Progetto pilota “Un Goal per l`inclusione sociale” Di cosa si tratta E
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Progetto pilota “Un Goal per l`inclusione sociale” Di cosa si tratta E
Progetto pilota “Un Goal per l’inclusione sociale” a cura di: UPD Isolotto Di cosa si tratta E’ un Progetto Pilota nato per dare l’opportunità ai bambini e ai ragazzi con disabilità intellettiva, in assenza di deficit motori importanti, di fare una piena esperienza nell’ambito dello sport del calcio, insieme ai coetanei normodotati. Come nasce l’idea Nasce dalla necessità dei ragazzi disabili di poter giocare al calcio come tutti. Il gruppo promotore dell’UPD Isolotto che ha sviluppato il progetto “Un Goal per l’inclusione sociale” si è messa all’inizio in contatto con la scuola calcio “Totti Soccer School” di Roma che porta avanti da anni il tema dell’inclusione di ragazzi disabili in attività sportive con risultati eccellenti. Dopo un primo confronto costruttivo e positivo sulle questioni tecniche, sportive ed umane, l’UPD Isolotto ha elaborato il presente progetto mettendo insieme le proprie competenze a fronte dei bisogni che ogni giorno emergono da parte del giovane disabile che vuole fare lo sport del calcio nel territorio. L’ambizione è quella di estendere questa esperienza pilota a tutta la città di Firenze già dal prossimo anno. Perché è un Progetto Pilota Perché è la prima volta che a Firenze si vuole mettere insieme nel gioco del calcio, atleti disabili intellettivi con atleti normodotati. Perché vogliamo dare una risposta al bisogno di fare sport da parte dei giovani disabili intellettivi. In questa prima fase accoglieremo un numero massimo di 10 bambini/ragazzi che dovranno avere requisiti simili, caratterizzati in particolare da discrete capacità motorie. In itinere e alla fine della stagione sportiva verrà elaborata una valutazione dell’esperienza per poterla riproporre in modalità allargata, in modo da poter coprire atleti diversamente abili appartenenti alle seguenti tipologie: atleti con buone abilità motorie atleti con discrete abilità motorie ragazzi affetti da disturbo generalizzato dello sviluppo I partner del progetto Al momento, visto l’evoluzione in itinere del progetto, non possiamo dichiarare gli eventuali partner, in quanto sono in corso di definizione eventuali accordi. Lo staff Quali sono le figure professionali che compongono lo staff del progetto? Pedagogista e coordinatrice attività socio educative Psicologo Insegnante specializzato polivalente Psicomotricista Fisioterapista Istruttori Assistenti Siamo gli unici a praticare questo tipo di iniziative in Italia? Non siamo gli unici, siamo in contatto con chi ha più esperienza di noi e sappiamo che è stata per tutti una grande opportunità di crescita umana, sociale e culturale Obiettivi principali Gli obiettivi principali del progetto riguardano tutti, bambini e ragazzi in difficoltà e non. Li riassumiamo così: divertimento opportunità di vivere un’esperienza ludica sperimentare il senso di appartenenza al gruppo In che misura partecipano gli atleti normodotati I bambini e i ragazzi coetanei verranno coinvolti a rotazione (fare un calcolo approssimativo di quante volte può capitare ad un bambino di allenarsi e di giocare con il gruppo di disabili) Perché vogliamo che i bambini/ragazzi normodotati giochino insieme ai disabili Molti sanno che il gioco del calcio è un gioco di squadra, ma molti credono che il gruppo può sfavorire il talentuoso poiché a lui non viene dato abbastanza spazio per crescere e migliorare sul piano propriamente atletico. Molti però non sanno che i veri campioni hanno il dono della visione del gioco di tutta la squadra, hanno il talento di saper dialogare con i compagni di squadra. Fino ai 10 / 12 anni i piccoli calciatori sono spesso concentrati sulla propria performance e poco interessati a creare relazioni intelligenti che in futuro si concretizzano nella capacità di apprendere facilmente schemi tattici complessi. Il normodotato che gioca accanto al disabile viene educato alla comprensione delle capacità degli altri che come loro sentono forte il desiderio di mettersi alla prova e di far vincere la propria squadra. La sensibilità, la generosità e il divertimento fanno parte del corredo del grande campione. E’ il nostro auspicio, la nostra ambizione e la nostra sfida far crescere i ragazzi con i veri valori dello sport del calcio. Il ruolo dei genitori I genitori si incontreranno insieme e saranno protagonisti del progetto. In che modo? Ci faranno conoscere i loro figli, le linee caratteriali, le difficoltà specifiche e tutte quelle problematiche che aiuteranno lo staff a disegnare un profilo del giovane atleta disabile, tale da poter fissare i primi obiettivi e di stilare un’adeguata programmazione dell’attività sportiva. Di chi abbiamo bisogno per realizzare un progetto come questo Abbiamo bisogno di uno staff di professionisti. Oltre alla figura dell’istruttore è necessario il contributo di uno psicologo e di persone preparate che assistono i ragazzi con difficoltà in un rapporto di 1 assistente ogni 2 o 3 ragazzi a seconda dei casi Chi ci sta aiutando a realizzare questa prima fase del progetto? UPD Isolotto promotore del progetto, con gli organi istituzionali del Quartiere 4, in particolare la presidenza, la commissione sport, la commissione ai servizi educativi e culturali, Comune di Firenze , S.S.D. Totti Soccer School di Roma, Associazione Trisomia 21 di Firenze, Fondazione Artemio Franchi, FIGC Toscana e LND. Obiettivi specifici per i ragazzi disabili Autonomia stima e fiducia in se stessi Vanno poi considerati tutti gli aspetti che appartengono alla sfera dell’autonomia personale. Quelli che riscontriamo nei gesti più semplici e in quelli più complessi: i nostri ragazzi devono imparare a rispettare i tempi e gli orari, a vestirsi e svestirsi, rimettere a posto la borsa, ecc. In sintesi: sperimentarsi nelle proprie abilità, sviluppare competenze e potenzialità, imparare ad aver cura della propria persona; rafforzare l’autonomia, la stima di sé, l’identità; Sviluppo delle abilità cognitive e motorie Entrambi aiutano lo sviluppo dell’apprendimento e contemporaneamente contribuiscono lo sviluppo del tono muscolare. La relazione tra corpo e mente dentro una combinazione di stimoli provenienti dai compagni del gruppo di squadra, costituisce presupposti importantissimi per la crescita e lo sviluppo delle capacità cognitive. In sintesi: apprendere e rispettare le regole della squadra e del calcio; conoscere e gestire le proprie emozioni; acquisire e consolidare le abilità motorie. Favorire le capacità comunicative e relazionali (socializzazione) Attraverso il gioco organizzato è possibile raggiungere due tipologie di risultati: il benessere ricavato dal divertimento e la soddisfazione ottenuta dai risultati raggiunti attraverso la comprensione dello schema logico del gioco organizzato. In sintesi: giocare e divertirsi; cooperare con gli altri; socializzare, incentivare la relazione con i coetanei, con gli adulti, con la struttura; promuovere lo spirito di “sana” competizione; Le fasi del progetto Non possiamo definire con esattezza il numero delle fasi e la loro durata. Molto dipende dai contesti e dalle circostanze. Tuttavia è importante prevedere alcuni punti di partenza e di arrivo per poter determinare lo sviluppo del percorso didattico. Durante la stagione sono previsti alcuni incontri di carattere formativo e informativo sui temi della sana alimentazione e sulle abitudini al movimento Fase 1 Durata prevista: ottobre/dicembre Sarà una fase tutta dedicata alla conoscenza dell’ambiente (dagli spogliatoi ai campi dell’impianto). Sapersi muovere nello spazio di azione comporta comprendere gli impegni che ognuno deve assolvere: vestirsi nello spogliatoio entro certi tempi, sapere dove svolgere determinati esercizi, sapere e gestire determinati attrezzi sportivi, ecc. L’insieme di queste attività saranno propedeutiche all’acquisizione del primi schemi di gioco. Durante questo periodo, i normodotati entreranno in contatto con i ragazzi disabili in modo informale e non cadenzato per iniziare a familiarizzare, fare amicizia e favorire rapporti empatici. Saranno svolti anche momenti di gioco senza alcuna pretesa tecnica. Al termine di questa fase verranno compilati dei test e dei questionari per avere un quadro delle abilità raggiunte. Fase 2 Durata prevista: gennaio/marzo Come per il normodotato, anche il disabile seguirà il programma della scuola calcio, ovviamente il programma sarà adeguato nei modi e nei tempi secondo le proprie possibilità. In questa fase in modo graduale saranno effettuati i primi interventi di inclusione. Si prevedono quindi in modo cadenzato sessioni di allenamento e partitelle insieme ai ragazzi normodotati. Gli esercizi e le attività di gioco in generale saranno orientate allo sviluppo di: capacità di orientamento spazio/temporale, sviluppo schema corporeo, latelarizzazione abilità motorie di base (correre, strisciare, lanciare, saltare) capacità oculo/manuale, reattività neuromuscolare, destrezza motoria. equilibrio dinamico, forza arti inferiori capacità di orientamento spaziale, rapidità motoria capacità di orientamento spaziale, reattività neuromuscolare, velocità capacità di collaborare, capacità di orientamento spazio/temporale, reattività neuromuscolare capacità di anticipazione motoria, capacità di collaborare Al termine di questa fase verranno compilati dei test e dei questionari per avere un quadro delle abilità raggiunte. Fase 3 Durata prevista: aprile/maggio In questa fase si proseguirà con il consolidamento delle attività svolte durante la seconda fase, integrate a piccoli tornei interni ai quali potranno assistere tutti i genitori. Inoltre sarà una fase di pubblicizzazione concreta del progetto. Con l’assenso dei genitori cercheremo di portare a conoscenza la città di Firenze della nostra iniziativa e auspichiamo l’incentivazione di questa iniziativa presso altri centri sportivi della città. Saranno promosse piccole manifestazioni pubbliche di carattere sportivo per far emergere il bisogno del disabile intellettivo di vivere momenti di “sano” desiderio di esibirsi davanti a un pubblico.