Erica Angelini
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Erica Angelini
UN AMORE DI LINEA L'autobus degli studenti ogni mattina si riempie di colori,di profumi e di vita. Trasporta ragazzi ammucchiati come sardine,i loro occhi assonnati e la loro poca voglia di andare a scuola,che forse è l'unico vero comune denominatore in mezzo a tanta varietà. Se lo osservi il popolo degli studenti ti inebria il cuore e ti fa provare un po' di nostalgia nel ricordare quando eri anche tu uno di loro. Tu che adesso ogni mattina prendi quel loro mezzo per andare a lavoro,tu che hai sostituito le t-shirt colorate di quegli anni con abiti eleganti più adatti alla tua professione,tu che ti senti un po' un'intrusa in mezzo a quella gigantesca marea di jeans a vita bassa e piercing,un'onda che ti investe e nemmeno si accorge che ci sei,perchè a quell'età ci si sente tutti un po' padroni del mondo e si ha diritto di esserlo. Quando siamo studenti esiste solo la voglia di ridere,di divertirsi e di sognare. Ci sono gli studenti che credono di poter conquistare tutto,e poi ci sono quelli che sognano solo di trovare l'amore:un piccolo grande amore proprio come sognavo io. Ed è proprio in quell'autobus che i sogni di tanti ragazzi si incontrano e tutti insieme si fanno sentire con più forza! Ne so qualcosa io che l'ho provato sulla mia pelle. Gli anni del liceo sono impossibili da dimenticare:gli anni in cui la tua compagna di banco diventa la tua migliore amica,gli anni in cui conosci il primo amore e poi passi pomeriggi interi a parlarne al telefono a raccontare dettagli e sogni che vedono unire realtà e fantasia,e poi cerchi in quella voce amica consigli e parole di conforto che possano riempire il rumore assordante dei silenzi. Passavo le mie giornate con Deborah:con lei dividevo il banco di scuola e i miei pomeriggi,e lei era pure la mia compagna di viaggio. Il viaggio era la cosa più piacevole delle giornate di scuola:forse sarà perchè avevo preso una bella cotta per Dario,l'autista che conduceva l'autobus che accompagnava gli studenti al liceo classico. Non so se subivo il fascino della sua divisa o quello dei suoi occhi azzurri come il cielo,che mi attiravano come due calamite. O forse era quel sorriso che dalle sue labbra perfette rimbalzava sullo specchietto retrovisore ed arrivava fino a me che sedevo sempre in prima fila con la mia amica. In quei tempi ascoltavo sempre “Sul treno”,una canzone del mio artista preferito che parlava di una passione che rivedeva la luce in un treno:l'amore nel viaggio mi affascinava e facilmente riadattavo quella storia alla mia situazione;sorridevo e volavo su quelle note nell'inseguirsi di quei giorni felici e spensierati in cui cercavo di rubare ogni sorriso e sguardo di Dario. Lo conobbi proprio così,da un gioco di sguardi che vedeva complice quello specchietto dell'autobus:per lui ero soltanto una delle tante studentesse da accompagnare a scuola,lui per me invece era l'autista più affascinante,anzi no,il ragazzo più bello del mondo! Quando i 18 anni raggiunti ci permisero di firmare le giustificazioni da sole,certe volte io e Deborah saltavamo scuola:la scusa di andare in piscina era un buon pretesto per proseguire il giro e restare pochi minuti in più con Dario e scambiare qualche parola da sole con lui. Come tutte le cose belle purtroppo quel periodo passò in fretta:la scuola finì e con essa il mio amore platonico. Non presi più quell'autobus e non lo vidi più:iniziai a girare su altre linee,trasportata da altri autisti che però non mi facevano subire il fascino della loro divisa,ed il viaggio,che prima tanto amavo,diventò presto una banale abitudine. Cercai presto di dimenticarlo,ma tutti sanno quanto è difficile dimenticare la prima persona che ti fa battere il cuore:difficile o forse impossibile,e allora non la cancelli,la lasci lì in un angolo nascosto del tuo cuore che è pronto a battere di nuovo appena lo rincontri;e poi ti ritrovi a cercarlo inconsciamente,invano,lo cerchi in ogni faccia di uomo. Lo cercavo anche quella sera d'estate,in piazza tra tanta,troppa gente:cercavo i suoi occhi luminosi,e quel sorriso perfetto che in tanti mesi non ero riuscita a dimenticare. E all'improvviso mi apparve davanti come un miraggio,come un angelo. In un attimo sparì tutto lì intorno: i miei amici ed i suoi amici svanirono dal raggio dei miei occhi,ci ritrovammo soli con le nostre facce incredule,ed il mio cuore prese a battere forte perchè il cuore conosce le verità sempre prima della mente. Restammo così a lungo a parlare e ridere,immobili senza sfiorarsi mentre nell'aria si diffondeva un'atmosfera magica che sembrava sussurrarci parole e gesti che non riuscivamo ad esprimere. In quei giorni mi ritrovai a volare sulle ali di un sogno bellissimo,un sogno d'amore.Pochi giorni dopo lo ritrovai ad spettarmi sotto casa mia e senza troppe parole si avvicinò e mi regalò un abbraccio ed un bacio dolcissimo. Ebbe così inizio il mio sogno d'amore e,proprio mentre il mio artista preferito aveva lanciato “Attimi”,una canzone che invitava a saper apprezzare ed a considerare un miracolo ogni singolo attimo che viviamo e condividiamo con qualcuno senza mai dare nulla per scontato,io mi resi conto che Dario era il mio unico miracolo e che io per lui non ero mai stata solo una studentessa da portare a scuola. ERICA ANGELINI