De Vries campione con record

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De Vries campione con record
>n.14 settembre 2014
De Vries
campione
con
record
l
l
l
l
l
l
De Vries lo schiacciatutto
I rivali: Leclerc fa faville
L’intervista ad Afa Heikkinen
Tra le Clio Nogues vede la corona
L’intervista a Simone Iacone
Alla scoperta della Renault RS01
De Vries lo sc
2
L’olandese del programma
Junior McLaren ha
conquistato il titolo 2014
con tre gare di anticipo
segnando anche il record
di vittorie. Che nella tappa
finale di Jerez potrà essere
ulteriormente migliorato
chiacciatutto
3
H
Ha dominato la stagione ed ha
vinto in modo più che meritato.
Al Mugello, con tre gare di
anticipo, Nyck de Vries si è
laureato nuovo campione della
Formula Renault 2.0 ALPS. E lo
ha fatto alla sua maniera ovvero
restando davanti dall'inizio alla
fine in entrambe le gare come
spesso accaduto quest'anno.
L'olandese è arrivato al Mugello
dopo un'estate passata a
ripensare a quelle gare monzesi
che non sono andate come era
nelle previsioni. Non solo. Nei
test svolti dalla categoria una
settimana prima della gara in
Toscana, proprio il suo
avversario più temibile in
classifica, Charles Leclerc,
aveva ottenuto i migliori tempi
confermando la sua ottima
crescita nonché uno stato di
forma eccellente. Una forma che
il francese ha esibito anche nelle
prove libere dove ha ribadito il
suo gradimento al circuito del
Mugello. Ma questa era appunto
solo la vigilia. Quando il
cronometro ha cominciato a
contare per davvero, le cose
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sono cambiate. Qualcosa è
scattato nella mente e così
l'olandese della Koiranen Grand
Prix ha fatto valere tutto il suo
grande potenziale. Si è seduto
in pit-lane ad osservare
l'avversario impegnato nel turno
di qualifica differente dal suo,
isolandosi però dal mondo
grazie ad un lettore Mp3 e a
delle cuffie efficaci.
Mentalmente ha ripassato ogni
curva del tracciato toscano
cercando di interpretarlo nel
modo migliore. Dall'esterno è
apparso concentrato e motivato
mentre sul viso gli si disegnava
un'espressione determinata.
Un ritmo
impossibile
Quando è toccato a lui, è salito
in macchina, ha affrontato uno
dei circuiti più impegnativi del
mondo e lo ha domato, facendo
segnare un tempo inavvicinabile
per tutti. Un crono che ha
cominciato a mettere qualche
tarlo nella testa degli avversari e
rafforzare nella sua la
convinzione che qualcosa di
bello stava per prendere corpo.
Quando fa così, de Vries diventa
imprendibile e la gara ha
confermato queste sensazioni.
Per assicurarsi il titolo la
soluzione era una sola e molto
semplice: vincere la gara. In
questo modo non avrebbe
dovuto curarsi della posizione di
Leclerc perchè la matematica
avrebbe tolto a tutti la possibilità
di raggiungerlo. Lo scatto dalla
pole è stato buono. Sul rettifilo
che porta alla prima staccata ha
mantenuto la traiettoria interna
e, alla San Donato, si è difeso
affrontando così da leader la
prima virata. I primi giri, pur con
un buon ritmo, non sembravano
essere in linea con il potenziale
che ci si aspettava. Leclerc
dietro non mollava e a tratti
dava persino la sensazione di
averne di più e poter attaccare.
Ma in realtà il passo di de Vries
era solo figlio di una scelta
tecnica. Al sesto passaggio,
quando la macchina ha
raggiunto la sua efficacia, il
baby McLaren ha abbassato di
colpo i suoi tempi lasciando il
francese a mezzo secondo. Da
quel momento è iniziata una
cavalcata fatta di giri veloci che
lo ha portato fino alla bandiera a
scacchi con ampio margine
sugli avversari. Bandiera che lo
ha salutato come il campione
2014.
Quel tweet
della McLaren
La festa nel team finlandese è
iniziata subito. Baci e abbracci
che sapevano tanto di
liberazione. Quando il piccolo
olandese è tornato ai box la
festa è continuata, senza
esagerazioni. “Sono felice è
normale – quest'anno sapevo
che sarebbe stato l'anno nel
quale avrei dovuto vincere. Un
po' di pressione c'era, ma tutto
è girato davvero per il verso
giusto e così ora ho
conquistato il mio primo titolo
La classifica
di campionato
in monoposto”. Un trionfo
onorato anche da un tweet
della McLaren che ha reso
onore al suo campioncino e
con il quale si incontrerà a
breve per decidere il futuro.
“Adesso però parlarne è
davvero prematuro – ha
proseguito il campione 2014 –
c'è da pensare a vincere
l'Eurocup”. Per far si che
questo anno diventi davvero
speciale e marchiato a fuoco.
È suo il
record vittorie
Ma al Mugello l'impresa non si
è limitata solamente alla vittoria
del titolo. Nyck ha voluto
mettere un'ulteriore firma sulla
serie della Fast Lane
Promotion, andando a
conquistare l'ottava vittoria
stagionale. Un 'impresa mai
riuscita a nessuno visto che
Antonio Fuoco si è fermato a
sei mentre Daniil Kvyat ne ha
vinte sette. Seguendo il solito
copione che lo vuole leader
“flag to flag” come dicono gli
inglesi, il pilota della Koiranen
Grand Prix ha mantenuto la
promessa ed ha portato a casa
l'ottavo sigillo stagionale. Sul
podio, ha festeggiato il giusto,
perchè la sua mente era già
proiettata al futuro. Sabato
sera, dopo la conquista del
titolo, il team ha aperto una
bottiglia di vodka, il suo unico
lusso è stato quello di bagnarsi
appena le labbra. La sua unica
trasgressione. Chi lo segue da
vicino dice che non si sforza di
essere così. Lo è davvero. E'
molto esigente con sé stesso e
pretende sempre di migliorarsi.
Un tratto che lo porta ad essere
sempre molto serio e,
all'apparenza, un po' freddo
con l'interlocutore. Ragiona e si
comporta da professionista. Ma
queste sono solo sensazioni. Le
distrazioni sui circuiti per ora
non sono ammesse. Nyck de
Vries ha ben chiaro in testa
quello che vuole fare e cioè
arrivare al vertice di questo
sport. Il primo passo lo ha fatto.
1 – Nyck de Vries
2 – Charles Leclerc
3 – Matevos Isaakyan
4 – George Russell
5 – Simon Gachet
6 – Alessio Rovera
7 – Dario Capitanio
8 – Luke Chudleigh
9 – Pietro Fittipaldi
10 – Akash Nandy
11 – Ben Barnicoat
12 – Sebastien Morris
13 – Alex Bosak
14 – Hugo De Sadeleer
15 – Stefan Riener
16 – Andrew Tang
17 – Denis Korneev
18 – Philo Paz Patric Armand
19 – Martin Kodric
20 – Marek Boeckmann
21 – Semen Evstigneev
22 – Matteo Gonfiantini
23 – Dennis Anoschin
24 – James Allen
250
166
147
101
68
65
54
36
35
33
32
31
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27
25
24
24
23
18
8
6
5
2
2
5
Leclerc
fa faville
Il monegasco, al debutto nel mondo delle monoposto, anche al Mugello
ha lasciato il segno cogliendo due importanti secondi posti che gli
permettono di guardare con fiducia alla prossima tappa di Jerez,
dove punterà, Isaakyan permettendo, al ruolo di vice campione 2014
Si dice che chi arriva secondo sia il primo dei perdenti. Tecnicamente è così, ma occorre considerare i contesti in cui si sono sviluppate le cose. Ci
risulta davvero difficile ritenere un perdente Charles Leclerc. Il francese è infatti un debuttante assoluto. Lo scorso anno correva ancora nei kart mentre questa stagione ha affrontato il suo primo campionato in monoposto. Per giunta, lo ha fatto in
una delle serie più difficili e competitive del panorama internazionale. E' cresciuto molto il ragazzo
della Fortec e, dopo le due vittorie di Monza, sono
arrivati i due secondi posti del Mugello. Forse il
francese si aspettava di più, ma portare a casa due
podi su un circuito difficile come quello toscano
significa avere le giuste capacità. Sul podio era
deluso ed ha accusato una mancanza di velocità
della monoposto. Un peccato perché il potenziale
per lottare sembrava esserci. Se continuerà così
comunque è lecito pensare che potrà togliersi altre
meritate soddisfazioni. I due secondi posti del
Mugello hanno confermato il suo ruolo di sfidante
e il più serio candidato alla piazza d'onore nella
classifica generale.
Le doti di
Fittipaldi Jr
La prima gara del Mugello ha poi messo in evidenza
la “wild card” Bruno Bonifacio, capace di portare la
Tatuus della Prema ad un ottimo terzo posto. Molto
bene anche Pietro Fittipaldi che, al suo terzo tentativo nell'ALPS, ha mostrato di aver assimilato la
serie mettendo in mostra delle belle doti. Quinto
posto per George Russell davanti a Matevos Isakyaan autore di una sbavatura che gli ha fatto perdere alcune posizioni. Non è andata bene alla pattuglia tricolore. Dario Capitanio è stato il migliore
ed ha chiuso quindicesimo mentre Alessio Rovera
è arrivato ventesimo dopo i problemi tecnici della
vigilia.
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Il riscatto
di Isaakyan
La seconda gara ha avuto un andamento molto
lineare. De Vries e Leclerc hanno fotocopiato i risultati del giorno prima mentre Matevos Isakyaan si è
riscattato conquistando quel podio che era già nelle
sue corde nella prima frazione. Bruno Bonifacio gli
è arrivato in scia portando così a termine un buon
allenamento in vista dell'Eurocup. La stessa cosa
vale per il compagno Dennis Olsen ha portato a
casa un bel quinto posto. Sesto Egor Orudzhev e
settimo George Russell che sembra aver perso lo
slancio di inizio stagione.
La Formula Renault ALPS si trasferisce ora in Spagna. Sul circuito di Jerez de la Frontera c'è in programma l'ultimo appuntamento di una stagione che
ha confermato ancora una volta l'alto livello della
serie. Non è un caso che i grandi team, attraverso
i loro programmi giovani ci mandino i loro migliori
talenti. De Vries è legato alla McLaren, ma i suoi
predecessori non erano da meno. Antonio Fuoco è
della Ferrari e Daniil Kvyat, già in F.1 con la Toro
Rosso, della Red Bull. Questo vorrà pur dire qualcosa.
Leclerc, Isaakyan e de Vries
George Russell
Pietro Fittipaldi
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Intervista ad Afa Heikkinen
Il Koiranen GP ha conquistato il titolo con de Vries come già era accaduto nel 2012
con Kvyat. Impegnato su più fronti, il team diretto da Heikkinen
ha una solida certezza: rimanere nella serie promossa dalla Fast Lane Promotion
“Continueremo
nel mondo ALPS
8
S”
9
C
Nyck de Vries ha vinto il titolo 2014 della
Formula Renault 2.0 ALPS grazie a otto
vittorie e ad una velocità che nessuno ha
potuto contrastare. Il titolo se lo è meritato
in toto, ma almeno metà del merito va alla
squadra, la Koiranen GP, che ha saputo
mettergli a disposizione un mezzo tecnico
quasi sempre impeccabile. Dopo aver
portato al successo Daniil Kvyat ed essersi
ripetuta quest'anno con de Vries, la
formazione finlandese è diventata ancora
di più uno dei punti di riferimento della
categoria. Impegnata dallo scorso anno
anche in GP3, la squadra dei fratelli
Koiranen ha affidato al socio Afa Heikkinen
la gestione “della parte Renault”. Un
compito che il manager sta portando
avanti con successo. Koiranen infatti, oggi
è un team che ha molti ramificazioni, oltre
alla Formula Renault 2.0 e alla GP3
dall'anno prossimo organizzerà la F.4 in
Finlandia, Estonia e Russia. Ha
collegamenti con la Petrobras per lanciare
giovani talenti brasiliani e con la Cina per
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tentare di scovare il primo vero talento del
Paese dei dragoni. Insomma, una sorta di
holding che al Mugello ha festeggiato ha
centrato un altro obiettivo, ma che in
questa stagione vuole ancora far parlare di
di sé
Prima di tutto complimenti. Missione
compiuta?
“Grazie. Beh, sicuramente uno degli
obiettivi stagionali era vincere questo titolo.
Sapevamo che Nyck poteva capitalizzare
l'esperienza ed eravamo ottimisti, ma non
era certo una cosa scontata. Siamo felici
perché abbiamo lavorato moltissimo per
raggiungere questo risultato”.
Dal nostro punto di vista talvolta è
sembrato fin troppo facile per Nyck
vincere le gare…
“Può darsi, ma ovviamente come tutti
sanno non è mai facile. E poi anche noi
abbiamo avuto i nostri momenti difficili. A
Monza ad esempio, fra noi e il pilota
probabilmente non si è mai creato il giusto
feeling e siamo andati male. In ogni
stagione ci sono delle gare buone altre che
invece vanno male. Fortunatamente per noi
sono state di più quelle dove la relazione
fra squadra, pilota e macchina ha
funzionato perfettamente”.
C'era un po' di pressione alla vigilia
della stagione? In molti avevano
pronosticato la vostra vittoria…
“Si naturalmente. Nyck era un pilota di
esperienza con un passato pesante sui
kart ed inserito nel McLaren Junior
Program. Le aspettative erano ovviamente
molto alte. Da questo punto di vista devo
dire che la gente tende a sottostimare
questo aspetto che, invece, conta molto. A
volte è proprio quello che fa fallire delle
imprese, altre volte le esalta. Occorre
saperlo gestire. Ce l'abbiamo fatta”.
Come valuti il 2014 del team Koiranen?
“Penso di potermi dire felice delle
performances espresse dalla squadra.
Ovviamente dobbiamo distinguere perché
avevamo un pilota di esperienza e altri che
invece erano al debutto. Il livello generale
però, mi ha soddisfatto perché è stato
molto buono. Lo scorso anno questo
campionato è stato faticoso per noi per
tutta una serie di motivi. Molta gente ha
indicato nel debutto in GP3 la colpa delle
prestazioni sotto tono. Questo può essere
stato vero, ma solo in piccola parte. Direi
che era più un problema legato alle
persone. Ci siamo compattati, abbiamo
rivisto delle cose ed oggi sono molto
orgoglioso del lavoro fatto. Siamo tornati ai
livelli che sapevamo esprimere”.
Avete visto passare diversi piloti ormai,
che giudizio ci può dare di Nyck?
“Per quanto riguarda Nyck, devo dire che è
una persona speciale. Un bravo ragazzo
con cui è stato bello lavorare in questi due
anni. Il nostro rapporto si è evoluto con il
tempo e siamo così riusciti a raggiungere i
traguardi prefissati. Sicuramente un ottimo
pilota con delle caratteristiche uniche che
lo hanno portato a diventare campione.
Non è possibile paragonarlo ad altri.
Ognuno ha le sue caratteristiche e le sue
individualità”.
La Koiranen e' una realtà ormai
consolidata nel mondo delle corse. Quali
sono i vostri progetti?
“Oltre alle corse che sono nel nostro DNA e
nelle quali continueremo, stiamo
esplorando altre possibilità. Organizzeremo
la F.4 in Estonia, Finlandia e Russia. Ci sarà
un dipartimento appositamente creato che
non intaccherà quello dedicato alle corse.
Esploriamo insomma altre possibilità che ci
permettano di crescere e divenire una
struttura più globale”.
Resterete comunque nell'ALPS?
“Certo, così come nell'Eurocup. Il mondo
Renault è quello da dove veniamo, dove ci
siamo consolidati e non lo abbandoniamo.
Quello che facciamo al di fuori è proprio
per creare nuove opportunità per la
Formula Renault 2.0 che resta al centro dei
nostri interessi. L'ALPS inoltre è un
campionato ad alto livello, con un bel
calendario e che richiede molta
programmazione. Qui abbiamo avuto
parecchi successi e continueremo a
restarci”.
Qual è il prossimo obiettivo sportivo
della squadra?
“Provare a vincere il titolo dell'Eurocup
2014 con de Vries. I nostri sforzi sono tutti
concentrati li per ora”.
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Una pista
mondiale
Roberto Merhi,
che aveva debuttato
nel motorsport
partecipando
alla F.Renault Italia
del 2007, racconta le
caratteristiche della
pista di Jerez che
ospiterà la tappa finale
della serie ALPS.
E proprio sul tracciato
andaluso il ragazzo di
Castellon si giocherà il
titolo della World Series
Renault 3.5 contro Sainz
È
E’ il pilota del momento Roberto Merhi.
La sua travolgente stagione in World
Series Renault 3.5 lo ha portato al
secondo posto nel campionato ad una
manciata di punti da quello che sembrava
essere il leader indiscusso, Carlos Sainz.
Merhi non è più un ragazzino, nel GP
d’Italia di Monza ha anche debuttato in
F.1 partecipando con la CaterhamRenault al primo turno di prove libere del
venerdì. Ma lo spagnolo i primi passi in
monoposto li ha mossi nella F.Renault
Italia nel lontano 2007 quando a 16 anni
si piazzò quarto al debutto con la Tatuus
del Jenzer Motorsport. Ha poi vinto
l’europeo F.3 nel 2011, successo che gli
ha spalancato le porte del DTM come
pilota ufficiale Mercedes per le stagioni
2012 e 2013. I pochi risultati conseguiti,
lo hanno però estromesso dal
programma della Casa di Stoccarda e
Merhi si è dovuto rifare una carriera. E
tornando alla guida delle monoposto,
nella Renault 3.5, il suo potenziale è
tornato a essere di prima qualità. Chi,
dunque, se non il 23enne Merhi poteva
presentare il circuito di Jerez che il
prossimo 5 ottobre ospiterà la tappa
finale della F.Renault ALPS?
“Curiosamente a Jerez ho girato soltanto
quest’anno, nei test Renault 3.5 pre
campionato. Praticamente era l’unico
tracciato spagnolo che non conoscevo, è
strano me ne rendo conto, ma è proprio
così. La pista andalusa l’ho trovata
interessante, di media difficoltà, non
particolarmente probante dal punto di
vista fisico. Ci sono alcune curve molto
accattivanti e in particolare la 5 è
piuttosto difficile, molto veloce, ed è
importante tenere la linea giusta. Il tempo
lo si fa generalmente al mattino perché le
temperature sono spesso elevate in
Andalusia e nel pomeriggio l’asfalto è più
caldo. Le strutture del circuito sono di
ottima qualità e non per niente da anni vi
si svolge la Moto GP mentre una volta
c’era anche la F.1, che ora vi torna solo
per i test pre campionato. Ma è
comunque significativo che Jerez sia
considerata dai team del mondiale. Sono
contento che l’ALPS vi disputi la sua
prima tappa della storia, sono sicuro che
gli organizzatori e i piloti rimarranno
soddisfatti e spero che vi tornino anche
nel 2015. Per quel che mi riguarda, Jerez
rappresenterà un momento decisivo della
carriera perché probabilmente sarà su
questo circuito che si deciderà il titolo
della Renault 3.5 fra me e Sainz”.
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Nogues vede
la corona
Le due gare del Mugello hanno avvicinato ancora di più
il pilota spagnolo della Rangoni Corse alla conquista del
campionato. Si giocherà tutto nella tappa finale di Vallelunga
14
C
Deciderà Vallelunga, ma forse il Mugello
ha già detto tutto quello che c'era da
dire sulla stagione 2014 della Clio Cup
Italia. Sul tracciato toscano infatti,
l'equilibrio in classifica che regnava fra
Oscar Nogues e Simone Iacone si è
rotto. Lo spagnolo in forza alla Rangoni
Corse, grazie alle due vittorie e al
contemporaneo stop dei suoi avversari,
ha prodotto uno strappo che gli
permetterà di affrontare le ultime due
gare con un vantaggio di 47 punti.
Un'enormità visto che in palio ce ne
sono “solamente“ 54. Questo gli
consentirà di arrivare sul circuito
capitolino in tutta tranquillità. Gli basterà
restare lontano dai guai e finire a punti.
Cosa che quest'anno gli è riuscita con
una certa continuità. Il suo avversario,
Simone Iacone, dovrà per forza di cose
vincere, sperando nel contempo che
Nogues non vada a punti. Un'impresa
titanica, ma chi se la sente di
scommettere che sia già finita? In pochi,
probabilmente. Perché la Clio Cup in
passato ha già fatto vedere come
nessuna situazione può dirsi certa fino a
che non cala la bandiera a scacchi.
La serie organizzata dalla Fast Lane
Promotion infatti, è un concentrato di
competizione, di gare tirate e in dubbio
fino alla fine. I protagonisti non si
risparmiano mai e i duelli non si contano.
Difficile che un pilota porti a termine una
gara lineare. Ogni posizione, ogni punto
deve essere conquistato dopo una lotta
spesso furibonda. Viene facile quindi
capire come Oscar Nogues, pur essendo
nella migliore delle posizioni possibile,
non possa rilassarsi e pensare di andare
a Vallelunga per fare una passeggiata. Lo
spagnolo di Rangoni però, è sicuramente
il pilota più in forma. Vince in Europa ed
in Italia mostrando un passo spesso
irraggiungibile per gli altri. Lo ha fatto
vedere anche al Mugello dove solamente
una vecchia volpe come Massimiliano
Pedalà è riuscito a metterlo in difficoltà.
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Pedalà stellare
al Mugello
Il pilota della Composit, presente come wild card e
trasparente ai fini del punteggio, ha saputo mettersi
in evidenza fin dalle prove. Con un giro superbo ha
infatti strappato a Oscar la pole position quando lo
spagnolo era ormai convinto di averla in tasca. In
gara uno poi ha tenuto la leadership per tre giri prima
di lasciarla alla Clio della Rangoni. Anche in questo
caso Massimiliano non ha mollato e a pochi giri dalla
fine è tornato al comando. Da quel momento ha
iniziato una strenua difesa su Nogues che metteva il
muso in ogni piccolo varco. Ha resistito fino alla
ultima curva, ma poi nulla ha potuto contro una
manovra spettacolare di Oscar. Lo spagnolo si è
affiancato alla staccata della Bucine. I due hanno
percorso appaiati la curva in discesa e parte del
rettifilo principale dove Nogues è riuscito a spuntarla
per 21 millesimi. Un niente che dimostra quanto sia
tirate e spettacolari le corse della Clio Cup. E' stato
proprio in questa prima frazione che il pilota di
Rangoni ha cominciato a costruirsi il vantaggio.
Tra le sorprese
Gryazin sul podio
Sia Simone Iacone sia Ivan Pulic, gli unici rimasti a
contendergli il titolo, sono infatti incappati in una
giornata storta. In preda a problemi tecnici, non sono
mai riusciti ad essere efficaci terminando così nelle
retrovie. Chi invece sul podio ha goduto è stato
Nikolay Gryazin. Il russo della Composit ha portato a
termine una bella gara a ridosso dei primi. Gli è
mancato lo spunto per inserirsi nella lotta, ma nulla
toglie alla bella prestazione. La stessa portata a
termine da Massimo Ferraro, quarto, e Lorenzo
Pegoraro quinto.
Gara due ha ribadito la superiorità di Nogues che, ha
compiuto una bella impresa. Partito ottavo per via
della griglia invertita, ha cominciato una rimonta che
in poche tornate lo ha portato al comando. Il tutto
mentre Simone Iacone ha fatto segnare una battuta
di arresto a causa di una uscita di pista nel momento
meno opportuno. Anche a Ivan Pulic non è andata
bene. A causa di un sottosterzo cronico non è
andato più in la del nono posto e così la matematica
lo ha condannato. A brillare è stato ancora una volta
Gryazin che ha chiuso con una piazza d'onore un fine
settimana davvero buono. Pedalà ancora una volta
ha fatto vedere di che pasta è fatto rimontando dal
settimo al terzo posto. Quarto un ottimo Michele
Puccetti autore di una bella gara e quinto Massimo
Ferraro. Stava per compiere la miglior prova
stagionale Lorenzo Pegoraro con la Clio dell'Oregon.
Purtroppo un errore nel finale lo ha fatto retrocedere.
Tutti a Vallelunga dunque. In programma c'è il gran
finale di una serie che ha appassionato e che ancora
una volta garantirà un grande spettacolo.
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Melatini e Puccetti
La classifica
di campionato
Pedalà e Nogues in lotta
Il via di gara 1
1 – Oscar Nogues
2 – Simone Iacone
3 – Ivan Pulic
4 – Michele Puccetti
5 – Massimo Ferraro
6 – Simone Melatini
7 – Lorenzo Nicoli
189
146
109
101
100
98
89
Pedalà, Nogues e Gryazin sul podio
8 – Lorenzo Pegoraro
9 – Daniele Pasquali
10 – Luciano Gioia
11 – Massimiliano Danetti
12 – Zeliko Cumurzic
13 – Enrico Bettera
14 – Cristian Ricciarini
15 – Marco Cassarà
40
35
29
21
19
16
16
10
17
Iacone: “Mai
Il pilota della Essecorse, tornato alle competizioni dopo due anni di sosta, sta
contendendo il titolo finale allo spagnolo Nogues. Anche se le possibilità sono minime,
combatterà fino all’ultimo metro
C
Come finirà la stagione della Clio Cup
Italia lo dirà solo l'ultimo appuntamento
di Vallelunga. Per il momento, Simone
Iacone sa soltanto che lotterà fino
all'ultimo metro di questo campionato e
che, nonostante l'impresa appaia
disperata, farà tutto quanto è un suo
possesso per provare a ribaltare la
situazione. Comunque vada, questa
stagione va inserita nella cartella delle
soddisfazioni se si considera che il pilota
della Essecorse era fermo dalla fine del
2011 e che il ritorno alle corse spesso
porta con sé delle difficoltà. Iacone tutto
questo non sembra averlo sentito. Fin
dalla prima gara infatti ha subito messo
in chiaro le sue intenzioni diventando poi
uno dei protagonisti assoluti del
campionato 2014 della Clio Cup Italia
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che lo ha visto contrapposto ad Oscar
Nogues.
Dopo una pausa di due anni sei
tornato a correre. Come è nata e come
si è sviluppata questa possibilità?
“L'ultima stagione completa l'ho corsa
nel 2011 con la Gt Cup e poi per due
anni non ho praticamente fatto nulla. La
mia ultima apparizione è stata con la
Superstars a Pergusa nel 2012 e per una
gara GT a Monza a fine stagione, ma di
fatto ero fermo. Poi, attraverso degli
amici si è creata l'opportunità di correre
con la Essecorse nella Clio Cup e l'ho
colta al volo con passione”.
Una macchina decisamente diversa
rispetto a quanto eri abituato…
“Si, una macchina piccola a trazione
anteriore. Una sfida stimolante anche
perché la squadra era tutta nuova. Ho
sposato subito questo progetto dove
c'era tutto da costruire e crescere
assieme. Una cosa decisamente
accattivante”.
Le cose però, si sono messe bene,
perché ad Imola è subito arrivata la
vittoria…
“Sia io sia la squadra abbiamo subito
trovato la quadra giusta e i risultati sono
arrivati in fretta. Una cosa che non mi
aspettavo. Anzi ad essere sincero non mi
ero fatto nessuna idea su come avrebbe
potuto andare. Sono partito tranquillo e
assieme ai ragazzi del team abbiamo
intrapreso questa esperienza con molto
i dire mai”
entusiasmo. Una cosa fondamentale in
tutte le imprese. Ovvio avevamo già delle
idee sull'assetto. Da li siamo partiti e poi
le abbiamo sviluppate. In questo modo
siamo arrivati ad ottenere un buon
assetto e prestazioni di rilievo”.
Come è stato guidare questa
macchina così diversa? Da fuori è
sembrato che il tempo non sia passato
visto che hai ritrovato i meccanismi
del pilota abbastanza in fretta…
“Fortunatamente sono istruttore presso la
scuola di Siegfried Stohr. Questo
significa passare da sessanta a ottanta
giornate all'anno in pista. Non ho corso,
ma in realtà questa attività mi ha
permesso di migliorami molto sul
controllo della vettura e sulla dinamica
del veicolo. Ho capito anche tante altre
cose che prima facevo di istinto ed ora
sono più veloce di prima. Come si può
vedere quindi la pausa non mi ha
penalizzato più di tanto”.
Dopo Imola la stagione ha preso la
piega giusta visto che sei diventato
uno dei due attori principali del
campionato.
“Dopo la gara in Italia è arrivata quella in
Austria dove in qualifica abbiamo fatto
segnare il secondo tempo. Poi, il sabato
sera c'è stata una verifica e nel rimontare
la macchina abbiamo commesso un
errore di inesperienza. In gara non sono
quindi riuscito ad andare più in la del
quinto posto. Poi, però, siamo riusciti a
vincere la seconda gara anche se
abbiamo capito che rispetto alla
concorrenza ci mancava qualcosa in
termini di assetto”.
Quindi è arrivato il fine settimana di
Adria…
“La svolta. Abbiamo rivoluzionato la
macchina ed abbiamo trovato l'assetto
giusto. E' stata anche la gara che ha
segnato l'inizio della rivalità con Nogues.
Un confronto molto acceso che non ho
mai visto in nessuna categoria.
Questa esasperazione ha poi
condizionato gara due, visto che siamo
arrivati al contatto. Il clima si è così un
po' guastato e siamo andati a Monza con
questi stati d'animo. Quella brianzola è
una pista strana che si presta a molti
risultati anche se non si ha una macchina
buona. Molti piloti nell'ultimo giro hanno
tagliato la chicane e chi ha pagato sono
stato io che all'ultimo giro ero primo e di
colpo mi sono ritrovato dietro.
Pazienza…”.
Dopo il Mugello, l'idea della vittoria in
campionato è forse più lontana. Ma
perché non provarci?
“Parto sempre per vincere le gare, poi è
chiaro che più ne vinci più ti avvicini alla
conquista del campionato. Io resto
tranquillo. La mia carriera non cambierà,
ma è chiaro che a fine anno avere un
titolo in bacheca fa molto piacere. Sarà
molto difficile, ma noi ce la mettiamo
tutta. Questa squadra è fantastica. E'
fatta di ragazzi eccezionali e sarebbe
bello portargli un trofeo alla fine
dell'anno. Ad oggi sembra realmente
molto difficile, ma mai dire mai”.
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Oregon pronta
Canevisio, team manager della squadra italiana che negli ultimi anni
ha vinto il Megane Trophy europeo, è pronto per lanciarsi nella nuova avventura
della Casa francese col nuovo accattivante prototipo
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a al debutto
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N
Nelle scorse settimane, Renault Sport ha
presentato la nuova arma con la quale
darà vita alla nuovo campionato a ruote
coperte inserito nel contenitore della
World Series. Non appena svelata, la
Renault RS01, ha subito attirato
l'attenzione degli addetti ai lavori. Non
solo per via delle sue linee assolutamente
accattivanti, ma anche e soprattutto per il
concentrato di tecnologia che ne ha fatto
una delle macchine più appetitose in
vista del 2014. Team e piloti stanno
guardando con molto interesse al nuovo
campionato. Fra loro non poteva
mancare l'Oregon Team da sempre
protagonista dei monomarca Renault che
ha marchiato in maniera indelebile grazie
ai tanti titoli conquistati nell'Eurocup
Mégane Tophy. La squadra condotta da
Jerry Canevisio e Giorgio Testa si è già
fatta avanti e sarà al via del nuovo trofeo.
Canevisio, quale è stata la reazione
dell'Oregon non appena vista la nuova
vettura?
“E' decisamente molto bella. Ci
aspettavamo un lavoro di qualità, ma in
questo caso si è andati oltre le
aspettative. E' più di quello che
immaginavamo, ma crediamo anche sia
la giusta evoluzione del progetto Mégane
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che ormai aveva dieci anni”.
L'Oregon Team comprerà la nuova
RS01?
“L'Oregon ha già deciso che sarà al via
del nuovo campionato e ha già dato la
caparra per l'acquisto di due vetture.
Questo perché sappiamo che la partenza
di un campionato nuovo e con macchine
al debutto, ha bisogno di un periodo di
rodaggio. Tutto deve essere capito,
compreso e metabolizzato. Per farlo al
meglio è bene avere un numero limitato
di macchine sul quale concentrarsi.
Anche se il progetto di partenza è sano,
potrebbe insorgere anche qualche
problema meccanico come è normale
quindi meglio non disperdere gli sforzi”.
Come sono state le reazioni
dell'ambiente? Sembra che l'interesse
suscitato sia stato veramente molto. Vi
risulta?
“Si assolutamente. In molti hanno
chiesto informazioni e vogliono capire se
ci sia la possibilità di partecipare.
Insomma, tutti i classici abboccamenti di
quando nasce una nuova categoria, ma
in questo caso devo dire che siamo stati
contattati da diverse persone veramente
intenzionate e correre”.
Si parla di piloti professionisti e
amatoriali, con due classifiche
specifiche?
“Per come la vedo io non lo considero un
campionato adatto a degli amatori. Lo
vedo più adatto a dei ragazzi che arrivano
dalle formule. Piloti che magari non
hanno più il budget per continuare o che
hanno abbandonato il sogno della
Formula 1 e hanno deciso di fare i
professionisti in altri ambiti”.
Siete stati contattati da piloti? Vi state
muovendo in questo senso?
“Si stiamo cominciando a mettere
insieme un programma di test per far
capire ai formulisti cosa significa guidare
una “silhouette”. Li faremo con le
Mégane che abbiamo in officina delle
quali abbiamo tutti i riferimenti ed un
quadro completo per potere valutare le
capacità di un pilota. Sia tecnicamente
sia dal punto di vista velocistico”.
La vettura ha già girato. L'avete vista
in azione?
“Si, abbiamo seguito lo shake down a
Franciacorta e abbiamo capito che la
macchina è nata sana. Del resto Renault
si è affidata a Dallara, per me il migliore
costruttore di scocche in carbonio del
mondo, e quindi si può capire subito da
che livello si parte. Il motore Nissan non
ha un'elettronica esasperata e questo
aiuterà le squadre a non impazzire. Ho
visto una gestione di macchina
complessa, ma decisamente
abbordabile come deve essere in un
monomarca. Su questa macchina il
pilota sale, accelera e va. Il pedale o la
leva della frizione non vanno più usati. Il
cambio inoltre, mi è sembrato molto
veloce e capace di assecondare il tutto.
Insomma bella da ogni punto di vista”.
Cosa si aspetta l'Oregon dal nuovo
campionato. Un più alto livello di
competizione?
“Non mi aspetto nulla. Spero, e lo
sottolineo, che arrivino nel paddock
squadre e piloti che alzino il livello della
competizione. Così diventerà più dura,
ma perdere, eventualmente, avrà tutto
un altro significato. Chiaro che poi noi
ce la metteremo tutta per proseguire la
striscia vincente degli ultimi anni”.
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DOMENICO PORFIRI Responsabile Organizzazione
E-mail [email protected]
BARBARA PETRIVELLI Coordinatrice
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SABRINA ODUWOLE Segreteria Organizzativa
E-mail [email protected]
Fast Lane Promotion è presente su Twitter
@flp_renault
Ufficio Stampa: Dario Lucchese (Garage Group) E-mail [email protected]
Emanuele Fasano (Garage Group) E-mail [email protected]
A cura di: Dario Sala - Realizzazione grafica: Inpagina Srl - Bologna - Foto: Actualfoto