blogger di guerrilla

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blogger di guerrilla
8
n.
giugno 08
BRAIN OF THE MONTH
HUGO TORNELO
Corporations e communities:
Stefano Notturno
BLOG SU PERS TA R
dietro lo schermo di alcuni tra i più noti
blogger
di
guerrilla
MAGGIO
BLOG MINIATURES
Good morning
Vietnam 2.0
In principio, era il Verbo. Poi vennero Gutemberg, Marconi e la tivvù a
colori. E contrariamente alle previsioni di Nostradamus, Mosca e Washington non si decidevano a scatenare la guerra nucleare. Quindi qualcosa si doveva pur farne, di quel vecchio sistema di comunicazione
d’emergenza fra basi militari; l’antesignano era chiamato Arpanet, poi
venne il mercato che con la bacchetta magica lo trasformò in Internet; e
così, mentre Bill (Clinton) assumeva stagiste alla Casa Bianca, Bill (Gates) espandeva la tecnologia; fino al punto in cui siamo oggi, l’allegra
orgia del due-punto-zero. Panegirici soliti a parte, questa faccenda dell’
User-Generated Content ci ha aperto davvero nuove dolci e fertili vallate.
Abbiamo gli strumenti per essere noi stessi dei media; naturalmente è
improbabile paragonare lo scambio di informazioni di un blog (pur seguitissimo) con la potenza di fuoco di un media tradizionale; ma è già accaduto, ad esempio, che normali cittadini fossero più veloci della BBC a
fornire informazioni dettagliate e immagini durante gli attacchi terroristici
di Londra nel luglio 2005; in tutti i campi, non è più necessario essere una
corporation per produrre contenuti e orientare i gusti degli utenti, au contraire, c’è spazio per migliaia di Davide armati di fionda. In questo numero abbiamo così deciso di andare a esplorare la piccola (grande) galassia
dei blogger italiani e nello specifico, abbiamo ficcato il naso fra quelli che
a nostro (naturalmente insindacabile) parere sono i più interessanti nel
trattare non convenzionale e marketing. Molti di loro li conoscerete già,
altri ancora forse li scoprirete per la prima volta; a tutti abbiamo chiesto
di svelarsi un po’, raccontarci chi sono e della passione che li muove;
alcuni già affermati professionisti di settore, altri nuove leve della giungla.
Vietcong e vietconghesse della blogosfera dell’user-generated marketing
italiano. Benvenuti su Subvertising numero otto. Occhio al napalm.
Francesco Rossi
Direttore Responsabile
[email protected]
3
per 48 secondi
.5 Famosi
strane storie di pazzoidi della blogosfera
Brain of the month .23
Hugo Tornelo
.8
Social guerrilla .24
Corporations e communities
Sicurezza sul lavoro
intervista a Stefano Notturno
Art/ivism .25
Cristiano Siquieira
Famoci 2spaghi
Intervista a Marco Palazzo
superstar
.10 Blogger
i migliori blog italiani
di marketing non convenzionale
SUBVERTISING
Anno II, numero 8 del 10 giugno 2008
Direttore Responsabile: Francesco Rossi ([email protected])
Comunicati stampa, informazioni o altre richieste:
[email protected]
Pubblicità:
Barbara Zanardi ([email protected])
Grafica e impaginazione: Frameart.it
Copertina: Cristiano Siqueira
Edizioni Cnet Web
Mensile iscritto presso il Tribunale di Bologna, numero 7803 del 16/10/2007
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FAMOSI PER 48 SECONDI
Strane storie di artisti, guerriglieri e pazzoidi vari
della blogosfera che ancora ignoravate
di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire ([email protected])
“
Nel futuro”, diceva Warhol nel 1968, “ognuno sarà famoso per 15 minuti”: la sua stima, con tutta probabilità, era eccessiva.
Internet ha democratizzato la fama, e contemporaneamente l’ha resa effimera e incastrata in un
frame cognitivo, se possibile, ancora più stringato.
Il tempo di permanenza medio su una pagina web
sarebbe, secondo le stime di Nielsen Netratings,
di 48 secondi: è questo il tempo che l’utente passa davanti alla pagine dalle tante celebrità del web. Che sono
partite da un blog, magari, per
farsi strada sulle riviste, sui rotocalchi, in tv, dove la fama -grazie
a Dio e alla generazione scorsa, ancora virtuosamente affetta
dai laschi ritmi dell’offline - dura,
ancora, quasi un quarto d’ora.
È il concetto di blogebrity, di celebrità partita dal blog:
è il caso, giusto per citare la prima nella classifica di
riferimento, la “a-list”, di Julia Allison (http://itsmejulia.com/). Una donna senza qualità, direbbe Musil,
eccezion fatta per un buon paio di tette - ma anche
io, ingrassando, inizio ad avere una seconda ab-
bondante - un pizzico di talento e una forte presenza online, tale da suscitare gossip e contestazioni.
Poco più che ventenne, la sua tenacia, il suo iperpresenzialismo e la tormenta di unique hits registrate dal suo blog (in cui parla principalmente di pettegolezzi, maschi, cagnolini e altri piccanti argomenti)
le sono valse un posto da pubblicista sulle riviste
Star’s e Time Out e uno spazio fisso sulla Fox. Niente male, per una che non ha mai visto Star Wars
e non sa chi sono i Radiohead.
Ma se pensate che avere un
blog vi porterà a incassare cifre
a sei zeri, sappiate che in Italia
pochissimi sono al livello di Julia Allison. L’unico italiano nella
top20 di Technorati (http://technorati.com/pop/blogs/), infatti, è
un comico degli anni ottanta che
è finito a sgolarsi a forza di vaffa, e ora sembra il
Masini dei tempi di Sanremo. Va ribadito in ogni
caso che i blog più visitati del mondo parlano di
gossip, di informatica o di gossip (l’ho già detto?).
Le superstar di internet sono innumerevoli: vogliamo parlare del viralissimo Numa numa boy, Gary
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FAMOSI PER 48 SECONDI
Strane storie di artisti, guerriglieri e pazzoidi vari
della blogosfera che ancora ignoravate
di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire ([email protected])
Brolsma, il ciccione diventato famoso grazie al video
in cui canta Dragostea in
playback e che ora si ingrassa le tasche grazie
alle suonerie per cellulare?
O i Back Dormitory Boys, come Numa Numa
ma con gli N-Sync? O dell’ingegnere diventato famoso per essersi vestito come in Tron?
O di Chris Crocker, il biondazzo che piange per
Britney Spears?
Stanno però aumentando anche
i personaggi che,
forti di una reputazione offline, la
coltivano e potenziano attraverso
blog e siti, come
il
famosissimo
burlone Joey Skaggs, il cui sito documenta minuziosamente le gesta del prankster americano. Per
chi non fosse appassionato di bufale, Joey Skaggs
è l’orgoglioso ideatore delle segue nti iniziative, che
hanno tratto in inganno i media statunitensi: il bordello per cani, la banca del seme delle celebrità,
l’impresa che trapianta
i capelli dei defunti, la
zuppa di carne di cane, il
parco a tema cimiteriale.
Invece, tra le superstar
di internet approdate al
piccolo schermo, siamo
costretti a citare l’ormai mitico Basshunter,
diventato internet famous sul suo blog, su IRC e
su WOW grazie a canzoni dal sicuro successo tra
i nerd, come “Boten Anna” (una storia d’amore tra
un essere umano e un software automatico attivo in
una chat IRC) e “Vi sitter i Ventrilo och spelar DotA” (
canzone di protesta e di ribellione giovanile: “mamma! lasciaci liberi di giocare a World of Warcraft” ).
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Argomenti di indubbio interesse per un pubblico
molto vasto, evidentemente: le sue canzoni hanno raggiunto la posizione numero uno in classifica
in Svezia, Olanda, Danimarca, Inghilterra e Irlanda, e i video si trovano su YouTube sottotitolati in
tutte le principali lingue, oltre che in numerose lingue composte solo da consonanti e caratteri ascii.
E che dire di Fi5e,
multipresente su internet con più di un
blog, siti e account
su tutte le maggiori
social network, citato da Wired come il
più nerd dei graffiti
writer? Partito dall’analisi video delle tag (le firme
dei writer) attraverso un software di motion capture, è passato ben presto al mondo dell’arte urbana contemporanea, sviluppando azioni di arte
ambientale per musei di tutto il globo. Tornando al
web, è riuscito a ottenere una Google bomb verso il proprio sito: ora, è il primo su Google, se si
cerca la frase “bad ass motherfucker”. Scostumato!, penserete voi. Sboccato ma furbo, direi io, visto
che ha registrato come marchio la parola #BADA55
(un verde pistacchio, per chi sa leggere i colori in
esadecimale) e ora vende dei barattoli di vernice
(indovinate il colore) a peso d’oro. Certo, nulla in
confronto all’artista italiano Piero Manzoni che vendeva la sua pupù già negli anni Sessanta, ma di
quella non ci è dato sapere il colore in esadecimale.
E che dire di chi, partendo da un blog e qualche video
su YouTube, ha girato addirittura il mondo? Stiamo
parlando di Matt, designer di Seattle: la sua routine
prevede 6 mesi in ufficio a “bloggare” riguardo l’altra
metà dell’anno passata in giro per il mondo a ballare. Dal deserto ai ghiacciai, dalla giungla al ponte di
Rialto, dall’aria frizzante del Machu Picchu a quella
un po’ meno frizzante di Tokio. É il nostro Piero Angela 2.0 e tra documentari , balletti e lavoro ora ha
pure degli sponsor: una gomma da masticare, ed è
libertà per le mandibole di tutto il globo terracqueo.
FAMOSI PER 48 SECONDI
Strane storie di artisti, guerriglieri e pazzoidi vari
della blogosfera che ancora ignoravate
di Alessandro Mininno e Fabrizio Martire ([email protected])
In questo listone può forse mancare chi, attraverso
blog e forum, sta tentando da anni di salvare vita,
futuro, capra e cavoli degli internauti? Si chiama
John Titor (o della famiglia Titor?) professione crononauta, hobby essere il prescelto. John venuto
dal 2036, sotto il nick name TimeTravel_0, inizia a
parlare di se e della sua missione primaria: recuperare un vecchio IBM 5100 che nel futuro sarà la
chiave per la salvezza dell’umanità. Si ferma qualche anno, poi riparte - o meglio ritorna nel futuro
- passano alcuni mesi ed al suo posto viene spedito
Ethan Titor al fine di mettere una pezza ai problemi
causati dalle rivelazioni fatte su internet da John.
Nessuno dei due si prende un server, uno proprio
spazio Ftp ed un Wordpress, però! Scelgono entrambe la piattaforma di BlogSpot per raccontare la
loro storia. Il tutto ha generato un indotto di siti, wiki,
blogs, fan boys, servizi più o meno seri su tv e giornali ed immancabilmente magliette ed altri gadgets!
A capo di tutta questa banda di pazzoidi con estro
e tanto tempo libero, c’è Kevin Rose, professione
“pro-blogger” o meglio imprenditore – facciamo imprendiblogger? La sua vita è documentata su ogni
forma di media: nasce dai
podcasting, nel 2003, proponendo uno show con un buon
seguito, da qui viene preso e
“proiettato” in Tv, dove sta per
un paio d’anni con il programma “The screens savers”. La
fama mondiale non la raggiunge grazie al tubo catodico:
eccolo infatti nel 2004 fondare Digg.com, sistema
che permette al “popolo dell’internet” di esprimere
un giudizio sulle migliori notizie pubblicate da tutti i blog sulla rete. Questa creatura che da un lato
offre notizie sempre freschissime e dall’altro rende
famoso ogni singolo blogger esplode in pochissimo
tempo. Ed è pioggia di venture capital dai nomi più
grossi del web: il 14 agosto 2006, in pigiama, con
due pollici alzati e due cuffie gigantesche alle orecchie, il suo faccione viene messo in copertina su
BusinessWeek. Intanto il 30enne già più che pronto
per la pensione continua a tenere aggiornato il suo
blog personale infarcendolo di cianfrusaglie pescate senza logica dalla rete. Seguitissimo pure quello.
Anche la nostrana repubblica delle banane ha le
sue celebrità online: oltre al comico di cui sopra,
citiamo due casi: la truppa di ScuolaZoo, e colei
che ormai è nota come PornoProfessoressa. Il blog
di ScuolaZoo mantiene, da circa un anno, i vizi e
capricci di buona parte delle famiglie dei giornalisti del paese. Una tantum i professionisti dell’informazione fanno un salto sul blog, scaricano un
paio di filmati sull’ultima marachella commessa
dal ragazzino in una qualche scuola dimenticata da Dio et voilà: un taglio qua, uno là, un pezzo con i violini di sottofondo ed ecco il servizio
sul degrado scolastico. Di regola ce lo becchiamo
nell’edizione del tiggì di metà giornata. Ora ScuolaZoo è sia un blog che una community, con spazi dedicati all’ advertising ed altre stamberie varie.
Au contraire, la PornoProff non raggiunge il successo con un blog, ma con un blog lo cavalca.
Arrivata alla fama nazionale per essersi mostrata
“scostuuuumaaata” in una
mostra sull’eros in giro per
l’Europa, viene sospesa dal
lavoro a causa del bigottismo di genitori e colleghi.
Apre un blog e dice la sua
a giornali, tv e radio, in un
botta e risposta trasversale
a diversi media il suo - orripilante - blog acquista sempre più visite ed
ammiratori fino a portarle fama ed un, ahinoi
par vero, contratto per un film sulla sua storia.
La casistica, insomma, è sterminata. In un
mondo dove gli applausi e i flash dei paparazzi sono stati sostituiti dal Google Pagerank e dai
link in entrata, sembra evidente che anche la
fama, su internet, sia solo a un click di distanza.
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Quando lui (consumatore)
è più esperto di te (azienda)
Intervista a Stefano Notturno (www.olojin.it)
di Ursula De Gaspari ([email protected])
I
mprovvisamente internet siamo diventati
noi, e questa mutazione di comportamento e di consumo (non so in che ordine di
preciso) si è andata formando giorno dopo
giorno. Peer pruduction, produzione orizzontale e wiki-economia sono diventate il
motore dei processi produttivi della merce e
del significato: l’amore si trova con Meetic,
il lavoro con Linkedin e la musica con Last.
fm. Anche il porno non è più la stessa cosa
grazie a YouPorn (con drammatici crolli di
fatturato nel settore). Il tutto senza margine di errore, con una sorta di certificazione
ISO da parte degli utenti stessi. “Segnala un
abuso” e “Salva nei preferiti” è la frase che ci
tutela e ci rende parte dell’universo mondo,
dove il prodotto diventa sempre meno rilevante di fronte alla riaffermazione del singolo. Certe volte mi chiedo chi abbia il tempo
di lavorare... ma è evidente che da qualche
parte il profitto si nasconde e l’informazione
si evolve con modalità ad oggi inesplorate.
Volevo questa volta fare due parole con
Stefano Notturno di Olojin. Il sito dell’azienda recita in prima battuta: oggi più di un miliardo di utenti sono online: parlano, scherzano, si scambiano opinioni. Gli adolescenti
spettegolano, giocano, si passano musica
e video. Gli adulti si confrontano su carriera, vita e amore. Un gran fermento da cui
la tua azienda non può essere esclusa”.
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Partiamo
dall’inizio.
Quando inizia per te internet 2.0?
Domanda interessante, quando inizia il
web 2.0… a mio modo di vedere è sempre
esistito, dal momento in cui internet è arrivato in Italia ognuno di noi ha cercato di
mettersi in contatto con l’altro alle prese con
un modem che faceva i capricci; la voglia
di avere una risposta da parte di chi stava dall’altra parte del filo era molta ed un
semplice ping ti appagava dell’attesa; poi è
arrivata l’ADSL e con essa sono nati degli
spazi che oggi definiamo “social network”,
piattaforme nate per unire sotto ad un unico tetto milioni di persone a costo zero. È
stato coniato un termine solo per dare un
nome a qualcosa che in realtà è nella natura umana, lo facciamo tutti i giorni, la differenza è che internet accomuna molti media in uno e questo ci consente di spingerci
oltre alla semplice consultazione o ascolto
ma di costruire un rapporto con altre persone che sentiamo simili a noi o con le quali
più semplicemente amiamo confrontarci.
Perchè un’azienda necessita di una
community? Non hanno paura di
una specie di effetto “casa di vetro”?
Va detto che non tutte le aziende possiedono un prodotto o un servizio per il quale
possiamo costruire una community ma per
coloro che lo possono fare si può rivelare
Quando lui (consumatore) è più esperto di te (azienda)
Intervista a Stefano Notturno (www.olojin.it)
di Ursula De Gaspari ([email protected])
uno spazio nel quale aprire un dialogo bidirezionale. Ho letto in questi giorni la posizione assunta nei confronti delle community da parte di un docente della Bocconi,
Bernard Cova - http://www.viasarfatti25.
unibocconi.it/notizia.php?idArt=1248 - mi fa
piacere che vi sia una presa di posizione
in un panorama drogato da pubblivori che
parlano solo positivamente delle community con il fine di raggiungere obiettivi di vendita; io le community ho iniziato a toccarle
con mano nel 2002 quando ho partecipato
alla creazione della prima community sulla
Nutella® (www.mynutella.it). Allora era pionieristico parlare di community e per certi
aspetti forse anche prematuro, oggi conosciamo meglio le dinamiche che innescano
la discussione e alimentano la crescita di
questi spazi. Sul perchè un’azienda dovrebbe creare una community, posso raccontare
della scorsa estate dove ho partecipato ad
un evento chiamato European CMO, molto
stimolante perchè eravamo otto agenzie da
varie capitali europee con specializzazioni
diverse. In quella sede si sono intervallati
momenti di business con Head Marketing
di aziende come Lexus, Euro Disney, Metro
ma anche relatori di società come Forrester
Research. Quest’ultima ha asserito nel suo
intervento esattamente il focus della nostra
agenzia: che le aziende lo vogliano o no, i
consumatori parleranno del loro prodotto, il
fatto di non possedere uno spazio ufficiale non farà altro che mettere l’azienda in
posizione di follower poiché non potrà mai
percepire con anticipo le carenze dei propri
prodotti... con questo non voglio dire che la
community sia la risposta a tutte le problematiche di un prodotto. Di certo deve essere
letta come una cartina di tornasole immersa
in un grande flusso di informazioni che giornalmente transitano sotto ai nostri occhi.
Esempi nella rete ce ne sono molti, da Boeing
a Dell e chissà quanti altre ce ne saranno.
Ad oggi molte aziende ancora temono questo confronto e questa loro attesa non fa che
aumentare il vantaggio dei loro competitors.
Aggiungo che in questi mesi ho raccolto la
testimonianza diretta di alcuni direttori marketing i quali mi dicono che grazie a strumenti come RSS o Google Alert sono venuti
a conoscenza che si parlava del loro brand
lamentandone carenze o disservizi; e proprio
grazie a questi consumatori non solo hanno
recuperato un rapporto di fiducia, ma hanno
anche eliminato un problema ad un potenziale “evangelista” che domani potrà risolverlo per loro conto con altri consumatori.
So che stai lavorando su un progetto che
sarà on air nelle prime settimane di giugno.
Puoi anticipare qualcosa? Un pochino?
Purtroppo non posso ancor svelarne il
nome poiché si tratta di una realtà multinazionale davvero molto grande e nota
ad ognuno di noi; la particolarità di questo progetto è che si tratta del primo passo verso le community che il brand compie e la cosa straordinaria è che lo farà in
Italia e con la nostra agenzia, non posso
dirti altro se non che proprio a Milano ha
compiuto i suoi primi passi molti anni fa...
Compitino: segnalaci 10 siti imperdibili
per
internet
2.0
Accidenti, mi chiedi qualcosa di molto difficile
perché dovrei fare un distinguo tra chi già conosce il web 2.0 e chi no, facciamo cosi, per
la parcondicio ne elenco cinque di famosi e
cinque che lo sono meno. I più noti: Myspace, Facebook, Flickr, Technorati, Delic.iou.
us. I meno noti invece: Shoetube.tv, Snap.
com, Famundo.com, Twitter, Mevio.com.
Buon 2.0 a tutti!
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Blogger superstar
A
caccia di future blogebrities, abbiamo scelto
alcuni fra i migliori blog italiani che trattano di
marketing e non convenzionale in generale. A tutti
abbiamo posto le stesse (fatidiche) domande:
1) Chi sono: “carta d’identità” con nome, cognome o nome di battaglia, età, sesso, statura, segni
particolari.
2) Da quanto tempo hai aperto il tuo blog, ma soprattutto, perchè?
3) Quante tempo passi davanti al monitor? Dove
si pone il tuo confine fra hobby e lavoro? I blogger
sono una comunità a parte?
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4) Qual’è il tuo rapporto con chi ti scrive? Li conosci anche di persona, quanti di loro?
5) Come ti definiresti? Attivista di rete, professionista di settore, presidente della Repubblica, etc?
6) Lavori in un’agenzia?
7) Com’è cambiata la tua vita da quando
sei divenuto/a un blogger? Ed in meglio o in peggio? (i più ardimentosi potranno anche dirci se la
loro vita sessuale è mutata).
8) Il futuro è in rete, o il presente?
9) Chi sei l’hai già detto; dunque, dove vai?
Blogger superstar
ADVERSIVA
adversiva.wordpress.com
1) Cristina, 27 sporchissimi anni, femminuccia. Appena appena salva dal nanismo grazie al suo metro
e sessanta di statura. Miss Beatrix Kiddo è il mio
nome di battaglia nonchè il mio idealtipo di alter
ego: non sono più la stessa da quando ho visto Kill
Bill. Segni particolari: estremista ed attivista convinta del disordine.
2) Il mio blog puzza ancora di latte. E’ venuto alla
luce a novembre del 2007 e inizialmente ha faticato
a crescere, avevo “deciso di perdermi nel mondo”
,volendo parafrasare Morgan.
Fu lì che lo affidai al suo padre putativo, l’irreprensibile Fables di Bloguerrilla (a cui spetta tra l’altro
il copyright del nome) dato che Adversiva nasce
grazie a lui; in secondo luogo per via dell’effetto di
potenti stupefacenti quali l’amore per la scrittura e
per il contorsionismo mentale; il tutto combinato ad
una passione per l’advertising e l’universo del nonconvenzionale che volevo riuscire ad esprimere in
qualche modo.
3) Il pc è diventato da tempo un’appendice del mio
corpo, ed il confine tra hobby e lavoro non esiste
semplicemente perchè io non ho un lavoro. Ma spero, credo e pretendo che questo blog diventi quello che voglio “fare da grande”. E... non definerei i
blogger una comunità a parte. Puttosto una setta di
narcisi ed egocentrici detentori del sapere.
4) Ahimè, con il mio blog non ci si sono ancora fidanzati in tanti. Ma quei pochi pretendenti che hanno
bussato alla porta hanno dato una bella iniezione di
fiducia, a me e a quello che scrivo, il feedback di chi
legge è una componente imprescindibile. Qualche
commentatore ho la sfortuna di conoscerlo personalmente, gli altri solo virtualmente. Ma magari un
giorno inviterò tutti a cena.
5) Una testa di...
6) Nessuna agenzia. Ma l’altra notte ho sognato di
diventare direttore creativo.
7) La mia vita è rimasta apparentemente uguale. Io
però mi sento diversa. Questo blog è la mia creatura, ancora piccola, ma crescerà. E’ la mia voce,
è quello che sono. Certo, ancora ancora nessuno
spasima perchè sono “Miss Kiddo”. Ma lo farà.
8) Il presente della Rete è sempre troppo miope rispetto a quello che diverrà il suo futuro.
9) Sono scostante. E bipolare. E il mio orizzonte
temporale arriva fino ai prossimi quindici minuti.
Ecco che mi è un pò difficile dare una risposta a
questa bella domanda.
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Blogger superstar
BLOGUERRILLA
www.bloguerrilla.it
1) Eccomi qua: il mio nome è Fables, ricordo un
tempo non precisato di aver avuto un nome più da
essere umano, ma il blog non mi permette più di
chiamarmi in altro modo se non Fables. Anche mia
madre l’ha dovuto imparare. Ho sui 27 anni, mese
in più, mese in meno, sono del genere maschile ed
ho una piccola cicatrice sul naso per la quale tutti
mi chiedono se mi ci hanno spento sopra una sigaretta.
2) L’ho aperto il 2 giugno di un anno fa, il giorno
della festa della repubblica, questo perché tra qualche anno il mio blog sarà così famoso che oscurerà
feste antiche qualche cinquantennio. L’ ho aperto
perché ho capito che anche io potevo dire la mia, o
essendo seri, ma solo per un attimo, avevo voglia
di fare conoscere agli altri il mio pensiero sul marketing non convenzionale. Mi definisco, forse un po’
pretenziosamente, l’antidoto a gessetti e ventoselle, vale a dire a quelle forme di marketing moderno
che vengono erroneamente inserite all’interno del
termine guerrilla marketing.
3) Farei prima a raccontarvi quante ore non passo davanti il monitor, diciamo che il mio alter ego
virtuale si è oramai impossessato di me e non mi
permette di vivere molto senza il ticchettio della tastiera. Il confine tra hobby e lavoro è spesso labile, nel mio caso posso confermarvi che si tratta di
un hobby - anche se spesso gli amici mi chiedono
quand’è che mi sposo con il blog. I blogger li vedo
un po’ narcisisti, ma hanno un potere immenso, per
la prima volta nella storia dell’umanità l’informazione è in mano ad assoluti sconosciuti e loro, cioè noi,
lo sappiamo bene.
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4) Un giorno stavo per chiedere un autografo ad un
mio commentatore, tanto è alto il livello di bene che
voglio a coloro che mi scrivono più o meno quotidianamente, alcuni li sto conoscendo, altri li conoscevo già, altri probabilmente in futuro. Mi piacerebbe
un giorno organizzare un incontro per vederci tutti,
non so perché e non so se si può dire, ma secondo
me le blogger sono tutte gnocche.
5) Avendo fatto nascere il mio blog il 2 giugno sono
molto vicino alla carica di Presidente della Repubblica. Comunque da quando lavoro per un’agenzia
- e da quando ho capito che i miei lettori stavano
inesorabilmente aumentando - mi sono lentamente
accorto che quello che dico spesso ha un senso,
quindi mi definisco un rompipalle che indaga e se la
prende con chi fa del guerrilla marketing una moda
da quattro soldi.
6) Credo di si...
7) Beh, diciamo che è cambiata molto. Innanzitutto
lo ringrazio perché mi ha fatto trovare lavoro, non
credevo che oltre alle raccomandazioni esistesse
anche la meritocrazia.
8) La rete è sempre proiettata nel futuro. Tutte le
novità, le nuove tendenze vengono prese e rilanciate direttamente dalla rete, per la prima volta siamo
di fronte ad un mezzo che vive dei contenuti generati dagli utenti.
9) Un attimo in bagno e poi scrivo un nuovo post per
il mio blog.
Blogger superstar
DISRUPTION
disruption.splinder.com
1) Markettara. Giovane pubblicitaria meridionale
(convenzionalmente) domiciliata a Milano. Ho meno
dell’età che mi darebbe chi non mi conosce, e sono
a dieta da ogni lunedì.
2) E’ nato due anni fa, dopo una lunga gravidanza
in cui ho pensato alla sua personalità. Ne ho avuto altri prima di lui, ma non erano ciò che volevo.
Volevo curiosare, scrivere, ricordare e condividere
qualcosa di utile per me ed i miei simili (la casta dei
pubblicitari) ed essere in qualche modo un punto
di riferimento in un territorio - il non convenzionale - allora poco presidiato. Volevo fare tutto questo
con il tono giusto (sintetico, ironico, da markettara
ma professionale) ed io stessa ero il target, quindi l’insight era chiaro: “voglio un unico posto dove
aggiornarmi sulle novità e le alternative nell’adv e
trovare ispirazione”. Se ci aggiungi un po’ di egocentrismo o esibizionismo malato (in mostra senza
rivelarmi) si completano le basi. Così ho iniziato a
pensare ad un luogo dove potesse avvenire tutto
questo. Perché il mio blog avrebbe dovuto narrare
e rappresentare la fortuna di fare il lavoro che mi
appassiona.
3) Suona come una ramanzina. Sì in effetti, il pc è
diventato una mia protesi naturale. Hobby e lavoro
si sovrappongono spesso e i blog rientrano in entrambe le categorie, perché sono una blogger ma
anche una pubblicitaria. I blog sono una tribù e se
non ci sei dentro non puoi capirli.
4) Il lavoro, paradossalmente, non mi lascia tanto
tempo per sviluppare un dialogo con tutti (è il mio
cruccio), ma per fortuna dormo poco ;-) Non ne ho
viste tantissime di facce, ma credo molto in questo
tipo di relazioni perché mettono a contatto persone
che hanno in partenza tantissimi elementi in comu-
ne. E poi perché, guardandomi intorno, oggi alcuni
dei miei migliori amici sono persone che ho conosciuto proprio attraverso il blog.
5) “Markettara” è banale?
6) Sì, e ne sono innamorata. Lavoro nell’agenzia
ideale svolgendo il lavoro per me ideale, sintesi di
strategia e creatività, focalizzato sull’ unconventional marketing ma conferendogli il giusto peso, lo
stesso dato a tutte le altre discipline della comunicazione integrata.
7) La mia vita è cambiata tanto e anche io sono
cambiata, sicuramente in meglio. Premesso che i
blogger non sono noti ai più per la loro intensa vita
sessuale, parlo di lavoro e di rapporti umani: in entrambi i casi essere blogger mi ha regalato tanto.
ll blog mi ha dato know how, una buona visibilità,
un’inaspettata reputazione, tanti contatti e proposte
lavorative. Nell’agenzia attuale, come nella precedente, chi mi ha selezionata ha coraggiosamente
contattato markettara, la blogger, e poi ha conosciuto la persona. Il blog mi ha portata dunque a
crescere tantissimo professionalmente. Ma sono
più di sette anni che i blog sono entrati nella mia
vita e, nel tempo, il più grande valore generato è
sicuramente quello delle relazioni umane: nuove
amicizie straordinarie, persone che stimo e su cui
posso contare. Online ed offline.
8) E’ indubbiamente il presente, e sicuramente sarà
presente anche in futuro, magari con pesi diversi e
altalenanti. L’importante è avere sempre gli occhi
aperti.
9) Se te lo dico, che te ne fai della curiosità?
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Blogger superstar
DONTWORRYBECREATIVE
www.dontworrybecreative.it
1) Giuseppe Casto, studio Graphic & Virtual Design
al Politecnico di Torino e sono uno studente quasi
modello. M, 183 cm, 1 Piercing
2) Il blog compirà un anno il 29 giugno, e per l’occasione ci rinnoveremo stilisticamente un po’. Dontworrybecreative.it è stato creato, come il nome
stesso suggerisce, per condividere un archivio non
“accademico” di notizie relative a design, grafica e
comunicazione che avevo piacere di far conoscere,
insieme al mio (nostro) punto di vista.
3) In pratica ho sostituito il computer alla tv. Al momento è solo un hobby, anche se spero possa avere in futuro più autorevolezza. Credo che i blogger
siano delle persone come tutte le altre, solo con la
predisposizione a condividere le cose che ritengono importanti. In pieno stile 2.0!
4) Al momento conosco molto di più i numeri anonimi del contatore visite, ma sono sempre felice di ri-
14
14
cevere commenti e scambi di opinione...sennò che
scrivo a fare???
5) Persona informata sui fatti.
6) No, Al momento studio ancora.
7) Oltre ad essere più impegnato, cerco di ampliare
la mia rete di conoscenze.
8) Il presente è già in rete, ma molti sono ancora
intrappolati in un passato remoto.
9) Spero che sia io, che Ida, Davide e Simone continueremo a scrivere per il blog, magari con l’aggiunta di qualche esperto che si occupi di fotografia,
street-art o anche qualche volenteroso che voglia
aiutarci in questo progetto al quale io tengo molto .
Blogger superstar
DR_WHO
www.drwho.it
1) Camillo Di Tullio, a.k.a DR_WHO. Età: 40
anni,1,68 di statura. Segni particolari: gemello di
segno e di fatto (ho un fratello gemello più una sorella)
2) Il blog è stato ufficialmente aperto il 26 febbraio
2007. Perché? Avevo bisogno di numeri. Studiare
un approccio non convenzionale lo richiedeva. Nullo l’appoggio. Bene: me li procuro da solo. Mi creo
una experience. La mia experience. Ma la voglio
esasperare. Nessun posizionamento sui motori di
ricerca, nessuna indicizzazione. Se è vero che nella
rete il passaparola si “autogenera” avendo un appropriato contenuto, i numeri verranno da sé. Primo
passo: creare un blog identificando la piattaforma
su cui poggiarlo. Secondo passo: la mia identità in
rete. Terzo passo: non svelarla fin quando non si
presenti l’occasione giusta che la rete fornirà. I numeri sono arrivati ed anche l’occasione per svelare
l’identità di Dr_Who: una intervista sul marketing
non convenzionale su “italia oggi” ad ottobre dello scorso anno in occasione della mia relazione al
COMTest di Vicenza.
3) Molto, soprattutto a lavoro. Se per “tempo speso
davanti al monitor” intendi quanto tempo dedico al
blogging, posso dirti che “non smetto mai”. Il marketing e le sue evoluzioni per me sono una vera passione. In questo senso “non stacco” mai. I blogger
non sono una comunità a parte. Ritengo che chiun-
que abbia un blog abbia una visione più ampia del
mondo e delle cose; si metta sempre in discussione
e in ascolto, e questo è un fatto molto buono.
4) Appassionato e Just in time. Molti li conosco, ma
molti altri no. Tieni conto che il secondo paese che
mi legge è l’America. Just in time perché dò sempre
a tutti coloro che mi scrivono una risposta nel più
breve tempo possibile.
5) Semplicemente Dr_WHO
6) No, in azienda.
7) La mia vita sessuale non ne ha risentito. Bisognerebbe chiedere a mia moglie. Anzi ne ha anche
beneficiato: quest’anno ho avuto il mio secondo figlio (una bimba). Ha pochi mesi più del blog. Per il
resto, assieme ad altri blogger abbiamo dato vita a
vari progetti, l’ultimo nato è il lancio del Crazy Marketing Network (www.crazy-marketing.it). Molti altri
sono in cantiere.
8) Il presente è in rete: se stai leggendo la mail di
quest’intervista, il perché è chiaro. Il futuro? Il futuro
è un presente spostato più in là, perchè il futuro è...
adesso... adesso... adesso ... adesso ... adesso ...
9) Ovunque mi porti la mia curiosità!
1515
Blogger superstar
MIZIOBLOG
mizioblog.splinder.com
Mizio Ratti, 41 anni, ligure doc, originario di Lerici, emigrato a Milano da quasi vent’anni. Sesso
maschile, eterosessuale, carattere lunatico e non
sempre socievole. Ho una personalità complessa e
contraddittoria: in quello che faccio so essere passionale ma anche pragmatico, cinico ma anche idealista. I miei miti sono David Droga, Tony Soprano,
il dr. House e Gus Hansen.
2) Ho aperto il blog circa due anni fa. Volevo farlo da
tanto tempo, ma ero preoccupato dell’impegno che
comportava. Mi sono deciso quando mi sono accorto che come agenzia stavamo facendo progetti
innovativi e volevo documentarli in qualche modo.
Però nel giro di questi due anni, un blogger folle si
è impossessato di me e ha stravolto il progetto di
partenza: oggi mizioblog è prevalentemente il punto d’incontro di tutti i nullafacenti che lavorano in
pubblicità.
3) Passo almeno dieci ore al giorno davanti al fido
mac. Il confine tra lavoro e hobby è piuttosto labile,
anche perché un creativo non può fare bene il suo
mestiere se non ha una vera passione per la pubblicità. Quindi, passo parte del mio tempo libero a
navigare per documentarmi e curiosare. Non credo
che i blogger siano una comunità a parte, semmai
catalizzano una piccola comunità trasversale: sono
convinto infatti che molti di quelli che leggono mizioblog frequentino molti degli altri blog presenti in
queste pagine.
4) Per scelta ho voluto che mizioblog fosse una
micro community aperta e un po’ anarchica. Intervengo il meno possibile e cerco di stimolare discussioni fra i singoli lettori più che fra i lettori e me. Mi
piace l’idea che nel mio blog si possa dire tutto ciò
che si pensa e si vuole, anche attaccarmi, come
succede regolarmente. Di conseguenza il rapporto
con i miei lettori è alquanto paritario. Non ci tengo
particolarmente a sapere esattamente chi mi legge (non ho le statistiche ad esempio), non mi piace
passare per un “capo-popolo”, mi piace invece che
l’approccio di mizioblog sia simile a quello di una
piazza: uno passa, ascolta i discorsi e se vuole in-
16
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terviene in qualsiasi modo. Nonostante questo ho
organizzato un paio di incotri come il Pizzafolio (una
specie di Porfolio Night de noartri) e quindi ho avuto
l’occasione di conoscere alcuni di loro. Sono state
conoscenze molto interessanti, in tutti i sensi: molte
persone brillanti e anche alcune borderline.
5) Innanzitutto sono un professionista del settore. In
secondo luogo, modestia a parte (qualità che non
mi appartiene), mi sento anche un’attivista della
rete: sono convinto che rappresenti la nuova frontiera della creatività.
6) Sì, la mia: sono partner e direttore creativo di
Enfants Terribles.
7) Tenere un blog richiede grande impegno e responsabilità. Ci sono centinaia di persone che ti leggono ogni giorno: ogni tua parola è misurata e per
non tradire i tuoi lettori non puoi postare in maniera
superficiale. Cosa alquanto difficile. Per il resto, la
mia vita è rimasta immutata.
8) Il presente è in rete. E in futuro la rete conterà
sempre di più.
9) Dove vado? Non lo so. Come persona cercherò
sempre di migliorarmi, anche se ultimamente proprio uno dei miei lettori più critici ha commentato dicendo che non diventerò mai una persona migliore
perché mi manca la modestia (e io, da quel modesto
che sono, gli ho risposto: “ma come posso diventare migliore di così?”). Come professionista cercherò
sempre più di produrre progetti sperimentali e innovativi, in quanto sono quelli che mi appassionano
davvero. Come blogger la risposta è più difficile. La
cosa che trovo più affascinante di mizioblog è che
muta in continuazione. Ero partito con l’intenzione
di documentare progetti di comunicazione non convenzionale, poi pian piano il mio blog è diventato il
covo di una micro community aggressiva di pubblicitari. La verità è che non ho più il controllo totale su
mizioblog, è la gente che ci commenta che deciderà
le nuove direzioni da prendere. E questo mi piace
molto.
Blogger superstar
MAKAKO
www.makakoadv.it
1) Partiamo con il mio alias su makakoadv: firmo i
miei post con il nome di battaglia Mubby (che sarebbe poi il mio soprannome sin dai tempi delle elementari) ma in realtà all’ anagrafe sono Andrea Molinaro, romano e prossimo ormai agli “enta”. Il primo
luglio festeggio 30 anni!! Sono un ragazzo con un
bel fisico da lanciatore di coriandoli (sarò generoso
con me stesso 1,72 per 75kg)…non fate caso alla
foto è ormai ultra datata.
2) Come dice il nome stesso, makakoadv nasce
come progetto d’agenzia. Poi gli impegni lavorativi, la poca esperienza (mia e di chi con me voleva
condividere questa idea) e un po’ di “fifa” l’hanno
trasformato in un blog. Ufficialmente ho lanciato
makako all’inizio di maggio, quindi è veramente il
blog dell’ultima ora, ma dietro c’è stato un lavorone
di ricerca durato almeno un paio di mesi. Il perché
è nato makako è presto detto. Volevo unire le mie
due più grandi passioni: lo sport e il marketing non
convenzionale per creare il mio filone, il “guerrilla
sport”!! Non so se ci sto riuscendo o meno, sta di
fatto che sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti fino ad oggi.
3) Ho scoperto che un blog costa tempo e fatica.
Makako sta muovendo i suoi primi passi nella blogosfera e in questa fase è come un neonato… una
spugna assetata di sapere. Guarda gli altri e si diverte a mettere in pratica ciò che vede e impara! Venendo ai numeri, dedico al blog dalle 4 alle 5 ore al
giorno - con somma felicità della mia convivente…
santa donna!! - solitamente due ore la sera (notte)
per cercare notizie, ampliare il feed, monitorare le
statistiche e il look. Se poi ci scappa tempo lascio
un post per la mattina altrimenti appena si arriva in
ufficio si scrive qualcosa da lasciare ai posteri… ma
mai più di un’oretta. La pausa pranzo ormai è stata
abolita - ma in compenso ho guadagnato un buco
sulla cinta! - ne approfitto per leggere il feed vedere se c’è qualche nuova notizia da inserire o per
rispondere ai commenti. Per il resto cerco di tenere
il blog il più lontano possibile dai miei occhi per non
cadere nella rete della dipendenza, è una passione
e come tale deve restare.
4) Naturalmente il blog è stato lanciato tra amici e
parenti, a cui ho chiesto di fare passaparola. Beh ti
dirò una cosa, non so in realtà quanti dei miei amici
visitino makako (non credo moltissimi) ma il risultato
che ho ottenuto in questo mese và aldilà di ogni mia
più rosea aspettativa… parlo da profano, visto che
non ho parametri di riscontro, ma proprio in questi
giorni ho toccato quota 1000 visualizzazioni che per
un blog con 20 giorni di vita non mi sembrano proprio poche!! Per quanto riguarda i commenti, i miei
lettori ne sono proprio avari. Solitamente si tratta
di amici che quando possono mi danno una mano
scrivendo anche solo “ciao mubby”…poi qualcuno
ha sposato la causa e mi invia anche segnalazioni…
5) Non mi definisco in nessun modo particolare se
non come una persona che ha scelto un modo “plateale” di condividere le proprie passioni…Si direi
che il termine più azzeccato per definirmi è “Condividere”.
6) Attualmente mi occupo di tutt’altro e sporadicamente faccio il freelance. Ho smesso di lavorare a
tempo pieno per un’agenzia ad ottobre scorso, un
po’ per sfinimento un po’ per sfruttamento! Come si
dice in questi casi una storia breve ma intensa, se
mi consenti vorrei cogliere l’occasione per ringraziare, in modo particolare, tale “bradipo” che, magari a sua insaputa e non volendo, mi ha fatto scattare
la passione per il non convenzionale...e ha traviato
la mia mente da giovane economo!!
7) Makako non l’ha cambiata…l’ha stravolta! E’
come arrivare per la prima volta in una città che non
conosci, ti si apre un mondo... per il momento ho
preso in affitto un monolocale per un anno e sto
cercando la mia giusta collocazione!!
8) Magari vado controcorrente ma credo che il presente sia in rete mentre il futuro sarà sempre di più
una riscoperta dei rapporti interpersonali…o almeno
è quello che mi auguro…boia, sto invecchiando!!
9) Dove vado?! …All’avventura!!
1717
Blogger superstar
OUR&YOUR MARKETING
ouryourmarketing.blogspot.com
1) E.S.S.I., 93 anni, maschi(o),
mediterranei(o), peso 332 Kg.
7,10
cm,
2)Il blog nasce il 20 febbraio 2008. L’interesse sfrenato per il marketing in generale, e per la comunicazione unconventional in particolare, ha unito 4 amici; il nostro intento è essere veicolo di informazione
all’interno del web, mettendo in pratica quello che
fino ad oggi era stato solo letto sui libri di testo.
3) Mediamente passo la maggior parte della mia
giornata davanti al monitor (diciamo che NON sono
davanti al monitor solo quando dormo...che facciamo prima). Per il lavoro che faccio direi che non vi
è confine con l’hobby, o se vi è la considererei una
linea sottile, quasi invisibile. Io considero i blogger
sì una comunità, ma non a parte: sono dappertutto,
sono in giro tra di noi, e poi si riversano sul web raccontando emozioni, sensazioni, opinioni.
4) Alcuni li conosco di persona, altri solo via mail,
altri ancora non li conosco proprio. Il Web 2.0. mi
permette di creare, mantenere e sviluppare relazioni con le persone più “eterogenee”, con l’obiettivo
18
18
comune di fare network, e perché no…conoscersi.
5) Attivista di rete, con l’obiettivo di diventare Professionista di settore.
6) No. Ma un’agenzia è quello che sto valutando
come regalo per i miei 100 anni.
7) È cambiata, sicuramente in meglio. L’ingresso
nel web nelle vesti di blogger mi ha permesso di conoscere molte persone, di scoprire e varcare molti
confini precedentemente sconosciuti. Mi ha permesso di crescere professionalmente e personalmente. È’ un esperienza che consiglio vivamente.
8) Il presente è già in rete, lo dimostrano le miriadi di iniziative che nascono di giorno in giorno, le
esplosioni di tendenze all’interno del web. Ma spero che il futuro possa sempre più radicare questa
situazione.
9) Le vie del Web 2.0 sono infinite… Non so dove
andrò e cosa mi spetta. Il mondo è la mia casa. . .
Blogger superstar
PUBLIJIHAD
publijihad.blogspot.com
1) Nome: Body. Cognome: Copy. Età: trentaequalcosa. Sesso: maschile. Città: Milano.
mocratizzazione della blogosfera hanno sminchiato
tutto.
2) Publijihad nasce alla fine del 2004, dopo aver
scoperto i primi blog italiani, in particolare quello di Braian di Bologna (braian.splinder.com, oggi
chiuso). Il perché è ovvio: all’epoca era la cosa più
creativa che si potesse fare scrivendo. Era nuova,
sconosciuta, quasi complicata (non c’era una piattaforma che funzionasse decentemente con un
Mac) e un po’ limitata - per uploadare un’immagine
dovevi avere uno spazio web tuo.
4) Body è un blogger anonimo, parla in terza persona e il suo blog più che opinioni racconta una storia. E’ una specie di webserie e così veniva seguita.
Quando i lettori hanno cominciato a farsi sentire,
tutti sono diventati amici: alcuni cari, altri anche di
più.
3) I blogger erano una comunità a parte e c’era dentro di tutto: giornalisti trendy, tecno geek, segretarie
ispirate, studentesse depresse, copywriter benvestiti. Parlavano un loro linguaggio, si ritrovavano
nelle prime feste ufficiali, addirittura cominciavano
ad accoppiarsi fra loro. Si discuteva del ruolo delle blogstar, si faceva a gara a chi c’aveva la lista
di referrer più lunga e, come una specie di partito
trasversale, si sostenevano i propri campioni nella
scalata ai media tradizionali - la Lucarelli su Rai 2,
la Blasi e altri su carta stampata. Poi Grillo e la de-
6) Sì.
5) L’unico personaggio di fiction a non essere mai
andato a letto con Izzie Stevens.
7) La bloga è una brutta bestia e rovina la vita dei
nostri giovani. Finché non ha messo la fibra a casa,
Body gestiva la sua dipendenza dall’internet point
del quartiere. Poi la scimmia ha preso il sopravvento.
8) Passato e presente in rete; futuro in rehab.
9) Dai, troppo facile..
1919
Blogger superstar
SIMPLYADDICTED
simplyaddicted.splinder.com
1) Flavia Brevi, aka TheJoker84 (il nick viene dalla
canzone “The joker” della Steve Miller Band), donzella di 24 anni, alta 1 metro e 65... Ok, ok, mi sono
aggiunta 3 centimetrini! Segni particolari: riesco a
far girare di 340° le braccia tenendo ferme le mani.
2)Ho aperto il blog poco più di un anno fa e per svariate ragioni: dar forma alle mie opinioni, confrontarle con quelle degli altri, sfogare la mia passione.
Poi, be’, non sono mica scema ed ero consapevole
dei risvolti meno idealisti e più pragmatici del tenere un blog tematico. Come scrisse una volta Mizio:
un blog serve a mostrare il talento, la passione e
la costanza nell’aggiornamento. Così speravo di far
vedere quel che so fare, come lavoro e come mi
piacerebbe lavorare.
3) Uhmmm... Dunque... Circa... Cinque orette...?
Delineare un confine tra hobby e lavoro è tanto difficile quanto controproducente: sai quante volte uso
la scusa dello studio per giustificare ore e ore di
navigazione su Internet?! E quando dico che mi sto
aggiornando e sto facendo uno di quegli advergame che tanto mi piacciono?! Sì, i blogger sono una
comunità a parte, altrimenti, stando a quel che si
legge in giro, Berlusconi non sarebbe ora al governo, Ministero della Salute & Co. capirebbero che
pagare le campagne di un Toscani creativamente in
pensione è veramente uno spreco di dindini - e io
non sarei una cosiddetta “fonte autorevole”. Ergo:
la blogosfera è il Paese delle Meraviglie! E gli internauti, Alice.
4) I commentatori del blog che conosco di perso-
20
20
na si potrebbero contare sul palmo di una mano.
Naturalmente, ho aperto un blog senza moderarne
i commenti perchè m’interessava il confronto (con
professionisti o meno, non fa differenza per me):
quando mi contraddicono, imparo sempre qualcosa
di nuovo, quando confermano una mia tesi, be’, è
una bella iniezione di autostima.
5) Mi definirei una studentessa - poi dimmi chi si
definisce “attivista di rete” che gli tiro un mattone
in testa così ricomincia a ragionare- un’aspirante,
un’apprendista (copy). Ah, sì, blogmunita.
6) Dipende cosa intendi per lavoro.
7) Dunque, prima del blog ero solo una studentessa
con una manciata di mesi di tirocinio in mano. Grazie al blog ho fatto conoscenze nel (speriamo mio)
settore lavorativo, affrontato i primi colloqui - ergo:
non ho dovuto mandare decine di curriculum in giro,
i dc già sapevano i miei gusti in materia di advertising e avevano già avuto un assaggio del mio modo
di scrivere. Ho poi creato (su sollecitazione) un mio
portfolio e fatto qualche piccolo lavoretto qua e là.
Naturalmente, lo stesso confronto con gli altri mi ha
aiutato a saperne di più. Direi che le cose sono decisamente cambiate, e in meglio.
8) Il presente e il futuro, nella rete, sono difficilmente scindibili.
9) Ok: quando arriva la domanda sul senso della
vita?! ;-)
Blogger superstar
SPOT ANATOMY
spotanatomy.libero.it
1) Nome di battaglia: Magda Paolillo - Meghi / Gabriele Paolillo – Nyky. Età: 33 (ancora per poco) /
31. Sesso: donna / uomo. Statura: poca / un po’ più
di lei. Segni particolari: quasi mamma (leggi “ho una
panza enorme!”) / scapolo d’oro :-)
2) Due anni compiuti ad aprile perchè: lavorando
nella comunicazione web, aprire un blog mi è
sembrato uno strumento eccellente per entrare in
contatto diretto con gli utenti della rete. ed avevo
ragione.
3) 10-15 ore. Il confine fra hobby e lavoro: non esiste. Se i blogger sono una comunità a parte? Ebbene sì. Come tutte le comunità…
4) Non scrivono a me direttamente, ma commentano ciò che propongo; quindi si tratta di un
utile ed interessante scambio di opinioni (troll a parte) / Ecco, specifichiamo che c’è troppa gente che
ama polemizzare facendosi forza perchè si trova
dietro un monitor...VIGLIACCHI!
Li conosci anche di persona, quanti di loro? Uno lo
conosco di persona (mia sorella, che non commenta quasi mai!); un paio li ho conosciuti in seguito. La
maggior parte ho imparato a conoscerli con il tempo
tramite i loro commenti / Oltre a quanto ha detto lei,
ho conosciuto anche i ragazzi di Ninjamarketing e
Dr. Who.
5. Topo da monitor / Meghi, sei una donna, il termine topo viene riadattato al femminile... e non ci fai
una bella figura!/Nyky, è per questo che ho usato il
maschile ;-)
6. No / No, diciamo che io faccio le veci del famigerato, odiato e sempre contestato CLIENTE.
7. Non ho più tempo libero, o meglio il mio tempo
libero lo impiego sul (e per) il blog. Ma le soddisfazioni sono tante (e ho una valida alternativa alla
televisione, finalmente). In più ho un marito blogger
con il quale confrontarmi in continuazione (tramite
istant messaging, ovviamente) / Il tempo libero, grazie al fatto che non ho moglie (vedi sopra) continuo
ad averlo. E poi per la maggior parte del tempo scrivo dal lavoro - ma non ditelo al mio capo!!!
8. Con la rete il futuro e il presente si confondono; la
distinzione non è temporale, ma di
necessità e di banda / Decisamente il futuro passa
per la rete, non tutto però ci sono cose che vanno
fatte SOLO dal vivo. E chi vuol intendere...
9. Intendi dopo il parto? Perchè con questa panza
non riesco
ad andare oltre il frigo! / Dove mi porta l’entusiasmo.
2121
Blogger superstar
Purtroppo non ci è stato possibile parlare con tutti
quanti. Alcuni nomi noti mancano, un po’ per via
della nostra eterna fretta, un po’ per la loro timidezza. In ogni caso, basta che andiate a guardare
il blogroll di uno a caso dei personaggi qua intervistati, e vi accorgerete come vasta è la galassia
delle stelle del marketing blogging italiano...
22
22
brain of the month
Torke, guerrilla a passo di fado
di Enrica Laganà ([email protected])
S
ubvertising è una rivista dedita al guerrilla
marketing a livello italiano; poiché però nel
nostro paese ci sono alcune cose che possiamo
imparare da altri nostri vicini, dedichiamo in questo numero uno spazio a conoscere anche realtà
fuori dai nostri confini nazionali: Torke (www.torke.
pt), agenzia di guerrilla portoghese molto attiva.
Nello
specifico
parliamo
con
una
delle
menti
dell’agenzia,
Hugo
Tornelo.
Hugo, dicci qualcosa della tua agenzia così
che anche i nostri lettori vi conoscano meglio...
Torke è la prima agenzia di guerrilla in Portogallo,
diciamo la prima “non-stop” perché siamo la prima
che lavora 24 ore su 24 con team differenti, a turno, che alla massima velocità rispondono ai clienti
e si ingegnano in opere creative. L’agenzia ha solo
tre anni ma clienti molto importanti come MySpace, Google, Fox Channel, Optimus e Peugeot.
Noi conosciamo bene la situazione italiana del marketing non convenzionale ma non
quella del Portogallo. Cosa dire di questo?
Il mercato portoghese
dell’advertising
e del marketing è
gestito
attraverso
altri mercati come
quello inglese, bra-
siliano, americano e olandese. In ogni caso il Portogallo è un paese con grandissime potenzialità
in termini di guerrilla per via delle sue dimensioni
geografiche viste in rapporto alla popolazione, con
un alto potenziale di diffusione del word of mouth.
Lo scorso numero di questa rivista ha trattato,
fra l’altro, l’argomento del guerrilla speso a favore del cinema e delle serie tv. Dal vostro curriculum forse avete delle cose interessanti da dire...
Alcuni clienti del settore sono molto aperti verso queste forme di marketing: il 30% del budget
annuale di Fox è interamente dedicato al guerrilla; se usassero solo pubblicità tradizionale
non avrebbero gli stessi risultati che ottengono
con una comunicazione così aggressiva.
Avete delle case history sull’argomento o anche relative ad altre azioni che avete realizzato?
Abbiamo fatto le campagne di guerrilla per tutti gli show tv della Fox e del National Geographic. L’ultimo riguarda le serie “Lost”, “Prison Break” e “Desperated Housewives”.
Come reagivano le persone alla vista del
vostro
lavoro?
Dipende se vedevano le operazioni live
oppure su web; dipende se si intendono
di marketing oppure
no. Per strada erano
sempre molto sorpresi,
su internet il messaggio si spandeva attraverso la creatività o blog a tema comunicazione.
Pensi che ci sia qualcosa che si potrebbe fare meglio quando le agenzie progettano piani operativi di campagne guerrilla?
Si, le agenzie dovrebbero investire di più nel
guerrilla, e i clienti essere meno conservatori.
E su questo potremmo dire, tutto il mondo è
paese...
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social guerrilla
Morti bianche e macchie rosse
L’ANCE di Catania lancia una guerrilla per la sicurezza sul lavoro
di Francesco Porzio ([email protected])
come le sagome che i catanesi hanno trovato appese alle impalcature delle loro case, o magari sul
cantiere per la costruzione
della linea della metropolitana. E poi i cartelloni fitti
di simboli sull’equipaggiamento da utilizzare per il
lavoro che siamo abituati
a vedere affissi sui cantieri, modificati però con in-
U
n’intelligente campagna di social guerrilla italiana? “Mmm...” direte grattandovi il
mento. Invece la “vulcanica” città di Catania
(e la sua meravigliosa provincia) è diventata
nel mese di maggio teatro di una misteriosa,
almeno inizialmente, campagna di sensibilizzazione sulle morti bianche e di sicurezza sul
lavoro. Come durante le spettacolari eruzioni
dell’Etna, “lapilli” rosso-sangue schizzano sui cartelli dei cantieri di mezza città, a ricordare quegli
episodi accidentali (ma davvero possiamo continuare a chiamarli incidenti?) che hanno macchiato
le case in costruzione. Undici morti nella sola Sicilia dall’inizio dell’anno, alcuni caduti dai ponteggi,
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quietanti stilizzazioni di tombe, carri funebri e
perfino un testamento da esibire all’ingresso.
Una campagna di Carmelo Sciuto, art director
della MCA Studio di Acireale, commissionata dall’ANCE di Catania con il titolo “Vietato
rischiare la vita sul luogo di lavoro”, perchè
<<L’unico modo per ridurre drasticamente gli
incidenti sul lavoro è quello di attuare e far
osservare le norme di sicurezza>> come dichiara Andrea Vecchio, presidente dell’associazione. E allora la prossima volta che vi trovate a
passare sotto un ponteggio, attenti: potrebbe precipitarvi addosso un operaio senza cinture di sicurezza. Ma se lo scansate in tempo, potete continuare a
passeggiare tranquilli.
art-ivism
Cristiano Siqueira
di Francesco Ghigliotti ([email protected])
C
he la pubblicità oggi si basi in parte sugli effetti speciali, questo lo sappiamo. Che poi le
polemiche sull’uso di Photoshop anche in campagne come quelle di Dove si infiammino, anche
questo sappiamo. Forse conosciamo un po’ meno
chi manipola le immagini e i video per renderle perfette per il nostro subconscio di consumatori, figure a metà tra i programmatori e gli artisti.
partamento a San Paolo. In realtà, mi considero molto meno esaltante di un vero e proprio artista...mi sento una persona normale, guardo film
con gli amici e mia moglie e come ogni brasiliano
adoro il calcio. A proposito di calcio e di Italia...
Il termine corretto è “illustratore”. Ho 28 anni, sono
brasiliano e lavoro prevalentemente dal mio ap-
del termine. Non ho dunque uno spazio dove scrivo
semplicemente i miei pensieri con le impostazioni
Fermo! Il campo è minato. Abbiamo cominciato proprio ieri con gli europei, non
possiamo lasciarti “gufare” liberamente...
Cominciamo parlando di Cristiano Si- torniamo a questo numero di Subvertiqueira, giovane manipolatore di imma- sing, che come avrai notato è dedicato
gini, brasiliano e autore della coperti- in gran parte ai blogger: tu hai un blog?
na di questo numero. Vuoi dirci chi sei? A dire il vero, non ho un blog nel senso comune
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art-ivism
Cristiano
Siqueira
di Francesco Ghigliotti ([email protected])
classiche di un blog. Uso più che altro i pixel che
ho a disposizione su DeviantArt.com, vera e propria
pietra miliare del 2.0 artistico. Lì scrivo della mia
vita, del mio lavoro, dei progetti...condivido informazioni e comunico, ovviamente con chi mi dedica un
po’ di tempo a leggermi.
vedono possa trovare una qualche corrispondenza
con la realtà. Ne sono un esempio ormai abusato le ragazze alla ricerca del fisico perfetto, spesso un obiettivo da raggiungere senza troppi sforzi.
Discutiamo un po’ di come la computer graphic aiuta la pubblicità: mi riferisco al ritocco di fotografie, per esempio. Hai qualche
case history?
No, non credo. Le figure umani reali sono sempre
il riferimento di base, il collegamento con la realtà.
I mezzi digitali richiedono di appoggiarsi alla realtà
per creare immagini credibili. Il nostro
stesso cervello ha bisogno di riferimenti familiari. E la pubblicità, che è fatta da esseri umani, non eliminerà mai le figure umani reali o i
modelli per favorire l’uso esclusivo del digitale.
La mia carriera è cominciata con il ritocco fotografico: si trattava di un piccolo studio dove praticamente ogni singola immagine veniva in qualche modo
ritoccata, dai colori alla pulizia della pelle fino alla
ricostruzione di parti del corpo.
Non ho nessun caso da evidenziare più di altri, perché
quell’esperienza in realtà mi
ha portato dalla manipolazione all’illustrazione, che sono
cose diverse. In ogni caso,
posso dire che le immagini
vengono manipolate per creare il perfetto feeling con qualche tipo di sogno che avrà chi
poi le vedrà. Quello che vediamo infatti in molti packaging o
pubblicità probabilmente non è
il prodotto in sé, ma le persone
poi lo comprano accettando quell’immagine. A volte
questa specie di inganno fa paura anche a me, perché so quante persone poi credono che quello che
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Credi che l’immagine digitale sostituirà la
figura umana reale nella pubblicità?
La nostra rivista è focalizzata
sul guerrilla marketing e tutto quel che è meno convenzionale nella pubblicità. In
effetti le tecniche più vicine
al tuo lavoro di questo modo
di comunicare sono stencil,
sticker, writing: tu cosa pensi di questi modi di fare arte
applicati alla pubblicità?
L’arte di strada è un movimento denso che parla direttamente alle persone, specialmente quelle che abitano le grandi città. Io apprezzo
molto le innovazioni che arrivano dalla strada, la
sua onestà, la sua estetica ed i concetti che apportano. Ci sono artisti brasiliani come Os Geme-
art-ivism
Cristiano
Siqueira
di Francesco Ghigliotti ([email protected])
os e Speto che sono fantastici, mi piacciono molto. Anche se poi resta il discorso, non secondario,
della fattibilità ed illegalità di queste forme d’arte.
Che consigli daresti
a chi vuole
Mentre un creativo necessita più che altro approcciadel suo cervello per lavorare, a te serve an- re a questo
che un altro tipo di hardware, molto costo- tipo di meso, oltre sicuramente ad un buon numero stiere?
di software. Come sei messo a strumenti di C’è di più che
la conoscenlavoro?
Ho un I-Mac da 20” e una piuttosto vecchia tavoletta
grafica, più ovviamente gli irrinunciabili titoli di Adobe CS3, Poser e altri. Più o meno avrò speso 5 mila
euro. Cominciare da zero può essere dispendioso,
ma con poco tempo, tanta passione e un lavoro fatto
in qualità professionale, gli investimenti si ripagano.
za tecnica del
software che
si usa, e forse anche più
della creatività. I
risultati, per quanto piccoli o grandi vanno poi gestiti: anche in questo bisogna avere almeno un pò di
senso pratico, sponsorizzando sé stessi per primi.
Quindi tu sei un artista costo da ingaggiaAppunto, allora manda un messaggio alle
re...
Su questo non vorrei collocarmi...ci sono tantissimi agenzie che potrebbero cercare il tuo lavofattori che entrano in gioco nelle quotazioni di un il- ro...
lustratore, io sono contento dei risultati che ottengo
nella mia vita. Non mi ritengo né troppo costoso né
troppo economico.
Offro qualità sui lavori, e sono molto aperto al mercato della pubblicità. Cerco sempre di impressionare,
un po’ come fa il guerrilla marketing, con i concetti e
le tecniche applicate. Mi tengo informato sul mondo
e sulle persone, che sono poi quelle che ascoltano i
miei lavori con gli occhi. Si, cerco di conoscerli bene
per poi catturare la loro attenzione.
Per ulteriori informazioni:
crisvector.deviantart.com/gallery
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Facciamoci 2 spaghi!
di Ursula De Gaspari ([email protected])
C
on
due
click
finalmente
ci
si fa un’idea
precisa di dove
andare a mangiare, in linea
con le aspettative, i gusti
e perchè no, le
tasche. Come
nasce l’idea di
2Spaghi, il social network sui
ristoranti? Parlaci di tutti progetti aperti sotto
il cappello Spago. Lo chiediamo
a Marco Palazzo,
co-fondatore insieme a Stefano. Lui ha curato tutta la parte
tecnica, lo sviluppo ed il webde- sign, mentre Stefano si
è occupato più del marketing, della gestione
della community e del business development.
2Spaghi nasce due anni e mezzo fa dall’idea che
tutti i concetti di condivisione e socialità tipici del
web2.0 potessero essere applicati magnificamente
all’ambito dei ristoranti. Uscire a cena è una passione di entrambi, e potere avere delle dritte su posti nuovi in cui andare che arrivassero da persone
come noi, con i nostri stessi gusti invece che da
critici gastronomici professionisti ci ha fatto scattare la scintilla per provare a fare qualcosa in questo
campo. Dopo circa sei mesi di sviluppo lo abbiamo lanciato (nel luglio del 2006) convinti del fatto
che le cose vadano fatte in fretta in modo da poterle poi aggiustare e sistemare in corsa, ascoltando bisogni, necessità e desideri della community.
Trovo entusiasmante che siano i consumatori a
dare un opinione sui locali. E’ veramente democratico; le stelle, le guide, i critici, i parrucconi
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sono messi finalmente sotto osservazione, in un momento in cui il cibo
e il vino sono argomento molto up
to date. Credo che
non ci sia ancora
una
percezione
diffusa della rivoluzione in atto. I
tag cluod poi danno a colpo d’occhio i desideri dei
consumatori
e
della loro pancia.
Avete già utenti
ritenuti autorevoli come critici
o segnalatori?
Massimo rispetto
da parte nostra
per chi gestisce
le guide tradizionali o per i
critici gastronomici, ma il punto è proprio questo. Chi
dice che io e il critico abbiamo gli stessi gusti? I critici poi lo fanno di lavoro; siamo sicuri che abbiano la
massima libertà d’azione e possano dire apertamente cosa pensano di un ristorante? Un altro elemento
è poi il fatto che nelle guide vengono citati quasi
esclusivamente ristoranti di una certa classe o con
certe caratteristiche di eccellenza, mentre la maggior
parte di noi va molto più spesso nella pizzeria dietro
l’angolo. Anche e soprattutto per i ristorantini anonimi è utile sapere cosa ne pensa chi ci sia già stato.
La concessionaria di pubblicità del sito
lavora
facilmente
o
i
ristoratori
si
sentono
sotto
osservazione?
La concessionaria non lavora a stretto contatto con
i ristoratori, quanto con produttori enogastronomici
ed organizzatori di eventi, manifestazioni o sagre.
Ciò non toglie, come accennavo prima, che i ristoratori seguano attentamente cosa viene detto su
di loro. E’ ancora poco diffusa purtroppo tra loro la
Facciamoci 2 spaghi!
di Ursula De Gaspari ([email protected])
cultura della critica, che su
2Spaghi vogliamo rimanga entro limiti di civiltà, ma consideriamo giusto poterla esprimere.
Gli utenti SpagoFriends si incontrano mai tutti insieme?
2Spaghi nasce come sito di
raccomandazione per scoprire
nuovi ristoranti, ma ben presto,
seguendo le richieste della community
utenti
con le dritte sui ristoranti è
stato da sempre un sogno
su cui stiamo lavorando e
che, incrociando le dita,
sembra possa realizzarsi presto.
www.2spaghi.it
si trasforma in social
network per fare amicizia e scoprire nuovi amici. L’ideale conclusione del rapporto di amicizia è a
cena e noi abbiamo organizzato già diversi incontri
(Spagoraduni) con i nostri “SpaghiFriends”. Il prossimo sarà tra circa un mese - i primi di Luglio - in
occasione del nostro secondo compleanno.
Prossimi obiettivi? Pensi che potrete un giorno
sbarcare su carta?
Abbiamo moltissimi progetti in corso, dalla possibilità
di consultare 2Spaghi in mobilità tramite il cellulare,
all’eliminazione del limite attuale di poter commentare solo ristoranti in Italia, fino a lanciare un’offerta
commerciale per offrire una gamma di servizi per i
ristoratori. La guida cartacea dal basso, fatta dagli
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Subvertising 9, Anche gli eroi fanno guerrilla
online dal 10 LUGLIO 2008..