Lo Sport svolge una funzione culturale poiché

Transcript

Lo Sport svolge una funzione culturale poiché
“Lo Sport svolge una funzione culturale poiché
contribuisce ad una più approfondita
conoscenza delle persone, del territorio e
dell’ambiente naturale”
Manifesto dello Sport del Terzo Millennio
1
IL CASO DEL DISTRETTO DI MONTEBELLUNA
Università Cattolica S. Cuore Milano
PREMESSA
Nell’analisi del mondo sportivo, in generale, è necessario non dimenticare che lo Sport non è solo
“fatto” da Associazioni Sportive dilettantistiche, Federazioni, Comitati Organizzatori, atleti
professionisti e praticanti di discipline sportive amatoriali ma è anche “fatto” da tutte quelle
industrie e attività di servizi produttrici attrezzature, abbigliamento, scarpe e qualsiasi altro
accessorio per la pratica sportiva.
Nell’arco dei tempi, l’Italia ha visto fiorire imprese industriali che rappresentano l’eccellenza nella
produzione di attrezzature sportive e in questo panorama dello Sport Italiano ci si vuole soffermare
sul Distretto di Montebelluna che prima ha “fatto sciare il mondo” e poi ha fatto “giocare il mondo”
con la sua capacità di innovazione della scarpa sportiva1.
IL DISTRETTO DI MONTEBELLUNA
Il Distretto dello Sportsystem di Montebelluna di estende su una superficie di circa 320 Kmq.
Comprende principalmente i Comuni di Valdobbiadene, Pederobba, Monfumo, Cavaso del Tomba,
Castelcucco, Cornuda, Fonte, Maser, Asolo, Altivole, Castello di Godevo, Castelfranco Veneto,
Vedelago, Caerano, Montebelluna, Crocetta, Volpago, Trevignano, Istrana, Giavera del Montello,
Nervosa, Arcade, Ponzano Veneto, Villorba e San Biagio di Callalta.
Oggi, il distretto comprende 33 comuni con 245.659 abitanti circa.
Caratteristiche del distretto
Le caratteristiche precipue di un distretto industriale sono: un territorio ben delimitato, un prodotto
specifico, una precisa filiera produttiva, una flessibilità elevata che permette la rapida conversione
dell’offerta a seconda delle esigenze della domanda, una fitta rete di rapporti specie di natura
informale, una “sana” competizione fra le aziende, presenza di istituzioni (amministrazioni, banche,
associazioni di categoria, musei, ecc..) una forte tendenza all’esportazione.
Nell’analisi del distretto di Montebelluna il prodotto specifico è rappresentato dalla “scarpa” e si può
dire che il fattore critico di successo sia stata la spiccata capacità di diversificazione ed
innovazione insita negli artigiani prima e negli imprenditori di Montebelluna poi.
Sono quattro (3) le tipologie di scarpe che hanno connotato, nel tempo, il distretto.
La tradizione è rappresentata dalla scarpa invernale: scarponi da sci, doposci e scarpa da
montagna – trekking; poi subentra la scarpa per praticare sport o scarpa tecnica quale quella da
calcio, ciclismo, corsa, motociclismo; poi c’è l’avvento della scarpa da città che rappresenta la
variante casual ed infine, la diversificazione vera e propria si ha con l’abbigliamento.
Un po’ di Storia
Dal 1800 al 1911 si delineava il distretto artigiano1 che comprendeva il nucleo storico di 10
Comuni, era composto da tanti piccoli laboratori con 1 – 5 addetti ciascuno, un maestro calzolaio e
uno o più apprendisti. Si producevano scarpe da lavoro per boscaioli e montanari, la produzione
era limitata e fatta a mano con una vendita diretta al mercato, i rapporti tra “maestro calzolaio “ e
“apprendisti” erano informali.
2
Dal 1911 al 1954 di delineava il distretto artigiano industriale1 comprendeva il nucleo storico di 10
Comuni con circa 62.324 abitanti. Alcuni laboratori si erano trasformati in aziende e si era attuata
una divisione del lavoro con l’introduzione delle prime macchine. Dopo la “Grande Guerra” si
verificava la prima notevole diversificazione produttiva: lo scarpone da sci. Lo scarpone da sci si
afferma sul mercato italiano e scopre il mercato europeo. Nascono i primi marchi che incominciano
a pubblicizzare il prodotto su catalogo. Non vi è ancora una suddivisione netta nei rapporti tra
“padrone” ed operai.
Dal 1954 al 1974 si delinea il distretto concorrenziale – metal mezzadro1, il boom economico
italiano ed alcuni eventi sportivi quali la conquista del K2 e le Olimpiadi Invernali a Cortina fanno
aumentare la domanda di scarponi da sci che diventano il prodotto leader con una produzione
mondiale del 75%.
E’ in questo periodo, che da un lato si accentuano le innovazioni: introduzione del gancio di
metallo, produzione della suola e dello scafo dello scarpone ad iniezione in plastica.
Ciò comporta risparmi di tempi ed aumento della produttività, miglioramento del prodotto finito ed
introduzione di nuovi processi produttivi. Ma ciò causa anche l’inizio della prima fase di
decentramento produttivo: avviene la scissione tra “creatività” e “manodopera”, si crea nel distretto
si produce altrove, dove la manodopera presenta costi inferiori.
Si delinea un nuovo volto del distretto: alcuni grandi marchi, qualche decina di piccoli medi marchi
e tantissimi subfornitori.
I rapporti tra datore di lavoro e dipendenti sono ancora a carattere personale ma si costituiscono i
primi sindacati e le prime Associazioni di Categoria (Industriali, Artigiani).
Dal 1974 al 1989, il distretto si apre al mondo e diviene internazionale1 ai dieci (10 ) comuni che
costituivano il nucleo storico si aggiungono altri cinque (5) comuni (Asolo, Altivole, Castelcucco,
Vedelago e Istrana) per un totale di circa 76.648 abitanti.
In questo periodo c’è l’avvento di alcune multinazionali che stabiliscono la loro sede proprio nel
distretto. Ciò comporta la convivenza di realtà industriali con compagini sociali differenti (la piccola
impresa familiare e la multinazionale ), l’introduzione di una nuova cultura industriale, nuovi
processi produttivi. Si conoscono i primi casi di malattie sul posto di lavoro e il distretto si dimostra
efficiente, istituendo il primo servizio di medicina del Lavoro presso l’Università di Padova.
Dal punto di vista del prodotto c’è una vera e propria diversificazione: la produzione della scarpa
invernale (scarponi e dopo sci), secondo le nuove tecniche prevede l’investimento in macchinari
“costosi” e non tutte le imprese hanno la possibilità di investire e pertanto alcune aziende si
lanciano nella produzione di calzature alternative quali: scarpa da Trekking, e le scarpe tecniche
da calcio, da tennis, da corsa da ghiaccio e per il tempo libero.
All’interno delle aziende si delineano nuove figure lavorative, con una netta separazione tra
proprietà, dirigenza e maestranze, con l’introduzione di organigrammi e mansionari.
Dal 1989 al 2006, il distretto assume dimensioni più ampie: dal punto di vista del territorio
partecipano 23 comuni con un totale di 221.727 abitanti circa, ma ormai si parla di distretto
globalizzato1 , si perde così il concetto “tradizionale” di distretto: in questo periodo il territorio è
diventato il mondo, non vi è più un prodotto specifico ma una gamma di prodotti varia e differente e
la comunità è multiculturale e multietnica. Inoltre c’è una ulteriore diversificazione si afferma la
scarpa da città e la produzione di abbigliamento.
Il distretto di Montebelluna nel 2008.
Fino a qui si è descritta l’evoluzione del distretto negli anni, da un’analisi economica svolta2 è
emerso quanto segue: nel 2008 il distretto comprende 428 aziende di cui il 25,90% rappresentano
aziende di produzione, il 68,97% sono aziende dell’indotto e il restante 5,13% sono aziende
commerciali.
Il numero di addetti presenti nel distretto è di circa 7.629 di cui il 61,53% è occupato nelle aziende
di produzione, il 35,97% in quelle dell’indotto e il 2,50% nelle commerciali.
3
Per quanto riguarda il fatturato complessivo nel 2008 è stato di Euro 2.127.206.010 di cui il 18,49%
è rappresentato dalle scarpe da montagna (la tradizione), il 14,79% è rappresentato dalle
calzature tecniche, il 44,66 % è rappresentato dalle scarpe da città e il restante 22,05% è
rappresentato dall’abbigliamento.
Fatturato per tipologia di calzatura prodotta
18%
22%
15%
45%
Scarpe da Montagna
Calzature Tecniche
Scarpe da città
Altro
Conclusioni
In sintesi, la longevità e il successo del distretto di Montebelluna risiedono nella capacità :
- di promuovere marchi a livello mondiale con un sistema in cui predomina ancora oggi l’impresa
familiare;
- di mantenere il “cuore” e le “radici” della produzione all’interno del distretto nonostante i costi e
malgrado la delocalizzazione di alcuni comparti produttivi
- di innovare i prodotti e i processi. La spinta innovativa all’interno del distretto è triplice: c’è
l’innovazione che nasce dalla necessità di consolidare l’esperienza maturata nel corso del
tempo, nella produzione di scarpe: la prima scarpa da montagna.
C’è l’innovazione dettata dalla “mancanza”, infatti alcune imprese con scarsa possibilità di
accesso al credito per l’acquisto di macchinari per la produzione dello scarpone in plastica
diversificano il prodotto creando le calzature tecniche.
L’innovazione, dettata dalle avversità degli agenti atmosferici (scarsità di neve) e dalla
contrazione del mercato, porta alla creazione di pattini in linea e della scarpa da trekking.
Bibliografia
1 Montebelluna SportSystem Distretto Cosmopolita” Autore Aldo Durante Edizione Montebelluna
Sportsystem.
2 Rapporto OSEM 2008 Autori Aldo Durante e Valentina Durante in collaborazione con veneto Holding
S.p.A.
4