Henry Toulouse-Lautrec – La collezione del Museo di Belle Arti di

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Henry Toulouse-Lautrec – La collezione del Museo di Belle Arti di
Arte Grafica | Persinsala.it
Sara Lotta
gennaio 26, 2016
In mostra all’Ara Pacis di Roma fino all’8 maggio, l’esposizione
dedicata al maestro francese, Lautrec, artista singolare della
Parigi di fine Ottocento.
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Manifesti, illustrazioni, locandine e copertine di spartiti per un totale di 170
opere: questi gli ingredienti ed i numeri della mostra dedicata all’opera
grafica dell’artista francese, espressione massima della Parigi bohémien di
fine Ottocento, Henry Toulouse-Lautrec.
L’esposizione – che accoglie le opere provenienti dal Museo delle Belle Arti
di Budapest ed è visitabile fino all’8 maggio presso il Museo dell’Ara Pacis
di Roma – ripercorre la vita dell’artista dal 1891 al 1990, anno in cui morì a
soli 36 anni.
Nato con una malattia genetica delle ossa, la picnodisostosi, nel corso
della sua giovinezza fu vittima di varie fratture agli arti inferiori che
bloccarono la sua crescita: si fermò ad 1,52 cm di altezza con il busto di un
uomo e le gambe di un bambino.
Questi eventi così costrittivi furono in realtà la molla che lo spinsero a
vivere intensamente l’esistenza tra arte, vita notturna, donne e d eccessi
di alcool. Morì per danni fisici causati dall’alcool o dalla sifilide; morì – in
definitiva – come gli era piaciuto vivere, nell’eccesso.
L’intensità del vissuto e l’estrosità dell’indole ci restituiscono la cifra
artistica e culturale dell’illustratore più richiesto di Parigi tra il XIX e XX
secolo, il cui percorso artistico – per ciò che concerne i lavori grafici (non
sono presenti all’Ara Pacis, purtroppo, dipinti su tela) – è ampiamente e
puntualmente tracciato dall’itinerario dell’esposizione curata da Z. Gonda
e K. Bodor e suddivisa in cinque sezioni, corrispondenti a cinque temi cari
all’artista. Si parte da “Notti parigine” che traccia il legame dell’artista con
la vita notturna della città e in particolare con Montmartre, quartiere che
fu microcosmo di ispirazione, volti e situazioni come quelli del primo
manifesto realizzato per il Moulin Rogue, La Goulue (1891).
Seconda sezione è “Le Dive”, un vero e proprio omaggio che l’artista
francese fece alle donne simbolo dei cabaret francesi (donne che grazie a
lui videro aumentata la propria notorietà): tra queste Jane Avril (Divan
Japonais del 1893), Loie Fuller, Yvette Guilbert.
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Terza sezione è “Le donne della notte” in cui compaiono immagini di
bordelli e maison closes e, quindi, giovani cortigiane riprese da Lautrec in
atteggiamenti quotidiani, dalla toilette, ai momenti del sonno a quelli di
intimità etero/omosessuale.
Quarta sezione è “A Teatro” dove sono presenti le copertine dei
programmi di sala elaborate dall’artista, ma anche vari momenti e
gestualità congelati e rubati tanto agli artisti dietro e sopra il palco (con
l’aspetto caricaturale tipico delle xilografie giapponesi), tanto agli
spettatori raffigurati nei loro atteggiamenti di attesa o di osservazione.
Ultima sezione è “Con gli amici” in cui emerge il carattere conviviale e
brillante di Lautrec: sono qui presenti stampe di scene caricaturali
elaborate per i commensali dei propri banchetti, ma anche copertine per la
rivista La Revue Blanche o per libri di amici o per spartiti musicali (si veda
quello per Desirè Dibau).
Un’esposizione molto curata e ben progettata, insomma, quella offerta dal
Museo dell’Ara Pacis, che non dimentica di dedicare spazi alle tecniche
grafiche utilizzate da Lautrec: siamo dinanzi a litografie (in bianco e nero o
a colori), ovvero disegni tracciati con matita grassa su pietra, riprodotti poi
su carta. La carta utilizzata è principalmente la carta pergamentata, a cui
talvolta l’artista preferiva quella vergata o quella giapponese che era liscia
e semitrasparente.
Lautrec fu un abile stampatore che curava e seguiva ogni processo di
stampa lavorando nei laboratori a contatto diretto con i vari operatori dai
quali raccoglieva preziosi consigli.
Come detto, furono solo 36 gli anni in cui Parigi ed il mondo intero
poterono godere di un artista che – partito da studi accademici,
dall’Impressionisimo e dal suo Post – aveva dimostrato grandi intuizioni.
Pochi anni, ma densi, dei quali non restano né scritti teorici, né seguaci a
conferma della singolarità della sua figura nella storia dell’arte
dell’Ottocento.
Il merito principale di Luatrec è stato quello di intuire prima di tutti non
soltanto la grande potenzialità dell’immagine dovuta alla sua
immediatezza, ma anche la necessità di affiancare ad essa parole di
grande impatto benché brevi. Questo perché il pubblico al quale egli si
rivolgeva era sì frettoloso e stanco di soffermarsi su opere e didascalie
impegnative, ma dimostrava – al contempo – necessità di usufruire di
messaggi chiari.
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Inevitabile, dunque, pensare a Lautrec come a un precursore della grafica
e della pubblicità moderna e al suo linguaggio come antesignano delle più
moderne tecniche di comunicazione affidate tanto all’arte quanto alla
pubblicità. «E pensare che non avrei mai dipinto se le mie gambe fossero
state appena un po’ più lunghe»: queste le parole che pronunciò l’artista
francese nel corso della sua vita. Quando i centimetri fanno la differenza.
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La mostra continua:
Museo dell’Ara Pacis di Roma
Via Lungotevere in Augusta – Roma
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Henry Toulouse-Lautrec – La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest
Dal 4 dicembre 2015 all’ 8 maggio 2016
Orari: tutti i giorni 9.30-19.30
La biglietteria chiude un’ora prima
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