Le mutilazioni sessuali femminili

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Le mutilazioni sessuali femminili
Daniele Segnini
Le mutilazioni sessuali femminili
La parola “circoncisione” femminile fa parte di quel controverso e sconvolgente capitolo chiamato
“mutilazioni sessuali - o genitali - femminili”. Sono almeno 40 gli stati in cui tali pratiche sono diffuse (vedi
mappa nella foto), soprattutto nell’Africa sub-sahariana - Sudan, Somalia e Mali - e ogni anno due milioni di
bambine vanno ad aggiungersi ai 120 milioni di donne (stime ONU) che hanno già subito questo trattamento per motivi
rituali. Altri stati che praticano la mutilazione dei genitali femminili sono la Nigeria, l’Egitto, il Kenya e diversi Paesi
arabi (nonostante le autorevoli prese di posizione in senso contrario di molti leader religiosi islamici). In realtà le
mutilazioni attraversano le culture e le religioni, essendo presenti anche in popolazioni animiste, protestanti, cristiane,
ebree. Quasi sempre non aver subito la mutilazione sessuale significa isolamento sociale, visto che nella tradizione
culturale di chi le pratica sono considerate “un segno d’attenzione”. Sono tre le principali forme di
mutilazione. La circoncisione femminile è la forma meno cruenta, poiché può limitarsi ad una piccola incisione del
clitoride. L’escissione prevede il taglio del clitoride e quello parziale o totale delle piccole labbra.
L’infibulazione (dal latino “fibula”, spilla) o circoncisione faraonica consiste nella
“chiusura” della vagina attraverso una sutura che lascia solo un piccolo passaggio per l’urina ed il
sangue mestruale, con asportazione o meno del clitoride e delle piccole labbra. Questo tipo di intervento viene fatto o
alla nascita (in Nigeria) a da bambine (in Somalia) o alla pubertà (in Uganda). Da alcuni anni il problema ha iniziato ad
essere trattato anche dai nostri mass media e dalle nostre istituzioni, poiché in Italia vivono decine di migliaia di donne
infibulate e spesso i genitori richiedono un intervento medico per limitare i problemi sanitari che queste pratiche
comportano (principalmente infezioni ed emorragie, ma anche ritenzioni urinarie o cisti). Al di là del giudizio di ognuno sul
rispetto delle tradizioni e delle culture diverse dalle nostre, ricordiamo che due tra i più importanti organismi mondiali,
l’OMS e l’Unicef, hanno espresso una ferma condanna di ogni forma di mutilazione femminile.
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Generata: 15 March, 2017, 04:55