Il mito della montagna

Transcript

Il mito della montagna
30
PosterARTE
FEBBRAIO2008
Il mito
della montagna
D
opo la mostra dedicata a Giovanni Segantini, pensata per celebrare i 150 anni dalla nascita
e che si terrà dall’8 marzo all’11 maggio
2008 presso la Galleria Civica G. Segantini di Arco, l’istituzione arcense prosegue
il proprio percorso di ricerca sul paesaggio
con l’esposizione intitolata Il mito della
montagna nell’arte Trentina di primo Novecento. Sulla scia delle visioni segantiniane,
rappresentazioni di una natura panteista,
si afferma in Trentino, all’inizio del Novecento, una sensibilità particolare nella raffigurazione della Natura tesa tra descrizione del vero e come luogo di esplorazione
dell’umano.
L’acquaforte di Dario Wolf intitolata Il
mito della montagna (1927) idealmente
vuole essere il filo conduttore delle esperienze degli artisti trentini che, nei primi
decenni del Novecento, pur risentendo
del clima culturale di rinnovamento dei
linguaggi, realizzano nella descrizione della montagna un centro simbolico di forte
attrazione e di esperienza.
La mostra sarà suddivisa nelle seguenti
sezioni:
LO SGUARDO RIVOLTO
VERSO LA MONTAGNA
L’osservazione della montagna, vissuta come esperienza reale, definisce la necessità
PosterARTE 31
FEBBRAIO2008
nIl cortile interno della Galleria Civica G. Segantini
IL MITO DELLA MONTAGNA NELL’ARTE TRENTINA DI PRIMO NOVECENTO
A cura di Giovanna Nicoletti
Arco, Palazzo dei Panni 26.07-28.09.08
Nago, Forte Superiore 15.06-20.07.08
di descrivere il vero della luce e di fissare gli attimi del quotidiano. I temi segantiniani sono rivisitati attraverso il mondo
contadino.
to della comunicazione, del racconto, che
da esperienza di sospensione metafisica
diventa manifesto pubblicitario dei luoghi
della montagna.
LA MONTAGNA E L’ABISSO
La montagna è visitata nella sua valenza
simbolica di passaggio tra vita e morte.
Segni di vita estrema tesi tra visione spiritualistica e decorazione subiscono metamorfosi formali.
LA MONTAGNA COME FONDALE
Dopo essere stata vissuta come simbolo, come mito, la montagna pare trovare
una sorta di pacificazione come luogo dell’attesa e del fenomeno. Sono gli anni della seconda guerra mondiale quando l’uomo viaggiatore trova frammenti e il tutto si compone in una unica manifestazione di luce.
COSE DI MONTAGNA
Persone, elementi del paesaggio, cose, si
fondono nello spazio della natura e acquistano un ritmo dinamico legato allo spiri-