se ognuno fa cio` che gli va di fare

7. Se ognuno fa quel che gli
va di fare
Il fanciullo interiore di Bart
La puntata dei Simpson Il fanciullo interiore di Bart ci mostra che cosa
succede quando ognuno fa ciò che gli va di fare, pensando che questo sia
non solo un diritto ma anche la soluzione di ogni problema. La libertà, così
intesa, fa diventare schiavi dei propri istinti: è, quindi, un falso valore che
genera solo caos e distruzione.
Dai un titolo a ogni sequenza, scegliendolo tra i seguenti
Il vero autoperfezionamento
Bart ha una crisi di identità
La soluzione e’ imitare Bart
Un mondo impazzito
Marge diventa tollerante
Marge accusata di petulanza
1. Marge accusata di petulanza
Un giorno Homer porta a casa un trampolino elastico con cui fa giocare i bambini di Springfield.
Il gioco si rivela pericoloso e tutti i bambini si fanno male seriamente. Marge sgrida Homer, che
ammette l’errore ma le rinfaccia di essere petulante: «Almeno io mi do da fare per trovare delle
cose nuove. Se dipendesse da te, noi non faremmo altro che lavorare e andare in chiesa!». Marge
chiede ai figli se la trovano poco divertente e loro rispondono di sì.
2. ...............................................................................................
Marge, arrabbiata, va dalle sue sorelle, Patty e Selma, secondo le quali lei ha bisogno di Brad
Goodman, una specie di psicologo che dà consigli in tv. Marge si rende conto che la sua insistenza nel rimarcare gli errori del marito non produce nessun risultato, se non farlo vergognare.
Si propone, allora, di non essere più petulante e di divertirsi di più: appena Homer ne combina
una delle sue, lei, invece di disapprovarne il comportamento, lo tollera.
3. ...............................................................................................
In una conferenza sull’auto-aiuto il pubblico espone ogni genere di problema relazionale. Brad
Goodman offre a tutti la stessa soluzione: ascoltare “il fanciullo interiore”. Per liberarsi dai problemi, ognuno dovrebbe fare ciò che gli va di fare, assecondando i propri istinti, come fa Bart,
che viene indicato a tutti come il modello da imitare. Il pubblico in delirio si precipita ad accaparrarsi i libri dello psicologo ciarlatano. Lisa commenta: «Questa è una follia: sta soltanto spacciando un mucchio di risposte facili!».
4. ...............................................................................................
Tutti a Springfield iniziano a “fare quello che mi va di fare”: il reverendo Lovejoy, invece di fare
l’omelia, suona un motivetto allegro e la gente sputa dal cavalcavia. Bart chiede a Lisa: «Tutti in
città si comportano come me: perché fa tanto schifo allora?»; lei gli risponde: «Semplice. Ti sei
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definito un ribelle: in assenza di una sovrastruttura repressiva la tua nicchia nella società è stata
incorporata. [...] Da quando è arrivato quel tizio dell’auto-aiuto, tu hai perso la tua identità».
5. ...............................................................................................
A Springfield si tiene il festival “Fai quello che senti” nel quale la gente agisce senza porsi più
alcun freno: Smithers dichiara il suo amore al sig. Burns, Patty e Selma girano nude a cavallo, il
preside Skinner colpisce Bart con la fionda, gridandogli “Ciucciati il calzino”. Accadono anche
eventi disastrosi: il palco del concerto di James Brown crolla, perché il tecnico non ha montato i
ferma-bulloni; la ruota panoramica, non essendo stata lubrificata dal bidello Willy, si stacca,
andando a demolire il cancello dello zoo, da cui fuggono gli animali feroci. Tutto perché ciascuno ha fatto solo ciò che desiderava fare.
6. ...............................................................................................
Vedendo la città sottosopra, Marge ammette che avrebbe fatto meglio a essere petulante, cioè
a non assecondare gli errori degli altri ma a combatterli. Il reverendo Lovejoy aggiunge: «Dio è in
collera: abbiamo fatto di Brad Goodman un falso idolo!». Apu e Homer, invece, scaricano tutta la
colpa su Bart. A Marge, che è ormai rassegnata riguardo alla possibilità che l’uomo possa migliorare sè stesso, Lisa saggiamente risponde: «L’autoperfezionamento può essere ottenuto, ma non
in un batter d’occhio: è un lungo viaggio sulla soglia di una scoperta spirituale».
Associa le frasi
Chi potrebbe aver detto queste frasi? Scegli tra:
HOMER, MARGE, BART, LISA
BRAD GOODMAN, PATTY E SELMA
1. Lisa
«Se vuoi migliorare te stesso devi per forza percorrere un lungo cammino».
3..................................................
«Bart è stato un pessimo esempio per tutti».
5..................................................
«Non è giusto: adesso sembra che tutti si comportino come me!».
2
2..................................................
«Non farò più l’errore di stare zitta di fronte agli
errori degli altri e alle ingiustizie della società»
4..................................................
«Per imparare a vivere realmente, dovete fare quello
che vi dico io».
6..................................................
«Stai proprio male! Guardati Brad Goodman in tv e
starai subito meglio».
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Questionario
1. Qual è il significato del seguente dialogo?
BART «Faccio quello che mi va di fare».
BRAD GOODMAN «E’ meraviglioso! Io non avrei potuto usare parole migliori.
Io faccio... quello... che mi va di fare. Gente, questo giovincello è il “fanciullo interiore” di cui vi sto parlando».
A. Bart fa sempre quello che gli pare. Brad Goodman sembra lodarlo in realtà
lo considera un irresponsabile.
B. Brad Goodman vuole dire che gli adulti avrebbero da imparare da Bart,
perchè sa anche chiedere scusa.
C. Brad Goodman vuole dire che bisogna imitare il comportamento di Bart.
D. Brad Goodman sta spiegando che certi adulti sono peggio dei bambini.
2. Perché Bart è triste e arrabbiato nel vedere gli altri essere così trasgressivi e irresponsabili?
A. Perché una volta era lui quello trasgressivo. Ora che lo sono tutti, lui non
ha più una sua identità.
B. Perché si è sempre sforzato di essere un bambino educato e volenteroso
e si accorge che gli altri sono diventati come era lui una volta.
C. Perché ha sempre detestato le persone che fanno quello che vogliono,
senza alcuna considerazione per gli altri.
D. Perché si sente in colpa per essere stato un così cattivo esempio per la
popolazione di Springfield.
3. Quando gli abitanti di Springfield imitano il comportamento di Bart,
che cosa succede in città?
A. Si divertono tutti come pazzi.
B. Diventano tutti più buoni e più simpatici.
C. Litigano e poi fanno pace.
D. Litigano e provocano disastri.
4. Qual è il falso valore illustrato in questa puntata?
A. Il divertimento, inteso come unico scopo della vita.
B. Una falsa idea di libertà: se uno fa quello che gli va di fare, diventa impossibile qualsiasi cosa, anche divertirsi.
C. Il ruolo della televisione, che spesso fa più danni che altro.
D. Un modo sbagliato di concepire la scuola, cioè come un luogo dove non
si fanno rispettare le regole.
5. Cosa vuol dire Lisa quando afferma che «l’autoperfezionamento è un
lungo viaggio sulla soglia di una scoperta spirituale»?
A. Se si pretende troppo da se stessi, alla fine si rimane delusi.
B. Migliorare se stessi è difficile: solo pochissimi ci riescono.
C. Ogni uomo può migliorare, se compie un cammino di crescita interiore.
D. Chi dedica troppe energie a perfezionare sé stesso, non si gode la vita.
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Per l’insegnante
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Riferimenti bibliografici
W. Irwin - M. T. Conard - A. J. Skoble, I Simpson e la filosofia, Isbn, Milano 2005.
M. Groening, I Simpson, Rizzoli, Milano 2007.
M. I. Pinsk, The Gospel according to The Simpsons, Westminster John Knox
Press, Louisville, Kentucky 2007.
O. Smith, Mixing it up with... The Simpsons, Church House Publishing, Londra
2007.
A. Grasso, “I bulli della tv”, «Corriere della Sera», 22 settembre 2007.
M. Malaspina, La scienza dei Simpson. Guida non autorizzata all’Universo in
una ciambella, Sironi, Milano 2007.
B. Salvarani, “Dio, Homer e la ciambella”, «Jesus», febbraio 2008.
B. Salvarani, Da Bart a Barth. Per una teologia all’altezza dei Simpson, Claudiana,
Torino 2008.
B. Salvarani, “Le ciambelle di Homer piacciono anche a Dio”, «Avvenire», 11
maggio 2008.
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