L`avventura di essere donna Concorso Letterario, I Edizione A cura

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L`avventura di essere donna Concorso Letterario, I Edizione A cura
L'avventura di essere donna
Concorso Letterario, I Edizione
A cura della Commissione Pari Opportunità del Comune di Contursi Terme
Prefazione di Valeria Fedeli, Vicepresidente del Senato
Questa antologia di opere, che raccoglie in una sezione adulti e in una sezione ragazzi
racconti brevi e poesie sull'essere donna, ci consegna preziosi momenti di riflessione,
di emozione, di conoscenza.
L'avventura di essere donna non è un'avventura come tutte le altre. È un percorso di
vita che ha specificità proprie, che si caratterizza per differenze e tratti universali
assai complessi da spiegare e conoscere, ma anche solo da comunicare e descrivere.
In questo punto sta l'eccellenza del lavoro svolto dalle tante donne e ragazze, ma
anche dagli uomini e ragazzi, che si sono cimentati nel difficile compito di provare a
raccontarla, questa avventura dell'essere donna. Si tratta di persone che hanno scelto
di confrontarsi, anche e soprattutto con sé stesse, di esprimersi, di rischiare, perché la
parola ha il potere più grande di tutti, quello di costruire significati e aprirsi
all'alterità, di condividere emozioni e valori.
Nella raccolta, autrici e autori hanno voluto privilegiare dalla propria prospettiva una
visione sul mondo femminile, e l'esperimento sembra ben riuscito, perché la
ricchezza dei molti aspetti che emergono dagli scritti ci raccontano la grande
complessità delle relazioni umane: tra donne e uomini, tra donne di diverse
generazioni, ma anche tra culture, tra corpi e sentimenti. È presente il tema della
violenza, quello delle discriminazioni, ma anche quello della forza delle donne, del
loro saper condividere, della loro ricerca di reciprocità; dalla scrittrice che
nell'Ottocento deve darsi uno pseudonimo maschile per essere pubblicata, all'uomo
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che sceglie di essere donna perché tale si sente, dall'immagine della propria madre,
riflessa in gesti quotidiani e ricordi, alle radicali esperienze della maternità,
dell'amore, dei rapporti familiari, i temi affrontati dai lavori di questa antologia
riescono a porre interrogativi fondamentali sull'identità, sulle differenze di genere, sul
bisogno di riconoscimento che ogni persona vive come bisogno primario e diritto
inviolabile.
Ecco perché l'aspetto che ho trovato più interessante, in questo concorso letterario, è
proprio la possibilità che esso offre di intervenire sui percorsi che formano gli
stereotipi, i luoghi comuni e i pregiudizi, lasciando emergere una visione del mondo
in cui lo sguardo arriva dalla prospettiva delle donne e degli uomini amici delle
donne.
Si tratta di una grande operazione culturale in cui riconosciamo le donne con le loro
biografie personali, attraversando una complessa gamma di emozioni, di ruoli,
abitudini e tradizioni che ci restituiscono le nostre quotidiane rappresentazioni sociali
e, di conseguenza, anche le diffuse gerarchie del potere.
Nel nostro Paese c'è forte resistenza nel superare un modello culturale maschilista,
che non concepisce le donne in posizioni di pari potere pur nel riconoscimento della
differenza di genere, anche nella famiglia. In questa prospettiva, il raggiungimento
della parità e il superamento delle discriminazioni sessuali, nonché delle varie forme
di violenza di cui le donne e le ragazze sono vittime, sono in primo luogo da
costruirsi attraverso un cambiamento culturale, che punti a sradicare stereotipi e
luoghi comuni. E non è un caso se è proprio nei modelli di famiglia, in concezioni del
rapporto di coppia fondati sulla gerarchia, in un’idea dell’amore come possesso, che
si nascondono - spesso subdolamente - le ragioni culturali che portano alle violenze
verso le donne, spesso proprio verso le donne “amate”.
Per questo, sono da sempre convinta che sia compito della politica intraprendere un
percorso di cambiamento in cui anche l’intervento educativo possa essere uno
strumento per restituire alla nostra rappresentazione del mondo, e dei generi, la
profondità e la complessità che meritano. Io credo che la dimensione politica, oggi,
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debba saper rispondere di un cambiamento che porta a superare l'idea di neutralità
nelle scelte, nei linguaggi, nei percorsi legislativi, e conduca ad agire sul genere in
termini di pieno riconoscimento della persona, di valorizzazione e rispetto delle
donne. Se è vero, infatti, che il genere è una delle dimensioni fondamentali che
caratterizzano l'identità della persona, è vero anche che è compito della politica creare
le condizioni affinché questa identità possa essere pienamente riconosciuta e vissuta.
Dunque le scelte della politica non possono più prescindere dal contrasto e soprattutto
dalla prevenzione delle discriminazioni, delle violenze e della cultura sessista, e qui il
ruolo fondamentale è chiaramente esercitato dalla famiglia, dai mass media e,
soprattutto, dal mondo della scuola, perché da lì passa la costruzione di una nuova
cultura del rispetto della libertà di ciascuno, dell’uso del linguaggio rispettoso della
differenza di genere, della parità tra donne e uomini in ogni campo.
Valorizzare i temi dell'uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza di
donne e uomini, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione
non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, del contrasto alla violenza contro
le donne e del diritto all'integrità personali: sono questi gli obiettivi su cui oggi la
politica è chiamata ad esercitare scelte serie e coerenti, agendo su temi che proprio la
letteratura, e in particolare la poesia, hanno spesso saputo anticipare rispetto all'agire
politico. Qui sta un ulteriore aspetto positivo che ho trovato nel concorso letterario,
cioè la curiosità che iniziative come questa possono accendere in chiunque voglia
approfondire il rapporto tra cittadinanza e letteratura, e ancor di più tra identità di
genere e poesia, laddove esistono infiniti ambiti di studio in cui poter valorizzare le
tante donne che hanno saputo raccontare il proprio essere donna con prospettive
spesso innovative, profonde, intrecciate con i movimenti femministi e con
avanguardie che magari nel tempo sono divenute scuole artistiche o di pensiero.
Il primo esempio che viene in mente - ma se ne potrebbero fare tanti altri - sono le
parole di Carla Lonzi, fondatrice del gruppo Rivolta Femminile e delle omonime
edizioni, nei primi anni settanta, e certamente tra le più famose scrittrici femministe
di quel periodo in Italia, che nell'introduzione a “La presenza dell’uomo nel
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femminismo", nel 1971, scriveva: "Chi ha detto che l’ideologia è anche la mia
avventura, avventura e ideologia sono incompatibili. La mia avventura sono io, lascio
l’ideologia e non so più niente. Lo smarrimento è la mia prova. Non avrai in me un
punto fermo". Parole che rivendicano una soggettività dalla differenza irriducibile e
che mettono in discussione, coerentemente con tutti i lavori di Carla Lonzi, qualsiasi
forma di cultura patriarcale e maschilista ereditata dai modelli sociali dominanti.
Sono molti, anche nel nostro Paese, i riferimenti artistici e letterari che oggi possono
aiutare a comprendere e valorizzare la prospettiva di genere come ricchezza
ineliminabile per qualsiasi società, e per questo sono convinta che con iniziative
come il concorso letterario di Contursi Terme noi compiamo un passo straordinario
verso il cambiamento dei modelli culturali con cui si condividono i modi di intendere
il genere, l'identità, la libertà di scelta delle persone.
Non possiamo nascondere che iniziative come questa possono contribuire veramente
a costruire il contesto culturale della condivisione, della qualità delle relazioni tra
donne e uomini; così facendo, si lavora anche per la prevenzione e per il contrasto
della violenza verso le donne e della loro discriminazione. Sappiamo, infatti, ce lo
dicono ormai un'infinità di studi e statistiche, che la violenza contro le donne nasce
innanzitutto da una visione della donna come soggetto subalterno, e che la migliore
prevenzione possibile da mettere in campo è l'emporwement delle donne, il loro
affrancamento e la loro emancipazione da qualunque condizione di dipendenza ed
inferiorità: culturale, sociale, economica. Non solo, ma oggi sappiamo anche che il
capitale femminile è il più dirompente capitale di cambiamento che abbiamo, un
cambiamento ancora inespresso su cui possiamo e dobbiamo fondare il rilancio
dell'Italia: in termini di crescita economica, di qualità dello sviluppo, di piena
cittadinanza, di qualità umane per una società civile e pienamente democratica.
Nonostante i tanti passi compiuti, nel nostro Paese, ancora molto deve essere fatto per
realizzare, fino in fondo, sia l'autodeterminazione delle donne, che una effettiva
equilibrata condivisione, tra donne e uomini, dell'esercizio delle responsabilità
pubbliche e private. Si tratta di obiettivi e valori strettamente legati tra loro. Mettere
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in campo politiche di contrasto e superamento delle discriminazioni e delle violenze è
parte di questi obiettivi, perché riguarda la nostra capacità di investire in un
cambiamento culturale fondamentale per la piena cittadinanza di tutte e tutti. E
siccome sappiamo che la discriminazione delle donne, in tutti campi e in tutte le
società in cui essa viene esercitata, ancora oggi, è un problema che riguarda in special
modo l’identità maschile, perché il permanere di stereotipi e discriminazioni nei
confronti delle donne imprigiona anche gli uomini in altrettanti codici di
comportamento e comunicazione, è fondamentale che a questo cambiamento
culturale, da portare avanti in nome del rispetto e della reciprocità, partecipino tutti,
senza omissioni di responsabilità.
Si tratta, in fondo, di dare attuazione concreta ai princìpi di pari dignità e non
discriminazione presenti nella nostra Costituzione, che con l'articolo 3 afferma la pari
dignità sociale di tutti i cittadini e la loro uguaglianza davanti alla legge senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali: "È compito della Repubblica - afferma sempre
l'articolo 3 - rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese".
Un sentito e profondo grazie, dunque, lo rivolgo a tutte e tutti coloro che hanno reso
possibile la pubblicazione di questa raccolta e che hanno desiderato partecipare, con i
propri scritti, al concorso: un'esperienza che è, a ben vedere, uno straordinario
omaggio a tutte le donne e agli uomini di domani. Perché riconoscere le differenze
senza lasciare che sesso, genere, orientamento sessuale, riproducano una visione
totalizzante e gerarchica dell'essere umano, vuol dire riconoscere quelle potenzialità
della persona e quelle legittime aspirazioni alla libertà che sono il fondamento stesso
della democrazia.
Buona lettura.
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