valutazione finanziaria in ipotesi di volatilita` stocastica della
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UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTÀ DI ECONOMIA “GIORGIO FUÀ” _______________________________________________________________ Corso di Laurea Magistrale in Scienze Economiche e Finanziarie VALUTAZIONE FINANZIARIA IN IPOTESI DI VOLATILITA’ STOCASTICA DELLA POLIZZA GMWB Relatore: Chiar.ma Tesi di Laurea di: Prof.ssa Graziella Pacelli Mariangela Scorrano Correlatore: Chiar.mo Prof. Sebastiano Silla Anno Accademico 2010 - 2011 Indice Introduzione vii 1 L’opzione Guaranteed Minimum Withdrawal Benefit nell’ambito di una polizza Variable Annuity 1 1.1 Il contratto di assicurazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 1.1.1 Le assicurazioni contro i danni . . . . . . . . . . . . . . . 5 1.1.2 Le assicurazioni sulla durata della vita . . . . . . . . . . 6 1.1.3 Aspetti di carattere finanziario nelle polizze assicurative 10 1.2 1.3 1.4 La polizza Variable Annuity . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 1.2.1 Il mercato delle polizze variable annuities . . . . . . . . 15 1.2.2 Descrizione della polizza . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 L’opzione GMWB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 1.3.1 Esempio di funzionamento dell’opzione . . . . . . . . . . 20 1.3.2 Caratteristiche aggiuntive rispetto alla polizza base . . . 25 1.3.3 Sviluppo e prospettive future . . . . . . . . . . . . . . . 27 La polizza IncomePlus offerta da Manulife Financial . . . . . . 29 1.4.1 Le caratteristiche della polizza . . . . . . . . . . . . . . . 29 iii iv Mariangela Scorrano 1.4.2 Esempio di funzionamento della polizza . . . . . . . . . . 33 2 Il modello di valutazione per l’opzione GMWB nell’ambito di una polizza Variable Annuity 2.1 41 Valutazione finanziaria dell’opzione GMWB in ipotesi di volatilità deterministica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 2.2 2.1.1 Il valore del VA sub-account . . . . . . . . . . . . . . . . 44 2.1.2 La probabilità di rovina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 2.1.3 Il valore dell’opzione GMWB . . . . . . . . . . . . . . . 50 2.1.4 I risultati empirici di Milevsky e Salisbury . . . . . . . . 53 Valutazione finanziaria dell’opzione GMWB in ipotesi di volatilità stocastica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56 2.2.1 La volatilità come processo stocastico . . . . . . . . . . . 57 3 Simulazioni numeriche per la valutazione della polizza GMWB 3.1 3.2 63 Risultati in ipotesi di volatilità deterministica . . . . . . . . . . 64 3.1.1 Il valore del VA sub-account . . . . . . . . . . . . . . . . 64 3.1.2 La probabilità di rovina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 3.1.3 Il prezzo equo dell’opzione . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 3.1.4 I valori di α e G che rendono equo il prezzo dell’opzione 80 Risultati in ipotesi di volatilità stocastica . . . . . . . . . . . . . 87 3.2.1 Il modello di Scott generalizzato . . . . . . . . . . . . . . 87 3.2.2 Il modello di Heston . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95 Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 3.3 v Validità del modello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97 4 Conclusioni 101 A Elementi di calcolo stocastico 105 A.1 La dinamica dei prezzi dei titoli finanziari: i processi stocastici . 105 B Metodo di Monte Carlo 119 B.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119 B.2 Metodi Monte Carlo e valutazione di opzioni finanziarie . . . . . 120 Bibliografia 123 Introduzione Negli ultimi venti anni si è assistito ad una massiccia proliferazione di prodotti derivati di tipo finanziario-assicurativo. Questo genere di strumenti sono reputati molto interessanti in quanto offrono la possibilità di fronteggiare rischi di varia natura (perdite di capitali, mortalità, catastrofi, . . . ) distribuiti su orizzonti temporali anche molto lunghi (ad esempio 30 anni) pagando un premio il più delle volte modesto o diluito nel tempo. Un esempio di derivato finanziario-assicurativo attualmente molto in auge è l’opzione cosiddetta Guaranteed Minimum Withdrawal Benefit (GMWB), che viene frequentemente associata alle polizze variable annuities. Questo genere di contratto, introdotto per la prima volta negli Stati Uniti agli inizi degli anni Settanta, ha raggiunto ben presto un notevole sviluppo anche in Europa, soprattutto nell’ultimo decennio caratterizzato da mercati finanziari bearish e da tassi di interesse relativamente bassi. L’opzione GMWB permette di soddisfare esigenze di investimento di medio o lungo periodo e nello stesso tempo offre una discreta copertura al rischio dovuto alla volatilità dei mercati. Infatti, a fronte di un capitale iniziale investito, garantisce all’assicurato un flusso di pagamenti futuri indipendente vii viii Mariangela Scorrano dalla performance della polizza sottostante. In particolare, alla stipula del contratto, l’assicurato versa un importo di denaro che viene investito in un portafoglio ben diversificato di titoli (per lo più obbligazioni o fondi obbligazionari). I movimenti di tale portafoglio di investimento vengono registrati in un conto, detto Variable Annuity sub-account, o più semplicemente VA subaccount. L’opzione GMWB garantisce all’assicurato un ammontare periodico di denaro indipendente dall’andamento del mercato e fino alla scadenza del contratto. Tale somma viene prelevata dal VA sub-account se questo registra un saldo positivo, in caso contrario viene comunque garantita dalla compagnia di assicurazione che mette a disposizione del capitale proprio. I prelievi che l’assicurato può effettuare non devono eccedere il tetto massimo dato dalla somma di denaro versata inizialmente. Inoltre, alla scadenza della polizza, l’assicurato preleverà l’importo di denaro eventualmente presente sul conto. Pertanto la durata totale della GMWB sarà determinata dal tasso di prelievo prescelto dal contraente: a parità di investimento iniziale, maggiore è l’ammontare di denaro che l’assicurato intende prelevare periodicamente, minore sarà la durata della polizza. E’ chiaro come questo contratto comporti un rischio da parte della compagnia assicuratrice. Infatti, se il portafoglio di titoli sottostante l’opzione dovesse registrare delle perdite ingenti ed il saldo del VA sub-account diventasse nullo, allora l’assicuratore si troverebbe a dover rimborsare gli importi di denaro prelevati dall’assicurato di tasca propria. Pertanto, a fronte di tale rischio, la compagnia di assicurazione richiede all’assicurato il pagamento di un Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB ix premio. Esso viene solitamente spalmato su tutto l’arco temporale di durata della polizza sotto forma di pagamenti (o commissioni) periodici che vengono versati sul VA sub-account. Dunque, il problema principale associato alle opzioni GMWB è proprio la valutazione dell’importo equo delle commissioni dovute dal contraente. In particolare, se si indica con v0 l’importo versato inizialmente al tempo t = 0, con T la durata della polizza, con r il tasso di interesse, con g il tasso di prelievo scelto dall’assicurato (si assume che il tasso di interesse ed il tasso di prelievo siano costanti) e con VT il saldo del VA sub-account alla scadenza del contratto, allora il valore attuale di tutti i flussi di cassa associati al contratto al tempo t = 0 è dato da: e−rT EQ [VT ] + v0 g (1 − e−rT ) r dove EQ [.] indica il valore atteso in condizioni di neutralità al rischio. Il saldo finale del conto VT sarà influenzato, tra l’altro, dall’ammontare delle commissioni versate dal contraente (come descritto sopra le commissioni vengono versate sul conto). Pertanto, il valore equo di dette commissioni sarà tale da realizzare l’equivalenza tra il valore attuale del conto e l’importo iniziale versato dall’assicurato, ovvero v0 = e−rT EQ [VT ] + v0 g (1 − e−rT ) r (1) Il fattore di rischio che maggiormente influenza il valore finale del VA subaccount VT è l’andamento del portafoglio di titoli sottostante la polizza. Appare pertanto evidente come, al fine di valutare il valore equo delle commissioni x Mariangela Scorrano dovute dal contraente, sia necessario descrivere la dinamica di tale portafoglio attraverso un modello matematico-probabilistico accurato. In particolare, in una analisi condotta da Milevsky & Salisbury (2006), che costituisce uno dei principali lavori sulla valutazione delle GMWB, si assume che l’evoluzione nel tempo del portafoglio sottostante la polizza sia descritto da un moto browniano geometrico. Precisamente, se si indica con St il valore di tale portafoglio, si ha: dSt = µSt dt + σSt dWt dove i parametri µ e σ rappresentano rispettivamente il tasso di rendimento e la volatilità del portafoglio, e Wt è un processo di Wiener standard (si veda l’Appendice A). In particolare, µ e σ vengono considerati costanti da Milevsky e Salisbury. Nel presente lavoro di tesi, viene proposta una generalizzazione del modello di Milevsky & Salisbury (2006), in cui la volatilità del portafoglio sottostante, anziché essere ritenuta costante viene descritta mediante un ulteriore processo stocastico. Infatti moltissimi studi empirici sull’andamento dei mercati finanziari rivelano che solo il tasso di rendimento può essere ragionevolmente ritenuto costante, mentre è decisamente più realistico assumere che la volatilità evolva nel tempo secondo un processo stocastico a sé stante. Nella fattispecie, nel presente lavoro di tesi, sono stati considerati due diversi modelli stocastici per descrivere la complessa dinamica della volatilità, un modello di Scott generalizzato ed il modello di Heston. Entrambi questi processi stocastici vengono largamente utilizzati per descrivere l’evoluzione Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB xi nel tempo di diverse grandezze finanziarie in quanto offrono una descrizione particolarmente accurata ed inoltre, in alcun casi semplici (per esempio nella valutazione di opzioni vanilla europee), consentono di ottenere soluzioni in forma chiusa. Nel caso della valutazione dell’opzione GMWB, se la volatilità del portafoglio segue il modello di Scott generalizzato o il modello di Heston, non è possibile determinare una espressione analitica esatta del valore atteso del VA sub-account necessario nella formula (1). Pertanto, nella presente tesi, tale valore atteso è stato valutato mediante la simulazione Monte Carlo (Boyle, 1977). Questa tecnica, largamente utilizzata nella normale pratica finanziaria, permette di ottenere risultati ragionevolmente accurati e, al contempo, risulta estremamente semplice da implementare con un normale calcolatore. In particolare, in questo caso, la simulazione Monte Carlo ha consentito di determinare in maniera relativamente semplice (considerata anche la complessità del modello matematico proposto) il valore atteso del VA subaccount. Conseguentemente, utilizzando l’equazione (1) è stata ottenuta in maniera semplice una stima piuttosto realistica del premio (ovvero del valore delle commissioni) dovuto dal contraente. Inoltre, dal punto di vista strettamente finanziario, si è potuto riscontrare come la generalizzazione del modello di Milevsky e Salisbury proposta consenta di ottenere risultati sensibilmente più realistici rispetto al modello stesso di Milevsky e Salisbury. Infatti, quando i valori reali del premio sono compresi tra 30 e 50 punti base, il modello di Milevsky e Salisbury fornisce stime del xii Mariangela Scorrano premio comprese tra 73 e 158 punti base. Questo fatto viene espressamente notato da Milevsky e Salisbury i quali riconoscono come il loro modello non fornisca una stima particolarmente realistica dei dati di mercato. Invece, nel presente lavoro, grazie all’implementazione dei modelli a volatilità stocastica di Scott ed Heston, sono state ottenute valutazioni del premio intorno ai 35 punti base. Questo sensibile miglioramento delle valutazioni del premio delle GMWB rappresenta, da un punto di vista pratico e applicativo, il risultato principale ottenuto in questa tesi. Si fa inoltre osservare che l’analisi condotta nel presente lavoro ha comportato la creazione di un programma di calcolo ad hoc per la valutazione delle GMWB. Tale software è stato realizzato in ambiente MATLAB a partire da zero (senza ricorrere a subroutine o librerie già esistenti), e a mio modesto modo di vedere costituisce un interessante prodotto del lavoro in quanto consente una valutazione delle GMWB pratica e coerente con i dati reali. La tesi è strutturata come segue. Nel capitolo 1, dopo una breve panoramica sulla nozione di contratto di assicurazione, vengono presentate le caratteristiche ed il funzionamento delle polizze variable annuity e dell’opzione GMWB ad esse associata. Per rendere più agevole la comprensione del funzionamento di tali strumenti finanziari-assicurativi si è deciso di introdurre un esempio numerico e di descrivere un contratto realmente offerto sul mercato americano: IncomePlus di Manulife Financial. Nel capitolo 2 viene inizialmente presentato dal punto di vista matematico Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB xiii il modello di Milevsky e Salisbury per la valutazione finanziaria dell’opzione GMWB implicita in una polizza variable annuity. Successivamente viene proposta la generalizzazione di tale modello in presenza di volatilità stocastica descritta dai modelli di Scott e di Heston. Nel capitolo 3 vengono descritti e commentati i risultati numerici ottenuti utilizzando sia il modello di Milevsky e Salisbury a volatilità costante sia la sua generalizzazione al caso di volatilità stocastica. Nel capitolo 4 vengono brevemente riportate alcune conclusioni insieme ai possibili sviluppi futuri al presente lavoro di tesi. Infine in appendice sono riportate alcune nozioni di calcolo stocastico utili per una migliore comprensione del modello di valutazione proposto. xiv Mariangela Scorrano Capitolo 1 L’opzione Guaranteed Minimum Withdrawal Benefit nell’ambito di una polizza Variable Annuity 1.1 Il contratto di assicurazione La vita degli individui è caratterizzata dall’incertezza riguardante il loro futuro ed, in particolare, la durata e la qualità della vita umana. Entrambi questi aspetti dipendono principalmente dallo stato di salute e dal benessere economico di ciascuno, elementi che peraltro non sono totalmente indipendenti tra loro. A parità di condizioni esterne, molti eventi futuri possono tuttavia condizionare il corso della nostra vita: può sorgere la necessità di fronteggiare spese mediche improvvise, di salvaguardare il proprio patrimonio da imprevisti, da eventi spiacevoli, o dal mutare delle condizioni economiche. In tutti questi casi 1 2 Mariangela Scorrano si può subire una riduzione della ricchezza posseduta e/o del reddito disponibile. L’incertezza legata agli eventi che accadono nel corso della vita e che sono in grado di condizionare il livello di benessere delle persone costituisce l’essenza del rischio. Il termine rischio identifica non solo situazioni in cui il verificarsi di un futuro evento incerto può comportare esclusivamente una perdita (ad esempio il furto dell’auto) ma anche situazioni in cui l’incertezza può concretizzarsi in un risultato positivo oltre che negativo, come nel caso di uno speculatore di borsa per il quale, accanto alla possibilità di perdere parte dei propri capitali, vi è anche quella di guadagnare ingenti somme, o come nel caso di un individuo che vince alla lotteria o che riceve una eredità inaspettata. L’atteggiamento degli individui nei confronti dei rischi varia in funzione del loro grado di avversione al rischio, ossia in funzione della paura di subire una perdita economica più o meno consistente. Ed è proprio sulla base di questo comprovato e comune atteggiamento psicologico che si fonda l’esigenza di cautelasi contro possibili eventi negativi attraverso il controllo o il trasferimento dei rischi a terzi. A questo fine, il primo passaggio è costituito dall’individuazione dei rischi a cui potenzialmente ciascuno di noi è soggetto. Se infatti alcuni rischi ci sono molto familiari e ne siamo perfettamente consci, altri restano spesso ignoti fino al momento in cui si manifestano. In secondo luogo, è necessario effettuare una valutazione di tali rischi, il che significa valutare il grado di confidenza associato al loro verificarsi e l’entità delle perdite o dei danni cui essi possono dare luogo. In termini economici, il rischio di perdere un ombrello è infatti ben diverso dal rischio che il proprio appartamento Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 3 venga svaligiato. Questa valutazione consente di effettuare una scelta basilare e cioè decidere se ci si vuole esporre o meno al rischio e in che misura, e ciò dipende in primo luogo dal nostro grado di avversione al rischio. Nel caso in cui si decida di non voler correre il rischio, ciascun soggetto si trova di fronte alla possibilità di controllare i rischi al fine di limitarne le potenzialità negative, o di trasferirli ad un altro soggetto. In quest’ultimo caso, il trasferimento del rischio avviene attraverso la stipula di un contratto di assicurazione. L’art. 1882 del Codice Civile italiano definisce il contratto di assicurazione come il contratto col quale l’assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. Dunque ricorrendo all’assicurazione è possibile trasformare una situazione “a rischio” in una situazione di sicurezza, quanto meno parziale, dal momento che qualsiasi cosa accada (ovviamente tra quelle previste dal contratto assicurativo) l’assicuratore interverrà per ripristinare la situazione economica dell’assicurato, anche se non sempre in maniera totale. La funzione principale delle imprese di assicurazione consiste, dunque, nell’accollarsi i rischi che gravano sui loro assicurati e nel fornire loro una forma di risarcimento a fronte di una eventuale diminuzione della loro ricchezza o del loro reddito disponibile ovvero della loro capacità di produrre reddito, qualora tali circostanze siano determinate dal verificarsi degli eventi temuti. A fronte di tale impegno, l’assicuratore richiede un compenso, detto premio di assicurazione, la cui entità dipende anche dalla modalità scelta per la corresponsione: 4 Mariangela Scorrano esso può essere versato in soluzione unica alla stipulazione del contratto (premio unico) o convenientemente rateizzato (premio periodico). In tale seconda ipotesi è introdotto nel contratto assicurativo un nuovo elemento di aleatorietà. Infatti la determinazione del premio deve tener conto anche dell’eventualità che il contraente muoia prima del completamento dei pagamenti contrattualmente previsti. I soggetti coinvolti in un contratto assicurativo sono, oltre alla compagnia di assicurazione, autorizzata e vigilata dall’Isvap (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo): • il contraente: soggetto che sottoscrive, paga i premi e può esercitare tutti i diritti del contratto (recesso, riscatto, ecc.); • l’assicurato: soggetto su cui grava il rischio; se diverso dal contraente deve firmare per accettazione; • il beneficiario: colui a favore del quale l’impresa di assicurazione è tenuta ad erogare la prestazione in caso di sinistro. Queste tre figure possono coincidere in una persona, ma essere anche riferite a persone diverse. Nella prassi si è soliti distinguere gli eventi temuti a seconda che essi siano riconducibili alla durata della vita umana ovvero a tutte le altre circostanze che possono riguardare un soggetto: nel primo caso si parla di contratti (polizze) di assicurazione sulla durata della vita, nel secondo caso di polizze riguardanti danni a cose e persone. Da un punto di vista giuridico, l’ordinamento vigente Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 5 distingue l’attività assicurativa in ramo danni e ramo vita, intendendo come ramo il raggruppamento dei rischi su base omogenea. In particolare, le diverse tipologie di rischio sono raggruppate in rami sulla base dei criteri enucleati nelle direttive comunitarie: i rischi relativi ai danni vengono classificati in diciotto rami omogenei, mentre quelli relativi alla durata della vita umana in sei rami. 1.1.1 Le assicurazioni contro i danni L’assicurazione contro i danni rappresenta un atto di previdenza mediante il quale una parte (l’assicurato) trasferisce un’alea economica ad un soggetto professionale (l’assicuratore). Trattandosi di un atto di previdenza, cioè un mezzo di conservazione del patrimonio, opera nel contesto del principio indennitario (l’indennizzo non può superare il danno sofferto), non essendo permesso un arricchimento ovvero una speculazione. Le assicurazioni del ramo danni coprono a loro volta diverse tipologie di rischi, solitamente raggruppate in tre grandi classi: • rischi di riduzione del valore dei beni che compongono il patrimonio di un soggetto (individuo o impresa) causata da eventi esterni, quali un furto, un incendio, una calamità naturale, ecc. ; • rischi inerenti la persona, segnatamente il rischio che essa possa essere colpita da una malattia o da infortuni, determinando un danno economico identificabile con le spese necessarie per le cure e/o con il minor reddito generato a causa dell’inabilità del soggetto colpito dall’evento rischioso; 6 Mariangela Scorrano • rischi legati ai danni materiali o fisici provocati a terzi dalle azioni di un individuo, o di altri soggetti o beni di cui egli è responsabile (ad esempio il proprio cane, la propria domestica o i propri impianti produttivi) per i quali egli è tenuto a pagare un risarcimento che riduce il suo reddito disponibile o la sua ricchezza. 1.1.2 Le assicurazioni sulla durata della vita Le assicurazioni sulla durata della vita umana coprono due tipologie di rischio: • il rischio di mortalità o di premorienza, ossia la possibilità che un individuo muoia (prematuramente) privando di una fonte di reddito coloro che gli sopravvivono e che da lui dipendono economicamente, come ad esempio i figli o il coniuge; • il rischio di longevità, cioè la possibilità che la durata della vita di un individuo ecceda il periodo per il quale egli dispone delle risorse economiche necessarie a fronteggiare le esigenze correnti di una esistenza dignitosa. E’ usuale ripartire le varie forme di assicurazione sulla durata di vita, offerte sui mercati assicurativi, in tre grandi categorie: • assicurazioni in caso di vita: hanno lo scopo di costituire una disponibilità finanziaria in caso di vita ad una certa epoca. Tali assicurazioni prevedono pertanto l’erogazione, da parte dell’assicuratore, di una prestazione monetaria nel caso in cui ad una specifica età (o data) l’assi- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 7 curato sia ancora in vita. E’ usuale, in queste forme assicurative, che contraente, assicurato e beneficiario coincidano. La loro funzione economica consiste nel garantire che il beneficiario disponga, anche oltre il compimento di un’età, che spesso coincide con la cessazione dell’attività lavorativa, di un reddito sufficiente a mantenere l’abituale tenore di vita. Proprio a sottolineare la finalità previdenziale di questa polizza, vi è la previsione che, in alternativa al pagamento di un capitale predefinito, il beneficiario possa ottenere l’erogazione di una rendita, ossia il versamento di somme periodiche. Attraverso l’inserimento di una specifica opzione nel contratto è possibile trasformare il diritto a percepire un capitale come prestazione finale di una qualsiasi copertura sulla vita in diritto ad ottenere l’erogazione di una rendita. A sua volta la rendita può essere immediata, se l’impresa di assicurazione eroga la prestazione a partire dal momento di sottoscrizione del contratto, o differita se il pagamento avviene solo a partire da una data successiva a quella di stipula del contratto, a condizione che a quell’epoca l’assicurato sia ancora in vita. In entrambi i casi la polizza assume le caratteristiche fondamentali di un prodotto di investimento del risparmio con finalità previdenziali: il sottoscrittore affida infatti all’impresa di assicurazione la gestione di un certo capitale a fronte di una serie di pagamenti. La rendita, inoltre, può essere temporanea, quando è stabilito un termine ai pagamenti periodici, o vitalizia, se l’obbligo dell’assicurazione ad effettuare i pagamenti si estingue solo alla morte dell’assicurato. Solitamente la rendita 8 Mariangela Scorrano è non temporanea, e dunque è pagabile per tutta la durata residua di vita. Rendite temporanee possono rispondere a scopi specifici, quali ad esempio il supporto finanziario a favore dei figli per i periodi di studio o avviamento professionale, e in tal caso l’assicurato ed il beneficiario coincidono mentre il contraente è una persona diversa; • assicurazioni in caso di morte: sono stipulate per coprire il rischio di morte (ad esempio del capofamiglia percettore di reddito) e relative conseguenze finanziarie. Hanno pertanto la funzione di evitare che la scomparsa dell’assicurato sia causa di difficoltà economiche per le persone che da lui economicamente dipendono, come ad esempio la moglie o i figli. Queste polizze prevedono infatti che l’impresa di assicurazione eroghi una somma predeterminata al o ai beneficiari al momento della morte dell’assicurato. In tal modo essi si trovano a disporre di un patrimonio che consente loro di compensare l’eventuale riduzione del reddito familiare (o del reddito sul quale a qualsiasi altro titolo potevano contare) determinato dalla scomparsa dell’assicurato e dal conseguente venire meno di una fonte di reddito. Tale somma, calcolata sulla base di specifiche clausole contenute nella polizza stessa e pertanto nota a priori, viene tuttavia erogata solo se la morte dell’assicurato avviene nei termini previsti dal contratto. A questo riguardo le polizze caso morte possono essere a vita intera o temporanee. Nel primo caso, l’assicurazione copre l’intera vita dell’assicurato; è pertanto sicuro che prima o poi i beneficiari otterranno il pagamento della somma assicurata, anche se resta l’incertezza Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 9 sul momento in cui si verificherà l’evento che dà diritto alla prestazione. Nella copertura temporanea, invece, il pagamento della somma prestabilita avviene solo a condizione che il decesso dell’assicurato si verifichi entro il periodo di vigenza del contratto; se al momento della scadenza della copertura l’assicurato è ancora in vita, nulla è dovuto ai beneficiari. Solitamente nelle polizze caso morte vi è coincidenza tra contraente ed assicurato; • assicurazioni miste: sono combinazioni di assicurazioni dei due tipi precedenti, tramite le quali si copre il rischio di morte e contemporaneamente ci si garantisce un capitale o una rendita in caso di vita. Qui beneficiario è, usualmente, il contraente-assicurato in caso di vita e un terzo, ad esempio erede, in caso di morte. Nelle forme assicurative descritte la prestazione dell’assicuratore dipende dalla durata aleatoria di vita di un’unica testa assicurata. Esistono tuttavia forme assicurative in cui la prestazione è funzione della sopravvivenza di un gruppo di teste, intendendo con ciò che la prestazione può essere legata, ad esempio, alla sopravvivenza di tutte le teste del gruppo, oppure alla sopravvivenza di almeno una, ecc. 10 Mariangela Scorrano 1.1.3 Aspetti di carattere finanziario nelle polizze assicurative E’ importante osservare che in un contratto di assicurazione danni il carattere risarcitorio della prestazione dell’assicuratore comporta l’aleatorietà dell’esborso dell’assicuratore stesso in un dato periodo di copertura assicurativa: l’esborso nel periodo è infatti funzione del numero (aleatorio) di sinistri che colpiscono il contratto e dell’entità del danno arrecato da ciascun sinistro. D’altro canto, la durata del periodo al quale è riferita la copertura assicurativa è usualmente breve (frequentemente un anno). Ne segue che nelle assicurazioni danni l’aspetto finanziario è spesso trascurabile, mentre quello statistico-probabilistico è della massima importanza. Nelle assicurazioni sulla vita, per contro, le somme da pagare sono prestabilite – o almeno determinabili secondo schemi di calcolo prestabiliti, quale ad esempio il collegamento con parametri relativi al costo della vita o al rendimento degli investimenti effettuati dall’assicuratore impiegando i premi introitati – e l’aleatorietà riguarda il se ed il quando saranno corrisposte. D’altro canto, i contratti assicurativi sulla vita sono di durata medio-lunga (spesso 10-20 anni o più, o l’intera durata residua della vita di una persona), sicché, accanto ad aspetti statistico-probabilistici più semplici, assumono notevole importanza gli aspetti finanziari. Occorre poi segnalare che gli stessi aspetti finanziari introducono elementi di aleatorietà nella gestione dei contratti assicurativi, causati dall’incertezza, sulle lunghe durate, del rendimento degli investimenti effettuati dall’assicuratore. La valutazione di una polizza sulla durata della vita umana Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 11 presenta, pertanto, difficoltà di gran lunga superiori a quella di una polizza del ramo danni. Inoltre, con riferimento ai contratti di assicurazione sulla durata della vita, ulteriori criticità sono sorte negli ultimi anni in seguito alla cosiddetta “finanziarizzazione” della polizza del ramo vita (Vincenzini, 2003). In effetti, le forme caso morte rappresentano esclusivamente uno strumento assicurativo-previdenziale, atteso che esiste un tipico rischio assicurativo da garantire (il decesso dell’assicurato) e che le caratteristiche personali (età e sesso) dell’assicurato sono determinanti nella costruzione e nel funzionamento della polizza. Difficilmente si può parlare di investimento finanziario dato che il premio di assicurazione corrisposto è utilizzato per coprire un rischio e per ottenere un indennizzo, e non per ottenere una remunerazione finanziaria (capitale più interesse) del premio stesso. D’altra parte, è diversa la logica e la finalità che sottintende ad un’operazione del genere rispetto ad un investimento finanziario tipico. Emerge preponderante in questi casi la finalità previdenziale di garantire economicamente le conseguenze, pregiudizievoli della propria o altrui capacità reddituale, di un evento futuro incerto. Nelle forme miste la previsione del rischio e del capitale caso morte fa assumere alle stesse la natura di strumento assicurativo-previdenziale nei termini anzidetti per le forme caso morte; ma la contestuale previsione di un capitale o di una rendita, qualora l’assicurato sia in vita ad una certa data, è una peculiarità che aggiunge all’operazione caratteristiche decisamente finanziarie: quel capitale o quella rendita finali non saranno altro che il risultato dell’inve- 12 Mariangela Scorrano stimento dei premi pagati dall’assicurato nel corso del rapporto assicurativo. Tuttavia, si tratta di uno strumento ancora essenzialmente assicurativo e solo atipicamente finanziario e ciò per due ordini di motivi: - innanzitutto, la copertura assicurativa del rischio morte comporta ovviamente un costo che incide e penalizza il risultato finanziario finale dell’investimento. Se, ad esempio, viene corrisposto un premio di $ 2.000, non tutta la somma verrà investita per la costituzione del capitale, o della rendita, finali come avviene nelle operazioni finanziarie tradizionali, ma una parte, inevitabilmente, servirà per “pagare” e, quindi, garantire il rischio morte; - in secondo luogo, poi, è da sottolineare il ruolo determinante che assumono in questi tipi di polizze, come del resto in tutte le polizze classiche, gli elementi personali dell’assicurato quali l’età ed il sesso. E’ evidente che un assicurato di 50 anni rispetto ad uno di 30 avrà una probabilità di morte superiore e, quindi, subirà un costo assicurativo maggiore per la copertura del rischio morte con conseguente penalizzazione dell’investimento finanziario. Sarà minore, infatti, la parte di premio destinata alla capitalizzazione ed alla costituzione del capitale finale (o della rendita). Il discorso è analogo in presenza di due assicurati di sesso diverso, in considerazione della maggiore speranza di vita che hanno le donne rispetto agli uomini. In entrambe le situazioni, ovviamente, il discorso è valido laddove esistano stesso premio pagato e stessa durata contrattuale. In una qualsivoglia operazione finanziaria volta alla costituzione di un capitale nel tempo, al contrario, è assolutamente indifferente la circostanza che l’investitore abbia 50 o 30 anni, o sia di sesso maschile o femminile. Proprio per Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 13 questo la polizza vita, nella specie quella mista, viene definita un investimento finanziario “atipico”. Se nelle forme caso morte l’aspetto finanziario è assolutamente inesistente, se nelle forme miste, pur presente, è condizionato dal costo della garanzia caso morte, nelle forme caso vita certamente assume una dimensione più naturale e trova più completa realizzazione. Il premio pagato dall’assicurato è interamente destinato alla capitalizzazione, tant’è che tali polizze sono state stimate le più idonee per la costituzione di una previdenza integrativa. Quindi, pur mantenendo caratteristiche assolutamente assicurative e previdenziali, la polizza vita (caso vita) assume i connotati e realizza gli obiettivi di uno strumento finanziario, primo tra tutti la capitalizzazione e la remunerazione finanziaria di una somma di denaro, rappresentata dal premio di assicurazione. Anche in questo caso, tuttavia, è bene parlare di investimento o strumento finanziario “atipico”, in considerazione della presenza ed influenza determinante che anche in questi tipi di prodotto hanno l’età ed il sesso dell’assicurato. Queste considerazioni hanno portato le compagnie di assicurazione a ridisegnare le strutture ed i principi tecnici di alcune polizze e ad elaborarne delle nuove con il preciso e dichiarato intento di renderle il più possibile finanziarie e meno assicurative. Gli individui sono diventati più consapevoli delle opportunità di investimento esistenti al di fuori del settore assicurativo e pertanto richiedono all’impresa di assicurazione non solo la protezione contro il rischio di mortalità/longevità, ma anche tutti i benefici di un investimento di capitali. Ed è proprio per soddisfare le esigenze del mercato e per fronteggiare la concor- 14 Mariangela Scorrano renza alimentata da altri competitors (banche, ecc.) che il mercato assicurativo sta cambiando ed ha iniziato a sviluppare nuovi prodotti assicurativi ad elevato contenuto finanziario, come i contratti di capitalizzazione, o le polizze index e unit linked. Queste ultime sono contratti di assicurazione sulla vita le cui prestazioni risultano direttamente collegate al valore di mercato di determinate entità di riferimento (indici di borsa, panieri di azioni, tasso di inflazione, quote di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio, quote di fondi interni detenuti dalle imprese di assicurazione, altri valori di riferimento). La polizza di capitalizzazione è il prodotto che rappresenta il punto di arrivo di quella evoluzione che ha portato la polizza vita a divenire, nella sostanza, un vero e proprio strumento finanziario. Tali polizze sono operazioni attraverso le quali un risparmiatore conferisce una data somma di denaro ad un soggetto gestore ed investitore, per poi ritirarla dopo un certo periodo di tempo capitalizzata degli interessi maturati in quel periodo. Lo schema contrattuale prevede, in sostanza, che l’impresa di assicurazione, a fronte del versamento di un premio unico, o di un premio unico ricorrente, da parte del contraente, si impegni a corrispondere ad un beneficiario un capitale ed in alternativa una rendita, senza che ci sia alcun vincolo o alcun riferimento alla durata della vita umana. In effetti l’impresa pagherà in ogni caso, se non al contraente, ad un beneficiario ed il suo compito è solo quello di remunerare finanziariamente un capitale e non quello di assicurare un rischio. Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 1.2 15 La polizza Variable Annuity Nell’ambito dei prodotti assicurativo-finanziari particolare interesse rivestono, per il carattere fortemente innovativo e per l’imponente sviluppo fatto registrare negli ultimi anni sul mercato assicurativo americano, le cosiddette polizze variable annuities, introdotte per la prima volta negli Stati Uniti nel 1970. 1.2.1 Il mercato delle polizze variable annuities Il primo Paese che ha visto una massiccia commercializzazione di polizze variable annuities sono stati gli USA, a cui è seguito il Giappone. Si tratta dunque di economie molto mature e sviluppate. Dopo essere rimasto abbastanza piccolo per diversi decenni, agli inizi degli anni ’90 il mercato di questa classe di prodotti ha registrato una rapida crescita. Secondo l’American Council of Life Insurers le vendite lorde delle singole variable annuities sono passate da $ 3.5 miliardi nel 1990 a circa $ 63 miliardi nel 1999 e tra il 1996 e il 2004 esse sono più che raddoppiate, passando da $ 51 miliardi a $ 130 miliardi. Le polizze variable annuities stanno ora prendendo sempre più piede anche in Europa: la Francia, la Spagna e la Germania hanno già assistito ad un primo sviluppo del mercato. In Italia, proprio ultimamente, sono stati commercializzati sia da AXA che da Assicurazioni Generali i primi prodotti variable annuity. 16 Mariangela Scorrano 1.2.2 Descrizione della polizza Una polizza variable annuity è un contratto finanziario offerto tipicamente da una compagnia di assicurazioni attraverso il quale l’assicuratore, dietro pagamento di un premio, si impegna a versare una serie di flussi di cassa a favore dell’assicurato a date future prefissate. Più precisamente, alla stipula del contratto, l’assicurato paga un premio, in unica soluzione o in maniera frazionata, e affida alla compagnia di assicurazione una somma di denaro che viene investita in un portafoglio ben diversificato di titoli. L’impresa di assicurazione ha la possibilità di effettuare diverse tipologie di investimenti, dai più conservativi, caratterizzati da una maggiore componente obbligazionaria, ai più “aggressivi”, in cui il portafoglio presenta una maggiore esposizione all’azionario. L’assicuratore, d’altra parte, si impegna a versare periodicamente all’assicurato dei flussi di cassa fino alla scadenza del contratto. L’entità di tali pagamenti è variabile in quanto è legata all’andamento del mercato sul quale sono investiti i titoli che compongono il portafoglio sottostante. I fattori che spingono gli individui a domandare queste polizze sono essenzialmente due: il differimento delle imposte e l’offerta di opzioni implicite (Brown & Poterba, 2004). Di seguito si chiariscono questi due concetti. Il primo obiettivo perseguito è, infatti, quello di accumulare ricchezza ad un tasso di rendimento, al netto delle imposte, favorevole. In effetti le polizze variable annuities sono tax deferred, cioè gli interessi, i dividendi e i guadagni in conto capitale che maturano sui titoli posseduti nel portafoglio sottostante non sono tassati fino al momento in cui l’assicurato non effettua i prelevamen- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 17 ti. Questa caratteristica pertanto rende tali polizze particolarmente appetibili per quegli individui già soggetti ad una notevole tassazione o comunque interessati a diluire e posticipare il pagamento delle imposte. E’ inoltre prevista la possibilità di modificare l’allocazione dell’investimento iniziale, quindi di trasferire le somme investite da un fondo ad un altro senza che l’assicurato sia assoggettato ad alcuna imposta all’atto del trasferimento. Tuttavia, quando l’assicurato effettua i prelievi, questi sono assoggettati all’aliquota prevista sul reddito e non a quella più bassa prevista sui capital gains. Dunque, il differimento delle imposte è una caratteristica che rende tali polizze appetibili solo se queste vengono mantenute dall’assicurato per lunghi periodi di tempo, come ad esempio per far fronte al periodo del pensionamento o comunque per raggiungere obiettivi di lungo periodo. Ma ciò che spinge in misura maggiore gli individui ad acquistare queste polizze è l’offerta di diverse forme di opzioni implicite (Bauer et al., 2008). A fronte del pagamento di ulteriori commissioni, le polizze variable annuities possono infatti includere: • l’opzione GMMB (Guaranteed Minimum Maturity Benefit ) che garantisce all’assicurato una specifica somma di denaro alla scadenza del contratto. Questa garanzia assicura al portafoglio di investimento dell’assicurato una protezione contro i movimenti al ribasso del mercato, ma al tempo stesso, la partecipazione ai guadagni registrati sui titoli sottostanti la polizza in caso di movimenti al rialzo. Essa può prevedere ad esempio la restituzione del premio versato nel caso in cui il portafoglio di 18 Mariangela Scorrano titoli sottostanti registri una performance negativa durante la vita della polizza oppure un ritorno addizionale proporzionale al premio versato in caso di rialzo. La somma garantita può essere fissa oppure soggetta ad incrementi regolari o dipendenti dall’andamento del mercato. • l’opzione GMDB (Guaranteed Minimum Death Benefit ) che garantisce ai beneficiari indicati nella polizza un capitale minimo in caso di decesso dell’assicurato. La garanzia può essere rappresentata semplicemente dal premio versato, oppure, se più elevato, dal valore assunto dal portafoglio di investimento dell’assicurato nell’ultimo anniversario della polizza. Si tratta dunque di un’opzione che rende la variable annuity un prodotto a tutela degli eredi. • l’opzione GMAB (Guaranteed Minimum Accumulation Benefit ) che prevede un capitale minimo liquidabile al termine di un periodo prefissato. L’assicurato ha inoltre la possibilità di rinnovare il contratto prevedendo un nuovo livello di garanzia, appropriato al valore a scadenza del contratto concluso. Tali polizze possono pertanto essere considerate un ottimo prodotto di investimento a medio-lungo termine. • l’opzione GMSB (Guaranteed Minimum Surrender Benefit ) è una variante dell’opzione GMMB. Garantisce il valore di riscatto della polizza ad una certa data, che può essere scelta nell’ambito di una serie di alternative proposte dalla compagnia di assicurazione. Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 19 • l’opzione GMIB (Guaranteed Minimum Income Benefit) che prevede il pagamento di un importo minimo in forma di rendita vitalizia. • l’opzione GMWB (Guaranteed Minimum Withdrawal Benefit ) che prevede il pagamento di un importo minimo in forma di riscatti parziali programmati. Tale opzione rende pertanto le polizze variable annuities un valido prodotto pensionistico. 1.3 L’opzione GMWB Negli ultimi anni si è registrata una notevole attenzione ed una vendita crescente di polizze variable annuites associate alla garanzia GMWB. Queste ultime abbinano alle caratteristiche tipiche di un prodotto assicurativo le possibilità di rendimento in funzione di una equilibrata esposizione ai mercati finanziari e vanno incontro ai bisogni di investimento di medio-lungo periodo sterilizzando i rischi di volatilità del mercato. In effetti, esse garantiscono all’assicurato un livello minimo di pagamenti periodici da un capitale iniziale investito, indipendentemente dalla performance della polizza sottostante. Permettono, dunque, all’assicurato di proteggere il proprio investimento dal rischio di movimenti sfavorevoli del mercato senza tuttavia privarlo della possibilità di beneficiare dei movimenti favorevoli. Più precisamente, si tratta di una polizza variable annuity associata alla garanzia riconosciuta all’assicurato di prelevare dal conto acceso inizialmente una somma di denaro, fissa o variabile, a date prestabilite, fino al completo 20 Mariangela Scorrano esaurimento del capitale inizialmente investito. Il contratto specifica il tasso al quale l’assicurato è autorizzato a realizzare prelievi senza incorrere in penalizzazioni. L’opzione GMWB promette la restituzione totale dell’investimento iniziale, e questa caratteristica permette di considerare tale polizza un’opzione assicurativa. Infatti, nel caso in cui il conto personale dell’assicurato (investimento iniziale al netto dei prelievi e delle commissioni assicurative applicate), definito Variable Annuity sub-account (da ora in poi VA sub-account), dovesse scendere a zero prima della data di scadenza della polizza, la compagnia di assicurazione continuerebbe comunque a garantire all’assicurato la possibilità di prelevare la somma stabilita fino al raggiungimento dell’ammontare iniziale investito. Al contrario, se il conto dell’assicurato dovesse rimanere positivo fino alla scadenza della polizza, l’assicurato potrebbe attivare altre opzioni che gli consentirebbero di incrementare la somma prelevabile periodicamente. Pertanto, la somma complessiva garantita all’assicurato risulta pari o superiore al premio originario depositato. 1.3.1 Esempio di funzionamento dell’opzione Per rendere più agevole la comprensione della polizza variable annuity associata all’opzione GMWB di seguito se ne mostra il funzionamento attraverso il ricorso ad un esempio numerico. Si supponga che l’assicurato abbia sottoscritto la polizza il 1 gennaio 1997 e abbia affidato alla compagnia di assicurazione una parte dei propri risparmi, versando una somma di denaro pari, per semplicità, a $100. Si ipotizzi, inoltre, Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 21 che alla stipula del contratto, al momento di stabilire la tipologia di investimento da realizzare, la scelta sia ricaduta sull’indice azionario giapponese Nikkei 225. Si prevede un tasso di prelievo annuale del 7%, che comporta, quindi, la possibilità per l’assicurato di prelevare $7 ogni anno fino a che la somma versata inizialmente non sia stata completamente esaurita. Dall’importo versato e dal tasso di prelievo fissato rimane determinato il periodo di vigenza del contratto. In questo esempio si ha che la polizza avrà un periodo di vigenza pari a (100/7) = 14.28 anni. Si noti dunque come il tasso di prelievo prescelto condizioni la durata della polizza: a parità di investimento iniziale, maggiore è l’ammontare che si intende prelevare periodicamente, minore risulta essere il periodo di vigenza del contratto. Considerate le esigenze finanziarie dell’assicurato, si ipotizza nell’esempio che i versamenti vengano realizzati mensilmente da parte della compagnia di assicurazione per un importo pari a $(7/12)= 0.58333. Per maggiore chiarezza espositiva si è riportato l’andamento del valore del conto sottostante la polizza (senza considerare le commissioni applicate per l’attivazione dell’opzione GMWB) nella tabella 1.1. Essa mostra nella prima colonna il periodo di tempo considerato (gennaio 1997 – marzo 2011) suddiviso in mensilità. Nella seconda colonna sono riportati i prezzi storici P registrati dall’indice azionario in ciascun periodo; si considerano a questo scopo i prezzi di chiusura registrati il primo giorno di ciascun mese e modificati al fine di tener conto di eventuali dividendi pagati. Nella terza colonna sono stati calcolati i rendimenti mensili r registrati dall’indice giapponese. In particolare, indicando 22 Mariangela Scorrano con Pt il prezzo dell’indice al tempo t, dove t rappresenta una delle mensilità comprese nel periodo di vigenza della polizza, e con Pt−1 il prezzo dell’indice nel periodo immediatamente precedente, il rendimento mensile r dell’indice può essere calcolato mediante la formula r = (Pt − Pt−1 )/Pt−1 . Nelle colonne successive sono poi riportati il valore del VA sub-account prima (Vprima) e dopo (Vdopo) aver effettuato i prelievi, l’ammontare dei prelievi periodici in una polizza VA standard (VAs) ed in una polizza VA che prevede l’opzione GMWB (GMWB). Ex post si può constatare come la somma investita sia aumentata o diminuita, in base ai rendimenti effettivamente registrati dall’indice nel periodo considerato. Al termine del primo mese, ad esempio, in seguito al rendimento negativo registrato dal Nikkei, il valore dell’investimento iniziale realizzato dall’assicurato scende da $100 a circa $94.67. A tale somma si deve poi sottrarre il prelievo mensile previsto dal contratto pari a $(7/12)= 0.58333. Senza considerare le commissioni applicate, il valore del VA sub-account si riduce dunque a $(94.67 - 0.5833) = $94.09. Al termine del secondo periodo, invece, il rendimento positivo registrato dall’indice fa crescere il conto a circa $94.67 (pari a $(94.09(1 + 0.0123) - 0.5833) ) come si può osservare nella seconda riga della colonna “Vdopo” della tabella 1.1. Tutti i valori della tabella sono stati ottenuti procedendo nel modo descritto fino alla scadenza del contratto. Si noti che, al termine del 115-esimo periodo, più precisamente a Luglio 2006, il valore del conto scende fino a circa $0.3366 (si veda la colonna “Vprima”). Tale somma, pertanto, non è sufficiente a fi- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 23 Tabella 1.1: Esempio di funzionamento dell’opzione GMWB t P r Vprima VAs Vdopo GMWB gennaio 1997 18330 -0,05325 94,67486184 0,5833 94,0915285 0,5833 febbraio 1997 18557 0,01238 95,25676456 0,5833 94,67343123 0,5833 marzo 1997 18003 -0,02985 91,84705407 0,5833 91,26372074 0,5833 aprile 1997 19151 0,06377 97,0833481 0,5833 96,50001477 0,5833 maggio 1997 20069 0,04793 101,1257269 0,5833 100,5423936 0,5833 giugno 1997 20605 0,02671 103,2276656 0,5833 102,6443322 0,5833 luglio 1997 20331 -0,01330 101,2793942 0,5833 100,6960609 0,5833 agosto 1997 18229 -0,10339 90,28520458 0,5833 89,70187125 0,5833 settembre 1997 17888 -0,01871 88,02386707 0,5833 87,44053374 0,5833 ottobre 1997 16459 -0,07988 80,45526301 0,5833 79,87192968 0,5833 ... ... ... ... ... ... ... giugno 2006 15505,18 0,00245 0,920982567 0,5833 0,337649234 0,5833 luglio 2006 15456,81 -0,00312 0,336595903 0,336595903 - 0,5833 agosto 2006 16140,76 0,04425 - - - 0,5833 settembre 2006 16127,58 -0,00082 - - - 0,5833 ottobre 2006 16399,39 0,01685 - - - 0,5833 novembre 2006 16274,33 -0,00762 - - - 0,5833 dicembre 2006 17225,83 0,05847 - - - 0,5833 ... ... ... ... ... ... ... dicembre 2010 10228,92 0,029373 - - - 0,5833 gennaio 2011 10237,92 0,00088 - - - 0,5833 febbraio 2011 10624,09 0,03772 - - - 0,5833 marzo 2011 9755,1 -0,08179 - - - 0,5833 (t indica il periodo di vigenza del contratto suddiviso in mensilità, P il prezzo registrato dall’indice, r i rendimenti, Vprima e Vdopo il valore del VA sub-account rispettivamente prima e dopo i prelievi, VAs e GMWB l’ammontare prelevabile rispettivamente in una polizza VA standard ed in una polizza VA associata all’opzione GMWB) 24 Mariangela Scorrano nanziare il prelievo previsto contrattualmente di $0.5833. Una polizza variable annuity standard, dunque, in questa situazione, sarebbe giunta al termine. La somma complessivamente prelevata sarebbe stata in tal caso fino a quel momento di $(114 × 0.5833 + 0.3366)= $66.83. Attivando, invece, l’opzione GMWB, l’assicurato conserva la possibilità di prelevare lo stesso importo fino alla scadenza del contratto. Quindi, nell’esempio considerato, alla fine del 115esimo mese (Luglio 2006) si attiva l’opzione GMWB che assicura al contraente un flusso di $0.5833 fino a che la somma inizialmente investita non sia stata completamente esaurita. Ciò avviene dopo (100/0.5833) = 171.44 mesi dalla stipula del contratto, corrispondenti a 171.44/12 = 14.28 anni. In effetti, nell’ultima colonna della tabella 1.1 si può osservare come in una polizza VA con annessa l’opzione GMWB, i prelievi realizzabili mensilmente dall’assicurato ammontano a $ 0.5833 per tutta la durata della polizza. L’assicurato, pertanto, stipulando una polizza variable annuity e chiedendo anche l’attivazione dell’opzione GMWB, è riuscito a proteggere effettivamente il suo investimento dall’andamento negativo registrato dal mercato. E’ chiaro come questo contratto comporti un rischio da parte della compagnia assicuratrice, tanto maggiore quanto più elevata è la volatilità del mercato. Proprio per fronteggiare tale rischio, la compagnia di assicurazione richiede all’assicurato il pagamento di commissioni ulteriori rispetto a quelle tipiche di una polizza variable annuity standard. Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 1.3.2 25 Caratteristiche aggiuntive rispetto alla polizza base Diverse sono le clausole che possono essere aggiunte ad una polizza variable annuity che prevede l’opzione GMWB. Le caratteristiche della polizza consentono all’assicurato di prelevare dal VA sub-account ad un tasso superiore o inferiore a quello stabilito contrattualmente, o anche di prelevare una somma fissa, in base alle proprie esigenze economiche. La polizza, tuttavia, può includere specifiche clausole per scoraggiare un eccesso di prelievi. Ad esempio, si supponga che l’assicurato decida di prelevare ad un tasso superiore a quello previsto contrattualmente per far fronte ad una serie di spese impreviste. In tal caso il contratto potrebbe prevedere che il livello della garanzia si riduca al minimo tra il livello della garanzia in caso di prelievi al tasso prestabilito ed il valore del conto a quella data. A titolo di esempio, si supponga che l’assicurato abbia realizzato un investimento iniziale di $100 e abbia deciso di prelevare $10, applicando dunque un tasso del 10%, superiore al tasso indicato sul contratto pari al 7%. Si ipotizzi, inoltre, che il livello corrente della garanzia sia di $80 e che il conto personale, in seguito all’andamento del mercato, abbia un valore di $60. Il livello della garanzia, in base alla clausola sopra menzionata, scenderebbe pertanto a $60, cioè al min($80, $60). Considerando anche il prelievo di $10 che l’assicurato realizza contestualmente, il valore della garanzia potrebbe scendere dunque a $50, cioè al min($80, $60) - $10. In aggiunta, il contratto potrebbe prevedere anche un’ulteriore penalizzazione, rappresentata dal pagamento di una percentuale applicata sulla somma in eccesso prelevata. 26 Mariangela Scorrano Alcune compagnie di assicurazione prevedono, in aggiunta alla GMWB, anche un’ulteriore opzione, definita step up. Essa, nel caso in cui il mercato dovesse registrare un andamento favorevole, consente all’assicurato di incrementare l’ammontare complessivamente prelevabile dal capitale versato inizialmente fino al valore raggiunto da quest’ultimo ad una certa data. Tale opzione consente dunque di beneficiare dei movimenti al rialzo del mercato su cui è investito il portafoglio di titoli sottostanti la polizza e di bloccare il valore della garanzia su tale maggior valore. Generalmente l’attivazione di questa opzione è consentita dopo tre o cinque anni dalla stipula della polizza originaria. In alcuni casi è fissato un periodo di tempo, in genere 30 giorni, entro il quale l’assicurato può richiedere tale opzione. Altre volte, invece, essa è attivabile in qualsiasi istante, conferendo in tal modo maggiore flessibilità all’assicurato. Nell’opzione GMWB l’ammontare prelevabile dipende dalla periodicità richiesta dall’assicurato e dalla durata della polizza. Se, infatti, ad esempio, l’assicurato ha necessità di effettuare prelievi mensili e stipula una polizza della durata di 15 anni, supponendo un investimento iniziale di $100.000, la somma garantita annualmente dalla compagnia di assicurazione ammonterà a (100.000/15)= $6.666,67 corrispondenti a $555,55 mensili. L’ultima versione di tale opzione è rappresentata dalla cosiddetta Guaranteed Lifelong Withdrawal Benefit (GLWB) che offre una garanzia che dura tutta la vita. Le polizze con tale opzione conferiscono all’assicurato la possibilità di prelevare annualmente e fino a che è ancora in vita una certa percentuale della somma investita inizialmente fino a che tale importo non sia stato completamente esaurito, anche Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 27 se il saldo del VA sub-account dovesse scendere a zero. L’ammontare massimo prelevabile è pertanto specificato, ma la somma complessiva non ha un limite in quanto, una volta raggiunta la scadenza della polizza, il contraente potrebbe riscattare il contratto e continuare a farlo fino a quando è in vita. Tutto ciò che residua al momento della morte dell’assicurato viene versato al beneficiario indicato nella polizza. Diverse sono le opzioni che possono essere ulteriormente previste sulla polizza. Ad esempio l’opzione Roll up prevede che la somma prelevabile annualmente possa essere incrementata di una percentuale fissa ogni anno per un certo periodo di tempo, a condizione tuttavia che, in quell’arco temporale, l’assicurato non effettui prelevamenti. Si tratta, pertanto, di un’opzione che viene tipicamente utilizzata per disincentivare i prelievi nei primi anni di vigenza del contratto. 1.3.3 Sviluppo e prospettive future Il mercato delle polizze variable annuities associate all’opzione GMWB ha registrato un forte incremento in termini di dimensioni soprattutto nell’ultimo decennio, caratterizzato da mercati finanziari bearish e da bassi tassi di interesse. Tali polizze hanno attirato l’attenzione degli investitori proprio perché permettono una partecipazione al mercato di borsa, ma al tempo stesso offrono una protezione contro i movimenti al ribasso dei tassi di interesse e contro le fasi di mercato ribassiste. Si tratta di polizze che soddisfano le esigenze di molteplici segmenti di clientela: il prodotto si rivolge ai pensionati, alle per- 28 Mariangela Scorrano sone prossime alla pensione, agli investitori interessati a forme di risparmio previdenziale o più in generale a tutti coloro che cercano un prodotto con una forte componente di risparmio. Uno dei fattori che sicuramente ha favorito lo sviluppo di tali prodotti è l’allungamento della vita umana. Le statistiche affermano che la probabilità di sopravvivenza è aumentata, soprattutto grazie ai progressi scientifici raggiunti negli ultimi anni. Pertanto gli anni di vita vengono più o meno ripartiti equamente tra attività lavorativa e periodo di pensionamento. E’ noto inoltre che gli anni appena prima e appena successivi all’uscita dal mondo del lavoro rappresentano una fase critica per gli investimenti realizzati con i risparmi accumulati dagli individui. In questa fase, infatti, una congiuntura economica negativa o una tendenza del mercato non troppo favorevole potrebbero comportare delle perdite e ridurre i risparmi dell’individuo ad un livello non sufficiente a far fronte al periodo del pensionamento, considerando poi che il tempo necessario a recuperare quanto perduto potrebbe non essere sufficiente. Le polizze variable annuity associate all’opzione GMWB rappresentano in questo senso un’efficace soluzione finanziaria che permette di trasformare i risparmi accumulati durante gli anni di attività lavorativa in un reddito certo da poter impiegare durante il pensionamento, nonostante la natura volatile dei mercati finanziari. E questo è vero soprattutto nella fase economica attuale, che risente della crisi finanziaria iniziata negli Stati Uniti nel 2007 e che è tuttora caratterizzata da un’elevata incertezza dei mercati finanziari. Questa situazione ha sicuramente generato e continuerà a generare preoccupazione tra gli individui, inducendoli ad indirizzare i risparmi Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 29 accumulati, già comunque ridotti, verso investimenti il più possibile stabili e sicuri. Pertanto, probabilmente, nei prossimi anni si potrebbe assistere ad un rapido sviluppo delle polizze descritte. 1.4 La polizza IncomePlus offerta da Manulife Financial Introdotte per la prima volta nel 2006 a Toronto da Manulife Financial Corporation, che ne rimane tuttora il più importante fornitore, le polizze variable annuities associate all’opzione GMWB hanno attirato ultimamente l’attenzione di altre compagnie assicurative, tra cui Sun Life Financial Inc., Desjardins Financial Security di Lévis, Que., Industrial Alliance Insurance e Financial Services Inc. del Quebec City e Transamerica Life Canada. La struttura base della polizza è la stessa per tutte le compagnie, ma naturalmente ciascuna offre un servizio, un prezzo o qualche caratteristica del contratto che lo distingue da quello offerto da altre compagnie. Per mostrare le caratteristiche ed il funzionamento di una polizza realmente offerta sul mercato assicurativo si è preso in considerazione in particolare il contratto GIF Select IncomePlus offerto da 2006. 1.4.1 Le caratteristiche della polizza IncomePlus è una polizza variable annuity con annessa l’opzione GMWB rivolta agli individui che si stanno avviando all’età del pensionamento o che stanno 30 Mariangela Scorrano Figura 1.1: Esempio di funzionamento degli income bonuses ! vivendo i primi anni di pensionamento. Essa assicura un flusso di reddito periodico per tutta la sua durata indipendentemente dall’andamento del mercato, oltre alla possibilità di fruire di altri servizi, a fronte del pagamento di ulteriori commissioni. Nella polizza viene specificato l’ammontare di reddito complessivo garantito, definito Guaranteed Withdrawal Benefit (GMW) Benefit Base, in base al quale viene determinato il tasso di prelievo e dunque l’ammontare di reddito prelevabile ogni anno. Quest’ultimo dipende dalla somma investita inizialmente, ma può essere incrementato attraverso depositi successivi oppure chiedendo l’attivazione degli income bonuses o dei resets. In particolare, attraverso gli income bonuses è prevista la possibilità di incrementare la GMW Benefit Base del 5% per ogni anno in cui l’assicurato Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 31 Figura 1.2: Esempio di funzionamento dei resets ! non effettua prelevamenti. Nella figura 1.1 viene mostrato l’andamento della GMW Benefit Base di un contraente 45-enne che per 20 anni ha semplicemente accumulato i suoi risparmi, senza dunque realizzare alcun prelievo. Chiedendo l’attivazione degli income bonuses, la sua GMW Benefit Base è raddoppiata nel corso degli anni, passando dall’ammontare investito inizialmente, pari a $200.000 alla somma di $400.000 ottenuta incrementando la somma iniziale di $10.000 (corrispondenti al 5% di $200.000) per i 20 anni di non prelievo. Ed ogni anno la GMW Benefit Base viene corrispondentemente adeguata e bloccata al nuovo valore. Anche l’ammontare prelevabile annualmente subisce un incremento. Infatti il tasso di prelievo previsto contrattualmente, pari al 5%, viene calcolato non sulla GMW Benefit Base iniziale, ma su quella rivalutata ogni anno. Nell’esempio, dopo 20 anni di income bonuses, all’età di 65 anni, dopo aver accumulato $400.000, il contraente può prelevare un reddito annuale garantito di $20.000 (corrispondenti al 5% della nuova GMW Benefit Base). 32 Mariangela Scorrano Un’altra caratteristica di IncomePlus è rappresentata dai resets, che incrementano la GMW Benefit Base in caso di performance positiva degli investimenti sottostanti la polizza. Più precisamente, ogni tre anni, in occasione dell’anniversario della stipula del contratto, se il valore di mercato del portafoglio di titoli sottostanti la polizza dovesse eccedere il valore garantito corrente (somma investita inizialmente al netto dei prelievi già realizzati), il valore della garanzia, quindi la GMW Benefit Base, verrebbe bloccata su quest’ultimo valore e ci sarebbe automaticamente una correzione dell’ammontare prelevabile. All’assicurato, quindi, verrebbero garantiti pagamenti periodici più elevati. La figura 1.2 mostra il funzionamento degli IncomePlus resets. IncomePlus garantisce dunque un ammontare di reddito che non decresce in seguito alla performance negativa degli investimenti sottostanti, senza tuttavia privare il contraente della possibilità di beneficiare dei rialzi. La garanzia è prevista tipicamente per tutta la durata del contratto, sempre che il contraente sia in vita. Tuttavia, può essere richiesta l’attivazione di un’opzione che permette all’assicurato di realizzare prelievi vita natural durante, ossia fino al suo decesso. Inoltre, con l’opzione Joint Life Payout il beneficiario indicato nella polizza, tipicamente il coniuge, in caso di decesso dell’assicurato, può continuare a ricevere il suo stesso importo per tutta la durata della sua vita. Nella figura 1.3 sono riportati i tassi di prelievo applicati da Manulife. Il contraente ha un’ampia possibilità di scelta della tipologia di investimento da effettuare. Manulife, infatti, mette a disposizione un’ampia gamma di fondi su cui poter Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 33 Figura 1.3: Tassi di prelievo applicati da Manulife ! investire in modo tale da creare portafogli adatti alle più diverse esigenze della clientela. Ciascuno di essi presenta una diversa asset allocation che li rende più o meno “aggressivi”, proprio per soddisfare le esigenze della clientela in funzione della maggiore o minore propensione al rischio. A questo fine è prevista la possibilità di modificare il proprio investimento passando da un fondo all’altro. 1.4.2 Esempio di funzionamento della polizza Per comprendere come le caratteristiche di IncomePlus agiscono insieme al fine di fornire una soluzione efficiente di pianificazione del reddito durante il pensionamento, si propongono due esempi, riportati nella brochure del prodotto, che prendono in considerazione due casi: il contraente può decidere di iniziare a realizzare prelievi sin dalla stipula del contratto (caso A), oppure può far trascorrere un periodo di accumulazione senza prelievi ed iniziare a ricevere somme di denaro da un certo periodo in poi (caso B). 34 Mariangela Scorrano Figura 1.4: Primo scenario del caso A. ! Caso A. Nel caso in cui il contraente, per esigenze finanziarie, decida di iniziare subito a prelevare, si possono presentare due scenari: il mercato può registrare una performance positiva o negativa. I due scenari vengono analizzati separatamente. Scenario 1: fase bearish del mercato. Bob è un signore di 65 anni che ha accumulato durante la sua vita lavorativa denaro per $500.000. Decide di investire questi suoi risparmi in IncomePlusLifetime e, alla stipula del contratto, data la sua necessità di far fronte a pagamenti periodici fissi, decide di iniziare sin da subito i prelievi e fissa il tasso di prelievo pari al 5% della GMW Benefit Base. Come si può osservare nella figura 1.4, la somma prelevabile annualmente ammonta a $25.000, corrispondenti al 5% di $500.000. Durante la vita del 35 Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB Figura 1.5: Secondo scenario del caso A. ! contratto, tuttavia, il valore di mercato del portafoglio di titoli sottostante la polizza è sceso a zero in seguito all’andamento negativo del mercato. Nonostante ciò, la polizza sottoscritta da Bob gli consente di continuare a ricevere un reddito garantito annuale di $25.000 per il resto della sua vita. Scenario 2: fase bullish del mercato. Nel caso in cui il mercato attraversi una fase rialzista, Bob può davvero ottenere dei benefici rilevanti sottoscrivendo una polizza IncomePlus. La flessibilità che caratterizza tale polizza permette di catturare la crescita del mercato e di beneficiarne. Bob, infatti, può chiedere l’attivazione dei resets, che gli consentono, ogni tre anni, di bloccare la GMW Benefit Base al più elevato valore di mercato del portafoglio di titoli sottostante la polizza. Fruendo di tale opzione, come si può osservare nella figura 1.5, al 18-esimo anno la GWB Benefit Base di Bob diventa di $774.198 36 Mariangela Scorrano ed il reddito annuale garantito all’inizio del 19-esimo anno è di $38.710 (cioè il 5% di $774.198). Bob avrà la possibilità di prelevare almeno questa cifra per il resto della sua vita. Se il mercato, infatti, dovesse continuare ad avere una buona performance e dovesse continuare a crescere, anche tale cifra potrebbe continuare a crescere. Se, al contrario, il mercato dovesse iniziare una fase ribassista e non dovesse più crescere, Bob in ogni caso continuerebbe a prelevare sempre la stessa somma, pari a $38.710, per il resto della sua vita. Caso B. Si consideri ora il caso in cui il contraente non abbia particolari necessità finanziarie e decida di iniziare a prelevare il suo reddito solo a partire da una certa data futura, non dunque immediatamente dopo la stipula del contratto. Anche in questo caso si possono presentare due scenari. Scenario 1: fase bearish del mercato. Carol è una 50-enne nel pieno della sua attività lavorativa. Ha accumulato risparmi per $200.000 ed intende investirli per far fronte al periodo del pensionamento, previsto tra 20 anni. Carol decide di sottoscrivere una polizza IncomePlusLifetime, ma non inizia subito a realizzare prelievi; avendo sottoscritto tale polizza come forma di rendita di cui poter beneficiare durante l’età del pensionamento, aspetta e decide di iniziare a ritirare il suo reddito fra 20 anni. Proprio per questo motivo, chiede l’attivazione degli Income Bonuses, che le consentono di incrementare del 5% la sua GMW Benefit Base per ogni anno in cui non effettua prelievi, indipendentemente dall’andamento del mercato. Nella figura 1.6 si considera 37 Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB Figura 1.6: Primo scenario del caso B. ! il caso in cui il mercato registri una performance negativa. In esso si mostra, in particolare, che, fruendo di tali bonus, la GMW Benefit Base di Carol sale a $400.000 nell’arco di 20 anni, in quanto ogni anno avrà accumulato $10.000, corrispondenti al 5% dell’investimento iniziale di $200.000. Raggiunta l’età del pensionamento, Carol inizierà a beneficiare del suo investimento e potrà effettuare prelievi al tasso prescelto del 5% per tutta la durata della sua vita, il che equivale ad ottenere una disponibilità di $20.000 annuali (corrispondenti al 5% della nuova GMW Benefit Base di $400.000). Scenario 2: fase bullish del mercato. Nel caso in cui il mercato registri una performance positiva, Carol può beneficiare in pieno della polizza IncomePlus, ottenendo risultati più che positivi. Infatti, oltre a beneficiare degli Income Bonuses, Carol potrà chiedere anche l’attivazione dei resets, incrementando 38 Mariangela Scorrano Figura 1.7: Secondo scenario del caso B. ! ulteriormente la sua GWB Benefit Base. Quest’ultima potrà raggiungere, infatti, dopo 20 anni, dunque quando Carol cesserà la sua attività lavorativa, la somma di $840.954. In effetti, come si può osservare dalla figura 1.7, data la fase rialzista del mercato, ogni tre anni la GMW Benefit Base di Carol viene bloccata e si attesta ad un valore superiore, sul quale viene calcolata la percentuale del 5% da aggiungere per ogni anno in cui non si effettuano prelievi. La combinazione di queste due opzioni permette a Carol di raggiungere, al 18esimo anno dalla stipula del contratto, un reddito pari a $731.265, a cui vanno poi aggiunti i tre bonuses di $36.563. A partire dal 21-esimo anno Carol inizierà a prelevare ad un tasso del 5%, cioè potrà disporre di un reddito annuale garantito di almeno $42.048 (pari al 5% di $840.954) per tutta la durata della sua vita. Se il mercato dovesse continuare ad avere una buona performance e Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 39 dovesse continuare a crescere, anche tale cifra potrebbe continuare a crescere. Se, al contrario, il mercato dovesse entrare in una fase ribassista, Carol avrebbe comunque la garanzia di continuare a prelevare annualmente $42.048 per il resto della sua vita. Capitolo 2 Il modello di valutazione per l’opzione GMWB nell’ambito di una polizza Variable Annuity Dopo aver descritto nel capitolo precedente le caratteristiche ed il funzionamento dell’opzione GMWB nell’ambito delle polizze variable annuities si procede ora a mettere a punto un modello per la sua valutazione. 2.1 Valutazione finanziaria dell’opzione GMWB in ipotesi di volatilità deterministica La valutazione finanziaria dell’opzione GMWB realizzata in questo lavoro si basa sull’articolo Financial valuation of guaranteed minimum withdrawal be41 42 Mariangela Scorrano nefits di Moshe A. Milevsky e Thomas S. Salisbury pubblicato nel 2006 sulla rivista Insurance: Mathematics and Economics (Milevsky & Salisbury, 2006). Si considera in particolare una polizza variable annuity con un periodo di vigenza [0, T ] nell’ambito della quale viene prevista, dietro versamento di una commissione annuale, l’attivazione dell’opzione GMWB. Si ricordano brevemente le caratteristiche di tale prodotto. Alla stipula del contratto l’assicurato versa una somma di denaro che viene investita in un portafoglio ben diversificato di titoli. Con tale somma la compagnia di assicurazione accende un conto, definito VA sub-account, nel quale si registrano i movimenti del portafoglio di investimento. L’opzione GMWB garantisce all’assicurato un ammontare periodico di denaro indipendentemente dall’andamento del mercato e fino alla scadenza del contratto. Tale somma verrà prelevata dal VA sub-account se quest’ultimo registrerà un saldo positivo, in caso contrario sarà garantita dalla compagnia di assicurazione con i propri capitali. I prelievi possono essere realizzati fino al completo esaurimento della somma versata inizialmente. Pertanto il tasso di prelievo prescelto dal contraente influenzerà la durata della polizza T : a parità di investimento iniziale, maggiore è l’ammontare di denaro che l’assicurato intende prelevare periodicamente, minore sarà il periodo di vigenza della polizza. Milevsky e Salisbury, nel loro lavoro, propongono una valutazione dell’opzione GMWB considerando due diversi approcci: uno “statico” e l’altro “dinamico”. Nell’approccio “statico” gli autori ipotizzano che i singoli investitori si comportino passivamente nell’utilizzo della garanzia, ovvero prelevino sempre Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 43 lo stesso importo e mantengano il contratto fino alla sua scadenza. Nell’approccio “dinamico”, invece, gli individui vengono considerati dinamicamente razionali, cioè cercano di massimizzare il valore della garanzia modificando il tasso di prelievo durante il periodo di vigenza del contratto oppure estinguendo la polizza prima della sua scadenza. In questo lavoro si è presa in considerazione in particolare l’analisi statica condotta dai due autori. Si procede dunque a descrivere il modello di valutazione proposto. Come già detto, la somma versata dal contraente alla stipula del contratto viene depositata in un conto definito VA sub-account e reinvestita continuamente sul mercato. Su tale conto vengono registrati i movimenti del portafoglio di investimento. Pertanto il suo saldo aumenterà se i titoli che compongono il portafoglio registreranno rendimenti positivi e si ridurrà in caso contrario. A ridurre il saldo del conto contribuiscono anche le commissioni per l’attivazione dell’opzione GMWB applicate annualmente dalla compagnia di assicurazione. Tale opzione consente al contraente di prelevare periodicamente una percentuale, fissa o variabile, dell’ammontare depositato inizialmente fino a che tale somma non sia stata completamente esaurita e ciò indipendentemente dal saldo del conto. Infatti, se quest’ultimo dovesse annullarsi prima della scadenza della polizza, l’assicurato non avrebbe a disposizione il denaro per poter prelevare l’importo previsto contrattualmente. E anche se, da quel momento in poi, il mercato dovesse registrare una performance molto positiva, il contraente avrebbe una somma nulla da investire e quindi anche il valore del conto 44 Mariangela Scorrano continuerebbe ad essere nullo. Si avrebbe allora l’attivazione dell’opzione GMWB e la compagnia di assicurazione interverrebbe con i propri capitali per ripristinare la situazione. Se, al contrario, il saldo del VA sub-account dovesse rimanere positivo per tutto il periodo di vigenza del contratto, il contraente, oltre alla somma versata inizialmente potrebbe beneficiare anche dell’eventuale eccedenza presente sul conto. Il valore dell’opzione, pertanto, deve essere tale da consentire alla compagnia di assicurazione di far fronte ai propri impegni contrattuali qualunque stato di natura si verifichi. E’ necessario, dunque, che la somma versata inizialmente dal sottoscrittore sia pari alla somma del valore attuale di due quantità: i flussi di cassa derivanti dalla polizza, rappresentati dai prelievi realizzati dal contraente durante la vita del contratto ed il valore assunto dal VA sub-account. 2.1.1 Il valore del VA sub-account Dalle considerazioni fatte si nota innanzitutto la dipendenza del valore dell’opzione GMWB dal saldo del VA sub-account: la garanzia infatti si attiva solo se il saldo del conto si annulla prima della scadenza del contratto. Il valore del VA sub-account, a sua volta, è influenzato da tre fattori: - le commissioni applicate dalla compagnia di assicurazione; - i prelievi che l’assicurato intende realizzare periodicamente; - l’andamento del mercato su cui è investito il portafoglio di titoli sottostante la polizza. Mentre i primi due fattori tendono a ridurre il saldo del conto, l’ultimo Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 45 può avere un effetto sia positivo che negativo, in funzione del segno assunto dai rendimenti registrati sul mercato dai titoli che compongono il portafoglio sottostante la polizza. E’ necessario, a questo punto, individuare con maggior precisione la relazione che lega il valore del VA sub-account all’andamento incerto del mercato. Il mercato subisce variazioni giornaliere più o meno ampie, in rialzo o in ribasso. Proprio per questo i prezzi dei titoli finanziari possono essere assimilati ad una variabile il cui valore cambia nel tempo in modo aleatorio ed in quanto tali sono regolati da un processo aleatorio. I modelli finanziari più utilizzati si basano sull’ipotesi che la dinamica dei prezzi dei titoli azionari sia regolata da un processo stocastico continuo a parametro continuo (Hull, 2003). Si prosegue dunque a descrivere il modello considerato. Tutta la parte tecnica del calcolo delle probabilità necessaria per comprendere nel dettaglio il modello studiato viene riportata nell’Appendice A della tesi. Indicando con St il valore di mercato di un titolo azionario ad un certo istante temporale t, con σ la volatilità del prezzo del titolo e con µ il tasso di rendimento atteso, l’andamento del prezzo del titolo può essere descritto da un processo di Itô con coefficiente di deriva (drift rate) µSt e coefficiente di diffusione (variance rate) σSt : dSt = µSt dt + σSt dWt (2.1) dove il simbolo Wt indica un processo di Wiener. Seguendo l’impostazione di Milevsky e Salisbury, si assume che i parametri µ e σ siano costanti. Una generalizzazione di questo processo verrà presentata nel paragrafo successivo. 46 Mariangela Scorrano L’equazione (2.1) può essere riscritta come segue: dSt = µdt + σdWt St (2.2) L’equazione differenziale stocastica (2.2), in particolare, caratterizza la dinamica dei rendimenti relativi dei prezzi. Dalle considerazioni fatte segue che la dinamica del VA sub-account può essere descritta utilizzando la seguente equazione: dVt = −αVt dt − γt dt + Vt dSt St (2.3) dove si è indicata con α la commissione applicata annualmente dalla compagnia di assicurazione per l’attivazione dell’opzione GMWB e con γt i prelievi realizzati dall’assicurato al tempo t, con 0 < t < T . Inoltre, se si indica con v0 il capitale inizialmente versato dal contraente si ha che: V 0 = v0 ossia alla stipula del contratto (al tempo t = 0) il saldo del VA sub-account coincide esattamente con l’investimento iniziale realizzato dal contraente. Definendo con gt il tasso di prelievo consentito dalla compagnia di assicurazione al tempo t si ha che i prelievi γt realizzati ad un istante t sono dati da: γ t = g t v0 con 0 < t < T . E’ ragionevole pensare che i prelievi effettuabili dal contraente ad un certo istante t possano variare da un valore minimo pari a zero ad un Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 47 valore massimo pari al valore in quell’istante del VA sub-account, pertanto si suppone 0 ≤ γt ≤ Vt con 0 < t < T . Ricordando che la dinamica dei rendimenti relativi dei prezzi dei titoli è descritta dall’equazione (2.2), l’equazione (2.3) può essere riscritta come segue: dVt = −αVt dt − γt dt + Vt (µdt + σdWt ) (2.4) dalla quale formalmente si ricava la seguente equazione differenziale stocastica: � � dVt = µ − α Vt dt − γt dt + σVt dWt (2.5) In termini più precisi, sia τ := inf{t ∈ (0, T ] : Vt = 0}, cioè l’istante in cui il saldo del conto si annulla per la prima volta. La dinamica del VA sub-account, per 0 < t < τ è data da dVt = (µ − α)Vt dt − γt dt + σVt dWt e si pone V 0 = v0 (2.6) Vt := 0 per τ ≤ t ≤ T . D’altra parte, il capitale versato inizialmente dall’assicurato viene investito sul mercato e subisce variazioni giornaliere di ampiezza e di entità incerte a priori. Se l’andamento del mercato dovesse esser tale da comportare rendimenti bassi o negativi il valore del conto Vt ad una certo istante t potrebbe 48 Mariangela Scorrano diventare pari a zero o anche scendere al di sotto di tale valore. In questo caso, tuttavia, a partire da quell’istante si attiverebbe la garanzia GMWB e l’assicurato continuerebbe ad avere la possibilità di prelevare sempre lo stesso importo finché il capitale inizialmente versato non sia stato completamente esaurito. Le ipotesi del modello preso in considerazione prevedono che il tasso di prelievo non vari nel tempo, ma sia costante, quindi gt = g Anche i prelievi saranno pertanto costanti. Più precisamente si avrà: γt = gv0 = G Non è prevista dunque la possibilità di aumentare o ridurre l’importo prelevabile in funzione delle esigenze finanziarie del contraente. Da quanto detto l’equazione (2.6), che descrive la dinamica del VA subaccount, diventa: dVt = (µ − α)Vt dt − Gdt + σVt dWt per 0 < t < τ V 0 = v0 e Vt := 0 (2.7) per τ ≤ t ≤ T Utilizzando il lemma di Itô (Karatzas & Shreve, 1992) è possibile scrivere la soluzione del problema (2.7) come segue: VT = e (µ−α−(1/2)σ 2 )T +σWT � � � max 0, v0 − G T e 0 −(µ−α−(1/2)σ 2 )t−σWt dt �� (2.8) Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 49 Ex post, si può dire che l’opzione GMWB si attiva e pertanto assume un valore positivo solo se il processo Vt si annulla prima della data di scadenza della polizza T = v0 /G. In questo caso, infatti, il saldo del conto non è più sufficiente a finanziare i prelievi garantiti all’assicurato. Pertanto si rende necessario un intervento da parte della compagnia di assicurazione. Se, al contrario, la dinamica del VA sub-account è tale che la rovina si manifesta dopo il tempo T , allora l’opzione assicurativa avrebbe un payout nullo. Infatti il saldo del conto sarebbe già di per sé sufficiente a garantire all’assicurato l’intera somma depositata inizialmente e la garanzia dunque non avrebbe necessità di attivarsi. Il prelievo minimo garantito verrebbe quindi assicurato endogenamente, anche senza un’esplicita garanzia offerta dalla compagnia di assicurazione. 2.1.2 La probabilità di rovina Prima di procedere alla determinazione del valore dell’opzione GMWB, data l’importanza del momento in cui il saldo del conto si annulla, si procede in questo paragrafo a calcolare la probabilità di rovina del processo Vt , ossia la probabilità che il valore del conto scenda al di sotto dello zero prima della scadenza del contratto. Da un punto di vista analitico, tale probabilità è stata ottenuta utilizzando la seguente funzione: ξt = P � inf Vs = 0 0≤s≤t � (2.9) Dalla soluzione del problema (2.7) riportata in (2.8) si ricava che, dato che la funzione esponenziale è sempre positiva, il processo VT si annulla solo se 50 Mariangela Scorrano esiste un istante t > 0 dove vale: � � �� � t −(µ−α−(1/2)σ 2 )t−σWt max 0, v0 − G e dt =0 0 ossia � quindi Pertanto si ha che: v0 − G � ξt = P t � t e −(µ−α−(1/2)σ 2 )t−σWt e−(µ−α−(1/2)σ 2 )t−σW 0 � dt 0 t dt ≥ � ≤0 v0 G � inf Vs = 0 �� t � v0 −(µ−α−(1/2)σ 2 )s−σWs =P e ds ≥ G � 0 � v0 = P Xt ≥ G 0≤s≤t dove Xt = � t e−(µ−α−(1/2)σ 2 )s−σW s (2.10) ds 0 Si noti che Xt è una funzione monotona crescente del tempo t; pertanto se per un istante ben preciso τ (0 < τ ≤ T ) Xτ dovesse risultare superiore a v0 /G allora, in corrispondenza di quell’istante τ , si avrà Vτ = 0 e, in istanti di tempo successivi, dunque per t > τ , il conto non potrà che registrare un andamento decrescente, non potendo tornare ad assumere valori positivi. 2.1.3 Il valore dell’opzione GMWB Dopo aver determinato l’andamento seguito dal portafoglio di titoli sottostanti la polizza e l’effetto su di esso delle commissioni applicate e dei prelievi già Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 51 realizzati, gli autori sono giunti a calcolare il valore dell’opzione GMWB nell’ambito di una polizza variable annuity. A questo proposito, si ricorda che il contraente ha diritto ad un prelievo periodico fino alla scadenza del contratto e, in aggiunta, può beneficiare dell’eventuale saldo positivo registrato dal VA sub-account. Il valore del contratto, in particolare, deve essere tale da consentire alla compagnia di assicurazione di coprire tutti i costi associati allo stesso, qualunque situazione si presenti. In questo senso, esso viene calcolato attualizzando ad un opportuno tasso di interesse tutti i flussi di cassa derivanti dal contratto. Più precisamente, considerando un intervallo temporale [0, T ] e supponendo di trovarsi all’istante t = 0, il valore, alla scadenza del contratto, dei flussi di cassa periodici percepiti dal contraente è pari al montante dei prelievi realizzati calcolato capitalizzando continuamente gli interessi: � T v0 g rT v0 g ert dt = (e − 1) r 0 dove r rappresenta il tasso di interesse privo di rischio. Per quanto riguarda, invece, il valore a scadenza del VA sub-account, questo non è univoco, data l’aleatorietà che lo caratterizza. Proprio per questo si calcola una media dei valori che tale conto potrà assumere alla scadenza del contratto: E[VT ] Per determinare il valore dell’opzione GMWB, si è fatta un’assunzione sulla propensione al rischio dei contraenti. In particolare si è ipotizzato che gli individui siano neutrali verso il rischio, pertanto non richiedano alcun premio per 52 Mariangela Scorrano assumersi dei rischi. Questa è un’ipotesi normalmente impiegata in finanza per l’analisi dei derivati. Trae origine da un’importante proprietà dell’equazione differenziale di Black-Scholes-Merton. In essa, infatti, non figurano variabili che sono influenzate dalla propensione al rischio degli investitori. Neppure la soluzione dunque ne risulta condizionata. Questa considerazione pertanto permette di fare qualsiasi assunzione circa la propensione al rischio degli investitori. In particolare si può assumere che gli investitori siano tutti neutrali verso il rischio, optando per una scelta che semplifichi notevolmente l’analisi da realizzare. In effetti, in un mondo neutrale verso il rischio, il tasso di rendimento atteso di tutti i titoli è uguale al tasso di interesse privo di rischio e il valore attuale di ogni futuro pagamento può essere ottenuto attualizzandone il valore atteso al tasso privo di rischio (Hull, 2003). Il valore dell’opzione GMWB, come detto, è pari al valore attuale di tutti i flussi di cassa associati al contratto stesso. Esso pertanto è pari a: e−rT EQ [VT ] + v0 g (1 − e−rT ) r (2.11) dove EQ [.] indica il valore atteso sotto la misura neutrale al rischio. Affinché il prezzo pagato dal contraente per tale opzione sia equo, è necessario che il suo valore, così come determinato nell’espressione (2.11) sia esattamente pari alla somma versata inizialmente v0 . In altri termini, deve valere: v0 = e−rT EQ [VT ] + v0 g (1 − e−rT ) r (2.12) Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 2.1.4 53 I risultati empirici di Milevsky e Salisbury Dopo aver descritto il modello di valutazione proposto, gli autori testano il modello stesso utilizzando metodi di calcolo numerico. In particolare Milevsky e Salisbury calcolano la probabilità di rovina in (2.10) attribuendo ai parametri che compaiono nella funzione ξt valori consistenti con quelli applicati a tali prodotti sul mercato. Si consideri, ad esempio, un tasso di rendimento atteso µ del 9% ed una volatilità storica del mercato σ del 18%. Si ipotizzi, inoltre, che le commissioni applicate dalla compagnia di assicurazione ammontino a 40 punti base annuali, cioè α = 0.40%, che la somma inizialmente versata dal contraente v0 sia pari a $100 e che il tasso di prelievo previsto contrattualmente g sia pari al 7% (pertanto la somma prelevabile ogni anno è pari a G = gv0 = 7$). Il contratto, quindi, ha un periodo di vigenza pari a 14.28 anni (T = v0 /G = 100/7). Con questi dati, la dinamica del VA sub-account descritta da (2.7) diventa: dVt = (0.09 − 0.004)Vt dt − 7dt + 0.18Vt dWt e Vt := 0 ossia e per 0 < t < τ V0 = 100 per τ ≤ t ≤ 14.28 dVt = (0.86Vt − 7)dt + 0.18Vt dWt V0 = 100 Vt := 0 per 0 < t < τ per τ ≤ t ≤ 14.28 54 Mariangela Scorrano Tabella 2.1: Probabilità di rovina µ = 4% µ = 6% µ = 8% µ = 10% µ = 12% σ = 10% 19.0% 7.0% 1.7% 0.3% 0.04% σ = 15% 31.4% 18.5% 9.3% 4.1% 1.6% σ = 18% 37.8% 25.5% 15.5% 8.6% 4.4% σ = 25% 49.9% 39.6% 30.5% 22.2% 15.5% dove si ricorda che τ := inf{t ∈ (0, T ] : Vt = 0}, rappresenta cioè l’istante in cui il saldo del conto si annulla per la prima volta. La probabilità di rovina associata ad una polizza con queste caratteristiche è stata calcolata pari a ξ14.28 = 11.7%. In altri termini c’è approssimativamente una probabilità del 88.3% che l’opzione GMWB non si attivi e che dunque il saldo del VA sub-account rimanga positivo e tale da assicurare al contraente l’intero importo garantito. Modificando tuttavia il valore di alcuni parametri, anche tale probabilità si modificherà. Ad esempio, se si incrementa la volatilità del prezzo dei titoli e la si pone pari a σ = 25% anche la probabilità di rovina aumenta, infatti ξ14.28 = 26.2%. Allo stesso tempo, se si riduce il tasso di rendimento atteso a µ = 6% e si mantiene la stessa volatilità σ = 25%, la probabilità di rovina aumenta e diventa pari a ξ14.28 = 39.9%. La tabella 2.1 riporta, al variare del drift rate µ e del variance rate σ la probabilità che, durante i 14.28 anni di vita del contratto, il saldo del VA subaccount si annulli. Dai risultati riportati nella tabella emergono in particolare due relazioni: la probabilità di rovina ξt , fissato σ, risulta essere una funzione Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 55 decrescente del tasso di rendimento atteso µ dei titoli che compongono il portafoglio sottostante la polizza e, fissato µ, una funzione crescente della volatilità del prezzo dei titoli σ. In particolare, si noti che, se µ = 12% e σ = 10% la probabilità che il saldo del conto si annulli prima della scadenza T del contratto è inferiore alla metà di un punto percentuale. Quindi, se si considera un tasso di rendimento alto e una volatilità “abbastanza” bassa, la probabilità di rovina è molto bassa. Proprio per questo, le compagnie di assicurazione cercano di tenere sotto controllo la volatilità del prezzo dei titoli ponendo delle restrizioni all’asset allocation impiegata in queste polizze. Ad esempio si prevede che necessariamente una quota, che varia dal 20% al 40%, del portafoglio costruito venga destinata ad investimenti obbligazionari o a reddito fisso, in modo tale da contenere la volatilità σ e di conseguenza anche la probabilità di rovina. Gli autori stimano nell’articolo il prezzo equo che le compagnie di assicurazione dovrebbero richiedere per l’opzione GMWB. In particolare, fissando il valore da attribuire alla somma di denaro depositata inizialmente v0 , alla volatilità σ, al tasso di interesse r e al tasso di prelievo g, anche gli altri parametri che compaiono nella (2.12) risultano determinati. Infatti i prelievi periodici ammontano a G = gv0 e la durata della polizza T è pari a v0 /G o, considerando un investimento iniziale di $100, T = 1/g. Pertanto, attraverso tecniche di calcolo numerico, gli autori hanno proceduto a individuare il valore delle commissioni α che portasse all’eguaglianza descritta in (2.12). Nella tabella 2.2 sono riportati i risultati che sono stati ottenuti conside- 56 Mariangela Scorrano Tabella 2.2: Prezzo equo dell’opzione GMWB con investimento iniziale pari a $100 Tasso di prelievo Scadenza in anni g T = 1/g 4 Volatilità dell’investimento σ = 20% σ = 30% 25.00 23 p.b. 60 p.b. 5 20.00 37 p.b. 90 p.b. 6 16.67 54 p.b. 123 p.b. 7 14.29 73 p.b. 158 p.b. 8 12.50 94 p.b. 194 p.b. 9 11.11 117 p.b. 232 p.b. 10 10.00 140 p.b. 271 p.b. 15 6.67 272 p.b. 475 p.b. rando un tasso di interesse privo di rischio r = 5% ed un investimento iniziale di $100 e attribuendo diversi valori alla volatilità σ e al tasso di prelievo g. 2.2 Valutazione finanziaria dell’opzione GMWB in ipotesi di volatilità stocastica I risultati che Milevsky e Salisbury ottengono applicando il modello teorico proposto mostrano che, se si considera una polizza variable annuity tipica- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 57 mente offerta sul mercato, caratterizzata da un tasso di prelievo pari al 7% e da una volatilità compresa tra il 20% ed il 30%, il prezzo equo stimato di un’opzione GMWB oscilla tra i 73 e i 158 punti base, così come si può ricavare dalla tabella 2.2. Tuttavia, ciò risulta in contrasto con quanto si verifica nella realtà. Il mercato, infatti, prezza tali prodotti da 30 a 45 punti base, dunque sottovalutandoli secondo gli autori. In altre parole, le compagnie di assicurazione sembrano non richiedere commissioni sufficienti a coprire tutti i costi associati all’opzione. Proprio per cercare di comprendere le ragioni alla base di questa discrepanza, riconosciuta comunque dagli autori, si è pensato, in questo lavoro di tesi, dopo aver riverificato il modello di Milevsky e Salisbury, di modificare alcune delle ipotesi introdotte nel modello stesso. In particolare, anche per considerare un modello più fedele al mercato, si è pensato di indebolire l’ipotesi che considera la volatilità costante e di introdurre una volatilità stocastica (Kling et al., 2009). Pertanto, si è introdotto un elemento di aleatorietà ulteriore nel modello di valutazione proposto da Milevsky e Salisbury. 2.2.1 La volatilità come processo stocastico L’introduzione nel modello di valutazione proposto Milevsky e Salisbury di una volatilità stocastica piuttosto che costante comporta difficoltà maggiori. In effetti non esiste, come nel caso deterministico, una formula chiusa che risolve l’equazione differenziale stocastica (2.15). Pertanto la valutazione finanziaria dell’opzione non può essere realizzata analiticamente, ma deve avvenire neces- 58 Mariangela Scorrano sariamente attraverso procedure di calcolo numerico. In particolare, il valore atteso del VA sub-account necessario nella formula (2.12) è stato valutato mediante la simulazione Monte Carlo (Boyle, 1977). Questa tecnica, largamente utilizzata nella normale pratica finanziaria, permette di ottenere risultati ragionevolmente accurati e, al contempo, risulta estremamente semplice da implementare con un normale calcolatore. Si veda in proposito l’Appendice B del lavoro. I modelli a volatilità stocastica prevedono che la volatilità stessa segua un processo stocastico: (2.13) (σt )t≥0 con σt = f (Yt ) dove f (y) > 0 ∀y ∈ R e Yt rappresenta un processo stocastico (Fouque et al., 2000). Con questa ipotesi, il processo che descrive la dinamica del prezzo di un titolo finanziario (St )t≥0 riportato in (2.1) diventa così caratterizzato: (2.14) dSt = µSt dt + σt St dWt Di conseguenza anche l’andamento del VA sub-account ed il prezzo equo dell’opzione GMWB vengono modificati. In particolare la dinamica del conto descritta dal problema (2.7) diventa: dVt = (µ − α)Vt dt − Gdt + σt Vt dWt V 0 = v0 per 0 < t < τ (2.15) Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 59 e Vt := 0 per τ ≤ t ≤ T dove τ := inf{t ∈ (0, T ] : Vt = 0}, indica cioè l’istante in cui il saldo del conto si annulla per la prima volta. I principali modelli a volatilità stocastica presenti in letteratura si differenziano per le diverse caratterizzazioni del processo di volatilità (σt )t≥0 . Affinché rappresenti una volatilità una condizione necessaria è che: (σt )t≥0 ≥ 0 Tipicamente si assume che la volatilità segua un processo di Itô che soddisfa un’equazione differenziale stocastica guidata da un moto browniano. Questo infatti è il modo più semplice per introdurre la correlazione con le variazioni nel prezzo del titolo sottostante. La maggior parte dei modelli sono caratterizzati da mean reversion. Il termine mean reverting sta ad indicare il tempo che un processo impiega a tornare al livello medio della sua distribuzione (la distribuzione di lungo periodo del processo). Questa caratteristica implica che l’equazione differenziale stocastica seguita da (Yt ) sia del tipo: dYt = α(m − Yt )dt + βt dZ�t (2.16) dove α rappresenta il coefficiente di mean reversion ed m indica il livello medio di lungo periodo di Y . Si può notare che il termine di drift α(m − Yt ) indirizza Yt verso il valore di lungo periodo m, mentre il termine stocastico esercita l’azione di un rumore casuale. Pertanto σt viene fatto tendere verso il valore medio di f (Y ) considerando la distribuzione di lungo periodo di Y . 60 Mariangela Scorrano Nell’equazione (2.16) (Z�t )t≥0 indica un moto browniano correlato con il pro- cesso di Wiener Wt che compare nell’equazione (2.14) secondo un coefficiente di correlazione ρ ∈ [−1, 1]. Dai dati finanziari si ricava che ρ < 0 e ci sono anche argomenti economici a favore di un correlazione negativa o effetto leverage tra il prezzo dei titoli finanziari e gli shocks di volatilità. Gli studi empirici mostrano, infatti, che il prezzo dei titoli tende a scendere quando la volatilità aumenta. In termini generali, la correlazione potrebbe dipendere dal tempo, quindi sarebbe più corretto scrivere ρ(t) ∈ [−1, 1], ma si assume tipicamente che essa sia costante, e ciò sia per semplificare la notazione sia perché tale ipotesi è la più utilizzata nella maggior parte delle situazioni pratiche. Tra i modelli impiegati in letteratura si è scelto di considerarne due in particolare per descrivere il processo seguito da Y : il modello di Scott (Scott, 1987) e quello di Heston (Heston, 1993), che rappresentano due dei modelli più utilizzati in finanza. In particolare, il modello di Scott, proposto nel 1987, prevede che l’equazione differenziale stocastica seguita da Yt sia un processo di Ornstein-Uhlenbeck con mean reversion: dYt = α(m − Yt )dt + βdZ�t (2.17) con ρ = 0 e f (y) = ey . In realtà, in questo lavoro di tesi, è stata presa in considerazione una generalizzazione di tale modello. In effetti l’ipotesi di non correlazione tra i due moti Browniani che caratterizzano i processi di prezzo e di volatilità del titolo sottostante sembra irrealistica. Proprio per questo motivo Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 61 si è preferito impiegare per il driving process Yt lo stesso processo previsto da Scott, ipotizzando tuttavia una correlazione ρ negativa piuttosto che nulla. Per le stesse ragioni, poi, si è voluto prendere in considerazione anche il modello di Heston, il primo in letteratura che presenta una correlazione ρ �= 0. Più precisamente, nel modello di Heston proposto nel 1993, il driving process Yt è descritto dalla seguente equazione differenziale stocastica: dYt = α(m − Yt )dt + β con f (y) = √ y e ρ �= 0. � Yt dZ�t (2.18) Il fatto di considerare una correlazione non nulla tra le variazioni stocastiche del processo di prezzo e quelle del processo di volatilità risponde, come già detto, a delle esigenze empiriche. L’idea alla base del modello, suggerita dalle osservazioni del mercato, è che l’andamento della volatilità del prezzo di un titolo non sia del tutto indipendente dall’andamento del prezzo stesso. Per esempio, per i titoli azionari è facile pensare che la volatilità aumenti quando il titolo si deprezza. Spesso infatti in un momento di deprezzamento del titolo si riscontra una situazione di incertezza del mercato rispetto al futuro della società quotata. Analogamente, per le commodities si può pensare che il mercato consideri più incerta la situazione quando il prezzo si alza (si pensi per esempio ai casi del petrolio o dell’oro). Tale correlazione è pertanto osservabile nei mercati. Capitolo 3 Simulazioni numeriche per la valutazione della polizza GMWB Dopo aver illustrato nel capitolo precedente il modello teorico impiegato per la valutazione finanziaria dell’opzione GMWB si passa ora a descrivere il procedimento impiegato per la sua implementazione. A questo scopo sono stati creati dei programmi ad hoc utilizzando il linguaggio di programmazione MATLAB. Si precisa che tali programmi sono stati realizzati ex novo, senza ricorrere a subroutine o a librerie già esistenti. 63 64 Mariangela Scorrano 3.1 Risultati in ipotesi di volatilità deterministica 3.1.1 Il valore del VA sub-account Nel capitolo precedente si è costruito un modello di prezzaggio dell’opzione GMWB che ipotizza prelievi in tempo continuo. Pertanto, i risultati mostrati da un punto di vista teorico sono stati ottenuti considerando tale ipotesi. Tuttavia, per poter ottenere simulazioni al computer, si è proceduto dapprima a discretizzare le equazioni differenziali stocastiche impiegate per la valutazione dell’opzione. Per riproporre in linguaggio MATLAB la dinamica del VA sub-account ed il valore dell’opzione è stato necessario innanzitutto generare un processo di Wiener. Si ricorda che un processo di Wiener nell’intervallo [0, T ] è una famiglia di variabili aleatorie {Wt }t≥0 che dipende continuamente da t ∈ [0, T ] e che soddisfa le seguenti condizioni: • W0 = 0 q. c. cioè per t = 0 il processo vale zero quasi certamente (con probabilità uno). • per 0 ≤ s < t ≤ T , √ Wt − Ws ∼ ε t − s dove ε è una distribuzione normale con media zero e varianza unitaria. • per 0 ≤ s < t ≤ u < v ≤ T , Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 65 Figura 3.1: Esempio di traiettoria seguita da un processo di Wiener 3 2 W 1 0 -1 -2 -3 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo Wt − Ws e Wv − Wu sono indipendenti. La definizione di processo di Wiener suggerisce come simulare le sue traiettorie. In particolare è stata impiegata la seguente discretizzazione: Wt0 = 0 e, per k = 1, . . . , N Wtk = Wtk−1 + εk � tk − tk−1 dove 0 = t0 < t1 < t2 < · · · < tN −1 < tN = T . Scegliendo arbitrariamente dei valori da attribuire ai parametri che descrivono tale processo sono state generate diverse traiettorie. Una di queste è riportata nella figura 3.1, ottenuta considerando un orizzonte temporale di 15 anni a partire dal tempo t0 = 0 e 10.000 sottoperiodi. Passando ora alla dinamica del VA sub-account, il processo descritto da (2.7) può essere discretizzato come segue: V t 0 = v0 66 Mariangela Scorrano e per k = 1, . . . , N Vt = Vt (1 + (µ − α)∆t + σ(Wt − Wt )) − G∆t k k−1 k k−1 Vt := 0 k per τ ≤ tk ≤ T per 0 < tk < τ (3.1) dove τ := inf{tk ∈ (0, T ] : Vtk = 0}, rappresenta cioè l’istante in cui il saldo del conto si annulla per la prima volta e dove ∆t = tk − tk−1 . Sono stati generati diversi scenari e, modificando il valore dei parametri µ, σ, α e G in modo che essi fossero il più realistici possibile, si è visto come la garanzia offerta dall’opzione GMWB non sempre si attiva, e, quando invece questo accade, l’attivazione può avvenire in momenti diversi durante la vita del contratto. In particolare, analizzando polizze simili, offerte da alcune principali compagnie di assicurazione, sono stati considerati i valori dei parametri realmente impiegati nel mondo reale. Si è rilevato che tipicamente il contratto offerto prevede un tasso di prelievo del 7% ed una commissione pari a 40 punti base. Ipotizzando un investimento iniziale di $100 l’assicurato ha quindi la garanzia di poter prelevare $7 fino al completo esaurimento della somma inizialmente versata, e cioè per un periodo pari a 100/7 = 14.28 anni, assumendo che egli prelevi sempre allo stesso tasso e che mantenga la polizza fino alla scadenza del contratto. Nelle figure 3.2 e 3.3 si mostrano alcuni degli scenari che si possono presentare. In esse l’andamento del VA sub-account è stato ottenuto considerando un tasso di rendimento atteso µ del 10%, una volatilità σ pari al 18% e 250 intervalli temporali in ciascun anno da cui, nell’equazione (3.1), k = Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 67 Figura 3.2: Esempi di dinamiche seguite dal VA sub-account 260 110 240 100 220 90 VA sub-account VA sub-account 200 180 160 140 120 80 70 60 100 50 80 60 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (a) 40 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (b) 1, . . . , 14.28 × 250 = 3.570. Si noti che considerare 250 intervalli temporali in un anno equivale a ritenere che gli interessi vengano capitalizzati circa giornalmente, se si considerano esclusivamente i giorni in cui la Borsa è aperta. Negli esempi presentati nei casi (a) e (b) della figura 3.2 si osserva come il valore del conto non scenda mai al di sotto dello zero. Ciò significa che la garanzia offerta dall’opzione GMWB non si attiva. Si noti il diverso andamento del VA sub-account nei due casi della figura 3.2: nel caso (a) l’andamento è crescente per tutto il periodo di vigenza del contratto; nel caso (b), invece, i rialzi e i ribassi del mercato hanno portato il valore del conto ad assumere un andamento prima decrescente e poi crescente. In entrambi i casi però la performance registrata dai titoli che compongono il portafoglio sottostante la polizza, dopo aver sottratto le commissioni applicate dalla compagnia di assicurazione, è stata sufficiente a garantire prelievi periodici a favore del 68 Mariangela Scorrano 120 120 100 100 80 80 VA sub-account VA sub-account Figura 3.3: Esempi di dinamiche seguite dal VA sub-account 60 40 20 0 60 40 20 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (a) (b) contraente per tutta la durata del contratto. La figura 3.3, invece, mostra che la garanzia può anche attivarsi in momenti diversi durante il periodo di vigenza del contratto, con effetti diversi per la compagnia di assicurazione. Infatti, se si verifica il caso (a) il saldo del VA sub-account raggiunge valore zero dopo circa 8 anni dalla stipula del contratto, mentre nel caso si verificasse (b) l’attivazione della garanzia si ha dopo circa 13 anni. Questo naturalmente comporta una spesa diversa a carico della compagnia di assicurazione, maggiore nel primo caso visto che il VA sub-account riesce a far fronte agli impegni contrattuali solo per i primi 8 anni. Nelle figure 3.4 e 3.5 si mostra, in maniera corrispondente, l’istante temporale in cui si attiva la garanzia offerta dall’opzione GMWB. Nel momento in cui il valore del conto si annulla, l’opzione si attiva e consente al contraente di continuare a prelevare l’importo di $7 annuali fino alla scadenza della poliz- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 120 0.03 100 0.025 80 0.02 GMWB VA sub-account Figura 3.4: Valore della garanzia offerta dall’opzione GMWB 60 0.015 40 0.01 20 0.005 0 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (a) Dinamica del VA sub-account 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (b) Valore della garanzia offerta dall’opzione GMWB 120 0.03 100 0.025 80 0.02 GMWB VA sub-account Figura 3.5: Valore della garanzia offerta dall’opzione GMWB 60 0.015 40 0.01 20 0.005 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (a) Dinamica del VA sub-account 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) (b) Valore della garanzia offerta dall’opzione GMWB 69 70 Mariangela Scorrano za. Se si considerano 250 intervalli temporali in ciascun anno di durata della polizza i prelievi periodici ammontano a $ 7/250 = $0.028 fino alla scadenza della polizza. 3.1.2 La probabilità di rovina É interessante calcolare la probabilità di rovina della polizza definita in (2.10), ossia la probabilità che il valore del VA sub-account si annulli prima della scadenza della polizza. A questo scopo sono state generate F famiglie ciascuna di ω traiettorie, con ω ∈ N. In particolare si è scelto di considerare una famiglia di ω = 10.000 traiettorie per aumentare la precisione dei risultati ottenuti. Nella simulazione realizzata a questo fine, è stato introdotto un contatore sj , j = 1, . . . , ω che, una volta fissato uno specifico valore per µ e σ, per ciascuna traiettoria assume valore 1, se il saldo del conto VT al tempo T è nullo, oppure valore 0 se è positivo: sj := 0 se VT > 0 1 se VT = 0 per j = 1, . . . , ω Si ricorda che una volta raggiunto lo zero, il valore del conto non può tornare ad assumere valori positivi. L’assicurato, infatti, non ha più denaro da poter investire sul mercato. Si è scelto, in particolare, di osservare il valore assunto dal conto alla scadenza del contratto T : infatti, se a tale data il saldo del conto sarà positivo, significa che è stato tale anche durante il periodo di vigenza della polizza, pertanto l’opzione GMWB non si è attivata. Se, al contrario, il saldo Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 71 Tabella 3.1: Stima della probabilità di rovina µ = 4% µ = 6% µ = 8% µ = 10% µ = 12% σ = 10% 17.08% 5.44% 1.21% 0.18% 0.04% σ = 15% 32.31% 18.65% 9.15% 4.08% 1.4% σ = 18% 39.33% 26.36% 16.0% 8.87% 4.44% σ = 25% 51.78% 41.67% 31.93% 23.37% 16.22% del conto al tempo T è nullo, significa che è diventato tale ad un certo istante 0 < τ ≤ T. La probabilità di rovina è stata determinata calcolando la media della sequenza di 0 e 1 ottenuta considerando le 10.000 traiettorie generate. Formalmente, dunque, la stima della probabilità di rovina ξˆt è stata ottenuta applicando la seguente formula: ξˆt = �w j=1 sj w Questo procedimento è stato ripetuto considerando diversi valori di µ e di σ. La tabella 3.1 riassume i risultati ottenuti dalle simulazioni fatte. A tal proposito è possibile fare due osservazioni: • a parità di volatilità σ, esiste una relazione decrescente tra la probabilità di rovina stimata ξˆt ed il tasso di rendimento atteso µ dei titoli che compongono il portafoglio sottostante la polizza; • a parità di rendimento atteso µ, esiste una relazione crescente tra la probabilità di rovina stimata ξˆt e la volatilità del prezzo dei titoli σ. La 72 Mariangela Scorrano volatilità di un titolo caratterizza l’ampiezza delle variazioni subite dal prezzo del titolo stesso. E’ una componente da tenere in considerazione durante la valutazione del rischio di un investimento in titoli. Una elevata volatilità, infatti, indica che il prezzo di quel titolo può sperimentare ampie oscillazioni nel tempo; di conseguenza, l’investitore potrà registrare elevati guadagni o elevate perdite. La volatilità misura pertanto l’incertezza circa i futuri tassi di rendimento del titolo. Maggiore è tale incertezza, maggiore, di conseguenza, è la probabilità di rovina quindi la probabilità che il saldo del VA sub-account non sia sufficiente a coprire la somma necessaria a garantire al contraente i prelievi concordati, dopo aver sottratto le commissioni e i prelievi già effettuati. A questo punto si è preso in considerazione un portafoglio di titoli realmente esistente sul mercato e si è calcolata la probabilità di rovina associata ad una polizza con tale sottostante. In particolare si è ipotizzato che il contraente abbia deciso di investire i suoi risparmi sull’indice azionario Nasdaq. Attraverso un resampling dei rendimenti registrati da tale indice su un orizzonte temporale di circa 14 anni (da gennaio 1998 a ottobre 2011) sono state simulate 100 diverse traiettorie seguite dal valore del VA sub-account. Si veda in proposito la figura 3.6. La probabilità di rovina è stata calcolata seguendo lo stesso procedimento descritto in precedenza ed utilizzando gli stessi parametri α e G considerati per costruire la tabella 3.1, mentre la media µ̂ e la volatilità σ̂ stimate dei rendimenti storici di tale indice ammontano, rispettivamente, al 6.03% ed al 25.77%. La probabilità di rovina ottenuta è pari Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 73 Figura 3.6: Traiettorie seguite dal VA sub-account mediante resampling 1800 1650 1500 VA sub-account 1350 1200 1050 900 750 600 450 300 150 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 tempo (anni) al 35%, quindi assume un valore che non si discosta molto da quello trovato applicando il modello teorico. Nella tabella 3.1 si nota infatti che, per una polizza il cui sottostante presenta caratteristiche simili per quanto riguarda il tasso di rendimento atteso e la volatilità (rispettivamente pari al 6% e al 25%), la probabilità di rovina ammonta a circa il 41%. Un risultato analogo è stato ottenuto anche da Milevsky e Salisbury. Infatti, nella tabella 2.1 la probabilità di rovina associata ad una polizza con le stesse caratteristiche è stata calcolata pari al 39.6%. L’analisi condotta a livello empirico, dunque, sembra presentare risultati analoghi a quelli ricavati teoricamente. 74 Mariangela Scorrano 3.1.3 Il prezzo equo dell’opzione Il prezzo equo dell’opzione GMWB è stato calcolato da Milevsky e Salisbury attraverso l’espressione (2.12). Questa formula chiusa tuttavia vale in tempo continuo. Per implementarla mediante un calcolatore, tuttavia, è stato necessario attualizzare i flussi di cassa non ad un tasso di interesse composto continuamente, ma discretizzando l’intervallo temporale e considerando un numero “abbastanza” elevato di sottoperiodi. Nelle simulazioni, in particolare si è scelto di suddividere un periodo di tempo annuale in 250 sottoperiodi. In effetti, una capitalizzazione degli interessi quasi giornaliera permette di approssimare “bene” il caso continuo. Per calcolare, inoltre, la media dei possibili valori assunti dal VA subaccount si è preso in considerazione un numero elevato di traiettorie potenzialmente seguite dal valore del conto. La tabella 3.2 riassume i valori delle commissioni α applicate dalla compagnia di assicurazione che rendono vera l’uguaglianza in (2.12) al variare dell’ammontare prelevato G e della volatilità dell’investimento σ. In particolare si è considerato un investimento iniziale v0 di $100, un tasso di interesse privo di rischio r del 5% capitalizzato 250 volte in un anno e 3.000 traiettorie che descrivono il possibile andamento del VA sub-account. Si è scelto di prendere in considerazione un numero di traiettorie ω = 3.000 per le difficoltà computazionali legate alla generazione di un numero di traiettorie superiore, ma anche perché, come si mostrerà nell’ultimo paragrafo di questo capitolo, una simulazione con un numero maggiore di traiettorie avrebbe portato a risul- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 75 Tabella 3.2: Prezzo equo dell’opzione GMWB Tasso di prelievo Scadenza in anni Volatilità dell’investimento g T = 1/g σ = 20% σ = 30% 4 25.00 8.5 p.b. 36.5 p.b. 5 20.00 23 p.b. 73 p.b. 6 16.67 37 p.b. 100 p.b. 7 14.29 51 p.b. 137 p.b. 8 12.50 72 p.b. 184 p.b. 9 11.11 87 p.b. 218 p.b. 10 10.00 109 p.b. 263 p.b. 15 6.67 164 p.b. 367 p.b. tati analoghi. Si noti come i valori ottenuti attraverso le simulazioni realizzate siano abbastanza vicini a quelli calcolati da Milevsky e Salisbury e riassunti nella tabella 2.2. Dalla (2.12) emerge che il prezzo equo dell’opzione GMWB è funzione di una serie di parametri: le commissioni applicate dalla compagnia di assicurazione α, l’ammontare prelevato G, il tasso di interesse privo di rischio r e la volatilità dei rendimenti di portafoglio σ. Si è pertanto proceduto ad esaminare l’impatto che i vari parametri del modello preso in considerazione hanno sul valore dell’opzione (Chen et al., 2008). In tutte le analisi si è considerato un investimento iniziale v0 di $100, una capitalizzazione degli interessi di 250 volte in un anno e 7000 traiettorie che descrivono il possibile andamento del 76 Mariangela Scorrano Figura 3.7: Valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni α 104 102 valore opzione 100 98 96 94 92 90 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 α (punti base) VA sub-account. Influenza delle commissioni applicate α La figura 3.7 è stata ottenuta calcolando il valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni applicate α e mantenendo costanti gli altri parametri. In particolare, si è considerato un tasso di interesse privo di rischio r del 5%, un valore della volatilità σ pari al 18% e un ammontare annuale prelevato di $7. Si noti la relazione inversa che lega il valore dell’opzione alle commissioni applicate. In effetti, più alte sono le commissioni applicate, meno appetibili diventano tali polizze e minore risulta il loro valore. Si supponga, ad esempio, che il valore dell’opzione sia pari a $102 e che le commissioni applicate siano di circa 10 punti base. Il prezzo dell’opzione in questo caso non è equo. Per renderlo tale, in accordo alla (2.12), bisognerebbe ridurre il suo valore a $100 (ammontare inizialmente Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 77 Figura 3.8: Valore dell’opzione GMWB al variare dell’ammontare prelevato G 102 101 valore opzione 100 99 98 97 96 95 4 5 6 7 8 ammontare prelevato G 9 10 investito) e dunque applicare commissioni più alte, pari a circa 40 punti base. Influenza dell’ammontare prelevato G La figura 3.8 è stata ottenuta calcolando il valore dell’opzione al variare dell’ammontare prelevato G e mantenendo costanti gli altri parametri. In particolare, si è considerata una commissione α di 40 punti base, un tasso di interesse privo di rischio r del 5% ed un valore della volatilità σ pari al 18%. Dalla figura emerge una relazione diretta tra il valore dell’opzione e l’ammontare prelevato. A parità di altre condizioni, maggiore è la somma prelevabile periodicamente più elevato risulta essere il valore dell’opzione. In particolare, con i dati considerati, il valore di G che rende equo il prezzo dell’opzione è circa $7. Se il contraente decidesse di prelevare annualmente una somma inferiore, ad esempio $5, il valore dell’opzione sarebbe pari a circa $97, dunque non sarebbe equo. Per renderlo tale, la 78 Mariangela Scorrano Figura 3.9: Valore dell’opzione GMWB al variare del tasso di interesse privo di rischio r 104 103 valore opzione 102 101 100 99 98 97 3 4 5 6 tasso di interesse r (%) 7 8 compagnia di assicurazione dovrebbe applicare delle commissioni più basse. Influenza del tasso di interesse privo di rischio r La relazione che le- ga il valore dell’opzione GMWB al tasso di interesse privo di rischio è descritta dalla figura 3.9. Essa è stata ottenuta considerando una commissione α di 40 punti base, una volatilità σ del 18% e un valore di G pari a $7. Nella figura si evidenzia come all’aumentare del tasso di interesse r il valore dell’opzione si riduca. Si ricorda che l’opzione GMWB garantisce al contraente la possibilità di prelevare lo stesso importo fino alla scadenza della polizza indipendentemente dall’andamento del mercato. Pertanto, a parità di altre condizioni, se i tassi di interesse dovessero ridursi gli individui sarebbero incentivati a stipulare contratti del genere. La domanda di tali polizze aumenterà e altrettanto Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 79 Figura 3.10: Valore dell’opzione GMWB al variare della volatilità del prezzo dei titoli σ 106 105 104 valore opzione 103 102 101 100 99 98 97 96 101112131415161718192021222324252627282930 volatilità σ (%) farà il loro valore. Viceversa, un aumento dei tassi di interesse incentiverà la preferenza verso progetti di investimento alternativi, più redditizi e il valore dell’opzione si ridurrà. Influenza della volatilità del prezzo dei titoli σ La volatilità misura l’in- certezza circa i futuri tassi di rendimento dei titoli che compongono il portafoglio sottostante la polizza. Un aumento di tale incertezza comporterà una propensione da parte degli individui verso forme di investimento “sicure”. Una polizza variable annuity con annessa l’opzione GMWB sicuramente può rispondere a tali esigenze. La domanda di tali polizze aumenterà ed anche il loro valore pertanto crescerà. La relazione diretta tra valore dell’opzione e volatilità è mostrata nella figura 3.10, ottenuta considerando una commissione 80 Mariangela Scorrano α di 40 punti base, un valore di G pari a $7 ed un tasso di interesse privo di rischio r del 5%. 3.1.4 I valori di α e G che rendono equo il prezzo dell’opzione Dopo aver mostrato come cambia il valore dell’opzione al variare dei diversi parametri che compaiono in (2.11), ci si soffermerà ora in particolare sul legame con due di essi: le commissioni applicate α e l’ammontare prelevato G. Infatti questi sono i parametri il cui valore viene stabilito dalla compagnia di assicurazione e che caratterizzano il contratto. La volatilità σ e il tasso di interesse r, al contrario, sono determinati dal mercato, quindi devono essere assunti come dati dalla compagnia di assicurazione, non possono essere modificati in funzione delle sue esigenze. A questo scopo la figura 3.7, che è stata ottenuta per uno specifico valore di G, di r, e di σ, è stata modificata considerando diversi valori per G e mantenendo costanti tutti gli altri parametri. Le simulazioni fatte hanno permesso di ottenere la figura 3.11. Per ciascun valore di G è stato poi individuato il valore di α che rende equo il prezzo dell’opzione: α : VT = 100 Graficamente ciò si ottiene tracciando una retta parallela all’asse delle ascisse in corrispondenza di un valore dell’opzione pari a 100, determinando l’intersezione con ciascuna traiettoria e individuando il corrispondente valore di α Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 81 Figura 3.11: Valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni α considerando diversi valori di G 105 valore opzione 100 95 90 G=5 G=6 G=8 G= 7 G = 12 G = 14 G = 17 85 80 0 20 40 60 80 100 120 commissioni _ (punti base) 140 160 180 200 ! sull’asse delle ascisse. In tal modo sono state ottenute le coppie (α; G) che, per determinati valori di σ e di r, rendono equo il prezzo dell’opzione. Si osservi al riguardo la figura 3.12. A questo punto si è cercato di comprendere quale fosse l’impatto della volatilità e del tasso di interesse sulle coppie così individuate. A questo fine, il grafico 3.11 è stato riproposto considerando diversi valori di r e di σ. Influenza del tasso di interesse Nella figura 3.13 si è voluto analizzare, fissato G = 7, come cambia il prezzo equo dell’opzione GMWB al variare del tasso di interesse r. Si noti come le traiettorie che descrivono l’andamento del valore dell’op- 82 Mariangela Scorrano Figura 3.12: Valori di α e G che rendono equo il prezzo dell’opzione con σ = 18% ed r = 5% 20 ammontare prelevato G 18 16 14 12 10 8 6 4 0 20 40 60 80 100 commissioni α (punti base) 120 140 160 Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 83 Figura 3.13: Valore dell’opzione al variare delle commissioni α per G = 7 e diversi valori di r 110 r=3% r=5% r=6% r=7% r=8% valore opzione 105 100 95 90 85 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 commissioni _ (punti base) ! zione in funzione di α subiscano una traslazione verso il basso all’aumentare del tasso di interesse r. A parità di ammontare prelevato G e di volatilità σ, pertanto, all’aumentare del tasso di interesse r la compagnia di assicurazione dovrà applicare commissioni più basse per rendere appetibile la polizza e dunque per attirare la domanda da parte degli investitori che, altrimenti, si rivolgerebbero verso investimenti più redditizi. Questo stesso procedimento è stato poi ripetuto considerando diversi valori di G. In tutti i grafici costruiti sono stati quindi determinati i corrispondenti valori di α tali che VT = 100. In questo modo sono state individuate le coppie (α ; G) che rendono equo il prezzo dell’opzione per diversi valori del tasso di interesse. Queste coppie sono state riportate nella figura 3.14. Essa mostra che, all’aumentare del tasso 84 Mariangela Scorrano Figura 3.14: Valori di α e G che rendono equo il prezzo dell’opzione al variare del tasso di interesse r 12 ammontare prelevato G 11 10 9 8 7 r = 3% r = 5% r = 6% r = 7% r = 8% 6 5 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 commissioni α (punti base) di interesse, la curva che unisce le coppie (α ; G) individuate subisce una traslazione verso sinistra, comportando, a parità di ammontare prelevato, una riduzione del prezzo equo dell’opzione. Influenza della volatilità Nella figura 3.15 si è voluto analizzare, fissato G = 8, come cambia il prezzo equo dell’opzione GMWB al variare della volatilità σ. In essa si mostra come le traiettorie che descrivono l’andamento del valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni applicate subiscano una traslazione verso l’alto all’aumentare della volatilità σ. Per ciascuna traiettoria è stato quindi determinato il valore α che rende equo il prezzo dell’opzione. Questo stesso procedimento è stato poi ripetuto considerando diversi valori Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 85 Figura 3.15: Valore dell’opzione al variare delle commissioni α per G = 8 e diversi valori di σ 115 volatilità =10% volatilità = 15% volatilità = 18% volatilità = 25% volatilità= 30% valore opzione 110 105 100 95 90 85 0 50 100 150 commissioni _ (punti base) 200 ! di G. In questo modo sono state individuate le coppie (α ; G) che rendono equo il prezzo dell’opzione al variare della volatilità σ. Si osservi al riguardo la figura 3.16. Si noti come all’aumentare della volatilità, la curva che unisce tali coppie diventa sempre meno inclinata. A parità di G, dunque, le commissioni richieste dalla compagnia di assicurazione aumentano. Una “piccola” variazione dell’ammontare prelevato comporta un aumento più che proporzionale delle commissioni richieste dalla compagnia di assicurazione. Del resto, all’aumentare dell’incertezza sul futuro andamento del mercato, aumenta anche la somma che gli individui sono disposti a pagare pur di avere un prelievo fisso, sicuro, pertanto indipendente dalla performance della polizza sul mercato. 86 Mariangela Scorrano Figura 3.16: Valori di α e G che rendono equo il prezzo dell’opzione al variare della volatilità σ 20 volatilità = 10% volatilità = 15% volatilità = 18% volatilità = 25% volatilità = 30% ammontare prelevato G 18 16 14 12 10 8 6 4 0 20 40 60 80 100 120 140 commissioni α (punti base) 160 180 200 87 Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 3.2 Risultati in ipotesi di volatilità stocastica Nella seconda parte del capitolo precedente si è introdotto il modello di valutazione dell’opzione GMWB in ipotesi di volatilità stocastica. Si è assunto, in particolare, che la volatilità sia definita dal processo: σt = f (Yt ) dove f (y) > 0 ∀y ∈ R e dove il driving process Yt può essere definito in diversi modi. In questo paragrafo si mostrano i risultati ottenuti utilizzando un modello di Scott generalizzato ed il modello di Heston. 3.2.1 Il modello di Scott generalizzato Nel capitolo precedente si è spiegato il motivo per cui si è scelto di considerare, per descrivere il driving process Yt , un modello di Scott “generalizzato”. In esso, l’equazione differenziale stocastica che descrive la dinamica di Yt è: con ρ(Z�t , Wt ) < 0. dYt = a(m − Yt )dt + bdZ�t (3.2) Il processo seguito dalla volatilità è, invece, descritto dalla seguente rela- zione: σt = e Yt (3.3) Discretizzando l’equazione (3.2) si ottiene: � k − Z�t ) Ytk = Ytk−1 + a(m − Ytk−1 )∆t + b(Zt k−1 per k = 1, . . . , N + 1 (3.4) 88 Mariangela Scorrano Figura 3.17: Esempio di processo stocastico seguito dalla volatilità 2 1.8 1.6 volatilità 1.4 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 5 10 15 tempo (anni) dove ∆t = tk − tk−1 . Nella figura 3.17 si mostra un esempio di traiettoria seguita dal processo di volatilità. Essa è stata ottenuta considerando a = 20, un valore per la volatilità media di lungo periodo pari al 18% e un tasso di diffusione b pari a 4. Si noti come tale processo sia caratterizzato da valori sempre positivi e da mean reversion. Ipotizzando che la volatilità segua il processo (3.3), la dinamica del VA sub-account diventa: dVt = (µ − α)Vt dt − Gdt + exp(Yt )Vt dWt e V 0 = v0 Vt := 0 per τ ≤ t ≤ T per 0 < t < τ (3.5) Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 89 Figura 3.18: Esempi di dinamiche seguite dal VA sub-account: a = 20, m = 18%, b = 1.4, G = 7, α = 40 p.b. 220 140 200 120 180 VA sub-account VA sub-account 100 160 140 120 100 80 60 40 80 20 60 40 0 5 10 0 15 0 tempo (anni) 5 10 15 tempo (anni) (a) (b) dove τ := inf{t ∈ (0, T ] : Vt = 0}, cioè l’istante in cui il saldo del conto si annulla per la prima volta. In termini discreti, questa dinamica può essere scritta come segue: V t 0 = v0 e, per k = 1, . . . , N Vt = Vt (1 + (µ − α)∆t + exp(Yt )(Wt − Wt ) − G∆t k k−1 k k k−1 Vt := 0 k per 0 < tk < τ per τ ≤ tk ≤ T dove ∆t = tk − tk−1 e Ytk si ricava dalla (3.4). Due delle possibili traiettorie che si possono ottenere sono mostrate nella figura 3.18. Nel caso (a) il VA sub-account rimane positivo per tutto il periodo di vigenza del contratto, mentre nel caso (b) si osserva che la polizza si attiva 90 Mariangela Scorrano dopo circa 10 anni dalla sua stipula. Si tenga conto del fatto che l’ipotesi di volatilità stocastica introduce nel modello un fattore di rischio ulteriore. Si consideri, infatti, l’influenza delle commissioni α sul valore dell’opzione, rappresentata nella figura 3.19. Essa è stata ottenuta utilizzando gli stessi parametri considerati in caso di volatilità deterministica. In particolare si è ipotizzato anche in questo caso che gli investitori siano neutrali verso il rischio, pertanto la simulazione è stata fatta considerando µ = r = 5%. Si noti tuttavia come il valore dell’opzione non raggiunga mai il valore 100, dunque il contratto non avrà mai un prezzo equo. In effetti, un premio per il rischio nullo (µ − r = 0) comporta che il mercato non remuneri affatto gli investitori per il maggior rischio sopportato. Pertanto, sotto tale ipotesi, a parità di altri fattori, la compagnia di assicurazione dovrà applicare commissioni più basse per rendere appetibile la polizza. Necessariamente dunque la polizza sarà sottovalutata. Si veda al riguardo anche la figura 3.20 che pone a confronto la curva ottenuta in ipotesi di volatilità costante con quella in caso di volatilità stocastica: la prima è collocata al di sopra della seconda. L’alternativa è quella di prevedere un premio per il rischio positivo piuttosto che nullo. In particolare, maggiore è il premio per il rischio, maggiore è il valore dell’opzione. Ad esempio, prendendo in considerazione un premio per il rischio pari al 5% (µ = 10%, r = 5%) si noti nella figura 3.21 come la curva che descrive la dinamica del valore dell’opzione si sposta verso l’alto e raggiunge valore 100. Esiste dunque un valore di α che rende equo il prezzo dell’opzione. Tale valore, in particolare, è più basso di quello ottenuto in ipotesi Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 91 Figura 3.19: Valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni α considerando un premio per il rischio nullo 79.5 79 valore opzione 78.5 78 77.5 77 76.5 76 75.5 75 0 50 100 150 commisioni α (punti base) 200 Figura 3.20: Valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni α nei casi di volatilità deterministica e stocastica (premio per il rischio nullo) 105 volatilità stocastica volatilità deterministica valore opzione 100 95 90 85 80 75 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 commissioni α (punti base) 92 Mariangela Scorrano Figura 3.21: Valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni α nei casi di volatilità deterministica e stocastica (premio per il rischio positivo) 104 volatilità stocastica volatilità deterministica 102 valore opzione 100 98 96 94 92 90 88 0 50 100 150 commissioni α (punti base) 200 di volatilità deterministica e si colloca intorno ai 35 punti base. Pertanto, le stime ottenute utilizzando tale modello a volatilità stocastica forniscono risultati più realistici dei dati di mercato rispetto a quelle ottenute da Milevsky e Salisbury impiegando il loro modello a volatilità deterministica. Nella figura 3.22 si prende in considerazione l’impatto che gli altri parametri hanno sul valore dell’opzione. Per i casi (a) e (b) si ripetono le considerazioni qualitative fatte a proposito del modello a volatilità deterministica dato che l’andamento seguito dal valore dell’opzione Vt è lo stesso (decrescente nel primo caso, crescente nel secondo). Due parametri che invece compaiono solo nel modello a volatilità stocastica sono il coefficiente di mean reversion a e la “volatilità della volatilità” b. Si noti in particolare nei casi (c) e (d) della figura Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 93 Figura 3.22: Influenza dei parametri sul valore dell’opzione: a = 20, m = 18%, b = 1.4, G = 7, α = 40 p.b. 103 102 102 100 101 100 valore opzione valore opzione 98 96 94 99 98 97 96 92 95 90 94 88 0 93 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 commissioni α (punti base) (a) Influenza delle commissioni α 4 5 6 7 8 ammontare prelevato G 9 10 (b) Influenza dell’ammontare prelevato G 130 99.4 99.2 120 valore opzione valore opzione 99 110 100 90 98.8 98.6 98.4 98.2 80 98 70 1 2 3 4 volatilità della volatilità b 5 0 10 20 30 40 coefficiente di mean reversion 50 (c) Influenza della volatilità della vola- (d) Influenza del coefficiente di mean tilità b reversion a 94 Mariangela Scorrano Figura 3.23: Valori di α e G che rendono equo il prezzo dell’opzione al variare del livello medio di lungo periodo di Y 18 ammontare prelevato G 16 14 12 10 8 m = 15% m = 18% m = 30% 6 4 0 20 40 60 80 100 120 commissioni α (punti base) 140 160 180 3.22 l’influenza di tali parametri sul valore dell’opzione. Il variance rate b del processo di volatilità ha un impatto negativo sul valore dell’opzione, nel senso che aggiungendo variabilità al processo seguito dalla volatilità, il valore dell’opzione si riduce. Utilizzando lo stesso procedimento descritto per il modello a volatilità deterministica, sono state generate le coppie (α; G) che rendono equo il prezzo dell’opzione. L’andamento di tali coppie al variare del livello medio di lungo periodo di Y è riportato nella figura 3.23. Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 3.2.2 95 Il modello di Heston Si ricorda che, nel modello di Heston l’equazione differenziale stocastica che descrive la dinamica di Yt è: dYt = a(m − Yt )dt + b con ρ(Z�t , Wt ) < 0. � Yt dZ�t (3.6) Il processo seguito dalla volatilità è, invece, descritto dalla seguente rela- zione: σt = � Yt (3.7) Discretizzando l’equazione (3.6) si ottiene: Ytk = Ytk−1 + a(m − Ytk−1 )∆t + b � � k − Z�t ) Ytk (Zt k−1 per k = 1, . . . , N + 1 (3.8) dove ∆t = tk − tk−1 . Ipotizzando che la volatilità segua il processo (3.7), la dinamica del VA sub-account diventa: dVt = (µ − α)Vt dt − Gdt + √Yt Vt dWt e V 0 = v0 Vt := 0 per 0 < t < τ (3.9) per τ ≤ t ≤ T dove τ := inf{t ∈ (0, T ] : Vt = 0}, cioè l’istante in cui il saldo del conto si annulla per la prima volta. In termini discreti, questa dinamica può essere scritta come segue: V t 0 = v0 96 Mariangela Scorrano Figura 3.24: Valore dell’opzione GMWB al variare delle commissioni α nei due modelli a volatilità stocastica (premio per il rischio positivo) 105 HESTON SCOTT (ρ < 0) 100 valore opzione 95 90 85 80 75 70 0 50 100 150 commissioni α (punti base) 200 e, per k = 1, . . . , N � Vt = Vt (1 + (µ − α)∆t + Yt (Wt − Wt ) − G∆t k k−1 k k k−1 Vt := 0 k per 0 < tk < τ per τ ≤ tk ≤ T dove ∆t = tk − tk−1 e Ytk si ricava dalla (3.8). Considerando un premio per il rischio positivo, in particolare µ = 10% ed r = 5%, l’andamento seguito dal valore dell’opzione al variare delle commissioni applicate α è descritto nella figura 3.24, dove si mostra anche il confronto con la traiettoria seguita considerando il modello di Scott generalizzato. Si noti come, da un punto di vista qualitativo, il valore dell’opzione registri un andamento analogo, anche se traslato verso il basso. Le analisi condotte considerando il modello generalizzato di Scott sono state Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 97 riproposte anche con riferimento al modello di Heston. Le stime ottenute sono coerenti con quelle mostrate nel caso del modello di Scott generalizzato. 3.3 Validità del modello Le simulazioni presentate in questo lavoro hanno mostrato come cambia il valore dell’opzione al variare di alcuni parametri, quali le commissioni applicate α, l’ammontare periodico prelevato G, il tasso di interesse r, la volatilità σ, ecc. Esse, tuttavia, sono state ottenute scegliendo, sin dalla generazione del processo di Wiener, valori ben precisi per il numero di traiettorie utilizzate e per il numero di capitalizzazioni considerate in ciascun periodo. Si è deciso quindi di verificare se le scelte fatte nella sperimentazione numerica abbiano in qualche modo influenzato i risultati ottenuti. A questo scopo di seguito si valuta l’influenza dei due parametri citati sul valore dell’opzione. Influenza del numero di traiettorie generate Nella figura 3.25 si può notare come cambia il valore dell’opzione al variare del numero di traiettorie generate. Si noti l’andamento decrescente seguito dalla curva: all’aumentare del numero di traiettorie, il valore dell’opzione si riduce per poi tendere ad un certo valore limite. Questo spiega il motivo per cui nella maggior parte delle simulazioni fatte si è scelto di utilizzare un numero di traiettorie pari a 3.000. Infatti generando più traiettorie, i risultati ottenuti sarebbero stati approssimativamente gli stessi. 98 Mariangela Scorrano Figura 3.25: Influenza del numero di traiettorie generate sul valore dell’opzione 100 99 valore opzione 98 97 96 95 94 0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000 5500 6000 numero di traiettorie Il grafico 3.25, in particolare, è stato ottenuto generando una famiglia di traiettorie (tutte generate a partire dallo stesso “stato iniziale”) e suddividendo il periodo considerato in 250 intervalli annuali. Facendo variare anche tali parametri si è ottenuto il grafico 3.26. In esso si osserva come i valori scelti per le simulazioni corrispondono, in entrambi i casi (a) e (b), alla curva centrale, quella che dunque fornisce un’approssimazione “migliore”. Influenza dei periodi di capitalizzazione La figura 3.27 mostra come cambia il valore dell’opzione al variare del numero di sottoperiodi che compongono l’orizzonte temporale considerato. Si noti come capitalizzando più volte in un anno, anche il valore dell’opzione sembra aumentare. Si è considerato a questo punto l’impatto su tale andamento del numero di traiettorie generate e dello stato iniziale prescelto. Esso è stato proposto nella figura 3.28. Si noti come Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 99 Figura 3.26: Influenza del numero di traiettorie generate sul valore dell’opzione 106 108 Stato Iniziale = 0 Stato Iniziale = 7000 Stato Iniziale = 14000 Stato Iniziale = 20000 Stato Iniziale = 30000 Stato Iniziale = 150000 102 106 valore opzione valore opzione 104 100 104 102 98 100 96 98 94 500 1500 2500 3500 4500 numero di traiettorie 55006000 (a) Varia lo stato iniziale M=12 M=24 M=36 M=48 M=60 M=120 M=156 M=264 M=300 96 500 1500 2500 3500 4500 numero di traiettorie 55006000 (b) Varia il numero di capitalizzazioni Figura 3.27: Influenza dei periodi di capitalizzazione sul valore dell’opzione 103.5 103 valore opzione 102.5 102 101.5 101 100.5 100 24 48 72 96 120 144 168 192 216 240 264 288 312 336 360 periodi di capitalizzazione in un anno 100 Mariangela Scorrano Figura 3.28: Influenza dei periodi di capitalizzazione sul valore dell’opzione 104 110 Stato Iniziale=0 Stato Iniziale=4000 Stato Iniziale=8000 Stato Iniziale=12000 Stato Iniziale=16000 103 500 traiettorie 1000 traiettorie 1500 traiettorie 2000 traiettorie 2500 traiettorie 3000 traiettorie 108 102 101 valore opzione valore opzione 106 100 104 102 99 100 98 98 97 96 36 72 108 144 180 216 252 288 periodi di capitalizzazione in un anno 324 (a) Varia lo stato iniziale 360 96 12 36 60 84 108 132 156 180 204 228 252 276 300 324 348 360 periodi capitalizzazione in un anno (b) Varia il numero di traiettorie generate anche in questo caso i valori utilizzati nelle simulazioni (3.000 traiettorie e stato iniziale = 0) siano quelli che approssimano meglio l’andamento del valore dell’opzione GMWB. Capitolo 4 Conclusioni In questa tesi è stato affrontato il problema della valutazione di un prodotto derivato di tipo assicurativo-finanziario oggigiorno in crescente e rapida diffusione sui mercati, la cosiddetta opzione Guaranteed Minimum Withdrawal Benefit (GMWB). Il calcolo del premio equo per questo tipo di contratto richiede l’accurata modellizzazione dell’andamento del portafoglio di titoli sottostante l’opzione. In particolare, in un’analisi recentemente condotta da Milevsky & Salisbury (2006), che rappresenta uno dei lavori di riferimento sulla valutazione delle GMWB, si assume che il valore di tale portafoglio segua un moto browniano geometrico a volatilità costante. Tuttavia, moltissimi studi empirici sui prezzi dei titoli (Fouque et al., 2000) evidenziano come tale ipotesi di volatilità costante sia nettamente lontana dalla realtà. Pertanto in questo lavoro è stata proposta una generalizzazione del modello di Milevsky e Salisbury in cui la volatilità viene descritta mediante un processo stocastico a sé stante. In parti101 102 Mariangela Scorrano colare sono stati utilizzati i modelli a volatilità stocastica di Scott generalizzato e di Heston, i quali, come universalmente riconosciuto, consentono di ottenere una descrizione piuttosto accurata dell’andamento reale dei prezzi dei titoli. In entrambi tali modelli non è possibile prezzare le GMWB mediante una formula analitica esatta. Di conseguenza, in questa tesi si è deciso di effettuare la valutazione del premio mediante simulazione Monte Carlo (Boyle, 1977). Questa tecnica viene largamente utilizzata nella normale pratica finanziaria in quanto consente di ottenere risultati ragionevolmente accurati e, nello stesso tempo, risulta particolarmente semplice da implementare con un normale calcolatore. In questo lavoro l’utilizzo di un modello a volatilità stocastica e della simulazione Monte Carlo ha consentito di ottenere stime decisamente realistiche dei premi assicurativi che vengono osservati sui mercati per questo tipo di opzione. In particolare, è interessante osservare come il modello proposto si rivela essere sensibilmente più accurato del modello di Milevsky e Salisbury. Infatti, quando i valori reali del premi sono compresi tra 30 e 50 punti base, il modello di Milevsky e Salisbury fornisce stime dei premi comprese tra 73 e 158 punti base, mentre utilizzando i modelli di Scott ed Heston, sono state ottenute valutazioni dei premi intorno ai 35 punti base. Questo miglioramento è estremamente interessante da un punto di vista pratico e costituisce il risultato principale ottenuto nella presente tesi. Inoltre, sempre dal punto di vista applicativo, l’analisi condotta in questo lavoro ha comportato la creazione di un programma di calcolo ad hoc per la va- Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 103 lutazione delle GMWB. In particolare è stato realizzato in ambiente MATLAB un software completamente nuovo (senza ricorrere a subroutine o librerie preesistenti), e questo, a mio modesto modo di vedere, costituisce un interessante prodotto di questo lavoro in quanto consente una valutazione delle GMWB pratica e coerente con i dati reali. Si desiderano infine illustrare brevemente alcuni possibili sviluppi futuri di questa tesi. Innanzitutto sarebbe interessante estendere ulteriormente il modello proposto in maniera tale da considerare anche la probabilità di morte dell’assicurato. Infatti le GMWB sono contratti che a volte prevedono orizzonti temporali molto lunghi (anche 20-30 anni), pertanto potrebbe essere interessante introdurre tra le variabili esplicative del modello anche il cosiddetto tasso di mortalità (Boyle & Hardy, 2003). Un ulteriore sviluppo futuro è quello di estendere la valutazione dell’opzione GMWB anche al caso dinamico in cui gli importi di denaro esigibili dall’assicurato non sono fissati a priori, ma vengono decisi al variare del tempo dall’assicurato stesso (Dai et al., 2008). Da ultimo, sempre in considerazione del fatto che le durate temporali delle GMWB sono talvolta lunghe potrebbe essere interessante considerare un’ulteriore generalizzazione del modello prevedendo la possibilità di tassi di interesse variabili nel tempo in maniera deterministica o, eventualmente, descritti mediante un ulteriore processo stocastico (Benhamou & Gauthier, 2009). Appendice A Elementi di calcolo stocastico A.1 La dinamica dei prezzi dei titoli finanziari: i processi stocastici La dinamica dei prezzi dei titoli finanziari ed in particolare dei titoli azionari è stata oggetto di numerosi studi sia in tempi recenti sia in epoche relativamente lontane in quanto costituisce uno dei fenomeni più difficili da rappresentare mediante un modello probabilistico. I prezzi dei titoli azionari sono assimilabili ad una variabile il cui valore cambia nel tempo in modo incerto ed in quanto tali sono sono regolati da un processo aleatorio. L’utilizzo dei processi stocastici deriva infatti proprio dall’esigenza di descrivere un fenomeno aleatorio in evoluzione nel tempo. Si definisce processo stocastico una famiglia di variabili aleatorie Xt che dipendono da un parametro t legato agli istanti temporali in cui si osserva 105 106 Mariangela Scorrano il comportamento delle singole variabili. Poiché la singola variabile casuale Xt del processo è funzione dello spazio degli eventi Ω, per mettere in risalto questo aspetto spesso si è soliti indicare un processo stocastico con la notazione {Xt (ω) : t ∈ T }. Fissato t ∈ T , Xt (ω) è una variabile casuale, mentre fissato un evento ω ∈ Ω, allora Xt (ω) è una funzione reale della variabile t e viene chiamata traiettoria o realizzazione del processo stocastico. Ogni variabile casuale assume valori in un insieme E detto spazio degli stati. I valori del parametro possono variare in un insieme discreto finito o numerabile, ad esempio t ∈ A = {0, 1, 2, . . . } o in un insieme continuo, ad esempio t ∈ A = [0, T ] o t ∈ A = {t ≥ 0}, dando luogo rispettivamente ad un processo aleatorio a parametro discreto e a parametro continuo. Le variabili aleatorie Xt (ω) che formano il processo e che vengono osservate all’epoca t possono a loro volta essere variabili aleatorie discrete o continue. Si parla dunque di processi stocastici discreti o continui. I modelli finanziari più utilizzati si basano, in particolare, sull’ipotesi che la dinamica dei prezzi sia regolata da un processo stocastico continuo a parametro continuo. In realtà i prezzi dei titoli azionari assumono solo valori discreti (in Italia i prezzi sono multipli di 1 millesimo di euro, nei mercati americani sono multipli di 1/8 di dollaro) e le variazioni dei prezzi possono essere osservate solo quando i mercati sono aperti. Tuttavia, l’ipotesi che i prezzi dei titoli azionari siano regolati da un processo aleatorio a parametro e a variabile aleatoria continua consente di ottenere risultati interessanti sia dal punto di vista matematico sia da quello finanziario. Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 107 Il processo di Markov E’ ipotesi molto comune assumere che i prezzi dei titoli azionari siano regolati da un processo aleatorio di Markov o processo “senza memoria” e ciò coerentemente con la forma debole di efficienza dei mercati. Quest’ultima proprietà afferma che il prezzo di mercato di un titolo riassume in ogni istante tutte le informazioni che si riferiscono ai prezzi passati. In effetti, i processi di Markov rappresentano una categoria di processi stocastici in cui solo il valore corrente della variabile è rilevante per prevedere il futuro. In altri termini il cammino seguito dalla variabile per giungere al suo valore attuale non influenza la sua evoluzione futura. Le predizioni dei prezzi futuri sono naturalmente incerte e devono essere espresse in termini di distribuzioni di probabilità. La proprietà tipica dei processi di Markov richiede che la distribuzione di probabilità del prezzo in ogni particolare istante futuro dipenda solo dal prezzo corrente. Formalmente se St indica il prezzo all’epoca t ed H è l’insieme di valori che la variabile aleatoria St+1 può assumere, allora P rob(St+1 ∈ H|St , St−1 , St−2 , . . . ) = P rob(St+1 ∈ H|St ) Il processo di Wiener Uno dei più semplici processi aleatori continui a parametro continuo che presenta le caratteristiche del processo di Markov è il processo di Wiener (o moto browniano) indicato con W = {Wt , t ≥ 0} (Shreve, 2004). Un processo di Wiener è caratterizzato da traiettorie continue e non differenziabili ∀t. Formalmente si dice che una variabile W segue un processo di Wiener se soddisfa le seguenti proprietà: 108 Mariangela Scorrano PROPRIETÀ 1: W0 = 0 q. c. cioè per t = 0 il processo vale zero quasi certamente (con probabilità uno). PROPRIETÀ 2 : gli incrementi del processo sono indipendenti, cioè fissate le epoche temporali t1 , t2 , . . . , tn , . . . con 0 < t1 < t2 < · · · < tn < . . . le variabili aleatorie Wt1 − Wt0 = Wt1 ; Wt2 − Wt1 , . . . , Wtn − Wtn−1 dette incrementi del processo, sono mutualmente indipendenti. PROPRIETÀ 3 : gli incrementi sono stazionari: Wt+h − Wτ +h ∼ Wt − Wτ con t > τ , h > −τ cioè le variabili aleatorie (Wt − Wτ ) e (Wt+h − Wτ +h ) hanno la stessa distribuzione di probabilità per ogni traslazione temporale h. PROPRIETÀ 4 : gli incrementi Wt − Wτ ( con t > τ ) sono distribuiti in modo normale con � � E Wt − Wτ = 0 � � V ar Wt − Wτ = t − τ La scelta di incrementi con media nulla e varianza uguale a (t − τ ) è propria dei processi di Wiener standardizzati o base. La variazione ∆W in un piccolo intervallo ∆t si può pertanto scrivere come: √ ∆W = ε ∆t (A.1) Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 109 dove ε è un’estrazione casuale da una normale standardizzata, ϕ(0, 1). Parlando di processi stocastici a tempo continuo è bene passare dalle variazioni piccole a quelle infinitesimali. In effetti il processo di Wiener base è il limite per ∆t → 0 del processo descritto per W . L’equazione A.1 diventa pertanto: √ dWt = ε dt (A.2) Tuttavia un processo di Wiener standard non descrive in maniera adeguata le dinamiche tipiche dei prezzi dei titoli finanziari. Per la rappresentazione della dinamica dei prezzi sembra più indicato il processo di Wiener generalizzato, indicato con Zt che, oltre a verificare le proprietà 1 - 3, ha incrementi (Zt −Zτ ), con t > τ , distribuiti in modo normale con media a(t − τ ) e varianza b2 (t − τ ), con a, b ∈ R cioè � � Zt − Zτ ∼ N a(t − τ ), b2 (t − τ ) E’ possibile verificare che un processo di Wiener generalizzato si può scrivere mediante un processo di Wiener standardizzato come segue: Zt − Zτ = a(t − τ ) + b(Wt − Wτ ) (A.3) e che per Zt valgono le proprietà di indipendenza, stazionarietà e normalità degli incrementi. Considerando due istanti temporali t e τ molto “vicini” fra di loro in modo da poter scrivere con una notazione tradizionale t − τ = dt , l’equazione A.3 diviene dZt = adt + bdWt (A.4) 110 Mariangela Scorrano Il processo A.4 può essere utilizzato per spiegare adeguatamente l’evoluzione di fenomeni economici e finanziari che cambiano nel tempo in base a un tasso lineare e che sono caratterizzati da fonti di aleatorietà crescenti col passare del tempo. Interpretando tale equazione differenziale stocastica come l’equazione che descrive la dinamica del prezzo di titoli finanziari, si può affermare che la variazione infinitesima del prezzo dZt è spiegata da due componenti: la prima di natura certa e proporzionale all’incremento temporale dt, la seconda aleatoria e proporzionale a un processo di Wiener standard. I parametri a e b sono detti rispettivamente (coefficienti di) deriva e diffusione (drift rate e variance rate). Si osservi che se si tralascia il termine bdWt , cioè se il variance rate è pari a zero, l’equazione A.4 perde il carattere di aleatorietà e diviene dZt = adt cioè dZt =a dt che può essere risolta, ottenendo � t 1 dZt = 0 � t adt 0 �t �t Zt �0 = at�0 Zt − Z0 = at (A.5) 111 Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 221 Model of the Behavior of Stock Prices Figura A.1: Esempio di processo di Wiener generalizzato (a= 0.3, b=1.5) t Value of variable, x Generalized Wiener process &=adt+bdz / Wiener process, dz Time ! Figure I I .2 Generalized Wiener process: a = 0.3, b = 1.5 ossia normal distribution with mean of Sx = a St standard deviation of Sx = b&t Ztvariance = Z0of+Sxat = b2 St (A.6) Similar arguments to those given for a Wiener process show that the change in the value of x in any time interval T is normally distributed with dove con Z0 si è indicato il punto iniziale della traiettoria che descrive mean of change in x = aT la dinamica del processo. Pertanto, se ofsichange tralascia standard deviation in x = b la f i componente aleatoria del variance of change in x = b2 T processo, in un intervallo di tempo [0, T ] il processo subisce una variazione Thus, the generalized Wiener process given in equation (11.3) has an expected drift rate (i.e., average drift per unit of time) of a and a variance rate (i.e., variance per unit of time) deterministica misurata da11.2. aT . Il termine bdWt è da intendersi come in Figure of b2. It is illustrated un Example 11.2 Consider the situation where the cash position of a company, measured in disturbo (rumore o noise), ossia come una with variabilità aggiuntiva al sentiero thousands of dollars, follows a generalized Wiener process a drift of 20 per year and a variance rate of 900 per year. Initially, the cash position is 50. At the end of one year, the cash position will a normal distribution a mean of 70 and a standard deviation of a, or 30. the end of seguito dahave Z. L’entità diwith tale variabilità è proporzionale adAt un processo di six months, it will have a normal distribution with a mean of 60 and a standard deviation of 3 0 m = 21.21. Our uncertainty about the cash position at some time in the future, as measured by its standard deviation, increases as the root of how far ahead we are looking. Note that the Wiener standard. Si consideri al square riguardo la figura A.1. cash position can become negative (we can interpret this as a situation where the company is borrowing funds). Il processo di Itô Si può ora definire un altro tipo di processo stocastico, noto come processo di Itô, indicato con X = Xt , t ≥ 0 . Si tratta di un processo di Wiener generalizzato in cui i parametri a e b non sono costanti, ma sono funzioni della variabile aleatoria Xt e del tempo t . Formalmente, un processo 112 Mariangela Scorrano di Itô si può scrivere come segue: dXt = a(Xt , t)dt + b(Xt , t)dWt e quindi come Xt = X0 + � t a(Xs , s)ds + 0 � t b(Xs , s)dWs 0 dove il primo integrale è un integrale tradizionale mentre il secondo è un integrale stocastico, noto come integrale di Itô. Con riferimento all’analisi dell’andamento dei prezzi dei titoli azionari molto spesso si assume che tale andamento St sia descritto da un processo di Itô. In particolare si assume che St segua la seguente dinamica: dSt = a(St , t)dt + b(St , t)dWt (A.7) con S0 > 0 prezzo noto. Tale processo si può riscrivere come St = S0 + � t a(Su , u)du + 0 � t b(Su , u)dWu 0 espressione che evidenzia come il prezzo St dei titoli azionari all’istante t sia formato da 3 componenti: il prezzo iniziale S0 , la risultante di un insieme di elementi certi in [0, t] e la risultante di un complesso di elementi aleatori manifestatisi in [0, t]. In effetti, per i prezzi azionari la semplice ipotesi di deriva costante a(St , t) = k, k ∈ R non risulta essere adeguata. Essa trascura infatti un aspetto chiave dei prezzi azionari: il tasso di rendimento atteso dagli investitori non dipende dal prezzo dell’azione. Gli investitori, infatti, richiedono un certo tasso di rendimento atteso qualunque sia il prezzo dell’azione. Più Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 113 razionale sembra pertanto l’ipotesi che il tasso di deriva atteso in rapporto al prezzo dell’azione sia costante, ossia: a(St , t) = µ, µ ∈ R St Con tale ipotesi, supponendo assente la componente aleatoria (b = 0), l’equazione A.7 diventa: dSt = µSt dt cioè dSt = µdt St di modo che � t 0 1 dSt = St � t µdt 0 �t �t lnSt �0 = µt�0 lnSt − lnS0 = µt ln( St ) = µt S0 da cui si ottiene St = S0 eµt (A.8) L’equazione A.8 evidenzia che in assenza di aleatorietà, se si ipotizza una deriva uguale a µSt , il prezzo del titolo cresce in base ad un tasso istantaneo µ per unità di tempo. In realtà il coefficiente di diffusione non è nullo. Un’ipotesi 114 Mariangela Scorrano ragionevole e ampiamente accettata è che in un breve intervallo di tempo (da t a t + ∆t) l’incremento di varianza sia proporzionale (con fattore di proporzionalità σ 2 ) al quadrato del prezzo e all’ampiezza dell’incremento temporale, sia cioè σ 2 St2 ∆t. In altri termini si suppone che l’incertezza sui rendimenti relativi ∆St /St sia la stessa (e uguale a σ 2 ∆t ), indipendentemente dai prezzi del titolo. Le argomentazioni precedenti suggeriscono che il prezzo di un titolo azionario può essere rappresentato da un processo di Itô con deriva µSt e diffusione σ 2 St2 , noto anche con il nome di moto browniano geometrico dSt = µSt dt + σSt dWt (A.9) che si può riscrivere come segue dSt = µdt + σdWt St (A.10) equazione che caratterizza la dinamica dei rendimenti relativi dei prezzi. L’equazione differenziale A.10 rappresenta il modello più utilizzato per l’analisi del comportamento dei prezzi dei titoli azionari. Il coefficiente σ è abitualmente chiamato volatilità del prezzo del titolo azionario, il coefficiente µ rappresenta il tasso di rendimento atteso. L’equazione A.10 con la condizione iniziale S0 > 0 ha come soluzione St = S0 e(µ−σ 2 /2)t+σW t (A.11) La versione discreta dell’equazione A.10, considerando anche la definizione di processo di Wiener, è √ ∆S = µ∆t + σε ∆t S Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 115 dove con ε si è indicata una variabile aleatoria normale standardizzata, cioè ε ∼ N (0, 1). Si ha pertanto � � ∆S ∼ N µ∆t, σ 2 ∆t S Si osservi che tali relazioni sono valide solo approssimativamente, e che l’errore commesso utilizzando tali relazioni è tanto più grande quanto più ampio è l’intervallo temporale ∆t considerato. Un importante risultato che sfrutta il processo stocastico di Itô è dato dal noto lemma di Itô. Si procede di seguito ad enunciarne il contenuto (Wilmott et al., 1993). Sia X una variabile stocastica che segue un processo di Itô con drift rate a(X, t) e variance rate b(X, t): dXt = a(Xt , t)dt + b(Xt , t)dWt Sia inoltre Ft = F (X, t) una funzione regolare del processo X e di una variabile deterministica t. In particolare, si ipotizza che la funzione F sia differenziabile con continuità due volte rispetto a X e una volta rispetto a t. In base al lemma di Itô, anche F segue un processo stocastico di Itô con tasso di deriva pari a: ∂F ∂F 1 ∂ 2F 2 a+ + b ∂X ∂t 2 ∂X 2 e tasso di varianza pari a: � ∂F �2 2 b ∂X 116 Mariangela Scorrano Tale risultato può essere considerato come un’estensione di risultati noti del calcolo differenziale. Infatti, il differenziale totale di F è dato da: dF = ∂F ∂F 1 � ∂ 2F ∂ 2F ∂ 2F 2� 2 dX + dt + dX + 2 dXdt + dt ∂X ∂t 2 ∂X 2 ∂X∂t ∂t2 dove lo sviluppo di Taylor è stato arrestato al secondo ordine. Questa espressione, ricordando che X segue un processo stocastico di Itô, può essere semplificata come segue: � ∂F ∂F b2 ∂ 2 F � ∂F dF = a + + dt + b dW 2 ∂X ∂t 2 ∂X ∂X Un’applicazione di questo lemma consente di determinare la dinamica del prezzo di un titolo azionario. In particolare permette di dimostrare che il prezzo di un titolo azionario, indicato con St , segue una distribuzione di tipo lognormale. A tal proposito si consideri la variabile aleatoria Ft = logSt . La dinamica del prezzo St è descritta da un moto browniano geometrico (processo di Itô con a = µSt e con b = σSt ). Allora, per la funzione F (St , t), che dipende solo dal prezzo del titolo e dal tempo, in virtù del lemma precedente, si ha: dFt = Dato che � ∂F ∂F 1 ∂ 2F 2 2� ∂F µS + + S σ dt + σSdWt 2 ∂S ∂t 2 ∂S ∂S ∂F 1 = ; ∂S S ∂ 2F 1 = − ; ∂S 2 S2 ∂F =0 ∂t l’equazione A.12 diventa dFt = ossia �1 � 1 1 1 µS + (− 2 )S 2 σ 2 dt + σSdWt S 2 S S � σ2 � dFt = µ − dt + σdWt 2 (A.12) Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 117 Poiché µ e σ sono costanti, quest’ultima equazione indica che Ft segue un processo di Wiener generalizzato con drift rate (µ − σ 2 ) e variance rate σ 2 . Pertanto il cambiamento di Ft tra l’epoca corrente t e un certo istante futuro T è distribuito in modo normale con media (µ − σ2 )(T − t) 2 e varianza σ 2 (T − t) Si osservi che Ft = logSt e FT = logST . La variazione FT − Ft nell’intervallo (T − t) risulta pertanto logST − logSt e quindi cioè � � σ2 logST − logSt ∼ N (µ − )(T − t), σ 2 (T − t) 2 � � σ2 logST ∼ N (logSt + µ − )(T − t), σ 2 (T − t) 2 Poiché logST è distribuito in modo normale, si può affermare che ST , cioè il prezzo del titolo azionario all’epoca T , segue una distribuzione log-normale. � Inoltre, si osservi che lo scarto quadratico medio di logST , pari a σ (T − t), è � proporzionale a (T − t) e quindi, se si misura l’incertezza del logaritmo del prezzo futuro del titolo con lo scarto quadratico medio, tale incertezza risulta proporzionale alla radice quadrata dell’ampiezza dell’intervallo di proiezione in avanti. Appendice B Metodo di Monte Carlo B.1 Introduzione I metodi di simulazione Monte Carlo si sono rivelati uno strumento efficace e computazionalmente flessibile per la risoluzione di problematiche di carattere finanziario. Molti modelli studiati ed applicati in ambito finanziario non permettono di ricavare soluzioni in forma chiusa e quindi richiedono l’utilizzo di tecniche di tipo numerico per ottenere una soluzione approssimata accettabile. In particolare, negli ultimi anni, data anche la recente complessità computazionale richiesta, si è registrato un aumento dello studio dei metodi numerici. Tra questi un ruolo di grande importanza è ricoperto dai metodi di simulazione Monte Carlo. La denominazione Monte Carlo fu coniata all’inizio della seconda guerra mondiale da J. Von Neumann e da S. Ulam mentre lavoravano al progetto Manhattan presso il centro di ricerche nucleari di Los Alamos. Essi si ispi119 120 Mariangela Scorrano rarono, nella scelta del nome Monte Carlo, al celebre principato monegasco e all’aleatorietà dei risultati che si possono riscontrare presso la sua casa da gioco. I due ricercatori utilizzarono l’espediente di sostituire i parametri delle equazioni che descrivono la dinamica delle esplosioni nucleari con un insieme di numeri casuali. In tal modo era possibile ottenere le soluzioni delle equazioni senza dover inferire i parametri da dati sperimentali. Infatti, il numero di esperimenti necessari per dedurre i parametri dall’osservazione del fenomeno sarebbe stato troppo elevato. B.2 Metodi Monte Carlo e valutazione di opzioni finanziarie Una delle principali applicazioni del metodo di Monte Carlo consiste nella valutazione delle opzioni finanziarie proprio per il ruolo di fondamentale importanza che esse rivestono nella moderna teoria della finanza. Tale applicazione è stata proposta per la prima volta in Boyle (1977). Per tale metodo di valutazione di fondamentale importanza è la procedura utilizzata per generare le traiettorie del prezzo S del bene sottostante l’opzione. Le traiettorie vengono costruite in base all’ipotesi di poter operare in un’economia neutrale al rischio. Se è lecito supporre che gli investitori siano neutrali al rischio, i calcoli connessi con la valutazione dei titoli derivati si semplificano enormemente in quanto il tasso di rendimento atteso di ogni titolo coincide con il tasso di interesse per le attività non rischiose. Inoltre, in un’economia neutrale al rischio il valore Valutazione finanziaria in ipotesi di volatilità stocastica della polizza GMWB 121 atteso all’epoca t < T di un flusso di cassa aleatorio disponibile all’epoca T si può ottenere semplicemente attualizzando il valore medio del flusso di cassa al tasso di interesse privo di rischio. Nel caso di un’opzione europea, i metodi Monte Carlo prevedono dunque i seguenti passi: • generazione un numero elevato M di sentieri per i prezzi del sottostante a scadenza Stk+1 = St e(r−σ 2 /2)(t k+1 −tk )+σ √ (tk+1 −tk )εk+1 con k = 0, 1, 2, . . . , n − 1 e nella quale – tk+1 − tk rappresenta in anni l’ampiezza del (k + 1) − simo intervallo della simulazione – σ rappresenta la volatilità annua del prezzo del titolo – εk+1 è un numero casuale estratto da una distribuzione normale standardizzata • calcolo del payoff • attualizzazione della media dei payoff ottenuti L’ingrediente base di tali metodi è perciò ε. E’ chiaro quindi che molti degli sforzi saranno concentrati nell’individuare delle tecniche che permettano di generare tali numeri casuali secondo opportuni criteri. Si possono individuare delle tecniche che permettono l’estrazione direttamente dalla distribuzione di interesse oppure utilizzare tecniche generali che considerano numeri casuali generati nell’intervallo unitario che vengono poi opportunamente trasformati. 122 Mariangela Scorrano Bibliografia Bauer, D., Kling, A., & Russ, J. (2008). A Universal Pricing Framework for Guaranteed Minimum Benefits in Variable Annuities. Astin Bulletin, 38, 621–651. Benhamou, E. & Gauthier, P. (2009). Impact of Stochastic Interest Rates and Stochastic Volatility on Variable Annuities. Boyle, P. (1977). Options: a Monte Carlo approach. Journal of Financial Economics, 4, 323–338. Boyle, P. & Hardy, M. (2003). Guaranteed Annuity Options. University of Waterloo, Canada. Brown, J. R. & Poterba, J. M. (2004). Household demand for variable annuities. Center for Retirement Research, Boston College. Chen, Z., Vetzal, K., & Forsyth, P. (2008). The effect of modelling parameters on the value of GMWB guarantees. 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