GREEN REVOLUTION - CONTINUA LA RIVOLUZIONE - CVO

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GREEN REVOLUTION - CONTINUA LA RIVOLUZIONE - CVO
GREEN REVOLUTION - CONTINUA LA RIVOLUZIONE “SILENZIOSA”
ENTRO QUINDICI ANNI LA METÀ DEL PARCO AUTO CIRCOLANTE SARÀ ELETTRICO E IBRIDO.
Il futuro dell’automotive è elettrico. Non c’è ombra di dubbio.
Le tantissime novità presentate dalle Case in occasione dei saloni internazionali indicano
chiaramente come la strada imboccata sia davvero questa.
Digitalizzazione ed elettrificazione: una rivoluzione che sta proseguendo su vetture di ogni
segmento, con la presentazione di modelli che superano la soglia dei 400 km di autonomia. Le
batterie migliorano e l’autonomia cresce, mentre il loro costo industriale è diminuito del 70% nel
corso degli ultimi sette anni.
A riprova di ciò, l’Unione Europea si sta preparando all’aumento delle “auto verdi” nel prossimo
periodo e alla necessità di avere una rete di ricarica diffusa.
Infatti, secondo una Direttiva che dovrebbe essere pubblicata entro la fine di quest’anno, ogni
edificio nuovo o soggetto a ristrutturazione sul suolo dell’Unione, dovrà avere una postazione di
ricarica.
Il progetto dovrebbe entrare in vigore nel 2019 e prevede che per il 2023 il 10% dei posti auto
nelle nuove costruzioni abbia almeno una presa per il rifornimento di energia.
Questo fatto darebbe successivo impulso alla vendita di macchine elettriche; inoltre aumentando i
volumi diminuirebbero i prezzi di listino.
Va da sé che un unico punto di ricarica in un condominio, in ottica futura, non sarà affatto
sufficiente e sarà più semplice dotarsi di presa apposita con contatore dedicato nel proprio box.
Esistono comunque colonnine a quattro prese, quindi adatte a rifornire più mezzi
simultaneamente.
Quando l’auto elettrica diventerà effettivamente “di massa” e il futuro tanto ipotizzato si
trasformerà in realtà? Ricerche fatte in ambito internazionale da Alix Partners, dicono che entro
quindici anni, ovvero nel 2030, la metà del parco auto circolante sarà a propulsione ibrida o
elettrica. Altre stime, come quella di Bloomberg, sono più conservative e prevedono una crescita
proporzionale: ipotizzano che le vendite mondiali di veicoli elettrici nel 2040 saranno di 41 milioni
di pezzi e rappresenteranno il 35% del mercato, tenendo conto che già dal 2022 i veicoli elettrici
avranno lo stesso prezzo dei modelli analoghi con motore termico. A prescindere da alcune
differenze, quindi, emerge come l’avvento dell’elettrico sia una certezza.
Già quest’anno, nel periodo da gennaio ad agosto, rispetto agli otto mesi dell'anno precedente,
l'incremento di auto elettriche immatricolate nell'Unione Europea è stato del 18,6% (31.099)
rispetto allo stesso periodo del 2015 (dati Acea). Fermo restando un quadro generale che vede
nell'Unione europea, sempre secondo i dati dell'associazione dei costruttori Acea disponibili ora
ma aggiornati al 2014, il 40,97% delle auto circolanti (252.694.000 in totale) diesel, il 54,1% a
benzina e solo il 4,94% delle auto sfrutta carburanti alternativi (auto elettriche e tutti gli altri tipi di
alimentazione riuniti in una sola voce).
I dati 2016 sono senza dubbio migliori per le auto a basse emissioni, ma resta il dominio dei
carburanti tradizionali. Norvegia, Olanda, Francia e Germania sono i paesi con il maggior numero
di auto ecologiche, grazie anche a incentivi mirati. In Italia un vantaggio economico per le
elettriche è dato dall'esenzione per cinque anni dal pagamento del bollo, esenzione senza limite
temporale in Piemonte e Lombardia. E’ comunque incontrovertibile che oggi quasi tutte le scelte
strategiche delle Case automobilistiche siano focalizzate sulle nuove propulsioni.
Se le Case adesso si sono davvero mosse in massa per effettuare un cambiamento di rotta,
significa che questa volta il mutamento avverrà veramente. Ovviamente i marchi continuano a
produrre e progettare ancora vetture tradizionali, perché il passaggio sarà graduale e anche il
cliente dovrà metabolizzare il cambiamento, ma è chiaro come i piani di sviluppo prodotto
prevedano sempre più veicoli a propulsione pulita. E’ altrettanto inconfutabile come oggi il
raggiungimento degli utili di bilancio, dei target di vendita e del mantenimento delle quote di
mercato, siano ancora legati alla vendita di vetture con motori a benzina o diesel, ma la fase di
rottura è avvenuta.
Probabilmente il fattore che ha dato uno stimolo al cambiamento, è stato lo scandalo Dieselgate:
ha sferrato il colpo di grazia alle remore che bloccavano lo sviluppo dell’elettrico, colpevolizzando
però oltre misura il diesel. L’impatto negativo in termini d’immagine che il Dieselgate ha suscitato
a livello mondiale, è stato deleterio per il mondo delle quattro ruote, e ha provocato - è proprio il
caso di dirlo - una vera scossa. Anche la politica sta facendo la propria parte per pilotare questo
nuovo corso: le istituzioni sono sempre più severe nell’emanare norme volte a ridurre
drasticamente il livello delle emissioni, per arrivare a un valore pari a zero. Parliamo di California,
ma anche di Norvegia e Olanda per esempio. Resta un paradosso però, visto che le stesse
istituzioni in diversi paesi tra cui il nostro, non stanno lavorando in maniera altrettanto adeguata a
livello infrastrutturale per facilitare l’utilizzo dei veicoli ecologici, e nemmeno per l’avvento
dell’auto a guida autonoma, che arriverà ancora più avanti nel tempo e ha bisogno d’interventi
ben più complessi.
Ad ogni modo l’intolleranza, anche ingiustificata e in alcuni casi isterica, verso i motori diesel che
rappresentano una fetta molto grossa del mercato Europeo, si rivela sempre più manifesta.
Pertanto tutto quanto illustrato sopra, obbliga i Marchi - volenti o nolenti - a darsi una mossa e a
puntare sull’elettrico, soluzione scoperta e sviluppata già decenni orsono, poi accantonata.
I consumi di petrolio e dei suoi derivati andranno sempre più a decrescere.
L’uso della corrente elettrica invece aumenterà e il business dei gestori di energia e delle
colonnine di ricarica, diventerà molto importante.
Rimangono però alcuni punti controversi. Nessuno ha ancora chiarito nel dettaglio quali fonti di
energia si utilizzeranno per produrre le batterie, sempre più piccole e leggere, ma allo stesso
tempo notevolmente più potenti, in alcuni paesi non proprio sensibili ai temi della lotta
all’inquinamento. Perché se in Oriente si utilizzeranno centrali a carbone per produrre batterie,
allora non ci sarà nessun vantaggio ecosostenibile! Fortunatamente si valuta che il 30-35%
dell'energia arrivi già da fonti rinnovabili.
Lo smaltimento delle batterie e la verifica di eventuali pericolosità di campi elettromagnetici in
grande concentrazione, sono altri due aspetti da monitorare con attenzione. Infatti servono
ricerche approfondite per verificare se i campi magnetici generati dalle auto elettriche, in numero
elevato, possano rappresentare un rischio per la salute delle persone e per la sicurezza stradale.
Fatta questa premessa, il "dado è tratto". Alcune case come Toyota lo avevano capito già anni fa e
sono state pionieristiche. La marca nipponica ha creduto incondizionatamente nell’ibrido, tanto da
immettere per prima in listino un modello come la Prius, per poi “spalmare” la propulsione ibrida
sul resto della gamma e sugli altri brand come Lexus. L’ultima novità Toyota entrata in listino è
stato il crossover (SUV/coupé) ibrido C-HR. Ora è stata presentata la nuova Prius plug-in, che vuole
percorrere 100 km con 1 litro; ha installato sul tetto un pannello solare che accumula energia per
percorrere 5 km, eccelle per prestazioni e consumi sulle concorrenti e sarà in vendita alla fine
dell’anno. La FCV Plus Concept a idrogeno, esposta per la prima volta in Europa al Salone di Parigi,
è invece un concentrato di nuove soluzioni per una compatta, in grado di agire da generatore per
rifornire di energia elettrica la rete esterna. Diventerà probabilmente la nuova city car elettrica del
futuro della Casa giapponese.
Dopo le ibride, ora in maniera egualmente avanguardista è stata immessa sul mercato la Mirai fuel
cell a idrogeno. Un’altra scommessa vincente per Toyota? Le premesse ci sono tutte. Hyundai sta
procedendo ugualmente in questa direzione. La nuova Ioniq è elettrica, ibrida, ibrida plug-in.
L’ix35 è stata la prima vettura fuel cell a idrogeno a essere posta in vendita e questa macchina
adesso è disponibile anche in car sharing a Monaco di Baviera. La “sorella” Kia ha invece appena
introdotto sul mercato la Niro ibrida con tecnologia assistita Drive Wise e l’Optima ibrida plug-in,
oltre ad avere in listino la Soul elettrica. BMW per prima ha lanciato BMW i, con una gamma
interamente dedicata a innovativi veicoli eco-sostenibili come la i3 e la i8: rispettivamente una
urban car elettrica premium ad alta autonomia, e una supercar ibrida che abbina emissioni
drasticamente ridotte a prestazioni da super sportiva, per quegli appassionati che vedono ancora
l’automobile come sinonimo di passione ed emozioni. Ora la Casa di Monaco ha introdotto la
nuova versione speciale Protonic Dark Silver Edition dell’i8 e una batteria più potente per l’i3 da
300 km di autonomia e 450 km con range extender.
Tutte le Case si stanno attrezzando in maniera adeguata a competere sul fronte elettrico, tranne
rare eccezioni, ma prima di vedere in che modo, dobbiamo rispondere a una domanda: per il
cliente, come avverrà il passaggio dal motore a scoppio a quello elettrico? Sarà graduale, infatti,
diventa sempre più importante far conoscere e provare ai potenziali utenti le nuove tipologie di
auto e le loro modalità di utilizzo e ricarica. Audi quest’estate ha allestito presso l’aeroporto di
Olbia la stazione e-tron Hub per la ricarica elettrica, assieme a una flotta di Audi Q7 e-tron e Audi
A3 e-tron a disposizione per i test drive. Questo è un buon esempio da imitare. Il modo più
semplice scelto dalla maggior parte dei produttori per introdurre sempre più in listino, prodotti
ecologici, è quello di selezionare alcuni modelli della gamma attuale e realizzarne l’omologa
versione ibrida plug-in, che qualcuno scherzosamente chiama anche “auto alla spina”.
Infatti, questo è il sistema più pratico e conveniente per modificare a livello ingegneristico la
produzione di alcune vetture già progettate, con una differenza di prezzo contenuta rispetto a
quello standard, andando allo stesso tempo a incrementare le prestazioni. Mediamente ovviamente dipende dal tipo di vettura - parliamo di un sovrapprezzo di 1.500/2.000 Euro a fronte
di una diminuzione del 15% dei consumi per un pari incremento percentuale delle performance
(grazie al boost del motore elettrico a supporto di quello termico).La modalità plug-in consente di
bypassare temporaneamente il problema della diffusione delle colonnine, in quanto il motore
tradizionale garantisce sempre un minimo di autonomia, mentre la ricarica con il cavo può essere
effettuata nel proprio garage aggiungendo un contatore personale se si vive in un condominio.
Va da sé che l’ibrida plug-in ha un’autonomia superiore all’ibrida classica, perché si può caricare
anche da fonte esterna, e non sfrutta solo il motore termico e la frenata per rigenerare energia.
Ecco quindi che tutte le Case, secondo questa strategia, hanno iniziato il lavoro di “duplicazione”
del proprio parco prodotto o quantomeno introdotto almeno un paio di modelli ibridi ed elettrici
in listino. Andando per ordine alfabetico, Audi ha deciso di accelerare l’estensione della gamma ETron. In gamma ora ci sono A3 e Q7, ma l’ultima novità riguarda l’e-tron quattro concept, SUV
sportivo a propulsione pulita dotato di tre motori elettrici. Questo concept anticipa un modello di
serie atteso sul mercato nel 2018. Per ricaricare completamente questo veicolo con corrente
continua a una colonnina di ricarica da 150 kW basteranno circa 50 minuti. In alternativa è
previsto l'Audi Wireless Charging tramite tecnologia a induzione: un sistema di parcheggio pilotato
che guida l’E-Tron quattro concept sulla piastra di ricarica. Inoltre, nei giorni di sole un grande
tettuccio solare fornirà corrente alla batteria. Oltre ai prodotti e-Tron, Audi ha già mostrato anche
l’Audi A7 Sportback h-tron quattro fuel cell, per percorrere fino a 600 km con un pieno d’idrogeno.
Prendendo in esame l’intero Gruppo Volkswagen, a Parigi è stata presentata la concept I.D., la
capostipite della gamma di veicoli elettrici che sarà posta in vendita dal 2020, insieme alla nuova
Golf elettrica.
Dal 2025 la Casa tedesca offrirà 30 modelli elettrici in listino, secondo le dichiarazioni del suo AD
Matthias Müller, e conta di vendere a partire da quella data un milione di auto elettriche. Sempre
dal 2025 si pensa che inizierà la circolazione delle prime auto a guida autonoma, e l’I.D. è già
progettata anche per essere utilizzata in questa modalità con i necessari dispositivi. Secondo noi,
si tratterà di guida sempre più assistita piuttosto che guida autonoma, poiché per la guida
autonoma servono infrastrutture complesse che nel mondo non si potranno realizzare in nove
anni. L’I.D. è in grado di percorrere da 400 a 600 chilometri con batteria completamente carica.
Gli interni prevedono soluzioni futuristiche, pensate con funzionalità da open space, con il volante
a scomparsa che rientra nella plancia in caso di utilizzo con guida autonoma, ma questo - come
detto - accadrà tra molti anni, e oggi le normative internazionali richiedono obbligatoriamente la
presenza di un volante a bordo e la responsabilità civile di un guidatore. L’Iconic Design è
impostata sulla nuova piattaforma modulare che sarà utilizzata per tutti i nuovi modelli a corrente.
Il costo sarà simile a quello di una Golf TDI, ovvero circa 30.000 Euro. Con questo veicolo il Gruppo
VW dà un messaggio chiaro, e sembra avere definitivamente deciso che l’elettrico avrà la priorità
sul resto. Oggi in listino ci sono la nuova e-UP, la Golf GTE ibrida, la e-Golf , la cui versione Touch
vista a Parigi anticipa il model year 2017. Per la Cina c’è la Phideon, ibrida plug-in derivata dal
prototipo C Coupe GTE, una berlina intermedia tra Passat e Phaeton che ricorda nelle linee l’Audi
A5. Sempre per restare in tema Gruppo VW, in casa Porsche la Panamera 4 E-Hybrid è il chiaro
esempio di come anche le auto di lusso possano (debbano?) essere ibride. Prima BMW, ora
Volkswagen, per non parlare di Mercedes: tutti i costruttori tedeschi hanno creato un brand che
identifica la propria serie elettrica.
Mercedes ha sorpreso nell’ultimo salone francese presentando la concept car Generation EQ,
un SUV 100% green che anticipa la futura gamma eco-sostenibile. Realizzato su un apposito
pianale innovativo, destinato ad essere la base di tutti i prodotti elettrici che nasceranno entro il
2020, e non parliamo solo di city car, ma anche di Suv, berline, coupé e altro. Anche in questo
caso gli interni sono completamente inediti con un design asimmetrico della plancia. Al guidatore
è dedicato il display principale con soli comandi touch. Non ci sono specchietti ma telecamere e
tanti dispositivi di sicurezza elettronici. La concept Generation EQ si serve di due propulsori
elettrici installati sui due assali, con trazione integrale, in grado di sviluppare
complessivamente per un'autonomia è di 500 km. L’EQ dovrebbe arrivare nel 2019, ed entro il
2024 dovrebbero essere presentati altri sei nuovi prodotti eco-friendly. Tratto comune di quasi
tutte le vetture elettriche o ibride, da Toyota a BMW agli ultimi nuovi concept, è la
caratterizzazione con profili blu di molte parti nell’abitacolo, in primis per la strumentazione, ma
sono visibili anche accenti a contrasto sulla carrozzeria.
Tra le altre novità Daimler-Benz, è stata presentata la gamma anche Smart elettrica, in modo che
la piccola city car, inclusa la FourFour, sia disponibile con due tipi di propulsione differenti. Inoltre
la concept Vision Mercedes-Maybach 6, una lussuosissima 2+2 da 6 metri di lunghezza con motore
elettrico, riporta alla ribalta il marchio Maybach. L’offensiva “ad alto voltaggio” dei marchi
teutonici si completa con la presentazione dell’Opel Ampera-e, la versione europa della Chevrolet
Bolt, un veicolo molto interessante. Si tratta della prima elettrica disponibile sul mercato ad avere
fin da subito un’autonomia tra i 400 e i 500 km, circa il 25% in più delle concorrenti attuali, grazie a
nuove batterie a ioni di litio della LG. Il prezzo indicativo è attorno ai 30.000 euro, con
disponibilità nel corso del 2017 per una vettura da utilizzare tutti i giorni. Oggi la discriminante per
usare un’auto elettrica e acquistarla pagandola di più rispetto a un modello normale, è data
proprio dall’autonomia, fondamentale anche per portare a termine un viaggio di media entità,
oltre al solito uso cittadino e quest’Ampera-e è una vettura davvero interessante, perché
dichiaratamente rivolta a un pubblico generalista.
Passando dalla Germania alla Francia, il Gruppo PSA, aggiungerà presto ai nuovi SUV Peugeot 3008
e 5008 la versione Hybrid4 a trazione integrale, già disponibile sulla DS5 e sulla 508. Il Gruppo
francese è stato il primo a creare un mezzo ibrido con l’abbinamento di un motore diesel all’unità
elettrica. Per quanto riguarda le elettriche pure, ha stretto accordi con il gruppo Bolloré per la
produzione della Citroën e-Mehari e ha in gamma la iOn realizzata in partnership con Mitsubishi.
Inoltre PSA sta lavorando sulla tecnologia Hybrid Air, che combina l’utilizzo dell’aria compressa a
un motore a benzina, senza usare elettricità, per arrivare a percorrere 100 km con 2 litri di
carburante. Questa soluzione prevede una catena di trazione ibrida, dove il sistema ad aria
compressa supporta l’unità a benzina e può sostituirsi a essa. Le tecnologie impiegate devono
essere industrializzate a un costo abbordabile entro il 2020, per arrivare ad avere il primo modello
di serie. Sempre per PSA, il marchio Citroën ha presentato la CXperience ibrida plug-in, una lunga
berlina che anticipa le future C5 e C6, ma che richiama per il look da shooting brake, la storica CX e
privilegia il comfort. Gli interni sono all’insegna di un design/hi-tech, diremmo disegnati da un
architetto, e le portiere si aprono a libro. Il motore scelto è un ibrido plug-in dalle prestazioni
sportive. Per quanto concerne il marchio DS, il laboratorio futuribile è l’E-TENSE, che punta allo
sviluppo della tecnologia elettrica in funzione prestazionale, e richiama l’impegno DS nel
Campionato FIA Formula E.
Restando sempre in Francia, Renault ha esposto la show car Trezor, una bellissima GT elettrica con
il motore della Formula E, dove sperimentare soluzioni innovative come l’apertura integrale del
tetto per far accedere ai sedili, oppure con la presenza di un che se azionato nasconde il volante
attivando la guida autonoma. Fermo restando che l’obiettivo primario di Renault è di realizzare
vetture a corrente di larga diffusione, che la maggior parte delle persone possa acquistare. Ecco
perché la Zoe plug-in resta l’auto di punta della gamma, forte del suo successo e ora di
un’autonomia maggiore che la porta a 400 km, al costo indicativo di 33.000 incluse batterie da 41
kW per la versione base (25.000 con batterie a noleggio), raddoppiando la capacità rispetto alla
versione precedente, che resta comunque in vendita. Poi ci sono sempre la Twizy plug-in a listino,
una minicar biposto con le dimensioni di un maxiscooter.
Renault in circa quattro anni ha venduto 100.000 veicoli a corrente nel mondo, il 95% dei quali in
Europa: 55.000 Zoe, 25.000 Kangoo e il rimanente tra Twizy e la berlina Fluence. Per la Zoe la metà
degli acquirenti sono aziende, l’altra metà privati. Soltanto il 15% dei clienti di questa vettura
risiede in città, il resto nell’hinterland o in zone di campagna. Il veicolo commerciale Kangoo è
preferito dalle ditte. Appartenente allo stesso Gruppo, il marchio Nissan presidia il mercato
dell’elettrico con la comoda Leaf plug-in. Forte di una partnership con Enel è stata una delle prime
a prendere in esame il concetto di ricarica bidirezionale. Ovvero l’auto attaccata alle colonnine,
potrà restituire alla rete l’energia in surplus quando è ferma. Infatti Nissan si è adoperata molto
per la diffusione delle colonnine, basti ricordare quelle installate presso l’area di servizio di Lainate
sulla A8.
In quest’ottica va letta anche la collaborazione tra Nissan ed EATON, volta a garantire una seconda
vita alle batterie, riciclati come accumulatori di energia stazionaria. Così come il progetto con ENEL
sull’integrazione delle auto alla rete elettrica con il progetto “V2G” Vehcle-to-Grid, la cui
sperimentazione è già iniziata in Danimarca. Che cosa aspettiamo in Italia? Nissan sta lavorando su
diverse concept-car, come la spider Blade Glider, che riprende lo schema della Zeod RC a sua volta
ispirata da quelle della Nissan Delta Wing al via della 24 Ore di Le Mans. L’innovativa IDS, che fu
presentata a Ginevra, continua la sua evoluzione soprattutto in ottica guida autonoma: ha la
propulsione elettrica, con batteria da 60 kWh per 550km di autonomia. Ora la casa giapponese ha
presentato in Giappone anche la Note e-Power elettrica: prevede un motore benzina 1.2 con
funzione di range extender, per eliminare il problema dell’autonomia del motore ecologico.
Infine Nissan è anche impegnata nello sviluppo di un nuovo sistema di propulsione elettrica a celle
di combustibile che prevede bio-etanolo anziché il più costoso idrogeno: per diminuire i costi e
sfruttare la maggior versatilità dell’etanolo, ottenibile in forma bio tramite la fermentazione di
canna da zucchero (e non solo). La tecnologia si chiama e-Bio Fuel Cell applicata sul prototipo
monovolume elettrico e-NV200, presentato in Brasile e accreditato di un’autonomia di 600 km.
L'etanolo immesso nel normale serbatoio dell’auto, viene prelevato e inviato al reformer, un
dispositivo in grado di estrarre idrogeno dall'etanolo tramite un procedimento chimico. Questo
idrogeno è poi inviato alla fuel cell per generare la corrente necessaria a far funzionare il motore
elettrico. Si tratta di una soluzione diversa rispetto a quelle scelte dall’Hyundai per l’ix35 e dalla
Toyota per la Mirai, nella quale l'idrogeno è immesso nel serbatoio tramite il normale rifornimento
presso una stazione di servizio, quindi non è prodotto a bordo.
Il sistema Nissan prescinde dalla rete di distributori d’idrogeno, ancora da creare in molti paesi, e
sfrutta i distributori di bio-etanolo esistenti in grande quantità in alcuni paesi come il Brasile,
specialmente in Sudamerica. In merito alla criticità circa la produzione di una piccola quantità di
CO2 nel processo di reforming, la Casa nipponica risponde che è neutralizzata dalla crescita delle
piante dalle quali è prodotto il bio-etanolo.
In questo modo il ciclo sarebbe “carbon neutral”. La deadline per vedere in commercio questa
soluzione è anche in questo caso il 2020.
Novità elettriche anche per Mitsubishi, che già ha in gamma la city car i-MiEV e il SUV Outlander
plug-in. Ora ha pronto il concept GT-PHEV (GT come Ground Tourer), che anticipa un’ibrida plugin capace di percorrere 120 km in modalità elettrica, dotata di un motore 2.5 a benzina e tre
moduli elettrici con trazione integrale. Anche in questo caso, come su tutti i prototipi di nuova
concezione, gli specchietti retrovisori sono sostituiti dalle telecamere. Suzuki ha presentato la
nuova Ignis, che sarà anche ibrida. Jaguar è entrata nel Mondiale FIA di Formula E, come faranno
anche BMW e Mercedes, così è facile intuire che da questa esperienza arriverà anche la
propulsione elettrica sui modelli Jaguar e Land Rover. Il primo esempio è la Jaguar I-Pace.
Poi ci sono i fans di Tesla, per i quali è pronto il SUV Model S, in attesa che arrivi la Model 3. Tra i
marchi minori, da segnalare il debutto del marchio giapponese GLM, che ha presentato a Parigi la
G4, una GT elettrica decappottabile che rivisita il progetto dell’olandese Savage Rivale. C’è molto
fermento in USA e Cina, dove diverse start-up stanno creando supercar elettriche. A breve
vedremo la NextEv, ma sono in arrivo anche la Faraday, la nuova Karma ex-Fisker; lo stesso Henrik
Fisker sta a sua volta progettando una nuova automobile. Geely, azienda cinese proprietaria di
Volvo, ha presentato il nuovo marchio Lyncko, che produrrà vetture elettriche dal 2018, e ha già
mostrato il primo SUV. L’indiana Mahindra ha invece pronta la sua city car elettrica, passando a un
segmento completamente diverso.
Di carne al fuoco, ce n’è parecchia e anche player di altri settori si stanno interessando al mondo
dell’auto elettrica: ad esempio le poste tedesche hanno acquistato furgoncini elettrici per le
consegne da una nuova start-up tedesca, al posto di rivolgersi ai produttori automobilistici
nazionali. In definitiva, stiamo vivendo una rivoluzione nel mondo delle quattro ruote. Una
rivoluzione silenziosa che cambierà la mobilità e anche macro-scenari economici internazionali,
dove il business del petrolio avrà pesanti contraccolpi.