Lo strano caso dell`esploratore Stanley Livingstone

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Lo strano caso dell`esploratore Stanley Livingstone
Luigi Dal Cin
Lo strano caso
dell’esploratore Stanley
Livingstone
Bibliotechina Einaudi Scuola
L’incredibile storia del professor Livingstone
Del professor Stanley Livingstone, il più grande esploratore dei nostri tempi,
inviato nella giungla amazzonica con importanti incarichi scientifici dalla
prestigiosa società inglese di esplorazione mondiale SÒSCEMO, si sono
perse le tracce.
Riuscirà la giovane dottoressa Livingstone, figlia del famoso esploratore, a
ritrovare il padre nell'intricata e pericolosa giungla?
Intanto, grazie al miracoloso rinvenimento del diario di viaggio del professore
fra le fauci di un coccodrillo, apprendiamo quali fatti straordinari gli sono
accaduti: dal lancio con il paracadute nel bel mezzo della foresta
amazzonica, all'incontro con l'uomo allevato fin da piccolo dai bradipi, alla
discesa su una zattera lungo il turbinoso Rio degli Affamati, all'incontro con il
perfido Wolf, che fingendo di voler contribuire allo sviluppo delle popolazioni
native sta distruggendo la foresta, fino al temerario tentativo di scattarsi una
foto fra le fauci di un coccodrillo!
Per fortuna ci sono le Farfalle delle Fronde, giovani universitari che si battono
per salvare gli alberi, e c'è Stanley Livingstone, pronto a scendere in campo
per difendere la foresta amazzonica, bene prezioso per tutta l'umanità.
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Le Farfalle delle Fronde
Era già tardo pomeriggio e dovevo assolutamente trovare un luogo sicuro dove trascorrere
la notte.
Dopo la scoperta dei coccodrilli rampicanti, non mi sentivo tranquillo neppure sugli alberi.
«Però» pensai «potrei semplicemente allontanarmi dal Rio Dolente: i coccodrilli di solito
non penetrano per molto all’interno della giungla, se non c’è un corso d’acqua!» e così,
dopo aver risalito per qualche chilometro la riva sinistra del Rio Dolente seguendo il
terrificante rumore delle rapide, girai verso destra, verso il folto della
vegetazione.
La sera era già inoltrata, e nell’intrico della vegetazione facevo fatica a vedere con
chiarezza.
Decisi così di arrampicarmi su un grande albero per passarvi la notte tenendo un occhio
sempre aperto per timore dei coccodrilli rampicanti.
Ero già a qualche metro da terra quando avvenne un fatto straordinario e del tutto
inaspettato. Qualcosa mi cadde in testa. Era una scaletta di corda.
Subito dopo udii di nuovo quella forte voce diffondersi nella foresta: – Professor
Livingstone, suppongo. Salga la scaletta, professore: farà meno fatica!
Salii incredulo, un gradino dopo l’altro, per un tempo che mi sembrò interminabile, finché
sbucai da una piattaforma che sosteneva una vera e propria casa di legno.
Vidi un gruppo di ragazzi e ragazze intorno al fuoco di un braciere. Mi sorridevano tutti.
Alla luce tremolante del fuoco notai i grossi rami che attraversavano l’interno della casa:
su di essi erano appese alcune amache di corda. Alle finestre, invece, erano appese delle
reti zanzariere per impedire l’ingresso in casa di zanzare e fastidiosi
insetti. Nella casa c’era poi una zona in cui erano stipate molte provviste alimentari e, in un
angolo, c’era un tavolo su cui era appoggiato un computer
portatile. Sul pavimento: un megafono.
– Salve, professor Livingstone, – mi disse venendomi incontro quello che sembrava il
capo, un giovane nativo che parlava perfettamente la mia lingua – io sono José.
Benvenuto tra le Farfalle delle Fronde! Desidera un po’ di tè?
– Farfalle delle Fronde? – balbettai. – Well… era proprio quello che desideravo scoprire…
– Be’, eccoci qui! Le Farfalle delle Fronde siamo noi!
Mi grattai la barba.
– Mi avevano detto che le Farfalle delle Fronde rappresentano l’unico esempio di farfalle
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che volano al di sopra delle cime degli alberi della giungla equatoriale… ma forse la
SÒSCEMO non mi ha fornito le informazioni corrette…
– Tutt’altro! Ora non se ne può rendere conto, perché è già buio, ma qui siamo molto in
alto: siamo già al di sopra della foresta. Se si affaccia dalla finestra potrà intravedere altri
alberi alti come il nostro, in cui abitano altre Farfalle delle Fronde – disse Alexandra, una
ragazza statunitense.
piattaforma: base ampia che serve da sostegno.
braciere: recipiente nel quale si tiene la brace accesa per riscaldare l’ambiente.
Mi affacciai e vidi in lontananza delle luci tremolanti; illuminavano le cime di grandi alberi
che, come torri, si innalzano al di sopra di una nube scura: la foresta. Uno spettacolo
magnifico.
Poi mi voltai di nuovo verso di loro: – Ma, well… come dire: voi non siete propriamente
delle… farfalle!
Tutti scoppiarono a ridere.
– Certo che no! Ci siamo dati questo nome di battaglia!
– Battaglia? – chiesi stupito.
– Favorisca un po’ di tè professore – mi disse José porgendomene una tazzina – e si
sieda con noi: le spiegheremo cosa ci facciamo quassù!
Mi sedetti nel cerchio dei ragazzi. José fece le presentazioni. Sorseggiammo del tè
delizioso mentre le Farfalle delle Fronde cominciavano a chiarirmi le idee.
– Ci siamo tutti conosciuti via Internet, – disse José – siamo studenti universitari di
scienze ecologiche. E questa che vede qui è solo una parte del gruppo. In realtà siamo
decine, sparsi sugli alberi più vecchi della giungla qui intorno.
Io sono nato proprio qui, nella foresta, e sto per concludere il mio corso di laurea grazie
all’aiuto di molti amici, tra cui padre Alegre della Missione.
Abbiamo deciso di arrampicarci e di vivere quassù perché non ci rimaneva altro da fare
per impedire l’abbattimento di questi alberi secolari!
Quelli che hanno programmato la deforestazione sono uomini senza scrupoli, ma non
abbatterebbero mai un albero mettendo a rischio la vita di un giovane studente.
– Se mai accadesse – continuò Josè la stampa ne parlerebbe, e andrebbe a cercare nel
torbido, magari scoprendo i loro piani disonesti.
– Ma di chi stai parlando? – chiesi. – Chi farebbe la pazzia di distruggere i più grandi
organismi viventi della Terra che hanno impiegato centinaia di anni per diventare così?
I ragazzi si guardarono l’un l’altro, stupiti della mia domanda.
– Sir Ribaldo Wolf! – disse Alexandra. – Wolf vuole tagliare questa parte di foresta con la
scusa di fornire terra da coltivare ai nativi. Proprio come ha fatto finora in tutta la zona che
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sta al di là della sua villa, a valle del Rio Dolente. In realtà la terra deforestata non viene
affatto coltivata dai nativi, ma da contadini stranieri amici di Wolf che piantano coltivazioni
che nel giro di pochi anni creano il deserto per chi verrà dopo.
– La deforestazione infatti – continuò José – produce desertificazione: il terreno che non
viene più protetto dalla vegetazione della foresta viene dilavato dalle piogge e perde così
tutti i propri elementi nutritivi. Può essere coltivato per qualche anno, ma poi si trasforma in
deserto.
scienze ecologiche: scienze che studiano il rapporto
fra uomo, animali, piante e ambiente in cui vivono.
deforestazione: è l’abbattimento degli alberi di una foresta.
uomini senza scrupoli: persone alle quali non importa nulla se con il loro comportamento
causano gravi danni, in questo caso a tutta la Terra.
cercare nel torbido: la parola torbido indica ciò che è poco chiaro, che non è trasparente.
Cercare nel torbido significa quindi cercare di scoprire qual è il vero motivo che spinge una
persona ad agire, motivo che lei tiene nascosto perché non è onesto.
desertificazione: è la progressiva trasformazione di un territorio in deserto.
dilavato: eroso dalle acque, impoverito, quindi dopo un certo tempo non vi cresce più
nulla.
– D’altra parte – esclamò Alexandra – a Sir Wolf non interessa quello che sarà di queste
terre una volta distrutta la foresta: ricostruirà la sua villa più avanti e inizierà una nuova
deforestazione!
– Già! – disse José. – A Wolf non interessa il futuro dei nativi e della foresta, a lui
interessano i soldi subito: quelli pagati di nascosto dai suoi amici contadini per ringraziarlo
dell’opportunità offerta. Il tutto camuffato da “progetto di sviluppo
per le popolazioni native”.
– Inoltre – continuò Alexandra – il legno ricavato con la deforestazione lo vende a una
grande multinazionale del legno: la Compagnia del Legname.
– Ma è spaventoso! – esclamai. – Distruggere la giungla amazzonica è un suicidio per
l’intera umanità! Le grandi foreste pluviali ospitano più specie di tutti gli altri territori
terrestri messi insieme!
Costituiscono la più grande farmacia del pianeta: circa un quarto dei principi attivi
impiegati in medicina deriva da vegetali della giungla.
L’ottanta per cento della biodiversità conosciuta appartiene alle foreste tropicali! E poi Wolf
si sta comportando da delinquente: va fermato!
Sento che devo fare qualcosa anch’io!
– La sua presenza qui tra noi, professor Livingstone, – disse José – è provvidenziale.
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Dobbiamo far sapere al mondo quello che sta facendo Wolf, e tutti quelli come lui, qui
nella giungla. Se lei, professore, grazie alla sua notorietà potesse fare qualche
dichiarazione ai giornali e spiegare questa situazione, sono sicuro che Wolf non potrebbe
più continuare ad agire con questa facilità!
Noi stiamo lanciando appelli via Internet, ma non è sufficiente. Bisogna coinvolgere i
giornali, le televisioni. La gente allora si mobiliterebbe, ci sarebbero pressioni a livello
politico, e magari anche quelli del Ministero Mondiale dello Sviluppo delle Terre d’Oriente
si renderebbero conto di quali reati si sta macchiando un loro dipendente!
– Voi, Farfalle delle Fronde, state conducendo un’operazione di immensa importanza! –
dissi. – Senza usare la violenza state impedendo che venga distrutta una risorsa naturale
preziosissima per tutti, mettendo a repentaglio le vostre vite… Vi aiuterò in tutti i modi
possibili e, vedrete, riusciremo a coinvolgere i giornalisti!
Stasera stessa scriverò le vostre parole nel mio Diario di Viaggio in modo che, anche se
mi succedesse qualcosa durante questa esplorazione, sono certo che qualcuno le
leggerà, e non andranno perdute. Magari il mio Diario diventerà un libro e, in questo modo,
la gente sarà informata di tutto quello che sta accadendo qui!
foreste pluviali: la foresta pluviale è un tipo di foresta che si sviluppa nelle zone della
Terra dove fa caldo e
l’umidità è altissima.
principi attivi: il principo attivo di un farmaco (medicina) è la parte di quel farmaco che
agisce sul corpo
umano ed esercita la sua azione di cura.
provvidenziale: è molto utile ed è arrivata al momento giusto.
reati: gravi azioni commesse contro le leggi.
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La foresta amazzonica
La storia che hai appena letto è ambientata nella giungla amazzonica, che si trova in
Sudamerica, nei territori attraversati dal Rio delle Amazzoni (un fiume lunghissimo, con
una portata d’acqua enorme) e dai suoi numerosi affluenti.
La giungla amazzonica è una foresta pluviale, un tipo di foresta molto rigogliosa che
cresce nelle regioni della Terra a cavallo dell’equatore e comprese fra i tropici: qui fa
sempre caldo e vi è molta umidità perché piove tutto l’anno.
Poiché non c’è una stagione fredda e secca, gli alberi crescono velocemente e in
continuazione: non “riposano” mai! La maggior parte diventa molto alta. Alcuni
raggiungono addirittura i 40-50 metri di altezza. Le chiome degli alberi formano una specie
di cupola talmente fitta che a stento lascia passare i raggi del sole, e per catturare la luce i
rami devono allungarsi il più in alto possibile: ecco perché vi sono alberi così alti.
La biodiversità
Tantissime specie di piante, fiori, funghi, alberi crescono nella foresta. Qui vi è anche una
varietà incredibile di animali: scimmie, giaguari, lontre, delfini di acqua dolce, uccelli, pesci,
rettili, anfibi, invertebrati. Alcuni dei più grandi coleotteri e delle più grandi farfalle del
pianeta vivono nella foresta amazzonica!
Per descrivere questa stupefacente abbondanza di piante e animali si dice che
l’Amazzonia è l’ecosistema più ricco di biodiversità al mondo.
Il termine ecosistema sta a indicare che tutte le specie che vivono in un ambiente sono in
relazione fra loro e con l’ambiente stesso (formato da aria, acqua, luce, sali minerali,
temperatura ecc.): ogni elemento ha un ruolo e una funzione che garantisce e influenza la
sopravvivenza di tutti gli altri. Se uno di questi elementi viene modificato, questo
cambiamento si ripercuote su tutto l’ecosistema.
La parola biodiversità è la traduzione del termine inglese biodiversity, che a sua volta
deriva da biological diversity, cioè “diversità biologica” o “diversità di forme di vita”. Indica
quindi la ricchezza di forme di vita presenti in un certo ambiente, nel nostro caso nella
foresta.
Molte delle specie animali e vegetali della foresta amazzonica non troverebbero in nessun
altro posto del mondo le condizioni adatte per vivere, cioè possono vivere solo qui. Se la
foresta dovesse scomparire, esse sparirebbero con lei.
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La foresta in pericolo
Purtroppo la foresta è in pericolo, e il pericolo viene soprattutto dall’uomo!
Ogni anno grandi aree della giungla amazzonica vengono rase al suolo: si tagliano gli
alberi per commerciare il legname che serve per fabbricare tanti oggetti e per fare la carta,
oppure si appiccano giganteschi incendi in modo da bruciare la foresta e mettere al posto
degli alberi dei campi coltivabili o dei pascoli dove si allevano i bovini, di cui poi si vende la
carne.
La distruzione degli alberi ha come conseguenza la distruzione di tutto l’ecosistema della
foresta, con gli animali e le piante che ci vivono.
Pensiamo per esempio a quegli animali che si sono adattati a vivere a più di 30 metri di
altezza dal suolo, fra il fogliame: qui trovano il cibo e spesso trascorrono tutta la vita
planando, saltando e volando da un ramo all’altro senza avere mai bisogno di scendere
giù. Se si distruggono gli alberi, si distruggono anche queste specie viventi che sono
capaci di vivere solo lassù, nell’intrico di rami e foglie.
Perché dobbiamo proteggere la foresta amazzonica?
Negli ultimi decenni si è verificato un aumento importante dell’anidride carbonica
nell’atmosfera. Essa è il principale gas responsabile dell’effetto serra, fenomeno che ha
conseguenze gravi sul clima, sull’equilibio ecologico del pianeta e quindi sulla vita di tutti
noi. Questo gas è prodotto dalla respirazione degli animali, dal consumo di combustibili
fossili (come il petrolio e il carbone)
che poi provoca l’inquinamento dell’aria, dai vulcani e da altri fenomeni naturali.
Ecco, le foreste, e in particolare la foresta amazzonica proprio perché si estende su una
superficie molto vasta, funzionano come un enorme impianto di depurazione dell’aria
terrestre.
Attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, le piante verdi assorbono l’anidride
carbonica presente nell’atmosfera e ne riducono il livello. Inoltre rilasciano ossigeno, gas
indispensabile per la sopravvivenza di tutte le specie animali.
Oltre ad aiutarci a “pulire” l’aria, dobbiamo proteggere la foresta perché qui vivono delle
persone alle quali la giungla offre nutrimento, lavoro, un posto meraviglioso dove stare e
dove abitano da sempre. Inoltre distruggendo
questo ambiente si perdono per sempre rare specie di piante che potrebbero avere un
ruolo importante nella cura di tante malattie e nella ricerca scientifica e si distrugge
l’habitat di animali rari e in pericolo.
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Aiutiamo la foresta!
Ognuno di noi può contribuire a salvare la foresta amazzonica anche da casa! In che
modo? Per esempio usando carta riciclata e comunque non sprecando la carta;
controllando che gli oggetti di legno che acquistiamo abbiano un marchio che garantisce la
provenienza del legno da foreste gestite nel rispetto dell’ambiente; informandosi su ciò che
accade in Amazzonia e parlando agli
amici e ai genitori di quanto la foresta sia importante per tutti!
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