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PREvisioni a cura di Arianna Dagnino, Stefano Gulmanelli, Giordano Stabile SCIENZA Cromosomi persi in Rete (e ritrovati) G li ci sono voluti nove mesi e 300 euro, ma alla fine l’ha trovato: nato da donazione anonima di sperma, un ragazzo di 15 anni ha rintracciato il padre biologico usando un servizio online di database genetico ed un sito Web cercapersone. Con a disposizione solo data e luogo di nascita del donatore – le sole informazioni rivelate alla madre al tempo della fertilizzazione in vitro – l’intraprendente giovane ha inviato un proprio campione di saliva a FamilyTreeDNA.com, un servizio di test del Dna per la ricostruzione dell’albero genealogico, consentendo che i risultati del test genetico fossero disponibili agli altri clienti. Dopo nove mesi il ragazzo è stato contattato da due uomini con cromosoma Y assai simile al suo. Giova ricordare che Y passa da padre in figlio in modo virtualmente immutato, a mo’ di «marchio di fabbrica» genetico. La spiccata similarità del cromosoma Y dei tre individui in questione era l’indizio che potevano avere in comune il padre o almeno il nonno. Sospetto rafforzato dal fatto che il cognome dei tre – pur scritto in maniera in ciascun caso diversa – si pronunciava allo stesso modo. Rivolgendosi a Omnitrace.com, servizio online di ricerca di persone negli Usa, e confrontando i nomi di tutti i nati nella città e nel giorno rivelati 15 anni prima alla madre, il ragazzo ha scoperto che uno solo fra questi aveva un cognome simile al suo. Ovvero l’uomo che, dopo dieci giorni di dubbi ed esitazioni, il ragazzo ha poi contattato. NUMERI DAL MONDO 284.000 AFRICA I bambini impiegati nelle piantagioni di cacao della Costa d’Avorio, primo produttore mondiale (International Labor Organization) MEDICINA I miliardi di dollari spesi per acquistare farmaci contro l’impotenza (New York Times) 150.000 22.5 INTERNET I virus informatici lanciati soltanto nella seconda metà del 2005 (Rapporto sulla Sicurezza di F-Secure) SOTTOSVILUPPO Numero di adulti analfabeti nel mondo (World Business Council for Sustainable Development) 880.000.000 SCENARI Nello spazio con le balene N onostante siano passati più di quarant’anni da quando costruì (nel 1958) il primo pacemaker con batteria esterna, lo scienziato colombiano Jorge Reynolds continua a rimanere affascinato dall’oggetto della sua ricerca pluridecennale: il cuore. Solo che ora le sue ambizioni sono altre: capire come questo potrà adattarsi alla vita nello spazio, quando gli esseri umani si ritroveranno per lunghi periodi in assenza di gravità. Per farlo ha deciso di studiare la situazione più estrema – seppur ribaltata – che si possa trovare sul nostro pianeta: e cioè il cuore delle balene sotto sforzo, a centinaia di metri di profondità, soggetto alle fortissime pressioni dell’acqua. Lo scienziato è stato spesso ospite di sommergibili da guerra americani, russi e colombiani, riadattati a scopi scientifici per captare i battiti di balena grazie ai loro potenti sonar. «A volte», racconta Reynolds, «si può udire il suo canto senza l’uso di un microfono; e se hai l’orecchio impratichito, come quello di un cardiologo, allora puoi sentire anche la diffe- LA FRASE renza tra il canto e i battiti del cuore». Reynolds ha inviato microcampioni di tessuti cardiaci di balena alla Stazione spaziale internazionale, dove «Non voglio è stato verificato come, in condizioni studiare di microgravità, sia più facile svilup- l’antica Roma pare e manipolare colture cellulari. a scuola. Diavolo, «Nel giro di dieci anni arriveremo a costruisco Roma ogni giorno rimpiazzare la parte malata di nel mio videogame online, muscolo cardiaco tramite chirurgia Caesar III» endoscopica», profetizza Reynolds. Colin, sedicenne americano citato Sulla Terra, se non ancora nello da John Seely Brown, media innovator spazio. SPECCHIO | 31 PREvisioni ALIMENTAZIONE Nuovi ibridi da tavola (di rigore brevettati) AGRICOLTURA Cina e India in gara per il riso biotech I cibi Ogm suscitano comprensibile preoccupazione nell’opinione pubblica, soprattutto nei Paesi sviluppati. Ma in Asia l’avanzata delle produzioni con piante geneticamente modificate è inarrestabile. Dopo anni di esperimenti sul campo, Cina e India stanno accelerando i tempi verso l’approvazione e la commercializzazione del riso geneticamente modificato (resistente a parassiti e/o malattie), spingendo i propri ricercatori a compiere gli ultimi test sull’impatto delle coltivazioni transgeniche e la loro biosicurezza. La Cina, che ha già legalizzato l’uso di cotone transgenico (utilizzato nei due terzi dei campi destinati a questa coltivazione), sta spendendo più di ogni altro Paese in ricerca sul riso biotech, allettata da test che hanno mostrato rese del 15 per cento superiori ai risi tradizionali. Per parte sua, l’India – il cui locale Ministero dell’Agricoltura ha rilasciato dati sulle coltivazioni del cotone nel 2004, che mostrano un incremento produttivo del 30 per cento grazie alla variante biotech – ha oltre venti istituti di ricerca impegnati a studiare le implicazioni connesse alle coltivazioni transgeniche, a partire da quella del riso, fonte primaria del sostentamento di un miliardo di indiani. I NUMERI L’irresistibile ascesa degli Ogm Ettari coltivati con semenze transgeniche (su un totale di 1,5 miliardi di ettari destinati a uso agricolo nel mondo) NUMERO PAESI 1996 2003 2004 2010* 1,7 milioni 67,7 milioni 81 milioni 150 milioni Non disponibile 7 milioni 8,25 milioni 15 milioni Non disponibile 18 17** 30 ▼ AGRICOLTORI ▼ ETTARI ▼ ANNO * stima; ** di cui 6 occidentali e 11 in via di sviluppo Fonte: ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-Biotech SPECCHIO | 32 F anno meno paura delle manipolazioni genetiche ma sono altrettanto innovativi. Gli incroci tra specie diverse di frutti, praticati fin dall’antichità, hanno ricevuto negli ultimi anni una formidabile spinta dal marketing. Su mercati maturi come quello della California una nuova specie può essere facilmente venduta a cinque dollari al chilo e i brevetti aumentano di valore come le azioni delle start up di Internet ai tempi della bolla della Nuova ecoGRAPPLE nomia. Negli Stati Uniti il mercato dei nuovi frutti vale già adesso 100 milioni di dollari all’anno. Qualche esempio lanciato ultimamente. 1. Grapple (Uva, grape + mela, NECTAPLUM apple). Le tipiche mele Fuji addolcite da un retrogusto di uva sultanina. Altre combinazioni sono in fase di sviluppo. 2. Nectaplum (Pescanoce, necMINIKIWI tarine + prugna, plum). Un frutto succoso, che si scioglie in bocca e leggermente speziato. Nato dopo centinaia di prove tra diversi frutti. 3. Minikiwi Dolce come un PEACOTUM candito, contiene il doppio di fruttosio rispetto alle specie «normali». 4. Peacotum (Pesca, peach + albicocca, apricot + prugna, plum). CAROTE ARCOBALENO Un cocktail hawaiano dal gusto sofisticato, inventato da Floyd Zaiger scambiando pollini tra alberi di pesca, prugne e albicocche. L’uscita è prevista per il 2008. 5. Carote arcobaleno. Create dal dipartimento americano dell’agricoltura, sono un incrocio di varietà rosse, gialle e bianche che somma diversi pigmenti e aumenta l’apporto di vitamine e altri nutrienti. 1 2 ✛ ✛ 3 4 5 ✛ PREvisioni SCOPERTE Piero Bianucci Eclissi di Sole e di buonsenso I l 2006 ci porterà una eclissi totale di Sole. Quattro minuti di buio assoluto su una striscia lunga migliaia di chilometri che correrà dalla Nigeria al centro dell’Asia passando per la Libia e la Turchia. Sarà lo spettacolo celeste dell’anno, e chi può farà bene ad approfittarne. Per decenni non avremo più eclissi totali così vicine. In Italia la prossima sarà soltanto nel 2081. La notte calerà il 29 marzo e il meglio si avrà alle 12, 4 minuti e 7 secondi. Le pre-visioni astronomiche sono tra le poche davvero precise e sicure. La legge di Newton non è un’opinione. Pensate come sarebbe il mondo se ci fossero leggi simili valide per la finanza o per la politica. D’altra parte, il Sole eclissato esercita un fascino potente sui temperamenti sensibili alle meraviglie della natura e, naturalmente, sugli appassionati di astronomia. Gli altri, più prosaici, preoccupati per il prezzo del gasolio, sono più interessati al Sole fuori eclissi e possibilmente anche senza lo schermo delle nubi, in modo che possa darci una mano a risolvere il problema energetico. Dai tetti coperti di pannelli alle calcolatrici da tasca, l’energia prodotta per via fotovoltaica è in continuo aumento. Nel 2005 la potenza installata nell’Unione Europea ha raggiunto un gigawatt. La Germania è al primo posto non soltanto nell’Unione ma nel mondo: nel 2004 ha installato impianti per 363 megawatt, la potenza di una centrale di medie dimensioni. Benché «Paese d’ ’o Sole», come si canta a Napoli, quanto a celle solari l’Italia, con 4,5 megawatt in tutto, si dibatte nelle retrovie, salvo poi piangere sui rincari del kilowattora. Da qualche mese però una legge consente ai privati di installare pannelli fotovoltaici e di cedere all’Enel la corrente in eccesso. Nel cielo ottuso del nostro paese, il Sole è importante per attrarre i turisti e per abbronzarci. Quando capiremo che lo è anche per produrre energia? MEDICINA L’isola degli obesi L ’80 per cento degli adulti è obeso e uno su otto è diabetico. Non sono gli abitanti di una metropoli occidentale con abitudini alimentari particolarmente smodate ma la popolazione di Kosrae, un’isoletta della Micronesia. Una popolazione che si è «ridotta» così in soli 50 anni, vale a dire da quando l’isola e il resto dell’arcipelago sono entrati sotto l’influenza politica e i costumi alimentari degli Stati Uniti. La cosa ha attratto l’attenzione di un team di scienziati della Rockefeller University di New York che ha creato una mini-struttura di ricerca in pianta stabile per cercare di capire quali sono stati i meccanismi genetici e molecolari che hanno portato gli abitanti di Kosrae a un così drastico cambiamento nel rapporto con il cibo e nel modo di alimentarsi. I ricercatori hanno a questo proposito puntato l’attenzione su un manipolo di donne locali che – uniche in tutta l’isola – hanno mantenuto la linea di un tempo, quando siccità e monsoni facevano scempio dei raccolti e il cibo scarseggiava. AMBIENTE Ricercatori di stazza S aranno gli elefanti marini a darci i dati più affidabili sullo stato delle acque negli oceani polari. Le ricerche su temperatura e salinità erano finora limitate alle zone libere dai ghiacci e raggiungibili dalle navi oceanografiche. Adesso il ricercatore americano Mike Fedak, del Sea Mammal Research Unit (Smru) ha messo a punto un dispositivo da applicare sulla fronte di mammiferi marini che vivono in Antartide. Durante l’inverno gli elefanti marini si immergono ogni giorno da trenta a quaranta volte fino a 800 metri di profondità in cerca di prede, anche sotto i ghiacci: in questo modo possono fornire ai ricercatori notizie da zone finora mai raggiunte con i normali strumenti. Finora una settantina di animali sono stati coinvolti nel progetto. SPECCHIO | 35 PREvisioni ARCHITETTURA Terrazza con vista sul Grand Canyon G li indiani d’America si danno all’hi-tech. La decisione di costruire una piattaforma panoramica d’acciaio e cristallo sospesa sul Grand Canyon, in Arizona, è stata infatti presa dalla tribù locale dei Hualapai, che qui ha la riserva e detiene i diritti di sfruttamento turistico dell’area. Lunga 21 metri e a 1300 metri d’altezza dal fondo del canyon, la passerella semicircolare del Grand Canyon Skywalk (con pavimento di vetro) è destinata, nelle intenzioni dei committenti, ad attirare frotte di turisti desiderosi di provare l’ebbrezza di un panorama mozzafiato e creare così una fonte d’entrate per la comunità alternativa a quella dei casinò. La piattaforma da 30 milioni di dollari, che verrà ultimata entro primavera, può ospitare comodamente (ma quanto ci si sentirà «comodi»?) 120 persone; per costruirla sono state utilizzate sbarre di acciaio per oltre 450 tonnellate di peso e potrà resistere a venti di 160 km orari di velocità provenienti da otto direzioni diverse; a scosse sismiche di magnitudo otto a 30 km di distanza; e al peso di 71 apparecchi Boeing 747 completamente carichi (ovvero 32 mila tonnellate!). Popolazione mondiale senz’acqua nel 1990 nel 2000 nel 2025* 20% 15% 0% *Obiettivo delle Nazioni Unite AMBIENTE Acqua a prova di terroristi A cqua a prova di bio-terrorista e in linea con le misure di eco-compatibilità. In un mondo dove le riserve idriche sono possibili obiettivi di gruppi del terrore e la depurazione dell’acqua avviene con sistemi chimici e quindi con un certo grado di tossicità, la tecnologia messa a punto dai ricercatori dell’azienda israeliana Atlantium sembra prendere due piccioni con una fava. Il processo di sanitizzazione dell’acqua ottenuto dai tecnici israeliani – che avviene mediante bombardamento di luce ultravioletta – riesce non solo a contrastare il tipo di agenti biologici utilizzabili dai terroristi per inquinare gli acquedotti ma anche a depurare l’acqua in modo diecimila volte più efficace che con i metodi tradizionali. Il tutto in modo «verde» e assai più economico. ECONOMIA GLOBALE In Borsa puntate sull’energia solare L’Indice Azionario Photon Photovoltaik raggruppa i titoli di 18 imprese il cui fatturato è per almeno il 50% connesso alla produzione, installazione o utilizzo di impianti fotovoltaici SolarWorld AG Evergreen Solar Phönix SonnenStrom AG SPECCHIO | 36 ▼ Motech RENDIMENTO NEL 2005 Usa 281,1% Celle solari Taiwan 247,7% Moduli e celle solari Germania 247,12% ▼ Daystar Technologies PAESE ▼ IMPRESA SETTORE DI ATTIVITÀ Moduli solari Usa 167,7% Celle solari Germania 132,9% Moduli e sistemi fotovoltaici PREvisioni GLOBALIZZAZIONE Cavie indiane contro i tumori L VITA METROPOLITANA Geishe per ragazzi autistici S ono nati a Tokyo per attrarre ai loro tavoli gli otaku, ragazzi semi-autistici tanto devoti al computer e sedotti dalle malie della Rete da dimenticare (o snobbare) i piaceri della vita reale. Non a caso i primi maid café (come quelli della catena Royal Milk, http://r-milk.com) sono stati aperti nel quartiere di Akihabara, culla dei creatori di «anime» (i cartoons disegnati al computer). Nel tentativo di distogliere i clienti da schermi e tastiere per far loro consumare milk-shakes, gelati e cioccolate con panna, i gestori di caffè e gelaterie hanno pensato di arruolare schiere di splendide fanciulle agghindate come castigatissime bambole, tutte pizzi, fiocchi e colletti alti, pronte a coinvolgere i giovani avventori in zuccherose conversazioni, trattandoli come piccoli lord («ancora una tazza di tè, mio signore?»). I locali chiudono alle 22, ora dopo la quale non c’è bambola-geisha che tenga: la notte è fatta per stare davanti a un pc, parola di otaku. LAVORO LA FRASE Gli inglesi non amano l’open space S chiavi della scrivania, incatenati a sedia, computer e cubicolo di turno. È il quadro che emerge da un sondaggio condotto a livello europeo su mille lavoratori d’ufficio. Dallo studio balzano all’occhio anche le differenze legate alla cultura e all’organizzazione del lavoro di ciascun Paese: i meno soddisfatti (29 per cento) sono gli italiani; sul versante opposto i tedeschi, che si sentono i più creativi alla loro scrivania (41 per cento); e mentre i francesi si lamentano degli uffici individuali, che alimentano sentimenti di noia e oppressione, gli inglesi mostrano la massima insofferenza per l’open space. La ricerca – condotta dall’azienda Usa Plantronics – infine mette in luce che lo spazio lavorativo che garantirebbe la maggiore produttività è quello che ospita tra le 2 e le 4 persone. SPECCHIO | 38 Le biotecnologie sono la spinta tecnologica più potente nella storia dell’uomo. Dopo l’avvento dei cibi transgenici, la comparsa del primo essere umano transgenico è solo questione di anni. Klaus Ammann, Presidente della Divisione Biodiversità della European Federation of Biotechnology a ricerca medica privata punta sull’India. GlaxoSmithKline, per esempio, ha deciso di spostare sulle rive del Gange gran parte dei test clinici relativi a nuovi farmaci anti-cancro. Il network indiano sovvenzionato dalla più grande casa farmaceutica europea includerà centri di ricerca statali a New Delhi, Hyderabad, Bangalore, Mumbai, Kerala e Ahmadabad. Anche altre case farmaceutiche stanno tentando di contenere i costi dei test sperimentali, velocizzandone al contempo le procedure, spostando queste attività di ricerca in Paesi in via di sviluppo. «È più facile reclutare pazienti e c’è meno rischio che la popolazione stia prendendo altri farmaci che potrebbero interagire con quello sotto esame», ha spiegato il professor David Kerr dell’Università di Oxford.