Mini - Dossier Eicma

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Mini - Dossier Eicma
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Il vantaggio competitivo della sponsorizzazione.
Articoli scelti per voi dalla banca dati de Il Sole
24ORE sul tema del marketing sportivo:
- Lance Armstrong, brand tutto d’oro
- Per i piccoli restano solo poche nicchie
- Gli sponsor arrivano con i contagocce
- Le biciclette corrono verso l’alleanza
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Data: 26-07-2005
Testata: IL SOLE 24 ORE
MITI SPORTIVI
Lance Armstrong, brand tutto d'oro.
Contratti anche dopo il ritiro - Il suo braccialetto giallo contro il cancro ha venduto 40 milioni di pezzi.
Stefano Salis
MILANO - Sarà forse stato un sussulto di sciovinismo a far dichiarare ieri a Bernard
Hinault che «Lance Armstrong non è il più grande ciclista di sempre». E può anche
darsi che - da un punto di vista strettamente sportivo - l'ultimo francese a vincere il
Tour (nel 1985) abbia persino ragione. Di certo, però, Lance Armstrong (che
domenica ha concluso la carriera vincendo il suo settimo Tour consecutivo alla
incredibile media record di 41,654 Km/h) è l'uomo che ha cambiato la faccia del
ciclismo, diventando, oltreché un grandissimo campione, un'icona globale e un
"marchio" che farà sentire ancora a lungo la sua influenza.
Contratti milionari. La rivista «Forbes», nella sua annuale classifica dei personaggi
più ricchi, gli ha fatto i conti in tasca valutando, per il 2004, in 28 milioni di dollari i
suoi incassi, derivanti da contratti, premi sportivi e, soprattutto, sponsorizzazioni. A
questa ragguardevole somma - che vede il ciclista distaccato nettamente, tra gli
sportivi, solo dal paperone del golf, Tiger Woods (87 milioni) e dall'asso della
Formula 1 Michael Schumacher (60 milioni), ma accanto alla infornata di celebri
cestisti Nba come Shaquille O'Neal, Kobe Bryant, "Air" Jordan, tutti intorno ai 30 mancano i circa 5 milioni di dollari che la Sca Promotions, una società specializzata
nella gestione del rischio di eventi particolari legati allo sport, aveva siglato con la
Tailwind Sports, la compagnia proprietaria della squadra di Lance. Incautamente,
viste come sono andate le cose, la Sca aveva accettato di pagare i 5 milioni nel caso
(apparentemente remoto) che Armstrong avesse vinto, nel 2004, la sesta edizione
consecutiva del Tour (il contratto fu siglato nel 2001). Il motivo del ritardato
pagamento sta in quelle continue voci di doping che hanno accompagnato la carriera
del corridore americano e che ancora lo perseguitano.
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Ma chi la scommessa su Armstrong l'ha vinta alla grande è la Trek, la casa di
Waterloo, Wisconsin, che costruisce le bici sulle quali Lance ha vinto i suoi sette giri
di Francia. Nel 1998, quando decise di sponsorizzarlo, la Trek scommetteva, più che
altro, sul "caso umano" di un ciclista che cercava di riprendersi dopo la terribile
diagnosi di cancro ai testicoli. Dopo sette anni il «Lance Factor», come lo chiamano
loro, è un bingo di dimensioni colossali. Una compagnia che nel 1990 vendeva pezzi
per 50 milioni di dollari all'anno, nel 2004 dovrebbe avere raggiunto, secondo una
statistica del Bicycle Market Research di Boston, una quota circa 10 volte superiore.
Non a caso, il contratto tra la Trek e Lance è valido fino al 2010. Ma è l'intero settore
delle bici da corsa, negli Usa, ad essere salito vertiginosamente (rispetto alle
mountain bike), negli anni del dominio di Lance.
Oltre il ritiro. Non basta. Perché il «fattore Lance» si espanderà ben oltre il ritiro
dell'atleta dalle competizioni. Secondo «Sports Illustrated», la rivista che lo ha eletto
sportivo dell'anno nel 2002, i contratti con la Subaru, la Nike (che lancia la linea di
abbigliamento «10/2», la data in cui fu diagnosticato il cancro ad Armstrong), la Coca
Cola, la Outdoor Life Network (tv che ha triplicato le medie di ascolto tra 2001 e
2004) e altri sponsor (tra cui tecnologie digitali, fitness club, pavimentazioni e altro
ancora) faranno sentire ancora il loro effetto su incassi personali del ciclista e vendite
delle società.
Armstrong, del resto, è sempre stato molto attento a capitalizzare tutte le sue
performance. E se, nello sport, ha scelto di concentrarsi solo su una competizione,
nel business non ha mai fatto sconti. Della sua biografia scritta nel 2000 (It's Not
About the Bike) ha venduto 1 milione di copie (incassandone 2,5 di dollari di diritti),
per ottenere un anticipo di 2 milioni sul suo successivo libro del 2003, Every seconds
counts. Per parlare alle conferenze può arrivare a richiedere 200mila dollari. Il
ricavato, generalmente, è versato alla sua fondazione per la lotta contro il cancro.
Anche su questo versante, Lance, è stato un maestro di marketing e business. Il suo
braccialetto «Livestrong», sponsorizzato dalla Nike e venduto per un dollaro nel
2004, è finito sul polso di almeno 40 milioni di persone. E l'influenza di Lance sugli
sportivi americani sta aumentando. Un recente sondaggio ha stabilito che l'87% degli
sportivi statunitensi lo conosce (e il 33% lo indica come il suo idolo preferito): Michael
Jordan, per parlare di un altro mito assoluto, ha numeri analoghi (92/49). Questo è,
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forse, il segno più forte del successo del texano, protagonista in uno sport che, con
l'America, ha sempre avuto poco a che fare.
Il suo ritiro dalle competizioni, probabilmente, coinciderà con un nuovo calo di
interesse degli americani verso il ciclismo (e un aumento di quello del Tour in sé,
visto che almeno ci si potrà domandare chi vincerà, senza che la risposta sia
scontata). «Ho avuto una carriera perfetta - ha dichiarato dopo la premiazione -. Ho
guadagnato abbastanza per non dover più lavorare. Voglio godermi 50 anni senza
stress. Tra qualche giorno non sarò più sulle pagine dei giornali e le tv non mi
cercheranno». Difficile credergli. Anche perché, oggi più che mai, Armstrong è un
brand totale: tutto ciò che ha toccato in questi anni si è trasformato in oro, per lui e gli
sponsor suoi compagni di strada. Il giallo era, con tutta evidenza, il colore del suo
destino.
STEFANO SALIS
LA BIOGRAFIA
Lance Armstrong è nato il 18 settembre 1971 nella cittadina di Plano, in Texas. Atleta
dalle caratteristiche fisiche particolare (1,77 di altezza per 75 Kg di peso, cuore più
grande della media e altissima capacità di trasferire ossigeno ai muscoli), il suo
esordio da professionista nel ciclismo risale al 1992, quando vince anche la sua
prima gara: una tappa al Giro della Galizia. Nel 1993 è campione nazionale (a
Philadelphia), ma realizza il grande exploit quando a Oslo, a sorpresa, si laurea
campione del mondo, vincendo sotto una pioggia battente. Lo stesso anno era
arrivata la prima vittoria al Tour: Lance è il più giovane vincitore di tappa (la Chalonssur-Marne-Verdun) della competizione nel dopoguerra. Nel 1996 l'avvenimento che
gli sconvolge vita e carriera. Il 2 ottobre gli viene diagnosticato un cancro ai testicoli
(con metastasi ai polmoni e al cervello). Lance non si dà per vinto, e intraprende una
dura lotta contro il cancro. Che vince nel 1998, diventando il simbolo della lotta a
questa malattia: per fare conoscere meglio la sua esperienza e raccogliere denari dà
vita alla Lance Armstrong Foundation.
Tornato alle gare nel 1998 (vince il Giro del Lussemburgo), si concentra su un'unica
competizione: il Tour. Oggi è riuscito nell'impresa, difficilmente eguagliabile, di
vincere sette volte consecutivamente la gara. Ha corso con la Motorola (1992-1996),
la Postal Service (1998-1999), la Us Postal (2000-2004) e, quest'anno con la
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Discovery Channel. In totale ha trascorso 81 giorni in maglia gialla, vincendo 21
tappe.
Nonostante questi successi, sulle sue vittorie sono stati spesso avanzati dei dubbi. È
stato coinvolto nello scandalo doping con il suo medico, il dottor Michele Ferrari. In
Italia è ancora sotto inchiesta per frode sportiva e diffamazione, ed è stato
bersagliato,
in
questi
anni,
da
moltissimi
controlli
a
sorpresa.
Dopo un primo matrimonio e tre figli, è attualmente legato sentimentalmente alla
cantante Sheryl Crow. (s.sa.)
I SETTE SIGILLI AL TOUR
1999: Quattro tappe vinte, 15 giorni in maglia gialla, al secondo posto Alex Zülle, a
7'37"
2000: È l'anno della rivalità con Pantani, che lo batte sul Mont Ventoux e a
Courchevel prima di ritirarsi. Lance vince una tappa a cronometro, è in giallo per 12
giorni; al secondo posto il tedesco Jan Ullrich a 6'02"
2001: Armstrong vince le cronometro ma anche all'Alpe d'Huez, 8 giorni in giallo,
distacca ancora Ullrich, giunto secondo a 6'44"
2002: Vince il prologo, e nel corso del Tour, altre tre tappe (due sui Pirenei), 11 giorni
in giallo; secondo arriva Joseba Beloki a 7'17"
2003: Tredici giorni in giallo, una sola vittoria: è il Tour più sofferto: Jan Ullrich arriva
a soli 1'01"
2004: Vince 5 tappe, 7 giorni in giallo, secondo è Andrea Kloeden a 6'38", terzo Ivan
Basso
2005: è storia di ieri: primo con 4'40" su Basso
LA COMPAGNA
Bella e famosa, più grande di lui di circa dieci anni. Lance Armstrong, ormai da
qualche anno, ha scelto come compagna di vita la cantante Sheryl Crow (nella foto
Ap). Raggiunto il grande successo nel nel 1994 con il cd «Tuesday Night Music
Club», a settembre la cantante, 43 anni, uscirà con il suo nuovo disco, «Wildflower»
e si è confessata sulla rivista «Vanity Fair».
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Per ora Lance e Sheryl non hanno avuto figli (lui ne ha tre dal precedente
matrimonio) e lei non è sicura di volerne avere. «Ad un certo punto ho anche pensato
di adottarne uno - ha raccontato alla rivista -. Ora sono già abbastanza presa dai
suoi, di figli». La cantante ha un ottimo rapporto con loro: «Spesso sono a casa
nostra, ad Austin, nel Texas. Le gemelline, Grace e Isabelle, hanno solo tre anni, ma
con Luke, che ne ha cinque, stiamo imparando a conoscerci». Dopo la fine della
carriera ciclistica di Armstrong, a partire in tour, ora, sarà lei. «Lance dice che non
vede l'ora di seguirmi, staremo a vedere».
LA FONDAZIONE
Creata nel 1997 da Lance Armstrong, la fondazione che porta il suo nome ha sede
ad Austin (Texas) ed è un'organizzazione senza fini di lucro che aiuta i malati di
cancro. L'associazione ha il compito statutario di offrire sostegno fisico e psicologico
ai malati e quello di organizzare campagne informative per il personale medico. La
Laf attua inoltre programmi di assistenza sanitaria e sostiene finanziariamente la
ricerca scientifica contro il cancro.
Tra le iniziativa più significative c'è il braccialetto giallo (Livestrong), realizzato in
collaborazione con la Nike. Tra i risultati della Laf ci sono i circa 10 milioni di dollari
versati alla ricerca contro il cancro ai testicoli, 1,7 milioni di dollari investiti nello
sviluppo di 5 centri di ricerca scientifica contro il cancro negli Stati Uniti. Alla Laf
hanno lavorato finora circa 7.200 volontari: più di 40 milioni di persone indossano il
braccialetto «Livestrong».
Gli sponsor principali
Lance Armstrong è il volto della Subaru in America. L'accordo, siglato nel 2003 (e
valido per cinque anni) ha fruttato al ciclista 12 milioni di dollari.
La casa che produce le biciclette di Armstrong ha sede a Waterloo (Wisconsin). Il
suo giro d'affari, in questi anni, è decuplicato. Lance usa una Madon SSLx.
La casa di abbigliamento sportivo ha appena lanciato la linea 10/2, data della
diagnosi del cancro ai testicoli di Armstrong. Prezzi dai 20 ai 100 dollari.
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Dopo avere beneficiato del successo al Tour, Discovery Channel dovrebbe utilizzare
nei prossimi anni la maglia gialla come volto familiare del network.
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Data: 21- 05-2005
Testata: IL SOLE 24 ORE
INTERVISTA A GIOVANNI PALAZZI (STAGE UP)
Per i piccoli restano solo poche nicchie
«Gli investimenti necessari per competere con i grandi marchi sono molto elevati»
Pietro Balducci
«I giganti dello sportswear si divorano il mercato, per gli altri rimangono le briciole».
Giovanni Palazzi, presidente di StageUp, società di consulenza nel business
sportivo, non vede spazio per gli altri competitor. «In Italia abbiamo ottime aziende,
come Lotto e Basicnet , che controlla Kappa. Ma non riescono a stare al passo degli
investimenti pubblicitari e di marketing di Adidas, Nike e Puma. Le soglie d'ingresso
per le sponsorizzazioni di un certo livello oramai sono elevatissime».
Per esempio?
La Nike nel 2003 è diventata lo sponsor tecnico della Juventus. Un contratto della
durata di 12 anni da 157,3 milioni di euro. Questo è il minimo garantito. Poi ci sono le
royalties, cioè le percentuali che la Nike dovrà retrocedere alla Juventus in relazione
ai prodotti venduti e ai profitti netti generati dai prodotti e servizi marchiati Juventus.
Ormai lo sponsor tecnico di una squadra di calcio è diventato più importante di quello
commerciale.
In cosa si distinguono i tre marchi più grandi?
Ci sono due componenti che distinguono queste società: la performance e l'elemento
moda. Nike, per esempio, si è data l'immagine di un marchio molto "performante"
attraverso la sponsorizzazione di atleti di punta. L'idea che vogliono trasmettere è
che indossando prodotti Nike si possono ottenere grandi risultati sportivi. E lo fanno
attraverso grandi campagne pubblicitarie, che sono uguali in tutto il mondo.
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La moda cosa c'entra?
C'entra, c'entra. Puma, per esempio ha molto investito in questa direzione,
trasformandosi in un'azienda che produce capi di abbigliamento particolari, di prezzo
elevato, che le ha permesso di raggiungere buoni margini. Si è avvicinata, come
caratteristiche, ad essere quasi un'azienda di moda.
E l'Adidas?
È a metà strada fra i due. È l'azienda più antica, ed è quella che ha aperto la strada
alle nuove strategie di marketing sportivo. Ha un'immagine di marchio "performante",
ma anche di moda.
In tutto questo, che spazio hanno le aziende più piccole?
Non possono competere negli investimenti di marketing e pubblicità, ma possono
concentrarsi sulle nicchie di mercato, a cavallo fra lo sport e la moda, dove i margini
possono essere anche molto elevati. Penso alla neve, ma anche a sport particolari
come il surf.
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Data: 19-05-2005
Testata: IL SOLE 24 ORE
CONTO ALLA ROVESCIA PER I XX GIOCHI INVERNALI
Gli sponsor arrivano con il contagocce
Coinvolte 41 aziende che rappresentano 43 marchi La maggior parte delle imprese viene dal NordOvest - È mancato l'apporto di molte grandi società di Stato Il Comitato organizzatore conta di
recuperare il terreno - Finora sono stati firmati contratti per un valore di 387 milioni: 16 in meno del
budget minimo rivisto e ridimensionato a fine marzo.
Filippo Bonsignore
Si sta completando la squadra degli sponsor delle Olimpiadi di Torino 2006. A meno
di nove mesi dai Giochi, sono 41 le aziende, nazionali e internazionali, che hanno
legato i loro marchi (43 in totale) alla manifestazione torinese. Di queste oltre un
terzo proviene dal Nord-Ovest. Al momento sono stati firmati contratti per 387 milioni,
un risultato raggiunto non senza difficoltà. La principale delle quali è stata la minore
adesione al progetto olimpico rispetto alle previsioni da parte delle aziende
partecipate dallo Stato, che ha portato, in accordo con il Cio (il Comitato olimpico
internazionale, ndr), a una revisione degli obiettivi di fatturato inizialmente attesi.
Nel Games budget del Toroc, il Comitato organizzatore, approvato alla fine del
marzo scorso, infatti, i ricavi da sponsorizzazioni sono previsti in 403 milioni - rispetto
ai 453 iniziali - 250 provenienti da sponsor nazionali e 153 da partner internazionali. Il
programma di marketing resta comunque la più alta fonte di introiti (36% del totale)
dopo i proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi. «Siamo soddisfatti dei
risultati ottenuti finora, anche se ci saremmo aspettati un maggiore coinvolgimento
da parte del sistema Paese - spiega Nevio Devidè, responsabile marketing del
Toroc - Entro giugno contiamo di raggiungere il nuovo obiettivo di budget, siglando
altri due accordi che sono già stati definiti nel contenuto». Seppur in misura ridotta, il
sostegno delle aziende pubbliche c'è comunque stato, visto che il Gruppo Eni è
presente tra i fornitori ufficiali con Italgas e Finmeccanica è sponsor ufficiale; inoltre,
le intese che saranno concluse entro il mese prossimo dovrebbero avere come
protagoniste altre aziende partecipate dallo Stato. I partner olimpici sono suddivisi in
quattro categorie: i Top sponsor (le aziende internazionali aderenti al "The Olympic
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Program" del Cio che dura quattro anni e copre due edizioni dei Giochi, una
invernale e una estiva), gli sponsor principali e ufficiali e i fornitori ufficiali. «Abbiamo
un partner per tutte le attività fondamentali per la riuscita dei Giochi, come le
tecnologie, le telecomunicazioni, l'abbigliamento sportivo, i mezzi di trasporto, il
catering - sottolinea Devidal Toroc dal giugno 2002 dopo quattro anni come direttore
marketing della società milanese Media Partners - Nessuna area strategica fa parte
di quelle che, in base alla ridefinizione del Games budget, non saranno gestite
direttamente dal Comitato».
Ora, con le Olimpiadi sempre più vicine, si passa alla fase successiva del lavoro.
Definiti tutti i fabbisogni di beni e servizi da fornire al Comitato organizzatore, gli
addetti degli sponsor stanno giungendo a Torino: molti, soprattutto stranieri, hanno
già allestito i loro uffici operativi nel capoluogo piemontese; gli altri lo faranno entro
l'estate. Da settembre infatti partiranno tutte le campagne pubblicitarie e le attività
promozionali legate ai Giochi. «Anche noi saremo impegnati nel far crescere in modo
forte l'attenzione e l'emozione del pubblico verso l'evento e ad informarlo sugli aspetti
tecnici che permettono di parteciparvi - afferma il direttore marketing del Toroc Abbiamo già definito alcune iniziative con Eurosport, La Gazzetta dello Sport e La
Stampa e abbiamo appena siglato un accordo con la Rai in modo che, anche grazie
alla Tv di Stato, si crei un'aspettativa maggiore. L'attività di comunicazione sarà
concentrata sulla vendita dei biglietti e sul programma di licensing dei prodotti
ufficiali».
Finora i risultati di queste due importanti aree di business sono positivi. Sono stati
venduti biglietti per oltre 41 milioni, ovvero il 53% del budget previsto (78 milioni). Per
i prodotti ufficiali, invece, il 60% dei ricavi (previsti in 15 milioni) è atteso a ridosso dei
Giochi. Entro breve sarà inaugurato un negozio all'aeroporto di Malpensa, che si
aggiungerà a quelli di via Garibaldi e Atrium a Torino e dell'aeroporto di Caselle. I
prodotti saranno disponibili anche sul sito Internet (www.olympicstore.it) e nei punti
vendita dei 28 licenziatari ufficiali. Durante le Olimpiadi saranno allestiti un
megastore in Piazza Vittorio Veneto a Torino e 34 negozi sui siti di gara. «Quello dei
prodotti ufficiali è un acquisto "d'impulso" e quindi il Natale 2005 e il periodo olimpico
saranno per noi momenti molto importanti - conclude Devid Le vendite stanno
andando bene; il mercato italiano molto difficile per abitudini di acquisto, per cultura e
per le sue dinamiche particolari e poi anche da combattere il rischio della
contraffazione.
Molte
aziende
licenziatarie,
inoltre,
sono
rimaste
scottate
dall'esperienza dei Mondiali di calcio del '90 e quindi sono più attente agli
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investimenti. Anche le nostre aspettative di ricavo sono limitate rispetto alle
precedenti edizioni dei Giochi, ma puntiamo più sulla qualità che sui volumi».
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Data: 21-01-2005
Testata: IL SOLE 24 ORE
OLIMPIADI, TEST E MARKETING
Toroc, Regione, Provincia e Comuni investono 15,3 milioni - Ghigo:
<Promuoviamo le montagne>.
A cura di Filippo Bonsignore
Collaudo sul campo per gli impianti che ospiteranno le Olimpiadi invernali di Torino
2006 nel febbraio del prossimo anno e per il Comitato organizzatore dei Giochi. Ma
anche un'operazione di marketing territoriale e di promozione turistica da oltre 15
milioni. É questo, infatti, il costo degli Sport events 2005, iniziati ieri anche nelle valli
olimpiche con le prime gare di Coppa del mondo di bob e skeleton sulla nuova pista
di Cesana Torinese, ancora chiusa al pubblico, però, per l'ultimazione dei lavori.
Grazie alla nevicata dei giorni scorsi e al sistema di innevamento programmato, la
Vialattea metterà a disposizione degli sciatori, nel fine settimana, 47 impianti di
risalita su 62, con 180 chilometri di piste percorribili dagli appassionati, che oltre a
sciare potranno anche assistere alla Coppa del mondo di sci di fondo in programma
a Pragelato. Sulle piste olimpiche sono attese almeno 5 mila persone. Il programma
completo dei test event prevede la partecipazione di 3.228 persone tra atleti (1.750),
tecnici e accompagnatori, appartenenti a 350 federazioni di tutto il mondo, che
saranno ospitati in 3.520 camere di alberghi, residence e seconde case delle località
sedi di gara. Sarà così possibile valutare anche gli aspetti legati al sistema della
ricettività, che attualmente può contare su 57.881 posti letto. L'organizzazione è stata
affidata a sei Comitati organizzatori locali (Loc) presieduti dal governatore del
Piemonte, Enzo Ghigo, coadiuvato alla vicepresidenza dal numero uno della
Provincia di Torino, Antonio Saitta, e composti anche dai rappresentanti del Toroc,
dei singoli comuni di gara e delle società sportive locali. Il costo è di 15,3 milioni, la
metà dei quali stanziati dal Toroc come investimento specifico sui test events e come
anticipazione di costi olimpici. La Regione ha contribuito con 5 milioni, la Provincia
con un milione, i Comuni sedi di gara con circa 2 milioni. <Si tratta - concordano
Ghigo e Saitta - di un investimento volto a promuovere le nostre montagne e le
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Olimpiadi>. A Pragelato, per le gare sprint di sci di fondo, si svolgerà il test principale
per la macchina organizzativa del Toroc. Domani e domenica saranno impegnate
600 persone tra staff del Comitato organizzatore, addetti delle aziende fornitrici e
volontari. Saranno collaudati le attrezzature e l'organizzazione delle piste di gara, il
sistema degli accrediti, il controllo antidoping, il catering, i servizi alla stampa e agli
spettatori, la sicurezza, i trasporti, il "look" delle città e le tecnologie. A Cesana, per
bob e skeleton, saranno coinvolte invece 325 persone. Gli appuntamenti in
montagna proseguiranno il 5 e 6 febbraio con le prove di slittino maschile e femminile
a Cesana. Sempre a febbraio andranno in scena il biathlon a San Sicario (dal 9 al
13), lo snowboard a Bardonecchia (10 e 11), il salto e la combinata nordica sui nuovi
trampolini di Pragelato (11 e 12), e il freestyle a Sauze d'Oulx (18 e 19). Infinte, la
Coppa del mondo di sci alpino femminile a San Sicario Fraiteve (25-27 febbraio) e il
torneo di curling di Pinerolo (3-13 marzo). A questi appuntamenti si aggiungono tre
prove paralimpiche di sci di fondo e biathlon a Pragelato (26-28 gennaio) e curling in
carrozzina a Pinerolo (25-26 marzo), per i quali sono attese 190 persone tra atleti,
tecnici e accompagnatori. Bilancio positivo, intanto, per il Toroc al termine dei
Campionati di short track che si sono svolti lo scorso weekend a Torino. Sono state
impegnate oltre mille persone tra staff del Comitato organizzatore, addetti delle
aziende fornitrici e volontari. Unico problema la difficoltà di parcheggio attorno al
Palavela, ma durante i Giochi l'inconveniente dovrebbe essere evitato dal servizio di
navette per spettatori e addetti ai lavori. <Il test - ha commentato il presidente del
Toroc, Valentino Castellani - è stato pienamente superato. L'organizzazione ha
funzionato, restano da correggere alcuni dettagli tecnici>: la qualità delle immagini
sul maxischermo e la scorrevolezza del ghiaccio. Soddisfazione anche da parte
dell'assessore comunale allo Sport e presidente del Comitato organizzatore di Torino
Ice 2005, Renato Montabone, che ha sottolineato la risposta dei torinesi. Gli
spettatori paganti sono stati 13.856.
PAGINA A CURA DIFILIPPO BONSIGNORE
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Sulla neve
Federazioni e squadre coinvolte nei test
Federazioni
350
Componenti squadre attesi
3.228
di cui: atleti
1.750
Fonte: Comitato organizzatore Sports events
Le risorse
Investitori e ammontare dell'impegno finanziario (in milioni) per i test
Toroc
7,7
Regione
5
Provincia
1
Comuni
1,6
Totale
15,3
Fonte: Comitato organizzatore Sport events
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