24.Claudia e il dentino.
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24.Claudia e il dentino.
Alessandro D'Alessandro ILLIBRO DI C LA U D I A Stampato in proprio 24 settembre 2015 1.A Claudia Sarà il senso del bello in te connaturato che fa la spia a ogni cosa oscena o vergognosa del creato, che ti fa amare l’arte, la musica, la danza, la poesia. 2.Claudia a Nuoro. E mi ricordo quando in ospedale chiamavi Dadu disperatamente. Eri, pizzinna, piena di spavento per due piccoli gnomi di dottori che ti volevano solo visitare. Quale corda gli facesti vibrare dentro al cuore Dadu non saprà mai, però non se ne scorda, e tu lo sai. 3.Claudia a scuola. Eccolo qua il tempo della scuola che non trascorre mai. Gli studenti bivaccano annoiati nei corridoi e noi aspettiamo e basta, noi professori. E intanto primavera brilla nell’aria. Penso che tu stai, annoiata, con gli altri compagnetti meditando il ritorno quando a casa con le manine sulla tua tastiera scaturire farai note argentine per dire a tutti che già arriva aprile. 4.Claudia a Sorrento 1 Il pelo dei gattini non è riccio, ma che importa! per Claudia fa lo stesso, ogni gattino nero è un bel capriccio. Prima ne ottiene uno da Dadino che glielo compra in barba al suo papà che subito si arrabbia. Ma che fa? Claudia ne ottiene ancora, ma non uno, bensì tre insieme, uniti in un cestino. Papà ha ceduto ora... e vuoi sapere cosa? Ne ottiene un altro ancora la bella capricciosa. 5.Claudia a Sorrento 2 Sorrento è un vero e proprio paese dei balocchi dove è festa perenne e suoni e canti si susseguono in piazza continuamente. Il venerdì di Pasqua davanti aI Fauno Bar una banda paesana stava intonando sotto un solicello primaverile il capriccio italiano di Ciaikowskj. Tu ti fermasti attonita, stupita. Il suono dolce della sinfonia ti aveva a sé rapita. 6.Claudia alla tastiera. Vai a scuola di musica e di piano e ci vai volentieri e sai suonare già bene qualche pezzo, ma se Dadu ti chiede di sederti e fargliene ascoltare qualcheduno la tua risposta è certa: Mai! Sei pazzo? Dadu lo sa perché tu ti rifiuti ma spiegartelo è tanto complicato che è meglio che restiate entrambi muti. 7.Claudia all’Eliseo. E al bar volevi tutto: maritozzi, pizzette, coca cola, panini col salame e col prosciutto, insomma proprio tutto tutto tutto; ma quando apparve sul banco il cornetto gelato addio altri desideri e addio le altre cose che volevi! 8.Claudia balla. A chi pensava Chopin quando suonava sulla tastiera i suoi valzer famosi? E a chi pensò Chaikowskj quando scrisse le musiche strazianti del suo “Lago dei cigni”? e chi era Giselle quando nacque alla vita? Nessun, pare, lo sa. Lo so ben io però che ho visto una farfalla volare tra le quinte del Don Orione e pareva un uccello, un passerotto, un elfo birichino che saltava di fior in fiore con allegrezza dicendo che la vita forse è soltanto amore e gentilezza. 9.Claudia canta. Hai sentito quel trillo di fringuello che sembra il suono d’un telefonino? Hai sentito come un coro di bambini che canta nella chiesa? Sono spillini d’oro che cadono su nuvole d’argento, ma la voce ch’è dolce come il vento di Siniscola quando soffia piano è la voce di Claudia che risuona dalla spiaggia sui monti e di lì al piano. 10.Claudia cresce. All’improvviso... da bambina bambina sei diventata in fretta quasi una ragazzetta. Ma né tu nè Dadino ci crederete mai. Difficile è lasciare l'infanzia portentosa in cui tutto era sogno, miracolo ogni cosa. 11.Claudia e l’idromania. Idromania? E che è? Penso subito a te. Penso a mamma e a papà e a Luca. Ma perché non vi abbiamo mai portato in questo luogo di divertimento dove tu che sei pesci, tanti pesci, sguazzeresti sicura e spensierata facendo udire al cielo, al sole e al vento la tua voce, i tuoi strilli, le risate? 12.Claudia e Alessandro. Alessandro, bambino assai deciso, ti corteggiava assai dappresso ed era manesco e prepotente. Ma la sera che ti dette un bel bacio a tradimento tu gli opponesti il tuo comportamento di regina che domina e perdona: era il malcapitato per sempre nel tuo regno imprigionato. 13.Claudia e Dadu. Non piangere, pizzinna, che a Dadu tu lo sai che gli dispiace. Mai te l’avessi detto! Non appena hai capito, ogni volta che dico Questo no, Dadu non lo può fare. tu incominci a piangere e a gridare per finta fino a che non ti dai pace perché hai ottenuto quello che ti piace. 14.Claudia e Elisa. Dopo Sissi fu Elisa a affascinarti. di Era una storia d’altri tempi, bella come può esser bella la prima storia agli occhi di una bimba che sta sognando il mondo. Ma questo mondo, pizzinna, non è quello. Questo mondo, pizzinna, è pieno di brutture, di mascalzoni, ladri, malfattori. Perciò, pur continuando a sognarlo con chi ti vuole bene fai attenzione a quando sei di fuori perché si bella sei e tutti ti vorrebbero ma non sempre son solo rose e fiori. 15.Claudia e gli studenti di Dadu. Bei momenti di pace in cui si estraniano i frugoletti miei ne1 loro bagno di stupidità. E allora io scrivo versi per la bimba più astuta e intelligente che con questi imbecilli non ha a spartire niente. 16.Claudia e i capelli. Se è vero che ogni riccio fa un capriccio, sarà vero il contrario, certamente: cioè che ogni capriccio fa venire su un riccio. Ma é un proverbio che mente. Perché allora com’è che tu più cresci e più i capelli ti si fanno lisci? 17.Claudia e i colori. Il giallo dei limoni, l’arancio delle arance e il rosso pompeiano dei pomodori o l’azzurro del mare, il verde delle foglie del1’agave già in fiore o l’argento bagnato degli ulivi e il giallo paglierino dei cedri un po’ incolori... cerco di indovinare comme facette mammeta a trovare colori così nitidi e originali senza farsi ispirare. 18.Claudia e i denti. Ha voglia la natura a strapparti di bocca i bei dentini per farteli ricrescere più belli. Tu sei bella ugualmente e se ti scappa il fischio fra dentino e dentino ahimè caduto sei come il serpentino che Dadu si inventava per raccontarti qualche favoletta quando ce ne andavamo alla Caletta. 19.Claudia e i gavettoni 1. Se venivi a trovarmi sul terrazzo non lo facevi per star su con me. Macché! Quello che tu volevi era di fare gavettoni a tutti gettando 1’acqua dalla balaustrata sulla persona che malcapitata usciva o entrava in casa. Figuriamoci il giorno che la nonna si ritrovò bagnati la camicia il foulard e anche la gonna! 20.Claudia e i gavettoni 2. Ti rivedo lanciare sulla spiaggia chili di sabbia e folli gavettoni dispettosa e crudele e avanzare con perfida cautela, pieno il secchiello, verso tuo padre, verso tuo fratello, verso chiunque fosse a tiro insomma, ma ahimè non ti rivedo che esitante mi lanciavi alle spalle arse dal sole un secchio d’acqua gelida e agghiacciante. 21.Claudia e il centone. Concludere il centone non è uno scherzo. Il tempo passa. Cala l’energia. L’ispirazione viene ma va subito via. Chissà se Dadu ci riuscirà ad assemblarti l’ultima poesia? 22.Claudia e il computer 1. Quando ti siedi qui al mio computer sempre il macellone che da Dadu dà sempre ti è permesso. Ma Dadu non è fesso... appena tu lasci la postazione spegne l’interruttore della corrente e ricomincia con rassegnazione più che paziente. 23.Claudia e il computer 2. Aspetto un improbabile collegamento in rete. A Internet, dico. Ma non succede niente. L'orribile computer defichente che non conosce oltraggio non capisce i miei ordini non è obbediente. Allora penso a quando qui seduta anche tu assai delusa mi chiedi aiuto. Ma Dadu che può fare? E’ un lettore cartaceo: questo linguaggio oppiaceo da scimmie ammaestrate non se lo sa imparare! 24.Claudia e il dentino. La sera che si ruppe il tuo dentino inaspettatamente, era una sera allegra dl Siniscola. Luca non c’era ancora e noi eravamo tutti intorno a te. Ma l’incidente, ahimè, era in agguato: perdita d’equilibrio o chissà che, il dentino che era appena nato rimase un po’ spizzato. Il dentino il dentino’ gridava mamma e tu le rispondevi il dentino il dentino ed era tra le prime parole che dicevi. 25.Claudia e il futuro 1. Così belli e così cretini i miei studenti. Come saranno quelli con cui avrai a che fare tu a suo tempo? Più belli o più cretini? O più cretini che belli? Non scegliere tra questi né tra quelli. Scegliti uno che ti voglia bene e a cui scorra buon sangue nelle vene. 26.Claudia e il futuro 2. Mi trovo in una specie di porcile dove giovani figli di borghesi ruttano fintamente disturbando il lavoro del resto della classe. Classe è una parolaccia da evitare in questa classe di indisciplinati che assomigliano più a dei carcerati che a gente qui venuta per studiare. Se penso che i futuri coetanei tuoi saranno peggiori anche di questi mi vengono dei brividi: saprai guardarti da indecenti tossici manifesti? 27.Claudia e il gelato. Quando Claudia si mangia il gelato sta seduta su un alto sgabello vicinissima al padre e al fratello e a uno specchio attaccato di lato. E perché? Perché se c’è Dadu lei lo guarda di sbiego allo specchio, ma Dadino sebbene sia vecchio se ne accorge e le fa l’occhiolino. 28.Claudia e il latino. E’ inutile che cerchi di fermarmi mentre i miei frugoletti lazzaroni svolgono il loro compito di latino; fluiscono i miei versi buzzaroni come acqua dl sorgente nel catino che li raccoglie, ma dentro vi si staglia il tuo visetto ed il tuo aspetto svelto e birichino. 29.Claudia e il macellone. E il macellone vogliamo consegnarlo all’ oblio? Credo proprio di no. Era il tuo modo con cui dicevi al mondo ch’esso non ha un costrutto né in un'immaginaria inesistente origine né nei momenti, gli attimi in cui una cosa o l’altra sembrano il frutto d’una concertazione e perché no? un progetto. Se facevi, pizzinna, il macellone tutto veniva preso e messo in mezzo ma più di tutto, ricordo, ti piaceva sfarinare e impastare. Per cui innevata era la cucina e bianco Dadu, preoccupato e stanco, e bianco tutto quanto. 30.Claudia e il Matto Piatto Gatto. Ti ricordi la notte che un gattino sul muro di una casa diroccata cercava miagolando pietosamente qualcosa da mangiare? Andò Dadu a trovare un po' di latte messo in un piattino. Io mi ricordo anche come squillava nella notte sarda tiepida e salsa la tua risata piena e divertita quando Dadu, quel matto, con mossa inavvertita fece cadere latte piatto e gatto, e anche la sedia dove era salito. 31.Claudia e il Papa 1. (in italiano) Il Papa se ne va, povero vecchio. Nessuno più di lui va via contento perché crede di andare al Padre Eterno. Dadu vide morire il primo papa a tredici anni: non era un gran papa. Cacciati via i Savoia dal paese, tornò a credersi lui d'essere il re (vorrei dire il magnaccia) di un’Italia ignorante e poveraccia. Ma a che ci serve a noi di confrontare i nostri primi papi? Dadu pensa che questo forse è l’ultimo che lui vedrà morire... In tutto cinque. Pochi. Perciò vuole augurarti di vederne non cinque o venticinque ma millequattrocentoventicinque. 32.Claudia e il passerotto. E ti ricordi quando passavamo, tu in braccio a Dadu, sotto la larga ombra di quel pino che fa da porta alla spiaggia della Caletta? Dadu fischiava e ti diceva Guarda guarda tra i rami il grigio passerotto che cerca cibo per i suoi piccini. Tu guardavi assai attenta e ridevi contenta e il passerotto allora strimpellava con il suo cinguettio che imitava il fischio mio. 33.Claudia e il pericolo. Tu non sarai drogata come questi fantasmi scimuniti di giovinetti e giovinette inette. Sei troppo intelligente per non capire subito che la droga ti consuma, ti rovina, ti spegne e ti riduce a niente. 34.Claudia e il potere. Se vai a casa di nonna Graziella e chiedi: chi comanda in questa casa? Ti rispondono tutti: la più bella. Se vai da nonno Enzo e nonna Adua e chiedi: qui comanda la più bella? Rispondon tutti: certo, proprio quella! E se vai alla Caletta, chi comanda? Rispondon tutti: o bella! Comanda sempre quella. Ma insomma la più bella si può saper chi è? E’ sempre e solo quella, credete pure a me. 35.Claudia e il raffreddore. Quando arriva il raffreddore starnutisci a tutte le ore. Tiri su col tuo nasetto e ogni tiro è uno sberleffo al diavolo ed al male che ti voglion relegare, mentre tu, ognun lo sa, sei la stessa libertà. 36.Claudia e il tempo. E l’attesa è il tuo tempo. Quando Dadu ti aspetta il tempo mai non passa, ma se invece sei qui il tempo passa in fretta, il tempo che cammina piano piano fin quando lo aspettiamo ma appena che è passato fugge via come un fulmine e più non lo vediamo. 37.Claudia e la dote. Se una è nata stupida non c'e niente da fare come se una nasce intelligente. Tu, pizzinna, la dote che la sorte volle darti con fertile abbondanza conservala per sempre ed alle porte della vita che là ti sta aspettando spendila a piene mani e senza lesinare. Bella è l’intelligenza com’è bello e elegante tutto quello che di te appare. 38.Claudia e la farina. Non datele farina, e non datele acqua, siate buone. Lo sapete che quella birichina farà un un macello... ma che dico un macello? Un macellone! 39.Claudia e la lite. Se Luca si scatena e fa le bizze perché vuol della mamma le carezze tu ormai sei rassegnata e pensi che è nervoso o è assonnato e glielo dici ma con tono così aspro e seccato che lui attacca a piangere più forte ancora più eccitato. E la lite è alle porte. 40.Claudia e la primavera. La primavera anticipa parecchio i suoi giorni, pizzinna, e Dadu sta già lì che pensa a quando potrà portarti con Luca in qualche nuovo paese dei balocchi. Al cinema? Al teatro per bambini? Al luna park? Ai giuochi? Dadu si scorda sempre, pizzinnedda, che da tempo vai a scuola e che già tocchi i nove anni e gli sfugge il giudizio maturo che traspare dall’illuminazione dei tuoi occhi. 41.Claudia e la realtà. I miei studenti sono belli e imbecilli, cioè imbelli: mai etimologia fu più vera essendo falsa. Mai, pizzinna, il reale può ingannarti di più di quando appare oggettivo, sensato, razionale. 42.Claudia e la stanchezza. Claudia stasera è stanca. Ha studiato, ha suonato ed ha anche danzato. Vorrebbe star con Dadu ma la lena le manca. 43.Claudia e la verità. Sei così chiara e così veritiera che la luce fulgente dei tuoi pensieri risplende nei tuoi occhi e a coda di levriero s’agita e s’indovina nel grazioso tuo braccio di bambina. 44.Claudia e l’acqua. Ma è l’acqua ciò che ami più di tutto, 1cqua del mare, l’acqua dei torrenti, l’acqua dei fiumi e 1’ acqua dei rubmetti e ancor di più ti piacciono gli schizzi e gli spruzzi e gli scherzi e il gavettone per cui se ti distrai solo un momento ti si rovescia addosso un acquazzone. 45.Claudia e l’assenza. Se Dadu che ha da fare per qualche tempo non si fa vedere tu subito reclami. Poi quando mi rivedi, se mi dici che sono proprio scemo e io ti dico “E’ vero. Se no, quando tu mi avresti cercato?” con tono impertinente mi rispondi: “E chi te cerca? Dadu... no, tu nun sei normale!” 46.Claudia e le cento poesie. Che fatica arrivare fino a cento, però Dadu ci prova. Si mette a tavolino triste e scontento sperando che una nuova idea sia partorita dalla solita manque scimunita che gli ottunde il cervello. Ma non c’è verso! Il verso più giocondo e anche il più bello e l’unica certezza che gli vengono in mente si riassumono insieme in tutta la bellezza che c‘è al mondo. 47.Claudia e le prime battaglie. Se ti sgridano, adesso, mamma e papà, adotti il doppio gioco: piangi, ma molto poco e poi torni all’attacco ottenendo superba quel che vuoi. Certo, è uno smacco! Ma che possono fare se tu puoi più di quanto essi credono e quindi sempre vinci e li costringi sempre allo scacco? 48.Claudia e le veline. Non cercare in TV modelle rare a cui assomigliare, che la bellezza vera, quella che dura da mattina a sera senza trucchi o ritocchi, è quella che risplende nei tuoi occhi, che ti ingemma i capelli e fa eleganti i tuoi passi, i tuoi gesti, i tuoi comandi. Non cercare modelle. Sai che quelle vogliono sempre luci artificiali per sembrare eleganti e naturali? Tu invece con la luce dei tuoi occhi fai brillare qualsiasi cosa guardi qualsiasi cosa tocchi. 49.Claudia e l’età della ragione. Non proprio tutto, adesso, quel che dici mi piace come un tempo o mi diverte. Ora che il tuo parlare ad essere incomincia intenzionale non sempre mi fa ridere come una volta quando era spontaneo e poco sorvegliato. Parli a prova o a dispetto a chi ti conosceva già prima che nascessi e che ora sorride (e più non ride) del fatto che tu credi di poter fare sempre tutti fessi. 50.Claudia e l’inglese. Know you sed to me a gentle fair a little giri who is wonderful at all? Yes I sed, but she is so much cruel and wonderfu1! and she knows. “Conosci tu” mi disse una fata gentile “una ragazza che è molto bella, bella davvero?” “Si.” io dissi, “ma lei è così crudele e bella! e lei lo sa.” 51.Claudia e l’ispirazione. Pizzinna, te presente l’ispirazione si scatena in favole immagini metafore accensioni. Ma se tu non ci sei il vulcano si spegne e si raffredda. Ci sono dunque due ispirazioni: una, il vecchietto è privo di energie e non sa più cosa dire; due, se il bimbo lo sprona l’ispirazione allora si fa buona e ricca e effervescente e senza fine. Dunque, se è solo, il vecchio se ne va a letto e buona notte al secchio, ma se ci sei tu la cantilena non finisce più. 52.Claudia e la neve. E’ mezzanotte, ho sonno, non ho niente da dire perché la lena manca. Provo ad immaginare quel che hai fatto in cucina questa sera mentre noi cenavamo tutti insieme nell'altra stanza. Non ho notato niente se non che tutta piena di farina apparivi più candida del solito come un pupazzo piccolo di neve, fermo, in vetrina. 53.Claudia e lo stampo di San Luca. Dadu ti ha disegnato un leoncino copiandolo dal libro in trasparenza. Ma te, poiché la mamma quando ti fece buttò via lo stampo, nessuno potrà mai rifarti neanche se ritornasse Raffaello Sanzio. 54.Claudia e lo studio. Quando farai il liceo ., e Iuia mamma, o papà, andrà a parlare coi professori e a chiedere se studi, Dadino forse non ci sarà più. Ma che importa, pizzinna? L’importante è che a scuola a studiare, pizzinna, ci sia tu. 55.Claudia e Luca 1. Claudia non lo sa e non vuole saperlo che in casa ci sta anche suo fratello. Ma Luca non è tenero, già da parecchio tiene il campo aperto e lotta già da esperto. Claudia gli vuole bene ma non lo dirà mai a questo suo fratello causa di tutti i guai. Lei sa che non è vero, che i guai non sono lui e che senza di Luca i giorni sono bui. Con chi litigherebbe? A chi potrebbe dire qualche brutta parola che non si può sentire? E, tornata da scuola, chi ci sarebbe in casa ad aspettarla? Sola sarebbe ed annoiata a vedere tv ed a studiare. Claudia lo sa benissimo: che se Luca non ci fosse lo dovrebbe inventare. 56.Claudia e Luca 2. Ma Claudia lo sa bene, non si inganna: se c’è qualcuno che distrae Luca lei ne approfitta subito per starsene da sola con la mamma. Però non sa la nostra principessa che quando nacque lei una regina soffrì per lei ciò che ora lei soffre per colpa del suo biondo fratellino. Si chiamava Toffee e dominava tutta la casa dal suo davanzale e se aveva qualcosa miagolava solo a Stefania come a un principale. 57.Claudia e Luca 3. Luca la chiama Tetta con il nome che spetta alla mammella da cui prese il latte e che non scorda mai. Tanto gli sembra bella questa sorella con cui ha da combattere! 58.Claudia e Luca 4. Quindo scoppiò la guerra de1passeggino (durò due anni) chi campava più? Sol che si distraesse un poco Luca, sul passeggino ci salivi tu. 59.Claudia e Luca 5. Ma la vita non è quello che a Luca tu togli o lui ti toglie, bensì quello, Pizzinna, che tu gli dai o lui ti dà. Perché? Perché è l'amore che fa bello il mondo e tutto quel che fa, come quando ti fecero mamma e papà. 60.Claudia e la nonna. Ma la prima ad esser cooptata nel tuo regno fatato ed elegante fu la nonna Graziella che vi resta per sempre imprigionata perché non sa mai dire se tu sei più bella che crudele o più crudele che bella. 61.Claudia e Roberta 1. Per due anni di seguito Roberta a Siniscola fu la tua amichetta con Francesca e Mirella. Tutti ti ritenevano fra tutte la più bella; ma tu1che di bellezza ne hai da vendere nòn ci facevi caso. Tu giocavi nel vicoletto in cui dolci le sere scendevan dal Montalbo e non pensavi che a intrecciare i tuoi giuochi di potere. Bella e crudele, Dadu ti diceva, e una certa ragione ce l’aveva. 62.Claudia e Sissi. Ti piacque appena vista la bella imperatrice bella e infelice. E Dadu te ne fece un’ampia descrizione con libri film e foto. Poi per Elisa tu l’hai dimenticata e bene hai fatto. Hai capito che era un tipo strano, d’altri tempi, un’arida signora prepotente che capì poco o niente della sua vita e forse della vita anche degli altri che le vollero bene e l’amarono tanto madre marito e figli. Che te ne fai, pizzinna, a questo mondo di ricchezze e di regni se poi non segni al tuo attivo qualcuno che sia vivo e che ti ami e che tu ami davvero / come Elisa? 63.Claudia e Sissi 2. A Piano di Sorrento in casa Bernardini incontrasti la Sissi veramente, ma non era l’amata Wittelsbach, la principessa felice, poi ben presto infelice imperatrice, bensì una cagnetta neropezzata che ti accolse festosa dentro la limonaia popolosa e profumata. 64.Claudia e un’altra farfalla. L’intelligenza tua non dà respiro: o subito qui tutto oppure niente. Chiedi e se quel che chiedi non ottieni all’istante crudele e indifferente passi avanti coprendo di disprezzo chi non sa darti quel che tu pretendi. Allora Dadu prega le divine potenze celestiali di mettere le ali al baco imbozzolato per fame una farfalla volteggiante che volontà di volo unisca con la grazia rutilante delle ali del corsetto e del soggolo. 65.Claudia in diminuendo. Vedi, pizzinna, quando uno è vecchio, ma proprio vecchio vecchio, la natura lo chiude in un gran secchio all’esterno invisibile ma dentro foderato di specchi e di memoria. Per questo al poveretto più passa il tempo e più gli manca l’aria. Della natura è questa l’intenzione: se manca l’aria il vecchio non cammina si ferma quindi la circolazione che porta sangue al cuore e se si ferma il cuore il vecchio muore. Ed è per questo che una sera il vecchio mangiato il suo boccone in compagnia della televisione, va a letto, mette il timer, spegne la luce e buona notte al secchio. 66.Claudia invita a cena Dadu. Se capita di stare un giorno insieme o un pomeriggio o un’ora, quando arriva il momento del distacco tu subito ti pari dallo scacco a cui il tempo ci costringe gridando a voce piena: non è vero che Dadu viene a cena? E indovinate un poco chi la vince? 67.Claudia e la belezza . Se a otto anni sei così bella come sarai a venti? A Siniscola per guardarti il sole si fermerà... si fermeranno i venti. Compleanno 21/2/2004 68.Claudia psicologa. Che tuo padre già fosse tutto tuo, un cavalier servente docile e innamorato che una sorte felice e connivente ti aveva dato, pizzinna, tu lo hai sempre saputo. E una sera che volle fare il duro dicendoti severo Zitta! Zitta! tutaccogliesti tutte le energie per riaffermare la giurisdizione che avevi su di lui per volere di Dio. Sitto! gli rispondesti con accento dolce ma imperativo e con pronuncia quasi perfetta. Immaginati il mio divertimento di fronte al lieto evento: era la prima chiara paroletta che udivo da te detta. 69.Claudia e la sua prima vera parola. Veramente la prima tua parola Dadu te la insegnò che imitava per te tutte le volte il materno muggito delle mucche. Muuuuuu intonava basso e a bocca chiusa e tu che stavi sempre più che attenta alla mia voce, ai miei gesti, ai miei vestiti e a ciò che Dadu dice mi rimuggisti muu: ero felice! 70.Claudia quando esagera. Luca però ha capito e riesce a intrappolarti. Se tu ti inventi un giuoco che ti piace per metterlo a dispetto lui si intromette a volte con violenza e non ti dà più pace fmché la lite non scoppia. Mamma interviene e fra la strana coppia distribuisce pene ma con clemenza. Però tu resti senza il giuoco che hai scovato, senza la pace e senza il fratellino che intanto si è arrabbiato. 71.Claudia e gli strilli. Quando tutta la famiglia mangia e beve e gozzoviglia, si dimentica la figlia che si arrabbia e sai che fa? Lancia un urlo straziante che fa tutti spaventare, sia la mamma che il papà sia la nonna sia il fratello che le grida: “Adesso basta! Tetta, sei una brutta bestia!” E un gran calcio in c. le assesta. 72.Claudia suona. Che son queste farfalle che si levano in volo sopra i fiori? Che son questi colori che si stagliano in cielo con i voli di vispe rondinelle? Ma come non lo sai? Claudia e alla pianola e ogni nota che suona come una farfallina in cielo vola. 73.Claudia va a trovare Dadu. Se capita improvviso un intervallo mi si risveglia dentro l’ispirazione di versi nuovi dedicati a te. Mi chiedo: ma perché? E’che tu mi vuoi bene veramente, cioè che hai dei motivi per volermi del bene e questo mi incatena più di un ceppo di ferro, più di un laccio di fibre vegetali che mi intralcia i polpacci ma senza farmi male. 74.Claudia, bellezza del mondo. Ma sei tu la bellezza del mondo che ride dal profondo dei tuoi occhi dove pare che scoppi continuativamente un fuoco d’artificio permanente. E quando ridi, il trillo della tua voce limpida e argentina sembra proprio lo squillo di un corno militare che dopo una battaglia fa tornare tutto tranquillo. 75.Claudia, le passioni. Anna fu la tua prima favorita, poi venne Sissi e adesso si accampa sulla scena folgorante un’Elisa assai ombrosa. Forse Elisa sei tu; ma non Didone, l’infelice regina che mori per amore. Credo proprio di no. Io penso infatti a quanti ignari ed infelici spasimanti morir d'amore vedrò. 76.Claudia, Luca e Dadu. Non piangere, pizzinna, ogniqualvolta ti si dice di no. Dadu te l’ha spiegato che il tuo pianto è insincero perché tu piangi per altra ragione: o perché pensi d’esser defraudata rispetto a Luca di un diritto che in pratica non c’è o perché sai che Dadu è troppo debole a fronte del tuo pianto e che tu in questo modo da lui puoi ottenere tutto quanto. 77.Claudia e i versi brutti. Mi piacerebbe scriverti un poco per dispetto un verso, non già brutto, ma imperfetto. Macché, non mi riesce. Perché io sento sempre la tua voce che mi dice col suo trillo vivace solo parole dolci di musica e di pace. 78.Claudia e le pennette. Anche nei primi anni mangiavi volentieri ma più in fretta e di gusto se i versetti di Dadu, rime baciate, a coppia, ti narravano scherzetti, intrighi, beffe, burle, imbrogli, agnizioni, dove però alle sette sempre immancabilmente tutto il mondo mangiava le pennette. 79.Claudia e il telefono. Ma il telefono no, non lo sopporti e se ti induco qualche volta a dirmi qualcosa alla cornetta vieni malvolentieri per il gusto più che di conversare con Dadino per smascherare l’inganno con cui ti ho indotto a parlare. Tu certamente non puoi ricordare che a due o tre anni appena mi tenevi a lungo alla cornetta per farti raccontare Gelsomino e Pinocchietto o il maestro Bernardoni e Anna e Elisabetta, la bambina che non aspetta. Ma non accadde più di due o tre volte perché appena hai capito che l’odiata cornetta non era affatto una bacchetta magica per materializzare Dadu vicino a te il rifiuto fu drastico e totale, drastico e inappellabile il verdetto. Per cui, Dadino, se ti vuol parlare lungo e noioso viaggio ha da affrontare. 80.Claudia e l’appetito. Le ricette più sapide e gustose Dadu confezionò per allietarti ma a te piaceva solo il saporito, il salammo, il fritto, l’arrostito. Dadu si fece cuoco per giocare con te quest’altro gioco, ma tu, bella e crudele, se ti chiedeva ti piace? rispondevi implacabile per tutti no, nun ce piace. 81.Claudia e il re Mida. Gira gira ho trovato ciò che stavo cercando. Su questa tastierina in miniatura sento odore di chi sta in cerca della perfezione, cioè, come si dice, dell'ottimizzazione. Uno dei tanti sciocchi che si credono Mida il qual trasforma in oro qualsiasi cosa tocchi. Ma io lo so che non troverà mai la perfezione se non viene a guardare lo splendore di questi occhi. 82.Claudia e la finzione. Questa poesia ti scrivo, pizzinna, con il cuore, ma senza ispirazione perché sono un testone e mi voglio imparare la tastiera del mio communicator e ahimè non lo so fare senza esercitazione reale o simulata o virtuale. Eccoti dunque versi a me dettati parte da ispirazione e parte, ahimè, dalla simulazione. 83.Claudia e la ninna nanna 1. Se mamma ti fece le sete dorate or vuole dal sonno vederle baciate. Ninna-ò ninna-ò ninna ninna ninna-ò. Perciò dormi, mia bambina, dormi e sogna di ballare che se sogni di ballare la tua notte è più lunare. Ninna-ò ninna-ò ninna ninna ninna-ò. Se mamma ti fece avorio e corallo or vuol nel corallo l’avorio serrare. Ninna-ò ninna-ò ninna ninna ninna-ò. Ritornello. Se mamma ti fece diamanti sì belli or vuoi nello scrigno del sonno vederli. Ninna-ò ninna-ò ninna ninna ninna-ò. Ritornello. 84.Claudia e la ninna nanna 2. Dadu rilegge questa ninna nanna che ti scrisse che eri appena nata. Dadu non Io sa mica da chi gli fu ispirata, sa solo che c'è dentro tutta completamente travasata la stupenda emozione da lui provata davanti al vetro della nurserie dove tu come un putto addormentato in un bassorilievo del seicento ci mostravi il profilo nei secoli dei secoli scolpito di notte dalla luna e dalle stelle e di giorno dal sole insieme al vento. 85.Claudia e la verità 2. I tuoi amori tu già li hai messi in fila assegnando a ciascuno il numeretto ma il vero amore non ce l’hai mai detto e mai, forse, lo dirai; Però Dadu lo sa che è la VERITÀ. 86.Claudia e il centone 2. Dadu non ce l’ha fatta ad arrivare stasera fino a cento e già siamo al ventuno di febbraio e è mezza notte e mezza. Auguri, dunque, pizzinna, e lunga vita. Però, quanto al centone, che farà Dadu te1’ha già detto: per questa prima edizione te lo completerà ilcentone ì con qualche bella favoletta nostra su Anna e sui suoi scherzi nella scuola. Hai una vita, pizzinna, per sentire tutte le poesie che Dadu ancora ti potrà ammannire. 87.Claudia e i dieci anni. Cara Pizzinna, tutto è ormai finito? Questi dieci anni sono stati tali da non poter dimenticarli mai. Ma ora sei già quasi signorina che aspira a diventare ballerina all’opera di Roma. Ora ci sei. Un decennio, Pizzinna, che ora scade anche per gli anni miei ormai pieni di danni. Però io penso che per te la vita a me incomincerà dai sassant’anni. 88.Claudia e Roberta.2 Claudia, Roberta è mamma da due anni! La tua Roberta, quella che giocava con te nel vicoletto del paese! Non ci volevo credere. Ma ormai mi e chiaro che se ti distrai la vita fa sorprese con cui ti segna il tempo: non quello che è passato ma quello che verrà. Io penso che se tu, ora in età di diventarlo, mamma, mi facessi lo scherzo d'una maternità impazzirei di gioia e al tempo stesso forse di gioia morirei. Chissà! 89.Claudia e i quindici anni. Mentre faccio supplenza penso all'essemmeesse che voglio formulare per il tuo compleanno. Tanti auguri, pizzinna? Certo no! Ormai tu sei cresciuta e non hai quasi più niente della pizzinna che mi sorprendeva con la sua intelligenza ed il suo stile. Auguri, Claudia? No, troppo formale! Cento di questi giorni? No, no, no. Insomma, cosa mai ti scriverò? Giuro che non lo so! I tuoi quindici anni sono cosi' splendenti e tu già sei così matura da sembrare donna che ho grande soggezione nell'esprimere tutta l'emozione che il passare del tempo, in te felice, genera in me: paura o confusione? 90.Claudia e il fantasma. Non piangerai, pizzinna, quando Dadu scomparirà dal mondo: Dadu non c’è mai stato; fu un pallido fantasma molto poco notato da tutti e sol da te ad alto rango elevato ma non si sa perché. 91.Claudia e la pancia di Dadu. Ritorna primavera dopo un inverno rigido e freddissimo. Com’è triste la sera addormentarsi quando sai che esultanti pigolii di uccellini neonati ti sveglieranno all’alba ormai vecchio e sfiancato dagli anni e dal passato. Come quegli uccellini canterini sei tu, pizzinna: porti con te la gioia degli anni tuoi per metterla a contrasto con la pancia di Dadu che gli pesa come all’asino il basto che si accinge a trasportare al sommo dell’ascesa. 92.Claudia e dei brutti versi. Incomincia per Dadu la stagione delle ricerche e degli accertamenti fatti soltanto per indovinare un po’ di tempo prima quando dovrà sloggiare. Dai sessanta agli ottanta la scadenza lontana e astratta fino a quel momento si trasforma in assenza ahimé presente di un evento che non si vuol proprio verificare. E Dadu, a com’è fatto, tu lo sai, carico di ricordi ma ormai privo di lusinghe, speranze e ameni inganni dei brutti versi ti vuol dedicare sol per sentirsi ancora un poco vivo. 93.Claudia e i versi riusciti. Non c’è più niente da fare, pizzinnedda, Dadu è ridotto a qualche sporadica emozione senza senso; più non c’è quell’intenso entusiasmo di un tempo che si pasceva di speranze e amori e che gli suggeriva gli spartiti di versi facilissimi e riusciti. 94.Claudia e la Musa infedele. Ho deciso. Faremo tante prove fino a quando non viene qualche verso non proprio riprovevole ed allora ci costruiremo intorno una poesia. E diremo, pizzinna, che la mia Musa s’è licenziata, se n’è andata con un poeta giovane e più aitante del tuo vecchio Dadino claudicante. 95.Claudia e il centone irraggiungibile. (I) La vita se ne va, pizzinna mia, e non so se potrò ancora fare qualche breve poesia per integrare il centone promesso e ora, ahimé, dagli anni e dai malanni bello che compromesso. (II) Versi, versi. A che servono, pizzinna? Servono a istituire questa stagione della nostra vita, breve per te ma già lunga per Dadu, che credemmo infinita e che invece per me sta per finire e che per te si conta sulle dita. 96.Claudia e la poesia. Io parlo sempre delle stesse cose. Segno che la poesia ormai è andata via. La poesia è così, non ama i vecchi, ama, pizzinna, i bimbi come te che non hanno paura degli specchi. Finora l’ho ingannata col tuo sorriso vivido e argentino, ma dacché se n’è accorta più non si chiude il verso, la rima è morta e il vecchio più non sa ritornare bambino. 97.Claudia e l’influenza. Quando arriva l’influenza quasi quasi sei contenta perché a scuola non ci vai. Questo a Dadu, tu lo sai, non gli piace nient’affatto. Quante volte te l’ho detto? Se non studi resterai chiusa dentro l’ignoranza senza l’arte né la parte né il piacer né la speranza. 98.Claudia e il puttino. Dadu non sa scordare quando noi si ballava in mezzo al mare scimmiottando le Kessler in tv. Arrivava Roberto, il tuo puttino, e ci faceva pose da fontane romane del seicento con tanto di zampillo e cascatelle. Tu non puoi ricordare! Ma che divertimento! Che risate! Che schizzi! Che illusioni di pura duratura felicità! Ora purtroppo sono già ricordi, ma la vita, pizzinna, è questa qua. 99.Claudia e il futuro. Amadio è un drogato e c’è Todisco che se ne è innamorata. Il vecchio Dadu ha conosciuto Monica che cadde dentro questa stessa trappola. Il drogato morì, lei il suo dolore ed il suo sentimento li chiuse in un convento, monica sì, ma per la sua scemenza, senza lode né merito né onore. Perciò Dadu ti prega di non dare mai ascolto ad un drogato. Il lupo perde il pelo, non il vizio, ed un drogato ti farebbe perdere il sonno, l’allegria, l’amor, la pace, tutto quel che di buono dà la vita e tu lo sai che di vederti piangere Dadu non è capace. 100.Claudia e il caleidoscopio. E’ un anno ormai che Dadu sta cercando un bel caleidoscopio da donarti. Dadu lo sa che non lo degnerai più di un istante delle tue attenzioni. Ciononostante vuole regalartelo solo per dirti che negli occhi tuoi Dadu ritrova le combinazioni che da bambino a lungo lo rapirono di colori e di forme inesauribili che l’ingenuo giocattolo gli dava. Perciò, pizzinna, ti regalerei più che un caleidoscopio come ho detto un specchio fedele da cui scocchi la luce che risplende nei tuoi occhi. 101.Claudia e l’albero di natale. Poi a un certo punto, Claudia, viene il distacco, la dimenticanza di chi si è amato tanto. Va da sé: non si soffre, è un naturale prendere la distanza da chi ci ha visto in fasce e sa un po’ troppo com’eravamo goffi appena nati. Adesso Dadu piano piano uscirà dal tuo orizzonte per farvi entrare fantasmi più graditi, più euforici entusiasmi. Fino al 2004, pizzinnedda, volesti che vi fosse in casa mia l’albero di natale che non c’era mai stato, ed il presepe che da quest’anno più non ci sarà. Non ci pensiamo. E’ cosa naturale. Son ben altre le cose che fan male. 102.Claudia e il nonno mancato. T’avessi fatto io a trentacinqu’anni ora avresti una figlia come te e io da nonno buono ed ubbidiente non starei qui con questi quattro matti ad insegnare niente inutilmente… starei aspettando l’ora per andare a riprenderla a scuola, pizzinnedda, e che momenti, che cuori, che risate faremmo allora invece che ascoltare questi imbecilli ridere e gridare. 103.Claudia e la geografia. La geografia non ti piaceva troppo e un giorno decidesti di riposarti, non studiarla, insomma. Se ne accorse la mamma e ti punì. Addio, Claudia! Richiuse le finestre, si incupì e se ne andò a dormire come fa sempre quando la vita non le va. 104.Claudia e le rime forzate. Claudia, se manca il tempo la poesia da sola non si fa. Io sfrutto il poco tempo che la scuola mi dà, ma le rime che vengono risultano banali, un po’ stonate, insomma non uguali, brutte, discordi, solite, spaiate. 105.Claudia e il saggio di danza. Lo scrutinio, pizzinna, mi trattiene mentre fai la tua recita annuale e allora sai che faccio? ti mando un bel messaggio messo in forma augurale: Forza, pizzinna! Guadagnati gli applausi di tutta la platea! Dadu è come se fosse lì a applaudirti ma ti dice da qui quel che vorrebbe dirti. 106.Claudia e gli occhiali di Dadu. Quando eri ancora solo dieci chili un giorno te ne stavi accoccolata con Dadu sul divano a guardare un pochino di tv. Ma quando Dadu si infilò gli occhiali per leggere una carta di papà incominciasti a piangere impaurita. Dadu se li levò immediatamente, Claudia non pianse più e nella stanza ritornò la vita. 107.Claudia e i nomi. Quando pizzinna gioca alle città, ai nomi di persona e di animali e di fiori e di cose e di paesi i più bei nomi inventa e i più desueti. Ma se qualcuno si azzarda a ricopiare il nome che lei ha scritto è capace di fare un quarantotto, mandare tutto a monte concludendo che lei comunque ha vinto. 108.Claudia e la mamma. Claudia soffre soltanto se la mamma si sbaglia e la punisce per ciò che non ha fatto. Allora addio allegria: le finestre si chiudono e la voce diventa un gracidare inviperito che la pizzinna sfodera puntando come al solito il suo dito. 109.Claudia e la mutria. Oggi Mattia ha finito la ricarica e a un certo punto non ha chiamato più. Vedessi tu Pizzinna che tristezza, che litigi con Luca, che perfidia che mutria lunga lunga che non finiva più. 110.Claudia e minonno. Claudia ormai ha un autonomo linguaggio. Dice quel che le pare soprattutto in materia sessuale. Claudia ha scoperto che la sua ironia può passare anche tramite parole… e cosa ha fatto allora? Si è fatta dare in prestito da non so quale suo corteggiatore un’espressione triviale. Quando vuol dire che quel che tu dici a lei ben poco cale dice “minonno”: potresti mai trovare parole che di questa sian più chiare? Pizzinna va in Calabria, figurati la mamma ed il papà! Dadu sta zitto e finge ma si vede che anche lui sta in ansia: la notte che farà? Piangerà perché non ha la mamma o parlerà a lungo con le amiche fino al calar del sonno? Crescerà un poco la sua autonomia o la paura la respingerà nel limbo degli infanti? Quanta malinconia! Le domande, pizzinna, sono tante e risuonano in cuore più che in mente… Quanto ti vuole bene questo vecchio che ha poche chances ormai solo un giorno, speriamo assai lontano, forse lo capirai. 111.Claudia in gita scolastica 1. Pizzinna, che farai la notte se la mamma non ti chiama? La chiamerai di quarto in quarto o alla fine scioglierai tra le lagrime l’atroce assenza facendo strada al sonno? Al Sonno ora, Pizzinna, Dadu volge le sue preghiere e dice al dio benigno: “Abbracciala la sera quando stanca si stenderà nel letto e portala tra i sogni, tuoi figliuoli, ove possa trovare pace e diletto.” 112.Claudia in gita scolastica 2. Scenderai in un paese tutto albanese, sentirai altre lingue, altri dialetti, osserverai altri riti ed altri miti. Come ritornerai? Certo cresciuta e forse ormai già chiusa dentro un’adolescenza acerba, misteriosa. 113.Claudia va in Inghilterra. Non domandare a Dadu quello che Dadu non ti potrà dire. Dadu ti vuole bene, anzi: vuole il tuo bene. E poi, Pizzinna, quel che viene viene. Pizzinna, no, ti prego, non partire. Non puoi lasciarci qui tutti a soffrire e ad aspettare… ma no, no, parti, vai, farfalla e non più baco, intelligenza viva, non soltanto piagnucolii e pianto. 114.Claudia e la prepotenza. Soprattutto sei bella quando chiedi le cose che se uno si rifiuta scompaiono le rose e appaiono le spine del tuo caratterino di scontrosa. 115.Claudia e di “dimmi di sì”. Nessuno ci riesce a dirti no, piccina, perché tu sei, lo sai, bella e crudele decisa e prepotente e quasi ci sei nata sapendo che nessuno ti può negare niente. E se uno ci prova a salvarsi, tu lì lo inchiodi col tuo “grazie d’avermi detto sì.” 116.Claudia e il Papa 2. (in romanesco) Er Papa more, ma che more a fa’? Tanto se sa che ar monno, morto un papa, un altro se ne fa. Finale Ed alla fine vorrei farti un inno lungo come una lunga sinfonia di Haendel o Beethoven, come un’ode di Pindaro o la lunga Ginestra di Giacomino. Un inno in cui gli eccessi brevi ed epigrammatici delle poesie che l’hanno preceduto tornino ma intrecciati e ricorrenti e fra loro legati, una preghiera laica, sotto forma di istanza, all’unica verace deità che può regnare in terra, la dea Infanzia (Così pensò la grande Elsa Morante in suo libro eccelso e ormai dimenticato, così Giovanni Pascoli sia pure con la sua fascinosa e ineludibile ambiguità.) un inno da insegnare a pedofili e sordi educatori che offendono i bambini con falsi e atroci amori, con inutili e assurde crudeltà, un inno da cantare nelle scuole a indifferenti maestri e direttori che trattano gli infanti come cose del tutto irrilevanti, come oggetti soltanto da sfruttare. Infanzia portentosa, che trasformi le nuvole in sorelle e le montagne in mammelle gigantesche ed enormi, allontana da Claudia e dal fratello chi gli vuol far del male, dà loro un talismano, un amuleto che dica vade retro a ogni male e a ogni malintenzionato; allontana da loro ogni pericolo, ogni persona infetta, ogni contagio, ogni insana evasione, ogni trista e malsana tentazione; allontana da loro ogni vendetta, ogni malvagità, la malattia, la tristezza, il rancore, l’abbandono, l’odio, la crudeltà, e la follia; lasciagli l’illusione che il bene della mamma esisterà per sempre e che non ci si inganna se si ritiene un grande passepartout per la vita; lasciagli i sogni tuoi, i sogni dell’Infanzia, che li spingano sempre a fare bene e a migliorare, senza dimenticare che nulla ci vien dato nella vita senza studiare, senza far fatica, senza la riflessione ed il pensare, senza cercare sempre la soluzione. In conclusione, concedigli, dea Infanzia, di rimanere sempre insieme a loro con i tuoi figli, Cinismo e Ingenuità, l’uno da far sposare alla Ragione, l’altra da far convivere con il Talento e l’Intuito in modo che essi possano contare sempre sul loro aiuto. E infine, Infanzia, se non chiedo troppo fa in modo che ricordino un pochino questo vecchio fanciullo birichino che ha osato ingannare la Poesia per giocare con loro a nascondino e che si firma qui Dadu, Dadino.