Il giardino sul - Perlite Italiana
Transcript
Il giardino sul - Perlite Italiana
M.carbonara la vostra casa ‹ risparmio energetico o t t e t l u s o Il giardin ‹ Belle da vedere e consigliabili dal punto di vista ambientale, le coperture con vegetazione sono una soluzione per edifici nuovi e anche per quelli esistenti. Si può scegliere tra il prato ornamentale e il tipo accessibile, ma esiste una norma che li regola e ne stabilisce le caratteristiche. Molte le proposte da parte delle aziende specializzate. Piante in quota: è molto conveniente Soluzione utilizzata parecchio in altri Paesi europei, il tetto verde anche in Italia ha ormai diverse applicazioni. Il crescente interesse è dovuto alla lunga serie di vantaggi che questo tipo di copertura, se eseguita correttamente e secondo le indicazioni contenute nella norma di riferimento, è in grado di offrire, coniugando benefici al paesaggio e risparmio economico. TUTTI I VANTAGGI coibentazione termica, la struttura nel suo complesso e la superficie verde sono in grado di ridurre le dispersioni termiche e tenere la temperatura in estate a livelli molto più bassi rispetto a un sistema di tipo tradizionale; l isolamento acustico, l’inverdimento protegge dai rumori in entrata e in uscita, grazie alla disomogeneità delle superfici e alla presenza di materiali molto isolanti; l riduzione delle spese in generale, sia per quanto riguarda il consumo energetico degli ambienti interni sia per quanto riguarda la manutenzione della copertura; l 138 Cose di Casa Agosto 2011 l miglioramento del clima micro e macro ed equilibrio ecologico, con il verde viene garantita la fondamentale evaporazione, oltre ad altri processi di vitale importanza; l maggiore durata del tetto e dei sistemi connessi, perché quello verde riduce gli sbalzi di temperatura che risultano dannosi anche per i materiali della costruzione; in più riesce a trattenere anche fino al 90% dell’acqua piovana, con alleggerimento del carico per tutta la canalizzazione di scarico, verticale e orizzontale; l fruibilità del tetto, perché - laddove la struttura lo permetta - la copertura può essere recuperata come terrazzo con verde o addirittura come giardino pensile, con conseguente valorizzazione generale dell’immobile; l protezione dalle onde elettromagnetiche e contenimento delle sostanze nocive, funzioni svolte in maniera fisiologica dallo strato vegetale; per esempio, questo è in grado di captare e trattenere gran parte delle polveri atmosferiche. Differiscono soprattutto per quanto riguarda la fruibilità: uno è ornamentale (estensivo) l’altro è utilizzabile come un vero giardino (intensivo) e, di conseguenza, varia poi la manutenzione. l Se le condizioni sussistono i due tipi possono coesistere sulla stessa copertura. Cambiano pesi e costi, variabili a seconda del produttore e del “pacchetto” utilizzato. Il mercato in questo campo offre abbastanza scelta, tra sistemi brevettati e procedure condivise da più aziende. In tutti i casi è importante optare per una soluzione a norma e adatta all’edificio in oggetto. Estensivo Intensivo È un sistema adatto a superfici in sommità alle quali è difficile accedere e per coperture a cui è possibile aggiungere carichi ridotti. Il peso complessivo dipende dai produttori e dallo spessore della stratificazione, in genere da 10 a 15 cm. Per fare un esempio, un sistema di 10 cm con materiali naturali per lo strato di accumulo ha un peso minimo di 80 kg/mq (a totale saturazione); il costo è stimabile in 55 euro/mq, compresa la parte a verde. La superficie vegetale qui ha la funzione principale di compensazione ambientale. Generalmente per questa versione si utilizzano specie con elevata capacità di insediamento e di riproduzione, nonché di resistenza al vento e agli sbalzi termici, come per esempio erbacee perenni, sedum e crassulacee. In questo caso il tetto verde è accessibile e utilizzabile: è possibile realizzare persino strutture arredate e percorsi carrabili, oltre che pedonali. Condizione necessaria perché ciò sia possibile è che l’edificio abbia i requisiti statici per sopportare i relativi carichi, tenendo conto anche degli spessori necessari: in media da 20 a 40 cm, con picchi di 80 cm per alcune specie. Considerando un campione con spessore di 15 cm, il sistema naturale pesa circa 120-130 kg/mq (a totale saturazione). Il costo in questo caso è calcolabile in 65 euro/mq, inclusa la parte a verde. Per l’intensivo si utilizzano specie con capacità di sviluppo; sono consigliate erbacee, cespugli, arbusti a media altezza e piccoli alberi: una varietà che permette di riprodurre in quota un giardino del tutto simile a quelli posti al suolo. Come leggere gli strati 1 Solaio dell’abitazione completo di isolamento: va prevista una pendenza minima dell’1% per favorire il deflusso dell’acqua. 2 Membrana antiradice: impermeabile e resistente anche ai microrganismi; ha spessore variabile secondo l’esigenza e i parametri normativi. Serve a impedire alle radici di infiltrarsi negli strati isolanti e nel solaio. 3 Strato di drenaggio: esiste in formulazioni diverse e, in alcuni sistemi integra anche l’accumulo idrico o l’isolamento; ha la funzione di smaltire le acque meteoriche in eccesso; nella versione con accumulo idrico serve anche a cedere al terreno umidità e sostanze utili; nella versione con isolamento è composto da materiale coibente. 4 Strato di accumulo: consente di trattenere acqua di riserva per gli apparati radicali, utile nei momenti di stress idrico. 5 Filtro: impedisce il passaggio agli strati sottostanti delle parti fini che compongono il substrato colturale. Che cosa c’è sotto il verde M.carbonara ‹ Dimostrando che la coibentazione termica del sistema utilizzato soddisfa i parametri richiesti dalla legge, anche per la costruzione di un tetto verde è possibile usufruire della detrazione fiscale del 55%, prevista per le opere finalizzate al contenimento energetico. La documentazione relativa alle prestazioni del tetto fornito deve essere rilasciata dall’azienda che lo ha prodotto, mentre la certificazione energetica che attesta il miglioramento dovrà essere affidata a un tecnico abilitato. Due tipologie: una decorativa e una fruibile 6 5 4 3 2 1 6 Substrato colturale: è il terreno di coltura che deve consentire uno sviluppo costante della vegetazione; lo spessore varia in base al tipo di sistema e alla tipologia di inverdimento: in media 5/8 cm per estensivo, 20/40 cm per intensivo. Cose di Casa Agosto 2011 139 la vostra casa ‹ risparmio energetico 20 °C è la differenza di temperatura, stimabile in media, tra un tetto impermeabilizzato di tipo tradizionale e uno verde, calcolata nelle ore più calde dei mesi estivi. 4 3 2 1 ‹ Regolato da una norma A livello nazionale le regole di progettazione per queste coperture sono contenute nella norma Uni 11235 “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di coperture a verde” (maggio 2007, con una errata corrige apportata nel gennaio 2009), alla quale i produttori sono tenuti ad attenersi. l Va detto che tale disposizione oggi viene presa a modello anche in altri Paesi europei. l Dal punto di vista del committente, la conformità di un tetto verde a tale disposizione è certamente garanzia di qualità: la Uni 11235, infatti, è una norma di prodotto prestazionale, definisce cioè i requisiti minimi per ciascun elemento utilizzato nel sistema di copertura e anche specifica quali devono essere necessariamente presenti ai fini della funzionalità della copertura. 140 Cose di Casa Agosto 2011 ‹ In piano o inclinato Entrambe le tipologie, estensivo o intensivo, si possono realizzare su coperture piane e su tetti inclinati. l Su superfici orizzontali non vi è alcun vincolo; invece qualche accorgimento deve essere preso negli altri casi, in particolare per quanto riguarda la battuta di contenimento perimetrale, ovvero il bordo esterno che è sempre presente in queste coperture e serve da barriera al sistema verde. In generale è stato dimostrato come fino a un’inclinazione di 15° (che corrisponde a una pendenza del 27%) sia possibile utilizzare i pacchetti standard e solo per valori maggiori sia necessario adottare misure ad hoc, comunque possibili. l Tetti verdi sono stati realizzati anche su falde con inclinazione di 50° (pari a più del 100% di pendenza). Acqua e terra, la cura è automatica In tutti i “pacchetti verdi” sono previsti un sistema di irrigazione, che utilizza la rete idrica principale dell’edificio, e un impianto di fertilizzazione. Entrambi sono in genere gestibili attraverso una centralina elettronica, grazie alla quale la situazione di questi circuiti è monitorata. l Acqua va assicurata costantemente alle piante anche a livello delle radici, ed è per questo che viene predisposto lo strato specifico; la modalità di accumulo idrico (funzione importante per lo sviluppo della vegetazione) varia a seconda dei produttori: in alcuni sistemi è garantita attraverso l’utilizzo di materiali naturali (per esempio perlite espansa), in altri tramite uno strato composto da celle o, ancora, con tessuti-non-tessuti ritentori, filtri geotessili o polistirene espanso sinterizzato. È importante il substrato colturale Si tratta di uno strato di vitale necessità: è quello che fornisce il nutrimento alle piante e ne permette la crescita sana. Nei tetti a verde le caratteristiche di questo sono dettate dalla norma di riferimento che prevede un substrato colturale costruito appositamente per l’applicazione. Infatti non si utilizza mai terreno naturale (come in un giardino al suolo) perché comporterebbe problemi di peso elevato, di perdite delle caratteristiche agronomiche e di eccessiva compattazione. l La norma invece prescrive, tra gli altri, requisiti di bassa comprimibilità e di elevata ritenzione idrica. Ciascun produttore, nei limiti delle restrizioni normative, si avvale di un proprio prodotto. Anche per sostituirne uno tradizionale Sebbene sia preferibile optare per un tetto verde in caso di nuova costruzione, perché si contengono i costi e perché tutte le valutazioni preventive possono essere fatte in fase progettuale, una scelta di questo tipo si può prendere in considerazione anche per edifici esistenti. l Quindi è possibile sostituire una vecchia copertura, piana o inclinata, con una nuova a verde. l È indispensabile in entrambi i casi una verifica statica delle condizioni dell’edificio, in particolare analizzando la portata dell’elemento di supporto: se ritenuto idoneo, l’immobile può essere rinnovato, per esempio con un giardino fruibile al posto della terrazza impermeabilizzata e pavimentata, oppure con una vegetazione purificante invece delle tradizionali falde. l È possibile anche posare una copertura verde su un’impermeabilizzazione esistente, purché le condizioni di questa garantiscano prestazioni ottimali; in caso contrario bisogna rimuoverla e posarne una nuova. Talvolta può rendersi necessario abbinare all’impermeabilizzazione esistente uno strato antiradice aggiuntivo. ‹ La manutenzione: bassa e alta secondo il tipo La tipologia “verde estensivo” richiede una bassa manutenzione con interventi finalizzati al controllo degli elementi, secondo quanto prevede la norma Uni 11235: per esempio la pulizia dei bocchettoni di scarico (come avviene per una copertura piana tradizionale tipo il lastrico solare) e per controllare una o due volte l’anno che non si stiano sviluppando piante non adatte. È più impegnativa (il termine corretto è “alta”) la manutenzione del “verde intensivo” che, oltre alla verifica dei componenti, integra anche le attività utili alla cura della vegetazione. In ogni caso la norma contiene tutte le istruzioni anche per la corretta gestione della copertura, fornendo alle aziende incaricate ogni indicazione utile per agire in modo corretto e appropriato. l personale specializzato ‹ LaSolo realizzazione di una copertura verde deve essere affidata solo a personale qualificato, in grado di operare secondo le indicazioni normative e con la competenza tecnica necessaria, che deve comprendere anche la conoscenza esatta dei meccanismi idraulici, fisici e meccanici. Si tenga poi conto che dall’esecuzione pratica dipendono anche l’efficacia e la durata del sistema. ‹ Letraautorizzazioni: iter comunale e permessi condominiali Come per tutti gli interventi edilizi è necessario attenersi alle norme comunali e alle relative procedure burocratiche; in questo caso bisogna anche verificare l’eventuale esistenza di vincoli. In più, se si tratta di condominio, serve il consenso dei condomini, riuniti in assemblea. 1. Il verde estensivo di Harpo divisione Seic è realizzato su tetto piano con erbacee perenni. 2. Sulla falda curva, la copertura verde di Daku è di tipo estensivo. 3. Di Climagrün, inverdimento estensivo composto con sette varietà di sedum. 4. Sulla sommità dell’edificio, verde intensivo di Perlite Italiana realizzato con il sistema Perliroof. la vostra casa ‹ risparmio energetico Le specie dipendono da utilizzo e clima Estensivo o intensivo? Quando si opta per un sistema di inverdimento bisogna decidere preventivamente l’uso della copertura tra quelli possibili (esclusivamente giardino in quota o terrazza praticabile) e quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere colturale, che non è un dato trascurabile. l Per esempio, per piante erbacee perenni a piccolo sviluppo sono sufficienti 10 cm, mentre per tappeti erbosi ne occorrono almeno 15; arbusti di piccola taglia richiedono 20 cm e alcuni alberi addirittura 80-100 cm. Persino sulle pareti Giardini verticali si possono ottenere in varie situazioni, dal rivestimento esterno (con il sistema della facciata ventilata) alle recinzioni, agli inserti decorativi, sino alle pareti autoportanti e ai muri di contenimento. l Sono anche realizzabili strutture bifacciali: con gli stessi vantaggi dei tetti a verde e con in più il beneficio di attutire il rumore del traffico. DI SEMPLICE MANUTENZIONE Si può scegliere tra diversi sistemi, in genere si tratta di pannelli o moduli, con variazioni che dipendono dal produttore, come nel caso dei giardini in copertura. Semplici da gestire grazie alle centrali di controllo elettronico che permettono di monitorare irrigazione e fertilizzazione delle piante, non richiedono alte spese di manutenzione (da affidare a vivaisti/giardinieri) se non per le attrezzature necessarie per l’elevazione in quota. l Come per il verde in sommità, anche in questi casi la vegetazione va scelta in base alle condizioni climatiche. la facciata ventilata con pannelli “VERDI” Tra i sistemi più utilizzati c’è quello che sfrutta la tecnica costruttiva della facciata ventilata. In alternativa alle lastre di tamponamento si utilizzano, solo per fare un esempio, pannelli preassemblati già completi della vegetazione (il cui impianto è stato preventivamente effettuato da un vivaista) in genere a un discreto livello di sviluppo (che si completa dopo circa 6 mesi). l A partire dalla posa in opera, il ciclo di assestamento delle piante è stimabile in circa 12 mesi. Questo sistema, il cui ulteriore vantaggio è quello di permettere la sostituzione anche di un solo pannello, è certamente consigliabile per le nuove costruzioni (il costo può essere stimato in circa 650 euro/mq), ma può essere preso in considerazione anche come sostituzione della tradizionale facciata ventilata, adattando la struttura portante. l Meglio limitarsi a inserti invece nei casi di edifici esistenti privi di rivestimento ventilato. Per informazioni: Aivep - Associazione italiana verde pensile, www.aivep.org, Tel. 06/86203392 Uni - Ente Nazionale Italiano di Unificazione, www.uni.com, Tel. 02/700241 142 Cose di Casa Agosto 2011 Qui sopra, il verde verticale di Perlite Italiana è realizzato sulla parete esterna dell’edificio con i moduli del sistema Perliwall. Indirizzi ‹ con l’intervento. l La norma di riferimento, inoltre, puntualizza sulla necessità di una fase analitica climatico-territoriale, anch’essa necessaria per la selezione della vegetazione; da quest’ultima dipende lo spessore dello strato Climagrün www.climagruen.it/cms/, Tel. 0471/913832 Daku, www.daku.it, Tel. 0543/480496 Harpo - divisione Seic verde pensile www.harpo-group.com/verdepensile/ Tel. 040/3186611 Perlite Italiana www.perlite.it/home.asp, Tel. 02/4407041