CORSO DI ARTE MARINARA Lezione 20
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CORSO DI ARTE MARINARA Lezione 20
Arte Marinara - Lezione 20 CORSO DI ARTE MARINARA Lezione 20 (Aggiornamento 10 novembre 2008) 4.5. La sicurezza anti allagamento Anche l’allagamento è un disgraziato accidente costantemente in agguato per rovinare le vacanze del diportista nautico. Non si pensi solo all’evento catastrofico totale, fortunatamente raro, che porti alla perdita dell’imbarcazione. Si considerino anche gli allagamenti parziali, molto più frequenti: questi causano gravi danni a bordo, con la deprecabile conseguenza di rovinare le vacanze marinare a lungo sognate e di svuotare il portafoglio dell’armatore per le costose riparazioni. Provate ad alzare il pagliolo della parte più bassa di una moderna imbarcazione da diporto d’altura, in particolare a vela: immaginate i vari macchinari ivi istallati ricoperti di acqua di mare e pensate al blocco del funzionamento degli stessi in navigazione! Per giungere ad un simile risultato, non occorre imbarcare tonnellate d’acqua, ma è sufficiente una decina di minuti della significativa perdita di una valvola a scafo con un tubo sfilato, oppure il boccaporto di prora dimenticato aperto in navigazione con mare formato in prua, o anche un oblò chiuso male sottovento con barca sbandata di bolina. Ricordiamoci che gli yachts moderni hanno chiglia piatta: ciò significa una sentina poco profonda, che si allaga completamente anche con un battente d’acqua modesto!!! Pertanto non mi stanco di rinnovare l’imperativo che le precauzioni devono essere prese cominciando da quando l’imbarcazione è in porto o alla fonda. 20 - 1 Arte Marinara - Lezione 20 Mentre si è a bordo, un’efficiente pompa elettrica automatica di sentina ed un ben funzionante allarme di livello di sentina, garantiscono un pronto intervento in caso di principio di allagamento. Pur fidandosi di tali utilissimi ausili, il livello deve essere controllato otticamente un paio di volte la giorno, per intervenire prontamente in caso di infiltrazioni o perdite di acqua o combustibile. Ogni volta che si sbarca dallo yacht, deve essere primaria cautela la noiosa opera di chiudere tutte le valvole a scafo, così come si stacca l’alimentazione dal quadro elettrico principale. vivida Ricordo l’immagine tristemente di un bel motoscafone lasciato dall’armatore la sera ben ormeggiato in banchina, ma ritrovato la mattina sommerso ed appeso ai cavi di ormeggio di poppa. Cosa era successo? La valvola di scarico del water, rimasta accidentalmente bloccata in apertura, si era innescata a sifone verso l’interno al sopravvenire di un po’ di rollio notturno per la risacca, non essendo stata chiusa l’elettrovalvola a scafo!!! La rottura di una valvola a scafo o l’accidentale sfilamento del tubo fissato con una sola fascetta stretta male possono essere neutralizzati con il tempestivo uso di un cuneo di legno dolce. Su molte barche ho visto il bel mazzetto dei cunei stivato con molta cura in uno dei punti più inaccessibili della barca, per cui, in caso di necessità, lo yacht sarebbe sicuramente colato a picco prima che l’equipaggio fosse riuscito a recuperare il mazzetto dei salvifici cunei ed ad individuare, fra questi, quello di diametro idoneo per turare la via d’acqua. E’ buona norma, invece, legare in prossimità di ciascuna valvola a scafo il suo cuneo igneo di pronto intervento. Qualora l’imbarcazione sia dotata di un autoclave per l’acqua di mare, è utile prevenzione mantenerne staccata l’alimentazione, attivandola solo quando ne occorra l’impiego: a tal fine suggerisco di posizionarne l’interruttore secondario dell’autoclave in prossimità del lavello di cucina (al riparo dagli schizzi, però!), cioè là dove l’acqua di mare corrente viene usata con molta frequenza. La pressione esercitata dall’autoclave è notevole, per cui è bene evitare che, in caso di rottura o sfilamento dei tubi di distribuzione ai lavandini, la pompa travasi… tutto il mare nella barca, a similitudine di una valvola a scafo. Questo evento può sembrare quanto mai improbabile, ma non è così: a bordo dello yacht di 20 - 2 Arte Marinara - Lezione 20 un mio amico si è verificato, per fortuna per breve tempo e senza gravi conseguenze, avendo dimenticato di serrare una fascetta della tubatura dopo un intervento nel vano motore. Norma costante, cui attenersi con criterio di check-list, è quella di chiudere prima della navigazione tutte le valvole a scafo di lavandini e water che siano o che possano finire sotto il livello di galleggiamento, nonché di controllare ad ogni cambio di guardia che le valvole siano state richiuse dopo l’eventuale uso: purtroppo questi dispositivi sono spesso ubicati in punti di faticoso accesso con mare agitato. Altro controllo scrupoloso deve essere quello della chiusura sopravento degli oblò della tuga e degli osteriggi, nonché dei boccaporti di coperta. Gli eventuali oblò dello scafo devono restare sempre chiusi in navigazione, così pure gli oblò ubicati sopra apparati e quadri elettrici. Se il mare ingrossa, occorre girare nel letto del vento tutte le maniche a vento e, in presenza di onde che frangano in coperta, chiudere anche tutti i funghi di aerazione e gli sfoghi d’aria delle cabine: meglio sopportare il caldo e la condensa piuttosto che subire copiosi rovesci d’acqua sottocoperta. In navigazione a vela con mare agitato, potrebbe essere opportuno chiudere anche la valvola di scarico del motore per evitare che, a motore spento, si verifichino rientri di acqua nei cilindri: ma ricordarsi di riaprirla prima di riavviare il motore!!! In tal caso è conveniente estrarre la chiave di avviamento dalla toppa della serratura di messa in moto ed appendervi un cartellino; in assenza di congegno a chiave, mettere un pezzo di nastro isolante sul pulsante dell’avviamento. Il controllo che gli ombrinali del pozzetto e della coperta siano liberi si può effettuare in porto con la manichetta e in navigazione con generose secchiate d’acqua di mare. Attenzione nel raccogliere l’acqua con il secchio da un’imbarcazione in movimento: la trazione esercitata in navigazione da un recipiente immerso è molto più potente di quanto si possa pensare, ed ha causato più volte il trascinamento in mare di incauti marinai. Pertanto raccomando di raccogliere acqua in mare solo se l’imbarcazione proceda a lento moto, usando la precauzione di lanciare il secchio in avanti nel senso del moto e di tirarlo su 20 - 3 Arte Marinara - Lezione 20 al traverso, prima che affondi andando in trazione: mai legare la cima di tenuta alla mano o al polso. Piccoli consigli per il neofita che possono evitare gravi incidenti. I boccaporti della coperta ed i paglioli del pozzetto (spesso copertura del motore), devono essere sempre ben stagni e fissati saldamente con viti di bloccaggio, onde impedire che vibrazioni o colpi di mare possano causare vie d’acqua nel caso di frangenti che irrompano a bordo. Sui velieri era ferrea consegna che ogni ora fossero azionate le pompe a mano per esaurire la sentina. Le moderne imbarcazioni da diporto con scafo e sovrastrutture in resine sintetiche sono molto asciutte, in paragone ai velieri o agli yacht con scafo in legno. Pur tuttavia, la lotta con le infiltrazioni di acqua non è mai completamente vittoriosa: tutta l’acqua che comunque penetra dal pressatrecce o dal manicotto dell’asse dell’elica, dalla losca del timone, dai boccaporti, dal trincarino, nonché la condensa e le inevitabili piccole perdite delle tubature di bordo, si raccolgono inesorabilmente tutte in sentina. Quindi, pur rinnovando la fiducia agli automatismi di allarme ed esaurimento della sentina, suggerisco vivamente allo skipper di mantenere la tradizione della marina velica almeno durante le navigazioni: prescrivere che ad ogni cambio di guardia sia azionata la pompa a mano per il completo esaurimento della sentina. Ciò serve sia a prevenire gli allagamenti, sia a verificare il corretto funzionamento della negletta pompa a mano di sentina, unico mezzo valido di esaurimento in caso di avaria elettrica. Queste semplici precauzioni consentono di evitare situazioni critiche, che possono divenire tragiche, e devono costituire una consuetudine della vita di bordo per i diportisti che vogliano navigare in sicurezza per godersi la meritata vacanza marinara. Ma, purtroppo, gli allagamenti più nefasti avvengono per ben altre cause, quali le falle nell’opera viva causate da incaglio o da collisione con corpi semisommersi alla deriva, quali tronchi d’albero, cassoni o addirittura containers. L’occorrenza di questi sinistri è rara, ma forse più frequente di quanto si possa immaginare in prima analisi: in particolare l’incontro con pericolosi oggetti semisommersi è 20 - 4 Arte Marinara - Lezione 20 più frequente dopo una burrasca che possa aver causato la perdita in mare di carico in coperta da bordo di mercantili in transito, ovvero se si naviga dopo abbondanti piogge in prossimità di fiumi o fiumare che abbiano trascinato al mare tronchi d’albero divelti dalla corrente nel loro percorso di piena. Se la via d’acqua è controllabile, rimando alla lettura dei tanti manuali di sicurezza in mare che suggeriscono, con ricco corredo di disegni, molti espedienti per fronteggiare il pericoloso evento. E’ importante conoscere le metodiche descritte da tali libri, in genere interessanti ed utili, ma talvolta davvero fantasiose o necessitanti, per la messa in atto, di un esperto carpentiere che abbia a bordo un’officina di pronto impiego degna di un arsenale militare. In merito, mi limito a riportare alcune osservazioni ovvie ma rilevanti. E’ importantissimo intervenire immediatamente per contenere la via d’acqua con qualunque mezzo: cuscini, materassini, paglietti, paglioli, vele. Se la falla è in prossimità della linea di galleggiamento, la via d’acqua può essere efficacemente controllata sbandando subito la barca ed alleggerendola successivamente scaricando in mare liquidi e pesi superflui. Mettere tutti membri dell’equipaggio disponibili a sgottare a mano con ogni mezzo, secchi, sassole, pentole, scarpe (… il volume di acqua che in tali circostanze di necessità si riesce ad evacuare in breve tempo è davvero considerevole!). Dopo il primo intervento di contenimento è opportuno agire dall’esterno per tamponare la falla in modo più duraturo, sfruttando la pressione stessa dell’acqua per tenere in sito il materiale di occlusione della via d’acqua. Qualora, dopo l’allagamento, sia ancora possibile mantenere in funzione un motore ausiliario o quello di propulsione, per sgottare rapidamente l’acqua dalla sentina si può utilizzare il tubo di aspirazione dell’acqua per il raffreddamento del motore, ovviamente avendo preventivamente chiuso la valvola a scafo e facendo attenzione a non far surriscaldare il motore. Se, infine, non si riesca a turare adeguatamente la falla o questa sia di grandi dimensioni, per cui si rischi l’affondamento del natante, resta da fare ben poco, se non , attivare l’EPIRB, lanciare un segnale radio di soccorso, chiudere tutti gli oblò, gli sfiatatoi ed i boccaporti di coperta e prepararsi ad 20 - 5 Arte Marinara - Lezione 20 abbandonare l’imbarcazione trasferendosi sul battellino di salvataggio. Osservo che dall’esperienza di molti naufragi è risultato che lo yacht allagato si sia inabissato molto lentamente o sia rimasto addirittura in parziale galleggiamento, sostenuto dalle sacche d’aria rimaste all’interno dello scafo: ciò in particolare è avvenuto nei casi in cui l’equipaggio sia riuscito a chiudere gli accessi alla coperta e le vie d’aria dell’opera morta. Quindi, ancora una volta vale la raccomandazione di non abbandonare lo yacht troppo precipitosamente e, comunque, di rimanere nei pressi del dello scafo finché questo non affondi definitivamente. 20 - 6