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LESSING: TENTATIVI DI EMANCIPAZIONE VALERIA CARRASSA MATRICOLA: 1402500 ESAME: STORIA DELLE TEORICHE TEATRALI. MODULO I Questo breve studio si propone di analizzare alcuni aspetti della teoria lessinghiana. Si vogliono osservare taluni connotati dei personaggi della drammaturgia di Lessing ed in particolare le figure femminili dell’Emilia Galotti.1 Analizzando la Bürgerliche Trauerspiel (tragedia domestica) di Lessing si evince l’invito che, il primo grande teorico e scrittore tedesco2, avanza nei confronti della nascente classe borghese: emanciparsi dall’oppressione aristocratica. Considerando questa premessa, l’ipotesi che si vuole verificare in tale studio è se, l’invito emancipatore di Lessing in un macrocontesto sociale possa essere trasferito, a sua volta, nel microcontesto privato della casa e della famiglia borghese; ovvero se l’emancipazione proposta possa considerarsi anche una sorta di velato tentativo di emancipazione femminile. Per poter cogliere e verificare tali aspetti, risulta inevitabile e necessario presentare brevemente la situazione della Germania negli anni in cui il drammaturgo vive ed opera (1729-1781). Dopo la pace di Vestfalia del 1648 il territorio tedesco risulta essere frammentato in circa trecento unità territoriali che presentano una situazione di sottosviluppo sociale e politico la quale, ineluttabilmente, si ripercuote sulla condizione culturale. La forma del potere politico è quella dell’assolutismo e la mentalità vigente è prettamente feudale. È comprensibile come in tale contesto l’ascesa della moderna classe borghese risulti essere lenta e non scevra di difficoltà. Ciò nonostante nel Settecento la borghesia tedesca si avvia verso un processo di presa di consapevolezza di se stessa ed avverte l’esigenza di combattere l’assolutismo dei despoti. I privilegi della classe dominante nonché gli abusi della nobiltà a danno dei sudditi diventano nel Settecento oggetto di riflessione politica e letteraria. In questo senso, risulta notevole ed importante il contributo che il genere drammatico e il teatro danno 1 2 G.E.Lessing, Emilia Galotti: ein Trauerspiel in fünf Aufzügen, Berlin 1772. Madame de Staël afferma l’inesistenza del teatro tedesco prima dell’opera di Lessing. 1 a favore non solo del perseguimento di ideali di giustizia ma anche della realizzazione di una unità culturale che dovrebbe precedere quella politica. Lessing è sicuramente uno dei principali esponenti di questi propositi. La sua opera è davvero mirata alla creazione di una coscienza nazionale che si emancipi dalla mentalità feudale.3 Lessing invita la borghesia tedesca a liberarsi dalla vessazione dell’aristocrazia e dalla struttura dell’Ancièn Régime, precorrendo la nota definizione di Aufklärung formulata da Kant: ‹‹L’Illuminismo è l’uscita dell’essere umano dallo stato di minorità di cui egli stesso è responsabile. La minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di qualcun altro. L’uomo stesso è responsabile di questo stato di minorità, quando la causa di essa non risiede in un difetto dell’intelletto, ma nella mancanza della determinazione e del coraggio di servirsene senza la guida di qualcun altro. Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti del tuo intelletto! Questo è il motto dell’illuminismo. La pigrizia e la vigliaccheria sono le cause per cui una così gran parte degli esseri umani, anche dopo che la Natura da molto tempo li ha dichiarati liberi dalla guida altrui, restano tuttavia volentieri per tutta la vita in uno stato di minorità; e per cui riesce così facile ad altri ergersi a loro tutori. È così comodo essere minorenni››.4 È alla borghesia che Lessing indirizza il suo teatro; un teatro al quale attribuisce un certo potenziale emancipatore ed educativo. Il suo compito è quello di esprimere lo spirito tedesco e della società contemporanea attraverso la rappresentazione della classe borghese e non aristocratica. Alla corruzione e ai vizi delle corti, al digiuno culturale e all’ignoranza della nobiltà, il teatro deve contrapporre le virtù, i valori e l’etica borghese. La morale borghese, fortemente influenzata dall’etica protestante, 3 S. Carusi Violazione del diritto e violazione della legge in Lessing, Schiller e Kleist, p.1 I. Kant , Was ist Aufklärung, in “ Berlinische Monatsschrift”, 5.Dez. 1784. Traduzione Carusi S. 4 2 consiste in un insieme di virtù domestiche sottese all’interno di un ordine patriarcale ed incentrate sull’integrità ed incorruttibilità del comportamento e dell’animo. Lessing non dimentica, però, l’aspetto di mero intrattenimento e divertimento dell’arte teatrale. Il pubblico gradisce il teatro popolare e, dunque, il drammaturgo tenta di trovare un certo equilibrio tra il teatro popolare e la forma precorritrice di quello che sarà il teatro illuministico tedesco. Lessing ricerca un tono medio nella forma, allontanandosi sia dagli eccessi barocchi sia dalle banalità del teatro popolare5, come nel genere sorpassando la netta divisione tra genere tragico e comico. Questo è ben evidente nell’Emilia Galotti che può essere definita una tragicommedia borghese. Lessing crea la base del teatro moderno tedesco: al fine di educare gli animi a determinati valori, auspicare la trasformazione della società ed aiutare il ceto medio ad emanciparsi è innanzitutto indispensabile riformare il teatro rendendolo luogo didattico, di riflessione sociale, culturale e politica. Con tali premesse Lessing si approccia alla stesura della sua più importante opera nel campo della teoria drammatica, Hamburgische Dramaturgie (1767-1768), con la quale spera, tra l’altro, di realizzare il suo progetto di teatro nazionale. Questa Dramaturgie consiste in una raccolta di cento articoli commissionatagli come supporto esplicativo dei drammi rappresentati nel giovane Teatro Nazionale di Amburgo, finanziato da un consorzio di ricchi borghesi. Ci troviamo dinnanzi ad una iniziativa culturale del tutto singolare che permette a Lessing di fornire la base critica per la costruzione di un teatro tedesco moderno, riguardando gli articoli anche questioni di teoria e tecnica drammatica. Lessing, nella Hamburgische Dramaturgie, si riferisce spesso alla Poetica di Aristotele che considera la principale base da cui muove la propria riflessione ed alla quale 5 ‹‹Mi sono guardato…più dalla retorica che non dalla banalità, anche se la maggior parte dei traduttori avrebbe fatto proprio il contrario››. G.E. Lessing Hamburgische Dramaturgie (a cura di) P. Chiarini, Roma, Bulzoni editore, 1767, p.268. 3 ricorre per liberare la letteratura tedesca dalle numerose misinterpretazioni aristoteliche del neoclassicismo francese.6 ‹‹…non esito a dichiarare, a costo di esser preso a sberleffi in questa nostra epoca di lumi, che io la considero un’opera infallibile al pari degli Elementi di Euclide. I suoi principi sono altrettanto veri e certi, ma meno comprensibili e quindi più esposti al motteggio. Soprattutto per la tragedia… mi sento in grado di dimostrare incontrovertibilmente come non sia possibile allontanarsi di un sol passo dalla norma aristotelica, senza che quella si allontani altrettanto dalla sua perfezione.››7 È intuibile, quindi, come l’oggetto principale della Hamburgische Dramaturgie sia la tragedia ed in particolare l’effetto emotivo che questa produce sullo spettatore. Lessing afferma nell’articolo LXXVII che Aristotele non ha voluto dare una rigorosa definizione logica della tragedia, sebbene questa affermazione contrasti con quanto scritto successivamente ovvero che condensando le caratteristiche essenziali della definizione dello Stagirita8, resti solo una spiegazione esatta e cioè che la tragedia è una composizione poetica che suscita pietà9. Il timore, per Lessing, è una componente della pietà ma non è lo scopo della tragedia. Quello che prova lo spettatore non è la paura di potersi trovare in una tal situazione, ma la pietà verso i personaggi, suoi simili, colti dalla disgrazia. Il breve accenno che si è voluto fare alla Hamburgische Dramaturgie è stato ritenuto necessario per cogliere, oltre che naturalmente l’innovativo progetto culturale, 6 Lessing ritiene che le opere del teatro classico francese siano fondate su false interpretazioni di Aristotele; per contro il teatro inglese, in particolare Shakespeare, si avvicina maggiormente all’essenza del teatro greco. 7 G.E Lessing, Hamburgische Dramaturgie ,cit. II (CI-CIV) pp. 432-433 8 Tragedia è dunque imitazione di un’azione seria e compiuta, avente una propria grandezza, con parola ornata, distintamente per ciascun elemento nelle sue parti, di persone che agiscono e non tramite una narrazione, la quale per mezzo di pietà e paura porta a compimento la depurazione di siffatte emozioni. Aristotele, Poetica,( a cura di) Diego Lanza, Milano, Bur rizzoli, 1987,201121 , VI p.135 9 G.E Lessing, Hamburgische Dramaturgie, cit. II (LXXVII) p.340 4 l’importanza che il drammaturgo attribuisce all’identificazione emotiva con i personaggi. Questi, nei suoi testi, diventano uomini e donne borghesi con i quali il pubblico può riconoscersi in maniera più immediata, grazie anche al linguaggio semplice e consono al proprio stato con cui si esprimono. L’iniziativa amburghese, tuttavia, si è rivelata piuttosto fallimentare non trovando nel pubblico borgese a cui Lessing si rivolge un particolare interesse, tanto che lo stesso autore afferma: ‹‹ Se il pubblico chiede “Ma cosa avete fatto?”, e poi risponde da se stesso con un sorriso sarcastico: “Nulla!”, io domanderò a mia volta: “E che cosa ha fatto il pubblico per rendere possibile un qualche progresso?”. Anch’esso, nulla: anzi, peggio che nulla. Non solo non ha contribuito a mandare avanti l’impresa, ma addirittura ha impedito che essa seguisse il suo corso naturale. La generosa idea di dare ai Tedeschi un teatro nazionale, quando noi Tedeschi non siamo ancora una nazione! E non parlo di costituzione politica, ma semplicemente di carattere morale. Si dovrebbe quasi dire che questo consista nel non volerne alcuno.››10 Nonostante l’enorme delusione, Lessing continua ad impegnarsi nel suo intento di incoraggiare l’emancipazione borghese attraverso la quale sarebbe dovuta passare l’emancipazione umana11 e nel 1772 scrive Emilia Galotti. Emilia Galotti è una tragedia borghese per la quale Lessing prende spunto dal noto episodio di Tito Livio- di Virginia uccisa dal padre per salvarne l’onore di verginema trasportandolo nell’epoca contemporanea. Emilia Galotti è prossima alle nozze con il Conte Appiani ma il principe di Guastalla, Ettore Gonzaga, si è infatuato di lei e lascia carta bianca al suo consigliere Marinelli per sventare il matrimonio e guadagnarsi la ragazza. Questi mette in scena un agguato alla carrozza degli sposi, fa ucci10 11 G.E. Lessing, Hamburgische Dramaturgie, cit., II( CI-CIV ) p.431 N. Merker., L’illuminismo tedesco. L’età di Lessing, Bari, Editori Laterza, 1974, p.399 5 dere Appiani e condurre Emilia alla villa del principe a Dosolo. Il padre della fanciulla, Odoardo Galotti, si presenta al castello per riottenere la figlia. Risultando chiaro, però, che la prepotenza del principe non consentirà alla giovane di mantenere integra la sua virtù, ed essendo ella stessa spaventata dal rischio di poter cedere al vizio della seduzione, Emilia si fa pugnalare dal padre il quale non esita pur di garantire l’onestà e la virtù della figlia. Sebbene Lessing non l’abbia mai dichiarato esplicitamente è ben evidente in questo testo l’intento di denunciare la violenza, la prepotenza e l’oppressione dei despoti sui loro sudditi. È lampante ancora una volta l’invito lessinghiano all’emancipazione borghese. Tenendo adeguatamente presente la proposta di Lessing ed avendo chiarito, se pur superficialmente, la situazione sociale borghese nella sua epoca, si può a questo punto entrare nel vivo della problematica che il presente studio si propone di analizzare. È necessario, dunque, cambiare prospettiva e trasferirsi nel contesto privato e più intimo della casa e della famiglia. L’obiettivo è quello di porre sotto osservazione i comportamenti dei personaggi femminili dell’Emilia Galotti e verificare se nel testo di Lessing possano essere, tra l’altro, celati degli atteggiamenti e degli impliciti tentativi di emancipazione femminile. Claudia Galotti, madre di Emilia, come le altre madri dei testi di Lessing (basti pensare a Miss Sara Sampson12 , dove la madre è del tutto assente) ricopre un ruolo piuttosto secondario. Eppure la presenza di Claudia è assolutamente necessaria per mettere in rilievo il ben più forte e particolare rapporto padre-figlia basato sull’amore per l’incorruttibilità e la virtù. È, quindi, un espediente utile per poter focalizzare l’attenzione sulla diade Emilia /Odoardo, sul loro affetto reciproco così ridondantemente accentuato da divenire estenuante ed oppressivo. La figura di Claudia Galotti assume per il nostro mirato studio, invece, una posizione decisamente più elevata. 12 G.E. Lessing, Miss Sara Sampson. Ein bürgerliche trauerspiele,1755. 6 Analizzando il testo, infatti, risultano numerosi i passi dove è possibile scorgere un certo atteggiamento di evasione da parte della donna dall’autoritarismo maschile. Ci si riferisce, per esempio, alle iniziative prese da Claudia Galotti nell’accordare ad Emilia l’uscire di casa sola, sebbene per dirigersi in chiesa, venendo meno alle raccomandazioni del padre : ‹‹Basta fare un passo falso per cadere…››13.L’essersi recata insieme alla figlia ed all’insaputa di Odoardo ad una festa a casa del cancelliere Grimaldi14 dove, tra l’altro, il principe si invaghisce di Emilia mettendo in moto l’intera tragedia. Si può notare, inoltre, l’incoraggiamento che Claudia avanza nei confronti di Emilia riguardo l’omettere di raccontare al conte Appiani dell’incontro avvenuto in chiesa con il principe15. Sono piccoli inganni che Claudia Galotti mette in atto probabilmente per acquistare una certa libertà all’interno dell’ordine patriarcale e maschile ritenuto naturale. Sembrerebbe che la donna voglia esercitare la sua influenza sull’educazione della figlia. Ed in effetti Claudia ed Emilia sono rimaste a Guastalla lontane da Odoardo proprio per il desiderio della madre di dare alla figlia un’educazione conveniente, sebbene il sospetto di Odoardo che tale esigenza sia nata dall’ambizione di Claudia di rimanere vicino alla corte non sia assolutamente infondato.16 Viene a determinarsi una sorta di sfida tra padre e madre per il controllo della formazione di Emilia, una situazione del tutto estranea ad un contesto in cui vige un ordine patriarcale e che ci conferma, dunque, i tentativi di emancipazione di Claudia. Tentativi che, però, rimarranno incompiuti in quanto è la stessa Claudia che prima o dopo rende sempre atto al marito delle sue azioni e comportamenti temendo, comunque, la sua autorità e il suo giudizio. La contessa Orsina è dopo Emilia e Claudia Galotti il terzo personaggio femminile della vicenda. Orsina è l’amante del principe Gonzaga che a causa dell’infatuazione 13 Lessing, Emilia Galotti,(a cura di) N.Sàito, Torino, Einaudi editore,1961, (II, 2) p.22. Da notare come Lessing traduca con questo nuovo genere drammatico l’idea già presente in Diderot: fuori dalla casa, fuori dalla famigia esiste il pericolo. 14 Ivi, (II,4) p.26 15 Ivi, (II,6) p.30 16 Ivi, (II,4) p.25 7 di quest’ultimo per la virtuosa Emilia Galotti viene ripetutamente evitata ed ignorata dall’uomo. Il personaggio della contessa è particolarmente interessante per l’ambiguità con cui viene presentato e merita una degna attenzione. Per un certo verso, Orsina, potrebbe risultare una donna piuttosto superba ed attenta esclusivamente all’aspetto esteriore, stando almeno alle parole con cui la descrivono il principe e il suo pittore Conti17; una donna disposta a sacrificare la sua dignità pur di essere l’amante di un principe come afferma il marchese Marinelli ‹‹…Vicino a questa sposa, l’amante vede sempre un posto per lei. Orsina non teme di essere sacrificata a una simile concorrente…››18. Analizzando, invece, più accuratamente il personaggio di Orsina emerge la figura di una donna che, se pur vittima della passione per un amore non corrisposto, è consapevole di essere dotata di un fine intelletto non incline a sottostare a dei canoni maschilisti e assolutisti. È esplicativo a tal proposito il dialogo che conduce con il marchese Marinelli quando con tono sarcastico e sprezzante palesa il fatto che per i costumi del tempo ad una donna non è dato di pensare : ‹‹E poi mi meraviglio che il principe mi disprezzi? Come può un uomo amare una creatura che pretende anche di pensare, a suo dispetto? Una donna che pensa è altrettanto disgustosa di un uomo che s’imbelletta. Una donna deve ridere, e non fare altro che ridere, per mantenere sempre di buon umore il severo signore del creato…››19. Lo stesso Odoardo Galotti, modello massimo di tutte le virtù borghesi, seppur vedendo in Orsina tutto ciò che non vorrebbe mai ravvisare in sua figlia, la presenterà a Claudia come donna di rara intelligenza, amica e benefattrice.20 La ribellione di Orsina che, forse più di ogni altro personaggio, accusa esplicitamente i soprusi della tirannia e per i quali reclama vendetta sarà, tuttavia, destinata a fallire. 17 Ivi, (I,4) pp.8-9 Ivi, ( I,6) p.13 19 Ivi, (IV,3) p.60 20 Ivi, (IV,8) p.71 18 8 Nell’analizzare il personaggio di Emilia Galotti, la prima riflessione che si vuole avanzare riguarda la vicenda che scatena tutta la tragedia, ovvero il prossimo matrimonio di Emilia. Il matrimonio è notoriamente il simbolo del passaggio di una donna all’età adulta, rappresenta la sua emancipazione dalla famiglia di origine ed in particolare dalla patria potestà. Non è possibile, d’altronde, analizzare la figura di Emilia senza tenere in considerazione quella di Odoardo Galotti, un padre che ha educato la figlia secondo quella morale borghese che prevede un assoluto rispetto della virtù e della probità. È proprio la virtù della figlia che diventa il valore fondamentale della famiglia borghese. È la figlia che in base ai suoi costumi determina il decoro o meno della famiglia. Emilia è una ragazza timorosa di Dio ma ancor più della morale paterna che è disposta a rispettare persino sacrificando la propria vita. Emilia, d’altra parte, è però aperta a contraddizioni e se pur apparentemente sempre lucida ed intransigente, è invece una ragazza che vive il peso di un’oppressione considerevole. È consapevole, infatti, di non poter vincere il vizio e la seduzione essendo una donna fatta di carne e sangue così come afferma nell’ultimo straziante dialogo con il padre: ‹‹…Io ho sangue nelle vene, padre mio, sangue giovane e caldo come ogni altra donna. Anche i sensi sono sensi. Non garantisco nulla.››21 Preferisce, quindi, negare la sua natura di donna, reprimere il vizio e convincere il padre ad ucciderla per salvare la sua virtù, quella della sua famiglia ma forse anche per salvare se stessa. Potrebbe essere questa l’emancipazione di Emilia Galotti, un omicidio/suicidio che vuole essere un messaggio rivolto a quella società più interessata a proteggere la sua apparente virtù piuttosto che i diritti di una giovane donna che si fa simbolo della borghesia stessa. Si può concludere questa breve analisi sulle figure femminili nell’Emilia Galotti, affermando che effettivamente esistono nel testo di Lessing dei tentativi di emancipazione femminile ma che questi, allo stesso modo delle prove di emancipazione da 21 Ivi, (V,7) p.83 9 parte della borghesia, risultano fallimentari o conducono ad esiti tragici come nel caso di Emilia. Il desiderio di Lessing di “illuminare” il ceto borghese rimane irrealizzato e questo fallimento è dovuto secondo il drammaturgo non solo alla ancora effettiva debolezza della classe borghese tedesca ma, in parte, ai borghesi stessi che, impegnati fanaticamente nella difesa dei propri valori, subiscono la sopraffazione assolutistica come qualcosa di inevitabile e naturale. 10 BIBLIOGRAFIA Aristotele, Poetica, edizione italiana a cura di Diego Lanza, Milano, Bur rizzoli, 1987, 201121. Carlson, Marvin, Teorie del Teatro. Panorama storico e critico, Bologna, il Mulino, 1997 (ed,or., Theories of the Theatre. A Historical and Critical Survey from the Greeks to the Present, Ithaca, New York, Cornell University Press, 1984. Gustafson, Susan E., Absent Mothers and Orphaned Fathers: Narcissism and Abjection in Lessing’s Aesthetic and Dramatic Production, Wayne State University Press,1995. Lessing, Gotthold Ephraim, Emilia Galotti, a cura di Nello Sàito, Torino, Giulio Einaudi editore, 1961. Lessing, Gotthold Ephraim, Drammaturgia d’Amburgo, a cura di Paolo Chiarini, Roma, Bulzoni editore, 1975. Merker, Nicolau, L’illuminismo tedesco. Età di Lessing, Bari, Editori Laterza, 1974. SCRITTI ELETTRONICI Carusi, Simonetta, Violazione del Diritto e violazione della Legge in Lessing, Schiller e Kleist. http//www.units.it/compalit2011/carusi.pdf Lessing, Gotthold Ephraim, Miss Sara Sampson, in Nuova Raccolta di composizioni teatrali tradotte da Elisabetta Caminer, 1774-1776, http//www.opal.unito.it/psixsite/Miscellanea di testi di genere diverso/Elenco opere/imageGXII522acc.pdf Sanna, Simonetta, La tipologia dei personaggi nel teatro di Lessing, http//www.uniss.it/lingue/annali_file/vol_3/06_Sanna.pdf 11 12