74 VEZZO VESSARE VESSILLO VEZZO Il parlar d`oggi e

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74 VEZZO VESSARE VESSILLO VEZZO Il parlar d`oggi e
VEZZO VESSARE VESSILLO
VEZZO
Il parlar d’oggi e la sua naturale omologazione nello scrivere sono il risultato di svariati influssi linguistici da
strutture precedenti, scomparse o semant sopravvissute altrove. L'ital è uno scrigno straordinario ed è una lingua
che non può che essere calzata comodamente da un popolo che, negli aspetti e nelle manifestazioni, racchiude
un’antica ed immensa cultura eterologa. Poniamo ad esempio Vezzo e Vezzato, per cui potrà apparire logica la
correlazione del secondo col primo lemma, come nel caso di Vizio-Viziato.
Vèzzo (dal XIV sec) da lat VITIUM cui Vezzatamènte, Vezzàto, Vezzeggiàre con Vezzeggiamènto,
Vezzeggiatìvo e Vezzòso con Vezzosità stanno per “abitudine” spesso non bella, oppure per “carezza, moina,
smanceria e monile” (senso lato); in percorso prefissato si ha Avvèzzo “condotto ad un’abitudine”, aggettivo
estratto o sostantivo devb da Avvèzzare (pref aggiuntivo AD allativo) cui Avvezzamènto e Avvezzàto con
Disavvezzàre (doppio DIS dispersivo) “far perdere un’abitudine cui il Pp Disavezzàto aggettivato in Disavvèzzo,
Disvezzàre e Disvezzàto, eppoi ancora Divezzàre snm di Slattare (cambio di pref da AD a DI ) cui
Divezzamènto e il Pp Divezzàto aggettivato in Divèzzo. Svezzàre (pref sottrattivo S) “sottrarre ad un’abitudine”
cui Svezzamènto,
Quasi snm è il termine Vìzio (sempre dal XIV sec) sempre dal lat VITIUM cui Viziàre, Viziàto, Viziatùra,
Viziètto, Viziòso con Viziosità, la locuzione eccl Vizi capitali…incluso il prefissato Stravìzio (STRA
superlativo) cui il denm Straviziàre.
Vezzo è l’estratto di un presunto VIRE, che è verbo denm lat di VIS violenza, cui i derivati Violàre con
Violàbile, Violàto, Violatòre e Violaziòne, Violènto o Violènte con Violentàre, Violentatòre e Violènza 1, Vitàre
ed Evitàre.
Vezzàto nel senso di “scaltro-accorto” viene invece in eredità dal prvz VEZAT derivato quest’ultimo da VEZAR
avvezzare; provenienti da VITIUM e dal presunto VIRE latini, semant mutati in quelle contrade francesi.
Certo, il lemma Abitudine-Vitium lo immaginiamo remoto da Scaltrezza-Vezar, talvolta in opposizione
(abitudine-vizio è snm di riflesso condizionato, ovvero azione priva di raziocinio), ma se entrambi - Vizio Vezzo
- arrivano da VIRE - che ci porta semant ad “evitare” - possiamo dedurne che il prvz abbia assimilato l’azione di
evitare con proprietà di scaltrezza.
La personificazione mitologica gr-lat del male fisico era rappresentata dalle Erinni in gr ERINNYS, da non mettere in connessione col
termine composto Erinnofilìa questo omologismo ellittico dalla locuzione ted ERINNE RUNGSMARKE e vale “collezionismo di bolli non
postali” cui Erinnòfilo.
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\ Convito Convitto
Il termine Evitàre e dal lat inv EVITARE composto di EX intensivo e VITARE, questo denm da VITUS di sua volontà legato
a VIS tu vuoi, tutti discendenti dalla rad WEI desiderare spontaneamente, cui il lat INVITARE far venire, e l’ital Invitàre col
pref IN intensivo (omn di Invitare “avvitare”) cui il devb Invìto (omn di Invito “contro voglia”), eppoi Convitàre col COM
associativo cui Convitàto e Convìto “pranzo”.
L’assonante Convìtto “istituto” con Convittòre è invece dal lat CONVICTUS astratto da CONVIVERE convivere COM
VIVERE (Ved Morto…), cui Convìva, Convìvere, Convivènte, Convivènza; i termini Convìvio e Conviviàle appaiono con
entrambi gli etimi VITARE e VIVERE sovrapposti. In composizione prefissata si ha ancora Sopravvìvere con
Sopravvivènza; dall’ingl SURVIVAL sopravvivere, l’ital conta infine gli omologismi Survivalìsmo con Survivalìsta (col suff
ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere che qui si sovrappongono
ove si intenda “istruttore”) e Survivalìstico.
VESSARE
Diversa analisi merita l’assonante Vessàre-Vessaziòne, Vessatòrio, Vessatòre “opprimere, maltrattare
moralmente”, dal lat VEXARE agitare, tormentare. La rad ci riporterebbe ad un presunto progenitore WEG
vigile, vigoroso, cui WEGH sino al lat VEHERE trasportare, corrispondenti al ger WAGE bilancia e al gr
WOKKOS scuotitore. Dal Ppres VEHEMENS del lat VEHERE è nato Veemènte il cui opposto è Clemènte col
derivato Clementìno dal Ppres lat CLEMENS docile fig dalla rad KLEI piegare, cui l’onomastico Clemente e la
sua versione slava in Milen al fem Milena; eppoi Clemènza dal lat CLEMENTIA e Clementìna, snm di
Mandarancio, questo attraverso il franc CLEMENTINE il noto agrume ibrido dal nome del missionario
Clemente che ne contribuì l’importazione dall’Algeria nel XX sec.
È evidente che il nostro Vessare abbia cominciato a prendere forma dal gr scuotere, per poi passare dal lat
tormentare, prima di formalizzarsi nel significato di “schiavizzare, opprimere”. Continua a succedere per
molteplici lemmi, per i quali la semant appare senza soluzione di continuità, quindi nulla può accertarci che
Vessàre non subirà altre mutazioni.
VESSILLO
Il lemma Vessìllo dal lat VEXILLUM, quale dim di Velo questo però risalente ad un ant WEKSLOM, ci giunge
dalle identiche rad WEGH (VEXARE), ossia che si scuote, che è trasportato, quindi scosso, trasportato,
tormentato dal vento. Da Vessillo, si sono ricavati Vessillàrio, Vessilìfero, ma anche Vessillologìa e Vessilòlogo,
questi due la materia e lo studioso - o collezionista - di bandiere, estensibile ad armi ed uniformi, in
competizione semant con Oplologia, Oplologo.
Nel percorso si conta il prefissato Convèsso con Convessità dal lat CONVEXUS ricurvo, immaginando la forma
che assume un vessillo (o una vela) gonfiato dal vento., in opposizione a Concavo con Concavità.
Vessìllo è anche Bandièra dal prvz BAND(I)ERA, nel senso di insegna-ciò che simboleggia la banda, cui
Banderàio, Banderèse, Banderìglia o l’esot sp Banderìlla con Banderillèro.
\ La bandiera dei pirati, quella col teschio e le ossa incrociate, era chiamata glb JOLLY ROGERS \
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Bànda è un termine polisemico; sta per “parte” se attinto al prvz BANDA cui l’esot franc Bandeau e i prefissati
Sbandamènto, Sbandàre, Sbandàta con Sbàndo. Sta per “striscia” se dal franc BANDE cui Bandàto, Bandèggio,
Bandinèlla, Bandolièra questo transitato dallo sp BANDOLERA, e Bàndolo. Sta per “lamiera” dal lat medv
BANDA cui Bandàio, Bandèlla, Banderòla o Banderuòla (questo non solo lamina ma anche drappo), Bandòne.
Infine sta per “drappello” dal lat BANDUM insegna a sua volta dal got BANDWA segno, cui l’esot ingl Bànd,
Bànda con le locuzioni Banda musicale e Banda municipale (musicale), Bandèggio con Bandeggiàre e i
prefissati Sbandàre (omn di Sbandare nel significato di “parte”) Sbandeggiamènto e Sbandeggiàre; eppoi Bàndo
o Bànno (con valore di annunzio, avviso), Bandìre, e Banditòre da BANDWJAN dare il segnale, Bandìto e le
composizioni Imbandìre (da “convitare tramite bando” s’è attestato nel significato corrente), Contrabbàndo
(contro il bando); dal franc medv BAN bando cui BANAL proclama per tutti, l’ital ha assunto Banàle,
Banalizzàre; eppoi cui il carolingio Eribànno “bando del re” dal lat HERIBANNUM omologismo dal ted
HERIBAN.
Attraverso il lat BANDERIUM “membro di una banda” il serbocroato conta PANDUR cui l’italianizzato Pandùro
“miliziano” con un fig Pandùro “persona rozza e violenta”.
Il termine Abbandonàre, cui il devb Abbandòno, che sembrerebbe voler significare “mettere da parte (banda)” è
in realtà l’italianizzazione, ovvero l’omologismo dalla locuzione franc A BAN DONNER dare al bando ossia
“porre a disposizione d’ognuno-lasciare del tutto libero”, cui Abbandonàto, Abbandònico, Abbandonìsmo e il
prefissato Riabbandonare (RI iterativo), in connessione con Adonàre dal franc S’ADONNER abbandonarsi il
cui verbo DONNER è connesso con il lat DARE-DONUM.
Banda è un termine polisemico e pertanto non è semplice rintracciarne l’origine rad, tuttavia si può immaginare
una connessione con BHA parlare in riferimento ai bandi con valore d’annunzio e d’avviso, con BHAS
autorizzare in relazione alle bandiere, alle insegne di comando, al dare il segnale, con BHAD fasti in relazione
alle festose banderuole; in ogni caso con base unificante BH.
Dall’ar KHRUMIR contrabbandiere il franc aveva tratto KROUMIR cui l’omologismo fig ital Crumìro.
Il termine Bandàna è dal hindi BADHNU attraverso il ptg, ma vrs sovrapposto a Banda “striscia”.
Fuori percorso, ancora, Bandoneòn, uno strumento musicale, simile ad una piccola fisarmonica, dal nome del
suo primo venditore ted H. Band, e Bandùra o Mandùra, uno strumento musicale a tre corde, dal gr-lat
PANDURA.
Il serbo-croato conta CETA per banda armata, cui CETNIK italinizzato Cètnico guerrigliero.
\ Indiani
Hindi è la lingua ufficiale dell’India-ìndia, termini derivati da un rad comune, come Italiano e Italia; in percorso, Indiàna,
Indianìsmo, Indianìsta (col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere), Indiàno; eppoi Indaco-ìndaco, termine dal lat INDICUM che vale indiano, per accezione l’uno dei sette colori
dello spettro solare, intermedio tra azzurro e violetto, e quale sostanza colorante la si può ricavare dall’Anìle, una pianta, il
cui termine è dal sct NILA, transitato dall’ar AN NILA ed infine nello sp ANIL, donde Anilìde e Anilìna. Da Indaco si conta
un Indòlo “composto organico” che vale l’ellittico di Indaco col suff chimico OLO.
Il percorso conta ancora il pref INDO per composizioni quali Indoàrio “lingua indoeuropea diffusasi in India”, Indocinèse,
Indoeuropèo o Indeuropèo col desueto snm di Indogermanico (entrambi dal 1842) con un Anàrio (pref AN privativo) che
vale “non indoeuropeo”, Indogangètico relativo agli idronimi Indo e Gange, Indoirànico, Indostàno questo della regione
Indostan tra l’Indo e il Gange. Il suff (I)STAN di Indostan è un derivato di una ant rad che sta per regione-paese-nazione
dei… ossia il paese dove si sta rintracciabile in Afghanistan (degli Afghani), Kurdistan (dei Kurdi), eppoi in Daghestan (una
cui lingua caucasica è il Lèsghi), Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan ed altro, snm dell’occidentale Landa-Landia cui Irlanda,
Finlandia; pare che STAN sia connesso con una ant rad che avrebbe condotto al lat STANS cui l’ital Stanziàle e che vuol dire
“popolo che ha finito di girovagare (non più nomade)”.
Dal sct KRSNA, è indicata in spazio glb Krishna il salvatore l’una delle dieci incarnazioni induiste (Avatara) di Vishnu
onnipervadente, questa l’una delle tre grandi divinità indiane Shiva e Brahama, cui la locuzione Hare Krishna dall’originale
vocativo HARE KRSNA signore Krishna. Staordinaria l’assonanza con il Cristo “il Salvatore”.
Le altre nove incarnazioni, secondo la dottrina maggioritaria, sarebbero Matsya il pesce, Kurma la tartaruga, Varaha il
cinghiale, Narasimha l’uomo leone, Vamana il nano, eppoi Rama con Parashurama (Rama con l’ascia), Buddha e Kalki
questa l’incarnazione futura.
L’Induìsmo è la religione tradizionale ed ortodossa praticata da oltre 700milioni di indiani, cui Induìsta, Induìstico derivata
da Indù cui Induizzàto. Da Visnù, omologismo di VISHNU, si ha il Visnuìsmo, questo ad nindicare una delle sette ortodosse
dell’Induismo, cui Visnuìta e Visnuìtico. Visnù con Brahama e Siva costituiscono la Trimùrti dal sct MURTH corpi solidi
prefissato TRI tre (questo risuonante in ambito indoeur), la Teofania omologabile nel cristianesimo con la Trinità (Padre,
Figlio e Spirito Santo).
\ Truppa Drappello
Il prvz TROPEL dovrebbe essere connesso con il franc TROUPE già THROP branco-mucchio cui il glb Troupe (pron trup),
l’omologismo Trùppa con i prefissati Attruppàre, Intruppàre (omn di Intruppare variante di Intoppare) cui Intruppàto, e
l’avverbio Tròppo attraverso il lat medv TROPPUS.
Drappèllo è dal prvz TROPEL inc con Dràppo “stoffa di pregio”, questo esteso in “palio” o “vessillo” e ancora fig “aurora
boreale” dal lat tardo DRAPPUS d’origine gallica, cui Drappeggiàre, Drappeggiamènto, Drappèggio, Drappière e Drapperìa,
il composto prefissato Smandrappàto che vale la locuzione Mal drappato (con S intensivo). Il termine Drappèllo adottato
militarmente vale pertanto per accezione “ pattuglia insignita (contrassegnata) con un vessillo indicante che è dalla parte
di...”, metaforizzato in “complesso di suonatori” e addirittura in “masnada di malviventi”.
\ Insegna Stendardo Gagliardetto Labaro
Insègna è dal lat INSIGNIA plur neutro di INSIGNE segno, composto di IN illativo e SIGNUM intaglio-incisione (quale
indicazione, tacca) connesso con SECARE tagliare di rad SEK, cui il fig Insegnàre “imprimere il segno (della conoscenza)”
con Insegnamènto, Insegnànte, Insegnatìvo, Insegnatòre, eppoi Insìgne, Insignìre. Da SIGNUM deriva Sègno con Sègnico
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(linguistica) e Segnàcolo o Signàculo, Segnàle da SIGNALE già SIGNALIS con Segnalamènto, Segnalàre, Segnalàto,
Segnalatòre, Segnalaziòne e Segnalètica, Segnàre da SIGNARE, cui Segnatàrio, Segnatòio, Segnatòre, Segnatùra o Signatùra
e il glb ingl Signature “firma”, la locuzione Segni dello zodiaco o Segni zodiacali (dodici); negli anni settanta del XX sec fu
captata dagli spazi una frequenza elettromagnetica di un segnale alieno, che fu classificato in (Segnale) Wow.
Il percorso prosegue con i prefissati Assegnàre con Assegnatàrio, Assegnaziòne e Assègno (pref AD) cui la locuzione
Assegno circolare, Consegnàre con Consègna e Consegnatàrio (pref CON da COM), il percorso ideale Designàre (pref DE
durativo) con Designàbile, Designàto, Designatòre e Designaziòne in complanare con il percorso concreto Disegnàre (pref
DI da DE) con Disegnatòre, Disegnatùra e Disègno, il glb ingl Design “disegno.progetto” con Designer “progettatore” da TO
DESIGN disegnare, Contrassegnàre con il sostantivo Contrassègno “nota–indizio” (pref CONTRA) e l’avverbio
Contrassègno “modalità” (pref CONTRO già locuzione avverbiale Contro assegno eppoi Controassègno), Insignificànte con
Insignificànza (pref IN negativo), Rassegnàre o Rassignàre dal lat RE SIGNARE togliere il segno che in origine valeva
dissuggellare (pref RAD adattato RA), con Rassègna, Rassegnamènto, Rassegnatamènte, Rassegnàto, Rassegnatòre e
Rassegnaziòne infine i composti Crocesègno con Crocesegnàre o Crocesignàre, Segnacàrte, Segnacàso, Segnaccènto,
Segnalìbro, Segnalìmite, Segnalìnee, Segnapàssi, Segnapòsto, Segnaprèzzo, Segnapùnti, Segnasùb, Segnatàsse, Segnatèmpo,
Segnavènto, Segnavìa, Signìfero (con il suff FERO dal lat FER che porta) che ha un suo snm in Aquilìfero “che porta
l’insegna di Roma (Aquila) da AQUILIFERUM, eppoi Significàre (con il lat tardo FICARE da FACERE fare) con
Significànte e Significànza, Significatività, Significatìvo, Significàto e Significaziòne con i prefissati Autosignificànte,
Insignificànte e Insignificànza (pref IN negativo), Soprassegnàre… ed ancora Sìgla dal lat tardo SIGLA ellittico di
SINGULA abbreviazione dim di SIGNA, cui Siglàre, Siglàrio e Siglatùra. Dim di SIGNUM intaglio è ancora SIGILLUM
cui l’ital Sigìllo, Sigillànte, Sigillatùra, Sigillàre e i prefissati Controsigìllo, Disigillàre o Dissigillàre (pref DIS) che, col
cambio di pref in SUB si muta in Suggèllo e Suggellàre con Disuggellàre (doppio pref DIS), i composti Guardasigìlli questo
snm di Ministro della Giustizia, Sigillografìa, questo snm di Sfragistica.
Snm di Sigillare è anche Otturàre, questo col pref OB e il lat TURARE, cui Otturamènto, Otturàto, Otturatòre, Otturatòrio e
Otturaziòne; da TURARE si ha il dim Turàcciolo da Turàccio, un devb al quale è stato posto il suff ACCIO, Turamènto, i
composti Turafàlle e Turapòri, e, col pref S negativo, Sturàre. Il gr conta SPHRAGIS per sigillo cui la latinizzazione nel 1745
nella locuzione ARS SPHRAGISTICA, donde il franc SPHRAGISTIQUE e il calco ital Sfragìstica (snm di Sigillografia) con
Sfragìstico.
Snm di Insegna, Blasone, Fregio e Stemma. Blasòne dal franc ant BLASON scudo, cui gli omologismi Blasonàre,
Blasonàrio, Blasonàta, Blasònico, Blasonìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di
collegamento ai sostantivi in ISMO) Frègio o Frégio (corretto sia l’accento acuto sia grave) è dalla locuzione lat
PHRYGIUM OPUS (opera) lavoro frigio, relativo alle decorazioni dei tessuti importanti dalla Frigia, cui Fregiàre con un
archiviato Fresàre, Fregiatùra e il prefissato Sfrègio con Sfregiàre, Sfregiàto, Sfregiatòre (pref S sottrativo), svoltosi nella
semant corrente (offesa). Fregio ha una variante in Frìso svoltosi nella terminologia marinaresca snm di Cinta o Soglia
relativo al fasciame.
Stèmma è inv dal gr-lat STEMMA corona, cui Stemmàto e Stemmàrio.
Stendàrdo snm di Ostendale, cui Stendardière, l’esot che sarebbe rincasato dal franc ant ESTANDART già STANDHARD
stabile, è vrs un derivato dal lat EXTENDERE stendere.
Gagliardètto, l’omologismo che già indicava la bandiera principale della nave, è il dim di Gagliàrdo dal prvz GALHART
forte-vigoroso, cui Gagliàrda, Gagliardèzza, Gagliardìa.
Ed infine Làbaro, dal lat LABARUM stendardo che è considerato di ignota etim, ma non è un’assurdità ricercare una
connessione rad che accomuni Labaro e Alabarda, questo già Labarda, d’altronde associati da un contesto militare.
\ Slavina Labirinto Valanga Dedalo
I latini avevano LABES caduta e LABARE scivolare già LABI scorrere, di rad LAB, cui Làbile “che cade”, cui Labilità, e
vrs Làbe snm di Macchia dal lat LABEM, eppoi Làsso da LAPSUS scorrimento; in percorso, Làva per accezione “massa
magmatica che scivola-cade dal cratere e che poi si pietrifica” da un’attestazione napoletana, con Làvico, eppoi Lavìna “che
scivola” per accezione in riferimento alla neve e Slavìna con pref S durativo; il termine Lavàgna, deriva dal toponimo
Lavagna, in Liguria, una composizione con l’etnonimo LAEVI e il suff collettivo AGNA, vrs connesso con LABES per le
cave della particolare pietra metamorfica qui esistenti, cui Lavagnìno e Lavagnòso, questi ormai obsoleti. In questo contesto,
è difficile assicurare l’origine all’onomastico Lavinia, di accertata genesi lat. Slavina (questo adottato dal 1934) è snm di
Valànga (già in uso dal 1803) è un termine ristretto e lenito dal franc AVALANCHE, corrispondente all’alpino prelatino
VALANCA, il quale altro non è che la metatesi di LAVANCA ossia LAVA col suff med ANCA. (Ved Cubo...) già lat
LABINA; la coincidenza vuole che Valanga da LAB(ES) caduta di partenza prelatina ed il secondo da LAB(YRINTHOS)
labirinto di partenza preellenica (analizzato più avanti), non dissolve certamente la percezione di un abbrivo comune.
Nel percorso di LABES LABARE si conta sorprendentemente Lavòro con Lavoràre (LABOR-LABORARE), che in origine
vale sacrifìcio, fatica (LABOR), cui il duplice percorso, l’uno fedele all’ital cui Lavoràbile con Lavorabilità, i frequentativi
Lavoracchiàre, Lavoricchiàre e Lavorucchiàre, il Ppres sostantivato Lavorànte, Lavoràta, Lavoratìvo, Lavoràto, Lavoratòre,
Lavoratòrio snm di Laboratorio, Lavoratùra, Lavoraziòne, Lavorètto, Lavorièro, Lavorìo, il giuridico Lavorìsta, e il fedele al
lat con Laboratòrio snm di Lavoratorio, Laboriòso, Laburìsmo, Laburìsta (dal partito dei lavoratori inglesi LABOUR PARTY
e col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO in omn col suff ISTA di collegamento ad un mestiere).
\ La Festa del 1° maggio o Festa del Lavoro non è affatto prerogativa della sinistra lavoratrice; il nazismo l’aveva adottata organizzando
delle solenni parate. \
I prefissati Collaboràre (CUM associativo) cui Collaborativo, Collaboratòre, Collaboraziòne questo con Collaboraionìsmo e
Collaborazionìsta, l’ellittico Còlf che vale “collaboratrice familiare”, Elaboràre (EX fuori) cui Elaboratòre, Elaboraziòne nel
senso di “prima del lavoro”, insomma al di fuori della realizzazione pratica, con l’iterativo Rielaboràre cui Rielaboraziòne. Il
termine Lavoro è sovente in locuzione con Còttimo, Lavoro a cottimo, dal lat medv COTTIMUS quale? già class
QUOTUMUS svoltosi in sostantivo con valore quantitativo, cui Cottimàle e Cottimìsta (col suff ISTA di collegamento ad un
mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in ISMO). Dall’ar DAR SINA’A casa del lavoro, il genovese ha
tratto il calco Dàrsena e il veneziano Arsenàle, termini adottati in ital, cui Arsenalòtto. L’ingl conta WORK lavoro cui i glb
Workaholic “maniaco del lavoro” col suff AHOLIC che si traduce nell’ital MANE di Mania, Workshop, Worksong da Work
song, Workstation “postazione di lavoro” con STATION postazione, Working poor “lavoratore a competenze basse” con
POOR povero, Work in progress “lavoro in corso-in progressione”, Work music
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Labirìnto, con la variante Laberìnto, discende invece da un preellenico LABYRINTHOS, da tema med LABUR,
praticamente rimasto indenne durante i passaggi gr-lat-ital, cui Labirìntici “ordine di pesci teleòstei”, Labirìntico,
Labirintifòrme, Labirintìte con i patologici Labirintopatìa o Labirintòsi (relativo al Labirinto organico in sede dell’orecchio),
ma appare vrs una relazione etim tra il tema med LABUR di Labirinto e la rad LAB di Lavoro, associando il termine alla
fatica per uscirne. Snm di Labirinto è Dèdalo, termine che ricorda Dèdalo, il costruttore di un mitologico labirinto. Pertanto
esistono in complanare gli aggettivi Labirìnteo e Dedàleo.
\ Dèdalo, insieme al figlioletto Icaro, riuscì ad evadere dall’inestricabile labirinto di Creta, ivi rinchiuso dal committente re Minosse, perchè
non ne costruisse di simili. Dedalo è anche ricordato come il primo aviatore dell’umanità, per essere riuscito a decollare dal labirinto con ali
di cera da lui stesso ideate. Icaro, entusiasta dell’avventura, si avvicinò troppo al sole, nonostante gli avvertimenti paterni, e precipitò con le
ali liquefatte. La metaf del progresso degli uomini, che si consolida col sacrificio dei primi. Dedalo, però, era un inventore senza troppi
scrupoli: accontentò la regina Paifae follemente innamorata di un toro e le costruì una sagoma di similvacca con la quale lei si camuffò per
sedurre l’animale; dall’amplesso nacque il terrificante Minotauro, divoratore di fanciulli, che finì ucciso dall’eroico Teseo. L’allegoria della
lussuria e della corruzione in cui si ritrovano tutti i regimi alla loro decadenza.
Nel 1961, lo storico astronauta sovietico Yuri Gagarin fu soprannominato Icaro redivivo, appunto perché, diversamente dal personaggio
mitologico, tornò sano e salvo sulla terra “dopo essersi avvicinato al sole”. \\
\ Cultura eterogenea sinonimo d’italianità
Entro i confini nazionali sussistono minoranze alloglotte per lo più bilingui, in competizione con la lingua ufficiale italiana.
La Costituzione italiana, all’articolo 6 recita che la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. La Legge
482 del 1999 elenca le minoranze linguistiche degne di tutela.
Lingua tedesca È la lingua da Salorno al Brennero, di Luserna e dei Mocheni nel Trentino, di Val Canale, Sauris e Timau
(Udine), di Sappada (Belluno), di Gressoney, Issime e Gabi (Aosta), di Alagna, Rima San Giuseppe e Rimella (Vercelli), di
Macugnaga e della Val Formazza (Novara). Nella valle di Gressoney - a Gressoney-la-Trinité, Saint-Jean e a Issime sopravvive la particolare parlata alto-tedesca, irrigidita dal 1200, propria di popolazioni vallesane (walser), che s’erano
stanziate a sud del gruppo del Monte Rosa in epoca tardo-medievale, tradizionalmente dediti alla pastorizia ed artigianato.
C’è da sottolineare una specifica lingua-dialetto, quelle dei Cimbri, dal lat CIMBRUM, d’origine germanica dello Jutland,
parlata da alcune comunità nelle valli del Trentino, nell’altopiano di Asiago, tra i Monti Lessini e nel Veronese.
Lingua francese I dialetti locali sono di natura franc-prvz, e si parlano anche in Val Soana e nella Valle di Lanzo. I dialetti
valdostani sono simili ai dialetti transalpini della Savoia, del Delfinato, della regione di Lione e della Svizzera romanda con i
quali costituiscono appunto il raggruppamento franc-prvz. Dialetti o parlate prvz, che ritroviamo in Val Pellice ed in altre
località italiane - piemontesi - che transigono con quelle francesi. La lingua di cultura per i Valdostani è però il francese, che
il loro statuto autonomo ha parificato alla lingua italiana. A Faeto e a Celle San Vito (Foggia) si parla tuttora un dialetto di
tipo franc-prvz derivato dai nuclei stanziatisi al tempo di Carlo I d’Angiò; alcune tracce sopravvivono nel circondario, ad
Ariano Irpino, Montaguto, Monteleone di Puglia, a sud e a Castelluccio Valmaggiore, San Bartolomeo in Galdo, Volturara
Áppula. a nord.
Lingua slovena e serbo-croata Sopravvive in Val di Resia (Udine), nell’Alto Isonzo e nel Goriziano. Una contenuta comunità
di lingua serbo-croata si trova nel Molisano.
Lingua albanese Abruzzo, Molise, Calabria (Spezzano Albanese, Piana degli Albanesi) e Sicilia; tracce sopravvivono nel
nord della Capitanata e sui monti della Daunia; alcune colonie si trovano nel tarantino nei comuni di Faggiano, Roccaforzata,
Monteparano, San Giorgio Ionico e San Marzano.
Lingua greca Nel Salento da I Comuni dell’Unione della Grecia Salentina quali Calimera, Carpignano, Castrignano,
Corigliano, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino, eppoi in alcuni comuni in provincia di
Reggio di Calabria.
Lingua catalana Alghero in Sardegna.
Al Sud vivono 100mila Albanesi fin dal '500, cosiddetti Arbësh. In Sardegna, ad Alghero, 18mila Catalani dal 1354. Tra
Aosta e Torino, 90mila Franco-provenzali, la cui lingua discende da quella francese, ufficiale dei Savoia; gli Occitani (gli
eredi della lingua d’Oc) tra le valli del Piemonte ai confini con la Francia e la Liguria, sono 180mila e questi ultimi due dal
Medioevo. Sui confini con l’Ex Jugoslavia, circa 80mila Sloveni, in emigrazione fin dal VII sec. Nel Molise, 2600 Croati, dal
'400 a seguito dell’invasione turca. In Puglia e Calabria, 20mila Grecanici, che s’esprimono in grico e in romaico, i quali
hanno addirittura fondato alcuni paesi (Sternatia, Calimera...), giunti 2600 anni addietro. Nella Carnia, 39mila tra Carnici e
Carinziani. Fra Trentino e Veneto 55mila Ladini, i diretti discendenti di Roma fin dal 15 aC. E poi, 1000 carinziani nel Friuli,
2230 cimbri sull’altopiano d’Asiago e nel veronese dal XII sec, 10mila corsi alla Maddalena, 15mila ebrei a Roma dal 70 dC,
526mila i friulani tra Udine, Gorizia e Pordenone il cui dialetto incominciò ad attestarsi con la dominazione romana da XVI
sec; in alcuni centri siciliani e della Basilicata s’incontra il dialetto gallo-italico mentre in Puglia e in Calabria 340 gli
occitani del gruppo gallo-romanzo; ancora, 1900 mocheni (tedesco medioevale) in Trentino, 8500 tabarchini (lingua
genovese) in Sardegna, 287mila tirolesi nell’Alto Adige, 2000 walser in Val d’Aosta e Piemonte dal XII sec, infine, manush,
turchi, armeni... tendenze artistiche e culturali, comportamenti tradizionali, abitudini sociali, ereditati dai greci, dagli
albanesi, dagli arabi, spagnoli, francesi, austriaci, e non è finita.
Oltre a questi popoli stanziatisi storicamente, il fenomeno di un biblico esodo di gente extracomunitaria (fuori della
comunità europea), rifugiatasi nella penisola per fame, per rivoluzioni intestine, per guerra, ha incrementato notevolmente la
presenza straniera. Nell'ultimo anno del II Millennio, si contano ancora Albanesi che vanno dagli 11728 in Puglia ai 465 del
Molise, Marocchini dai 27033 della Lombardia ai 275 del Molise, Tunisini dai 15306 della Sicilia ai 194 della Basilicata,
1441 Egiziani in Lombardia, 8760 Cinesi della Repubblica Popolare in Toscana, 10757 cittadini della Jugoslavia nel Veneto
e 5734 nel Friuli, dove ancora sono insediati 4547 Croati, 1559 Macedoni nelle Marche, tutti in aggiunta ai vari Polacchi,
Filippini, Nigeriani, Indiani... Dati indicativi storici in costante evoluzione e che non tengono conto di tantissimi soggiornanti
stranieri, i quali, da una elaborazione Caritas, a tutto il 2001 risulterebbero 1.362.630, in calo rispetto all’anno precedente
\1.388.153\ così distribuiti: [I dati del 2004, comunque, farebbero risalire la presenza dei soggiornanti intorno ai due milioni]
Nord 761.298 - Centro 422.483 - Sud 143.121 - Isole 61.251 e che vanno dai 158.094 marocchini ai 16.895 iraniani,
passando dai 46.494 tunisini, non considerando i clandestini. Gli sbarcati dagli USA, anche questi extracomunitari,
ammonterebbero a 43.650, più di pakistani e nigeriani messi insieme, ma nessuno si pone il problema dell’emigrazione
americana che sottrae lavoro agli italiani, visto come un libero scambio con i nostri espatriati oltreoceano.
All’1 gennaio 2009 il dato ufficiale degli stranieri residenti in Italia è di 3.891.295, il 13% in più rispetto al 2008 e 860mila
sono i minori alla fine del 2009.
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Da una statistica stilata dalla coalizione al governo, la mappa dei clandestini segna 20.455 presenze nel 2007 con un
decremento del 7% rispetto all’anno prima, 36.951 nel 2008 con un incremento dell’81%, 9.573 nel 2009 con un calo del
74%. Nel biennio 2008-209 sono stati rimpatriati 42.595 clandestini.
\ Illiri
Illiri, popolazione di lingua indeuropea stanziatasi nel versante adriatico della penisola balcanica, cui Illiria, introdottasi in
Grecia e in Italia. Nel contesto, Adriàtico è dal lat HADRIATICUS della città di Adria, cui Adrìaco, Adriàno, l’onomastico
Adriano.
Secondo fonti mitologiche, fu Dauno che, alla guida di un esercito illirico, assieme ai fratelli Iapige e Peucezio, sbarcò sulle
coste garganiche, invase l’attuale Puglia, toponimo regionale da APULIA il territorio degli Apuli-àpuli, e la divise in tre
regni, Daunia, Messapia (popolazione preesistente e in subordine) e Peucezia, ribattezzando il territorio Paese degli Iapigi, in
memoria o al merito di Iapigio, il quarto fratello che aveva già toccato queste terre. Dauno è considerato il padre di quel
Turno che sarebbe accorso in appoggio al re Latino aggredito dal brigantaggio dei troiani capeggiati da Enea; insomma è
un’ennesima allegoria della colonizzazione e delle tappe di una genesi linguistica indoeur.
Stando a fonti meno fantasiose, i Messapi, il popolo che occupava la penisola salentina protesa nel mare Ionio, avrebbero
imposto (indipendentemente dall’origine dei suoi abitanti) il nome di Peucezia, da una rad indoeur PEUKOS pino o abete, al
territorio cisofantino, vale a dire che, dai confini nord-occidentali delle loro contrade, si estendeva sino a specchiarsi sulla
destra Ofanto (AUFIDUS), il cui corso discende dagli Appennini per sfociare in Adriatico tra le attuali cittadine di
Margherita di Savoia e Barletta, transitando in agro Canosa. Margherita, con le sue saline, è l’omologa moderna dell’antica
Salapia (Salpi), di ceppo illirico SAL APA acqua salsa (per rad AP, Ved Acqua Vino in Obiettivo…). Alla piana
transofantina sormontata dal Gargano, avevano altresì assegnato il nome di Daunia, omologandolo dall’ant lemma messapico
DAUNUS lupo, vrs dalla presenza di questi animali sul promontorio. La Daunia e la Peucezia costituivano l’Apulia, oggi
Pùglia ma che si sarebbe estesa sino a comprendere tutto il territorio degli antichi messapi, la penisola salentina.
La verità storica, come sempre, sta nel bel mezzo delle versioni.
\ Guardare Vedere
Dal progenitore rad WEG, cui il franc ant WARDON stare in guardia, l’ital ha coniato una serie di omologismi, quali
Guardàre dal significato originale ancora semant attuale stare attento a… cui Guàrdia o Guàrda, Guardàbile, Guardamènto,
Guardàta e Guardatùra “sguardo”, Guardatòre o Guardiàno dal got WARDIAN accr di WARD cui ancora Guardianàto,
Guardanìa, Guardìna dalla locuzione Posto di guardia, Guardiòla “casotto per le guardie”, Guardìngo 1, Guàrdo “sguardo”,
Guardòlo “termine da calzatura”, il pervertito Guardòn; i composti, talvolta in complanare con GUARDA e GUARDIA quali
Guardabarrière, Guardabòschi con Guardia campestre e Guardapàrco o Guardiapàrco eppoi Guardacòste con Guardapèsca e
Guardapòrto (anche “galleggiante”) tutti indicati con l’ipocoristico Guàrdia, Guardabuòi, Guardacàccia o Guardiacàccia, il
termine meccanico Guardacànapo, Guardacàvo, Guardacènere, Guardaciùrma, Guardacòrpo, Guardadìghe, Guardafìli,
Guardafuòco, il navale Guardalàto, Guardalìnee o Guardalìnee, Guardamàcchine, il termine meccanico Guardamàno,
Guardanìdo o Guardanìdio snm di Nidiàndolo e Endice, la manopola Guardapàlma, i protettivi Guardapètto e Guardarèni
questo “parte dell’armatura”, Guardapìnna “sorta di crostaceo” dei Decapodi, Guardapòrta con Guardaportòne, i cuscinetti
nautici Guardareggitòri, Guardaròba con Guradarobière, Guardasàla, il ferroviario Guardascàmbi, Guardasigìlli già snm di
Cancelliere ed oggi dell’ital Ministro di Grazia e Giustizia, Guardiaspàlle snm di Guardia del corpo o fig “Gorilla”, il
marinaresco Guardastìva, Guardatèsta “sorta di rete”, Guardatràma “nel telaio”, Guardavìa “barriera di sicurezza nelle strade
in costruzione”, eppoi Guardiamarìna (il primo grado gerarchico della Marina Militare), il termine da calzolaio Guàrdolo “ un
particolare a protezione delle suole”, la locuzione glb ingl Guard rail “protezione ai bordi delle strade” con RAIL barra, il
limnonimo Lago di Garda cui il relativo Gardesàno (da WARDA sbarramento di guardia – connesso con il franc GARDO
luogo chiuso) questo indicato con Lago Benaco in tempi latini cui il relativo Benacènse da BENACUS già BENNACUS
ricco di promontori di genesi celtica; il lat BENNAM, infatti, indica una carretta a quattro ruote del tipo gallico, utilizzata su
strade montuose cui il termine Bènna diffuso oggi in Toscana.
Il percorso prosegue con i prefissati Ragguardàre (pref RAD) con Ragguardamènto, Riguardàre (pref RI iterativo) con
Riguardamènto, Riguardànte, Riguardàta, Riguardàto, Riguardatòre, Ragguardèvole e Ragguardevolèzza, Riguàrdo,
Riguardòso con Riguardosità, Salvaguardàre, Sguardàre con Sguardàta e il corrente Sguàrdo con Risguardàre
(sovrapposizione di Riguardare e Sguardo) con Risguardèvole e Risguàrdo, Sogguardàre (pref SOB da SUB), Traguardàre
con Traguàrdo (pref TRA attraverso). Traguardo è sportivamente il limite, questo in ingl GOAL cui l’omologismo adattato
Gòl; dallo sp GOL si contano Goleàda o Goleàta, Goleàre e il glb Goleador su calco di Toreador, snm di Cannoniere e
Marcatore.
Nulla a che vedere con Gollìsta o Gaullìsta, questo con riferimento al generale francese Ch. De Gaulle (1890/1970) primo
presidente della Quinta Repubblica.
Ancora in percorso, il lemma Guarnìre, col prefissato in negativo Sguarnìre o Sguernìre, attestatosi fig nel generico
preparare dal franc WARNJAN avvertire il pericolo e tenersi pronti, con Guarnàcca e Guarnèllo (questo un inc GuarnaccaGonnella, era l’indumento cinquecentesco della donna incinta) attraverso il prvz GUARNACHA, Guarnitòre, Guarnitùra,
Guarnigiòne e Guarniziòne. In connessione si ha infine Guarìre, o un desueto Guerìre, questo dal long-franc WARJAN tenere
lontano- mettere riparo-difendere, in got WARJA difesa, cui Guaribilità, Guarigiòne, i desueti Guerigiòne con Guarimènto e
Guerimènto, ancora Guaritòre e, nell’onomastica, Alvaro che col pref got ALA del tutto e WARJA sta per che si difende da
tutti (i nemici).
Snm di Guarnire, l’ital conta l’omologismo prefissato Addobbàre con Addòbbo e Raddobbàre con Raddòbbo in senso fig e
sempre dal franc ADOBER armare questo svoltosi da un ant DUBBAN colpire sulla spalla (quale investitura).
Dal rad WEID, cui il gr IDEIN vedere e il lat VIDERE, l’ital conta Vedère con Vedènte, Vedètta “luogo eminente-in risalto”
poi estesosi nell’individuo posto in vedetta, questo inc col ptg VELETA, il glb franc Vedette nel senso di “messo in risalto”,
Veditòre “spettatore”, Vedùta con Vedutìsmo e Vedutìsta (relativo all’arte pittorica di edifici e paesaggi), il Pp aggettivato
Vedùto con un ant Vìso, il percorso dell’astratto VISUS aspetto da VIDERE cui Vìso “faccia” con i dim Visètto e Visùccio,
eppoi Visìvo, Visìbile e Invisìbile (IN privativo) da VISIBILIS un aggettivato dal passivo di VIDERE, Visibìlio questo dal
lat eccl VISIBILIUM OMNIUM ET INVISIBILIUM tutte le cose visibili ed invisibili, Visièra questo esot dal franc VISIERE
da VIS viso, Visiòne “osservazione accurata” dal nome d’azione VISIO derivato dal Pp VISUS cui Visionàre, Visionarietà e
Visionàrio, Visòre con il composto Retrovisòre, Visuàle, il glb ingl Visualizer “visualizzatore”, Visualizzàre con
Visualizzàbile, Visualizzatòre e Visualizzaziòne, Visùra e l’inv dal lat Vìsus (termine medico); da VISITARE iterativo di
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VISERE, a sua volta desiderativo di VIDERE, l’ital conta Vìsita, Visitàre, Visitatòre, Visitaziòne. Il percorso continua con
Vìsta col Pp e sostantivo Vìsto (omn di Visto da Vivere) cui Vistàre, il glb ingl Vistavìsion “tecnica cinematografica”,
Vistòso dal Pp volg VISITUS con Vistosamènte e Vistosità, e Svìsta (S sottrattivo) che nella locuzione Prendere una svista
sta per “avere frainteso l’informazione”. Nella verità semant, spesso erroneamente tradotto quale snm di Guardare, Vedere
sta per avere imparato da, insomma indica un’immagine dalla quale si trae un’informazione: “ho visto uno spettacolo
straordinario”; il “non vedente”, pertanto, è colui che non può trarre informazioni mediante il senso della vista. Il percorso
continua con i prefissati quali Avvedère e Avvedùto (pref AD), Evidènte con Evidènza o Evidènzia, Evidenziàre con
Evidenziàbile, Evidenziatòre (pref EX), Improvvìso da IMPROVISUM (IN privativo e Pp PROVISUS di VIDERE) col
denm Improvvisàre cui Improvvisàta fem di Improvvisàto, Improvvisatòre, Improvvisaziòne o Improvvisamènto,
Improvvisamènte, Intervìsta ed Intervistàre e Intervistatòre su calco del franc ENTREVUE cui l’ingl INTERVIEW colloquio
dal vivo (nel vedersi), Intravedère con Intravìsto. Invidò-ìnvido, cui Invìdia (Ved Gelo…), Invidiòso e Invìso dal lat
INVISUS odioso (IN illativo). Prevedère (PRAE prima VIDERE) con Prevedìbile, Previsiòne, Prevìsto ed Imprevìsto (IN
privativo). Provedère o meglio Provvedère (PRO a favore VIDERE) con Provvedimènto, Provveditòre con Provveditoràto,
Provvedùto, Provvidènte (Pp PROVIDENS) con Provvidènza o Provvidènzia con Provvidenziàle, Provvidenzialìsmo e
Provvidenzialità, eppoi Pròvvido o Pròvido da PROVIDUS e Impròvvido, Provvigiòne o Provigiòne Provisiòne o ancora
Provvisiòne con Provvisionàle da PRIVISIO PROVISIONIS, Provvisòre o Provisòre, Provvisòrio dal medv PROVISORIUS
con Provvisorièta svoltosi in “provigione temporanea”, infine Provvìsta e Provvìsto con un Improvvìsto (IN negativo) snm di
Sprovveduto, Sprovvedere (S sottrattivo) con Sprovvedùto. Prudènte questo dalla contrazione del Ppres PROVIDENS in
PRUDENS 2 cui PRUDENTIA tradotto in Prudènza, con Prudenziàle e il prefissato in opposizioone (IN negativo)
Imprudènte con Imprudènza, da non equivocare con il percorso di Prudere da PRURIRE; dalla composizione franc
PREUDEFEMME donna prudente, l’tal adotta il glb Prude “puritano” con Pruderie in connessione con Prode. Ravvedère e
Ravvedimènto (RI moto inverso e Avvedere). Revisiòne con Revisionàre, Revisionìsmo, Revisionìsta, Revisionìstico e
Revisòre, eppoi Rivedère con Rivedìbile e Rivedibilità, Rivedùta e Rivedùto, Rivìsto e Rivìsta (RE RI iterativo). Revisione e
Riveduta, Revisionare e Rivedere, sono etim snm, ma il primo sottintende nello specifico “tornare a controllare-esaminarevisitare” ai fini di una efficienza e di un giusto procedimento, a scanso di errori, per un buon adattamento… il secondo
genericamente “tornare a vedere”.
Col pref TRANS adattato, infine, Travisamènto e Travisàre con un intensivo Stravisàre, Travedère con Intravedere o
Intravvedère, Stravedère (STRA superlativo).Travisare, composto con Viso “faccia-capo”, vale “alterare il viso” pertanto può
essere considerata una forzatura, una non purezza linguistica, ove utilizzato col valore di “travestirsi”; il termine però ha
assunto via via il valore di “vista, sguardo, aspetto…”
Vidimàre, infine, è tratto dalla formula verbale VIDIMUS abbiamo visto, un’annotazione di cancelleria sui documenti già
esaminati, donde Vidimaziòne. La locuzione DEJA VU è l’esot dal franc che vale Già visto, ma in dimensione psicologica
ove non addirittura parapsicologica.
Eppoi Antivedère (pref ANTI “prima”), Divedère (prefisso DI intensivo) esclusivamente nella locuzione Dare a divedere, la
composizione Belvedère con Controbelvedère.
Attraverso il franc VOIR vedere, connesso alla rad indoeur WEID, si conta il glb (morboso) Voyeur con gli omologismi
Voyeurìsmo da VOYEURISME e Voyeurìstico.
Da IDEIN vedere, sempre di rad WEID, il gr conta EIDOS quadro-aspetto nel senso di ampia composizione (a tutto campo),
donde EIDYLLION, il lat IDILLIUM e l’ital Idìllio con Idillìaco o Idìllico, connesso con EIDOLON simulacro in ital Idoloìdolo. Dal tema IDEIN vedere, il gr conta ancora IDEA svoltosi inv in ital Idèa cui il denm Ideàre con Ideàle cui Idealità,
Idealìsmo, Idealeggiàre, Idealìsta, Idealìstico, Idealizzàre cui Idealizzaziòne, Idealmènte, il composto di terminologia
sociologica Idealtìpo attraverso il ted IDEALTYPUS, eppoi Ideatìvo, Ideatòrio, Ideatòre, Ideatòrio, Ideaziòne; il pref IDEO
per composizioni quali Ideocrazìa con Ideocratìsmo, Ideòforo, Ideografìa con Ideogràfico, Ideogràmma (scrittura che non ha
valore di fonemi, ma di idee, d’immagini) cui Ideogrammàtico, Ideologìa con Ideològico, Ideologìsmo, Ideologìsta,
Ideologizzàre, Ideologizzàto, Ideologizzaziòne e Ideòlogo.Fuori percorso Idèo questo relativo all’oronimo Ida a Creta.
Dalla rad WEID vedere connessa più anticamente con la rad SEK cui il lat SECERE-SECARE tagliare nel senso di
distinguere (Ved Roncare… in Inciso…), il passaggio all’interpretazione di sapere e conoscere non può essere stato affatto
macchinoso, donde il lat SCIRE sapere svoltosi nel percorso ital Scìbile da SCIBILIS, Sciènte dal sostantivo SCIENS
SCIENTIS, Scientìfico, Sciènza e Scienziàto da SCIENTIA; la locuzione glb ing WFS vale l’acronimo di WORLD
FEDERATION OF SCIENTISTS “Federazione mondiale degli scienziati” nel cui convegno del 24 agosto 2008 a Erice in
Sicilia, di 120 scienziati, presieduto dal fisico ital Antonino Zichichi (Trapani 1929), sono stati trattati la crisi energetica, le
malattie climatiche, la climatologia e il controllo del pianeta.
Il percorso prosegue con i prefissati Ascitìzio da AD SCITICIUS tratto da ADSCITUM Pp di ADSCISCERE, questo
incoativo del prefissato ADSCIRE adottare da SCIRE sapere con pref SCI intensivo; ancora Insciènte con Insciènza da
INSCIENS e Inscio-ìnscio da INSCIUS che col pref IN negativo valgono “ non sapere”, così come Nèsci e Nèscio tratto
dalla terza persona sing del presente indicativo lat NESCIT del verbo NESCIRE non sapere letteralmente NE non SCIRE
sapere, cui Nesciènte dal Ppres con Nesciènza, infine Prescìre da PRAESCIRE cui Presciènza da PRAESCIENTIA. Il
percorso prefissato conta ancora Metasciènza (suff gr META dopo), Neurosciènza (col gr NEURON nervo) “relativo al
sistema nervoso”, Pseudosciènza (col gr PSEUDES falso) con Pseudoscientìfico. Il lemma Scientologìa “ricerca o studio
della conoscenza” è dall’ingl SCIENTOLOGY il quale termine s’è ormai glb, sostituendosi al primo, e indica un movimento
religioso fondato negli anni ’40 da L. Ron Hubbard, scrittore di fantasciènza.
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Da non equivocare con l’omn Gardìngo “dignitario di corte” omologismo adattato da voce franc GARDO luogo chiuso in connessione con
Giardino.
Il suff aggettivante INGO è d’origine long, come in Solìngo da Solo, questo dal lat SOLUS termine aggettivato dal pref separativo SE
svoltosi in SO. L’ital conta un secondo, omn, suff INGO aggettivante per sostantivi, vrs tratto dal primo, per termini quale Ramingo da
Ramo, ma anche sostantivante per aggettivi come Casalingo da un Casalino “di casa”.
Il termine numero-articolo Uno-ùno, con il tronco *Un, dal lat UNUM, della locuzione Uno solo, invece, ha una propria rad in OINO, cui
Niùno con la variante Ignùno e l’aferetico Gnùno dal lat NE UNUS, *No da *NON già lat NOENUM da NE OINOM non uno. Uno lo si
ritrova in composizioni quali Alcùno dal lat ALICUNUM già ALIQUIS UNUS dove ALIQUIS nasce da ALIUS altro, questo già gr ALLOS
altro, e in composizione Alcunché; Alcuno quale pronome è solo variabile nel genere al plur “Alcuni vennero…Alcune andarono”, al sing è
sostituito da Qualcuno “Qualcuno venne… Qualcuno andò…) e nelle frasi negative è da sostituire con Nessuno “ Non venne nessuno…”.
Ancora, in Certùno con Certo dal lat CERTUS, Ciaschedùno o l’ellittico Ciascùno dal lat volg CISQUE (class QUISQUE) UNUS, Cadaùno
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o l’ellittico Catùno col pref rafforzativo CA da CATA (gr KATA), Nessùno o Nissùno ellittico dal lat NE IPSE UNO neppure uno, il quale
(così come Niente e Nulla) dovrà essere preceduto dalla negazione “Non” se segue il verbo, ad esempio “Non amo nessuno”, ove invece lo
preceda non occorre la negazione come in “Nessuno mi vuole”. Eppoi Qualchedùno o l’ellittico Qualcùno da Quale che (sia) uno.
In connessione indoeur rintracciamo la rad OINO nell’ingl ONE, franc UN, ted EINER; in area glb, dall’ingl, si ha in locuzione One man
band “banda con un solo musicista” ossia “solista a più strumenti” e One man show “spettacolo con un solo artista”..
2
Frase tipo “Il provvidente deve essere prudente” è pertanto etim pleonastico, se non scorretto, ma l’attestazione semantica l’ha resa del tutto
regolare; anzi, Provvidente e Prudente si ritroverebbero in odore d’enantiosemia.
OBLIO OBLITERARE OBLIQUO
OBLIO
Oblìo o Obblìo è il devb da Obliàre o Obbliàre, attraverso il franc OBLIER, d’origine lat volg OBLITARE già
class OBLIVISCI dimenticare cui il Pp OBLITUS, prefissato OB (pref OB Ved Obiettivo...), cui Obliàbile e
Obliànza. La traduzione originaria è allora raschiare via, pertanto, semant dimenticare (raschiare via dalla
memoria). L’aggettivo è Obliòso o Obbliòso, poeticamente Oblìto, e le forme Obliviòne o Obbliviòne e
Obliviòso o Obbliviòso; fuori percorso
Il progenitore è la rad LEI fregare che ricompare nel lat in LEVIS liscio, metaf Liève, con un desueto Lève
donde Levèzza e Levità, da LEVEM, cui Linimènto l’ungere da LINIMEN unguento e Levigàre inv dal lat
LEVIGARE con Levigatèzza, Levigatòre, Levigatùra, Levigaziòne; il percorso prosegue col prefissato Alleviàre
cui Alleviamènto e Alleviatòre, inv dal lat ALLEVIARE con una variante in Allibàre dal lat tardo ALIBIARE
cui Allìbo questo con l’aferetico Lìbo snm di Alleggio cui Libàre omn di Libare “versare”.
Fuori percorso Leviatàn italianizzato Leviatàno, dal lat LEVIATHAN già ebraico LIWYATHAN animale
sinuoso, il cui termine ital vale fig “macchina per sgrassare la lana”.
Snm di Levigare (adottato dal XVIII sec) è Smerigliàre (già dal XVI sec) con Smerigliatùra ispirato al termine
Smerìglio “minerale granulare” dal gbz SMERILION già class SMIRYS. Termini omonimi, Smerìglio dal franc
ant ESMERIL un falco e Smerìglio dal gr SMARIS uno squalo; vrs intreccio di connessioni fig.
Levigare è ancora un snm di Raspàre (questo ancora prima, dal XIV sec) denm di Ràspa “attrezzo” (omn di
Raspa “ballo”) omologismo dal long RASPON con Raspatòio, Raspatùra, Raspìno, Raspìo “il relativo rumore”,
Raspòso “ruvido”, il fig Ràspo (grappolo privo di acini) con Raspòllo, Raspollamènto, Raspollàre e
Raspollatùra, l’ancora fig Rasperèlla (botanica) snm di Equiseto. Raspo ha un snm in Ràppa sempre da
RASPON ma attraverso il franc RAPE in riferimento però a cime di finocchio, rosmarino e altre piante. Rappa,
infine ha un desueto omn Rappa inv dal got RAPPA con valore di Ruga, cui un Rappèlla.
Tornando alle composizioni di OB verso, con LATUS (Pp lat di FERRE portare) è nato Oblàto (Pp di Offrire),
semant assunto in seno alla chiesa quale uomo che si offre, che dedica la sua vita a Dio cui i derivati Oblatìvo,
Oblàto, Oblatòre (chi fa un’offerta), Oblatòrio, Oblaziòne (l’offerta) con Oblazionàre, Oblazionàbile,
Oblazionàrio.
Obolo-òbolo, dal lat OBULUS - attinto al gr OBOLOS moneta ateniese - è oggi un’offerta quasi dovuta in
denaro, per lo più sempre formale o simbolica.
Termini fuori percorso Oblò, che è l’omologismo dal franc riscritto assonante alla loro pron di HUBLOT questo
fig da un precedente HUVELOT di HUVE berretto (tondo come un basco); eppoi Oblomovìsmo, termine
antropologico adottato dal 1931 che indica una istintiva tendenza dell’individuo alla remissività dopo secoli di
schiavitù della gleba, relativo al nome del protagonista Oblomov dell’omn romanzo del russo I. A. Goncarov
(1812/1891). Il termine indica anche tutti quegli scrittori russi della seconda metà dell’Ottocento, che nutrivano
sentimenti indolenti verso la piccola borghesia
\ Un certo Oblomovismo antropologico di casa italiana può essere identificato tra i veneti attraverso il loro “comandi!”, che riemerge da un
passato di estrema miseria dedito al servizio di padroni, oggi in via d’estinzione merito di un’encomiabile riconquista della dignità sociale,
culturale ed economica, attraverso le sofferenze emigratorie. /
OBLITERARE
Obliteràre, dal lat OBLITERARE, composto con OB e LITTERA, pertanto togliere la lettera. Oggi, invece di
togliere, tramite lo sforacchiare o lo strappare per annullare la validità, si aggiungono altre lettere (data)
mediante il marchingegno automatico ed è un esempio di come un lemma, pur mantenendo la propria etim, si sia
svolto in contrapposizione al significato originale (fenomeno dell’Enantiosemìa). Obliterare vale semant
annullare o cancellare, suoi derivati Obliterànte, Obliteratòre e Obliteratrìce, Obliteraziòne.
\ Allitterazione Cancellazione
Allitteràre con Allitteraziòne, col pref AD dal lat AD LITTERAM lettera aggiunta, se non fosse oggi semant un termine
linguistico-musicale, sarebbe forse il più appropriato a sostituire il desueto Obliterare con Obliterazione.
L’Allitterazione retorica accade quando gli stessi fonemi si ripetono all’inizio o in seno a due o più parole non
essenzialmente affiancate, ma per sottolineandone il rapporto, talvolta ai fini di un’armonia imitativa dei suoni naturali \...\
sibilante e passata la saetta \...\ (SA)
Cancellàre con Cancellaziòne, lat CANCELLARE, intendeva effettivamente coprire con una graticciata; la metaforizzazione
poi si è attestata semant, cui Cancellière (che era il custode dei cancelli), Cancèllo, quest'ultimo dal lat CANCELLI (solo
plur) dim di CANCRI graticci assimilato a CANCER granchio-cancro, cui la forma CARCER pigione in origine le sbarre
del circo, cui Càrcere col denm Carceràre, Carceràrio, Carceraziòne, Carcerière, il fig chimico Carcerànte, i prefissati
Incarceràre (IN illativo), Decarceràre che col pref DE di negazione s’è svolto “imporre una pena alternativa”, Scarceràre (S
sottrattivo) con Scarceramènto e Scarceraziòne.
Snm di Cancellare è Abolìre dal lat ABOLERE cui Abolitìvo, Abolitòre, Aboliziòne con Abolizionìsmo, Abolizionìsta e
Abolizionìstico, vrs connesso con la rad BELO(M) forza nel significato di “valenza”.
OBLIQUO
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Dal lat OBLIQUUS indiretto, il termine Oblìquo (già Obblìquo) è la composizione OB-LIQ, presumibilmente,
quest’ultimo, da LINQUERE tralasciare, con rad LEIK lasciare cui il gr LEIPO io lascio. Pochi i derivati:
Obliquàre, Obliquamènte, Obliquità. Letteralmente, allora, contro lasciare ovvero obliquare. Altro derivato è
Bièco, snm di Torvo, una sorta d’ellittico da OBLIQUUS, cui il pref Sbièco (S intensivo) con Sbiecàre e la
locuzione Di sbieco o Per sbieco. Il lat conta uno specifico LIMULUM obliquo cui Limùlo questo un artropode
marino dei Merostomi.
Attraverso il franc BIAIS obliquo, dalla locuzione TAILLER EN BISEAU tagliare in obliquo, l’ital conta un
desueto omologismo Beziòli “occhiali per strabici”.
Il verbo LINQUERE è l’origine del termine Lìmpido lasciato sedimentare, questo inc con un indoeur LUMPA
acqua, cui il lat LYMPHA svoltosi nell’ital Lìnfa con Linfàtico, Linfòma.
Il lat tardo aveva tratto SCLIMBUS obliquo dal got SLIMBS, svoltosi nell’ital Sghèmbo con Sghimbèscio,
questo un inc con Sghembo e Rovescio.
Tornando al percorso LINQUERE, l’ital conta Derelìtto, Dereliziòne (doppio pref DE sottrattivo e RE
d’inversione con LINQUERE) e Relìtto Pp di RE LINQUERE. Con il pref DE sottrattivo, ci ha portato
Delinquènza, Delinquenziàle, Delìnquere, Delinquènte che si sottrae al dovere, alle leggi, Delìtto questo dal Pp
DELICTUM, Delìquio… e DELIQUIUM SOLIS ovvero Eclisse.
\ Nel 2007, in Italia, i delitti sono aumentati dell’8% pari a 2.933.000, incudendo estorsioni, sequestri di persona, truffe e frodi informatiche,
cristallizzando l’entità degli omicidi e dei suicidi.\
Una connessione dovrebbe esserci col gr LOXOS obliquo, cui Lossàrtro, Lossodromìa o Lossòdromia (linea che
collega due punti terrestri tagliando i meridiani con lo stesso angolo, pratica utilizzata nelle rotte aeree e navali),
Lossopsìa.
Esiste la forma verbale poetica Relìnquere tralasciare, abbandonare adottata da Dante, già lat RELINQUERE
col pref RE senso inverso, stesso significato, cui Relìquia.
\ ROMA RELINQUENDA EST Roma è da abbandonare è stato il patetico pianto di Ovidio Nasone Publio, nato a Sulmona il 43 aC,
costretto in esilio a Tomi (Costanza) sul Mar Nero, dove sarebbe deceduto (data incerta dall’8 al 17 dC) mentre i suoi libri erano mandati al
rogo come immorali. Sposato per tre volte, conduceva vita mondana alla corte di Augusto, ma ebbe il tempo di scrivere opere rimaste
immortali: Arte Amatoria, Metamorfosi, Fasti...
Sodale del circolo letterario di Messalla Corvino, in breve tempo primeggiò negli ambienti intellettuali e si conquistò una fama popolare, più
che altro per un espressionismo erotico. La ragione del suo irreversibile esilio, o meglio la natura dello scandalo di corte (di regime), è
rimasta ignota. Ovidio è un esempio universale di poeta, artista in senso esteso, osannato dalla critica e dal pubblico contemporanei, grazie ad
una “divinizzazione” sponsorizzata, ieri dal mecenatismo di corte, oggi da una fazione politica o consumistica. Sono rari questi artisti che
riemergono nei posteri, esclusivamente perché ancora considerati di valore; altrimenti, ove accada, è perché riesumati per meri interessi di
parte. Ovidio insegna che il mecenatismo, il partitismo, il consumismo, come innalzerebbero un artista alle glorie, così lo trascinerebbero
all’oblìo (esilio metaforico). Durante il viaggio per Tomi, dolorosamente nel salpare da Brindisi, il capolinea della via consolare Appia,
avrebbe composto i TRISTIA, cinque libri con cinquanta elegie, dove appare l’immortale lamento d’addio a Roma ed alla costa italica \...\
Roma relinquenda est: utraque iusta mora est \...\
Dal gr ELLEIPO, composto da EN e il verbo LEIPO io lascio, l’ital conta il termine geometrico Ellìsse, quello
grammaticale Ellìssi, cui Ellìttico, che vale “sintesi”, e i composti quali Elissògrafo, Elissoidàle, Elissòide, tutti
dal lat ELLIPSIS già gr ELLEIPSIS mancanza. Col cambio del pref gr EK, si ha infine EK LEIPO abbandono
cui Eclìsse o Eclìssi con Eclìttica 1, Eclitticàle e Eclìttico e la forma Ecclìsse o Ecclìssi con Ecclìttica ed
Ecclìttico.
L’Eclittica, dalla locuzione gr KYKLOS EKLEIPTKOS cerchio dell’eclissi indica in origine la traettoria circolare compiuta dal sole
intorno alla terra; logicamente è puramente virtuale, d’ant eredità quando si credeva che fosse il sole a ruotare intorno al nostro pianeta. Oggi
il termine Eclittica, giusto il piano dove avvengono le eclissi, è omologato nel definire correttamente il piano dell’orbita terrestre intorno al
sole.
1
\ Radicale LEIK
Dalla rad LEIK s’è avviato un secondo percorso in LIQUERE-LIQUARE, cui Prolissità e Prolìsso da PROLIQUERE colare
avanti, tutti dal Pp LIXUS, eppoi Liquàme (suff AME per collettivi) col composto Spandiliquàme, Liquàre, Liquefaziòne,
Liquidàre, Liquidità, Lìquido, l’anatomico Lìquor con Liquoràle, Liquòre o il poetico Licòre dal lat LIQUOR con Liquorerìa,
Liquorièro, Liquorìno, Liquorìsta, Liquorìstica e Liquoròso, la cui rad LEIK s’è svolta in LYK-LIQ, e, con i pref, Colliquàre
e Colliquaziòne (Cum associativo), Dileguàre e Dilèguo con lenizione della q in g da DE LIQUARE.
Liquirìzia, dell’Ordine delle Leguminose, con le varianti Liquerìzia o Liquorìzia, è dal gr GLYKYRRYHIZA composto da
KLYKYS dolce e RHIZA radice, svoltosi nel lat LIQUIRITIA questo sovrapposto a LIQUOR.
Lisciva e Liscìvia dal lat LIXIVA o LIXIVIA da LIXA acqua bollita (per il bucato) con la variante Lascìvia, cui Lascivànza,
Lascivèzza, Lasciviàre, Lascìvio o meglio Lascìvo, Lasciviòso, Lascivìre, Lascività, però attestatosi fig in “atto impudico”, è
nel percorso di Lessàre da ELIXARE con Lessàta, Lessatùra e Lèsso da ELIXUS (pref EX), Lisciàre conl prefissato
Allisciàre (AD allativo) cui Allisciatòio e Lìscio, questo anche fig “sorta di ballo”, cui la locuzione Ballo liscio (per lo
strusciare dei piedi), dal lat LIXIARE levigare già gr LISSOS liscio connesso co LEIKSAI aoristo di LEIKHO lambiscolecco, cui Leccàre con Leccàrda e Leccàrdo “goloso” (suff ARDO), Leccàta snm di Linguata, Leccatùra, Lècco, Leccòne e
Lecconerìa, Leccornìa questo un inc col tal volg GUTTURNIA, la locuzione Lecca lecca, i composti fig Leccapiàtti e
Leccapièdi; eppoi, il lat LICHEN LICHENIS lichene, già gr LEIKHEN LEIKHENOS da LEILHO lambisco, e il percorso
ital Lichène cui Lìchen “alterazione citanea”, Lichèni, Lichenificaziòne, Lichenìna, Lichenografìa, Lichenòide (suff OIDE
“simile”), Lichenologìa, Lichenòso. In associazione rad appare Lecanòra (col gr HORA grazia) “sorta di Lichene” cui
Lecanoràcee (la Famiglia botanica) connessi con il gr LEKANE bacino-catino cui il dim LEKANION tradotto nell’ital
Lecànio donde i composti Lecanomanzìa con Lecanomànte “divinizzare osservando il fondo del catino contenente acqua ed
olio con alcuni piccoli oggetti preziosi consideratri magici”.
Sorta di Licheni è Oricèllo dal lat URCEOLARIS incr con il lat AURUM oro.
Direttamente dal gr LISSOS liscio l’ital conta Lìssa (omn di Lissa “muggine” e del termine medico Lìssa “rabbia” dal gr
LYSSA rabbia) e il pref LISSO per composizioni quali Lissencèfalo “sorta di mammifero” e Lissofobìa.Con un suff
italianizzato LEIO liscio l’ital conta il composto Leiomiosarcàma col gr MYS MYOS muscolo e Sarcoma.
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Connesso con il rad LEIK, attraverso il franc ALIS liscio, l’ital conta gli omologismi Alesàggio, Alesàre, Alesatòio,
Alesatòre, Alesatùra e il composto Alesàmetro.
Fuori percorso i termini Leibnizianèsimo e Leibniziàno relativi al filosofo GF. W Leibniz (1646/1716), Leishmanìa
“protozoo parassita tropicale” cui la patologia Leishmaniòsi (suff medico OSI).
\ Suffisso IERE
D’età carolingia (Franchi), il suff IERE indicante il mestiere si ritrova in molti termini, quali Armière, Carrettière, Mulattière,
Panettière (franc PANETIER).
ROSA ROSA ROSARIO
ROSA
Nel suo genere fem, Ròsa è il nome di un fiore, ereditato immutato dal lat ROSA d’origine preindoeur; lemma
dunque d’area med, risalente al tema WRODYA stabilizzatasi nell’area gr - WRHODON, RHODON, RHODEA
- e iran, dilagando in Armenia. RHODEA isola greca e Rodi cittadina garganica, la prima abitata dai Rodièsi, la
seconda dai Rodiàni. Dal tema ROSA, derivati, Rosàcee (la famiglia) alla quale appartiene il Nèspolo con il
frutto Nèspola dal lat MESPILUS cui il volg NESOPILUS già gr MESPILLON; eppoi Rosàcea e Rosàceo,
Rosàcee (la Famiglia), Rosàio, Rosèto (corretta accentazione roséto), la locuzione Acqua di rose, i fig Ròsa
“cerchia ristretta” cui la locuzione, una tra tante, Rosa dei vincitori, eppoi i marinareschi Rosa della bussola,
Rosa dei venti, Rosolàccio (papavero), Rosòne che indica la monofora circolare e radiale, visibile sulle facciate
di chiese in stile romanico o got, e Rosètta che può indicare un gioiello, un panino, una rondella, una
disposizione figurativa. Infine l’onomastico fem Rosa con Rosanna questo in composizione con Anna, che nulla
ha del suo assonate Rossana, questo un onomastico tratto dal persiano ROSHEN lucente occidentalizzato tramite
il lat ROXANES cui anche Rossella.
Il conflitto tra le due famiglie York e Lancaster è passato nella storia come Guerra delle due rose, poiché
entrambi avevano questo fiore quale marchio.
Fuori percorso Rosolàre, questo dal long ROSA crosta, cui Rosolàta, Rosolatùra, Ròsolo; dal franc SAUTER
saltare nel senso di rosolare, l’ital ha adottato l’esot Sautè (corretto Sauté) con Sauternes.
Dal tema rad RHODEA, sono derivati Ròdio (composto chimico che assume colore rosa) cui Rodiàre e
Rodiatùra, Rodìte (insetto dei rosai), e le composizioni col gr RHODON rosa adattato foneticamente quali
Rodoficèe (Classe di alghe, col gr PHYKOS alga), Rododèndro (con il gr DENDRON albero), Rodopsìna (col
gr OPSIS vista e il suff chimico INA), Rodotàmno (composto con il lat TAMNUS vite selvatica).
Nel suo genere mas, invece, Ròsa è il nome di un colore, che per la sua omocromia col fiore n’è divenuto
l’omografo. Fuori percorso l’oronimo Monte Rosa poiché in questo caso non è il colore naturale della roccia o la
tonalità che essa assume al crepuscolo, ma un esito di ant voce indigena che sta per “schiacciato”.
Tornando al colore Rosa, particolare straordinario è che raddoppiando il fonema S, se ne accentua il colore (Rosa
rosa - Rosa rossa). Nella gamma del colore rosso, si conta il lemma Rossokìni 1, che dovrebbe indicare un Bikìni
di color rosso, il costume da mare “a due npezzi” coniato negli anni 40, metaf esplosivo dall’omn toponimo
dell’atollo del Pacifico, dove fu sperimentata la Bomba atomica, una stravagante composizione italo-esotica, cui
gli omologismi Bichìni e Monokìni “ad un solo pezzo” questo termine di composizione forzata poiché la prima
sillaba BI è volutamente intesa quale pref BI “due” correlativo di MONO “uno”. Derivati del Rosa, Rosatèllo,
Rosàto, il glb Rosè (accento corretto é) per la locuzione Vino rosé, Rosèola (lesione cutanea), Rosolìa con la
variante Rosalìa, il prefissato Arrosàre, il composto sportivo Rosanèro dalla forma Rosa-nero “dalla maglia della
squadra di calcio”, Rosanilìna (con Anilina), e un Enrosadìra, che, atrraverso il Ladino, indica il colore rosa
sfuggevole verso il viola, delle Dolomiti al tramonto.
Dal gr DENDRON albero, l’ital conta Dendrìte (suff ITE in biologia) con Dendrìtico, l’omn-snm Dendrìte (in
anatomia, col suff medico ITE), Dendròide (suff gr EIDOS a forma), il pref DENDRO per composizioni quali
Dendrìmero (col suff del tema gr MERO parte), Dendroclimatologìa “studio del clima attraverso gli alberi”,
Dendrocronologìa “studio di passati fenomeni meteorologici attraverso la crescita degli alberi fossili o secolari in
relazione a fattori climatici”, il rituale Dendròforo “che porta un ramoscello”(col suff del tema gr PHERO io
porto), Dendrografìa, Dendrologìa con Dendrològico, Dendrometrìa con Dendromètrico, Dendromorfìsmo,
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Nella nostra epoca, l’esperimento nucleare sull’atollo di Bikini ha ispirato Bikinizzàre “distruggere con bombardamento atomico” e sarebbe
pertanto un pleonastico l’uso dell'espressione “bikinizzare con un lancio nucleare”. Il percorso semantico di questo lemma era apparso
veloce, tant’è che sarebbe stato richiamato per evidenziare formose bellezze femminili (le atomiche degli anni 50).
\ Garofano Geranio Giglio Viola
Garòfano, con un desueto Gheròfano, è dal gr KARYOPHYLLON, dalla composizione KARYON frutto e PHYLEN foglia,
pertanto sta per ”frutto con involucro”, cui una variante in Gheròfano e i derivati Cariofillàcee, Cariofillàta e i leniti
Garofonàia, Garofonàto.
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Gerànio o Girànio dal lar GERANIUM, dal gr GERANION, connesso fig a GERANOS gru (zoologia) per l’associazione
“becco simile a quello della gru”, cui la Famiglia Geraniàcee, l’Ordine Geraniàli, i chimici suffissati Gerànico, Geranìle,
Geraniàle (snm di Citrale) e Geraniòlo, il composto divinatorio Geranomanzìa, il toponimo Gerano. Esiste un ricorrente
errore di mutare Geranio e il proprio plur Gerani in Geraneo e Geranei forse modellando su Roseo da Rosa.
Gìglio, dal tema med LILIO, svoltosi nel volg JILJUM già LILIUM, d’origine onomatopeica L L con dissimilazione in G L,
cui Liliàcee (Famiglia botanica) che include il Dente di cane, Liliàceo, Liliàle, l’onomastico Liliana con le varianti Liana e
Lilia, la varietà Giglio marino altrimenti detto Fiore di Pancrazio. L’onomastico Liana appare però in concorrenza con Liàna
ispirato a LIANE d’origine franc delle Antille vrs dal lat LIGAMEN legamento, cui l’aggettivo Lianòso, grazie ai film su
Tarzan, che indica una pianta sarmentosa il cui fusto s’attorciglia o pende come funi, tra le quali si muoveva atleticamente
l’eroe della Giungla emanando il suo grido di presenza. In franc Giglio è LIS cui la locuzione FLEUR DE LIS fiore di giglio,
tradotto in ital Fiordalìso.
Fuori persorso Lilangeni, unità monetaria dello Swaziland, di voce locale siswati il cui plur è EMALANGENI; popolazione
Swazi di ceppo linguistico Nguni appartenenti al Bantu.
Viòla, cui Violàceo, termine med VIOLA, svoltosi nel gr WION e nel lat VIOLA, questo tradotto inv in ital, cui Violàcee
(la famiglia), l’aggettivo Violàceo con il sostantivo Violètto (per accezione il colore delle radiazioni elettromagnetiche di
lunghezza compresa tra 455 e 395 nm), il composto Violacciòcca o Violacciòcco o ancora Violaciòcca (con il lat CLOCCA
campana) l’onomastico Viola e Violetta. In gr ION vale viola cui IODES violaceo, pertanto il percorso ital del minerale
Iòdio (simbolo chimico I) o Iòdo per il colore del suo vapore cui Iodàto, Iòdico, Iodìdrico, Iodìsmo, Iodòso, Iodùro (suff
chimico URO) con Ioduràre e Ioduraziòne, le composizioni Iodìfero, Iodobenzène, Idofòrmio, Iodometrìa, Iodoterapìa. Lo
Iòdio è rintracciabile nel pesce, nei frutti di mare, nelle uova e nei vegetali.
L’onomastico Iolanda, con il suo ipocoristico Iole, vale “color di viola” dal lat YOLANTIS attraverso il franc ant YOLANT,
ma è in concorrenza con Iolanda dal ger JODHLINT giovane guerriera composto da JODH ragazza e LINT scudo.
ROSA
Ròsa (corretta accentazione rósa), ben diversa n’è l’origine, quale Pp Ròso (corretta accentazione róso) al fem di
Ròdere, questo immutato dal lat class RODERE, trae le sue rad da una remota onomatopea R D, attestatasi nel
sct RADATI gratta e nel lat RADERE radere, cui i prefissati Eròdere con Erosiòne ed Eròso, Corròdere con
Corrosiòne e Corròso, il primo col pref EX estrattivo (asportazione di parti dovuta al rodimento) ed il secondo
con il pref COM che potrebbe essere tradotto sia associativo (partecipare al rodimento) sia intensificativo (più
che rodere).
Il termine prefissato Corrasiòne è dal lat CORRASUS Pp di CORRADERE radere via.
Per cui, tramite i percorsi semantici, sono giunti Ràdere con Ràlla questo dal lat RALLUM “strumento per
nettare il vomero” omn di Ralla “morchia”, Rodàre con Rodàggio, Rodatòre, Rodatùra, Rodenticìda (vale
Topicida dal Ppres Rodente), Rodimènto questo utilizzabile metaf quale tormento, Rodìo, Roditòre, Roditòri
(l’Ordine), Roditrìce, Rosicàre immutato dal lat volg ROSICARE da RODERE con Rosicànti (altro nome per
l’Ordine dei Roditori), Rosicatùra, Rosicchiàre (con suff verbale dim-spregiativo da ACCHIO) con
Rosicchiamènto e Rosichìo o Rosìcchiolo, eppoi Ròstro, nome di strumento da RODERE, cui Rostràle e
Rostràto dal lat ROSTRUM, che sta per becco, cui Recurviròstridi la Famiglia di uccelli, con il lat RECURVUS
ricurvo quindi “dal becco ricurvo”, alla quale appartiene l’Avocètta questo d’etimo non rintracciato altrimenti
detta Recurvirostra avosetta; Ròstro, è fig la tribuna, il podio, donde un politico presiede un comizio. La
definizione nasce dal fatto che a Roma si usava arringare il popolo dall’alto di una tribuna ornata di rostri, i trofei
di guerra strappati alle galere catturate. Il Rostro era un congegno metallico, prorompente, situato avanti in prora
per speronare (rodere) le navi nemiche, sovente è confuso con il fig Còrvo, che invece consisteva di un ponte
d’abbordaggio ed era un’innovazione romana nelle battaglie navali. I Romani, con i Corvi, trasferirono sul mare
la loro vincente perizia di guerrieri di terra.
Da RASTRUM, invece, nome di strumento da RADERE, cui il volg RASTRELLUM l’ital ha coniato Rastrèllo
e Ràstro. Il lemma lat RADERE s’è svolto nel suo intensivo volg RASARE, cui Rasàre questo sia “tagliare” sia
“rendere regolare-liscio”, con Rasamènto, il Pp aggettivato Rasàto e il sostantivo Rasàto “sorta di tessuto” con
Rasatèllo, Rasatòre, Rasatrìce, Rasatùra, Rasènte questo con Radente sovrapposto a Raso cui Rasentàre, Rasièra
“sorta di attrezzo per rasare o levigare” con Rasieràre attraverso il franc RASIER, il Pp aggettivato Ràso
“spianato-liscio” ma anche col valore di “rasente” cui Rasùra “cancellatura” e il sostantivo Ràso “armatura
tessile”, Rasòio (quello elettrico è datato 1928) con Rasoiàta, il composto Rasotèrra dalla locuzione Raso terra
“sfiorando la superficie”.
\ L’enunciato filosofico “È inutile fare con più ciò che si può fare con meno” è definito Rasoio di Ockham con riferimento a Guglielmo di
Ockham (1280/1349), poiché questi affermava che “ogni ipotesi su cui fondare la filosofia dovrà essere eliminata (rasata) se non suffragata
da esperienze”.\
Il lat conta in connessione RALLUS rasato cui Ràllidi (Famiglia d’uccelli Gruiformi) e Ràllo snm di Porcigliòne
RADERE s’è infine svolto in RASCULARE denm da RASCULUM strumento per radere, cui Raschiàre con
Raschiàbile, Raschiamènto, Raschiàta, Raschiatòio, Raschiatòre, Raschiatùra, i dim Raschiètto e Raschìno
“utensili” con Raschiettàre, il sostantivo Ràschio che sta per “raschiamento” e fig per “rumore “ o “fastidio alla
gola”, il composto Raschiaòlio ed il lemma Raschèra “sorta di formaggio prodotto nel cuneese, attraverso il prvz
RASCAR raschiare.
ROSARIO
Rosàrio, dal lat ROSARIUM rosaio, nel ‘200 entrò nella simbologia mistica (la metaf della corona di rose quali
preghiere per la Madonna) e non più abbandonato. N’è derivato, fatto salvo Rosa dal fiore e dal colore,
l’onomastico sia al fem sia al mas, Rosaria e Rosario, con Rosalia attraverso il prvz ROCELIN “fatto di rose”.
\ Madonna Signora
Madònna è il risultato ellittico di “Mia Donna” senza accento sulla i del possessivo, cui Madonnàro, artista di strada (on the
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road) come Bruno Fabriani, e la bruttissima espressione Madòsca! simile a Perdìo! con le più mascherate Pediàna! e
Perdìnci! questa estesa in Perdindirindìna, che stanno “per Dio”, tanto per non voler peccare di bestemmiare apertamente
Madonna e Dio.
Dall’ipoicoristico del lat volg MEA DONNA “Mia donna”, è pervenuto Mònna (da MEADONNA) che sta per signora e,
con la caduta di una consonante n, il fig volg alterato Monàtta con il risvolto mas Monàtto attraverso il lombardo Monatt, i
dim Monèlla con Monèllo cui Monellàta, Monellerìa e Monellèsco, vrs il volg veneto Mona, l’onomastico Monaca in
concorrenza con Monica da MONOS; tuttavia, l’epiteto veneto Mona potrebbe essere connesso, o sovrapposto, con il lat volg
MONACULA cornacchia o addirittura con lo sp MONA che sta per scimmia. Fuori percorso Monèl, questo “lega di nichelrame” in onore di A. Monell presidente storico della società produttrice nel 1917.
Signòra, col dim-vezzeggiativo Signorìna o Segnorìna (deformazione attestatasi attraverso le truppe americane
d’occupazione), è il fem di Signòre, questo con la variante Segnòre ; attraverso l’ingl si conta il glb Lady “signora” quale mas
di GENTLEMAN “gentile uomo” corrispondente all’ital Gentiluomo, cui Gentleman con i vari Gentleman driver “autista”
dove DRIVER si traduce in guidatore (pron draiver), utilizzato in terminologia informatica cui Key driver (con KEY chiave),
Gentleman rider “fantino” con TO RIDE cavalcare, (pron raid), cui il glb Rider in terminologia sportiva per surf e
snowboard, Gentleman’s agreement “patto fra signori” dove AGREEMENT sta per accordo e la s finale saldata al nome da
una sorta di virgoletta vale genitivo (sassone) corrispondente alla preposizione ital di, eppoi l’omologismo Gentrificaziòne
dall’ingl GENTRIFICATION dal verbo TO GENTRIFY rendere signorile in riferimnento alla ristrutturazione qualificata di
quartieri popolari. Ancora, attraverso l’ellittico ingl MISS “signora non sposata” (corrispondente all’ital Signorina questo in
via di desuefazione) di MISTRESS signora, già franc ant MAISTRESSE e corrente MAITRESSE, l’ital conta Miss
utilizzato in concorsi femminili.
Signore è dal lat SENIOR comparativo di SENEX vecchio, cui Senàto col composto Senatoconsùlto, Senatoràto, Senatoriàle,
Senatòrio, il botanico Senècio o Seneciòne (fig per la peluria, snm di Calderugia o Sollecciola), Senescènte con Senescènza,
Senìle, Senilìsmo, Senilità, Seniòre, gli obsoleti Sène snm di Vecchio, Senètta con Senettùte o Senettù o ancora Senettùdine
snm di Vecchiaia; Siniscàlco o Seniscàlco, questo un lemma composto attraverso il franc SINISKALK servo anziano… il
franc SKALK è inv dal got SKALK servo cui l’omologismo ital Scàlco con il fig Scalcàre e Scalcherìa. Da SENIOR il franc
ant ha tratto Sìre quale appellativo regale, cosi adottato in ital attestandosi via via in un’appellativo di autorità più estesa,
incluso il padre.
In persorso si ha, ricorrenti e desueti, Signoràggio, Signorànza dal prvz SENHORANZA da SENHOR signore (da evitare a
causa di una voluta sovrapposizione d’ironia con il termine Ignoranza), Signoreggiàre, Signoreggiamènto, Signoreggiàtòre,
Signorèsco con Signorescamènte, Signorèvole o Signorèvile con Signorevolmènte, Signorìa, Signorìle con Signorilmènte,
Signorilità, Signorìno, Signornò o Signòrno o l’aferetico Gnornò dalla locuzione Signor no o in aferetico Gnor no, Signorsì
con l’aferetico Gnorsì dalla locuzione militaresca Signor sì, Signoròne, Signoròtto, Signòrso “suo signore” (enclitico dal lat
SUUM suo) con Signòrto “tuo signore” (enclitico dal lat TUUM tuo), la variante Segnòre cui Segnorànza, Segnoreggiàre,
Segnorìa, Segnòrso “suo signore”.
Signoria vale Potere ed entrambi hanno il snm in Dinastìa dal gr DYNASTEIA, cui Dinàsta “signore” e il relativo Dinàstico;
in percorso ancora Dinastìni (Sottofamiglia di Coleotteri Scarabeidi) dal lat scientifico Dynastinai termine introdotto nell
prima metà del XX sec.
In ind, SAHIB vale signore, per accezione rivolto all’europeo, termine di genesi ar. Dal turco AGA signore, l’ital conta
l’omologismo Aga-àga o Agha-àgha.
L’area mediterranea prelatina contava il tema PRUTAN-PURSTAN che valeva signore, presunta origine etrusca,
sopravvissuto nell’ital Pritàno dal lat PRYTANEUM dal gr PRYTANIS signore, che pare si rispecchi nell’onomastica
relativo al mitico Porsenna, con i derivati Pritàna “periodo di tempo” e Pritàneo “edificio in cui si custodiva il fuoco sacro” e
questo potrebbe far pensare ad una connessione o sovrapposizione con PYR fuoco.
Ancora, in aramaico, la lingua di Gesù, MARTA sta per signora, cui un disusato Màrta “signora” e l’onomastico Marta.
Marta possiede il suo dim in Martina, cui vrs il risvolto mas Martino, da questo il percorso di derivazione con Martinàccio,
Martinèlla (da S. Martino, una campana fiorentina del palazzo comunale), Martinèllo o Martinètto “il piviere dorato”, l’omn
Martinètto e Martinìcca (in meccanica), il milanese Martinìtt nome dato agli orfani dell’istituto S. Martino, lo zoologico
Martin pescatore “sorta di uccello degli Alcedinidi)
Fuori percorso, gli omologismi Martingàla, questo calco del franc MARTINGALE dal toponimo Martigue in Provenza (i cui
abitanti eran noti per un abbigliamento risibile, così visto dalla presunzione di abitante della città), e Martagòne calco dello sp
MARTAGON e questo dal turco MARTAGAN una specie di turbante; ancora, Màrtora dal lat volg inv MARTORA attinto
al ted MARTHR già got MARTHUS.
\ Felino Gatto
Il lat conta lo specifico FELES per Martora “gatto selvatico”, cui Felìno e Fèlidi. Felino d’eccezione, già divinizzato
nell’antichità, è il Gàtto, la cui vita media è di 17 anni, dal lat CATTUM rintracciabile nell’ingl CAT, donde una nutrita
teoria di lemmi espliciti e composti, in percorso reale e fig, quali Gattabùia che vale “gattaia buia”, Gattàia, Gattaiòla con
Sgattaiolàre, Gattamòrta, Gatteggiamènto con Gatteggiànte e Gatteggiàre dal suo sguardo iridescente, Gattèllo questo un
sostegno o mensola a forma di gatto, Gattèsco, Gàttice snm di Albogatto, Gattòfilo, Gattomammòne, Gattonàre col pref
Aggattonàre, Gattòni questo un avverbio, Gattopàrdo (con il lat PARDUS già gr PARDOS pantera) che svoltosi nel franc
GUEPARD è ritornato in ital con Ghepàrdo, Gattùccio questo sia uno squalo col snm fig Gattopàrdo sia una specie di sega,
eppoi Pescegàtto che i giapponesi chiamano NAMAZU poiché nei loro miti provoca i terremoti.
Tra i gatti si contano, oltre al Gatto d’Angora che appare altrove nel testo, le locuzioni, Gatto Persiano e Gatto Siberiano
questo l’unico a non provocare allergie all’uomo, grazie a una particolare proteina della sua saliva.
Fuori percorso l’omologismo Gatò o il brutto Gattò ricalcati sul franc GATEAU 1, plur GATEAUX, focaccia, torta farcita
già ant WASTIL.
Dal verso del Gatto si ha un percorso onomatopeico con Mìcio cui Miciòne e Micètto, Miagolàre e Miagolìo con
Miagolamènto, Miagolàta e Miàgolo, le voci imitative Miào e Mào, della serie M UL cui il lat MIAULARE e allo stesso
percorso appartiene il termine Moìna meglio Moìne; termini alieni Maòna questo omologismo dall’ar MA’UN vaso svoltosi
fig in “galleggiante-galeazza” e l’omn Maòna snm o variante di Magona dall’ar MAUNA appoggio-aiuto per sorreggere”
vrs in connessione rad col primo; infine, Maònia “sorta di arbusto” è il termine in onore dello studioso botanico B. Mac
Mahon (1775/1816). Miao s’è svolto nell’onomatopeico Gnào o Gnàu cui un fig Gnaulàre con Gnaulòne snm di Lamentarsi e
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Lamentone.
La struttura di Miagolare con Miagolio è analoga a quella di Pigolàre con Pigolìo, questi dalla serie P UL cui il lat PIULARE,
con Pigolamènto e Pigolòne.
Pigolare ha il suo snm in Pipilàre inv dal lat PIPILARE svoltosi nel volg PIPIRE dalla serie onomatopeica PI O PI O cui
Pippiòne dal lat PIPIO svoltosi nel volg PIPJO cui Picciòne con il fig Piccionàia, il dim Piccioncìno, la locuzione Piccione
viaggiatore; il verso del Picionne è l’onomatopeico Grugàre dalla serie GRU GRU.
Pigolàre, ancora, ha il snm in Pipiàre cui il fig Pipinàra o Pipinàro “gruppo di ragazzi rumorosi”; in percorso ancora da
PIPIRE il lat PIPA cui Pìva snm di Cornamusa, Pivètta il fig Pivèllo con Pivellìno, la locuzione Tornare con le pive nel sacco
ovvero “a mani vuote” . Da non equivocare con Pipìno o Pippìno questo relativo al Partito Popolare di Don Sturzo (1919).
\ Per tradizione araba, il gatto casca sempre ammortizzandosi sulle quattro zampe, salvandosi la vita, per grazia che riceve da Maometto.\
Tra i Felidi c’è la Lìnce dal lat LINX LINCIS già gr LYNKS LYNKOS cui Lìnceo o Lincèo, Lònza attraverso il volg
LUNCJA; dal gr KARAKULAK orecchio nero, l’ital conta l’omologismo Caracàl o Caràcal, sorta di lince africana e
asiatica.
L’omn Lònza è dal lat LUMBEA aggettivo di LUMBUS attraverso il franc LONGE, cui Lòmbo che sta per “massa
muscolare” con Lombàggine, Lombàre, Lombàta con Lombatìna, i composti Lombosacràle in riferimento all’osso sacro,
Lombalgìa, il prefissato fig Allombàto “animale domestico ben pasciuto”. Esiste un Lònzo che sta metaf per “snervato”.
C’è ancora il Pùma omologismo di voce quechua detto anche Coguàro omologismo dal franc COUGUAR a sua volta dal
portoghese CUCUARANA che aveva corrotto la grafia dal guarinì SUSUARANA.
1
Dalla cucina francese l’ital ha ancora adottato l’omologismo Ragù (dal XVII sec), cui Ragutièra, da RAGOUT di RAGOUTER provocarestuzzicare appettito e Supplì (dal 1846) attraverso SURPRISE sorpresa poiché questo contiene tradizionalmente un ripieno a piacere.
Sartù (1959) “sformato di riso” riccamente farcito, della cucina napoletana, che sembrerebbe franc, è vrs un derivato dal lat SATUR saturo, e
se così fosse sarebbe un risvolto metatetico.
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LACUNA LAGUNA LACRIMA
LACUNA
Lacùna è dal lat LACUNA mancanza derivato da LACUS, cui Lacuàle, Lacunàre, Lacunosità, Lacunòso,
Lacùstre. Esiste, inoltre, in lat tardo LACCUS fossa, cisterna - cui Làcco avvallamento del terreno ma anche
Làcca con Laccolìte - che con il gr LAKKOS fossa, da tema med LAKKA forma di terreno, si richiamano al rad
LAK, che avrebbe viepiù condotto al tema med LAMA piano paludoso cui inv il lat LAMA e l’ital Làma
pantano con Allamàre “impantanare” cui Allamàto, Slamàre”smottare” omn di Slamare da Amo; da includere il
toponimo Lecco.
Evidente la connessione tra LACUS lacuna e LACCUS fossa. Lacùna è fig Assènza, questo dal lat AB ESSE
essere lontano... cui Assentàre, meglio Assentàrsi da ABSENTARE, Assènte dal Pp ABSENS con Assenteìsmo,
Assenteìsta, Assenteìstico e la congiunzione-preposizione Sènza o il desueto Sànza, con i composti Senzacàsa,
Senzadìo, Senzalavòro, Senzapartìto, Senzapàtria, Senzatètto “privo di casa-barbone”, sostantivati da precedenti
locuzioni.
Tornando alla rad LAK, questa ha prodotto una discendenza straordinaria, cui l’omn Làcca tumore alle gambe
delle bestie da tiro, vrs svoltosi nel senso fig da Lacca relativo al terreno, ancora, Laceràre-Làcero da LACER
stracciato con Laceràbile cui Lacerabilità, eppoi Laceramènto, Lacerànte, Laceratòre e Laceraziòne, Lacèrna inv
da LACERNA mantello a cappuccio (nel cappuccio c’è il vuoto, fig “fossa”), Lacèrto da LACERTUS
brandello, frammento, anche fig muscolo cui Lacertòso e un pesce questo con la variante sett Lanzàrdo,
Lucèrtola da LACERTULA con Lucèrtolo, Lucertolàre e Lucertilòne, le cui misure possono raggiungere i due
metri; LUCERTOLA è il dim lat di LACERTA mancante di vertebre ovvero muscolo cui Laceèrtidi (Famiglia),
Lacertifòrme, eppoi Lacìnia inv da LACINIA brandello, Laciniàto questo sta per ridurre carta, stoffa... in lacinie.
Il termine Lancinàre, col Ppres Lancinànte, è da una variante LANCINARE attestatasi per Lacerare.
Lacònico “sobrio, mancante di retorica” è fuori percorso poiché è dal gr LAKONIKOS da LAKOS spartanodella Laconia, fig per il suo modo “spartano” di condurre la propria esistenza; un suo snm è infatti Spartàno, con
Spartanamènte, da Sparta, la città greca, rivale di Atene, dove fin da giovani si veniva educato all’austerità, alla
severità ed alla sobrietà.
L’ital conta ancora l’om Làcca gomma cui il composto Laccìfero, dal lat medv LACCA con rad indostana
LAKH e, infine, vrs in connessione con questo, un ulteriore omn Làcca omologismo dall’ar LAKK di genesi sct
LAKSA col valore di migliaia, cui il colorante vegetale Làcca con Laccàre, Laccatòre e Laccatùra, il composto
Laccamùffa; il riferimento è fig poiché la sostanza viene prodotta da migliaia di insetti. Il termine si rintraccia
nel ted LAKMUS, nell’ol LAKMOES.
Riappare sempre il rad LAK; se ne può dedurre che al primo contatto della lacca, gli uomini l’abbiano
immediatamente identificata inconsistente-mancante di solidità, e chissà se la fonte ispiratoria per il percorso
semantico LAK-LAKH-LACCUS non sia stata giusto quest’immediata sensazione.
Termine collaterale a LACCUS, dal lat FOVEA fossa, tana, in connessione col gr PHOLAS, l’ital conta Fòggia
col snm-omn Fòggia svoltosi in “aspetto” con Foggiàre, Foggiatùra, e Sfoggiàre e Sfòggio (pref S intensivo),
Folàde “che sta in tana (mollusco)” con Folàdidi (la Famiglia), il toponimo della città di Foggia; dal verbo
FODERE scavare, sono giunti il friulano Fòiba da FOVEA, Fòssa da FOSSA e Fòsso da FOSSUS con Fossàto e
Fossòre (questo vale Becchino o Beccamorto), il prefissato Effossòrio dal Pp lat EFFOSUS scavato fuori (EX
d’estrazione) cui la locuzione Macchina effossoria snm di Scavatrice, eppoi Fòssile dal lat FOSSILIS “che si
recupera scavando” con Fossilizzàre, Fossilizzaziòne, la locuzione Fossa del grano, il composto Fossilìfero e,
con i pref, Affossàre-Infossàre, tutti in connessione rad con il lemma Fogna.
Dal gr BOTHROS fossa, sono giunti, inoltre, l’espicito Bòtro e Borràna (questo omn di Borrana “pianta
erbacea”), Bòrro e Burròne questo accr del primo. Dal tema med GAVA fossato, l’ital ha coniato Gavòne,
Gavònchio “pesciolino dei fossati” e vrs le connessioni fig con Gavètta e Gavitèllo.
Nel termine Gaviàle, dal lat GAVIALIS coccodrillo e dal franc GAVIAL, si potrebbe alludere ad una
connessione col tema med GAVA, poiché questo grosso rettile vive nei fossi, ma l’etim lo vuole derivato
dall’indostano GHARIYAL; nulla toglie, tuttavia, ad un’ipotetica parentela d’area indoeur.
\ Fossa del grano
Nel bacino mediterraneo, sin dall’antichità, era in uso la pratica delle Fosse del grano, ossia degli appositi granai sotterranei
per la conservazione del grano e dei cereali. Queste erano scavate in genere per 8 mt, di forma ovoidale o a campana, e le
pareti erano rese impermeabili con un sistema il cui materiale primo era la paglia. Le imboccature, a livello del suolo, erano
sigillate con ammasso di terra su copertura di tavole, al centro della quale era praticato il foro dove si conficcava un cono
sempre di paglia e che fungeva da tappo. Gli esperti incaricati al recupero delle granaglie sarebbero stati chiamti Carlentin a
partire dal medioevo, almeno nel foggiano, un termine che, si sarebbe attestato grazie all’influsso linguistico delle genie
nordeuropee, poiché pare un omologismo etim connesso con il nordico KERLING abitacolo che avrebbe dato anche
Carlinga nel XX sec con l’avvento dell’aviazione.
Sulle fosse, durante le carestie, s’accalcavano frotte di affamati alla ricerca di una manciata e le cronache descrivono cadaveri
ammucchiati di gente d’ogni età, morti di fame o trucidati dalle milizie incaricate alla vigilanza. Fosse del grano, oggi
monumenti storici, sono ancora visibili in un popoloso quartiere di Foggia, già antica area appunto identificata con Piano
delle fosse. Una coincidenza vuole la città di Foggia e Fossa del grano legate da una rad comune.
\ Galassia Latte Caffè Tè Cioccolata
Il termine lat LAC d’origine indoeur sta per Làtte, questo coniato dal genitivo LACTIS; la forma arcaica pare fosse stata
GLAC GLACTIS, donde il gr GALA GALAKTOS latte ed il pref ital GALA o GALATTO per Latte, cui Galalìte “pietra
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latte” (col suff ITE per minerali), Galàssia latteità (fig termine astronomico), Galattagògo (Lattagogo) questo termine
medico, col suff gr AGOGOS che conduce, Galattàno, Galàttico, Galattìte, Galattòfago, Galattòforo, Galattògeno,
Galattòmetro, Galattopoièsi (col gr POIESIS formazione), Galattorrèa (suff dal gr RHEO scorro), Galattosìde composto con
Lattosio col suff chimico IDE, questo, con il plur IDI, adottato in chimica ad indicare composti organici e, meno frequente,
inorganici; in antropologia a designare l’appartenenza ad un ceppo, omologato storicamente per evidenziare una discendenza
dinastica. Il percorso continua con Galattòsio (Lattosio), Galattourònico (suff dal gr URON urina) e il prefissato Agalassìa o
Agalattìa (A privativo) vale “privo di secrezione lattea”; termine alieno Galànga “rizoma” inv dal lat GALANGA ma già ar
KHALANGAN.
Dalla forma più moderna lat, si contano termini, sovente in complanare, quali Lattagògo (Galattagogo) o Lactagògo, Lattàio,
Lattaiòlo, Lattànte, Lattànza, Lattàre con Allattàre e Slattàre, Lattarìna con Lattarìno o Latterìno, Lattàrio, Lattàta e Lattàto,
Lattatrìce, Lattaziòne, Làttea e Làtteo da LACTEUS cui una variazione in Làzzo “sapore acidulo del latte” e fig “stridulo”
(omn di Lazzo da Laccio), Latteggiàre, Latterìa (suff sostantivante ERIA che qui vale “vendita di (latte)”, Lattescènte con
Lattescènza dall’incoativo LACTESCERE diventar latte, eppoi Làttice o Lattìccio dal lat LATEX LATICIS liquido-succo
lattiginoso, sovrapposto a Latte; nel percorso di LATEX l’ital conta Làtice e Laticìfero. Il percoso ital dal lat LACTIS latte
continua con Latticìno o il corrente Latticìni, Làttico, Lattìme, Lattìmo, Làttide (Lattico con suff chimico IDE), Lattièra con
Lattièro, Lattìzio, Lattòne, Lattònzo e Lattònzolo (inc con Lonzo), Lattòsio (Galattosio), Lattòso, Lattùga o Lattùca dal lat
LACTUCA (per l’umore lattiginoso) con Lattughèlla e Lattugòne dall’aggettivo LACTUCUS cui Lattucàrio da
LACTUCARIUM più esplicito rispetto al lat; la Lattuga selvatica è anche chiamata Erba bussola per la caratteristica delle
foglie di orientarsi verso il sole. Eppoi, l’ital conta i composti Lattalbumìna o Lattoalbumìna, Lattodensìmetro, Lattodòtto,
Lattàme o Lattammìde (con Ammide), Lattemièle, Latticemìa (col gr HAIMA sangue), Lattivèndolo (suff VENDOLO),
Lattìfero, Lattìfugo, Lattìgeno con Lattiginòso o Latticinòso, Lattobacìllo con Lattobacillàcee, Lattodensìmetro (con Densità
e Metro vale “misuratore della densità”), Lattodòtto, Lattofermentatòre, Lattoflavìna, Lattogènesi con Lattogenètico e
Lattògeno, Lattoscòpio, Lattòsio (suff chimico OSIO che indica “carboidrato”) cui Lattàsi (suff chimico ASI), la locuzione
fig astronomica Via lattea. Il termine Pluriverso, al tempo di Kant, era riferibile all’insieme delle galassie, dato che fu questi
ad intuirne l’esistenza di altre di là della Via lattea.
In associazione a Latte, si elencano Caffè, Tè e Cioccolata.
Caffè è l’omologismo dall’ar QAHWA cui il turco KAHVE svoltosi nell’ital Caffè, cui il fig Caffeàno “vomito dal colore di
caffè”, gli aggettivi Caffeàrio e Caffèico, l’adattamento Caffeàus dal ted KAFFEEHAUS rivendita del caffè, Caffeìna (suff
chimico INA), Caffeìsmo, Caffetterìa, Caffettièra e Caffettière su ricalco del franc CAFETIERE e CAFETIER, i composti il
fig Ammazzacaffè, Caffeìcolo, Caffeìfero, Caffeologìa o Caffeomanzìa (suff MANZIA “divinazione”) con Caffedomanzìa
che che sta pe “esame dei fondi di caffè” Caffettière e i composti Caffelàtte o Caffellàte, Cafòrzo (caffè ed orzo) questo
coniato dai futuristi, Dosacaffè, Macinacaffè, Tostacaffè, il prefissato Decaffeinàre attraverso il franc DECAFEINER (pref
DE sottrattivo e che vale “togliere la caffeina”) con Decaffeinàto il cui ellittico è Decaffè, eppoi Decaffèinaziòne,
Decaffeinizzàre, Decaffeinizzaziòne.Il termine ricorrente Nescafè è tratto dalla locuzione NESTLE CAFE (Nestlé café) dove
il primo termine è un noto marchio registrato svizzero e il secondo è in franc. Fuori percorso l’omologismo Caffetàno o
Caffettàno o ancora Caftàn e Caftàno, ricalcato dall’ar QAFTAN già persiano KHAFTAN. Il Caffè è il primo prodotto
d’esportazione mondiale dopo il petrolio.
\ Quale prova della genuinità del caffè in polvere, è controllare se una discreta quantità (il contenuto di un cucchiaino) resta a galla in una
tazza o bicchiere d’acqua; se tutta o in parte affonda è certezza di misture. \
Tè, un omologismo, è dal cinese T’E transitato dal franc THE connesso all’ingl TEA, cui Tèa (varietà delle rose colorate
come il tè), Teàcee (la Famiglia), Teièra, Teicoltùra, Teìna (alcaloide chimicamente “caffeina”) cui il prefissato Deteinàre
con Deteinàto (DE sottrattivo); fuori percorso il lemma Teatìno, questo identifica l’abitante di Chieti, appunto l’antica Teate.
Alla Famiglie delle Teacee appartiene la Camèlia, nome imposto dedicato al suo importatore dal Giappone J. Kamel
(1661\1706), da non associare a Camelina (Ved Lino da LINON). La pianta dalla quale si ricava il Tè è indicata con il lat
scientifico CAMELIA SINENSIS “Camelia cinese”
\ Un antico proverbio cinese recita che “se vuoi essere felice tutta vita coltiva le camelie”.\
Dal franc CABARET servizio da tè, è sorto fig il termine CABARET per locale non proprio signorile, questo meglio
attestatosi, cui l’ol CABRET, il piccardo CAMBRETTE piccola camera, l’omologismo ital Cabarè, che vale l’uno o per
l’altro, cui Cabarettìsta (col suff ISTA di collegamento ad un mestiere in omn col suff ISTA di collegamento ai sostantivi in
ISMO), Cabarettìstico.
Cioccolàta è un omologismo dall’azteco CHOCOLATL transitato dallo sp CHOCOLATE, cui Cioccolàto, Cioccolatìèra. Gli
Aztechi occupavano l’attuale Messico al tempo dell’invasione spagnola, ma essi si chiamavano MEXICA cui l’attuale
toponimo nazionale Mèssico con Messicàno e quello della capitale Città del Messico.
Nelle Filippine, l’oronimo Colline di cioccolato hanno la loro leggenda: sarebbero sorte dalle lacrime di un gigante, triste per
la perdita della sua compagna.
Durante il fascismo, l’autarchia suggeriva di consumare Carcadè, Zabaione, Chinotto, Idromele. Carcadè è l’omologismo
dall’eritreo KARKADÈ, una bevanda acidula di colore rosso ottenuta con l’infuso di petali e sepali di una pianta delle
Malvacee. Lo Zabaiòne, o Zabagliòne (attestazione errata), ovvero il tuorlo d’uovo sbattuto, è dal lat SABAIA specie di
bevanda che per il suo colore ricorda la birra, termine d’origine illirica. Il termine Chinòtto da China 1, questo l’antico nome
della Cina erroneamente pronunciato, è la bibita aromatizzata con un estratto dall’omonima pianta delle Rutacee. Idromèle,
infine, dal lat HYDROMELI, inv dal gr, è la composizione di HYDOR acqua e MELI miele.
Cìna prende il nome dal suo imperatore storico Qin Shi Huangdi, ideatore della Grande Muraglia Cinese e sepolto in un imponente
mausoleo, circondato dall’Esercito di terracotta. Il nome è pervenuto in occidente attraverso il ptg CHINA (pron scina) già lat SINAE dal gr
SINAI cui Chìna (inchiostro di Cina), Chinèse e Cinèse; Chineserìa e Cineserìa dal franc CHINOISERIE, da tardo 1800, è il termine che va
ad indicare ninnoli e suppellettili di costruzione o d’imitazione cinese; ma è sfociato ad indicare tutta una banale oggettistica (kitsch). Eppoi,
Cinesìno, Cinesizzàre, il glb composto ingl Chinatown “quartiere cinese” con TOWN città, i glb franc Chinè “striato” e Chinois “passino a
forma di cappellino cinese capovolto”, il pref SINO per composizioni quali Sinologìa con Sinològico e Sinòlogo, Sinotibetàno che indica il
cinese del Tibet e da questo Tibetàno.
In associazione a Tibet si ha Sherpa quale glb dal tibetano SHAR PA uomo dell’est ossia appartenente agli SHARPA, questa la tribù
1
himalaiana che vive lungo le pendici meridionali dell’Everest; i cui uomini, gli Sherpa, sono noti per essere utilizzati come guide e portatori sulle loro montagne.
Tornando ai derivati “cinesi”, il lessico politico si è appropriato di Cineseria, Cinèse, Cinesìsmo, Cinesizzànte, per intendere, metaf o
effettivamente, atteggiamenti e comportamenti speculari della Cina comunista. Fedele al gr-lat si conta il lemma Sinàntropo (lat SINA e gr
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ANTHROPOS) che indica l’ominide fossile scoperto nei pressi di Pechino corrispondente all’Homo erectus.
Nel 2008, da un recente censimento, la popolazione cinese sarebbe di 1 miliardo e 300 milioni.
Il più noto dei cinesi contemporanei è Mao Tse tung (1893/1976) cui gli omologismi Maoìsmo e Maoìstico.
Dalla capitale Pechino, cui il demotico Pechinese, l’ital conta Pechinèse quale razza di cane snm di Spaniel.
LAGUNA
Lagùna è il lat LACUNA con lenizione veneziana di c in g. Sono i discendenti del ramo g i termini Làgo,
Lagòne, un composto Lagostàgno, Lagunàggio e Lagunàre (quest’ultimo per accezione “della laguna” a
Venezia. Il Lago Garibaldi, diversamente da quanto si possa credere, è geograficamente posto in Canada.
\ Il MOSE (semi)acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico è l’invenzione che dovrebbe risolvere sensibilmente il drammatico
fenomeno dell’acqua alta a Venezia. Alcuni di questi marchingegni dovrebbero essere posti di fronte alla millenaria città, barattando una
relativa tranquillità dalle maree con la definitiva deturpazione ambientale. Da un’indagine giornalistica proposta da due quotidiani veneziani,
al dicembre del 1998, l’orientamento popolare pare orientato favorevolmente alla sua istallazione: per Nuova Venezia, il 43% di Sì contro il
32% di No ed il 25% d’astenuti; per il Gazzettino, sono 942 i favorevoli tra 982 intervistati.\
Esiste un pref LAGO che non ha nulla di questo percorso, poiché è dal gr LAGOS lepre cui Lagocefàlidi (col gr
KEPHALE testa, Famiglia di pesci), Lagoftàlmo (col gr OFTALMO vale “malformazione palpebrale” ovvero
Occhio di lepre), Lagomòrfi (Ordine di mammiferi), Lagòstoma (col gr STOMA bocca altrimenti detto Labbro
leporino).
Lagòtrice o Lagòtriche dal lat LAGOTHRIX (col gr THRIX TRICHOS pelo) è un Genere di scimmie, altrimenti
dette Scimmie lanose, fig per il pelo che ricorda quello delle lepri, suddivise in LAGOTHRICHA questa dal
grigio-giallastro al marrone-nero, in FLAVICAUDO questa di colore mogano, con il lat FLAVERE colore oro e
CAUDA coda poiché l maschio ha un ciuffo di peli gialli sui genitali.
Il pendio di un lago montano è detto Pentìma, termine introvabile da inv tema med PENTIMA; azzardata
connessione col termine Pentèlico dal gr PENTELIKOS monte, marmo bianco greco.
Sinomini di Lago si contano Gòra, da un tema med GAURA dal lat medv GAURUS canale, e Bacìle con
Bacìno, Bacinèlla, dal gallo-romanzo BACCINUM dal lat BACA cosa gonfia e quindi anche Bàcca, questo già
dal tema med BAKKA frutto cui Bàgola dal dim lat BACULA con Bagolàro “albero delle Ulmacee” e fig
Bàgola con Bagolòne questi snm di Chiacchiera e Chiacchierone’, i composti Baccìfero, Baccifòrne e vrs
Bàccara (sorta di pianta, adottato dal XVI sec) dal lat BACCAR già gr BAKKARIS snm di Asaro-àsaro (già dal
XIV sec) questo dal lat ASAUM già gr ASARON, con il dim Baccarìna o Baccherìna (sorta di pianta erbacea)
snm di Conìza questo dal gr-lat CONYZA, da non includere Conizzazione questo da Cono. Bacinètto fig “elmo”
è dovuto al transito dal franc ant BACINET, moderno BASSINET da BACIN cui vrs Bassìna “recipiente di
rame” con Bassinatòre, sovrapposto al termine Basso. Cinèlli è un termine antiquato che sta per piatti,
abbreviazione di (Ba)cinelli. L’ital conterebbe ancora in questo percorso un Baciàsca, che vale “piletta di rame”
(per lavre i bicchieri) nelle cantine e taverne.
Bacìno, snm di Pelvi dal lat PELVIS catino, è anche anatomico ed il gr conta lo specifico PYELOS cui
Pielografìa, Pielogràmma e Pielonefrìte questo composto col gr NEPHROS rene (adottati dal XX sec). Il gr
conta ancora EILEOS “osso del bacino, porzione dell’intestino, arresto intestinale” cui il lat ILIA fianchi e l’ital
Ileo-ìleo o Ilio-ìlio con gli aggettivi Ileàle e Ilìaco (questo omn di Iliaco dal toponimo Ilio altrimenti Troia), il
patologico Ileìte (suff medico ITE) o Ileopatìa, ancora i composti Ileocecàle (da intestino cieco), Ileostomìa (suff
dal gr STOMA bocca); termine alieno Ilidi-ìlidi (famiglia di Anfibi Anuri) dal gr YLAO abbaiare connesso col
tema med LA lamento.
Stàgno, omn del metallo, è dal lat STAGNUM palude, come il primo forse d’origine celt, rintracciabile infatti
nel franc ETANG, cui Stagnamènto, Stagnànte, Stagnàre (omn di Stagnare “rivestire di stagno), Stagnìcola,
Stagnicoltùra, e fig Ristàgno, Stagnàrsi, Stagnaziòne; però, vrs il termine Stagno “acquitrino” può essere stato
ispirato fig allo stagnamento dello stagno metallo allo stato liquido. Nel percorso, l’omologismo ellittico
Stagflaziòne, in ambito d’economia, attraverso l’ingl STAGNATION stagnazione e INFLATION inflazione.
Altri termini, talvolta resi snm, Pòzza, Pozzètta e Pozzètto, Pòzzo, cui un prefissato Contrappòzzo e la locuzione
Pozzo di luce, dal lat volg PUTJUS erede del class PUTEUS, cui Puteàle, Puteolàno (di Pozzuoli), Pozzolàna
con Pozzolànico dalla locuzione lat PUTEOLANUM POLVEREM “sorta di tufo”, Pozzànghera, questo adattato
da un sett POCCIANGHERA o POCIACHERA inc con Fango, Soppozzàre questo col pref SUB, da
SUBPUTJARE, vale immergersi nel pozzo; Pùzza o Spùzza (pref S intensivo) e Pùzzo dal lat volg PUTJUM,
connesso con PUTJUS di Pozzo in associazione all’odore sprigionato, cui Puzzàre o Spuzzàre da PUTERE
puzzare, con Puzzachiàre o Puzzichiàre (suff attenuativo ICCHIARE), Pùzzola (mammifero dei Mustelidi) cui
Formica puzzola (sorta di formica che emana odore sgradevole), Puzzolènte o Puzzolènto con Puzzolentemènte,
Puzzonàta da Puzzòne, Puzzòre e Puzzòso, il prefissato Appuzzàre (pref AD) anche fig “corrompere”.
Dal tema med DRAUSIA-TRAUSIA, sovrapposto al long TRAUSAN precipitare, è pervenuto Tròscia (adottato
dalla seconda metà del XIII sec), con il snm Pozzanghera questo già ricorrente nel 1306.
L’ar conta AL GIUBB pozzo tradotto nello sp ALJIVE, cui la locuzione BOVEDA DE ALJIVE arco di cisterna,
passato fig nel franc OGIVE e da questo l’ital ha tratto l’omologismo Ogìva “arco acuto” con Ogivàle, termini
utilizzati nell’architettura gotica.
\ Secchia
Nel pozzo si cala la Sècchia o il Sècchio, con Secchiàio, Secchiàta, Secchièllo e il fig Secchiòne “sgobbone”, dal lat
SITULA-SITULUS, con normale caduta della vocale u e normale passaggio del gruppo tl in cl, attestatosi via via in SITLA,
SICLIA, SICCHIA, SECCHIA. Sìtula è il sopravvissuto termine archeologico per ricordare i secchi artigianali di alcuni
popoli antichi, quali i veneti, meglio venetici, questi attestatisi dal VIII sec aC nella regione compresa tra il lago di Garda, il
fiume Tagliamento, i monti del Cadore e il Po, e che contavano Este e Padova tra i loro centri principali ; furono romanizzati
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tra il II ed il I sec aC. L’origine etim potrebbe essere connesso, almeno per inerenza, con la rad GWHYTIS siccità, che
avrebbe portato al lat SITIS e all’ital Sete (Ved Fame Sete in Noto…). Il termine fig Secchione “sgobbone” ha un suo snm
glb dall’ ingl in Geek questo però relativo all’uso dell’Internet.
Dal normanno ant BIDHA secchio, il franc conta BIDON cui l’omologismo Bidòne 1 con i derivati e fig quali Bidè, o il glb
Bidet, dal dim franc BIDET, Bidonàre, Bidonàro, Bidonàta, Bidonatòre, Bidonìsta (col suff ISTA di collegamento ai
sostantivi in ISMO, qui un Bidonismo sottinteso non linguistico). Il composto inv dal franc Bidonville questo agglomerato di
baracche utilizzate come abitazioni, fig bidoni.
1
Bidòne vale anche quale Truffa o Imbroglio, vrs dal fatto che dopo l’incauto acquisto, l’acquirente lo scopre completamentre vuoto del
contenuto pattuito; pertanto ne ricava unicamente un bidone.
\ Fonte Pollone
Fònte, con i derivati Fontàna, Fontanile, Fontìcolo, Fontanàzzo, dal lat FONS connesso al sct DHANAYATI scorre; Pòlla
(vena d’acqua sorgiva) con l’accr Pollòne “germoglio” cui Pollonèto “vivaio”, meritano una particolare descrizione: termine
devb da un raro Pollàre dal lat PULLARE germogliare, questo denm da PULLUS piccolo nato cui Pòllo in percorso con
Pollàio, Pollaiòlo, Pollàme (suff AME per collettivi), Pollàstra e Pollàstro (suff ASTRO) e Pollerìa; Pollo comprende sia il
gallo sia la gallina ma il termine s’è attestato nell’indicare l’animale maschio.
In ingl CHICKEN vale pollo cui la locuzione glb Chick lit “lettaratura adatta per le ragazze (pollastrelle)”.
Il percorso conta ancora Pollìna “lo sterco”, l’aggettivo Pollìno da PULLINUS, eppoi Poiàna dal volg PULLIANA col snm
Bozzàgo o Buzzàgo e Bozzàgro o Buzzàgro attraverso il prvz BUSAC dal lat BUTEO BUTEONIS specifico per poiana; da
BUTEO con il pref SUB (con valore di simile) si ha il termine Subbùteo “gioco del calcio da tavolo” nome imposto
dall’ornitologo P. Adolph nel 1947, ispiratosi al Falco subbuteo snm di Falco lodolaio “che caccia le allodole”.
Il percorso conta ancora Pollànca dal napoletano Pullanca, eppoi Pulèdro o Polèdro o ancora Pollèdro da PULLETRUM,
Pulcìno da PULLICINUM cui il fiabesco Pollicino, Pullulàre mettere al mondo dei piccoli, termine questo semant in essere
gremito cui Pullulamènto, Pullulaziòne, e i vari personaggi quali Pollicino, Pulcinella questo dal napoletano Polecenella dim
di Polecino (Pulcino) vrs ispirati o sovrapposti al lat PULICELLAM pulzella. In percorso il prefissato Appoiallàrsi con
Appollaiàto, i composti Pollicultùra o Polliciltùra con Pollicultòre o Pollicoltòre, Pollivèndolo. Dalla locuzione lat RAMI
PULLUM pollone del ramo è nato il termine Rampòllo, questo attestatosi fig nel valore di “diretto discendente di una
famiglia”, cui Rampollàre, Rampollamènto e Rampollàto.
Sorta di grosso pollo, uccello sudamericano, l’ital conta l’omologismo Caimìchi di voce caribica.
Dall’Ottocento, s’è attestato il snm Clòne attraverso il gr KLON rampollo-germoglio cui Clonàre con Clonàggio, Clonàle e
Clonaziòne; ma anche Clòno, cui Clonìa e Clònico, attraverso KLONOS agitazione, in connessione col primo (s’immagini
l’agitazione di una polla d’acqua).
Pollino, oltre al relativo di Pollo da PULLUS, sta per scuro, nero, questa volta dall’omn PULLUS connesso col verbo
PALLERE apparire di colore grigio, cui Pàllido, Pallidèzza, Pallidità, Pallidòre col prefissato Impallidìre, l’oronimo Pollino,
Pòlline con Pollinòsi (suff medico OSI), e il prefissato Impollinàre e Impollinaziòne; infine, da rad POL variante di PEL
pulire cui il lat PULVIS polvere, il percorso ital Polènta o Polènda o ancora Pulènda dal lat inv POLENTA, che stava per
farina d’orzo poiché il mais è conosciuto dalla scoperta dell’America, cui Polentàio, Polentièra e Polentìna.
In Valtellina è comune la locuzione Polenta taragna dove Taragna è l’apposito bastone per mescolarla, un termine questo
che appare d’origine onomatopeica da affiancare al composto Tarabùsto “sorta di ant cannone a canna corta”.
Màis è l’omologismo dallo sp MAIZ ricopiato da MAHIZ di genesi arawak, cui Maizena “farina di mais” e poi Maiscoltùra o
Maiscultùra con Maiscoltòre o Maiscultòre, ma anche Maìdico, Maidìcolo e Maidìsmo dal lat scientifico MAYS MAYDIS
ricordando che il mais non era conosciuto dai latini e pertanto tale declinazione è una modernizzazione del XX sec. Il gr,
però, da una rad indoeur, conta MAZA pasta d'orzo e l’assonanza appare straordinaria, tale da confermare storicamente il
mito che i progenitori di questo gruppo linguistico dell’America centromeridionale, assieme al Tupi e il Guaranì, abbiano
attraversato lo Stretto di Bering (dall’Europa all’America) 50mila anni fa, ancora remoti i tempi rispetto all’invasione Kurgan
in Europa (4400 anno fa) foriera della lingua, della cultura indoeuropea, rispetto alle escursioni vichinghe nel nuovo
continente e alla di questo riscoperta colombiana.
Fuori percorso il termine ippico Maiden, un glb ingl che sta per “vergine” in riferimento fig ad un cavallo che scende in pista
per la prima volta o che non ha mai vinto.
Dal tema rad PEL POL l’ital conta ancora Pùla (dal XIV sec), cui Spulàre e Spulatùra (pref S sottrattivo), d’inv tema med
PULA pulviscolo- cascame di trebbiatura, snm di Crusca o Lolla. Dal gergo franc POULE pula, l’ital ha adottato l’esot volg
Pùla per “polizia”. Il percorso prosegue con Pòlta o Pùlte dal lat PULS PULTIS, cui Poltìglia, con Poltigliòso, transitato dal
franc POLTILLE, Pòlvere cui Polveràccio o Polverùme, Polveràio, Polveràre, Polveratrìce e la locuzione Polvere cosmica,
eppoi Polverièra e Polverifìcio associati alla locuzione Polvere da sparo o Polvere esplosiva, detta polvere scoperta dagli
alchimisti cinesi nel 900 dC, accostando per caso alle fiamme una miscela di Carbone di legna, Salnitro e Zolfo.
Polverìna (farmaceutica) snm di Droga, Polverìno (sabbia o carbone), Polverìo, Polverizzàre con Polverizzàbile,
Polverizzamènto, Poloverizzàto, Polverizzatòre e Polverizzaziòne, Polveròne, Polveròso con Polverosità, Polverulènto o
Pulverulènto, Polvìglio, questo un esot poiché transitato dallo sp POLVILLO dim di POLVO, e il dim Polvìscolo o
Pulvìscolo.
Nel percorso prefissato e composto si contano Antipòlvere, Aspirapòlvere, Baciapòlvere, Battipòlvere, Battispòlvere o
Battispòlvero, Depolverizzàre con Depolverizzatòre e Depolverizzaziòne, Impolveràre, Spolveràre con Spolveràta,
Spolveratùra e Rispolveràre, Spolverìno “piumino o soprabito”, il sostantivo Spòlvero.
L’inglesismo Pullman non ha nulla della rad, bensì è tratto dal suo inventore G. M. Pullman (1831-1897), termine coniato
come Battista (tela), Bachelite, Dolomite, Sax e Spinetta (vedi) e come Ghigliottìna, dal suo inventore il medico J. Guilotin
(1738 – 1814).
\ L’utilizzo storico della Ghlgliottina in Francia è datato 25 aprile 1792 mentre l’ultima esecuzione risale al 10 settembre 1977 \
\ Polentone e Terrone
Diversamente da Terrone, il termine Polentòne o Pulendòne era già in uso alla fine del ‘600, nel significato di persona lenta e
pigra. La spiegazione è storica e viene dal fatto che la sintomatologia della pellagra, la terribile malattia propria di quelle
regioni dove il mais era l’alimento più unico che principale, s’innescava appunto con tali prodromi. La semantica l’ha
trasformato nell’epiteto popolare mangiatore di polenta, in risposta all’offensivo Terròne, mangiatore di terra, coniata
dall’arroganza di gente che ha dimenticato i propri trascorsi di peggior miseria e mali. (da “La pulzella delle specchie” SA
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Piazza Editore 2001)
\ Poltrona
Da un ampliamento di PULLUS piccolo nato in PULLITRUS passato nel volg PULLITER, è stato coniato, oltre a Puledro
(PULLETRUS), il termine Pòltro “puledro”; da Poltro, quale animale da trasporto, il termine è passato fig al significato di
stare comodo, quindi a letto, cui Poltrìre, Poltròna, il fig Poltròne “pigro” con il prefissato Impoltronìre.
\ Cipria Talco
Cìpria vale Polvere dell’isola di Cipro, cui il prefissato Incipriàre con Incipriàto (IN illativo), un parasnm di Cùpreo che però
vale Rame poiché è l’ellittico di AES CUPRIUM Rame di Cipro, cui Copparòsa o Cuperòsa “solfato metallico” quale
mutazione dal lat CUPRI ROSA grazie al passaggio dal franc COUPEROSE rosa di rame questo da GOUTTE ROSE goccia
rosa cui l’esot Couperose “maccdhie rossastre della pelle”. Nel percorso di Cipria, si ha Ciprièra, termine che però è da
distinguere rispetto allo specifico percorso di Cipro che conta Ciprìgno con Inciprignìre (IN illativo) in riferimento fig
all’aspro vino locale, Cìprio “di Copro” ma anche “piede metrico classico” e Cipriòta. Eppoi il distinto percorso “divino” con
Cìpride (attributo della dea Venere-Afrodite nata a Cipro) dal lat CYPRIS già gr KYPRIS cui Ciprèa, il fig Cipripèdio (il
piede di Venere col suff PEDIS) che sta per “sorta di pianta delle Orchidee”.
Un snm di Cipria (questo in corso dal 1802 nel senso di Polvere cipria) è Borotàlco (dal 1941) questo omologismo composto
con Bòro estratto da Boràce dall’ar BURAQ d’origine persiana, in percorso con Boràto, Bòrico, e Tàlco (adottato dal sec
XVI sec) questo ancora dall’ar TALQ, cui Talcoscìsto, Talcòsi e Talcòso.
LACRIMA
Làcrima, dal lat LACRIMA, dall’ant LACRUMA, è un lemma ampliato da LACRU della famiglia rad di
DAKRU. Corrispondenza nel gr DAKRY-DAKRION lacrima e nel ted TRANE. Dal gr utilizziamo il pref
DACRIO in termini medici quali Dacrioadenìte (col gr ADEN ghiandola e suff ITE per malatta acuta) e
Dacriocìsti, Dacriòlito, Dacriòma. La mutazione di D(Dakru) in L(Lacru) si è imposta per l’acquisizione del
modello sabino tra i latini. Ritorna il progenitore comune LAK di lacuna-laguna che semant ci ha condotto a
Làcrima “piccolissima cisterna d’acqua” ovvero “una goccia dall’imo” (dal profondo intimo).
Lacrima è l’equivalente di Làgrima con lenizione di c in g, com’è accaduto per Lacuna-Laguna, cui il percorso
complanare Lacrimàbile e Lagrimàbile, Lacrimàle e Lagrimàle, Lacrimàre e Lagrimàre col prefissato
Collacrimàre (CUM associativo), Lacrimàto e Lagrimàto, Lacrimatòio e Lacrimatòrio con Lagrimatòio o
Lagrimatòrio, Lacrimaziòne e Lagrimaziòne, Lacrimèvole e Lagrimèvole questi con suff ital di aggettivo verbale
attivo EVOLE, Lacrimògeno e Lagrimògeno, Lacrimòso e Lagrimòso.
Gòccia, devb da Gocciàre e questo dal lat GUTTIARE denm da GUTTA goccia cui il dim Gòcciola o Gòccio o
Gocciòlo e Gocciolàre con Gocciolòtti, vrs il lemma Guttùrnio “sorta di vino”; il termine sembra attestatosi dal
toscano Gocciare dopo aver attraversato il sett Gozzàre.
Da Gùtta, sono sopravvissuti i termini Gottàre “togliere acqua dalla barca” con Sgottàre (pref S intensivo) e
Gottàzza o Gotàzza snm di Sassola che è lo strumento per farlo, Guttaziòne, il composto Guttìfere (Famiglia
botanica, con il lat FERRE portare) snm di Ipericacee. Nel Veneto è diffuso il termine Gotto per indicare fig (in
metonimia) “un bicchiere” o “un po’-una goccia - (di vino)”. Zinzìno, infine, che vale “sorsetto” è la
composizione lemmatica di un onomatopeico Z NZ, quale fonosimbolismo per piccolo, ancora diminuito con
Zinzolìno. Dal gr STALAGMA goccia, deriva Stalagmìte (suff ITE per minerali) o, raro, Stalammìte “goccia
sorgiva” donde Stalagmìtico con Stalagmometrìa con Stalagmòmetro, e da STALAZO gòcciolo STALAKTOS
cui Stalattìte “goccia pendente” con Stalattìtico. La forza di una goccia insistente è tramandata dal detto
poipolare La goccia scava la roccia
\ Nelle Grotte di Castellana, in Puglia, ritrovate nel 1948, si possono ammirare suggestivi spettacoli di stalattiti e stalagmiti. In esse il
ricercatore Franco Anelli scoprì un singolare minerale di fosfato acido, che in suo onore è indicato con Francoanellìte; lo scienziato apparve
in RAITV per una lunga intervista nel 1960. \
Nulla in comune col ted STALAG campo base, questo un ipocoristico di STAMMLAGER, semant attestatosi
quale Campo di prigionia o Campo di concentramento o Campo di correzione. Termine alieno è ancora il
termine Staliniàno, snm di Intransigente, cui Stalinìsmo, Stalinìsta e Stalinizzàre, relativo allo statista sovietico J.
V. Dugavili, noto con lo pseudonimo di Stalin, ma la coincidenza vuole che abbia fatto grande uso dei campi di
concentramento per i suoi avversari politici, indicati con il glb Gùlag questo acronimo del russo GLAVNOE
UPRAVLENIE ISPRAVITEL’NO-TRUDOVYCH LAGEREJ Direzione generale dei campi di lavoro di
correzione.
Dal long ZAHHAR liquido gocciolante, ancora, l’ital conta l’omologismo Zàcchera o Zàccaro con Zaccheròne,
Zaccheròso e il prefissato Inzaccheràre con Inzaccheràto.
\ In agosto del 2008, in una dacia fuori Misca, s’è spento a 89 anni lo scrittore dissidente russo A. Solgenitsin, condannato nel 1945 dal
regime staliniano ad 8 anni di Lager più 3 di confino. Fu rilasciato nel 1956 e successivamente riabilitato merito della mutata situazione
politica. Autore del capolavoro Arcipelago Giulag e Premio Nobel per la letteratura nel 1970; eppure, alla caduta dello stato sovietico,
avrebbe detto “ La Russia ha smarrito la propria anima con l’occidentalizzazione e la globalizzazione…” (parafrasi di SA) /
\ Emanare Stranguria
Di derivazione celt, il lat aveva adottato MANARE per gocciolare, cui il percorso Emanàre, Emanaziòne, Promanàre.
Dal gr STRANX goccia, genitivo STRANGOS, l’ital conta Strangùria o Strangurìa già lat STRANGURIAM, questo dal gr
STRANGOURIA in composizione col suff OURIA (ital URIA) dal gr AUREIN orinare.
\ Valle Volt Ampere Fascino
La Valle di lacrime è la metaf che sta per Terra, Mondo, in cui la sofferenza è comune. L’idea della “valle” viene
dall’immagine della terra in subordine alle montagne (il cielo).
Il termine Vàlle è dal lat VALLIS, d’appartenenza a VOLVERE da rad in WEL volgere, cui Vallàta, Vallèa, Vallètto e
Vallètta, Vàllo da VALLUM semantizzatosi “costruzione a difesa” snm di Baluardo cui la locuzione storica romana Vallo di
Adriano (tra la Britannia e la Caledonia) e Vallo atlantico durante il secondo conflitto mondiale, eppoi Vallìvo, Vallòne,
Vàlva questo dal lat VALVAE battenti, imposte con Valvàre; dall’inc di VALVAE con l’ant VULBA utero il lat ha coniato
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VULVA inv in ital Vùlva (dal XIV sec), con un snm in Potta (già dal XIII sec), il composto Vulvavaginàle con il patologico
Vulvavaginìte, Vulvìte (suff medico ITE per “infiammazione”), con la variante botanica Vòlva cui Volvàre, Volvària (sorta
di pianta delle Cheniopodiacee), Volvavariàcee (Famiglia di funghi); termine alieno Vallonèa o Valonèa oppora Vallonìa o
Valònìa e addirittura in metaplasmo Gallonèa “sorta di quercia” dal gr BALANOS ghianda.
Il percorso WEL prosegue con Vilòcchio da VOLUCUM (botanica) cui Vilùcchio “fusto rampicante” con Vilucchiòne delle
Convolvulacee, Vilùppo questo attraverso il franc ENVELOPER intrecciare inc col tema med FALOPPA paglia cui Lòppa
“scoria”, Vòlgere con Volgìbile e Volgimènto, Vòlgolo, Vòlta dal volg VOLVITA (anche “soffitto curvato” attestatosi
genericamente in “soffitto semplice”, eppoi “sorta di danza” e “periodo metrico” di una strofa petrarchesca) con Voltàre,
Volteggio e Volteggiàre, Vòlto, Voltolàre e il devb Voltolìno (uccello), Voltùra, Volùbile con Volubilità. Il termine Vòlta
indica ancora “momento temporale” cui la locuzione C’era una volta, la locuzione avverbiale Questra volta o l’ipocoristico
Stavòlta; termine che dal volg VOLVITA ha seguito l’evoluzione differenziandosi nel volg mer VICATA attraverso un
VICIS che il franc aveva adottato creando il proprio ant omologismo FIEE (corretta accentazione fiée) rientrando in Fiàta
diffondendosi nel meridione d’Italia dal Duecento con l’arrivo degli angioini. Attraverso lo sp, si conta il glb Vuelta che sta
per “giro” in termini sportivi (ciclismo), pertanto La vuelta a España ha il suo omologo nel Giro d’Italia questo storicamente
dal 1905 seguito nel 1909 dal Giro di Lombardia.
Volùme dal lat VOLUMEN “rotolo” con il desueto Vilùme (suff UME collettivizzante, nel senso di libro “tante pagine da
voltare”) cui Volùmico, Voluminòso con Voluminosità, e i composti Volumenòmetro, Volumetrìa e Volumètrico,
Voluminizzàre e Voluminizaiòne; eppoi Volùta, Volutàbro o Voluttàbro “pantano in cui si rivoltano i maiali”, Vòlvere,
Volvocàcee (Famiglia di alghe), Vòlvolo (termine medico), il termine composto Voltagabbàna (1918) con Voltagabbanìsmo,
questo neologismo del XXI sec, dalla locuzione fig Voltar (o Mutar) gabbana con l’omologismo Gabbàna o Gabbàno “sorta
di mantello” dall’ar QABA tunica attraverso il franc CABAN cui il dim Gabbanèlla; Làmia (adottato dal XIV sec) è inv dal
tardo gr TA LAMIA e vale “copertura a volta (profonda)” peculiare delle abitazioni rustiche del meridione italiano dove
Lamia partecipa al dialetto, fig connesso con l’omn Làmia o Làmmia “mostro mitologico”dal gr LAMYROS vorace; vrs dal
fatto che una costruzione col soffitto a volta è molto più capiente (vorace) di quelle a soffitto piano.
Il percorso WEL conta i prefissati Avvallàre e Avvàllo, Avviluppàre, Avvòlgere con Avvolgimènto, Avvòlto e Avvoltolàre,
eppoi Avvoltòio con i desueti Avoltòio e Avoltòre da VULTURIUM con il snm Vùlture o Vultòre da VULTUR VULTURIS
attraverso la divintà etrusca Vul della stessa rad, l’oronimo Vulture e l’idronimo Volturno; ancora, Coinvòlgere con
Coinvolgènte, Coinvolgimènto e Coinvòlto, Convòlgere con Convòlto e Convolùto, Convòlvolo e Convolvulàcee (Genere e
Famiglia di piante), Devòlvere con il glb ingl Devolution, Devolutìvo e Devoluziòne, Disvòlgere e Disvòlto, Evòlvere con
Evolvènte ed Evolùto cui Evoluziòne con Evoluìre attraverso il franc EVOLUER con Evolutìvo da EVOLUTIF,
Evoluzionàrio, Evoluzionìsmo, Evoluzionìsta ed Evoluzionìstico, Inviluppàre con Inviluppamènto, Inviluppàto e Invilùppo,
Invòlgere con Involgimènto, Involtàre con Involtàta, Involtatùra, Involtìno ed Invòlto, Involtùra, Invòlucro (connesso col lat
VOLUCRA rampicante da VOLVERE), Invòlvere con Involùto, Involutìvo, Involutòrio e Involuziòne, Rivolgère con
Rivolgimènto, Rivolgitòre, Rivòlta, Rivòlto, Rivoltòso, Rivoltamènto, Rivoltànte, Rivoltàre, Rivoltàta, Rivoltàto, Rivoltatùra,
l’iterativo Rivoltolàre, Rivoltolamènto, Rivoltolìo,
Rivoltùra, Rivoluziòne, Rivoluzionàre, Rivoluzionamènto,
Rivoluzionàrio, Rivoluzionarìsmo e Rivòlvere. Il percorso conta i composti Voltafàccia, Voltafièno.
\ A parte la Rivoluzione industriale questa a carattere sociale, tra le più recenti rivoluzioni sovvertitrici dell’ordine costituito, in ordine
cronologico si contano la Rivoluzione americana (seconda metà del ‘700) seguita dalla Rivoluzione francese (fine ‘700), eppoi la Rivoluzione
Russa o Rivoluzione bolscevica agli inizi del XX sec, che ha generato la Rivoluzione cinese e la Rivoluzione cubana; questa alla fine degli
anni ’50, il cui promotore Fidel Castro, Lider maximo, ha lasciato il potere a suo fratello Raul per motivi di salute solo nel XXI sec
(2007/2008), ad onta di vari tentativi esterni politici e militari d’opposizione. Negli anni sessanta, infatti, la Crisi cubana portò il mondo
sull’orlo di un terzo conflitto, rientrata grazie al buon senso delle due potenze egemoniche. Raul Castro, in un suo pronunciamento nel luglio
del 2008, ha promesso di instaurare a Cuba un sorta di Socialismo realistico rispetto alla politica di Socialismo reale del fratello, ossia di
sostenere l’acquisizione dei redditi più alti.
Da includere la Rivoluzione del Sessantotto (1968), per opera di studenti ed operai, via via implicando (o aizzata da) la borghesia e i ceti
medio-alti, comunemente indicata con Sessantòtto, cui Sessantottìno, Sessantottèsco, Sessantottìsmo, Sessantottìsta… in correlazione storica
con il 1848 cui Quarantottàta, Quarantottèsco e la locuzione Fare un quarantotto.
Da includere Il movimento democratico delle Forze Armate negli anni Settanta del XX sec, che avrebbe condotto a una democratizzazione
nelle caserme e alla stesura parlamentare di una Legge dei Principi, la carta costituzionale per i militari sino allora in balia delle norme stilate
dalle gerarchie e non dall’assemblea legislativa. Da qui il Movimento degli uomini radar che accompagnò la categoria alla smilitarizzazione
del Servizio di controllo del traffico aereo in Italia nel 1979, questo ancora gestito dall’Aeronautica Militare, l’unico in Europa.
Il percorso continua con Sconvòlgere (da Convolgere e il doppio pref S intensivo) con Sconvolgimènto, Sconvolgitòre e
Sconvòlto, Svòlgere con un poetico Svòlvere, Svolgimènto, Svòlta, Svoltamènto, Svoltàre (S sottrattivo vale “disfare un
avvolgimento”), Svoltàre “effettuare una svolta”, Svoltàta, Svoltatùra, Svoltìsta, Svòlto con Risvòlto (RI ripetitivo) e
l’iterativo Svoltolàre, Sviluppàre da un Viluppare di Viluppo con S sottrattivo, Sviluppàto, Sviluppatòre, Sviluppatrìce e
Svilùppo, Travòlgere con un poetico Travòlvere, Travolgènte, Travolgimènto e Travòlto.
Il gr conta ELYTRON involucro, cui la voce dotta Elitra-èlitra, utilizzato in zoologia, da non equivocare col termine
Elitrasportàre questo composto con l’ellittico di Elicottero ed il verbo Trasportare perrtanto sta per “trasportare via
elicottero”.
Dal volg ital Ammalloppà inviluppare è sorto Mallòppo (adottato dal XIX sec), in snm con Bottino (già dal XIV sec) e con
l’omologismo Rififì, che appare in desuetudine, a seguito di un noto film francese “Rififi” del 1955 e della sua colonna
sonora “Le rififi” cantata da Magali Nöel, il cui termine è vrs connesso con il long HRAFFON strappare via di Arraffare.
Malloppo e Rififi sono in concorrenza con un secondo omologismo franc Grisbi (adottato dal 1963) questo vrs fig da GRIS
grigio, il colore della moneta.
Il termine alieno Vòlta è l’unità di misura di tensione elettrica, meglio Vòlt, cui Voltàggio, Voltàico col composto
Fotovoltàico, Voltaìsmo e Voltìmetro o Voltòmetro o Vòltmetro, dal nome dello scienziato A. Volta (1745 \ 1827); simile
all’associata misura di corrente elettrica Ampère dal contemporaneo M. Ampere (1775 \ 1836), cui Amperàggio,
Amperometrìa con Amperomètrico e Amperòmetro, Amperòra e Ampersecòndo rispettivamente composti con Ora e
Secondo e valgono “quantità di ampere in un’ora \ in un secondo” cui lo strumento Amperoràmetro, Amperspìra (energia
generata da una spira percorsa da corrente). Ampersecondo vale anche Coulòmb, questo da Ch. A, de Coulomb (1736\1806)
cui Coulombomètro.
Tornando nel percorso WEL, Vàlico, invece, pur presumibilmente connesso con la rad di Valle, è il devb dal lat VARICARE
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allargare le gambe, cui Valicàre, Varcàre, Vàrco, Varicàre con Divaricàre (pref DIS) cui Divaricàbile, Divaricamènto,
Divaricàta, Divaricàto, Divaricatòre, Divaricaiòne e Varàre con Vàro (termine marinaresco e fig “mettere in opera”) dal lat
inv VARARE, questo il denm da VARA, il primitivo congegno per avviare in mare le imbarcazioni, cui Varamènto, Varàta,
Varatòio.
Vàlgo è dal lat VALGUS “storto in fuori”, attestatosi in riferimento a qualsiasi arto o parte d’esso spostato patologicamente
dal proprio asse, cui Valgìsmo “angolo ottuso formato da due segmenti ossei aperto all’esterno” e pertanto il termine pare
composto con un ellittico suff GONON angolo-articolazione; il contrario è Varìsmo dal lat VARUS storto in dentro cui Vàro
questo nel tema di VARA sostegno biforcuto da VARARE, cui il fig Vàro in senso marinaresco con Varàre.
Esiste una seconda rad, WERT, che avrebbe condotto al lat class VERTERE volgere, cui Vèrtere, Vertènte, il fig Vertènza
con Vertenziàle e Vertenzialità, Vertìbile da un Vertìre, eppoi Vertècchio da VERTICULUM e la variante Bertòccio, che si
sarebbe semant consolidato nell’indicare “volgersi verso l’alto” cui Verticàle, Verticalìsmo, Verticalizzàre con
Verticalizzaziòne, Verticalmènte, Vèrtice, Verticìllo con Verticillàto, Verticìsmo con Verticìsta e Verticìstico, subendo una
enantiosemìa nell’invertirsi in “volgersi verso il basso” con Vòrtice e Vorticòso, nell’includere addirittura “tutto attorno” con
Vertìgine e Vertiginòso; eppoi Bertuèllo o Bertovèllo “rete illegale da pesca o caccia” quale corruzione del dim lat
VERTIBELLUM (nome di strumento).
Il ted conta STRUDEL per vortice, cui il corrispondente omologismo in ital con la locuzione gastronomica Strudel trentino il
cui ingrediente principale è la Mela renetta. Il percorso ital prefissato prosegue con i pref, Avvertènza, Avvertimènto,
Avvertìre. Convertìre e Convertìbile con Convertibilità, Conversiòne, Convèrso o Convertìto cui il fem Convèrsa “suora
laica” con un omn-snm Convèrsa “raccolta delle acque”, Convertìsta, Convertitòre e Convertitrìce.
Diversiòne, Divèrso, Divertìcolo, Diversiòne. Divertimènto e Divertìre. Divorziàre e Divòrzio che meritano un breve esame:
dal lat DIVORTIUM di un arcaico lat DIVORTERE che vale biforcare le strade (bilaterale), diverso da REPUDIUM ripudio
che vale in senso unilaterale (da parte del marito), cui Divorzìsta (avvocato).
\ Stando alle statistiche, in Italia nel 2007 i divorzi sono aumentati del 2,3% pari a 50.669.\
Introvertìre (pref lat INTRO dentro) o Introvèrtere con Introvertìto, Introversiòne, Introvèrso correlativo di Estrovèrtere ( pref
lat EXTRA fuori) con Estrovertìto, Estroversiòne ed Estrovèrso. Invertìre (col pref RE di movimento inverso) con Invertìre,
Invertìbile e Invertibilità, Invertìto, Invertitòre, Inversiòne, Invèrso, la locuzione glb ingl Inverted coaster “Ottovolante
appeso” (non sul binario).
Pervertìre (pref PER con valore di superlativo “eccessivo”) con Pervertimènto, il Pp Pervertìto, Pervertitòre, Pervèrso dal Pp
lat PERVERSUS di PERVERTERE cui Perversiòne, Perversità e il composto Imperversàre (doppio pref IN illativo).
Sovvertìre da SUBVERTERE cui Sovversiòne con Sovversìvo questo transitato dal franc SUBVERSIF.
L’intensivo di VERTERE è VERSARE, passato poi nel volg VERSIARE, attestatosi anche in VERSARI trovarsi, cui
Versàre con Versamènto, Versànte, Versàtile con Versatilità, Versàto, Versìcolo con un’attestazione dal sett Verzìcola,
Versùto da VERSUTUS con valore di “svelto”, un marinaresco Vèrta “parte di rete” dal lat AVERTA con valore fig di
“bisaccia”, eppoi Vèrso questo sia sostantivo da VERSUS rigo con l’aggettivo Vèrso unicamente nella locuzione Pollice
verso sia ancora preposizione Vèrso da VERSUM poeticamente Ver o Ver’ col fedele al lat Vèrsus attraverso l’ingl, tutti dal
Pp di VERTERE, donde i poetico-letterari Verseggiàre con Verseggiatòre e Verseggiatùra, i composti Versificàre con
Versificatòre e un Versaiòlo, i dim Versètto e Versìcolo, Versiòne, un accr di scherno Versàccio, Versoliberìsta dalla
locuzione Verso libero; eppoi Versòio (parte dell’aratro), Versòre (termine matematico-fisico), i prefissati Avversàre da
ADVERSARI quale frequentativo di ADVERTERE (AD allativo) “volgere verso”, con Avversàrio, Avversatìvo,
Avversiòne, Avversità, l’aggettivo Avvèrso da ADVERSUS “posto al cospetto” con la preposizione Avvèrso da
ADVERSUM contro, eppoi un curioso Versièra “moglie del diavolo” già Avversièra. Conversàre (COM associativo)
“trovarsi insieme” con Conversaziòne. Infine i composti Versicolòre “che muta (volge) colore”, Versipèlle “che muta pelle”.
Termine alieno Vèrsta omologismo inv dal russo VERSTA “misura di lunghezza in età imperiale” pari a 1066,781 mt.
Attraverso l’ingl TO CHAT (pron ciat) chiacchierare-conversare, vrs di genesi onomatopeica dal tema di CIA C cui l’ital
Ciarlare, l’ital ha adottato nel linguaggio glb dei computer (Internet) i glb Chat “conversazione” e Chatter “utente” con le
licuzioni Chat-line “in linea con più computer”, Chat room “conversazione ristretta” fig con ROOM stanza-camera dal verbo
TO ROOM alloggiare, e l’omologismo Chattàre (pron ciattàre); il termine ingl ROOM si rintraccia in ambito glb nei termini
composti Tearoom, Showroom questo dalla locuzione Show room “sala d’esposizione” con SHOW mostra dal verbo TO
SHOW mostrare-presentare, ancora in locuzione glb Dark room “stanza in penombra” con DARK buio per particolari
incontri in locali notturni, Dealing room che nella finanza vale “locale per compra-vendita con DEALING negoziazione cui
Dealer negoziatore dal verbo TO DEAL dare svoltosi in negoziare-amministrare con il glb New Deal “nuova
amministrazione” (di storica memoria il new deal di J. F. Kennedy) e rintracciabile nel borsistico NASDAQ acronimo di
NATIONAL ASSOCIATION OF SECURITIES DEALERS AUTOMATED QUOTATION Associazione nazionale operatori
(dealers) titoli a quotazioni automatizzate, ovvero un sistema telematico per contrattazioni ed è Indice di borsa. Il percoso glb
ROOM continua con Living room “soggiorno” o l’ellittico Living dal verbo TO LIVE vivere, eppoi Rooming in questo in
riferimento ospedaliero per i neonati che sono sistemati in camera con la madre e non nell’apposito Nido, l’alberghiera Room
service “servizio in camera”.
Il percorso ital dal lat VERSARE prosegue con i prefissati Riversàre con Rivèrso, Rovesciàre variato dal precedente
Rivesciàre dal volg REVERSIARE o REVERSARE riversare cui Rovesciàta, Rovesciàto, Rovescìna o Reversìna “la parte
del lenzuolo piegata sulla coperta”, Rivescìno o Reversìno (termine da sarto), Rovèscio e Rovesciòne (anche in rif alla
pioggia), l’avverbio Rovesciòni cui la locuzione Cadere rovescioni (supino), e con i correlativi di un doppio prefissato
Arrovesciàre, l’ingl REVERSE rovescio cui il semiomologismo Autoreverse. Sversàre con Sversamènto e Sversàto o Svèrso
(S intensivo). Traversàre (pref TRANS) con Traversamènto Traversàta, Travèrsa cui Traversìna e Traversòne, Travèrso cui
Traversàle o Trasversàle, Traversìa “sorta di vento” e Traversìno attraverso il franc TRAVERSIN, e Attravèrso dalla
locuzione A traverso, eppoi Attraversàre (doppio pref AD allativo) con Attraversamènto, Attraversànte, Attraversàta,
Attravèrso dalla locuzione A traverso. Intraversàre dalla locuzione In traverso. Malversàre attraverso il franc MALVERSER
dalla locuzione lat dalla locuzione MALE VERSARI, il composto Traversàgno che sta per “due pezzi di legno posti di
traverso, a croce”.
La traversa della nave èindicata con Bìtta un omnologismo dallo scandinavo BITI attraverso il franc BITTE cui Bittàre, l’accr
Bittòne, Bittatùra e il prefissato Abbittàre. Bìtto, invece, è un tipico formaggio della Valtellina.
La rad WERT è ancora il capostipite di Vèrtebra e Vertebràle, Vertebràti (Sottotipo di Cordati), Vertebràto, il composto
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Vèrtebro-basilare, con i prefissati Invertebràti (tutti i non appartenenti ai Vertebrati), Invertebràto; dal gr KYPHOSIS
curvatura, l’anomalia della Colonna vertebrale, che nei casi più gravi è definita Gobba, è indicata con Cifòsi cui Cifòtico, i
composti Cifoscoliòsi questo con Scoliòsi (suff patologico OSI) dal gr SKOLIOS storto cui ancora Scoliòtico, eppoi
Cifoplàstica “intervento alle vertebre”.
Il Pp VERSUS di VERTERE, in composizione con il pref UNI unico - questo logicamente da UNUS uno, ha dato Univèrso
con Universàle e Universalità, Università con Universitàrio; da C.U.S. Da Centro Universitario Sportivo è nato il termine
Cussìno “studente appartenente a tale centro sportivo”.
\ Tra le prime università al mondo si ricorda l’Accademia fondata da Platone nel 385 aC; tra le più antiche sopravvissute si contano quella
italiana di Bologna, la marocchina Qarawiyn di Fes e l’egiziana Al-Azhar del Cairo. \
Termine particolare è Giùso cui la variante corrente *Giù, dal lat volg DJUSUM già DEOSUM dal class DEORSUM, una
forma irrigidita da VERSUM rovescio col pref DE di DE VERTERE; in percorso Colaggiù dala locuzione Colà giù, Ingiù
da In giù, , Laggiù da Là giù e Quaggiù da Qua giù, Suppergiù dalla locuzione Su per giù.
Avvolgere è anche Fasciàre, questo dal lat FASCIS involto, cui i derivati e prefissati Fàscia, Fasciàle, Fasciàme, Fasciànte,
Fasciàta, Fasciàto, Fasciatòio, Fasciatòre, Fasciatùra, Fascìcolo con Fascicolàre, Fascicolàto, Fascicolatòre, Fascicolatrìce,
Fascicolaziòne, Fascìna con Fascinàia, Fascinàme, Fascinàre, Fascinàta con Affascinare “fare, raccogliere fascine” o. Il
percorso conta ancora Fàscio, Fasciòne, Fascìte (pref ITE, termine medico), Fascitèllo dal dim Fascitèllo di Fascio, Fasciòla
dal dim FASCIOLA cui Fasciolàridi “Famiglia di molluschi” e Fasciòlidi “Famiglia di Platelminti, i prefissati Affasciàre con
Affasciatùra, Sfasciàre (S sottrattivo) questo sia da Fascia “togliere la fascia” cui Sfasciato e Sfasciatùra con i composti
Fasciacòda e Fasciapiède sia da Fascio “rompere” cui Sfasciàto, Sfasciamènto, Sfàscio, Sfascìsmo con Sfascìsta e Sfasciùme
e i composti Sfasciacarròzze e Sfasciavetrìne.
Certamente in connessione con FASCIS involto-avvolto s’articola il percorso fig di FASCINUM maleficio (l’essere avvolto
di seduzione) cui Fàscino con i derivati Fascinàre, Fascinatòre, Fascinatòrio, Fascinaziòne, Fascinòso, il prefissato
Affascinàre cui Affascinamènto e Affascinànte; Affascinare e Fascinare, infatti, li ritroviamo in omn in entrambi i percorsi,
semant e fig. Il termine Sfacèlo, fuori percorso, è dal gr SPHAKELOS cancrena.
Il celt conta KEN fascino inv nell’onomastica con Ken; azzardato credere in una connesione fig col gr KHEN oca cui
Chenìsco da KHENISKOS ornamento navale (a forma di oca), Chènopo “sorta di mollusco (col gr POUS PODOS piede) con
Chenopòdio (svoltosi in botanica quale genere di piante erbacee o arbustive) e Cheniopodiàcee (la famiglia).
Dal gr KILINDO avvolgo, il lat ha tratto CYLINDRUS, cui Cilìndro e i vari derivati quali Cilindraàia, Cilindràre, Cilindràta,
Cilindratòio, Cilindratùra, Cilìndrico, Cilindròide, il composto scientifico Cilindràsse (snm di Assone o Neurite).
La fascia ad armacollo è definita Ciàrpa, omologismo dal franc ECHARPE già SKERPA bisaccia a bandoliera (già paniere
di giunco), cui Ciarpàme o Ciarpùme con Ciarpàre, e i prefissati Acciarpàre (AD allativo) questo attestatosi nel snm di
Abborracciare, con Acciarpamènto, Acciarpatòre, Acciarpatùra, Acciarpìo e Acciarpòne questo snm di Abborraccione, eppoi
ancora Sciàrpa con Sciarpàta. Esiste il termine Ciarmòtta che vale “barcone da carico” vrs una corruzione volg connesso fig
col significato di “bisaccia”.
\ Tropo Ridda
Dal gr TROPOS direzione-volgimento (verso direzione diversa) cui TROPE io volgo, è derivato il termine Tròpo “traslato”
svolto nel lat TROPUS da TROPARE questo poi lenito in Trovare. In percorso, Tropèa “vento turbinoso” fig “ubriacatura”
dal lat volg TROPAEA dalla locuzione gr TROPAIA PNOE vento che si volge dal mare alla terra; eppoi Tròpico “circolo di
rivolgimento”, Tròpico e Tropicàle, Tropìsmo questo utilizzato anche in suff TROPISMO con TROPIA TROPIO nelle
composizioni quali Idrotropìsmo, Enantiotropìa “passaggio reversibile di una sostanza cristallina ad un’altra forma”,
Zootròpio “sorta di giocattolo ottico del XIX sec)”; eppoi il pref TROPO nelle composizioni quali Tropologìa (linguaggio
metaforico, figurato) con Tropològico, Troposfèra con Troposfèrico col gr-lat SPHAERA-SPHAIRA sfera e Tropopàusa
questo col gr PAUSIS cessazione da PAUSAI fermati! questo aoristo di PAUO mi fermo cui il lat PAUSARE e l’ital Pàusa
con Pausàre, Pausàto, il glb ingl Pause “tasto di pausa”, svoltosi in Posàre con mutazione del gruppo vocalico au in o cui
Pòsa, Posàta con Posaterìa, Posàto con Posatèzza, Posatòio, Posatòre, Posatùra, il prefissato Riposàre cui Riposànte,
Riposànza, Riposàta, Riposàto, Riposìno, Ripòso, il composto Posatùbi.
Il long contava WRIDAN per svolgere-voltare, cui l’omologismo ital Rìddàre e il suo devb Rìdda “antico ballo” fig
“confusione”..
\ Fascismo Nazismo Comunismo
Dal lat FASCIS è nato il politico Fàscio e Fascìsmo questo fig “forze fasciate per un unico fine (collettivo)” cui Fascìsta,
Fascìstico, Fascistizzàre, Fascistizzaziòne, Fascistòide. Il logo del fascismo è stato del tutto omologato dalla simbologia
etrusca.
Nazìsmo, questo per accezione il regime di Hitler, in complanare con Fascismo, è l’ipocoristico di Nazionalsocialìsta, con
Nazìsta, Nazìstico, eppoi ancora un breve Nàzi cui Nazificàre, la composizione unificatrice quale Nazifascìsmo con
Nazifascìsta, la composizione glb Naziskìn con l’altrettanto glb Skinhaed pelle visibile in testa nel senso di rapato con SKIN
pelle e HAED testa. Straordinaria la disgraziata coincidenza lemmatica col termine ebraico NAZIR separato cui Nazirèo
“consacrato a Dio” e Nazireàto” consacrazione a Dio” attraverso il gr NAZIRAIOS; vrs la connessione rad col termine ar
NAZIR questo attestatosi nel senso di opposto. Nel 1941 nacque un personaggio dei fumetti Capitan America, il quale
combatteva contro Hitler.
In contrapposizione politica al Nazifascismo, dal tema rad MOI-N-MOI-R autorità, si conta Comunìsmo dal lat CUM
MUNIS “sottoposti insieme ad unica autorità” (vedi il percorso rad in suff GLIA-GLIE in Camino…), transitato dal franc
COMMUNISME da COMMUNE cui Comunàrdo da COMMUNARD (principi giacobini), però con la mutata semantica del
termine base dell’aggettivo Comune svoltosi nel sostantivo dal valore di bene di tutti (e repubblica), cui Comunìsta. Il
termine Vietcong diffuso dal 1973 durante la Guerra del Viet Nnam, è l’ellittico della composizione VIET NAM CONG
SAN comunisti del Viet Nam.
\ Fascisti e Comunisti, dunque, affratellati semanticamente, anche socialmente poiché entrambi gli attori raffigurano la borghesia della
nazione, ma tra i quali la differenza, manifestatasi in maniera cruenta, è unicamente in relazione ad una egoistica presa del potere e quindi
interesse di ceto.
Nel senso di unico fine per il bene collettivo, fascismo e comunismo sarebbero sinonimi, ma purtroppo sia dell’una che dell’altra parte lo
spirito è tragicamente tradito. C’è da aggiungere, tuttavia, che il comunismo e, più in là, i movimenti partigiani, con i loro eccessi, non
sarebbero sorti se non fosse stato imposto un egoistico e minaccioso capitalismo, in aggiunta al colonialismo esclusivamente a beneficio di
questo, e sovente protetto da un delittuoso fascismo.\
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\ Suffisso GINE
Il suff GINE è virtuale, perché i termini sono stati coniati con il loro genitivo lat CALIGINIS, FERRUGINIS, FULIGINIS,
LANUGINIS, ORIGINIS, AERUGINIS. Esiste una grande varietà di lemmi terminanti in GINE, qualcuno attestatosi con la
doppia G, cui Calìgine, Caliginàre con Caliginòso e i desueti Calìgo, Caligàre”con Caligamènto1, eppoi Calùgine - questo
dall’inc di Caligine con Lanùgine (da Lana) - tutti dal lat CALUS scuro, che avrebbe condotto anche a Calùnnia, cui
Calunniòso. Calunnia, dal lat CALUMNIA, con pref S intensivo si svolge in Scalògna “malasorte”; il suo omn Scalògna,
meglio Scalògno (vegetale), è sintesi della locuzione ASCALONIA CEPA ovvero “la cipolla di Ascalonia” (Palestina). Dal
franc ant CHALENGE calunniare dal lat CALUMNIA, svoltosi nell’ingl TO CHALLENGE sfidare s’è attestato il glb ingl
Challenge “gara sportiva” cui Challenger “sfidante”.
Fulìggine o Filìggine con Fuligginòso da rad DHULI polvere la cui variante DHUMO vale fumo- spirito. Rùggine con il fig
Rugginìna (sorta di felce), Rugginìre o Ruginìre, Rugginòso e Rugginosità, con i prefissati Arrugginìre con Arrugginimènto e
Arrugginìto (AD allativo), Irrugginìre (IN illativo), Srugginìre (S sottrattivo), dal lat AERUGO ricavato dal lat AES AERIS
denaro di rad AYES rame-bronzo cui Eràrio moneta-tesoro (pubblico) dal lat AERARIUM con Erariale e Suberàto “moneta
di poco valore”. L’erario era custodito nel tempio di Saturno assieme al Fisco.
In vrs connessione fig Calìga inv dal lat CALIGA “sorta di sandalo del soldato romano” cui Caligàio“calzolaio” poiché la calzatura copriva
(oscurava) il piede; ma altra ipotesi lo farebbe derivare da un vocabolo barbaro non identificato.
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\ Aferesi
Caduta di una vocale o di una sillaba all’inizio della parola, come Rabèsco e Rabescàre con Rabescatùra invece di Arabèsco
e Arabescàre con Arabescatùra. Afèresi, che vale “sottrazione”, è dal lat tardo APHAERESIS, già gr APHAIRESIS,
composto di APO da e HAIREIN prendere cui l’aggettivo Aferètico “sottoposto all’aferesi”. Come in in esercizio linguistico,
prendendo ad esempio il termine Inverno, il fenomeno dell’aferesi si ottiene sottraendone la sillaba iniziale In riducendolo al
poetico Vèrno; ma se al termine puramente etim lat HIBERNUS vi inseriamo dopo la vocale I la consonante n si ha Inverno,
ossia il fenomeno della Epentesi.
\ Prefisso *APO
APO
È il pref ricopiato immutato dal gr APO da, che vale separazione-allontanamento-differenziazione- esaltazione... cui Apogèo
(col gr GEION da GE terra) il punto orbitale più lontano dalla Terra, fig è il culmine della notorietà, della fama, con il snm
Auge-àuge questo omologismo dall’ar AUG altezza, da non equivocare con Augìte (suff ITE per minerali) questo dal gr
AUGE luce in vrs connessione con ARG brillare.
Il percorso prefissato APO prosegue con Apocalìsse o Apocalìssi cui il sostantivo Apocalìttica “categoria di testi ebraici” e
l’aggettivo Apocalìttico, dal gr APOKALYPSIS nome d’azione del verbo APOKALYPTO io svelo, passato nel significato
biblico di “catastrofe finale del mondo”. Apocìno “che allontana i cani perché nocivo” (sorta di pianta, col gr KYON cane)
con Apocinàcee (Famiglia e Classe delle Dicotilèdoni, cui Pervica e Oleandro). Il botanico Apocìzio (col gr KYTOS cibo).
Apòcrifo col gr KRYPHOS occulto, segreto “non contemporaneo dell’autore cui è attribuito, falso, eretico” quindi,
allontanato e tenuto nascosto. L’anatomico Apòfisi col gr PHYSIS natura, cui Apofisiàrio. Apofàntico “assertivo (vero o
falso)” col gr da PHAINO io mostro, Apògrafo col gr GRAPHO scrivo “trascrizione, copia”. Apomòrfo che in biologia sta
per carettere differenziatosi. Apotropàico col gr TREPO volgo-allontano “che allontana il malocchio” relativo agli scongiuri.
Individuato il significato di APO, risulta comprensibile il percorso semantico di termini quali Apòstolo col gr APOSTOLOS
da STELLO spedisco-mando “che s’allontana per diffondere un credo”; nel percorso di STELLO l’ital conta Stuòlo dal lat
STOLUM già gr STOLOS spedizione militare.
Il percorso prefissato APO prosegue in Apostasìa, Apòstata e Apostatàre col gr STASIS stabilità “chi si allontana”
differenziandosi dal credo, Apoteòsi con Apoteòtico col gr THEOS Dio varrebbe deificazione attestatosi fig in “esaltazione,
glorificazione, celebrazione”. La retorica è ricca di termini composti con APO: Apòcope con Apocopàre (snm di
Troncamento) col gr KOPE taglio è la caduta di uno o più fonemi in coda ad una parola \ al cuor mio \ Apòdosi con DOSIS
conseguenza, in un periodo ipotetico è la proposizione principale conseguente ad una Pròtasi (questa col gr TEINEIN tendere
prefissato mPRO) \ se nevica (protasi) vado a sciare (apodosi). Apologìa con LOGIA è parlare in difesa con esaltazione, cui
Apologèta, Apologètico, Apòlogo. Apoplessìa con Apoplèttico da APOPLEKSIA abbattimento col gr PLEKSIA il piegarsi.
Apoptòsi “frammentazione cellulare-morte cellullare” col gr PTOSIS caduta. Aporèma “sillogismo dubitativo” dal gr
APOREO sono incerto, con Aporìtica e Aporètico, in connessione col gr RHEIN scorrere nel senso del pensiero che scorre
per rendere di uguale dignità due tesi in contrapposizione. Apòstrofe e Apostrofàre con STROPHE mi rivolgo, che in retorica
vale il rivolgere con eccitazione la parola ad una persona o cosa personificata.
Termine alieno nel percorso APO è Apòlide “senza cittadinanza”, che può favorire un equivoco etim; in realtà, è composto
dal pref A (ALFA) privativo e da gr POLIS città. Così per il termine Apice-àpice, il quale è un derivato del lat APERE
attaccare da rad EP attestata in aree itt e ind, cui Apicàle e Apicectomìa (odontoiatria). Il termine Apice, il cui contrario è
Pedice, è pervenuto seguendo un percorso simile a quello di Vèrtice derivato dal lat VERTERE.
\ Gnosticismo Eresia
Un vangelo apocrifo è considerato gnostico o eretico. Gli Gnostici erano gli adepti dello Gnosticismo (per etim Ved Folla…),
filosofia alla quale appartenevano quei gruppi che, pur riconoscendo il cristianesimo, consideravano lo spirito quale
manifestazione positiva, rispetto al corpo drasticamente del tutto in negativa. Il termine Eretico merita una buona analisi etim.
Eresìa è dal gr-lat HAERESIS scelta, che il cristianesimo ha voluto attestare in scelta ostile, cui Eresiàrca capo eretico,
Eresiologìa con Eresiòlogo, ed il relativo Erètico cui Ereticàle, Ereticàre, Ereticaziòne; in percorso la locuzione Eresia
monofisita (unica natura divina in Cristo), Eresia cristologica, Eresia trinitaria (degli ariani), Eresia monotelitica (una sola
volontà in Cristo, ovvero natura divina e umana)
Esistono tuttavia i termini Eretìsmo ed Eretìstico dal gr ERETHEIN con valore di eccitare, irritare, il primo sta per “crisi
d’irritabilità”, sovente con valore di eccitazione in riferimento alla sessualità, ed il secondo è il suo relativo, quindi entrambi
fuori percorso da Eresia, ma ricorrente fonte d’equivoco semantico.
\ Rete Rito Rata
L’ital ha ereditato Irretìre, con IN illativo, che sta per “condurre nella rete”, dal lat RETE RETIS, questo presunto
discendente della rad ERE separare, cui Ràro dal lat RARUS “separato dai molti” e il percorso esplicito Rète questo snm di
Gol in terminologia sportiva, il dim Reticèlla, l’accr Retàccia con Retàzza o Redàzza (voce padana), i composti Retifòrme e il
fig Maxiretàta (termine di polizia), i dim Reticèlla e Retìcolo con Reticolàre questo aggettivo e verbo cui Reticolàto,
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Reticolatùra, Reticolaziòne, il biologico composto Reticolocìta o Reticolocìto eppoi Reticoloendotèlio con
Reticoloendoteliàle, l’oculare Rètina cui Retìnico, Retinìte, i composti Retinogràmma, Retinopatìa, Retinoscopìa, eppoi
Retìna, Retìno con Retinàre, Retinàto e Retinatùra, Retinòlo (derivato da Retina col suff chimico OLO, forma attiva della
Vitamina A individuabile nel fegato, uova, verdure gialle e verdi) cui Retinàle o Retinène e Retinòide, Retìre, tutti con valore
di separazione. Fuori percorso Aretìno, questo il demotico di Arezzo già lat Arretium.
Dal plur RETIA reti l’ital conta infine Rèzza, Rezzàglio o Rizzàgio e Reziàrio da RETIARIUS questo il gladiatore fornito di
rete. Eppoi il lemma Raro, cui Raramènte, Rarèzza o Rarità da RARITAS, i composti Rarefàre o Rarificàre (con il lat
FACERE fare) con Rarefàbile, Rarefacimènto, Rarefàtto con Rarefattìbile, Rarefattìvo e Rarefaziòne, la locuzione inv dal lat
Rara avis che dal significato letterale “uccello raro” è passata fig a indicare “persona rara-eccezionale”; lemma questo Raro
che s’è svolto in Ràdo con dissimilazione della seconda r in d, vrs per una preferenza locale, cui il prefissato Diradàre con
Diradamènto e Diradatrìce. Il Ritrècine “sorta di rete” già Rotècine, è un lemma inc con il lat ROTA.In vrs connessione il
prefissato moderno Epèira (dal 1892) “sorta di grosso ragno” con un lessema gr del valore di “intreccio-rete” col pref EPI. Il
gr conta lo specifico DYKTION rete, cui lo scientifico Dictiosòma o Dittiosòma.
L’ital ha viepiù ereditato Irritàre cui Irritabilità e Irritamènto che, con IN negativo, vale “contro i riti”, dal lat RITUS, già sct
vedico RTA, cui Rìto e Rituàle, da rad ARE adattare donde ARITHMOS numero che ha dato Aritmètica con Aritmètico;
eppoi Logarìtmo, con Logarìtmico, questo fig composto con LOGOS discorso. Matemàtica, con Matemàtico e Matematìsmo,
è invece l’ellissi dalla locuzione lat MATHEMATICA ARS arte già gr MATHEMATIKE TEKHNE tecnica e vale “(arte)
tecnica d’insegnamento” dal gr MANTHANANEIN imparare, cui Matèsi da MATHESIS apprendimento e Matètico
attraverso l’ingl MATHETIC.
\ Il sct conta RITA, da RTA, che vale concatenamento ovvero l’ordine cosmico, termine che pare in connessione rad con Rete e Rito, nel
significato di un’immane rete addattata ovvero un ordine reticolare concatenato.\
Infine, come se non bastasse, l’ital conta Irrito-ìrrito, che non è nel percorso di Irritare (omn della prima persona sing
presente indicativo “irrito”), poiché è dal lat IRRITUS che conta, composto col pref IN illativo e RATUS, questo Pp di RERI
contare dalla rad RE, cui Ragiòne da RATIO con Ragionàre, Ràta dalla locuzione RATA PARS parte stabilita (contata) cui
Rateàle e la locuzione Pagamento a rate o Pagamento rateale coin gli acronimi associati TAN Tasso Annuale Nominale e
TAEG Tasso Annuo Effettivo Globale. Ancora, Ràto “ratificato” e Raziocinàre, Raziocinatìvo, Raziocìnio, Razionàle,
Razionalità, Raziòne.
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