L`OSSERVATORE ROMANO
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L`OSSERVATORE ROMANO
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLVI n. 107 (47.242) Città del Vaticano giovedì 12 maggio 2016 . All’udienza generale Papa Francesco parla della parabola del padre misericordioso Autobomba a Baghdad causa oltre sessanta morti La logica dell’abbraccio Futuro incerto per i negoziati sulla Siria E al Brasile augura di ritrovare armonia e pace attraverso il dialogo «Alle mamme e ai papà in apprensione quando vedono i figli» imboccare «strade pericolose; ai parroci e catechisti» quando «si domandano se il loro lavoro è stato vano; a chi si trova in carcere, e gli sembra che la sua vita sia finita; a quanti hanno compiuto scelte sbagliate»: sono persone vere, in carne e ossa, quelle a cui pensa Papa Francesco ogni volta che parla della parabola del Padre misericordioso. Lo ha confidato egli stesso ai fedeli presenti in piazza San Pietro all’udienza generale di mercoledì mattina, 11 maggio. Proseguendo il ciclo di riflessioni sul tema del giubileo riletto alla luce di episodi evangelici, il Pontefice si è soffermato sul noto brano lucano (15, 11-32). E ne ha tratto la conclusione che «tutti coloro che hanno fame di misericordia e di perdono e credono di non meritarlo», in qualunque situazione della vita si trovino, non devono dimenticare che non smetteranno mai di essere figli di Dio, figli di un Padre che ama. Perché, ha aggiunto a braccio al testo preparato, «anche nella situazione più brutta Dio mi attende, Dio vuole abbracciarmi». E proprio su questa «logica» dell’abbraccio divino che ribalta le prospettive umane il Papa ha incentrato la sua catechesi, sottolineando come in tale prospettiva non possa esistere «un padre che, ad esempio, dice al figlio: “Me la pagherai”»; al contrario, Dio è come il padre della parabola che «saliva sul terrazzo continuamente per guardare la strada e vedere se il figlio tornava. Che cosa bella — ha commentato Francesco — la tenerezza del padre!». In questa logica, tutto il male passato si dissolve «davanti al perdono del padre. L’abbraccio e il bacio» che il papà dà al figlio prodigo fanno capire infatti a quest’ultimo «che è stato sempre considerato figlio, nonostante tutto». E nell’insegnamento di Gesù ciò significa, ha fatto notare il Pontefice, che «la nostra condizione di figli di Dio non dipende dai nostri meriti o dalle nostre azioni, e quindi nessuno può togliercela, neppure il diavolo». Ma Francesco non ha mancato di mettere a fuoco anche la figura dell’altro figlio, il maggiore, che — ha spiegato — «non è mai stato davvero vicino» al padre. Per cui la sofferenza di questo padre «è come la sofferenza di Dio, la sofferenza di Gesù quando noi ci allontaniamo o perché andiamo lontano o perché siamo vicini ma senza essere vicini». Ecco allora che anche «il figlio maggiore ha bisogno di misericordia», così come ne hanno bisogno i giusti, o perlomeno «quelli che si credono giusti». E in proposito il Papa ha sottolineato che questo figlio maggiore «rappresenta noi quando ci domandiamo se valga la pena faticare tanto se poi non riceviamo nulla in cambio». Al termine dell’udienza, salutando i vari gruppi linguistici presenti, il Papa ha rivolto un pensiero particolare al Brasile, «affinché il Paese, in questi momenti di difficoltà, proceda sui sentieri dell’armonia e della pace, con l’aiuto della preghiera e del dialogo». Hideko Hojo, «Il ritorno del figliol prodigo» PAGINA 7 Terre sempre più aride e invivibili a causa del riscaldamento globale provocheranno fughe di massa Milioni di profughi per il clima y(7HA3J1*QSSKKM( +.!z!,!#!?! NEW YORK, 11. In fuga dalle guerre, dalla povertà e dal terrorismo, ma non solo. Tra qualche decennio, i migranti scapperanno anche da terre sempre più invivibili, troppo aride per essere coltivate, con un’aria troppo afosa da respirare. D all’Africa settentrionale e dal Medio e Vicino oriente, una fetta del mondo che ospita più di mezzo miliardo di persone, metterà in moto una nuova fuga verso nord, che farà pressione sulle coste europee. Colpa del cambiamento climatico, che sta rapidamente facendo salire la “febbre” al Pianeta. Secondo fonti delle Nazioni Unite, già entro il 2020 la desertificazione provocherà non meno di 50 milioni di cosiddetti “profughi climatici”. Ma i numeri potrebbero essere ben più elevati, se si guarda a come sarà il termometro in un futuro meno prossimo. Profughi appena sbarcati nel porto italiano di Augusta (Reuters) I ricercatori hanno cercato di delineare gli scenari possibili e si sono trovati davanti un quadro tutt’altro che roseo. Anche se l’aumento della temperatura globale fosse mantenuto entro i due gradi rispetto al livello preindustriale — che è l’obiettivo fissato a livello internazionale dalla Cop 21, il summit dell’Onu di Parigi sul clima del dicembre scorso — in aree del Medio oriente e del Nord Africa l’incremento sarebbe di almeno 4 gradi. Entro la metà del secolo, calcolano gli esperti, in estate il termometro non scenderebbe mai sotto i 30 gradi di notte, raggiungendo anche i 46 gradi di giorno. E alla fine di questo secolo la temperatura nelle giornate più calde potrebbe addirittura salire fino a 50 gradi. Altra minaccia alle popolazioni locali sono le ondate di calore più intense, ma anche più lunghe. Tra il 1986 e il 2005 le giornate molto calde sono state in media sedici all’anno ma già nel 2050, stando alle previsioni degli scienziati, se ne conteranno ottanta ogni anno. Nel 2100 il caldo anomalo potrebbe farsi sentire per 118 giorni, cioè per quasi quattro mesi all’anno. Nel frattempo, l’aria si farà sempre più satura di polveri sottili: in Arabia Saudita, in Siria e in Iraq la presenza di polveri desertiche nell’atmosfera è già aumentata del 70 per cento dal 2000, portata dalle tempeste di sabbia che sono destinate a imperversare in modo crescente. Di conseguenza, in molti Paesi, soprattutto quelli più poveri, il terreno diventa ogni giorno più arido, i deserti si allargano, il bestiame muore e le risorse idriche diminuiscono o si contaminano. È stato accertato che l’attuale ritmo di emissioni nocive provocherà un innalzamento di oltre un metro del livello dei mari, colpendo centinaia di milioni di persone, favorendo le inondazioni e causando l’ingresso d’acqua salata nelle falde freatiche d’acqua dolce. E l’acqua potabile, prevedono gli analisti, diventerà una merce sempre più rara e difficilmente accessibile. «Il cambiamento climatico peggiorerà in modo significativo le condizioni di vita di milioni di perso- ne», avvertono i ricercatori. «Ondate di calore prolungate e tempeste di sabbia del deserto — aggiungono — possono rendere alcune regioni inabitabili, cosa che ovviamente contribuirà alla pressione migratoria». L’allarme sul clima riguarda anche il Pacifico, dove cinque piccole isole coralline sono state cancellate dallatlante geografico, sommerse dal mare. Lo hanno stabilito ricercatori australiani, che hanno preso in esame le Isole Salomone, Nazione insulare composta da un migliaio di isole nel Pacifico meridionale. Qui, rilevano gli esperti, dal 1994 in poi il livello del mare si è alzato di 7-10 millimetri all'anno, uno degli incrementi più alti registrati sul pianeta. Le cinque isole scomparse non erano abitate. Distruzioni provocate dagli ultimi bombardamenti su Aleppo (Ansa) GINEVRA, 11. C’è incertezza sulla convocazione del nuovo round di negoziati tra Governo e opposizione siriani a Ginevra, il terzo dopo quello che si è concluso il 27 aprile scorso. Se da un lato la Russia sta facendo pressioni sull’opposizione perché torni al tavolo delle trattative, ma con richieste più modeste, Washington ritiene che sia necessario aspettare: è ancora troppo presto per aprire un nuova tornata negoziale, vista anche l’instabilità della situazione ad Aleppo, dove i combattimenti continuano. L’inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura, non ha quindi fissato la data di inizio dei nuovi incontri. Ha tuttavia fissato i punti essenziali sui quali si concentrerà il dialogo: il rispetto della tregua in tutta la Siria, l’impegno del Governo a non ostacolare l’arrivo di aiuti umanitari nelle aree assediate e a liberare i detenuti, come sancito nella risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Inoltre, in un documento presentato al Consiglio di sicurezza, de Mistura ha affermato che il terzo round dovrà prendere in esame le modalità concrete con cui avverrà la transizione politica. E dunque il monitoraggio delle istituzioni governative e di sicurezza, la strategia e gli strumenti di coordinamento per la lotta al terrorismo, la tutela dei confini, la creazione di un clima pacifico e neutrale a garanzia dell’incolumità di tutti e altro ancora. Stando a fonti di stampa, il progetto della Russia è quello di mantenere al potere l’attuale presidente Assad. Mosca non prevede una ve- Obama nella città giapponese il prossimo 27 maggio ra transizione politica, bensì la creazione di un Governo di unità nazionale con la partecipazione parziale dell’opposizione. Washington, che non riconosce la legittimità di Assad e del suo Governo, preme affinché possa nascere al più presto un Esecutivo del tutto nuovo, dal quale sia esclusa la leadership attuale, e dunque la formazione di un’Assemblea costituente. Come detto, la situazione sul campo resta molto difficile. Ieri due attacchi aerei su Idlib, nel nord-ovest della Siria, hanno causato la morte di almeno dieci civili. Fonti dell’opposizione spiegano che nell’attacco si registrano anche decine di feriti. E nel frattempo, il cosiddetto Stato islamico (Is) ha preso il controllo di una strada strategica che collega Homs e il sito archeologico di Palmira. Ma non è solo la Siria a essere nel mirino dell’offensiva jihadista. È di almeno 64 morti e decine di feriti il bilancio provvisorio di un attentato compiuto oggi nella capitale irachena Baghdad. Lo riferiscono fonti mediche citate dall’emittente «Al Arabiya», secondo cui l’esplosione sarebbe stata causata da un’autobomba a Sadr City, un sobborgo orientale a maggioranza sciita, e avrebbe colpito un mercato. Altri bilanci riportati dalle agenzie parlano comunque di decine di vittime. L’Is avrebbe rivendicato l'attentato in un comunicato circolato sui social media. Nel testo i jihadisti affermano di aver voluto colpire una riunione di miliziani sciiti. L’artista statunitense Christo Plastica d’autore Destinazione Hiroshima MARCELLO FILOTEI A PAGINA 4 NOSTRE INFORMAZIONI Nomina di Vescovo Ausiliare Il memoriale della pace a Hiroshima (Reuters) PAGINA 3 Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Goiânia (Brasile) il Reverendo Moacir Silva Arantes, del clero della Diocesi di Divinópolis, finora Amministratore Parrocchiale della parrocchia “Nossa Senhora da Piedade”, a Pará de Minas, assegnandogli la Sede titolare di Tituli di Numidia. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 12 maggio 2016 Un pezzo di cotone rimasto impigliato nel filo spinato che circonda il campo profughi greco di Idomeni (Afp) Per gestire al meglio i flussi di arrivi Berlino vuole prolungare i controlli alle frontiere BRUXELLES, 11. Resta critica la situazione in Europa sul fronte della crisi dei migranti, con l’annuncio da parte della Germania di prolungare i controlli alle frontiere e del referendum in Ungheria sui ricollocamenti dei rifugiati, mentre si rinnovano le tensioni con la Turchia, di cui è sempre più in dubbio la tenuta dell’accordo con l’Ue. Intanto, anche se con una minore intensità, continuano gli arrivi via mare, quasi 190.000 dall’inizio anno secondo i dati dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni. La Germania, come ha annunciato il ministro dell’Interno, Thomas de Maizière, vuole estendere i controlli alle frontiere con l’Austria, già avviati a settembre, fino a quando la protezione dei confini esterni dell’Unione non sarà migliorata. Era stata proprio la decisione di Berlino alla fine dell’estate a far scattare a catena la stessa decisione in Austria, dove le tensioni politiche sui migranti, nonostante il “pugno duro” mostrato al Brennero nei confronti dell’Italia, sono cresciute negli ultimi tempi. A Bruxelles, però, non è giunta nessuna richiesta ufficiale da parte della Germania: si aspetta ancora, infatti, che entro giovedì gli Stati membri adottino la proposta della Commissione che consente il prolungamento dei controlli in punti specifici delle frontiere per altri sei mesi. E questo riguarderà anche Austria, Danimarca, Svezia e Norvegia. La situazione non va meglio sul versante dell’accoglienza dei migranti: il Parlamento ungherese ha dato il via libera al referendum chiesto dal Governo del premier Viktor Orbán sul piano di reinsediamento dei rifugiati in base a quote. Critica la Commissione Ue. Scricchiola intanto anche l’accordo con la Turchia. Bruxelles ha deciso di rinviare a data da destinarsi la riunione sulla liberalizzazione dei visti chiesta da Ankara e inizialmente prevista per venerdì prossimo. A pesare anche le ultime dichiarazioni del presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, secondo cui Ankara «non accetta lezioni sulla lotta al terrorismo» dall’Europa. Una madre con il figlio alla frontiera tra Grecia ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Ap) Riforma adottata senza passaggi parlamentari Il segretario della Cei ribadisce il ruolo centrale della famiglia Parigi alla prova di forza sul lavoro Voto di fiducia per le unioni civili in Italia PARIGI, 11. Prova di forza in Francia sulla contestata riforma del lavoro. Con una decisione destinata a suscitare polemiche e discussioni, il Governo socialista del primo ministro, Manuel Valls, ha deciso di bloccare il passaggio in Parlamento della riforma il cui obiettivo dichiarato è contrastare il livello record di disoccupazione. Nel corso di un Consiglio dei ministri convocato ieri d’urgenza all’Eliseo, l’Esecutivo ha infatti dato il via libera all’uso dell’articolo 49 della Costituzione, che impone l’immediata adozione del provvedimento escludendo il voto dell’Assemblée nationale. Questo salvo l’approvazione della mozione di sfiducia presentata dall’opposizione di centro-destra (Udi - Les Républi- cains), ritenuta però improbabile. La scelta di Valls — indicano gli analisti — è stata dettata dall’assenza di una maggioranza in Parlamento e dal fallimento delle trattative con i principali sindacati. Davanti alla sede dell’Assemblée nationale e in altre piazze del Paese si sono subito riaccese tensioni e proteste. La decisione di forzare l’iter della riforma «mi ha fatto male al cuore — ha detto il premier Valls in diretta all’emittente televisiva TF1 — ma dobbiamo condurre in porto la riforma perché la Francia deve andare avanti». Sette sindacati (Cgt, Fo, Fsu, Solidaires, Unef, Fidl, Unl) hanno indetto per domani una quinta giornata di mobilitazione nazionale. ROMA, 11. La Camera dei deputati si esprime oggi sul disegno di legge che introduce le unioni civili tra coppie omosessuali quale «specifica formazione sociale». Così come avvenuto al Senato nel febbraio scorso, anche oggi il Governo ha posto sul voto la questione di fiducia. Il ricorso a questa procedura — ha spiegato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi — è stato necessario «perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti». Sulla decisione è intervenuto ieri il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino, rispondendo a una domanda dei giornalisti a margine di un convegno sulle tossicodipendenze a Roma. «Penso stia emergendo da tutte le parti una richiesta di maggiore partecipazione e attenzione, di maggiore rispetto per coloro i quali sono stati eletti. Poi il Governo avrà anche le sue logiche, le sue ragioni, ma il voto di fiducia può rappresentare spesso una sconfitta per tutti» ha spiegato il vescovo. «C’è la necessità che ci sia una politica familiare molto più attenta che metta in conto l’importanza della famiglia costituita da padre, madre e figli» ha sottolineato Galantino. «Il ruolo della famiglia non è sussidiario o marginale: la società deve capirlo. Non è un tema che deve stare a cuore solo alla Chiesa, ma a tutti, alla società». Sul ricorso al voto di fiducia hanno espresso aspre critiche le formazioni politiche di opposizione, mentre sul merito della questione è intervenuto il candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini. «Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili — ha dichiarato — ma non celebrerò unioni tra persone omosessuali se dovessi vincere le elezioni». Il testo già approvato dal Senato è diverso da quello presentato originariamente. In esso infatti non compaiono più l’obbligo di fedeltà e la controversa stepchild adoption, la norma che consentirebbe a uno dei partner l’adozione del figlio dell’altro. In quest’ultimo caso, sarà infatti il giudice a decidere se riconoscere o meno le adozioni per le coppie omosessuali. La tratta frutta alla criminalità 150 miliardi di dollari all’anno Quando la legge aiuta il trafficante dalla nostra inviata a Strasburgo FAUSTA SPERANZA Non solo vittime degli scafisti. Richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono «particolarmente vulnerabili» alla tratta di esseri umani che in Europa frutta alla criminalità almeno 150 miliardi di dollari all’anno. Già 10.000 minori non accompagnati sono scomparsi dal loro arrivo in Europa negli ultimi mesi e, nella terra di nessuno dell’illegalità, restano sacche ben organizzate per sfruttamento sessuale, lavoro forzato, espianto di organi. L’allarme è preciso. Viene da Europol, l’ufficio europeo di polizia. Se i Governi dell’Ue non fanno di più e meglio, le vittime che oggi sono 30.000 possono crescere in modo esponenziale. La prima indicazione concreta è quella di non fare dei cosiddetti hotspot un’occasione mancata per la prevenzione. I punti di crisi, voluti per gestire l’emergenza di flussi di migranti senza precedenti, sono pensati per la registrazione dei rifugiati, per assicurare loro servizi e assistenza. In realtà, avvertono le forze di polizia che si muovono sul piano europeo, sono il primo nodo critico in cui si gioca il futuro di tante potenziali vittime. A cogliere l’allarme è il Parlamento europeo, che vota giovedì una risoluzione che richiama fortemente gli Stati membri Ue a superare divisioni che lasciano maglie larghe all’illegalità. Si tratta di migliorare la raccolta dati e uniformare le legislazioni. Innanzitutto, si chiarisce che «le differenze tra legislazioni degli Stati membri agevolano notevolmente le attività dei gruppi appartenenti alla criminalità organizzata». Inoltre, si legge che «il rischio di essere perseguiti penalmente è ancora troppo basso e le sanzioni comminate per prevenire il reato sono Il ministro degli Esteri tedesco chiede concessioni alle parti in conflitto Dialogo sulla crisi ucraina Il presidente Hollande insieme al premier Valls all’Eliseo (Reuters) L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Città del Vaticano [email protected] www.osservatoreromano.va GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino vicedirettore Piero Di Domenicantonio BERLINO, 11. Alla vigilia dell’odierno incontro a Berlino sulla crisi nel sud-est dell’Ucraina del cosiddetto “quartetto Normandia” (Germania, Francia, Russia e Ucraina), il ministro degli Esteri tedesco, FrankWalter Steinmeier, ha chiesto ieri a Mosca e a Kiev passi in avanti concreti sul processo di pace. Per Steinmeier, gli sforzi per l’applicazione di accordi di pace vecchi di quindici mesi «non possono andare avanti all'infinito» e per questo «nell’incontro di Berlino servono, più che chiare ammissioni delle parti in conflitto, soprattutto progressi concreti nell’applicazione». Tuttavia — ha sottolineato il capo della diplomazia di Berlino — «bisogna creare le condizioni per Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va far svolgere le elezioni locali e, soprattutto, deve essere a ogni modo evitato un ritorno all’escalation di violenza del passato». D’altra parte la guerra nell’est dell’Ucraina iniziata nell’aprile del 2014 e che ha visto contrapposti l’esercito di Kiev e i ribelli delle province di Donetsk e Lugansk, a maggioranza russa, ha già causato — secondo gli ultimi dati forniti dall’Onu — quasi 10.000 morti e oltre 23.000 feriti. Nel settembre del 2015 nella capitale bielorussa, Minsk, è stato raggiunto un cessate il fuoco. Il conflitto però non si è mai estinto del tutto e perdura, con vittime causate dall’enorme quantità di mine antiuomo mai rimosse e dagli spari incessanti dell’artiglieria. Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] Tipografia Vaticana Editrice L’Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Il Cremlino ritiene che la situazione relativa all’attuazione degli accordi di Minsk-2 per la soluzione della crisi ucraina sia ancora «deplorevole». A parlare è stato il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, alla vigilia dell’incontro a Berlino. A suo dire i colloqui nel “formato Normandia” rimangono «la base principale per gli sforzi di trovare una soluzione della crisi in Ucraina, per questo è estremamente importante mantenerli». La situazione «è lungi dall’essere promettente e produttiva — ha denunciato Peskov — Per ora constatiamo la deplorevole situazione relativa all’attuazione degli accordi di Minsk, di cui i Paesi del Quartetto sono firmatari». Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, [email protected] [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 inadeguate rispetto ai potenziali profitti». Il pensiero va a norme differenti per esempio per il sanzionamento di clienti di prostitute. E infatti l’Europarlamento invita a uniformarsi sui canoni di severità del Nord Europa. Ma le distanze da colmare, per un’azione che si possa dire europea, sono a partire dal livello primario delle definizioni. Innanzitutto, la definizione di tratta di esseri umani è diversa Paese per Paese. E, ad esempio, in tema di minori, non c’è un’unica espressione per identificare il fenomeno criminale. Alcuni Stati membri considerano la tratta di minori una forma autonoma di sfruttamento, altri assimilano le vittime minorenni agli adulti. Così, denuncia la risoluzione, «si ostacola la possibilità di creare un quadro globale di intelligence e definire le migliori risposte investigative a livello dell’Ue». Quando si parla di tratta, i settori sono tristemente tanti. Dall’agricoltura all’accattonaggio; dall’industria del sesso, al matrimonio forzato; dallo sfruttamento sessuale sulle strade, a quello on line; dalle adozioni illegali, al traffico di organi umani. Non può esserci un’unica strategia valida per tutti. Ma si capisce quanto sia urgente che, a monte di tanti specifici settori di intervento, ci sia collaborazione transnazionale tra polizie e magistrature. Ci sono anche piani che ricongiungono tanti fili. Primo fra tutti, quello di internet che, così come per il terrorismo, gioca un ruolo chiave nel reclutamento, in questo caso di vittime. Lo fa attraverso false offerte di lavoro, pubblicizzando “servizi” e favorendo lo scambio di informazioni tra reti criminali. Ci vuole collaborazione tra polizie ma anche un impegno politico perché internet non sia solo questo, ma sia anche piattaforma per sensibilizzare e mettere in guardia le potenziali vittime. Ci vogliono programmi precisi. Tutto si ricollega sul piano del denaro. Per questo l’appello ai Governi è forte. Si deve collaborare con maggiore efficacia a livello di polizie e strutture economiche per «indagare sugli aspetti finanziari e il riciclaggio del denaro». Inoltre, si deve «rafforzare la cooperazione ai fini della confisca e del congelamento dei beni delle persone implicate nella tratta». In ogni caso, ci sono classificazioni che colpiscono e fanno pensare. Al momento la tratta è considerata «un’attività a basso rischio e ad alto profitto». Se non c’è un’azione efficace, con l’aumento di migranti irregolari, la stessa forbice semplicemente si allargherà ulteriormente. Nella risoluzione del Parlamento europeo, al di là degli interventi mirati suggeriti, c’è una raccomandazione generale quanto essenziale. Si legge: «Per prevenire la tratta di esseri umani e il traffico di persone è importante creare canali per l’immigrazione legale e sicura». Concessionaria di pubblicità Aziende promotrici della diffusione Il Sole 24 Ore S.p.A. System Comunicazione Pubblicitaria Ivan Ranza, direttore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 [email protected] Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Società Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 12 maggio 2016 pagina 3 Il presidente brasiliano Rousseff interviene durante una conferenza a Brasilia (Ap) Obama nella città giapponese il prossimo 27 maggio dopo il vertice del G7 Destinazione Hiroshima Per Abe un segnale forte in vista di un mondo senza armi atomiche WASHINGTON, 11. Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha espresso ieri «gratitudine dal profondo del cuore» dopo l’annuncio della Casa Bianca che conferma la visita del presidente statunitense, Barack Obama, nella città di Hiroshima al Duterte intende cambiare la Costituzione filippina MANILA, 11. Il nuovo presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, intende cambiare la Costituzione e istituire nel Paese asiatico un sistema parlamentare e federale. Le priorità, ha assicurato il presidente nel suo primo discorso, saranno la lotta alla criminalità e alla corruzione, sull’esempio di quanto già accade a Davao, capitale dell’isola di Mindanao, metropoli amministrativamente autonoma che Duterte governa da più di vent’anni. Tra i provvedimenti allo studio, è previsto un coprifuoco dalle 22 per i minori non accompagnati e sarà vietata la vendita di alcolici dopo la mezzanotte. governa da più di 20 anni. Il capo dello Stato, che ha nettamente vinto le elezioni di lunedì scorso, ha anche detto che limiterà la velocità delle auto a 40 chilometri all’ora. È stato il portavoce di Duterte, Peter Lavina, a illustrare le linee programmatiche del mandato. «Ci sarà una rilevante riforma della Costituzione che richiederà il consenso nazionale; chiederemo al Congresso di convocare un'Assemblea costituente. La riforma che vogliamo prevede di decentralizzare il potere e istituire un federalismo per potenziare lo sviluppo del Paese», ha spiegato. «Le Filippine non crescono perché il potere è troppo concentrato nel Governo nazionale. Abbiamo bisogno di un sistema federale che liberi le regioni in modo che siano padroni del loro destino» ha aggiunto il portavoce. Nonostante gli appelli a non votarlo lanciati del presidente uscente, Benigno Aquino III, Duterte ha raccolto molti voti soprattutto a causa delle sue prese di posizione contro la corruzione e la criminalità. Nelle elezioni, a cui hanno partecipato 54,3 milionid i filippini, Duterte ha conquistato il 38,7 per cento dei consensi, seguito dell’attuale ministro degli Interni, Mar Roxas (23,2 per cento), e dalla senatrice Grace Poe (21,7 per cento). termine del vertice del G7 di fine maggio nel Giappone centrale. «Riaffermare la propria determinazione per creare un mondo privo di arsenali atomici da una città che è stata vittima di ordigni nucleari è un segnale carico di significato per la prossima generazione» ha detto il premier nipponico. Il ministero degli Esteri di Tokyo ha spiegato che Obama e Abe avranno diversi incontri nel corso del summit che precederà la visita congiunta. Il 27 maggio, dunque, Obama sarà il primo presidente in carica degli Stati Uniti a visitare Hiroshima, a coronamento di uno storico viaggio che prima del Giappone lo porterà anche ad Hanoi e a Ho Chi Minh, in Vietnam, tappe altrettanto simboliche. La decisione della Casa Bianca di ufficializzare la visita a Hiroshima era nell’aria, dopo settimane di indiscrezioni e il premier Abe — fanno sapere alcuni media — potrebbe ricambiare andando presto a Pearl Harbour, nelle Hawaii, dove si trova la base americana attaccata dai caccia nipponici che provocarono Per bloccare il voto al Senato sull’avvio della procedura di impeachment Rousseff presenta ricorso BRASILIA, 11. È previsto per domani, giovedì, il voto del Senato brasiliano sull’avvio della procedura di impeachment per il presidente Dilma Rousseff. Nel tentativo di bloccare il voto, il capo dello Stato ha presentato ieri un ricorso alla Corte suprema. Rousseff ha definito l’apertura della procedura di impeachment un «abuso di potere» da parte dell’ex presidente della Camera, Eduardo Cunha, che la Corte suprema ha sospeso venerdì scorso con l’accusa di ostacolare le indagini a suo carico nell’ambito dello scandalo Petrobras. Il ricorso è l’ultimo di una serie di colpi di scena, dopo lo scontro senza precedenti tra Senato e Camera, con la decisione del presidente del Senato, Renan Calheiros, di approvare l'avvio della votazione nonostante i dubbi sollevati dal presidente ad interim della Camera, Waldir Maranhão. Se il voto al Senato sarà favorevole e l’impeachment partirà, Rousseff dovrà abbandonare il palazzo presidenziale del Planalto per i tre mesi di durata del processo. In attesa del voto, la tensione in tutto il Paese resta altissima. Manifestazioni pro e contro l’impeachment per Rousseff si sono svolte ieri in tutte le maggiori città. Primo capo della polizia nero Sanders e Trump conquistano le ultime primarie nella corsa alla Casa Bianca Una vittoria per Ferguson Poche sorprese WASHINGTON, 11. Sono passati quasi due anni dalle fortissime tensioni razziali che scossero la città del Missouri Ferguson, dopo la morte — per mano di un agente bianco — del giovane nero disarmato Michael Brown. Le proteste, allargatesi poi a tutti gli Stati Uniti, portarono a un processo di generale revisione del comportamento e dell’organizzazione della polizia locale. E oggi, la comunità afroamericana della città può festeggiare una vittoria importante: per la prima volta ci sarà un capo della polizia nero. Il suo nome è Delrish Moss, veterano della polizia di Miami, che ha battuto altri 50 concorrenti ed è stato scelto come successore di Tom Jackson. Sei mesi fa, un rapporto del dipartimento di Giustizia aveva messo sotto accusa il dipartimento di polizia di Ferguson, protagonista di continue violazioni dei diritti costituzionali degli afroamericani. Appena insediato, Moss, 51 anni, con 32 anni di carriera alle spalle, di cui venti in Florida, ha sottolineato lo scarso numero di donne e di neri in posizioni di comando. Per ricostruire fiducia nella comunità e un rapporto con le forze dell’ordine, il nuovo capo della polizia punta a lanciare un programma di tutoraggio. Tra i buoni propositi, anche l’idea di un nuovo programma giovanile intitolato “Fa la cosa giusta”. Più cooperazione antiterrorismo tra Marocco, Algeria e Tunisia RABAT, 11. Il capo del Governo tunisino, Habib Essid, ha chiesto oggi nel corso di una visita a Rabat, un rafforzamento della cooperazione con Marocco e Algeria per lottare contro il terrorismo, in particolare per affrontare la minaccia jihadista. «Abbiamo potuto scongiurare — ha detto il premier tunisino — una serie di attacchi terroristici grazie alla nostra cooperazione sul fronte della sicurezza con l’Algeria, soprattutto alle frontiere». Quanto al Marocco, ha aggiunto Habib Essid «c’è uno scambio di informazioni e nei colloqui con il premier, Abdelilah Benkirane, abbiamo deciso di rafforzare questa cooperazione». Un ingente quantitativo di armi è stato sequestrato ieri dalle forze armate algerine a Borj Badji Mokhtar, nel profondo sud del Paese. Lo rende noto il ministero della Difesa algerino specificando che dell’arsenale face- l’ingresso degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale. Una visita che dovrebbe avvenire a novembre, quando Abe si recherà in Perú per il vertice dell’Apec. Nell’aprile scorso John Kerry è stato il primo segretario di Stato americano a recarsi nella città colpita da “Little Boy”, l’atomica sganciata la mattina del 6 agosto 1945 dal bombardiere americano Enola Gay. Tre giorni dopo un altro ordigno nucleare colpì la città di Nagasaki. In tutto le vittime furono oltre 220.000, senza contare le conseguenze decennali sulla salute di centinaia di migliaia di giapponesi. Tuttavia, come ha precisato Ben Rhodes, uno dei più stretti consiglieri di Obama, il presidente non chiederà scusa per le bombe che posero fine alla seconda guerra mondiale. «Sarebbe un errore farlo», ha spiegato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, sottolineando che Obama ritiene che l’allora presidente Harry Truman prese la decisione «per motivi giusti, per far cessare un conflitto terribile». vano parte lanciamissili, munizioni per lanciarazzi, vario materiale esplosivo, kalashnikov e mitragliatori Rpk. Nei giorni scorsi, sempre il ministero della Difesa algerino ha diffuso il bilancio delle azioni condotte dalle forze di sicurezza dall’inizio dell’anno fino ad aprile 2016. Nel corso di diverse operazioni di sicurezza alle frontiere sono stati uccisi 84 jihadisti uccisi e sono stati arrestati altri 14 presunti fondamentalisti nella provincia di El Oued, nel nord-est del Paese, al confine con la Tunisia. E anche in Tunisia prosegue senza sosta l’attività antiterrorismo: unità di sicurezza tunisine hanno smantellato altre due cellule jihadiste a Mahdia e Kebili, arrestando in tutto sei persone con l’accusa di appartenere a una organizzazione terroristica. Lo ha reso noto ieri sera il ministero dell’Interno di Tunisi. WASHINGTON, 11. Nessuna vera sorpresa nelle ultime primarie della corsa alla Casa Bianca. In campo democratico, Bernie Sanders ha vinto le primarie nel West Virginia con il 51 per cento dei voti, contro il 37 di Hillary Clinton. Intervenuto a un comizio in Oregon, dove si vota la settimana prossima, il senatore del Vermont ha ammesso oggi che la sua campagna «deve arrampicarsi su una ripida salita», pur sottolineando che intende «battersi per vincere la nomination» e «lottare per ogni voto in Oregon, Kentucky, California e i due Dakota». Il senatore del Vermont era favorito in West Virginia, Stato dove Trump durante un comizio in Nebraska (Ap) l’industria mineraria è molto potente, dopo che a marzo Clinton si era espressa con toni critici sul settore del carbone. La distanza tra i due rivali resta comunque incolmabile. L’ex segretario di Stato rimane in testa nella corsa alla nomination democratica per la Casa Bianca con 1600 delegati, 300 più del senatore. Inoltre, può contare sulla maggioranza dei super delegati per assicurarsi la nomination alla convention di luglio a Philadelphia, dove servirà una maggioranza di almeno 2383 voti. In campo repubblicano, invece, Donald Trump è ormai rimasto l’unico candidato in lizza, dopo aver vinto senza problemi in West Virginia, dove poteva anche contare sul sostegno dell’associazione dei produttori di carbone. Il miliardario ha conquistato anche il Nebraska, dove c’erano le primarie solo per il Grand Old Party, ottenendo tutti i delegati in palio. Trump, ormai senza rivali, ha la nomination quasi in tasca. Nonostante gli altri candidati si siano ritirati dalla corsa gli elettori possono comunque decidere di votarli. Il miliardario newyorkese tuttavia non ha ancora raggiunto la soglia dei 1237 delegati che gli consentirebbe di arrivare alla convention di luglio con le spalle coperte e la certezza — sulla carta — di poter correre per la Casa Bianca. Il Governo venezuelano denuncia brogli CARACAS, 11. Sempre più teso il confronto in Venezuela tra il Governo e l’opposizione, che controlla il Parlamento. Jorge Rodríguez, vice presidente del Partido socialista unito (Psuv, chavista), ha infatti detto che esistono «indizi di frode» nelle firme consegnate dall’opposizione al Consiglio nazionale elettorale (Cne) come primo passo per convocare un referendum revocatorio contro il presidente, Nicolás Maduro. Secondo Rodríguez, responsabile della commissione che sta controllando le firme, almeno l’11 per cento delle schede con le firme consegnate al Cne sono incomplete, con nomi, impronte digitali o numeri delle carte di identità mancanti. «Tutto questo è un’operazione politica: non ci sarà un referendum perché non ci sono i tempi e non ci sono le firme», ha precisato Rodríguez. E per oggi, tanto l’opposizione quanto i partiti chavisti hanno convocato manifestazioni a favore e contro il referendum davanti alla sede del Cne, ma Rodríguez — che è anche sindaco di uno dei comuni in cui è divisa Caracas — ha detto avere solo ricevuto una richiesta di autorizzazione per un corteo di un gruppo pro-governativo. Mentre si prepara la battaglia tra l’Is e le truppe di Tripoli e Tobruk intorno a Sirte Mosca e Il Cairo dialogano sulla crisi libica TRIPOLI, 11. Si fa sempre più tesa la situazione nella zona attorno alla città di Sirte, roccaforte del cosiddetto Stato islamico (Is) in Libia, dove le differenti truppe che fanno riferimento a Tripoli e a Tobruk si preparano a iniziare un’offensiva contro i jihadisti. E della crisi libica hanno discusso ieri il presidente russo, Vladimir Putin, e quello egiziano, Abdel Fattah Al Sisi. Il capo dello Stato egiziano ha ribadito al leader del Cremlino la posizione del Cairo, che sostiene il Governo di concordia nazionale libico del premier incaricato Fayez Al Sarraj. Senza mai nominare il nome del generale Khalifa Haftar, Al Sisi ha detto che egli sostiene «sia il Consiglio presidenziale, sia l’esercito libico». Il presidente egiziano ha quindi ribadito la richiesta di «rimuovere l’embargo imposto dalle Nazioni Unite alle armi all’esercito libico, in modo che sia in grado di compiere al meglio il proprio dovere». Putin e Al Sisi hanno anche affrontato la possibile ripresa dei collegamenti aerei tra i due Paesi, interrotti per ordine di Mosca dopo l’attentato al volo russo in Sinai nello scorso ottobre. Come rende noto il Cremlino, entrambi i leader hanno espresso interesse al miglioramento delle misure di sicurezza negli aeroporti egiziani. Sul terreno, la situazione libica resta drammatica. L’Is ha ordinato ieri agli abitanti dei villaggi di Sultan e di Harawa intorno a Sirte di lasciare le proprie abitazioni entro 24 ore. Secondo quanto riferiscono fonti di stampa, i miliziani jihadisti hanno perquisito le case di due villaggi per preparare l’evacuazione e hanno arrestato sei giovani dei quali non si conosce quale sia stata la sorte. Sirte si svuota ogni giorno di più e si calcola che il 70 per cento della popolazione abbia già lasciato l’area a causa delle difficili condizioni di vita e in vista di un possibile conflitto armato tra l’Is da una parte, l'esercito libico di Khalifa Haftar e le milizie di Misurata dall’altra. Queste ultime si avvicinano sempre di più alla città rispettivamente da est e da ovest. Intanto, un gruppo di 150 famiglie di sfollati fuggiti da Sirte è giunto nei giorni nella città di Tobruk, in Cirenaica. La municipalità ha registrato i nomi degli sfollati e ha predisposto le misure necessarie per dare accoglienza alle famiglie sfollate. La Croce Rossa di Bengasi ha promesso di inviare aiuti a Tobruk per questi casi che non riguardano solo gli sfollati di Sirte, ma anche quelli già in città giunti da D erna. Il portavoce delle milizie di Misurata che fanno capo al Governo di unità nazionale di Tripoli e al comando unificato voluto dal premier Al Sarraj, il maggiore Mohammed al Ghasri, ha ammesso che «l’Is ha approfittato delle divisioni tra le milizie e all’interno dell’esercito». Parlando ai media libici, l’ufficiale ha aggiunto che «per questo stiamo conducendo un’iniziativa per unire le forze dell’esercito in tutte le regioni e combattere insieme». Il coordinamento interessa tutte le milizie della Tripolitania che «sono pronte per combattere ed entrare a Sirte». Il comando, operativo nella zona tra Sabrata e Misurata, è stato creato nei giorni scorsi dal Consiglio di presidenza del Governo di riconciliazione nazionale. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 giovedì 12 maggio 2016 Profughi al confine della Macedonia L’artista statunitense Christo “impacchetta” un volto della Scuola d’Atene di Raffaello Plastica d’autore di MARCELLO FILOTEI n un affresco come la Scuola di Atene di Raffaello, l’osservatore comune cerca di riconoscere i personaggi famosi e i simboli che li contraddistinguono, poi c’è chi si concentra su un giovane uomo praticamente anonimo e lo innalza a prota- I gonista assoluto. Capello fluente, bianco, sguardo attento ai particolari l’ottantenne Christo Vladimirov Javacheff, artista bulgaro nazionalizzato statunitense, per il mondo dell’arte semplicemente Christo, ha sempre avuto uno sguardo originale. Sa riconoscere la bellezza e ha inventato un modo per sottolinearla attraverso la plastica. In un angoletto della Sala degli arazzi dei Musei Vaticani, mentre lo aspettano per cominciare la presentazione del suo ultimo lavoro, ci spiega con calma perché ha deciso di “impacchettare” il volto di quel giovane dipinto cinquecento anni fa da Raffaello accanto ad Aristotele. In realtà, racconta in un inglese a cui il tempo non ha sottratto l’accento bulgaro, «non è chiaro se il personaggio sia un uomo o una donna. L’ho scelto perché cercavo qualcosa di molto ordinario che al tempo stesso esprimesse una grande idea di bellezza». Dagli anni Cinquanta, continua, «avvolgo le opere con uno strato di plastica. Ho usato la tecnica anche con delle statue, perché questo materiale, così fragile e comune, cambia il punto di vista dell’osservatore, lo invita a scoprire un significato più profondo». Nei primi esperimenti degli anni Cinquanta i lavori avevano dimensioni minime. Poi Christo e sua moglie Jeanne-Claude, artista nata in Francia e anche lei naturalizzata statunitense, hanno capito di avere bisogno di spazi sempre più grandi. Andando avanti anche le gallerie d’arte sono risultate troppo an- guste. E nel 1961, finalmente, i due hanno deciso di uscire all’aperto realizzando Stacked Oil Barrels and Dockside Packages nel porto di Colonia. Ora si torna al piccolo formato, con il progetto «Christo’s box. Between art and mercy. A gift for Bangui», un’iniziativa artistica e benefica allo stesso tempo, voluta dalla Segreteria per la Comunicazione e dai Musei Vaticani in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano e con l’Officina della Comunicazione di Bergamo. «Per una di quelle coincidenze che noi cristiani chiamiamo Provvidenza», racconta il prefetto della Segreteria, monsignor Dario Edoardo Viganò, non è stato troppo complicato entrare in contatto direttamente con l’artista e chiedergli di partecipare al progetto: «Christo sta realizzando una passerella galleggiante sul lago di Iseo, è così che le nostre strade si sono incrociate». Come facciamo sempre — aggiunge Viganò, «abbiamo deciso di “fare rete”, mettendo insieme diversi soggetti e valorizzando tutti attorno a un obiettivo comune». In questo caso si tratta dell’“impacchettamento artistico” di un cofanetto contenente una serie di documentari sui Musei Vaticani, prodotti dal Centro Televisivo Vaticano. «Sono state realizzate trecento repliche d’autore, che saranno messe all’asta. Il ricavato sarà offerto al Papa perché lo possa devolvere all’ospedale pediatrico di Bangui. Contiamo di concludere l’operazione per Natale». Il mondo della musica hip-hop nel film «Zeta» di Cosimo Alemà Estetica della periferia urbana di EMILIO RANZATO giovanissimi Alex e Marco (Diego Germini e Jacopo Olmo Antinori) sognano di sfondare nel mondo della musica hip-hop. Sarà solo il primo ad avere la grande occasione, attraverso l’incontro con un famoso rapper (Salvatore Esposito) e successivamente con un manager senza scrupoli che vuole sfruttarlo per produzioni commerciali. Nel frattempo il ragazzo cercherà di portare avanti una tormentata relazione con Gaia (Irene Vetere), fino a poco prima legata proprio all’amico. Se quest’ultimo reagirà male alla doppia delusione imboccando una brutta strada, anche per Alex, ora noto come Zeta, non sarà facile scrollarsi di dosso l’etichetta del venduto e ritrovare l’ispirazione genuina degli inizi. Nonostante sia scritta dal regista Cosimo Alemà assieme a Riccardo Brun, romanziere e sceneggiatore di una certa esperienza, la sceneggiatura rappresenta il limite di questo Zeta. Il soggetto segue lo schema già visto in decine e decine di pellicole sulla musica o altri campi in cui si cimentano I Da alcune inquadrature si capisce che il regista conosce bene il cinema d’autore Da Pasolini a Bertolucci giovani talenti: la gavetta, il successo, le tentazioni faustiane, lo scollamento dalle proprie origini e dai propri amici, la redenzione finale magari anche grazie a una tonificante sconfitta. I personaggi non vanno oltre gli stereotipi del sottogenere e alcuni elementi — come il fatto che il protagonista sia orfano di madre e malato di diabete — rimangono piuttosto gratuiti. Così come la strada della perdizione per il personaggio di Marco si apre in modo un po’ improvviso e forzato. La componente narrativa del film, più in generale, non è abbastanza solida, qualche modo universale, quanto, soprattutto, di valorizzare esteticamente le zone meno nobili della città. Poche volte, almeno nel cinema italiano, si sono visti scorci periferici così attraenti. In tota- Dal punto di vista ideologico e morale, gli autori manifestano un certo grado di calcolo e scaltrezza, in particolare nel voler conciliare un contenuto sostanzialmente edificante con un disegno dei I tre protagonisti del film e in molti momenti finisce per farsi offuscare dalla personalità dei veri rapper impegnati in comparsate — da J-Ax a Fedez, da Clementino a Briga, emblematicamente più a loro agio degli attori davanti alla cinepresa — e soprattutto dalla sinergia di musica e immagini. Proprio quest’ultimo aspetto, d’altro canto, è la carta vincente del film. Alemà offre infatti una prova di regia davvero ottima, riuscendo a stare al passo con l’elettrizzante colonna sonora grazie a un montaggio sopraffino che ha poco da invidiare a quello dei film americani, senza al contempo scadere nell’estetica del videoclip, nonostante i lunghi trascorsi che proprio nel campo dei video musicali — ovviamente sempre al servizio di musicisti hiphop — il regista può vantare. Ma a rendere davvero lodevole il suo lavoro è l’intenzione, onorata dai risultati, tanto di rappresentare una Roma nuova e in le contravvenzione con la Roma borghese, patinata o tutt’al più da cartolina messa in scena negli ultimi anni, in film fra l’altro di ben maggiori pretese. Si tratta, inoltre, di una qualità particolarmente felice perché contigua al concetto che è in gran parte alla base del mondo hip-hop: la sublimazione artistica di tutto ciò che è nascosto, sotterraneo e solo apparentemente di scarso valore. Non a caso in questo film, come in parecchi prodotti italiani per il grande e piccolo schermo delle ultime stagioni, pulsa non troppo remoto il ricordo dei poliziotteschi e di tanto altro cinema di genere degli anni Settanta, ma allo stesso tempo, da alcune inquadrature rivelatrici, si capisce che Alemà conosce bene anche il cinema d’autore: Pasolini, ovviamente (i prati incorniciati dai caseggiati in lontananza) e Bertolucci (l’uso astratto di alcuni palazzi dell’Eur). personaggi che appaia sufficientemente trasgressivo. Di conseguenza il protagonista condanna le droghe pesanti ma non quelle leggere, insegue l’amore romantico ma non disdegna le avventure occasionali. Per il resto però il racconto non è affatto edulcorato, riservando episodi che travalicano per crudezza gli schemi del film adolescenziale, e sfugge anche alle tentazioni del politically correct senza per questo apparire ingiusto o populista. E comunque almeno un rischio il film ha il coraggio di correrlo di sicuro, quando in una scena affida a un prete impersonato dal rapper Tormento — alle cui movenze sembra ispirarsi il protagonista in molti momenti e che doppia il personaggio interpretato da Esposito nelle parti cantate — un Padre nostro recitato su cadenze hip-hop. Un’idea che risulta ispirata e quindi per nulla irriverente. Convegno a venticinque anni dalla «Centesimus annus» Impresa contro la povertà di D OMINGO SUGRANYES BICKEL apa Wojtyła chiedeva spesso di guardare verso le “cose nuove” del presente. Il suo appello oggi è ancora più urgente. Le incertezze di una crescita economica rallentata e le masse di profughi e migranti alle porte dell’Europa e degli Stati Uniti attestano l’inadeguata gestione della globalizzazione. Davanti a sfide di questo calibro, come laici non possiamo accontentarci di parole astratte, e da professionisti con esperienza di gestione non crediamo nelle utopie. Per rispondere a tali necessità nel mondo reale non esiste alternativa all’iniziativa imprenditoriale fondata sulla «libertà della persona, che si esprime in campo economico come in tanti altri campi» (Centesimus annus, 32). Nel venticinquesimo anniversario dell’enciclica di san Giovanni Paolo II, la Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice ha organizzato il convegno internazionale annuale in Vaticano su due temi: l’iniziativa imprenditoriale nella lotta contro la povertà e l’emergenza profughi. Il Papa ha previsto di incontrare i partecipanti venerdì 13 maggio; nella sessione di apertura interverranno il cardinale Calcagno, presidente dell’Apsa, e Alberto Quadrio Curzio, presidente del comitato scientifico della Fondazione e presidente dell’Accademia dei Lincei. Un’occasione per riaffermare che i problemi di povertà e di esclusione si possono risolvere mediante l’incentivazione dell’attività economica e la creazione di imprese, consapevoli però che la libertà d’impresa e il buon funzionamento del mercato non bastano. Oggi più che mai, è necessario ampliare il campo di visione delle decisioni economiche pubbliche e private: la disoccupazione, le minacce di social decay, i rischi ambientali, le conseguenze delle guerre e delle politiche fallite si devono affrontare con risposte di solidarietà efficiente. In questa ricerca al di fuori dei sentieri battuti si aprono ampie possibilità all’imprenditorialità che unisce profit e non-profit, rendimento economico e scopo sociale. Durante la prima sessione del convegno verranno illustrati alcuni esempi di buone pratiche di impresa a dimensione sociale che provengono dall’Asia, dall’Africa e dagli Stati Uni- P ti; la testimonianza di un banchiere internazionale che lavora per l’inclusione finanziaria, un imprenditore spagnolo creatore di una rete cooperativa di servizi alberghieri impiegando ex detenuti, e un promotore dello sviluppo industriale coreano. Nella seconda sessione si affronterà il tema profughi, aiutati nella riflessione da esperti del Comitato internazionale della Croce Rossa, della Conferenza episcopale italiana, della Compagnia di Gesù, e di imprese di vari Paesi. Nella terza sessione parlerà il governatore di una banca centrale europea che propone la creazione di nuovi fondi volontari di solidarietà; nella quarta sessione riferirà il presidente della più grande società di riassicurazione mondiale, di confessione protestante, sulla possibilità di prendere decisioni d’impresa che s’ispirano alla fede cristiana. Successivamente ci sarà un panel dal titolo Alleanze per il cambiamento: al centro, la domanda “come possiamo collaborare efficacemente con credenti di altre confessioni e religioni, e con non credenti, per svolgere in comune dei programmi di economia virtuosa?” Chiuderà il convegno una lectio magistralis del cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis. Fra le sessioni si intercaleranno tre interventi su temi d’attualità: il cardinale Pell parlerà della partecipazione responsabile dei laici nelle finanze della Chiesa; Francis X. Rocca, vaticanista del Wall Street Journal evocherà la figura di Papa Francesco visto dagli Stati Uniti; e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, riferirà sulle priorità della Santa Sede nelle organizzazioni governative internazionali. Nell’attuale disorientamento sono molte le voci di responsabili di grandi centri finanziari che chiedono una riedificazione morale promossa dall’interno delle istituzioni e imprese, senza la quale l’ingente mole di nuovi regolamenti finirà solo per favorire l’atteggiamento di ticking boxes, ossia il compimento formale di una norma imposta. Il non compimento ha un costo elevato per banche e imprese, ma le sanzioni, anche elevate, non bastano per cambiare la condotta e ridare un senso all’attività. E la riedificazione morale non può prescindere da un processo di riflessione e di adesione personale a un progetto di bene comune. A José Beltrán il Premio «Lolo» La Unión Católica de Informadores y Periodistas de España, ha conferito a José Beltrán, direttore del settimanale «Vida Nueva», il Premio «Lolo» dedicato ai giovani giornalisti che nello svolgere il loro lavoro hanno come punto di riferimento i valori cristiani. Il riconoscimento — arrivato alla sua settima edizione — porta il nome Manuel Lozano Garrido, da tutti chiamato “Lolo”, il primo giornalista laico ad aver avuto una causa di canonizzazione; beatificato il 12 giugno 2010, è il primo di cui si propone un articolo giornalistico come seconda lettura della Liturgia delle Ore. «Come diceva Lolo — ha detto José Beltrán durante la cerimonia di consegna del premio — in quanto giornalisti siamo chiamati a insegnare dalla cattedra della verità. Sento la mia professione come una vocazione, ma al momento mi sento più come un borsista che come un professore» ha scherzato Beltrán. «Vida nueva mi ha insegnato a guardare il giornalismo con occhi nuovi» ha aggiunto il direttore del settimanale. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 12 maggio 2016 pagina 5 Marc Chagall «Compleanno» (1915) L’immagine della Virgen de la Caridad del Cobre a Miami Appello all’unità dei cubani Dal settimanale «Catalunya Cristiana» riprendiamo l’articolo del cardinale arcivescovo emerito di Barcellona. di LLUÍS MARTÍNEZ SISTACH Il Papa ci ha fatto dono dell’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia. È un documento abbastanza lungo, con trecentoventicinque punti. Ha un indice con nove capitoli che fanno riferimento a tutta la realtà della famiglia di oggi. Francesco ha scritto questo documento accogliendo e valorizzando le proposte delle due assemblee sinodali: cinquantuno citazioni sono del sinodo del 2014 e settantasei del sinodo del 2015. Io, che ho partecipato a entrambe le assemblee sinodali, leggendo il testo del Papa ho sentito le parole e la musica di quei lavori. La gioia dell’amore è frutto del lavoro che abbiamo svolto insieme al Papa noi padri sinodali e il popolo di Dio. Il documento inizia con un’apertura alle famiglie ispirata alla Parola di Dio che dà il giusto tono. Poi esamina la situazione attuale della famiglia in modo molto realistico. Quindi ricorda l’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia e presenta due capitoli centrali dedicati all’amore. Vengono poi messi in rilievo alcuni cammini pastorali che aiutino a creare focolari domestici solidi e fecondi e a educare i figli. C’è quindi un invito alla misericordia e al discernimento pastorale dinanzi a situazioni definite “irregolari” e infine vengono proposte delle linee di spiritualità familiare. Il documento affronta tutte le questioni familiari, e merita una lettura calma per la ricchezza umana e cristiana dei suoi contenuti. Il Papa nell’introduzione si sofferma sui destinatari dell’esortazione apostolica e dice che è probabile che i coniugi si identifichino di più con i capitoli 4 e 5, che gli agenti di pastorale siano parti- Nell’esortazione apostolica «Amoris laetitia» Quotidianità dell’amore colarmente interessati al capitolo 6 e che tutti si vedano interpellati dal capitolo 8, dedicato a quelle situazioni familiari che non corrispondono pienamente a ciò che il Signore ci propone. Nel leggere il capitolo sull’amore nel matrimonio, si resta colpiti dalla capacità di introspezione psicologica del Papa. È un contributo estremamente ricco e prezioso per la vita cristiana dei coniugi. È un trattato sulla quotidianità dell’amore che è nemica di ogni idealismo. Il Papa afferma che i coniugi non si possono promettere di provare gli stessi sentimenti per tutta la vita, ma possono avere un progetto comune stabile e impegnarsi ad amarsi e a vivere uniti fino alla morte. Molti andranno direttamente a leggere il capitolo dedicato ai divorziati risposati. Ma bisogna Concluso il quarto sinodo dell’Église Protestante Unie Verso un’identità comune Nancy, 11. Si è concluso con la consacrazione di undici nuovi pastori il quarto sinodo dell’Église Protestante Unie della Francia (Epudf) svoltosi nei giorni scorsi a Nancy, in Lorena. «Un sinodo di transizione — ha spiegato a riforma.it Paolo Morlacchetti, pastore dell’Epudf a Nizza — che si situa dopo quello del 2015, a Sète, che aveva preso la decisione di permettere la rante i lavori, la pastora valdese Milena Martinat ha parlato del progetto “Mediterranean Hope” e del lavoro che la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia insieme con la comunità valdese portano avanti con i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo. Un intervento che ha dato un vero scossone all’assemblea, che proprio su questo tema ha poi votato alcuni ordini del giorno. La Francia ha deciso di accogliere trentamila richiedenti asilo, in particolare provenienti da Siria e Iraq. «Le Chiese evangeliche e la federazione protestante francese si sono preparate per poterne accoglierne una parte — si legge in un comunicato — ma al momento le autorità non hanno mantenuto l’impegno di dare rifugio a trentamila persone». leggerlo nel contesto di tutto ciò che viene detto sulla famiglia. La Chiesa propone tutta la ricchezza del Vangelo della famiglia. Il titolo è significativo: accompagnare, discernere e integrare questi nostri fratelli. Tale atteggiamento viene rafforzato nel contesto dell’anno santo dedicato alla misericordia. Credo che la coincidenza della realizzazione dei due sinodi sulla famiglia e del giubileo sia stata espressamente voluta da Papa Francesco al fine di applicare il documento pontificio con misericordia. In un’udienza privata che mi ha concesso nel luglio 2014, ho fatto riferimento a questa sua volontà e lui non mi ha contraddetto. È una coincidenza molto provvidenziale. Questo capitolo tiene particolarmente conto del contenuto del n. 85 della risoluzione finale del sinodo del 2015. Il Papa dice di aver accolto le considerazioni di molti padri sinodali che hanno chiesto che questi battezzati siano più integrati nella comunità cristiana. La logica dell’integrazione è la chiave del loro accompagnamento pastorale. Il Papa chiede ai sacerdoti di accompagnare questi coniugi con un discernimento che li orienti a prendere coscienza della loro situazione dinanzi a Dio per potersi integrare maggiormente nella comunità. Il documento afferma che, a causa della grande diversità di si- tuazioni concrete, non ci si può aspettare una nuova normativa generale applicabile a tutti i casi. Il Papa fa un’affermazione importante: «Non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante» (n. 301). Fa poi riferimento al Catechismo della Chiesa cattolica riguardo all’imputabilità e alla responsabilità morale di un’azione le quali possono essere diminuite o addirittura annullate. Il documento chiede che la coscienza delle persone sia più incorporata nella prassi della Chiesa in alcune situazioni che non rispecchiano obiettivamente la concezione del matrimonio cristiano. Il Papa sostiene che, più importante di una pastorale dei fallimenti, è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e prevenire così le rotture. L’esortazione dedica spazio alla preparazione al matrimonio, alla celebrazione del sacramento del matrimonio e all’accompagnamento dei coniugi specialmente nei primi anni di matrimonio. Francesco ci offre un documento rinnovatore, ricco di suggerimenti umanistici nella migliore tradizione della Chiesa, che richiederà, soprattutto dai pastori, uno sforzo per migliorare la pastorale familiare. MIAMI, 11. La Virgen de la Caridad del Cobre ancora una volta unisce e colma le distanze, non solo geografiche, tra i cubani. Un’immagine della Madonna patrona di Cuba è stata portata a spalle dai fedeli per le strade di Miami con grande commozione ed entusiasmo. La processione e l’esposizione temporanea in una cappella della città statunitense ha avuto luogo ieri, martedì 10, in occasione del centenario della proclamazione della Virgen de la Caridad del Cobre come patrona dell’isola caraibica. Con il motto «La carità ci unisce», l’immagine della Madonna andrà nei prossimi giorni nei principali luoghi nei quali si sviluppa la vita della comunità cubana negli Stati Uniti. Con la richiesta esplicita che fosse portata tra le comunità della diaspora come simbolo di amore e di unità, infatti, una famiglia cattolica cubana — riferisce l’agenzia Efe — aveva donato una statuetta della Vergine a Papa Francesco nel settembre scorso, in occasione della sua recente visita a Cuba. «La Virgen — ha spiegato padre Rumin Juan Dominguez, parroco della cappella dove è esposta l’immagine della Madonna — incarna il superamento delle divisioni e rappresenta l’unità». Alla processione hanno preso parte oltre trecento fedeli. «Questo bel gesto di fede — ha proseguito il sacerdote — implica un significativo segno di inclusione in netto contrasto con l’atteggiamento che, per decenni, ha mantenuto il regime contro coloro che hanno lasciato il Paese». La messa in commemorazione del centenario della patrona di Cuba è stata presieduta dall’arcivescovo di Miami, monsignor Thomas Gerard Wenski. Contemporaneamente un’altra messa è stata celebrata nel santuario della Virgen de la Caridad del Cobre, a Santiago di Cuba, alla quale hanno preso parte i vescovi dell’isola insieme a un gran numero di fedeli. Durante la processione, l’arcivescovo Wenski ha auspicato che l’immagine della Vergine possa essere «missionaria e conciliatrice» e che «aiuti tutte le famiglie cubane che vivono lontano dal proprio Paese». Per padre Rumin, non c’è segno di unità più grande, tra le famiglie della diaspora e quelle dell’isola, della devozione alla Virgen de la Caridad del Cobre, che «non ha mai cessato di accompagnare i cubani, ovunque si trovino, e a metterli tutti insieme sotto il suo mantello come un unico popo- LONDRA, 11. A pochi giorni dall’elezione a Londra di Sadiq Khan, primo sindaco musulmano di una capitale europea, e in vista del ramadan, gli autobus urbani ospiteranno, dal 23 maggio al 6 giugno, una campagna pubblicitaria contro il pregiudizio antislamico. Secondo la televisione privata Itv, la campagna, sostenuta dall’associazione di volontariato “Islamic Relief”, che aiuta i siriani vittime della guerra, si propone di superare «il clima negativo» che circonda la comunità musulmana. La campagna inviterà chiaramente a «pregare Allah» affinché ci si apra alla comprensione e al rispetto reciproci. Invito dei cristiani in Brasile Più rispettosi verso i migranti SAN PAOLO, 11. In Brasile, come in diversi altri Paesi dell’America Latina, la settimana che precede la solennità di Pentecoste è dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani. «Chiamati e chiamate a proclamare le grandi opere del Signore» è il tema scelto per quest’anno. La proposta del tema, come è noto, è frutto della riflessione del movimento ecumenico della Lettonia, adattata in Brasile dal Movimento ecumenico Curitiba (MoveC). Nella lettera dei rappresentanti delle diverse comunità cristiane brasiliane si sottolinea — riferisce l’agenzia Fides — che «l’anno 2015 è stato caratterizzato dalle ondate migratorie. Anche all’inizio di quest’anno, abbiamo visto in Europa migranti e rifugiati disperati alla ricerca di nuove condizioni di vita. I loro Paesi sono stati distrutti da guerre e disastri ambientali. Alcuni hanno scelto di chiudere le proprie frontiere per impedire l’ingresso ai migranti. Altri stanno pensando a questa possibilità. Il battesimo — concludono — ci chiama al rispetto per i migranti. Più che tolleranti, dobbiamo essere rispettosi». Nuovo organismo del Consiglio francese del culto musulmano Per un’intesa sul piano teologico PARIGI, 11. Qual è la posizione del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) sul fine vita? È possibile stabilire una linea comune, fra le varie organizzazioni, tesa a contrastare o a prevenire il fenomeno della radicalizzazione dell’islam in Francia? Cercherà di rispondere anche a questi interrogativi il Consiglio teologico creato dal Cfcm, la cui prima riunione si è tenuta domenica scorsa a Parigi. L’obiettivo — si legge in un comunicato — è «incoraggiare la riflessione e lo sforzo intellettuale sulla contestualizzazione della pratica religiosa nel Paese». Il nuovo organismo, presieduto da Ahmed Jaballah, è composto da studiosi e da teologi designati dalle federazioni e dalle Sui bus londinesi una campagna a favore dell’integrazione benedizione dei matrimoni civili di coppie dello stesso sesso, creando un forte dibattito e una corrente, gli attestant, che contesta questa decisione e che mette in discussione il modo storico-critico di leggere le Scritture. Il sinodo del 2017 a Lille, invece, sarà quello in cui la chiesa accoglierà la nuova confessione di fede, attualmente in discussione nelle varie sedi locali». Il tema dell’identità, per la comunità che nel 2013 ha visto l’unione dei riformati e degli evangelici luterani di Francia, continua a essere fondante: «non un sinodo chiamato a prendere decisioni storiche — ha aggiunto il pastore — ma che si è svolto in un periodo particolare della nostra Chiesa, con tensioni, dibattiti e la costruzione di un’identità comune». Inoltre, du- lo. Per questo, l’arcidiocesi di Miami ha progettato un “piano missionario” — ha ricordato il parroco — in modo che l’immagine della Vergine possa visitare le diverse comunità e i tanti cubani sparsi negli Usa». L’origine della devozione alla Madonna, che ha da sempre accompagnato la storia dei cubani in tutti i suoi momenti, risale al 1606, quando tre pescatori — Juan Morteno, creolo di dieci anni, accompagnato dai fratelli indio Rodrigo e Juan de Hoyos — trovarono un’immagine di legno che galleggiava nella baia di Nipe. La piccola statua con la scritta “Soy la Virgen de la Caridad” fu portata nella miniera di El Cobre, dove è stato edificato il primo santuario nel 1684. grandi moschee affiliate al Cfcm, ma potrà essere allargato, se necessario, con altre figure di spicco del mondo islamico. Il Consiglio teologico affronterà, in particolare, problematiche legate alla pratica del culto musulmano, questioni globali sulle quali «è auspicabile elaborare una posizione collegiale e comune sul piano teologico fra le differenti componenti dell’islam di Francia». Il Consiglio condurrà una riflessione anche su problemi che coinvolgono tutta la società, come quello sul fine vita, e, in materia di prevenzione della radicalizzazione, proverà a studiare un “contro discorso” basato su argomentazioni teologiche solide, «in risposta ai “discorsi” veicolati da alcuni e che circolano sulle reti sociali, soprattutto fra i giovani». Inoltre, l’istituzione del Consiglio teologico potrebbe contribuire a sbloccare un altro progetto: quello relativo alla “certificazione degli imam”, considerato come un possibile rimedio alla piaga degli imam auto-proclamati. Anche se il Cfcm preferisce parlare di “raccomandazione”, il principio rimane lo stesso: condizionata ad un certo livello di formazione civica e teologica, questa etichetta servirà da garanzia «allo stesso imam, alla moschea e alle autorità pubbliche». Obiettivo del nuovo organismo, infine, è quello di rappresentare con imparzialità le diversità dell’islam presenti in Francia. Il Consiglio teologico, è stato annunciato, si riunirà due volte all’anno in sessione ordinaria, ed eventualmente in sessione straordinaria per questioni di particolare rilevanza. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 12 maggio 2016 Nella conferenza del cardinale Parolin all’università estone di Tartu Come le radici del pioppo Il futuro dell’Europa e l’attuale crisi di valori del continente, il fenomeno migratorio con tutte le sue ripercussioni sulla società e la situazione dell’Ucraina, dove il cardinale Pietro Parolin si recherà il mese prossimo per portare la solidarietà del Papa a quanti soffrono: sono «le tre questioni di particolare interesse per la Santa Sede in questo momento» storico, di cui il segretario di Stato ha parlato all’Università estone di Tartu. Invitato dall’ateneo nell’ambito del suo viaggio nei Paesi baltici, il porporato ha tenuto mercoledì 11 maggio una conferenza sul tema: «La Santa Sede e le relazioni internazionali». Dopo una panoramica generale dell’argomento, il relatore è entrato nel vivo dell’attualità e si è soffermato anzitutto sulla questione europea, affrontata da Papa Francesco in varie occasioni, in particolare a Strasburgo il 25 novembre 2014, quando «ha sottolineato che la ricerca dell’unità e della pace attraverso la promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto, richiede un costante riferimento al ricco patrimonio» del vecchio continente. Per illustrare questo punto, ha proseguito Parolin, il Pontefice ha usato una suggestiva immagine del poeta italiano Clemente Rebora: quella di un albero di pioppo, i cui rami che raggiungono il cielo, sono squassati dal vento, mentre il tronco rimane piantato in profondità attraverso le radici. Proprio come l’Europa che nella sua storia ha raggiunto grandi altezze, puntando a nuovi e ambiziosi obiettivi, spinta da una sete insaziabile di conoscenza. Ma lo sviluppo del pensiero e della cultura e le scoperte scientifiche sono dovuti alla solidità del tronco e alla profondità delle radici che nutrono la pianta. Mentre se le radici si perdono, il tronco appassisce lentamente. Da qui il paradosso che per progredire verso il futuro c’è bisogno del passato, di non fuggire dal presente e dalle sue sfide. In particolare, ha fatto notare il segretario di Stato, l’Europa ha bisogno di superare l’individualismo, che porta un impoverimento umano e un’aridità culturale, a causa dei quali, come dice il Papa, «abbiamo un eccesso di cose inutili, ma non abbiamo più la capacità di costruire autentiche relazioni umane vissute nella verità e nel rispetto reciproco». Eppure, ha rimarcato con forza il cardinale Parolin, «piuttosto che cedere al pessimismo, Francesco incoraggia l’Europa a recuperare vigore, idealismo, spirito di curiosità e di impresa, e, soprattutto, la sua sete di verità», attingendo al «suo immenso patrimonio umano, artistico, tecnico, sociale, politico, economico e religioso». Anche perché, ha proseguito collegandosi al secondo tema, «una seria riflessione su questi temi dovrebbe aiutare l’Europa anche ad affrontare la crisi migratoria in atto». Fenomeno per il quale il Pontefice nutre una profonda preoccupazione, soprattutto per la condizione dei rifugiati. E la recente visita a Lesbo è stata proprio un gesto di solidarietà per quanti hanno intrapreso viaggi pericolosi e un appello al mondo per rispondere in maniera degna. Infine, quanto all’Ucraina, il porporato ha ricordato la colletta voluta dal Papa per lo scorso 24 aprile. Nel Paese, ha detto, «il conflitto in corso e l’inflazione che ha drasticamente ridotto il potere d’acquisto hanno lasciato più di mezzo milione di persone con urgente bisogno di cibo». Inoltre si registra oltre un milione e mezzo di sfollati interni, mentre nelle zone più di- rettamente colpite molti bambini non sono in grado di frequentare la scuola, altri sono affetti da gravi traumi psicologici e alcuni hanno anche perso la capacità di leggere e scrivere. Da qui l’annuncio del viaggio che il cardinale compirà il mese prossimo per esprimere la solidarietà del Papa alla popolazione ucraina. Prima dell’intervento accademico, sempre a Tartu, il porporato aveva celebrato la messa nella chiesa dell’Immacolata Concezione. All’omelia riferendosi alle letture liturgiche, ha spiegato che esse «parlano di addii: quello di Paolo agli anziani di Efeso prima di partire per Gerusalemme, e quello di Gesù, che nella notte della passione prega il Padre, esprimendo la sua preoccupazione amorevole per i discepoli». Entrambi, ha spiegato Parolin, evidenziano aspetti essenziali della vita di ogni pastore e di ogni cristiano: la fedeltà, la vigilanza, l’attenzione alla parola di Dio e la preghiera. Nel pomeriggio il segretario di Stato ha visitato la parrocchia dello Spirito Santo a Valga, quindi ha varcato il confine lettone e ha raggiunto Riga, ultima tappa della visita nei Paesi baltici. È stato un incontro all’insegna della fraterntità e del dialogo quello svoltosi prima dell’udienza generale, nella mattina di mercoledì 11 maggio, nello studio dell’Aula Paolo VI, dove Papa Francesco ha ricevuto Sua Gracia (Haxhi) Baba Edmond Brahimaj, capo mondiale della comunità dei Bektashi. Si tratta di una confraternita musulmana di derivazione sufi, fondata nel tredicesimo secolo in Turchia e diffusasi soprattutto in Albania. Il leader bektashi, che era accompagnato dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, aveva già incontrato il Pontefice nel settembre 2014 in occasione del viaggio papale a Tirana. skupa i Męczennika w Rzymie; pielgrzymi z parafii: św. Michała Archanioła z Witoszyna, Najświętszej Maryi Panny Królowej Polski z Nakła, św. Marii Magdaleny z Radomska, Wniebowzięcia Najświętszej Maryi Panny z Opola Lubelskiego; pielgrzymi i Chór «Jutrzenka» z parafii Narodzenia św. Jana Chrzciciela w Bojszowach; pielgrzymka z Gimnazjum nr 1 im. Jana Pawła ii z Sokółki; pielgrzymi indywidualni. Da diversi Paesi: Sacerdoti del Pontificio Collegio Missionario internazionale San Paolo Apostolo, in Roma; Suore Francescane Missionarie di Maria; Figlie di Maria Ausiliatrice; Suore di Nostra Signora delle Missioni; Suore Terziarie Francescane Elisabettine di Padova; gruppo del Movimento dei Focolari; Partecipanti agli Internazionali di Tennis al Foro Italico in Roma. De France: Pèlerinage du diocèse d’Ajaccio, avec S. Exc. Mgr Olivier de Germay; Pèlerinage avec les élus, maires de communes dans le dio cèse de Chartres, avec S. Exc. Mgr Michel Pansard; Paroisse Saint-Thomas, de Paris; Paroisse de Dieppe; Confrérie de Saint-Sébastien, de Bligny-sur-Ouche; Collège Sainte-Geneviève, de Coubevoie; Collège Saint-Michel, de Nort-sur-Erdre; Association Balades normandes, de Bayeux. De España: Fundación Hospitalitat Mare de Déu de Lourdes, de Barcelona, con S. E. Mons. Juan José Omella Omella; grupo de Albacete. De la República Dominicana: Comunidad Siervo de Cristo Vivo. De Bolivia, Colombia, Perú: Delegación de Alcaldes Municipales. lana Grotte; San Rocco, in Aversa; San Rufino, in Mondragone; San Sossio, in Frattamaggiore, con il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo; Santi Cosma e Damiano, in Carbonara di Nola; Santa Lucia, in Enna; San Giovanni Battista, in Olia Speciosa; San Nicola, in Soriano nel Cimino. Comunità pastorale San Giuseppe, in Rescaldina; Unità pastorale di Barga, Loppia, Ponte all’Ania. Gruppi di fe- Pastorale della salute e flussi migratori Al servizio dell’incontro La «Chiesa in uscita», calata nella concretezza della vita, aperta «all’accoglienza e all’incontro» e chinata sulle miserie e sulle ferite dell’uomo non può non tener conto degli imponenti flussi migratori che oggi coinvolgono in particolare l’Europa. L’ospedale da campo, più volte evocato da Papa Francesco, è stato al centro della relazione tenuta da monsignor Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu al convegno nazionale dei direttori degli uffici diocesani, delle associazioni e degli operatori pastorali della salute, che si è svolto nei giorni scorsi a Palermo. Parlando della necessità di mettersi al «servizio della cultura dell’incontro e della pace», il segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per gli operatori sanitari ha ricordato che «l’agire ecclesiale nel mondo della salute diventa un impegno di dialogo, di attenzione e di carità con l’uomo e la società». Nel riferirsi in particolare alla situazione italiana, dove si registra la presenza di oltre cinque milioni di immigrati, monsignor Mupendawatu ha affermato che proprio «l’ambito medico-sanitario risulta essere uno spazio da privilegiare» per alimentare una cultura «dell’accoglienza, del dialogo, dell’incontro nella fratellanza universale». Tale dimensione, infatti «riguarda l’uomo e ogni uomo, indipendentemente dalla sua appartenenza a una comunità religiosa o Chiesa». In particolare «il riconoscimento della All’insegna della fraternità Gruppi di fedeli all’udienza generale All’udienza generale di mercoledì 11 maggio, in piazza San Pietro e nell’aula Paolo VI, erano presenti i seguenti gruppi: Dall’Italia: Pellegrinaggio della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi con il Vescovo Francesco Milito; Pellegrinaggio della Diocesi di Saluzzo. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: San Vito, in Bassano del Grappa; San Giorgio, in Poleo di Schio; Santa Maria Assunta, in San Donà di Piave-Mussetta; Beata Maria Vergine Regina, in Portogruaro; Santa Maria Assunta, in Pisogne; Cristo Re, in Rodengo Saiano; Santa Maria Annunciata, in Ponte Nossa; Santa Maria Assunta, in Bergamo; Santo Stefano, in Mozzanica; San Filippo Neri, in Busto Arsizio; Santo Stefano, in Appiano Gentile; Sant’Antonio di Padova, in Corsico; Santa Maria Nascente, in Cabiate; Santa Maria della Rocchetta, in Cornate; San Giuseppe, in Como; San Gioacchino, in Torino; San Giuseppe al Porto, in Rimini; Santa Maria Stella Maris, in Riccione; San Simone e Immacolata Concezione, in Ardenza; Santa Teresa del Bambino Gesù, in San Giovanni Valdarno; Santa Maria Assunta, San Bartolomeo, in Cerreto Guidi; Santa Maria delle Grazie e Sant’Agnese, in Montepulciano; San Silvestro, in Mutignano; Santa Maria delle Grazie, in Monterotondo; Sant’Eutizio, in Marana di Montereale; Sant’Antonino, in Palena; Cristo Re, in Cerignola; San Francesco da Paola, in Fasano-Savelletri; Madonna del Rosario, in Cutrofiano; Madonna della Vetrana, in Castel- Udienza del Papa al capo dei Bektashi fragilità della comune condizione umana può essere la premessa e l’opportunità per evidenziare ciò che ci accomuna». L’impegno in ambito medico-sanitario, ha aggiunto il segretario del dicastero vaticano per la salute, «può facilitare un confronto sulla vulnerabilità dell’uomo e la sua dipendenza ontologica da Dio creatore e, in più, può condurre a una promozione comune dei diritti umani, dell’accesso alle cure, della giustizia sociale e dell’equità e della sanità sostenibile nella prospettiva di una nuova civiltà dell’inclusione». Nella relazione tali aspetti sono stati evidenziati sia rispetto al dialogo ecumenico sia a quello interreligioso e multietnico. In particolare, considerando le problematiche conseguenti ai flussi migratori, significative sono apparse le riflessioni in merito al confronto con il mondo islamico e con le culture africane. «La promozione della dignità della persona umana e la valorizzazione della nostra fraternità umana — ha detto il prelato — possono costruire i ponti necessari per un incontro con il mondo musulmano». La cultura dell’accoglienza, ha aggiunto, «può favorire una civiltà della pace e della tolleranza religiosa attraverso l’educazione ai valori del dialogo e del confronto in modo da innescare un approccio all’islam che possa contribuire a sconfiggere il fondamentalismo e la sindrome della paura dell’altro». deli dalle Parrocchie di: Albinatico, Mirabello, Resana, Amantea, Romagnano Sesia, Bra. Gruppo della Direzione Investigativa Antimafia, di Roma; Associazione nazionale fra mutilati e invalidi di guerra, di Macerata; Associazione Acli, della Valle d’Aosta; Associazione italiana accompagnatori Santuari mariani; Associazione Siloe, di Frosinone; Associazione nazionale Vigili del fuoco, Regione Abruzzo; Associazione Diplomati Istituto Caboto, di Gaeta; Associazione Arcobaleno, di Bagnolo del Salento; Associazione Auser, di Reggio Calabria; Associazione Don Giulio Salmi, di Bologna; Associazione Il Tucul, di Vallarsa; Centro di riabilitazione equestre De Marco, di Roma; Cooperativa La Provvidenza, di Palermo; gruppo della Piccola Casa Divina Provvidenza, di Trentola Ducenta; Fondazione Istituto Antoniano, di Ercolano; Istituto Ferrari, di Chiaravalle Centrale; Bambini di Lucca, che hanno partecipato al «Progetto Scarty»; Ex-alunni del Preseminario San Pio X in Vaticano; Servi della sofferenza, di Sant’Antonio abate; Movimento Rinascita cristiana, di Parma; Cooperatori Salesiani, di Velletri; Rotary club, di Novafeltria; Terziari Francescani, di Gravina di Puglia; gruppo di preghiera Il Cireneo, di Campi Bisenzio; gruppo di preghiera Luce e speranza, di Ascoli Piceno; gruppo di preghiera Eccomi, di Carbonera; Scuola calcio, di Siano; Casa di riposo Città di Tirano; gruppo dell’Unitalsi; gruppo Polizia Municipale, di Milano; Orchestra Verga, di Barrafranca; Coro Fior di montagna, di Cederna; Coro Sant’Ambrogio, di Lierna; Coro Pontis Mariae, di Partinico. Gruppi di studenti; Istituto comprensivo, di Soverato; Istituto comprensivo, di Cetraro; Istituto Santa Marta, di Modica; Scuola Maria Rosa Zangara, di Roma; Scuola Sant’Agostino, di Salsomaggiore Terme; gruppi di fedeli da: Montefusco, Nereto, Ladispoli, Creazzo. Dalla Svizzera: Fondazione San Gottardo, di Lopagno; Associazione ticinese terza età, di Giubiasco. Dall’Argentina: Centro culturale italiano, di Buenos Aires. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Slovacchia; Ucraina; Ungheria; Lituania; Romania. I polacchi: Grupa dzieci pierwszokomunijnych z rodzicami z kościoła św. Stanisława Bi- De Argentina: Colegio Ausonia, de Quilmes: Colegio San Patricio, de Rosario; grupos de peregrinos. Do Brasil: Paróquia Sagrada Família, de Araxá. From England: Pilgrims from the Church of St John Vianney and the Ordinariate of Our Lady of Walsingham. Mount Carmel, Baton Rouge, Louisiana; St John the Evangelist, Pocasset, Massachusetts; St John Neumann, Canton, Michigan; St Mary of the Lake, Plymouth, Minnesota; St Catherine of Siena, Columbus, Ohio; Corpus Christi University Parish, Toledo, Ohio; Holy Rosary, Hazelton, Pennsylvania; Members of the St Thomas More Catholic Newman Center, Minnesota State; University, Winona. From Sweden: Pilgrims from the Parish of Voxtorp. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden St. Cornelius und St. Cyprianus, Bad Buchau; St. Jakobus der Ältere, Burgwindheim; St. Benno, Dresden; St. Gallus, Flörsheim; St. Josef, Gaildorf; St. Dionysius, Kruft; St. Jakobus, Miltenberg; St. Alexander und St. Theodor, Ottobeuren; St. Johann, Pfinztal; Maria Himmelfahrt, Saarlouis; St. Bartholomäus, Schwarzenholz; St. Martin, Urloffen; St. Ansgar, Wilhelmshaven; Pilgergruppen aus dem Erzbistum Bamberg; Bistum Eichstätt; Bistum Limburg; Bistum Münster; Erzbistum Paderborn; Bistum Rottenburg-Stuttgart; Pilgergruppen aus: Bensheim; Lemgo; Rottweil; Stuttgart; Katholische Erwachsenenbildung aus dem Bistum Eichstätt; Kolpingwerk aus dem Bistum Mainz; Arbeitsgemeinschaft für Soldatenbetreuung, Berlin; Pro-Media-Stiftung der KNA, Bonn; 125-jähriges Jubiläum des Sauerländischen Gebirgsvereins, Medebach im Sauerland; Lions Club, Stuttgart; Schülerinnen, Schüler und Lehrer folgender Schulen: Wolfgang-Ernst-Gymnasiums, Büdingen; Berufskolleg, Castrop-Rauxel; Marion-Dönhoff-Gymnasium, Lahnstein; Ursulinengymnasium, Werl; Gymnasium, Landsberg; Christian-von-Bomhard-Schule, Uffenheim; Gymnasium und Internat, Kloster Wald. ternity of the Blessed Sacrament, St Andrew’s Parish, Westland Row, Dublin. Aus der Republik Österreich: Pilgergruppe aus dem Erzbistum Wien; Pilger aus Innsbruck; Delegation der Pater Schasching-Stiftung, Oberösterreich; Marianische Gebetsgruppe aus der Steiermark. From Denmark: Students and staff from St Joseph’s Institute, Copenhagen. Pilgergruppe aus Zürich. From Ireland: Pilgrims from the Confra- From China: Two groups of pilgrims. Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Uit het Koninkrijk der Nederlanden: Parochie Sint Ludgerus, Utrecht. From India: Members of the Catholic Medical Guild of St Luke, Bombay. From Indonesia: Pilgrims from the Archdiocese of Jakarta; the Diocese of Tanjungkarang; the Cathedral of Jambi; Good Shepherd Parish, Surabaya. From Japan: Pilgrims from Chofu. Nomina episcopale in Brasile From Malaysia: Pilgrims from the Diocese of Malacca-Johor. From The Seychelles: Students and staff La nomina di oggi riguarda la Chiesa in Brasile. from Independent School Seychelles. From the United States of America: Pilgrims from the Archdiocese of San Francisco, California; the Diocese of Buffalo, New York; Pilgrims from the following parishes: St Catherine of Siena, Largo, Florida; Our Lady of Moacir Silva Arantes ausiliare di Goiânia Nato il 3 giugno 1969 a Itapecirica, diocesi di Divinópolis, ha compiuto gli studi di filosofia e quelli di teologia alla Pontificia università cattolica di Minas Gerais, a Belo Horizonte. Ordinato sacerdote il 14 agosto 1999 per il clero di Divinópolis, è stato vicario e parroco in diverse comunità parrocchiali, rettore del seminario di teologia, coordinatore diocesano della pastorale vocazionale e di quella familiare. Attualmente era rettore del seminario propedeutico e amministratore della parrocchia Nossa Senhora da Piedade, a Pará de Minas. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 12 maggio 2016 pagina 7 All’udienza generale il Papa parla della parabola del padre misericordioso La logica dell’abbraccio A Papa Francesco la parabola del padre misericordioso fa pensare «alle mamme e ai papà in apprensione quando vedono i figli allontanarsi imboccando strade pericolose» e «a chi si trova in carcere, e gli sembra che la sua vita sia finita»: lo ha confidato egli stesso all’udienza generale di mercoledì 11 maggio, proseguendo con i fedeli presenti in piazza San Pietro l’itinerario di rilettura del tema giubilare alla luce del Vangelo, e soffermandosi in particolare sul noto brano tratto da Luca (15, 11-32). Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Oggi questa udienza di sviluppa in due posti: siccome c’era pericolo di pioggia, gli ammalati sono nell’Aula Paolo VI e collegati con noi con il maxischermo; due posti ma una sola udienza. Salutiamo gli ammalati che sono nell’Aula Paolo VI. Vogliamo riflettere oggi sulla parabola del Padre misericordioso. Essa parla di un padre e dei suoi due figli, e ci fa conoscere la misericordia infinita di Dio. Partiamo dalla fine, cioè dalla gioia del cuore del Padre, che dice: «Facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (vv. 23-24). Con queste parole il padre ha interrotto il figlio minore nel momento in cui stava confessando la sua colpa: «Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio...» (v. 19). Ma questa espressione è insopportabile per il cuore del padre, che invece si affretta a restituire al figlio i segni della sua dignità: il vestito bello, l’anello, i calzari. Gesù non descrive un padre offeso e risentito, un padre che, ad esempio, dice al figlio: “Me la pagherai”: no, il padre lo abbraccia, lo aspetta con amore. Al contrario, l’unica cosa che il padre ha a cuore è che questo figlio sia davanti a lui sano e salvo e questo lo fa felice e fa festa. L’accoglienza del figlio che ritorna è descritta in modo commovente: «Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (v. 20). Quanta tenerezza; lo vide da lontano: cosa significa questo? Che il padre saliva sul terrazzo continuamente per guardare la strada e vedere se il figlio tornava; quel figlio che aveva combinato di tutto, ma il padre lo aspettava. Che cosa bella la tenerezza del padre! La misericordia del padre è traboccante, incondizionata, e si manifesta ancor prima che il figlio parli. Certo, il figlio sa di avere sbagliato e lo riconosce: «Ho peccato... trattami come uno dei tuoi salariati» (v. 19). Ma queste parole si dissolvono davanti al perdono del padre. L’abbraccio e il bacio di suo papà gli fanno capire che è stato sempre considerato figlio, nonostante tutto. È importante questo insegnamento di Gesù: la nostra condizione di figli di Dio è frutto dell’amore del cuore del Padre; non dipende dai nostri meriti o dalle nostre azioni, e quindi nessuno può togliercela, neppure il diavolo! Nessuno può toglierci questa dignità. Questa parola di Gesù ci incoraggia a non disperare mai. Penso alle mamme e ai papà in apprensione quando vedono i figli allontanarsi imboccando strade pericolose. Penso ai parroci e catechisti che a volte si domandano se il loro lavoro è stato vano. Ma penso anche a chi si trova in carcere, e gli sembra che la sua vita sia finita; a quanti hanno compiuto scelte sbagliate e non riescono a guardare al futuro; a tutti coloro che hanno fame di misericordia e di perdono e credono di non meritarlo... In qualunque situazione della vita, non devo dimenticare che non smetterò mai di essere figlio di Dio, essere figlio di un Padre che mi ama e attende il mio ritorno. Anche nella situazione più brutta della vita, Dio mi attende, Dio vuole abbracciarmi, Dio mi aspetta. Nella parabola c’è un altro figlio, il maggiore; anche lui ha bisogno di scoprire la misericordia del padre. Lui è sempre rimasto a casa, ma è così diverso dal padre! Le sue parole mancano di tenerezza: «Ecco io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando... ma ora che è tornato questo tuo figlio...» (vv. 2930). Vediamo il disprezzo: non dice mai “padre”, non dice mai “fratello”, pensa soltanto a sé stesso, si vanta di essere rimasto sempre accanto al padre e di averlo Anche un tappo può dare una mano «Anche un tappo può dare una mano o, meglio, persino “crearla”»: lo hanno dimostrato a Francesco quindici alunni dell’istituto romano Massimiliano Massimo nel presentargli l’innovativo progetto Crowd4Africa, che trasforma, appunto, «tappi di bottiglia in protesi per bambini con la mano amputata, grazie alle stampanti 3d». Con i giovani, tra i quindici e i diciassette anni, hanno collaborato venti genitori insieme anche a settanta bambini alunni della scuola retta dai gesuiti. L’obiettivo «è fornire a due ospedali africani un sistema completo per produrre protesi e altro materiale sanitario utilizzando rifiuti plastici — spiega il coordinatore Claudio Becchetti — nella convinzione che la formazione dei ragazzi sia completa solo aiutando gli altri». Si tratta, in sostanza, di «mettere a disposizione dei medici che operano in Africa una "mini fabbrica" e i relativi modelli 3d, in modo che possano produrre in loco le protesi». Sono stati scelti come obiettivi di riferimento il Lacor St. Mary hospital a Gulu, in Uganda, e il Centro sanitario di Kenge, nella Repubblica Democratica del Congo: a costi bassissimi sarà dunque possibile garantire un futuro a tanti bambini, altrimenti destinati all’emarginazione assoluta. Ad accompagnare i ragazzi all’incontro con il Papa c’era il gesuita Giovanni La Manna, rettore del Massimo. «Questa iniziativa concreta — spiega — sta unendo ancor di più le famiglie, consentendo di passare più tempo insieme per fare qualcosa di utile per chi è meno fortunato». A Rio de Janeiro, per la prima volta in assoluto, il quartier generale di una nazionale olimpica sarà allestito in una parrocchia. L’iniziativa è stata pensata da Luca Pancalli, presidente del comitato paralimpico italiano, con il cardinale Tempesta, arcivescovo di Rio, e la collaborazione del cardinale Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. «Niente alberghi o circoli sportivi — spiega Pancalli — ma la parrocchia dell’Immacolata Concezione, perché vogliamo condividere con la comunità quei valori di integrazione e inclusione sociale che rappresentano l’essenza vera del nostro movimento». Per le Olimpiadi, conferma la velocista Oxana Corso, campionessa e primatista mondiale, gli atleti paralimpici italiani si impegneranno per la costruzione di un impianto sportivo per disabili nella parrocchia di San Geraldo, «una delle favelas più povere» spiega padre Leandro Lenin, responsabile per la pastorale sportiva dell’arcidiocesi brasiliana. Tanto sport all’udienza generale, comprese alcune particolarissime squadre di calcio. Dalla Polonia sono arrivati i rappresentanti della formazione di detenuti che, il 6 novembre, per il giubileo dei carcerati, affronterà la rappresentativa di una prigione italiana. La particolarità è che le due compagini saranno formate per metà da detenuti e per metà da agenti di custodia. D all’Ungheria, invece, sono venute a Roma tre formazioni per un torneo con la selezione della Guardia svizzera pontificia: la nazionale di calcio zingara magiara, composta da giovani rom che hanno trovato nel calcio una via per l’integrazione sociale; il team della guardia del Parlamento di Budapest; la selezione della regione della Transilvania. A completare il campo, oltre a una delegazione di tennisti, a Roma per i campionati internazionali, e ai maestri di sci abruzzesi, i rappresentanti della Federazione italiana di tennistavolo, che stanno lanciando la campagna «stacca la spina e gioca», insieme alla società statunitense Killerspin, per invitare tutti — spiega il presidente Francesco Sciannimanico — «a riappropriarsi del proprio tempo staccando appunto il contatto continuo col mondo tecnologico e virtuale». Con il dono offerto al Papa — un tavolo da ping pong bianco con il suo stemma — «vogliamo invitare i genitori a trovare più tempo per stare insieme e giocare con i figli», aggiunge il presidente. In questo contesto s’inserisce anche il progetto Scarty, lanciato dal comune di Lucca con il coinvolgimento di oltre duemila bambini. «È un percorso educativo — dicono — per promuovere la servito; eppure non ha mai vissuto con gioia questa vicinanza. E adesso accusa il padre di non avergli mai dato un capretto per fare festa. Povero padre! Un figlio se n’era andato, e l’altro non gli è mai stato davvero vicino! La sofferenza del padre è come la sofferenza di Dio, la sofferenza di Gesù quando noi ci allontaniamo o perché andiamo lontano o perché siamo vicini ma senza essere vicini. Il figlio maggiore, anche lui ha bisogno di misericordia. I giusti, quelli che si credono giusti, hanno anche loro bisogno di misericordia. Questo figlio rappresenta noi quando ci domandiamo se valga la pena faticare tanto se poi non riceviamo nulla in cambio. Gesù ci ricorda che nella casa del Padre non si rimane per avere un compenso, ma perché si ha la dignità di figli corresponsabili. Non si tratta di “barattare” con Dio, ma di stare alla sequela di Gesù che ha donato sé stesso sulla croce senza misura. «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo, ma bisognava far festa e rallegrarsi» (v. 31). Così dice il Padre al figlio maggiore. La sua logica è quella della misericordia! Il figlio minore pensava di meritare un castigo a causa dei propri peccati, il figlio maggiore si aspettava una ricompensa per i suoi servizi. I due fratelli non parlano fra di loro, vivono storie differenti, ma ragionano entrambi secondo una logica estranea a Gesù: se fai bene ricevi un premio, se fai male vieni punito; e questa non è la logica di Gesù, non lo è! Questa logica viene sovvertita dalle parole del padre: «Bisognava far festa e rallegrarsi perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (v. 31). Il padre ha recuperato il figlio perduto, e ora può anche restituirlo a suo fratello! Senza il minore, anche il figlio maggiore smette di essere un “fratello”. La gioia più grande per il padre è vedere che i suoi figli si riconoscano fratelli. I figli possono decidere se unirsi alla gioia del padre o rifiutare. Devono interrogarsi sui propri desideri e sulla visione che hanno della vita. La parabola termina lasciando il finale sospeso: non sappiamo cosa abbia deciso di fare il figlio maggiore. E questo è uno stimolo per noi. Questo Vangelo ci inse- Charlie Mackesy, «Il figliol prodigo» gna che tutti abbiamo bisogno di entrare nella casa del Padre e partecipare alla sua gioia, alla sua festa della misericordia e della fraternità. Fratelli e sorelle, apriamo il nostro cuore, per essere “misericordiosi come il Padre”! Nei saluti ai fedeli il Pontefice esorta il Brasile a superare le difficoltà e a ritrovare l’armonia Con il dialogo sulla via della pace Il Brasile «in questi momenti di difficoltà, proceda sui sentieri dell’armonia e della pace, con l’aiuto della preghiera e del dialogo»: lo ha auspicato Papa Francesco al termine dell’udienza generale, salutando i fedeli di lingua portoghese presenti in piazza San Pietro. Saluto cordialmente i fedeli di lingua francese, in particolare il pellegrinaggio degli eletti, sindaci di comuni, nella diocesi di Chartres, cultura del rispetto per l’ambiente e trasformare i piccoli in veri e propri ambasciatori ecologici». Inoltre, per i venticinque anni di fondazione, una folta rappresentanza della Direzione investigativa antimafia italiana (Dia), diretta da Nunzio Antonio Ferla, ha partecipato all’incontro con Francesco proprio «per avviare un momento di resoconto della nostra attività». All’udienza si è parlato anche di giovani e spiritualità. E così una delegazione del Governo e delle poste polacchi ha donato a Francesco la prima copia dell’album dedicato alla prossima giornata mondiale della gioventù di Cracovia. Mentre a presentare il loro impegno «per la spiritualità dell’unità nel matrimonio» sono venuti a incontrare il Papa centocinquanta giovani focolarini, provenienti da trenta nazioni, in questi giorni alla Mariapoli di Castel Gandolfo per un incontro di formazione. Al Pontefice è stato anche consegnato il dvd del documentario su Nostra Signora de la Altagracia, patrona del popolo della Repubblica Dominicana. Significativo, infine, l’incontro con la delegazione buddista di Taiwan, appartenente all’associazione Fo Guiang Shan, guidata dai venerabili Manchine e Chueh Yun. come pure il pellegrinaggio diocesano della Corsica, con i loro vescovi. Mentre si avvicina la Solennità della Pentecoste, vi invito a prepararvi, con la preghiera e con le opere di misericordia, a ricevere lo Spirito Santo: che Egli faccia di ciascuno di noi dei figli di Dio riconciliati, accoglienti gli uni verso gli altri. Che Dio vi benedica. Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Irlanda, Danimarca, Cina, India, Indonesia, Giappone, Malaysia, Seychelles e Stati Uniti d’America. Nella gioia del Signore Risorto, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’amore misericordioso di Dio nostro Padre. Il Signore vi benedica! Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua tedesca. Quando Dio ci perdona, la sua misericordia riempie il nostro cuore di gioia. L’Anno Giubilare è un invito a fare una buona Confessione, per essere toccati dal Suo divino amore. Dio vi benedica tutti. Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España y Latinoamérica. Acojamos con gozo la invitación de Jesús a participar en la fiesta de la misericordia y de la fraternidad, y abramos nuestro corazón para ser misericordiosos como el Padre. Que Dios los Bendiga. Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua portoghese, in particolare ai fedeli brasiliani di Araxá. Nel salutare voi, cari pellegrini brasiliani, il mio pensiero va alla vostra amata Nazione. In questi giorni in cui ci prepariamo alla festa di Pentecoste, chiedo al Signore che effonda abbondantemente i doni del suo Spirito, affinché il Paese, in questi momenti di difficoltà, proceda sui sentieri dell’armonia e della pace, con l’aiuto della preghiera e del dialogo. La vicinanza di Nostra Signora Aparecida, che come una buona Madre non abbandona mai i suoi figli, sia difesa e guida nel cammino. Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Libano e dalla Siria. La Misericordia di Dio, come dimostra la parabola del Padre Misericordioso, non cerca di punire il figliuol prodigo ma di guarirlo e di riportarlo alla figliolanza che perdiamo con il peccato e con la disobbedienza. Chiediamo a Dio di portaci al pentimento, per ritornare a vivere da figli di Dio e da fratelli! Il Signore vi benedica e vi protegga dal maligno! Saluto di cuore i pellegrini slovacchi, particolarmente le parrocchie, gli studenti e i gruppi Le preghiere delle Madri. Fratelli e sorelle, domenica prossima celebreremo la Solennità della Pentecoste. Preghiamo Dio Onnipotente, perché effonda su di noi lo Spirito Santo con i suoi doni, e possiamo così divenire testimoni coraggiosi di Cristo e del suo Vangelo. Con affetto vi benedico tutti. Saluto cordialmente i pellegrini Polacchi. Venerdì ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Fátima. In quest’apparizione Maria ci invita ancora una volta alla preghiera, alla penitenza e alla conversione. Ci chiede di non oltraggiare più Dio. Avverte l’umanità intera della necessità di abbandonarsi a Dio, fonte d’amore e di misericordia. Sull’esempio di san Giovanni Paolo II, grande devoto della Madonna di Fátima, mettiamoci in attento ascolto della Madre di Dio e impetriamo la pace per il mondo. Sia lodato Gesù Cristo. Saluto i pellegrini di lingua italiana, rivolgendo un particolare benvenuto ai fedeli della Diocesi di Oppido Mamertina - Palmi, accompagnati dal Vescovo Mons. Francesco Milito e quelli della Basilica di San Sossio in Frattamaggiore, con il Vescovo di Aversa Mons. Angelo Spinillo. Auspico di cuore che il vostro pellegrinaggio giubilare vi rinsaldi nell’adesione a Cristo e nei vostri generosi propositi di testimonianza cristiana. Saluto i sacerdoti asiatici e africani del Pontificio Collegio Missionario San Paolo Apostolo; l’Istituto Antoniano e la Fondazione San Gottardo, che ricorda i 20 anni di fondazione. Vi esorto a vivere il Giubileo Straordinario in modo da riscoprire l’esigenza delle opere di misericordia corporali e spirituali come nutrimento della nostra fede. Un particolare pensiero porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica prossima celebreremo la Pentecoste. Cari giovani, auguro a ciascuno di saper riconoscere, tra le tante voci del mondo, quella dello Spirito Santo, che continua a parlare al cuore di chi sa mettersi in ascolto. Cari ammalati, specialmente voi ospiti del Cottolengo di Trentola Ducenta, affidatevi allo Spirito che non vi farà mancare la luce consolante della sua presenza. E a voi, cari sposi novelli, particolarmente alle coppie del Movimento dei focolari, auguro di essere nel mondo, trasparenza dell’amore di Dio con la fedeltà del vostro amore e l’unione della vostra fede.