Personaggi ed interpreti

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Personaggi ed interpreti
Personaggi ed interpreti
Afrodite
Alessia Nespolo
Ippolito
Daniele Barbato
Fèdra
Elena Pedron
Tèseo
Mirko Segat
Artemide
Gloria Feltrin
Corifeo
Flavio Liessi
Ancelle
Elisa Agnolet
Carolina Baldo
Sara Boscariol
Alessia Ndreu
Nutrice
Gloria Stefan
Messi
Servo
Cacciatori
Lettighieri
Riccardo De Nadai
Denis Pinese
Giovanni Savian
Simone Battistel
Costantino Bertagna
Marco Balboni
Lorenzo Ballarin
Gjon Ndoci
Coro di donne di Trezène
Marta Caberlotto, Linda Celeghin, Sharon Cescon, Vanessa Leone,
Manal Ibnoulhaddad, Virginia Marletta, Malak Outmani, Saida Jyate,
Elena Tadiotto, Grazia Zanette
La scena si svolge a Trezène, davanti alla reggia.
Ippolito coronato di Euripide
A
ncora una volta al centro dell'interesse del poeta
greco troviamo una donna e ciò che costituisce
tanta parte della sua natura: l'amore e la passione.
L'Ippolito rappresenta la tragedia di Fedra, creatura debole,
vinta da un amore che la consuma lentamente e intimamente la distrugge.
E' Afrodite a introdurre il dramma, raccontando l'offesa
infertale da Ippolito, figlio di Tèseo, re di Atene in esilio a
Trezène per scontare un omicidio.
Il giovane infatti disprezza la dea dell'eros, proclamandola
la peggiore delle divinità; per di più onora Artemide e trascorre il suo tempo cacciando in mezzo ai boschi, disdegnando l'amore e trascurando tutto ciò che riguarda le donne. Afrodite decide quindi di punirlo suscitando in Fedra,
seconda moglie di Tèseo, una segreta passione per lui.
La regina, affranta e consumata dalla sua passione incestuosa, si confida con la nutrice, che, nel tentativo di aiutarla,
rivela ad Ippolito l'amore della matrigna. Il ragazzo però,
adirato, la rifiuta e Fedra, umiliata, s'impicca, ma, per vendicarsi, lascia un biglietto in cui accusa il figliastro di averla
violentata.
Ippolito davanti al padre protesta invano la sua innocenza,
ma nobilmente mantiene il segreto sulla proposta della regina e lascia la città su un carro. Tèseo, invocando l'aiuto di
Poseidone, chiede vendetta: improvvisamente dal mare si
erge un mostruoso toro che fa imbizzarrire i cavalli di Ippolito, facendo schiantare il carro contro le rocce.
Alla fine appare Artemide a rivelare al sovrano la verità.
Euripide ancora una volta mette in scena l'uomo con la sua
irrazionalità, la sua debolezza, la sua sventura.
Fedra, combattuta dalla vergogna, si avvia alla morte per
salvare un onore in cui lei crede poco, disonorandosi ancora
di più con quel gesto, la turpe calunnia, dettato dalla disperazione, vittima della sua stessa debolezza.
E accanto alla sua la tragedia di Ippolito, colpevole nella
sua virtù, nella sua natura forte e senza incrinature, ma unilaterale e perciò difettosa.
Mai poeta antico aveva gettato lo sguardo così a fondo nel
cuore dell'uomo per rivelarne i più nascosti conflitti.
“La bottega dell’Arte”
Hanno collaborato
Scenografi
Jyate Ahlam, Lucia Badica,
Marco Balboni,
Massimo Casagrande,
Madalina Costache, Nicole Cusin,
Sarah Da Dalt, Jiaqi Wang,
Gianmarco Luna, Lisa Menegaldo,
Gjon Ndoci, Monica Pizzutto,
Martina Serafin, Beatrice Siriteanu,
Rebecca Vignotto,
Emanuele Zanardo, Ziru Yin
Attrezzisti
Aissat Reda,
Riccardo Martin,
Lorisi Sotiri
Suggeritrici
Viola Bedini
Serena Bontempi
Francesca Lolli
Trovarobe
Diana Damian,
Nicole Giacomin
Assistenti luci e audio
Aiuto regista
Organizzazione
Riccardo Basso
Simone Monticchio
Francesca Casonato
prof.ssa Elisabetta Schiavon
Per informazioni:
Istituto Tecnico “J.Sansovino” Via Masotti - Oderzo (TV)
tel 0422-713614 fax 0422-814939
E-mail [email protected]
www.sansovino.gov.it
Iniziativa sostenuta da
Euripide
E
uripide fu l’ultimo grande poeta della tragedia classica e massimo rappresentante di
questo genere, dopo Eschilo e Sofocle.
Nacque a Salamina nel 484 a.C., come attesta il
Marmor Parium. Molte sono le notizie giunteci sulla sua vita, ma la maggior parte sono invenzioni di
comici e di critici malevoli, come la bassezza dei
suoi natali, le disavventure coniugali, la morte che il
poeta avrebbe subita, sbranato dai cani.
Euripide era spirito aperto a tutte le novità e sentì
potentemente il fascino della nuova cultura: della
scienza e della filosofia, di Anassagora e di Protagora, della sofistica in generale e di Socrate. L’audacia
e l’apertura del suo ingegno lo differenziarono da
Sofocle e da Eschilo, anche nella sua condotta privata. Si mantenne lontano dalle vicende politiche,
dagli affari della polis, e fece suo l’ideale di vita
rappresentato da Anassagora: “Felice è l’uomo che
acquistò la conoscenza della scienza…”(fr. 910 N.)
La tradizione ci attesta che fu il primo a possedere
una biblioteca privata e amò immaginarselo segregato dal mondo, sepolto in una grotta della nativa
Salamina a scrivere le sue tragedie e a meditare sulla oscura vicenda dell’uomo.
Egli fu il primo rappresentante del genio tragico,
infelice e solitario, che non riesce a inserirsi nella
vita e nella comunità. La solitudine del poeta fu
accresciuta dall’insuccesso della sua opera e dall’incomprensione del pubblico e, forse anche per questi
motivi, lasciò Atene nel 408 e si recò a Pella alla
corte di Archelao. Qui, nella Macedonia, a contatto
con la natura vergine e selvaggia, conobbe una nuova stagione poetica: compose l’Ifigenia in A ulide e
le Baccanti, l’ultima e forse la sua più grande tragedia. Morì lontano dalla patria nel 406.
composta da studenti
dell’Istituto Tecnico “J.Sansovino”
Presenta
“Ippolito coronato”
Ἱππόλυτος στεφανηφόρος
tragedia di
Euripide
Regia
Luisa Milanese
ODERZO - Piazza del Foro romano
Martedì 31 maggio 2016 ore 21.15
(ingresso libero)
La tragedia sarà rappresentata
nell’ambito dell’evento culturale
“Opitergium rievocazione storica – IX edizione”,
organizzato dal Comune di Oderzo