24.Claudia e il dentino.

Transcript

24.Claudia e il dentino.
Alessandro D'Alessandro
ILLIBRO
DI
C LA U D I A
Stampato in proprio
24 settembre 2015
1.A Claudia
Sarà il senso del bello
in te connaturato
che fa la spia a ogni cosa
oscena o vergognosa del creato,
che ti fa amare l’arte,
la musica, la danza, la poesia.
2.Claudia a Nuoro.
E mi ricordo quando in ospedale
chiamavi Dadu disperatamente.
Eri, pizzinna, piena di spavento
per due piccoli gnomi di dottori
che ti volevano solo visitare.
Quale corda
gli facesti vibrare dentro al cuore
Dadu non saprà mai,
però non se ne scorda,
e tu lo sai.
3.Claudia a scuola.
Eccolo qua il tempo della scuola
che non trascorre mai.
Gli studenti bivaccano annoiati
nei corridoi
e noi aspettiamo e basta,
noi professori.
E intanto primavera
brilla nell’aria.
Penso che tu stai,
annoiata, con gli altri compagnetti
meditando il ritorno
quando a casa
con le manine sulla tua tastiera
scaturire farai note argentine
per dire a tutti che già arriva aprile.
4.Claudia a Sorrento 1
Il pelo dei gattini non è riccio,
ma che importa! per Claudia fa lo stesso,
ogni gattino nero è un bel capriccio.
Prima ne ottiene uno da Dadino
che glielo compra in barba al suo papà
che subito si arrabbia. Ma che fa?
Claudia ne ottiene ancora, ma non uno,
bensì tre insieme, uniti in un cestino.
Papà ha ceduto ora...
e vuoi sapere cosa?
Ne ottiene un altro ancora
la bella capricciosa.
5.Claudia a Sorrento 2
Sorrento è un vero e proprio
paese dei balocchi
dove è festa perenne e suoni e canti
si susseguono in piazza
continuamente.
Il venerdì di Pasqua
davanti aI Fauno Bar
una banda paesana
stava intonando sotto un solicello
primaverile
il capriccio italiano di Ciaikowskj.
Tu ti fermasti attonita, stupita.
Il suono dolce della sinfonia
ti aveva a sé rapita.
6.Claudia alla tastiera.
Vai a scuola di musica e di piano
e ci vai volentieri e sai suonare
già bene qualche pezzo,
ma se Dadu ti chiede di sederti
e fargliene ascoltare qualcheduno
la tua risposta è certa:
Mai! Sei pazzo?
Dadu lo sa perché tu ti rifiuti
ma spiegartelo è tanto complicato
che è meglio che restiate entrambi muti.
7.Claudia all’Eliseo.
E al bar volevi tutto:
maritozzi, pizzette, coca cola,
panini col salame e col prosciutto,
insomma proprio tutto tutto tutto;
ma quando apparve sul banco
il cornetto gelato
addio altri desideri
e addio le altre cose che volevi!
8.Claudia balla.
A chi pensava
Chopin quando suonava
sulla tastiera
i suoi valzer famosi?
E a chi pensò Chaikowskj
quando scrisse
le musiche strazianti
del suo “Lago
dei cigni”? e chi era Giselle
quando nacque alla vita?
Nessun, pare, lo sa.
Lo so ben io però
che ho visto una farfalla
volare tra le quinte
del Don Orione
e pareva un uccello,
un passerotto,
un elfo birichino
che saltava
di fior in fiore
con allegrezza
dicendo che la vita
forse è soltanto amore
e gentilezza.
9.Claudia canta.
Hai sentito quel trillo di fringuello
che sembra il suono d’un telefonino?
Hai sentito come un coro
di bambini che canta nella chiesa?
Sono spillini d’oro
che cadono su nuvole d’argento,
ma la voce ch’è dolce come il vento
di Siniscola quando soffia piano
è la voce di Claudia che risuona
dalla spiaggia sui monti
e di lì al piano.
10.Claudia cresce.
All’improvviso...
da bambina bambina
sei diventata in fretta
quasi una ragazzetta.
Ma né tu nè Dadino
ci crederete mai.
Difficile è lasciare
l'infanzia portentosa
in cui tutto era sogno,
miracolo ogni cosa.
11.Claudia e l’idromania.
Idromania? E che è?
Penso subito a te.
Penso a mamma e a papà
e a Luca. Ma perché
non vi abbiamo mai portato
in questo luogo di divertimento
dove tu che sei pesci, tanti pesci,
sguazzeresti sicura e spensierata
facendo udire al cielo, al sole e al vento
la tua voce, i tuoi strilli, le risate?
12.Claudia e Alessandro.
Alessandro, bambino assai deciso,
ti corteggiava assai dappresso ed era
manesco e prepotente. Ma la sera
che ti dette un bel bacio a tradimento
tu gli opponesti il tuo comportamento
di regina che domina e perdona:
era il malcapitato
per sempre nel tuo regno imprigionato.
13.Claudia e Dadu.
Non piangere, pizzinna,
che a Dadu tu lo sai che gli dispiace.
Mai te l’avessi detto!
Non appena hai capito,
ogni volta che dico Questo no,
Dadu non lo può fare.
tu incominci a piangere e a gridare
per finta fino a che non ti dai pace
perché hai ottenuto quello che ti piace.
14.Claudia e Elisa.
Dopo Sissi fu Elisa a affascinarti.
di
Era una storia d’altri tempi, bella
come può esser bella
la prima storia
agli occhi di una bimba
che sta sognando il mondo.
Ma questo mondo, pizzinna,
non è quello.
Questo mondo, pizzinna,
è pieno di brutture,
di mascalzoni, ladri, malfattori.
Perciò, pur continuando
a sognarlo con chi ti vuole bene
fai attenzione a quando sei di fuori
perché si bella sei
e tutti ti vorrebbero
ma non sempre son solo rose e fiori.
15.Claudia e gli studenti di Dadu.
Bei momenti di pace
in cui si estraniano
i frugoletti miei
ne1 loro bagno di stupidità.
E allora io scrivo versi
per la bimba più astuta e intelligente
che con questi imbecilli
non ha a spartire niente.
16.Claudia e i capelli.
Se è vero che ogni riccio fa un capriccio,
sarà vero il contrario, certamente:
cioè che ogni capriccio
fa venire su un riccio.
Ma é un proverbio che mente.
Perché allora com’è che tu più cresci
e più i capelli ti si fanno lisci?
17.Claudia e i colori.
Il giallo dei limoni,
l’arancio delle arance
e il rosso pompeiano
dei pomodori
o l’azzurro del mare,
il verde delle foglie
del1’agave già in fiore
o l’argento bagnato degli ulivi
e il giallo paglierino
dei cedri un po’ incolori...
cerco di indovinare
comme facette mammeta
a trovare colori così nitidi
e originali
senza farsi ispirare.
18.Claudia e i denti.
Ha voglia la natura
a strapparti di bocca i bei dentini
per farteli ricrescere più belli.
Tu sei bella ugualmente
e se ti scappa il fischio
fra dentino e dentino ahimè caduto
sei come il serpentino
che Dadu si inventava
per raccontarti qualche favoletta
quando ce ne andavamo alla Caletta.
19.Claudia e i gavettoni 1.
Se venivi a trovarmi sul terrazzo
non lo facevi per star su con me.
Macché! Quello che tu volevi
era di fare gavettoni a tutti
gettando 1’acqua dalla balaustrata
sulla persona che malcapitata
usciva o entrava in casa.
Figuriamoci il giorno che la nonna
si ritrovò bagnati
la camicia il foulard e anche la gonna!
20.Claudia e i gavettoni 2.
Ti rivedo lanciare sulla spiaggia
chili di sabbia e folli gavettoni
dispettosa e crudele
e avanzare con perfida cautela,
pieno il secchiello,
verso tuo padre, verso tuo fratello,
verso chiunque fosse a tiro insomma,
ma ahimè non ti rivedo che esitante
mi lanciavi alle spalle arse dal sole
un secchio d’acqua gelida e agghiacciante.
21.Claudia e il centone.
Concludere il centone
non è uno scherzo.
Il tempo passa. Cala l’energia.
L’ispirazione viene
ma va subito via.
Chissà se Dadu ci riuscirà
ad assemblarti l’ultima poesia?
22.Claudia e il computer 1.
Quando ti siedi qui
al mio computer
sempre il macellone
che da Dadu
dà sempre ti è permesso.
Ma Dadu non è fesso...
appena tu
lasci la postazione
spegne l’interruttore
della corrente
e ricomincia con rassegnazione
più che paziente.
23.Claudia e il computer 2.
Aspetto un improbabile
collegamento in rete.
A Internet, dico.
Ma non succede niente.
L'orribile computer defichente
che non conosce oltraggio
non capisce i miei ordini
non è obbediente.
Allora penso a quando qui seduta
anche tu assai delusa
mi chiedi aiuto.
Ma Dadu che può fare?
E’ un lettore cartaceo:
questo linguaggio oppiaceo
da scimmie ammaestrate
non se lo sa imparare!
24.Claudia e il dentino.
La sera che si ruppe il tuo dentino
inaspettatamente,
era una sera allegra
dl Siniscola.
Luca non c’era ancora
e noi eravamo tutti intorno a te.
Ma l’incidente, ahimè, era in agguato:
perdita d’equilibrio o chissà che,
il dentino che era appena nato
rimase un po’ spizzato.
Il dentino il dentino’
gridava mamma e tu le rispondevi
il dentino il dentino
ed era tra le prime
parole che dicevi.
25.Claudia e il futuro 1.
Così belli e così cretini
i miei studenti.
Come saranno quelli
con cui avrai a che fare tu a suo tempo?
Più belli o più cretini?
O più cretini che belli?
Non scegliere tra questi né tra quelli.
Scegliti uno che ti voglia bene
e a cui scorra buon sangue nelle vene.
26.Claudia e il futuro 2.
Mi trovo in una specie di porcile
dove giovani figli di borghesi
ruttano fintamente disturbando
il lavoro del resto della classe.
Classe è una parolaccia da evitare
in questa classe di indisciplinati
che assomigliano più a dei carcerati
che a gente qui venuta per studiare.
Se penso che i futuri coetanei
tuoi saranno peggiori anche di questi
mi vengono dei brividi: saprai
guardarti da indecenti tossici manifesti?
27.Claudia e il gelato.
Quando Claudia si mangia il gelato
sta seduta su un alto sgabello
vicinissima al padre e al fratello
e a uno specchio attaccato di lato.
E perché? Perché se c’è Dadu
lei lo guarda di sbiego allo specchio,
ma Dadino sebbene sia vecchio
se ne accorge e le fa l’occhiolino.
28.Claudia e il latino.
E’ inutile che cerchi di fermarmi
mentre i miei frugoletti lazzaroni
svolgono il loro compito
di latino;
fluiscono i miei versi buzzaroni
come acqua dl sorgente nel catino
che li raccoglie,
ma dentro vi si staglia il tuo visetto
ed il tuo aspetto svelto e birichino.
29.Claudia e il macellone.
E il macellone vogliamo
consegnarlo all’ oblio?
Credo proprio di no.
Era il tuo modo
con cui dicevi al mondo
ch’esso non ha un costrutto
né in un'immaginaria
inesistente origine
né nei momenti, gli attimi
in cui una cosa o l’altra
sembrano il frutto
d’una
concertazione
e perché no? un progetto.
Se facevi, pizzinna, il macellone
tutto veniva preso e messo in mezzo
ma più di tutto, ricordo, ti piaceva
sfarinare e impastare.
Per cui innevata era la cucina
e bianco Dadu, preoccupato e stanco,
e bianco tutto quanto.
30.Claudia e il Matto Piatto Gatto.
Ti ricordi la notte che un gattino
sul muro di una casa diroccata
cercava miagolando pietosamente
qualcosa da mangiare?
Andò Dadu a trovare
un po' di latte messo in un piattino.
Io mi ricordo anche
come squillava nella notte sarda
tiepida e salsa
la tua risata piena e divertita
quando Dadu, quel matto,
con mossa inavvertita
fece cadere latte piatto e gatto,
e anche la sedia dove era salito.
31.Claudia e il Papa 1.
(in italiano)
Il Papa se ne va, povero vecchio.
Nessuno più di lui va via contento
perché crede di andare al Padre Eterno.
Dadu vide morire il primo papa
a tredici anni: non era un gran papa.
Cacciati via i Savoia dal paese,
tornò a credersi lui d'essere il re
(vorrei dire il magnaccia)
di un’Italia ignorante e poveraccia.
Ma a che ci serve a noi di confrontare
i nostri primi papi? Dadu pensa
che questo forse è l’ultimo
che lui vedrà morire...
In tutto cinque. Pochi.
Perciò vuole augurarti
di vederne non cinque o venticinque
ma millequattrocentoventicinque.
32.Claudia e il passerotto.
E ti ricordi quando passavamo,
tu in braccio a Dadu,
sotto la larga ombra di quel pino
che fa da porta alla spiaggia
della Caletta?
Dadu fischiava e ti diceva Guarda
guarda tra i rami il grigio passerotto
che cerca cibo per i suoi piccini.
Tu guardavi assai attenta
e ridevi contenta
e il passerotto allora strimpellava
con il suo cinguettio che imitava
il fischio mio.
33.Claudia e il pericolo.
Tu non sarai drogata
come questi fantasmi scimuniti
di giovinetti e giovinette inette.
Sei troppo intelligente
per non capire
subito che la droga ti consuma,
ti rovina, ti spegne
e ti riduce a niente.
34.Claudia e il potere.
Se vai a casa di nonna Graziella
e chiedi: chi comanda in questa casa?
Ti rispondono tutti: la più bella.
Se vai da nonno Enzo e nonna Adua
e chiedi: qui comanda la più bella?
Rispondon tutti: certo, proprio quella!
E se vai alla Caletta, chi comanda?
Rispondon tutti: o bella!
Comanda sempre quella.
Ma insomma la più bella
si può saper chi è?
E’ sempre e solo quella,
credete pure a me.
35.Claudia e il raffreddore.
Quando arriva il raffreddore
starnutisci a tutte le ore.
Tiri su col tuo nasetto
e ogni tiro è uno sberleffo
al diavolo ed al male
che ti voglion relegare,
mentre tu, ognun lo sa,
sei la stessa libertà.
36.Claudia e il tempo.
E l’attesa è il tuo tempo.
Quando Dadu ti aspetta
il tempo mai non passa,
ma se invece sei qui
il tempo passa in fretta,
il tempo che cammina piano piano
fin quando lo aspettiamo
ma appena che è passato
fugge via come un fulmine
e più non lo vediamo.
37.Claudia e la dote.
Se una è nata stupida
non c'e niente da fare
come se una nasce intelligente.
Tu, pizzinna, la dote che la sorte
volle darti con fertile abbondanza
conservala per sempre ed alle porte
della vita che là ti sta aspettando
spendila a piene mani
e senza lesinare.
Bella è l’intelligenza
com’è bello e elegante tutto quello
che di te appare.
38.Claudia e la farina.
Non datele farina,
e non datele acqua,
siate buone.
Lo sapete che quella birichina
farà un un macello...
ma che dico un macello?
Un macellone!
39.Claudia e la lite.
Se Luca si scatena e fa le bizze
perché vuol della mamma le carezze
tu ormai sei rassegnata
e pensi che è nervoso o è assonnato
e glielo dici
ma con tono così aspro e seccato
che lui attacca a piangere più forte
ancora più eccitato.
E la lite è alle porte.
40.Claudia e la primavera.
La primavera anticipa parecchio
i suoi giorni, pizzinna,
e Dadu sta già lì che pensa a quando
potrà portarti con Luca in qualche nuovo
paese dei balocchi.
Al cinema? Al teatro per bambini?
Al luna park? Ai giuochi?
Dadu si scorda sempre, pizzinnedda,
che da tempo vai a scuola e che già tocchi
i nove anni e gli sfugge
il giudizio maturo che traspare
dall’illuminazione dei tuoi occhi.
41.Claudia e la realtà.
I miei studenti
sono belli e imbecilli,
cioè imbelli:
mai etimologia
fu più vera
essendo falsa.
Mai, pizzinna, il reale
può ingannarti
di più di quando appare
oggettivo, sensato, razionale.
42.Claudia e la stanchezza.
Claudia stasera è stanca.
Ha studiato, ha suonato
ed ha anche danzato.
Vorrebbe star con Dadu
ma la lena le manca.
43.Claudia e la verità.
Sei così chiara
e così veritiera
che la luce fulgente
dei tuoi pensieri
risplende nei tuoi occhi
e a coda di levriero
s’agita e s’indovina nel grazioso
tuo braccio di bambina.
44.Claudia e l’acqua.
Ma è l’acqua ciò che ami più di tutto,
1cqua del mare, l’acqua dei torrenti,
l’acqua dei fiumi e 1’ acqua
dei rubmetti
e ancor di più ti piacciono gli schizzi
e gli spruzzi e gli scherzi e il gavettone
per cui se ti distrai solo un momento
ti si rovescia addosso un acquazzone.
45.Claudia e l’assenza.
Se Dadu che ha da fare
per qualche tempo non si fa vedere
tu subito reclami.
Poi quando mi rivedi, se mi dici
che sono proprio scemo
e io ti dico “E’ vero.
Se no, quando
tu mi avresti cercato?”
con tono impertinente mi rispondi:
“E chi te cerca? Dadu...
no, tu nun sei normale!”
46.Claudia e le cento poesie.
Che fatica arrivare fino a cento,
però Dadu ci prova.
Si mette a tavolino
triste e scontento
sperando che una nuova
idea sia partorita
dalla solita manque scimunita
che gli ottunde il cervello.
Ma non c’è verso!
Il verso più giocondo
e anche il più bello
e l’unica certezza
che gli vengono in mente
si riassumono insieme
in tutta la bellezza
che c‘è al mondo.
47.Claudia e le prime battaglie.
Se ti sgridano, adesso,
mamma e papà,
adotti il doppio gioco:
piangi, ma molto poco
e poi torni all’attacco
ottenendo superba
quel che vuoi.
Certo, è uno smacco!
Ma che possono fare
se tu puoi
più di quanto essi credono
e quindi sempre vinci
e li costringi
sempre allo scacco?
48.Claudia e le veline.
Non cercare in TV modelle rare
a cui assomigliare,
che la bellezza vera,
quella che dura da mattina a sera
senza trucchi o ritocchi,
è quella che risplende nei tuoi occhi,
che ti ingemma i capelli e fa eleganti
i tuoi passi, i tuoi gesti, i tuoi comandi.
Non cercare modelle.
Sai che quelle
vogliono sempre luci artificiali
per sembrare eleganti e naturali?
Tu invece con la luce dei tuoi occhi
fai brillare qualsiasi cosa guardi
qualsiasi cosa tocchi.
49.Claudia e l’età della ragione.
Non proprio tutto, adesso,
quel che dici
mi piace come un tempo
o mi diverte.
Ora che il tuo parlare
ad essere incomincia intenzionale
non sempre mi fa ridere
come una volta
quando era spontaneo
e poco sorvegliato.
Parli a prova o a dispetto
a chi ti conosceva
già prima che nascessi
e che ora sorride
(e più non ride)
del fatto che tu credi
di poter fare sempre tutti fessi.
50.Claudia e l’inglese.
Know you
sed to me
a gentle fair
a little giri
who is wonderful
at all?
Yes I sed,
but she is
so much cruel
and wonderfu1!
and she knows.
“Conosci tu”
mi disse
una fata gentile
“una ragazza
che è molto bella,
bella davvero?”
“Si.” io dissi,
“ma lei è
così crudele
e bella!
e lei lo sa.”
51.Claudia e l’ispirazione.
Pizzinna, te presente
l’ispirazione si scatena in favole
immagini metafore accensioni.
Ma se tu non ci sei
il vulcano si spegne e si raffredda.
Ci sono dunque due ispirazioni:
una, il vecchietto è privo di energie
e non sa più cosa dire;
due, se il bimbo lo sprona
l’ispirazione allora si fa buona
e ricca e effervescente
e senza fine.
Dunque, se è solo, il vecchio
se ne va a letto e buona notte al secchio,
ma se ci sei tu
la cantilena non finisce più.
52.Claudia e la neve.
E’ mezzanotte, ho sonno,
non ho niente da dire
perché la lena manca.
Provo ad immaginare
quel che hai fatto in cucina questa sera
mentre noi cenavamo tutti insieme
nell'altra stanza.
Non ho notato niente
se non che tutta piena di farina
apparivi più candida del solito
come un pupazzo piccolo di neve,
fermo, in vetrina.
53.Claudia e lo stampo di San Luca.
Dadu ti ha disegnato un leoncino
copiandolo dal libro in trasparenza.
Ma te, poiché la mamma
quando ti fece buttò via lo stampo,
nessuno potrà mai rifarti neanche
se ritornasse Raffaello Sanzio.
54.Claudia e lo studio.
Quando farai il liceo
., e Iuia mamma, o papà, andrà a parlare
coi professori
e a chiedere se studi,
Dadino forse non ci sarà più.
Ma che importa, pizzinna? L’importante
è che a scuola a studiare,
pizzinna, ci sia tu.
55.Claudia e Luca 1.
Claudia non lo sa
e non vuole saperlo
che in casa ci sta anche
suo fratello.
Ma Luca non è tenero,
già da parecchio tiene
il campo aperto
e lotta già da esperto.
Claudia gli vuole bene
ma non lo dirà mai
a questo suo fratello
causa di tutti i guai.
Lei sa che non è vero,
che i guai non sono lui
e che senza di Luca
i giorni sono bui.
Con chi litigherebbe?
A chi potrebbe dire
qualche brutta parola
che non si può sentire?
E, tornata da scuola,
chi ci sarebbe in casa
ad aspettarla? Sola
sarebbe ed annoiata
a vedere tv ed a studiare.
Claudia lo sa benissimo:
che se Luca non ci fosse
lo dovrebbe inventare.
56.Claudia e Luca 2.
Ma Claudia lo sa bene, non si inganna:
se c’è qualcuno che distrae Luca
lei ne approfitta subito
per starsene da sola con la mamma.
Però non sa la nostra principessa
che quando nacque lei una regina
soffrì per lei ciò che ora lei soffre
per colpa del suo biondo fratellino.
Si chiamava Toffee e dominava
tutta la casa dal suo davanzale
e se aveva qualcosa miagolava
solo a Stefania come a un principale.
57.Claudia e Luca 3.
Luca la chiama Tetta
con il nome che spetta
alla mammella
da cui prese il latte
e che non scorda mai.
Tanto gli sembra bella
questa sorella
con cui ha da combattere!
58.Claudia e Luca 4.
Quindo scoppiò la guerra
de1passeggino
(durò due anni)
chi campava più?
Sol che si distraesse un poco Luca,
sul passeggino ci salivi tu.
59.Claudia e Luca 5.
Ma la vita non è quello che a Luca
tu togli o lui ti toglie,
bensì quello, Pizzinna,
che tu gli dai o lui ti dà. Perché?
Perché è l'amore che fa bello il mondo
e tutto quel che fa,
come quando ti fecero
mamma e papà.
60.Claudia e la nonna.
Ma la prima ad esser cooptata
nel tuo regno fatato ed elegante
fu la nonna Graziella
che vi resta per sempre imprigionata
perché non sa mai dire
se tu sei
più bella che crudele
o più crudele che bella.
61.Claudia e Roberta 1.
Per due anni di seguito Roberta
a Siniscola fu la tua amichetta
con Francesca e Mirella.
Tutti ti ritenevano
fra tutte la più bella;
ma tu1che di bellezza ne hai da vendere
nòn ci facevi caso. Tu giocavi
nel vicoletto in cui dolci le sere
scendevan dal Montalbo e non pensavi
che a intrecciare i tuoi giuochi di potere.
Bella e crudele, Dadu ti diceva,
e una certa ragione ce l’aveva.
62.Claudia e Sissi.
Ti piacque appena vista
la bella imperatrice
bella e infelice.
E Dadu te ne fece
un’ampia descrizione
con libri film e foto.
Poi per Elisa
tu l’hai dimenticata
e bene hai fatto.
Hai capito che era
un tipo strano,
d’altri tempi,
un’arida
signora prepotente
che capì poco o niente
della sua vita
e forse della vita
anche degli altri
che le vollero bene
e l’amarono tanto
madre marito e figli.
Che te ne fai, pizzinna,
a questo mondo
di ricchezze e di regni
se poi non segni
al tuo attivo
qualcuno che sia vivo
e che ti ami
e che tu ami davvero / come Elisa?
63.Claudia e Sissi 2.
A Piano di Sorrento
in casa Bernardini
incontrasti la Sissi veramente,
ma non era l’amata Wittelsbach,
la principessa felice,
poi ben presto infelice imperatrice,
bensì una cagnetta neropezzata
che ti accolse festosa
dentro la limonaia popolosa
e profumata.
64.Claudia e un’altra farfalla.
L’intelligenza tua non dà respiro:
o subito qui tutto oppure niente.
Chiedi e se quel che chiedi
non ottieni all’istante
crudele e indifferente passi avanti
coprendo di disprezzo
chi non sa darti quel che tu pretendi.
Allora Dadu prega
le divine potenze celestiali
di mettere le ali
al baco imbozzolato
per fame una farfalla volteggiante
che volontà di volo
unisca con la grazia rutilante
delle ali del corsetto e del soggolo.
65.Claudia in diminuendo.
Vedi, pizzinna, quando uno è vecchio,
ma proprio vecchio vecchio,
la natura lo chiude in un gran secchio
all’esterno invisibile ma dentro
foderato di specchi e di memoria.
Per questo al poveretto
più passa il tempo e più gli manca l’aria.
Della natura è questa l’intenzione:
se manca l’aria il vecchio non cammina
si ferma quindi la circolazione
che porta sangue al cuore
e se si ferma il cuore
il vecchio muore.
Ed è per questo che una sera il vecchio
mangiato il suo boccone
in compagnia della televisione,
va a letto, mette il timer,
spegne la luce e buona notte al secchio.
66.Claudia invita a cena Dadu.
Se capita di stare un giorno insieme
o un pomeriggio o un’ora,
quando arriva il momento del distacco
tu subito ti pari dallo scacco
a cui il tempo ci costringe
gridando a voce piena:
non è vero che Dadu viene a cena?
E indovinate un poco chi la vince?
67.Claudia e la belezza .
Se a otto anni sei così bella
come sarai a venti?
A Siniscola per guardarti il sole
si fermerà...
si fermeranno i venti.
Compleanno 21/2/2004
68.Claudia psicologa.
Che tuo padre già fosse tutto tuo,
un cavalier servente
docile e innamorato
che una sorte felice e connivente
ti aveva dato,
pizzinna, tu lo hai sempre saputo.
E una sera che volle fare il duro
dicendoti severo Zitta! Zitta!
tutaccogliesti tutte le energie
per riaffermare la giurisdizione
che avevi su di lui
per volere di Dio.
Sitto! gli rispondesti con accento
dolce ma imperativo e con pronuncia
quasi perfetta.
Immaginati il mio divertimento
di fronte al lieto evento:
era la prima chiara paroletta
che udivo da te detta.
69.Claudia e la sua prima vera parola.
Veramente la prima tua parola
Dadu te la insegnò
che imitava per te tutte le volte
il materno muggito delle mucche.
Muuuuuu intonava basso e a bocca chiusa
e tu che stavi sempre più che attenta
alla mia voce, ai miei gesti, ai miei vestiti
e a ciò che Dadu dice
mi rimuggisti muu: ero felice!
70.Claudia quando esagera.
Luca però ha capito
e riesce a intrappolarti.
Se tu ti inventi
un giuoco che ti piace
per metterlo a dispetto
lui si intromette
a volte con violenza
e non ti dà più pace
fmché la lite non scoppia.
Mamma interviene
e fra la strana coppia
distribuisce pene
ma con clemenza.
Però tu resti senza
il giuoco che hai scovato,
senza la pace
e senza il fratellino
che intanto si è arrabbiato.
71.Claudia e gli strilli.
Quando tutta la famiglia
mangia e beve
e gozzoviglia,
si dimentica la figlia
che si arrabbia e sai che fa?
Lancia un urlo straziante
che fa tutti spaventare,
sia la mamma che il papà
sia la nonna sia il fratello
che le grida: “Adesso basta!
Tetta, sei una brutta bestia!”
E un gran calcio in c. le assesta.
72.Claudia suona.
Che son queste farfalle
che si levano in volo sopra i fiori?
Che son questi colori
che si stagliano in cielo
con i voli di vispe rondinelle?
Ma come non lo sai?
Claudia e alla pianola
e ogni nota che suona
come una farfallina in cielo vola.
73.Claudia va a trovare Dadu.
Se capita improvviso un intervallo
mi si risveglia dentro l’ispirazione
di versi nuovi dedicati a te.
Mi chiedo: ma perché?
E’che tu mi vuoi bene veramente,
cioè che hai dei motivi
per volermi del bene
e questo mi incatena
più di un ceppo di ferro,
più di un laccio di fibre vegetali
che mi intralcia i polpacci
ma senza farmi male.
74.Claudia, bellezza del mondo.
Ma sei tu
la bellezza del mondo
che ride dal profondo
dei tuoi occhi
dove pare che scoppi
continuativamente
un fuoco d’artificio permanente.
E quando ridi, il trillo
della tua voce limpida e argentina
sembra proprio lo squillo
di un corno militare
che dopo una battaglia fa tornare
tutto tranquillo.
75.Claudia, le passioni.
Anna fu la tua prima favorita,
poi venne Sissi e adesso
si accampa sulla scena folgorante
un’Elisa assai ombrosa.
Forse Elisa sei tu;
ma non Didone,
l’infelice regina
che mori per amore.
Credo proprio di no.
Io penso infatti a quanti
ignari ed infelici spasimanti
morir d'amore vedrò.
76.Claudia, Luca e Dadu.
Non piangere, pizzinna, ogniqualvolta
ti si dice di no.
Dadu te l’ha spiegato
che il tuo pianto è insincero
perché tu piangi per altra ragione:
o perché pensi d’esser defraudata
rispetto a Luca
di un diritto che in pratica non c’è
o perché sai che Dadu è troppo debole
a fronte del tuo pianto
e che tu in questo modo
da lui puoi ottenere tutto quanto.
77.Claudia e i versi brutti.
Mi piacerebbe scriverti
un poco per dispetto
un verso, non già brutto,
ma imperfetto.
Macché, non mi riesce.
Perché io sento sempre
la tua voce
che mi dice
col suo trillo vivace
solo parole dolci
di musica e di pace.
78.Claudia e le pennette.
Anche nei primi anni
mangiavi volentieri
ma più in fretta e di gusto
se i versetti di Dadu,
rime baciate, a coppia, ti narravano
scherzetti, intrighi, beffe,
burle, imbrogli, agnizioni,
dove però alle sette
sempre immancabilmente
tutto il mondo mangiava le pennette.
79.Claudia e il telefono.
Ma il telefono no, non lo sopporti
e se ti induco qualche volta a dirmi
qualcosa alla cornetta
vieni malvolentieri per il gusto
più che di conversare
con Dadino
per smascherare l’inganno
con cui ti ho indotto a parlare.
Tu certamente non puoi ricordare
che a due o tre anni appena mi tenevi
a lungo alla cornetta
per farti raccontare
Gelsomino e Pinocchietto
o il maestro Bernardoni
e Anna e Elisabetta, la bambina
che non aspetta.
Ma non accadde più di due o tre volte
perché appena hai capito
che l’odiata cornetta
non era affatto una bacchetta magica
per materializzare Dadu vicino a te
il rifiuto fu drastico e totale,
drastico e inappellabile il verdetto.
Per cui, Dadino, se ti vuol parlare
lungo e noioso viaggio ha da affrontare.
80.Claudia e l’appetito.
Le ricette più sapide e gustose
Dadu confezionò per allietarti
ma a te piaceva solo il saporito,
il salammo, il fritto, l’arrostito.
Dadu si fece cuoco
per giocare con te
quest’altro gioco,
ma tu, bella e crudele,
se ti chiedeva ti piace?
rispondevi implacabile per tutti
no, nun ce piace.
81.Claudia e il re Mida.
Gira gira ho trovato
ciò che stavo cercando.
Su questa tastierina in miniatura
sento odore
di chi sta in cerca della perfezione,
cioè, come si dice, dell'ottimizzazione.
Uno dei tanti sciocchi
che si credono Mida
il qual trasforma in oro
qualsiasi cosa tocchi.
Ma io lo so
che non troverà mai la perfezione
se non viene a guardare lo splendore
di questi occhi.
82.Claudia e la finzione.
Questa poesia ti scrivo,
pizzinna, con il cuore,
ma senza ispirazione
perché sono un testone
e mi voglio imparare la tastiera
del mio communicator
e ahimè non lo so fare
senza esercitazione
reale o simulata o virtuale.
Eccoti dunque versi
a me dettati
parte da ispirazione
e parte, ahimè, dalla simulazione.
83.Claudia e la ninna nanna 1.
Se mamma ti fece
le sete dorate
or vuole dal sonno
vederle baciate.
Ninna-ò ninna-ò
ninna ninna ninna-ò.
Perciò dormi,
mia bambina,
dormi e sogna
di ballare
che se sogni
di ballare
la tua notte è più lunare.
Ninna-ò ninna-ò
ninna ninna ninna-ò.
Se mamma ti fece
avorio e corallo
or vuol nel corallo
l’avorio serrare.
Ninna-ò ninna-ò
ninna ninna ninna-ò.
Ritornello.
Se mamma ti fece
diamanti sì belli
or vuoi nello scrigno
del sonno vederli.
Ninna-ò ninna-ò
ninna ninna ninna-ò.
Ritornello.
84.Claudia e la ninna nanna 2.
Dadu rilegge questa ninna nanna
che ti scrisse che eri appena nata.
Dadu non Io sa mica
da chi gli fu ispirata,
sa solo che c'è dentro
tutta completamente travasata
la stupenda emozione
da lui provata
davanti al vetro della nurserie
dove tu come un putto addormentato
in un bassorilievo del seicento
ci mostravi il profilo
nei secoli dei secoli scolpito
di notte dalla luna e dalle stelle
e di giorno dal sole insieme al vento.
85.Claudia e la verità 2.
I tuoi amori tu già li hai messi in fila
assegnando a ciascuno il numeretto
ma il vero amore non ce l’hai mai detto
e mai, forse, lo dirai;
Però Dadu lo sa
che è la VERITÀ.
86.Claudia e il centone 2.
Dadu non ce l’ha fatta
ad arrivare stasera fino a cento
e già siamo al ventuno di febbraio
e è mezza notte e mezza.
Auguri, dunque, pizzinna, e lunga vita.
Però, quanto al centone, che farà
Dadu te1’ha già detto: per questa prima edizione
te lo completerà ilcentone ì
con qualche bella favoletta nostra
su Anna e sui suoi scherzi nella scuola.
Hai una vita, pizzinna, per sentire
tutte le poesie
che Dadu ancora ti potrà ammannire.
87.Claudia e i dieci anni.
Cara Pizzinna,
tutto è ormai finito?
Questi dieci anni
sono stati tali
da non poter dimenticarli mai.
Ma ora sei già quasi signorina
che aspira a diventare ballerina
all’opera di Roma. Ora ci sei.
Un decennio, Pizzinna, che ora scade
anche per gli anni miei
ormai pieni di danni.
Però io penso che per te la vita
a me incomincerà dai sassant’anni.
88.Claudia e Roberta.2
Claudia, Roberta è mamma da due anni!
La tua Roberta, quella che giocava
con te nel vicoletto del paese!
Non ci volevo credere.
Ma ormai mi e chiaro che
se ti distrai la vita fa sorprese
con cui ti segna il tempo:
non quello che è passato
ma quello che verrà.
Io penso che se tu, ora in età
di diventarlo, mamma,
mi facessi lo scherzo
d'una maternità
impazzirei di gioia e al tempo stesso
forse di gioia morirei. Chissà!
89.Claudia e i quindici anni.
Mentre faccio supplenza
penso all'essemmeesse
che voglio formulare
per il tuo compleanno.
Tanti auguri, pizzinna? Certo no!
Ormai tu sei cresciuta
e non hai quasi più niente
della pizzinna che mi sorprendeva
con la sua intelligenza ed il suo stile.
Auguri, Claudia? No, troppo formale!
Cento di questi giorni? No, no, no.
Insomma, cosa mai ti scriverò?
Giuro che non lo so!
I tuoi quindici anni
sono cosi' splendenti e tu già sei
così matura da sembrare donna
che ho grande soggezione
nell'esprimere tutta l'emozione
che il passare del tempo, in te felice,
genera in me: paura o confusione?
90.Claudia e il fantasma.
Non piangerai, pizzinna, quando Dadu
scomparirà dal mondo:
Dadu non c’è mai stato;
fu un pallido fantasma
molto poco notato
da tutti e sol da te
ad alto rango elevato
ma non si sa perché.
91.Claudia e la pancia di Dadu.
Ritorna primavera
dopo un inverno rigido e freddissimo.
Com’è triste la sera addormentarsi
quando sai che esultanti pigolii
di uccellini neonati
ti sveglieranno all’alba
ormai vecchio e sfiancato
dagli anni e dal passato.
Come quegli uccellini canterini
sei tu, pizzinna:
porti con te la gioia
degli anni tuoi
per metterla a contrasto
con la pancia di Dadu che gli pesa
come all’asino il basto che si accinge
a trasportare al sommo dell’ascesa.
92.Claudia e dei brutti versi.
Incomincia per Dadu la stagione
delle ricerche e degli accertamenti
fatti soltanto per indovinare
un po’ di tempo prima
quando dovrà sloggiare.
Dai sessanta agli ottanta la scadenza
lontana e astratta fino a quel momento
si trasforma in assenza ahimé presente
di un evento che non si vuol proprio
verificare.
E Dadu, a com’è fatto, tu lo sai,
carico di ricordi ma ormai privo
di lusinghe, speranze e ameni inganni
dei brutti versi ti vuol dedicare
sol per sentirsi ancora un poco vivo.
93.Claudia e i versi riusciti.
Non c’è più niente da fare, pizzinnedda,
Dadu è ridotto a qualche
sporadica emozione senza senso;
più non c’è quell’intenso
entusiasmo di un tempo
che si pasceva di speranze e amori
e che gli suggeriva gli spartiti
di versi facilissimi e riusciti.
94.Claudia e la Musa infedele.
Ho deciso. Faremo tante prove
fino a quando non viene qualche verso
non proprio riprovevole ed allora
ci costruiremo intorno una poesia.
E diremo, pizzinna, che la mia
Musa s’è licenziata, se n’è andata
con un poeta giovane e più aitante
del tuo vecchio Dadino claudicante.
95.Claudia e il centone irraggiungibile.
(I) La vita se ne va, pizzinna mia,
e non so se potrò ancora fare
qualche breve poesia per integrare
il centone promesso
e ora, ahimé, dagli anni e dai malanni
bello che compromesso.
(II) Versi, versi. A che servono, pizzinna?
Servono a istituire
questa stagione della nostra vita,
breve per te ma già lunga per Dadu,
che credemmo infinita
e che invece per me sta per finire
e che per te si conta sulle dita.
96.Claudia e la poesia.
Io parlo sempre delle stesse cose.
Segno che la poesia
ormai è andata via.
La poesia è così,
non ama i vecchi,
ama, pizzinna, i bimbi come te
che non hanno paura degli specchi.
Finora l’ho ingannata
col tuo sorriso vivido e argentino,
ma dacché se n’è accorta
più non si chiude il verso,
la rima è morta
e il vecchio più non sa ritornare bambino.
97.Claudia e l’influenza.
Quando arriva l’influenza
quasi quasi sei contenta
perché a scuola non ci vai.
Questo a Dadu, tu lo sai,
non gli piace nient’affatto.
Quante volte te l’ho detto?
Se non studi resterai
chiusa dentro l’ignoranza
senza l’arte né la parte
né il piacer né la speranza.
98.Claudia e il puttino.
Dadu non sa scordare
quando noi si ballava in mezzo al mare
scimmiottando le Kessler in tv.
Arrivava Roberto, il tuo puttino,
e ci faceva pose da fontane
romane del seicento
con tanto di zampillo e cascatelle.
Tu non puoi ricordare!
Ma che divertimento!
Che risate! Che schizzi! Che illusioni
di pura duratura felicità!
Ora purtroppo sono già ricordi,
ma la vita, pizzinna, è questa qua.
99.Claudia e il futuro.
Amadio è un drogato e c’è Todisco
che se ne è innamorata.
Il vecchio Dadu ha conosciuto Monica
che cadde dentro questa stessa trappola.
Il drogato morì, lei il suo dolore
ed il suo sentimento
li chiuse in un convento,
monica sì, ma per la sua scemenza,
senza lode né merito né onore.
Perciò Dadu ti prega
di non dare mai ascolto ad un drogato.
Il lupo perde il pelo, non il vizio,
ed un drogato ti farebbe perdere
il sonno, l’allegria, l’amor, la pace,
tutto quel che di buono dà la vita
e tu lo sai che di vederti piangere
Dadu non è capace.
100.Claudia e il caleidoscopio.
E’ un anno ormai che Dadu sta cercando
un bel caleidoscopio da donarti.
Dadu lo sa che non lo degnerai
più di un istante delle tue attenzioni.
Ciononostante vuole regalartelo
solo per dirti che negli occhi tuoi
Dadu ritrova le combinazioni
che da bambino a lungo lo rapirono
di colori e di forme inesauribili
che l’ingenuo giocattolo gli dava.
Perciò, pizzinna, ti regalerei
più che un caleidoscopio come ho detto
un specchio fedele da cui scocchi
la luce che risplende nei tuoi occhi.
101.Claudia e l’albero di natale.
Poi a un certo punto, Claudia,
viene il distacco, la dimenticanza
di chi si è amato tanto.
Va da sé: non si soffre, è un naturale
prendere la distanza
da chi ci ha visto in fasce
e sa un po’ troppo
com’eravamo goffi appena nati.
Adesso Dadu
piano piano uscirà dal tuo orizzonte
per farvi entrare fantasmi più graditi,
più euforici entusiasmi.
Fino al 2004, pizzinnedda,
volesti che vi fosse in casa mia
l’albero di natale
che non c’era mai stato,
ed il presepe
che da quest’anno più non ci sarà.
Non ci pensiamo. E’ cosa naturale.
Son ben altre le cose che fan male.
102.Claudia e il nonno mancato.
T’avessi fatto io a trentacinqu’anni
ora avresti una figlia come te
e io da nonno buono ed ubbidiente
non starei qui con questi quattro matti
ad insegnare niente inutilmente…
starei aspettando l’ora per andare
a riprenderla a scuola, pizzinnedda,
e che momenti, che cuori, che risate
faremmo allora invece che ascoltare
questi imbecilli ridere e gridare.
103.Claudia e la geografia.
La geografia non ti piaceva troppo
e un giorno decidesti
di riposarti, non studiarla, insomma.
Se ne accorse la mamma
e ti punì. Addio, Claudia!
Richiuse le finestre, si incupì
e se ne andò a dormire come fa
sempre quando la vita non le va.
104.Claudia e le rime forzate.
Claudia, se manca il tempo la poesia
da sola non si fa.
Io sfrutto il poco tempo
che la scuola mi dà,
ma le rime che vengono
risultano banali, un po’ stonate,
insomma non uguali,
brutte, discordi, solite, spaiate.
105.Claudia e il saggio di danza.
Lo scrutinio, pizzinna, mi trattiene
mentre fai la tua recita annuale
e allora sai che faccio?
ti mando un bel messaggio
messo in forma augurale:
Forza, pizzinna!
Guadagnati gli applausi
di tutta la platea!
Dadu è come
se fosse lì a applaudirti
ma ti dice da qui
quel che vorrebbe dirti.
106.Claudia e gli occhiali di Dadu.
Quando eri ancora solo dieci chili
un giorno te ne stavi accoccolata
con Dadu sul divano
a guardare un pochino di tv.
Ma quando Dadu si infilò gli occhiali
per leggere una carta di papà
incominciasti a piangere impaurita.
Dadu se li levò immediatamente,
Claudia non pianse più
e nella stanza ritornò la vita.
107.Claudia e i nomi.
Quando pizzinna gioca alle città,
ai nomi di persona e di animali
e di fiori e di cose e di paesi
i più bei nomi inventa e i più desueti.
Ma se qualcuno si azzarda a ricopiare
il nome che lei ha scritto
è capace di fare un quarantotto,
mandare tutto a monte
concludendo che lei comunque ha vinto.
108.Claudia e la mamma.
Claudia soffre soltanto
se la mamma si sbaglia e la punisce
per ciò che non ha fatto.
Allora addio allegria:
le finestre si chiudono e la voce
diventa un gracidare inviperito
che la pizzinna sfodera
puntando come al solito il suo dito.
109.Claudia e la mutria.
Oggi Mattia ha finito la ricarica
e a un certo punto
non ha chiamato più.
Vedessi tu Pizzinna che tristezza,
che litigi con Luca, che perfidia
che mutria lunga lunga
che non finiva più.
110.Claudia e minonno.
Claudia ormai ha un autonomo linguaggio.
Dice quel che le pare
soprattutto in materia sessuale.
Claudia ha scoperto che la sua ironia
può passare anche tramite parole…
e cosa ha fatto allora?
Si è fatta dare in prestito
da non so quale
suo corteggiatore
un’espressione triviale.
Quando vuol dire
che quel che tu dici
a lei ben poco cale
dice “minonno”:
potresti mai trovare
parole che di questa sian più chiare?
Pizzinna va in Calabria,
figurati la mamma ed il papà!
Dadu sta zitto e finge
ma si vede
che anche lui sta in ansia:
la notte che farà?
Piangerà perché non ha la mamma
o parlerà a lungo con le amiche
fino al calar del sonno?
Crescerà un poco
la sua autonomia
o la paura la respingerà
nel limbo degli infanti?
Quanta malinconia!
Le domande, pizzinna, sono tante
e risuonano in cuore
più che in mente…
Quanto ti vuole bene questo vecchio
che ha poche chances ormai
solo un giorno, speriamo assai lontano,
forse lo capirai.
111.Claudia in gita scolastica 1.
Pizzinna, che farai
la notte se la mamma non ti chiama?
La chiamerai di quarto in quarto
o alla fine
scioglierai tra le lagrime
l’atroce assenza
facendo strada al sonno?
Al Sonno ora, Pizzinna, Dadu volge
le sue preghiere e dice al dio benigno:
“Abbracciala la sera
quando stanca si stenderà nel letto
e portala tra i sogni, tuoi figliuoli,
ove possa trovare
pace e diletto.”
112.Claudia in gita scolastica 2.
Scenderai in un paese
tutto albanese,
sentirai altre lingue,
altri dialetti,
osserverai altri riti
ed altri miti.
Come ritornerai?
Certo cresciuta
e forse ormai già chiusa
dentro un’adolescenza
acerba, misteriosa.
113.Claudia va in Inghilterra.
Non domandare a Dadu
quello che Dadu non ti potrà dire.
Dadu ti vuole bene,
anzi: vuole il tuo bene.
E poi, Pizzinna, quel che viene viene.
Pizzinna, no, ti prego, non partire.
Non puoi lasciarci qui
tutti a soffrire
e ad aspettare…
ma no, no, parti, vai,
farfalla e non più baco,
intelligenza viva, non soltanto
piagnucolii e pianto.
114.Claudia e la prepotenza.
Soprattutto sei bella
quando chiedi le cose
che se uno si rifiuta
scompaiono le rose
e appaiono le spine
del tuo caratterino
di scontrosa.
115.Claudia e di “dimmi di sì”.
Nessuno ci riesce
a dirti no, piccina,
perché tu sei, lo sai,
bella e crudele
decisa e prepotente
e quasi ci sei nata
sapendo che nessuno
ti può negare niente.
E se uno ci prova
a salvarsi, tu lì
lo inchiodi col tuo “grazie
d’avermi detto sì.”
116.Claudia e il Papa 2.
(in romanesco)
Er Papa more,
ma che more a fa’?
Tanto se sa che ar monno,
morto un papa,
un altro se ne fa.
Finale
Ed alla fine vorrei farti un inno
lungo come una lunga sinfonia
di Haendel o Beethoven,
come un’ode di Pindaro
o la lunga Ginestra
di Giacomino.
Un inno in cui gli eccessi
brevi ed epigrammatici
delle poesie che l’hanno preceduto
tornino ma intrecciati
e ricorrenti e fra loro legati,
una preghiera laica,
sotto forma di istanza,
all’unica verace deità
che può regnare in terra,
la dea Infanzia
(Così pensò la grande
Elsa Morante in suo libro eccelso
e ormai dimenticato,
così Giovanni Pascoli sia pure
con la sua fascinosa e ineludibile
ambiguità.)
un inno da insegnare
a pedofili e sordi educatori
che offendono i bambini
con falsi e atroci amori,
con inutili e assurde crudeltà,
un inno da cantare nelle scuole
a indifferenti maestri e direttori
che trattano gli infanti
come cose del tutto irrilevanti,
come oggetti soltanto da sfruttare.
Infanzia portentosa,
che trasformi
le nuvole in sorelle
e le montagne in mammelle
gigantesche ed enormi,
allontana da Claudia e dal fratello
chi gli vuol far del male,
dà loro un talismano, un amuleto
che dica vade retro
a ogni male
e a ogni malintenzionato;
allontana da loro ogni pericolo,
ogni persona infetta, ogni contagio,
ogni insana evasione,
ogni trista e malsana tentazione;
allontana da loro ogni vendetta,
ogni malvagità, la malattia,
la tristezza, il rancore, l’abbandono,
l’odio, la crudeltà, e la follia;
lasciagli l’illusione
che il bene della mamma
esisterà per sempre
e che non ci si inganna
se si ritiene un grande
passepartout per la vita;
lasciagli i sogni tuoi,
i sogni dell’Infanzia,
che li spingano sempre a fare bene
e a migliorare,
senza dimenticare
che nulla ci vien dato nella vita
senza studiare, senza far fatica,
senza la riflessione ed il pensare,
senza cercare sempre
la soluzione.
In conclusione,
concedigli, dea Infanzia,
di rimanere sempre insieme a loro
con i tuoi figli, Cinismo e Ingenuità,
l’uno da far sposare alla Ragione,
l’altra da far convivere
con il Talento e l’Intuito
in modo che essi possano contare
sempre sul loro aiuto.
E infine, Infanzia, se non chiedo troppo
fa in modo che ricordino un pochino
questo vecchio fanciullo birichino
che ha osato ingannare la Poesia
per giocare con loro a nascondino
e che si firma qui Dadu, Dadino.