blogger di guerrilla
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8 n. giugno 08 BRAIN OF THE MONTH HUGO TORNELO Corporations e communities: Stefano Notturno BLOG SU PERS TA R dietro lo schermo di alcuni tra i più noti blogger di guerrilla MAGGIO BLOG MINIATURES Good morning Vietnam 2.0 In principio, era il Verbo. Poi vennero Gutemberg, Marconi e la tivvù a colori. E contrariamente alle previsioni di Nostradamus, Mosca e Washington non si decidevano a scatenare la guerra nucleare. Quindi qualcosa si doveva pur farne, di quel vecchio sistema di comunicazione d’emergenza fra basi militari; l’antesignano era chiamato Arpanet, poi venne il mercato che con la bacchetta magica lo trasformò in Internet; e così, mentre Bill (Clinton) assumeva stagiste alla Casa Bianca, Bill (Gates) espandeva la tecnologia; fino al punto in cui siamo oggi, l’allegra orgia del due-punto-zero. Panegirici soliti a parte, questa faccenda dell’ User-Generated Content ci ha aperto davvero nuove dolci e fertili vallate. Abbiamo gli strumenti per essere noi stessi dei media; naturalmente è improbabile paragonare lo scambio di informazioni di un blog (pur seguitissimo) con la potenza di fuoco di un media tradizionale; ma è già accaduto, ad esempio, che normali cittadini fossero più veloci della BBC a fornire informazioni dettagliate e immagini durante gli attacchi terroristici di Londra nel luglio 2005; in tutti i campi, non è più necessario essere una corporation per produrre contenuti e orientare i gusti degli utenti, au contraire, c’è spazio per migliaia di Davide armati di fionda. In questo numero abbiamo così deciso di andare a esplorare la piccola (grande) galassia dei blogger italiani e nello specifico, abbiamo ficcato il naso fra quelli che a nostro (naturalmente insindacabile) parere sono i più interessanti nel trattare non convenzionale e marketing. Molti di loro li conoscerete già, altri ancora forse li scoprirete per la prima volta; a tutti abbiamo chiesto di svelarsi un po’, raccontarci chi sono e della passione che li muove; alcuni già affermati professionisti di settore, altri nuove leve della giungla. Vietcong e vietconghesse della blogosfera dell’user-generated marketing italiano. Benvenuti su Subvertising numero otto. Occhio al napalm. Francesco Rossi Direttore Responsabile [email protected] 3 per 48 secondi .5 Famosi strane storie di pazzoidi della blogosfera Brain of the month .23 Hugo Tornelo .8 Social guerrilla .24 Corporations e communities Sicurezza sul lavoro intervista a Stefano Notturno Art/ivism .25 Cristiano Siquieira Famoci 2spaghi Intervista a Marco Palazzo superstar .10 Blogger i migliori blog italiani di marketing non convenzionale SUBVERTISING Anno II, numero 8 del 10 giugno 2008 Direttore Responsabile: Francesco Rossi ([email protected]) Comunicati stampa, informazioni o altre richieste: [email protected] Pubblicità: Barbara Zanardi ([email protected]) Grafica e impaginazione: Frameart.it Copertina: Cristiano Siqueira Edizioni Cnet Web Mensile iscritto presso il Tribunale di Bologna, numero 7803 del 16/10/2007 .28 FAMOSI PER 48 SECONDI Strane storie di artisti, guerriglieri e pazzoidi vari della blogosfera che ancora ignoravate di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire ([email protected]) “ Nel futuro”, diceva Warhol nel 1968, “ognuno sarà famoso per 15 minuti”: la sua stima, con tutta probabilità, era eccessiva. Internet ha democratizzato la fama, e contemporaneamente l’ha resa effimera e incastrata in un frame cognitivo, se possibile, ancora più stringato. Il tempo di permanenza medio su una pagina web sarebbe, secondo le stime di Nielsen Netratings, di 48 secondi: è questo il tempo che l’utente passa davanti alla pagine dalle tante celebrità del web. Che sono partite da un blog, magari, per farsi strada sulle riviste, sui rotocalchi, in tv, dove la fama -grazie a Dio e alla generazione scorsa, ancora virtuosamente affetta dai laschi ritmi dell’offline - dura, ancora, quasi un quarto d’ora. È il concetto di blogebrity, di celebrità partita dal blog: è il caso, giusto per citare la prima nella classifica di riferimento, la “a-list”, di Julia Allison (http://itsmejulia.com/). Una donna senza qualità, direbbe Musil, eccezion fatta per un buon paio di tette - ma anche io, ingrassando, inizio ad avere una seconda ab- bondante - un pizzico di talento e una forte presenza online, tale da suscitare gossip e contestazioni. Poco più che ventenne, la sua tenacia, il suo iperpresenzialismo e la tormenta di unique hits registrate dal suo blog (in cui parla principalmente di pettegolezzi, maschi, cagnolini e altri piccanti argomenti) le sono valse un posto da pubblicista sulle riviste Star’s e Time Out e uno spazio fisso sulla Fox. Niente male, per una che non ha mai visto Star Wars e non sa chi sono i Radiohead. Ma se pensate che avere un blog vi porterà a incassare cifre a sei zeri, sappiate che in Italia pochissimi sono al livello di Julia Allison. L’unico italiano nella top20 di Technorati (http://technorati.com/pop/blogs/), infatti, è un comico degli anni ottanta che è finito a sgolarsi a forza di vaffa, e ora sembra il Masini dei tempi di Sanremo. Va ribadito in ogni caso che i blog più visitati del mondo parlano di gossip, di informatica o di gossip (l’ho già detto?). Le superstar di internet sono innumerevoli: vogliamo parlare del viralissimo Numa numa boy, Gary 55 FAMOSI PER 48 SECONDI Strane storie di artisti, guerriglieri e pazzoidi vari della blogosfera che ancora ignoravate di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire ([email protected]) Brolsma, il ciccione diventato famoso grazie al video in cui canta Dragostea in playback e che ora si ingrassa le tasche grazie alle suonerie per cellulare? O i Back Dormitory Boys, come Numa Numa ma con gli N-Sync? O dell’ingegnere diventato famoso per essersi vestito come in Tron? O di Chris Crocker, il biondazzo che piange per Britney Spears? Stanno però aumentando anche i personaggi che, forti di una reputazione offline, la coltivano e potenziano attraverso blog e siti, come il famosissimo burlone Joey Skaggs, il cui sito documenta minuziosamente le gesta del prankster americano. Per chi non fosse appassionato di bufale, Joey Skaggs è l’orgoglioso ideatore delle segue nti iniziative, che hanno tratto in inganno i media statunitensi: il bordello per cani, la banca del seme delle celebrità, l’impresa che trapianta i capelli dei defunti, la zuppa di carne di cane, il parco a tema cimiteriale. Invece, tra le superstar di internet approdate al piccolo schermo, siamo costretti a citare l’ormai mitico Basshunter, diventato internet famous sul suo blog, su IRC e su WOW grazie a canzoni dal sicuro successo tra i nerd, come “Boten Anna” (una storia d’amore tra un essere umano e un software automatico attivo in una chat IRC) e “Vi sitter i Ventrilo och spelar DotA” ( canzone di protesta e di ribellione giovanile: “mamma! lasciaci liberi di giocare a World of Warcraft” ). 66 Argomenti di indubbio interesse per un pubblico molto vasto, evidentemente: le sue canzoni hanno raggiunto la posizione numero uno in classifica in Svezia, Olanda, Danimarca, Inghilterra e Irlanda, e i video si trovano su YouTube sottotitolati in tutte le principali lingue, oltre che in numerose lingue composte solo da consonanti e caratteri ascii. E che dire di Fi5e, multipresente su internet con più di un blog, siti e account su tutte le maggiori social network, citato da Wired come il più nerd dei graffiti writer? Partito dall’analisi video delle tag (le firme dei writer) attraverso un software di motion capture, è passato ben presto al mondo dell’arte urbana contemporanea, sviluppando azioni di arte ambientale per musei di tutto il globo. Tornando al web, è riuscito a ottenere una Google bomb verso il proprio sito: ora, è il primo su Google, se si cerca la frase “bad ass motherfucker”. Scostumato!, penserete voi. Sboccato ma furbo, direi io, visto che ha registrato come marchio la parola #BADA55 (un verde pistacchio, per chi sa leggere i colori in esadecimale) e ora vende dei barattoli di vernice (indovinate il colore) a peso d’oro. Certo, nulla in confronto all’artista italiano Piero Manzoni che vendeva la sua pupù già negli anni Sessanta, ma di quella non ci è dato sapere il colore in esadecimale. E che dire di chi, partendo da un blog e qualche video su YouTube, ha girato addirittura il mondo? Stiamo parlando di Matt, designer di Seattle: la sua routine prevede 6 mesi in ufficio a “bloggare” riguardo l’altra metà dell’anno passata in giro per il mondo a ballare. Dal deserto ai ghiacciai, dalla giungla al ponte di Rialto, dall’aria frizzante del Machu Picchu a quella un po’ meno frizzante di Tokio. É il nostro Piero Angela 2.0 e tra documentari , balletti e lavoro ora ha pure degli sponsor: una gomma da masticare, ed è libertà per le mandibole di tutto il globo terracqueo. FAMOSI PER 48 SECONDI Strane storie di artisti, guerriglieri e pazzoidi vari della blogosfera che ancora ignoravate di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire ([email protected]) In questo listone può forse mancare chi, attraverso blog e forum, sta tentando da anni di salvare vita, futuro, capra e cavoli degli internauti? Si chiama John Titor (o della famiglia Titor?) professione crononauta, hobby essere il prescelto. John venuto dal 2036, sotto il nick name TimeTravel_0, inizia a parlare di se e della sua missione primaria: recuperare un vecchio IBM 5100 che nel futuro sarà la chiave per la salvezza dell’umanità. Si ferma qualche anno, poi riparte - o meglio ritorna nel futuro - passano alcuni mesi ed al suo posto viene spedito Ethan Titor al fine di mettere una pezza ai problemi causati dalle rivelazioni fatte su internet da John. Nessuno dei due si prende un server, uno proprio spazio Ftp ed un Wordpress, però! Scelgono entrambe la piattaforma di BlogSpot per raccontare la loro storia. Il tutto ha generato un indotto di siti, wiki, blogs, fan boys, servizi più o meno seri su tv e giornali ed immancabilmente magliette ed altri gadgets! A capo di tutta questa banda di pazzoidi con estro e tanto tempo libero, c’è Kevin Rose, professione “pro-blogger” o meglio imprenditore – facciamo imprendiblogger? La sua vita è documentata su ogni forma di media: nasce dai podcasting, nel 2003, proponendo uno show con un buon seguito, da qui viene preso e “proiettato” in Tv, dove sta per un paio d’anni con il programma “The screens savers”. La fama mondiale non la raggiunge grazie al tubo catodico: eccolo infatti nel 2004 fondare Digg.com, sistema che permette al “popolo dell’internet” di esprimere un giudizio sulle migliori notizie pubblicate da tutti i blog sulla rete. Questa creatura che da un lato offre notizie sempre freschissime e dall’altro rende famoso ogni singolo blogger esplode in pochissimo tempo. Ed è pioggia di venture capital dai nomi più grossi del web: il 14 agosto 2006, in pigiama, con due pollici alzati e due cuffie gigantesche alle orecchie, il suo faccione viene messo in copertina su BusinessWeek. Intanto il 30enne già più che pronto per la pensione continua a tenere aggiornato il suo blog personale infarcendolo di cianfrusaglie pescate senza logica dalla rete. Seguitissimo pure quello. Anche la nostrana repubblica delle banane ha le sue celebrità online: oltre al comico di cui sopra, citiamo due casi: la truppa di ScuolaZoo, e colei che ormai è nota come PornoProfessoressa. Il blog di ScuolaZoo mantiene, da circa un anno, i vizi e capricci di buona parte delle famiglie dei giornalisti del paese. Una tantum i professionisti dell’informazione fanno un salto sul blog, scaricano un paio di filmati sull’ultima marachella commessa dal ragazzino in una qualche scuola dimenticata da Dio et voilà: un taglio qua, uno là, un pezzo con i violini di sottofondo ed ecco il servizio sul degrado scolastico. Di regola ce lo becchiamo nell’edizione del tiggì di metà giornata. Ora ScuolaZoo è sia un blog che una community, con spazi dedicati all’ advertising ed altre stamberie varie. Au contraire, la PornoProff non raggiunge il successo con un blog, ma con un blog lo cavalca. Arrivata alla fama nazionale per essersi mostrata “scostuuuumaaata” in una mostra sull’eros in giro per l’Europa, viene sospesa dal lavoro a causa del bigottismo di genitori e colleghi. Apre un blog e dice la sua a giornali, tv e radio, in un botta e risposta trasversale a diversi media il suo - orripilante - blog acquista sempre più visite ed ammiratori fino a portarle fama ed un, ahinoi par vero, contratto per un film sulla sua storia. La casistica, insomma, è sterminata. In un mondo dove gli applausi e i flash dei paparazzi sono stati sostituiti dal Google Pagerank e dai link in entrata, sembra evidente che anche la fama, su internet, sia solo a un click di distanza. 77 Quando lui (consumatore) è più esperto di te (azienda) Intervista a Stefano Notturno (www.olojin.it) di Ursula De Gaspari ([email protected]) I mprovvisamente internet siamo diventati noi, e questa mutazione di comportamento e di consumo (non so in che ordine di preciso) si è andata formando giorno dopo giorno. Peer pruduction, produzione orizzontale e wiki-economia sono diventate il motore dei processi produttivi della merce e del significato: l’amore si trova con Meetic, il lavoro con Linkedin e la musica con Last. fm. Anche il porno non è più la stessa cosa grazie a YouPorn (con drammatici crolli di fatturato nel settore). Il tutto senza margine di errore, con una sorta di certificazione ISO da parte degli utenti stessi. “Segnala un abuso” e “Salva nei preferiti” è la frase che ci tutela e ci rende parte dell’universo mondo, dove il prodotto diventa sempre meno rilevante di fronte alla riaffermazione del singolo. Certe volte mi chiedo chi abbia il tempo di lavorare... ma è evidente che da qualche parte il profitto si nasconde e l’informazione si evolve con modalità ad oggi inesplorate. Volevo questa volta fare due parole con Stefano Notturno di Olojin. Il sito dell’azienda recita in prima battuta: oggi più di un miliardo di utenti sono online: parlano, scherzano, si scambiano opinioni. Gli adolescenti spettegolano, giocano, si passano musica e video. Gli adulti si confrontano su carriera, vita e amore. Un gran fermento da cui la tua azienda non può essere esclusa”. 8 Partiamo dall’inizio. Quando inizia per te internet 2.0? Domanda interessante, quando inizia il web 2.0… a mio modo di vedere è sempre esistito, dal momento in cui internet è arrivato in Italia ognuno di noi ha cercato di mettersi in contatto con l’altro alle prese con un modem che faceva i capricci; la voglia di avere una risposta da parte di chi stava dall’altra parte del filo era molta ed un semplice ping ti appagava dell’attesa; poi è arrivata l’ADSL e con essa sono nati degli spazi che oggi definiamo “social network”, piattaforme nate per unire sotto ad un unico tetto milioni di persone a costo zero. È stato coniato un termine solo per dare un nome a qualcosa che in realtà è nella natura umana, lo facciamo tutti i giorni, la differenza è che internet accomuna molti media in uno e questo ci consente di spingerci oltre alla semplice consultazione o ascolto ma di costruire un rapporto con altre persone che sentiamo simili a noi o con le quali più semplicemente amiamo confrontarci. Perchè un’azienda necessita di una community? Non hanno paura di una specie di effetto “casa di vetro”? Va detto che non tutte le aziende possiedono un prodotto o un servizio per il quale possiamo costruire una community ma per coloro che lo possono fare si può rivelare Quando lui (consumatore) è più esperto di te (azienda) Intervista a Stefano Notturno (www.olojin.it) di Ursula De Gaspari ([email protected]) uno spazio nel quale aprire un dialogo bidirezionale. Ho letto in questi giorni la posizione assunta nei confronti delle community da parte di un docente della Bocconi, Bernard Cova - http://www.viasarfatti25. unibocconi.it/notizia.php?idArt=1248 - mi fa piacere che vi sia una presa di posizione in un panorama drogato da pubblivori che parlano solo positivamente delle community con il fine di raggiungere obiettivi di vendita; io le community ho iniziato a toccarle con mano nel 2002 quando ho partecipato alla creazione della prima community sulla Nutella® (www.mynutella.it). Allora era pionieristico parlare di community e per certi aspetti forse anche prematuro, oggi conosciamo meglio le dinamiche che innescano la discussione e alimentano la crescita di questi spazi. Sul perchè un’azienda dovrebbe creare una community, posso raccontare della scorsa estate dove ho partecipato ad un evento chiamato European CMO, molto stimolante perchè eravamo otto agenzie da varie capitali europee con specializzazioni diverse. In quella sede si sono intervallati momenti di business con Head Marketing di aziende come Lexus, Euro Disney, Metro ma anche relatori di società come Forrester Research. Quest’ultima ha asserito nel suo intervento esattamente il focus della nostra agenzia: che le aziende lo vogliano o no, i consumatori parleranno del loro prodotto, il fatto di non possedere uno spazio ufficiale non farà altro che mettere l’azienda in posizione di follower poiché non potrà mai percepire con anticipo le carenze dei propri prodotti... con questo non voglio dire che la community sia la risposta a tutte le problematiche di un prodotto. Di certo deve essere letta come una cartina di tornasole immersa in un grande flusso di informazioni che giornalmente transitano sotto ai nostri occhi. Esempi nella rete ce ne sono molti, da Boeing a Dell e chissà quanti altre ce ne saranno. Ad oggi molte aziende ancora temono questo confronto e questa loro attesa non fa che aumentare il vantaggio dei loro competitors. Aggiungo che in questi mesi ho raccolto la testimonianza diretta di alcuni direttori marketing i quali mi dicono che grazie a strumenti come RSS o Google Alert sono venuti a conoscenza che si parlava del loro brand lamentandone carenze o disservizi; e proprio grazie a questi consumatori non solo hanno recuperato un rapporto di fiducia, ma hanno anche eliminato un problema ad un potenziale “evangelista” che domani potrà risolverlo per loro conto con altri consumatori. So che stai lavorando su un progetto che sarà on air nelle prime settimane di giugno. Puoi anticipare qualcosa? Un pochino? Purtroppo non posso ancor svelarne il nome poiché si tratta di una realtà multinazionale davvero molto grande e nota ad ognuno di noi; la particolarità di questo progetto è che si tratta del primo passo verso le community che il brand compie e la cosa straordinaria è che lo farà in Italia e con la nostra agenzia, non posso dirti altro se non che proprio a Milano ha compiuto i suoi primi passi molti anni fa... Compitino: segnalaci 10 siti imperdibili per internet 2.0 Accidenti, mi chiedi qualcosa di molto difficile perché dovrei fare un distinguo tra chi già conosce il web 2.0 e chi no, facciamo cosi, per la parcondicio ne elenco cinque di famosi e cinque che lo sono meno. I più noti: Myspace, Facebook, Flickr, Technorati, Delic.iou. us. I meno noti invece: Shoetube.tv, Snap. com, Famundo.com, Twitter, Mevio.com. Buon 2.0 a tutti! 99 Blogger superstar A caccia di future blogebrities, abbiamo scelto alcuni fra i migliori blog italiani che trattano di marketing e non convenzionale in generale. A tutti abbiamo posto le stesse (fatidiche) domande: 1) Chi sono: “carta d’identità” con nome, cognome o nome di battaglia, età, sesso, statura, segni particolari. 2) Da quanto tempo hai aperto il tuo blog, ma soprattutto, perchè? 3) Quante tempo passi davanti al monitor? Dove si pone il tuo confine fra hobby e lavoro? I blogger sono una comunità a parte? 10 10 4) Qual’è il tuo rapporto con chi ti scrive? Li conosci anche di persona, quanti di loro? 5) Come ti definiresti? Attivista di rete, professionista di settore, presidente della Repubblica, etc? 6) Lavori in un’agenzia? 7) Com’è cambiata la tua vita da quando sei divenuto/a un blogger? Ed in meglio o in peggio? (i più ardimentosi potranno anche dirci se la loro vita sessuale è mutata). 8) Il futuro è in rete, o il presente? 9) Chi sei l’hai già detto; dunque, dove vai? Blogger superstar ADVERSIVA adversiva.wordpress.com 1) Cristina, 27 sporchissimi anni, femminuccia. Appena appena salva dal nanismo grazie al suo metro e sessanta di statura. Miss Beatrix Kiddo è il mio nome di battaglia nonchè il mio idealtipo di alter ego: non sono più la stessa da quando ho visto Kill Bill. Segni particolari: estremista ed attivista convinta del disordine. 2) Il mio blog puzza ancora di latte. E’ venuto alla luce a novembre del 2007 e inizialmente ha faticato a crescere, avevo “deciso di perdermi nel mondo” ,volendo parafrasare Morgan. Fu lì che lo affidai al suo padre putativo, l’irreprensibile Fables di Bloguerrilla (a cui spetta tra l’altro il copyright del nome) dato che Adversiva nasce grazie a lui; in secondo luogo per via dell’effetto di potenti stupefacenti quali l’amore per la scrittura e per il contorsionismo mentale; il tutto combinato ad una passione per l’advertising e l’universo del nonconvenzionale che volevo riuscire ad esprimere in qualche modo. 3) Il pc è diventato da tempo un’appendice del mio corpo, ed il confine tra hobby e lavoro non esiste semplicemente perchè io non ho un lavoro. Ma spero, credo e pretendo che questo blog diventi quello che voglio “fare da grande”. E... non definerei i blogger una comunità a parte. Puttosto una setta di narcisi ed egocentrici detentori del sapere. 4) Ahimè, con il mio blog non ci si sono ancora fidanzati in tanti. Ma quei pochi pretendenti che hanno bussato alla porta hanno dato una bella iniezione di fiducia, a me e a quello che scrivo, il feedback di chi legge è una componente imprescindibile. Qualche commentatore ho la sfortuna di conoscerlo personalmente, gli altri solo virtualmente. Ma magari un giorno inviterò tutti a cena. 5) Una testa di... 6) Nessuna agenzia. Ma l’altra notte ho sognato di diventare direttore creativo. 7) La mia vita è rimasta apparentemente uguale. Io però mi sento diversa. Questo blog è la mia creatura, ancora piccola, ma crescerà. E’ la mia voce, è quello che sono. Certo, ancora ancora nessuno spasima perchè sono “Miss Kiddo”. Ma lo farà. 8) Il presente della Rete è sempre troppo miope rispetto a quello che diverrà il suo futuro. 9) Sono scostante. E bipolare. E il mio orizzonte temporale arriva fino ai prossimi quindici minuti. Ecco che mi è un pò difficile dare una risposta a questa bella domanda. 1111 Blogger superstar BLOGUERRILLA www.bloguerrilla.it 1) Eccomi qua: il mio nome è Fables, ricordo un tempo non precisato di aver avuto un nome più da essere umano, ma il blog non mi permette più di chiamarmi in altro modo se non Fables. Anche mia madre l’ha dovuto imparare. Ho sui 27 anni, mese in più, mese in meno, sono del genere maschile ed ho una piccola cicatrice sul naso per la quale tutti mi chiedono se mi ci hanno spento sopra una sigaretta. 2) L’ho aperto il 2 giugno di un anno fa, il giorno della festa della repubblica, questo perché tra qualche anno il mio blog sarà così famoso che oscurerà feste antiche qualche cinquantennio. L’ ho aperto perché ho capito che anche io potevo dire la mia, o essendo seri, ma solo per un attimo, avevo voglia di fare conoscere agli altri il mio pensiero sul marketing non convenzionale. Mi definisco, forse un po’ pretenziosamente, l’antidoto a gessetti e ventoselle, vale a dire a quelle forme di marketing moderno che vengono erroneamente inserite all’interno del termine guerrilla marketing. 3) Farei prima a raccontarvi quante ore non passo davanti il monitor, diciamo che il mio alter ego virtuale si è oramai impossessato di me e non mi permette di vivere molto senza il ticchettio della tastiera. Il confine tra hobby e lavoro è spesso labile, nel mio caso posso confermarvi che si tratta di un hobby - anche se spesso gli amici mi chiedono quand’è che mi sposo con il blog. I blogger li vedo un po’ narcisisti, ma hanno un potere immenso, per la prima volta nella storia dell’umanità l’informazione è in mano ad assoluti sconosciuti e loro, cioè noi, lo sappiamo bene. 12 12 4) Un giorno stavo per chiedere un autografo ad un mio commentatore, tanto è alto il livello di bene che voglio a coloro che mi scrivono più o meno quotidianamente, alcuni li sto conoscendo, altri li conoscevo già, altri probabilmente in futuro. Mi piacerebbe un giorno organizzare un incontro per vederci tutti, non so perché e non so se si può dire, ma secondo me le blogger sono tutte gnocche. 5) Avendo fatto nascere il mio blog il 2 giugno sono molto vicino alla carica di Presidente della Repubblica. Comunque da quando lavoro per un’agenzia - e da quando ho capito che i miei lettori stavano inesorabilmente aumentando - mi sono lentamente accorto che quello che dico spesso ha un senso, quindi mi definisco un rompipalle che indaga e se la prende con chi fa del guerrilla marketing una moda da quattro soldi. 6) Credo di si... 7) Beh, diciamo che è cambiata molto. Innanzitutto lo ringrazio perché mi ha fatto trovare lavoro, non credevo che oltre alle raccomandazioni esistesse anche la meritocrazia. 8) La rete è sempre proiettata nel futuro. Tutte le novità, le nuove tendenze vengono prese e rilanciate direttamente dalla rete, per la prima volta siamo di fronte ad un mezzo che vive dei contenuti generati dagli utenti. 9) Un attimo in bagno e poi scrivo un nuovo post per il mio blog. Blogger superstar DISRUPTION disruption.splinder.com 1) Markettara. Giovane pubblicitaria meridionale (convenzionalmente) domiciliata a Milano. Ho meno dell’età che mi darebbe chi non mi conosce, e sono a dieta da ogni lunedì. 2) E’ nato due anni fa, dopo una lunga gravidanza in cui ho pensato alla sua personalità. Ne ho avuto altri prima di lui, ma non erano ciò che volevo. Volevo curiosare, scrivere, ricordare e condividere qualcosa di utile per me ed i miei simili (la casta dei pubblicitari) ed essere in qualche modo un punto di riferimento in un territorio - il non convenzionale - allora poco presidiato. Volevo fare tutto questo con il tono giusto (sintetico, ironico, da markettara ma professionale) ed io stessa ero il target, quindi l’insight era chiaro: “voglio un unico posto dove aggiornarmi sulle novità e le alternative nell’adv e trovare ispirazione”. Se ci aggiungi un po’ di egocentrismo o esibizionismo malato (in mostra senza rivelarmi) si completano le basi. Così ho iniziato a pensare ad un luogo dove potesse avvenire tutto questo. Perché il mio blog avrebbe dovuto narrare e rappresentare la fortuna di fare il lavoro che mi appassiona. 3) Suona come una ramanzina. Sì in effetti, il pc è diventato una mia protesi naturale. Hobby e lavoro si sovrappongono spesso e i blog rientrano in entrambe le categorie, perché sono una blogger ma anche una pubblicitaria. I blog sono una tribù e se non ci sei dentro non puoi capirli. 4) Il lavoro, paradossalmente, non mi lascia tanto tempo per sviluppare un dialogo con tutti (è il mio cruccio), ma per fortuna dormo poco ;-) Non ne ho viste tantissime di facce, ma credo molto in questo tipo di relazioni perché mettono a contatto persone che hanno in partenza tantissimi elementi in comu- ne. E poi perché, guardandomi intorno, oggi alcuni dei miei migliori amici sono persone che ho conosciuto proprio attraverso il blog. 5) “Markettara” è banale? 6) Sì, e ne sono innamorata. Lavoro nell’agenzia ideale svolgendo il lavoro per me ideale, sintesi di strategia e creatività, focalizzato sull’ unconventional marketing ma conferendogli il giusto peso, lo stesso dato a tutte le altre discipline della comunicazione integrata. 7) La mia vita è cambiata tanto e anche io sono cambiata, sicuramente in meglio. Premesso che i blogger non sono noti ai più per la loro intensa vita sessuale, parlo di lavoro e di rapporti umani: in entrambi i casi essere blogger mi ha regalato tanto. ll blog mi ha dato know how, una buona visibilità, un’inaspettata reputazione, tanti contatti e proposte lavorative. Nell’agenzia attuale, come nella precedente, chi mi ha selezionata ha coraggiosamente contattato markettara, la blogger, e poi ha conosciuto la persona. Il blog mi ha portata dunque a crescere tantissimo professionalmente. Ma sono più di sette anni che i blog sono entrati nella mia vita e, nel tempo, il più grande valore generato è sicuramente quello delle relazioni umane: nuove amicizie straordinarie, persone che stimo e su cui posso contare. Online ed offline. 8) E’ indubbiamente il presente, e sicuramente sarà presente anche in futuro, magari con pesi diversi e altalenanti. L’importante è avere sempre gli occhi aperti. 9) Se te lo dico, che te ne fai della curiosità? 1313 Blogger superstar DONTWORRYBECREATIVE www.dontworrybecreative.it 1) Giuseppe Casto, studio Graphic & Virtual Design al Politecnico di Torino e sono uno studente quasi modello. M, 183 cm, 1 Piercing 2) Il blog compirà un anno il 29 giugno, e per l’occasione ci rinnoveremo stilisticamente un po’. Dontworrybecreative.it è stato creato, come il nome stesso suggerisce, per condividere un archivio non “accademico” di notizie relative a design, grafica e comunicazione che avevo piacere di far conoscere, insieme al mio (nostro) punto di vista. 3) In pratica ho sostituito il computer alla tv. Al momento è solo un hobby, anche se spero possa avere in futuro più autorevolezza. Credo che i blogger siano delle persone come tutte le altre, solo con la predisposizione a condividere le cose che ritengono importanti. In pieno stile 2.0! 4) Al momento conosco molto di più i numeri anonimi del contatore visite, ma sono sempre felice di ri- 14 14 cevere commenti e scambi di opinione...sennò che scrivo a fare??? 5) Persona informata sui fatti. 6) No, Al momento studio ancora. 7) Oltre ad essere più impegnato, cerco di ampliare la mia rete di conoscenze. 8) Il presente è già in rete, ma molti sono ancora intrappolati in un passato remoto. 9) Spero che sia io, che Ida, Davide e Simone continueremo a scrivere per il blog, magari con l’aggiunta di qualche esperto che si occupi di fotografia, street-art o anche qualche volenteroso che voglia aiutarci in questo progetto al quale io tengo molto . Blogger superstar DR_WHO www.drwho.it 1) Camillo Di Tullio, a.k.a DR_WHO. Età: 40 anni,1,68 di statura. Segni particolari: gemello di segno e di fatto (ho un fratello gemello più una sorella) 2) Il blog è stato ufficialmente aperto il 26 febbraio 2007. Perché? Avevo bisogno di numeri. Studiare un approccio non convenzionale lo richiedeva. Nullo l’appoggio. Bene: me li procuro da solo. Mi creo una experience. La mia experience. Ma la voglio esasperare. Nessun posizionamento sui motori di ricerca, nessuna indicizzazione. Se è vero che nella rete il passaparola si “autogenera” avendo un appropriato contenuto, i numeri verranno da sé. Primo passo: creare un blog identificando la piattaforma su cui poggiarlo. Secondo passo: la mia identità in rete. Terzo passo: non svelarla fin quando non si presenti l’occasione giusta che la rete fornirà. I numeri sono arrivati ed anche l’occasione per svelare l’identità di Dr_Who: una intervista sul marketing non convenzionale su “italia oggi” ad ottobre dello scorso anno in occasione della mia relazione al COMTest di Vicenza. 3) Molto, soprattutto a lavoro. Se per “tempo speso davanti al monitor” intendi quanto tempo dedico al blogging, posso dirti che “non smetto mai”. Il marketing e le sue evoluzioni per me sono una vera passione. In questo senso “non stacco” mai. I blogger non sono una comunità a parte. Ritengo che chiun- que abbia un blog abbia una visione più ampia del mondo e delle cose; si metta sempre in discussione e in ascolto, e questo è un fatto molto buono. 4) Appassionato e Just in time. Molti li conosco, ma molti altri no. Tieni conto che il secondo paese che mi legge è l’America. Just in time perché dò sempre a tutti coloro che mi scrivono una risposta nel più breve tempo possibile. 5) Semplicemente Dr_WHO 6) No, in azienda. 7) La mia vita sessuale non ne ha risentito. Bisognerebbe chiedere a mia moglie. Anzi ne ha anche beneficiato: quest’anno ho avuto il mio secondo figlio (una bimba). Ha pochi mesi più del blog. Per il resto, assieme ad altri blogger abbiamo dato vita a vari progetti, l’ultimo nato è il lancio del Crazy Marketing Network (www.crazy-marketing.it). Molti altri sono in cantiere. 8) Il presente è in rete: se stai leggendo la mail di quest’intervista, il perché è chiaro. Il futuro? Il futuro è un presente spostato più in là, perchè il futuro è... adesso... adesso... adesso ... adesso ... adesso ... 9) Ovunque mi porti la mia curiosità! 1515 Blogger superstar MIZIOBLOG mizioblog.splinder.com Mizio Ratti, 41 anni, ligure doc, originario di Lerici, emigrato a Milano da quasi vent’anni. Sesso maschile, eterosessuale, carattere lunatico e non sempre socievole. Ho una personalità complessa e contraddittoria: in quello che faccio so essere passionale ma anche pragmatico, cinico ma anche idealista. I miei miti sono David Droga, Tony Soprano, il dr. House e Gus Hansen. 2) Ho aperto il blog circa due anni fa. Volevo farlo da tanto tempo, ma ero preoccupato dell’impegno che comportava. Mi sono deciso quando mi sono accorto che come agenzia stavamo facendo progetti innovativi e volevo documentarli in qualche modo. Però nel giro di questi due anni, un blogger folle si è impossessato di me e ha stravolto il progetto di partenza: oggi mizioblog è prevalentemente il punto d’incontro di tutti i nullafacenti che lavorano in pubblicità. 3) Passo almeno dieci ore al giorno davanti al fido mac. Il confine tra lavoro e hobby è piuttosto labile, anche perché un creativo non può fare bene il suo mestiere se non ha una vera passione per la pubblicità. Quindi, passo parte del mio tempo libero a navigare per documentarmi e curiosare. Non credo che i blogger siano una comunità a parte, semmai catalizzano una piccola comunità trasversale: sono convinto infatti che molti di quelli che leggono mizioblog frequentino molti degli altri blog presenti in queste pagine. 4) Per scelta ho voluto che mizioblog fosse una micro community aperta e un po’ anarchica. Intervengo il meno possibile e cerco di stimolare discussioni fra i singoli lettori più che fra i lettori e me. Mi piace l’idea che nel mio blog si possa dire tutto ciò che si pensa e si vuole, anche attaccarmi, come succede regolarmente. Di conseguenza il rapporto con i miei lettori è alquanto paritario. Non ci tengo particolarmente a sapere esattamente chi mi legge (non ho le statistiche ad esempio), non mi piace passare per un “capo-popolo”, mi piace invece che l’approccio di mizioblog sia simile a quello di una piazza: uno passa, ascolta i discorsi e se vuole in- 16 16 terviene in qualsiasi modo. Nonostante questo ho organizzato un paio di incotri come il Pizzafolio (una specie di Porfolio Night de noartri) e quindi ho avuto l’occasione di conoscere alcuni di loro. Sono state conoscenze molto interessanti, in tutti i sensi: molte persone brillanti e anche alcune borderline. 5) Innanzitutto sono un professionista del settore. In secondo luogo, modestia a parte (qualità che non mi appartiene), mi sento anche un’attivista della rete: sono convinto che rappresenti la nuova frontiera della creatività. 6) Sì, la mia: sono partner e direttore creativo di Enfants Terribles. 7) Tenere un blog richiede grande impegno e responsabilità. Ci sono centinaia di persone che ti leggono ogni giorno: ogni tua parola è misurata e per non tradire i tuoi lettori non puoi postare in maniera superficiale. Cosa alquanto difficile. Per il resto, la mia vita è rimasta immutata. 8) Il presente è in rete. E in futuro la rete conterà sempre di più. 9) Dove vado? Non lo so. Come persona cercherò sempre di migliorarmi, anche se ultimamente proprio uno dei miei lettori più critici ha commentato dicendo che non diventerò mai una persona migliore perché mi manca la modestia (e io, da quel modesto che sono, gli ho risposto: “ma come posso diventare migliore di così?”). Come professionista cercherò sempre più di produrre progetti sperimentali e innovativi, in quanto sono quelli che mi appassionano davvero. Come blogger la risposta è più difficile. La cosa che trovo più affascinante di mizioblog è che muta in continuazione. Ero partito con l’intenzione di documentare progetti di comunicazione non convenzionale, poi pian piano il mio blog è diventato il covo di una micro community aggressiva di pubblicitari. La verità è che non ho più il controllo totale su mizioblog, è la gente che ci commenta che deciderà le nuove direzioni da prendere. E questo mi piace molto. Blogger superstar MAKAKO www.makakoadv.it 1) Partiamo con il mio alias su makakoadv: firmo i miei post con il nome di battaglia Mubby (che sarebbe poi il mio soprannome sin dai tempi delle elementari) ma in realtà all’ anagrafe sono Andrea Molinaro, romano e prossimo ormai agli “enta”. Il primo luglio festeggio 30 anni!! Sono un ragazzo con un bel fisico da lanciatore di coriandoli (sarò generoso con me stesso 1,72 per 75kg)…non fate caso alla foto è ormai ultra datata. 2) Come dice il nome stesso, makakoadv nasce come progetto d’agenzia. Poi gli impegni lavorativi, la poca esperienza (mia e di chi con me voleva condividere questa idea) e un po’ di “fifa” l’hanno trasformato in un blog. Ufficialmente ho lanciato makako all’inizio di maggio, quindi è veramente il blog dell’ultima ora, ma dietro c’è stato un lavorone di ricerca durato almeno un paio di mesi. Il perché è nato makako è presto detto. Volevo unire le mie due più grandi passioni: lo sport e il marketing non convenzionale per creare il mio filone, il “guerrilla sport”!! Non so se ci sto riuscendo o meno, sta di fatto che sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti fino ad oggi. 3) Ho scoperto che un blog costa tempo e fatica. Makako sta muovendo i suoi primi passi nella blogosfera e in questa fase è come un neonato… una spugna assetata di sapere. Guarda gli altri e si diverte a mettere in pratica ciò che vede e impara! Venendo ai numeri, dedico al blog dalle 4 alle 5 ore al giorno - con somma felicità della mia convivente… santa donna!! - solitamente due ore la sera (notte) per cercare notizie, ampliare il feed, monitorare le statistiche e il look. Se poi ci scappa tempo lascio un post per la mattina altrimenti appena si arriva in ufficio si scrive qualcosa da lasciare ai posteri… ma mai più di un’oretta. La pausa pranzo ormai è stata abolita - ma in compenso ho guadagnato un buco sulla cinta! - ne approfitto per leggere il feed vedere se c’è qualche nuova notizia da inserire o per rispondere ai commenti. Per il resto cerco di tenere il blog il più lontano possibile dai miei occhi per non cadere nella rete della dipendenza, è una passione e come tale deve restare. 4) Naturalmente il blog è stato lanciato tra amici e parenti, a cui ho chiesto di fare passaparola. Beh ti dirò una cosa, non so in realtà quanti dei miei amici visitino makako (non credo moltissimi) ma il risultato che ho ottenuto in questo mese và aldilà di ogni mia più rosea aspettativa… parlo da profano, visto che non ho parametri di riscontro, ma proprio in questi giorni ho toccato quota 1000 visualizzazioni che per un blog con 20 giorni di vita non mi sembrano proprio poche!! Per quanto riguarda i commenti, i miei lettori ne sono proprio avari. Solitamente si tratta di amici che quando possono mi danno una mano scrivendo anche solo “ciao mubby”…poi qualcuno ha sposato la causa e mi invia anche segnalazioni… 5) Non mi definisco in nessun modo particolare se non come una persona che ha scelto un modo “plateale” di condividere le proprie passioni…Si direi che il termine più azzeccato per definirmi è “Condividere”. 6) Attualmente mi occupo di tutt’altro e sporadicamente faccio il freelance. Ho smesso di lavorare a tempo pieno per un’agenzia ad ottobre scorso, un po’ per sfinimento un po’ per sfruttamento! Come si dice in questi casi una storia breve ma intensa, se mi consenti vorrei cogliere l’occasione per ringraziare, in modo particolare, tale “bradipo” che, magari a sua insaputa e non volendo, mi ha fatto scattare la passione per il non convenzionale...e ha traviato la mia mente da giovane economo!! 7) Makako non l’ha cambiata…l’ha stravolta! E’ come arrivare per la prima volta in una città che non conosci, ti si apre un mondo... per il momento ho preso in affitto un monolocale per un anno e sto cercando la mia giusta collocazione!! 8) Magari vado controcorrente ma credo che il presente sia in rete mentre il futuro sarà sempre di più una riscoperta dei rapporti interpersonali…o almeno è quello che mi auguro…boia, sto invecchiando!! 9) Dove vado?! …All’avventura!! 1717 Blogger superstar OUR&YOUR MARKETING ouryourmarketing.blogspot.com 1) E.S.S.I., 93 anni, maschi(o), mediterranei(o), peso 332 Kg. 7,10 cm, 2)Il blog nasce il 20 febbraio 2008. L’interesse sfrenato per il marketing in generale, e per la comunicazione unconventional in particolare, ha unito 4 amici; il nostro intento è essere veicolo di informazione all’interno del web, mettendo in pratica quello che fino ad oggi era stato solo letto sui libri di testo. 3) Mediamente passo la maggior parte della mia giornata davanti al monitor (diciamo che NON sono davanti al monitor solo quando dormo...che facciamo prima). Per il lavoro che faccio direi che non vi è confine con l’hobby, o se vi è la considererei una linea sottile, quasi invisibile. Io considero i blogger sì una comunità, ma non a parte: sono dappertutto, sono in giro tra di noi, e poi si riversano sul web raccontando emozioni, sensazioni, opinioni. 4) Alcuni li conosco di persona, altri solo via mail, altri ancora non li conosco proprio. Il Web 2.0. mi permette di creare, mantenere e sviluppare relazioni con le persone più “eterogenee”, con l’obiettivo 18 18 comune di fare network, e perché no…conoscersi. 5) Attivista di rete, con l’obiettivo di diventare Professionista di settore. 6) No. Ma un’agenzia è quello che sto valutando come regalo per i miei 100 anni. 7) È cambiata, sicuramente in meglio. L’ingresso nel web nelle vesti di blogger mi ha permesso di conoscere molte persone, di scoprire e varcare molti confini precedentemente sconosciuti. Mi ha permesso di crescere professionalmente e personalmente. È’ un esperienza che consiglio vivamente. 8) Il presente è già in rete, lo dimostrano le miriadi di iniziative che nascono di giorno in giorno, le esplosioni di tendenze all’interno del web. Ma spero che il futuro possa sempre più radicare questa situazione. 9) Le vie del Web 2.0 sono infinite… Non so dove andrò e cosa mi spetta. Il mondo è la mia casa. . . Blogger superstar PUBLIJIHAD publijihad.blogspot.com 1) Nome: Body. Cognome: Copy. Età: trentaequalcosa. Sesso: maschile. Città: Milano. mocratizzazione della blogosfera hanno sminchiato tutto. 2) Publijihad nasce alla fine del 2004, dopo aver scoperto i primi blog italiani, in particolare quello di Braian di Bologna (braian.splinder.com, oggi chiuso). Il perché è ovvio: all’epoca era la cosa più creativa che si potesse fare scrivendo. Era nuova, sconosciuta, quasi complicata (non c’era una piattaforma che funzionasse decentemente con un Mac) e un po’ limitata - per uploadare un’immagine dovevi avere uno spazio web tuo. 4) Body è un blogger anonimo, parla in terza persona e il suo blog più che opinioni racconta una storia. E’ una specie di webserie e così veniva seguita. Quando i lettori hanno cominciato a farsi sentire, tutti sono diventati amici: alcuni cari, altri anche di più. 3) I blogger erano una comunità a parte e c’era dentro di tutto: giornalisti trendy, tecno geek, segretarie ispirate, studentesse depresse, copywriter benvestiti. Parlavano un loro linguaggio, si ritrovavano nelle prime feste ufficiali, addirittura cominciavano ad accoppiarsi fra loro. Si discuteva del ruolo delle blogstar, si faceva a gara a chi c’aveva la lista di referrer più lunga e, come una specie di partito trasversale, si sostenevano i propri campioni nella scalata ai media tradizionali - la Lucarelli su Rai 2, la Blasi e altri su carta stampata. Poi Grillo e la de- 6) Sì. 5) L’unico personaggio di fiction a non essere mai andato a letto con Izzie Stevens. 7) La bloga è una brutta bestia e rovina la vita dei nostri giovani. Finché non ha messo la fibra a casa, Body gestiva la sua dipendenza dall’internet point del quartiere. Poi la scimmia ha preso il sopravvento. 8) Passato e presente in rete; futuro in rehab. 9) Dai, troppo facile.. 1919 Blogger superstar SIMPLYADDICTED simplyaddicted.splinder.com 1) Flavia Brevi, aka TheJoker84 (il nick viene dalla canzone “The joker” della Steve Miller Band), donzella di 24 anni, alta 1 metro e 65... Ok, ok, mi sono aggiunta 3 centimetrini! Segni particolari: riesco a far girare di 340° le braccia tenendo ferme le mani. 2)Ho aperto il blog poco più di un anno fa e per svariate ragioni: dar forma alle mie opinioni, confrontarle con quelle degli altri, sfogare la mia passione. Poi, be’, non sono mica scema ed ero consapevole dei risvolti meno idealisti e più pragmatici del tenere un blog tematico. Come scrisse una volta Mizio: un blog serve a mostrare il talento, la passione e la costanza nell’aggiornamento. Così speravo di far vedere quel che so fare, come lavoro e come mi piacerebbe lavorare. 3) Uhmmm... Dunque... Circa... Cinque orette...? Delineare un confine tra hobby e lavoro è tanto difficile quanto controproducente: sai quante volte uso la scusa dello studio per giustificare ore e ore di navigazione su Internet?! E quando dico che mi sto aggiornando e sto facendo uno di quegli advergame che tanto mi piacciono?! Sì, i blogger sono una comunità a parte, altrimenti, stando a quel che si legge in giro, Berlusconi non sarebbe ora al governo, Ministero della Salute & Co. capirebbero che pagare le campagne di un Toscani creativamente in pensione è veramente uno spreco di dindini - e io non sarei una cosiddetta “fonte autorevole”. Ergo: la blogosfera è il Paese delle Meraviglie! E gli internauti, Alice. 4) I commentatori del blog che conosco di perso- 20 20 na si potrebbero contare sul palmo di una mano. Naturalmente, ho aperto un blog senza moderarne i commenti perchè m’interessava il confronto (con professionisti o meno, non fa differenza per me): quando mi contraddicono, imparo sempre qualcosa di nuovo, quando confermano una mia tesi, be’, è una bella iniezione di autostima. 5) Mi definirei una studentessa - poi dimmi chi si definisce “attivista di rete” che gli tiro un mattone in testa così ricomincia a ragionare- un’aspirante, un’apprendista (copy). Ah, sì, blogmunita. 6) Dipende cosa intendi per lavoro. 7) Dunque, prima del blog ero solo una studentessa con una manciata di mesi di tirocinio in mano. Grazie al blog ho fatto conoscenze nel (speriamo mio) settore lavorativo, affrontato i primi colloqui - ergo: non ho dovuto mandare decine di curriculum in giro, i dc già sapevano i miei gusti in materia di advertising e avevano già avuto un assaggio del mio modo di scrivere. Ho poi creato (su sollecitazione) un mio portfolio e fatto qualche piccolo lavoretto qua e là. Naturalmente, lo stesso confronto con gli altri mi ha aiutato a saperne di più. Direi che le cose sono decisamente cambiate, e in meglio. 8) Il presente e il futuro, nella rete, sono difficilmente scindibili. 9) Ok: quando arriva la domanda sul senso della vita?! ;-) Blogger superstar SPOT ANATOMY spotanatomy.libero.it 1) Nome di battaglia: Magda Paolillo - Meghi / Gabriele Paolillo – Nyky. Età: 33 (ancora per poco) / 31. Sesso: donna / uomo. Statura: poca / un po’ più di lei. Segni particolari: quasi mamma (leggi “ho una panza enorme!”) / scapolo d’oro :-) 2) Due anni compiuti ad aprile perchè: lavorando nella comunicazione web, aprire un blog mi è sembrato uno strumento eccellente per entrare in contatto diretto con gli utenti della rete. ed avevo ragione. 3) 10-15 ore. Il confine fra hobby e lavoro: non esiste. Se i blogger sono una comunità a parte? Ebbene sì. Come tutte le comunità… 4) Non scrivono a me direttamente, ma commentano ciò che propongo; quindi si tratta di un utile ed interessante scambio di opinioni (troll a parte) / Ecco, specifichiamo che c’è troppa gente che ama polemizzare facendosi forza perchè si trova dietro un monitor...VIGLIACCHI! Li conosci anche di persona, quanti di loro? Uno lo conosco di persona (mia sorella, che non commenta quasi mai!); un paio li ho conosciuti in seguito. La maggior parte ho imparato a conoscerli con il tempo tramite i loro commenti / Oltre a quanto ha detto lei, ho conosciuto anche i ragazzi di Ninjamarketing e Dr. Who. 5. Topo da monitor / Meghi, sei una donna, il termine topo viene riadattato al femminile... e non ci fai una bella figura!/Nyky, è per questo che ho usato il maschile ;-) 6. No / No, diciamo che io faccio le veci del famigerato, odiato e sempre contestato CLIENTE. 7. Non ho più tempo libero, o meglio il mio tempo libero lo impiego sul (e per) il blog. Ma le soddisfazioni sono tante (e ho una valida alternativa alla televisione, finalmente). In più ho un marito blogger con il quale confrontarmi in continuazione (tramite istant messaging, ovviamente) / Il tempo libero, grazie al fatto che non ho moglie (vedi sopra) continuo ad averlo. E poi per la maggior parte del tempo scrivo dal lavoro - ma non ditelo al mio capo!!! 8. Con la rete il futuro e il presente si confondono; la distinzione non è temporale, ma di necessità e di banda / Decisamente il futuro passa per la rete, non tutto però ci sono cose che vanno fatte SOLO dal vivo. E chi vuol intendere... 9. Intendi dopo il parto? Perchè con questa panza non riesco ad andare oltre il frigo! / Dove mi porta l’entusiasmo. 2121 Blogger superstar Purtroppo non ci è stato possibile parlare con tutti quanti. Alcuni nomi noti mancano, un po’ per via della nostra eterna fretta, un po’ per la loro timidezza. In ogni caso, basta che andiate a guardare il blogroll di uno a caso dei personaggi qua intervistati, e vi accorgerete come vasta è la galassia delle stelle del marketing blogging italiano... 22 22 brain of the month Torke, guerrilla a passo di fado di Enrica Laganà ([email protected]) S ubvertising è una rivista dedita al guerrilla marketing a livello italiano; poiché però nel nostro paese ci sono alcune cose che possiamo imparare da altri nostri vicini, dedichiamo in questo numero uno spazio a conoscere anche realtà fuori dai nostri confini nazionali: Torke (www.torke. pt), agenzia di guerrilla portoghese molto attiva. Nello specifico parliamo con una delle menti dell’agenzia, Hugo Tornelo. Hugo, dicci qualcosa della tua agenzia così che anche i nostri lettori vi conoscano meglio... Torke è la prima agenzia di guerrilla in Portogallo, diciamo la prima “non-stop” perché siamo la prima che lavora 24 ore su 24 con team differenti, a turno, che alla massima velocità rispondono ai clienti e si ingegnano in opere creative. L’agenzia ha solo tre anni ma clienti molto importanti come MySpace, Google, Fox Channel, Optimus e Peugeot. Noi conosciamo bene la situazione italiana del marketing non convenzionale ma non quella del Portogallo. Cosa dire di questo? Il mercato portoghese dell’advertising e del marketing è gestito attraverso altri mercati come quello inglese, bra- siliano, americano e olandese. In ogni caso il Portogallo è un paese con grandissime potenzialità in termini di guerrilla per via delle sue dimensioni geografiche viste in rapporto alla popolazione, con un alto potenziale di diffusione del word of mouth. Lo scorso numero di questa rivista ha trattato, fra l’altro, l’argomento del guerrilla speso a favore del cinema e delle serie tv. Dal vostro curriculum forse avete delle cose interessanti da dire... Alcuni clienti del settore sono molto aperti verso queste forme di marketing: il 30% del budget annuale di Fox è interamente dedicato al guerrilla; se usassero solo pubblicità tradizionale non avrebbero gli stessi risultati che ottengono con una comunicazione così aggressiva. Avete delle case history sull’argomento o anche relative ad altre azioni che avete realizzato? Abbiamo fatto le campagne di guerrilla per tutti gli show tv della Fox e del National Geographic. L’ultimo riguarda le serie “Lost”, “Prison Break” e “Desperated Housewives”. Come reagivano le persone alla vista del vostro lavoro? Dipende se vedevano le operazioni live oppure su web; dipende se si intendono di marketing oppure no. Per strada erano sempre molto sorpresi, su internet il messaggio si spandeva attraverso la creatività o blog a tema comunicazione. Pensi che ci sia qualcosa che si potrebbe fare meglio quando le agenzie progettano piani operativi di campagne guerrilla? Si, le agenzie dovrebbero investire di più nel guerrilla, e i clienti essere meno conservatori. E su questo potremmo dire, tutto il mondo è paese... 23 social guerrilla Morti bianche e macchie rosse L’ANCE di Catania lancia una guerrilla per la sicurezza sul lavoro di Francesco Porzio ([email protected]) come le sagome che i catanesi hanno trovato appese alle impalcature delle loro case, o magari sul cantiere per la costruzione della linea della metropolitana. E poi i cartelloni fitti di simboli sull’equipaggiamento da utilizzare per il lavoro che siamo abituati a vedere affissi sui cantieri, modificati però con in- U n’intelligente campagna di social guerrilla italiana? “Mmm...” direte grattandovi il mento. Invece la “vulcanica” città di Catania (e la sua meravigliosa provincia) è diventata nel mese di maggio teatro di una misteriosa, almeno inizialmente, campagna di sensibilizzazione sulle morti bianche e di sicurezza sul lavoro. Come durante le spettacolari eruzioni dell’Etna, “lapilli” rosso-sangue schizzano sui cartelli dei cantieri di mezza città, a ricordare quegli episodi accidentali (ma davvero possiamo continuare a chiamarli incidenti?) che hanno macchiato le case in costruzione. Undici morti nella sola Sicilia dall’inizio dell’anno, alcuni caduti dai ponteggi, 24 quietanti stilizzazioni di tombe, carri funebri e perfino un testamento da esibire all’ingresso. Una campagna di Carmelo Sciuto, art director della MCA Studio di Acireale, commissionata dall’ANCE di Catania con il titolo “Vietato rischiare la vita sul luogo di lavoro”, perchè <<L’unico modo per ridurre drasticamente gli incidenti sul lavoro è quello di attuare e far osservare le norme di sicurezza>> come dichiara Andrea Vecchio, presidente dell’associazione. E allora la prossima volta che vi trovate a passare sotto un ponteggio, attenti: potrebbe precipitarvi addosso un operaio senza cinture di sicurezza. Ma se lo scansate in tempo, potete continuare a passeggiare tranquilli. art-ivism Cristiano Siqueira di Francesco Ghigliotti ([email protected]) C he la pubblicità oggi si basi in parte sugli effetti speciali, questo lo sappiamo. Che poi le polemiche sull’uso di Photoshop anche in campagne come quelle di Dove si infiammino, anche questo sappiamo. Forse conosciamo un po’ meno chi manipola le immagini e i video per renderle perfette per il nostro subconscio di consumatori, figure a metà tra i programmatori e gli artisti. partamento a San Paolo. In realtà, mi considero molto meno esaltante di un vero e proprio artista...mi sento una persona normale, guardo film con gli amici e mia moglie e come ogni brasiliano adoro il calcio. A proposito di calcio e di Italia... Il termine corretto è “illustratore”. Ho 28 anni, sono brasiliano e lavoro prevalentemente dal mio ap- del termine. Non ho dunque uno spazio dove scrivo semplicemente i miei pensieri con le impostazioni Fermo! Il campo è minato. Abbiamo cominciato proprio ieri con gli europei, non possiamo lasciarti “gufare” liberamente... Cominciamo parlando di Cristiano Si- torniamo a questo numero di Subvertiqueira, giovane manipolatore di imma- sing, che come avrai notato è dedicato gini, brasiliano e autore della coperti- in gran parte ai blogger: tu hai un blog? na di questo numero. Vuoi dirci chi sei? A dire il vero, non ho un blog nel senso comune 25 25 art-ivism Cristiano Siqueira di Francesco Ghigliotti ([email protected]) classiche di un blog. Uso più che altro i pixel che ho a disposizione su DeviantArt.com, vera e propria pietra miliare del 2.0 artistico. Lì scrivo della mia vita, del mio lavoro, dei progetti...condivido informazioni e comunico, ovviamente con chi mi dedica un po’ di tempo a leggermi. vedono possa trovare una qualche corrispondenza con la realtà. Ne sono un esempio ormai abusato le ragazze alla ricerca del fisico perfetto, spesso un obiettivo da raggiungere senza troppi sforzi. Discutiamo un po’ di come la computer graphic aiuta la pubblicità: mi riferisco al ritocco di fotografie, per esempio. Hai qualche case history? No, non credo. Le figure umani reali sono sempre il riferimento di base, il collegamento con la realtà. I mezzi digitali richiedono di appoggiarsi alla realtà per creare immagini credibili. Il nostro stesso cervello ha bisogno di riferimenti familiari. E la pubblicità, che è fatta da esseri umani, non eliminerà mai le figure umani reali o i modelli per favorire l’uso esclusivo del digitale. La mia carriera è cominciata con il ritocco fotografico: si trattava di un piccolo studio dove praticamente ogni singola immagine veniva in qualche modo ritoccata, dai colori alla pulizia della pelle fino alla ricostruzione di parti del corpo. Non ho nessun caso da evidenziare più di altri, perché quell’esperienza in realtà mi ha portato dalla manipolazione all’illustrazione, che sono cose diverse. In ogni caso, posso dire che le immagini vengono manipolate per creare il perfetto feeling con qualche tipo di sogno che avrà chi poi le vedrà. Quello che vediamo infatti in molti packaging o pubblicità probabilmente non è il prodotto in sé, ma le persone poi lo comprano accettando quell’immagine. A volte questa specie di inganno fa paura anche a me, perché so quante persone poi credono che quello che 26 26 Credi che l’immagine digitale sostituirà la figura umana reale nella pubblicità? La nostra rivista è focalizzata sul guerrilla marketing e tutto quel che è meno convenzionale nella pubblicità. In effetti le tecniche più vicine al tuo lavoro di questo modo di comunicare sono stencil, sticker, writing: tu cosa pensi di questi modi di fare arte applicati alla pubblicità? L’arte di strada è un movimento denso che parla direttamente alle persone, specialmente quelle che abitano le grandi città. Io apprezzo molto le innovazioni che arrivano dalla strada, la sua onestà, la sua estetica ed i concetti che apportano. Ci sono artisti brasiliani come Os Geme- art-ivism Cristiano Siqueira di Francesco Ghigliotti ([email protected]) os e Speto che sono fantastici, mi piacciono molto. Anche se poi resta il discorso, non secondario, della fattibilità ed illegalità di queste forme d’arte. Che consigli daresti a chi vuole Mentre un creativo necessita più che altro approcciadel suo cervello per lavorare, a te serve an- re a questo che un altro tipo di hardware, molto costo- tipo di meso, oltre sicuramente ad un buon numero stiere? di software. Come sei messo a strumenti di C’è di più che la conoscenlavoro? Ho un I-Mac da 20” e una piuttosto vecchia tavoletta grafica, più ovviamente gli irrinunciabili titoli di Adobe CS3, Poser e altri. Più o meno avrò speso 5 mila euro. Cominciare da zero può essere dispendioso, ma con poco tempo, tanta passione e un lavoro fatto in qualità professionale, gli investimenti si ripagano. za tecnica del software che si usa, e forse anche più della creatività. I risultati, per quanto piccoli o grandi vanno poi gestiti: anche in questo bisogna avere almeno un pò di senso pratico, sponsorizzando sé stessi per primi. Quindi tu sei un artista costo da ingaggiaAppunto, allora manda un messaggio alle re... Su questo non vorrei collocarmi...ci sono tantissimi agenzie che potrebbero cercare il tuo lavofattori che entrano in gioco nelle quotazioni di un il- ro... lustratore, io sono contento dei risultati che ottengo nella mia vita. Non mi ritengo né troppo costoso né troppo economico. Offro qualità sui lavori, e sono molto aperto al mercato della pubblicità. Cerco sempre di impressionare, un po’ come fa il guerrilla marketing, con i concetti e le tecniche applicate. Mi tengo informato sul mondo e sulle persone, che sono poi quelle che ascoltano i miei lavori con gli occhi. Si, cerco di conoscerli bene per poi catturare la loro attenzione. Per ulteriori informazioni: crisvector.deviantart.com/gallery 27 27 Facciamoci 2 spaghi! di Ursula De Gaspari ([email protected]) C on due click finalmente ci si fa un’idea precisa di dove andare a mangiare, in linea con le aspettative, i gusti e perchè no, le tasche. Come nasce l’idea di 2Spaghi, il social network sui ristoranti? Parlaci di tutti progetti aperti sotto il cappello Spago. Lo chiediamo a Marco Palazzo, co-fondatore insieme a Stefano. Lui ha curato tutta la parte tecnica, lo sviluppo ed il webde- sign, mentre Stefano si è occupato più del marketing, della gestione della community e del business development. 2Spaghi nasce due anni e mezzo fa dall’idea che tutti i concetti di condivisione e socialità tipici del web2.0 potessero essere applicati magnificamente all’ambito dei ristoranti. Uscire a cena è una passione di entrambi, e potere avere delle dritte su posti nuovi in cui andare che arrivassero da persone come noi, con i nostri stessi gusti invece che da critici gastronomici professionisti ci ha fatto scattare la scintilla per provare a fare qualcosa in questo campo. Dopo circa sei mesi di sviluppo lo abbiamo lanciato (nel luglio del 2006) convinti del fatto che le cose vadano fatte in fretta in modo da poterle poi aggiustare e sistemare in corsa, ascoltando bisogni, necessità e desideri della community. Trovo entusiasmante che siano i consumatori a dare un opinione sui locali. E’ veramente democratico; le stelle, le guide, i critici, i parrucconi 28 sono messi finalmente sotto osservazione, in un momento in cui il cibo e il vino sono argomento molto up to date. Credo che non ci sia ancora una percezione diffusa della rivoluzione in atto. I tag cluod poi danno a colpo d’occhio i desideri dei consumatori e della loro pancia. Avete già utenti ritenuti autorevoli come critici o segnalatori? Massimo rispetto da parte nostra per chi gestisce le guide tradizionali o per i critici gastronomici, ma il punto è proprio questo. Chi dice che io e il critico abbiamo gli stessi gusti? I critici poi lo fanno di lavoro; siamo sicuri che abbiano la massima libertà d’azione e possano dire apertamente cosa pensano di un ristorante? Un altro elemento è poi il fatto che nelle guide vengono citati quasi esclusivamente ristoranti di una certa classe o con certe caratteristiche di eccellenza, mentre la maggior parte di noi va molto più spesso nella pizzeria dietro l’angolo. Anche e soprattutto per i ristorantini anonimi è utile sapere cosa ne pensa chi ci sia già stato. La concessionaria di pubblicità del sito lavora facilmente o i ristoratori si sentono sotto osservazione? La concessionaria non lavora a stretto contatto con i ristoratori, quanto con produttori enogastronomici ed organizzatori di eventi, manifestazioni o sagre. Ciò non toglie, come accennavo prima, che i ristoratori seguano attentamente cosa viene detto su di loro. E’ ancora poco diffusa purtroppo tra loro la Facciamoci 2 spaghi! di Ursula De Gaspari ([email protected]) cultura della critica, che su 2Spaghi vogliamo rimanga entro limiti di civiltà, ma consideriamo giusto poterla esprimere. Gli utenti SpagoFriends si incontrano mai tutti insieme? 2Spaghi nasce come sito di raccomandazione per scoprire nuovi ristoranti, ma ben presto, seguendo le richieste della community utenti con le dritte sui ristoranti è stato da sempre un sogno su cui stiamo lavorando e che, incrociando le dita, sembra possa realizzarsi presto. www.2spaghi.it si trasforma in social network per fare amicizia e scoprire nuovi amici. L’ideale conclusione del rapporto di amicizia è a cena e noi abbiamo organizzato già diversi incontri (Spagoraduni) con i nostri “SpaghiFriends”. Il prossimo sarà tra circa un mese - i primi di Luglio - in occasione del nostro secondo compleanno. Prossimi obiettivi? Pensi che potrete un giorno sbarcare su carta? Abbiamo moltissimi progetti in corso, dalla possibilità di consultare 2Spaghi in mobilità tramite il cellulare, all’eliminazione del limite attuale di poter commentare solo ristoranti in Italia, fino a lanciare un’offerta commerciale per offrire una gamma di servizi per i ristoratori. La guida cartacea dal basso, fatta dagli 29 29 Subvertising 9, Anche gli eroi fanno guerrilla online dal 10 LUGLIO 2008..