Relazione WFG V2 BOZZA - Comune di Gabicce Mare

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Relazione WFG V2 BOZZA - Comune di Gabicce Mare
CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL
WATERFRONT DI GABICCE MARE: RELAZIONE ILLUSTRATIVA
FILOSOFIA E DESCRIZIONE GENERALE DELL’INTERVENTO
L’approccio alla seconda fase del concorso è stato inizialmente impostato sull’ascolto: prima di
iniziare a sviluppare e confrontare le nostre idee per costruire il progetto, abbiamo preso atto dei
giudizi, dei commenti, delle critiche, delle discussioni fatte nelle sedi preposte e nelle sedi informali,
delle opinioni di alcune associazioni del territorio, delle indicazioni dei cittadini, espresse anche
attraverso il percorso partecipato promosso dalla P.A. di Gabicce. Abbiamo colto anche suggestioni
dai lavori dei nostri colleghi-competitori, raccogliendo così lo stimolo che la procedura, struttura in
due fasi, ha voluto dare allo sviluppo di proposte progettuali basate sul confronto e la
circolazione d’idee.
Siamo quindi partiti da lontano, indagando il ruolo di Gabicce nel territorio, indagandone l’identità,
soprattutto nel passato prossimo e recente, e il rapporto con le cittadine limitrofe e con il paesaggio
terrestre e marino.
Gabicce vuole svilupparsi su un rapporto di com plem entarietà con ciò che la circonda.
Complementarietà intesa come rapporto di scambio, fondato non sulla sottrazione a proprio favore,
ma sul dare e ricevere, attivando azioni virtuose proprio a partire dalle contraddizioni interne e dalla
competizioni con gli altri territori. Questo vale sia per il rapporto con il territorio “naturale” sia con
le città confinanti e vicine, sia più in generale con l’area nord-marchiginana e/o sud-romagnola.
Questa complementarietà si declina, per quanto riguarda il territorio “naturale” in un rapporto di
valorizzazione del San Bartolo e del mare, portando a una ricucitura form ale, sim bolica e
m ateriale fra gli elementi di terra e acqua, attraverso connessioni di reciprocità funzionale e
percettiva. Per quanto attiene invece il rapporto con le città limitrofe, l’equilibrio pare ancora
sospeso tra una volontà di diversificarsi dal modello storico della costa romagnola di turismo
massivo e ludico (benchè anche questo in fase di cambiamento profondo, vedi da esempio la
wellness valley) e un desiderio di integrarsi in un sistema economico e sociale che porta benessere,
investimenti, solidità.
Di quest’apparente ambiguità, di questo rapporto duplice con il paesaggio naturale e con quello
sociale ed econom ico abbiamo fatto uno dei nodi fondamentali del progetto: la relazione con lo
spazio naturale diventa il progetto di naturalizzazione del waterfront, ovvero la linea di
ricongiunzione, anzi di non interruzione, che parte dal San Bartolo e arriva al molo a confine con
il porto canale; o viceversa, che parte dal molo e, con un moto crescente nel vero senso della parola,
ovvero con specie arboree che man mano che ci si dirige a sud-est diventano più alte e selvagge, si
propaga verso il San Bartolo, in pochissimo spazio, con un gradiente veloce, vivo e vero. Il rapporto
con il territorio circostante e in particolare con la prospicente Cattolica, vuole essere di reciprocità:
perciò a Gabicce si intende sviluppare ciò che manca a Cattolica (in termini di funzione, immagine e
opportunità), ma con lo scopo di dare a Cattolica, e a quella zona della Romagna, l’opportunità di
usarlo. E viceversa. Per questo la linea del progetto del waterfront non si ferma sul molo, ma da lì
riparte e passa lungo il porto canale, che diventa -o si conferma- una via di passeggio e di ristoranti
e bar e quindi di economia del tempo libero anche invernale, e va a congiungersi, passando per il
viale della vittoria, viale di accesso alla parte marina della città, a un insieme di percorsi che crea un
sistema urbano più chiaro e compiuto, meno indeciso di quanto la città non esprima adesso.
1 L’altro nodo che ci è parso fondamentale affrontare è quello del rapporto con il m are e con la
densità del costruito. Il rapporto però non solo della prima e seconda linea di edifici, ma della
città intera. Abbiamo sviluppato e rafforzato per questo l’idea di aprire dei canali visivi, che in
realità sono degli spazi fisici, che permettano di vedere il mare da diversi luoghi: la creazione
delle piazze è dunque la risposta a questa esigenza, e alcune parziali demolizioni, vista anche la
bozza di nuovo Piano Strutturale, ci sono sembrate affrontabili sia politicamente sia
economicamente, a fronte di una valorizzazione di grande forza.
Gabicce non ha grandi possibilità di espansione se non a sud o in densità: l’area tra il San Bartolo e
il canale della foce del Tavollo si è sviluppata negli ultimi anni proprio in alto e in densità. Pensiamo
che in questo momento storico si possa pensare allo sviluppo di una città anche togliendo qualcosa
perché le economie non risiedono più solo nella condensazione e aggregazione ma anche nella
rarefazione, quando fatta in virtù di una visione e di un progetto.
LE IDEE E LE AZIONI PR OGETTUALI
Le idee di progetto che attuano la filosofia generale sopra descritta sono le seguenti:
1) Qualificare il waterfront come una linea di paesaggio naturale, legando questo spazio al San
Bartolo sia idealmente sia fisicamente, includendo nel progetto anche il molo a nord-ovest e
chiudendo l’anello con il percorso sul lungocanale, su viale della Vittoria e da qui di nuovo
verso piazza Giardini Unità d’Italia.
2) Realizzare una serie di piazze trasversali rispetto al lungomare, che fungano da elementi di
cucitura tra la città e il mare e da luoghi di aggregazione e identità.
3) Ridisegnare le gerarchie della viabilità, abbracciando l’ipotesi di rendere la zona a mare della
città a forte connotazione pedonale.
4) Conferire al mississipi un ruolo simbolico, insediandovi funzioni e attività che testimonino la
visione dello sviluppo della città.
Le azioni che traducono le idee in progetto sono le seguenti:
IL W ATERFRONT
Il programma progettuale del waterfront prevede la realizzazione di uno spazio lineare,
sostanzialmente complanare alla spiaggia e alla città, con un’identità e un linguaggio unitari
dal molo sino alle pendici del San Bartolo. Si tratta di uno spazio sia funzionale ai percorsi, sia di
riconfigurazione del rapporto tra la città e il mare e la spiaggia: la volontà è di riavvicinare l’elemento
naturale agli edifici, in modo che uscendo di casa, idealmente si mettano subito i piedi nella sabbia.
L’attuazione di questo programma è affidata a un insieme di linee intrecciate in cui si sospingono
a vicenda i percorsi veloci ovvero essenzialmente i ciclabili, i percorsi lenti e lentissimi, cioè
pedonali e per bambini, anziani, persone con difficoltà motorie, e percorsi verdi, linee di erba,
arbusti, fusti, sabbia e terra.
2 I percorsi saranno più “duri” quanto più veloci: la ciclabile sarà realizzata stabilizzando, tramite fibre
polimeriche e ossidi, un impasto di materiali lapidei locali e sabbia, in modo da conferire la giusta
compattezza e durabilità al fondo ma mantenedo un’idea di “strada bianca”. I percorsi lenti e
lentissimi invece saranno più “morbidi” e realizzati con un impasto di polvere di legno e polimeri,
per formare un decking in doghe, lastre o superfici, secondo il progetto di dettaglio.
La linea di verde sarà realizzata secondo un gradiente che, in funzione della vicinanza al San
Bartolo, prevede la variazione delle dimensioni delle specie arboree, in modo che il verde parta dal
molo a ovest con arbusti bassi e poco invasivi e, man mano che ci si avvicina al San bartolo, cresca
fino a tuffarsi nella macchia esistente, mischiandosi alla vegetazione e diventandone parte.
Il disegno del verde, riprendendo gli studi e la poetica di Gilles Clément e di Piet Oudolf è concepito
in modo che vi sia una distribuzione lineare e graduale di frutti, fiori e colori lungo il waterfront al
trascorrere delle stagioni: abbiamo per questo alternato e accostato le specie in modo da avere
periodi di fioritura distribuiti nel corso dell’anno e lungo il percorso.
3 Lo stesso materiale o la stessa tecnologia utilizzata per i percorsi lenti –polvere di legno e polimeripotrà essere utilizzata per la realizzazione delle piastre dei bagni: si propone, infatti, di ripensare
il modo di occupare lo spazio della spiaggia da parte degli stabilimenti, tramite la realizzazione di
piastre “plug&play” ortogonali alla battigia e ai percorsi ciclopedonali. Plug&play significa che le
piastre saranno attrezzate e cablate in modo da essere utilizzate con la massima semplicità,
immediatezza e versatilità possibili da parte dei gestori, istallandovi ciò di cui si ha bisogno. La
piastra è dotata di un cavedio che permette il passaggio e la manutenzione dei sottoservizi, che
potranno quindi essere adattati alle eventuali rinnovate esigenze dei gestori o alla stagione. Sulla
piastra è possibile istallare e aggregare i volum i che ospitano i diversi servizi (cabine, bar,
servizi) e sarà possibile istallare anche portali modulari per coprire parzialmente o completamente
lo spazio, con teli sia opachi sia trasparenti, in modo da favorire l’utilizzo dei bagni anche oltre la
stagione estiva. L’orditura in senso ortogonale alla battigia, che avevamo già proposto nella prima
fase del concorso, è ora confermata ed è frutto della volontà di favorire il rapporto della città con il
mare, rapporto che dovrà partire dalle nuove piazze e dai nuovi coni visivi e attraversare, appunto
senza ostacoli, la spiaggia e gli stabilimenti balneari.
Gli elementi terminali del waterfront sono da un lato il molo con il faro, e dall’altro il San Bartolo o il
mare, secondo stagione e volontà. Il molo è pensato come un giardino circondato dal mare, tramite
la piantumazione di nuovi arbusti, la rigenerazione della superficie di camminamento, pur lasciando
il cemento esistente, e la creazione di sedute di legno. La vista dal molo verso il mare e il San
Bartolo sarà il contrappunto della vista che si ha della città da monte.
Confrontando tra dieci-quindici anni le foto aeree del waterfront con quelle attuali, ci aspetttiamo di
vedere una città con qualche vuoto in più e con la linea verde (o rossa o gialla, secondo la stagione)
delle piantumazioni del lungomare che hanno attecchito; ci aspettiamo una città che non ha
aggredito negli anni a venire l’ambiente e il territorio che la ospita e di cui è parte, a differenza di ciò
che accade confrontando parte della costa adriatica attuale con quella di venti o dieci anni fa.
LE CINQUE (+1) PIAZZE
Le cinque piazze costituiscono, insieme al nuovo waterfront di cui sono complemento, l’azione più
rilevante e più visibile sulla città. Nell’intreccio con il lungomare, costituiscono l’ossatura del progetto
di rinnovamento del rapporto della città con la spiaggia e più in generale con il mare e il San
Bartolo. Le piazze incarnano la relazione di apertura di Gabicce verso il mare, sono la cucitura
dello spazio costruito con la spiaggia e a loro volta sono collegate e intrecciate dal nuovo
disegno del lungomare. Insieme sono trama e ordito.
Elementi comuni ai cinque spazi sono la rimozione, l’apertura, la pulizia, l’importanza della
percezione e della socialità, l’utilizzo di materiali più possibile locali o di riuso.
La piazza del m olo è stata in parte già descritta sopra, perché porzione terminale della nuova
linea del waterfront. Qui aggiungiamo che, oltre a essere appunto termine del percorso del
lungomare, è anche inizio di un altro, che è il percorso che fronteggia Cattolica e la Romagna, lungo
il Tavollo. Osservando Gabicce dal porto di Cattolica, si vedrà questa nuova cortina verde, questo
spazio ibrido tra un molo e un giardino, che a noi pare rappresentare bene la futura identità di
Gabicce, città di mare, di monte, di verde. E soprattutto città, quindi realtà articolata e complessa.
Piazza palm e è l’unica delle cinque che si stende parallelamente al mare, sfruttando uno spazio
già esistente, semplicemente riupulendolo da alcune piccole costruzioni e dando ordine e unitarietà
4 allo spazio. Si configura come la piazza a m are e può diventare la piazza di ritrovo e degli eventi
estivi in quanto obreggiata, aperta sul mare, fresca. Si prevede una pavimentazione realizzata, al pari
della pista ciclabile, con uno stabilizzato d’inerti e sabbia con fibre polimeriche e ossidi, in modo da
avere una pavim entazione crom aticam ente arm oniosa con l’antistante spiaggia.
Un’operazione più complessa è prevista per le altre due piazze del centro cittadino, ovvero l’asse tra
la piazza tra via Fiume e via V. Veneto e il mississipi, e la piazza del municipio.
Dal punto di vista spaziale, la prima prevede la realizzazione di un asse che collega la piazza con il
pontile e l’edificio nel mare. La piazza, che già esiste, sarà solamente riordinata dal punto di vista
degli arredi, dei materiali, della pulizia percettiva, essendo ora un insieme poco chiaro di dislivelli,
gazebo, travi in legno, muretti. Qui per la pavimentazione si può pensare all’utilizzo di una pietra
calcarea o arenaria: le Marche e la provincia di Pesaro hanno una tradizione storica di estrazione e
lavorazione della pietra per l’architettura e per la scultura (Sant’Ippolito, il Furlo, monte Nerone, per
citare alcune località note per la pietra). Il pontile potrà essere recuperato con l’uso di doghe in fibra
di legno e colla, come per i percorsi lenti del lungomare.
Per quanto riguarda poi il M ississipi, abbiamo affrontato l’argomento con la consapevolezza che
quell’edificio rappresenta per la comunità e per la P.A. di Gabicce un luogo identitario che se non
opportunamente valorizzato all’interno di questo programma vasto di riqualificazione del waterfront,
può viceversa diventare un problema di difficile e lunga soluzione. Abbiamo pensato che, come nel
passato, quando era luogo di divertimento e svago e rappresentava un certo modello di economia e
di vita, dovesse tornare a simboleggiare lo stile di vita attuale di questo tratto di riviera. Ci pare che
un nuovo stile di vita sia oggi rappresentato dalla conoscenza e vicinanza con il territorio, dal
benessere, da un’economia che parte e arriva nei luoghi dove sono prodotti i beni e i servizi, senza
per questo arrivare a una concezione identitaria e regionalistica dei luoghi, senza esaltare in maniera
ideologica il locale. Per questo abbiamo pensato a un luogo di conoscenza del territorio, che
però potesse sostenersi economicamente, e quindi che fosse un’im presa, ma con il contributo o il
sostegno del pubblico perché di pubblico interesse. Abbiamo pensato che la sdtruttura che potesse
soddisfare e tenere insieme queste esigenze è quella di Slow Food. Abbiamo quindi preso
contatto con la condotta locale, che fa riferimento a Pesaro, e abbiamo condiviso le nostre idee per
capire se ci poteva essere spazio di collaborazione. La condotta ha riposto positivamente: abbiamo
pensato a un progetto che prevede l’utilizzo di quello spazio per diverse funzioni e im prese legate
al cibo e al m are. In primis, un equivalente del mercato della terra, marchio slowfood di mercati
cittadini di vendita diretta di prodotti locali. La formula potrebbe essere quella del m ercato del
m are: le piccole barche che quotidianamente escono a pescare, attraccano nel mississipi e
vendono direttamente il pescato del giorno. Saltuariamente, o quotidianamente (dipenderà dalla
risposta), sarà possibile allestire spazi e servizi per cucinare all’istante il pesce e venderlo come
streetfood e/o fingerfood. O cucinarselo da soli. Questo tipo d’impresa non andrà in conflitto con i
mercati del pesce limitrofi perché avrà una dimensione e un approccio diversi. Saranno solo i piccoli
pescatori ad attraccare e per comprare occorrerà percorrere il molo, senza auto. Come spesso
accade per le iniziative slowfood, sarà non solo un mercato, ma un modo per conoscere i prodotti
del mare e modi di pesca alternativi alla grande distribuzione. Il mercato sarà aperto e anzi
valorizzerà anche alcuni prodotti non strettamente locali ma di qualità, come i 70 presidi del
m are già esistenti. Accanto a quest’attività, l’edificio del mississipi potrà ospitare le im prese
d’indotto, come il piccolo commercio alimentare, prodotti per la pesca e ovviamente incontri,
eventi e approfondimenti legati alla conoscenza del mare e del pesce. L’Amministrazione potrà
ricercare una formula per favorire l’avvio d’iniziative im prenditoriali, ad esempio
calmierando l’affitto dello spazio per i primi mesi dell’attività.
5 Il programma per la piazza del m unicipio è di natura diversa: qui si propone un gesto di forte
rottura con il tessuto costruito tramite la dem olizione sia dell’edificio che fa da sfondo a viale della
Vittoria verso il mare e che ora ospita un hotel, sia la demolizione e ricostruzione degli edifici sulla
piazza, compresa la sede del Municipio. In questo modo proponiamo un nuovo spazio e un nuovo
disegno che ha come primo effetto quello di, arrivando da viale Vittoria, arteria primaria di accesso
alla città sul mare, vedere il m are. Oggi, arrivando a Gabicce, il mare si vede solo scendendo sul
lungomare o affacciandosi da piazza Giardini Unità d’Itlaia, e questo ci pare un limite enorme.
Inoltre, la demolizione del municipio e degli edifici limitrofi permette di liberare lo spazio e creare
finalmente una piazza cittadina, anzi diremo civica, perchè la nostra proposta è di ricostruire nello
stesso luogo la nuova sede del m unicipio, integrata con le funzioni in precedenza insediate
negli edifici demoliti. La propostà è di realizzare un edificio multifunzione che ospiti sia il Municipio,
sia residenze, sia attività ricettive, in una m olteplicità di funzioni effettivam ente inedita , ma
del tutto coerente con il programma progettuale e con la vocazione della città. Sappiamo che la
nuova sede del municipio è prevista in via XXV aprile, fuori dalla città sul mare; qui diamo un’altra
opportunità alla città per ripensare quella posizione, ma affermiamo anche che, qualora il municipio
dovesse effettivamente trovare sede fuori dalla piazza, la proposta resta attuabile e valida perché
non nasce dalla necessità di trovare collocazione al municipio, ma da un disegno complessivo come
lo stiamo qui descrivendo.
6 L’ultima piazza urbana è quella che prevede la sistemazione di piazza Giardini Unità d’Italia.
Qui prevediamo un sistema di collegamento verticale delle due quote piazza e lungomare tramite
un ascensore inserito nel nuovo disegno della superficie della piazza e tramite una rampa di uscita
sul lungomare basso, ricavata a fianco della scalinata ovest. Si tratta di un intervento conservativo di
valorizzazione e facilitazione all’uso del sistema piazza-scalinata monumentale-lungomare, senza
stravolgimenti e interventi invasivi, anche in virtù del suo valore storico. In superficie, nella zona
verso monte, è prevista una piccola area a parcheggio come appoggio e compensazione per la
viabilità proveniente da viale vittoria o da gabicce monte. E’ inoltre prevista una pensilina per lo
scambio modale con bike sharing e rent-a-bike e un punto informazioni
Infine occorre citare un ultimo intervento, che non possiamo definire propriamente piazza, ma che
coerentemente con le altre qui descritte, ha funzione di cucitura tra la città e il mare. Si tratta di un
molo, ubicato a ridosso del monte San Bartolo, per la pratica di sport acquatici. Da qui si potrà
partire per dei giri in barca, per le immersioni, ma anche praticare i tuffi e il birdwatching da una
struttura alta ubicata a fine molo. Poi ovviamente surf, kitesurf, ecc.. L’idea è quella di creare un
luogo vicino alla parte più selvaggia della costa di Gabicce, attrezzato per sport -anche estremilegati al mare, in modo che chi pratica queste attività sia in diretto contatto con il faraglione del San
Bartolo e con il mare più aperto, ma non entri in conflitto con le esigenze di coloro che vivono il
mare in maniera più tranquilla e “urbana”.
LA VIABILITA’
La riorganizzazione della viabilità è volta alla creazione di una zona a lim itata accessibilità
carrabile, che può diventare anche di pedonalizzazione assoluta in determinati periodi dell’anno.
Per ottenere ciò si è realizzata una micro-circonvallazione carrabile esterna alla città sul mare che
parte dal parcheggio su viale della Vittoria, passa attraverso la nuova rotonda e s’incanala verso
Gabicce monte, atraverso piazza Unità d’Italia. In questo modo, di norma il traffico veicolare non
entra in città. La prima area di sosta, la più importante, è prevista nel parcheggio esistente tra viale
della Vittoria e via Madonna di Loreto. Questo diventa parcheggio e area di scambio modale: qui si
può lasciare l’auto e prendere la bici o l’auto elettrica o andare a piedi, date le distanze modeste.
Altri nodi di scambio si trovano nell’isocrona dei 4-5 m inuti a piedi, ovvero vicinissimi. Ne
sono previsti altri tre: uno nella zona del canale, con anche scambio modale con i natanti, uno nella
piazza Unità d’Italia e l’ultimo nella zona del lungomare alto, in modo che tutta la città sia coperta
dal servizio. Un secondo piccolo parcheggio è previsto proprio nella zona a monte di piazza Unità
d’Italia, a fianco della pensilina sede del nodo di scambio e infopoint. La viabilità ciclopedonale
è dunque favorita, organizzata e sicura. Oltre ai percorsi dedicati sul lungomare, si prevede la
anche realizzazione di un anello ciclabile che dal parcheggio di viale Vittoria, percorre il canale, parte
del lungomare, risale in piazza Unità d’Italia (è possibile realizzare percorsi di risalita con pendenza
pari all’8%) e torna al parcheggio iniziale passando attraverso la nuova piazza del municipio.
Infine è stata organizzata anche la viabilità pedonale: all’interno della zona a traffico limitato, si
valorizzano le direttrici che portano dal porto-canale al lungomare, tramite la creazione delle piazze,
che diventano poli attrattori, la creazione del giardino sul molo e la riqualificazione della passeggiata
lungo il canale. Questo sistema crea una struttura più complessa rispetto alla dualità lungomarestrade interne, creando più aree di passeggio, socialità e commercio. Nella zona alta della città
invece la riqualificazione del sistema spiaggia-lungomare alto e spiaggia-piazza unità d’Italia
favorisce la fruibilità di questi spazi, oggi confusi a livello percettivo e di uso e “difficili” da praticare e
percorrere. L’adeguamento funzionale e architettonico dei percorsi a X di collegamento tra monte e
mare, la presenza del molo degli sport d’acqua, l’abbattimento del lungo volume che oggi crea una
7 cesura totale tra sopra e sotto, favoriranno una fruizione “continua” tra mare, spiaggia, verde e
monte.
LO SCENARIO FUTURO
La proposta progettuale si caratterizza per l’alto livello di attenzione riposto all’attuabilità degli
interventi. Ogni azione o insieme di azioni progettuali (parliamo di azioni progettuali e non solo di
progetto perché non si tratta semplicemente di “fare” qualcosa, ma di programmare investimenti,
trovare consenso e poi anche progettare) è stata analizzata dal punto di vista della possibilità e/o
difficoltà di attuazione. Abbiamo quindi posto come obiettivo per ogni azione, la sua attuabilità in
termini di tempi, costi e complessità, intesa questa come combinazione di interdipendenza da altri
progetti e numero di soggetti coinvolti. I livelli di attuabilità (basso-medio-alto) individuati negli
schemi riportati in tavola 1 sono certamente arbitrari e in fase esecutiva dovranno essere rivisti in
funzione di altre componenti che qui e ora non possono essere conosciute e quindi considerate; ma
sono comunque frutto di considerazioni specifiche sulla situazione di Gabicce, sulla dimensione
della città, sulla complessità del rapporto pubblico-privato, sull’importanza delll’economia del
turismo, sulla rilevanza economica e sociale delle concessioni demaniali marittime, che sono una
ricca porzione dell’economia complessiva del territorio. Lo schema non individua solamente una
matrice di attuabilità, ovvero quanto è complesso attuare i singoli progetti, ma indaga anche la
possibilità di realizzare gli interventi per stralci autonomi, aventi specifica voce di spesa, specifico
progetto e specifico percorso tecnico amministrativo. Ne emerge che, ad esempio, le piazze sono
realizzabili, con livelli di difficoltà diversi, ognuna in maniera autonoma rispetto alle altre. E così è
anche per altre azioni di progetto, come le sisatemazioni della viabilità o le sistemazioni dei
waterfront. E’ evidente che il rischio della parcellizzazione estrema del programma generale risiede
nella perdità d’identità, nella perdita degli obiettivi e della filosofia generale del progetto: un
programma così ambizioso ha bisogno della guida di molti soggetti, dagli amministratori ai
progettisti, e di un costante controllo e supervisione.
Lo scenario futuro che descriviamo con la nostra proposta determina, nell’arco di cinque-dieci anni,
alcuni cambiamenti sostanziali: il primo riguarda lo spazio fisico della città di Gabicce, la sua
percezione e fruizione da aprte degli abitanti e dei turisti, la sua armonizzazione con il contesto. Il
progetto descrive una città con più respiro in temini di spazi urbani: le piazze generano non solo
nuovi ambiti di socialità, ma anche una diversa percezione e un diverso modo di fruire e vivere il
tessuto urbano, più armonico, più vivo perché pulsante, rispetto alla configurazione attuale, che si
connota per un effetto saturazione, soprattutto nella parte di città vicina al mare.
Prevediamo una diversificazione e implementazione delle economie della città tramite un
ampliamento dell’offerta turistica, sia in termini di varietà sia di quantità dell’utenza; si apre l’offerta
a un turismo più giovane grazie allo sviluppo delle attrezzature sportive e all’attenzione per
l’ambiente e il cibo, che sono temi di grande rilevanza e attualità e che generano interesse e
attenzione in numero sempre più ampio di persone, non solo in Italia. Come nonto il turismo
enogastronomico, ambientale, paesaggistico è una delle risorse che tiene in piedi l’economia
nazionale, a nostro avviso giustamente perché è una forma di conoscenza consapevole e piacevole
allo stesso tempo, non genera effetto turismo di massa, porta ricchezza e risente molto meno della
stagionalità rispetto ad altre forme di viaggio e turismo.
RI(N)TRACCIARE GABICCE MARCHINGEGNO+FEDERIGO LUZZI+ROBERTA PARI+GIANMARIA SOCCI 8