La damigella d`onore - Studio PUNTOeVIRGOLA

Transcript

La damigella d`onore - Studio PUNTOeVIRGOLA
A li c é l e o
p r e se n t s
BENOIT MAGIMEL LAURA SMET
LA DAMIGELLA
D’ONORE
LA DEMOISELLE D’HONNEUR
UN FILM DI
CLAUDE
CHABROL
Foto su www.imagine.net
CAST ARTISTICO
BENOIT MAGIMEL Philippe
LAURA SMET Senta
AURORE CLEMENT Christine
BERNARD LE COQ Gérard
SOLENE BOUTON Sophie
ANNA MIHALCEA Patricia
MICHEL DUCHAUSSOY Il vagabondo
SUZANNE FLON La signora Crespin
ERIC SEIGNE Jacky
PIERRE-FRANCOIS DUMENIAUD Nadeau
PHILIPPE DUCLOS Capitano
THOMAS CHABROL Il tenente Laval
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CAST TECNICO
UN FILM DI Claude Chabrol
SCENEGGIATURA E DIALOGHI Pierre Leccia e Claude Chabrol
DAL ROMANZO DI Ruth Rendell
COLONNA SONORA ORIGINALE Matthieu Chabrol
Orchestra diretta da Laurent Petitgirard
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA Eduardo Serra (AFC-ASC)
CAMERAMAN Michel Thiriet
MONTAGGIO Monique Fardoulis
SUONO Pierre Lenoir Thierry Lebon
SCENOGRAFIA Françoise Benoît-Fresco
COSTUMI Mic Cheminal
SCRIPT SUPERVISOR Aurore Chabrol
1° AIUTO REGISTA Cécile Maistre
DIRETTORE DI PRODUZIONE Michel Jullien
SEGRETARIA DI EDIZIONE Françoise Galfrè
PRODUTTORI ESECUTIVI Antonio Passalia Patrick Godeau
PRODOTTO DA Patrick Godeau Antonio Passalia Alfred Hürmer
Una co-produzione franco-tedesca ALICELEO – CANAL DIFFUSION – FRANCE 2 CINEMA – INTEGRAL
FILM
in associazione con COFIMAGE 15
con il sostegno della Regione del Pays de Loire e del Ministero Francese della cultura e della
comunicazione (CNC)
con la partecipazione di FilmFernsehFond Bayern, Filmförderungsanstalt,Titania Produzioni e Janus
International
E con la partecipazione di CANAL+ e CINECINEMA
Durata: 110’
1.66 – DTS Digital – Colori
Vendite internazionali
STUDIOCANAL
1 Place du spectacle - 92863 Issy-les-Moulineaux Cedex 9
Tel (33 1) 71 35 35 35 - Fax (33 1) 71 35 11 98
Per l’Italia
Diritti per la distribuzione in Italia: Titania Produzioni e Janus International
Via dei Corridori, 48 – 00193 Roma - www.titaniaproduzioni.com
Tel : +39 06 6872883 – Fax : +39 06 68134052 [email protected]
Stampa internazionale
DDA/ Chris Paton
[email protected]
Tel : + 44 20 7932 9800 - Fax : + 44 20 7932 4955 - Cellulare : + 44 7901 55 636
Ufficio stampa a Venezia - Tel : + 39 04 15 26 59 21
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Stampa italiana
Studio PUNTOeVIRGOLA
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Olivia Alighiero +39 335 6303795 - Flavia Schiavi +39 335 6793144
CREDITS NOT CONTRACTUAL
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SINOSSI
Philippe è un normalissimo ragazzo di 25 anni, carino, che vive con la
madre e le due sorelle minori, in un tranquillo quartiere di periferia e che
sta iniziando a lavorare con un imprenditore edile. Al matrimonio della
sorella, è colpito dalla sua meravigliosa damigella d’onore, Senta. È amore
a prima vista. Ma Senta non ama come gli altri. La sua passione avviluppa
e consuma Philippe. Senta gli annuncia che, come prova d’amore,
ciascuno di loro dovrà uccidere un estraneo…
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CLAUDE CHABROL
Per essere un regista che al debutto, nel 1958 con Le Beau Serge (riconosciuto
ufficialmente come l’inizio della Nouvelle Vague francese, un anno prima de I
quattrocento colpi di Truffaut) conquistò il pubblico di Cannes, Claude Chabrol è un
cineasta sottotono, seppur raffinato. Sia che esplori un complicato ménage à trois in
Les biches – Le cerbiatte (1968) o narri le vicende della direttrice di un ufficio postale
e di una domestica analfabeta che sterminano una famiglia borghese ne Il buio nella
mente (1995), non dà mai per scontato di avere il pubblico dalla sua parte. Al
contrario, si concentra su trame perfettamente impostate e su un senso della
psicologia umana senza eguali, per inchiodare gli spettatori alle poltrone, rifiutando di
lasciarli andare fino a quando, inesorabilmente, ha fatto sgorgare l’ultima goccia di
sangue o di passione da situazioni cinematografiche che coreografa con estrema
abilità. La maestria che Chabrol dimostra nel giallo, come anche il suo fisico un po’
tondeggiante, hanno inevitabilmente condotto a paragonarlo a Alfred Hitchcock. Si
tratta di un paragone che il regista insiste nel definire “né completamente giusto né
totalmente sbagliato”. Ma, a differenza di Hitchcock, e come i raffinati vini che
assapora con intatto piacere, Chabrol migliora con l’età. Dopo i primi anni, in cui fu
acclamato da pubblico e critica, e un decennio di desolazione, negli anni 1980,
Chabrol è ritornato prepotentemente alla ribalta nel corso degli ultimi dieci anni con
una serie di successi - Madame Bovary, Betty, L’inferno, Il buio nella mente, Grazie
per la cioccolata – che hanno raccolto premi ai festival e fatto registrare il tutto
esaurito nelle sale cinematografiche. Il filo conduttore di questi film era un certo
numero di forti e seducenti personaggi interpretati da alcune delle migliori attrici
francesi, Emmanuelle Béart, Sandrine Bonnaire e Isabelle Huppert. Ora, con La
damigella d’onore, adattato dal romanzo di Ruth Rendell, il regista ha unito sullo
schermo due brillanti giovani attori (entrambi poco più che ventenni), Benoît Magimel
e Laura Smet, per raccontare la storia, aggrovigliata e tagliente, di una passione
contorta che ricorda i suoi migliori film noir.
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Filmografia
2004
2003
1999
1998
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
1980
1977
1976
1975
1974
1973
1972
1971
1970
1969
1968
1967
1966
1965
1964
1963
1962
1961
1960
1959
1958
La demoiselle d’honneur - The Bridesmaid - La damigella d’onore
La fleur du mal - The Flower of Evil - Il fiore del male
Merci pour le chocolat - Nightcap - Grazie per la cioccolata
La couleur du mensonge - The Colour of Lies - Il colore della menzogna
Rien ne va plus - The Swindle
La cérémonie - A Judgement in Stone - Il buio nella mente
L’enfer - Hell - L’inferno
L’oeil de Vichy - The Eye of Vichy
Betty
Madame Bovary
Docteur M
Jours tranquilles à Clichy - Quiet Days in Clichy - Giorni felici a Clichy
Une affaire de femmes - Story of Women - Un affare di donne
Le cri du hibou - The Cry of the Owl - Il grido del gufo
Masques - Masks - Volto segreto
L’inspecteur Lavardin - Inspector Lavardin - L’ispettore Lavardin
Poulet au vinaigre - Cop au Vin - Una morte di troppo
Le sang des autres - The Blood of Others - Il sangue degli altri
Les fantômes du chapelier - The Hatter’s Ghosts - I fantasmi del cappellaio
Le cheval d’orgueil - The Horse of Pride
Violette Nozière - Violette
Alice ou la dernière fugue - Alice
Folies bourgeoises - The Twist - Pazzi borghesi
Les magiciens - Death Rite - Profezia di un delitto
Les innocents aux mains sales - Innocents with Dirty Hands - Gli innocenti dalle mani sporche
Une partie de plaisir - Piece of Pleasure - Una gita di piacere
Nada - The Nada Gang - Sterminate “Gruppo Zero”
Les noces rouges - Wedding in Blood - L’amico di famiglia - Le nozze rosse
Docteur Popaul - Dr Popaul - Trappola per un lupo
La décade prodigieuse - Ten Days Wonder - Dieci incredibili giorni
Juste avant la nuit - Just Before Nightfall - Sul far della notte
La rupture - The Break-Up - All’ombra del delitto
Le boucher - The Butcher - Il tagliagole
Que la bête meure - The Beast Must Die - Ucciderò un uomo
La femme infidèle - The Unfaithful Wife - Stéphane, una moglie infedele
Les biches - Bad Girls - Le cerbiatte
La route de Corinthe - The Road to Corinth - Criminal Story
Le scandale - The Champagne Murders - Lo scandalo
La ligne de démarcation - Line of Demarcation - La linea di demarcazione
Le tigre se parfume à la dynamite - An Orchid for the Tiger - La tigre profumata alla dinamite
Marie-Chantal contre le docteur Kha - Marie-Chantal vs Doctor Kha - Marie-Chantal contro il
dottor Kha
Le tigre aime la chair fraîche - The Tiger Likes Fresh Blood - La tigre ama la carne fresca
Les plus belles escroqueries du siècle - The Beautiful Swindlers - Le più belle truffe del mondo
Landru - Bluebeard
Ophélia - Ofelia
Les sept péchés capitaux - The Seven Capital Sins - I sette peccati capitali
Les godelureaux - Wise Guys - I bellimbusti
Les bonnes femmes - The Good Girls - Le donne facili
A double tour - Web of Passion - A doppia mandata
Les cousins - The Cousins - I cugini
Le beau Serge - Handsome Serge
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intervista con
CLAUDE CHABROL
I suoi gialli sono sempre particolari. Come lo spiega?
Di solito nei gialli è la trama che fa succedere le cose, ma nei miei film non è così. Si tratta più
di quello che apprendiamo a proposito dei personaggi. In fin dei conti, la trama non è
importantissima. Cerco di disfarmene sin dall’inizio.
Comunque, alla fine c’è sempre una decisione.
Naturalmente, ma io spero che il pubblico dimenticherà tutto quello che sente a proposito di
una ragazza che sparirà nei successivi quindici minuti del film. Voglio proprio che il pubblico
sia coinvolto, che si identifichi con il personaggio di Benoît cosicché, quando lui alla fine
deciderà – e prende davvero una decisione pazzesca - il pubblico non è sconvolto. Potrebbe
pensare: “Beh, in fin dei conti, perché no?” quando in realtà quello che lui decide di fare è
davvero incredibile.
Cosa ha trovato di particolarmente interessante nella psicologia dei personaggi del
romanzo di Ruth Rendell?
Molto spesso, quando si tratta della relazione esistente tra passione e ragione, la passione ha
la meglio, ma si è dispiaciuti, si pensa: “Oh, poveretto, l’hanno davvero imbrogliato.” Qui non
voglio che succeda. Il film termina con la decisione irrevocabile di Philippe di cadere
nell’abisso e vorrei che gli spettatori dicessero: “Se fossi stato nei suoi panni, magari avrei
fatto lo stesso …”
È stata una scelta deliberata quella di girare una storia più appassionata e
sensuale di quelle dei suoi film più recenti?
Non si possono trattare sempre gli stessi argomenti. Piaccia o no, la passione si esprime con il
sesso, almeno una volta. È necessario far vedere la passione di Philippe, della quale l’80% è
sesso e soltanto il rimanente 20% proviene dalla necessità di colmare un vuoto “sonnolento”
della sua vita, nel quale però non vi sono sogni. Se la ragazza non avesse sex-appeal, non
funzionerebbe. Ci avrebbe pensato bene. Invece Philippe mette da parte il ragionamento.
Come ha descritto il personaggio a Benoît Magimel?
Se è necessario che spieghi all’attore cosa voglio e il significato della storia, probabilmente
significa che ho scelto l’attore sbagliato! Ho mandato la sceneggiatura a Benoît e gli ho
chiesto se gli interessava. Ha risposto che gli piaceva molto e me ne ha parlato facendo
osserva-zioni intelligenti. Abbiamo dovuto rinviare l’inizio delle riprese un paio di volte e ogni
volta Benoît ha fatto in modo di essere disponibile.
Perché lo ha scelto per il ruolo di Philippe?
Pochi attori sono contemporaneamente perfetti e in attesa di essere liberati, come se si
sentissero chiusi in una stanza la cui porta è in realtà spalancata. Benoît è così nella vita reale.
Gli ho dato un paio di possibilità di provare per vedere come se la cavava, cosa riusciva a tirar
fuori perché il personaggio gli somiglia. Lo avevo trovato incredibilmente convincente nel film
di Michael Haneke, La Pianista, ma anche in tanti altri film. Dopo La Pianista, quando ho detto
a Isabelle Huppert che avrei voluto fare un film con Benoît, lei mi ha detto “Sì, quel ragazzo è
incredibile. Non ha nulla in comune con gli altri giovani attori.” Mi fido molto dell’opinione di
Isabelle.
Come nei suoi film, anche nei romanzi di Ruth Rendell c’è maggior
enfasi sulla psicologia che sul mistero e la suspense…
Sicuramente. Ruth Rendell sa cosa passa per la testa della gente. Allo stesso tempo,
straordinariamente, lei cattura l’impatto del loro ambiente sociale, del modo in cui si
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guadagnano da vivere, di dove abitano e così via. Tutto questo può essere molto affascinante,
ma vi sono pochi scrittori di gialli che lo sanno fare.
Cosa la attrae di più di questo genere?
Deve esserci un cadavere: cattura l’attenzione. Alla gente piace un bel cadavere. In certi libri,
anche buoni, non c’è un cadavere, e dopo le prime cinquanta pagine, ogni volta penso: “Mi
interesserà?” Quando leggo un libro e non c’è un cadavere, penso sempre che, qualsiasi cosa
succeda, non sarà stata una perdita di tempo.
Come ha cominciato l’adattamento del romanzo?
Ho lavorato alla sceneggiatura con Pierre Leccia, che aveva fatto un lavoro ottimo con un altro
libro di Ruth Rendell. Di solito, quando scrivo, mi assumo l’onere di creare una sceneggiatura
fedele alla trama originale mantenendola equilibrata, e lascio che siano i miei co-autori a
concentrarsi sulle sottigliezze psicologiche. In questo caso, la trama andava già bene ed era
equilibrata, così mi sono divertito a lavorare sui dettagli, dei quali, di solito, non posso
occuparmi.
Ha fatto qualche cambiamento significativo?
Sì, all’ultimo momento ho avuto un’idea. Sono stato molto gratificato, perché ho mandato la
sceneggiatura a Ruth Rendell, che mi ha risposto che le piaceva. Spero che non l’abbia fatto
solo per buona educazione! Le piaceva soprattutto un’idea che ho avuto, per il vestito della
damigella d’onore, che doveva essere lavato e restituito a Senta, che lo usa per… Beh, non
posso dirvelo senza svelarvi tutto, ma è stata davvero una buona idea.
Come ha scelto Laura Smet per il ruolo di Senta?
Le avevo fatto dei provini per una parte in un altro mio film, e lei era brava quanto Melanie
Doutey, ma Melanie fisicamente assomigliava di più a quello che cercavo. Allora mi sono
detto: “Non appena possibile, lavorerò con Laura”. Così, questa volta non ho neanche fatto i
provini: sapevo che sarebbe stata stupenda.
Cosa le piace di questa attrice?
Innanzitutto è accurata in tutto quello che fa. Contemporaneamente in Laura c’è una specie di
stravaganza assai naturale, che non si può recitare. Quando dice: “Portami al mare,” c’è
qualcosa che turba. Ma è naturale. Mi piace quando gli attori non sono molto diversi dal ruolo
che incarnano. Senta ha una presenza molto particolare, snervante … Travisa la realtà. La
realtà c’è, ma viene travisata. Questo è il principio fondante dell’incantesimo. Mi piace quando
il terrore fa accapponare la pelle. In questo modo, le situazioni contribuiscono alla
comprensione del personaggio. Se un personaggio è molto inquadrato, vivrà in una casa
ordinata, non in un disordine pazzesco. Lo stesso vale per Senta. Quello che è snervante è
che in casa sua c’è una sensazione di decadimento, ma non sappiamo ancora da dove
provenga.
Direbbe che l’omicidio è l’anarchia spinta all’estremo?
Il problema è che l’omicidio è un tantino più grave dell’anarchia. Questo è il vero problema.
Non c’è più anarchia perché è vero che uccidere qualcuno oggi è l’unico mezzo di ribellione,
ma si tratta di una rivolta che non si può scusare. Sarebbe giusto ribellarsi di più, ma bisogna
trovare altri modi di ribellione.
Una volta lei ha detto di non essere pessimista per la gente, ma per
la vita della gente.
Sì, trovo che si sta prendendo la strada sbagliata. Si dà grande importanza a cose che non ne
hanno o che comunque ne hanno meno di quanto si creda. Sono stato particolarmente colpito
dal recente attacco furibondo contro la felicità. Sono stati pubblicati numerosi libri che
proclamavano che la felicità è una fesseria. Mi hanno fatto ridere, perché si possono sempre
trovare persone che la pensano in questo modo, ma non tutti scrivono libri sull’argomento
nello stesso momento. Comunque, ci sono stati dibattiti, discussioni e alla fine si è detto: “A
dire il vero, in fin dei conti, la felicità non è proprio una fesseria.”
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Pensa al pubblico quando gira?
Cerco di non rendere le cose più difficili. Ci sono film terrificanti, che propongono soluzioni
vacue o idiote ai problemi della gente. Tutte le soluzioni alla Schwarzenegger sono negative.
Non parlo dello Schwarzy governatore, ma dell’attore. Poi la gente la pensa come Bush, e non
ha un unico pensiero razionale in testa. I loro pensieri sembrano razionali, ma sono staccati
dalla realtà. Il film inizia con quella che sembra essere una famiglia unita, e finisce con la
stessa famiglia sotto interrogatorio al commissariato. All’inizio del film, tutti i componenti della
famiglia, a parte Philippe che non se ne rende conto, stanno cercando di fuggire in un modo o
in un altro. Persino Christine, la madre, vuole andarsene a vivere con il suo fidanzato. La
sorella minore di Philippe è ossessionata dall’idea di andarsene da casa e l’altra sorella sposa
un poco promettente pompiere. È inquietante, una famiglia normale, distrutta prima del
tempo...
Lei non proietta mai un’immagine particolarmente attraente della
vita familiare.
La famiglia è una delle più grandi imposture mai inventate. Tanto è un concetto incredibile,
quando diventa una struttura sociale obbligatoria, tanto è atroce. Proprio ora, si fa un gran
parlare della frammentazione della famiglia nucleare, ma invece di adoperare i veri sentimenti
come punto di partenza, si usa una specie di carta degli obblighi. L’idea tradizionale della
famiglia è abominevole. L’albero genealogico è un’invenzione mostruosa. Quelli che si vantano
che uno dei loro antenati era il fornitore ufficiale di senape del Papa…! sono patetici!
Alla fine del film, con le sirene della polizia che gemono all’esterno, voleva inserire
un elemento di ambiguità, cosicché il pubblico non è certo di quello che è
successo?
Senz’altro. Sappiamo, ma non vogliamo sapere. Questo è quello che mi piace perché si arriva
al punto in cui gli spettatori si chiedono se potrebbero essere abbastanza forti, oppure
abbastanza folli, da rifiutare tutte le loro strutture mentali. Se usciranno dalla proiezione
chiedendosi questo, sarò molto contento.
È possibile controllarsi nella follia?
C’è la grande tentazione di sapere com’è una determinata forma di perversione. È equivoco,
ma c’era nel libro. La lista che Senta ha preparato delle cose da fare ad ogni costo è
estremamente abietta. Fare l’amore con qualcuno dello stesso sesso è quello che sembra più
scioccante, ad eccezione dell’omicidio di un perfetto estraneo, naturalmente. In realtà, l’idea
di dover uccidere un estraneo per dare prova del proprio amore rende il tutto più accettabile,
una specie di scherzo. Piantare un albero, quella sì è una cosa difficile…
Lei è spesso paragonato a Hitchcock. Ha pensato a Psycho mentre scriveva la
sceneggiatura del film?
Me ne rendo conto adesso. A seconda dei gusti, si dirà “mi ricorda Psycho" oppure “non
assomiglia per niente a Psycho”. Una cosa o l’altra. Il paragone le dà fastidio? Non mi dà
fastidio e non mi fa neppure piacere. Non è del tutto vero e neppure completamente
sbagliato, ma non è vero nel senso in cui molti lo pensano. C’è un’inaccuratezza nell’analisi
della situazione. E anche così, preferisco che si dica che il film ricorda un lavoro di Hitchcock,
senza essere ugualmente buono, piuttosto che si dica che ricorda un film di Alan Smithee.
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BENOIT MAGIMEL
Filmografia selezionata
2004
2003
2002
2001
2000
1998
1997
1995
1994
1991
1987
Selon Charlie by/di Nicole Garcia
Les chevaliers du ciel by/di Gérard Pirès
La demoiselle d’honneur - The Bridesmaid - La damigella d’onore by/di Claude Chabrol
Trouble by/di Harry Cleven
Les rivières pourpres 2 : les anges de l’apocalypse - Crimson Rivers 2: Angels of the Apocalypse
- I fiumi di porpora 2: gli angeli dell’Apocalisse by/di Olivier Dahan
Effroyables jardins - Strange Gardens by/di Jean Becker
La fleur du mal - The Flower of Evil - Il fiore del male by/di Claude Chabrol
Nid de guêpes - The Nest - Nido di vespe by/di Florent Emilio Siri
La pianiste - The Piano Teacher - La pianista by/di Michael Haneke
Les enfants du siècle - The Children of the Century by/di Diane Kurys
Déjà mort - Already Dead by/di Olivier Dahan
Les voleurs - The Thieves by/di André Téchiné
La haine - Hate - L’odio by/di Mathieu Kassovitz
Toutes peines confondues by/di Michel Deville
La vie est un long fleuve tranquille - Life Is A Long Quiet River - La vita è un lungo fiume
tranquillo by/di Etienne Chatilliez
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intervista con
BENOIT MAGIMEL
Come descriverebbe il suo personaggio ne La damigella d’onore?
Philippe è un ragazzo con un grande senso di responsabilità, che porta un pesante fardello
sulle spalle. Nella sua famiglia è il figlio, il fratello, il marito e ha anche un ruolo paterno. Ha
una relazione abbastanza ambigua con sua madre, come spesso accade nelle famiglie in cui
c’è un solo genitore. Accetta la vita senza ribellarsi. Ha abbandonato ogni ambizione, i desideri
e gli ideali perché non ha potuto fare altrimenti. E poi incontra Senta… Non è amore a prima
vista. È qualcosa che doveva essere. Quando si incontrano è come se si conoscessero da
sempre, anche se sono tanto diversi. Lei è misteriosa e intrigante, e credo che Philippe sia
divertito dal fatto che lei è tutto quello che lui non è. Esce dal suo guscio grazie a lei, ed è
favoloso. La prima volta che fanno l’amore, è come se fosse così naturale. Non c’è un
affannoso armeggiare e neppure un romanticismo svenevole. È molto sottotono e enigmatico.
Philippe è sconcertato dalla sua parte selvaggia, dal modo in cui lei costantemente idealizza la
loro relazione. La cosa divertente è che si ha l’impressione che lei stia sempre mentendo,
mentre invece dice la verità. Ma lui se ne rende conto soltanto alla fine. Pensa che sia pazza,
ma ne è innamorato.
Cosa l’ha attirata quando ha letto la sceneggiatura?
Nei film di Claude, le donne hanno i ruoli più forti. Gli uomini sono spesso le vittime. Le donne
decidono. C’erano così tanti livelli di lettura che ho dovuto rileggere il copione varie volte per
capire tutto. C’è la famiglia. Ci sono oscuri segreti. I personaggi ne sono avvolti, anche se
rifiutano di guardare in faccia la verità. Da quando Philippe decide di seguire Senta, gioca con
il fuoco. È attirato da lei e in un certo senso diventa suo complice. Ma questo non lo frena e
credo sia meraviglioso. Per questo l’ultima scena è davvero bellissima.
Direbbe che è un tipico film alla Chabrol?
Ci sono tantissime scene d’amore, un cambiamento rispetto ai suoi film più recenti. Molti dei
temi sono gli stessi, ma sono impregnati di amore e sensualità. C’è qualcosa di speciale,
collegato alla visione che Chabrol ha del mondo. I suoi film si vedono da angolazioni diverse.
Anche prima che Philippe incontri Senta, c’è qualcosa che dà i brividi, qualcosa che non va. Si
potrebbe anche pensare che Philippe sia un potenziale assassino. C’è una velata traccia di
pazzia. Quando si leggono i copioni di Claude, tutto sembra molto normale, ma dopo si deve
recitare, e tutti quei piccolissimi dettagli creano una strana sensazione di mistero.
Sembra che le piaccia lavorare varie volte con lo stesso regista.
È più facile lavorare con qualcuno la seconda volta. È tutta questione di fiducia. Claude va
dritto al dunque. Ogni scena ha uno scopo preciso. Non è necessario sottolineare qualcosa per
far emergere significati nascosti: c’è già tutto. A lui non piace parlare dei personaggi per ore.
Tutto diventa chiaro non appena si arriva sul set. E comunque, ho avuto l’impressione che lui
fosse più presente con questo film. Forse perché è più intimo, più vicino a lui. È come se
Chabrol avesse un gran mazzo di chiavi. Quando non si trova la soluzione, lui arriva e ti dà la
chiave per aprire la porta.
Philippe ricorda Walther Klemmer, il giovane amante del film di Haneke La
pianista, per il quale lei ha vinto il premio come miglior attore a Cannes.
Penso che i due personaggi si somiglino molto per sincerità e onestà emotiva. Philippe ama
davvero Senta. Il fatto che diventi suo complice è una grande prova d’amore. Come Walther,
non è un calcolatore. C’è qualcosa di molto sano nel modo in cui la ama e le si dà, anima e
corpo.
Dopo aver girato questo film, ha ricevuto offerte di lavoro da tutto il
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mondo, anche da Hollywood. È stato tentato?
Ho capito che per me la cosa più importante è il regista. Se il regista è quello giusto,
immediatamente la storia e i personaggi si trovano al posto giusto. A volte si leggono dei
buoni copioni e si vorrebbe fare quel film, anche se si sente che il regista non è quello giusto.
È vitale per un attore avventurarsi al di là del suo piccolo mondo, ma il regista e la parte
devono essere quelli giusti.
Ha iniziato a fare l’attore a 12 anni. Le è mai venuto il dubbio che fosse
davvero questo il mestiere che voleva fare?
Quando si è lavorato nel cinema, non si vuole più provare nient’altro. Dopo la prima
esperienza sul set, è difficile smettere. Il cinema è magia.
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LAURA SMET
Filmografia
2004
2003
2002
La demoiselle d’honneur - The Bridesmaid - La damigella d’onore by/di Claude Chabrol
La femme de Gilles by/di Frédéric Fonteyne
Les corps impatients - Eager Bodies - Corpi impazienti by/di Xavier Giannoli
ALICELEO/Patrick GODEAU
PRODUCTIONS AND CO-PRODUCTIONS
PRODUZIONI E CO-PRODUZIONI
2004
2003
2002
2000
1999
1997
1996
1995
1993
1992
1991
1990
1988
La demoiselle d’honneur - The Bridesmaid - La damigella d’onore by/di Claude Chabrol
Feux rouges - Red Lights by/di Cédric Kahn - Official Selection 54th Berlin Film Festival
In concorso al 54° Festival di Berlino
Nos amis les flics by/di Bob Swaim
Cravate Club by/di Frédéric Jardin
Le papillon - The Butterfly by/di Philippe Muyl
Les morsures de l’aube - Love Bites by/di Antoine de Caunes
Mademoiselle by/di Philippe Lioret
Sade by/di Benoît Jacquot
Le bossu - On Guard - Il cavaliere di Lagardère by/di Philippe de Broca
Nominated for a British Academy Award (Best film not in English Language)
Nominato al British Academy Award (Miglior film in lingua straniera)
Love etc. by/di Marion Vernoux
Saraka Bô by/di Denis Amar
Un héros très discret - A Self-Made Hero by/di Jacques Audiard
Best Screenplay Cannes Film Festival 1996
Miglior sceneggiatura al Festival di Cannes, 1996
Quand j’avais cinq ans je m’ai tué - When I Was 5, I Killed Myself by/di Jean-Claude Sussfeld
Confessions d’un barjo - Confessions of a Crap Artist by/di Jérôme Boivin
Patrick Dewaere by/di Marc Esposito
Les amies de ma femme - My Wife’s Girlfriends by/di Didier Van Cauwelaert
Europa by/di Lars Von Trier
Jury Prize Cannes Film Festival 1991 - Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 1991
Technical Award Cannes Film Festival 1991 - Premio per la tecnica al Festival di Cannes 1991
Une Vie indépendante - An Independent Life - Una vita indipendente by/di Vitali Kanevsky
Jury Prize Cannes Film Festival 1992 - Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 1992
Faux et usage de faux - Forgery and the Use of Forgeries by/di Laurent Heynemann
Jury Special Mention Avoriaz Film Festival 1989 - Menzione speciale della Giuria al Festival di
Avoriaz 1989
Baxter by/di Jérôme Boivin
CANAL DIFFUSION / Antonio PASSALIA
PRODUCTIONS AND CO-PRODUCTIONS
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PRODUZIONI E CO-PRODUZIONI
2004
1990
1989
1988
1987
1984
1982
La demoiselle d’honneur - The Bridesmaid - La damigella d’onore by/di Claude Chabrol
Je ne vous dérangerai plus - I’ll Be Going Now - Tolgo il disturbo by/di Dino Risi
Le raccourci - The Short Cut - Tempo di uccidere by/di Giuliano Montaldo
Jours tranquilles à Clichy - Quiet Days in Clichy - Giorni felici a Cliché by/di Claude Chabrol
Les deux fanfarons - A Blast of Life - Una botta di vita by/di Enrico Oldoini
Le cri du hibou - The Cry of the Owl - Il grido del gufo by/di Claude Chabrol
Néron et Popée - Nero and Poppea: An Orgy of Power - Nerone e Poppea by/di Antonio
Passalia
Caligula et Messaline - Caligula and Messalina - Caligola e Messalina by/di Antonio Passalia
INTEGRAL FILM / Alfred HÜRMER
PRODUCTIONS AND CO-PRODUCTIONS
PRODUZIONI E CO-PRODUZIONI
2004
2003
2001
2000
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
La demoiselle d’honneur - The Bridesmaid - La damigella d’onore by/di Claude Chabrol
La vraie vie des Dalton by/di Philippe Haim
L’annulaire by/di Diane Bertrand
20 nuits et un jour de pluie by/di Lâm Lê
Atomik Circus by/di Didier and Thierry Poiraud
Tosca by/di Benoit Jacquot - Official Selection Venice Film Festival 2001 - In competizione,
Biennale di Venezia, - 58° Mostra internazionale d’arte cinematografica - Dream, Dream, Dream
by/di Anne Alix
Annas Sommer - Anna’s Summer by/di Jeanine Meerapfel
Sucre amer by/di Bernard Mangiante
Late show by/di Helmut Dietl
Ohne Bewährung by/di Aelrun Goette
Combat de fauves by/di Benoit Lamy - Official Selection Venice Film Festival 1996 - In
competizione, Biennale di Venezia, - 53° Mostra internazionale d’arte Cinematografica
Rossini - oder die mörderische Frage wer mit wem schlief by/di Helmut Dietl
3 German film awards in gold 1996
Tre medaglie d’oro del cinema tedesco 1996
Hey Stranger by/di Peter Woditsch
Historia del Kronen by/di Monto Armendarix - Official Selection Cannes Film Festival 1994
Selezione ufficiale, Festival di Cannes 1994
The gorilla bathes at noon - Il gorilla fa il bagno a mezzanotte by/di Dusan Makavejev FIPRESCI Prize Film Festival Berlin 1993 - Premio FIPRESCI al Festival di Berlino 1993
Apfelbäume - Apple tree by/di Helma Sanders-Brahms - Un Certain Regard Cannes Film Festival
‘93 - Un Certain Regard, Festival di Cannes 1993
The party by/di Cynthia Beatt - Berlin Film Festival Forum des Jungen Films 1992 - Festival di
Berlino, Forum des Jungen Films 1992
Ao fim da noite by/di Joaquim Leitao
Verriegelte Zeit - Locked up time by/di Sybille Schönemann - German film award in silver 1991
Medaglia d’argento del cinema tedesco 1991
STUDIO CANAL
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