Formato pdf - Il Porto di Toledo

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LA LETTURA DEGLI ALTRI
Resoconto di un viaggio nel mondo dell'Altro
All’Università di Roma La Sapienza, dal 2 al 4 maggio scorsi, tre giorni di incontri dedicati all’esplorazione
culturale
di Simone Germini
L’uomo affamato di cultura non conosce confini spaziali fisici né ideali. Egli esplora luoghi altrui, paesi
stranieri, universi ignoti. Trova stimoli infiniti nel proiettare il suo sguardo al di là, in terre non ancora
battute, perché è il suo spirito positivamente tracotante ed inappagabile ad imporglielo, a guidarlo dove
l’uomo comune non giunge.
Gli incontri che hanno costellato il seminario/laboratorio di studi interculturali La lettura degli altri.
Traduzioni/riscritture. Sguardi. Rappresentazioni, tenutosi all’Università di Roma La Sapienza, dal 2 al 4
maggio scorsi, si sono posti come obiettivo comune proprio quello di delineare i contorni di alcuni mondi
diversi dal nostro, di illustrare degli aspetti della lettura di questi mondi. Molti sono riusciti nel loro intento,
altri invece hanno faticato, perdendosi in quel fitto arabesco che è l’Altro.
La prima giornata, dedicata alla riscrittura ed alla traduzione, è stata aperta dalla Prof.ssa A.Punzi, con
l’intervento Riscrittura come lettura altra di un testo: il personaggio di Galeotto. Signore delle isole
lontane. Una discussione attraverso la rielaborazione e le censure subite nella letteratura, medievale
soprattutto, dalla figura di Galeotto, passando per autori come Dante (il celebre canto V dell’Inferno, quello
dedicato a Paolo e Francesca:”Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”) e Boccaccio (che “cognomina” la sua
celebre opera, il Decameron, ”prencipe Galeotto”).
Ha affrontato il tema della riscrittura anche il Prof. L.Marinelli, nel suo discorso La riscrittura teatrale come
lettura, sguardo e rappresentazione dell’Altro: La classe morta di Tadeusz Kantor. Una panoramica sulle
influenze subite dal regista teatrale polacco nella creazione della sua opera forse più famosa(sorta di
grande seduta spiritica e metafora del rapporto, spesso difficile e doloroso, vecchiaia-infanzia), aprendo
uno squarcio luminoso e ai più ignoto, quello della letteratura polacca del Novecento, feconda ed ispirata
anzitutto nelle singolari personalità dei cosiddetti tre pazzi, Witold Gombrowicz, il pazzo ribelle, Stanislaw
Witkiewicz, il pazzo disperato, e Bruno Schulz, il pazzo annegato.
E’ stata la Prof.ssa C.Miglio a spostare l’attenzione sul tema della traduzione. Nell’ intervento La lettura
degli altri: lettura e risposta etico-estetica: Celan e Ungaretti traducono Shakespeare, ha condotto gli
astanti in un emozionante viaggio tra la poetica ed il carattere di due tra i più illustri e complessi poeti del
secolo scorso, soffermandosi in particolar modo sulla loro attività traduttiva degli immortali versi di William
Shakespeare, ma sottolineando anche come la loro scrittura fosse una forma di ricerca di una terra
straniera, a cui dal profondo, sentivano di appartenere, a cui, nel profondo, sentivano di essere
indissolubilmente legati.
Hanno concluso la prima giornata del seminario gli interventi della Prof.ssa L.Tattoni, Edward Taylor e la
riscrittura dei salmi, in cui si è analizzata l’opera di rielaborazione del britannico poeta puritano delle sacre
scritture, e della Prof.ssa P.Minucci e della sua equipe di studio, Le canzoni di Dionissis Savvopoulos in
italiano (riflessioni da un laboratorio di traduzione). Disamina delle tappe e delle difficoltà incontrate
nell’originalissima e coraggiosa, peraltro, scelta di rendere in italiano i testi del cantautore greco.
La seconda giornata, focalizzata sullo sguardo, è stata inaugurata dalla Prof.ssa M.Combi, che
nell’intervento Sguardi incrociati: leggere l’alterità culturale ha descritto l’importanza dello sguardo nella
disciplina antropologica (significativi gli scatti che ritraggono l’antropologo statunitense Bronislaw
Malinowski tra indigeni increduli).
In Quel che le parole non dicono: l’altra lingua delle immagini. Immagini e non parole per leggere l’altro,
la Prof.ssa C.Subrizi ha incentrato la sua discussione sull’analisi della pellicola D’Est della regista Chantal
Akermann. Un lungometraggio intenso seppur privo di dialoghi, bensì ricco di suoni ambientali, e frutto di
un lungo viaggio (dalla primavera all’inverno) dalla Germania dell’Est alla Russia, ovvero in quel vasto e
gelido lembo di terra del Vecchio Continente spesso visto come Altro dal resto dell’Europa.Lembo di terra
di cui, come detto, è parte integrante la Russia. Russia centro della dissertazione della Prof.ssa B.Ronchetti
nell’intervento Realtà e finzione nello sguardo altrui. Lettura inconsueta del mondo conosciuto: due
esempi dell’arte russa fra parola e immagine. L’uno lo scrittore Viktor Olegovic Pelevin ed il suo romanzo
Omon Ra, l’altro l’artista Ilya Kabakov e la sua splendida installazione L’uomo che volò nel cosmo dalla sua
stanza, creazione sensazionale nella sua fiabesca magia di sogno e bisogno d’Infinito. Due esempi della
ribellione prodotta dall’ossessiva (e assurda, se si pensa alle miserabili condizioni in cui riversava il popolo
sovietico) campagna spaziale condotta dall’Urss in buona parte del Novecento.
A termine della seconda giornata Il libro che non c’è, l’avventurosa storia della Bibbia gitana, della Prof.ssa
M.Saracino -i gitani, etnia vicina a noi eppure sconosciuta, alla quale in molti siamo ostili senza sapere
davvero il perché –, e l’enigmatico intervento del Prof. A.Montanari, Sguardo turistico nella città
contemporanea, caotico contenitore di nomi celebri tanto incomprensibile, da causare un acceso dibattito
tra il solo eppure agguerrito Docente di Geografia del turismo, ed i Professori organizzatori presenti in aula
(per inciso, pirotecnico il duello “rusticano” Montanari- Marinelli).
Nella terza e conclusiva giornata, dedicata alle rappresentazioni, hanno preso la parola la Prof.ssa F.
Sinopoli, Ri/letture post-coloniali della storia condivisa: il caso italiano, in cui è emersa chiara, fra le altre
cose, la responsabilità della cattiva gestione amministrativa dell’Italia nelle conseguenti sanguinose guerre
civili che hanno devastato, e tuttora devastano, i paesi colonizzati. La Prof.ssa M.Wozniak Sulla fiaba. Tra
parola e immagine, un discorso focalizzato sull’evoluzione nei secoli delle illustrazioni della fiaba
Cenerentola, dai primi disegni alla versione American dream girl Disney. La Prof.ssa M.Mastrangelo, La
performance come lettura: il teatro di narrazione giapponese, una curiosa e divertente discussione sullo
spettacolo teatrale comico-narrativo del Sol Levante. La Prof.ssa F.Terrenato, ”Bel sentimento femminile”:
la lettura delle donne nei Paesi Bassi dell’Ottocento, notevole studio sul processo di formazione letterario
femminile nel XIX secolo. Infine, a chiudere la giornata e l’intero seminario, è intervenuta la Prof.ssa
S.Zuccheri, la quale, nell’intervento L’Altro nell’Altro, avanguardie poetiche in Cina, ha intrapreso un
bellissimo e rischiarante cammino tra la sorprendente poesia cinese, spalancando così le porte di un
universo celato nel cuore di un continente tanto grande quanto artisticamente rigoglioso.
La lettura degli altri. Traduzioni/riscritture. Sguardi. Rappresentazioni. Più di un seminario, più di un
laboratorio di studi interculturali. Un intenso viaggio esplorativo all’interno di alcuni aspetti dell’Altro,
finalmente sviscerati, finalmente chiari in tutta la loro lucentezza, a chi ha avuto il grande merito di cibarsi
di tutti gli incontri, da quelli più riusciti(Marinelli, Miglio, Subrizi, Ronchetti e Zuccheri su tutti), a quelli
meno riusciti(Montanari), ampliando così il suo orizzonte culturale.