GIÙ LE MANI DAL PIANO PAESAGGISTICO E DALLE VARIANTI

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GIÙ LE MANI DAL PIANO PAESAGGISTICO E DALLE VARIANTI
GIÙ LE MANI DAL PIANO PAESAGGISTICO
E DALLE VARIANTI “DELLA BELLEZZA”!
Comunicat o st ampa
L’ad ozione d el Piano paesaggistico ha scatenato m olte reazioni scom poste, soprattutto d a
parte d i alcuni politici. Queste reazioni non ci sorprend ono. Per d ecenn i si è fatto scem pio d el
territorio d i Siracusa per assecondare i peggiori interessi speculativi ed elettorali. La storia
urbanistica d ella città, d alle ville sulla costa al m ostro d i cem ento che in questi giorni viene eretto
sulla balza Akrad ina, la conosciam o tutti: è la storia d i una città sfigurata nel suo volto più autentico
e sfregiata nella sua bellezza. È una storia d i d isord ine urbanistico, d i varianti approvate a favore
d egli am ici, d i piani regolatori, com e quello in vigore, approvati nel più assoluto spregio d elle
valenze am bientali e paesaggistiche d ella città.
E non si d ica che il Piano paesaggistico arriva all’im provviso a sovvertire preced enti
strum enti d i pianificazione, com e il piano regolatore! Le Linee Guida al Piano Paesistico, i cui
contenuti anticipavano la proposta d i Piano oggi ad ottata, sono state approvate nel maggio del 1999.
All’ind om ani d ella loro em anazione sarebbe stato un com portam ento responsabile ad eguare alle
ind icazioni in esse contenute la pianificazione urbanistica d ei C om uni, sapend o che le prescrizioni
d el futuro piano sarebbero state, per legge, sovraord inate alle previsioni degli altri strum enti
urbanistici. Ma ciò non è stato fatto, anzi. Perch é, giusto per fare un esem pio, nella fase d i ad ozione
d el Piano Regolatore d i Siracusa, non sono state mod ificate le d estinazioni urbanistiche che
perm ettevano di costruire villaggi turistici lungo la costa o una nuova espansione ed ilizia a Epipoli,
com e d a alcuni è stato ripetutam ente chiesto? L’aggiornam ento d ella pianificazione territoriale ed
urbanistica per una m igliore tutela d el paesaggio costituiva inoltre uno d egli obiettivi d el piano di
gestione Unesco per il sito “Siracusa e le N ecropoli Rupestri di Pantalica”, d a perseguire nel m ed io
term ine (2005 – 2010). Perché il Com une d i Siracusa che rientra nella perim etrazione Unesco non si è
ad eguato? Questi obblighi sono stati am piam ente d isattesi per d isattenzione o per consapevole scelta
d i alcuni am ministratori che oggi sono fra i più esagitati oppositori d el Piano. Se alcu ne d elle aree
che nel Piano vengono sottoposte alla prescrizione d i ined ificabilit à sono d a tem po intensam ente
urbanizzate, lo si d eve all’irresponsabilità di chi ha perm esso d i costruire, abusivam ente o
legalm ente, ignorand o vincoli archeologici o paesagg istici già esistenti. E ancora ci chied iam o:
perché chi era chiam ato a d ifend ere il patrim onio culturale d ella citt à, com e il preced ente
Soprintend ente, non ha battuto ciglio all’atto dell’approvazione d efinitiva d el PRG d inanzi
all’Assessorato Territorio e Am biente d ella Regione?
Ritorniam o alle polemiche d i questi giorni. N on contenta d ell’azione d i ostruzionism o svolta
nella fase d i elaborazione, per bocca d ell’assessore all’urbanistica d el Comune d i Siracusa, la Giunta
m unicipale ha annunciato d i volere im pugnare al TAR il piano. Tralasciand o per il m om ento le
obiezioni che riguard ano la praticabilità giurid ica d i questa mald estra iniziativa bene illustrati nei
giorni scorsi d all’Avv. Salerno, d iciam o con ferm ezza che si tratta d i una scelta inaccettabile, che
um ilia la città e il suo patrim onio culturale. Quello che si vuole fare non è correggere le im perfezioni
e gli errori che pure il piano pu ò contenere attraverso la proced ura d elle osservazioni previste d alla
legge m a im pugnand o un atto non ancora d efinitivo si vuole negare la legittim ità stessa d ella
pianificazione paesaggistica; d i più bloccand o l’imm ed iata efficacia d elle c.d . norm e d i salvaguard ia,
in vigore fino all’approvazione d efinitiva d el piano, si vogliono agevolare operazioni im m obiliari in
aree d i elevato pregio che il piano non consente. Per essere chiari: si vuole perm ettere la costruzione
d ei grand i villaggi sulla costa (com presa la Pillirina), si vogliono realizzare nuovi centri com m erciali
a Epipoli, si vogliono fare costruire ville a rid osso d el Castello Eurialo, com plessi resid enziali a
Trem m ilia, isole artificiali grand i com e sei cam pi d i calcio d entro il Porto Grand e e chi pi ù ne ha più
ne m etta.
Manovre altrettanto pericolose per le sorti d el paesaggio si preannunciano in Consiglio
com unale d ove, per iniziativa d el consigliere Lo Manto, il prossim o 6 m arzo si d iscuter à d ella revoca
d elle c.d . “Varianti d ella Bellezza”, approvate lo scorso anno per proteggere le coste e le m ura
Dionigiane d a nuovi assalti. Vero è che le variante sono state sospese d al T.A.R. a seguito d el ricorso
proposto d a cittad ini che hanno ritenuto leso il loro d iritto ad ed ificare (d iritto che per inciso nasce
non d alla d estinazione d 'uso d ei terreni, bensì d alla concessione ed ilizia). Ma altrettanto vero è che le
"Varianti d ella Bellezza" contengono al loro interno anche un atto d i indirizzo per l'am m inistrazione,
e si sarebbero d ovute trasform are in osservazioni d ella pubblica am m inistrazione al Piano Paesistico,
poiché in m olti punti si sovrapponevano al Piano Paesistico stesso e in altri erano anche più
restrittive.
N oi pensiamo che il Piano paesaggistico sia una grande opportunità per l’intera provincia.
Con l’ad ozione d el Piano Paesaggistico Siracusa si pu ò aprire una nuova stagione nella storia politica
e sociale d ella nostra provincia, finalm ente rispettosa d ell’am biente e d el paesaggio. Finalm ente, è
possibile com inciare a programmare la trasformazione del territorio, avviando in modo serio la
discussione sul nuovo piano regolatore, in un quadro di rego le certe, poste a presid io d ella bellezza
e d ella storia d i Siracusa.
Siracusa ha un patrim onio storico e ambientale d al valore inestim abile, per questo occorre
d argli una prospettiva econom ica sostenibile legata alla pesca, al com m ercio e al turism o. Pos siam o
farlo solo se m ettiam o una volta per tutte d a parte interram enti d i mare, isole artificiali e altri
interventi inaccettabili.
Chied iam o d unque di riavviare al più presto la pianificazione territoriale (revisione del
PRG e piano del porto) nel pieno rispetto delle prescrizioni di tutela del Piano Paesaggistico, del
Piano di gestione Unesco e nell’interesse d ella collettività, non soltanto d ella rendita fond iaria.
Ripensiam o a partire d a ad esso il nostro m od ello d i sviluppo liberand olo d all ’economia d el cem ento
e legand olo all’innovazione tecnologica, a un ’ed ilizia basata sul recupero e la riqualificazione urbana
e sul risparm io energetico, su un turism o che sia veram ente sostenibile, su un ’agricoltura d i qualità
basata sulle prod uzioni tipiche. N ell’ultim o anno d i legislatura il Consiglio com unale, proprio a
partire d all’inizio d ell’iter d i revisione generale d el piano regolatore, pu ò gettare le basi per un nuovo
inizio.
Riteniamo che l'atto di indirizzo racchiuso nelle delibere della Varianti della Bel lezza vada
in ogni caso salvaguardato, anche per non consentire all'am m inistrazione com unale d i im pugnare e
chied ere la sospensione d el Piano Paesistico cosi com e preannunziato d all'assessore all'urbanistica.
N on nascond iam ocelo, la vicend a del piano costituisce un banco d i prova per valutare il
grad o d i m aturità e la serietà d elle classi d irigenti locali, siano esse politiche che im prend itoriali,
m agari per form arne d i nuove con lo sguard o rivolto verso il futuro della green econom y e della
qualità am bientale piuttosto che verso m od elli vecchi orm ai in d eclino.