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Bisogna sempre
giocare
onestamente
quando
si hanno le carte
vincenti.
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Oscar Wilde
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Il Iltrattamento
deidei
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viene
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quanto stabilito dalla legge 675/96 sulla tutela dei dati, di cui le garantiamo la massima riservatezza, è effettuato al fine di aggiornarla su iniziative e offerte di Editrice Bergamoup srl. I suoi dati non verranno comunoicati o diffusi a terzi e per esse lei potrà richiedere in qualsiasi momento
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fotografici senza riuscire e reperirli. È ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento
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L’Editoriale |
di michele oggioni
Barcollo ma non mollo...
Cari lettori, come sempre nella vita, le cose non scorrono lisce
come l’olio. È tutto molto difficile con tanti intoppi, però si deve
avere la forza di sorvolare e andare avanti. È quello che è accaduto a noi di “Bergamo up”, che nel mese di Aprile abbiamo
subito un furto nella nostra redazione.
Questo brutto episodio ci ha recato diversi danni, il più importante e grave è quello dei nostri computer, contenenti tutto il
nostro prezioso materiale.... (tre anni di archivio compreso il
backup).
Questo è uno dei motivi per cui siamo usciti in ritardo il mese
scorso.
Un altro problema è stato un breve cambio di editore che in
poco tempo pensava di rivoluzionare la rivista, sostituire le rubriche e dare un’altra impronta che non ci apparteneva.
E come se non bastasse, sempre in questi mesi, una buona parte
di tutto il nostro staff ci ha lasciato e solo ora capisco il perché...
Con furbizia e bugie hanno lavorato per l’uscita di una nuova
rivista portando una buona parte dei contenuti di “Bergamoup”
su quest’altro mensile. Hanno sfruttato il nome di “Bergamoup”
per farsi conoscere, ed ora a testa alta pubblicano le medesime
rubriche altrove. Ovviamente questa cosa mi ha deluso e tradito
profondamente.
Il nostro mensile è nato per i lettori bergamaschi, tenuti a sapere
quello che ci circonda nel bene e nel male, ed è su questo punto
che vogliamo destinare le nostre energie e professionalità. “Bergamo up” vuole continuare ad essere un periodico di spessore e
libero di scrivere tutto! Insieme a Stefano Salvi, il nuovo direttore editoriale, e Valeria Barizza direttore responsabile e tutto
il nostro team, vi promettiamo di ritornare nelle vostre case e
aziende a pieno regime più brillanti... di prima.
in copertina bergamoup: PHI Informatica
sommario
/12
06
BERGAMOUP MODEL
pag.
53
Francesca Bellavita
Bella giovane e ....intelligente
STORIA DI COPERTINA
pag.
10
PHI Informatica
Risparmio e sostenibilità energetica
in 3 “C”
Azienda Biava
Il Moscato di Scanzo e non solo...
SALUTE NEL PIATTO
pag.
SI SALVI CHI PUO’
60
Percassi
“Genio o farneticante”
IN VIAGGIO CON PAMELA
pag.
“Conero” perla dell’Adriatico
Bellezze incontaminate fra l’azzurro
del mare e il “Rosso Conero” D.O.C.
IN CASO DI VIAGGI
pag.
Glam Entertainment
Professionalità nel fascino dello spettacolo
66
Innamorarsi di Parigi
La più visitata e forse la più romantica
CAVALIERI E NOBILTA’
pag.
34
Multati in “Odore di santità”
pag.
SPETTACOLO
pag.
DALLA VOSTRA PARTE
Andavano a Messa parcheggiando
sul Sentierone
64
Molino S. Giuseppe
A Soncino, Borgo dei Sapori
28
Un must di stagione made in Italy
59
IN CANTINA
pag.
22
Il bracciale Tiffany low-cost
pag.
Cascina Bolsa
Storia di una vita
18
56
ARTE CULINARIA
pag.
14
SPECIALE MODA
pag.
L’INDIPENDENZA
pag.
Templaria Veosfest
72
Tre giorni a Seborga
L’Antipolitico
Monti... meglio che indossa l’elmetto
AMERICAN BAR
pag.
36
76
Il Caffè “up” per eccellenza
40
“Oltre” per vivere bene
pag.
84
Innamorarsi e capire le emozioni
Hi-Fi
pag.
44
pag.
Sound Gallery
92
Tutta la potenza dell’HI-FI
48
Mens sana in corpore sano
6
Con la dieta Tisanoreica
A PASSEGGIO PER LA CITTA’
TWIZY, BE FUN
Arriva il due posti elettrica
EVENT
Lazzaro Fornoni
Pennellate e stile unico da far invidia
a gli impressionisti-moderni
SALUTE E BENESSERE
pag.
Mazda CX-5
Frenata, abitacolo e controlli elettronici
ATTUALITA’
pag.
TOP SPEED
pag.
Nazionale Cafè
pag.
94
Caffè del Borgo
Aperitivi a suon di musica
7
Point
Entrate, chiedete e vi sarà dato
Oltre alla normale distribuzione, per rispondere alla richiesta dei nostri lettori,
abbiamo deciso di mettere il mensile piu dinamico della città gratuitamente a disposizione
di tutti presso i seguenti bergamoup point :
Se vuoi diventare BergamoUp point chiama in redazione, saremo lieti di accontenarti
• Redazione BergamoUp
P.le Mons. Chiodi, 30 - Verdello (Bg)
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• Ottica Gionchilie
via S. Alessandro, 26/a - Bergamo
tel. 035.319380
• Le Iris - America bar
via Vittorio Emanuele II, 12 - Bergamo
tel. 035.217037
• Galleria Marelia
via Guglielmo D’Alzano, 2/b - Bergamo
035.0603115
• Treco - calzature
via Giuseppe Garibaldi, 4/d - Bergamo
tel. 035.233787
• Coca Club
via Madonna della Neve, 35 - Bergamo
tel. 035.0346077
• TecnoDomo
via Giovanni Pascoli, 2/a - Seriate (Bg)
tel. 035.4921473
• Trattoria da Silvia
via Roma, 16 - Gorle (Bg)
• Lucchini Casa
8
c.so Europa, 38 - Scanzorosciate (Bg)
tel. 035.6570027
9
storia di copertina
Phi informatica
Risparmio e sostenibilità energetica
in 3 “C”
di Stefania Barcella photo Matteo Mottari
U
n’azienda che nasce dall’esperienza decennale di
un gruppo di professionisti che operano da anni
nel settore informatico nella provincia di Bergamo e della Lombardia. Phi è informatica e oltre:
l’attenzione è al presente, lo staff è all’avanguardia per
fronteggiare nel modo migliore la situazione di crisi attuale, l’obiettivo principale è il risparmio.
Come? Semplice, lasciandosi guidare dalle tre “C”: soluzioni nell’ottica del risparmio da parte del cliente e della
sostenibilità energetica.
Carta: eliminiamo carta proponendo al cliente la soluzione Archibox (Servizio di Archiviazione Elettronica Documentale, Gestione e Conservazione Sostitutiva dei documenti), venduta in modalità servizio a partire da € 150,00
al mese. Comprende i server e il software, il backup dei
dati. La copia dei dati viene effettuata ad almeno 150KM
dall’ufficio del cliente con la garanzia di ripristino dei dati
entro 72 ore, il valore del dato è fondamentale nelle aziende! A noi piace definirla la “Cassaforte dei tuoi dati”, il
tuo articolo che scriverai se conservato in Archibox conserverebbe tutte le versioni che salvi, e se tu avessi ristretto
l’accesso al tuo articolo, nessuno in nessun modo lo potrebbe leggere. Utilizza un sistema di crittografia brevettato a livello europeo a 4096 bit.
L’azienda troverà sempre le informazioni che cerca, in breve tempo, e non si dovrà preoccupare del backup dei dati
e della conservazione. Nel caso poi scelga di passare alla
conservazione sostitutiva potrà distruggere tutti i documenti contabili e nel caso di controlli consegnerà un DVD
contenente tutti i dati agli organismi di controllo. Risparmiando tempo e probabilmente riducendo enormemente
i tempi di presenza di controlli in azienda.
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L’integrazione del prodotto con Gestionale Open, prodotto gestionale che installiamo da anni, li rende la scelta
ideale per la piccola e media impresa.
Cartucce: eliminiamo scarti per la stampa con un costo al
di sotto della media, la nostra partnership è con Xerox! Un
nuovo modo di pensare all’inchiostro: l’inchiostro solido
è il risultato di una innovativa e rinomata tecnologia di
stampa a colori offerta solo da Xerox. Facile da utilizzare,
consente di ottenere una qualità di stampa a colori eccellente. Inoltre si ha fino al 90% in meno di rifiuti di stampa
rispetto alle stampanti laser a colori di tipo analogo. Il solo fatto che non è necessario smaltire i rifiuti da stampante Laser porta un grosso risparmio, che unito alla
modalità costo pagina All-inclusive, pezzi di ricambio e
assistenza compresi, aumenterà ancora di più il possibile
risparmio.
Consumi: riduciamo il consumo energetico con Google
Apps. Google sta creando un web migliore per l’ambiente.
Unico data center certificato per il risparmio energetico:
l’impatto ambientale di un business utilizzando Gmail è
fino a 80 volte più piccolo della media.
Grazie alla riduzione dei server in azienda i risparmi saranno evidenti nel breve periodo. Un server consuma circa € 400,00 di energia in un anno considerando anche i
costi di condizionamento. Il risparmio sarà ancora più evidente considerando l’annullamento dei costi di acquisto,
manutenzione, backup dei dati, ecc…
I risparmio medio calcolato per ogni utente è di circa €
300,00 annuali (dati Google), che per un azienda di 15 dipendenti e in tre anni significa € 13.500,00!!!
È stato inoltre creato il sito www.itsostenibile.it dove
verranno pubblicate notizie relative alla sostenibilità e
all’ufficio green.
Non è un caso che Phi informatica fosse presente col suo
stand al Festival dell’Ambiente, tenutosi a Bergamo l’1-23 giugno. Non poteva certo mancare l’azienda leader nel
settore dell’informatica ecologica: l’informatica è responsabile del 2% delle emissioni globali; l’informatica ecologica mira a ridurre il restante 98%. Carta, Cartucce, Consumi… questa la strada della sostenibilità!
11
Phi - Informatica S.r.l.
Via Carnovali, 84 - 24126 Bergamo
Tel. +39.035.0299277 Fax.+ 39.035.5096955
[email protected] www.phi.it
12
storia di copertina
13
Trattoria della Cascina Bolsa
Storia di una vita
Quando la ristorazione vuol dire profumi, sapori, rumori
di Stefania Barcella photo Matteo Mottari
L
14
a storia di una persona “contro”. Dino Sartirani
espansivo, ma esigente. Protagonista a 360°.
Dopo aver girato il mondo e aver avuto l’onore
di collaborare con grandi professionisti della ristorazione
moderna all’apertura di ristoranti italiani con forte influenza mediterranea ha avuto l’opportunità di incontrare
la signora Adriana Gadda che, intuendo le sue potenzialità e la sua grande capacità professionale ha deciso di coinvolgerlo in un progetto nuovo, in Italia e più precisamente
a Verdello in provincia di Bergamo.
«In una vecchia cascina ristrutturata, dove si respira ancora la natura pur essendo vicinissimi alla città – racconta
Dino –ho concepito per Adriana la Trattoria della Cascina
Bolsa.
Non un ristorante classico, ma una trattoria… come al
mare… come in campagna.
Un locale informale dove i profumi, i rumori ma soprat-
15
tutto gli umori sono veri, dove il cibo si presenta da solo
con la freschezza dei prodotti più buoni che il mercato
ci offre giornalmente.
Pomodorini, mentuccia, basilico, origano, maggiorana,
timo e olio extra vergine di oliva diventano il giusto accompagnamento al pesce rigorosamente freschissimo (da
noi il “pesce di oggi” è veramente di oggi) e alla carne da
me personalmente selezionata».
Alla Trattoria della Cascina Bolsa il pasticcio di mais è la
polenta, il pesce veloce del mar Baltico è il baccalà e non
la supercazzola brematurata.
«Non ci piace prendere in giro nessuno, siamo semplicemente noi stessi – commenta Dino col cuore in mano –
prendere o lasciare.
La garanzia di 40 anni di esperienza nel settore e un ottimo rapporto qualità/prezzo sono le carte che giochiamo
con i nostri clienti, coccolati a pranzo e cena 7 giorni su
7, sia che vengano a mangiare per pranzi e cene di lavoro,
sia per assaggiare il menù turistico a 18 euro o per togliersi
qualche sfizio come le lumache trifolate, il crudo di frutti
di mare, il percorso di mare o anche solo per fare una
cantatina davanti a un bicchiere del nostro prosecco. Sempre, in ogni caso, i nostri ospiti sono l’anima pulsante del
nostro locale».
16
TRATTORIA DELLA CASCINA BOLSA
VIA CASCINA BOLSA , VERDELLO (BG) TEL 035 4820344
17
Dino ama il suo lavoro in modo viscerale grazie agli insegnamenti della madre Serena (grande mamma e grande
cuoca, ci tiene a sottolineare) e della nonna Angelina.
«Mentre Adriana ripensa ai brasati e agli stufati di mamma Adelaide, io ricordo con nostalgia le domeniche della
mia infanzia: il profumo della polenta e del coniglio arrosto, il calore quasi spirituale delle caldarroste cotte sul
camino nelle serate autunnali circondato da tutta la mia
chiassosa e numerosa famiglia.
Noi, ora, nel rispetto di quei tempi meravigliosi e delle
tradizioni dei nostri nonni selezioniamo e cuciniamo solo
i migliori prodotti del nostro territorio con la speranza di
poter suscitare anche nei nostri ospiti le stesse emozioni
che abbiamo provato noi».
Azienda Agricola Biava:
passione per la qualità
di Stefania Barcella photo Matteo Mottari
L’
Azienda - Sorge sulla collina del monte Bastia a
Scanzorosciate nella tradizionale culla del Moscato di Scanzo. Le vecchie più vigne producono
uva eccezionale che dà vita a vini unici.
Biava è il talento messo a frutto. Un’azienda piccolissima
che punta all’eccellenza. Poche bottiglie trattate come figli.
Le stesse tecniche tradizionali e genuine per mantenere
l’identità del Moscato, ma con un occhio puntato verso il
futuro alla ricerca di un costante miglioramento.
18
La Famiglia - Manuele Biava è oggi titolare e l’unico che
di fatto lavora in campagna e segue personalmente tutte
le fasi di lavorazione e produzione dei vini. Una passione
coltivata fin da piccolo grazie al nonno. “La passione per
le vigne - racconta Manuele - mi ha spinto già da ragazzo
a scegliere la scuola agraria nel mio percorso di formazione. Nel mio lavoro sono aiutato dall’enologo Roberto Ravelli e appoggiato dalla famiglia: il fratello Diego, il papà
Silvio, la mamma Carmen, la moglie Adeana e l’amico
Marco. Nei periodi più impegnativi dell’anno sono tutti
disponibili a dare una mano felici di collaborare.”
19
19
Ph Zaccarelli
AZIENDA AGRICOLA BIAVA MANUELE
Via Monte Bastia, 7 - 24020 Scanzorosciate (BG)
www.aziendabiava.it
L’azienda Biava fa parte anche di una famiglia più grande,
quella del “Consorzio Tutela Moscato di Scanzo” che si
propone di diffondere l’immagine e garantire la qualità di
un prodotto unico come il Moscato di Scanzo.
È grazie a questo lavoro che il mese scorso per fino le
Poste Italiane si sono accorte della bontà del Moscato di
Scanzo dedicandogli un francobollo.
I Prodotti - A tutte le tipologie di vini dell’Azienda è riconosciuto un alto livello di qualità. L’importante clientela
comprende la più bella ristorazione italiana e internazionale: ristoranti stellati di Monaco, Zurigo, Londra e Parigi
da anni scelgono Biava per le loro tavole.
Il Moscato di Scanzo è indubbiamente il fiore all’occhiello dell’azienda. È impossibile elencare gli innumerevoli
premi ricevuti da questo vino fuoriclasse. Basti dire che
Manuele Biava è stato invitato ad un importante convegno svoltosi lo scorso 19 maggio all’Hotel Westing Palace
di Milano per parlare del futuro nel mercato durante la
giornata nazionale della cultura del vino.
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L’Eccellenza - In recenti interviste perfino Gerry Scotti
alla domanda “Quale vino sceglieresti per far colpo su una
bella donna?” ha indicato il Moscato di Scanzo Biava e
sceglie lo stesso vino includendolo tra le trenta bottiglie
che non possono assolutamente mancare nella sua cantina
personale.
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A Soncino c’è un vero
Borgo dei Sapori
il ristorante Molino San Giuseppe
Metti uno dei Borghi più belli d’Italia, metti tre donne con il piglio per gli affari e
l’amore per la buona cucina, metti una location mozzafiato: il risultato è il Borgo dei
Sapori. Il ristorante è meta ideale per una gita “fuori porta” e ha delle caratteristiche
davvero “fuori dal comune”
di Greta Nicoletti photo Matteo Mottari
A
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A poco più di trenta chilometri da Bergamo si
trova uno dei Borghi più belli díItalia. Parliamo
di Soncino, un piccolo e suggestivo borgo medievale in provincia di Cremona, noto ai più per il suo
imponente castello. Da un paio d’anni ciò un motivo in
più per concedersi una scappatella godereccia merito della felice intuizione di tre socie che, innamorate del luogo
e della cucina, hanno pensato bene di ristrutturare una
vecchia segheria abbandonata di proprietà della famiglia
Meroni dando vita al Ristorante Molino San Giuseppe
(conservando anche il nome storico dal 1228). Le artefici
di tanta grazia sono le sorelle Francesca e Rosa Stilo, di
Fornovo San Giovanni, e Barbara Merletti, di Caravaggio.
Tre ragazze , trentenni, che tre anni fa si sono imbarcate in
questa avventura, ristrutturando questo splendido posto
ai piedi del castello. “La nostra fortuna - mi spiega Francesca - è stata la cura con cui il geometra Maurizio Bergonzi
di Soncino ha seguito i lavori, l’attenzione con cui il dottor Giambattista Moro ha seguito le varie pratiche legali
e la gentilezza con cui il sindaco Francesco Pedretti ci ha
accolto a Soncino. Siamo partite da zero, sulle spalle solo
qualche esperienza stagionale e tanta, tanta passione per
il buon cibo e l’accoglienza di qualità. Ci sembrava un sogno”. Un sogno che è divenuto realtà l’8 dicembre del 2010
e che da allora è decollato sempre pi˘ fino a raggiungere
il traguardo attuale che si concretizza con una positiva ri-
chesi. La cucina di Rozzoni è riassunta in una carta semplice, con pochi piatti che variano ogni 40/50 giorni a seconda della stagionalità e della disponibilità della materie
prime. Ad esempio, tutto il mese di aprile sarà dominato
dai sapori e dai prodotti della primavera, dagli asparagi al
riso, dalle uova alle verdurine, dall’agnello alla pasta fatta
in casa. Citiamo ad esempio il “Trionfo di stagione alla
Cantarelli” come antipasto, che questo mese è a base di
asparagi e uova di quaglia. Oppure i “Paccheri di Gragnano alla carbonara” e ancora l’Agnello da latte proposto in
tre diverse cotture (anche eseguite a bassa temperatura).
Non si possono non citare i piatti forti della casa, ovvero i salumi del Molino San Giuseppe (prosciutto cotto
di Mangalica, soppressata, crudo 24-30 mesi, salame nostrano, assaggi di crostini con salsiccia cruda realizzata da
Silvio Rozzoni di Treviglio). E ancora, da non perdere la
Fiorentina di manzetta prussiana, servita su pietra ollare
da tagliare direttamente in tavola. A solleticare il palato
ciò anche la degustazione di formaggi di capra forniti da
La Via Lattea di Brignano Gera d’Adda.
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sposta da parte dei clienti e la soddisfazione generale delle
proprietarie. Il ristorante, arredato con sapienza e in stile
provenzale, è molto luminoso. Si divide tra la sala centrale
e le due ali laterali soppalcate e il giardino esterno che in
estate rende al meglio con i fiori e la splendida vista sul
castello. In tutto sono una settantina i posti a sedere, una
trentina quelli all’esterno. » il luogo ideale per una cena
romantica, un banchetto o un piccolo matrimonio e delle
cene d’affari. Il locale resta aperto tutte le sere, tranne
il lunedì e la domenica a pranzo. In occasione di gite e
per grandi gruppi di persone il servizio a pranzo è su prenotazione. L’impatto visivo è assicurato, il resto lo fanno
l’accoglienza impeccabile,la riservatezza,la discrezione e
l’attenzione nel servizio importante l’offerta enogastronomica di qualità.
Un menu da leccarsi le dita . A rendere possibile ogni giorno il miracolo del gusto al Molino San Giuseppe è un giovane chef trevigliese, Nicola Rozzoni, che ha lavorato al
fianco di Vito Mollica a Praga e a Firenze c/o Fourseason
Hotel, per Pierino Penati a Viganò Brianza, al Colleoni
dell’Angelo in Città Alta (BG) e ha fatto esperienza da
Carlo Cracco a Milano e ad Erbusco da Gualtiero Mar-
24
La scelta delle materie prime è stata ed è sempre rigorosa, lo chef e le proprietarie provano direttamente
i prodotti e selezionano quelli che meglio rispecchiano la filosofia del ristorante. L’ultima parola spetta al
cliente, che ne resta soddisfatto. Oltre a salumi e formaggi tipici locali, anche la scelta del riso Carnaroli o
di altre materie prime è orientata alla qualità, che poi
alla fine fa la differenza nel piatto.
Un’alchimia vincente
Ad accogliere il cliente è il sorriso di Francesca che vi
metterà a proprio agio come se foste a casa vostra. La
direzione della sala è affidata alla precisione e riservatezza di Rosa. La cantina e la carta dei vini (composta
da una cinquantina di etichette) è affidata a Barbara
sotto l’attenta supervisione di Walter Galeotti somelier ventennale, membro del Seminario Veronelli e
collaboratore con l’azienda Scarpitti Distribuzione di
Milano.
È stata fatta la precisa scelta di tenere solo vini italiani e di piccole cantine emergenti o sconosciute insieme ad alcuni immancabili Champagne. Il rapporto
qualità-prezzo è buono anche per questo motivo. La
squadra di cucina è affiatata e l’entusiasmo delle tre
socie è davvero tangibile. un piacere vedere che, anche
in tempi di crisi, ciò chi non perde il sorriso e riesce a
trasmettere la passione per il proprio lavoro.
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Molino San Giuseppe 1228
Borgo dei Sapori
Via Borgo Sotto, 4 – 26029 Soncino (Cr) - Tel e Fax 0374 83060
[email protected] – www.molinosangiuseppe.it
Aperto tutte le sere, domenica a pranzo, chiuso il lunedi.
A pranzo aperto su prenotazione per gruppi
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eventi e spettacoli
Glam
Entertainment
Professionalità e serietà nel fascino dello spettacolo
di Stefania Barcella
U
nico punto di riferimento in Bergamo per chi
vuole entrare nel mondo dello spettacolo, inteso
nel senso più ampio del termine: Glam Enter-
tainment è un’agenzia di eventi, moda, pubblicità, televisione, cinema, make up, fotografia, immagine, comunicazione, management, casting e musica. Il “glam” della
location è il primo passo per entrare nel magico mondo di
tutto ciò che è “entertainment”…
Nata da un’idea di Giacomo Ferrari (ex calciatore dell’AlbinoLeffe, Alzano e Modena) in collaborazione col noto
fotografo Giorgio Sorti, Glam Entertainment nasce in
una Bergamo molto scoperta su questo tipo di situazioni.
Non è un caso, infatti, che ragazze e ragazzi arrivino nella
nostra City da tutto il nord Italia per fare book e casting
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affidandosi al team dei professionisti Glam.
29
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eventi e spettacoli
STAFF and collaborators:
Giacomo Ferrari - g.m./public relations
Massimiliano Aresi - artistic direction/comm.
Giorgio Sorti - photographer
Damiano Petrelli - management
Luisa Scivales - stylist
Laura Masini - make up artist
Andrea Rotondella - photographer
Simona Camisa - laboratory theatre
Ignazio Peragine - press office
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Bergamo - Via Frà Celestino, 9
www.glamentertainment.it
[email protected]
Tel. 035 1990 6013
Ricerca e Selezione, Head-hunting, Consulenza
Organizzativa, Formazione e Coaching sono le
aree di competenza di una delle realtà bergamasche più affermate nell’ambito delle Risorse
Umane: SIRIUM.
Sirium opera dal 1987 in Italia e dal 2000 a livello internazionale grazie al network Sirium International.
In occasione dei suoi primi 25 anni
Sirium ha pensato di invitare amici e
aziende clienti ad un innovativo percorso formativo che si sviluppa lungo
tre giornate a tema: L’Individuo (28
marzo), L’Individuo nel Team (20 giugno) e l’Azienda Sistema (24 ottobre)
L’evento sarà l’occasione di fare business network, apprendendo divertendosi!
Via Camozzi, 130 - 24121 Bergamo - tel 035.217168 - fax 035.240452 - 340/6821084 - [email protected] - www.sirium.it
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di Mino Mottari photo Matteo Mottari
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Successivamente ai due eventi, il primo presso il Castello degli Angeli a
Carobbio degli Angeli pubblicato da Bg up nell’Ottobre 2011 ed il secondo presso l’Hotel de Paris a Montecarlo pubblicato da Bg Up nel
Dicembre 2011, siamo stati invitati, da S.A.S. il Principe Reggente alla
“tre giorni” di Seborga.
Domenica, 22 Aprile, ore 18.00: il Segretario Generale del V.E.O.S.P.S.S.,
Fra Riccardo Bonsi, dava inizio al “Cerchio di Spade” e tutti i Cavalieri
del Tempio urlavano “Non Nobis Domine, Non Nobis, Sed Nomini Tuo
Da Gloriam!”. Con questo grido si chiudeva ufficialmente TEMPLARIA
VEOSFEST, ma nasceva una nuova era dei Cavalieri Templari.
Dall’apertura della manifestazione, venerdì 20 Aprile, alla sua chiusura, abbiamo assistito a tre giornate in cui abbiamo potuto comprendere appieno
il messaggio dei Cavalieri del Tempio del Terzo Millennio.
Tre giorni in cui si sono susseguiti eventi eccezionali, da quelli ludici (l’esibizione straordinaria dell’orchestra occitana “Lou Janavel” e del gruppo di
ballo “La Malinteisa”, le straordinarie battaglie di spade dell’Ordine portoghese Gladius Templi, dell’Ordine della Fenice di Sant’Egidio di Moncalieri (TO) e dell’Ordine di Sigerico di Chignolo Po (PV), a quelli culturali .
Venerdì, abbiamo potuto assistere ad una carrellata degli interventi dei
NON-EROI (così amano essere definiti) della Protezione Civile: magistralmente guidati dal Disaster Manager Dino De Pasquale, questi uomini,
veri e propri Angeli del soccorso, ci hanno emozionato e ci hanno fatto
comprendere che i Cavalieri Bianchi sono attivi più che mai nel soccorso al
prossimo. Sabato è stata la grande giornata delle consacrazioni: numerosi
i Postulanti ed i neo-Cavalieri investiti durante una Cerimonia toccante.
Degna di nota e’ stata la partecipazione di una delegazione dell’ordine
della Corona di Ferro nell’ottica di collaborazione sempre più stretta, al
fine di consolidare varie Epoche Cavalleresche, rappresentata da :
S.A.S. il Principe Massimiliano Molini di Chauvigny, riconfermato Cavaliere con l’ammissione nel V.E.O.S.P.S.S.
S.E. Il Cavaliere dott. Leopoldo Rizzi Conte di Pulaski - S.E. Il Cavaliere
Paolo Bracci Conte di Pontedera - S.E. Marco Barbetti Conte di Aquilea - S.E. Giorgio Gensini Conte di Montecarlo - S.E. Stefano Ferreti
Cavaliere - S.E. Pasquale Bosco Cavaliere Luogotenente Generale
della Piazza di Cispadania Est.
Templaria Veosfest
Seborga - 20, 21, 22 Aprile A.D. 2012
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Domenica, infine, il cerchio di spade, un monito per il mondo intero: i Cavalieri
Templari sono tornati.
Ma quali sono le origini di questi cavalieri del terzo millennio e qual’è la loro
storia?
La storia del Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri
(V.E.O.S.P.S.S.) affonda le sue radici in epoche antichissime.
Le sue origini risalgono all’epoca dei Sag-giga (meglio conosciuti come Sumeri)
e degli Egizi.
L’Ordine, da sempre viene definito yeoshuita, ossia fedele alla parola di Gesù
Cristo. Fedele ad un Cristianesimo puro, privo di sovrastrutture religiose e politiche, l’Ordine inizia il suo cammino moderno in un monastero nell’ Antica
Abbazia di Orval, sita nelle Ardenne, nel 1070.
Questi monaci appartengono al gruppo di cristiani denominati Apostolini o
Apostoliti, devoti di Giovanni Evangelista. Nel 1099 Godfrey de Bouillon (Goffredo di Buglione), apostolita, fonda i Chevaliers du Rocher de Sion (Cavalieri
del Monte Sion). Nel 1108, in Palestina, alcuni Cavalieri di Sion, capitanati da
Hugues de Champagne, decidono di mutare il nome dell’Ordine in Chevaliers
du Temple de Jerusalem (Cavalieri del Tempio di Gerusalemme).
Dieci anni più tardi, nel 1118 in Castrum Sancti Sepulchri (conosciuto come
Seborga), alla presenza del Principe Abate Edoard e dell’ Abate Bernard de
Clairvaux (San Bernardo di Chiaravalle), otto Cavalieri del Tempio di Gerusalemme mutano il nome dell’Ordine in Paupera Militia Christi e viene nominato
Gran Maestro Hugues de Payns.
Nasce così l’Ordine più famoso del Mondo che proseguirà ininterrottamente
la sua storia sino al 1314. Il 18 marzo 1314 Jacques de Molay, Gran Maestro
dell’Ordine, viene arso sul rogo - sull’Isola dei Giudei situata sulla Senna a Parigi
- per ordine di Filippo IV detto il Bello Re di Francia e per accondiscendenza di
Papa Clemente V. Dopo la morte di Jacques de Molay i Cavalieri superstiti si
riuniscono e trasferiscono la sede generale dell’Ordine da Parigi a Cabardés sur
l’Aude, sempre in Francia. Vengono fondate diverse Confraternite, dette dei Cavalieri Bianchi, che, pur controllate dalla sede generale di Cabardés sur l’Aude,
agiscono come strutture indipendenti.
Nel 1365 il Gran Maestro della Paupera Militia Christi, l’Abate aragonese Ponce Lance, letto anche Principe Abate di Seborga, cambia il nome dell’Ordine in
Venerabilis Ordo Sancti Sepulchri (V.O.S.S.).
Nel 1611 l’Abate Cesario da San Paolo, già Gran Priore dell’Ordine, viene eletto
Principe di Seborga e, sempre nello stesso anno, muta il nome dell’Ordine in
Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri (V.E.O.S.P.S.S.),
denominazione che sussiste tutt’oggi.
Nel 2000 il Fra Giorgio Carbone, diventato nel 1999 Gran Priore, riforma l’Ordine. Utilizza come simbolo la rossa croce patente ottagona - detta comunemente Croce templare - posata su campo bianco.
Nel 2010 l’Ordine, adeguandosi alle nuove normative in fatto di associazionismo, è registrato presso il Tribunale con atto notarile con la dichiarazione di
legittimo discendente della Paupera Militia Christi con la denominazione aggiunta di Antico Ordine dei Cavalieri Bianchi di Seborga.
Il Nazionale “Up”
per eccellenza
di Stefania Barcella photo Matteo Mottari
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uando le cose vecchie sanno di buono. Quando
ad essere buono è un Caffè con la “C” maiuscola. Quando la caffetteria che ha fatto la storia di
Bergamo torna al nome originale ridando alla città il suo
punto di riferimento. Il Nazionale, 3 tonnellate di caffè
Illy all’anno, le buone brioches di “alta pasticceria”. Cu-
cina espressa per il pranzo e per l’aperitivo con pizza fatta
e cotta al momento. Aperto dalle 7 alle 21 da domenica a
giovedì e dalle 7 all’1 il venerdì e sabato. Da settembre in
arrivo grandi novità: sarà possibile il “pranzo d’asporto” a
mezzogiorno e, soprattutto, arriverà l’attesissimo brunch
domenicale dalle 11 alle 15 con tutta la qualità della cucina
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italiana.
Vi aspettiamo sul Sentierone, di fronte al teatro Donizzetti. Il Nazionale sarà anche la location scelta per festeggiare insieme a voi, il 21 giugno, il 3° compleanno di BergamoUp!
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NAZIONALE CAFE’
VIA SENTIERONE 37 - 24122 BERGAMO - tel. 035.4284646
www.nazionalecafe.com - [email protected]
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“Oltre” per vivere bene
Innamorarsi e capire le emozioni
di Stefania Barcella photo Matteo Mottari
S
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ei anni fa nasceva a Bergamo una rivista unica
nel suo genere: “Oltre” rivista di naturopatia.
Da settembre raggiungerà ogni più piccolo paese
d’Italia e sarà distribuita gratuitamente presso erboristerie, centri benessere e termali. La dottoressa Lucia Viola,
famosa naturopata nonché fondatrice del magazine, aveva
ed ha un unico obiettivo: divulgare i principi fondamentali di varie metodologie naturali per ottenere il benessere
psicofisico e, al tempo stesso, intraprendere un valido percorso di prevenzione delle malattie psicosomatiche.
Tanta gente oggi si ammala per le troppe medicine, la natura può venirci incontro. Ansia, colite, cefalea, dermatite,
insonnia… le pillole non possono risolvere quei mali che
hanno origine dall’indebolimento della nostra parte più
emotiva.
Ci lasciamo guidare dall’esperta per capirne di più…
«La rivista “Oltre” è il punto di arrivo di un lungo percorso iniziato venti anni fa, ovvero quando mi sono avvicinata alle discipline olistiche e ho studiato e approfondito la
Medicina Psicosomatica. A questo sono seguiti corsi e master presso RIZA l’Istituto di Medicina Psicosomatica di
Milano e la collaborazione con il Dottor Raffaele Morelli,
notissimo psicoterapeuta. Il nome “Oltre” e il simbolo del
gabbiano infatti rappresentano il desiderio di andare oltre
quello che è l’aspetto esteriore, le apparenze e comprendere che “allestire l’involucro è inutile, se mente e cuore
non volano leggeri”».
non permette di riconoscere le malattie psicosomatiche
provocando, inoltre, malattie iatrogene (il farmaco non
sempre guarisce e addirittura provoca ulteriori disturbi)».
Quale ruolo giocano le emozioni?
«La medicina psicosomatica parte dalle nostre emozioni,
se riuscissimo a decodificarle potremmo di conseguenza
capire eventuali nostri disturbi ed intervenire per eliminarli. Qualunque sintomo è importante per gestire ciò che
non va. Il dramma sta nel non riconoscere qual è il problema. Gli specialisti di Medicina Psicosomatica confermano
che il “grido di aiuto” della mente si concretizza in una
malattia fisica, ovvero una lesione somatica, che simboleggia un’altra sofferenza, quella emozionale. A seconda
dell’organo che si ammala, possiamo avere una serie di indicazioni sul tipo di disarmonia che si è creata.
Il nostro cervello è come l’intestino: non dà problemi se
regolarmente scarichiamo tossine. Allo stesso modo, i
conflitti interiori, i pensieri vanno fatti fluire. Nella vita
di tutti i giorni abbiamo aspettative eccessive, siamo il risultato di condizionamenti. La natura ci suggerisce come
vivere, dobbiamo accettare ciò che è fisiologico. Come ri
Dottor Raffaele Morelli
Direttore di Riza - Istituto di Medicina Psicosomatica di Milano.
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Di cosa si occupa la naturopatia?
«Il concetto che sta alla base della medicina naturale è quello che uomo e natura costituiscono un’unità inscindibile.
Non si tratta di rimedi “fai da te” che spesso procurano
più danni che benefici. La medicina naturale merita di essere affrontata con la dovuta preparazione per valorizzarne
le potenzialità e i principali contenuti. Il naturopata non
prescrive terapie farmacologiche, non diagnostica e cura
malattie, presta attenzione a sintomi e malesseri dell’individuo, aiutandolo a comprendere il messaggio emotivo
e relazionale nascosto nei disagi, per cogliere quella parte
più profonda che vuole e reclama attenzione; individua
ed, eventualmente, interviene sulle cause che sono all’origine del “malessere”: emozioni, stile di vita e i traumi che
stanno a monte dello stato di sofferenza. La solitudine,
un tradimento, un abbandono, un insuccesso professionale o, semplicemente, lo stress possono generare traumi
che prosciugano l’energia vitale, alterando l’equilibrio
endocrino, con il conseguente abbassamento delle difese
immunitarie. Medicina convenzionale e ricerca farmacologica vantano un reale progresso per la cura di svariate
patologie ma l’uso eccessivo e indiscriminato di farmaci
corda il Dottor Morelli: «Non c’è nulla da cambiare in
noi, una rosa non tenterà mai di diventare garofano». Il
punto non è se sia meglio ricorrere a psicofarmaci, oppure
optare per un rimedio naturale, quanto imparare con un
approccio, davvero alternativo, ad accogliere anche aspetti
della nostra quotidianità che non ci soddisfano. La felicità
non si può dosare con il bilancino del farmacista e, per assurdo, sentirsi chiedere: “Preferisce la pastiglia da 2,5 mg
per un’euforia immediata o da 1mg a rilascio continuato
nel tempo? Le ricordo che tra le controindicazioni c’è il
rischio di suicidio, cioè garanzia di felicità… eterna”.
La cura migliore, per essere sempre in forma e non sentirci
soli, è avere speranza, serenità e semplice gioia di vivere,
rimedi naturali che le case farmaceutiche non riusciranno
mai a sintetizzare in una pillola.
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Qual è il segreto per “vivere bene”?
«Nuovi stili di vita. Star bene è qualcosa di più che “non
essere malato”. La salute è uno stato di equilibrio che va
ricercato e difeso giorno dopo giorno. Non ha senso prendere dei farmaci per correggere abitudini scorrette. Mangiare troppo e male, ad esempio, per poi deglutire pillole
per abbassare il colesterolo e i trigliceridi. L’adozione di
un regime alimentare equilibrato e naturale rappresenta il
modo migliore per salvaguardare la nostra salute. Se volessimo perdere peso? Ricordiamoci piuttosto di non esagerare nelle quantità: molto spesso abbiamo fame… di amore.
Innamoratevi sempre. Del vostro partner, di un obiettivo,
di un progetto. Innamoratevi e resterete giovani».
“Oltre” rivista di Naturopatia è una pubblicazione all’interno della quale vengono trattati argomenti riguardanti salute, medicina psicosomatica, rimedi naturali,
alimentazione e tecniche per il mantenimento del benessere psicofisico. Le rubriche all’interno della rivista
sono curate da naturopati professionisti, medici, psicoterapeuti e operatori del benessere, al fine di divulgare
un “Progetto per la difesa della Salute”.
“Oltre” propone anche interessanti servizi su Arte, viaggi e interviste a personaggi della cultura, dello spettacolo e dello sport, non trascurando di dare informazioni utili per nuovi stili di vita.
www.rivistaoltre.com Info: 338 27 15 381
chirurgia estetica
Dott. Nicola Catania
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università di Bologna. Specializzazione in Ginecologia nel 1975
presso l’Università di Padova.
Formazione in Chirurgia Estetica a Parigi.
Numerosi stages in Francia, Spagna, Argentina, Brasile,
USA, Messico.
Da 41 anni pratica tutta la chirurgia estetica.
1. Presso: ambulatorio privato
Via E.Fermi N.12/F manerbio (Brescia)
Telefono: 0309938829
Cellulare: 3356368487
Email [email protected]
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2. Presso: Studio personale
Via Roma N.50/I Credaro (Bergamo)
Telefono: 035/935426 - Fax: 035935721
Cellulare: 335/6368487
Email [email protected]
Sound Gallery
tutta la potenza
dell’Hi-Fi
di Stefania Barcella photo Matteo Mottari
L
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a nuova primavera del buon vecchio giradischi
rispolvera il fascino dell’analogico attirando
appassionati di sempre e nuovi adepti. Prodotti
di qualità che si rivolgono a una clientela non necessariamente ricca, ma sicuramente appassionata.
Giorgio Pavia, da sempre appassionato di Hi-Fi, nel 2007
decide di iniziare una nuova avventura acquistando uno
dei negozi storici di Bergamo al civico 11 di via Suardi.
Ce n’è per tutte le tasche al Sound Gallery: bastano 100
euro oggi per un giradischi usato. Si stampano ancora dischi veri e propri che nulla hanno da invidiare ai moderni
mp3. Oggi si può entrare nel mondo dell’analogico pur
non avendo nulla e arrivare a costruire una discoteca.
L’Hi-Fi, inoltre, ben si presta anche a tutta l’utenza più
evoluta di smartphone e internet, aumentandone esponenzialmente la potenza.
Altro servizio molto richiesto è la videoproiezione, che
grazie all’HD permette oggi di ricreare il cinema in casa
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con lo stesso investimento di una buona tv. Sound Gallery
offre non solo gli impianti migliori, ma anche la progettazione per inserirli in qualsiasi situazione d’arredo.
L’assistenza multimarca, infine, porta a nuova vita prodotti vintage degli anni d’oro dell’Hi-Fi che hanno ancora un
alto valore qualitativo e musicale, oltre che commerciale.
Sound Gallery - Bergamo - Via Suardi, 11
www.soundgallerybergamo.com - giorgio@ soundgallerybergamo.com
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storia di copertina
Mens sana in corpore sano
con la dieta Tisanoreica
di Greta Nicoletti
L
a Tisanoreica è un programma di dimagrimento
personalizzato che si basa su prodotti a bassissima
quantità di carboidrati che consentono di seguire
una dieta normoproteica, ma ipoglucidica e a equilibrato tenore di vitamine e Sali minerali. In questo modo,
si continua a nutrire la massa muscolare lasciando che il
corpo utilizzi le riserve in eccesso, ovvero la massa grassa,
per ricavarne l’energia necessaria.
Così il nostro corpo non sentirà una carenza e le forme si
manterranno toniche e morbide dove occorre.
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Fin dall’inizio si stabiliscono tempi e obiettivi. Si elabora il
Protocollo Tisanoreica, un programma personalizzato nel
rispetto delle caratteristiche individuali, da seguire per un
massimo di 40 giorni.
Gianluca Mech
Le novità dell’estate:
integratori Erbomech e test Genomech
Il Genomech-Test è un dispositivo medico che analizza alcuni
geni-chiave che sono coinvolti in fattori di rischio molto comuni per la salute, e per i quali vi è una gran quantità di fonti scientifiche accreditate. Questo test valuta le varie aree
cruciali per un programma di benessere a lungo termine:
metabolismo della vitamina B e riduzione dei livelli di Omocisteina; antiossidanti e stress ossidativo; detossificazione;
buona salute delle ossa; glicemia e sensibilità all’insulina.
La linea Erbomech include una gamma di integratori alimentari di altissimo livello fitoterapico. Questi integratori,
usati in sinergia coi protocolli Tisanoreica-Decottopia-Cosmech offrono performance elevate. Erbomech si differenzia per le straordinarie qualità funzionali e la possibilità di
inserimento come integratore alimentare in tutti gli inestetismi trattati in istituto.
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“Dobbiamo pensare a un cibo diverso,
a un cibo migliore, per il bene nostro e
dei nostri figli”.
Incontrare Gianluca Mech
a Bergamo
Il prossimo giugno “mister Tisanoreica” in persona, ovvero Gianluca Mech, promuoverà il suo libro “Non sono
a dieta, sono in Tisanoreica” proprio presso “inCentro
Benessere” a Bergamo. Gli interessati possono contattare il centro per conoscere la data esatta dell’evento, dove sarà possibile avere la propria copia autogra-
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fata del libro e incontrare il signor Mech!
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BergamoUp Model
di Matteo Mottari
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Francesca
Bellavita
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Nome: Francesca
Cognome: Bellavita
Professione: Fashion designer
Hobby: leggere e montagne russe
Passioni: Fuochi d’artificio, caramelle e scarpe
Altezza: 1,73m
età: 27
Taglia: 38/40
Segno zodiacale: toro
www.francescabellavita.com
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Speciale moda
ACCESSORI P/E 2012, TRA NEON E PASTELLI
Un continuo susseguirsi di colori, dai più accesi e fluorescenti ai più tenui e romantici, per l’anima rock e quella
sognatrice. Capita spesso di sentir dire: “Il sorriso è il miglior accessorio di una donna”. Una regola che non vale
per le collezioni moda della primavera - estate 2012. Ce n’è per tutti i gusti, si passa dalla palette cromatica del rosa
confetto, giallo canarino, verde menta, azzurro cielo a pennellate di giallo fluorescente, rosa shocking, verde lime,
arancio neon, il cosiddetto “color block”. Ed ecco che borse, cinture, scarpe e gioielli si colorano come fossero arcobaleni o intense luci da discoteca, per le donne che, si sa, amano cambiare e stupirsi, sentendosi un giorno un po’
Cindy Lauper e un altro Barbie da sogno.
Gli abbinamenti variano a seconda del gusto del momento. Uno dei look più amati dalle fashion – addicted è senza
dubbio il color pastello mischiato alle tinte fluo, come l’arancio neon e il giallo fluorescente. Ma per un’aria tutta
femminile si opta per delle tonalità pastello abbinate al pizzo chiaro; se, invece, si vuol conservare il tocco classico,
allora il colore pastello è ultra glam accostato al blu o al nero, per essere sicure di non sbagliare mai.
Basta un solo strategico accessorio per arricchire e trasformare un ordinario outfit da giorno o da sera, magari
optando per una cartella dai colori sgargianti o per una borsa con manico, da portare al braccio come una star del
cinema internazionale. La scelta va dalla “satchel bag”, famosa per le tonalità fluo, alle Pomikaki Bag, le ormai celebri e divertenti imitazioni della Birkin di Hermès, disponibili nelle più delicate sfumature pastello, come il grigio
perla, carta da zucchero e rosa bouquet. Così non servirà molto per sentirsi come Kate Moss o Jessica Alba in una
piacevole giornata di primavera o una caldissima sera d’estate: basterà imitare i loro accessori, ma in versione low
cost, croce e delizia delle appassionate di moda.
Ops!
Il bracciale Tiffany low cost
Un must di stagione Made in Italy, colorato, economico
e che fa l’occhiolino al più costoso modello d’oltreoceano.
di Laura Santoro
U
na semplice telefonata tra amici, a volte, può
trasformarsi in un’avventura carica di piacevoli
sorprese.
E’ nel 2010, infatti, che prende forma il progetto Ops!, grazie al debutto di una colorata collezione di orologi, insieme al lancio del sito www. Opsobjects.com.
Soltanto un anno dopo, ecco che il must di casa Ops! fa
capolino tra le più gettonate vetrine delle maggiori città
italiane: un bracciale con catena in silicone ed un grande
pendente a forma di cuore, la cui incisione riporta la scritta “lovely designed in Italy”.
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Le carte in regola per conquistare il portafoglio delle più
accanite amanti del low – cost ci sono tutte: bastano soli
36 euro per accaparrarsi il must della stagione primavera
– estate, in ben 10 colorazioni differenti, come l’azzurro, il
bianco, il rosa, il lilla, il grigio, il fucsia, il nero, il caramello, il viola perla e il blue.
Ma il vero punto di forza del bijoux più trendy del momento è tutto racchiuso nella famosa chiusura a T, quella
che, soltanto chiudendo gli occhi, farebbe pensare immediatamente a uno degli oggetti del desiderio femminile, da
sempre: il celebre bracciale di Tiffany&Co.
Si tratta della casa gioielliera più famosa al mondo, nata
nel 1837 a New York e divenuta la sede del design in America. Fondata da Charles Lewis Tiffany e John B. Young
nel distretto di Manhattan, inizialmente vendeva una gran
varietà di articoli, tra cui quelli di cancelleria. Successivamente, mutò in Tiffany&Co. quando John Young divenne
socio di Charles Lewis Tiffany.
Ops! strizza l’occhio alla casa di gioielli statunitense, con
tanti vantaggi per le fashion – addicted, grazie ai prezzi decisamente più abbordabili e alle colorazioni più glamour.
Le proposte non finiscono qui, perché al bracciale è possibile abbinare tono su tono la più recente creazione di
Ops!: la collana ancora in resina anallergica, che si regola
in lunghezza grazie alla fortunata chiusura a T, con l’immancabile pendente a cuore ed il simbolo Ops! in acciaio.
Stessa vasta gamma di colori, alla gustosa cifra di 48 euro.
Il low – cost fa rima, soprattutto, con fashion – bloggers,
un esercito di appassionate ed intenditrici delle ultime
tendenze modaiole, sempre più spesso invitate a presenziare agli eventi dei vari marchi italiani ed internazionali.
Ops! non fa eccezione: da poche settimane, infatti,
tre blogger nostrane sono state ospiti presso il marchio in Campania, dove tra gli spettacolari scorci mozzafiato di Capri hanno potuto toccar con mano la nuova
collezione estiva di bracciali e collane, ma anche di orologi
e anelli, tutti rigorosamente in silicone.
Tra gli accessori Ops!Love, infatti, si fanno spazio i bracciali con cuore nella versione fluo, croce e delizia della
stagione estiva, nonché must irrinunciabile delle fashion
- victim. Per le nuove sfumature fluo, si va dal giallo lime,
al verde acido, passando per il rosa shocking, senza dimenticare l’arancio acceso, l’azzurro, il verde e il viola.
Oltre a colorare i bracciali e le collane dell’originale azienda, il fluo ha invaso ogni angolo del guardaroba delle shopaholic, un vero e proprio lasciapassare per essere al passo
con le tendenze della prossima estate 2012.
Pennellate di rosa, giallo, verde - rigorosamente in versione shocking – sembrano spopolare su camicie, gonne, tee
– shirt, ma, soprattutto, su scarpe e borse. E non esitano
a “macchiare” anche le tonalità più discrete, come quelle
pastello.
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Dal 1837, i capolavori di Tiffany&Co. hanno dettato lo
stile e celebrato le più grandi storie d’amore del mondo,
grazie alle collezioni celebri, designer leggendari e gioielli
spettacolari.
In realtà, il vero punto di forza della casa appartiene ai famosi diamanti, quelli annoverati tra le pietre più belle del
globo. E’ il “Tiffany Setting” a far davvero battere il cuore,
essendo l’anello di diamanti più luminoso mai creato, il
dono di fidanzamento per antonomasia, racchiuso nella
magica “Blu Box”, quella scatolina color azzurro tanto
amata da tutte le donne del pianeta.
Speciale moda
Le protagoniste delle accoppiate vincenti, tra fluo e pastello, sono le catene low – cost, da Zara a Bershka, da
Pull&Bear a Stradivarius, fino ad arrivare al mitico colosso svedese, HM, che non ha risparmiato neppure la collezione intimo donna, colorando di giallo e fucsia neon
anche mutandine e reggiseni.
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Volendo, invece, fare uno zoom sugli accessori più desiderati e adorati dalle blogger, allora basterà fare una veloce
ricerca tra le collezioni di brand d’oltreoceano, come gli
statunitensi Doloris Petunia e Dannijo, una sorta di guru
dei bijoux più colorati e in, anche tra le più famose celebrities internazionali.
I bracciali Ops!Love, tuttavia, reggono bene la sfida con
le proposte che vengono dagli Stati Uniti, ma anche con
i marchi nostrani, con un boom di vendite tra giovani e
non.
Trovarli è semplice, i famosi bracciali in silicone con cuore
gigante sono disponibili - oltre che sullo store online, insieme alle collane, anelli ed orologi – anche nelle migliori
gioiellerie delle principali città italiane, come Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze e tante altre, senza dimenticare i negozi più cool di abbigliamento giovanile, esperti
negli oggetti must di tendenza.
dalla vostra parte
Multati, anche
se
in
“odore di Santità”
di Paola Bianchi Cassina
Andavano a Messa parcheggiando sul Sentierone
Sono nata a Bergamo il 23 marzo 1956, risiedo in Città Alta di cui conosco le molteplici problematiche.Mi sono laureata in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano nel 1980 e, dal 1984, dopo aver svolto la necessaria pratica legale,
esercito la professione di Avvocato in campo prevalentemente civile.- Seguo in particolare le problematiche dei consumatori tramite
l’associazione “Unione Bergamasca Consumatori” e ciò mi consente di essere quotidianamente in contatto con realtà e situazioni che
cerco di risolvere soprattutto con il buon senso e in maniera concreta.- Da oltre 4 anni, ricopro la carica di Giudice di I° Istanza per la
Regione Lombardia nell’ambito della Giustizia Sportiva della Federazione Italiana Golf.- Bergamo, 29 maggio 2012
tri cittadini, disturbati nella loro passeggiata dall’invasione di
spazi destinati a quella e non certo ad un parcheggio abusivo??
Sono stati proprio questi cittadini, che probabilmente ascoltano la Messa comunque, nella stessa S. Bartolomeo o altrove, a
richiedere l’intervento della Polizia Locale. Considero inoltre
quantomeno fuori posto il pacato riferimento, quasi ricattatorio e minatorio della portavoce dei multati:..”poi
non lamentiamoci se c’è un calo di presenze (in
chiesa)”. Complimenti, si dimostra davvero un
senso di cristianità eccellente ed una fede cristallina se si va ad ascoltare la Santa Messa soltanto
se possiamo parcheggiare davanti alla Chiesa! Insomma, carissimi fedeli, rigorosi cattolici praticanti, il parcheggio di Piazza della Libertà si trova
a soli 100 metri dalla Vostra Chiesa preferita, la
prossima volta parcheggiate lì e, con maggior spirito cristiano accompagnato da un ritrovato senso
di educazione civica, forti di essere cittadini dalla
parte della ragione, ascoltate tranquilli la Vostra
Santa Messa, certi che non ci sarà alcun odioso
fogliettino bianco e giallo ad aspettarVi sulla Vostra automobile! P.S. Siamo in attesa che la stessa solerzia dimostrata dai Vigili Urbani per le automobili parcheggiate sul
Sentierone sia applicata anche per quei cittadini che parcheggiano inopinatamente e...continuamente le loro autovetture,
specialmente nelle ore serali, in Piazza Pontida e nell’ultima
parte di via XX Settembre dove tutti ma proprio tutti sanno
che lì è vietato sostare.
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M
aledizione, ho preso la multa!
Quante volte ci è capitato, perfettamente consapevoli di essere dalla parte del torto, di inveire
contro tutto e tutti trovando l’odioso fogliettino
bianco e giallo graziosamente appoggiato sul nostro parabrezza! Chi non ha pensato, più o meno in quest’ordine, che:
i vigili urbani potrebbero fare ben altro… gli ausiliari del traffico, non potrebbero dare multe se
non in casi particolari e invece… il Comune vuole
arricchirsi alle spalle dei poveri cittadini… Io stessa, nell’ambito della mia professione e a tutela
dei miei Consumatori, ho più volte promosso
ricorsi avanti al Giudice di Pace e, quasi sempre,
con successo. Perché è vero che a volte fioccano
multe quantomeno discutibili: in prima persona,
mi sono trovata l’odioso fogliettino bianco-giallo
con 90 euro di multa da pagare, avendo parcheggiato sulle strisce pedonali. In realtà, le strisce pedonali erano state lievemente invase per non più
di 30 cm, fotografie alla mano, dalla mia ruota
anteriore sinistra. Ecco quindi motivato il mio ricorso al Giudice di Pace, che ha correttamente ridotto l’entità
della sanzione da 90 euro richiesti ai 39 euro effettivamente
dovuti per divieto di sosta (che c’era, e lo sapevo benissimo!)
Dobbiamo però riconoscere con la dovuta obiettività che,
molto spesso, abbiamo torto. Da onesti cittadini e consumatori, dobbiamo convenire che tante multe ce le meritiamo e
non sono giustificabili gli appelli al “buon senso”. Mi riferisco all’incresciosa polemica (vedasi “L’Eco di Bergamo” del
3 maggio scorso alla pagina 21) fatta con il Comando della
Polizia Locale da un gruppo di cittadini che, recandosi ad
ascoltare la Santa Messa nella Chiesa di San Bartolomeo, si
sono FINALMENTE trovatila multa per divieto di sosta.Cosa significa appellarsi al “buon senso” dei Vigili perché, in
fondo, “siamo andati a Messa”? Ha forse senso ritenere che, la
circostanza di recarsi a Messa, possa giustificare un comportamento, parcheggiare sul Sentierone, che procura fastidio ad al-
Si salvi chi può
Percassi
Genio o farneticante?
Dal rilancio di San Pellegrino al nuovo stadio passando per Doni
di Stefano Salvi
Terme San Pellegrino
Accordo programmatico tra Regione, Provincia, Comune di San Pellegrino e Antonio Percassi per il rilancio di San Pellegrino:
Con soldi di Percassi
1. Anticipazione di 16 milioni di euro al Comune di San Pellegrino
e Regione Lombardia per la realizzazione delle nuove terme al
posto dell’ex stabilimento Sanpellegrinese 2.
La vecchia sede delle terme sarà trasformata in galleria commerciale con uffici -
NON FATTO
3.
Nella zona delle terme verranno edificati due alberghi a 5 stelle
al costo di 40milioni di euro
NON FATTO
Ristrutturazione del Grand Hotel che diventerà un albergo a 4
stelle con 140 camere, centro congressi,...
NON FATTO
4.
5 . Si provvederà alla riattivazione dell’ex hotel Vetta, le aree vicine
e l’ex hotel Paradiso.
Con soldi pubblici:
1. Al posto dell’ex stabilimento Sanpellegrinese, verranno realizzate le nuove terme -
60
NON FATTO
2.
Si provvederà al recupero complessivo del casinò e la costruzione del nuovo teatro.
3.
Verrà riattivata la funicolare.
4.
Verrà ampliata la scuola alberghiera.
Sono state realizzate soltanto la strada
per la località Vetta e predispostele infrastrutture nell’area dell’ex hotel Paradiso
NON FATTO
Il teatro è stato sistemato
al 30% mentre il casinò al 95%
NON FATTO
Ad oggi è stato fatto il sopralzo
della scuola alberghiera
to: “l’intervento congiunto tra la salvaguardia degli edifici
storici di alto valore architettonico e la riconversione delle
aree industriali dismesse, permetterà il rilancio di questa
storica località. Un nuovo centro termale, nuove strutture
alberghiere e commerciali, nuove residenze di alto pregio,
il restauro del casinò e del teatro permetteranno a San
Pellegrino di tornare ad essere una destinazione ambita a
scala internazionale”.
Ma quale tutela degli edifici storici e di alto valore architettonico se viene abbattuta la villa Beaux della seconda
metà dell’ottocento? Senza considerare che nell’accordo le
vecchie terme venivano trasformate in area commerciale.
Inoltre a Percassi viene assegnata la laurea ad honorem per
un progetto (Dominique Perrault) che lo stesso Percassi
nel 2011 accantonerà perché, a suo dire, poco funzionale.
Percassi su L’Eco di Bergamo de 11 marzo 2010:
“andiamo avanti, stiamo lavorando alla grande. Tutto
procede in modo sempre più importante con ulteriori
fondi messi a disposizione da uno straordinario Formigoni”.
Ma come?...Nel 2007 non aveva dichiarato che: “dal 2009
si potranno trovare strutture di altissimo livello,...ecc.”
Genio o farneticante?
Gruppo Percassi su L’Eco di Bergamo del 12 giugno 2011:
“Accantonato il progetto Perrault: era poco funzionale.
Il progetto è cambiato ma la qualità architettonica resterà altissima. I disegni affidati a Kengo Kuma e De8”.
Falso in quanto in data 17 agosto dello stesso anno viene
protocollato presso il Comune di San Pellegrino un progetto a firma dell’architetto Marco Piantelli. Che fine ha
fatto Kengo Kuma?
Genio o farneticante?
Gruppo Percassi su L’Eco di Bergamo del 19 gennaio 2012:
“Le nuove Terme di San Pellegrino saranno tra le più
grandi d’Europa”.....
Ma come? Il 22 giugno del 2007 non aveva dichiarato:
“porteremo il mondo a S. Pellegrino....” Adesso Percassi
si è già ridimensionato, non più “il mondo a San Pellegrino”, nemmeno le terme più grandi d’Europa, ma solo “tra
le terme più grandi d’Europa”.
Considerando che sono di 3.700metri quadri (non di 4.000
come da lui dichiarati), come faranno ad essere tra le più
grandi d’Europa? Forse saranno a malapena le più grandi
della Valle Brembana.
Genio o farneticante?
Che dire: dal 1° aprile (!!) 2006 ad oggi, ne è passata di
acqua sotto i ponti, compreso tanti progetti e tantissime
parole alle quali non ha fatto seguito alcun fatto concreto.
Dopo sei anni di tutto quanto sopra promesso, non esiste
praticamente ancora nulla se non il gran vuoto prodotto
dalla demolizione del vecchio stabilimento di imbottigliamento che fa di quell’area il “Ground Zero” Sanpellegrinese, oltre alla chiusura delle vecchie terme che allora erano ancora in funzione.
61
Per mettere il lettore nella migliore condizione di poter
rispondere alla domanda contenuta nel titolo di codesto
articolo pubblichiamo di seguito le dichiarazioni che Antonio Percassi ha rilasciato negli incontri pubblici e raccolte dalla stampa locale.
Percassi su L’Eco di Bergamo del 26 novembre 2006:
“stiamo pensando alla grande, anzi alla grandissima. Sarà
un progetto fantastico. Siamo all’opera da tempo e nella
stesura dei progetti, nei contatti con le istituzione e nelle
operazioni di marketing e il via libera rappresenta una tappa fondamentale nella strada del rilancio di San Pellegrino
e della Valle Brembana.
Percassi su L’ Eco di Bergamo 31 gennaio 2007:
1. Faremo le terme più belle del mondo.
2. Dal 2009 si potranno trovare strutture di altissimo
livello,
3. hotel 5 stelle,
4. una galleria per lo shopping,
5. un prodotto di lusso capace di diventare punto d’attrazione su scala mondiale in una locazione mondiale.
6. Il Grand Hotel sarà la struttura ricettiva di più alto
livello, dotata di un’altra spa termale privata,
7. negozi e appartamenti daranno vita ad una struttura immobiliare di altissimo livello.”
Genio o farneticante?
Percassi su L’ Eco di Bergamo del 22 giugno 2007:
“porteremo il mondo a San Pellegrino. Secondo me è la
sfida del secolo per la bergamasca, una nuova rivoluzione. Per il Grand Hotel stiamo pensando ad un albergo a
7 stelle, come il Burj Al Arab di Dubai: sarebbe il secondo
al mondo”.
Genio o farneticante?
A luglio del 2007 c’è la prima variazione sull’accordo di
programma: i primi soldi della Regione non vengono destinati come d’accordo di programma del gennaio 2007
per la ristrutturazione delle terme, bensì per opere secondarie di infrastrutturazione stradale zona Vetta, che dovevano invece essere fatti come ultimo intervento. A dicembre del 2007 vengono appaltati dai 5 ai 6 milioni e vince la
gara la Betonville S.p.a i lavori iniziano a marzo del 2008.
Per spendere questi 5-6milioni si è fatto alla svelta sia per
destinarli che per spenderli, una zona marginale del paese,
nulla che riguardi il rilancio turistico di S. Pellegrino.
Percassi su L’Eco di Bergamo de 8 luglio 2008:
“a me piace la bellezza a 7 stelle e anche più se possibile.
San Pellegrino può diventare un distretto dell’industria
turistica, un progetto che può fare scuola”.
Martedì 9 giugno 2009:
“conferita la laurea honoris causa in ingegneria ad Antonio Percassi” con le seguenti motivazioni: “..anche per il
progetto di rivalorizzazione urbana di S. Pellegrino terme”.
Mentre il Consiglio di facoltà di ingegneria ha osserva-
Si salvi chi può
Dai proclami del 2005-2006 in cui Percassi dichiarava che
San Pellegrino sarebbe diventata la prima stazione termale
al mondo con alberghi a 5-7 stelle e le terme più belle del
mondo, arriviamo ad oggi in cui udite udite Percassi presenta una variante al piano di recupero in cui da 2 alberghi
si passa ad 1 alberghetto di 35 camere (pensione Maria
compresa) e guarda caso trasformazione della volumetria
da ricettivo-alberghiero a residenziale-commerciale.
Il perché di tutta questa operazione? Il perché di tutti
questi proclami? Il perché di tutte queste promesse disattese? I proclami hanno senz’altro agevolato il cambio
di destinazione d’uso di area industriale dismessa in area
residenziale-commerciale di esclusiva proprietà del Gruppo Percassi area che compera a 11milioni di euro e potrà
edificare per 135mila metri cubi, cioè cementifica tutto
arrivando ad altezze dai 24 ai 26 metri. I 135mila metri
cubi che il Comune di San Pellegrino ha garantito a Per-
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Il “Ground Zero” della Val Brembana
cassi potrebbero essere lottizzati e venduti alle migliori
condizioni di mercato non solo, il Gruppo Percassi può
addirittura progettare il tutto e vendere il progetto a terzi
e andarsene senza tirar fuori 1 centesimo per la realizzazione dei 135mila metri cubi e tanti saluti, ivi compresi
i 5 monumenti che dalla San Pellegrino S.p.a passano al
Gruppo Percassi con atto di cessione societaria nel 2007
e che sono:
1-porticato della fonte 1901
2-sala bibita 1901
3-parco della fonte
4-antiche terme 1901
5-albergo terme Milano
e che potrà vendere ai prezzi che gli saranno più convenienti.
Genio o farneticante?
Soldi:
Da accordo programmatico del 2010:
Pubblico
Percassi
programmati e 59 Milioni
programmati e 149 Milioni:
e 7 M Casinò con teatro
arrivati e 3,7M
Acquisto terreni e 11 M
già spesi Spese tecniche e 4 M
istituto alberghiero
e infrastrutturazioni
e16 M Centro termale
e 0
Lavori di demolizione, bonifiche, scavi e
palificazioni e 3,5 M
e 1,5 M Ampliamento
e 3
M Facciata Grand Hotel
arrivati e 1,5M
e 18,5 M Sistemazione strutturale
e 4,5 M Ripristino funicolare
e
0
e
0
e 5,5 M Infrastrutture
già spesi
e 3,5 M Opere di urbanizzazione
già spesi
Tot. e 15,7Milioni
Tot. e 18,5Milioni
su 59Milioni su 149 Milioni
programmati
programmati
Atalanta-Doni
A seguito dello scandaloso comportamento di Doni e del
grave nocumento che il giocatore con il suo comportamento ha causato alla società Atalanta Bergamasca Calcio
della quale è dipendente, come mai il Presidente Percassi
non ha:
1.immediatamente dichiarato che si sarebbe costituito
parte civile contro lo stesso Doni?
2.annunciato che avrebbe adito alle vie legali contro il
giocatore?
3.immediatamente dichiarato che al giocatore sarebbero
stati sospesi gli emolumenti da parte della società?
Fin da subito, non sarebbe stato meglio fare quanto richiesto sopra per fugare ogni dubbio di coinvolgimento
della società?
In questi mesi si sta delineando una verità sconvolgente
quanto inconfutabile e cioè, che il calcio italiano non è
solo marcio, ma la cosa molto più preoccupante è che sia
seriamente colluso e contaminato con la peggiore criminalità organizzata.
Perché Percassi a protezione dell’Atalanta non ha preso le
distanze da chi con comportamenti anti-sportivi, illegali e
criminali arricchiva sé stesso depauperando l’onorabilità
ed il buon nome della società?
Come è possibile tollerare che un tuo dipendente consumi un crimine in casa tua senza registrare un’adeguata reazione da parte della proprietà?
Nuovo stadio
Percassi ha presentato al Comune di Bergamo il progetto
per il nuovo stadio e Cittadella dello Sport costo dell’operazione 250milioni di euro.
Ora, se ci trovassimo in una situazione economico-finanziaria nazionale e mondiale ben diversa, questo progetto
potrebbe anche essere preso in considerazione ma, o Percassi vive sulla Luna o non si rende conto che siamo non
in una situazione di crisi mondiale, non in una situazione
di recessione europea, ma siamo in deflazione.
Un imprenditore serio presenta progetti realizzabili nel
contesto politico, sociale ed economico che sta vivendo il
Paese, proposte di questo genere sono assolutamente irrealizzabili.
Serio sarebbe stato se avesse presentato, visti i tempi, un
progetto di ristrutturazione dell’attuale stadio Brumana.
Questa sì strada assolutamente perseguibile che assicurerebbe alla città uno stadio nuovo in linea con le ristrettezze economiche che il mercato ci impone.
Genio o farneticante? Ai posteri l’ardua sentenza.
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Grand Hotel
in viaggio con pamela
Conero, perla dell’Adriatico
Bellezze incontaminate fra l’azzurro del mare e il “Rosso Conero” D.O.C.
di Pamela Zonca
Pamela Zonca assistente alla comunicazione di una importante testata giornalistica ha trascorso parecchi anni
della propria vita girovagando il mondo per lavoro.
S
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piagge incontaminate, calette segrete, ripide pareti rocciose che si immergono nelle
acque cristalline dell’unico tratto di costa
frastagliata dell’Adriatico centrale, borghi antichi
tutti da scoprire; la Riviera del Conero è quel tratto
di costa marchigiana, a 10 Km da Ancona. Un paesaggio unico nel suo genere in Italia dove si mescolano in modo armonico il verde del monte Conero,
l’azzurro del mare e il bianco della roccia, proprio
per preservare questo paradiso della natura la zona
è diventata nel 1987 Parco Regionale.
Assolutamente da non perdere Numana Alta, la parte antica della città, arroccata sul mare con case costruite in pietra
bianca, viuzze e la piazza al centro della quale è collocato un
arco di epoca medievale. Da non scordare le spiagge e il porticciolo di Numana Bassa.
Spostandoci più a sud
merita sicuramente di essere vista la spiaggia “delle Due Sorelle”, nominata una delle dieci spiagge
più belle e incontaminate
d’Italia. Viene chiamata
così per la presenza di
due faraglioni, somigliati
a due suore in preghiera,
che emergono dal mare.
La spiaggia è bianchissima ed è composta da sassi, ghiaia e scogli ed è raggiungibile solo via mare
oppure percorrendo un
sentiero abbastanza impegnativo e naturalmente la
spiaggia non è attrezzata.
Ben più facili da raggiungere, non per questo meno
belle, sono la spiaggia “Urbani”, un’incantevole
spiaggia fatta a mezzaluna e incastonata nella grotta
Urbani, la spiaggia “San Michele” e la spiaggia “Sassi Neri” proprio perché costituita da sassi e renella
scura.
E dulcis in fundo Porto Recanati, per la testimonianza storica ed enogastronomica che è in grado
di offrire, come il Castello Svevo e il Rosso Conero,
un vino doc fruttato e delicato reso tale grazie alla
brezza marina e al terreno calcareo, che permettono
al vitigno Montepulciano di esprimere in questo nettare una
tipicità impossibile altrove.
65
in caso di viaggi
Innamorarsi
di Parigi
Parigi è una delle città più belle al mondo, la più visitata e forse la
più romantica. Fa onore alla sua fama e non delude nessuno. Anzi, al
momento di partire il viaggiatore sente il dispiacere di non disporre
di più tempo, o denaro, per trattenersi
di Greta Nicoletti
Girare l’Europa “formato week end” si può. Proprio da Bergamo, dall’Aeroporto di Orio al Serio, partono tutte
settimane voli accessibili a gran parte delle tasche, dai giovani alle coppie, alle famiglie. Un’ottima opportunità
per prendere in mano la carta geografica e decidere la destinazione, poi basta prenotare volo e alloggio e iniziare
a programmare il viaggio. Dal mio punto di vista anche il treno rimane comunque un mezzo di trasporto molto
interessante per intraprendere simili avventure. Al viaggiatore l’ardua sentenza!
Il mio viaggio europeo ci porta in cinque note capitali. A cominciare da Londra, che merita una visita a inizio priin caso di
mavera per la gradevolezza del clima e il fascino della natura che esplode in città, passando per Parigi, all’insegna
di un viaggio romantico in stile bohemienne, e poi per Berlino, la città dai mille volti, per Lisbona, da visitare in
estate quando il sole si riflette sui bellissimi azuleios e si può anche godere dell’immenso spettacolo dell’Oceano
Atlantico. Per giungere infine a Madrid, che andrà a chiudere questo tour entusiasmante.
A
differenza di altre grandi città europee, Parigi
non ha un “centro” definito attorno al quale si
espande la città, piuttosto ogni quartiere è “centro”. Questo perché la metropoli francese non
ha continuato ad assorbire le piccole città della periferia,
che hanno mantenuto la loro indipendenza amministrativa. Il tutto a Parigi ha un aspetto antico e classico, una
passeggiata per Parigi è una passeggiata in un posto dove
il tempo non sembra esistere, dove a dispetto del chiasso
e del movimento il turista avrà la sensazione di trovarsi in
un luogo che non è cambiato per secoli.
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Come muoversi? Meglio in treno,
in bicicletta e sul battello
Il RER è come un treno, ma a Parigi si usa come se fosse
una linea in più di metropolitana, o meglio come fossero
5 linee che attraversano Parigi.
Se desiderate visitare numerosi monumenti e musei in un
breve periodo di tempo, conviene acquistare una Carta
Paris Visite. Questa è la formula che permette di utilizzare i mezzi di trasporto pubblico per un numero senza limite di corse. Consente di utilizzare a proprio piacimento
autobus, metropolitana, RER, treni dell’Ile-de-France verso EuroDisney senza dover acquistare ulteriori biglietti.
Bellissima, soprattutto in estate, la soluzione di girare Parigi in bicicletta.
Velib è un servizio attivo da appena 2 anni ma ha incontrato un successo enorme tra i parigini.
Consiste in un servizio di noleggio biciclette, il comune
di Parigi mette a disposizione dei parigini oltre 20.000 biciclette in circa 1450 stazioni che distano tra di loro circa
due o trecento metri (meno delle stazioni della metropolitana!).
Info su www.velib.paris.fr
E ancora, è possibile spostarsi in città anche a bordo di
un battello, grazie alla metropolitana fluviale BatoBus, sistema attivato ormai da diversi anni, alla stregua di altre
città europee, per decongestionare le altre reti di trasporti.
Ha 8 scali: Tour Eiffel, Musèes d’Orsay, Saint-Germaindes-Prés, Notre Dame, Jardin des Plantes,Hotel de Ville,
Louvre e Champs-Elyséses.
Cosa visitare in poco tempo
Non è sempre possibile pianificare nel dettaglio quello
che si vuol vedere ma a volte, soprattutto se si visita la
città per un fine settimana, è bene avere chiaro ciò che
si desidera vedere ad ogni costo e ciò che si vedrà solo
se abbiamo tempo extra. Andare all’avventura e senza la
pressione del cronometro va bene se si dispone di tempo,
ma si corre il rischio di andarcene senza vedere qualcosa
di realmente più importante.
Non si dovrebbe lasciare Parigi senza aver prima visto
Montmartre, la Tour Eiffel, i Campi Elisi. Un possibile
itinerario potrebbe iniziare proprio dall’Arco di Trionfo,
per poi proseguire fino a Place de la Concorde, poi al Lou
67
i viaggi
vre e infine Notre-Dame. Dopo questi obiettivi primari
ed imprescindibili ci sono anche altri luoghi di un grande
interesse, come la Madeleine, Piace Vendôme o Les Invalides.
Le due rive della Senna...
Quando si parla dei quartieri di Parigi, tagliata in due dalla Senna, non si può non far riferimento alle rive gauche
e droite, due parti della città nettamente distinte per caratteri architettonici e culturali. La riva destra, a nord, è il
centro economico, politico e finanziario di Parigi, quella
sinistra, a sud, è quello culturale e romantico.
Shopping in città
A Parigi lo shopping non è un’attività che riguarda solo
chi compra ma anche chi semplicemente passeggia, osserva, visita, esplora.... I negozi, i centri commerciali, le vetrine, costituiscono un aspetto assolutamente coinvolgente
della città. Capiterà di vedere una fila di persone, adulti
e bambini, fermi ad ammirare le scenografiche vetrine
del Printemps o delle Galeries Lafayette oppure quelle di
Cartier a Place Vendome e di Louis Vitton sugli Champs
Elysées, che sono tra le attrazioni più fotografate della capitale!
A Parigi si vende e si compra per tutti i gusti, la prima meta
immancabile sono le Galeries Lafayette, dietro l’Opéra
sul Boulevard Haussmann, edificio storico capolavoro
dell’art nouveu parigina. Sempre nel quartiere dell’Opéra
degni di una visita sono i magazzini Printemps e la boutique gastronomica di Fauchon e dirigendovi verso Chatelet
il grande centro commerciale di Les Halles.
Gli Champs Elyseés rappresentano un’altra battutissima
meta dello shopping, soprattutto per i turisti. Non lontano da qui poi le celebri strade consacrate alle grandi firme:
Rue du Faubourg Saint Onorè, Avenue Marceau, Avenue
Montaigne. Qui scoprirete la concentrazione più alta di
boutiques di lusso della capitale, oltre che una serie di inconfondibili turisti che fanno fotografie e si dilungano a
osservare i prezzi fuori le vetrine...
68
A chi ha il palato da “buongustaio”, consiglio vivamente
una passeggiata in rue Montorgueil nei pressi di Les Halles, la via dello shopping gastronomico, con boutique che
propongono specialità gastronomiche di tutta la Francia,
dai formaggi alle ostriche e al vino, e dove si è insediata anche una della prime boulangerie “Paul” a Parigi, la maison
fondata nel 1889 nel Nord della Francia.
pasticceria. I croissant sono nati in Francia e pertanto è una buona opportunità per provare quelli
autentici, e per gli amanti del cioccolato niente di
meglio che un pain au chocolat.
Per quanto mi riguarda a Parigi il cuore resta lungo
la Senna, ma la gola va tutta ai macarons. Tipici
dolcetti tondi dai mille colori e sapori, questi fragranti biscottini con un morbido cuore rappresentano il meglio in fatto di dolcezza: sono bellissimi
da vedere, perfetti da regalare, buonissimi da mangiare. Sarà per questo che erano i preferiti da Maria
Antonietta? Esposti nelle gioiellerie del gusto francese - da Fauchon alla mitica Ladurée - i macarons
rappresentano un must eat della gastronomia dolce.
Pasticceria, mon amour
Semplicemente è come vedere la Torre Eiffel: obbligatorio. In una delle moltissime boulangeries
(panetterie) che si trovano per le strade di Parigi
si possono degustare ricche torte e la sua squisita
Dove mangiare per tutte le tasche
Parigi è una città che ha un’infinità di ristoranti,
ce n’è per tutti i gusti! Accanto alla cucina francese troverete rappresentate le specialità culinarie
del mondo intero. Purtroppo, però, la qualità non
è onnipresente, soprattutto se i prezzi non sono
particolarmente alti. Mangiare bene senza spende-
re troppo è impresa ardua! Badate però…non bisogna
confondere Parigi col resto del paese, in Francia, appena fuori dalla capitale, si mangia benissimo anche
senza prosciugare il conto in banca! Parigi, però, è la
grande città, quella delle opportunità, la ville lumière
bella e romantica che attrae lavoratori e turisti dal
69
Parigi a tavola
La cucina francese è ritenuta a ragione una delle
migliori del mondo anche se non tutti gli italiani
riescono ad apprezzarla nel modo giusto. In effetti sia i sapori sia le abitudini alimentari dei vicini d’Oltralpe sono abbastanza distanti dai nostri;
i condimenti utilizzati sono per lo più a base di
burro anziché olio d’oliva, non ci sono i nostri tanto cari “primi piatti” a base di pasta e riso mentre
imperano sulla tavola dei parigini le famose “salse”,
servite e preparate in numerosi modi e che conferiscono ai piatti l’inconfondibile gusto francese.
Per quanto riguarda il menu, ovvero la composizione di un pasto francese, esso si riconduce sostanzialmente a 3 portate: gli antipasti e/o primi piatti
(hors-d’oeuvres o entrées), i secondi ovvero il piatto
principale (plats) e i desserts.
Informazioni utili
Documenti necessari: per i cittadini italiani che si recano
in Francia per turismo è sufficiente la carta d’identità
valida per l’espatrio.
Viaggi all’estero di minori: è sufficiente il lasciapassare per l’espatrio dei minori di 15 anni. E’ un documento,
generalmente un certificato o un estratto di nascita
rilasciato dal comune di residenza del minore, che deve
essere vidimato dal Questore del luogo per essere utilizzato come documento valido.
Visto: non necessario. Per permanenze superiori ai tre
mesi occorre ottenere il “permesso di soggiorno” dalla
competente Prefettura francese.
Valuta e Banche: la valuta corrente è l’euro. Le banche
sono aperte in genere dal lunedì al venerdì dalle 8 alle
13 e dalle 14 alle 17.Gli sportelli bancomat (DAB Distributeur Automatique de Billets) sono collegati ai circuiti
Cirrus, Mastercard e Visa. La carta di credito più diffusa
in Francia è la Visa, seguita da Mastercard, American Express e Diners Club.
Clima: il clima parigino è caratterizzato da inverni freddi, con temperature che in genere non scendono molto al
di sotto dello zero, e giornate umide e nebbiose, inframmezzate talvolta da periodi di cielo sereno e luminoso.
D’estate può fare anche molto caldo, ma raramente il
clima diventa afoso grazie all’influsso dei venti di provenienza atlantica. Nei mesi di settembre, ottobre, maggio e
giugno il tempo è molto variabile, potete cominciare la
giornata con una t-shirt a maniche corte e un sole forte
con 30° e terminarla con un acquazzone e una temperatura di 15 gradi.
70
mondo intero! Di conseguenza, la domanda è molto più
alta e i prezzi salgono nonostante la qualità non sia sempre delle migliori. Per questo motivo, in questa sezione, vi
propongo solo pochi indirizzi per una lunga cena o per
un pasto frugale, dove, però, difficilmente sarete delusi:
Bouillon Racine, Brasserie Lipp, A la Biche au bois, Le
Quincampe, Closerie des lilas, Ristorante Le Pavé, Chez
Flottes, Bistro Bourgogne Sud, Café Constant, Brasserie
Thoumieux, Ristorante 58 Tour Eiffel.
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l’indipendenza
L’antipolitico
di Leonardo Facco
Leonardo Facco è giornalista, editore, musicista e autore teatrale. Ha diretto la rivista “Enclave”, ha collaborato con “Libero”, “Il Foglio”, “il Giornale” ed altre testate italiane. È autore di diversi saggi, tra i quali l’Elogio dell’evasore fiscale (Aliberti), “Elogio dell’antipolitica” (Rubbettino), “Si chiama Rigoberta Menchù” (Rubbettino), “C’era una volta il Che” (Simonelli), “Umberto Magno”, biografia non
autorizzata di Bossi e della Lega Nord (Aliberti). È il fondatore del Movimento Libertario.
72
U
n paio d’anni fa, c’era un tizio che sosteneva che “Le tasse sono una cosa
bellissima”. Era il ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa. Oggi, un suo
compagno di scuderia bocconiana, oggi assurto
alla presidenza del Consiglio, ce ne rifila un’altra
a dir poco memorabile: “Chi evade mette le mani
nelle tasche degli italiani”.
Non è cosa di poco conto che a fare affermazioni così strampalate (degne del romanzo “1984” di George Orwell) seppur
in linea con la demagogica campagna del “dagli all’evasore”,
sia un personaggio pubblico, professore della Università più
prestigiosa d’Italia, elevato al rango di “salvatore della patria”
dai poteri forti a cui appartiene.
Già, perché quando le sue parole giungono all’orecchio dell’italico “homo medio” quest’ultimo penserà che se ad affermare
cotanto principio è il “gran-prof-rettor-president” Monti allora è vero: “Chi evade mette le mani nelle tasche degli italiani”.
Io vi dico che non è così. E non ve lo dirò con parole mie,
modesto tapino sempre contro-corrente, ma con quelle di chi
ha qualche gallone in più, persino di Mario Monti.
Intanto, essendo il premier italiano un neo-membro della casta, chiedo aiuto a Sergio Ricossa, che mi ha insegnato: “Ma
che lotta alla ricchezza, tutti la cercano solo che i politici hanno la possibilità di rubarla agli altri, le persone comuni no. I
politici hanno inventato una strana filosofia per la quale si può
sottrarre la ricchezza a chi la produce senza neanche esserne
incolpati”. Milton Friedman, in visita in Italia nel 2001, dichiarò “che se il nostro paese si regge ancora è grazie al mercato
nero ed all’evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezze alla macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato
per indirizzarle invece verso attività produttive”. In qualche
modo, sostiene Friedman, “l’evasore in Italia è un patriota”.
Ci aveva visto giusto, ma la sua lezione manco fu presa in considerazione. Oggi, dieci anni dopo, l’Italia sta fallendo e nulla,
dico nulla, è stato fatto per diminuire la pressione fiscale e il
peso della burocrazia statalista. Pedro de Navarra sosteneva
che “le tasse possono essere tiranniche, non solo nel caso in
cui chi le impone non ha la facoltà legale di farlo, ma anche
se una persona viene tassata più di altre o se i fondi delle tasse vengono usati per un motivo personale o nell’interesse del
principe invece che per il bene comune. In casi di
estrema necessità, il popolo non è, in coscienza,
obbligato a pagare”. Era un cattolico, Scuola di
Salamanca.
Infine, visto che la vulgata pubblicistica fa apparire il signor Monti come un liberale cristallino, mi
appello al padre del liberalismo, John Locke, che
ammoniva: “Esula dai doveri dell’uomo sottomettersi ai governanti sino al punto da accordar loro licenza di
distruggerlo, poiché i cittadini hanno il sacrosanto diritto di
‘appellarsi al cielo’ ogni qualvolta non c’è altro rimedio contro i soprusi del governo”. Infine, ma pur sempre con Locke,
“Laddove la potestà tributaria è usata come strumento per depredare alcuni cittadini a favore di altri ed ha come suo unico
limite quello della voracità delle corporazioni sul cui consenso il governo fonda il suo potere, lì la democrazia si riduce a
farsa della democrazia e lì esploderà la rivolta”
Oggigiorno infliggiamo severe punizioni ai trasgressori fiscali,
inserendoli spesso nella categoria dei criminali. Eppure i grandi saggi della nostra civiltà – da Adam Smith, a Montesquieu
fino a William Blackstone – hanno tutti condannato “la trasformazione delle violazioni fiscali in crimini, biasimando il
governo per una tassazione eccessiva che, inevitabilmente,
conduce alla ribellione, alla fuga e alla frode”. Del resto, se, secondo il precetto libertario, “non c’è crimine senza vittima”,
non è chiaro che razza di crimine sia l’evasione fiscale (dato
che il furto è la violazione della proprietà di un individuo, non
di un’entità astratta come “lo Stato” o “la società”) ed è molto
dubbio che l’evasore rubi qualcosa a qualcuno, se non parte
del bottino che lo Stato estorce a tutti, compreso lui. Traduco:
l’evasore è come Robin Hood, che rubava ai ladri (lo sceriffo
di Nottingham, un antesignano del primo ministro) per ridare il bottino ai legittimi proprietari (i poveri contribuenti).
Forse, secondo il presidente del Consiglio “evadere le tasse
è ingiusto” perché mette in dubbio un qualche improbabile
dovere di obbedienza del suddito (nelle democrazie definito
cittadino) rispetto al sovrano (nelle democrazie definito lo
Stato). Edmund Burke scriveva: “Le più grandi battaglie per la
libertà si sono combattute intorno a questioni di tassazione”.
Do un consiglio al “mister” Monti: visto il 2012 che ci aspetta,
meglio che cominci ad indossare l’elmetto.
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top speed
di Stefano D’Aste photo Matteo Mottari
Da test di vetture a test di moto, scooter, quad passando per barche, jet sky e magari aerei o elicotteri, potrebbe sembrare il
programma del magazine di un pazzo, invece sono solo alcuni argomenti che andremo a trattare in queste pagine; parleremo di
Motorsport (a cui molti Bergamaschi sono legati), parleremo delle loro esperienze e risultati, di quello che capita dietro le
quinte delle corse svelando curiosità e aneddoti a volte simpatici quasi ridicoli ma a volte sconvolgenti; la vita di un pilota che
spesso può sembrare semplice e senza problemi ma che poi raramente è così. Alcune semplici pagine sulla tecnica di base applicata ai veicoli o alla guida, consigli su come affrontare le 4 stagioni con la propria auto stradale, spesso smentendo i luoghi
comuni che non fanno altro che complicare le cose. E per concludere non poteva mancare l’argomento a richiesta, se avete dubbi
che volete chiarire, inviatemi un’e-mail a [email protected]; farò il possibile per risolvere i Vs dubbi.
Mazda CX-5
ABITACOLO:
SU STRADA:
Si riconosce subito la buona qualità dei materiali utilizzati,
forse poco innovativi rispetto ai precedenti modelli.
Il design è equilibrato e i comandi facilmente raggiungibili. Il
navigatore ha uno schermo forse un po’ piccolo, ma può essere comandato con sistema touch a sfioro o tramite un piccolo
joystick posizionato sul tunnel centrale.
La posizione di guida è molto comoda e i sedili hanno un
buon contenimento laterale. Posteriormente lo spazio non
manca e sorprendenti sono le dimensioni del bagagliaio da
463 litri.
La vettura del test è equipaggiata con il 2.0 litri 16 valvole da
163cv. Il motore è elastico e allunga bene fino ai 6000rpm;
passa da un sound decisamente grintoso, quando spremuto a
fondo, fino a quasi scomparire se utilizzato con più gentilezza.
La vettura ha un ottimo comportamento sia nei percorsi misti
che più veloci, il cambio è fluido nelle cambiate e in modalità
manuale diventa più rapido nelle cambiate.
FRENATA:
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L’impianto frenante è ben dimensionato e si dimostra all’altezza di un utilizzo normale quotidiano, non siamo riusciti
però a spremerlo a fondo magari mettendolo a dura prova di
fronte a pendenza e velocità.
STEFANO D’ASTE PILOTA AUTOMOBILISTICO CASCO D’ORO 2007 “ITALIA CHE VINCE” - VINCITORE NEL 2007 DEL CAMPIONATO DEL MONDO
TURISMO FIA YOKOHAMA INDEPENDENT’S TROPHY, NONCHE’ NEL 1994 5TH AL CAMPIONATO ITALIANO 125 CC SU CAGIVA (VINTO DA VALENTINO ROSSI) - 1998 5TH CAMPIONATO ITALIANO 250 SU APRILIA 4 TH CLASSE A7 RALLY DI MONZA SU CLIO A7 - 2003 2ND CAMPIONATO EUROPEO CLIO 3.0 V6 1° CLASSIFICATO RALLY DI MONZA (TOYOTA COROLLA) – 2004 4° CAMPIONATO EUROPEO TURISMO IND (BMW 320I) - 2005
3° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320I) - 2006 3° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320SI) - 2008 3° CAMPIONATO
DEL MONDO TURISMO I (BMW 320SI) - 2009 4° CAMPIONATO DEL MONDO TURISMO I (BMW 320 SI)
CONTROLLI ELETTRONICI:
Grazie ai disposistivi elettronici esclusivi per il segmento e
agli standard di sicurezza passiva eccezionali in caso di collisione grazie all’utilizzo di acciai ad altissima resistenza (fino a
1800 MPa) la vettura si può definire molto sicura.
I sistemi di sicurezza attiva includono il sensore livello pressione pneumatici (TMPS), il City Safety che supporta il conducente per la frenata in città, il Rear Vehicle Monitoring
System (RVM), i fari Bi-Xenon, il HYPERLINK “http://
www.mazda.it/showroom/cx-5/video_gallery/” \l “/Vid_MZSKY_84/” controllo abbaglianti (HBC) che disattiva automaticamente gli abbaglianti quando rileva un veicolo in avvicinamento. Un sistema di fari adattativi, che ruotano i fari negli
angoli per illuminare la strada più chiaramente, ed un sisitema
che aiuta a mantenere la carraggiata (LDW).
MOTORE PRESTAZIONI CONSUMI:
Motore
Alimentazione
Cambio
Trazione
Potenza motore Coppia motore Dimensioni mm (lung/larg)
Passo:
4 cilindri in linea DOCH 16V
Benzina
Automatico
4 ruote motrici
160cv a 6000 rpm
208 Nm a 4000 rpm
4540/1840
2700
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Si ringrazia la Concessionaria Livio Cella
top speed
Intervista ad Arturo Merzario:
Arturo Merzario nasce a Civenna nel 1943; ex pilota di
F1 corse con le più prestigiose auto del circus tra cui Williams e Ferrari; dal 1978 divenne costruttore schierando
una sua vettura in F1 la Merzario. Uomo dal Palmares
imbarazzante, nel 1976 salvò la vita a Niky Lauda gettandosi tra le fiamme e slacciandogli le cinture per estrarlo
dalla Ferrari.
Da cosa nasce la tua passione?
Nasce fin da bambino con la bicicletta, allora vivevo vicino alla Madonna del Ghisallo e spesso incontravo ciclisti
come Coppi e Bartali che venivano ad allenarsi; mi affascinava ed esaltava vedere con quale grinta venissero su e
la costanza che ci mettevano nell’allenamento. Con i miei
amici facevamo gare tutto il giorno su e giù con la bicicletta all’inizio e poi con dei carretti che costruivamo in
casa con delle rotelle, cose da matti ma almeno non c’era
traffico! Lo spirito della competizioni l’ho sempre avuto.
A 10 anni mio padre mi regalò la prima moto, un Demm
e feci le prime gare dilettantistiche in moto. A 18 anni e
6 giorni esattamente il 19 marzo debuttai a Monza con la
Giulietta e arrivai sesto alla prima gara.
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Il ricordo più bello?
Belli sono tutti e tanti belli, quando fai una prestazione
che sia una vittori o un quarto posto è bello comunque
perché solo tu sai lo sforzo che ci è voluto per arrivare al
risultato. Ma la vittoria del Gp del Mugello con la Abarth
2000 fu davvero speciale, ma non perché arrivai primo: la
gara era lunga 820Km, si percorrevano 10 giri di un trac-
ciato di 82 km, tutte le squadre la facevano con più di un
pilota, io corsi da solo; mi ricordo che ad ogni giro mi
fermavo velocemente a bere al bar all’incrocio del Giogo
arrivando da Firenzuola. Quella era una gara molto ambita da Enzo Ferrari a cui partecipò diverse volte ma non
riuscì mai ad arrivare in fondo; fu da quel momento che
gli nacque l’interesse nei miei confronti. Ma il vero motivo
per cui fu speciale è che 3 minuti dopo la vittoria, Rai1
stava mandando in onda le immagini dello sbarco sulla
Luna di Neil Armstrong.
Il rischio grosso?
Al di là di quello al Nurburgring con Niky fu durante le
prove ufficiali della 1000km di Monza, ero pilota ufficiale
Ferrari con la F 512, a Monza facevamo 241km/h di media
con punte di 350km/h, arrivai alla prima di Lesmo e si
ruppe la sospensione posteriore sx; la macchina decollò
tra le piante e rimasi incastrato con la vettura a 20 metri
d’altezza. Non potevo muovermi perché ad ogni minimo movimento la macchina rischiava di cadere; furono
costretti a chiamare una mezzo con una gru speciale per
tirarmi giù e ci misero un bel pò di tempo.
L’auto da corsa a cui sei rimasto più affezionato e perché?
La Abarth 2000 e la Iso Marlboro del 1974, sono le due
macchine che mi sono sentito più cucite addosso in assoluto, riuscivo a portarle a spasso come volevo e non mi
sono sentito una sola volta in difficoltà. La Iso derivava
da un vecchio telaio Detomaso F1 che recuperò Frank
Williams. Come supporto tecnico venne chiamato G.P.
Dallara che la mise a punto in un modo perfetto.
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cinemaup
In Dvd
La morte ha sorriso
all’assassino
(1973)
“Un horror gotico dalle suggestive atmosfere oniriche”
di Davide Comotti
espresso visivamente mediante inquadrature “flou”, scene
girate al ralenti e musiche malinconiche accompagnate
spesso da vocalizzi femminili. Nel 1971, Emilio P. Miraglia
aveva diretto un altro film di culto, La notte che Evelyn
uscì dalla tomba, dove l’elemento onirico e soprannaturale viene fuso alla perfezione con il thriller. Altre pellicole
illustri appartenenti a questo genere sono Nuda per Satana (1974) di Paolo Solvay e Un bianco vestito per Marialé
(1972) di Romano Scavolini, per non parlare dei numerosi film dello spagnolo Jess
Franco (Un caldo corpo di femmina, Vampyros lesbos, I desideri erotici di Christine,
solo per citare alcuni esempi).
Possiamo dire quindi che La morte ha
sorriso all’assassino è un horror gotico italiano dal carattere spiccatamente onirico,
romantico, morboso e decadente, costantemente coniugato con l’elemento macabro. Ma non è sufficiente, perché il film di
Massaccesi sfugge a ogni preciso tentativo
di caratterizzarlo: direi che la definizione
più appropriata è quella di “horror artistico”. Non solo è sicuramente il miglior
film di questo prolifico regista (1936-1999),
ma anche un autentico gioiello della cinematografia italiana, che, come spesso
accade per via della critica “snob” e della
distribuzione, non fu apprezzato subito, ed è stato rivalutato man mano nel corso degli anni.
Il regista stesso amava questo film in modo particolare,
tant’è vero che lo firmò col suo vero nome invece che con
l’abituale pseudonimo di Joe D’Amato. Formatosi come
direttore della fotografia (che cura anche in questo film),
esordisce alla regia con un film erotico e un paio di western. Il massimo risultato artistico lo raggiunge proprio
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La Cinekult, collana della Cecchi Gori Home Video dedicata alla (ri)scoperta del cinema di genere italiano degli
anni Settanta e Ottanta, realizza un colpo sensazionale
per la gioia di molti cinefili: la distribuzione, per la prima
volta in Dvd in Italia, del bellissimo film La morte ha sorriso all’assassino (1973) di Aristide Massaccesi. L’ottimo master video e audio dell’edizione consente di gustare finalmente questo “horror artistico” nella qualità che merita;
il Dvd è arricchito inoltre da alcuni interessanti bonus, quali il trailer originale e
il documentario “Sorridere alla morte”,
che contiene interviste al regista, al produttore Franco Gaudenzi e all’attore e
agente cinematografico Tony Askin.
La morte ha sorriso all’assassino è uno
di quei film che, per essere compreso
pienamente, va innanzitutto visto, dal
momento che non è possibile trovare
un autentico paragone. La pellicola, se
vogliamo, si inserisce nel filone dell’horror gotico italiano “anni Settanta”. Un
genere che, si faccia attenzione, non riguarda tutti i film gotici prodotti in quel
decennio: se prendiamo, per esempio, il
bel film di Mario Bava Gli orrori del castello di Norimberga (1972), esso rientra
negli anni Settanta come data di produzione, ma è un horror gotico ancora vecchio stile, seppure
con qualche elemento di modernità. Il vero e proprio gotico “anni Settanta” riprende invece gli elementi dei film
classici (castelli, cimiteri, vampiri e via dicendo) virandoli
però in senso decisamente onirico, romantico e decadente.
Dunque, concede più spazio alle storie di amore e morte,
calate in un contesto particolarmente morboso, accentua
l’elemento erotico e soprattutto quello onirico e surreale,
cinemaup
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con La morte ha sorriso all’assassino: in seguito, oltre ai numerosi film erotici, dirigerà
ancora altri horror, basati però soprattutto
sugli effetti splatter, senza riuscire a ottenere l’atmosfera presente nel suo capolavoro.
Un’atmosfera che, d’altra parte, non mi risulta essere presente in nessun’altra pellicola:
ecco quindi un altro valore aggiunto del film
in questione, che trova una forte componente
di originalità artistica proprio nel suo essere
un unicum.
Massaccesi, che scrive anche il soggetto e la sceneggiatura
insieme a Claudio Bernabei, prende spunto da varie suggestioni della tradizione gotica (letteraria e cinematografica): da Carmilla di Le Fanu, ai racconti di Edgard Allan
Poe, per giungere a quel filone dell’horror gotico (italiano
e non solo) basato sulla volontà di sconfiggere la morte
e l’inesorabile trascorrere del tempo. La vicenda si svolge
agli inizi del Novecento, in un luogo imprecisato (presumibilmente, visti i nomi dei personaggi, tra Austria e Germania). Dopo un “prologo”, nel quale vediamo un giovane
gobbo piangere la morte della sorella (la bellissima Ewa
Aulin) con la quale viveva una torbida relazione, l’attenzione si sposta in un suggestivo ed elegante castello, dove
vivono i coniugi Eva e Walter Von Ravensbruck (Angela
Bo e Sergio Doria). I proprietari del castello soccorrono
una ragazza che, dopo un incidente, si trova in stato di
shock e ha perso la memoria: si tratta di Greta, la stessa
donna che avevamo visto morta nel prologo, ma questo i
due coniugi non lo sanno. Il dottor Sturges (Klaus Kinski),
dedito ad esperimenti occulti per riportare in vita i morti,
dopo aver visitato la ragazza, si accorge che c’è qualcosa
di strano in lei, ma viene misteriosamente ucciso nel suo
laboratorio. Nel frattempo, Greta rimane ospite al castello
e fa innamorare di sé entrambi i coniugi. Folle di gelosia,
Eva la seppellisce viva nel sotterraneo, ma la misteriosa
donna, che ritorna continuamente dalla morte, torna per
vendicarsi e inizia a uccidere tutti gli abitanti del castello. Nel finale, scopriamo che Greta era stata riportata in
vita dal fratello attraverso una formula antica, ma questo
l’ispettore di polizia che conduce le indagini non lo saprà
mai. Nell’ultima inquadratura vediamo proprio la moglie
del commissario, il cui volto è identico a quello di Greta: a
testimonianza di una storia senza tempo, destinata a ripetersi forse per l’eternità.
Già da questo riassunto, possiamo capire che si tratta di un
film decisamente particolare: è un “film d’atmosfera”, più
che un “film di trama”, ossia è un film dove ciò che conta
maggiormente non è tanto la concatenazione logica degli
eventi, quanto piuttosto l’atmosfera onirica e surreale che
si respira in ogni inquadratura. A differenza
del gotico classico, in cui si cercava di dare
una spiegazione il più possibile “razionale”
anche al soprannaturale, in La morte ha sorriso all’assassino la logica cede quasi interamente il posto alla suggestione suscitata dai
fatti narrati e dallo stile.
Il film di Massaccesi è, infatti, anche un vero e
proprio esercizio stilistico, in cui gli elementi
del linguaggio cinematografico vengono fusi
in una sinestesia di immagini e musica che
giustifica la definizione di “horror artistico”. Gli ambienti
(esterni e, soprattutto, interni) sono valorizzati dall’ottima
fotografia dello stesso Massaccesi e sono perfettamente
funzionali alla narrazione di una vicenda che vuole essere
sospesa nel tempo e nello spazio: le stanze del castello,
riccamente decorate in uno stile gotico-decadente e collegate l’una all’altra in una specie di labirinto; i sotterranei
dove viene sepolta viva Greta; la lugubre stanza in cui la
ragazza morta viene vegliata dal fratello; il laboratorio del
folle scienziato interpretato da Klaus Kinski; ma anche gli
esterni, come il cimitero e i verdi prati dove spesso si muovono i personaggi. La ricorrente presenza della fotografia
“flou” e “lattiginosa” (soprattutto nei flashback) e alcune
inquadrature grandangolari che deformano le immagini
(per esempio, nella sequenza in cui Franz insegue la domestica) creano un clima ancora più onirico e surreale.
Mai come in questo caso, inoltre, la musica contribuisce
in maniera preponderante alla costruzione dell’atmosfera:
composta da Berto Pisano (che sui titoli compare con il
nome di “Berto Pisani”), immerge lo spettatore in un’atmosfera più che mai rarefatta e onirica, con una melodia
dolce, malinconica, accompagnata a tratti da un vocalizzo
femminile, alternata ad alcuni contrappunti più tesi e vibranti presenti nei momenti di maggiore suspense. Posso
affermare con certezza che La morte ha sorriso all’assassino, senza la colonna sonora di Pisano, perderebbe almeno
la metà del suo fascino.
Come affermano i critici della rivista “Nocturno Cinema”, in questo film “la spinta macabra e quella lirica si
fondono in un equilibrio mirabile; il raccapriccio e lo spleen malinconico circolano l’uno nell’altro senza soluzione
di continuità”. Infatti, in La morte ha sorriso all’assassino
confluiscono spontaneamente, come in un sogno (o meglio, in un incubo), momenti d’amore (quasi sempre, però,
morboso e malsano) con sequenze crudeli di morte: è il
film dove si uniscono, per eccellenza, Eros e Thanatos.
La sequenza onirica e romantica più bella compare già
all’inizio del film, quando Franz Von Holstein, il fratello
di Greta, ricorda i momenti felici vissuti insieme alla
che i morti sono ben più di sette. Siccome la
storia sfugge a qualsiasi spiegazione logica,
è impossibile ogni tentativo di ricondurla a
una trama gialla: anche se la rappresentazione dell’assassino in soggettiva potrebbe far
pensare a uno sviluppo in questo senso, in
realtà non troveremo una spiegazione vera
e propria. Probabilmente è la stessa Greta a uccidere, ma potrebbe essere anche il
maggiordomo Simeon (interpretato alla
perfezione dal caratterista Marco Mariani,
particolarmente adatto nei ruoli torvi e inquietanti), il
quale conosce il segreto della donna. Lo stesso ispettore
di polizia (impersonato da Attilio Dottesio, presente in
numerosi western e polizieschi italiani) ammette che in
tutta la vicenda c’è qualcosa di soprannaturale, qualcosa
che sfugge alla sua comprensione: proprio come accade
allo spettatore, ulteriormente spiazzato dall’inquadratura
finale. Essa mostra, infatti, il viso della moglie del commissario, che assomiglia incredibilmente a Greta (anche
se più anziana), come se questa donna “non morta” fosse
destinata a ritornare in eterno. Conclusione perfetta per
un horror gotico costantemente in bilico fra la dimensione
reale e (soprattutto) quella onirica, dove i personaggi si
muovono in una “danza macabra” costantemente sospesa
nel tempo e nello spazio.
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sorella: con il suddetto accompagnamento
musicale di Pisano, vediamo le immagini
“flou” di Ewa Aulin vestita di bianco correre al ralenti su un prato verdeggiante,
inseguita da Franz, fino all’incontro con il
suo uomo (Giacomo Rossi Stuart), che turba visibilmente il fragile equilibrio mentale
del fratello. Particolarmente azzeccata, in
proposito, è anche la scelta dell’attore che
lo interpreta, il grande caratterista Luciano
Rossi, una specie di “Klaus Kinski italiano”,
spesso utilizzato in ruoli da psicopatico o di uomo affetto,
in genere, da turbe nervose. Ma ci sono anche numerose
altre sequenze oniriche molto suggestive, per esempio gli
incontri amorosi fra la misteriosa ospite e i due coniugi,
ripercorsi anche in un ottimo flashback. Da notare il fatto
che l’erotismo, in questo film, è parecchio contenuto, a differenza di quanto accadrà nei successivi film di Massaccesi:
le scene erotiche sono abbastanza brevi, e non molti sono
i nudi. Ma è l’atmosfera stessa del film ad essere perversa:
non solo perché l’amore si esprime spesso in forme deviate
(incesto, omosessualità femminile), ma per la figura stessa di Greta, una splendida donna che, come una vampira,
torna continuamente dalla morte. E, a testimonianza di
questo continuo alternarsi di Eros e Thanatos, la ragazza,
dopo essere “morta” la seconda volta, ritorna in due modi
opposti: a volte in tutta la sua bellezza, altre volte con il
viso decomposto e deformato, uccidendo con la seduzione
e seducendo con la morte.
Le scene di sangue, pur essendo più contenute rispetto ai
successivi horror di Massaccesi, sono comunque forti: per
esempio, bisogna ricordare il cocchiere impalato dall’asta
della carrozza, la domestica uccisa con una fucilata che le
devasta il volto, il maggiordomo ucciso da Greta a colpi
di rasoio, il gatto che dilania il viso di Luciano Rossi (una
scena che ha costituito poi l’immagine della locandina). E
anche quando non c’è sangue, la suspense è spesso palpabile, alternata, come si è detto, ai momenti “romantici”.
Ecco dunque la domestica perseguitata dal “fantasma” di
Franz, Giacomo Rossi Stuart che viene inseguito nel cimitero da Greta, Klaus Kinski strangolato nel suo laboratorio mentre sta riportando in vita un cadavere, la padrona
di casa che vede riapparire Greta, che la perseguita fino a
indurla al suicidio.
Il titolo di lavorazione del film era Sette strani cadaveri,
che fu poi cambiato al momento della distribuzione in
quanto andavano di moda i film con la parola “morte” nel
titolo: secondo chi scrive, in effetti La morte ha sorriso
all’assassino è un titolo molto più suggestivo e irrazionale,
proprio come la vicenda narrata, considerando pure il fatto
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a passeggio per la città
A PASSEGGIO PER LA CITTA’
CON LA MACCHINA ELETTRICA..
TWIZY, BE FUN!
L’urban crosser a due posti agile e sicuro per muoversi
in città. Voi vi chiederete perché usare un’auto elettrica?
I veicoli elettrici ti regalano sensazioni completamente
nuove e un piacere di guida mai provato prima e in più la
propulsione elettrica è la tecnologia studiata per ridurre
l’impatto ecologico dell’automobile nell’intero ciclo di
vita. Insieme alla batteria agli ioni di litio, il motore elettrico è uno dei componenti fondamentali dell’auto elettrica. La rete elettrica delle nostre case alimenta corrente
alternata. Questa corrente alternata viene trasmessa alla
batteria, che la immagazzina e la trasforma in corrente
continua. Durante la marcia del veicolo, la batteria cede
l’energia stoccata all’inverter, che converte nuovamente
la corrente continua in corrente alternata (con diversa
tensione e frequenza) e la invia al motore.
Quando il guidatore solleva il piede dall’acceleratore, il
motore diventa un vero e proprio generatore di energia e
ricarica la batteria attraverso l’inverter.
Non vi sembra un innovativa idea per il futuro?
Bassi consumi, altissime prestazioni ed inquinamento
prossimo allo 0 farebbero, infatti, dell’auto elettrica,
l’ancora di salvataggio del mercato automobilistico e
non solo: oltre alle nostre tasche e a quelle degli investitori infatti, le auto elettriche andrebbero totalemente a
favore dell’ambiente…
•
•
•
•
Risparmio
Meno inquinamento
Comodità
Sicurezza
…bè penso che questo sia l’inizio di un
grande successo e vi do il consiglio di andare subito a provarla!
Concessionaria RENAULT
Tel: 035668354
Via Torquato Tasso 1 CAP: 24020 - Gorle (BG)
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OBERTI spa
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Tra i mestieri di ieri e di oggi quello del calzolaio è uno
dei mestieri più antichi. Nella società moderna non è quasi più considerato un lavoro attuale. Per chi lo compie
sicuramente è una vera e propria PASSIONE. È il caso
di Luigi e Maddalena, proprietari del negozio TRECO a
Bergamo situato in via G. Garibaldi. Mentre lei si occu-
pa dell’aspetto commerciale, della scelta dei modelli e del
contatto con il pubblico, lui realizza i pezzi unici, insieme
a suo padre Giorgio, nel laboratorio a Loreto, zona piazza
Varsavia. Quest’attività, Luigi, l’ha pratica in famiglia sin
da bambino con 4 generazioni di calzolai da parte del padre e 3 da parte della madre. Ed il destino ha voluto che si
incrociassero!
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L’ARTE DI.. FARE LE SCARPE
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“TRECO significa tre mele cotogne,
il soprannome del mio trisavolo Luigi del quale porto il nome: nei primi
dell’Ottocento riparava a domicilio
le scarpe dei clienti e, sul carretto con
gli attrezzi, portava anche le mele cotogne.”
Passione ed esperienza sono le qualità che mettono a disposizione per chi è alla ricerca di un oggetto che non si
può semplicemente definire “scarpa” ma status symbol.
Veri oggetti di lusso, opere d’arte realizzate attraverso i
migliori materiali e le migliori tecniche. Curano personalmente il prodotto come un autentico gioiello non di produzione industriale ma artigianale.
“DELL’ARTE DEL SAPER FARE” oggi è bello abbinare
la capacità di creare una scarpa con i metodi tradizionali
con la fantasia artistica. Questa è una delle prospettive di
Luigi e Maddalena per differenziarsi e proporre un articolo handmade coniugato al design.
“Tre aggettivi per le mie scarpe? Vere,
sincere e comode come un paio di
vecchie scarpe.”
Luigi e Maddalena vi aspettano nel loro regno delle scarpe per raccontarvi del loro lavoro artigiano, per fare due
chiacchiere e respirare aria genuina come nelle botteghe
di un tempo..
via G. Garibaldi, 4/d
Bergamo
tel. 035.233787
[email protected]
event
Lazzaro Fornoni...
Pennellate e stile.
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di F. M. photo Matteo Mottari
dere i suoi quadri è proprio l’energia e la forza attraverso
i suoi chiaroscuri coinvolge anche il più scettico degli osservatori. I toni di colore usati dal “lazzaroFornoni” incuriosiscono e aiutano a soffermarsi nel tram-tram della vita
quotidiana attraverso i vari movimenti e le attività dell’uomo. Consiglio spassionato - OSSERVARE per credere.
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S
i respirava arte e stile impressionistico-modertno mercoledì sera 30 maggio alla galleria “Arte e
Filatelia” di Gorle - quartiere Bajo - a Bergamo
dei Fratelli Animelli, il tutto organizzato miticolosamente dall’Art project manager Michele Oggioni, con il quale
collabora da alcuni mesi. Si perchè la senzazione nel ve-
event
Aperitivi a suon di musica
Caffè del Borgo
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di A.Paganelli photo Matteo Mottari
chè i venerdì del “Borgo” sono colorati tra Dj e musica dal
vivo. Vi aspettiamo per un inizio estate folgorante all’insegna del buon senso e delle distrazioni da fine settimana
e non...
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G
li apertivi del “Caffè del Borgo” non sono da
perdere, a suon di buona musica selezionata dagli ottimi Dj che ogni venerdì accompagnano
le serate in quel di Verdello, creando un’atmosfera unica,
serena, rilassante ma allo stesso tempo divertente. Si per-
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do
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