Senza Pensieri - Maggio 2016

Transcript

Senza Pensieri - Maggio 2016
Notiziario dell’ ISIS Oscar Romero — Albino (BG)
Anno VII
A.S. 2015/2016
Parole d’ordine al Romero: qualità, dinamicità e innovazione
Cari ragazzi, un altro anno si sta concludendo e, come di consueto, è tempo di bilanci e di propropositi per il futuro. Se dovessi definire con pochi aggettivi la nostra scuola, direi che è seria
e rigorosa nella formazione, dinamica e innovativa nelle proposte.
Sul piano della formazione, non solo i risultati delle prove Invalsi collocano l’istituto al di sopra
della media nazionale e regionale, ma anche i dati di una ricerca, effettuata da Eduscopio per
conto della prestigiosa Fondazione Agnelli, testimoniano l’alto livello di competenza raggiunto
dagli studenti al termine del percorso di studi. Infatti, il Romero è al primo posto in provincia di
Bergamo per l’istruzione tecnica e al secondo posto per l’istruzione liceale.
Ma l’offerta formativa è anche attenta a cogliere le istanze e le sollecitazioni provenienti dalla
società e dal mondo produttivo circostante, attraverso investimenti in attrezzature e
l’attivazione di percorsi e di progetti innovativi, anche sul piano della didattica.
E’, ad esempio, il caso dell’indirizzo commerciale-pubblicitario nell’istruzione professionale,
che partirà il prossimo anno, e per il quale è in fase di allestimento un laboratorio informatico
(fruibile da parte di tutte le classi) con pc nuovi, dotati di schermo di 24 pollici e programma
specifico per la grafica e la fotografia.
In materia di didattica digitale, da settembre la scuola disporrà della prima “aula 3.0”, uno spazio attrezzato per il lavoro in gruppo, anche con l’uso delle tecnologie. L’attuale sala audiovisivi
sarà arredata con “isole” costituite da sei banchi ciascuna e dotate di colonna adibita al ricovero e al caricamento dei tablet; questo spazio consentirà certamente di incrementare l’uso di
metodologie di insegnamento/apprendimento innovative ed efficaci.
Il forte investimento sulle tecnologie ha consentito anche di disporre di una connettività molto
potente e di dotare tutte le aule di nuove casse acustiche e di videoproiettore, nonché di fornire
ad un certo numero di classi i tablet in comodato d’uso. Tutto ciò è (e sarà) affiancato da percorsi di formazione per i docenti sui temi dell’uso delle tecnologie nella didattica. Prosegue con
successo anche l’impegno nell’offerta riguardante le lingue straniere. La scorsa settimana si è
tenuta, per la prima volta nella storia della scuola, una lunga videoconferenza in Skype che ha
visto protagonisti i nostri studenti che studiano il russo e i ragazzi di un prestigioso liceo di Mosca che studiano l’italiano. E’ stato un momento molto bello e coinvolgente, che ha dato ufficialmente l’avvio al progetto di partenariato e di scambio tra le due scuole e che, ci auguriamo,
porterà il Romero a Mosca forse già durante il prossimo anno scolastico! Nel frattempo si consolida la collaborazione con l’Università di Bergamo, attraverso la presenza di studenti tirocinanti e la proposta di incontri curati da docenti universitari e rivolti a studenti e famiglie.
Da settembre partirà anche l’insegnamento curricolare del cinese in una classe terza del tecnico, mentre si continuerà ad offrire corsi nelle diverse lingue in orario extrascolastico.
Quest’anno un grande impegno è stato richiesto per garantire agli studenti di tutte le classi terze lo svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro, attuata con successo grazie alla disponibilità di
molte e diverse realtà produttive e dei servizi, e al notevole lavoro svolto dai docenti referenti.
Tutto ciò fa del Romero una scuola all’avanguardia, apprezzata sul territorio, come dimostra il
fatto che il prossimo anno ci saranno 52 classi, due in più rispetto all’anno che si sta per chiudere, ed è possibile grazie all’impegno e alla passione di tutte le persone che ogni giorno danno il loro prezioso e originale contributo per un miglioramento continuo: i docenti, i tecnici, il
personale di segreteria a cui va un sentito ringraziamento. Grazie anche a voi ragazze e ragazzi che ogni giorno animate la scuola! In bocca al lupo agli studenti delle classi quinte per
un futuro in cui l’esperienza del Romero continui ad essere viva e fonte di riflessione e di bei
ricordi. Un arrivederci a settembre alle classi seconde, terze e quarte!
E… naturalmente: Buone Vacanze!!!!
Il dirigente scolastico
Maria Peracchi
2
Un occhio di riguardo alla biodiversità
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è
quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo
riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al
punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e
cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli
spazio.
Questa citazione - tratta da Le città invisibili di Italo Calvino - ha
guidato noi studenti di 3^S e 3^L nel progetto “Un mondo biodiverso è un mondo diverso” il cui
filo conduttore è stato ciò che ci caratterizza e ci circonda: la biodiversità.
Per prima cosa ci siamo posti una domanda, che può sembrare scontata, ma alla quale non é
facile rispondere: “che cos'è la biodiversità? È qualcosa legato esclusivamente alle diverse
specie animali e vegetali o è qualcosa che ci riguarda più da vicino? ”.
Durante il nostro percorso abbiamo avuto l’opportunità di osservare ed entrare in contatto con
questa complessa e affascinante realtà e, con non poca sorpresa, ci siamo resi conto che considerare la biodiversità solamente dal punto di vista biologico è sicuramente riduttivo. Biodiversità è anche la nostra storia, è cultura e tradizione, biodiversità è sostentamento ed economia,
biodiversità è relazione, interdipendenza, conservazione e protezione; biodiversità è anche e
soprattutto diversità. Parlare di biodiversità significa inserirsi in un contesto molto più ampio.
Visto che i protagonisti del progetto siamo stati noi ragazzi abbiamo pensato a un modo che
permettesse ai giovani di avvicinarsi in maniera più coinvolgente a questo mondo biodiverso:
la nostra App. Quest’ultima fase del progetto ci ha visto impegnati nella progettazione e realizzazione di una App per smartphone e tablet riguardante la pista ciclo-pedonale della Valle Seriana: ci siamo concentranti, in particolare, sul tratto Albino-Pradalunga.
L’applicazione fornisce informazioni sulle caratteristiche delle fasce di vegetazione che accompagnano il fiume e sulla biodiversità, con particolare attenzione alle specie arboree, inserendo
notizie e documentazione riguardo ai punti di interesse storico, con lista e descrizione di alcuni
produttori locali.
Il lavoro si è svolto in varie fasi: dopo aver stabilito lo standard di comunicazione, ci siamo suddivisi in gruppi, ognuno dei quali doveva analizzare una o più specie vegetali con il compito di
sviluppare schede descrittive, creare un semplice percorso di interesse storico presente sul
territorio e intervistare un produttore locale.
Abbiamo acquisito il know how tecnico grazie al percorso di formazione che ci è stato proposto
dal programmatore Angelo Gelmi che ha seguito tutte le fasi del progetto insieme a Francesco
Trazzante. Al fine di migliorare la “navigazione” nella App è presente una visualizzazione a lista
e una mappa interattiva per i punti di interesse. Per completare la nostra applicazione, abbiamo disegnato un logo accattivante e creativo, pur nella semplicità della forma.
Per scaricare la App su tablet o smartphone è sufficiente entrare nello store di riferimento del
proprio sistema operativo e digitare le parole chiave “mondo biodiverso”.
Il nostro invito è quello di non vivere come spettatori passivi del mondo e di non accettare
“l’inferno dei viventi”: questo è proprio l’obiettivo che si propone la nostra App, sperando che
possa costituire uno spunto per sviluppare un progetto più ampio e articolato.
Marina Colombi e Francesca Moioli 3^S
3
Viva l’Italia libera:
La libertà attraverso giovani volti secondo la 4^T e la 5^B
Di solito quando ad un gruppo di adolescenti viene chiesto di approfondire
un determinato tema storico la reazione è sempre la stessa: facce sconvolte il cui ultimo pensiero è la vita di persone vissute anni ed anni fa; facile pensare quindi che quando il nostro prof. Scudeletti ci ha proposto di
partecipare al progetto organizzato dall’ISREC, Istituto per la storia della
Resistenza e dell’Età contemporanea di Bergamo, la prima cosa che ci sia
passata per la testa sia stata: “sbatti!”. Perché avremmo dovuto passare i
nostri pomeriggi ad approfondire un argomento che all’inizio ci interessava
poco? Come se già non avessimo abbastanza cose da fare…
La risposta è arrivata in corso d’opera, ma facciamo un salto indietro.
Prima di tutto il progetto prevedeva, tra altre possibilità, anche la creazione di un manifesto che illustrasse la vita di donne e uomini bergamaschi che durante la Resistenza italiana hanno rischiato, e talvolta perso, la propria vita per il bene comune dello Stato.
Ci siamo divisi in gruppi per poter lavorare meglio e ad ogni gruppo Elisa Pievani dell’Isrec ha
consegnato un dossier al cui interno vi erano dei documenti, delle fotografie ed una piccola biografia della persona scelta da noi. Nei giorni successivi il grafico Dario Carta ci ha aiutato a
scegliere come presentare nel migliore dei modi il nostro soggetto e poi finalmente siamo passati all’azione: 3 mesi per creare un manifesto. “Facile!” direte voi, ma non lo è stato per niente.
In fondo come è possibile sintetizzare la vita di persone così immense in poche parole o attraverso un’immagine? E dico immense perché erano davvero così, nel senso che avevano un
coraggio immenso, una forza immensa, ma soprattutto un amore immenso, non un amore verso una ragazza o un ragazzo, un amore verso la patria, verso la nostra Italia. E dopo questi 3
mesi di lavoro e tante incertezze finalmente i progetti erano pronti per essere consegnati e che
dire, ne era valsa davvero la pena. Il 16 aprile cinque studenti per ogni classe coinvolta sono
andati a Bergamo accompagnati dai loro professori ad una cerimonia organizzata dall’Isrec in
cui tutti gli studenti delle scuole coinvolte avevano l’occasione di presentare i propri progetti:
musicali, teatrali, visivi. Il clima in teatro era bellissimo: una marea di studenti nostri coetanei e
con differenti background si erano riuniti per parlare di persone vissute anni fa le cui azioni avevano permesso all’Italia di essere libera ed erano tutti felici di farlo, e si erano impegnati tutti in
modo eccezionale! Se all’inizio ci chiedevamo perché avremmo dovuto spendere il nostro tempo dietro a questo progetto, alla fine la risposta è arrivata : perché grazie a tutto ciò abbiamo
potuto conoscere la vita di persone incredibili. Prendiamo ad esempio Anna Papis: lei aveva
tutto, un lavoro da dattilografa, una famiglia, una casa, eppure ha deciso di aiutare la Resistenza, ha deciso di rischiare la propria vita per salvare prigionieri e partigiani. Ad averla una forza
simile! Queste persone furono spinte da un amore incredibile verso la patria, verso l’Italia;
quante volte ci capita di snobbarla. Noi giovani siamo i primi che sognano un futuro all’estero
ma proprio durante questo progetto ci siamo sentiti tutti Italiani con la “i” maiuscola, ci siamo
sentiti parte di qualcosa di bellissimo, abbiamo potuto anche noi amare l’Italia come non ci capita spesso di fare, e ci siamo sentiti in debito verso questi giovani ragazzi e ragazze che hanno deciso di rischiare tutto per permetterci di vivere una vita serena.
Durante la cerimonia del 16 aprile c’è stato un momento in cui tutti insieme abbiamo cantato
una canzone che durante la resistenza cantavano i nostri partigiani, e tutti insieme siamo stati,
anche se diversi, una cosa unica: ITALIANI, e che dire, è stata una cosa fantastica.
In conclusione quindi vorrei ringraziare il nostro prof. Scudeletti per averci permesso di prendere parte a questo progetto bellissimo, per averci permesso, anche se indirettamente, di apprezzare di più lo Stato in cui viviamo, attraverso la storia di persone che avevano più o meno la
nostra età e che provenivano dalla nostra stessa città.
Simona Marcelli
4
Un saluto…
Al termine di questo anno scolastico andranno in
pensione ben sette insegnanti del nostro Istituto:
Mariannina Barone,Giuseppina Cilli, Anna Ghilardi,
Cinzia Girelli, Eugenio Marchesi, Florinda Mismetti,
Fiorella Riva, ; inizieranno a godersi la pensione anche
il direttore dei servizi generali e amministrativi Maurizio
Todisco e Paolo Spinelli, per molti anni centralinista
della nostra scuola. Abbiamo intervistato la professoressa Cilli.
Dalla laurea fino alla pensione, ci racconta la sua storia professionale?
Mi sono laureata molto presto, a 22 anni. Ho cominciato a lavorare all’università come
“esercitatrice”. Ho avuto subito la nomina nella scuola media e successivamente in quella superiore, dove sono rimasta fino alla pensione e dove ho realizzato vari progetti legati alla scuola.
Come era il Romero al suo arrivo?
C’erano già vari progetti; ma per quanto riguarda le lingue straniere, è stato soprattutto grazie
al lavoro mio e alla collaborazione di diversi docenti e istituti internazionali che il Romero è stato “portato” all’estero.
Come è cambiato il Romero in questi anni?
Attraverso molte attività, l’istituto si è aperto alle numerose esperienze con l’estero. Molto
spesso nella nostra scuola vediamo circolare alunni di altre nazionalità, grazie appunto a diverse iniziative, come il progetto “Comenius” e i diversi scambi interculturali.
Come sono cambiati gli studenti?
Gli alunni a mio parere sono migliorati: si sono aperti molto di più a queste nuove esperienze.
Sono, forse, diventati meno “studiosi”, ma più orientati allo sviluppo critico di competenze
(anche grazie alla diffusione di nuove tecnologie); di conseguenza lo studio è sempre meno
basato sui contenuti e più orientato a sviluppare le capacità personali di ogni singolo studente:
forse è proprio questo ciò che nella scuola di oggi è maggiormente richiesto.
Quali ruoli ha ricoperto e quali sono stati i progetti nei quali ha creduto di più?
Per 12 anni ho svolto l’incarico di “funzione strumentale” nel campo della multiculturalità. Il progetto “Comenius” è quello in cui ho creduto di più; è iniziato nel 2004 ed è durato 8 anni. I temi
di questi progetti europei sono stati: “Acqua amica e nemica” (il più importante), alcuni legati
all’importanza della salute e dell’ambiente, altri invece al rapporto tra il Romero in quanto scuola italiana e diverse altre scuole estere partner.
Cosa si sente di dire oggi a colleghi e studenti?
Ai docenti vorrei dire che la scuola non è solo entrare in classe e fare lezione, ma consiste
nell’avere la capacità di interagire con gli studenti; non è semplice trasmissione di contenuti.
Infatti il mio ultimo progetto è stato quello relativo alla candidatura della nostra scuola per
l’”EsaBac” che dà la possibilità agli studenti di conseguire un doppio diploma: l’esame di Stato
italiano e il Baccalauerato francese.
Agli studenti consiglio di vivere la scuola come una vera e propria “palestra di vita”, dove si fanno esperienze che essi potranno poi in futuro rincontrare nella loro carriera personale e lavorativa.
Come sarà la sua vita da pensionata?
Adesso non lo posso sapere, ma di sicuro continuerò a coltivare tutti quegli interessi legati alla
conoscenza di altri mondi e culture; tutto ciò del resto è sempre stata una parte importante della mia vita: di sicuro non mi fermerò ora!
Giulia Gaiti, Greta Mantovanelli 5^L
5
Lavorare nel mondo globale: al Romero un testimone d’eccezione
Lunedì 14 marzo presso l’auditorium del nostro Istituto
gli studenti delle classi 4^A, 4^B, 4^D, 3^A e 3^C
hanno avuto la fortuna e, perché no, l’onore di
incontrare l’ing. Alberto Bombassei, personaggio di
spicco non solo nel nostro territorio ma in tutto il
Paese. Alberto Bombassei è fondatore e presidente
dell’azienda Brembo S.p.A., nonché parlamentare e
consigliere di amministrazione in altre società come
Italcementi e Pirelli. Pertanto i giovani partecipanti
hanno avuto la possibilità di ricevere consigli ed
indicazioni sul mondo del lavoro da chi nella vita di
strada ne ha fatta, ed anche parecchia.
Dopo una breve presentazione dei progetti e del ruolo
dell’associazione Aspen Insitute Italia - promotrice
dell’incontro - la quale si pone l’obbiettivo di costruire
una nuova narrativa dell’impresa, attraverso il
confronto sulle tematiche di attualità tra le varie aziende nazionali ed internazionali, ha preso la
parola l’ing. Bombassei che ha brevemente raccontato l’avvio della sua impresa. L’attività ha
avuto inizio nel 1961, grazie all’iniziativa del padre Emilio e del suo amico Italo Breda, a
Paladina, all’interno di una stalla, adibita dai due a officina meccanica.
L’anno fondamentale per il grande salto è stato il 1964 quando, dopo un incidente di un mezzo
inglese riparato da loro, avendo notato il sistema frenante non diffuso ancora nel nostro Paese,
hanno preso la decisione di tentarne la riproduzione, passando da officina di manutenzione ad
azienda specializzata nella produzione di freni a disco, prima in Italia.
Gli altri due eventi di grande importanza sono stati: l’incontro con Enzo Ferrari nel 1975, e
l’ingresso in Borsa nel 1995.
Attualmente l’azienda Brembo conta più di 10.000 lavoratori, distribuiti in tutto il mondo, con
stabilimenti presenti anche in Cina, Giappone, USA e Sud America. Fornisce i freni a tutte le
scuderie di Formula 1, meno una che si affida ad un’azienda giapponese, ed è fornitore anche
della Porsche, considerata a detta dell’ingegnere, “l’università dell’automobile”.
Bombassei ha proseguito con il riferimento alla propria esperienza per permettere agli studenti
di farsi un’idea del complesso quadro del mondo del lavoro attuale e con l’intento di offrire
spunti e consigli per cercare di avere successo nel lavoro.
Innanzitutto ha voluto porre fine a quella cattiva cultura o visione distorta che porta ad accostare l’industria ad un luogo negativo, pericoloso e nemico dell’uomo: per esempio, in termini di
sicurezza, ha osservato, oggi è forse più dannoso stare otto ore davanti ad un computer che
lavorare in una fonderia.
Inoltre ha sottolineato l’importanza del settore manifatturiero, le possibilità che può offrire, ma
anche e soprattutto le difficoltà e gli ostacoli nuovi dovuti al fenomeno della globalizzazione.
Infatti fino a qualche anno fa l’Europa produceva circa l’80% dei prodotti più evoluti mentre
oggi abbiamo perso quasi il 40% a favore di paesi come Cina, Giappone e così via. In tal
senso, è stato interessante capire come “Piccolo è bello” nel mondo globale non è più vero in
quanto questo “piccolo”, non riuscendo a competere con le grandi aziende e i grandi “imperi”,
non può non chiudere in un battere di ciglio. Quindi bisogna essere in grado di trasformarsi nel
“Grande è bello” ovvero, porsi sul piano delle grandi dimensioni e delle produzioni a larga
scala, con la qualità del dettaglio, dando così al prodotto un valore aggiunto. In ciò l’Italia
vanta certamente un passato glorioso.
Per ottenere tutto questo bisognerà puntare sulla ricerca e sullo sviluppo, tant’è che la Brembo
ogni anno investe il 5% del fatturato in questi due ambiti e mai ha abbassato tale investimento,
nemmeno nei momenti di grave crisi.
Un altro riferimento che ha incuriosito i presenti - visto che nessuno sapeva cosa fosse - è
stato quello riguardante la cosiddetta “Rivoluzione 4.0”.
6
Secondo Bombassei entro dieci anni, saremo circondati dalle “fabbriche intelligenti”: dal
dialogo tra uomo e macchina (terza rivoluzione) si arriverà al dialogo di macchina con
macchina, trascinando ad un grande cambiamento anche le altre componenti: politica, scuola,
società, ricerca …
Ciò non significherà aumento della disoccupazione perché anche questi robot avranno bisogno
di assistenza e manutenzione; semplicemente occorreranno nuovi attori, con una preparazione
migliore rispetto ad oggi e con competenze diverse, ovviamente sempre più legate
all'informatica.
Occorre, quindi, cambiare la prospettiva con cui guardare il mondo: da locale a globale, da manuale ad informatico. La Germania ed in particolare la Porsche stanno già cercando di
applicare il 4.0 alle loro produzioni e di mantenere così il proprio prestigio.
Certamente questo è stato uno degli spunti più interessanti per gli studenti, spesso confusi in
merito agli orientamenti lavorativi futuri.
Infine Bombassei ha risposto alle numerose domande preparate dagli studenti cercando di far
capire che alla base di tutto ci deve essere la grande volontà di arrivare lontano, la voglia di
lavorare, di mettersi in gioco, l’importanza di avere l’idea vincente e la capacità di capire il
cambiamento prima degli altri per sapere rispondere con anticipo alle nuove sfide. È ciò che
Brembo sta facendo, come ci dicono le cronache dell’ultimo mese, con la partecipazione al
progetto di Apple Car per cui Brembo produrrà i freni. L’andamento del mercato, la politica, la
delocalizzazione sono tutti elementi secondari, perché senza un ”io” impegnato con tutta la sua
grandezza e le sue capacità tutto si annulla.
Simone Carrara 5^B
La matematica nella nostra vita!
Lunedì 4 Aprile 2016, nella classe 2°L, si è tenuto un incontro con Lara Trussardi, dottoranda in matematica
all'università tecnica di Vienna, vincitrice della borsa di
studio Marie Curie, finanziata dalla Comunità Europea.
Lara risiede attualmente a Vienna e le è stata offerta la
possibilità di unirsi ad un gruppo di matematici per compiere vari studi finalizzati a fare scoperte in ambito matematico. Per il momento Lara sta studiando anche il cosiddetto “Sheep effect” o “Effetto pecora”, ossia un fenomeno basato sul principio che il singolo individuo prenda le decisioni basandosi su quelle della
massa (per esempio se per strada qualcuno si ferma a guardare in alto, prima o poi altre persone lo imiteranno). Successivamente la dottoranda Trussardi ha spiegato che l’opportunità
avuta le è stata di beneficio perché le ha permesso di imparare e migliorare le sue conoscenze
nelle lingue straniere, molto odiate durante la sua carriera scolastica. Contemporaneamente
agli studi di matematica, Lara sta, infatti, studiando il tedesco e si tiene costantemente aggiornata nell’inglese e nel francese. Finite le presentazioni, Lara ha iniziato a parlare di matematica, materia ostica a molti studenti. Lara ha spiegato che non è solo un insieme di calcoli, problemi ed equazioni, ma è anche ragionamento, previsioni, statistiche e tanto altro. La maggior
parte delle persone è convinta che qualunque soluzione data da un matematico ad un problema o equazione sia automaticamente esatta, anche se questa può, poi, essere manipolata a
piacimento; allo stesso modo alcuni avvocati, in alcuni casi giudiziari, per vincere una causa si
riferiscono a false statistiche che, pur essendo errate, possono però essere fondamentali per
l’esito del processo. La matematica, quindi, si trova ovunque: in qualunque posto andiamo e in
qualunque cosa facciamo; è presente in tutti gli aspetti della nostra vita: a scuola, in cucina, nel
fare la spesa, nelle previsioni meteorologiche, nei processi giudiziari, in medicina, nelle statistiche… Per questo motivo occorre studiare la matematica che rappresenta un aspetto fondamentale della nostra vita.
Chiara Nicoli e Lucia Carsana 2^L
7
Diversamente amabili… un amore su quattro ruote
“L’amore non ha confini”; è proprio vero! Ora, grazie a Jennifer e
Luca ne abbiamo anche la conferma. Jennifer è una vivace
ragazza di 26 anni, con un grande amore per la vita e una
smisurata voglia di aiutare il prossimo. Luca, un timido e dolce
ragazzo di 22 anni, è sempre disponibile ad aiutare gli altri e a
regalare un sorriso a chi lo circonda. Per loro, infatti, la disabilità
non è un limite, ma è il punto di partenza per aiutare gli altri a
vedere la vita con occhi nuovi, che sanno stupirsi di fronte alla
meraviglia di ogni attimo, senza dar nulla per scontato. La loro storia inizia grazie a un corso di
informatica, del quale nessuno dei due ricorda nulla perché, sia per Jenny che per Luca,
l’attenzione non era di certo rivolta agli schermi del computer, ma piuttosto catturata dallo
sguardo dell’altro. È stata Jenny, con intraprendenza e coraggio, a fare il primo passo e non è
passato molto tempo prima che delle semplici chiacchierate su Facebook si trasformassero in
una lunga serie di appuntamenti. Non ci possono essere scuse: da quasi due anni, ogni martedì l’affiatata coppietta si da l’appuntamento sempre nel solito luogo: il parco Montecchio, il loro
personalissimo “parco del Valentino”. La loro storia è fatta di sorrisi, lacrime, difficoltà e piccole
conquiste, affrontate sempre insieme con coraggio e con amore. Infatti, come ha detto Jennifer: “i problemi li hanno tutti, bisogna solo avere la forza e la costanza per superarli. I problemi
fortificano.” Il 10 gennaio hanno deciso di confermare il loro amore, anche davanti a Dio, con
una cerimonia di fidanzamento presso la chiesa di Gavarno. Il messaggio di Jenny e Luca al
Monteore nel nostro Istituto è stato una testimonianza di speranza e di amore, quello vero, che
fa vivere ogni attimo con gioia, con la certezza che, con l’impegno, si possono raggiungere tutti
gli obiettivi. Come avrete capito Jenny e Luca sono una coppia normale di ragazzi speciali, da
cui si può imparare molto. Una coppia normale in cui non mancano piccole discussioni, una
buona dose di gelosia (guai a chi tocca Luca! È solo di Jenny!) e tanto tanto amore.
Insieme hanno fatto grandi conquiste perchè, come dice la loro colonna sonora, ’’senza te non
so volare’’ (‘’Ti amo sempre’’ di Giusy Cento).
Una di queste conquiste riguarda Luca che è stato chiamato a recitare nel film ‘’In fondo alla
salita’’ diretto da Emanuele Manzoni, in cui fa la parte di un angelo che accompagna un ragazzo durante il cammino di Medjugorije. Forse, ripensandoci, è proprio vero che non sono una
coppia normale… il loro amore è davvero speciale!
Paola Azzola e Giorgia Gandelli 5^L
Hold back the time
“Hold back the time”: questo è il tema della sfilata presentata durante il Monteore 2016 all’istituto Romero da alcuni ragazzi della 4^T.
“Cosa determina la moda? Cosa la fa cambiare?”: sono state alcune delle domande poste dalle presentatrici.
La risposta che ci hanno dato è stata “mostrata” durante l’intera sfilata.
Ci hanno trasportato in un percorso attraverso il Novecento: dall’emancipazione femminile con
l’energia delle Flappers fino all’omologato stile del presente.
Il cambiamento è stato graduale. La moda si muove allo stesso ritmo della storia: uno stile sobrio durante i conflitti, con camicia bianca e pantaloni morbidi, si contrappone ad altri affermatisi in epoche diverse. Pensiamo alla stravaganza degli anni ruggenti de “Il Grande Gatsby” o
ancora alla pacifica contestazione del movimento hippy con occhiali alla John Lennon e colori
sgargianti. Si arriva, infine, allo stile odierno dettato dal consumismo sfrenato.
Se prima l’apparire mostrava chi eri, adesso è l’apparenza a dire (a determinare?) chi sei.
La personalità si mimetizza sotto i vestiti e i modelli preconfezionati dall’industria della moda.
Le persone dovrebbero, quindi, imparare a guardare aldilà della superficie che non può raccontare ciò che si è davvero.
Annapaola Imberti, Giorgia Gusmini, Davide Bortoletti, Lucia Corna 5^M
8
Piccoli semi, grandi opportunità
In questi tempi di crisi economica, ecologica e sociale, in cui ci
si sente sempre più spettatori impotenti verso i problemi del
mondo, come può ognuno di noi contribuire a cambiare le cose? “Una soluzione è il consumo critico”, risponde Silvia, collaboratrice del Celim di Bergamo, organizzazione non governativa (Ong) che opera con progetti in ambito sanitario e ambientale nel mondo."Consumare critico" è consumare consapevole,
riflettere su ciò che si acquista dal punto di vista del suo impatto
ambientale (e, perché no, etico) nel piccolo della vita quotidiana. Il corso svoltosi durante il Monteore “Piccoli semi, grandi
opportunità” si è presentato fin da subito come interattivo e partecipato, attraverso un susseguirsi di attività incentrate su alcune domande: “quando è stata l'ultima volta che ho acquistato consapevolmente? Quali sono le
mie priorità da consumatore? Sono, dunque, consum-attore o consumatore, passivo e ignorante del processo produttivo e dello sfruttamento?” La verità è piuttosto scomoda: se tutti gli individui della Terra consumassero quanto i Paesi industrializzati, servirebbero altri cinque pianeti
per reperire le materie prime e gettare gli scarti. È allora tempo non solo di rifiutare l’acquisto di
prodotti la cui produzione danneggia l'ambiente (boicottaggio), ma realizzare anche un buycottaggio, neologismo che sprona all'acquisto di prodotti "buoni, puliti e giusti". Le iniziative sul territorio sono presenti e numerose: commercio equo solidale, prodotti a chilometro zero, gruppi
di acquisto solidale; sono tante le iniziative e le possibilità per tentare di consumare responsabilmente e a vantaggio del nostro ambiente.
Ora tocca solo a noi!
Davide Aresi, Damiano Servalli5^L
Romero Expo: assaggi… «internazionali»
Il corso “Romero Expo” del Monteore di questo
anno ha offerto la possibilità di immergersi
con la mente e le… papille gustative in altre
realtà culturali tradizionali.
Durante il corso sono stati “rappresentati”
diversi Paesi attraverso un breve e particolare
percorso allestito in auditorium.
Il nostro cammino è partito dall’Argentina con
l’assaggio di empanadas (“raviolo” ripieno di
carne, patate e paprika) e thè tipico lievemente amaro.
Dopo ci ha dato il benvenuto il Ghana con l’akwadba, un segno di pace e benvenuto, e con
l’assaggio di borfot (burro, olio, farina e zucchero).
C’è stato poi il Burkina Faso che ci ha fatto assaggiare i menso, fatti di farina e zucchero, e
provare dei vestiti che rispecchiano i colori sgargianti della natura locale.
La Costa d’Avorio ha offerto le croquette con farina, latte, uova e zucchero.
È stato curioso scoprire il loro simbolo nazionale, l’elefante, e la produzione di vino di palma.
Il Marocco ci ha indirizzati in un percorso storico concentrandosi sulla magia, in particolare
quella nera, e sull’importanza degli amuleti, come la famosa mano di Fatima.
Per finire, attraverso i dolci di miele e mandorle, siamo stati trasportati in Senegal dove abbiamo anche potuto assaggiare la tipica bevanda a base di karkadè.
È stato bello poter apprezzare la diversità etnica presente nella nostra scuola attraverso un
confronto diretto tra le varie usanze: un percorso che ha compreso anche le diverse… abitudini
alimentari .
Giorgia Gusmini, Annapaola Imberti 5^M
9
LE CANZONI PARLANO SOLO D’AMORE O DI QUALCOS’ALTRO?
Ogni canzone contiene un messaggio, sia esso
negativo o positivo, che può influenzare il modo di pensare degli ascoltatori.
Oggi, grazie alle moderne tecnologie, possiamo
scaricare e ascoltare in tempo reale video di tutti i tipi,
perciò è facile trovare testi e musica per ogni emozione
che si prova, infatti le canzoni hanno molto da raccontarci e spesso sono un metodo efficace per combattere
le ingiustizie nel mondo.
Abbiamo ascoltato alcuni brani che sono molto di moda
tra i nostri coetanei, poi siamo andati a cercare più indietro, nella storia…
Vi siete mai fermati a riflettere sui testi?
Ci sono brani che urlano contro le ingiustizie dei popoli, la fame nel mondo, eseguiti dai più
grandi idoli della musica americana e inglese.
Ad esempio, in “We are the world” di USA for Africa del 1985 ricorrono le parole We are the
world, we are the children, We are the ones who make a brighter day so let's start living.
Il gruppo dei Band Aid nel 1984 cantava in “Do they know it’s Christmas time”, Do they know
it’s Christmas time at all?
Entrambi i gruppi, dei quali facevano parte elementi famosi del calibro degli U2, Sting, Bruce
Springsteen, Michael Jackson, si sono uniti per aiutare l’Africa e tentare di risolvere i suoi problemi. Per la prima volta hanno usato la loro arte per fare beneficenza.
Emma Marrone invita le donne a combattere contro la violenza subita dagli uomini dicendo: “Io
di te non ho paura!”. Ma anche De Gregori pronuncia parole piene di poesia per le donne: E
con le mani amore, per le mani ti prenderò e senza dire parole nel mio cuore ti porterò e non
avrò paura se non sarò bella come dici tu (“Donna cannone” 1990). Alex Britti nella canzone
“Perché” (2015) ci fa riflettere con queste parole: sembrerebbe un amore malato ma chiamarlo
amore non si può.
Ci sono le canzoni che raccolgono soldi per la ricostruzione di città sconvolte dai terremoti, ad
esempio “Domani”.C’è chi canta contro l’omofobia, per esempio i Bronsky Beat con “Smalltown
boy” del 1984, Povia con “Luca era gay” e Hozier con “Take me to Church”; ma chi conosce
“Pierre” dei Pooh, che già nel 1976 trattava gli stessi temi?
C’è chi canta contro le violenze e la brutalità della guerra come Avicii in “Hey brother”, con la
frase: Hey sister know the water’s sweet, but blood is thicker.
Elisa con “No hero” invita chiunque a farsi forza, nella malattia e nel dolore, dicendo: “I can’t
jump over buildings I’m not hero, but love can
do miracles”.
Altre canzoni accusano il mondo di essere cattivo e ingiusto come nel testo di “Mad world” che
dice: When the people run in circles… it’s a
very, very mad world, invitandoci ad uscire dalla
vita frenetica e dalle abitudini di ogni giorno per
intraprendere qualcosa di straordinario. Ma anche Ligabue ripete: La giustizia è uguale per
tutti, ma le sentenze sono un pelo in ritardo…
c’è qualcuno che può rompere il muro del suono, mentre tutto il mondo si commenta da solo (“Muro del suono”, 2013).
Con la canzone “Vorrei ma non posto”, J-ax e Fedez vogliono sottolineare la superficialità dei
giovani che usano i social network per condividere momenti con altre persone piuttosto che viverli, proprio con la critica frase: quello che viviamo, ogni ricordo è più importante condividerlo
che viverlo.
10
Una cantautrice degli anni Sessanta, Joan Baez,
ricordava il razzismo degli anni Venti negli Stati
Uniti contro Sacco e Vanzetti in “Here’s to you
Nicola and Barth” (il nostro Ennio Morricone ne
ha scritto la musica) e le parole che continuava a
ripetere erano: Vi rendo omaggio Nicola e Bart.
Per sempre restino qui nei nostri cuori il vostro
estremo e finale momento, quell'agonia è il vostro trionfo! Per combattere le ingiustizie di tutti i
tempi contro la libertà di pensiero.
Come dimenticare il grande poeta Fabrizio De
André, che da sempre ha lottato contro i pregiudizi, la guerra, l’ingiustizia e per l’amore.
Nel 1971 John Lennon scrisse” Imagine” in cui inviava questo messaggio: siamo tutti un solo
mondo, un solo paese, un solo popolo […] Puoi darmi del sognatore, ma non sono il solo.
Oltre a queste canzoni, ne conoscerete tante altre, ma l’articolo fa riflettere sulla forza comunicativa della musica che spesso può cambiare il mondo in meglio.
Alice, Lisa, Sara 1^E, Laura, Gloria 1^M, Khady, Sokhna, Rim 1^P
Concorso “Giovani spiriti”: la 2^S conquista il podio!
Collaborazione. Senza dubbio è la parola che raffigura meglio l'impegno con cui abbiamo svolto il progetto.
Non è affatto facile creare un video da zero, ma noi della 2^S non ci siamo lasciati intimorire e,
come l'anno scorso, abbiamo accettato la proposta della prof.ssa Castioni con piacere.
Ci siamo quindi soffermati sul messaggio che volevamo dare con il nostro video, ovvero trasmettere in modo scherzoso e non eccessivamente pesante i rischi del gioco d'azzardo.
Ed ecco, dopo qualche settimana, il nostro lavoro prendere vita!
Ci siamo divisi in gruppi in classe, ciascuno con il
proprio compito da eseguire:
il testo della canzone, la sceneggiatura, i costumi....tutti ingredienti che amalgamati tra loro hanno
dato vita ad un impegno di ore.
Ed in effetti, i risultati si sono visti!
I nostri sforzi sono stati, infatti, premiati con il secondo posto al concorso del 20 maggio allo spazio
giovani Polaresco di Bergamo e, ovviamente, con
una gran soddisfazione.
Subito dopo la premiazione, abbiamo assistito alla
sfida tra due scuole alberghiere che, mandando in
campo i loro allievi, si sono confrontate nella preparazione di cocktail analcolici squisiti.
I giudici dovevano tenere conto della presentazione, del sapore e del tempo impiegato, per decretare il vincitore .
Ad accompagnare questa gara intrigante, c'era anche un buffet, e credo di parlare per tutti i
miei compagni, nel dire che è stato sicuramente atteso e molto gradito.
Per concludere questo quadretto felice, alcune allieve aspiranti estetiste erano disponibili a decorare le unghie e a fare un trucco sul tema al progetto…
una vera manna per noi ragazze!
Insomma, è stata una mattinata davvero piacevole, nella quale ci siamo potuti rilassare godendo del tempo assieme anche alle compagne della 2^V.
Un piccolo premio per le fatiche di un intero anno!
Marina Tiraboschi 2^S
11
Indagine sull’illegalità a scuola:
siete sicuri di conoscere il nostro regolamento?
Albino, Istituto Oscar Arnulfo Romero, 14/03/2016.
Nelle ore alternative alla religione cattolica, abbiamo
deciso di svolgere un’indagine sull’“illegalità” nel
nostro Istituto.
L’idea di svolgere questo lavoro è nata grazie alla visione del film “The Freedom Writers”, ambientato nella
scuola di una periferia di una città Statunitense (Long
Beach, California) in cui la criminalità giovanile è
all’ordine del giorno.
Ci siamo accorti della differenza del nostro contesto
scolastico, ma abbiamo voluto lo stesso verificare i
piccoli atti di “illegalità” nel nostro Istituto.
Dopo aver deciso di intervistare un campione di quattro alunni per classe, due maschi e due
femmine (fatta eccezione per le sole classi
femminili), abbiamo redatto un questionario.
Le domande trattavano la conoscenza o meno del regolamento d’istituto da parte degli studenti e altri aspetti fondamentali relativi alla trasgressione delle regole.
Purtroppo, per vari motivi, non è stato possibile portare a termine il lavoro con tutte le classi.
In totale, gli intervistati sono stati 78 femmine e 62 maschi. Questi sono i risultati.
Le prime due domande consistevano nella conoscenza del regolamento e nel suo rispetto.
Grazie ai dati che abbiamo raccolto è stato possibile verificare che la maggior parte degli
studenti è a conoscenza delle norme che regolano il nostro istituto, ma un numero abbastanza
consistente ha risposto negativamente.
In merito al rispetto del regolamento… l’esito ci ha lasciato perplessi con risposte spesso negative! Perché? E’ anormale che ci sia consapevolezza delle norme da rispettare e contemporaneamente che esse vengano infrante da alcuni ragazzi! A quanto pare, forse, ritengono che il
rispetto di queste norme sia superfluo.
La terza domanda riguardava in particolare l’uso di dispositivi
elettronici estranei alla didattica della scuola, come per esempio i cellulari, dei quali siamo quasi tutti possessori. In generale
nelle classi prime, seconde, terze e quarte, una percentuale
sostanziosa sostiene che il cellulare si usi tranquillamente,
mentre circa una decina di studenti di quinta superiore ha ancora qualche dubbio.
Ma come la mettiamo se poniamo domande sul fumo delle sigarette nel perimetro scolastico? Abbiamo riscontrato una buona percentuale di studenti che afferma di aver visto alcuni
compagni trasgredire la regola.
Gli studenti che abbiamo intervistato non ritengono queste trasgressioni così gravi, per diversi motivi: tra questi il fatto che i
provvedimenti presi non sempre sono adeguati o sono trasgressioni che non recano particolare disturbo agli altri; a volte,
anche chi dovrebbe dare il buon esempio infrange le regole.
In conclusione…. tutti pensano che le vere trasgressioni siano altre: bullismo, violenza, vandalismo, spaccio e consumo di stupefacenti, mancato rispetto della privacy.
Fortunatamente nella nostra scuola questi reati non si riscontrano come nella realtà del film
“The freedom writers”.
Questa indagine, anche se semplice, ci ha fatto riflettere: in fondo siamo in una scuola dove si
vive serenamente il percorso di studi e possiamo collaborare per mantenere questo clima, malgrado ogni tanto ci sfugga qualche regola!
Alunne di 1^M 1^P e 1^E
12
Mein Leben in Gokels!
Mein Name ist Chiara Masserini und letztes
Jahr war ich drei Monate als Austauschschülerin in Deutschland. Wenn dich meine Erfahrung interessiert, oder vielleicht du selber AustauschschülerIn werden möchtest, dann lies
bitte weiter.
《Chiara, ich und Papa haben uns gedacht,
dass du vielleicht nächstes Schuljahr einen
Aufenthalt in Deutschland machen kannst.
Was meinst du?》Das war der Moment, als alles begann. Es war aber schon März und wir sollten uns beeilen, um eine Familie mit der Organisation BEC rauszufinden. Doch haben wir das geschafft und im Juli habe ich endlich die
für mich ewig gewartete Mail von meiner Gastfamilie bekommen. Meine Gastmutter Christine
und meine Gastgeschwister Malin (12) und Linnea (10) haben ein bisschen über ihres Leben
in Gokels erzählt. Als ich dann Gokels in Google Maps gefunden habe, habe ich meine Mama
gesagt, dass sie sich keine Sorgen machen sollte, weil das Dorf, das 500 Einwohner hatte, bestimmt NICHT gefährlich war.
Auf jedem Fall, der 1. von September kam sehr früh und, nachdem ich mich von meiner Familie und meinen Freunden verabschiedet habe, bin ich weggeflogen. Am Flughafen habe ich
endlich Christine, Linnea und Dania, ihre Nachbarin, gesehen. Malin habe ich erst zu hause
kennengelernt wo Antje, eine liebe Frau Freundin von ihnen, für uns ein leckeres Mittagessen
vorbereitet hatte. Der erste Tag war voll schön aber ziemlich anstrengend: Ich bin fürs erste
Mal geritten und dann haben sie mich gefragt, ob ich schwimmen konnte und meinen Badeanzug dabei hatte. Das war aber der erste Tag und davon habe ich ungefähr 20% verstanden, also nur dass wir irgendwohin schwimmen gehen wurden. Ich hätte aber NIE gedacht, dass der
Pool DRAUSSEN war! Obwohl es September war, hatten sie da irgendwie schon fast Winter
und deswegen war das Wasser EISKALT. Am Abend war ich ja froh, entspannend vorm Kamin
zu sitzen.
Die erste Tage waren nicht so einfach und ich habe fast nur sozusagen auf “Denglisch” geredet, eine Mischung von englischen und deutschen Worten. Ich habe auch meine Familie und
meine Freunde ganz doll vermisst. Schule hat angefangen und ich war ziemlich gestresst, weil
ich nach nur 2 Jahren Deutsch die Sprache nicht so gut verstehen konnte. Zum Glück war Jäcky da: ein richtig süßes und nettes Mädchen, das mir immer sehr geholfen hat. Mit der Zeit
habe ich angefangen, die andere immer besser zu verstehen und auf Deutsch zu reden. Mittlerweile habe ich ein Paar Freunde gewonnen: Jäcky, Hanna, Bennet, Birte und Jan-Niklas.
Am Ende des Aufenthalts habe ich auch die Klausuren mit ihnen geschrieben. Die Lehrer haben sich darüber gefreut, vor allem Herr Berger, mein Lieblingslehrer, der mich immer mit
schwierigen Worten geholfen hatte, obwohl er eigentlich Wirtschaftspolitik lehrte.
Ich habe aber doch nicht nur Schule besucht, ich hatte nämlich das Glück, dass ich Sehenswürdigkeiten in der Nähe sehen konnte. Einmal war ich mit Dania drei Tage in Hamburg bei
Antje: Da haben wir das Rathaus und den Hafen besichtigt - und natürlich haben wir auch viel
geshoppt. Dann war ich mehrmals an der Nordsee und habe Flut und Ebbe gesehen: wunderschön! Und klar war ich auch feiern mit meinen Freunden!
Das war eine richtig coole Erfahrung. Sie hat mir mit der Sprache geholfen und ich glaube, ich
bin dadurch auch unabhängiger geworden. Das war bestimmt nicht nur mein Leben auf
Deutsch, wie ich früher geglaubt hatte. Jeden Tag habe ich die deutsche Kultur und die Deutscher ein bisschen besser entdeckt. Trotzdem habe ich sie noch nicht komplett verstanden.
Deswegen freue ich mich schon auf meinen nächsten Aufenthalt da.
Chiara Masserini 3^S
13
Il Romero alla giornata mondiale della terra
Un gruppo di studenti del Romero ha partecipato il 22
aprile a Roma all’ Earth day, la Giornata mondiale della
terra. I ragazzi, accompagnate dalla dirigente scolastica
dott.ssa Peracchi e dalle prof.sse Ferraris e Pellicioli,
hanno così avuto l’occasione di partecipare a questa
grande manifestazione per sottolineare l'importanza
dell'ambiente. Cogliendo l'occasione di questo evento i
ragazzi hanno trascorso tre giorni nella Capitale ed hanno avuto la possibilità di assistere alla celebrazione del
Giubileo in piazza San Pietro con Papa Francesco.
Al Galoppatoio di Villa Borghese è stato allestito il Villaggio per la Terra ed è stato organizzato
un convegno in cui sono stati presentati diversi progetti riguardanti il Pianeta realizzati da scuole provenienti da tutta Italia.
L’Indire, l'agenzia nazionale che si occupa dei progetti Erasmus, ha individuato in tutta Italia 13
proposte considerate le migliori per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e la sostenibilità.
Tra questi c'è anche quello che vede la partecipazione di alcuni ragazzi del nostro istituto, intitolato “Exploring Sustainability in the Food Sector”
Noi, rappresentanti dell’Istituto Romero, abbiamo avuto
l’occasione di esporre questo progetto, al quale hanno partecipato le classi terze C e D, e quello riguardante la biodiversità, che ha coinvolto, gli alunni delle terze L e S.
Per quanto riguarda il progetto sulla biodiversità è stata presentata anche l'app "MondoBiodiverso" realizzata dai ragazzi
delle due sezioni: questa fornisce una descrizione dettagliata
dei principali alberi, punti storici e produttori locali lungo la
pista ciclo-pedonale della Valle Seriana.
Con la sintesi dei progetti selezionati è stato realizzato un libro consegnato a Papa Francesco dal direttore dell’Indire. In
nostro progetto si trova a pagina 74. Del volume è disponibile anche una versione digitale.
Rocco Hunt e i Dear Jack sono stati, successivamente, invitati per animare la giornata per la
Terra con un concerto tenutosi la sera stessa: grazie a loro abbiamo passato una piacevole serata.
L’obiettivo di questa iniziativa è stato, in modo particolare, quello di maturare una maggiore
consapevolezza sui problemi che ogni anno coinvolgono in misura sempre crescente il globo
terrestre e tutti i suoi abitanti.
È necessario, infatti, prendere coscienza della necessità di intervenire in modo corretto per migliorare le attuali condizioni della Terra e preservarne la biodiversità.
Durante il viaggio a Roma c’è stata la possibilità di visitare i più celebri monumenti della città
Accompagnati da una guida, siamo andati alla scoperta della storia della nostra Capitale, abbiamo visto i veri tesori della città tra cui il Pantheon, il Colosseo, il Monte Capitolino, l’Altare
della patria, i Fori romani e le piazze più significative. Abbiamo avuto anche l'occasione di cenare in uno dei locali più tipici di Roma. Siamo stati molto colpiti dalla bellezza degli edifici che
avevamo già studiato durante l’anno scolastico.
14
Domenica, il 24 aprile, siamo stati in piazza San Pietro per partecipare alla messa celebrata da Papa Francesco in occasione
del Giubileo dei giovani. È stato molto emozionante ascoltare
da vicino il suo discorso… un'esperienza indimenticabile. Successivamente abbiamo visitato anche la basilica di San Pietro:
siamo rimasti molto colpiti dalla sua imponenza e bellezza.
Questo viaggio ha rappresentato per ciascuno di noi un'esperienza molto significativa ed interessante: ci è stata data la
possibilità di riflettere sulla necessità di salvaguardare il Pianeta e sull'importanza di un contributo in tal senso da parte di ciascuno di noi.
Classe 3^L
Otzenhausen: conoscere, andare e incontrare!
Dal 6 all'11 marzo 2016 alcuni alunni delle classi 5S, 5U
e 5E hanno partecipato al seminario intitolato
“Conoscere il diverso-Andare verso un luogo diversoIncontrare chi è diverso da me” presso l'Accademia
Europea di Otzenhausen, in Germania.
È stata un'esperienza molto costruttiva perché abbiamo
avuto la possibilità di discutere su tematiche attuali come l'emergenza profughi in Europa, ascoltando anche le
preziose testimonianze dei nostri compagni provenienti
da Francia e Germania.
Siamo arrivati in ritardo rispetto agli altri, per via del volo, ma nonostante questo siamo riusciti
subito ad ambientarci e sin dai primi giorni tra noi ragazzi si è instaurato un rapporto di
comprensione e collaborazione. Abbiamo avuto modo di conoscerci meglio e siamo entrati in
contatto con gli usi e costumi delle diverse culture grazie alle tante attività svolte in gruppi
trinazionali ed alle serate in compagnia dove abbiamo anche avuto la fortuna di gustare cibi
tipici provenienti dai nostri rispettivi Paesi.
Il primo giorno abbiamo iniziato parlando degli stereotipi
e dei pregiudizi che ognuno di noi ha nei confronti delle
altre culture e così abbiamo introdotto il tema degli immigrati e dei pregiudizi spesso infondati che noi abbiamo
verso di loro.
È stata molto interessante la visita alla città di Strasburgo ed in particolare al Parlamento Europeo dove abbiamo assistito ad una seduta in cui i deputati hanno discusso dell'accordo tra Europa e Turchia.
Grazie alle varie attività interattive che ci sono state proposte abbiamo potuto riscoprire la nostra creatività, infatti qualcuno di noi ha scritto e cantato una canzone, altri hanno messo in
scena una recita ed altri ancora hanno deciso di girare una video-story.
L'ultimo giorno, dopo esserci salutati, noi italiani abbiamo visitato la splendida città di origine
romana di Treviri di cui abbiamo potuto ammirare soprattutto le terme, l’anfiteatro e la famosa
Porta Nigra. Come hanno detto i nostri professori accompagnatori l'ultimo giorno, abbiamo
sperimentato un metodo di insegnamento non frontale, diverso da quello tradizionale italiano.
Noi italiani siamo stati sicuramente i migliori nel campo delle conoscenze, ma i ragazzi francesi
e tedeschi si sono dimostrati più critici ed in grado di intervenire nei dibattiti con disinvoltura.
Anche se breve, è stata un'esperienza fantastica. Ognuno di noi ha lasciato ad Otzenhausen
un pezzo di cuore, essendo stato questo anche l'ultimo viaggio prima della maturità.
Auguriamo a tutti di poter prendere parte a questa esperienza indimenticabile!
Michela Scandella 5^S
15
Tappa a Viersen dell’Erasmus plus
La cosa più importante del progetto Erasmus plus
sono gli incontri tra ragazzi di diverse nazionalità.
Per noi almeno è così. Il progetto non è molto semplice: si svolge tutto in inglese e gli argomenti non sono
sempre facili. Il titolo è “Exploring sustainability in the
food sector”. Si tratta di un’esperienza lunga, che abbiamo iniziato nello scorso mese di ottobre e che
completeremo nel 2017. È legata al settore del cibo,
in particolare alla produzione e al consumo del cibo organico con l'obiettivo finale di produrre
un nostro prodotto biologico. Il progetto, come dicevamo, è iniziato a ottobre, quando sono venuti in Italia i nostri partner, ragazzi e docenti dalla Germania, dalla Turchia e dalla Finlandia.
Poi dal 18 al 24 aprile siamo andati noi in Germania, alla scuola professionale e tecnica di
Viersen, una città che si trova non lontano da Düsseldorf, dove ci siamo ritrovati tutti ed abbiamo portato avanti insieme il progetto. Il primo giorno è stato molto impegnativo, dovevamo presentare la nostra Steeple analysis. Ogni gruppo nazionale doveva farlo. È stato un momento
ufficiale, dovevamo anche vestirci bene, con “business clothes”, per intenderci, e l’emozione
era alle stelle. Ma ce la siamo cavata egregiamente e da quel momento in poi è stato tutto più
facile. L’argomento del nostro progetto è molto ampio, comprende anche il benessere umano e
l'ambiente. È risaputo che l'agricoltura biologica è strettamente legata all'ambiente e favorisce
la salute e il benessere fisico. Ma vedere dal vivo cosa significhi una fattoria biologica rispetto
a una tradizionale ci ha fatto capire tante cose ed anche perché i prodotti biologici costano
molto di più degli altri. Abbiamo visitato in particolare un allevamento biologico di maiali che
possono vivere in uno spazio adatto alle loro esigenze. I tempi sono più lenti in un’azienda biologica, ma i prodotti sono decisamente migliori, sia in termini di gusto che di qualità.
In Italia avevamo già visitato la valle della biodiversità di Astino e avevamo visto l’esempio del
mais spinato della nostra valle. A Viersen abbiamo visitato la suggestiva riserva naturale del
fiume Nette che, su un territorio molto vasto, accoglie soprattutto varie specie di uccelli.
Una sera abbiamo preparato una cena multiculturale nella cucina della scuola: ogni nazione ha
preparato alcune specialità con prodotti quasi tutti biologici, portati da casa o acquistati per noi
dai tedeschi. È stato molto divertente ed è stato un modo per conoscerci meglio.
Questa attività ha migliorato la nostra conoscenza, tecnologica e legislativa su queste tematiche, ma ci ha anche sensibilizzati ad un consumo più consapevole dei prodotti biologici.
Riteniamo che sia importante continuare questo progetto, perché la battaglia per il biologico e
per la biodiversità è importante. È la battaglia per il futuro del pianeta.
Tutti possiamo fare qualcosa nei nostri territori. Ogni giorno.
Classi 3^C e 3^D
Tutti a teatro!
Anche quest’anno noi ragazzi del Romero abbiamo preso parte al laboratorio di teatro conclusosi con lo spettacolo di fine anno della nostra compagnia “Diversi Ingranaggi”: la rappresentazione, dal titolo “Ti ricordi....?”, si è ispirata ai piccoli oggetti che hanno un significato particolare
per i nostri attori, un significato legato al loro passato.
Ma cosa significa fare teatro con i “Diversi Ingranaggi”? Non si tratta di recitare con le parole,
ma di condividere momenti speciali, di entrare in relazione empatica, di dare e ricevere attenzioni cercando di seguire i movimenti dell’Altro, adattando noi a loro e non viceversa. Non è
complicato, serve solo un po’ di sensibilità nel mettersi nei panni dell’Altro e il risultato è
un’emozione, una sensazione speciale, che provi solo quando ti senti utile, quando finalmente
ti accorgi di essere importante per qualcuno, perché l’altro conta su di te e tu su di lui… per realizzare la scena rappresentata. Quest’anno lo spettacolo aveva al centro i ricordi dell’infanzia
che ci riportano in spazi e luoghi ormai lontani, “...perché non esiste separazione definitiva
finchè esiste il ricordo” (Isabell Allende).
Nora, Giulia, Alessia e Anita 1^U-1^T-2^M
16