La virtù della castità - Frati Minori Rinnovati

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La virtù della castità - Frati Minori Rinnovati
LA VIRTU DELLA CASTITA
Il vostro futuro Statuto vi esorta ad avere grande stima per la virtù della castità come piena integrazione della sessualità
nella persona umana. Vediamo in che cosa essa consista.
La castità: sua natura
Per comprendere che cosa sia la castità, bisogna ricordare che, per facilitare la conservazione della specie umana
attraverso la procreazione, il Signore ha unito all’attività sessuale un godimento particolare, che tuttavia l’uomo potrà
fruirne solo secondo i piani di Dio e le finalità che egli si è prefisso.
Ebbene, è attraverso la virtù della Castità che l’uomo regola la ricerca e il godimento del piacere sessuale, legato alla
procreazione, uniformandolo ai piani e alle finalità di Dio.
S.Tommaso considera, perciò, la castità come parte della virtù della “temperanza”. Con la temperanza, infatti, l’uomo
modera il desiderio di qualunque godimento sensibile. Con la castità, che è parte della temperanza, l’uomo regola
l’attrazione verso quel particolare genere di godimento sensibile connesso con l’atto generativo.
Con la castità, dunque, Dio non chiede all’uomo di sopprimere la sessualità, che fa parte della struttura umana, da lui
creata, ma di regolarla in modo che il godimento connesso sia cercato solo nelle condizioni e circostanze previste da
Lui.
La castità, perciò, non va intesa principalmente come rinuncia, ma come mezzo di rettificazione e di rafforzamento
della personalità, addirittura come forza capace di maggiori possibilità.
L’importanza e la funzione della castità diventano più evidenti se si tiene presente che, a causa del peccato originale e
della concupiscenza, il dominio dell’istinto sessuale, per l’indebolimento della volontà, è particolarmente difficile.
D’altra parte le realtà che entrano nel campo del sesso hanno ripercussioni maggiori che in ogni altro istinto e tendenza
sensibile. L’abuso di questa facoltà può deteriorare e dissolvere tutta la vita morale dell’uomo.
La castità si presenta, quindi, come esigenza di vita, con un ruolo determinante nello sviluppo armonico dell’uomo.
La castità, infatti, non si limita a contenere gli impulsi sessuali che si manifestano fisicamente, ma si radica
interiormente e si esprime:
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nel rispetto dei valori umani anche corporali,
nel predominio della volontà sulle tendenze istintive,
nel proposito di restare fedeli al progetto che Dio ha su ciascuno di noi
e, finalmente, nel rispetto della propria dignità umana.
Inoltre, la castità, dominando l’istinto sessuale, che è tra i più violenti, e inquadrandolo in una prospettiva di bellezza e
di virtù, abitua l’uomo a porre il senso del dovere e la stessa capacità di soffrire per mantenere, per esempio, la parola
data al di sopra dell’inclinazione al piacere e della indisciplina dei sensi.
Nel campo più specificamente spirituale la castità prepara e favorisce la crescita della carità. Infatti, l’uomo che non sa
vivere nella castità non saprà amare né Dio, né il prossimo.
I motivi della castità
Come virtù naturale la pratica della castità si appoggia su motivi razionali, quali:
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l’ordine e il bene sociale,
la dignità della persona,
i vantaggi che produce
e i danni che fa evitare.
Ogni uomo onesto riconosce nelle mancanze contro la castità:
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una profanazione del dono della sessualità;
la rinuncia o lo svilimento di un valore reale qual è, appunto, la castità;
il rifiuto di fare dono di sé al prossimo.
Invece, la sottomissione degli istinti sessuali al dominio della volontà attraverso la castità: tutela il prestigio e la
efficienza dell’uomo che, liberato dalla schiavitù dei sensi, raggiunge più facilmente il pieno e armonico sviluppo delle
sue facoltà.
Come virtù cristiana la castità si fonda su motivi più alti, in particolare sull’amore verso Dio, e quindi sul desiderio di
piacergli e di mostrare la propria fedeltà nell’osservanza della sua legge. Dio, infatti, ha comandato la castità con un
comandamento: il sesto, che proibisce l’adulterio.
Gesù ha dichiarato, inoltre, che la castità si estende anche agli atti interni: “Avete inteso che fu detto: non commettere
adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna con desiderio, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”
(Mt 5,27).
Ha dichiarato anche che “ciò che esce dall’uomo, questo sì che contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore
degli uomini, escono le intenzioni cattive”. E tra le intenzioni cattive che contaminano l’uomo ha posto “le fornicazioni
e l’impudicizia” (Mc 7,21-23).
Ha proclamato, infine, “beati “ “i puri di cuore, perché essi vedranno Dio” (Mt 5, 8). Il cuore puro, nel linguaggio
biblico, indica la rettitudine interiore come sorgente di azioni irreprensibili. Ebbene, la castità fa parte di questa
disposizione di spirito, richiesta da Gesù per l’incontro con Dio.
S. Paolo presenta la castità come un requisito richiesto esplicitamente da Dio ad ogni cristiano: “Questa è la volontà di
Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dalla impudicizia; che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con
santità e rispetto, non come oggetto di passioni e di libidine, come i pagani che non conoscono Dio” (1Ts 4, 3-5).
L’argomento viene da lui ripreso nella Lettera ai Galati, ove l’Apostolo afferma che chi compie le opere della carne che
sono tra l’altro “fornicazione, impurità, libertinaggio” non entrerà in possesso del regno di Dio.
Poi aggiunge: “Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri” ( Gal
5, 16-24; cfr Rm 6, 11-14).
Nella Prima Lettera ai Corinzi Paolo dà i motivi per vivere una vita casta. Essi sono cinque:
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Il corpo appartiene a Dio, il quale lo ha creato “non per l’impudicizia, ma per il Signore” (1Cor 6,13).
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Il nostro corpo è destinato alla risurrezione e alla gloria del cielo, e non va quindi avvilito con l’impurità (ivi,
14).
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Il corpo del cristiano è membro di Cristo, il quale nel Battesimo santifica non solo l’anima, ma tutto l’uomo.
Abbandonarlo all’impudicizia è un orribile sacrilegio (ivi, 15): “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?
Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta?. Non sia mai!”.
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Il corpo del battezzato – ricorda s. Paolo - è tempio dello Spirito Santo che abita in lui. Esso non gli appartiene
più e come ogni tempio deve servire solamente al culto e alla lode del Signore: “Glorificate quindi Dio nel vostro
corpo” (ivi, 19-20), non quindi all’impudicizia.
Queste indicazioni paoline sulla dignità del corpo del battezzato mostrano la necessità della castità per tutti i cristiani,
nei limiti e nelle forme previste dalla loro condizione di vita. S. Paolo fa anche osservare che “qualsiasi peccato l’uomo
commetta è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impudicizia, pecca contro il proprio corpo” (ivi,18), che è tempio dello
Spirito Santo (ivi,19). Chi, dunque, si dà all’impudicizia fa del proprio corpo oggetto e materia di peccato, e così lo
avvilisce nella sua qualità di strumento dell’anima, di membro di Cristo e di tempio dello Spirito Santo. Per questo
l’Apostolo conclude: “Fuggite la fornicazione!”( ivi).
Gradi e aspetti della castità
Come moderatrice del piacere sessuale la castità può realizzarsi in due modi:
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con l’astensione completa dai piaceri legati al sesso;
con la loro limitazione in conformità allo stato di vita abbracciato.
Perciò si usa distinguere la castità perfetta dalla la castità relativa. La castità perfetta è propria di coloro che rinunciano
ad ogni piacere sessuale, compresi quelli leciti del matrimonio, e questo per un amore esclusivo verso Cristo Gesù e per
il suo Regno. La castità perfetta s’identifica con la verginità consacrata. Essa non esige necessariamente la verginità
fisica, potendo la castità perfetta esistere in una persona che ha perduto l’integrità fisica.
La castità relativa, invece, consiste nell’astenersi da quei piaceri sessuali, che sono illeciti. Il sesso, finalizzato all’amore
e alla procreazione, è usato lecitamente solo nel matrimonio. Perciò la castità relativa si presenta con tre dimensioni
diverse:
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C’è una castità prematrimoniale, che esclude ogni ricerca attuale del piacere sessuale, ma non impedisce di
desiderare il matrimonio e di andare incontro al matrimonio.
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C’è poi la castità coniugale, propria delle persone sposate, che si serve del sesso per vivere con il proprio
coniuge un momento di amore profondo con apertura responsabile alla vita, escludendo sempre ogni forma di
contraccezione e ogni uso contro natura della sessualità. L’uso casto della sessualità nel matrimonio è addirittura
nobilitato e santificato da un sacramento, e il godimento che ne deriva è non solo lecito, ma anche santificante se
vissuto in rendimento di grazie. S. Paolo, infatti, dichiara che l’unione intima che il matrimonio crea tra l’uomo e la
donna nel matrimonio sacramento e l’amore che ne deriva e li lega per la vita sono un’immagine dell’unione di Cristo
con la Chiesa.
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C’è poi la castità vedovile. Essa ha la stessa ampiezza della castità prematrimoniale, con esclusione di ogni
godimento sessuale fino a quando non si realizza l’eventualità di nuove nozze.
La castità perfetta
Ritornando sulla castità perfetta, diciamo che essa venne proposta come ideale di vita da Gesù:
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con il suo esempio
e con la sua parola.
Agli Apostoli che, dinnanzi alla dichiarazione da parte di Gesù della indissolubilità del matrimonio, avevano affermato:
“Se questa è la condizione dell’uomo…non conviene sposarsi”, Gesù rispose: “Non tutti possono capirlo, ma solo
coloro ai quali è stato concesso. Vi sono, infatti, eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni
che sono stati resi eunuchi dagli uomini; e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire
capisca” (Mt 19, 10-12).
Dunque, alla castità imposta da necessità fisiologica o da costrizione esterna, Gesù mostra la possibilità di una castità
virtuosa, scelta liberamente per il servizio di Dio. Questa forma di castità non è per tutti, ma solo per coloro ai quali Dio
ha concesso la grazia di apprezzarla e di praticarla.
S. Paolo commenta l’insegnamento di Gesù dichiarando esplicitamente che la castità perfetta non è comandata dal
Signore, ma consigliata come mezzo per dedicarsi più liberamente a Dio e per applicarsi più speditamente al culto e
all’amore del Signore (cfr 1Cor 7, 32-35).
Dunque, l’astensione dal piacere sessuale e dal matrimonio costituisce l’elemento materiale della castità perfetta.
L’elemento formale santificante si trova nel proposito di attendere al Signore con maggiore libertà e con cuore indiviso.
Per questo i Padri e i Dottori della Chiesa considerano la castità perfetta come una consacrazione di tutto l’uomo a Dio;
dunque consacrazione dell’anima, del cuore e del corpo.
Il Concilio Vaticano II espone i frutti della castità perfetta:
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“La castità abbracciata per il regno dei cieli…- leggiamo nel decreto Perfectae caritatis - rende libero in
maniera speciale il cuore dell’uomo, così da accenderlo sempre più di carità verso Dio e verso tutti gli uomini”.
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La castità perfetta costituisce un mezzo efficacissimo “per potere generosamente dedicarsi al servizio divino e
alle opere dell’apostolato”.
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La castità perfetta, inoltre, “costituisce un segno particolare dei beni celesti”, in quanto mostra e fa iniziare fin
da questa terra la condizione futura, quando non si prenderà più moglie né marito, ma si sarà come angeli di Dio (cfr
Mt 22, 30). Perciò la castità perfetta costituisce una testimonianza e un richiamo all’orientamento escatologico della vita
cristiana.
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Infine, la castità perfetta, in quanto donazione esclusiva a Cristo, richiama dinnanzi a tutti i fedeli “quel
mirabile connubio operato da Dio…per cui la Chiesa ha Cristo come unico suo sposo” ( PC 12).
Nessuna esistenza è tanto ricca come quella di una persona che, mossa dall’amore e sostenuta dalla grazia, consacra
tutta se stessa a Dio e, inserendosi nei suoi disegni di misericordia, inizia, unita a Lui, una vita in cui gusta la gioia della
vita celeste: “Quello che noi saremo un giorno, voi già cominciate ad esserlo”, diceva S. Cipriano alle vergini. E
aggiungeva: “Finché perseverate caste e vergini, siete uguali agli angeli” (S. Cipriano, De habitu virginum, 22, PL 4,
462).
In conformità all’insegnamento di Gesù Cristo e di S. Paolo, la Chiesa, perciò, ha sempre difeso la superiorità della
castità perfetta sul matrimonio ( OT 10). Il Concilio Vaticano II:
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la considera “un prezioso dono della grazia divina, dato dal Padre ad alcuni, perché più facilmente, con cuore
indiviso si consacrino solo a Dio”,
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42).
la considera, inoltre, “segno e stimolo della carità e speciale sorgente di spirituale fecondità nel mondo” (LG
Il voto di castità
La pratica del consiglio della castità perfetta richiede una libera scelta da parte dell’uomo e una chiamata da parte del
Signore.
Gesù disse “che non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso” (Mt 19, 11).
Il Vaticano II chiama la castità perfetta “un insigne dono della grazia” (PC 12) e in più luoghi lascia intendere che si
tratta di un carisma particolare.
Perciò, nessuno potrà impegnarsi nella sua pratica con vincoli giuridici senza la certezza della chiamata divina, che si
deduce dalla inclinazione personale e della presenza delle disposizioni necessarie.
La castità perfetta per il regno dei cieli può venire abbracciata da tutti i cristiani, che a questo si sentono mossi dalla
grazia. Non è necessario che si leghino con voto. E’ sufficiente il proposito di vivere castamente impegnandosi dinnanzi
alla propria coscienza a praticarlo per tutta la vita, usando i mezzi e gli accorgimenti opportuni.
Il voto, tuttavia, costituisce una specie di consacrazione della castità, un mezzo per dare maggiore robustezza alle
proprie intenzioni ed eliminare per sempre ogni incertezza. Esso può essere pubblico o privato.
Pubblico, se viene riconosciuto tale dalla Chiesa. Ciò avviene se uno lo emette entrando in un Istituto, religioso o
secolare, oppure nel cosiddetto Ordo Virginum.
Privato se viene emesso fuori di questo contesto.
Oggetto del voto può essere anche la “castità relativa” con l’impegno di vivere castamente fino al matrimonio o di
conservare la castità coniugale.
Tuttavia, quando si parla di voto di castità si intende ordinariamente l’impegno della castità perfetta.
Con il voto di castità perfetta si rinuncia liberamente alle nozze e si contrae l’obbligo di evitare tutti gli atti sia esterni
che interni contrari alla purezza, per attendere con tutte le proprie forze all’amore e al servizio del Signore.
Il significato del voto di castità è nella donazione totale al Signore, con il proposito di amare lui solo e per sempre.
Siccome il voto è cosa sacra, per non esporsi al rischio di violarlo, nessuno può onestamente emettere il voto di castità
se non possiede i requisiti necessari e non ha la preparazione conveniente.
La vita di castità presenta problemi d difficoltà complesse. Chi l’abbraccia con cuore grande dietro invito divino può
fare assegnamento sull’assistenza della grazia. Avventurarsi senza matura riflessione e senza le disposizioni idonee è un
rischio e un’enorme imprudenza.
La difesa della castità
La custodia della castità, sia relativa che perfetta, richiede l’impiego, umile e fiducioso, dei mezzi naturali e
soprannaturali proposti dalla Chiesa e dalla tradizione ascetica.
Tra i principali mezzi naturali vi sono i seguenti:
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La fuga prudente delle occasioni pericolose e di tutto ciò che turba interiormente. L’esperienza dimostra che in
questa materia la strategia più sicura non consiste nell’affrontare le attrattive e gli stimoli della passione, ma nell’evitare
tutto quanto li eccita.
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Altro mezzo naturale per custodire la castità, sia relativa che perfetta, è il culto del pudore cristiano, che
rifugge da ogni parola meno onesta, da scompostezze, da mode provocanti, da familiarità eccessive e pericolose, e
potenzia il rispetto della propria persona. Il pudore inteso saggiamente affina la sensibilità morale dell’uomo e della
donna, li rende capaci di avvertire subito il pericolo che si nasconde in determinate situazioni o atteggiamenti,
impedisce loro di esporsi alle tentazioni, reagisce istintivamente a ogni minaccia.
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L’austerità e la riservatezza sono particolarmente necessarie per difendere la castità dalla leggerezza e dalla
mentalità eccessivamente libera del vivere moderno.
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La vigilanza e la mortificazione dei sensi interni ed esterni è un altro mezzo naturale per la custodia della
castità. La fuga delle occasioni e il culto del pudore non eliminano tutte le tentazioni che spesso vengono dal di dentro.
Per questo è necessaria la vigilanza sui movimenti dei sensi e degli affetti per individuare e mortificare, ossia reprimere,
con prontezza ogni sintomo pericoloso. La vigilanza e la mortificazione si devono estendere a tutta la vita interiore,
perché come diceva Gesù “dal cuore provengono i propositi malvagi, gli adulteri, le prostituzioni…Queste sono le cose
che rendono immondo l’uomo” (Mt 15, 19-20).
Tuttavia, le risorse umane non sono sufficienti, da sole, ad assicurare la riuscita dell’impresa ardua di conservare la
castità. Per questo è indispensabile il ricorso ai mezzi soprannaturali, messi a nostra disposizione dalla munificenza
divina.
Essi sono:
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Il Sacramento della Penitenza;
Il Sacramento dell’Eucaristia;
La preghiera personale: non c’è, infatti, castità senza ricorso a Dio;
La devozione alla Vergine Maria.
Educazione alla castità
Avviandoci alla fine, diciamo che la castità, sia perfetta che relativa, è senza dubbio dono della grazia di Dio, ma anche
frutto dell’impegno umano. Essa implica un impegno totale della persona e non si conserva se non mediante la
collaborazione alla grazia divina.
Entra, quindi, nella custodia della castità, il tema della educazione alla castità. Il Concilio proclamò con chiarezza che
“i fanciulli e i giovani devono ricevere, man mano che cresce la loro età una positiva e prudente educazione sessuale”
(Gravissimum educationis, 1).
Il Magistero della Chiesa con opportuni documenti ha richiamato questo aspetto di educazione alla castità per le diverse
categorie del popolo di Dio.
Tale educazione comporta l’inserimento della virtù della castità nel contesto di quell’ascesi cristiana personale e
progressiva che rende l’uomo lentamente padrone di se stesso e dei suoi sentimenti più intimi e profondi e lo abilita a
valutare la castità e la sessualità nella risposta di corrispondenza all’amore di Dio che lo chiama a stringere con lui un
rapporto di intimità e di amore che sanno dare un giusto equilibrio a tutta la condotta della persona umana. La castità
non è, pertanto, una virtù imposta, ma un atteggiamento dello spirito, atteggiamento amato e vissuto ( cfr A. Marghetti M.Caprioli, Castità, in Dizionario Enciclopedico di Spiritualità, a cura di Ermanno Ancili, vol. III, Città Nuova Editrice,
Roma 1990, pp. 467-474).
Alcune domande per una verifica
Nella formula della vostra professione è previsto nel vostro futuro Statuto che prometterete “a Dio Onnipotente di
vivere fedelmente il santo Vangelo nel vostro stato laicale nello spirito dei consigli evangelici” (cfr Statuto 3.9., nota
24), quindi nello spirito del consiglio evangelico di castità.
Pertanto, vi faccio alcune domande di verifica prima dell’ingresso giuridico nella fraternità del Terz’Ordine dei Frati
Minori Rinnovati.
1. - Se ci sono fra di voi dei fidanzati, chiedo loro: siete disposti a vivere la castità prematrimoniale che, se non
impedisce di desiderare il matrimonio, tuttavia esclude ogni ricerca del piacere sessuale?
2. - Se ci sono tra di voi dei vedovi e delle vedove, chiedo loro: siete disposti a vivere la castità vedovile, che ha la
stessa ampiezza della castità prematrimoniale, con esclusione quindi di ogni godimento sessuale fino a quando non si
realizza l’eventualità di nuove nozze?
3. - A tutti gli sposati chiedo: siete disposti a vivere la castità coniugale che esclude l’adulterio e comporta il vivere
l’unione fisica coniugale come espressione di amore, con apertura responsabile alla vita, escludendo sempre ogni forma
di contraccezione e ogni uso contro natura della sessualità?
4. - A tutti chiedo:
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Siete disposti, per conservare la castità, a fuggire prudentemente le occasioni pericolose?
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Siete disposti a coltivare il pudore, che rifugge da ogni parola meno onesta, da scompostezze e da mode
provocanti, da familiarità eccessive e pericolose?
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Siete disposti a vigilare sui pensieri e sugli affetti, mortificando quelli che sono pericolosi per la castità?
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Siete disposti a ricorrere ai mezzi soprannaturali, quali il Sacramento della Penitenza, dell’Eucaristia, la
preghiera personale e la devozione alla Vergine Maria?