra
“assemblea festosa” dal franc GELDE, vrs connessi col gr GELAN
ridere e sovrapposti a Gualcare e Gualcire; Sgualdrina, allora, è colei
che rovina sgualcisce una festa, oppure colei che gualca
festosamente; a seconda della morale.
Possibile una connessione con il tirolese Geringel che vale “ridda”
cui vrs il veneziano Garanghelo o Garangheo che sta per “merenda o
bevuta in allegra compagnia”; emblematica la tela “Garanghelo”
(1892) del triestino Umberto Veruda (1868/1904) dove ritrae un
giovane e due ragazze in serena compagnia intorno a una tavola
imbandita con uva e anguria.
Termini linguistici dunque quali esiti di di corruzioni.
Il franc GELDE “assemblea festosa”, ancora, si sarebbe svolto nel lat
medv GELDA o GILDA corporazione, cui l’ingl associazione di
mercanti e artigiani, ma con la semant di “assemblea di ardimentosi”
d’altronde con il conforto del ger GILD valore e del long GILD
denaro cui l’omologismo Guidrigìldo “indennizzo per un assassinio”
dove il pref è da WIDRE indietro. In ital, GELDE si sarebbe svolto
in Gìlda “corporazione di mercanti” e in Giàlda attraverso il volg
franc JAUDE con significato originale di “festa” ma anche di
“lancia” cui il Gialdonière. L’onomastico Gilda, fem di Gildo,
personaggio indimenticabile interpretato da Rita Hayworth nell’omn
film del 1946, pertanto, s’intenderebbe “valorosa” attraverso GILD
valore cui ancora Ermenelgildo con il ger IRMIN grande, questo
rintracciabile in Erminio “potente”, con Irma - in concorrenza però
643
con un Erminio dal lat ERMINIUS “armeno” - e in Ermelinda questo
con il ted LINTA scudo-protezione; eppoi, con GILD valore ancora
in Gisella dall’ant ger GISHELD valorosa, in Imelde dal ger
HIMILHELD grande eroina (con un prefisso connesso con IRMIN
grande. Se la verginità è un valore, gli onomastici Geltrude d’origine
sassone che sta per “vergine” e Glenda dal celt GLAN pura sono
allora connessi col ger GILD valore. Durante l’impero carlolingio, il
Bargèllo dal lat BARIGILDUS era “funzionario di valore” ovvero di
grado elevato, termine esteso nell’indicare il palazzo della sua sede,
sopravvissutodal 1841 nella traduzione sarda Barracèllo o Baracèllo
svoltosi in “guardia giurata-privata” attraverso lo sp BARACHEL
Altro snm di Baldracca è Meretrìce (già dal XIII sec), dal lat
MERETRIX colei che guadagna denaro (attraverso rapporti carnali)
cui Meretricàre e Meretrìcio questo aggettivo e sostantivo. La rad è
MER attrarre, quindi attrarre verso di sé la propria parte
(Meritare). In gr, PORNE sta per Meretrice, cui l’ital Pòrno (dal XX
sec), ma anche il franc PORNO, utilizzato in composizione quale
Pornoattòre, Pornocassètta, Pornodìvo e Pornodìva come
l’indimenticata Moana Pozzi deceduta giovanissima per cancro e
l’ungherese Ilona Staller eletta deputata al Parlamento italiano,
contemporanee alla fine del XX sec, eppoi Pornofìlm, Pornofumètto,
Pornografìa con Pornogràfico e Pornògrafo, Pornolocàle,
Pornorivìsta, Pornosàla, Pornostàmpa, Pornotelèfono, Pornoturìsmo,
Pornovìdeo, i semiesot Pornoshop, Pornoshow, Pornosoft (con l’ingl
SOFT leggero nel significato di moderato), Pornostar.
Eppoi esiste il termine Prostitùta (adottato nel XIV sec), forma fem
del Pp lat PROSTITUS di PRO STITUERE mettere in vendita; il
verbo è il denm da STATUS e Prostituìrsi vale per accezione “porsi
a favore di ... mettersi in vendita (il proprio corpo), con Prostitùto,
Prostitutòre e Prostituziòne.
Ancora snm è Tròia nel senso fig di “scrofa impregnata”, con Troiàio
e Troiàta (dal XIX sec), dalla locuzione lat PORCUS TROIANUS
maiale farcito fig “riempito” come il Cavallo di Troia (nel cui
interno erano nascosti i guerrieri greci), donde il percorso
Intrugliàre, attestatosi in metaplasmo volg da un Introiare, con
Intrùglio Intrugliòne, l’aferetico Trùglio e un Intugliare (con afonia
della r) “annodare” dal che la pochetta viene infatti annodata. Troiàta
vale ancora “seguito di masnadieri” già ricorrente nel XIV sec.
Infine, il snm Puttàna questo anche Pùtta su modello franc PUTE, è
da un ant franc PUTAINE, termine nato da una metaf e deviato dal
lat volg PUTTUS bambino nudo scolpito o dipinto cui Pùtto con la
versione fem Pùtta (non puttana). Il percorso da Puttana conta una
644
serie volg con Puttanàio “casino”, Puttanàta “canagliata”,
Puttaneggiàre, il dim Puttanèlla omn di Puttanèlla nella locuzione
mer Uva puttanella di semant non trovata, Puttanèsco, Puttanèsimo e
Puttanière, eppoi il prefissato Sputtanàre (S intensivo) con
Sputtanamènto e Sputtanàta. Da PUTTUS il lat conterebbe un
risvolto in PUTIUM piccolo cui il prefissato PRAEPUTIUM (PRAE
anteriore) e l’ital Prepùzio con Prepuziàle.
Si ha, pertanto, da scegliere tra la turco-fiorentina Baldracca, la franc
Sgualdrina, le latine Meretrice e Prostituta, in aggiunta alle fig
popolari Troia e Puttana.
Cortigiàna, è un lemma in voga in epoca rinascimentale, ma che, in
origine, designava la dama di compagnia dei principi; dall’ant Grecia
risuona ancora il nome della famosa Frine nell’inv termine Frìne
quale etèra. Trasformatasi in prostituta, comunque dotata di bellezza,
femminilità e cultura, sorse l’esigenza moralistica di diversificarla,
pertanto fu coniato il termine Dama di corte.
Gli eufemismi, infine, sono tanti e adeguati ad ogni ambiente o
epoca e ai paletti educativi, quali Donne di facili costumi, Donne di
malaffare, Donne di strada, Donnine allegre, Ragazze di vita,
Ragazze-squillo (automunite, in riferimento al clacson), Belle di
notte, Massaggiatrici, Ragazze della gioia (dal franc), Lucciole,
Mondane, Passeggiatrici ...
A Napoli, nel XVII sec, erano chiamate Donne ingabellate, donde
l’impropèrio Figlio di donna ingabellata; l’omologismo Gabèlla,
dall’ar QABALA, sta per Cauzione, Dazio, Imposta, cui Gabellòtto,
da non equivocare con Càbala o Càbbala che è invece l’omologismo
dall’ebr QABBALAH dottrina tramandata cui Cabalàre, comunque,
una fonte comune non meraviglierebbe, poiché dottrine e tasse sono
tutte inesorabilmente da tramandare.
Fuori percorso Cabalètta (ved Cripta… in Morto Mortella…).
Gabellàre-Ingabellàre
vale quindi “sottoporre a pagamento”,
Sgabellàre sta per “sdoganare”. Il motivo ché il verbo Gabellàre sia
diventato fig “(far) accettare per buono”, si consolida vrs dall’idea
napoletana della prostituta che, dietro compenso, fa passare per
buono (amore) un vile atto meccanico. Dall’inc di Gabella con
Scanno è nato il termine Sgabèllo già Scabèllo con Sgabellàta, dal lat
SCABELLUM, vrs posto (scanno) a pagamento. Scànno è dal lat
SCAMNUM dalla rad SK, cui una corruzione in Scàgno, Scannèllo
(cassetta) e vrs Scrànna dal long SKRANNA, Scansìa o un obsoleto
Scancìa, connessa a SKAND salire attestatosi in “mobile a più
piani”.
Vrs in questo percorso sarebbe sorta la voce volg Sgabei “frittelle di
645
pane”, nel senso fig di “fatte in casa” e pertano non a pagamento,
insomma sdoganate.
Scansàre, con Scansamènto Scànso, fuori percorso, è invece il
derivato fig dal durativo di Cansàre in lat CAMPSARE girare per
mare, deviare, dal gr aoristo KAMPSAI da KAMPT piego, cui i
composti Scansabrìghe, Scansafatìche. Sgabuzzìno, invece, è alieno
nel percorso poiché è l’omologismo dall’ol KABUYS cui il franc
CAMBUSE ed il genovese Cambùsa, questo adottato dall’ital, cui
Cambusière; a ogni modo, l’incipit ol KAB di KABUYS coincide
con quello ar QAB di QABALA gabella, pertanto si può pensare ad
una remota rad comune donde, dalla Cambusa, i prodotti sarebbero
distribuiti a pagamento o come compenso di lavoro. Cauziòne è
nome d’azione del verbo lat CAVERE stare all’erta, salvaguardarsi,
da rad KEU, cui Càuto con Cautèla astratto di CAUTUS Pp di
CAVERE, cui Cautelàre, Cautelatìvo e Cautelòso, la locuzione lat
CAVE CANEM attenti al cane ognora ricorrente, i prefissati Incàuto
(IN negativo), Precauziòne (da PRAE CAVERE). Cauzione è quindi
“pagare per salvaguardarsi”. La rad KEU ampliata in KEUD battere
ha dato l’ital Incùdine con Ancùde o Ancùdine (inc di Incudine con
Anca).
Per un ant eufemismo lat, Lùpa sta(va) per prostituta, ma c’è una
ragione leggendaria. Romolo e Remo erano stati allattati da una lupa,
prima che fossero trovati ed allevati da Acca Larenzia, moglie del
pastore Faustolo, ricordata come prostituta col nomignolo appunto di
Lupa. La lupa animale non sarebbe allora mai esistita. C’è di più: la
storia dei gemelli e quella della lupa è una FABULA o FAULA
(Favola), come dicevano i latini, per cui anche questo termine
sarebbe diventato il nomignolo di Acca Larenzia e metaf di
“prostituta”, oggi per buona sorte archiviato nel rispetto almeno dei
bambini. Lupanàre è il derivato che sopravvive timidamenmte a
Lupa quale prostituta, simile a Baccanàle, questo in percorso con
Baccàglio e Baccagliàre, Baccàno, Baccànte questo snm del poetico
Evia-èvia dal lat EUHIAS già gr EUIAS, e Bàcchico (snm di
Bassarico), Baccheggiàre, tutti dal dio romano Bacco “il
godereccio”; nel percorso di Bacco, si ha ancora Bacchèo o Bàcchio
(omn di Bacchio “bastone”) e Antibacchèo o Antibàcchio (dal 1829)
altrimenti detto Palimbàcchio “piedi metrici” (col pref gr PALIN di
nuovo). In complanare al percorso romano di Bacco, poiché il dio era
il corripondente del gr Dioniso, si ha Dionisìaco o Dionìsio (adottati
agli inizi del 1700) questo l’ant definizione per Antibaccheo,
Dionìsie “feste greche a lui dedicate”
Postrìbolo, connesso con Prostituta, è dal lat PROSTIBULUM nome
646
di strumento e dissimulato da PRO-STARE stare davanti (metatesi
della consonante r). Il lat conta lo specifico HEUIAS baccante già gr
EUIAS, cui l’tal poetico Evia-èvia.
Bordèllo è il calco del franc ant BORDEL da BORD casetta (il
corrispondente ital Casino), dalla lingua romanza gallica BORDA
capanna, e il percorso semantico era partito da un ant BORT asse,
tavola, cui il franc BOURDE palo e l’omologismo Lambùrda
“termine per arboricoltura”, per diventare capanna (casetta) fatta di
assi... ed infine semplicemente capanna, casetta, cui Bòrdo “fatto di
assi” attestatosi nel significato corrente della terminologia navale ed
aerea con i composti Babòrdo (lato sinistro), questo omologismo
dall’ol BAKBOORD dietro bordo, e Fuoribòrdo; eppoi Bordàglia
“ciurmaglia”, Bordàme, Bordàre “stendere la vela” cui Bòrda, ancora
Bordàta, Bordeggiàre con Bordeggiamènto, Bordeggiàta e
Bordèggio, infine i prefissati Abbordàre con Abbòrdo, Abbordàbile
(AD allativo) e Inabbordàbile (doppio pref IN di negazione),
Abbordàggio con Abbordatòre, eppoi Sciabordàre con Sciabordìo
(pref SCI).
La locuzione D’alto bordo indica, fig dall’immagine di
un’imbarcazione a prua alta, una persona altolocata,.
\ Data la risonanza di Bordello con Prostibolo, non appare decoroso l’avviso pubblico
fatto affiggere dal comune di S. Donà del Piave, durante la Fiera del Rosario del
2010, in cui si avvertono i visitatori che “durante la pausa del pranzo i bordelli
rimangono chiusi”, in riferimento alle baracche fieristiche. \
L’omologismo Bordolèse è dal franc BORDELAIS, che oltre ad
indicare “della città di Bordeaux”, nella Gironda, vale “sorta di fusto
di legno” connesso quindi con BORT asse, BORD casetta e
BORDA capanna cui il toponimo francese.
Il percorso continua con Bordòne “bastone-sostegno” (per accezione,
quello dei pellegrini) fig dal lat BURDO asino e, fig o meno,
Bordàre “lavorare assiduamente” (omn di Bordare da Bordo) che
però pare sia alieno nel percorso ossia d’etim non accertata, eppoi gli
omn Bordòne “canna della cornamusa” (o d’altri strumenti) dal franc
ant BOURDON calabrone di genesi vrs onomatopeica, e Bordòne
“penna d’uccello” inc col tema med BROTO germoglio, Ancora dal
franc BORD l’ital conta Bòrdo (orlo-margine) cui Bordàre “munire
di orlo-sagomare” (omn di Bordare dal lat BURDO) con Bordatìno,
Bordàto, Bordatòre e Bordatùra, Bordùra... ragionevolmente di rad
comune dal fatto che ogni capanna (casetta) ha una propria
bordatura; eppoi l’omologismo Borderò dal franc BORDEREAU
annotazione marginale, il prefissato Debordàre attraverso il franc
DEBORDER andare oltre i limiti cui il glb Debordant.
Lenòne (protettore) - in volg Magnàccia, da Magnare “mangiare” e
647
fig “guadagnare illecitamente” come certi politici, cui l’accr
Magnaròne - dal lat LENO, è letteralmente il mercante di schiave,
fig il ruffiano, favoreggiatore.
Si potrebbe ardire una diversificazione aggiornata, partendo dalla
semant originaria.
Baldracca o Bagascia è la frequentatrice di locali ed alberghetti,
portuali e periferici, marciapiede incluso. Sgualdrina è la
professionista, una cortigiana all’inizio del terzo millennio,
l’accompagnatrice prezzolata elegante e seducente. Meretrice è
l’occasionale, colei che vende alla bisogna il corpo, meritandosi il
prezzo. Puttana è chi lo fa per vizio, incluse donne-bene. Tutte, in
ogni caso, sono Prostitute. Le ragazze mandate sulle strade, coloro
che lo fanno per costrizione, ricattate, sono solamente delle
schiavizzate, vittime di una nuova tratta internazionale, con la
perseverante complicità criminale di numerosi maschi occidentali
d’ogni ceto e posizione, purtroppo con una connivenza femminile,
delle loro compagne di sventura.
\ Nella Firenze umanistica e rinascimentale, dove il fenomeno della prostituzione
vagante era inferiore solamente a Venezia, i Vicini, cioè gli abitanti della Vicinia (Ved
Trivio...), erano invitati a denunciare le donne ed i loro lenoni; le prime venivano
allontanate ed i secondi, se recidivi, condannati addirittura al rogo.\
Nel volg omologato in lingua nazionale, è comune il termine
Zòccola “topo di fogna”, dal tema med SURK svoltosi nel gr
HYRAKS HYRAKOS sorcio, nel lat SOREX SORICEM cui Sòrcio
o Sòrce o ancora Sòrco l’aggettivo Sorcìno o Sorcìgno da
SORICINUM e il volg Sorca “vulva”. Sempre volg, il termine
Zoccola è stato metaforizzato in prostituta-puttana da bassifondi. Dal
gr HYRAKOS l’ital conta Iracoidèi (Ordine di mammiferi).
Zòccolo, con Zoccolàio, Zoccolàre, Zoccolìo, invece, è dal dim lat
SOCCULUS di SOCCUS, cui il volg veneto Socoler “zoccolaio”, di
tema med SOKKO, una calzatura med di taglio basso indossata dai
comici, successivamente passata d’uso comune, in percorso il fig
Zoccolatùra e Sòcco questo in connessione col volg Ciocia-Ciocie o
Cioce cui Ciociaro dall’onomatopeico CI CI battere con insistenza
per rendere a poltiglia, da quest’ultimo anche fig Cicisbèo per il suo
cadenzato bisbigliare e Cìschero. Zòccolo indica fig l’unghia di
alcuni animali, come il cavallo ed il bue.
Entrambi i termini Zoccola e Zoccolo, si sono attestati nella
lenizione popolare in z da s. Esiste un volg toscano Zocca ad indicare
il ciocco dove il macellaio taglie le carni e ne tronca le ossa; Ciòcco,
infatti, è l’inc di Ceppo con SOCCUS. L’omn volg toscano Ciocco è
la variante di Chiocco. L’ital conta ancora i fig prefissati Acciocchìre
(pref A allativo) e Inciocchìre (IN illativo) che vale “restare
648
inebetito”, da Ciòcco svoltosi in “ceppo da ardere” cui, in locuzione,
Dormire come un ciocco (profondamente) e Restare da ciocco (da
ebete),
L’ital conta ancora il fem Ciòcca quale snm di Ciuffo, probabile
termine fig dal lat CLOCCA campana, ed un Cioccàre d’origine
onomatopeica che sta per “sgridare” o voce marinaresca in
riferimento ai cavi.
LEGA DELEGATO OBBLIGATO
LEGA
Lèga, di rad LEIG legare, sta per Associazione, Patto o Alleanza, ed
è il devb da Legàre da lat LIGARE cui anche Ligàre fedele al lat,
donde Leghe Bianche, Lega Araba, Lega Nord e Liga Veneta (Italia).
\ Si evincerebbe che i Veneti, pur reclamando un maggior riconoscimento della loro
identità inguistica, rimangono storicamente fedeli a Roma ed alla sua lingua,
adottando la versione LIGA, dal lat LIGARE, per il loro movimento socio-politico.\
Lega è la proprietà coesiva tra alcuni metalli quale il Pèltro (stagno,
antimonio e rame o argento, da una precedente di stagno e piombo )
inv dal tema med PELTRO già PELTRUM di genesi prelatina.
Lega è ancora la misura itineraria dal prvz LEGA, ripreso dal lat
LAEGA d’origine gallica (celt), di diverso valore secondo i Paesi.
Derivati per coesione, Allegàre o Alligàre (lat ALLIGARE legare
insieme, omn di Allegare da Legge) con Allegagiòne, Allegamènto,
Allegànte, Allegaziòne.
Legacciòlo da Legaccio, Legàme (suff AME per collettivi) da
LIGAMEN, Legamènto, questo anche anatomico, con Legamentòso,
Legànte, Legatòre, Legatorìa, Legatùra.
\ Nella struttura del piede umano ci sono più legamenti (107) che muscoli e
articolazioni \
Attraverso lo sp LIBAN dal lat LIGAMEN l’ital conta l’omologismo
Libàno “corda vegetale” che non ha nulla di Libanizzàre con
Libanizzaziòne questi varianti di Libanesizzàre con Libanesizzaziòne
relativi alla situazione politica in Libano.
Attraverso l’ingl TO BOND legare si contano il glb Bond
obbligazione (di credito) cui l’omologismo Bonderizzaziòne; non è
poi inverosimile una connessione rad con il sett Bondiòla “sorta di
salame” “quindi “avvolto-legato” con una variante Boldòne o
Baldòne dal lat BOTULUNM e che sta per “sanguinaccio”;
pseudoetim Bòldo “sorta di alberello di origine cilena” attraverso lo
sp BOLDO di voce sudamericana, assonante Boldròne “vello di
pecora” di etim non accertato.
Eppoi, il percorso prosegue con Littòre dall’agente LICTOR di un
momentaneo LIGERE e vale (ufficiale) portatore di fasci legati
649
omologato nel Fascismo, cui Littoriàle, Littorìna, questo
“automotrice ferroviaria” ispirata alla locuzione Fascio littorio, omn
di Littorina “un mollusco”, Littòrio dal lat LICTORIUS. Il giornale
“Corriere dello sport” prima del 1944 era intitolato “Il littoriale”.
I derivati per associazione, l’ironico Legaiòlo, Leghìsmo, Leghìsta.
Attraverso il franc LIEGE già LIGE ma dal lat medv LETICUS di
LETUS suddito (legato al signore in maniera indissolubile) l’ital
conta Lìgio.
La rad LEIG, in percorso da LIGERE-LIGARE a Legare, ha ancora
prodotto, con i pref, Collegàre cui Collèga, Collegatàrio, Collegàto,
Collegaziòne e Collegànza, Collègio con il glb ingl College,
Collegiàle con Collegialità, Collegialmènte, Collegiànte o
Collegiàte, Collegiàta e Collegiàto, Rilegàre con Rilegatorìa e
Rilegatùra, Slegàre con Slegamènto, Slegàto e Slegatùra. Ancora, dal
lat ALLIGARE il franc ha tratto ALLIER allegare insieme cui
Alleànza (col suff ANZA ricalcando il franc ALLIANCE), Alleàre e
Alleàto. Dal verbo prefissato COALESCERE unirsi insieme (CUM
associativo e l’incoativo ALESCERE) l’ital conta Coalescènza,
eppoi Coaliziòne attraverso il franc COALITION già lat COALITIO
con l’aggettivo Coalizionàle e il verbo Coalizzàre.
Termine pseudoetim l’omologismo Allèa “viale alberato” dal franc
ALLER andare, con la variante aferetica Lèa.
\ In turco, UIGURI vale “alleati” e identifica un gruppo etnico turcofono stanziatosi
nella Mongolia, chiamati TIE-LE dai cinesi. Nel 2009 sono tornati tragicamente alla
cronaca per la repressione ai loro danni da parte della Cina. \
Il gr conta DEIN legare (l’assonanza rad con LEIG non è casuale)
che col pref DIA attraverso diventa DIADEIN legare attraverso, cui
DIADEMA benda che nello specifico è per recingere la fronte, e da
questo l’inv lat e ital Diadèma nel significato corrente cui
Diademàto.
Attraverso l’ar MARBUT questo Pp di RABAT legare, l’ital conta
l’omologismo marinaresco Marabòtto vrs connesso con MARABIT
acquartierato in senso fig, cui l’omologismo Marabùtto “santone
musulmano” cui, in estensione, “mausoleo” eppoi il fig Marabù
“sorta di uccello” attraverso il franc MARABOUT.
Attraverso il ted BINDEN legare cui il franc BINDA fascia, l’ital
conta l’omologismo Bènda con il denm Bendàre e Bendàggio,
Bendàto, Bendatùra, l’accr Bendòne, l’esotico franc Bandeau (pron
bandò) “bande di capelli lisci ricadenti a mo’ di bende”.
\ Suffissi collettivi *AME IME UME ETO
Tegame Padella
Il lemma Legname possiede il suff AME per collettivi, derivato dal lat
AMEN col quale terminavano i sostantivi tratti dai verbi in ARE, quale
650
CERTAMEN contesa da CERTARE gareggiare, poi svoltosi in un suff
autonomo di valore collettivo, quali Ferràme da Ferro (assortimento di pezzi
ferrosi, snm di Ferraglia), con la variante IME come in Mangime o UME
come in Pacciume, Lordume o Luridume.
Tegàme è dal mer Tiganu sovrapposto al sett Tigan, tutti dal gr TEGANON
con suff collettivo AME. Il snm Padèlla, invece, col prefissato Spadellàre (S
intensivo), è dal dim lat PATELLA di un PATERA piatto snm di
PLATTUS, vrs connessi; PATERA si sarebbe diversificato in PATINA
contenitore cui Patèna attraverso il franc PATENE, Pàtera “ant scodella
sacerdotale” con un corrente Pàtera “attaccapanni” attraverso il franc
PATERA, successivamente svoltosi nel significato di rivestimento a
velatura cui Pàtina con Patinàre, Patinàta, Patinàto, Patinatòre, Patinatùra e
Patinèso; inv dal lat, l’ital conta fig Patèlla, Patellàre e Patèllidi (Famiglia di
molluschi).
Il suff ETO per collettivi è dal lat ETUM, rintracciabile in termini quali
Alberèto o Arborèto da Alberi, Ghiaièto da Giàia. Macerèto da Macerie; lo
si ritrova al fem ETA in termini quale Carpinèta da Carpìni (snm di
Carpineto) e nei toponimi quali Castellaneta, Sabbioneta.
Toponimo Zapponeta
Esempio questo di come un toponimo possa evolversi nel tempo celando il
proprio nome di battesino.
Zapponeta è un piccolo centro agricolo sulla statale delle saline
Manfredonia-Margherita di Savoia a 23 km dalla prima. Fondata nel 912 nei
pressi dell’antica Salapia-Salpi, da marinai manfredoniani dediti in
quell’area alla cattura delle seppie, il nome originale Sapponeta, una
corruzione questo di Salpi (col suffisso -eta o -eto per toponomastica), è
transitato da Salponeta, Zapponeto per attestarsi dal 1871 in Zapponeta.
L’agglomerato è stato per 170 anni frazione di Manfredonia (Siponto) e dal
1975 è comune autonomo.
DELEGATO
Delegàto da DE LEGATUS, la “persona conferita di un incarico
rappresentativo”, idealmente unita al mandante, è infatti il Pp
prefissato di Legàre “lasciare (unire) in eredità” cui Legàto
“ereditario” (omn-snm di Legare e Legato “unire”) col pref DE
conclusivo, dal lat LEGARE durativo di un momentaneo LIGERE
cui Delegàre con Dèlega, Delegatìzio e Delegaziòne, eppoi
Condelegàre e Condelegàto “delegare e delegato insieme con altri”
con i due pref COM DE. Sul modello di Delegato, l’ital conta
Ablegàto e Ablegaziòne col pref AB privativo.
Collètta cui Collettìvo con Collettivamènte, Collettìvìsmo,
Collettività, Collettivìsta, Collettivìstico, Collettivizzàre con
Collettivizzaziòne, Collettàme, Collettàneo, Collettìzio Collètto
(omn di Colletto da Collo e Colletto da Colle), Collettòre,
Colleziòne, discendono dal dal Pp COLLECTUS del prefissato
CUM LIGERE - COLLIGERE cogliere insieme.
651
Dal percorso semant del lat LEX-LEGIS, connesso con la rad LEIG,
l’ital conta Lègge con Legàle (aggettivo e sostantivo) e Legalità
Legalitàrio, Legàre, (omn di Legare “unire”), Legatìzio, Legazìa,
Legalizzàto, Legiferàre, Legislatùra, Legislaziòne, Legisperìto,
Legìsta, Legulèio (avvocato cavilloso, ma di scarsa competenza) e
tutta la serie di Legìttimo con Legìttima, Legittimaziòne, Legittimità,
il prefissato Illegìttimo con Illegittimità (IN negativo adattato), la
composizione Privilègio (con PRIVUS singolo, sta per “singolo caso
di legge”). Legaziòne è dal lat LEGATIO con i prefissati Allegàre “a
scopi legali” (AD allativo, omn di Allegare da Legare) e Illegalità
(pref IN negativo). In ambito comune indoeur, l’ingl conta LAW per
Legge con LAWER avvocato, cui il glb Common law “legge
comune” corrispondente alla locuzione ital Legge delle tradizioni.
\ Di Leggi, ce ne sono un’infinità: del passato, contemporanee, statali, divine,
scientifiche, comportamentali, straordinarie, marziali, sulla censura, dei diritti naturali,
umane, della giungla, della foresta, letterarie, artistiche, dell’onore, della morale, del
cosmo, di gravità, di conservazione... Leggi che portano il nome di chi le ha fatte
istituire, formulate o scoperte, come Legge Debrè (scolastica), Legge Merlin (Italia,
abolizione delle Case Chiuse), Legge d’Ashby (Cibernetica), Legge Emmert
(Percezione), Legge Gresham (Economia), Legge Say (Domanda-Offerta), Legge
Mammouth (Scolastica, Olandese), Legge Reale (Italia, Ordine Pubblico), Legge
Mendel (Genetica)... e leggi che portano il nome del luogo ove sono state deliberate,
come Legge di Norimberga (nazista, antisemitica)... l’idea dell’Ora legale, ovvero
“l’ora per legge”, utile al risparmio energetico, già frullava nel cervello di Benjamin
Franklin, nel 1784; in Italia fu adottata per la prima volta nel 1916, poi, dopo fasi
alterne sino al secondo conflitto mondiale, divenne un appuntamento fisso europeo per
i mesi primaverili ed estivi.dal 1966, detta anche Ora estiva rispetto all’Ora solare. e
all’Ora sociale..\
Il lemma Legale, dal lat LEGALIS svoltosi nel franc ant LEIAL, è
ritornato nella lingua ital in Leàle, cui Lealìsmo, Lealìsta, Lealtà,
Leànza.
Attraverso il volg romano influenzato dall’ebr PASUL illegittimo, si
conta il termine Fasùllo adottato dal 1942.
La rad LEIG ridotta a LEG cogliere-scegliere cui il lat LEGERE, ha
prodotto i vari Lèggere “raccogliere o scegliere (le parole)”, con
Lètto e il fem sostantivato Lètta dal Pp LECTUS scelto cui Lectìna
attraverso l’ingl LECTIN (col suff chimico INA), eppoi Leggènda
con Leggendàrio dal lat medv LEGENDA da LEGENDUS quale
gerundivo di LEGERE leggere.
Dal franc è giunto il glb Liseuse che vale “lettrice” ma è divenuto
per estensione un capo d’abbigliamento femminile, una sorta di
mantellina per leggere a letto.
Il lemma Leggenda, adottato dal XIII sec, riguardava in origine la
breve storia di un santo.
Il percorso prosegue con Leggìo, Legiòne (raccolta o scelta di
652
soldati), Leziòne da LECTIO LECTIONIS con Lezionàrio, il
prefissato Seleziòne con Selezionàre, Selezionàto, Selezionatòre,
Selezionatrìce e Selezionìstico da SELECTUS Pp di SELIGERE (col
pref SE a parte), in complanare con Selettòre da SELECTOR cui
Selettìvo, Selettività, Selettivamènte e il prefissato Selettocultùra, il
suff LEGIO da LEGIUM raccolta in termini quali Florilègio
“raccolta di fiori”, Sacrilègio “raccolta di cose sacre” con Sacrìlego
svoltosi nel senso di profanazione, Sortilègio “raccolta di sorti” nel
senso di presagio, Spicilègio dal lat SPICILEGIUM “raccolta di
spighe” composto con SPICA punta-spiga.
La locuzione Attenzione selettiva indica quella particolarità per la
quale, al cospetto di un’immagine, il cervello focalizza l’attenzione
visiva su ciò che si è prefissato di osservare “oscurando” altri
particolari pur importanti.
\ La nazione dove più si legge (ricerca 2007) pare sia l’India, a comprovare la grande
tradizione culturale, madre dell’indoeuropeità.
I termini Lèttera, Letteràle, Letteratùra, Lettòre, Lettùra, Letturìsta,
dal lat LITTERA, sono pseudoetim, ovvero non sono in connessione
con la rad LEG di Leggere, pur se il Pp di questo è Letto, ma derivati
dal gr DIPHTHERA tavoletta, successivamente sovrapposti al senso
di “leggere”, cui Traslitteraziòne o Translitteraziòne attraverso l’ingl
TRASLITERATION con Traslitteràre o Translitteràre, per accezione
riferito ad un testo trascritto con alfabeto diverso dall’originale, ad
esempio dal tipo cinese al tipo lat-ital.
Il Trilìttero, attraverso il franc TRILITTERE dal lat LITTERA
lettera con pref TRI tre è un vocabolo costituito da tre consonanti,
comune nella lingua sumera.
Nella terminologia d’interpretazione dei geroglifici, si contano
ancora le locuzioni Segni unilitteri, Segni monolitteri, Segni bilitteri
(monosillabici).
Dalla rad LEG cogliere-scegliere, ci giungono ancora, e
sorprendentemente, Aquilèia o Aquilègia “pianta delle
Ranuncolàcee” (AQUA LEGIA raccoglitrice d’acqua, cui il
toponimo ital sett Aquileia), Lègno (raccolto) cui Lègna con la
variante Lìgno, Legnàme (suff AME per collettivi), Legnàre
“raccogliere legna” ma anche fig snm di “bastonare” con Legnatùra e
Legnàta, eppoi Legnàtico snm di Stirpatico, Legnòso con Legnosità,
Lìgneo e Lìgnea, Lignificàre, Lignificàto, Lignificaziòne, Lignìna,
Lignìte, il composto Lignocellulòsa; lemma alieno è Legnòlo o
Lignòlo dal lat volg LINJOLUS da LINEUS di lino.
Lègni indica una famiglia di strumenti musicali quale il Clarinetto,
Corno di bassetto e Corno inglese, Fagotto con Controfagotto,
Flauto, Oboe, Ottavino Sassofono.
653
Legno pregiato è il Mògano, omologismo dall’amerindio
MOHOGONI.
Dal gr KSYLON legno l’ital conta Xilèma snm di Adroma con
Xilemàtico, Xilène (suff ENE per idrocarburo), Xilofìto (col gr
PHYTON pianta), Xilolìte col gr LITHOS pietra che sta per
“pavimentazione ad un solo pezzo”Xilòlo (suff chimico OLO per
alcol), Xilòsio (suff chimico OSIO per carboidrato) con Xilitòlo
(Xilosio con suff OLO per alcol), il pref XILO adattato in SILO
(non contemplando l’ital la lettera x che pertanto è desinata a
svolgersi in s) per composizioni quindi in complanare quali Xilèma
con Xilemàtico e Silèma con Silemàtico, Xilòfago e Silòfago,
Xilòfono e Silòfono, Xilografìa e Silografìa, Xilologìa e Silologìa,
Xilotèca e Silotèca, eppoi pseudoetim il termine Sìlo o Sìlos, questo
attraverso lo sp SILO, dal lat SIRUS già gr SEIROS buca da grano
cui Silàggio, Insilàre, Insilàto, Insilatrìce, il composto chimico
Glicosilàto.
\ A Foggia, nella località Piano delle fosse (del grano), al margine del centro storico, è
possibile visitare un SIRUS, oggi monumento archeologico. \
Nel percorso di Legno, l’ital conta ancora Falegnàme questo col pref
Fa dalla terza persona indicativo pres lat FAT di Fare “che fa il
legname-lo lavora” (lemma da associare per un identico meccanismo
di composizione a Fannullone “fa nulla” con accr ONE), Allignàre
questo col pref AD “far legna” dunque “maturare-mettere radici” e
fig “attecchire”. Ancora, Legùme (col pref UME collettivizzante) cui
Legumièra, Legumìna (“proteina”, suff chimico INA) e Leguminòse
“Ordine botanico”da tema LEGU raccolto cui il gr LEGEIN cogliere
e l’ital Cògliere con un poetico Còrre e il Pp Còlto (omn di Colto da
COLERE) e, coi pref, Accògliere con Accòlto, Accogliènza,
Accoglimènto, Accoglitìccio, Accòlta con una equivocabile variante
in Accòlita, eppoi il doppio prefissato Raccògliere, col poetico
Raccòrre, cui Raccoglimènto, Raccoglitìccio, Raccoglitòre,
Raccoglitrìce, Raccòlta e Raccòlto (pref R variante di RAD) questo
sia sostantivo sia aggettivo; infatti, pseudoetim nel tema, si ha
Accòlito cui Accolitàto, in relazione ad un ordine religioso minore
che assiste il sacerdote, dal gr AKOLYTHOS compagno di strada, in
connessione con l’etim di Lituo-Liturgia.
Col pref RE e la forma LEGERE, è nato il termine Religiòne “atti di
culto”, cui Religiòso, Religiosità con i prefissati Areligiòso (pref A
privativo), Correligionàrio (poref CUM), Irreligiòne, Irreligiosità e
Irreligiòso (pref IN negativo).
Ancora da LIGERE, col pref INTER, Intelligènte con Intelligènza
già Intelligènzia da INTELLIGENTIA, Intelligìbile o Intellegìbile
con Intelligibilità, Intellètto con Intellettìbile, Intellettòre,
654
Intellettuàle con Intellettualìsmo, Intellettualìsta, Intellettualìstico,
Intellettualità,
Intellettualizzàre,
Intellettualizzaziòne,
Intellettualòide, Intelleziòne, i glb Intelligence transitato dall’ingl,
Intellighenzia dal russo, tutti da INTELLIGERE; col pref DIS;
Dilìgere che vale “amare”, con i derivati Dilètto, Diligènte,
Diligènza “zelo” e, in aggiunta il pref PRAE, Predilìgere, Predilètto,
Prediliziòne. Diligènza (carrozza) è dal franc DILIGENCE, questo
sintesi di CARROSSE DE DILIGENCE che vale veicolo d’impegno,
ovvero per lo zelo nel lavoro.
Sempre da LEG scegliere, con il pref EX estrattivo, il verbo lat
ELIGERE, cui Elegànte, con Elegànza, che, in altre parole, vale “chi
sa scegliere”, e l’onomastico Eligio “l’eletto”; snm di Elegante è
l’omologismo dal franc SCHIC cui Scìcche, Scicchèria,
Scicchettòso, Sciccòso; altro omologismo dal franc è Soignè
(accentazione corretta soigné) con valore di “elegante-ben curato” da
SOIGNER curare di genesi ger.
Scègliere nasce dalla composizione lat EX ELIGERE, dove il pref
EX si muta in SCI, donde il devb Scèlta dal Pp Scèlto, eppoi
Sceglitòre, con Sceltamènte e Sceltèzza. Con l’identico pref EX
estrattivo diventa ancora Elèggere “scegliere, fuori di...”. Il lemma
Elettuàrio è dal lat ELECTUARIUM già gr EKLEIKHO, col pref lat
EX fuori ridotto in E, in gr EK, vale “medicina che si scioglie in
bocca” (ovvero fuori dello stomaco come lo sciroppo) con la variante
aferetica Lattuàrio o Lattovàro, termine che si richiama al lat
ELECTUS scelta (in tal caso, di medicamenti da mescolare insieme)
questo Pp astratto di ELIGERE, cui Elètta dal Pp fem lat ELECTA,
Elettìvo, Elètto, Elettòre da ELECTOR ed Eleziòne da ELECTIO
ELECTIONIS; dal transito franc, qui ELITE, Eletta è ritornata in
Elite-èlite con Elitàrio, Elitarìsmo, Elitìsta, Elitìstico (suff aggettivale
ISTICO).
I Verbi elettivi, in forma passiva, sono quelli che appaiono in concomitanza
con il Complemento predicativo (essere eletto, incoronato…).
Analizzando i termini, scopriamo che tutti presuppongono un’azione
di raccolta e di ricerca; pertanto non è inverosimile un primordiale
percorso comune tra il cogliere (LEGERE), le norme di legge
(LEGIS), per unirle, legarle (LIGARE) insieme.
Elegìa “composizione poetica”, cui Elegìaco, Elegìsmo e i composti
Elegìàmbo e Giambèlego (entrambi con Giambo metro poetico
classico), Elegiògrafo che vale scrittore di Elegie, invece, non
sembrerebbero connesso alla rad LEG; dal gr ELEGEIA con
ELEGOS canto di dolore accompagnato dal suono del flauto, anche
questo termine potrebbe essere stato associato all’azione di raccolta e
655
ricerca di note o di versi tristi. e i composti Elegiàmbo e (entrambi col gr
ELEGOS elegia).
Con il pref EC dal gr EK fuori cui EKLOGE scelta con valore di cogliere
fuori, il lat conta ECLOGAM donde l’ital Eclòga lenito in Eglòga “sorta
componimento poetico o musicale” di toni pastorali e idillici.
\ Stero Stereo
Un’unità di misura volumetrica per il legname da ardere è Stèro pari ad 1
m3, dal gr STEREOS (genitivo di STER) fermo, stabile, solido, rigido, ma
anche nel senso di spaziale, tridimensionale, transitato dal franc STERE, cui
i termini scientifici Steròide, Steroidèo, Steròlo con Steròlico, le
composizioni Ergosterìna con Ergosterìsmo (col gr ERON), Fitosteròlo (col
gr PHYTON pianta), Sistosteròlo (col gr SITOS grano), Tachisteròlo (col gr
TAKHYS veloce), Zoosteròlo, eppoi il pref STEREO in composizioni quali
Stereoagnosìa, Stereoàngolo, questo snm di Angoloide, con Steradiànte
ellittico di Sterangolo radiante (questo unità di misura), eppoi Stereocinèsi,
Stereofonìa con Sterefònico, Stereoscopìa, Stereòtipo, eppoi il composto
Cortisòne ellittico di Corticosteròne (con il lat CORTEX corteccia, Steroide
e suff ONE) cui Cortisòlo (suff chimico OLO) e Cortisònico con il composto
Cortisonoterapìa; in percorso chimico da CORTEX corteccia, l’ital conta
Corticìna attraverso il franc CORTICINE, Corticòide (suff OIDE simile),
Corticosteròide, Cortocosurrène con Corticosurrenàle, Corticotròpo (col gr
TREPO io volgo e Corticotropìna (con Atropìna) snm di Adrenocorticòtropo
questo attraverso l’ingl ADRENOCORTICOTROPHIC e composto col pref
ADRENO da Adrenalina.
In connessione indoeur col gr STEREOS stabile-solido, l’ingl conta
STERLING “unità monetaria in corso”, come già era accaduto con il lat
SOLDUM moneta da SOLIDUS integro-solido, cui l’omologismo
Sterlìna (dal 1873), dalla locuzione POUND STERLING dove POUND
vale “libbra” snm di STERLING-Sterlina e STERLING s’è svolto in “di
buona lega” cui il glb Sterling “sorta di vernice” con l’omologismo
Sterlingàto. Moneta divisionale della Sterlina è il PENNY (dal XVIII sec)
attraverso il ted ant PFENNING.
OBBLIGATO
Obbligàto, Pp di Obbligàre, dal lat OB-LIGARE, con raddoppio
della consonante del pref OB di valore oppositivo innanzi al verbo
LIGARE, per cui legato contro la volontà, costretto. Tra i derivati
espliciti, lo sdrucciolo Obbligo-òbbligo cui Obbligànte, Obbligatàrio,
Obbligatòrio con Obbligatorietà, Obbligaziòne (anche titolo di
credito a reddito fisso) con Obbligazionàrio, Obbligazionàto e
Obbligazionìsta.
\ Le Scuole dell’obbligo furono istituite nel nascente stato italiano dal 1877. \
\ Fede
Ogni Religione presuppone una fede. Fède è dal lat FIDES questo l’astratto
del rad indoeur BHEIDH-BHIDH fidarsi, cui il lat FIDARE inv nell’ital
Fidàre. In percorso, i termini Fedèle o Fidèle con Fedelìssimo e l’opposto
Infedèle (pref IN negativo), Fedelizzàre, Fedeltà o Fidelità con le varianti
656
Fedelità, Fedeltàde o Fedeltàte, Fidelitàde o Fidelitàte, da FIDELITAS
FIDELITATE, l’opposto Infedeltà, la locuzione Alta fedeltà (relativa al
suono originale) attraverso l’ingl HIGH FIDELITY cui la glb Hi-Fi; ancora,
Fedìna (dim nel senso di simbolo di Fedeltà), da una convenzione dei primi
Ottocento, quando farsi crescere la barba, chiamata appunto Fedìna, era
prova di fedeltà all’Impero Austro-Ungarico. Eppoi, Fìda, Fidànza cui
Fidanzàre con Fidanzàto, Fidatèzza, Fideìsmo con Fideìsta e Fideìstico,
Fidelizzàre con Fidelizzaziòne attraverso il franc FIDELISER, Fidènte, Fìdo
da FIDUS, Fidùcia con Fiduciànte, Fiduciàrio e Fiduciòso, il composto
Fideiussiòne con Fideiussòre e Fideiussòrio con FIDES e IUBERE
comandare; IUBERE è da rad YEUDH combattere, cui Iussìvo che vale
Imperativo. Eppoi i prefissati Affìdo con Affidamènto, Affidàre, Affidavit
questo nella terminologia del diritto inglese e statunitense, inv dal verbo lat
AFFIDAVIT “depose a testimoniare”. Confidàre con Confidamènto,
Confidènte (da non equivocare con Confitente), Confidànza e Confidènza
con Confidenziàle e Confidenzialità. Diffidàre con Diffidènte e Diffidenza.
Disfìda con Disfidàre (pref DIS dispersivo), snm di Sfìda e Sfidàre (con
aferesi del gruppo letterale DI), valgono “togliere la fede, provocare”.
Pèrfido “contro ogni fede” con Perfìdia, è da PER e FIDUS (il pref PER qui
vale “contro”) . Una forma tematica del rad in BHOIDHO ha condotto al lat
FOEDUS patto (di fedeltà), cui Federàle con Federalìsmo, Federalìsta,
Federalìstico, Federàre con Federatìvo, Federàto e Federaziòne, i prefissati
Confederàle, Confederaziòne e il composto Fedìgrafo, questo con FOEDUS
e FRANGERE rompere; Fèdo è un lemma dantesco che vale “ripugnante”
cui Fedàre, svoltosi da FOEDUS vrs da un passaggio metaf in riferimento ad
un patto col nemico. Dalla locuzione Mia fé s’era attestato l’obsoleto Gnàffe
“in fede mia”.
Snm di Perfidia-Perfido è Cainìsmo e Cainèsco (XX sec) in riferimento al
biblico fraticida Caino.
Il termine Fede è anche utilizzato in composizioni quali Fedecommèttere o
Fidecommèttere o ancora Fidecommìttere “affidare all’altrui lealtà” con
Fedecommèsso o Fidecommèsso o ancora Fidecommìsso, Fedecommissàrio
o Fedecommessàrio o ancora Fidecommessàrio o Fidecommissàrio,
Fededègno, Fedelàggio (su calco di Vassallaggio), Fedìfrago vale “chi
rompe il patto, la fede” (con il lat FRANGERE spezzare), la locuzione glb
ingl Fidelity card. Il ted conta DRUD per fedele omologato nell’ital Drùdo.
Il termine lat è invece rintracciabile nell’ar FIDA’I devoto, comprovante una
remota rad comune, cui FIDA’IN il noto Fedayin votato alla morte.
657
Termimi pseudoetim nel percorso lat, Fedelini, questo analizzato altrove,
Federiciàno questo pertinente a Federico II di Svevia (XIII sec) o Federico II
di Prussia 1 (XVIII sec), Fidenziàno che sta per una manifestazione letteraria
ispirata al soprannome Fidenzio dello scrittore C. Scroffa per la sua opera
Amorosa elegia del 1550, Fidìaco questo relativo allo scultore gr Fidia (V
sec aC); Fidìcine “suonatore di strumento a corde” dall’omn lat FIDES
corde della lira composto con un suff da CANERE cantare. Altro alieno è il
suff atono FIDO, questo dal lat FINDERE fendere, con il valore di “scisso”
in termini quali Trìfido, eppoi Bipennatìfido da Pennatìfido.
L’ital conta l’omologismo Cafìro dall’ar Kafir infedele (non islamici).
Il glb Fedayn, con la variante Feddayn, cui l’omologismo Fedaìn, è dall’ar
FIDA’I “votato alla morte pe fede” è vrs connesso alle origini con la rad
indoeur BHEIDH-BHIDH fidarsi.
\ La Fede è tra le più antiche pratiche dell’uomo da accostare alla ricerca del
nutrimento e, come quei cibi che consuma da sempre, questa non può che arrecargli
benefici, ossia l’ottimale equilibrio corpo-spirito; la mancanza di fede, pertanto,
produce nell’organismo manifestazioni negative, addirittura andrebbe a lederne le
risposte immunitarie.\
1
In percorso dal coronimo Prussia si ha Prussianèsimo o Prussianìsmo, Prussiàno,
Prùssico nella locuzione Acido prussico snm di Acido cianidrico da una precedente
Blu di Prussia.
\ Leghe
L'idea di una Lega, quale strumento di coesione delle intenzioni, per meglio
armonizzarle, proteggerle e renderle vittoriose, non ha mai storicamente
funzionato del tutto, ritrovandosi smentita dagli avvenimenti incalzanti della
stessa storia, l’unica a gestire per davvero le cose, al di là, insomma, dei
sogni di lega.
448 aC. Contro i Persiani, nacque in Grecia la Lega di Delo, dal nome
dell’isola nel cui tempio dedicato ad Apollo era custodito il finanziamento
necessario per l’istituzione di una flotta confederata; flotta che poi era in
realtà tutta ateniese, compreso il comandante Cimone, il quale portò al
trattato di non belligeranza con i persiani, ma che grazie ai soldi della
comunità si sarebbe reso strategicamente complice dell’egemonia di Atene
sulla regione; oggi, nell’ottica della gente del nord d’Italia, si direbbe "da
Roma a Milano".
431 aC. La gente del Peloponneso non volle ricadere nella metaforica brace
e s’inventò la Lega Peloponnesica, questa volta per resistere alle pretese di
Atene. Alla lega si unirono strategicamente Corinto (l’ant Efira cui il
demotico Efirèo) e Sparta, desiderosi, più la seconda, di sostituirsi ad Atene.
Il conflitto finì però senza vincitori e vinti.
336 aC. Muore Filippo il Macedone - padre di Alessandro - il regista
dell’unificazione dei Greci sotto un’unica bandiera a lui però vassalla; aveva
per questo favorito l’istituzione della Lega di Corinto, una città che si
dannava di ricercare ogni occasione di prevalere su Atene e Sparta.
323 aC. Muore giovanissimo anche Alessandro e con lui il sogno di gloria
macedone. La Grecia tenta di riscattare la propria autodeterminazione e
nacquero addirittura due leghe, l’Achea e l’Etolica, la prima nel
Peloponneso e la seconda nelle terre oltre il golfo di Corinto, alle quali sia
658
Atene che Sparta non vollero aderire, orgogliosi delle loro storie a sé.
1167 dC. Per soccorrere Milano nella resistenza contro il Barbarossa, fu
giurata a Pontida la Lega Lombarda tra Comuni lombardi, emiliani,
piemontesi e veneti.
1508, Lega di Cambrai,voluta da papa Giulio II - costituita da Francia,
Spagna, Austria (Massimiliano I) e Ferrara - contro Venezia e che segnò la
fine dell’espansionismo di questa nell'entroterra.
1512, appena quattro anni dopo, lo stesso papa Giulio II alleò veneziani e
spagnoli nella Lega Santa, allo scopo di sottomettere Ferrara alle intenzioni
della Chiesa, che intendeva incamerarsi quei territori . La Lega provocò
l’inizio della fine dell’egemonia franc nella penisola (ascesa degli italiani
Sforza a Milano); è vero che la Francia di Francesco I sarebbe ritornata
grazie al soccorso dei veneziani, ma oramai incombeva l’imperialismo
spagnolo.
1526, Lega (santa o italiana) stipulata a Cognac. A seguito delle guerre di
successione franco-spagnola nella nostra penisola, pendente a favore della
Spagna (Carlo V), la Francia escogitò una lega tra il Papato (Clemente VII),
Firenze, Venezia e Milano (Francesco Sforza) per ricacciare gli spagnoli. La
lega non solo fallì, ma si rivelò foriera di una delle più grandi tragedie nel
nostro paese, dal tempo dei barbari: la Francia, patologicamente delusa, ebbe
la malsana idea di vendicarsi dei politici di casa nostra, infierendo sulla
popolazione. Sguinzagliò infatti sino a Roma masnade di lanzichenecchi 1,
sbrigliati per ogni sorta di sevizie e depredamenti. L’arma lanzichenecca fu
vrs anche la prima “chimica” in assoluto, per l’epidemia di peste che
provocò.
Pare che i francesi avrebbero fatto di più, aizzando la pirateria saracena sulle
nostre coste.
Lanzichenècco, cui l’ipocoristico Lànzo, meglio Lanzichenècchi, bande di mercenari
tedeschi, dal ted LANDSKNECHT, termine composto con LAND terra e KNECHT
servo che sta per al servizio del paese. La famosa Loggia dei Lanzi a Firenze, è così
chiamata perchè Cosimo I la faceva sorvegliare dai Lanzi(chenecchi). Il termine è un
omologismo storicamente utilizzato da Machiavelli (1527).
1
MAGO MAGONE IMAGO
MAGO
Dal lat MAGUS, dal gr MAGOS, e questo dall’ant persiano
MAGUSH, al fem Màga, ed un cinquecentesco Magàlda che sta per
“prostituta”.
L’etim dovrebbe essere sorta da una tribù dei Medi, i Magi dell’Asia
Minore, dedita alle magie.
L’ant lemma contiene quei derivati: Magìa, Màgico, Màgio...
esempre echeggianti di mistero. Il got conta DARNS magico cui
Indàrno “per magia” attestatosi però nel snm di Invano attraverso
una interpretazione in era cristiana.
Il termine Megèra non appare connesso al percorso di MAGUSMAGOS, poiché è dal lat MEGAERA ricopiando il gr MEGAIRA,
659
nome di una delle Erinni.
Più vicina al termine Megera, invece, è la voce mer Masciara con
valore di strega, fattucchiera…
Da Tofana quale cognome di una megera romana del XVII sec si ha
il lemma Tofàna cui Intofanàre e la locuzione Acqua tofana per
indicare una sorta di soluzione velenosa.
\ In Oriente MAGUSH Màgio è ricerca, studio, scienza, degnamente rappresentati da
Gaspare (dall’iranico GAZBAR portatore di tesori, Melchiorre (dall’assiro BALATS
USUR “Dio lo salvaguardi”) e Baldassarre (Ved Onomastica ebraica in Vano…).
Avvicinandosi al nostro mondo, il termine assume invece un significato di stregoneria,
sino a scontrarsi con i princìpi del cristianesimo che lo hanno completamente
demonizzato. Una demonizzazione, che ai tempi dell’Inquisizione lo ha trascinato sul
rogo. \
L’orientale MAGUSH diventa così, oltre a Fattucchiere, Stregòne,
questo l’accr mas di Strèga dal lat STRIGA, dal gr STRIKS uccello
notturno, cui STRIGARE e l’ital Stregàre; il lemma è connesso con
Strìge dal lat STRIX STRIGIS volatile rapace notturno cui Strìgidi
(la Famiglia) da STRIGIDAE e Strigifòrmi (l’Ordine) da
STRIGIFORMES eppoi Strìggine (omn di Strigine da Strina) o
Strìgine “strega”, Strìgolo (sorta di pianta erbacea delle
Cariofillacee). La locuzione Latte della strega indica
tradizionalmente il siero secreto dai capezzoli di un bambino.
Agli Strigidi appartiene il Gùfo (dal XIV sec), la cui vita media è di
24 anni, dal lat tardo GUFO GUFONIS, cui Gufàre, Gufèsco, il fig
Gufàggine, Gufètto snm di Chiù (dal XIV) e di Assiòlo o il poetico
Assiuòlo (già dal XIII sec) questo dal lat AXIOLUM dim di AXIO
AXIONIS; fuori percorso Guffìno, termine questo di memoria
fascista, relativo al GUF l’acronimo di Gruppo Universitario
Fascista. Una seconda versione lat di Gufo è BUBO BUBONIS cui
il snm ital Bubòne con il verso Bubolàre o Bubilàre. Dall’inc di
BUBO BUBONIS con il lat volg UPUPULA - questo dim di
UPUPA, vrs connesso col gr EPOPS, cui l’ital Upupa-ùpupa, tutti
vrs derivati in onomatopeico dal verso Upupùp - l’ital conta Bùbbola
cui il verso Bubbolàre e il devb Bùbbolo svoltosi in “sonaglio” con
Bubbolièra e Bubbolìo; Bùbbola è anche snm di Fandonia, cui
ancora un Bubbolàre “ingannare” con Bubbolata; Bubbola, cui
Bubbolìna, è infine un fungo della Agaricacee snm di Mazza di
tamburo. Upupa o civetta era indicata dal lat con PARRA d’etim non
accertato, cui Pàrra “sorta d’uccello africano”.
Incerta la connessione o la sovrapposizione di BUBO BUBONIS
gufo con l’ital Bubbòne con Bubbònico; comunque, il lat volg conta
ancora un BUBO BUBONIS che sta per tumore ricalcando il gr
BUBON BUBONOS inguine.
Ancora una riflessione sul termine persiano MAGUSH, che pare
660
ricopiato dal sct MANUSH “la creatura nata da Dio” e che poi è
passato semant ad indicare il popolo zingaro.
Il perché di Magiàro MAGYAR per “ungherese” è vrs connesso col
tema di Magush; infatti, il popolo magiaro, o ungherese (la cui
lingua non appartiene al patrimonio indoeur) era dilagato dall’Asia
guadando il Volga intorno all’800, donde si sarebbero stanziati nelle
terre attuali, tra il Danubio e il Tibisco, alla fine del sec IX.
Sciamàno, invece è dal ted SCHAMANE già mongolo SAMAN, cui
Sciamànico, Sciamanìsmo; da non equivocare con Sciamanno “abito
ebraico” dall’aramaico SIMAN segno, vrs in arcaica connessione
quale “abito segno di distinzione”.
L’ant formula magica Abracadàbra è dall’ebr (aramaico) HA
BERAKAH DABERAH, successivamnente omologata nel
cristianesimo, reinterpretata quasi come un segno di croce e fatta
derivare da AB Padre, BEN Figlio, RAUCH AKADOSH Spirito
Santo.
MAGONE
Nessun rapporto con Magush; ci arriva dal long MAGO ventriglio di
pollo e dal ted MAGEN gozzo - stomaco.
Il Magòne è infatti quella sensazione di groviglio allo stomaco, che
sale sino ad annodare la gola, a seguito di un dispiacere subìto o
preavvertito. In alcune contrade, mantien la semantica originale
quale “ventriglio dei polli”.
Nella versione fem Magòna “officina-ferramenta-metallurgica”, snm
o variante di Maòna, cui Magonière, ha assunto semant la
definizione di “grand’abbondanza di tutto”, presumibilmente dall’ar
MA-UNA società, che lo si ritroverebbe nel genovese MAONA
compagnia (di navigazione).
Magatèllo, infine, è un termine volg lombardo e vale fantoccio, fig passato
in macelleria quale snm di Girello o Lacerto; la sua etim è sempre dal long
MAGO.
IMAGO
Immàgine o Imàgine dal lat IMAGO, astratto dell’ant IMARE che
sopravvive nell’ital Imitàre-Im(it)are con Imitàbile, Imitatìvo,
Imitatròre e Imitaziòne, eppoi in Mimàre-(M)imare questo transitato
dal franc MIMER. Da Immagine sono discesi esplicitamente
Immaginàre o il poetico Imaginàre con Immaginàbile, Immaginàrio
o Imaginàrio, Immaginatìva o Imaginatìva con Immaginatìvo o
Imaginatìvo, Immaginatòre, Immaginaziòne o Imaginaziòne,
Immaginìfico o Imaginìfico “creatore di immagini” (termine
dannunziano, col suff FICIO dal verbo FACERE fare),
Immaginìsmo (XX sec), Immaginifìcio (termine poetico composto
661
col verbo FACERE, che sta per “fucina cerebrale delle immagini”),
Immaginòso o Imaginòso. La rad è l’indoeur YEM, la quale s’è
attestata nelle aree indoiran, bal, celt in doppio frutto, doppio
prodotto, insomma doppia immagine, cui il lat GEMINUS e il suo
dim GEMELLUS, cui Gemèllo, Gemellàre, Gemellàggio,
Gemellànza, Gemellàre, Gemellarità, il plur Gemelli quale segno
zodiacale, i composti Gemellìpara con Gemelliparità (suff dal lat
PARERE mostrare nel senso di partorire), Gemellologìa, un
Gemellaro nella cognomastica ital, vrs svoltosi in Gemmellaro a
causa di un raddoppiamento della consonante voluta dalla cadenza
dialettale siciliana. Eppoi anche Gèmino con Geminàre, Geminàto,
Geminatùra o Geminaziòne cui il prefissato Degeminaziòne snm di
Scempiamento in linguistica, e la sequenza prefissata Bigèmino da
BIGEMINUS (pref BI da BIS due volte), snm di Gemellare, cui
Bigeminàto e Bigeminìsmo, Trigèmino da TRIGEMINUS che vale
“tre gemelli” con la variante Tergèmino (con il lat TER tre volte
quale suffisso) attestatosi in “triplice aspetto”, Quadrigèmino da
QUADRIGEMINUS (col pref QUADRI) “quattro gemelli” snm di
Quadrigemellàre... Plurigèmino snm di Plurigemmellàre (pref
PLURI dal lat PLUS PLURIS più). Dalla locuzione lat GEMELLA
MANUS mano gemella, ovvero mano doppia, l’ital conta Giumèlla
che sta per quanto possa contenere l’incavo delle due mani
avvicinate.
I Gemèlli, infatti, sono l’immagine reciproca dell’uno nell’altro.
Nella psicanalisi, Imàgo è un concetto di Jung, idealizzante una
figura reale o fantastica. Di Immagine, c'è quella Consecutiva
Negativa (Percezione), di Sé (autocritica spesso non veritiera) e
quella Eidètica (l'immagine chiara e particolareggiata di un
avvenimento trascorso).
In aramaico, Gemello è tradotto T’OMA col quale è connesso il gr
TOME taglio (un parto tagliato in due o più ) donde l’onomastico
ricorrente Tommaso.
\ L’Immagine, oggi, è l’aspetto esteriore di un individuo in società;
non importa la qualità, l’importante è averla, quale marchio
personale per accedervi e, ove non riesca a crearsela, può ricorrere ai
“costruttori d’immagine”, i tradizionali “truccatori”. Imagìsmo è
stata quella fase dello sviluppo della poesia ingl, che nato come
movimento il 1912, portò al Modernismo. Ezra Pound ne fece parte.\
In percorso Gèmma “ciò che sporge-che s’evidenzia” col raddoppio
della G per una forma più espressiva, cui Gemmàre, Gemmàrio,
Gemmàto, Gemmaziòne, Gèmmeo, Gemmìfero, il prefissato
Ingemmàre con Ingemmaziòne (IN illativo).
662
Esiste pertanto l’onomastico Gemma e il cognomastico ital
Gemmellaro questo in coesistenza con Gemellaro (vrs una variante
ortografica ) diffusi, salvo alcune eccezioni, praticamente solo in
Sicila; cognome che dovrebbe avere avuto l’abbrivo dalla
consonante g omologa della gr GAMMA già semitico GHIMMEL di
rad indoeur KAM curvo, successivamente passato a simbolo del
cammello. Gemmellaro, quindi, sarebbe l’omologismo del termine ar
che vale “cammelliere”.
Pseudoetim il termine Agèmina “tecnica per lavorazione dei metalli”
dall’ar AGAMI straniero-persiano cui Ageminàre, Ageminatòre e
Ageminatùra; poiché questa tecnica consiste nell’inserimento nei
metalli di fili e lamine di oro o d’altra natura, risulta spontaneo
connettere il termine arabo con la rad indoeur YEM doppio prodotto,
cui Geminazione “raddoppiamento”.
1
Il lat aveva BIGNUS che stava per doppio-generato dal lessenma GNO generato-di
natura-di specie… rintracciabile in Benigno e Maligno (Ved Acqua Vino in
Obiettivo…)
\ Icona
Snm di Immagine (adottato dal XIV sec) è Icòna (questo apparso nel 1589)
d’origine gbz EIKON(A) immagine, fig dal gr ANKON piegatura, ma nella
sua accezione è il dipinto sacro su tavola. La versione Immagine è entrata,
dunque, nel linguaggio percettivo e psicologico, quella di Icona, ha invece
una natura tangibile. Suoi derivati, Icònico (suff aggettivante ICO) relativo
ad un’immagine artistica, ma si è imposta anche quella computerizzata, con
il contrario Anicònico (pref Alfa negativo ), Iconoclastìa (dal gr KLAO
rompo, da KLASTOS rotto vale “divieto del culto delle immagini” ma oggi
è una patologica opposizione alle convinzioni sociali, Iconolatrìa (culto delle
immagini sacre), Iconoscòpio (strumento per le riprese televisive),
Iconostàsi (tramezzo ornato di statue, comunemente nelle chiese tra il
presbiterio e la navata). Iconografìa è la materia artistica, che studia,
descrive e classifica le immagini, legata all’Iconologìa, che è relativa ai
simbolici e alle allegorie delle immagini; quest'ultima, in più, è soggetta alle
varie trasformazioni del loro significato, col mutare dei tempi e delle
logiche. Sovente, Iconografìa, cui Iconògrafo e Iconògrafo, ed Iconologìa,
cui Iconològico, sono associabili a Ermenèutica, dal gr ERMENEUTIKE
interpretatoria, che sta per arte di interpretare testi e documenti
dell'antichità. In realtà, l’Iconografia è una "ermenèutica visiva". In percorso
semantico si cita l’Ermenèuta, ossia il cultore di questa branca.
Esistono ancora quei termini coll gr IKHNOS traccia, in connessione con
EIKON immagine, quali Icnografìa cui Icnogràfico e Icnògrafo, Icneumòne
“che segue le tracce” (sorta di mammifero) e Icneumòidi (Famiglia di
insetti), infine Icnologìa.
\ Ermetismo
Semant, il termine Ermètico, con Ermeticità ed Ermeticamènte, invece, si fa
derivare dal lat medv HERMETICUS, relativo al dio Hermes (Ermète) nella
sua qualità di inventore dell’alchimia, e che quindi chiudeva le ampolle di
663
vetro mediante la fusione dello stesso “ermeticamente”. Derivati
dall’eponimo sono Erma-èrma, questo in origine il busto scultoreo su
pilastro dedicato al dio Ermafrodito, figlio di Ermete con Afrodite (Venere),
cui il termine Eramafrodìta o Ermafrodìto “effeminato, bisessuale” con
Ermafrodìsmo o Ermafroditìsmo snm di Androginia; altro nome di Venere è
il gr AINA cui Enea dal gr AINEIAS figlio della dea.
Ermes aveva il suo omologo lat in Mercurio l’annunciatore connesso col gr
EIRO annunciare cui l’ancora ricorrente onomastico Ermes o Ermete “che
annuncia”. Da non equivocare con Hermione, questo il figlio di Elena di
Troia avuto da Menelao.
L’Ermetìsmo era, in Grecia, la dottrina filisofico-religiosa di alcuni scritti
mistici del II - III sec, che ci sono pervenuti a firma di Ermète Trismegìsto o
Trimesgìsto. Il termine è stato ricopiato da Francesco Flora per quei poeti
contemporanei che ostentano un linguaggio volutamente oscuro e intenso; lo
scopo è di allontanare i versi dai valori comunicativi a beneficio degli
elementi espressivi ed evocativi. Poeti ermetici italiani, assoluti o parziali:
G.Ungaretti, E. Montale, Quasimodo, M. Luzi, C. Betochi, C. Bo e A.
Zanzotto, quest'ultimo il poeta di connessione post-ermetismo. L'Ermetismo
raggiunge l’esasperazione degli spazi bianchi e l'impossibilità d’un diretto
confronto con la realtà (autocensura o censura politica).
\ Alchimia Chimica Chemio Chimo
Alchimìa oAlchìmia cui Alchimiàre è dall’ar AL KIMIYA pietra filosofale,
svoltosi nel lat CHIMIA, cui CHIMICUS e i due percorsi ital Alchèmico,
Alchìmico, Alchemìlla o Alchimìlla (la rugiada raccolta dagli alchimisti, poi
fig “pianta erbacea” snm di Ventaglina), Alchimìsta, Alchimìstico,
Alcimizzàre, eppoi Chimichièra (nave), Chìmico con Chìmica, Chimìsmo.
Attrraverso l’ingl CHEMICAL l’ital ha adottato il pref CHEMIO o CHEMI
e CHEMO per composizioni quali Chemigrafìa, Chemiluminescènza,
Chemioautòtrofo con Chenioeteròtrofo, Chemiocettòre o Chemiorecettòre
con Chemocettòre o Chemorecettòre, Chemioelettricità, Chemiogènesi,
Chemiolitòtrofo, Chemioprevenziòne, Chemiosìntesi o Chemosìntesi,
Chemiotàssi o Chemiotassìa con Chemiotàttico e Chemiotattìsmo,
Chemioterapìa cui l’ellittico Chèmio e con Chemioteràpico,
Chemiotropìsmo o Chemotropìsmo, Chemosfèra,
Da contare ancora Chìmo “massa viscosa” dal lat CHYMUS gr KYMOS
fluido cui Chimàsi “enzima”, Chimòsi o Chimificaziòne, Chimosìna, i
composti Ecchìmosi o Ecchimòsi “versamento di fluido (sangue)” dal gr
EKKHIMOSIS (pref EK fuori), Chimotripsìna questo con Tripsìna “enzima”
da gr TRIPSIS triturazione cui Trìptico, i composti Tripsinògeno, Triptofàno
“amminoacido” (col gr PHAINO appaio).
Termine alieno Chemòsi “sorta di edema” termine fiug dal gr KHEME
conchiglia.
\ Censura Questura
Dalla rad KENS dichiarare il lat class conta CENSERE dichiarare
solennemente cui l’ital Censìre, ma anche Recensìre, con Recensiòne e
Recensòre (da non equivocare con Recenzione), che col pref RE sta per
“valutare” dal lat RECENSEO analizzare attraverso il ted REZENSIEREN;
664
nel percorso, l’ital conta ancora Cènso dal lat CENSUM elenco dei cittadini
e dei loro averi che è l’astratto di CENSERE, con Censuàle, Censuàrio,
Censuaziòne. Dal significato originale di Censìre “dichiarare” (allo scopo di
permettere una valutazione), si è semant giunti a “valutazione negativa”
delle dichiarazioni (di uno scritto, di un pronunciamento, di un'opera
artistica...), insomma a Censùra dal lat inv CENSURA relativo a CENSOR
censore cui Censuràre, Censuratòre, Censoràto, Censòre, Censòrio o
Censoriàle. Censura appare sovente snm di Cesura relativamente all’azione
del tagliare, stroncare…, se non sovrapposti nell’etim. Snm di Censore è
Catòne, a ricordo del censore romano Marco Porcio Catone (234/149 aC) cui
Catoneggiàre, Catoniàno e Catonìsmo (XIX sec). Censura può significare,
metaf o meno, silenzio, cui la locuzione Silenzio stampa. imposto da altri o
voluto dagli autori, cui ancora Autocensùra, termine adottato in Psicologia.
\ La Censura (psicologia), quando riguarda un proprio desiderio o una propria
pulsione, può verificarsi in dimensione inconscia (Autocensùra) e provocare così una
sintomatologia anche grave.\
Simile alla relazione CENSURA CENSOR l’ital conta Questùra con
Questorìno da QUAESTURA e Questòre con Questòrio da QUAESTOR,
questo nome d’agente del lat QUAERERE cercare cui Chièdere con un
obsoleto Acchièdere, ancora o Chèrere o Chièrere, con Chièsto dal Pp
regolare QUAESTUS in forma originale desiderativa, e, con i pref,
Inchièdere (IN illativo) con Inchièsta cui il neologismo giornalistico
Inchiestàre (1963) con Inchiestìsta, Richièdere con Richièsta e un obsoleto
Richèrere da RE QUAERERE; termine alieno l’omologismo Cherimòlia o
Cerimòlia “sorta di alberello” delle Anonacee di genesi maya attraverso lo
sp CHIRIMOYA. Il poercorso lat continua con Quesìto e Requisìto da un Pp
QUAESITUS ed ancora QUERI lamentarsi donde il termine Querelàre,
Quèrulo con Querulòso. Infine il nome d’azione QUAESTIO da
QUESTUARE cui Quèstua, Questuàre “cercare” (specie denaro) con
Questuànte, eppoi Questiòne con Questionamènto, Questionànte,
Questionàre, Questionàrio, Questionatòre e Questioneggiàre con le variante
in complanare Quistiòne cui Quistionàre e Quistionatòre, la loc glb ingl
Question time “tempo fissato per il dibattito”. L’estensione semant da
Questuare “chiedere, ricercare” ai compiti del Questore, nasce dal fatto che
tale figura (magistrato amministratore dell’erario nella Roma Antica) era
stata istituita per “domandare, interrogare”, allo scopo di poter sorvegliare
l’uso della cosa pubblica; oggi è il funzionario di polizia e il parlamentare
addetto al mantenimento dell’ordine in aula. In connessione il verbo lat
QUIRITARE chiedere aiuto cui Gridàre) con Grìda questo fig anche “ordine
dell’autorità” con Gridàrio “raccolta”, eppoi Gridàta, Gridàto, Gridìo, il
prefissato Sgridàre (S intensivo) con Sgridàta, la locuzione Ultimo grido
“alla moda”.
Col pref allativo AD si ha Acquirènte da ADQUAERERE svoltosi in
ADQUIRERE, questo con normale passaggio del dittongo ae in i, la cui
variante volg ACQUISITARE ha dato Acquistàre con Acquistàbile,
Acquistàto e Acquìsto, con l’iterativo Riacquistàre cui Riacquìsto. Col pref
CUM inv dal lat volg si ha CONQUISTARE cui Conquistàre e Conquìsta,
665
forma iterativa di CONQUIRERE cui Conquìdere, inc con Chiedere, e il Pp
Conquìso col Pr Conquìsi, questo svoltosi nel significato di “sconfiggereavvincere-sedurre”; con altri pref, l’ital conta Acquisìre dal Pp
ADQUISITUS di ADQUIRERE (AD allativo) cui Acquisitìvo, Acquisìto,
Acquisitòre, Acquisiziòne e Acquirènte questo dal Pp ADQUIRENS con
l’iterativo Riacquisìre, Disquisìre da DISQUIRERE investigare (pref DIS di
dispersione) snm di Discettare o Dissertare, cui Disquisiziòne, Inquìrere da
INQUIRERE indagare (pref IN illativo) cui Inquirènte dal Ppres
INQUIRENS eppoi Inquisìre dal Pp INQUISITUS cui
Inquisìbile,
Inquisitìvo, Inquisìto, Inquisitòre con Inquisitoriàle, Inquisitòrio e
Inquisiziòne con il famigerato Tribunale dell’Inquisizione, Perquisìre da
PERQUIRERE cercare con impegno cui Perquisìto, Perquisitòre e
Perquisiziòne in lat PERQUISITIO (con PER rafforzativo), Requisìre dal Pp
REQUISITUM di REQUIRERE esigere cui Requisìto, Requisitòria e
Requisiziòne eppoi Derequisìre e Derequisiziòne (doppio pref DE, adottato
agli inizi del Novecento). Dal gerundio lat volg QUAERIENDO dal class
QUAERENDO di QUAERERE cercare, l’ital ha tradotto un poetico Caèndo
o Caièdo “cercando”. Dal composto EXQUISITUS Pp di EXQUIRERE
ricercare (col pref EX vale “da cercare”), l’ital conta Squisìto, Squisitèzza,
che stanno per “ricercato e ricercatezza”, termini quindi non relativi al
gusto.
\ Cadavere squisito è una sorta di gioco ideato dai Surrealisti; consisteva nello
scrivere a turno delle frasi senza leggere i testi altrui. Ne sortiva una narrazione No
sense. Una tecnica che poi avrebbero adottato nella pittura.\
\ Suffisso ALDO
Suff sostantivante ALDO italianizzato dal franc-ted-long AUD-AUT-ALD
cui gli omologismi Aràldo dal franc ant HIRAUT già HARIWALD
burocrate militare dove HARI vale esercito, questo vrs connesso col gr
dorico KARYX araldo, eppoi Ribàldo o Rubàldo dal franc ant RIBAUD da
RIBER essere dissoluto cui HRIBA prostituta e il ted RIBAN essere in
calore, attraverso il lat medv RIBALDUS, connesso con Ribòtta “convegno
conviviale” dal franc RIBOTE introdotto da Carducci, in cui oltre ad
abbuffarsi si declama; Spavàldo dal lat PAVOR paura con pref S sottrattivo
da PAVERE avere paura cui Spavalderìa. Infine, Castàldo, e Castaldiòne,
dal long GAST ALD amministratore dei beni del sovrano, cui Castàlda (la
signora), Castaldàto “territorio”, Castalderìa (fattoria) o Castaldìa, vrs
connesso con Casta. Di Castaldia restano alcuni toponimi come una località
nel veneziano. Da HARI esercito, l’ital contava l’omologismo Arimànno
“uomo libero alle armi” con Arimannìa o Arimànnia “terra concessa a
beneficio di un singolo o dei più purché assoggettati alle armi”.
Il gr dorico conta dunque lo specifico KARYX araldo cui KARYKEION
verga simbolica degli araldi svoltosi nel lat CADUCEUM, nell’ital Caducèo
o Cadùceo con Caduceàto e il composto Caducìfero questo epiteto del dio
Mercurio, già gr Hermes (Ermète), inventore dell’alchimia e per questo il
Caduceo è il logo dell’Ordine dei medici (verga alata sulla sommità con due
serpenti attorcigliati).
666
AMICIZIA AMORE AMENO
AMICIZIA
Amicìzia, dal lat AMICITIA, connesso con il gr HAMA insieme, cui
Amìco da AMICUS (adottati dal XII sec), appartiene alla famiglia
con capostipite med AM-A amore. Dal tema, ricorrono Amicàle,
Amicàre (da non equivocare con Ammiccare), Amichèvole, questo
con suff ital di aggettivo verbale attivo EVOLE, e, col pref IN
negativo, Inimicàre, Inimicìzia e Inimìco o Nemicìzia o Nimicìzia da
Nemìco (con valore di “non amico”) con Nemicàre o Nimicàre,
Nemichèvole, eppoi Nimistà questo aferetico dal lat INIMICITAS
passato dal prvz ENEMISTAT.
Tra le due rive di S. Donà di Piave e di Musile di Piave, divise dal
ponte, fu stipulato il Patto d’Amistà, un accordo d’amicizia sociopolitico-religioso di origine medv, che viene rievocato in
manifestazione folcloristica; Amistà, infatti, sta per Amicizia
attraverso il prvz AMISTANSA da AMISTAT amicizia dal lat volg
AMICITATEM e AMICITIAM (adottato nel XIII sec) con le
varianti ital Amistàde, Amistàte, Mistà e un Amistànza con valore di
“familiarità”.
La locuzione Amico immaginario indica quell’invisibile interlocutore
tanto amato dai bambini; Steven Spielberg avrebbe fatto del suo
immaginario amico extraterrestre un film di successo, E. T. nel 1982.
La locuzione Amicizia di cappello indica una rispettosa conoscenza
che si manifesta generalmente con i saluti, poiché nella tradizione è
uso levarsi il cappello quale ossequio.
Il gr conta AETIOS col valore di amico, svoltosi nel lat AETIUS
(nome gentilizio) e nell’onomastico ital Ezio.
È interessante sapere che in aree africane, il lemma Amico derivi da
una rad che lo definisce come colui che non può essere mangiato;
due vocaboli, i cui percorsi semantici a ritroso ci riconducono
all’estrema diversità d’origine di due civiltà.
Il coronimo americano Texas deriva da un termine in lingua locale
precolombiana che sta per “amici”.
\ L’amico (il compagno, il fratello) è colui che ti accetta per quello che sei, che ama e
difende la tua diversità; altrimenti è un tuo nemico. SA\
AMORE
Per via di logica, dal lat AMOR, Amòre non è altro che l’astratto di
Amàre con l’identico rad AM-A di Amicizia, tema legato anche al
significato di puntura; non può essere coincidentale la comune
sensazione originaria per Gelosìa (GEL che punge - Ved Gelo…) e
per Amore (AM che punge). Sono entrambi sentimenti che l’uomo
aveva immediatamente classificato pungenti, l’uno indissolubile
dall'altro, Qualcuno vorrebbe che il lemma Amore sia connesso con
667
AMITH, una divinità etrusca; può essere vero, il tema, però, risale al
sct KAMA amore cui l’omologismo ind Kamasùtra, composto con
SUTRA trattato.
\ Nella Bibbia, la parola Amore appare 184 volte contro le 425 di Peccato e 495 di
Giustizia \
Il gr conta lo specifico AGAPE amore, inv in lat, cui l’ital Agapeàgape o Agàpe semantizzatosi in “Banchetto fraterno”.
Dall’onomastico fem gr Amaryllis, vrs connesso in questo percorso,
ricorrente nella poesia pastorale, l’ital conta Amarìllide o Amarìlli
“sorta di pianta erbacea” cui Amarillidàcee (la Famiglia).
Ancora, vrs una connessione con il toponimo locale Amatrice cui il
relativo Amatriciàno con l’aferetico Matriciàno e la locuzione
(ricetta) Spaghetti all’amatriciana o, meglio, Bucatini
all’amatriciana, erroneamente attestasi in “alla matriciana”, grazie
all’aferesi già dai primi del ‘900; da sottolineare che storicamente
Amatrice apparteneva all’Abruzzo, pertanto, tale piatto
apparterrebbe al ricettario di questa regione.
La connessione del sct KAMA amore con il giapponese KAMI
divino, nella visione primigenia di un linguaggio umano universale,
non appare così coincidentale, cui il glb Kamikàze questo composto
con KAZE vento.
\ Così si esprime il re poeta (indiano) Ukaf Uddaul quando celebra le bellezze della
regina di Ahmehnagara: \…\ le sue sopracciglia d’ebano hanno la forma e la potenza
dell’arco di KAMA, il Dio dell’amore \...\ Jules Verne \
In ambito indoeur, lo si ritrova nel ger HAMO-HAIM patria- casa
(l’entità da amare) rintracciabile nell’onomastica in Aimo con
Aimone e in Amerigo questo con RICK potente che, in ambito
comune indoeur, è in connessione con l’ital Ricco e questo con il
long RIHHI. L’onomastico Amilcare, invece, non ha nulla di questo
percorso, poiché è dal fenicio MELK KARTH re della città la cui
italianizzazione ha imposto la protesi della vocale A, storicamente
associato ad Annibale questo da HANAN BAAL salutare signore
(che dispensa grazia – grazia del dio Baal), vrs connesso con l’ebr
HANNAH aggraziata cui l’onomastico Anna e Anita.
Attraverso lo slavo l’tal conta l’onomastico Liuba “amore”, stessa
rad del toponimo Lubiana, in sloveno Ljubljana, la città rifondata
sull’antica Emona, in origine illirica, occupata poi dai Taurisci; oggi
è la capitale, dopo la scissione della Iugoslavia, della repubblica di
Slovenia.
\ Il termine AMISH identifica una comunità cristiana protestante, in ted AMISCHEN,
oggi presente negli USA e nel Canada, è una diramazione della setta svizzera
Anabattista dei Mennoniti. Sorta nel XVII sec durante la Controriforma, fondata da
Jacob Amman, agli adepti, oltre al rifiuto “tecnologico” del telefono e
dell’automobile, la fede impone la rinuncia alla guerra, alla violenza. Non accettano il
668
battesimo da bambini ed ogni assistenza governativa. Si esprimono con un dialetto
misto ingl-ted chiamato Pennsylvania Dutch. L’esistenza di questa collettività è
entrata tragicamente nella cronaca mondiale nei primi giorni del mese di ottobre 2006,
quando il camionista Charles Carl Roberts s’è introdotto nella scuola del loro villaggio
di Nichel Mines ad un centinaio di chilometri da Filadelfia, massacrando tre alunne e
ferendone gravemente tante altre con arma da fuoco. \
In altro spazio e tempo, però, gli egiziani adoravano AMON, il dio
prìncipe demiurgo solare AMON-RA, divinità dinastica dei faraoni. I
latini assunsero a divinità le AMADRIADI (ninfe degli alberi),
AMORE (Eros o Cupido) nato dall’accopiamento della dea Povertà
col dio Espediente, tutti pregni di sentimenti positivi. È interessante
l’avventura d’andare a cercare quante di queste denominazioni siano
derivate dal tema med AM-A amicizia, amore, amico o quale l’abbia
provocato.
Dal tema Amare-Amore, sono derivati Amàbile con Amabilità,
l’onomastico Amando dal gerundio lat AMANDUS, Amànza dal
prvz AMANSA (donna) amata con l’aferetico Mànza, l’onomastico
Amedeo dal lat AMADEUS (che ama Dio), Amàbile, Amoreggiàre
con Amoreggiamènto, Amorevolèzza, Amoròso, il Pp aggettivato e
sostantivato Amànte omn di Amante “correggia”, Amatòre o
Amadòre, Amàsio (amante in senso cattivo) e l’esot Amateur
(dilettante); da non equivocare con i termini Amorale, Amoralismo e
Amoralità questi relativi a Morale con A privativo.
L’ingl conta LOVE amore cui la locuzione glb Latin lover “amante
latino”.
Il percorso prosegue con i prefissati Disamoramènto con Disamoràre
e Disamòre, Innamoramènto e Innamoràre, un dimenticato ma
poetico Redamàre inv dal lat REDAMARE col pref RED reiterativo
che vale “amare ed essere ricambiato”. Amàro dovrebbe essere
pervenuto dall’identica rad AM-A cui il tema med AMA, poiché i
nostri padri, oltre al pungere, avevano aggiunto amarezza al
sentimento d’amore e avevano compreso l’amarezza delle delusioni
d’amore e della nostalgia di una persona amata lontana. La
connessione tra Amaro ed Amare si potrebbe meglio seguirla
ricordando il termine Avaro (avido) in connessione con Avere;
quindi Amaro dovrebbe essere partito da Amore transitato da un
Amere.
Bìtter dall’ol BITTER amaro, attraverso l’ingl invariato, è l’esotismo
omologato in italiano dopo il 1961, anno dell’unità italiana.
Nel percorso di Amaro l’ital conta Amareggiàre con Amareggiàto e
Amareggiamènto, Amarèzza e Amaricàre cui Amaricànte dal lat
volg AMARICARE rendere amaro donde il prefissato Rammaricàre
con Rammàrico, le varianti Rammarcàre con Rammàrco, cui
669
Rammaricaziòne, Rammarichèvole e Rammarichìo; eppoi
Amaritùdine, Amarògnolo (vedi Azzurrognolo), Amaròre dal lat
AMAROR questo nome d’agente, Amarulènto, Amarùme (suff
UME collettivo-peggiorativo). Ancora, Amaràsca e Amaràsco con
suff med ASCA rintracciabile nel ligure cui Maràsco e Maràsca
“sorta di ciliegio-ciliegia” snm di Visciolina, e Maraschìno
“l’estratto liquoroso” con aferesi della A; Amaràco, questo vrs
variante di Maggioràna, già Maioràna, dal gr AMARAKON “erba
aromatica” che la credenza popolare ritiene capace di allontanare le
malattie. Infine, Amarèna o Marèna, Marèno, Amàro quale digestivo
alcolico a base di erbe amare, Amarètto cui la locuzione Amaretti di
Saronno, il prefissato Inamarìre con IN illativo.
Certamente pseudoetim è Amarànto dal gr MARANTOS dal
MARAINO appassisco col pref A privativo e vale “che non
appassisce”, cui Amarantàcee, Amarantìno.
Il gr conta lo specifico PIKROS amaro cui Pìcrico, Picrìdio, Picrìna
e Pricamàto o Picrammàto.
\ Odio
Avverso all’Amore è stato adottato l’Odio. Odio-òdio è dal lat ODIUM
astratto di ODI io odio da rad OD (omn di OD odorare) questa rintracciabile
in area arm e in quella osco-umbra, addirittura celt e ger, in KOD; in
percorso, il denm Odiàre, l’aggettivo Odiòso. La rad OD è troppo forte per il
suo sottintendere “desiderare la morte” 1; va meglio con il gr MISOS
assimilato a odio, ma che non sottintende in maniera assoluta il desiderio di
morte, cui il pref MISO per composizioni quali Misogàllo “avverso ai Galli”
(nome celtico per Francesi), Misogamìa “avverso al matrimonio” (col gr
GAMEO sposo), Misoginìa o Misoginìsmo con Misògino “avverso alle
donne” (col gr GYNE donna), Misologìa “avverso al discorsivo” (col gr
LOGOS discorso) Misoneìsmo con Misoneìsta e Misoneìstico“contrario alle
innovazioni” (col gr NEOS nuovo). Da non equivocare con i composti dal gr
MYSOS sporcizia, cui Misofobìa e Misòfobo “paura morbosa della
sporcizia” snm di Rupofobìa con Automysofobìa “paura di essere
sporco” e Autodysomofobìa “paura di emanare cattivo odore”; altro
termine alieno è il sostantivo Mìso “pasta fermentata a base di soia”,
omologismo di genesi giapponese.
In una attestazione non più di sentimento negativo, ma di sensazione, dal lat
volg IN ODIARE avere in uggia, il prvz ha tratto ENOJAR con ENOJA cui
l’ital Noiàre con Nòia, Noiamènto, e Noiòso con Noiosità, il prefissato in
complanare Annoiàre con Annoiàto.
Esiste il rad DWEI-S cui un arcaico DWEISOS svoltosi nel sct DVESTI
odia, nel gr DEDEI teme, nel lat DIRUS e, infine, nell’ital Dìro che vale “di
cattivo augurio” col quale è forse connesso, ma non accertato, il suff del
composto Dirofilària (con FILUM filo), un parassita.
Il rad OD, cui il lat ODISSE, oltre a Odiare avrebbe quindi generato Uggiaùggia (noia oziosa), Uggiolìna, Uggiòso con Uggiosità e Uggìre (da non
670
equivocare col percorso di Uggiolare) cui il prefissato Aduggiàre con
Aduggiamènto, con le varianti diversamente semantizzate Uzza-ùzza (brezza
fresca) e Uzzolo-ùzzolo cui Inuzzolìre col pref IN illativo; l’associazione è
vrs, in quanto il non far niente induce a godere il fresco della brezza. Resta
l’antichissima connessione etim di Odorare con Odiare; probabilmente dalla
sperduta proprietà olfattiva per cui, come i cani, gli animali in generale, si
riesce a discriminare l’amico o il nemico. Il Pp lat di ODISSE è OSUS, per
cui è pervenuto l’aggettivo Esòso da EXOSUS odioso con pref EX
intensivo. L’omn Esòso o Esòsio, termine chimico, è la composizione di
ESA dal gr HEKS sei col suff OSIO “carboidrato” tratto da Glucosio
attraverso il franc GLYCOISE, così come la molecola monosaccaride
Pentòsio o Pentòso col gr PENTE cinque.
1
Odiare è un termine “forte”, da usare con prudenza nella quotidianità, anzi meglio
per niente, per il suo sottinteso “desiderare la morte altrui”. Il verbo, guarda caso, s’è
diffuso a livello popolare, al posto di Nutrire rancore, risentimento, dalle aree dove
esiste il problema storico della malavita organizzata; qui in compagnia col termine
Onore, questo ancora in olezzo di morte, poiché una falsa logica di salvaguardia, cui
la locuzione Salvare l’onore, spinge l’ingiuriato, reale o sedicente che sia, ad
uccidere.
\ *Odissea Iliade
Il mitologico poema omerico Odissea, che può essere equivocato in
connessione con il gr OIDE da AIDO canto cui il lat-ital ODE-Ode, o con il
gr HODOS strada (fig viaggio) è invece legato al rad OD di ODISSE donde
l’eponimo ODYSSEUS svoltosi nel lat ULIXES l’adirato-colui che odia. Il
significato “di morte” della rad OD odiare appare in tutta la sua chiarezza
nell’episodio della strage dei Proci. C’è dell’altro: si potrebbe affermare che
il costume di uccidere il rivale in amore, o in altro, si sia avviato da quel
tragico libro dell’Odissea, in realtà era una tradizione, una norma già
acquisita dagli uomini.
Secondo altre analisi etim, piuttosto, Ulisse sarebbe la composizione lat di
OULOS crespo-ferita (pelle crespa) e ISCHEA coscia, dall’episodio
dell’eroe ferito ad una coscia dalle zanne di un cinghiale durante una caccia,
di cui sarebbe rimasta la famosa cicatrice perenne che lo avrebbe fatto
riconoscere dalla nutrice, malgrado avesse voluto mantenere l’anonimato
prima della vendetta contro i Proci. Il termine lat ISCHEA è dal gr
ISCHION anca cui il percorso ital Ischia-ìschia (da non equivocare con
Ischia “isoletta” da un arcaico dim di INSULA isola) o Eschia-èschia,
Ischio-ìschio, Ischiàtica con Ischiàtico e il composto Ischialgìa con
Ischiàlgico; non connesso con Ischemìa, Ischèmico e Ischemizzàre, tutti
derivati dal gr ISCHEIN trattenere cui fig ISCHAIMOS emostatico,
attraverso il lat ISCHAEMONEM.
L’ital conta il termine fig Odissèa “viaggio avventuroso” in riferimento alle
peregrinazioni di Ulisse e da questo Ulìsside o Ulissìde “viaggiatore
avventuroso”, il noto film “2001 Odissea nello spazio” tra i più riusciti di
fantascienza, ispirato al racconto “La sentinella” di Arthur C. Clarke
(1917/2008). L’onomastico del supposto ma famoso autore dell’Odissea e
dell’Iliade (questo il poema che narra la guerra di Ilio ovvero di Troia, cui
l’agg Ilìaco, omn di Iliaco da Ileo-ìleo), è Omero questo dal gr OMEROS
671
ostaggio, erroneamente tradotto dalla locuzione gr O ME ORON non
vedente; in percorso, Omèrico e Omerìsta. L’onomastica ital conta Omero e
Ulisse.
I fatti cantati nei due poemi, Iliade e Odissea, si sarebbero svolti
storicamente intorno al 1200 aC, il primo sarebbe stato composto nel 730 aC
e il secondo nel 680 aC, con un divario di cinquanta anni, troppi per avere
avuto un unico autore. Le iconografie vascolari delle rispettive gesta,
appaiono infatti a mezzo secolo le une dalle altre. Ci sarebbe poi la seconda
riflessione che confermerebbe una distinzione fra gli autori; mentre il primo
poema, l’Iliade, è composto nella tradizionale, ordinata cronologia storica, il
secondo, l’Odissea, s’articola con una peculiarità originale, attraverso le
interruzioni dei flashback, da allora sempre attuale nella narrativa. Omero,
quindi, padre e figlio come i Dumas, o semplicemente il cantastorie che ne
avrebbe raccolto le narrazioni tramandate per divulgarle qua e là per la
Grecia.
Da recenti ricerche, sembra veritiera l’ecclisse di sole riportata nel 20° libro
dell’Odissea, esattamente il 16 aprile del 1178 aC; l’accertamento di questa
data comporta una più corretta cronologia relativa alla caduta di Troia. Nel
contesto allegorico dell’Odissea, l’ecclisse rappresenterebbe lo scenario
della discesa nel Regno dei morti dei Proci massacrati.
\ Erotismo Eroismo
Dalla divinità gr dell’amore EROS, l’ital ha tratto il percorso di Erògeno,
l’inv Eros-èros (in psicanalisi), Eroticità, Eròtico, Erotìsmo, Erotizzàre,
Erotizzaziòne, l’onomastico sempre ricorrente Eros… il pref EROTO in
composizioni quali Erotofobìa “avversione per gli atti sessuali o nel
trattarne le questioni”, Erotògeno, Erotologìa con Erotòlogo, Erotòmane
con Erotomanìa.
Da non equivocare con il percorso dal gr HEROS, cui Eròe, Eroicità con un
obsoleto Eroicherìa, Eroicizzàre, Eròico, Eroicòmico (parodia),
Eroicosatìrico, Eroìna (eroe al fem) dal lat HEROINE, Eroìsmo, Eròo quale
ellissi della locuzione gr HEROION METRON metro eroico, ovvero
esametro in poesia; eppoi l’omn fig Eroìna (da Eroe col suff chimico INA)
per la sua azione euforizzante, una droga alcaloide da morfina, cui
Eroinòmane e Eroinomanìa.
\ Nostalgia
Nostalgìa è dal gr NOSTOS ritorno, cui Nostàlgico e Nostalgìsmo, col suff
ALGIA dal gr ALGOS ALGESIS dolore, cui Algìa, rintracciabile in
molteplici lemmi di pertinenza medica come Coxalgia (con il lat COXA
coscia-anca), Nevralgìa con Nevràlgico dal gr NEURON nervo. ALGOS lo
ritroviamo ancora in termini derivati o in composizione come pref ALGO,
addattato in ital, quali Algesìa con Analgesìa e Analgèsico (pref gr AN
negativo), Algesimetrìa o Algometrìa con Algòmetro, Algofobìa “paura del
dolore”, Algògeno, Algolagnìa questo col gr LAGNEIA libidine che non è
l’etim di Lagnare, eppoi Algofilìa, Algofobìa, Algologìa questo snm di
Algologia da Alga con i propri derivati Algològico e Algòlogo, eppoi
Algomenorrèa con Algomenorròica.
Il verbo Algere-àlgere deriva dal lat ALGERE aver freddo, ma pare che sia
672
avvenuta un’assimilazione con aver dolore, comunque entrambi i percorsi
dovrebbero avere l’identico rad; questo percorso conta Algènte dal Ppres
ALGENS o Algido-àlgido da ALGIDUS e Algòre dal ALGOR.
Il lemma composto Algorìtmo o Algorìsmo, con Algorìtmico è fuori
percorso, termine occidentalizato (omologismo) derivato dal nome del
matematico ar al-Khuwarizmi (IX sec), cui il glb ingl Algol-àlgol tratto dalla
locuzione ALGORITHMIC LANGUAGE “linguaggio algoritmico”.
AMENO
Dal lat AMOENUS, Amèno (adottato dal VI sec) è legato ad
AMARE con un processo semantico particolare: ciò che è ameno è
“da preferire-da amare”; rintracciabile, in locuzione, nei luoghi
comuni quali Luogo ameno, Lettura amena, Persona amena e simili.
Il sostantivo è Amenità.
SETTE SETTA ASETTICO
SETTE 7
Il cardinale Sètte è dal lat SEPTEM, attestatosi nelle aree celt,
indoiran, armena, già gr HEPTA, di tema indoeur SEPTM e che
riappare nelle aree baltica, slava, alb, itt, ger (ted. SIEBEN).
Da SEPTO è stato coniato il pref matematico ZETTA col simbolo Z
che vale la settima potenza di 103 ; da non equivocare con Zettatùra
di etim ignota che inella tessitura ndica l’avvolgimento con linee
ondulate.
Dal tema gr HEPTA l’ital conta il pref EPTA adattao ETTA per
composizioni quali Epatcòrdo o Ettacòrdo col gr KHORDE corda,
Eptaèdro con Eptaèdrico o Ettaèdro e Ettaèdrico col gr HEDRA
base, Eptafonìa con Eptafònico o Eptatònico, Eptagonàle o
Ettagonàle col gr GONON angolo, Eptàno, Eptasìllabo snm di
Settenario, il chimico Eptavalènte con Eptavalènza, Eptodo-èptodo o
Ettodo-èttodo in composizione ellittica con Elettrodo “sette elettrodi;
infine Eptemìmera “sette mezze parti”, o Eftemìmera o Eftemìmere,
composto con EPTA ma in metaplasmo EFTA, con HEMI semi-metà
e MEROS parte.
Dal tema lat-ital SEPTEM-Sette, l’tal conta derivati e composti col
pref in adattamento fonetico SETTE-SETTI con un raro ZEPTO
questo con valore di “moltiplicare per 10-21”; Settenàrio snm di
Eptasillabo, Settennàle, Settennàto, Settènne e Settènnio sono
composti con un suff tratto da Anno, Settemviràto o Settenviràto
(potere di sette uomini) con Settemviro o Settènviro, Settilùstre (sette
lustri, che valgono 35 anni), Settimanìle da SEPTIMANILIS
quotidiano, Settimìno, l’ordinale Sèttimo da SEPTIMUS,
Settimònzio (collettivo dal lat SEPTIMONTIUM vale sette monti),
Setterème che è l’antica e grossa nave, greca e romana, a sette ordini
673
di remi, Setticlàvio è un termine del lessico musicale. Sette Sorelle
era la locuzione preferita da Enrico Mattei, un po’ sul ricalco di
“fratellanza”, per intendere il grande potere che possedevano le sette
compagnie petrolifere mondiali. Settebèllo è una particolare carta nel
gioco della scopa e Sette e mezzo un gioco di carte.
Settimàna, dal lat SEPTIMANA “che raggiunge il numero di sette
(giorni)”, cui Settimanàle con Settimalizzàre e Settimanalmènte, ha
indotto il termine Settimanalìsta (chi partecipa ad un incontro di
studi religiosi o laici che durino appunto una settimana) e, in
locuzione, Settimana Bianca (vacanza sciistica) e Settimana Rosa
(vacanza sessuale). In complanare con il corrente lat Settimana e
Settimanale, l’ital conta Ebdòmada “settimana” con Ebdomadàrio o
Eddomadàrio “settimanale” dal gr-lat HEBDOMAS numero sette
connesso con HEPTA, cui Edima-èdima o l’aferetico Dìma con
valore di Settimana cui la locuzione Mezz’edima “a metà settimana”
e quindi Mercoledì.
Settentriòne, cui Settentrionàle, dal lat SEPTENTRIO questo reso
sing dall’originale plur SEPTENTRIONES sette buoi, ossia l’ant
nome dell’Orsa Maggiore in direzione Nord; il particolare suff
TRIO, infatti, sta quale derivato dal verbo TERERE battere-sfregare
che in forma fig assume il significato di vangare, arare e quindi
estesosi in bue.
In complanare Artico-àrtico dal gr ARKTIKOS “appartenente
all’emisfero dell’Orsa” ovvero settentrionale e Antàrtico dal gr
ANTARKTIKOS, lat ANTARTICUS (pref ANTI opposto) “opposto
all’emisfero dell’Orsa (al settentrione)”, cui i continenti Artide-àrtide
e Antàrtide, questo, quale deserto, è considerato il più vasto al
mondo.
Settentrionalismo è quel settore della politica in ambito ital che tende
a favorire il progresso industriale ed economico al Nord. Con
l’annessione del Sud, da parte dei Savoia e di tutti gli unionisti, la
politica settentrionalistica è stata oltremodo vincente, tant'è che al
Sud è nato il Meridionalismo, allo scopo di riequilibrare il paese.
Settèmbre, dal lat (MENSIS) SEPTEM-BER, era il settimo mese del
calendario romano arcaico; nel moderno è il nono, ma gli è stato
mantenuto l’antico ordinale. Derivato da SEPT(UMOM)ENS-RI che
appartiene al settimo mese. Oltre all’aggetivo Settembrìno, l’ital
conta un raro Settembrìa. Dopo Settembre, c’è ancora Ottòbre
(OCTO-BER) cui Ottobràta e Ottobrìno, Novèmbre (NOVEM-BER)
con Novembrìno e Dicèmbre (DECEM-BER) con Dicembrìno in
complanare con Decèmbre, Decembrìno e Decembriàta, a
rammentarci la loro antica posizione nel calendario.
674
Settembre Nero è storicamente l’ala clandestina terroristica
dell’organizzazione paramilitare palestinese araba Al Fatah.
In riferimento al numero cardinale Settànta, dal lat SEPTUAGINTA,
l’ital ha ricalcato Settuagenàrio e Settuagèsimo.
\ Sette è un numero ricorrente nella storia dell’uomo; oltre ai colori dell’arcobaleno
(arancio, azzurro, giallo, indaco, rosso, verde, violetto), alle lettere dei numeri romani
(C D I L M V X), alle meraviglie del mondo, alle note musicali, ai peccati capitali, ai
sacramenti (Battesimo, Cresima, Eucaristia, Ordine, Matrimonio, Penitenza, Unzione),
ai puntini delle coccinelle e tante altre cose, Sette sono le regioni italiane che
s’affacciano sull’Adriatico (Friuli, Veneto, Romagna, Marche, Abruzzo, Molise,
Puglia), sette sono i mari (Antartico, Artico, Atlantico settentrionale e meridionale,
Indiano, Pacifico settentrionale e meridionale).\
\ da Semplice a Decuplo e Dubbio
Nel ricalco di Semplice, e in sequenza, l’ital conta Dùplice da DUPLEX due
volte col denm DUPLICARE con PLICARE piegare cui Duplicàre con
Duplicatùra e Duplicaziòne, eppoi Reduplicàre con Reduplicatìvo e
Reduplicaziòne (pref RE ripetitivo).
Dòppio dal lat DUPLUS cui Dùplo con il denm DUPLARE cui Doppiàre
con Doppiàggio, Doppière “sorta di candelabro a due braccia”, Raddoppiàre
(doppio pref RAD) con Raddoppiamènto, Raddoppiàto, Raddoppiatùra e
Raddòppio, Doppiètta (per accezione, arma) e Sdoppiàre. DUPLUS è dal gr
DIPLOOS foglio piegato in due cui i derivati Diplòma, Diplomazìa,
Diplomàtico cui la locuzione Corpo diplomatico che ha la sua targa
automobilistica in CD per gli addetti all’ambasciata.
Il prefissato Anadiplòsi (pref gr ANA di nuovo), una figura retorica che
vuole una o più parole di un primo enunciato (verso) in ripetizione all’inizio
del successivo, in concorrenza con Epanadiplòsi (doppio pref EPI sopra) che
indica l’iniziare ed il terminare un verso con l’identica parola.
Eppoi il composto Duplolìsta e il pref DIPLO in termini quali Diplofobìa
“paura di vedere doppio”, Diplopìa col gr OPS OPOS occhio, Diplopòree
con il gr POROS cavità-passaggio cui Pòro con Poraziòne, Poròso cui
Porosità e i composti Polìporo (Genere di funghi, col pref POLYS molti) cui
Poliporàcee (la Famiglia),
il botanico Poricìda, Porìferi (sorta di
invertebrati) e Poròforo (entrambi con il lat FERE portare), eppoi il plur
Nullipore (con il lat NULLUS e POROS) “sorta di alga rossa fossile cui
Nullipòrico”.
Attraverso il genovese Dùglia “doppia” in terminologia marinaresca, l’ital
conta Dugliàre col prefissato Addugliàre (AD allativo).
Nel percorso di Duplice, troviamo Dùbbio da DUBIUS da DUO due, devb
dal lat DUBARE, cui Dottàre, Dottànza e Dottòso attraverso il prvz
DOPTAR, eppoi Dubbiòso, Dubitàre dal lat medv DUBITARE cui
Dubitànza e Dubitatìvo, composto di DU due e da un suff di ricostruzione
come in Doppio e Duplo... il percorso dal provz DOPTAR conta ancora una
serie lemmatica desueta da Dòtta “timore-dubbio” (omn di Dotta da
DUCERE e Dotta “tempo”) cui Dottàre questo attraverso il lat DUBITARE
con Dottàbile, Dottàggio, Dottànza e Dottèvole.
La locuzione Tempesta del dubbio indica nella storiografia una crisi relativa
675
al Risorgimento che aveva colto Giuseppe Mazzini.
Trìplice da TRIPLEX tre volte cui Triplicàre. Nel percorso di Triplice,
troviamo Tripùdio, donde il denm Tripudiàre, termini che non solo hanno in
comune il pref TRI che vale Tre dal gr TREIS tre, ma sono correlati
reciprocamente dal fatto che il Tripudio si svolgeva attorno al Tripode. Il
Tripudio era una danza ritmica a tre tempi, prerogativa dei sacerdoti Salii
dell’antica Roma.
Quadrùplice da QUADRUPLEX cui Quadruplicàre, Quadruplicatàre,
Quadruplicaziòne e Quàdruplo, da non equivocare con Quadripòlo o
Quadrupòlo, termini per elettronica, composti con Polo, cui Quadripolàre o
Quadrupolàre; eppoi i correlativi Quintùplice con Quìntuplo e Quintuplicàre,
Sestùplice con Sèstuplo, Settèmplice con Sèttuplo dal lat SEPTUPLUS,
Ottùplice con Ottuplo-òttuplo e Ottuplicàre con Ottuplicàto , Nònuplo,
Dècuplo con Decuplicàre e Decuplicàto, Centùplice con Cèntuplo,
Centuplicàre e Centuplicàto col rispettivo valore di svolgere-svolto cinque,
sei, sette, otto, nove dieci, cento volte. Ancora, Moltèplice o Moltìplice e
Multìplice con Mùltiplo, infine Ultrasèmplice.
\ da Basso a Violino
Setticlavio indica un insieme delle sette chiavi in estensione vocale: Basso,
Baritono, Tenore, Contralto, Mezzosoprano, Soprano, Violino. Basso (Ved
Prefisso AD in Apparire…). Barìtono deriva dalla composizione gr BARYTONOS, di cui BARYS grave, e sta quindi per tono intermedio tra tenore e
basso. Tenòre è dal lat TENOR, dal verbo TENERE ed indica chi tiene la
melodia principale. Sopràno, con Sopranìle e il composto Mezzosopràno,
lemma di genere mas, anche se riferito esclusivamente alle cantanti, deriva
dal lat volg SUPERANUS ed indica la voce più acuta, alta; Sopranìsta, o
Controtenòre, indica invece un uomo dalla voce di soprano, in auge ai tempi
quando alle donne era vietato porre piede sulle scene.
In onore di N. Melba, un noto soprano australiano (1861/1931), è stato
coniato il lemma Mèlba ”sorta di uccello dei Ploceidi” ed anche “sciroppo”
cui un raro aggettivo in locuzione quale Pesche melba.
Il termine Sopràno è semant l’opposto di Sottano che sta sotto. Violìno è il
dim del prvz VIOLA “strumento musicale” cui Viòla con un desueto
Vivuòla, Violoncèllo e Violòne, Violinìsta, che nulla avrebbe etim del fiore
(Ved Garofano… Viola in Rosa…), a meno che non ci sia una correlazione
fig-poetica; sorta di Viola è la Ribèca o Ribèba o ancora Ribèca (dal XIV
sec), omologismo dall’ar RABAB attraverso il prvz REBEC.
Fìdula era uno strumento medievale, antenato del violino, il cui lemma
sarebbe un incrocio di Viola con il lat FIDES lira-cetra.
\ Le Sette Meraviglie
La notizia che alcuni archeologi avrebbero ritrovato nel 1995 i resti del Faro
di Alessandria, una delle Sette Meraviglie del mondo (Antico) distrutto nel
1300 da un rovinoso sisma, ha incuriosito a conoscere quali fossero: il
Colosso di Rodi, il Faro di Alessandria, i Giardini Pensili di Babilonia, il
Mausoleo di Alicarnasso, le Piramidi d’Egitto (Giza) questa l’unica
superstite tra le meraviglie, la Statua di Zeus ad Olimpia (città madre dei
giochi) scolpita da Fidia, il Tempio di Diana ad Efeso.
676
Il lemma Fàro deriva giusto dall’isolotto di Faro dove era situato il faro di
Alessandria d’Egitto. Poi, dall’inc gr di PHAROS faro con PHANOS
lanterna connesso con gr PHAUSIS splendore, fu coniato il termine Falò
con Falòtico, questo con suffisso su modello di Zotico; la mutazione di n in l
s’è attestata per preferenze locali (pisana).
In versione volg mer si ha Fanoje direttamente derivato dal gr PHANOS, che
vale Falò quale proseguo dei riti pagani, attizzato nelle vigilie delle feste
cristiane.
\ S’ironizza definendo “ottava meraviglia” qualcosa che si vuole sia considerata
immeritatamente geniale. In verità, non è certo facile, nel mondo contemporaneo, così
intriso di propriocentrismo, tentare un ritocco d’aggiornamento alla classifica; ogni
nazione, ogni comunità, ne vanterebbe una. Si potrebbe cominciare a proporre
(sempre in ordine alfabetico) l’Armata Cinese di terracotta, l’Isola di Pasqua, la
Muraglia Cinese, la Spelonca dell’Arcangelo Michele sul Gargano, la Statua della
Libertà questa definita per intero Statua della libertà che illumina il mondo, Torre di
Pisa, Venezia... naturalmente includendo la superstite (Piramidi egiziane) tra le
tradizionali. Il quotidiano Usa today aggiungerebbe le Barriere Corallifere, le Gole
sul Fiume Azzurro, il Quartiere Medioevale del Cairo e Macao, quest’ultima, colonia
fondata dai portoghesi nel 1557, è tornata alla Cina (Pechino) con il nuovo millennio,
il 20 dicembre del 1999. L’inglese Rough Guides del 2007 incorporerebbe ancora il
complesso dei templi di Angkor Wat in Cambogia, la Cappella Sistina di San Pietro
in Roma, le Cascate Victoria tra lo Zambia e Zimbawe in Africa, il Gran Canyon in
Arizona (USA), il ghiacciaio Perito Moreno in Patagonia (Argentina), la Sagrada
Familia di Gaudì a Barcellona, il Taj Mahal a Jaipur (India). Occorre però decidersi
ad accettare la distinzione tra le meraviglie quali opra della natura, vedi le Cascate
Victoria, e le meraviglie opra dell’uomo, queste rispecchianti l’antica tradizione.\
SETTA
Sètta, dal lat SECTA devb da SECTARI, che è l’intensivo di SEQUI
seguire. SEQUI, con lenizione sett in SEGUI, deriva dalla rad
indoeur SEK(W) seguire mentalmente successivamente concretatosi
in seguire visivamente. Derivati: Settàrio, Settarìsmo, i cui membri
Settàri (snm letterario Settatòri) sono coloro che ne seguono gli
ordini. A differenza del più palese ubbidire, seguire gli ordini di una
setta implicita semant in gran segreto. Il termine Setta, per la sua
indole particolaristica è situabile in opposizione ad una chiesa
onnipresente ed universale.
Nel percorso semantico di SEQUI l’ital conta gli espliciti Sequèla
con un glb ingl Sequel, Sequènte ancora dal Ppres SEQUENS di
SEQUI ma attraverso l’ingl SEQUENT, poi Sequènza già Seguènza,
questo termine per accezione “canto liturgico” cui Sequenziàle,
eppoi l’omn-sinm Sequènza “serie ordinata” attraverso il franc
SEQUENCE cui Sequenziàle Sequenziàre, Sequenziàle e
Sequenzialità, Sequenziamènto, Sequenziatòre e Sequenziaziòne, col
pref EX durativo ridotto foneticamente in E conta Esèquie (difettivo
di singolare) questo per accezione “il seguire un funerale per
accompagnamento” cui Esequiàle; fuori percorso Sequòia, questo dal
nome proprio di persona Sequoiah (1760-1843), il “civilizzatore” dei
677
pellerossa Cherokee.
Il percorso prosegue ancora di massima mutando la q in c, come già
in lat nella loc ancora corrente CONSECUTIO TEMPORUM
correlazione dei tempi, quali Consecutìvo dal lat medv
CONSECUTIVUS
con
Consecutivamènte,
Consecutivìsta,
Consecuziòne da CONSECUTIO CONSECUTIONIS da
CONSEQUI, Consequènte, Consequènza, Consequènzia e
Consequenziàrio, Consecuziòne (pref CUM SEQUI) eppoi
Sussecutìvo da SUB SECTUS questo Pp di SEQUI. Esecutàre con
Esecutìvo e Esecutività, Esecutòre, Esecutòrio con Esecutorietà ed
Esecuziòne (pref EX SEQUI). Prosecuziòne (da Pro SEQUI); la
locuzione Esecuzione sommaria è snm di Linciàggio questo, con
Linciàre, termine ispirato a W. Linch (1742 \ 1820) che fece
approvare in Virginia la legge che autorizzava a farne uso.
Estrìnseco con Intrìnseco (pref EX e IN) sono i prefissati con
l’avverbio SECUS altrimenti questo nel senso “che segue (in altro
modo)”, come ancora Sequèstro dal lat SEQUESTRUM deposito
verso terzi di un oggetto conteso da SEQUESTER depositario
coniato nel XVI sec dall’avverbio SECUS cui il denm Sequestràre
con Sequestràbile, Sequestrabilità, Sequestrànte, Sequestratàrio,
Sequestràto e Sequestratòre con il prefissato Dissequèstro cui
Dissequestràre.
Da SEQUI deriva inoltre l’ordinale Secòndo, cui il Secòndo
temporale dalla locuzione Minuto secondo, da SECUNDUS, questo
da un suo Ppres, sia aggettivo sia preposizione, cui Assecondàre,
Secondàre, Secondàrio e in composizione come Secondogènito;
l’onomastica conta Secondo dal lat SECUNDUS nel senso “il
secondo dei figli nati (secondogenito)” in sequenza onomastica con
Primo da PRIMUS, Quinto da QUINTUS, Ottavio da OCTAVUS...
Sìsto, invece, che non appartiene al numero progressivo delle
nascite, è dal ger SIGIST vittorioso (guerriero) da SIGU vittoria.
Il gr conta DEUTEROS che vale l’ordinale Secondo cui Deutèrio
che, come il lat Secondo, appare in onomastica, il pref DEUTERO
secondo cui Deuteragonìsta “secondo attore” in correlazione con
Protagonista e Antagonista, i biblici Deuterocanònico e
Deuteronòmio questo “seconda legge”, utilizzato anche in
composizioni per terminologia scientifica quali Deutorolichèni
(Classe di licheni), Deuteromicèti (Classe di funghi), Deuteropatìa,
Deuteròstomi (Raggruppamento di invertebrati, col gr STOMA
bocca), eppoi fig il chimico Deutèrio (isotopo) con Deuteràre,
Deuteràto, Deuteraziòne, Deutòne (con Elettrone).
Nel percorso semantico di SEQUI lenito in SEGUI, l’ital conta
678
Seguàce da SEQUAX SEQUACIS, Seguidìlla inv dallo sp questo
dal lenito SEGUIR con le varianti Seguidìglia o Seghidìgli e
Seghedìglia, eppoi Seguìre con Seguènte, Seguènza, Seguimènto,
Segùgio dal già lenito SEGUSIUM con probabile sovrapposizione di
un termine celt, Seguitòre eppoi Sèguito con Seguitamènte,
Seguitàre, Segutàbile, Seguitamènto e Seguitatòre e, con i vari pref,
Conseguìre con Conseguènte, Conseguènza, e Conseguenziàrio,
Eseguìre con Eseguìbile, Eseguibilità e Eseguimènto, Inseguìre con
Inseguimènto e Inseguitòre, Perseguìre con Perseguìbile e
Perseguimènto, Perseguitàre con Perseguitàto e Perseguitatòre,
Proseguìre con Proseguimènto e Prosèguo, Susseguìre con
Susseguènte, questo con la variante Sussequènte, e
Susseguentemènte. La mutazione non assoluta della q iniziale di
SEQUI in c e in g, ha pertanto condotto a termini con attestatazioni
variagate e sovente fonte di perplessità nel parlare e nello scrivere.
In ambito aeroportuale la locuzione glb ingl Follow me vale
“Seguimi (segui me)” ed è ben visibile nel retro di una apposito
mezzo che i velivoli seguono per dirigersi al parcheggio; il termine si
rintraccia ancora nella locuzione glb Follow up col valore di
“assistenza” in campo didattico, commerciale e medico, dove con la
preposizione UP sopra può essere tradotta in “supervisione”.
L’ital adotta un esot polisemantico Suite “seguito-composizione
strumentale-appartamento d’albergo-un insiemistica di programmi
per computer” dal franc SUITE Pp di SUIVRE seguire.
Fuori persorso Segusìno che è il demotico relativo a Susa (Torino)
già toponimo lat medv Segusiam dal class Segusium.
Proseguire ha il suo snm in Continuàre, questo inv dal lat
CONTINUARE denm da CONTINUUS, cui Contìnuo in percorso
con Continuànza, Continuatìvo, Continuaziòne, Continuità.
\ Cognomastica etichettata
Esiste una cognomastica con una sequenza cardinale, quali Trentatrè e
Quaranta, cronologicamente imposta dalle fondazioni di accoglienza per i
trovatelli, in complanare con Abbandonato o Venturìni (lasciato alla
ventura), Adulterini, Bastardi, Colombo o Colombini (dal logo dello Spirito
Santo), D’Altrui, Dell’Amore, De Angelis, Della Pietà o Dalla Pietà, Di Dio,
Diolosà, Diotaiuti, Diotallevi, Esposito o Esposto e Degli Esposti e qui, la
particella normalmente patronimica De(gli) identifica l’uno tra i tanti ospiti
della casa d’accoglienza; eppoi Gettatelli e Proietti questo nel senso di
“gettato”, Incògnito o D’Ignoto o ancora Ignoto e Parentignoti, Incerti e
Incertopadre, Innocente e Degli Innocenti, Salvadeo e Sperandeo “Dio ti
salvi e Spera in Dio”, Spuri, Trovato con Trovatelli e Trovò, Vacondìo;
eppoi in riferimento all’istituto d’accoglienza, Casagrande, Dalla Pia Casa,
Pio Loco, Casadei (casa posta alla misericordia di Dio).
Una cognomastica etichettata, insomma, che dovrebbe essere cancellata per
679
intervento legale, pur se gli anni ne hanno disperso l’atavica origine.
\ Terzo Trino
La sequenza, oltre a Primo (Ved Campo…) e Secondo (Ved Sette…),
continua con Tèrzo dal lat TERTIUS da un ant TRI-TIYO, in sct TRI,
svoltosi nel ted DRITTER; nel percorso si conta, oltre ai termini esaminati
nelle terzine di competenza, Tèrza (classe scolastica), Terzàna con
Terzanèlla e la locuzione Febbre terzana, Terzaròla (moneta genovese),
Terzaròlo o Terzaruòlo, Terzeròlo e Terzeruòlo “vela latina” snm di Gabbia
cui Terzarolàre, Terzaruòla (munizioni), Terzàvo o Terzàvolo (o Trisavolo),
Terzèra snm di Arcareccio, Terzerìa o Terzarìa con Terzàdrica e Terzàdro
(in agricoltura), Terzètta “ant pistola” con Terzettàta, il musicale Terzètto,
l’agrario Terzàre o Terziàre con Terziatùra, il religioso Terziàrio cui la
locuzione Ordine terziario e termine adottato nel mondo del lavoro cui la
locuzione Settore terziario o Terziàrio con Terziarizzàre e Terziarizzaziòne,
in geologia cui Era terziaria o ancora Terziàrio, e in chimica; il giuridico
Terzietà, l’araldico Terzìglia “militare o sportivo” modellandolo su
Squadriglia, Terzìglio “gioco do carte” questo dallo sp TRESILLO, il
poetico Terzìna “strofa di tre versi” con Terzinàre, Terzìno, l’aggettivo
tipografico Terziruòlo, il lavoratore Terzìsta, Terzòlo o Terzuòlo “maschio
dei falchi” dal lat TERTIOLUS attraverso il prvz TERSOL (poiché il
maschio è più piccolo, fig un terzo), eppoi Terzòlo o Terzuòlo questo nel
senso di “taglio” quale terza parte, per accezione, relativa al fieno, Terzòne.
I composti Terzifòglia modellandolo dal franc TIERCEFEUILLE,
Terzogènito (il terzo nato (generato) o Terzonàto, la locuzione Terzo mondo
con Terzomondìsmo, Terzomondìsta con Terzomondìstico, Terzùltimo o in
locuzione Terz’ultimo (in sequenza con Penultimo e Quartultimo), il
prefissato Interzàre (IN illativo) con Interzàto, Interzinàre. La rad TRI,
talvolta svoltasi nel cardinale TRE dal gr TREIS tre, cui il lat TER tre volte
questo successivo a BIS, la ritroviamo, oltre che nel numero Trè (corretta
accentazione tré) (3), quale pref in numerosi termini indicanti il valore di
tre, cui Treàlberi “nave”, Tressètte (un gioco a carte), Trìade 1 dal lat TRIAS
TRIADIS già gr TRIAS TRIADOS, Triàrio “milite romano della terza
schiera”, Trìas, Tricìpite questo in linea con Bicipite e Quadricìpite,
Tricolòre, Tricòrde, Tricòrno, Tricùspide, Tridènte, Trièdro tre basi in linea
con Tetraedro, Triennàle, Triènne, Trifàse, Trifàuce, Trifòglio, Trìfora,
Triforcàto, Trìga (in correlazione con Biga e Quadriglia), Trìgamo e
Trigamìa in linea con Bìgamo e Bigamìa già Dìgamo e Digamìa (dal gr DIS
doppio) dal gr GAMOS nozze valgono rispettivamente sposato tre-due volte,
Trìgèsimo col suff lat ordinale TIMUS in lina con Intimo e svoltosi in
SIMUS come in Vigèsimo che vale Ventesimo, Trilàtero con Trilateràle,
Triliòne, Trilobàto che vale “tre lobi” questo dal gr LOBOS rotondeggiante,
Trilogìa, Trilùstre che vale “tre lustri”, Trimèmbre o Trimèmbro, Trimèstre
(con il lat MENSIS mese) cui Trimestralìsta, Trimestralizzàre e
Trimestralizzaziòne, Trìmetro cui Trimètrico, Trimorfìsmo, Trìno dal lat
TRINUS di tre da TRINI a tre a tre, già gr TRINA, Trinàia, Trinàto “trino”
anche il relativo di Trìna “merletto” (fig da Trino) cui Trinàre, un fig
Trinaricciùto “tre narici” (suff aggettivante UTO dal lat UTUM utilizzato
680
anche per la formazione dei verbi in Pp), in connessione con Tèrna,
Ternàrio, Ternàto dal lat TERNI a tre a tre, Tèrno da TERNUS, Trinchètto
“vela” dim da una forma volg TRINICUS triangolare, Trìnita e Trinità il
primo in forma di nominativo che sopravvive nella toponomastica fiorentina
e il secondo per triplice cui Trinatàrio; Trìquetra dal lat TRIQUETRAM
triangolare, già Trìquetro, il cui pref TRI è legato a un tema di connessione
ger ma d’etim non accertato, indica per accezione il simbolo della Sicilia
(Trinacria).
Trìplo da TRIPLUS maggiore tre volte con Triplètta su calco di Doppietta,
l’atleta Triplìsta, Trirègno, Trirème o Trerème o ancora Trièra e Trière dal
lat TRIEREM già gr TRIERES, in linea con Birème e Quadrirème vale
rispettivamente a tre, due e quattro remi, Tris, Trisàgio che sta per tre volte
santo dal gr HAGIOS santo, Trisàvolo o Terzàvolo, Triseziòne, Trisìllabo
con Trisillàbico e Trisillabìsmo (legge linguistica gr-lat), Trìttico (col gr
PTYKHE piega vale “piegato tre volte”), Trittòngo tre suoni in linea con
Dittongo prefissati dal gr PHTHONGOS suono. Altri termini in percorso,
Tritòlo, che non è affatto connesso con Tritare, bensì ipocoristico del
composto chimico Tri(nitro)tol(uene), e Tritòne nucleo d’atomo di Trìtio
composto da un protone e due neutroni. L’omn Tritone, gr-lat TRITON,
figura mitologica, potrebbe essere in connessione dal fatto che è
rappresentato col tridente, cui anche Tritùro “Genere di anfibi” sovrapposto
al gr URA coda.
Tridentìno vale Trentìno dal lat TRIDENTUM cui il toponimo regionale
Trentino, in origine imposto dai romani a Trento, oggi integrato con Alto
Adige dall’idronimo del fiume che lo attraversa, in ted SUD TIROL imposto
dalla dominazione austriaca sino al 1918.
1
Dal lat TRIAS “triade”, la geologia conta l’inv Trìas o Triàssico e Triàsico (adottato
dal 1885) che identifica un terreno di tre strati, quale il Triassico alpino, la cui parte
inferiore è definita Scìtico, questo vrs da Scindere..
Da non equivocare con Triassònidi questo Classe di Poriferi, dal gr AKSON asse
prefissato TRI tre, e snm di Ialospongie.
\ Dittongo Trittongo Quadrittongo Iato
Dittòngo o Diftòngo, cui Dittongamènto, Dittongàre e Dittongaziòne, lat
DIPHTHONGUS già gr DIPHTHONGOS da PHTHONGOS suono, indica
l’unione di due vocali, di cui una sillabica e l’altra vocale propria o
semiconsonante, che pur conservando ciascuna il proprio suono, si
pronunciano in una sola sillaba e con un unico accento, come Squittìre dove
la i è sillabica (Squit-ti-re).
La norma impone che le vocali A E O combinate insieme, come in Aereo,
non formino dittongo; è evidente che lo formano con le vocali rimaneti I U
come in Piuma; ma se queste vocali I U sono accentate, allora non è più
Dittongo, come in Vìa, Reùccio.
Dittongo discendente si ha quando l’accento cade sulla prima vocale, come
in Làuro. Dittongo ascendente si ha quando l’accento cade sulla seconda
vocale, come in Menziòne.
Dittongo mobile si ha nei gruppi UO ed IE derivanti da una sola vocale
latina, come Nuotare dal class NATARE e volg NOTARE, Lieve da
681
LEVEM.
Trittongo è il gruppo di tre vocali di cui due dovranno essere I O U e privi
d’accento, che costituscono cioè un’unica sillaba insieme, per esempio
Quieto; i plur pronominali quali Miei, Suoi, Tuoi sono comunque considerati
Trittonghi. Altri Trittonghi quali Giuoco e Tovagliuolo sono da considerare
ormai trasformati nel Dittongo I O, ossia Gioco e Tovagliolo.
Segue il Quadrittòngo, termine prefissato QUADRI quattro, il quale
racchiude quattro vocali a costituire tradizionalmente un’unica sillaba, vedi
il verbo al passato Ossequiai, l’omologismo Sequoia, ma che in poesia può
essere metricamente diviso.
Al contrario, Iato indica il contatto di vocali che non possono essere
contratte o elise; Oceano, E ora vado via, Sono nato a Orbetello. Iàto è dal
lat HIATUS apertura da HISCERE incoativo di HIARE aprire bocca, da
rad GHIYA, cui DEHISCERE spalancarsi col pref DE conclusivo ed il
termine ital Deiscènte dal Ppres DEISCENS DEISCENTIS e Indeiscènte col
pref IN negativo. Iato sta anche per “apertura, interruzione” cui Iatàle
associato ad Ernia relativo al termine inv HIATUS adottato in anatomia.
\ Radicale PEL-D
Dall’antica rad PEL, l’ampliamento in PEL-D sta per battere-inseguire, cui
il lat PELLERE battere-cacciare, spingere, dirigersi, donde Pòlso dal lat
PULSUS cui Polsìno.
Pseodoetim Polsonètto questo omologismo dal franc ant PONSONET
recipiente.
Eppoi Pulsàre dal lat PULSARE quale intensivo di PELLERE, cui Pulsànte
con Pulsantièra, il glb ing Pulsar tratto dalla locuzione PULSATING
RADIO SOURCE radiosorgente pulsante, Pulsàtile con Pulsatilità, il fig
botanico Pulsatìlla “sorta d’erba velenosa” dal lat PULSATUS, il
tecnologico Pulsatòre, Pulsaziòne, Pulsiòne con Pulsionàle, i composti
Pulsìmetro, Pulsogètto attraverso la locuzione l’ingl PULSE JET col snm
Pulsoreattòre, Pulsòmetro attraverso l’ingl PULSOMETER, il prefissato
Appùlso da APPULSUM spinta; e, con i pref, Appellàre, cui il prefissato
iterativo Rappellàre, Appèllo, Appellatìvo ed Appellaziòne dal lat
APPELLARE chiamare verbo intensivo-durativo di APPELLERE.
I Verbi appellativi sono quelli che, in forma passiva, appaiono in
concomitanza con il Complemento predicativo (essere apostrofato, chiamato,
denominato, detto...).
Il percorso prefissato prosegue con Compulsàre con Compulsatòre,
Compùlso, Compulsòre e Compulsìvo, Espèllere con Espulsìvo, Espùlso,
Espulsòre, Espulsòrio ed Espulsiòne, Impèllere ed Impellènte, Impulsàre con
Impulsàto, Impulsatòre, Impulsiòne, Impulsìvo con Impulsività, Impùlso,
Interpellàre con Interpellànte, Interpellànza, Interpellàto e Interpèllo,
Propèllere con Propellènte, Propulsàre con Propulsatòre, Propulsiòne,
Propulsìvo, Propulsòre e Propulsòrio, Repèllere con Repellènte, Repellènza
e Repulsiòne o Ripulsiòne con Repùlsa o Ripùlsa, Repulsìvo e Repulsòre,
Repulìsti o Ripulìsti dalla sintesi dal verso salmodico lat QUARE ME
REPULISTI? Perché mi hai respinto? Dal gr SPHYKSIS polso, ci è
pervenuto Asfissìa con Asfissiàre, Asfissiànte e Asfìttico, che vale senza
682
polso, ovvero senza pulsazioni.
Difficile credere ad una connessione rad di PEL battere con Pùlpito, pur
figurando le battute del predicatore; il termine considerato d’etimo ignoto è
ricalcato sul lat PULPITUM che indicava la piattaforma destinata al
magistrato romano.
In connessione rad indoeur con PEL, l’ingl conta TO PULL tirare, cui il glb
Pull quale termine in informatica, l’omn Pull quale ellissi di Pullòver questo
l’omologismo tratto dalla locuzione PULL OVER tira sopra; dall’ol
POELEN tirare fuori, inoltre, si conta il glb Pòlder che indica una pianura
sottostante la linea di Alta marea, ma protetta da diga, pertanto prosciugata e
fertilizzata; in Italia esiste il Polder di Siponto, nel foggiano.
ASETTICO
Dal gr SEPTIKOS, derivato da SEPSIS putrefazione, che è il
sostantivo d'azione di SEPO marcisco, cui Sèpsi con i derivati
Setticemìa infezione già Septicemìa, Sèttico.
Asèttico, quindi, col pref A privativo, s'intenda non putrefatto, più
comunemente sterilizzato.
\ Armeni
La popolazione indoeur degli Armèni, è originaria dell’Asia Minore; oggi,
oltre ad occupare la madreterra, sono sparsi per il mondo, dal Vicino Oriente
agli Stati Uniti, mantenendo le loro Chiese, la Monofisita (che non accetta
Gesù nella sua natura di uomo) e la Cattolica di rito Armèno, questo relativo
all’Armenia, anche demotico. Monofisìta, termine questo composto dal gr
MONOS uno solo e PHYSIS natura-condizione oppure PHYTON pianta in
stretta connessione.
Armènia è il toponimo coniato dai persiani già dal V sec aC, poiché gli
armeni si chiamno HAYK’ e la loro terra HAYASTAN.
\ Fitologia Fisiologia
\ Prefisso Suffisso FITO Prefissi FISIO FISO
Il Monòfito (opposto a Polifito), con suff FITO dal gr PHYTON pianta, è la
coltivazione costituita da una sola specie vegetale, ricalcando Monolito,
costituito da unico blocco di pietra; l’Epìfita - cui Semiepìfìta - con Epìfito
(pref gr EPI sopra) è la pianta che si sviluppa su di un’altra servendone
come sostegno cui Epifitia “anomalia botanica”. Altri composti col suff
FITO, Aeròfito o Aeròfita “pianta che vive al disopra del terreno” (col gr
AER AEROS aria), Antropòfito o Antropòfita “pianta introdotta dall’uomo
in regioni diverse” (col gr ANTHROPOS uomo), Dermòfito (col gr DERMA
pelle), Gametòfito (col gr GAMETES accoppiati per la riproduzione),
Igròfito (col gr HYGROS umido), Polìfito (opposto a Monòfito), Sporòfito
(col gr SPORE seme), Tricòfito o Tricòfita “genere di funghi” (col gr
THRIKS pelo), Xilòfito (col gre KSYLON legno).
Altri termini composti con FITO, questa volta in qualità di pref, Fitònimo
(nome di pianta), Fitofàrmaco, Fitormòne, Fitònimo, Fitosanitàrio. Da
PHYSIS natura, squisitamente connesso con PHYTON pianta, invece, l’ital
conta Fìsica con le composizioni Fisicochìmica, Fisicomatemàtico,
Fisicomeccànica, eppoi Fisicalìsmo, il termine da gergo universitario
683
Fisichètta (esame con sperimentazione fisica), Fisicìsmo e Fisicìsta, Fìsico,
Fisicità,; il termine cattolico Diofisìsmo col pref DYO due vale due nature
(divina e umana).
Il pref FISIO dal gr PHYSIO vale pertanto “natura” cui Fisiochinesiterapìa o
Fisiocinèsiterapia o Fisiokinesiterapìa con Fisiochineterapìsta o Fisocine
terapìsta, dal gr KINESIS movimento, Fisiocrazìa con Fisiòcrate e
Fisiocràtico col gr KRATOS forza, Fisogènesi con Fisiogenètia e Fisiògeno,
Fisiognosìa col gr GNOSIS conoscenza, Fisiologìa e Fisiològico in antitesi a
Patologia e Patologico, Fisiomanzìa con Fisiomànte e Fisiomàntico in
complanare con Fisionomanzìa, Fisionomànte e Fisionomàntico, e Fisico,
Fisiopatologìa con Fisiopatològico, Fisioterapìa con Fisioteràpico e
Fisioterapìsta, Fisiopsìchico, Fisicopsicologìa.
Da non equivocare col pref FISO dal gr PHYSA bolla cui Fisoclìsto “sorta
di pesce” col gr KLEISTOS chiuso, Fisòfora col gr PHEREIN portare “sorta
di celenterato acquatico” Fisomètra (col gr METRA utero), Fisostòmo “sorta
di pesce” col gr STOMA bocca. Physalia physalis è il nome scientifico di
una medusa velenosa, altrimenti detta Caravella portoghese.
\ Baltiche
Le lingue indoeur Baltiche appartengono ai popoli rivieraschi del Mar
Baltico, il Lituano e il Lettone (o Lèttone). In aggiunta, questi popoli
comprendono l’Estone, una lingua del gruppo Ugrofinnico, ovvero il gruppo
del finlandese, dell’ungherese, del lappone... tutte lingue identificate come
agglutinanti, perchè utilizzano una notevole varietà di Affìssi (PrefissoInfisso-Suffisso) con funzioni grammaticali, da saldare ai temi fissi delle
parole (lessemi).
\ Prefissi *PARA *PER PERI
PARA
Dal gr PARA sta per “accanto, presso, somiglianza” e può raggiungere il
significato di “oltre, giù, alterazione” sino addirittura di “contrapposizione”
cui Paradòsso (omn di Paradosso “trave”) dal gr PARADOKSON, adottato
quale figura retorica, che, composto col gr DOKSA opinione, vale “contrario
alla comune credenza, dottrina, ragione o opinione-strano” cui Paradossàle,
Paradossalità,
Paradossàre,
il
composto
Paradossografìa
con
Paradossogràfico e Paradossògrafo, il linguistico Paralogìsmo con
Paralogìstico e Paralogizzàre; da non equivocare con l’eludibile Paradosso
variante di Paradorso.
\ La Rana paradossale, che vive in Sudamerica, è così indicata per la peculiarità del
girino più grande dell’adulto.\
In connessione, invece, il lemma Paradossùro “Genere di mammiferi” col gr
URA coda e vale “dalla coda paradossale” cui il Musànga questo
omologismo di voce indomalese. Ancora in percorso, il termine Palafrèno
con Palafrenière o Palafrenièro, snm di Staffiere) dal composto lat
PARAVEREDUM con VEREDUS cavallo da posta, questo vrs connesso
con il lat VERREM, e sovrapposto a Freno, con il pref PARA che ha subito
un metaplasmo in PALA.
La voce Paranatèllon è direttamente dal gr PARANATELLO sorgo presso…
e sta ad indicare in astrologia un astro o una costellazione esterna allo
684
zodiaco ma che nasce in contemporanea a un segno.
\ Uno dei Paradossi più straordinari viene dal seguente ragionamento: la logica vuole
che una parte di un qualcosa non può mai essere uguale al tutto di quel qualcosa. È
una logica terrena, che vale solo nelle cose finite. Nell’infinito, una parte è uguale al
tutto: i numeri sono infiniti, quindi una parte può rappresentarli tutti; infatti, da Zero
ad Uno esiste una numerazione pari all’infinità della stessa numerazione e così da
Zero a Zero-uno, da Zero a Zero-zero-uno e via all’infinito… il cervello umano,
terreno, è finito.\
Queste pagine usano talvolta la definizione di Parasinònimo nel significato
di termine “quasi sinonimo” di un secondo termine citato.
Nel percorso prefissato, l’ital conta Parabancàrio, Parabiòsi (con il gr
BIOSIS modo di vita), Paracèntesi o Paracentèsi (col gr KENTESIS
puntura), Paracetamòlo (Acetil-Ammino-Fenolo), Paracinesìa, Paracistìte
con la variante Pericistìte, Paraclàsi (col gr KLASIS frattura), l’epiteto
divino Paraclèto o o Paraclìto “Sprito Santo” (col gr PARAKLETOS
invocato presso), Paraconsistènte attraverso l’ingl PARACONSISTENT,
Paracromatopsìa (Cromato e col gr OPSIS vista), Paracusìa (col gr AKUSIS
audizione), Paradenìte (con Adenite dal gr ADEN ghiandola e suff ITE per
malatta acuta), Paradentìte con Paradentòsi o Paradontòsi e Paradènzio (con
il lat DENS DENTIS dente), Parafàrmaco con Parafarmacèutico e
Parafarmacìa, Paràfrasi o Paràfrase (con il gr PHRAZEIN) “esporre quasi
come l’originale, ma con circonlocuzione esplicativa” con Parafrasàre,
Parafràste “chi parafrasa”, Parafrasticamènte e Parafrèstico, Parafrasìa
(termine adottato in patologia), Parafernàle (col gr PHERNE dote), Parafilìa
(termine psicologico, con Filìa), Parafimòsi, Parafiscàle con Parafiscalità,
Parafonìa con Parafònico, Parafrasìa che è il disturbo psichico
nell’esprimersi, Parafrenìa (col gr PHREN mente), Parageusìa (col gr
GEUSIS gusto) “alterazione del gusto”.
Paragòge con Paragògico (col gr AGOGE da AGO conduco di AGEIN
spingere) nelle figure retoriche vale l’aggiunta di un fonema, di una sillaba,
al termine della parola, quali Caritate per Carità, Bontade per Bontà, snm di
Epitesi e opposto di Protesi.
Paragonàre con Paragòne, Paragonàbile (fig col gr AKONAO affilo),
Paràgrafo con la variante Paràfa o Paràffa con Parafàre o Paraffàre attraverso
il franc PARAPHE già lat volg PARAFFUS quale ipocoristico di
PARAGRAPHUS con Paragrafìa e Paragrafàre, Parainfluenzàle, Paraldèide,
Paralegàle, Paralèssi (col gr LEIPO lascio, in retorica sta per “ fingere di
lasciare”) con Paralipòmeni dal gr PARALEIPOMENA cose tralasciate,
Paralessìa (col gr LEKSIS discorso vale invece “disturbo della parola”),
Paraletteràto con Paraletteratùra, Paralinguàggio con Paralinguìstica e
Paralinguìstico, Paramàno attraverso il franc PAREMENT paramento ossia
“vicino al polso” e fig “mattone ornamentale”, Paramècio “oblungo” col gr
MEKOS lunghezza. Eppoi Parallàsse, con Parallàttico, dal gr
PARALLAKSIS mutamento di direzione cui Pàrsec “unità di misura
astronomica ellittico della locuzione ingl PARALLAX SECOND. Parallèlo
da PARALLELUS già gr PARALLELOS composto con ALLELOS l’un
l’altro ed infatti le Rette parallele sono l’una accanto all’altra, così come i
Paralleli terrestri, ideali circoli della sfera terrestre che, allontanandosi da
685
quello massimo corrispondente all’equatore, vanno a concludersi al polo
nord ed al polo sud; in percorso Parallèla, Parallelamènte, Parallelìsmo e i
composti Parallelogràmma o Parallelogràmmo col gr GRAMME linea
“grafica”, Parallelepìpedo dal gr PARALLELEPIPEDON con EPIPEDON
superficie piana, Parallelinèrvio con il lat NERVUM nervo, Parallelizzàre.
Il percorso prefissato PARA continua con Paralogìsmo, Paralogìstico e
Paralogizzàre col gr LOGISMOS ragionamento, Paràlogo attraverso l’ingl
PARALOGOUS questo un ellittico del prefissato PARAHOMOLOGOUS
ovvero “paraomòlogo”, Paramagnètico e Paramagetìsmo, Paramèdico,
Paràmetro attraverso il franc PARAMETRE con Parametràre,
Parametraziòne, Paramètrico, Parametrizzàre e Parametrizzaziòne,
Parametrìa (col gr METRIA utero) con Parametrìte (suff ITE
infiammazione), Paramezzàle dal gr-bz PARAMESOS vicino al mezzo,
Paramilitàre, Paramixovìrus (Genere di virus), Paramnesìa (con MENSIA),
Paramorfìsmo, Paranasàle, Paranèfrio con Paranefrìte (col gr NEPHROS
rene), Paraneoplàstico, Paranìnfo (col gr NYMPHE sposa), Paranormàle con
Paranormalità riferito a fenomeni che vanno oltre la normalità, Parapòdio
(col gr PODOS piede), Parapsìchico con Parapsicologìa, Parapsicològico e
Parapsicologo, Parasanitàrio, Parascènio (suff dal gr SKENE scena),
Parascientìfico, Parascolàstico, Paraselènio o Paraselène (col gr SELENE
luna, indica un fenomeno ottico), Parasìnteto cui Parasintètico (con il gr
SYNTHETOS composto da SINTAGMA composizione) che in linguistica
identifica i nomi composti simultaneamente da prefisso e suffisso, come
Inalberare (IN pref illativo - ALBER lessema - ARE suff verbale,
desinenza), Parastàto con Parastatàle, Parasubordinàto, Paratèsto, Paratìfo,
Paratiròide, Parauniversitàrio.
Il pref PARA si ritrova adattato in termini quali il glb dall’ingl Parboiled che
sta per operazione “vicino alla bollitura” relativo al riso, Parèlio “zona
luminosa a lato del sole per effetto di rifrazione” dal gr PARELION
composto con HELIOS sole, Parencèfalo “cervelletto”, Parènesi
“esortazione” con AINEIN approvare cui AINOS racconto cui Parenètica
“genere letterario” e Parenètico, Paraetimologìa o Paretimologìa “etimologia
non corretta” e Paraetimològico o Paretimològico. Ancora, Paremìa col gr
OIMOS sentiero vale Proverbio, cui Paremiografìa “raccolta di proverbi” e
Paremiògrafo, Paremiologìa “studio dei proverbi” e Paremiòlogo; ll gr
OIMOS sentiero-strada si è svolto in “melodia”, vrs da un’attestazione fig,
pertanto, dalla composizione PRO OIMOS, si ha Proemiàle, Proemiàre e
Proèmio.
Da contare i sostantivi Paràggio,cui la locuzione Nei paraggi, attraverso lo
sp PARAJE che vale “in prossimità” in connessione con Paràggio
“parentela-nobiltà” (nel senso gr di “somiglianza, accanto…”) attraverso il
franc PARAGE, Paragonìte “minerale simile al talco” attraverso il gr
PARAGON questo connesso con AGO conduco e quindi nel senso di sviare
ossia equivocare, Parèsi, dal gr PARIENAI col secondo membro dal gr ESI
azione-mandare e sta per “mandare giù-rilassare-allentare” (i muscoli) cui
Paraprèsi, Paràsta “termine architettonico” dal gr PARASTAS di
PARISTEMI colloco vicino, Parazòne cintura col gr ZONE traducibile in
686
“vicino (intorno) alla vita” cui PARAZONION tradotto nell’ital Parazònio
“spada corta vicino alla cintura”.
Fuori percorso Paràbasi “intermezzo teatrale” dal gr PARABASIS dal verbo
PARABAINO io avanzo e correlativo di Epirrema, Pàrang “arma bianca”
omologismo di genesi malese, Parasànga “unità di misura” attraverso il gr
PARASANGES di genesi persiana. Esiste un secondo pref PARA, derivato
dal lat-ital PARARE, cui Paraarticolàre, inv dal lat Parabèllum (plur
Parabèlla) “sorta di pistola” dalla locuzione lat SI VIS PACEM PARA
BELLUM se vuoi la pace preparati alla guerra, Parabòrdo, Barabrèzza
attraverso il franc PARABRISE, Paracadùte col denm Paracadutàre,
Paracadutìsmo, Paracadutìsta, Paracadutìstico e con i glb ingl Paraflying
questo con PARACHUTE paracadute e TO FLY volare cui la locuzione glb
No fly zone “spazio aereo inderdetto ai voli”, Parasailing questo con
SAILING navigazione, Paracàlli, Paracamìno, Paracàrro,
Paracèra,
Paracièlo, Paracòda, Paracòlpi, Paràcqua, il volg Paracùlo o Paracùla o
ancora il lenito Paragùlo o Paragùla con Paraculàggine, Paradènti, Paradòrso
con l’eludibile variante Paradòsso, Parafàngo, Parafiàmma, Parafòndi
(adottato dal 1984) snm di Bùrga (dal 1847), Parafrèni, Parafùlmine,
Parafùmo, Parafuòco, Paragarrètti, Paragòcce, Paralùme, Paramìne,
Paramòsche, Paranève, Paraòcchi e Paraòcchio, Paraòlio, Paraònde,
Paraorècchie, Parapàlle, Parapètto con Parapettàre, Parapìglia (questo,
un’originale composizione con gli imperativi Para! e Piglia!), Parapiòggia,
Parasalìte, Parasartìe, Paraschègge, Paraschìzzi, Parascintìlle, Parasòle,
Paraspàlle, Paraspìgolo, Parasprùzzi, Parastìnchi, Parastràppi, Paratàsca,
Paraùrti, Paravalànghe, Paravènto (anche fig “furbo connivente”).
I due pref sono talvolta assimilabili come nel caso di Parapetto, che oltre a
riparare il petto, è alla sua altezza, quindi accanto.
Il sostantivo Pàra vale quale omologismo dal brasiliano, indica una sorta di
gomma originaria dello stato del Parà.
PER
Dal lat PER, indica quantità o caratteristica di massimo grado, superlativa,
cui Percepìre dal lat PER-CAPERE afferrare nel valore di “sentire ciò che
altri non sentono”, cui Percepìbile con Percepibilità, Percettìbile con
Percettibilità da PERCEPTIBILIS dal Pp PERCEPTUS cui ancora Percètto,
Percettìvo con Percettività attraverso il franc PERCEPTIF, Percettòre,
Perceziòne con Percezionìsmo e il prefissato pedagogico-filosofico
Apperceziòne con Appercettìvo attraverso il franc APPERCEPTION col
pref AD, eppoi Percipièndo questo l’aggettivato dal gerundio
PERCIPIENDUS cui la locuzione giuridica Frutti percipiendi “che
dovevano esere raccolti (ma sottratti)”, il composto Percettologìa. In chimica
il suff chimico PER vale un composto ossigenato al più alto grado
d’ossidazione, quale Perclòrico (con Cloro e suff chimico ICO) cui
Percloràto; oppure vale “due atomi di ossigeno” o “più atomi” in
opposizione a IPO cui Peròssido, Peràcido, Perboràto.
In chimica, il pref PER vale quale rafforzativo indicante un elemento a più
valenze.
PER può ancora indicare “attraversamento o al di là, oltre”, addirittura fig
687
“contro, in opposizione”, cui Percòrrere (lat PER CURRERE) che sta per
“attraversare” con Percorrènza, Percorrìbile e Percorribilità, eppoi
Peregrinàre che sta per “andare oltre il proprio territorio” questo da
PEREGRINUS straniero coniato dall’avverbio lat PEREGRE fuori città (dal
lat AGRUM campagna prefissato PER) mutatosi in PELEGRINUS
nell’epoca medv, cui Peregrìno con Peregrinàre, in complanare con
Peregrinaziòne e Peregrinità, Pellegrìno con il fig Pellegrina “sorta di
mantellina” (indossata tradizionalmente dal pellegrino), Pellegrinàre,
Pellegrinàggio e Pellegrinaziòne.
Eppoi Perpendicolare che sta per “filo a piombo” dunque contro ogni
pendenza”.
Nel percorso PER l’ital conta Perànco, questo ipocoristico del lat PER
HANC HORAM donde Anche-ànche o il volg Anco-ànco e il composto
Neànche o Neànco con il Né negativo cui il snm Tampòco questo inv dallo
sp TAMPOCO, Ancòra da HANC HORAM quest’ora, ma attraverso il franc
ant ENCORE, con Ancorquàndo o Ancorchè (corretta accentazione
ancorchè), il composto Perànche o Perànco e Ancòi questo inc con HODIE
vale anche oggi, diffuso nel veneto pur con delle varianti. Il percorso
prosegue con *Perbène, Percentuàle dal lat PER CENTUM, Perènne dal lat
PER ANNUS attraverso tutto l’anno con Perennità e un obsoleto Perennàre,
*Perchè (corretta accentazione Perché), *Perciò da ECCE HOC ecco questo
con Perciocché… il lat Quàre inv dal lat QUARE vale perché? - per quale
cosa? Snm di Anche – e di Altresì e Perfino (Persino) - è Eziandìo, una
desueta congiunzione (dal XIII sec), una composizione dal lat ETIAM
ancora e DIU a lungo; altri testi identificano il suff in Dio con valore
complessivo come “ancora se Dio lo vuole”.
Perequàre con Perequatòre e Perequaziòne dal lat AEQUUS uguale
prefissato PER, cui il doppio prefissato Sperequaziòne (S sottrattivo).
PERI
L’origine di PER è comunque PERI, dal gr PERI che a sua volta deriva da
una ant rad PER, per cui è un esempio straordinario di ciclo lemmatico che
si chiude all’origine. PERI vale intorno, cui il botanico Periànzio col gr
ANTHOS fiore che vale “involucro del fiore” snm di Perigònio col gr
GONOS generazione, Periàstro (con Astro, termine astronomico), Perìbolo
“recinto” dal gr PERIBALLO getto intorno (il cui pref BOLO dal gr
BOLOS è appunto del verbo BALLO getto, metto), Pericàrpio o Pericàrpo
col gr KARPOS frutto, Perìcope “brano” col gr KOPTEIN tagliare e quindi
con valore di “stralcio”, Perièco “che abita intorno” col gr OIKOS casa,
Periegèsi “descrizione topografica” dal gr PERIEGEOMAI guido attorno
(con HEGESIS giro), Perièlio col gr HELIOS sole cui Perielìaco, Periferìa
col gr PHEREIN portare e sta per “quartieri portati intorno alla città, fuori
del centro” cui il fem sostantivato Perifèrica dall’aggettivo Perifèrico,
Perigèo col gr GE terra vale “intorno alla terrra” e indica il punto più vicino
alla terra di un orbita descritta. L’anatomico Perigàstrico con il patologico
Perigrastrìte. Perimetrìa col gr METRON misura sta per “misura
dell’intorno” cui Perimetràle, Perimètrico, Perìmetro. Perìoca, col gr
ECHEIN avere sta per “sommario o riassunto” di un’opera datati
688
nell’antichità classica. Perinatàle su calco di Prenatale vale “il periodo
immediatamente prima e dopo il parto” cui Perinatalità e Perinatologìa.
Pèriplo col gr PLOUS navigazione sta per “navigare intorno” il cui snm è
Circumnavigazione con Circumnavigare, Perìptero o Perìttero col gr
PTERION ala (costruzione o tempio completamente circondati da colonne diventa Dìptero o Dìttero, col pref DIS due volte, se il colonnato è a doppia
fila), Perissologìa col gr LOGIA vale “espressione eccessiva” per enunciare
un concetto, Peristàltico col gr STELLEIN porre cui Peristàlsi con i doppi
prefissati Antiperistàlsi e Antiperistàltico “movimenti intestinali” (pref
ANTI d’opposizione ), Peristèdio “corazza” col gr STETHOS petto,
Peristìlio col gr STILOS colonna vale “cortile circondato da portico a
colonne”, Peristòma col gr STOMA bocca, Peritanàtico (con il relativo di
THANATOS morte) Peritècio col gr TEKHE cassa, Periungueàle (con il lat
UNGUIS unghia, adottato dal 1958) snm di Paronichìa (pref Para e gr
ONIKYS unghia, già dal XVI sec), Periviscerìte (suff ITE per
“infiammazione”), Perizòma col gr ZONNYMI cingo.
Il pref PERI è altamente utilizzato nella terminologia medica-anatomica
quali Perianàle, Periarterìte, Periartrìte, Pericàrdio con Pericardìte,
Pericòndrio col gr KHONDROS cartilagine cui il patologico Pericondrìte,
Peridèrma (botanica), Peridìdimo (col gr DIDYMOS gemello ma con valore
di testicolo), Perinasàle, Perinèo con Perineàle dal gr PERINEOS “tessuti
molli” del bacino, Perioculàre, Peridentàle (con l’ital Dentale da Dente) snm
di Periodontàle da Periodònto o Periodònzio (col gr ODONTUS dente) e
Peridentàrio cui i patologici Periodontìte, Periodontopatìa e Periodontòsi;
eppoi Perioftàlmo, Perispèrma, Peritonèo con Peritoneàle e Peritonìte col gr
TEINO tendo.
Termine alieno Peridòto omologismo dall’ar FARIDA “pietra preziosa”
attraverso l’adattamento franc PERIDOT cui Peridotìte (suff mineralogico
ITE), questa una pietra che ha la proprietà di assorbire e calcificare
l’Anidride carbonica e il cui utilizzo pare apra la soluzione per contenere
l’Effetto serra.
\ Eguale Equo
Dal lat AEQUUS uguale, l’ital conta, con lenizione del gruppo qu in gu,
Eguàle o Uguàle (assimilazione della prima vocale atona u alla seconda u),
con gli obsoleti aferetici Guàle e Gualìvo, cui i prefissati Ineguàle e Inuguàle
(IN negativo), o ancora Equàle, Aguàle e Iguàle da AEQUALEM e con le
diverse attestazioni quali Adeguàre già Adequàre dal lat prefissato AD
AEQUARE “pareggiare” cui Adeguàbile, Adeguamènto, Adequatèzza già
Adequatèzza, Adeguaziòne già Adequaziòne, Eguagliàre con Eguagliatòre,
Egualità o Ugualità o Equalità, Egualitàrio o Ugualitàrio, Egualitarìsmo o
Ugualitarìsmo, Ugualizzàre o Equalizzàre o Uguagliàre con Uguagliànza e
Uguagliatòre, Diseguàle o Disuguàle con Diseguagliàre e Diseguagliànza o
Disuguagliàre e Disuguagliànza o ancora il letterario Disagguagliàre con
Disagguagliànza; dalla sopvapposizione di Uguagliare con Confrontare è
nato Conguagliàre con Conguàglio. Il percorso da AEQUALEM continua,
strettamente fedele al lat e quindi senza assimilazione e lenizione, in
Equàbile con Equabilità, Equalizzatòre, Equànime già Equànimo con
689
Equanimità già Equanimitàde o Equanimitàte, Equànte, Equàre o Eguàre,
Equatòre con Equatoriàle, Equaziòne con Equazionàle, Equo-èquo, Equità,
Iniquità e Inìquo col pref IN negativo. Infine, l’ital conta, il pref EQUI o
EQUO per una nutrita serie di composizione quali Equiàngolo, Equicrùre
(col lat CRUS CRURIS gamba vale “isoscele”), Equidiàle (col lat DIES
giorno vale “equinozio”), Equidistàre, Equilàtero (col lat LATUS lato),
Equilìbrio con Equilibràre ed Equilibrìsta (col lat LIBRA bilancia),
Equiparàre o Equiperàre e Equiparaziòne (col lat PARERE mostrare),
Equipollènte con Equipollènza (col lat POLLERE essere forte),
Equiponderàre con Equiponderànza (col lat PONDUS PONDERIS peso),
Equipotènte ed Equipotenziàle, Equiprobàbile, Equipùnto, Equisonànza con
Equìsono, Equivalère con Equivalènte ed Equivalènza, Equivelòce con
Equivelocità, Equivocàle con Equivocamènto, Equìvoco con Equivocità ed
Equivocòso (col lat VOX VOCIS voce), a Equocanonìsta (da Equo canone):
curioso termine è Equòreo che etim vale “superficie uguale, piana”, ma s’è
attestato semant nel poetico “mare”.
Altra storia etim per il complanare Nequìzia, dal lat NEQUITIAM
sostantivato da l’aggettivo NEQUAM fannullone ma svoltosi in tristomalvagio, coniato con pref di negazione NE con la congiunzione QUAM,
pertanto del valore originale di un da nulla. I termini Iniquità-Nequizia
vanno ad assimilarsi in Nequità o Niquità, Nequitànza o Niquitànza,
Nequitòso o Niquitòso, tutti oramai obsoleti.
OTTO OTTONE OTTENUTO
OTTO 8
Il cardinale Otto-òtto è dal lat OCTO, sct e got OKTOU, gr OKTO,
ted ACHT. Derivati e composti col pref foneticamente adattato
OTTO da OKTO, l’ital conta Ottaèdro (composto col gr HEDRA
base), Ottàno con Ottànico e Ottìle (Idrocarburo che ha otto atomi di
carbonio), cui Isottàno o Isoottàno (col pref gr ISOS uguale),
Ottànte (simile al Sestante), Ottàstilo (sette colonne, composto col gr
STYLOS colonna), il sostantivo Ottàva, Ottavàrio, Ottavìna
“componimento poetico e colpo nel gioco del biliardo”, Ottavìno
“strumento musicale della famiglia dei Legni, l’ordinale Ottàvo da
OCTAVUS (già indoeur OGDOWO), Ottènne (otto anni), Ottènnio
(calco di Biennio…), Ottètto (otto strumenti musicali, anche
utilizzato in informatica relativo al sistema binario), Ottocìfre
(strumento dell’orologiaio), Ottonàrio, Ottùplice, l’onomastico
Ottavio dal lat OCTAVIUS ottavo (svoltosi per accezione riferito ai
figli in ordine di nascita) elevato agli onori della gens romana con
Ottaviano da OCTAVIANUS “figlio di Ottavio”. Nel percorso il
patologico Octofobìa (paura superstiziosa per il numero otto).
L’Ottòtipo è la tavola su cui sono riportati i caratteri ad otto
grandezze diverse, che serve per la misurazione della vista ed è lo
strumento esclusivamente usato dall’ottico; è chiamato anche
690
Optòtipo, un esempio d’assimilazione fonetica, semant d’etim
diverse. Ottàgono è dal gr OKTA-GONOS, dal lat tardo OCTAGONS.
In riferimento al numero cardinale Ottànta, cui Ottantènne, dal lat
class OCTOGINTA, l’ital ha ricalcato Ottuagenàrio.
Sorge una riflessione sul fatto che il tema di OKTO cui Otto possa
essere connesso con il rad OKW di Occhio, semplicemente perché il
segno grafico del numero (8) appare come due occhielli.
Più fedele all’origine OKTOU i composti Octocoràlli o Ottocoràlli,
“Sottoclasse di Celenterati” snm di Alcionari, Octodòntidi o
Ottodòntidi col gr ODUS ODONTOS dente “Famiglia di roditori”,
Octofobìa, la repulsione per le forme a otto, Octòpodi o Ottòpodi col
gr PUS POIDOS piede.
\ L’Ottagono, con le facce e gli angoli che guardano dapertutto, idealizza l’immagine
dello scibile umano, la cui inclinazione era stata alitata dal Creatore. Castel del Monte,
nella Puglia sveva, è un imponente maniero ottagonale.
L’idealizzazione dell’uomo comune è invece comparata al Quadrato, ovvero,
semplicemente quadrangolare: nascita, esistenza, lavoro, morte. Alcuni monumenti,
difatti, s’innalzano da una base quadrata per riassumere contorni ottagonali prima di
concludersi a cupola, il cerchio, l’immaginario del cielo e dell’Onniveggenza. La
metaf è spontanea: l’uomo godrà della beatitudine celestiale attraverso il buon uso
delle conoscenze. La piramide si eleva dalla base, restringendosi in quadrati più
piccoli, cioè l’umanità con le sue classi sempre più contenute ma via via più nobiliari,
sino al vertice, l’unità faraonica, tangente la divinità celeste.\
\ Ottomano Divano Dogana Sofa Ottentotto
Ottomàno, con le varianti Otmàno, Osmàno e Osmànli, cui Ottomanìsmo e
Neoottomanìsmo, possiede una propria origine: dal nome del capostipite
della dinastia turco-musulmana OTMAN, l’omologismo indica
comunemente un divano-letto a spalliera, il preferito dagli Ottomani. Divàno
sembrerebbe coniato in origine dalla composizione DI (DIS) due e Vano
quindi varrebbe “mobile a due posti”; in realtà è l’omologismo dal persiano
DIWAN registro svoltosi nel turco DIVAN sedile (allungato) nel senso di
ufficio, in percorso con l’omologismo Dogàna con Doganàle e Doganière, il
prefissato Sdoganàre (S sottrattivo, vale “liberare dalle operazioni di
dogana” ) cui Sdoganamènto e Sdoganatòre.
Il Divano letto fu ideato da Bernardo Castro nel 1945 in America,
reinventando il letto francese del XVII sec che poteva essere richiuso al
mattino.
Sofà, invece, è lomologimo dall’ar SUFFA cuscino transitato dal franc
SOFA.
Ottentòtto, infine, è l’omologismo dall’ol HOTTENTOT, coniato nel XIX
sec, e vuole indicare in senso onomatopeico e dispregiativo la lingua
incomprensibile degli africani mer, così come i romani chiamavano Barbari
gli stranieri, perché alle loro orecchie sembrava che balbettassero; due
termini che comprovano un’arroganza epocale di popoli conquistatori.
691
OTTONE
Dall’ar LATUM rame, sovrapposto a latta, n’è scaturito
l’omologismo LOTTONE cui Ottòne per aferesi, precisamente per
eliminazione della L considerata erroneamente articolo, con
Ottonàio, Ottonàme (suff AME per collettivi), Ottonàre, Ottonatùra,
Ottòni questi una famiglia di strumenti musicali quali Corno,
Tromba, Trombone e Tuba.
L’onomastico Ottone con l’ipocoristico Otto, il dim Otello e le
varianti Odetta, Oddone, non appartengono al percorso, bensì dal
sassone ATHAD possidente cui il lat OTHO con l’accusativo
OTHONEM.
Làtta è inv dal lat volg LATTA assicella e, quale origine med dal
tema LATTA lamina, sta ad indicare una superficie appiattita cui
Làtta cosa piatta, eppoi Lattonerìa e Lattonière con, in metonimia, il
dim Lattìna “recipiente”.
OTTENUTO
Ottenùto è il Pp del verbo Ottenère, questo, dal lat OBTINERE
tenere fermo malgrado col pref OB e il verbo TINERE da TENERE,
corre in complanare con “conquistare, impossessare, acquisire,
ricavare, conseguire, prendere ...” mai sperdendo però il valore del
pref; infatti, niente è ottenibile senza una pur blanda opposizione,
uno sforzo, un sacrificio. L’abuso di ottenere nel senso semplicistico
di avere è una scorrettezza etim che la semant comune non vuole
cogliere. In percorso, Ottenìbile, Ottenimènto, Ottenitòre.
GENE GENTILE GENIALE
GENE
Gène è tratto dal ted GEN, ma già rad del gr GENESIS questo nome
d’azione del verbo GIGNOMAI nasco, cui gr GHENOS stirpe,
riflesso nel lat GIGNERE svoltosi nel volg GENERARE cui
Generàre con Generàbile, Generàto, Generaziòne con l’iterativo
Rigeneraziòne (snm di Anagenesi) e Generazionàle dal lat
GENERATIO GENERATIONIS da GENUS GENERIS nascita, cui
il percorso prefissato IN negativo con Ingeneràre, Ingeneràbile,
Ingeneràto e Ingeneraziòne; eppoi Generatòre e Generatrìce,
Generatìvo con Generativìsmo e Generativìsta, Gènesi con Genètica
e Genètico, Genetìsta, la locuzione Organismo Geneticamente
Modificato cui l’acronimo OGM, Gènico, Genòma (col suff
biologico OMA) con Genòmica e Genòmico; il lemma Genètta (un
mammifero) è alieno nel percorso, poiché è dallo sp JINETA di
origine ar. Nel percorso GEN, l’ital conta ancora i composti
Genotìpo con Genotìpico (suff TYPUS impronta), Genotòssico, i
692
prefissati Antìgene con Antigènico (questo da non equivocare con
Antigienico), Congeneràre con Congeneràto, o meglio Congènito, e
Congènere, Degeneràre (DE sottrattivo) con Degeneraziòne e
Degènere questo su calco del gr AGENES (pref A privativo),
Ingeneràre con Ingeneràto e Ingeneraziòne (pref IN illativo),
Singènesi cui Singenètico (col pref SYN insieme vale “origine
simultanea”), Transgène con Transgènico. La rad, è il caso di dire,
ha “generàto” un’infinità di derivati e composti, da Genealogìa con
Genealògico (snm di Dinastia e Dinastico) a Primigènio questo con
valore di “generato per primo”, ovvero Primogènito con i sostantivi
Primogenitòre e Primogenitùra, includendo Genitìvo “generare, di
proprietà di…” sia aggettivo sia sostantivo e nella declinazione è
dalla locuzione lat GENITIVUS CASUS, eppoi Gènito “generato”
dal Pp GENITUS di GIGNERE generare con Ingènito (IN illativo)
dal lat GENITUS, eppoi Genitàle con Genitalità, relativo al generare,
cui il composto Genitourinàrio (apparato genitale-urinario), eppoi
Genitòre con Genitorialità, Genitrìce e Genitùra, infine Genetlìaco
dal gr GENETLIAKOS da GENETLIOS natalizio snm di
Compleanno. Eppoi Omogèneo (della medesima natura) ed
Eterogèneo (di diversa natura) rispettivamente composti dal gr
HOMOS uguale e HETEROS altro con GENOS svoltosi nel lat
GENUS nascita-stirpe. Indìgeno (IN-GENA) vale “generato in
loco”. Generòso è dal lat GENEROSUS uomo di stirpe da GENUS,
cui Generosità, i prefissati opposti con IN negativo Ingeneròso e
Ingenerosità, gli onomastici Generoso e Genoveffa questo, in una
comune area indoeur, attraverso il celt GENO stirpe e WIFA donna,
che si rintraccia nell’ingl WIFE moglie.
Aborìgeno o Aborìgene è un termine che spetterebbe esclusivamente
agli italiani del centropeninsulare. Gli ABORIGINES originari (lat
AB ORIGINE) furono, infatti, i primi abitatori del centro d’Italia,
coloro che avrebbero contribuito alla fondazione e alla grandezza di
Roma: oggi è comunemente assegnata ai nativi d’etnia australiana,
spesso nell’erroneo snm di “primitivo”, così come accade per
Indigeno, e talvolta viene assimilato, ancor più erroneamente, a
Boscìmano questo dall’ol BOSCHJEMAN uomo della boscaglia,
l’indigeno dell’Africa sud-occidentale che vive(va) nelle boscaglie,
forse dall’allitterazione lat-ital ARBOR-albero.
Variante di Boscimano è Boscìmane, versione equivocabile col suff
MANE di Mania per cui il termine potrebbe essere letto “maniaco
dei boschi”.
\ Gli aborigeni dell’ovest, i Miriwung, dopo secoli d’occupazione e sottomissione ai
bianchi, sono riusciti alfine ad ottenere dalla Corte di Perth, alla vigilia del terzo
millennio, il riconoscimento dei diritti sulla regione di Kimberley, pari a 7.600 Kmq.
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Una sentenza importantissima per la civiltà, poiché riconosce l’inalienabilità dei diritti
tradizionali, oltre a quelli naturali.\
Gèrme o Gèrmine dal lat GERMEN già GENMEN con mutazione
della prima n in r, quindi della stessa rad di GEN, è il termine che ha
prodotto i vari Germàno”stesso seme-stessi genitori” da
GERMANUS, Germìle o Germinàle, Germinàbile con
Germinabilità, Germinàle (questo anche il settimo mese del
calendario napoleonico) o Germinatìvo, Germinàre dal class
GERMINARE cui Germinànte, Germinatòio, Germinatòre e
Germinaziòne, con Germogliàre dal volg GERMINIARE cui
Germòglio, Germogliàbile, Germogliamènto e Germogliaziòne, il
composto Germicìda. Germoglio (adottato dal XIII sec) ha i snm in
Pollone (dal XIV sec) e Paràfisi (dal 1828) questo dal gr
PARAPHYSIS (dal gr PHYSIS natura e pref PARA)
Germània significherebbe allora una nazione moltiplicatasi di
Germani, ossia dello stesso seme-germe, da un comune capostipite,
cui Germànico, l’elemento chimico Germànio (simbolo Ge) estratto
in quelle regioni, Germanìsmo, Germanìsta, Germanìstica,
Germanizzàre, Germanizzaziòne, il pref GERMANO per
composizioni quali Germanofiliìa con Germanòfilo, Germanofobìa
con Germanòfobo e Germanòfono. Sotto quest’aspetto di “stesso
seme”, tutti i popoli discendenti da un unico progenitore sono
germani, tutta l’umanità è germana, discendente da Adamo. Da
questa analisi, l’onomastico Germano “nato dal germe del
genitore”concorre con Germàno “tedesco”. Germàno “sorta di
uccello”, con un snm in Alzavola, ha il nome in onore di San
Germano, a febbraio, periodo del loro passaggio. cui Germano reale.
Snm di Germanico è Tedèsco dal lat medv THEODISCUS ma di
genesi locale THEODISK da THEOD popolo-volgo con valore di
“volgare” in riferimento alla lingua. Altro snm letterario e Alemànno
o Alamànno, in riferimento agli ant Alamanni, una popolazione di
stirpe ted stanziatasi nella regione dell’Elba, il cui dialetto
sopravvive nella Germania mer e nella Svizzera ted; termine dal lat
ALAMANNUS e gr ALAMANNOI di genesi got ALAMANS che
sta genericamente per “uomini”. Il terzo snm di Germanico è
Teutònico relativo ad una ant stirpe dei Teutoni, passato poi nel
linguaggio letterario ad identificarsi col primo, cui in locuzione,
Ordine teutonico, Cavalieri teutonici, Disciplina teutonica. Infine,
l’ital conta ancora, in forma spregiativa volg, Tùdero che sta per
Tedesco da voce piemontese Tuder e lombarda Toder; da non
equivocare con Tuderlìno snm di Todìno, demotico di Todi.
Teutofobìa snm di Dutchfobìa (qui ricorrendo alla specifica voce in
lingua tedesca) è l’avversione per il popolo germanico; un’atavica
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paura indotta storicamente nel nostro popolo da frequenti e tragiche
invasioni di quei popoli.
Tutto ciò che è prodotto dall’azione del Generare è lungo il percorso
GENASCI-GENATUS-GENATALIS che include, con aferesi del
gruppo GE, i termini quali Natàle, questo con Natalità contrario di
Mortalità, e Natalìzio.
\ Fu il papa Liberio nel 1354 a stabilire la data del 25 dicembre quale ricorrenza del
Natale cristiano.\
Nàscere è dal verbo lat class incoativo NASCI riversatosi nel volg
NASCERE cui Nascimènto, Nàscita e Nascitùro, col Pp NATUS cui
Nàto, Natìo, Natìvo con Nativìsmo, Natività, Nativìstico, il
composto Bennàto dalla locuzione Ben nato ovvero Nato sotto
buona stella, la composizione Nativo-americano in riferimento ai
discendenti degli insediati prima degli europei; eppoi il prefissato
Innàto questo con i termini filosofici Innatìsmo e Innatìsta con la
locuzione Innatismo virtuale, Inneità; semant, Nato sarebbe quindi il
“conosciuto” in forma amplificata.
\ Nel 2015 le nascite sono state 488mila – 8x1000 residenti – 15mila in meno rispetto
all’anno precedente. La popolazione italiana residente si è ridotta di 130mila mentre
quella straniera è aumentata di 39mila.
In una dimensione di controllo delle nascite, o meglio, di programmazione delle
nascite, il termine PLUSNATO indicherebbe l’eccedenza di nascite rispetto ai dati
preconsiderati (“Quella notte fatta di sogni e di mistero” SA, Ed Rebellato 1989).\
Termini d’eredita del diritto romano, sono giunti i prefissati
Agnatìvo, Agnàto meglio Agnàti, con Agnatìzio questo variante di
Agnativo, e Agnaziòne, dal lat AD NASCI nascere accanto “maschi
nati dai discendenti del padre” ovvvero parentela in linea maschile
sottoposta alla podestà e tutela di uno stesso capofamiglia, insomma
un ulteriore articolo maschilista, per cui solo i maschi, pur
semplicemente parenti, usufruivano dei benefici quali appartenenti
alla stessa famiglia.
Il percorso conta ancora Naziòne questo da NATIO NATIONIS
nascita che una nutrita sequenza di derivati quali Nazionalìsmo,
Nazionalìsta, Nazionalìstico, Nazionalità attraverso il franc
NATIONALITE (pron nazionalitè) cui Nazionalitàrio, eppoi
Nazionalizzàre con Nazionalizzaziòne, le composizioni da Nazionàlalleàto a Nazionalsocialìsmo con Nazionalsocialìstico passando da
Nazionalpopulìsta attraverso l’ingl POPULIST dal lat POPULUS
popolo.
\ La più piccola nazione al mondo sarebbe la Repubblica di Molossia, 5mila mq, nel
Nevada in USA, costituita da 6 (sei) cittadini in aggiunta alla famiglia del presidente;
ma lo stato non è riconosciuto. /
Il percorso conta infine i prefissati Prenàscere (PRAE prima) con
Prenatàle, il fig Rinàscere da RENASCI (RE iterativo), Rinascènte –
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questo anche marchio di uno storico Grandi magazzini Rinascènza, Rinascimènto con Rinascimentàle, Rinàscita, Rinàto dal
Pp RENATUS cui l’onomastico Renato nel senso cristiano “rinato
attraverso il battesimo”; lemma alieno il sardo Nàsco “tipo di vino”
d’etim ignoto. L’onomastica, con l’avvento del cristianesimo, conta
Natale, Natalia, Natalino e Natascia in versione russa, tutti dalla
locuzione DIES NATALIS giorno della nascita (di Gesù).
\ Genitivo sassone
Il Genitivo sassone o meglio Genitivo di possesso utilizzato dagli inglesi si
costruisce separando il possessore mediante un apostrofo immediatamente
seguito dalla s e da ciò che possiede, esempio LOVE’S DREAM sogno
d’amore. La lingua tedesca lo utilizza saldando direttamente il nome del
possessore con la s e con ciò che è posseduto, quale LIEBESTRAUM
sogno d’amore.
\ Blastula Derma
Dal gr BLASTOS germe (e fig germoglio), cui Blastèma (omn di Blastema
“bestemmia”), Blàstico, Blastizzaziòne, Blastoidèi e Blastòidi, Blastòma con
Blastomatòso, Blàstula, l’ital ha tratto il pref-suff BLASTO, cui Blastocèle
(gr KELE tumefazione, ernia), Blastòcero “sorta di mammifero dei Cervidi”
(col gr KERAS corno), Blasticìsti (gr KYSTIS vescica), Blastocìto (gr
KYTOS cavità, cellula), Blastodèrma (gr DERMA pelle), Blastòfaga (gr
PHAGEIN mangiare), Blastogènesi, Blastòmero (gr MEROS parte),
Blastomicèti “Classe di funghi” (gr MYKETES fungo), Blastòporo (gr
POROS passaggio); eppoi Angioblàsto (gr ANGELON vaso-vaso
sanguigno), Brachiblàsto (gr BRAKHYS breve), Cnidoblàsto col gr KNIDE
ortica cui Cnidàri snm di Celenterati, Cnidofobìa; pseudetim Cnìdio
demotico dell’ant toponimo gr Cnido cui Venere cnidia qui venerata.
Il percorso suffissato prosegue con Diblastèrio “ (col pref DI dal gr DIS due
volte) che vale Metazoo inferiore una cui parete è formata da due Epiteli,
l’Ectoderma e l’Endodèrm, Ectoblàsto (gr EKTOS fuori-esterno),
Ematoblàsto e Emoblàsto (gr HAIMA sangue), Endoblàsto (gr ENDON
dentro-interno), Epiblàsto (gr EPI sopra), Eritroblàsto (gr ERYTHROS
rosso) con Eritroblastòma, Fibroblàsto (lat FIBRA elemento cellulare),
Idioblàsto (gr IDIOS proprio-distinto), Ipoblàsto (gr HYPO sotto),
Leucoblàsto (gr LEUKOS bianco), Linfoblàsto (fig dal gr LYMPHA linfa),
Macroblàsto (gr MAKROS lungo-esteso), Melanoblàsto (gr MELAS nero),
Mesoblàsto (gr MESOS medio), Mieloblàsto (gr MYELOS midollo),
Neuroblàsto (gr NEURON nervo), Odontoblàsto (gr ODUS dente),
Oloblàsto (gr HOLOS tutto), Ooblàsto (gr OION uovo), Trofoblàsto (gr
TREPHEIN nutrire).
Dal gr DERMA pelle derivano i vari Dèrma, Dermatìte o Dermìte,
Dermatòsi, Dèrmico, Dermòide, i prefissati Endèrmico (col gr EN in),
Endica-èndica con Endicaiuòlo, Endicàre col gr TITHENAI porre,
Epidèrmide (col pref EPI vale tessuto superficiale del corpo) con
Epidèrmico. Epidermicità. Epidermìte (suff medico ITE) e Epidermòide
(suff OIDE somiglianza), i pref DERMA DERMATO DERMO e il suff
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DERMIA, cui i composti quali Dermatosiofobìa o
Dermatofobìa o Dermatopathofobìa “paura di contrarre malattie
cutanee”, Dermalgìa (gr ALGOS dolore), Dermaschèletro, Dermàtteri (gr
PTRON ala), Dermatofìta (gr PHYTON pianta), Dermatofobìa “paura
delle lesioni cutanee, Dermatògeno suff GENO che genera), Dermatoglìfo
DERMO
(gr GLYPHE scanalatura), Dermatologìa con Dermatolègico e
Dermatòlogo, Dermàtomo (gr TOME taglio), Dermatomicòsi (gr MYKES
fungo), Dermatoplàstico, Dermatòtomo, Dermatozòo, Dermèstidi (vale
Tarme), Dermocèltico (con celtico 1), Dermochèlide “testuggine carnivora”
(gr KHELYS tartaruga), Dermocuòio, Dermoesfoliaziòne (dal lat
EXFOLIARE strappare le foglie vale fig “caduta superficiale
dell’epidermide”), Dermografìsmo, Dermopatìa con Dermopàtico,
Dermoprotettìvo, Dermosifilòpata con Dermosifilopatìa e Dermosifilopàtico
con Sifilide e PATIA), Dermòtteri (Ordine di mammiferi Euteri);
Cheratodermìa (gr KERAS corno vale “ispessimento corneo”),
Ematodermìa (gr HAIMA sangue), Eritrodermìa (gr ERYTHROS rosso),
Eudermìa (pref EU bene) con Eudèrmico, Leucodèrmo con Leucodermìa (gr
LEUKOS bianco), Linfodermìa (fig dal gr LYMPHA linfa), Ortodermìa (gr
ORTHOS dritto,corretto), Pachidèrma con Pachidèrmico e Pachidermìa (gr
PAKHYS spesso, vale “ispessimento”), Tassidermìa (gr TAKSIS
disposizione vale “tecnica di conservazione”), Xerodermìa (gr KSEROS
secco).
Il pref ital PACHI dal gr PAKHYS spesso-grosso compone termini quali
Pachimenìnge con Pachimemingìte (con Meninge “dura madre”),
Pachipleurìte (gr PLEUMON polmone e suff medico ITE), Pachitène
(biologia, col gr TAINIA nastro vale “ispessimento”); dal gr TAINIA è
derivato il fig Tènia “verme intestinale” dal lat TAENIA cui Tenìasi
“infermità dovuta al parassita”questo col suff patologico IASI dal gr IASIS.
Sifìlide dal lat SYPHILIS, dal nome del protagonista Syphilus dell’omn poema
Syphilis di F. Fracastoro (1530), altrimenti detto Morbo gallico, Mal francese, Morbo
celtico, snm di Lùe dal lat LUES pestilenza cui Luètico, Luifobìa “paura della
sifilide”.
1
\ Cacchio Borchia
Snm di Germoglio non fruttifero (germoglio inutile) è Càcchio, dal lat vol
CACLUS, termine questo svolto da CATULUS cucciolo di cane, cui Catèllo
“cagnolino”; in ambito agricolo si conta il prefissato Scacchiàre con
Scacchiatùra con le locuzioni Scacchiare la vite e Scacchiare il pomodoro.
Il termine Cacchio, con Incacchiàrsi e Incacchiatùra, è abusato sostituendolo
in eufemismo all’ital volg Càzzo cui il percorso fig e non Cazzàta “grave
errore” cui Scazzàre, Cazzeggiàre “ammazzare il tempo” con Cazzeggiatòre
e Cazzèggio, Cazziàre con Cazziàta e Cazziatòne “successione di
rimproveri”, l’interiezione Càzzica! snm attenuato di Cazzo, l’accr Cazzòne
che vale “stupido”, Cazzùto “furbo” e i prefissati Incazzàrsi “arrabbiarsi”
con Incazzàto, Incazzatùra, Incazzòso e l’intensivo Scazzàta cui Scàzzo;
attraverso un passaggio fig da Cazzo si ha Cazzòtto con Cazzottàre,
Cazzottàta, Cazzottatòre, il prefissato Scazzottàre con Scazzottàta e
Scazzottatùra (pref S intensivo); il marinaresco Incazzottàre con
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Incazzottàta, fig da Cazzotto, vale “arrotolare una bandiera” cui l’omn
Scazzottàre “slegarla”.
Nell’area Abruzzo-Molise un varietà di gnocchetti è indicata con Cazzarelli,
la cui etim è a largo respiro.
Il film del 2011 ‘Cose dell’altro mondo’ di Francesco Patierno ha divulgato,
tramite il protagonista Diego Abatantuono, il termine composto ed ellittico
Fancazzìsta che sta per Non fa un cazzo (Scansafatiche).
Bròccolo, altro snm del valore fig di “germoglio”, è il dim dal lat
BROCCUS dai denti sporgenti cui Bròcco con Imbroccàre e il fig Broccàto
“sorta di tessuto o di marmo”, Bròccia “sorta di utensile a denti” cui
Brocciatrìce e Brocciatùra, Bròcciolo “ghiozzo d’acqua dolce” (fig per la sua
forma allungata che ricorda un dente), Bròcco “cavallo sfiatato” (pertanto
mostra i denti) cui Brocchèsco, Broccàre e Imbrocchìre, poi in versione fem,
Bròcca da BROCCUS, per la sua caratteristica d’aver il beccuccio sporgente
per versare agevolmente il contenuto, cui il dim Brocchìno questo omn di un
Brocchìno “sorta di stivaletto” omologismo dal franc BRODEQUIN. Nel
franc è apparso il termine BROCHE punta sporgente-spilla, cui BROCHER
cucire con BROCHURE cucito insieme e il calco ital Brossùra. Ancora,
Bròccio “fuso” attraverso il franc BROCHE dal lat BROCCUS con l’omn
Bròccio attraverso il corso BROCCIU dal franc BROUSSER mescolare,
battere, cui.
Dal dim lat BROCCULA cosa puntuta, l’ital ha coniato Bòrchia cui
Borchiàio, il denm Borchiàre, Borchiàto, il dim Borchiètta con Borchiettàto,
che col tempo, a parte le capocchie metalliche lavorate, hanno smarrito, in
evoluzione enantiosemica, la forma rad di puntuta, quali le guarnizioni e il
coprimozzo; Bùccola, attraverso il franc BOUCLE, è dal dim lat BUCCULA
piccola borchia, connesso con BUCCA bocca.
Fuori percorso, Broccàrdo questo un principio giuridico dal nome del
vescovo Burcardo di Worms (965-1025) e Brocchière o Brocchièro dal lat
volg BUCCULARIUS traslato dal valore di “bocca” a “guancia dello
scudo”.
Dal got THIKJAN essere florido cui GATHEIHAN germogliaresvilupparsi, in connessione indoeur con il long THIKKI grosso e col ted
GEDEIHEN, l’ital ha coniato l’omologismo Attecchìre col pref incoativo
AD cui Atticchimènto, eppoi Atticciàto “tarchiato”.
\ Genetica
Genetica è il termine coniato da William Bateson nel 1906 ed indica la
scienza dell’eredità biologica, in altre parole la proprietà a generare un
proprio simile.
Genoma è il corredo genetico di un individuo in tutto o in quanto
caratteristico; in esso, il Survivin è la proteina che controlla la vita delle
cellule sane, inducendo all’autodistruzione quelle anomale. Tale proteina,
quando non funziona, la cellula impazzita continua indisturbata a riprodursi,
dando origine al tumore (P. Carlo Marchisio e Dario Altieri, dicembre
1998). Il Genotipo è la costituzione genetica di un organismo deducibile
dall’ascendenza e dalle prestazioni riproduttive; il termine è in opposizione a
Fenotipo, che è l’insieme dei caratteri visibili esaudendo quelli ereditari.
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Insomma, ciò che rimane della vita di un uomo è il Genotipo e ciò che
rimane del suo ricordo è il Fenotipo. La Genetica di Popolazioni analizza le
variazioni genetiche ed il cambiamento delle popolazioni, fondamentale per
lo studio dell’Evoluzione. Tale scienza è passata ancora alla comprensione
degli esperimenti d’inc animale e vegetale, attestandosi in Mutazione, che è
la variazione in un Gene, nella struttura, nel numero di cromosomi. Il
termine Mutante, patrimonio linguistico della letteratura fantascientifica in
snm con Alieno, è entrato prepotentemente nella realtà scientifica in stretta
connessione con la neolocuzione Manipolazione Genetica.
GENTILE
Dal fatto che originariamente fosse legato a GENS (gruppo di
famiglie da un solo capostipite) di rad GENE, cui Gènte dal lat
GENTEM e Gènte dal prvz GENT cortese, nobile, connesso in
ambito indoeur con l’irlandese ant KIND razza e con il ted e ingl
KIND bambino.
Gentìle è storicamente snm di “puro-nobile di nascita-sentimenti
elevati”; la semant l’ha riqualificato “di buone maniere-di modi
garbati-aggraziato-fine d'aspetto”, cancellandogli però il blasone.
In ambito giudaico-cristiano Gentìle vale quale sing di Pagani (non
israeliti o non cristiani).
Derivati e composti da Gente, il quale ha smarrito l’origine nobiliare,
l’ital conta Gentàglia, Gentàme e Gentèse; da Gentile si ha
Gentilèsco, Gentildònna e Gentiluòmo (esotico ingl Gentleman) con
un forzato d