Lettura dell`opera Andrea MANTEGNA, L`oculo nel soffitto della

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Lettura dell`opera Andrea MANTEGNA, L`oculo nel soffitto della
Lettura dell’opera
Andrea MANTEGNA,
L’oculo nel soffitto della Camera degli Sposi
Una prospettiva aperta verso il cielo
La Camera degli Sposi è un esempio chiarissimo della tendenza, da parte degli artisti del tardo Quattrocento, a realizzare
effetti di illusionismo pittorico. Per ampliare percettivamente il piccolo ambiente, Mantegna dipinge architetture che simulano perfettamente l’ambiente reale, attraverso una raffinata finzione scenica.
Dal 1460 Andrea Mantegna è a Mantova come pittore di corte dei Gonzaga.
Qui dipinge ad affresco le pareti e il soffitto della Camera picta, poi detta Camera degli Sposi. Nel piccolo vano, quasi cubico, le pareti ed il soffitto sono dipinti in modo da simulare un padiglione sostenuto da pilastri, aperto sul paesaggio esterno.
Due pareti sono nascoste da finti tendaggi, mentre le altre due mostrano una scena di corte e l’incontro tra il duca Ludovico
e il figlio, cardinale Francesco
Al centro del soffitto della sala,
un oculo apre il piccolo ambiente
verso il cielo, in un audace scorcio prospettico.
La luce è studiata in modo da accentuare la fusione tra ambiente
reale e ambiente immaginato.
Dal centro del soffitto, la luce sembra inondare la stanza in una calcolatissima gradazione chiaroscurale, lasciando in penombra le due
pareti con le tende abbassate.
Alcuni particolari possono essere letti come simboli nuziali: il
vaso d’aranci e il pavone, sporgenti dall’oculo, o i putti giocosi,
abilmente posti nella balaustra
circolare.
Andrea Mantegna,
Camera degli Sposi,
Oculo con putti e dame.
1465-1474. Mantova, Palazzo Ducale.