L`intensità - volleyinviaggio
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L`intensità - volleyinviaggio
L'INTENSITA' Frontiera fisica e mentale Chiunque pratichi sport potrebbe considerarsi a suo modo un esploratore. Ogni giorno rappresenta infatti una occasione per varcare una frontiera, superare un proprio limite, scoprire una nuova sensazione. Purtroppo in qualsiasi nostra azione quotidiana il più delle volte prevale l'incoscienza e l'abitudine. Sta in noi spingerci oltre, attraverso una concezione diversa del modo di allenarsi. Quasi tutti sanno che l'allenamento si identifica attraverso il suo carico, che ne rappresenta semplicemente il contenuto. A sua volta il carico è costituito da due parametri: quantità e intensità. Questi si comportano come due antagonisti, seguendo la legge della proporzione inversa. Mentre la quantità è il parametro di allenamento più conosciuto e più facile da applicare, l'intensità appare meno descrivibile e misteriosa. La quantità èquotidianamente presente attraverso le frasi di rito: "duro lavoro...", "ore ed ore di lavoro...", "ci alleneremo anche di notte se necessario..." e via di seguito. Per migliorare non si pronuncia altro che questa cantilena da "manovali poco attrezzati". Infatti incrementare le ore di allenamento è la soluzione più facile ed istintiva da adottare. D'altro canto l'intensità risponde alla domanda "come", e necessita di una risposta qualitativa. In altre parole richiede il massimo da se stessi. Dovete sapere che molti atleti non sono abituati ad esprimere il massimo. Praticamente come un pilota a cui non interessano i potenziali della propria auto e finisce per diventare un "guidatore della domenica". L'intensità è frontiera fisica e mentale. LA FRONTIERA FISIC A Dal punto di vista fisico un lavoro dà delle risposte ben precise a livello fisiologico. A seconda del tipo di sforzo richiesto, siamo chiamati ad esprimere il massimo tramite il nostro sistema nervoso, quello ormonale, l'apparato cardio respiratorio e muscolare. C'è una equazione composta da un numero di variabili che identifica il tipo di carico: nS = numero delle serie, nR = numero delle ripetizioni, Kg o m = Kg sollevati o metri percorsi; LR = lunghezza del recupero; tE = tipo di esecuzione o durata esecuzione; F = frequenza settimanale. Un lavoro intenso è caratterizzato da un numero di serie e ripetizioni basso, per il massimo di Kg sollevabili o metri percorsi nell'unità di tempo. Siccome il proprio massimo non si esprime da stanchi, bisogna concedere esatti tempi di recupero e scandire la giusta frequenza alle sedute di allenamento. Nella pallavolo, dal punto di vista tecnico, sembra nascere una contraddizione. Infatti la necessità di ottenere degli automatismi richiede un numero elevato di ripetizioni e quindi tante ore passate in palestra. Si ovvia a questo problema con la periodizzazione e la programmazione. Meno quantità man mano che ci si avvicina ad una gara, specie se importante. Stabilire, quindi all'interno dei cicli, i periodi di costruzione (quantità) e quelli di espressione (qualità) calendario alla mano. Per finire, se volete mantenere per un periodo lungo la vostra capacità di fornire prestazioni ad alta qualità, concedete al vostro fisico il giusto riposo. All'indomani, vedrete, affronterete l'allenamento con più carica ed entusiasmo. Mi ricordo, paradossalmente, di un giocatore di beach volley che, a questo proposito, misurava ogni mattina la sua frequenza cardiaca appena sveglio, che considerava ottimale di 42 battiti al minuto. Una frequenza più alta seppur di poco lo convinceva a saltare la sua seduta di allenamento e a preferire il riposo. LA FRONTIERA M ENTALE Ora, per farvi capire come l'aspetto mentale sia esaltante e caratterizzante l'intensità dell'allenamento, vi citerò un ulteriore episodio. Qualche tempo fa, ebbi l'occasione di parlare con un giocatore di basket che aveva avuto una esperienza alla Università della Nord Carolina. La prima cosa che gli chiesi è se avesse notato una qualche differenza tra il modo di allenarsi americano e quello italiano. E lui mi rispose che la diversità non stava nel tipo di esercizi, ma per come li eseguivano. Era richiesto il massimo, non si tolleravano errori, cali di concentrazione e di impegno. Se stavi sotto certi numeri, ripetevi mentre la squadra era con te per incitarti o contro di te se mancavi di voglia. L'obiettivo era lo stesso per tutti: migliorarsi per vincere. Appare immediatamente chiaro che per ottenere tutto ciò sono stimolati dal punto di vista mentale: volitività, aggressività, determinazione, concentrazione e orgoglio. Morale: spesso ci lambicchiamo il cervello per trovare l'esercizio giusto, ma quello che più conta è come lo eseguiamo: esprimendo il massimo. LA PRATICA La pratica impone in primis degli obiettivi. Gli obiettivi definiscono come eseguire un esercizio. Fanno la differenza tra bene e male. Ad esempio se si fanno delle distanze ripetute, scatti o righe, si stabilisce un "tempo di squadra" sotto il quale non è concesso andare, pena la ripetizione della distanza o dell'esercizio stesso. Anche i tempi di recupero possono essere utilizzati per aumentare l'intensità. Dopo aver eseguito delle schiacciate (10) senza sbagliare, il recupero tra una serie e l'altra va fatto in piedi a braccia alte, con l'orgoglio di chi non mostra stanchezza (mai sdraiati, seduti o agonizzanti). Con le "punizioni" per l'insuccesso di un compito si stimola l'aggressività. Inoltre si puntualizza la differenza tra perdere e vincere, far bene e sbagliare. L'errore in particolare va odiato e ripudiato. La qualità non lo ammette. Stare ore ed ore in palestra a commettere errori è un suicidio. In sala pesi, poi, vanno stabiliti tipo di esecuzione (concentrata sul muscolo o sul carico da sollevare), carico e tempi di recupero. Il peso da sollevare rappresenta l'avversario di turno. Durante il lavoro di muscolazione, il punto debole e la concentrazione. Gli atleti tra le pause tendono a distrarsi, bisogna evitare il più possibile questo poichè tende a svilire il lavoro. Tenete presente i vostri limiti sempre. Sapete quali sono i vostri record? Quanti chilogrammi fate alla panca piana, oppure quanto saltate con la rincorsa, quante ricezioni di seguito eseguite senza errori o qual'è il numero massimo di muri presi in una partita? Se, come credo, non li conoscete, cercateli, fissateveli nella memoria, sarà più facile migliorare. Dimenticavo. Per fare tutto ciò dovete attingere alle vostre energie volitive, e sviluppare disciplina e concentrazione: vere e proprie frontiere mentali. di Daniele ERCOLESSI