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Cielo d’Ottobre
USA, 1999. Regia di Joe Johnston. Con Jake Gyllenhaal (Homer
Hickam), Chris Cooper (John Hickam), Laura Dern (Miss Riley),
Chris Owen (Quentin).
Cielo d’ottobre racconta una vicenda realmente accaduta: è l’ottobre del
’57 quando i russi inviano nello spazio lo Sputnik, il primo satellite
artificiale messo in orbita nella storia dell’umanità; evento sconvolgente a
livello mondiale, anche a Coalwood, cittadina del West Virginia nella
quale vive Homer Hickam, diciassettenne figlio del gestore della miniera
che a Coalwood rappresenta praticamente l’unica prospettiva lavorativa
di qualunque ragazzo. Homer, fino a quel giorno destinato (o forse
sarebbe meglio dire rassegnato…) alla vita di miniera, con l’unico possibile
svago di tutti i suoi coetanei - un po’ di divertimento e le ragazze - rimane letteralmente folgorato nel
vedere lo Sputnik solcare il cielo notturno della sua cittadina, tanto che un desiderio inaspettato gli balza
nel cuore: costruire un razzo. Da qui comincia a prendere piede l’intraprendenza e la determinazione di
un gruppo improbabile di quattro amici (Homer, Quentin, Roy Lee e Sherman), guidati e sostenuti dalla
loro insegnante di chimica e fisica, la professoressa Riley: per perseguire il loro sogno dovranno
affrontare un percorso non privo di ostacoli e di ostilità, ma non si tireranno indietro: riusciranno a
sovvertire un destino che sembrava già scritto?
Gli aspetti più significativi del film a nostro avviso sono:
•
La prima cosa che sicuramente colpisce del film è la determinazione
di Homer: il suo sogno è talmente vero e profondo che nulla riesce
a farlo perdere d’animo, nemmeno l’atteggiamento di forte ostilità
del padre nei suoi confronti; Homer e i suoi amici non rinnegano
mai il desiderio di felicità che anima il loro cuore, e perciò sono
fermamente convinti della loro decisione, al punto da impegnarsi in
attività che altrimenti non avrebbero mai pensato di affrontare.
•
Un altro aspetto interessante è il rapporto tra Homer e suo padre: tante volte, infatti, i genitori,
desiderando solo il bene per i propri figli, progettano per loro un futuro
che in realtà non corrisponde ai desideri dei loro ragazzi, invece di
lasciarli liberi di costruire il proprio destino seguendo le proprie
inclinazioni. Nel film questa dinamica è molto evidente, e il contrasto tra
padre e figlio genera continue liti, ma l’aspetto interessante è che
Homer, alla fine, rivelerà al padre la sua profonda stima nei suoi
confronti, tanto da riconoscere di averlo avuto sempre come esempio di
determinazione nel perseguire i propri obiettivi: è suo padre, e nessun altro, il suo unico idolo.
•
Importante è anche il ruolo svolto dalla professoressa Riley: come ogni vero educatore, scommette tutto
sul bene presente nei suoi allievi, facendo in modo di tirare fuori da loro il meglio, aiutandoli
materialmente ma soprattutto moralmente, con l’incoraggiamento e l’affetto senza dei quali nessuna
impresa sarebbe possibile.
(scheda a cura di Anna Rita Bortone e Martina Leccese)